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LEONARDO SCIASCIA

L'ITALIA CIVILE E L'ITALIA MAFIOSA


Uno dei brani famosi in cui si incontrano l'antagonista con il protagonista, cioè il capitano Bellodi;
viene dal Nord, è un antifascista, ha partecipato alla resistenza, è convinto che con la razionalità
riuscirà a vincere. Si confronta qui con il suo antagonista che è il capomafia Don Mariano Arena
che lo ritiene colpevole dell'omicidio, di tanti altri misfatti. Abbiamo detto che questo romanzo è già
un'anomalia, perchè è incentrato sulla ricerca delle prove per incastrare il capomafia, prove che alla
fine non saranno trovate; quindi terminerà con lo scacco del protagonista. Incarna pienamente il
genere del giallo, un giallo anomalo; i suoi gialli sono una violazione a quelle che sono le
caratteristiche del romanzo poliziesco, con il finale felice, ma ci sarà un vero e proprio
capovolgimento dell'happy ending. Di solito nei romanzi polizieschi si riesce ad incriminare il
colpevole, poi ci sarà la sua punizione, e terminerà con la vittoria del protagonista; invece qui il
protagonista è costretto allo scacco, l'investigatore fallisce sempre. Se addirittura nel Giorno della
civetta il capitano Bellodi rinuncia alla sfida; negli altri romanzi di Sciascia, ad esempio A ciascuno
il suo, l'investigatore viene ucciso. Vediamo quindi come il poliziesco di Sciascia sia un
capovolgimento del tradizionale romanzo poliziesco; in quanto l'investigatore avverte il crimine
laddove tutti gli altri vedono soltanto la normalità.
In questo brano i due, protagonista e antagonista, si vengono a trovare; in particolare si trovano nel
bel mezzo di un interrogatorio e, il commissario Bellodi chiede di giustificare tutte le somme
ingenti che sono depositate nel suo nome nelle banche. Il capomafia risponde dicendo di avere
soltanto delle terre e che questi soldi li ricava dalle rendite di queste terre. In realtà si tratta di
denaro sporco, l'investigatore sa comunque che lui riuscirà a venirne fuori. Nella seconda parte vi è
la teoria sull'umanità; qui parla il capomafia in cui espone la sua ideologia antica; se Bellodi
esprime l'ideologia dell'Italia democratica e antifascista che crede nelle riforme, nella ragione, Don
Mariano invece espone l'ideologia antica in cui contano soltanto due cose: la bocca, per mangiare, e
la forza individuale, la prima autorizza l'egoismo, legittima la violenza, il secondo invece distingue
i veri uomini dai sotto-uomini. L'umanità si può distinguere in 5 categorie: gli uomini, i mezzi
uomini, gli ominicchi, i piglianculo e i quaraqua. Quindi parte dal livello più basso, in cui essi
dovrebbero vivere come degli animali. Don Mariano in realtà riconosce nel commissario un uomo,
uno che sa fare, uno che ha rispetto dell'altro, e anche il commissario. La cosa strana è infatti che il
commissario riconosce nel suo antagonista un uomo, certo migliore di tanti ministri, a cui ha
dovuto stringere la mano; in quanto la mafia è cresciuta grazie a questa realtà ignobile , uno stato
che è mancato. Falcone infatti diceva che la mafia non è un cancro proliferato su un tessuto sano,
vive in simbiosi con una miriade di protettori, complici. Questo riconoscimento da entrambi le parti
ha suscitato grande polemica, che si sono rinfocolate negli anni 80 quando Sciascia ha criticato
l'antimafia; ciò utilizzare la mafia per affermare se stessi. Diciamo senza dubbio che lo scrittore
condanni la mafia perchè lui contrappone sempre l'eroe positivo, il commissario, all'eroe negativo,
il capomafia, però egli sembra disposto a riconoscere maggior valore umano a un capomafia che a
certi ministri. Si può dunque cogliere una polemica contro il potere che è caratterizza tutta la ricerca
di Sciascia, in cui appunto ha voluto denunciare le convenienze e la complicità del mondo
politico, che fra l'altro distruggeranno l'operato del capitano Bellodi, e permetterà al capomafia di
sfuggire alla condanna. Quindi c'è questa visione in Sciascia sfiduciata, pessimistica,
materialistica, niente cambia e niente cambierà.

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