Uno dei brani famosi in cui si incontrano l'antagonista con il protagonista, cioè il capitano Bellodi; viene dal Nord, è un antifascista, ha partecipato alla resistenza, è convinto che con la razionalità riuscirà a vincere. Si confronta qui con il suo antagonista che è il capomafia Don Mariano Arena che lo ritiene colpevole dell'omicidio, di tanti altri misfatti. Abbiamo detto che questo romanzo è già un'anomalia, perchè è incentrato sulla ricerca delle prove per incastrare il capomafia, prove che alla fine non saranno trovate; quindi terminerà con lo scacco del protagonista. Incarna pienamente il genere del giallo, un giallo anomalo; i suoi gialli sono una violazione a quelle che sono le caratteristiche del romanzo poliziesco, con il finale felice, ma ci sarà un vero e proprio capovolgimento dell'happy ending. Di solito nei romanzi polizieschi si riesce ad incriminare il colpevole, poi ci sarà la sua punizione, e terminerà con la vittoria del protagonista; invece qui il protagonista è costretto allo scacco, l'investigatore fallisce sempre. Se addirittura nel Giorno della civetta il capitano Bellodi rinuncia alla sfida; negli altri romanzi di Sciascia, ad esempio A ciascuno il suo, l'investigatore viene ucciso. Vediamo quindi come il poliziesco di Sciascia sia un capovolgimento del tradizionale romanzo poliziesco; in quanto l'investigatore avverte il crimine laddove tutti gli altri vedono soltanto la normalità. In questo brano i due, protagonista e antagonista, si vengono a trovare; in particolare si trovano nel bel mezzo di un interrogatorio e, il commissario Bellodi chiede di giustificare tutte le somme ingenti che sono depositate nel suo nome nelle banche. Il capomafia risponde dicendo di avere soltanto delle terre e che questi soldi li ricava dalle rendite di queste terre. In realtà si tratta di denaro sporco, l'investigatore sa comunque che lui riuscirà a venirne fuori. Nella seconda parte vi è la teoria sull'umanità; qui parla il capomafia in cui espone la sua ideologia antica; se Bellodi esprime l'ideologia dell'Italia democratica e antifascista che crede nelle riforme, nella ragione, Don Mariano invece espone l'ideologia antica in cui contano soltanto due cose: la bocca, per mangiare, e la forza individuale, la prima autorizza l'egoismo, legittima la violenza, il secondo invece distingue i veri uomini dai sotto-uomini. L'umanità si può distinguere in 5 categorie: gli uomini, i mezzi uomini, gli ominicchi, i piglianculo e i quaraqua. Quindi parte dal livello più basso, in cui essi dovrebbero vivere come degli animali. Don Mariano in realtà riconosce nel commissario un uomo, uno che sa fare, uno che ha rispetto dell'altro, e anche il commissario. La cosa strana è infatti che il commissario riconosce nel suo antagonista un uomo, certo migliore di tanti ministri, a cui ha dovuto stringere la mano; in quanto la mafia è cresciuta grazie a questa realtà ignobile , uno stato che è mancato. Falcone infatti diceva che la mafia non è un cancro proliferato su un tessuto sano, vive in simbiosi con una miriade di protettori, complici. Questo riconoscimento da entrambi le parti ha suscitato grande polemica, che si sono rinfocolate negli anni 80 quando Sciascia ha criticato l'antimafia; ciò utilizzare la mafia per affermare se stessi. Diciamo senza dubbio che lo scrittore condanni la mafia perchè lui contrappone sempre l'eroe positivo, il commissario, all'eroe negativo, il capomafia, però egli sembra disposto a riconoscere maggior valore umano a un capomafia che a certi ministri. Si può dunque cogliere una polemica contro il potere che è caratterizza tutta la ricerca di Sciascia, in cui appunto ha voluto denunciare le convenienze e la complicità del mondo politico, che fra l'altro distruggeranno l'operato del capitano Bellodi, e permetterà al capomafia di sfuggire alla condanna. Quindi c'è questa visione in Sciascia sfiduciata, pessimistica, materialistica, niente cambia e niente cambierà.