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Area Protetta

Spazio geografico chiaramente definito, riconosciuto, dedicato e gestito per la conservazione a lungo
termine della natura e dei servizi ecosistemici e dei valori culturali associati. (WCPA,2008)

Il primo strumento normativo che detta principi fondamentali per l’istituzione e la gestione delle aree
protette è senza dubbio la Legge 394 del 1991 sulle aree protette, la “Legge quadro sulle aree protette”.

La Legge 394 del 1991 individua categorie diverse sulla base del loro fine, per esempio la protezione della
natura o la tutela dell’ambiente marino: la Conferenza Stato-Regioni è l’unico organismo in grado di
realizzare nuove classificazioni, perlopiù per rendere efficaci previsioni di convenzioni internazionali.

Oggi le aree protette in Italia sono 871 per un totale pari al 10,5% della superfice del nostro Paese e un
8,82% dello sviluppo costiero italiano.

Attualmente il sistema delle aree naturali protette è classificato come segue.

Parchi Nazionali

Parchi naturali regionali e interregionali

Riserve naturali Zone umide di interesse internazionale

Altre aree naturali protette

Aree di reperimento terrestri e marine

1.Parchi nazionali=sono costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono uno o più
ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi antropici, una o più formazioni fisiche,
geologiche, geomorfologiche, biologiche, di rilievo internazionale o nazionale per valori naturalistici,
scientifici, estetici, culturali, educativi e ricreativi tali da richiedere l'intervento dello Stato ai fini della loro
conservazione per le generazioni presenti e future.

La classificazione delle aree naturali protette

2. parchi naturali regionali=costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali ed eventualmente da tratti di mare
prospicienti la costa, di valore naturalistico e ambientale, che costituiscono, in una o più regioni limitrofe,
un sistema omogeneo individuato dagli assetti naturali dei luoghi, dai valori paesaggistici ed artistici e dalle
tradizioni culturali delle popolazioni locali.

3. riserve naturali statali e regionali=costituite da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che contengono
uno o più specie naturalisticamente rilevanti della flora e della fauna, o presentino uno o più ecosistemi
importanti per le diversità biologiche o per la conservazione delle risorse genetiche. Le riserve naturali
possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli interessi in esse rappresentati.

4. aree protette marine= come definite ai sensi del Protocollo di Ginevra relativo alle aree del Mediterraneo
particolarmente protette di cui alla legge 5 marzo 1985, n. 127, e quelle definite ai sensi della legge 31
dicembre 1982, n. 979, che vedremo in dettaglio in seguito.

La classificazione delle aree naturali protette Parchi Nazionali d’Italia: elenco completo a cura del Ministero
dell’Ambiente

1.Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

2.Parco Nazionale dell’Alta Murgia

3.Parco Nazionale dell’appennino Lucano – Val d’Agri-Lagonegrese


4.Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano

5.Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena

6.Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano

7.Parco Nazionale dell’Asinara

8.Parco Nazionale dell’Aspromonte

9.Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni

10.Parco Nazionale delle Cinque Terre

11.Parco Nazionale del Circeo

12.Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi

13. Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

14. Parco Nazionale del Gargano

15. Parco Nazionale del Gran Paradiso

16. Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

17. Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

18. Parco Nazionale della Majella

19. Parco Nazionale dei Monti Sibillini

20. Parco Nazionale dell’isola di Pantelleria

21. Parco Nazionale del Pollino

22. Parco Nazionale della Sila

23. Parco Nazionale dello Stelvio

24. Parco Nazionale della Val Grande

25. Parco Nazionale del Vesuvio

OBIETTIVI DI UN PARCO NAZIONALE TUTELARE AREE DI ECCEZIONALE IMPORTANZA E COMPLESSITÀ


NATURALISTICA STABILIRE LIMITI TERRITORIALI QUALITATIVI E QUANTITATIVI DELLE MODIFICHE
APPORTABILI ALL’AMBIENTE PER GARANTIRE UNO SVILUPPO CONTROLLATO DELLE ATTIVITÀ UMANE

La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri
secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali
di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi
della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Ad oggi sono stati
individuati da parte delle Regioni italiane 2636 siti afferenti alla Rete Natura 2000. In particolare sono stati
individuati 2357 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 2285 dei quali sono stati designati quali Zone Speciali
di Conservazione, e 636 Zone di Protezione Speciale (ZPS), 357 delle quali sono siti di tipo C, ovvero ZPS
coincidenti con SIC/ZSC.

ZSC, SIC e ZPS sono indicati collettivamente come siti Natura 2000. Le ZPS sono siti Natura 2000 designati a
norma della direttiva Uccelli, mentre SIC e ZSC sono siti designati a norma della direttiva Habitat. Un SIC e
una ZSC riguardano lo stesso sito, e l’unica distinzione consiste nel livello di protezione. I SIC sono adottati
ufficialmente dalla Commissione europea e pertanto sono soggetti alle disposizioni in materia di tutela di
cui all’articolo 6, paragrafi 2, 3 e 4, mentre le ZSC sono SIC designati dagli Stati membri in virtù di un atto
giuridico, nei quali si applicano le misure necessarie per garantire la conservazione delle specie e dei tipi di
habitat di importanza UE che vi sono presenti.

Natura 2000

Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane
sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle
esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" (Art. 2). Soggetti privati
possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di
vista ecologico che economico. In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del
territorio terrestre nazionale e più del 13% di quello marino.

La legge quadro pone l'obiettivo di coniugare le esigenze di conservazione e salvaguardia del patrimonio
naturale con gli interessi delle popolazioni locali attraverso l'avvio di forme di sviluppo sostenibile
all'interno dell'area protetta. La tutela dei valori naturali e ambientali, che la Legge affida all'Ente Parco, è
perseguita attraverso lo strumento del piano per il parco, che suddivide il territorio in funzione del diverso
grado di protezione. Il territorio del Parco è dunque articolato 'in aree o parti caratterizzate da forme
differenziate di uso, godimento e tutela’.

La zonizzazione del parco prevede quindi:

•riserve integrali nelle quali l'ambiente naturale è conservato nella sua integrità.

•riserve generali orientate nelle quali è vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni
esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni
produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonchè interventi di
gestione delle risorse naturali a cura dell'Ente Parco. Sono altresì ammesse opere di manutenzione alle
opere esistenti.

•aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalità istitutive e in conformità ai criteri generali fissati
dall'Ente Parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura
biologica, le attività agro-silvo-pastorali nonché di pesca e raccolta dei prodotti naturali, ed è incoraggiata
anche la produzione artigianale di qualità.

•aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, più estesamente
modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attività compatibili con le finalità
istitutive del Parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e al miglior
godimento del parco da parte dei visitatori.

La Zona A racchiude di norma gli ambienti più preziosi, lasciati alla libera evoluzione naturale e in linea di
massima accessibili solamente per scopi scientifici e didattici. Nella Zona B, che di solito circonda la Zona A
ed è quasi altrettanto interessante dal punto di vista naturalistico, sono consentite l’attività agricola e altre
attività tradizionali. Nella Zona C, dove è in genere più elevata la presenza di nuclei e centri abitati e si
concentrano l’agricoltura e le altre attività significative, il grado di tutela è meno forte e il conseguimento di
positivi risultati nella gestione del territorio è in una certa misura legato alla capacità del parco di diventare
un partner affidabile e un sostegno per i produttori agricoli e gli altri operatori economici.

La legge quadro sulle aree protette agli art. 9, 10,11, 12 e 14 individua gli organi e gli strumenti di gestione
per perseguire le finalità istitutive del Parco e i più generali obiettivi di conservazione e sviluppo sostenibile.
Gli organi di gestione che compongono l'Ente Parco, che ha personalità di diritto pubblico, sede legale e
amministrativa nel territorio del parco ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero dell'ambiente, sono:
•il Presidente

•il Consiglio Direttivo

•la Giunta Esecutiva

•il Collegio dei Revisori dei Conti

•la Comunità del Parco Organismi di gestione dei parchi nazionali.

Il Presidente è nominato con decreto del Ministro dell'ambiente, d'intesa con i presidenti delle regioni o
delle province autonome di Trento e di Bolzano nel cui territorio ricada in tutto o in parte il parco nazionale.
Il Presidente ha la legale rappresentanza dell'Ente parco, ne coordina l'attività, esplica le funzioni che gli
sono delegate dal Consiglio direttivo, adotta i provvedimenti urgenti che sottopone alla ratifica del
Consiglio Direttivo nella seduta successiva.

La Giunta esecutiva è eletta dal Consiglio direttivo ed è formata da cinque componenti, compreso il
Presidente, secondo le modalità e con le funzioni stabilite nello statuto dell'Ente Parco. Gli organi dell'Ente
parco durano in carica cinque anni ed i membri possono essere confermati una sola volta

Il Consiglio direttivo è formato dal Presidente e da dodici componenti, nominati con decreto del Ministro
dell'ambiente, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della
natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco, secondo le seguenti modalità:

•cinque, su designazione della Comunità del Parco;

•due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell'articolo 13 della
legge 8 luglio 1986, n.349, scelti tra esperti in materia naturalistico-ambientale;

•due, su designazione dell'Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell'Unione
zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle
province nei cui territori ricade il parco; in caso di designazione di un numero superiore a due la scelta tra i
soggetti indicati è effettuata dal Ministro dell'ambiente;

•uno, su designanzione del Ministro dell'agricoltura e delle foreste;

•due, su designazione del Ministro dell'ambiente. Il Consiglio direttivo delibera in merito a tutte le
questioni generali ed in particolare sui bilanci, che sono approvati dal Ministro dell'ambiente di concerto
con il Ministro del tesoro, sui regolamenti e sulla proposta di piano per il parco, esprime parere vincolante
sul piano pluriennale economico e sociale, elabora lo statuto dell'Ente parco, che è adottato con decreto
del Ministro dell'ambiente, d'intesa con la regione.

Il collegio dei revisori dei conti è nominato con decreto del Ministro del tesoro ed è formato da tre
componenti scelti tra funzionari della Ragioneria generale dello Stato ovvero tra iscritti nel ruolo dei
revisori ufficiali dei conti. Essi sono designati: due dal Ministro del tesoro, di cui uno in qualità di Presidente
del Collegio; uno della regione o, d'intesa, dalle regioni interessate. Il Collegio dei revisori dei conti esercita
il riscontro contabile sugli atti dell'Ente parco secondo le norme di contabilità dello Stato e sulla base dei
regolamenti di contabilità dell'Ente parco, approvati dal Ministro del tesoro di concerto con il Ministro
dell'ambiente. Organismi di gestione dei parchi nazionali

La comunità del parco è costituita dai presidenti delle regioni e delle province, dai sindaci dei comuni e dai
presidenti delle comunità montane nei cui territori sono ricomprese le aree del parco. La comunità del
parco è organo consultivo e propositivo dell'Ente parco, il suo parere è obbligatorio:

•sul regolamento del parco;


•sul piano per il parco; •sul bilancio e sul conto;

•delibera, previo parere vincolante del Consiglio direttivo, il piano pluriennale economico e sociale e vigilia
sulla sua attuazione. Inoltrare la Comunità del parco elegge al suo interno un Presidente e un Vice
Presidente

Strumenti di gestione dei parchi nazionali

Regolamento del parco

Disciplina l'esercizio delle attività consentite entro il territorio del parco rispettando le caratteristiche
proprie del parco stesso.

Piano per il parco

L'Ente parco persegue la tutela dei valori naturali ed ambientali attraverso il piano per il parco

Piano anti incendi boschivi (AIB) del parco Un ulteriore strumento di gestione del Parco nazionale, previsto
dalla Legge quadro sugli incendi boschivi L. 353/2000, dove gli aspetti conoscitivi evidenziati negli altri
strumenti vengono integrati con altre conoscenze di base, seguite da informazioni specialistiche della
tematica (tutte con relativa cartografia). Le informazioni complessive e la relativa elaborazione su GIS
risultano determinanti nella pianificazione e gestione del territorio protetto a tutela dagli incendi boschivi
Regolamento del parco

Il regolamento del parco disciplina in particolare:

•la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti;

•lo svolgimento e la circolazione del pubblico con qualsiasi mezzo di trasporto;

•lo svolgimento delle attività di ricerca scientifica e biosanitaria;

•i limiti alle emissioni sonore, luminose;

•lo svolgimento delle atività da affidare a interventi di occupazione giovanile, di volontariato, con
particolare riferimento alle comunità terapeutiche, e al servizio civile alternativo;

•l'accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di
handicap e anziani.

Il parco disciplina quanto segue:

•l'organizzazione generale del territorio;

•vincoli, destinazioni di uso pubblico o privato e norme di attuazione relative con riferimento alle varie aree
o parti del piano;

•sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture
riservati ai disabili, ai portatori di handicap e agli anziani;

•sistemi di attrezzature e servizi per la gestione e la funzione sociale del parco, musei, centri di visite, uffici
informativi, aree di campeggio, attività agroturistiche;

•indirizzi e criteri per gli interventi sulla flora, sulla fauna e sull'ambiente naturale in genere.

Il piano è predisposto dall'Ente parco entro sei mesi dalla sua istituzione ed è adottato dalla regione entro i
successivi quattro mesi, sentiti gli enti locali.

Iniziative per la promozione economica e sociale


La Comunità del parco per promuovere le iniziative atte a favorire lo sviluppo economico e sociale delle
collettività residenti all'interno del parco, elabora, entro un anno dalla sua costituzione, un piano
pluriennale economico e sociale. Il piano prevede:

a. la concessione di sovvenzioni;

b. la predisposizione di attrezzature, impianti di depurazione e per il risparmio energetico, servizi ed


impianti di carattere turistico-naturalistico;

c. l'agevolazione o la promozione, anche in forma cooperativa, di attività tradizionali artigianali, agro-silvo-


pastorali, culturali, servizi sociali e biblioteche, restauro;

d. iniziative volte a favorire lo sviluppo del turismo e delle attività locali, nel rispetto delle esigenze di
conservazione del parco;

f. attività ed interventi diretti a favorire l'occupazione giovanile ed il volontariato, nonché l'accessibilità e la


fruizione, in partcolare per i portatori di handicap;

g. l'organizzazione, d'intesa con la regione o le regioni interessate, di speciali corsi di formazione al termine
dei quali viene rilasciato il titolo ufficiale ed esclusivo di guida del parco

Le aree protette in Basilicata

Il 20% del territorio regionale è costituito da parchi e riserve naturali. Parchi Nazionali:

1.Parco del Pollino;

2.Parco dell’Appennino Lucano, Val d’Agri Lagonegrese.

Parchi regionali:

1.Parco Archeologico, Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano;

2.Parco di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane;

3.Parco Naturale Regionale del Vulture. Otto sono le Riserve Statali e sette le Riserve Regionali.

Totale superficie in ettari 198.047

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