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LO STATO ITALIANO E L’AMBIENTE

Le norme costituzionali a tutela dell’ambiente


La Costituzione del 1948 non contiene espliciti riferimenti alla tutela
dell’ambiente in quanto all’epoca in cui fu redatta vi era una sensibilità diversa
rispetto a quella degli ultimi anni. In essa si trovano, tuttavia, alcuni articoli che,
secondo la giurisprudenza, ne garantiscono indirettamente la tutela. Si tratta
dell'articolo 9 “La Repubblica tutela il paesaggio” e dell'articolo 32 “La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse
della collettività”. In merito, si è pronunciata la Corte Costituzionale dichiarando
che “nel nostro ordinamento giuridico la protezione dell’ambiente è imposta da
precetti costituzionali (artt. 9 e 32) ed assurge a valore primario ed assoluto”
(sent. del 1987 n. 614).Secondo la Corte Costituzionale, infatti, la tutela del
paesaggio di cui si parla all’art. 9 Cost, deve essere intesa nel senso lato di “tutela
ambientale”, mentre la tutela della salute, di cui all’art. 32 Cost., vale anche
come “tutela dell’ambiente in cui l’uomo vive.”Occorre aggiungere che l’art. 2
Cost. che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” rappresenta una
“norma aperta” destinata ad accogliere i diritti di nuova generazione quei diritti,
cioè, generati dall’evolversi della società come ad es. il diritto ad un ambiente
salubre. Soltanto con la legge costituzionale del 2001, che ha modificato il Titolo
V della Carta Costituzionale, per la prima volta nella Costituzione si parla
espressamente di tutela ambientale. Precisamente la “tutela dell’ambiente” (art.
117 lett. S) viene attribuita alla legislazione esclusiva dello Stato.
La valorizzazione beni ambientali e il governo del territorio rientrano, invece,
nella competenza legislativa concorrente: Stato e Regioni collaborano, cioè, nella
produzione legislativa (allo Stato spetta stabilire i principi fondamentali, mentre le
Regioni sviluppano i principi statali con proprie leggi). L’ambiente, si configura,
pertanto, come una materia trasversale, caratterizzata dalla contemporanea
presenza di competenze statali e regionali. Lo Stato è deputato a fissare livelli di
tutela dell’ambiente uniformi sull’intero territorio nazionale, mentre le Regioni
sono legittimate a porre in essere interventi volti a soddisfare ulteriori esigenze
rispetto a quelle definite dallo Stato, per es. garantire non solo la conservazione
delle risorse naturali, ma anche il loro l’utilizzo da parte della collettività.

La legislazione italiana
Il Parlamento italiano ha affrontato il problema dell’inquinamento e della tutela
dell’ambiente con molto ritardo. Si possono distinguere tre fasi principali.
La prima, durata fino alla metà degli anni sessanta, è caratterizzata per la
completa assenza di disposizioni che tutelino, in maniera diretta e immediata
l’interesse ambientale.
Nella seconda fase, 1966-1986, si iniziano a tenere in maggiore considerazione i
singoli fattori ambientali specificamente considerati. Diventano così oggetto di
tutela:
 l’aria con la c.d. legge “antismog” del 1966 n.615 si dettano misure
contenitive dell’inquinamento atmosferico;
 le acque interne e marine con la c.d. legge Merli del 1976, si indicano in
maniera dettagliata le sostanze inquinanti, ponendo dei limiti al loro scarico
nelle acque; inoltre con un’altra legge del 1982, si affronta il problema
della difesa del mare, individuando alcune riserve marine, stabilendo
pesanti sanzioni per le discariche abusive;
 la fauna selvatica, intesa fino allora come res nullius “cosa di nessuno”,
diventa con una importante legge nel 1977, “patrimonio indisponibile
dello Stato”, sottoposta quindi a tutela. In particolare, con questa legge
viene vietata la caccia di alcuni uccelli e animali come le aquile, i gufi
reali, le gru, i fenicotteri, gli orsi e altre specie in via di estinzione;
 il paesaggio: con la legge Galasso nel 1985 vengono posti sotto tutela i più
interessanti beni paesaggistici (ad esempio boschi, coste, ecc).
La logica di allora, era quella di intervenire una volta che il danno si era
manifestato, ovvero l’opposto della logica prevenzionistica che si affermerà
successivamente.
Nella terza fase, dalla seconda metà degli anni ottanta in poi, le norme in materia
ambientale assumono un‘importanza sempre più rilevante e si inizia a considerare
l’ambiente unitariamente. Viene, infatti, istituito il Ministero dell’Ambiente con
la L. 349/1986, organo del Governo Italiano preposto all'attuazione della politica
ambientale che ingloba le attività ambientali, prima frammentate tra i vari
ministeri (agricoltura, marina mercantile, trasporti, industria, sanità, beni culturali,
interni, ecc.). Con la legge istitutiva del Ministero, inoltre, sono stati fissati tre
principi fondamentali:
 il primo stabilisce che il danno arrecato all’ambiente colpisce tutta la
collettività, per cui chi viola le disposizioni di legge a tutela dell’ambiente,
alterandolo o comunque danneggiandolo, è obbligato al risarcimento del
danno nei confronti dello Stato ;
 il secondo prevede che spetta ad ogni cittadino e alle associazioni
ambientaliste il diritto di denunciare gli atti che danneggiano l’ambiente;
 il terzo stabilisce che ogni opera pubblica, sia essa ad esempio la costruzione
di una strada o di un edificio, può essere permessa solo dopo aver valutato,
attraverso precisi accertamenti tecnici, la sua compatibilità con
l’ambiente, il cosiddetto “impatto ambientale“.
Il Ministero dell'Ambiente, che oggi ha assunto la denominazione di Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è preposto a individuare
e valorizzare le aree protette, tutelare la biodiversità, salvaguardare il patrimonio
marino ed atmosferico ed ha, inoltre, competenza in materia di valutazione di
impatto ambientale (VIA). Secondo la normativa comunitaria i progetti che
possono avere un effetto rilevante sull'ambiente devono essere sottoposti a
valutazione di impatto ambientale.
La Procedura assume il compito di individuare, descrivere e valutare gli
impatti ambientali, ossia, le conseguenze a breve e a lunga scadenza, che
possono essere causate dall'attuazione di un determinato progetto.
La legislazione degli anni novanta è assai più prolifica e risente fortemente dei
condizionamenti comunitari.
Agli inizi degli anni novanta, allo scopo di salvaguardare quelle parti del
territorio di particolare interesse per le loro specificità ambientali, vengono
istituite le aree protette.
Le Aree Protette sono classificate, a seconda delle loro caratteristiche, in:
Parchi Nazionali, costituiti da aree terrestri, fluviali, lacuali o marine che
contengono ecosistemi intatti o anche parzialmente alterati da interventi umani,
oppure fenomeni naturali particolarmente spettacolari. Dato il loro rilevo
naturalistico, scientifico, estetico, culturale, lo Stato ha il compito di tutelare tali
luoghi e di garantirne l’utilizzo anche alle generazioni future. Essi sono aperti al
pubblico, ma escludono ogni forma di attività economica. Dal Vesuvio al Gran
Sasso, dalle Dolomiti al Gennargentu, dall’Arcipelago La Maddalena al Gran
Paradiso, l’Italia può vantare ben 25 Parchi Nazionali, come indicano i dati del
Ministero dell’Ambiente. Grazie a questa concentrazione, il Bel Paese si piazza al
quarto posto in Europa per numero di parchi, dopo Norvegia (36 parchi),
Finlandia (35 parchi) e Svezia (28 parchi). Ciascuno dei 24 parchi nazionali
italiani è contraddistinto da caratteristiche ambientali eccezionali che lo rendono
una meta inesauribile e sempre affascinante per vacanze indimenticabili,
all’insegna dell’immersione nella natura, dello sport e della vita all’aria aperta.

Il più antico Parco Nazionale italiano, istituito nel 1922, è il Gran Paradiso e si
trova a cavallo delle regioni Valle d’Aosta e Piemonte.

Oltre al Gran Paradiso, un altro parco storico montano è quello dello Stelvio,
che ha casa sulle alpi della Lombardia e del Trentino-Alto Adige, che si
caratterizza per la presenza di stelle alpine, genziane e cervi.

Tra gli altri parchi più estesi ricordiamo: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e
Molise; il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, istituito in Veneto nel 1988;
il Parco Nazionale del Pollino a cavallo tra la Basilicata e la Calabria che tutela
aquile reali, grifoni e lupi appenninici; il Parco Nazionale delle 5 Terre che si
estende in provincia di La Spezia ed è anche patrimonio mondiale dell’Unesco dal
1999; il Parco Nazionale del Circeo che si estende sulla costa tirrenica del Lazio e
rappresenta oggi uno dei migliori esempi di biodiversità nel nostro Paese; il Parco
Nazionale dell’isola dell’Asinara che si estende sulla seconda isola sarda, tanto
bella quanto disabitata; il Parco Nazionale del Gargano che si estende nel
cosiddetto “Sperone d’Italia” e comprende le 4 stupende Isole Tremiti; il Parco
Nazionale del Cilento in provincia di Salerno, patrimonio dell’Unesco che dal
2010 è diventato il primo Geoparco italiano, essendo al centro del mediterraneo
ospita fauna e flora interessanti e nei suoi dintorni ci sono luoghi turistici di rilievo
quali Paestum e le meravigliose Grotte di Capo Palinuro e numerosi borghi e
santuari.
Il Parco Nazionale dell'Isola di Pantelleria, istituito nel 2016 è, invece, in ordine
cronologico, l'ultimo parco nazionale italiano ad essere stato istituito, e il primo in
Sicilia. In Italia esistono venticinque Parchi.

Parchi Naturali Regionali: sono aree che costituiscono, nell’ambito di una o più
Regioni limitrofe, un sistema omogeneo, sia per i caratteri naturalistici dei luoghi,
sia per le tradizioni culturali delle popolazioni locali. Essi, pur essendo soggetti a
vincoli per tutelare le peculiarità ambientali, mantengono funzioni produttive, agrarie,
artigianali. In Sicilia abbiamo il Parco Fluviale dell'Alcantara istituito nel 2001 , il
Parco dei Nebrodi, istituito nel 1993, con la millenaria civiltà dei contadini e dei
pastori nebroidensi si riflette in numerose produzioni artigianali: ricami di tovaglie e
lenzuola eseguiti a mano, ceste e panieri di giunco o canna, ceramiche, oggetti per
uso agricolo in legno o ferla, stuoie e tappeti colorati cosiddette “pizzare”, realizzati
con antichi telai; il Parco dell'Etna istituito nel 1987, il Parco delle Madonie
istituito nel 1989, che comprende quindici comuni della città metropolitana di
Palermo; il Parco dei Monti Sicani iter in corso.

Riserve naturali: si tratta di aree naturali caratterizzate da paesaggi eterogenei e


abitate da diverse specie di animali e vegetali hanno la funzione di mantenere
l'equilibrio ambientale del luogo, aumentandone o mantenendone la biodiversità.
Le riserve naturali possono essere statali o regionali in base alla rilevanza degli
elementi naturalistici in esse rappresentati. Esse si distinguono in:
 riserve naturali integrali contengono specie del mondo vegetale e animale
molto rare o in via di estinzione,vengono rigorosamente tutelate, limitando
la presenza umana a scopi strettamente scientifici e di sorveglianza, per cui
l’accesso non è consentito al pubblico.
 riserve naturali orientate in cui sono consentite attività agricole, silvo-
pastorali purché non in contrasto con la conservazione degli ambienti
naturali. In Sicilia abbiamo diverse riserve naturali integrali/orientate, ad
esempio, la riserva naturale orientata Laghetti di Marinello, la riserva
naturale orientata Isola Bella (Comune di Taormina), la riserva naturale
orientata Isola di Vulcano (nella foto), la riserva naturale orientata/
integrale Isola di Panarea, la riserva naturale orientata/integrale Isola di
Stromboli e Strombolicchio, la riserva naturale orientata Isola di
Filicudi, la riserva naturale orientata Isola di Alicudi (situate nel territorio
di Lipari, Comune della Provincia di Messina) la riserva naturale orientata
Isola delle Femmine, nella Città Metropolitana di Palermo; la Riserva
naturale orientata dello Zingaro (nella foto) è un'area naturale protetta
italiana gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione
Siciliana.

Con il D.lgs 22/1997 conosciuto come “Decreto Ronchi” vengono recepite le


direttive comunitarie in materia di rifiuti. Questa norma introduce nel nostro
ordinamento il principio della gestione dei rifiuti in sostituzione del semplice
smaltimento degli stessi e stabilisce delle norme precise per ridurre la produzione dei
rifiuti ed incentivare il recupero ed il riciclo.

In atto il testo legislativo fondamentale in materia di ambiente è il Testo Unico


Ambientale (TUA), noto anche come Codice dell'Ambiente, emanato con il D. Lgs.
3 Aprile 2006, n. 152. Il Testo Unico ha recepito in parte le norme precedenti e
attuato numerose direttive U.E. Come tutti i decreti legislativi anche questo trae
origine da una “legge delega” del Parlamento: in questo caso la L. n. 308 del 2004,
la quale fissò i “criteri direttivi” entro i quali doveva attenersi il Decreto.
Negli anni il T.U.A. ha subito diverse modifiche e aggiunte.
I reati ambientali
Il Testo Unico Ambientale prevede specifiche figure di illeciti amministrativi e reati
(es. scarico di acque reflue industriali contenenti determinate sostanze pericolose,
abbandono e traffico illecito di rifiuti, realizzazione e gestione di discarica non
autorizzata di rifiuti).
Diversi sono i reati ambientali contemplati dal Codice Penale incendio boschivo
(art. 423 bis c.p.) avvelenamento di acque e di sostanze alimentari (art.439
c.p.),diffusione di una malattia delle piante o degli animali (art.500 c.p.)
danneggiamento seguito da inondazione o frana (art.427 c.p.)crollo di costruzioni o
altri disastri (art.434 c.p.), uccisione di animali per crudeltà o senza necessità(art.544
bis c.p), maltrattamento di animali (art.544 ter c.p.), divieto di combattimenti tra
animali (art.544 quinquies c.p), abbandono di animali (art.727 c.p.) distruzione o
deturpamento di bellezze naturali (art.734 c.p.).
La legge n. 68/2015 "Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente" recante
la riforma dei reati ambientali, ha introdotto nel codice penale il titolo VI-bis
intitolato "Dei delitti contro l'ambiente", L'art. 452 bis c.p. introducil delitto
di inquinamento ambientale sanzionando chiunque cagiona abusivamente una
compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque,
dell'aria, di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, della flora o
della fauna.
Pene più gravi sono previste quando l'inquinamento colpisce un'area naturale
protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico,
architettonico o archeologico o in danno di specie animali o vegetali protette.
L'art. 452 ter c.p. prevede che, se dall'inquinamento ambientale derivino la morte o
lesioni superiori a venti giorni si applica la reclusione da due anni e sei mesi a sette
anni. L'art. 452 quater che disciplina il disastro ambientale, prevede che, chiunque
cagiona abusivamente un disastro ambientale è punito con la reclusione da cinque a
quindici anni. Sono considerati disastri ambientali quei fenomeni che causano
“l’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema,” o che comunque
abbiano, un’ampia ricaduta sull’ambiente e siano catastrofici per la numerosità
degli organismi viventi coinvolti, la gravità degli effetti sudi essi e la vastità del
territorio interessato.

Mar Nero, disastro ambientale Incendio Calabria Giampilieri, disastro colposo


In Italia, oltre al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare,
esistono altri importanti enti che enti preposti alla tutela dell’ambiente, quali,
l’Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)
le Agenzie Regionali e Provinciali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA).
L’Istituto Superiore per la protezione e la Ricerca Ambientale creato nel 2008, si
occupa delle emergenze ambientali e di ricerca; è l'ente di indirizzo e di
coordinamento delle Agenzie Regionali per la protezione dell'ambiente (ARPA) e
coopera, inoltre, con l'Agenzia Europea dell'ambiente e con le Istituzioni ed
Organizzazioni nazionali ed internazionali operanti in materia di salvaguardia
ambientale
Le Agenzie Regionali e Provinciali (ARPA) hanno funzioni di controllo e di
supporto tecnico, scientifico e giuridico a favore delle amministrazioni pubbliche.
Occorre sottolineare che un ruolo particolarmente importante svolgono
le associazioni ambientaliste, per esempio Legambiente, WWF, FAI (Fondo per
l’ambiente italiano) impegnate a divulgare informazioni sull’ambiente del nostro
Paese e sui suoi numerosi problemi ed a promuovere l’uso sostenibile delle risorse
naturali.

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