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Prima…
geo come disciplina = ‘700 -‘800; volont di capire completamente il mondo (ormai superata “geo
universale”)
geo moderna= scienza al servizio del progetto coloniale (volont degli stati di cercare “spazio al
sole” fuori dall’Eu in nuovi territori)
Poi…
geo umana= elabora teorie spaziali: si interessa di rapporti (gruppi di) individui — luoghi/
paesaggi/confini/mappe; ciascuna teoria spaziale propone una visione diversa di questi rapporti
(es. una visione femminista della geo).
concetti chiave:
• Luogo (ha a che fare con l’appartenenza individuale e collettiva)
• Paesaggio (ha a che fare con visione, prospettiva)
• Citt
• Regione
• Carta
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diviso in entit discrete, caratterizzate da confini, lingue, culture. Ogni uomo rientra in un
processo classificatorio rispetto al quale pu essere inserito o meno in un determinato popolo/
nazione: il prodotto di questo processo l’individuo medio (ita medio, fr medio, ecc.)
MA: Nella trasformazione della geo in scienza, importante viaggiatore individuale = figura che in
nome della conoscenza esplora territori e popoli sconosciuti, illumina con i suoi racconti le civilt
Occ. e amplia il sapere geografico →
Ma perch l’esploratore parte? 1. geo ha bisogno di un contatto diretto con la realt x produrre
conoscenza affidabile. 2 esploratori scrivono e disegnano anche: traduzione di ci che si vede in
forma testuale ha bisogno di metodi in cui organizzare il lavoro sul campo.
1cartografìa= ramo della scienza che ha per oggetto la rappresentazione della superficie terrestre, o di
parte di essa, e quindi la preparazione delle carte geografiche.
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→ cambia dunque il modo di fare geo:
1. geografi capiscono che rappresentazioni geo necessitano dell’osservazione diretta della realt
2. passaggio oralit dei racconti > testo scritto, che si diffonde e crea conoscenza
ES: Von Humboldt = esploratore (America latina) e geografo tedesco =es. eroe borghese che
viaggia e produce conoscenza
Romanticismo/Positivismo:
Geo (fine ‘700-inizio ’800) si era trovata in mezzo a due correnti contrapposte: Romanticismo e
Positivismo = soggettivit 2 vs oggettivit . MA, nel momento in cui la geo ottiene la legittimazione
come scienza, si comincer a pensare al paesaggio come a qlcs di neutrale e di assolutamente
oggettivo: geografo = pretesa di distacco e obiettività, così da produrre conoscenza oggettiva e
affidabile.
Ricercatore: va sul campo — osserva — trova dei modelli di rappresentazione universali per dare
una visione ordinata del mondo e dei suoi luoghi = base da cui potenze Eu si muovono x
conquistare nuovi territori
Cartografare, descrivere e conquistare diventano la stessa cosa = un modo per “dire” la terra, ma
anche per impadronirsene + diventano anche un modo per ridefinire il “Se’ europeo”
2 simbolo della figura dell’osservatore che guarda il paesaggio e riflette propria personale prospettiva = Il
viandante sul mare di nebbia di Friedrich = simbolo per eccellenza della soggettivit romantica
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LUOGO E PAESAGGIO:
= due concetti distinti x dire lo spazio.
SPAZIO= area senza significato, concetto neutrale. Quando gli umani investono di significato
(storico, politico, affettivo, etc.) un det. spazio, qst diviene un luogo.
LUOGO= a meaningful location= spazio di affetti/memoria/appartenenza/esperienza di tutti i
giorni. Dimensione cognitiva e affettiva, QUINDI non ha una scala precisa.
Spazio= area senza significato, concetto neutrale. Quando gli umani investono di significato
(storico, politico, affettivo, etc.) un det. spazio, qst diviene un luogo.
• fondamentale nel dire e nel comunicare chi siamo, come individui e come collettivit .
• da tempo, al luogo si associano valori di tipo politico e culturale
• spesso principio di inclusione e di esclusione, cos come serbatoio di memoria e presunta identit
• non si piega alle nostre categorie, in quanto muta continuamente, sempre in movimento
NON LUOGHI
Marc Aug = antropologo. Analizza territori poco esplorati metropoli contemporanee Occ. →
L. ANTROPOLOGICO= spazio con un valore identitario, relazionale, storico
NON L.= spazio che non pu definirsi n identitario n relazione n storico: tutti quegli spazi
che ospitano una popolazione che per non li abita (es. aeroporto, centro commerciale, ecc.)
(nb: visione A. criticata xk questi luoghi anche se non abitati sono cmq vissuti ad es. da chi vi
lavora, QUINDI x alcuni individui hanno un significato)
Non luoghi
Marc Aug = antropologo. ha riscoperto il senso del luogo o meglio, del non-luogo nei territori
poco esplorati delle metropoli contemporanee Occ.
luogo antropologico= delimitazione sociale del suolo con un valore identitario, relazionale,
storico
non luogo= spazio che non pu definirsi n identitario n relazione n storico: tutti quegli
spazi che ospitano una popolazione che per non li abita (es. aeroporto, centro commerciale,
ecc.).
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luogo= qlcs che ciascuno di noi sperimenta tutti i giorni: il terreno che ospita il nostro
quotidiano
Geo umana → attenzione x rapporto tra il luogo e l’esperienza che se ne fa attraverso una serie di
pratiche quotidiane, che il luogo contribuisce a produrre e da cui è prodotto.
La geo, studiando i luoghi, ci mostra anche come questi rivelino uno specifico modo di intendere e
di costruire il nostro posto nel mondo.
Geo si occupa sempre meno della mera descrizione dei luoghi che fanno il mondo: è
interessata a percezione del l. e pratiche ad esso associate + suo valore identitario x S
individuale/collettivo
2 momenti importanti: 1) anni ‘70= svolta umanistica → Geo umana=attenzione x
dimensione affettiva dei luoghi: attenzione dunque x esperienza individuale e soggettiva che
individui hanno dello spazio
(=visione critica verso Geo quantitativa (ispirazione positivista), x cui luogo= localizzazione,
porzione della superficie terrestre dove vive una det. comunità + traduce (e riduce)
interazioni sociali e culturali in geometrie e cifre)= approccio descrittivo]
Il significato che ognuno di noi assegna ai luoghi rivela una relazione con quello che riconosciamo
come lo spazio della nostra esistenza. Per tale ragione, la geo si occupa sempre meno della
mera descrizione dei luoghi che fanno il mondo, x dedicarsi invece al concetto stesso di
luogo: interesse x percezione del luogo e x pratiche spaziali ad esso associate + riflessione su
diverse interpretazioni di tale concetto e su come sia fondamentale x definizione del S individuale
e collettivo.
Fino a quel momento, il luogo era stato poco pi che un oggetto da trattare in modo descrittivo:
era presentato come una non ben delimitata porzione di superficie terrestre con la quale si
identificava un gruppo di persone (comunit ), senza chiarire bene cosa si intenda per comunit e
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come questa si relazioni con il concetto di luogo. I geografi spesso si esprimevano attraverso
lunghe e dettagliate descrizioni delle caratteristiche dei luoghi (climatiche o morfologiche) =
approccio ideografico
Es:
geo umana descrittiva di Vidal de la Blache: mondo fatto di regioni, composte a loro volta da
luoghi, descritti tramite monografie = pretesa di raccontare tutto ci che l’occhio del geografo
poteva cogliere sul terreno (carattere descrittivo). Nonostante debolezza di questo impianto
analitico, attenzione e analisi x “genere di vita” = rapporto specifico che ciascuna comunit
instaurava con un determinato territorio, che trovava la sua espressione nel luogo (enfasi carattere
distintivo è irripetibile di ciascun luogo influenzerà geo umanistica anni ‘70).
geo americana: importanza dei fattori culturali nella costituzione dell’ambiente: analisi delle
pratiche spaziali di particolari comunit in specifiche aree e di come queste pratiche avevano
contribuito a trasformare l’ambiente naturale (→ assonanze con il modo in cui concetto di luogo
verr studiato negli ultimi decenni del 900: enfasi posta sul significato dato allo spazio del
quotidiano e sulle pratiche ad esso associate).
Es.
Geo femminista → critica visione di luogo come rifugio, casa: x molti casa= spazio di
violenza è di dinamiche di potere
Critica marxista → globalizzazione sentita come minaccia verso luoghi e identità locali =
ansia → desiderio di resistere a tali spinte e preservare dimensione locale → ciò porta a
sempre maggiore affermazione della propria identità locale e comunitaria = forma di
resistenza alla globalizzazione MA anche causa di esclusione/inclusione di (gruppi di)
individui non sentiti come parte di tale comunità.
Massey → propone ripensamento dell’idea dei luoghi: non + = spazi statici e stabili del
sentimento, MA = risultato di molteplici interazioni tra esseri umani, non hanno e non
possono avere una sola identit : sono continuamente negoziati: luogo= processo, evento in
continua evoluzione (a progressive sense of place)
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Infatti secondo l’analisi della geo critica, l’impianto umanistico, nonostante il merito di aver messo
in discussione la razionalit positivista delle geografie quantitative, non coglie tuttavia la portata
politica di una visione del luogo inteso come spazio esclusivo dell’autenticit e del sentimento: il
luogo non pu essere letto solamente in termini di esperienza e di sentimento, ma deve essere
pensato anche come prodotto sociale e culturale di un complesso e articolato processo di
negoziazione di significati attorno al quale gravitano e si manifestano tutte le battaglie di potere
che hanno a che fare con i principi di inclusione/esclusione.
Es.
Geo femminista → critica visione di luogo come rifugio, casa: x molti casa= spazio di violenza è
di dinamiche di potere
Critica marxista → globalizzazione sentita come minaccia verso luoghi e identità locali = ansia .
Ciò porta a un desiderio di ritorno al locale come forma di resistenza a tali spinte: militant
particularism = posizione politica che si aggancia al luogo come rifugio per preservare la
dimensione locale e quelle che vengono presentate come le caratteristiche di una specifica
comunit . Definire propria identità locale e comunitaria = forma di resistenza alla globalizzazione
MA anche causa di esclusione/inclusione di (gruppi di) individui non sentiti come parte di tale
identità locale comunitaria.
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Nel mondo attuale i luoghi sono il risultato di una molteplicit di interazioni tra esseri umani, non
hanno e non possono avere una sola identit : sono continuamente negoziati: luogo= processo,
evento (a progressive sense of place).
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PAESAGGIO
= termine che indica al contempo un oggetto e la sua rappresentazione:
- Sia le forme concrete del territorio
- Sia un modo specifico di guardare quelle stesse forme
QUINDI: sia forma materiale che prospettiva che si ha di essa
Lo studio del paesaggio ha una lunga tradizione nella geo umana: si tratta di un concetto che
negli ultimi anni stato ripensato profondamente dando vita ad una interessante letteratura
paesaggio definito come:
- Modo di vedere
- Testo
- Prodotto di una serie di pratiche
Pittura paesaggistica → ideologia fondata sull’idea che dipingere il paesaggio in modo corretto
non rispecchiasse semplicemente un modo di vedere il mondo, bens il modo giusto e vero di
vederlo (tecnica della prospettiva: scena ritratta in modo che visione della scena converga verso
un ipotetico osservatore esterno (= figura dominante ma non visibile))
Una componente chiave della rappresentazione del paesaggio = cancellazione dalla scena del duro
lavoro che stava alla base della produzione del paesaggio stesso: Nash sottolinea che i contadini
erano ritratti come parte integrante del paesaggio e rappresentati come individui dedicati con
passione al lavoro nei campi e mai come manodopera sfruttata frutto di un ordine sociale ingiusto
e opprimente → rappresentazioni del paesaggio:
- Da un lato legittimavano lo status e il diritto dei proprietari a possedere la terra
- Dall’altro naturalizzavano l’ordine sociale, oscurando il lavoro dei contadini che stava alla
base dell’esistenza stessa di quello stesso paesaggio
P. come testo:
Paesaggi possono essere interpretati come se fossero dei sistemi di segni scritti e letti da diversi
attori sociali.
Duncan ha mostrato come il paesaggio possa essere assimilato ad un testo e studiato secondo le
leggi della linguistica: l’approccio testuale ha messo in luce come ci siano degli autori che
producono i paesaggi e che danno loro una serie di significati specifici, e dei lettori che
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interpretano (NB: interpretazioni date dai lettori possono essere varie e discostarsi da quanto
autori intendevano trasmettere: paesaggio= sist. di segni instabili, segni che non possono avere
un unico significato ma che sono aperti ad una continua reinterpretazione date da individui e
gruppi sociali diversi → concetto di polisemia del paesaggio).
Es. Brasilia= nuova capitale del Brasile, la cui fondazione fu un tentativo di dare vita ad una
nuova era nella storia del Paese: la nuova capitale materializzava sia la fine del colonialismo, sia la
transizione ad una societ democratica. Bozza del progetto raffigura 3 croci:
• segno della cristianit (x designare orientamento della nuova capitale) ?
• forma della pianta del tempio degli auguri dell’antica Roma (x suggerire una sorta di origine
sacra)?
• forma dell’aereo come simbolo della rapida modernizzazione del Paese ?
P. come modo di vedere e come testo = esempi di come concetto di paesaggio privilegia senso della
vista, prospettiva .
P. come pratica:
Il predominio assegnato alla vista, che ha caratterizzato a lungo gli studi sul paesaggio della geo
culturale, stato criticato x aver ampiamente trascurato il tema complesso dell’esperienza
corporea del paesaggio.
• Interesse x esperienza del p. attraverso altri sensi oltre alla vista
• enfasi posta sulla pratica = su ci che viene fatto piuttosto che su ci che viene
rappresentato
L’interpretazione “pratica’’ del p. non nega il potere della vista e dello sguardo, ma insiste sul fatto
che altri elementi debbano essere presi in considerazione e studiati. Paesaggio non semplicemente
come “una porzione della superficie terrestre che può essere compresa con un’occhiata’’, ma come
spazio vissuto e continuamente attraversato da tutta una serie di azioni.
Jackson → ha messo in luce come i paesaggi siano anche spazi in cui le persone abitano e
lavorano, nonch il prodotto di atti di routine.
L’integrazione tra il concetto di paesaggio e quello di pratica si rivelato utile a chi si occupato di
geo del turismo: Edensor ha studiato il Taj Mahal, interpretandolo come un paesaggio prodotto
da una serie di pratiche specifiche: camminare, guardare, fotografare e ricordare → paesaggio del
Taj Mahal dunque praticato e reso vivo grazie ad azioni simili che si ripetono in maniera pi o
meno costante tutti i giorni: il paesaggio deve perci essere compreso come pratica visuale ma
anche come uno spazio vissuto.
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Differenza tra paesaggio e luogo:
- il paesaggio viene spesso rappresentato come qualcosa di “fisso”/stabile -> tendono a dare
l’idea che la natura e la cultura si possano fissare nello spazio e nel tempo. - Il luogo invece
sempre “fluido” e progressivo, rinegoziato.
CITTA’
= manifestazione evidente dell’azione umana sul territorio. Spesso percepita come sfida alla
natura, xk trasforma profondamente le forme originarie del territorio.
Definire la città:
La citt fatta da uomini e di uomini
• Haggett → citt = gran n° di persone che vivono insieme a densit molto alte in una
moltitudine compatta
• Weber → citt = insediamento circoscritto di abitazioni poste le une vicine alle altre che
formano una colonia cos estesa che la reciproca conoscenza personale degli abitanti viene a
mancare.
• In termini puramente economici, citt = insediamento i cui abitanti vivono principalmente di
commercio piuttosto che di agricoltura
Il riduzionismo di queste definizioni deriva dal fatto che esse descrivono il fenomeno urbano
come un oggetto fisico ben definito, senza tenere conto che ruolo della citt va oltre i suoi confini,
influenzando altre realt (urbane e no). Dominio della citt = conseguenza della concentrazione
nelle citt di strutture/attivit industriali, commerciali, finanziarie e amministrative, culturali e
ricreative, di reti di trasporti e comunicazioni.
Città ≠ mero oggetto fisico: x Dematteis “geo urbana finir x rappresentare una quantit di fatti
culturali, sociali, economici, politici, che vanno ben oltre la semplice realt fisica dell’agglomerazione
di edifici e di abitanti da cui si partiti”.
Quindi…
• Torres → citt = ambiente dello sviluppo di innovazione e cultura: la cultura per svilupparsi ha
bisogno del costante confronto e scambio tra individui.
• Mumford → citt = punto di max concentrazione di potere e cultura di una comunit , simbolo
di interazione sociale e fulcro della civiltà.
• declino nel Medioevo; nasce nuova tipologia di citt : feudale (feudalesimo d vita ad un
frammentato paesaggio di regioni con certo numero di piccole citt , le quali hanno ruoli diversi
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es. centri ecclesiastici/universitari/amministrativi , roccaforti (ordine gerarchico di importanza
delle città). Dall’11° sec. sistema feudale comincia a disgregarsi.
• 15°-17° sec.= cambiamenti: colonialismo porta alla nascita di nuovi centri, sprtt porti
commerciali e amministrativi
• progresso tecnologico → affermarsi di una nuova concezione di citt sempre pi teorizzata e
sbalorditiva, x funzionalit o x magnificenza (es. citt fortificate rinascimentali).
[both citt medievale e rinascimentale= centro storico, attorno al quale si sviluppa una periferia
pi povera, abitata dalle classi sociali pi basse]
• Riv. Industriale → citt si modifica rapidamente: citt che si sviluppano di + = quelle nei pressi
delle risorse minerarie: cuore e motore dello sviluppo urbano infatti = fabbrica, attorno alla
quale si formano quartieri operai.
• ‘800 → diffusione dei mezzi di trasporto (tram e ferrovie) consente sviluppo dell’edilizia
borghese ed operaia anche nella campagna attorno ai centri industriali → così citt ingloba
villaggi rurali → si formano nuovi quartieri periferici residenziali.
• Seconda met ‘900 → spazio edificato si estende all’esterno del centro urbano. Forma tipica
delle citt Eu=
• centro pregiato dal punto di vista storico-artistico
• 1a periferia residenziale che spesso accoglie aree industriali dismesse/ in via di dismissione
• 2a nuova periferia residenziale + ricca ma - servizi
Città moderna:
identit moderna della citt = prodotto 2nd Dopoguerra — met degli anni 70 c.a. → paesaggio
che la caratterizza non solo frutto della standardizzazione indotta dal fordismo3, ma il prodotto
della logica cartografica.4
3 fordismo: peculiare forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo della tecnologia della catena
di montaggio (assembly-line) al fine di incrementare la produttività. Il termine fu coniato attorno agli anni
1930 per descrivere il successo ottenuto nell'industria automobilistica a partire dal 1913 dall'industriale
statunitense Henry Ford.
4 modo (moderno) di pensare alla citt come ‘’oggetto’’, come una lavagna sulla quale disegnare e
ridisegnare progetti e pianificazioni.
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dimenticando che lo spazio ideale della carta (tramite la quale elabora i suoi progetti di
ricostruzione urbana) non coincide mai con la realt → Da tensione tra spazio progettato e
spazio realizzato derivano alcune contraddizioni che affliggono molte citt contemporanee
(traffico congestionato, spopolamento di alcune aree urbane x degrado e criminalit , disgregazione
e segregazione sociale).
Standardizzazione
• Post 2nd dopoguerra (1945–…) = In UK e altri Paesi EU Governo finanzi costruzione di citt
nuove e programmi d’insediamento. I progetti di ricostruzione delle citt = clean-sweep
planning = tipo di ricostruzione che sradica ci che gi esiste e crea qlcs di completamente
nuovo, secondo criteri moderni quali: Ordine, Razionalit , Efficienza
→ scopo = assicurare il miglior funzionamento possibile della citt -macchina (citt sempre meno
adorna di fregi e abbellimenti, pensata in modo sempre pi funzionale).
Es. USA → guerra non causa troppi danni, quindi clean- sweep planning a partire dagli anni ‘50;
incentivi governativi x costruire case popolari, uffici e infrastrutture = modo efficace x eliminare
tutti edifici ritenuti sovraffollati, non igienici e poco sicuri → si costruirono perci schiere
uniformi di appartamenti identici, ognuno munito dei vari servizi e comfort domestici. Sistema
basato sulla produzione in serie + sistemi di edificazione industrializzati6: idea di fondo = creare
uno spazio urbano razionale ed efficiente, concepito intorno all’uso dell'automobile e ai grandi
investimenti nelle infrastrutture pubbliche di trasporto ad esso associato.
5 Un modello edilizio modulare prevede una casa prefabbricata e preassemblata al posto di quella costruita
in situ.
6 definita anche “prefabbricazione edilizia” o “edilizia off-site”: prevede la costruzione in fabbrica di
elementi edilizi e il loro assemblaggio direttamente in cantiere. In buona sostanza, l’edilizia industrializzata
comporta l’utilizzo massivo di linee produttive (industrializzate) basate su processi automatizzati molto
precisi.
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Nella citt moderna della seconda met del 900, il gusto sembra essersi appiattito nel nome della
funzionalit e della standardizzazione.
Città e modernismo
• Secondo Relph, l’adozione dell’international style7 in architettura (modernismo) (+ clean-
sweep planning) =principale responsabile dell’appiattimento del paesaggio urbano delle citt
moderne, in quanto fondato sull’uso di superfici prive di decorazioni, spigoli nudi, componenti
prodotte in serie, forme angolari, … .
• Intento = offrire ai cittadini un’abitazione decorosa (voleva essere uno stile di massa).
• Tuttavia, l’international style ha finito per diventare una vera e propria moda e per tradursi nello
stile delle cattedrali della citt moderna = dei grattacieli, simbolo del crescente potere delle
grandi banche e societ multinazionali → international style infatti adottato x le sedi di
istituzioni e di grandi compagnie (sprtt nel centro delle principali citt americane e asiatiche).
Il modernismo ha cercato di progettare e pianificare delle città che seguissero la logica del nuovo
modello di produzione industriale in serie; passando a soluzioni su larga scala, standardizzazione
estetica e soluzioni di progettazione prefabbricate.[110] Il modernismo ha eroso la vita urbana a
causa della sua incapacità di riconoscere le differenze e mirare a paesaggi omogenei (Simonsen
1990, 57)
Città è persone
La citt -macchina non fatta solo di edifici ma anche di persone, il cui comportamento non
sempre risponde in modo conforme alle previsioni dei panificatori: degli studi hanno mostrato
come al perfetto funzionamento della citt -macchina progettata sulla carta, spesso non corrisponde
un altrettanto perfetto e felice stile di vita degli abitanti → si comincia a parlare di alienazione
urbana, della tragedia della monotonia.
CITTÀ POST-MODERNA:8
Post era fordista delle produzioni di massa, della standardizzazione e delle grandi pianificazioni.
7 "the style of architecture that emerged in Holland, France, and Germany after World War I and spread
throughout the world, becoming the dominant architectural style until the 1970s. The style is characterized
by an emphasis on volume over mass, the use of lightweight, mass-produced, industrial materials, rejection
of all ornament and colour, repetitive modular forms, and the use of flat surfaces, typically alternating with
areas of glass."
8 postmodèrno (anni ’60): si riferisce alle varie tendenze affermatesi sprtt in architettura (poi anche in
letteratura, in movimenti culturali e nelle arti in genere) che, caratterizzate dal rifiuto dell’ideale di
progresso e dalla negazione del valore del nuovo e dell’inedito, si sono proposte di superare le istanze
razionalistiche del movimento moderno– al quale viene tra l’altro imputato un eccessivo impoverimento del
linguaggio architettonico –abbandonando gli schemi del funzionalismo e recuperando talune soluzioni
formali della tradizione (ritorno alla decorazione e alla simmetria, uso del colore, valorizzazione dei
caratteri locali delle città, ecc.), non disdegnando talora il Kitsch. Per estens., si riferisce a mode,
atteggiamenti, comportamenti che tendono a rivalutare nostalgicamente aspetti e valori di un passato non
lontano.
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Inizio anni ‘70 → nuovi approcci architettonici hanno intento = rinnovare centri urbani svuotati
delle attivit economiche riconducibili al terziario e l’industria. Come? → tramite recupero del
patrimonio storico-artistico: consapevole e ricercato revival di elementi appartenenti a stili passati.
Nel codificare gli spazi post moderni della citt , Relph opera una distinzione: cityscape vs
townscape →
Cityscape= manifestazione della progettualit urbana moderna. Si caratterizza per:
linearit spazi ; veri e propri “canyon” tra grattacieli del downtown, distese infinite di
monotoni paesaggi suburbani, tutti uguali, privi di identit
gigantismo delle strutture
Ordine e razionalità dei paesaggi, che tendono a monotonia e noia pur di essere efficienti
violenza estetica degli interventi: presenza di autostrade e viadotti → distruzione
dell’ambiente
visione seriale di tipo discontinuo, associata al dominio sullo spazio urbano assegnato
all’automobile
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Gentrificazione
= fenomeno che rimodella i quartieri in favore di una nuova crescita economica → ha
cambiato il volto di molte citt : quartieri storici e decadenti, abitati spesso delle classi povere ed
emarginate, vengono trasformati in salotti urbani , in ambienti selezionati e prestigiosi che
ospitano ristoranti, boutique, gallerie, café, residenze di lusso, locali alla moda = piccole MA
redditizie enclave del consumo x service9 e creative class10 → vero e proprio confezionamento di
paesaggi da consumare e da mettere in mostra x attirare nuovi consumatori, turisti e abitanti in
aree un tempo degradate e abbandonate.
→ Relph ricorda che dagli anni 80 = fiorire di iniziative x restituire al pubblico rive di fiumi e
laghi, x recuperare i canali, x convertire vecchi edifici industriali in centri commerciali.
9 employees in government (civil servants), private economic service (business administrators, managers,
technical experts), and social services ('distributive agents of welfare')
10It is composed of scientists and engineers, university professors, poets and architects, and also includes
"people in design, education, arts, music and entertainment, whose economic function is to create new
ideas, new technology and/or creative content”
11Operatore immobiliare o societ immobiliare
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rinnovo urbano lontano dalle periferie e da tutte aree urbane non ritenute sfruttabili sotto il profilo
storico/artistico/commerciale → rischio di frammentazione del tessuto urbano x tendenza a
concentrare investimenti e progettualit in particolare isole pregiate a discapito di altre zone:
progettazione urbana riservata dunque a particolari aree, frammentaria, non complessiva.
Neil Smith → posizione critica verso gentrificazione, xk è un fenomeno frutto delle strategie
urbane operate dal capitale finanziario immobiliare internazionale.
Gentrificazione di solito presentata come una sorta di battaglia x conquistare e civilizzare nuova
frontiera urbana: in realt , mentre l'industria delle costruzioni spinge x riabilitare quartieri
decadenti, gli abitanti si organizzano x resistere ad un fenomeno che spesso trasforma/fa
scomparire la comunit preesistente → evidente il nuovo ruolo che la competizione globale sta
assegnando i centri urbani, di cui la gentrificazione è il risultato.
Postfordismo → globalizzazione dei processi economici favorisce competizione tra sistemi locali:
lotta sempre pi accesa x attirare capitali → questo porta: declino del settore manifatturiero +
espansione dei servizi. Per attirare capitali, citt devono fornire attivit che ne facciano un luogo
ambito da professionisti e turisti: isole gentrificate = ruolo fondamentale nella costruzione
dell’immagine e dell’identit urbana.
12 Territorio completamente chiuso entro i confini di uno stato diverso da quello cui politicamente o
linguisticamente appartiene.
13 processo di riduzione della cultura a merce di consumo.
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• SCALA GEOGRAFICA (qualificata come globale, nazionale, regionale, locale) = concetto che si
riferisce alle dimensioni di spazi specifici quali il globo, nazione, regione, citt .
Strumento che ci consente di assumere un punto di vista specifico x osservare, scrivere e studiare
un’area nel suo complesso.
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REGIONE
• Elaborare una definizione precisa del concetto di regione non facile xk questo termine viene
utilizzato con diversi significati (polisemia).
- x un ita ‘’regione’’ = regioni istituzionali (Veneto – Emilia Romagna – Toscana)
- x un americano ‘’regione’’ =es. ‘’r. dei Laghi’’/‘’r. dei Grandi Parchi’’/“r. tropicale’’.
- ‘’r. calde’’ e ‘’r. fredde’’.
• Pu essere caratterizzata:
- da un elemento in particolare
- da combinazione di pi elementi e criteri → es. molte r. amministrative identificate, a seconda
della necessit , attraverso una serie di parametri diversi:
• etnico-linguistico
• fisico-naturale
• storico
• forme territoriali originate dallo sviluppo urbano e/o economico
• Spesso regioni = a caratteristica multipla (in cui uno di questi fattori pu prevalere sugli altri,
a seconda dei casi). [La presunta combinazione di tutti questi elementi, sancita dalla sua
legittimazione politico amministrativa conferisce alla regione istituzionale un potere
straordinario, corroborato dalla geo insegnata nelle scuole italiane].
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In epoche diverse, geografi hanno parlato di regione, definendola a volte formale, altre
funzionale, oppure come sistemica.
R. Formale
R. si distingue dal suo esterno in virt di una certa omogeneit interna, dovuta alla predominanza
di 1/+ elementi. È l’aspetto, la forma a caratterizzare questo tipo di regione → r. formale.
Ma dove e quando nata questa idea di regione ? E come cambiata nel tempo ?
presentata come l'unit naturale che plasma la vita umana → r. diviene un’entit discreta,
materiale e solida: una sorta di oggetto organico.
14Determinismo geografico ritiene che i canoni evoluzionisti darwiniani potessero essere utilizzati per
spiegate come le comunit si insedino sul territorio e ne sfruttino le risorse. Il rapporto tra ambiente e uomo
era visto in senso unidirezionale, come un vettore che procede dal fisico all’umano.
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Questa concezione organica di regione perdura nei primi decenni del 900, quando tuttavia inizia a
venire posta maggiore enfasi sull’azione umana (anche in conseguenza del progressivo sviluppo
tecnologico e della riv. dei trasporti).
regionalizzazione umanizzata
Vidal de la Blache → regionalizzazione umanizzata; si fonda sul genere de vie15=condotta di
vita, forma di organizzazione territoriale propria di una comunit , organizzazione che dà ordine e
senso ad un det. ambiente e produce un particolare tipo di paesaggio, caratterizzato da un certo
grado di uniformit → si differenzia da regione naturale x enfasi posta sull’azione umana :
capacit delle civilizzazioni pi progredite di modificare la natura, aumentando quindi possibilit
di differenziazione regionale.
15 il genere di vita
16 Territorio geograficamente autonomo nell'ambito di una regione più ampia.
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R. FUNZIONALE
Sviluppo del concetto di R. Funzionale (anni ‘50-‘60):
Riv. quantitativa e influenza dei centri industriali
• Anni ‘50-‘60 → Riv. quantitativa: i nuovi modelli regionali proposti (Berry e Hagerstrand ) =
influenzati dal potere esercitato da poli industriali e metropoli; si basano su criteri di:
- Attrazione
- Connessione
- Coesione
→ …esercitate dall’azione coordinatrice di un centro urbano
(= si tratta dunque di una realtà fatta di flussi, scambi, movimenti di merci/persone etc.)
• In questa prospettiva, lo sviluppo economico e sociale produce una gerarchia di spazi organizzati
in cui ciascuna regione = particolare funzione/serie di funzioni → r. non pi definita da
criteri di omogeneit , ma da centri di gravit /polarizzazione/accumulazione di persone e mezzi,
zone di transizione. La regione esiste dunque in relazione alle funzioni esercitate da tali
centri di attrazione (r. funzionale).
• Il polo propulsivo della r. funzionale = l’industria motrice = quella particolare industria
capace di influenzare organizzazione luogo in cui sorge + del territorio circostante.
Scienza regionale
• Altri geografi del 2nd dopoguerra → realt regionale costruita sulla base di relazioni e
processi: r. tradotta in espressione di flussi, vettori e formule (< fisica).
• Non a caso i geografi della riv. quantitativa iniziano a parlare di scienza regionale, una disciplina
in grado di garantire obiettivit scientifica attraverso il proprio linguaggio asettico
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Lo spazio geometrico prende il sopravvento sul luogo e le sue specificit materiali (→ alla base
invece della r. naturale).
Es.
teoria delle localit centrali di Christaller = imperniata soltanto su attivit terziarie
teoria sulla polarizzazione industriale di Perroux = si limita alle funzioni industriali e a quelle
funzioni terziarie collegate all'industria
= 2 visioni disunite, che producono immagini distorte della regione
To sum up:
1. R. Formale: area specifica definita da economia, proprietà fisiche, cultura o governo. Una r. formale è anche
conosciuta come a regione uniforme in quanto condivide una o più caratteristiche fisiche o culturali. Tali luoghi
formali sono chiamati uniformi poiché sono combinati con un suolo uniforme e un clima uniforme che si traduce in
un uso uniforme della terra, negli insediamenti e nel modo di vita all'interno di una regione.
2. R. Funzionali: individuate in base a relazioni orizzontali. Esse non vengono identificate x il fatto che i luoghi che
le compongono presentano gli stessi attributi, MA x il fatto che essi sono tra loro connessi da relazioni spaziali
(scambi, flussi etc.). Es. Hinterland di un porto. Forme di r. funzionali: monocentriche (relazioni spaziali e flussi
fanno capo ad un unico centro principale) e policentriche (in cui ogni località è specializzata in funzioni particolari
ed è perciò connessa alle altre attraverso relazioni di complementarietà).
R. Sistemica
R. come sist. aperto in movimento, che segue un processo
• 1a met anni 80 → applicazione della “teoria generale dei sistemi”, che, eliminando alcune
rigidità del funzionalismo strutturalista, vede la regione come sist. spaziale aperto alle relazioni
con l'esterno17, mosso da un processo* continuo nel tempo e orientato al mantenimento
dell'equilibrio interno. Tale equilibrio si fonda su un'elevata capacità organizzativa e sull'uso
razionale delle risorse (naturali e umane) ed è graficamente rappresentabile come una curva
logistica.
[*viene cos introdotto un elemento dinamico (→ interpretazione della regione in senso
diacronico, non sincronico)]
17 considerando la regione un sist. aperto possibile studiarne il rapporto con l'esterno = gli effetti che il
grado di apertura della r. sistemica produce (es. turismo o immigrazione). Nel momento in cui prendiamo
in considerazione un sist. territoriale con confini definiti non lo possiamo analizzare come fosse ‘’isolato’’
dalla realt che lo circonda, bens quale parte di un sist. pi grande e in continua relazione con esso.
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Es. Francia → da una parte risente del forte potere accentratore esercitato dal popolo parigino,
dall’altra esalta il ruolo dei suoi dipartimenti.
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STATO E NAZIONE:
prodotto storico-sociale (non naturale)
Lo Stato nazionale non mai stato una forma di organizzazione sociale e politica necessaria e
spontanea si tratta di un prodotto storico dell’esito di una serie molto particolare di processi sociali
e politici.
All'’inizio del 500, la geografia politica dell’Europa consisteva di un intricato tessuto di reti e
gerarchie che mettevano in relazione entit territoriali diverse (Sacro Romano Impero, il Papato, le
citt -stato, i ducati, etc).
Ø politico
Ø militare
Ø economico
Stati=tentativo di produrre entit compatte, contigue e ben definite (XVI s.)= risultato di
imposizione di controllo politico e militare su un territorio [trattato di Westfalia (1648) e
diritto interstatale= nascita stato moderno]
1. A livello politico, Stato= riflesso del mutamento nelle dinamiche di potere tra il Papato, il Sacro
Romano Impero e la moltitudine di citt -stato: risposta al bisogno di un contenitore di potere, in
grado di fornire un modello intermedio di controllo del territorio collocato istituzionalmente tra il
potere del Papato e del Sacro Romano Impero e le unit politico-territoriali costituite dalle citt -
stato e dai domini feudali. Il bisogno di una forma alternativa di organizzazione politica del
territorio era qualcosa di nuovo (prima i territori del singolo sovrano erano spesso separati dal
punto di vista spaziale; Durante l’‘’et delle dinastie’’ la formazione delle coalizioni tra diverse
entit politico territoriali era sovente l’esito della combinazione di guerre, matrimoni tra classi etc.)
Soltanto la fine del 16° secolo il controllo politico e militare del territorio comincia tradursi in un
tentativo di produrre entit compatte e contigue: gli Stati. Il trattato di Westfalia (1648)
riconosciuto come l’evento che ha segnato la nascita ufficiale dello Stato moderno: viene anche
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riconosciuta l’esistenza di un diritto interstatale: viene infatti sancito il diritto di ciascun stato ad
esercitare la propria sovranit sul proprio territorio e il principio secondo il quale, le interferenze
negli affari interni di un altro Paese non sarebbero pi state consentite. Lo Stato si afferma quindi
come la 1a forma di organizzazione politica che vanta l’esercizio del proprio potere (militare e
non) in maniera omogenea su un insieme territoriale unificato e segnato da chiari confini.
Trasformazione del concetto di Stato: era delle riv. (fr. e amer.): cambia principio di sovranità:
non più = investitura divina, dato di fatto, MA legittimità deve provenire dai cittadini (non +
sudditi). Stato= garante di diritti/ordine/servizi (nascono istituzioni come tribunali,
organismi di sorveglianza, …)
La successiva grande trasformazione nell’evoluzione dello Stato territoriale arriva con la
Rivoluzione francese e Rivoluzione americana. Queste portano infatti un cambiamento nel modo
stesso in cui il principio di sovranit verr presentato e rappresentato. In precedenza, la sovranit
era un dato di fatto, un attributo del regnante garantito dalla legittimit che gli derivava da
un’investitura di ordine divino. Le rivoluzioni attaccano questa pretesa e questa legittimit : nella
loro visione, il popolo = i nuovi cittadini ad essere investiti dell’unica vera forma di
legittimazione della sovranit dello Stato. Gli ideali portati avanti dalle rivoluzioni francese
americana hanno un importante impatto sul modo in cui lo Stato viene concepito come comunit
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politica: la legittimit dell'autorit statale doveva provenire dai cittadini membri di quello Stato,
ma quegli stessi cittadini sono ora investiti da una serie di nuovi diritti e doveri, diversi da quelli
dei sudditi nei confronti dei sovrani.
L’approccio del social constructivism (costruttivismo sociale) allo studio dei concetti di nazione e
di nazionalismo, sviluppatosi grazie a Hobsbawm e Anderson, interpreta la nazione come una
costruzione sociale politica caratterizzata da una specifica storia, una storia legata allo sviluppo
dello Stato moderno e del capitalismo globale. Gli storici e gli studiosi che si riconoscono in questo
filone di pensiero concepiscono le nazioni come comunit immaginate, fondate sull’invenzione di
una tradizione nazionale da parte di una lite economicamente, culturalmente e politicamente
superiore.
Le rivoluzioni francese americana contribuirono al riconoscimento della sovranit dei cittadini:
questi ultimi saranno riconosciuti come portatori della vera fonte di legittimazione dello Stato.
Hobsbawn ha messo in evidenza che la nazione dei cittadini nell’et delle rivoluzioni era una
collettivit sorta su base volontaristica, definita dal desiderio di essere sotto lo stesso governo. Ci
che unisce le persone non la conoscenza reciproca ma piuttosto il fatto che pensano s stessi
come parte di un insieme pi grande, un insieme che li contiene accomuna (la nazione). Questa
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la ragione per cui Anderson definisce le nazioni come comunit immaginate = comunit tenute
insieme da un immaginario condiviso che consente di pensarle come comunit e come spazio
fondamentale di riferimento.
Continuità temporale della n.: Nascita n.= (forse) risultato disintegrazione visioni
universaliste delle comunità religiose (in precedenza= ruolo dominante): n.=sorta di religione
secolare, espressione del bisogno umano di immaginare un trascorso comune, una continuità
rispetto al passato (=parte dell’ontologia nazionale)
Secondo l’analisi proposta da Anderson, un fattore chiave nella formazione della nazione dato
dalla disintegrazione delle visioni universaliste prodotte e adottate dalle comunit religiose, che
nelle epoche passate avevano avuto un ruolo culturale politico dominante. La nazione emerge
dunque come una sorta di religione secolare, dando espressione politica al bisogno umano di
continuit rispetto al passato. Questo bisogno di immaginare un trascorso comune un supporto
fondamentale nella costruzione dell’ontologia nazionale = un’antologia concepita in modo da
fornire supporto all’idea dell’esistenza di una continuit e di una comunanza di tipo secolare.
Un’altra caratteristica che riguarda l'idea di nazione data dal fatto che questa immaginata come
una comunit limitata: se una nazione fosse il mondo, rimarrebbe senza sfondo rispetto al quale
definire la propria differenza.
- Nello stato nazione moderno, la sovranit e la sua legittimazione derivano dal controllo del
territorio e dalla lealt totale di tutti i suoi soggetti. Questo controllo doveva essere assicurato
attraverso l’elaborazione di nuovi meccanismi di disciplina politica.
Continuità spaziale: potere politico penetra spazio nazionale attraverso rete di istituzioni che
funzionano in rappresentanza dello Stato (scuole, servizio postale, autorit fiscali)
- Allo stesso modo, la penetrazione del potere politico nelle parti pi remote dello spazio nazionale
era assicurata da una rete di istituzioni che funzionavano in rappresentanza dello Stato: le scuole,
il servizio postale e le autorit fiscali.
La continuit temporale della nazione era pertanto accompagnata da una continuit spaziale
Lo stato nazione moderno era in grado di assicurarsi la fedelt di tutti i suoi soggetti soltanto
elaborando un discorso condiviso di appartenenza e di identit . L’elaborazione di questo discorso
dipendeva da una sorta di relazione di compresenza (Johnson) tra tutti i soggetti dello Stato→
relazione che li unisce sulla base di un comune senso di appartenenza, che trascende legame di
tipo personale e le comunit fondate sull’interazione faccia a faccia della vita quotidiana.
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Mezzi e modi x creare senso di appartenenza e unità: + evidenti = print capitalism: lingua
della carta stampata = standardizzata= base x l’affermarsi della coscienza nazionale, xk crea
terreno comune di scambio, di comunicazione. Standardizzazione lingua + burocratizzazione
(sist. educativo pubblico, leva militare, apparato amministrativo) consentono reclutamento di
tutti i soggetti attorno al grande progetto di costruzione della n.
- evidenti= rituali presenti nella quotidianit : moltitudine di situazioni nelle quali la nazione
viene sbandierata nel corso di una normale giornata (Banal Nationalism, Billig)
L’adozione di una lingua nazionale soltanto una delle modalit attraverso le quali lo Stato cerca
di creare un senso di unit tra la popolazione: ci sono infatti molti altri rituali presenti nella
quotidianit di ogni cittadino che contribuiscono lo stesso obiettivo.
Anderson sottolinea l’enorme influenza esercitata dai quotidiani, la cui lettura ha dato vita a un
nuovo ‘’cerimoniale di massa’’ che ha luogo ogni mattina.
In Banal Nationalism, Billig ha analizzato una moltitudine di situazioni nelle quali la nazione
viene sbandierata nel corso di una normale giornata*; tuttavia il richiamo alla nazione cos
familiare, cos continuo e banalizzato da non essere percepito affatto come tale (nazionalismo
banale).
* ‘’I’’ che segna la nostra automobile, programmi radiofonici del Bel Paese, carta d’identit ,
campionato di calcio…
La democrazia in Occ. fondata sulle istituzioni nazionali; i politici nel negoziare il loro ruolo e
affermare la loro autorit non rappresentano l’unico canale attraverso il quale l’idea di nazione
viene continuamente sbandierata.
La stampa quotidiana e le notizie della televisione si rivolgono al pubblico come ai membri di una
nazione.
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GLOBO
Mondo spesso rappresentato come contenitore del mosaico di Stati nazionali, aree chiuse,
distinte x lingua, cultura etc. e impermeabili a influenze esterne
Rappresentare il mondo come se fosse un mosaico di stati nazionali un modo particolare di
concepirlo e di inquadrare il rapporto tra la scala locale e s. globale.
L’immagine del planisfero politico da un lato rappresenta la dimensione locale (corrispondente allo
stato nazione) come se fosse un’area chiusa (impermeabile alle influenze esterne, distinta da altri
luoghi x cultura, lingua, storia); dall’altro lato raffigura la scala globale come se fosse la collezione
di tutti questi luoghi.
Tale concezione messa in discussione da globalizzazione= processo per cui i confini degli stati
sembrano essere pi permeabili da influenze economiche, politiche, culturali e ambientali
provenienti da lontano: formarsi di legami e collegamenti sempre + forti tra persone e luoghi
diversi e lontani grazie a tecnologie (Internet web, satelliti, trasporti, … distanze e tempi si
accorciano, appaiono compressi) (villaggio globale: mondo virtualmente ristretto)
Oggi, l’idea di un mondo composto da un mosaico di nazioni sembra venir messa in discussione
dalla globalizzazione, un processo per cui i confini degli stati sembrano essere pi permeabili
da influenze economiche, politiche, culturali e ambientali provenienti da lontano.
una serie di processi che comportano dei legami sempre pi forti ed intensi tra persone, prodotti
e luoghi diversi, grazie a tecnologie come Internet e una vasta rete di collegamenti satellitari →
Marshall Luhan ha definito questa condizione villaggio globale = un mondo che, proprio in virt
della trasmissione in tempo reale di notizie ed eventi, si ristretto virtualmente fino a diventare
un villaggio dove tutti vivono a stretto contatto.
origini storiche della globalizzazione= dibattute: primi scambi commerciali civilt sumerica e
Valle dell’Indo? Impero Romano ? imprese di M. Polo e di C. Colombo?
John Allen ricorda come la scala globale e la globalizzazione non sono fenomeni del tutto nuovi →
Le origini storiche della globalizzazione sono oggetto di un dibattito:
- Secondo Gunder Franck i processi di globalizzazione risalgono alla nascita dei primi scambi
commerciali tra la civilt sumerica e quella della Valle dell’Indo
- Inglis e Robertson mettono in luce come la globalizzazione di cultura ed economia abbia iniziato a
prendere forma con la nascita dell’Impero Romano
- Ci sono studiosi che fanno risalire le origini e lo sviluppo della globalizzazione alle imprese di
Marco Polo e di Cristoforo Colombo
→ la scala globale assume significati e geografie diverse secondo il contesto storico e sociale che
la fanno emergere
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Man mano che la natura delle connessioni che collegano luoghi e persone diversi cambia, muta
anche geografia che la globalizzazione assume → la globalizzazione un processo e un prodotto che
prende forma dall’intersecarsi di reti di relazioni di diversa natura che collegano persone e luoghi
all’interno di uno stesso spazio sociale e tempo storico (Allen). La forma e la qualit che una certa
rappresentazione della globalizzazione assume, dipendono dal genere di connessioni tra luoghi,
persone, culture e societ diverse, che sono messe in evidenza in un determinato luogo e
momento.
La globalizzazione un processo che ci fa per certi versi, sentire pi vicini → questa sensazione
deriva dal fatto che la nostra esperienza dello spazio e del tempo stata compressa = la nostra
idea ed esperienza della distanza mutata rispetto al passato e tende continuamente a mutare.
Questo cambiamento stato reso possibile dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione e del
trasporto di massa.
Lo schema analitico di Allen propone 3 possibili distinzioni per illustrare come la globalizzazione
assuma significati e attributi diversi secondo il punto di vista da cui la si osservi:
1. g. economica
2. g. culturale
3. g. politica
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• John Allen ricorda che sono soprattutto le grandi banche e compagnie di assicurazioni
internazionali ad aver tratto notevoli benefici dall’abbassamento dei controlli sul movimento dei
capitali tra uno Stato e l’altro: i grandi gruppi finanziari, grazie al diffondersi delle nuove
tecnologie di comunicazione, hanno dato vita ad una sorta di geografia del mondo senza confini
→ Le societ finanziarie rappresentano una forma di integrazione economica che collega luoghi
in diversi angoli della Terra. Dirigono e orientano tali flussi a partire da quei centri di comando
definiti citt globali (NY, Londra, Parigi, LA). Paradossalmente, lo sviluppo delle tecnologie della
comunicazione, anzich portare a una dispersione delle attivit strategiche di queste aziende, ne
ha intensificato la concentrazione nelle citt globali del mondo ad economia avanzata → la geo
tracciata dalle grandi banche internazionali e delle compagnie assicurative non comprende tutto
il mondo, ma sono quelle aree dove conveniente investire e commerciare.
- Lo strapotere economico e culturale degli USA che consente loro di diffondere e imporre stili di
vita e di consumo simili
- L’uso dell’inglese come lingua veicolare
- La diffusione della TV satellitare …
Alcune precisazioni: non sono consumi/desideri degli individui ad essere uguali in tutto il
mondo ma sono le grandi aziende internazionali che pubblicizzano modelli di consumo/
prodotti a potenziali acquirenti in diverse parti del mondo. Inoltre, diffusione cultura
americana dovuto più a leggi di mercati e mass media
Non sono i consumi e i desideri degli individui ad essere uguali in tutto il mondo ma sono
piuttosto le grandi aziende internazionali che pubblicizzano e cercano di vendere i propri prodotti
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a dei gruppi di potenziali acquirenti con gusti simili ma che si trovano in diverse parti del mondo.
Inoltre, non sono tanto gli USA a imporre dei modelli di consumo e stili di vita, quanto piuttosto le
leggi di mercato e lo sviluppo della tecnologia delle comunicazioni a gettare le basi per il
diffondersi di una cultura di stampo americano.
x avere cultura globale omogenea, noi tutti dovremmo interpretare prodotti mediatici allo
stesso modo: ciò non avviene xk individui ≠ ricettacoli passivi
L’idea che esista davvero una cultura globale omogenea presuppone che noi tutti interpretiamo e
valutiamo i prodotti e i film allo stesso modo → diversi studi dimostrano invece che gli individui
non sono ricettacoli passivi dei prodotti mediatici: attori diversi provenienti da contesti sociali,
culturali e nazionali differenti sono in grado di interpretare prodotti e messaggi mediatici in vari
modi.
Altro aspetto: aziende non cercano di trasformare consumatori in individui gli uni identici
agli altri; al contrario, sfruttano differenze e specificit locali x vendere meglio: si assiste a
mescolanza di culture e stili di vita vari, “confezionati” da grandi imprese x essere venduti su
vari mercati
bene sottolineare come le aziende che mirano a conquistare quote sempre pi ampie sul mercato
mondiale non cerchino di trasformare i consumatori in individui gli uni identici agli altri; al
contrario, esse sfruttano le differenze e le specificit locali per poter vendere meglio i propri
prodotti e battere sul quel terreno la concorrenza → quello a cui si assiste una mescolanza di
aspetti di culture e stili di vita diversi che vengono continuamente riconfezionati e contestualizzati
dalle imprese multinazionali per essere venduti sui vari mercati: una geografia culturale del
consumo di cultura globale.
Inoltre, continuare ad affermare che esiste una cultura globale di impronta nord-americana
egemonica = mettere in ombra l’influenza esercitata dai grandi flussi migratori che caratterizzano
le societ e che cambiano continuamente il modo in cui cultura e consumo si articolano nei vari
luoghi.
Altra influenza= flussi migratori → tramite loro bagaglio di tradizioni e usanze, cambiano
continuamente il modo in cui cultura/consumo si articolano nei vari luoghi
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G. DELLA POLITICA:
l’idea che gli Stati nazione siano in crisi ≠ dissolversi dei confini politici; suggerisce che tali
confini non sono pi in grado di proteggerci da alcuni problemi di portata globale, che
affliggono le societ (surriscaldamento globale, epidemie influenzali, inquinamento dell’aria)
La fine dello Stato nazione non corrisponde esattamente al dissolversi dei confini politici tra gli
Stati: l’idea che gli Stati nazione siano in crisi, suggerisce che i confini politici tradizionali non
sono pi in grado di proteggerci da alcuni problemi che affliggono in maniera urgente le societ
(surriscaldamento globale, epidemie influenzali, inquinamento dell’aria).
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Bisogna inoltre notare come i problemi che stanno ai vertici dell’agenda politica globale, a volte
coinvolgono direttamente l’azione di numerose agenzie e organizzazioni internazionali, altre volte
invece soltanto degli attori a livello locale → questo spiega xk una prospettiva geografica sulla
globalizzazione politica utile:
- Rivela come una legittima aspirazione ad intraprendere politiche comuni per risolvere problemi
globali rifletta una visione parziale del mondo, prodotta in qualche luogo e che aspira a diventare
universale.
- Mostra che i processi globali che riguardano l’ambiente, l’economia e la societ coinvolgono in
maniera differente gli abitanti di regioni e Paesi, i quali a loro volta, interpretano tali processi
globali in modi diversi.
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• Le reti e i luoghi. Tramite i quali i beni di consumo circolano
• Le relazioni di ineguaglianza e sfruttamento che si possono nascondere sotto la superficie
• L’aspetto naturalizzato di molti beni che acquistiamo e consumiamo quotidianamente
la nostra= società dei consumi: crescente visibilit dei luoghi di consumo e la disponibilit di
un numero infinto di merci e servizi
Secondo alcuni critici, noi consumiamo talmente tanto che siamo prima consumatori e poi cittadini
→ secondo questa interpretazione, ci che va a stabilire la nostra facolt di essere membri della
societ non pi soltanto l’essere dei cittadini con diritti e doveri, ma la nostra capacit di
consumare o meno. La crescente visibilit dei luoghi di consumo e la disponibilit di un numero
infinto di merci e servizi hanno indotto molti studiosi a suggerire che sia il consumo, e non la
produzione, il motore centrale e la forza trainante della societ contemporanea e della sua
distinzione per classi.
L’affermarsi della societ dei consumi ha attirato l’attenzione di un numero sempre + ampio
di studiosi in geo e scienze sociali → STUDIO DEGLI SPAZI DEL CONSUMO (diversi approcci: es.
semiotico: studio consumo di spazi turistici in quanto simboli carichi di tutta una serie di
significati ma di fatto = luoghi dell’illusione, spazi irreali dove l’altrove è del tutto simulato;
appr. etnografico=esplorazione spazi di consumo alternativi es. mercatini, mercati, second
hand shops. Centri commerciali=ambient power = strategia (di controllo, potere) x cui il
carattere di un luogo, suo design e allestimento devono invitare le persone a usarlo in modi
prestabiliti, come se fosse uno spazio pubblico.
L’affermarsi della societ dei consumi ha attirato l’attenzione di un numero sempre pi ampio di
studiosi in geografia e nelle scienze sociali: i geografi che si sono occupati di spazi del consumo
hanno preso in considerazione non solo quei luoghi dove consumare un’attivit ovvia, ma anche
altre dimensioni del consumo dove questa attivit non cos esplicita → Skeggs e Valentine hanno
messo in luce come il corpo possa anche essere inteso come nesso emozionale che si crea tra le
persone e le cose che consumano.
- Durante gli anni ’90 gli studiosi dedicatisi all’analisi del consumo di spazi turistici, per
interpretare questi paesaggi del consumo hanno adottato un approccio semiotico → queste
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ricerche, ispirate anche dal lavoro di Baudrillard sul concetto di simulacro, hanno descritto
i paesaggi del consumo come luoghi dell’illusione, come spazi irreali dove la realt e
l’altrove sono del tutto simulati.
- Nella seconda met degli anni ’90, sono state pubblicate molte ricerche sul consumo
basate invece su un approccio di tipo etnografico (anche per ovviare al fatto che le analisi
di stampo semiotico spesso trattavano il consumatore come un soggetto passivo, succube
della pubblicit e del marketing e/o degli spazi progettati per indurlo a trascorrere del
tempo a spendere denaro) → questo nuovo filone si dedicato all’esplorazione di spazi di
consumo alternativi come i mercatini dell’usato, i negozi di seconda mano, i mercati
all’aperto.
I centri commerciali = spazi privatizzati che ricalcano alcuni tratti dello spazio pubblico (Allen ha
esaminato il Sony Centre) → sono in grado di intrattenere e sedurre i clienti-visitatori e di
incoraggiarli a compiere percorsi ben precisi tramite ambient power = pratica di potere tradotta
in spazio secondo una strategia per cui il carattere di un luogo, il suo design e il suo allestimento
devono invitare le persone a usarlo in modi selettivi e prestabiliti, come se fosse uno spazio
pubblico.
altro oggetto di studio= BIOGRAFIA O LA VITA SOCIALE DELLE MERCI: geografi analizzano percorso
nello spazio e nel tempo di un det. oggetto, apparentemente banale ma che permette di
portare alla luce tutta una serie di aspetti implicati nella sua produzione, circolazione e
consumo; in most cases quello che emerge è come questi oggetti ≠ semplici ed innocenti
Un altro tema la biografia o la vita sociale delle merci → si tratta di un approccio influenzato
dal lavoro di Appadurai e di Kopytoff il quale, ha consentito ai geografi di districare le complesse
reti che si articolano tramite la produzione, trasformazione, circolazione e consumo delle merci, e
che ha evidenziato come queste non siano in realt oggetti tanto semplici ed innocenti.
Produzione e consumo non sono due ambiti separati: produrre un bene implica a sua volta
l’acquisto e l’uso (quindi il consumo) di altre materie prime/ prodotti /servizi +consumare
significa disporre degli oggetti, producendo molteplici significati, conoscenze ed esperienze che
riguardano l’uso di quei prodotti
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Produzione e consumo non sono due ambiti separati → non solo perch gli oggetti creati e
assemblati in una regione del globo finiscono per essere venduti in altre parti del mondo, ma
anche perch produrre un bene implica a sua volta l’acquisto e l’uso (quindi il consumo) di altre
materie prime, altri prodotti ed altri servizi finalizzati alla creazione del bene in questione.
Inoltre, consumare significa acquistare, usare, accumulare e disporre oggetti, ci comporta la
creazione di molteplici significati, conoscenze ed esperienze che riguardano l’uso di quei prodotti.
intriso di immaginazione → le merci sono oggetti che comunicano perch si prestano a tutto un
mondo di associazioni simboliche. La pubblicit gioca da sempre sulle associazioni semiotiche tra
l’oggetto che deve essere venduto e l’identit dei consumatori che devono essere persuasi. Il
consumo ci offre un sistema di segni interpretabili relativi all’identit e allo status sociale che ci
caratterizza o che vorremmo ci caratterizzasse distinguendoci dagli altri → si pu affermare che le
merci che acquistiamo possiedono delle qualit intangibili.
FETICISMO DELLA MERCE (Marx)= nostra incapacit di vedere come il valore delle merci stia nel
lavoro umano che esse incorporano, ma celano: commodities celano i rapporti di lavoro di
coloro che hanno contribuito a produrre e far circolare le merci stesse, presentandosi
all’acquirente come mero oggetto desiderabile
Feticismo della merce utile per spiegare il desiderio che abbiamo per le merci: Marx usa il
termine “feticismo” per indicare la nostra incapacit di vedere come il valore delle merci stia nel
lavoro umano che esse incorporano. Secondo Marx, l’origine materiale delle merci viene nascosta
nel momento del consumo = le merci non mettono in mostra le relazioni sociali che stanno alla
base della loro produzione e del loro consumo → Questo concetto stato usato per mostrare
come le commodities (intese come fasci di relazioni sociali) celino sotto il loro aspetto i rapporti di
lavoro di coloro che hanno contribuito a produrre e far circolare le merci stesse, presentandosi
all’acquirente come un oggetto desiderabile, anche grazie alle associazioni tra merce e altri valori
che le campagne pubblicitarie immaginano e propongono.
consumo = processo, pratica fatta di relazioni tra persone, spazi, tecnologie, oggetti ed eventi.
Ricostruire biografie delle merci mette in luce come i beni di consumo= oggetti la cui
produzione, circolazione e consumo racchiude tutta una serie di implicazioni sociali,
economiche e culturali che il loro aspetto tende a farci dimenticare. I geografi hanno pertanto
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18Relazioni sociali = insieme delle interazioni, incontri e pratiche tra persone, luoghi oggetti, ma anche i
risultati e gli eventi che da queste azioni emergono e che stanno alla base di un processo produttivo e delle
relative geografie del consumo.
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Il turismo esperienza condivisa, sulla quale convergono aspettative molto diverse e talvolta in
contrasto tra di loro: sono l’esito delle varie articolazioni di quell’insieme di processi
(globalizzazione), nonch le intricate relazioni tra questi processi e la scala del quotidiano (locale).
Le ricerche a livello internazionale che riguardano questo fenomeno, fanno riferimento al
fenomeno dei tourism studies 19= un campo di indagine relativamente recente. Gli studi turistici
negli ultimi decenni si sono raccolti attorno a due principali filoni:
• Il primo quello che si identifica con quella parte dei management studies che si occupa di
marketing turistico e dei vari aspetti della logistica dell’ospitalità, con ampio uso dei metodi
statistici e dei linguaggi tipici dell’economia aziendale
• Il secondo filone si basa invece sul contributo di discipline come la sociologia, l’antropologia, la
storia, l’economia e la geografia: quest’ultima si occupa di turismo studiando le sue relazioni con
il territorio, con le comunit , con la cultura, con la politica, con l’ambiente e con concetti come
quelli di identit , soggettivit , autenticit , luogo, paesaggio → si preoccupa di analizzare
l’origine e la formazione del turismo come fenomeno economico, culturale e sociale, ma anche su
impatto sugli spazi nei quali si sviluppa
Il rapporto tra spazio e turismo si esprime attraverso tre modalit e idee principali:
19Tourism geography is the study of travel and tourism, as an industry and as a social and cultural activity.
Tourism geography covers a wide range of interests including the environmental impact of tourism, the
geographies of tourism and leisure economies, answering tourism industry and management concerns and
the sociology of tourism and locations of tourism.
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1. Il turismo nasce ed esiste come movimento, come partenza da un luogo per la visita di un altro
luogo, come fenomeno che si articola e si organizza tra spazi
2. Il desiderio e la relativa scelta di fare turismo originano dalla conoscenza di una specifica
mappa del mondo che ci consente di immaginare che esistono luoghi in grado di
corrispondere alle nostre aspettative e il nostro bisogno di viaggiare.
3. Il turismo trasforma e produce spazi: la geografia studia non solo le modalit di queste
trasformazioni, ma anche modelli che la pianificazione turistica tende a seguire per lo sviluppo
di una destinazione o di una specifica regione
Alexander von Humboldt, l’ultimo viaggiatore individuale, anche il primo turista ante litteram,
(rappresenta un modello destinato a influenzare il viaggio di massa dei decenni e dei secoli
successivi, quello dell’esploratore da diporto).
Per Humboldt il viaggio metodo d’indagine, ma anche piacere della scoperta.
Il geografo – viaggiatore Humboldt inaugura cos un modello comportamentale cui si assocer una
serie di valori di natura politica, culturale ed economica.
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Il viaggiatore per il gusto di farlo diventer un modo di essere dell’alta borghesia europea che
s’impadronir del potere ed elever il viaggio turistico a inconsapevole pratica politica.
I racconti dei viaggiatori si affiancano alle indagini scientifiche ma anche alla comparsa
dell’etnografia e delle pratiche associate all’emergere dell’antropologia come concezione della
cultura moderna.
L’esploratore e l’antropologo diventano figure mitiche, alle quali ancora oggi si richiamano le
brochure turistiche e le descrizioni delle guide per molti degli itinerari proposti in tutto il mondo.
Esplorazione, esperienza autentica dell’Altro e della sua cultura, avventura, conoscenza dei luoghi,
etc. sono ingredienti continuamente evocati dalla promozione di tour che invitano a visitare i
quattro angoli del pianeta.
Altra figura significativa= flaneur (“passeggiatore svagato e curioso”)= figura borghese nella
Parigi fin de siecle= desiderio di vivere la citt attraversandola da ospite: cammina e visita
città x il gusto di farlo, x coglierne le atmosfere e il fluire: osserva senza uno scopo preciso (in
quegli anni esplorazione ludica si comincia a diffondere tra le lite urbane Eu)
Le nostre citt oggi sono spesso attraversate da una folla di flaneur che guardano, curiosano,
fotografano, intralciano, consumano.
Il flaneur (“passeggiatore svagato e a momenti curioso”) una figura borghese che nasce nella
Parigi fin de siecle, capitale della modernit ottocentesca, che si caratterizza per il suo desiderio di
vivere la citt . Il flaneur cammina e visita per il gusto di farlo, per ‘’osservare’’ senza altro scopo o
obiettivo.
Le nostre citt sono spesso attraversate da una folla di flaneur che guardano, curiosano,
fotografano, intralciano, consumano.
Sempre in quegli anni la pratica di visitare altri paesi per il gusto dell’esplorazione ludica si
comincia a diffondere tra le lite urbane europee.
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nazione e delle sue meraviglie naturali e culturali diventa pratica diffusa in tutti i Paesi europei,
alla quale fa seguito l’invito alla visita dei luoghi stessi come esercizio di conferma e legittimazione
di quelle specifiche geografie → il turismo domestico20 diventa un fenomeno che coinvolge
grandi masse un progetto politico guidato da un’ideologia nazionalista che punta a riconoscere
alcuni simboli chiave dell’identit nazionale e a escluderne altri.
I viaggi internazionali, una volta resi accessibili al grande pubblico, diventano una potente
pratica di auto-identificazione individuale e collettiva. Visita di luoghi lontani= modo x riflettere
sulla propria identit , per ‘’trovare il proprio posto nel mondo’.
La geografia del turismo che risulta dalla diffusione e massificazione di questo fenomeno,
diventer a sua volta un potente motore di trasformazione territoriale.
VIAGGIARE OGGI
T. contemporaneo → distanza relativa, grazie a disponibilit collegamenti e accessibilit delle
destinazioni (viaggi low cost)
Un altro tema per la geografia del turismo contemporaneo: distanza relativa legata alla
disponibilit dei collegamenti e all’accessibilit delle destinazioni turistiche (viaggi low cost). Il
turismo culturale oggi segnato da due approcci:
• Approccio patrimonialista, che vede i turisti prediligere la visita di musei, monumenti e ogni
altra forma di capitale culturale catalogabile
• Il turismo culturale mostra una forte propensione per l’osservazione della vita quotidiana di
comunit che vivono in luoghi pi o meno lontani → senso di nostalgia pervade la retorica che
accompagna tali visite
20 insieme degli spostamenti dei residenti di un Paese all'interno dei confini nazionali. Ad esempio, gli
italiani che viaggiano in Italia.
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alla natura in chiave turistica. Al turismo di massa culturale e naturalistico si sposa l’altra
espressione della democratizzazione del viaggio contemporaneo: vacanza ristoratrice, associata al
piacere di riposare, spesso in ambienti protetti altamente specializzati.
Se la radice del turismo moderno si trova nei modelli ottocenteschi (esploratore, etnografo,
fl neur), il turismo contemporaneo allo stesso modo segnato:
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nella produzione di questi significati e di una serie di pratiche associate. (Es. Luoghi delle
vacanze).
*n. di persone che possono essere supportate in una det. area entro i limiti delle risorse naturali, senza degradare
ambiente naturale, sociale, culturale ed economico.
• Alla luce di questa potenza generatrice del turismo, un aspetto importante per i geografi e quello
della distribuzione spaziale delle strutture e infrastrutture turistiche → le infrastrutture di una
destinazione devono essere commisurate ai livelli di punta della domanda, e per destinazioni
stagionali questo comporta una serie di problemi organizzativi legati ai finanziamenti di base.
• La fornitura di servizi un altro importante oggetto di studio, soprattutto rispetto alla capacit di
carico. Normalmente si identificano 3 potenziali capacit di carico:
1. Riguarda la disponibilit di spazio vera e propria (es. il minimo spazio necessario per ciascun
bagnante su una spiaggia)
2. Riguarda la congestione associata al traffico e alla presenza di tipologie turistiche differenti
e spesso in conflitto per l’uso dello spazio stesso (es. presenza di ciclisti, escursionisti e
persone a cavallo sullo stesso sentiero in un parco)
3. Riguarda aspetti psicologici di carattere individuale e collettivo (es. percezione di
affollamento) → la percezione spesso determinata dalla disposizione spaziale delle
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attivit e delle facilities turistiche, cos come dei flussi della configurazione delle diverse
tipologie turistiche
→ Infine, i geografi studiano i rapporti tra i fattori descritti e la vita dei residenti, dal
punto di vista sociale e culturale, e in termini di pratiche spaziali.
Es. Ci sono abitanti che cambiano quartiere o citt per evitare di entrare in contatto con i
turisti.
- Il turismo presenta modalit spaziali e scale diverse → geografi si occupano anche dei processi
di regionalizzazione alla base dello sviluppo turistico o di fenomeni come la desertificazione delle
aree interne alle zone costiere altamente turistiche.
- Altre ricerche studiano la zonizzazione turistica, cos come la strutturazione delle gerarchie
urbane associate la presenza del turismo.
SPAZI TURISTICI SPECIALIZZATI: (es.villaggi turistici/parchi tematici): enclave turistiche sprtt nei
Paesi a reddito pi basso, nei quali si ritiene che turisti debbano essere protetti dalle insidie
del territorio → nascita di spazi turistici fortemente militarizzati
Il turismo crea anche molti spazi specializzati, talvolta dal carattere extraterritoriale (villaggi
turistici o parchi tematici): le enclave turistiche stanno proliferando in particolar modo nei Paesi a
reddito pi basso, nei quali si ritiene che i turisti debbano essere protetti dalle insidie del territorio
che li ospita → Questo fenomeno d spesso vita a spazi turistici fortemente militarizzati e
ripensamento radicale della circolazione dei residenti in aree precedentemente libere.
CICLO DI VITA DEGLI SPAZI TURISTICI=altra chiave in cui spazi del t. sono stati studiati:
interpretare i fattori che consentono a una localit di attrarre i primi turisti e poi di decollare
fino a giungere al consolidamento/declino
- Infine, i geografi hanno analizzato le destinazioni come se si trattasse di prodotti associati a un
particolare ciclo di vita cercando di interpretare i fattori che consentono a una localit di
attrarre i primi turisti e poi decollare fino a giungere al consolidamento oppure al declino.
Luoghi del t.=potenziali soft target del terrorismo → mira a indebolire/isolare Governo e
economia dei Paesi target: infatti, colpire turisti occ.= grande risonanza sui media =
alimentare paura di chi viaggia+ maggiori misure di sicurezza x proteggere viaggiatori
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Da anni i luoghi frequentati dal turismo internazionale sono visti come potenziali soft target del
terrorismo che mira a indebolire e a isolare il Governo e l’economia dei Paesi in questione.
Colpendo turisti occidentali si ottiene una grande risonanza sui media internazionali e si alimenta
sia la paura di chi viaggia, sia l’espansione degli apparati di sicurezza preposti a proteggere i
viaggiatori.
Il turismo diventato una straordinaria posta in gioco per l’economia, la politica e la cultura di
molte citt regioni e Paesi: Qualcuno sostiene che il turismo oggi la pi grande industria del
mondo.
Il turismo inoltre sembra offrire uno spazio per compensare, per mettere ordine e riempire
momentaneamente il vuoto di soggettivit con il quale molti identificano l’esperienza di una
modernit percepita come crisi perenne.
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Heritage una parola che abbraccia ci che in italiano definiremo il patrimonio storico, culturale,
artistico e naturale di un luogo → concetto che ha dato vita a un ricco filone di studi che ha
esplorato il ruolo del passato nella produzione delle geografie della memoria:
Relazione tra heritage ed economia per mettere in luce come il patrimonio storico naturale e
culturale contribuisca alla rappresentazione e alla commercializzazione di immagini identit di
luoghi e per suggerire che queste immagini hanno un significativo impatto sui paesaggi urbani
contemporanei.
HERITAGE
=patrimonio storico, artistico e naturale di un luogo (es. elementi specifici, quali
monumenti, gruppi di costruzioni, citt )
MA
heritage non solo = insieme di elementi del paesaggio con un det. valore; innanzitutto una
forma di produzione di sapere associato al potere: l’heritage un mezzo per diffondere una
particolare conoscenza del passato per fini politici (1) ed economici (2), ed è quindi uno
strumento legato all’esercizio del potere.
Heritage industry “mette in scena” una certa rappresentazione del passato, presentandola
come ricostruzione storica obiettiva → TUTTAVIA spesso si tratta di rappresentazioni
“leggere” e spettacolari del passato, che distorcono la realtà storica
FUNZIONE POLITICA-SOCIALE DELL’ HERITAGE=base materiale cui comunit e suoi membri possono
richiamarsi per affermare di possedere un passato coerente e così autodefinirsi (serve anche a
legittimare l’operare delle classi dirigenti del presente)
FUNZIONE ECONOMICA DELL’ HERITAGE= contribuisce a creare una det. Immagine di un luogo/città
che ne fa meta ambita da visitare, attirando così visitatori e consumatori
Heritage ha acquisito una nuova connotazione, indicando ci che si intende per patrimonio storico,
artistico e naturale di un luogo. La conferenza dedicata alla protezione del patrimonio culturale e
naturale mondiale organizzata dall’ONU nel 1972 ha delineato una serie di elementi specifici del
paesaggio da qualificarsi come heritage:
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- Monumenti
- Gruppi di costruzioni
- Citt
Questa definizione ignora il fatto che l’heritage non solo un insieme di elementi del paesaggio a
cui stato conferito un valore particolare da renderli unici, MA innanzitutto una specifica forma
di produzione di sapere associato al potere, un capitale culturale ricreato nel presente e sfruttato
per fini politici ed economici → si tratta di un complesso fenomeno contemporaneo da rendere
riduttiva la sua traduzione con l’espressione patrimonio culturale.
Nell’analizzare l’heritage diversi autori hanno dato vita a un dibattito accentrato sulla valutazione
dell’autenticit di un passato che viene comunicato attraverso gli strumenti e linguaggi della
heritage industry (come le esposizioni museali, i parchi tematici, i luoghi dedicati alla memoria e i
mass media in generale).
Analizzando la rappresentazione del passato da parte dell’heritage industry, Hewison afferma che
questo ci offre una reinterpretazione del passato in chiave contemporanea che somiglia ad una
vera e propria messa in scena poco adatta a farci comprendere la complessit delle epoche
trascorse.
La critica principale alle interpretazioni ‘’leggere’’ e spettacolari del passato offerte dall’heritage
industry si basa:
- Sulla convinzione che esse tendono a distorcere la storia andandosi talvolta confondere con essa
- Sull’idea che l’heritage ne delegittimi il significato sociale e culturale
- → Questa critica parte dal presupposto che il discorso storico (cio accademico) sia in grado
di riprodurre coerentemente e sulla base di metodi consolidati e condivisi, vicende del passato
Esiste oggi un consenso intorno all’idea che la storia abbia il compito di offrirne una valida e
coerente interpretazione, la quale, tramite l’analisi critica e la valutazione delle fonti, cerca di
evitare il pi possibile le distorsioni e le ricostruzioni opportunistiche e arbitrarie: quest’ultime al
contrario, sono invece intrinseche all’idea stessa dell’heritage → ci che accomuna la storia e
l’heritage l’interesse per il passato ma, la versione del passato raccontata dall’heritage
particolare e diversa da quella della storia, anche se a quest’ultima l’heritage fa continuo
riferimento per ottenere credibilit e consenso.
Una definizione dell’heritage quella data da Graham, Ashworth e Tunbridge: secondo questi
autori, l’heritage un modo specifico di considerare il passato come se fosse una risorsa dalla
quale attingere per raggiungere obiettivi contemporanei (politici e sociali culturali e/o
economici) → prima di essere paesaggio storico, l’heritage una forma di sapere prodotto nel
presente, che solo successivamente viene ancorato al territorio e reso concreto nello spazio. La
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funzione politica e sociale dell’heritage quella di offrire una rappresentazione del passato che
funga da sfondo rispetto al quale un gruppo sociale possa auto definirsi e identificarsi (passato
ricostruito tende a eliminare dalla narrazione tutto ci che non contribuisce a fabbricare
un’immagine celebrativa della comunit ). Una tale rappresentazione del passato inoltre
concepita per legittimare l’operare delle classi dirigenti del presente → l’heritage un mezzo per
diffondere una particolare conoscenza del passato che si produce come risultato di circostanze
storiche sociali specifiche, ed quindi uno strumento legato all’esercizio del potere.
Elementi del paesaggio come i monumenti, i parchi naturali e storici, i luoghi della memoria, i
musei, ecc., cui viene conferito il valore di heritage, costituiscono perci la base materiale a cui la
comunit e i suoi membri si possono richiamare per affermare di possedere un passato coerente e
per giustificarne le celebrazioni attuali. Se vero che l’identit collettiva una questione di
memoria, allora l’heritage una componente essenziale nei processi di costruzione dell’identit ,
riferita alle comunit e ai luoghi che queste abitano → oltre ad essere risorsa dell’industria del
turismo, l’heritage una fonte a cui attingere per inventare o ricreare identit e immagini di luoghi
di comunit .
Essendo considerato parte della cultura di un luogo, l’heritage un bene che spesso beneficia di
finanziamenti pubblici in virt delle sue propriet edificanti per la crescita degli individui della
societ in generale.
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Tuttavia, investire nel passato pu rivelarsi un’impresa redditizia, sia dal punto di vista degli
incassi prodotti dal bene protetto e rivalutato, sia in termini di un ritorno di immagine21 per il
luogo interessato → tutto ci sufficiente per considerare l’heritage parte di un pi ampio sistema
economico-finanziario.
I geografi hanno mostrato che luogo entra a far parte delle nostre mappe mentali soltanto quando
legato un’immagine che ne evoca le peculiarit fisiche, storiche, culturali. L’heritage che ogni
centro urbano possiede viene preso, elaborato e attualizzato per essere inserito nell’immagine della
citt ed enfatizzato come tratto peculiare che distingue e rende unica quella stessa citt .
L’immagine che una citt si d attingendo al proprio heritage si riflette sulla citt stessa e
contribuisce a cambiarne il paesaggio urbano: diventa il modello di riferimento per la citt , sia
rispetto al criterio di giudizio dei suoi abitanti e visitatori, sia per quanto riguarda i progetti che ne
modifica il paesaggio e la vita stessa → le immagini infatti contribuiscono a costruire il senso del
luogo (si articola attraverso numerosi e complessi processi di rappresentazione – heritage).
Con l’espressione i luoghi della memoria intendiamo indicare quei siti che hanno la funzione di
ancorare la memoria di una comunit al territorio. In particolare, un luogo della memoria pu
essere inteso come:
21in
senso fig., ritorno d'immagine, spec. nel linguaggio della pubblicità, aumento del prestigio e della
popolarità di una persona, di un prodotto, di un'azienda, grazie a una campagna pubblicitaria di successo
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- Un luogo reale
- Una metafora per descrivere un avvenimento storico
- Uno spazio definito dallo Stato o dalle autorit locali, quale contenitore ufficiale delle memorie
di una comunit
Un avvenimento del passato associato ad uno spazio specifico acquisisce una maggiore
consapevolezza se vi una traccia materiale: qui che l’heritage reso visibile e tangibile grazie
alla consacrazione di oggetti provenienti dal passato, ai quali i governi e istituzioni conferiscono
un significato storico di gran valore. Anche se non vi sono tracce originali dell’evento che si vuole
commemorare, il monumento a rendere l’heritage concreto e visibile.
Non per sufficiente la presenza di tracce del passato a convertire questi spazi in luoghi della
memoria: necessario che gli individui e le comunit li riconoscano come parte essenziale della
geografia della memoria collettiva e ne facciano l’oggetto delle loro pratiche commemorative.
Un luogo definito come spazio della memoria non sempre coincide con la localizzazione degli
eventi commemorati. Tuttavia, se vi questa coincidenza, spesso il luogo assume un’alta valenza
simbolica e politica: entrare in contatto con esso equivale ad un incontro metaforico con la
Storia.
SPAZIO E MONUMENTO
Gli spazi considerati della memoria a volte NON hanno traccia dell’episodio che si vuole
commemorare. In tal caso, monumento funge da testimone (incorpora un evento storico in
modo tangibile + ricorda storia comune che lega membri della comunit )
=simbolo culturale, forte potere evocativo → a volte suscita reazioni emotive
Gli spazi considerati i contenitori della memoria di una comunit o di un Paese, a volte non hanno
traccia dell’episodio che si vuole commemorare. In tal caso il monumento che funge da testimone
della storia e ne comunica il ricordo.
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- Il monumento allo scopo di richiamare l’attenzione del pubblico sugli eventi che commemora,
piuttosto che su di s in quanto oggetto.
I monumenti, in quanto simboli culturali dal forte potere evocativo, a volte suscitano reazioni
emotive nell’osservatore e lo indirizzano verso una specifica interpretazione della storia. Young
afferma che essi intendono comunicare e affermare una versione della memoria di un luogo i cui
contenuti, significati e forme sono determinati:
Memoria pubblica incorporata nel monumento NON dipende solo da sue forme MA bisogna
considerare anche come esso viene “comunicato”, rappresentato ad es. nei media + come viene
interpretato dagli individui: QUINDI anche contesto in cui è inserito, in cui viene visto e
interpretato=rilevante
La memoria pubblica incorporata in un monumento non dipende solo dalle sue forme e dei suoi
elementi iconografici ma anche da come esso utilizzato, da chi e in quali circostanze lo vede e ne
d un’interpretazione, nonch dal modo in cui l’immagine del monumento stesso usata e
riprodotta nei media → L’analisi di un monumento e del suo spazio della memoria va affrontata
collocando questi nel pi ampio contesto dato dalla costruzione comunicazione dell’heritage di un
luogo, e valutando come essi siano interpretati dagli individui nel quotidiano.
Memoryscape di una nazione = oggetti carichi di profondi sentimenti, attorno i quali si svolgono
riti commemorativi di una comunit e che diventano la meta di pellegrinaggi collettivi e
individuali → la nazione cerca una riconciliazione con il proprio passato, a cui vuole dare un
senso nel e per il presente.
I monumenti come i musei sono importanti oggetti di studio per i geografi che si interessano degli
spazi (reali e immaginari) intorno ai quali si coagula il senso di appartenenza comune di
una comunit .
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SPAZIO E MUSEO
musei =mostre di cose/fatti che riguardano pres./pass.; scopo= ricostruire e preservare
heritage di popoli e comunit + trasmettere a visitatori una specifica versione del sapere, una
specifica narrazione della storia.
contenitore di cultura e memoria dove spazio e tempo = compressi allo scopo di presentare
eventi/luoghi/concetti in modo semplificato e facilmente consumabile dai visitatori:
linguaggio intellegibile + strutturazione delle nozioni in maniera coerente e plausibile =
ricorda tecniche comunicative mass media, che vogliono essere fruibili e arrivare a maggior
numero possibile di persone
I musei moderni, mettendo in mostra cose e fatti che riguardano il presente il passato,
contribuiscono a formare la nostra conoscenza su diversi aspetti del mondo in cui viviamo.
Essi sono stati concepiti come luoghi attraverso i quali ricostruire e preservare l’heritage di
popoli e comunit e per consentire agli eventuali visitatori di imparare il e dal passato → I
musei tradizionali possono essere visti come contenitori di narrazioni e di storia che riguardano
noi stessi, la nostra presunta identit collettiva e sono pertanto parte della nostra memoria
sociale.
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Nonostante pretesa di neutralit nel narrare il passato, musei (e immaginario a loro legato)=
profondamente politici: museo =prodotto di un det. contesto storico-sociale. Le narrazioni
della storia che adotta QUINDI = altamente selettive + dovute a specifici obiettivi politico-
sociali dei curatori e/o dei finanziatori
Nonostante la loro pretesa neutralit ideologica, musei e la stessa immaginazione museale sono
profondamente politici: un museo sempre il prodotto di circostanze storico-geografiche
specifiche, ha un ruolo sociale e politico che va ben oltre quello di raccontare in maniera semplice
ed oggettiva il passato, e le narrazioni che utilizza sono altamente selettive → il museo quindi
un’istituzione che incorpora gli obiettivi politico-sociali dei curatori e/o dei finanziatori.
- All’enfasi posta dall’approccio femminista alle scienze sociali, ma anche dagli studi post-
coloniali e dai cultural studies sul ruolo delle metodologie di ricerca nel determinare il tipo di
conoscenza che caratterizza una specifica disciplina.
- Molti ricercatori i quali sostenevano che le ricerche empiriche nelle scienze sociali erano
condotte senza una riflessione critica, sia sulle metodologie utilizzate sia sul loro effetto sui
risultati prodotti → si pertanto risposto a questo vuoto di riflessione cominciando evidenziare
l’importanza di scegliere, giustificare e discutere nel dettaglio le metodologie adottate.
- Ad adottare metodi diversi, concepiti allo scopo di studiare aspetti della realt spesso trascurati
dalle ricerche precedenti
- Di produrre diverse forme di conoscenza nuove
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Per questo motivo i geografi hanno iniziato a utilizzare in maniera sempre pi intensa e
approfondita una serie di strumenti metodologici di carattere qualitativo, portando a focalizzare
la propria attenzione in modo maggiore su aspetti quali l’esperienza individuale e collettiva dei
luoghi. Sebbene i metodi quantitativi non siano stati abbandonati del tutto, si sono utilizzati
sempre meno e con una certa prudenza, di solito per integrare i dati prodotti attraverso l’indagine
qualitativa.
1. Scegliere un tema generale che sia di interesse per noi e per la comunit accademica a cui
apparteniamo.
2. Eseguire una literature review (analisi critica dei lavori teorici ed empirici gi pubblicati che
riguardano l’argomento scelto) che servir a restringere e orientare il nostro campo di
indagine. Questa analisi della letteratura e della gerarchia delle fonti, oltre ad accrescere il
nostro patrimonio di informazioni su un dato tema, ha l’obiettivo di identificare i gap di
conoscenza che riguardano l’argomento-oggetto della nostra investigazione → ogni studio
deve portare un contributo originale alla conoscenza.
La literature review serve a restringere e orientare il campo di indagine per capire quali aree
non siano state studiate in modo approfondito in precedenza e per
1. Formulare le research questions = una serie di domande che riassumono in modo chiaro
l’obiettivo del nostro studio, e che ci guideranno attraverso le tortuosit del lavoro sul campo e
della successiva analisi → le conclusioni della ricerca presenteranno e articoleranno le risposte
alle domande di ricerca che stanno all’origine del progetto.
2. Scegliere un caso di studio da esplorare empiricamente, adatto a rispondere alle domande da
cui prende le mosse il nostro progetto. Il caso di studio prescelto deve essere sempre
giustificato rispetto all’argomento studiato.
3. Valutare quali siano i metodi pi adatti a svolgere lo studio per rispondere alle research
questions.
4. Affrontare il lavoro sul campo (fieldwork) allo scopo di raccogliere materiali e le informazioni.
5. Ordinare, elaborare e analizzare le informazioni e i materiali raccolti in maniera coerente
rispetto all’impianto teorico elaborato.
6. Scrittura e presentazione al pubblico dei risultati dell’indagine.
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studio e dei metodi, dalla riflessione sul lavoro sul campo effettuato all’analisi dei dati e alla
comunicazione dei risultati).
• Metodi = le tecniche specifiche utile usate per condurre una ricerca con il fine di raccogliere
informazioni e produrre dati → 2 generi di metodi:
o Orali, che utilizzano soprattutto le interviste
o Quelli che si basano sull’osservazione condotta sul campo
o Quello che riguarda l’analisi testuale di materiali come documenti, testi creativi e il
paesaggio vero e proprio
Tra i metodi pi utilizzati in geografia umana vi sono quelli orali = tecniche che ci aiutano a
comunicare direttamente con individui in grado di fornirci informazioni, testimonianze ed
esperienze utili alla nostra ricerca. Il metodo orale pi utilizzato l’intervista = scambio verbale
faccia a faccia durante il quale cerchiamo di ottenere delle informazioni o delle opinioni da uno o
pi persone → 3 tipologie di interviste:
• Le interviste strutturate che si basano su una lista predeterminata di domande poste a tutti gli
informatori nello stesso ordine
• Le interviste non strutturate le quali prevedono che sia l’intervistato a guidare la
conversazione seguendo alcuni spunti suggeriti dal ricercatore.
• Le interviste semi-strutturate che prevedono l’uso di domande, le quali per possono essere
poste in ordine diverso secondo la situazione → si possono anche formulare sul momento
nuove domande non previste dalla lista, soprattutto se ritenute importanti per approfondire
una tematica interessante emersa durante la conversazione
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attingendo a temi emersi durante la conversazione. Vengono usate per le interviste semi-strutturate
e non strutturate.
Invece della traccia si pu preparare una vera e propria lista di domande precise che, nel caso che
le interviste strutturate, saranno poste nello stesso identico ordine a tutti gli informatori → regole
elementari per scrivere delle efficaci domande: usare un linguaggio semplice e mai offensivo o
provocatorio, evitare o ridurre l’uso di termini che possono avere un significato ambiguo, scegliere
accuratamente le parole e il tono da utilizzare, evitare di formulare domande che prevedono come
risposta un semplice si/no.
- La selezione e l’accesso ai potenziali informatori una delle fasi pi difficili da superare in una
ricerca sul campo e una volta individuati, bisogna instaurare un clima di fiducia sin dai primi
contatti con queste persone per ottenere il permesso di intervistarle → bisogna:
o Qualificarsi con nome e cognome, e specificare l’organizzazione presso cui si studia o si
lavora
o Chiarire le modalit che hanno portato a conoscenza del nome dei contatti del potenziale
intervistato
o Spiegare i motivi per cui si contatta un possibile informatore, delineando brevemente il
tema dello studio
o Chiarire come e dove si svolger l’intervista e quanto tempo durer all’incirca
o Ringraziare l’intervistato del tempo concesso ed enfatizzare che quanto ha detto sar
utile e di valore per il progetto di ricerca in questione
- Registrare, prendere appunti e trascrivere sono gli stadi attraverso i quali le interviste si
formano da materiali raccolti sul campo in veri e propri dati da analizzare.
Registrare e prendere appunti sono le due principali tecniche per documentare un’intervista:
o Prendere appunti ha lo scopo di catturare il succo di quanto viene discusso → non
permette di cogliere la mimica facciale e gestuale dell’informatore
o Registrare l’audio ha l’obiettivo di documentare fedelmente l’intervista e il vantaggio di
agevolare il flusso della conversazione
Trascrizione necessaria per l’analisi successiva al lavoro sul campo → richiede molto tempo, per
cui bisogna decidere se sia fondamentale o meno trascrivere l’intera conversazione (dipende dagli
obiettivi della ricerca).
Prima di procedere alla codifica dei dati, ogni intervista deve essere riletto attentamente allo
scopo di elaborare delle schede riassuntive → potranno essere:
o Personali = specificatamente dedicate alla persona intervistata: pu contenere le
riflessioni su come e dove si svolta l’intervista, come si selezionato un informatore e se ci
sono questioni etiche in gioco
o Analitiche = dedicate al contenuto dell’intervista stessa, facendo riferimento alle research
questions e alla teoria che guida la ricerca
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Analizzare le interviste spesso la fase pi difficile per un progetto di ricerca. Ci sono 2 principali
tecniche di base utilizzate in geografia:
o L’analisi del contenuto esplicito (manifest content analysis) → si considera il contenuto
visibile di documenti quali le trascrizioni
o L’analisi del contenuto latente (latent content analysis) → richiede anche l’esame della
trascrizione per temi e prevede che il ricercatore definisca esplicitamente il significato
sottostante le parole espresse
- Interviste sono strumenti che coinvolgono direttamente le persone all’interno del processo di
ricerca, pertanto sono tecniche di ricerca che dovrebbero ricordare costantemente al geografo che
dietro i dati ci sono delle persone vere.
L’enfasi posta sull’uso di metodi diversi opera un’importante distinzione tra etnografia e
osservazione partecipata. Altri metodi che possono essere affiancati all’OP, oltre interviste sono:
- Ricerca in archivi
- Raccolta di testi quali articoli di giornali o materiali presi da Internet
- Collezione e/o produzione di video e fotografie
OP pertanto uno dei diversi metodi utilizzabili in un approccio etnografico alla ricerca, anche se
spesso considerato come uno dei pi importanti. Il ricercatore non si limita solamente ad
osservare la scena ma, partecipando con la propria presenza a quella stessa scena, egli contribuisce
anche a crearla, a produrre il mondo che descrive nei suoi resoconti = ogni nostra descrizione del
mondo avviene sempre secondo una prospettiva ben specifica, collocata all’interno del contesto
che studiamo e prodotta dalla nostra specifica posizione sociale → espressione OP mette in luce il
fatto che la ricerca geografica non in grado di rispecchiare in maniera trasparente il mondo, ma
solo di rappresentarlo, comprendendo alcune sue parti ed escludendone altre.
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Le fondamenta su cui poggiava l’etnografia tradizionale sono state messe in discussione dalle
scienze sociali contemporanee, in particolare dalla critical anthropology → il volume Writing
Culture di Clifford e Marcus (opera sulla crisi della rappresentazione in etnografia) ha convinto a
fare ricerca in modo riflessivo, consapevole dei limiti della parzialit dei lavori, i cui risultati sono
influenzati dal punto di vista e dalla posizione che incorporano e riflettono la soggettivit
del ricercatore. Per Clifford e Marcus le etnografie sono dei resoconti che si basano sull’esperienza
dei ricercatori e che raccontano il mondo in modo selettivo e parziale → Clifford sosteneva che le
etnografie non sono prodotti che rappresentano le culture, ma piuttosto che le inventano. La
descrizione etnografica pu essere al simile ma mai identica alla realt che descritta: la ricerca
il frutto di una visione parziale e ricostruita di ci che si osserva.
Thrift e Lees hanno proposto l’OP come uno dei metodi principali per comprendere come ambiente
costruito, paesaggio e luoghi producano, e siano il prodotto, delle molteplici pratiche sociali che li
animano. Questi studiosi hanno mosso una critica alla geografia culturale affermando che questa si
limitata a considerare solamente processi di significazione22 e di rappresentazione → I geografi
dovrebbero occuparsi non solo dei processi di significazione, ma anche della inhabitation dello
spazio = di come lo spazio sia quotidianamente animato, praticato e vissuto emotivamente e
materialmente dagli individui e dalle collettivit .
L’osservazione il risultato di una scelta di ci che si vuole osservare e di come osservarlo. Kearns
spiega come nelle scienze sociali si osservi per 3 motivi principali:
1. Contare
2. Raccogliere informazioni mancanti, che vanno a completare il quadro di una ricerca pi
ampia
3.Imparare attraverso l’esperienza diretta → osservazione mirata a produrre
un’interpretazione profonda di un particolare luogo in un arco di tempo specifico attraverso
l’esperienza diretta
Non vi una guida che possa insegnare come si osserva, ma ci sono dei testi che possono dare
delle valide indicazioni su come fare etnografia → bene sottolineare come l’osservazione
partecipata non venga mai condotta in modo causale ma ci sono fasi precise che caratterizzano
questo metodo, dalla scelta del luogo fino alla presentazione dei risultati:
- La scelta del luogo da studiare di solito dettata dagli obiettivi che si pone il progetto di ricerca
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- Avere accesso al contesto sociale prescelto per la ricerca un aspetto cruciale di ogni indagine
etnografica → opportuno identificare in via preliminare quelle persone in grado di dare il
permesso per studiare questo tipo di contesto.
Oltre a documentarsi, fondamentale creare dei primi contatti con i gatekeeper = quelle persone
che, svolgendo un ruolo decisionale e/o importante all’interno del contesto sociale prescelto,
possono facilitare (o impedire) le occasioni per interagire con altre persone che si vuole
coinvolgere nella ricerca → consentiranno di farsi un’idea di su come si pu svolgere la ricerca.
L’accesso al contesto sociale prescelto dipender non solo dal gatekeeper ma anche dalla natura del
progetto di ricerca stesso.
- Prendere coltivare i contatti con persone del luogo necessario: solo a questo punto che il
lavoro sul campo (fieldwork) inizia formalmente → Il campo inteso come luogo e lo spazio
sociale dove si raccolgono materiale informazioni primarie per la ricerca.
Driver afferma che se concepiamo il sapere geografico come prodotto di una serie di pratiche
concrete e corporee, il campo in tal caso non pi concepito come uno spazio esterno, rigido, ben
confinato, ma piuttosto come uno spazio che viene continuamente costruito attraverso il
movimento fisico e attraverso altri tipi di attivit . Il campo, in quanto spazio che riunisce diverse
geografie del processo di ricerca, pertanto il prodotto di molteplici pratiche e discorsi, sia delle
varie pratiche spaziali che caratterizzano il fieldwork, sia dei vari testi, incontri ed immagini che
formano lo studioso prima e dopo il lavoro empirico → questo concetto di campo utile ed
importante perch rivela il fatto che ci che si fa non solamente recarsi in un luogo per attingere
info dalla realt per poi trascriverla in uno scritto, ma mostra come le etnografie non rispecchiano
la verit oggettiva del mondo, poich questo anche il prodotto delle nostre pratiche e degli
strumenti di ricerca a disposizione.
- Prima di avvicinarsi al campo sar necessario decidere se adottare un approccio aperto (overt)
dichiarando la propria identit e il proprio obiettivi, oppure in incognito (covert).
Una caratteristica dell’OP data dal fatto che la semplice presenza di un ricercatore altera il
comportamento di coloro che sono studiati:
• Avere l’abito adatto alle occasioni un elemento strategico importante per essere accettati ed
entrare in comunicazione con coloro che sono i protagonisti dei luoghi e delle esperienze
esaminati con il metodo etnografico.
• Parlare in modo appropriato alla situazione
• Ascoltare con la dovuta attenzione, tenendo presente ai rispettivi ruoli in gioco
•→ sono altri 2 elementi importanti che permettono agli etnografi di confondersi e interagire
con l’ambiente studiato
- Una volta immersi nel campo ci si deve porre e rispondere a delle domande → rappresentano
gli strumenti per ottenere informazioni fondamentali su eventi, struttura sociale, modelli e schemi
culturali e suoi significati che le persone danno a queste cose.
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Per essere efficace, l’OP deve andare oltre la semplice osservazione del contesto prescelto: deve
essere sostenuta da una serie di altre strategie di ricerca come le interviste e la raccolta di fonti
secondarie → pertanto utile ottenere in via preventiva delle info sul gruppo o popolazione e il
luogo specifico.
- Un elemento fondamentale di ogni etnografia il diario: questo deve incorporare tutto ci che il
ricercatore ha osservato, provato fisicamente ed emotivamente → gli appunti devono essere
dettagliati e pi completi possibile.
Sebbene l’osservazione sia una componente fondamentale di molti metodi di ricerca, in quelli
qualitativi bene ricordare che essa coinvolge anche altri sensi oltre la vista (tatto, olfatto, udito e
memoria dell’esperienza passata) → le descrizioni devono essere integrate con riflessioni che
rimandano alla teoria che sta informando la ricerca: infatti la base teorica prescelta che indirizza
verso specifici elementi ed eventi su cui si dovr concentrare l’attenzione.
La macchina fotografica pu anche essere utilizzata come strumento per raccogliere gli appunti
sul campo, cos come una videocamera, che talvolta utile per registrare il contesto e la
comunicazione verbale e gestuale delle persone coinvolte nella ricerca.
- La fase finale di uno studio etnografico consiste nella scrittura della storia riguardante ci che
stato osservato → fase della ricerca che normalmente avviene fuori dal campo, una volta
tornati a casa.
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