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INTRODUZIONE ALLA GEO-GRAFIA

Prima…
geo come disciplina = ‘700 -‘800; volont di capire completamente il mondo (ormai superata “geo
universale”)
geo moderna= scienza al servizio del progetto coloniale (volont degli stati di cercare “spazio al
sole” fuori dall’Eu in nuovi territori)

Poi…
geo umana= elabora teorie spaziali: si interessa di rapporti (gruppi di) individui — luoghi/
paesaggi/confini/mappe; ciascuna teoria spaziale propone una visione diversa di questi rapporti
(es. una visione femminista della geo).

concetti chiave:
• Luogo (ha a che fare con l’appartenenza individuale e collettiva)
• Paesaggio (ha a che fare con visione, prospettiva)
• Citt
• Regione
• Carta

Geo-grafia = letteralmente “scrittura del mondo”


es. Meridiano di Greenwich: a partire da questa linea fondamentale si costruisce la misura del
mondo, che ha due caratteristiche:
1. = idea che ogni luogo della terra possa essere ricondotto a una griglia di validit universale
2. =idea che si possano utilizzare modelli e linguaggi universali per studiare i luoghi del mondo

MA ci sono degli aspetti di cui bisogna tenere conto:


• geo sempre politica: presuppone una serie di visioni o legate ad una determinata storia-
contesto, che sono frutto di una determinata cultura (ogni pratica spaziale= pratica politica)

Riguardo a rappresentazioni spaziali/carta…


• rappresentazioni spaziali prodotte dal geografo= semplificano la realtà (non possono
comprendere ogni elemento) (MA anche ri-complessificazione: geografo prende in esame uno
spazio e inizia a lavorare a possibili costruzioni, conquiste, espansioni (= immaginazione
geografica: progettazione) es. progetti di edilizia urbana)
• Esiste davvero un ordine, delle strutture base in cui è organizzato il territorio ? Realtà =
Complessa, inafferrabile, troppo variabile
• Carta= pretesa di fissare oggetti/soggetti una volta per tutte MA questo non rappresenta
complessità della vita reale, caratterizzata da continui movimenti, spostamenti, mutamenti (es.
migrazioni): spazio “morto”, fisso della carta vs spazio “morbido” della realt ” (noi siamo
dipendenti dall’idea di mondo pensato come una carta): concepiamo il mondo come se fosse
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diviso in entit discrete, caratterizzate da confini, lingue, culture. Ogni uomo rientra in un
processo classificatorio rispetto al quale pu essere inserito o meno in un determinato popolo/
nazione: il prodotto di questo processo l’individuo medio (ita medio, fr medio, ecc.)

GEOGRAFIA, ESPLORAZIONI, SCIENZA, COLONIALISMO


fine ‘700- inizio ‘800= grandi esplorazioni; descrizione di territori inesplorati, di popolazioni
radicalmente diverse da quelle Eu → inizialmente a fare ricerca sul campo non geografi, ma
esploratori, che raccoglievano ciò che avevano visto in racconti. Geografo= “pretesa” di sintesi,
offrendo poi un quadro generale del mondo (sempre visione del mondo come diviso in entit
discrete).
Mondo comincia ad essere rappresentato cartograficamente1 e catalogato; obiettivo= fornire
rappresentazioni esaustive: ogni popolo, con propria cultura, lingua, usanze, doveva essere
descritto e associato a determinati luoghi. Pretesa di corrispondenza realtà—rappresentazione.
Convinzione/pretesa di poter giungere a una piena conoscenza dell’altro= presupposto
colonizzazione: idea che il mondo, essendo rappresentabile nella sua interezza e totalità, è anche
governabile. Idea che legittima azioni militari, politiche ed economiche, conquiste, guerre etc.

LA GEOGRAFIA DIVENTA SCIENZA:


Riv. fr. (1789) + Riv. industriale e mentalit di progresso fine 700= fiducia nel sapere
scientifico che crea linguaggi validi universalmente. + si assiste allo sviluppo degli strumenti
geografici + era delle esplorazioni → geo da sorta di racconto meraviglioso e immaginifico
diviene impresa scientifica.
Rappresentazione corretta di mondi reali permette la trasformazione di questi spazi in nome del
progresso.(ANCHE SE: esistono in questo contesto alcune forme di resistenza = es. il
romanticismo)

Geografia, viaggi, esplorazioni → nascita della geo Borghese:


Classi borghesi in ascesa (fine antico regime, Riv. Fr.) ancora costrette ai regimi di legittimit
precedenti: il geografo borghese a servizio delle classi dominanti Eu (nobili/aristocratici)
→ quindi: momento di passaggio (fine 700/ inizio 800): geo era (da un lato) al servizio della
classe borghese e (dall’altro) dello Stato.

MA: Nella trasformazione della geo in scienza, importante viaggiatore individuale = figura che in
nome della conoscenza esplora territori e popoli sconosciuti, illumina con i suoi racconti le civilt
Occ. e amplia il sapere geografico →
Ma perch l’esploratore parte? 1. geo ha bisogno di un contatto diretto con la realt x produrre
conoscenza affidabile. 2 esploratori scrivono e disegnano anche: traduzione di ci che si vede in
forma testuale ha bisogno di metodi in cui organizzare il lavoro sul campo.

1cartografìa= ramo della scienza che ha per oggetto la rappresentazione della superficie terrestre, o di
parte di essa, e quindi la preparazione delle carte geografiche.
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→ cambia dunque il modo di fare geo:
1. geografi capiscono che rappresentazioni geo necessitano dell’osservazione diretta della realt
2. passaggio oralit dei racconti > testo scritto, che si diffonde e crea conoscenza

ES: Von Humboldt = esploratore (America latina) e geografo tedesco =es. eroe borghese che
viaggia e produce conoscenza

maschio, bianco, ricco e “civilizzato” = classico geografo borghese


xk civilizzato? xk esploratore quando parte porta con s relazioni sociali e caratteristiche culturali
del proprio contesto di appartenenza: egli viaggia per imparare, ma la sua figura viene pian piano
incorporata nel progetto dello Stato e, pi nello specifico, nel progetto dello Stato imperiale e
coloniale.
(INFATTI: pu essere considerato l’ultimo esploratore individuale, che viaggia per il piacere della
conoscenza e della scienza: da questo momento in poi il geografo inserito nel processo coloniale)

→ V.H. importante xk:


si pose problema come si fa a tradurre la visione in un operazione scientifica? tentativo di trovare
una sintesi del mondo tra il modo soggettivo di guardare (e quindi, di imparare il mondo) e i
metodi oggettivi su cui si costruiscono i quadri della geografia cartografica: progetto fallimentare

Romanticismo/Positivismo:
Geo (fine ‘700-inizio ’800) si era trovata in mezzo a due correnti contrapposte: Romanticismo e
Positivismo = soggettivit 2 vs oggettivit . MA, nel momento in cui la geo ottiene la legittimazione
come scienza, si comincer a pensare al paesaggio come a qlcs di neutrale e di assolutamente
oggettivo: geografo = pretesa di distacco e obiettività, così da produrre conoscenza oggettiva e
affidabile.
Ricercatore: va sul campo — osserva — trova dei modelli di rappresentazione universali per dare
una visione ordinata del mondo e dei suoi luoghi = base da cui potenze Eu si muovono x
conquistare nuovi territori
Cartografare, descrivere e conquistare diventano la stessa cosa = un modo per “dire” la terra, ma
anche per impadronirsene + diventano anche un modo per ridefinire il “Se’ europeo”

2 simbolo della figura dell’osservatore che guarda il paesaggio e riflette propria personale prospettiva = Il
viandante sul mare di nebbia di Friedrich = simbolo per eccellenza della soggettivit romantica
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LUOGO E PAESAGGIO:
= due concetti distinti x dire lo spazio.
SPAZIO= area senza significato, concetto neutrale. Quando gli umani investono di significato
(storico, politico, affettivo, etc.) un det. spazio, qst diviene un luogo.
LUOGO= a meaningful location= spazio di affetti/memoria/appartenenza/esperienza di tutti i
giorni. Dimensione cognitiva e affettiva, QUINDI non ha una scala precisa.

= due concetti distinti x dire lo spazio.


Ambiti di particolare interesse sprtt x geo culturale: sono 2 concetti chiave x comprendere
relazione tra società, ambiente e cultura.

Spazio= area senza significato, concetto neutrale. Quando gli umani investono di significato
(storico, politico, affettivo, etc.) un det. spazio, qst diviene un luogo.

luogo= a meaningful location= spazio degli affetti, della memoria, dell’appartenenza,


dell’esperienza di tutti i giorni. Per tale dimensione cognitiva e affettiva assieme, non ha una scala
precisa: ha a che fare con la nostra esperienza del mondo che ci circonda, x cui è un elemento
difficile da generalizzare e concettualizzare, da definire.

• fondamentale nel dire e nel comunicare chi siamo, come individui e come collettivit .
• da tempo, al luogo si associano valori di tipo politico e culturale
• spesso principio di inclusione e di esclusione, cos come serbatoio di memoria e presunta identit
• non si piega alle nostre categorie, in quanto muta continuamente, sempre in movimento

NON LUOGHI
Marc Aug = antropologo. Analizza territori poco esplorati metropoli contemporanee Occ. →
L. ANTROPOLOGICO= spazio con un valore identitario, relazionale, storico
NON L.= spazio che non pu definirsi n identitario n relazione n storico: tutti quegli spazi
che ospitano una popolazione che per non li abita (es. aeroporto, centro commerciale, ecc.)
(nb: visione A. criticata xk questi luoghi anche se non abitati sono cmq vissuti ad es. da chi vi
lavora, QUINDI x alcuni individui hanno un significato)

Non luoghi
Marc Aug = antropologo. ha riscoperto il senso del luogo o meglio, del non-luogo nei territori
poco esplorati delle metropoli contemporanee Occ.

luogo antropologico= delimitazione sociale del suolo con un valore identitario, relazionale,
storico
non luogo= spazio che non pu definirsi n identitario n relazione n storico: tutti quegli
spazi che ospitano una popolazione che per non li abita (es. aeroporto, centro commerciale,
ecc.).
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luogo= qlcs che ciascuno di noi sperimenta tutti i giorni: il terreno che ospita il nostro
quotidiano
Geo umana → attenzione x rapporto tra il luogo e l’esperienza che se ne fa attraverso una serie di
pratiche quotidiane, che il luogo contribuisce a produrre e da cui è prodotto.
La geo, studiando i luoghi, ci mostra anche come questi rivelino uno specifico modo di intendere e
di costruire il nostro posto nel mondo.

Geo si occupa sempre meno della mera descrizione dei luoghi che fanno il mondo: è
interessata a percezione del l. e pratiche ad esso associate + suo valore identitario x S
individuale/collettivo
2 momenti importanti: 1) anni ‘70= svolta umanistica → Geo umana=attenzione x
dimensione affettiva dei luoghi: attenzione dunque x esperienza individuale e soggettiva che
individui hanno dello spazio
(=visione critica verso Geo quantitativa (ispirazione positivista), x cui luogo= localizzazione,
porzione della superficie terrestre dove vive una det. comunità + traduce (e riduce)
interazioni sociali e culturali in geometrie e cifre)= approccio descrittivo]

Il significato che ognuno di noi assegna ai luoghi rivela una relazione con quello che riconosciamo
come lo spazio della nostra esistenza. Per tale ragione, la geo si occupa sempre meno della
mera descrizione dei luoghi che fanno il mondo, x dedicarsi invece al concetto stesso di
luogo: interesse x percezione del luogo e x pratiche spaziali ad esso associate + riflessione su
diverse interpretazioni di tale concetto e su come sia fondamentale x definizione del S individuale
e collettivo.

Fortuna e studio del concetto di luogo:

Anni ‘70= svolta umanistica


ritorno d’interesse e ripensamento da parte della geo delle categorie di luogo (lavoro di Yi-Fu Tuan
e Relph + lavori di Buttimer e Entrikin) → Geo umana=attenzione x attaccamento e affettività di
individui verso luoghi: attenzione dunque x esperienza individuale e soggettiva di luoghi e
paesaggi
(=visione critica verso Geo quantitativa (ispirazione positivista), x cui luogo= localizzazione +
traduce (e riduce) interazioni sociali e culturali in geometrie e cifre)]

Fino a quel momento, il luogo era stato poco pi che un oggetto da trattare in modo descrittivo:
era presentato come una non ben delimitata porzione di superficie terrestre con la quale si
identificava un gruppo di persone (comunit ), senza chiarire bene cosa si intenda per comunit e







come questa si relazioni con il concetto di luogo. I geografi spesso si esprimevano attraverso
lunghe e dettagliate descrizioni delle caratteristiche dei luoghi (climatiche o morfologiche) =
approccio ideografico

Es:
geo umana descrittiva di Vidal de la Blache: mondo fatto di regioni, composte a loro volta da
luoghi, descritti tramite monografie = pretesa di raccontare tutto ci che l’occhio del geografo
poteva cogliere sul terreno (carattere descrittivo). Nonostante debolezza di questo impianto
analitico, attenzione e analisi x “genere di vita” = rapporto specifico che ciascuna comunit
instaurava con un determinato territorio, che trovava la sua espressione nel luogo (enfasi carattere
distintivo è irripetibile di ciascun luogo influenzerà geo umanistica anni ‘70).

geo americana: importanza dei fattori culturali nella costituzione dell’ambiente: analisi delle
pratiche spaziali di particolari comunit in specifiche aree e di come queste pratiche avevano
contribuito a trasformare l’ambiente naturale (→ assonanze con il modo in cui concetto di luogo
verr studiato negli ultimi decenni del 900: enfasi posta sul significato dato allo spazio del
quotidiano e sulle pratiche ad esso associate).

2) anni ‘90= svolta post-moderna. Geo critica


Luoghi non solo= concetto che indica semplici spazi del sentimento, dell’affettività, MA anche
=prodotto politico, sociale e culturale di un complesso e articolato processo di negoziazione di
significati da parte degli individui/gruppi di individui: claiming a place as significativo e
identitario per certi individui significa escludere da questa visione tutti coloro che non si
riconoscono nei significati, nel senso che viene attribuito al L. da una certa comunità: L.
QUINDI = principio inclusione/esclusione

Es.
Geo femminista → critica visione di luogo come rifugio, casa: x molti casa= spazio di
violenza è di dinamiche di potere

Critica marxista → globalizzazione sentita come minaccia verso luoghi e identità locali =
ansia → desiderio di resistere a tali spinte e preservare dimensione locale → ciò porta a
sempre maggiore affermazione della propria identità locale e comunitaria = forma di
resistenza alla globalizzazione MA anche causa di esclusione/inclusione di (gruppi di)
individui non sentiti come parte di tale comunità.

Massey → propone ripensamento dell’idea dei luoghi: non + = spazi statici e stabili del
sentimento, MA = risultato di molteplici interazioni tra esseri umani, non hanno e non
possono avere una sola identit : sono continuamente negoziati: luogo= processo, evento in
continua evoluzione (a progressive sense of place)
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Anni ‘90= svolta post-moderna


Geo critica offre una serie di letture innovative: un aspetto importante sta nell’enfasi posta
sull’incessante costituirsi dei luoghi, concepiti ad un tempo come il prodotto ma anche l’origine di
una serie di (legati strettamente a) processi politici, sociali e culturali. Tali processi orientano e
talvolta determinano una serie di pratiche ideologiche che attraversano il nostro quotidiano =
tendono a legittimare o a marginalizzare una determinata struttura sociale rispetto ad un’altra.
Un’analisi di questo tipo richiede pertanto che si prenda in considerazione il rapporto tra luogo e i
processi d’inclusione ed esclusione sociale che vi operano, comprese le forme di oppressione e/o di
dominio basate su specifiche pratiche spaziali.

Infatti secondo l’analisi della geo critica, l’impianto umanistico, nonostante il merito di aver messo
in discussione la razionalit positivista delle geografie quantitative, non coglie tuttavia la portata
politica di una visione del luogo inteso come spazio esclusivo dell’autenticit e del sentimento: il
luogo non pu essere letto solamente in termini di esperienza e di sentimento, ma deve essere
pensato anche come prodotto sociale e culturale di un complesso e articolato processo di
negoziazione di significati attorno al quale gravitano e si manifestano tutte le battaglie di potere
che hanno a che fare con i principi di inclusione/esclusione.

Es.
Geo femminista → critica visione di luogo come rifugio, casa: x molti casa= spazio di violenza è
di dinamiche di potere

Critica marxista → globalizzazione sentita come minaccia verso luoghi e identità locali = ansia .
Ciò porta a un desiderio di ritorno al locale come forma di resistenza a tali spinte: militant
particularism = posizione politica che si aggancia al luogo come rifugio per preservare la
dimensione locale e quelle che vengono presentate come le caratteristiche di una specifica
comunit . Definire propria identità locale e comunitaria = forma di resistenza alla globalizzazione
MA anche causa di esclusione/inclusione di (gruppi di) individui non sentiti come parte di tale
identità locale comunitaria.

Relazione luogo-globalizzazione = ampiamente discussa da Massey: invita i geografi a ripensare il


luogo secondo una prospettiva pi inclusiva e progressista: piuttosto che vedere il luogo come una
sorta di rifugio reazionario nel particolarismo, luoghi dovrebbero essere pensati come processi in
continuo cambiamento, punti di intersezione di infinite interazioni sociali, mobili per natura: non
sono spazi statici o stabili.
VS visione di luogo come rifugio da spinte esterne= reazionaria xk promuove un senso di identità
e autenticità di un luogo e di una comunità rispetto al mondo esterno = principio di esclusione






Nel mondo attuale i luoghi sono il risultato di una molteplicit di interazioni tra esseri umani, non
hanno e non possono avere una sola identit : sono continuamente negoziati: luogo= processo,
evento (a progressive sense of place).



PAESAGGIO
= termine che indica al contempo un oggetto e la sua rappresentazione:
- Sia le forme concrete del territorio
- Sia un modo specifico di guardare quelle stesse forme
QUINDI: sia forma materiale che prospettiva che si ha di essa

Lo studio del paesaggio ha una lunga tradizione nella geo umana: si tratta di un concetto che
negli ultimi anni stato ripensato profondamente dando vita ad una interessante letteratura
paesaggio definito come:
- Modo di vedere
- Testo
- Prodotto di una serie di pratiche

P. come modo di vedere:


Cosgrove: paesaggio= modo di rappresentare spazio e territorio che nasce nell’ITA Rinascimentale,
x poi diffondersi in tutto il resto Eu; paesaggio = modo di vedere = modo in cui alcuni Eu hanno
rappresentato a s stessi e agli altri il mondo attorno a loro e le loro relazioni con esso.
= strumento che ha consentito alle classi agiate di produrre una teoria spaziale che legittimasse la
propriet terriera e celasse con categorie estetiche, i rapporti di dominio associati ad essa.

Pittura paesaggistica → ideologia fondata sull’idea che dipingere il paesaggio in modo corretto
non rispecchiasse semplicemente un modo di vedere il mondo, bens il modo giusto e vero di
vederlo (tecnica della prospettiva: scena ritratta in modo che visione della scena converga verso
un ipotetico osservatore esterno (= figura dominante ma non visibile))

Una componente chiave della rappresentazione del paesaggio = cancellazione dalla scena del duro
lavoro che stava alla base della produzione del paesaggio stesso: Nash sottolinea che i contadini
erano ritratti come parte integrante del paesaggio e rappresentati come individui dedicati con
passione al lavoro nei campi e mai come manodopera sfruttata frutto di un ordine sociale ingiusto
e opprimente → rappresentazioni del paesaggio:
- Da un lato legittimavano lo status e il diritto dei proprietari a possedere la terra
- Dall’altro naturalizzavano l’ordine sociale, oscurando il lavoro dei contadini che stava alla
base dell’esistenza stessa di quello stesso paesaggio

P. come testo:
Paesaggi possono essere interpretati come se fossero dei sistemi di segni scritti e letti da diversi
attori sociali.
Duncan ha mostrato come il paesaggio possa essere assimilato ad un testo e studiato secondo le
leggi della linguistica: l’approccio testuale ha messo in luce come ci siano degli autori che
producono i paesaggi e che danno loro una serie di significati specifici, e dei lettori che





interpretano (NB: interpretazioni date dai lettori possono essere varie e discostarsi da quanto
autori intendevano trasmettere: paesaggio= sist. di segni instabili, segni che non possono avere
un unico significato ma che sono aperti ad una continua reinterpretazione date da individui e
gruppi sociali diversi → concetto di polisemia del paesaggio).

Es. Brasilia= nuova capitale del Brasile, la cui fondazione fu un tentativo di dare vita ad una
nuova era nella storia del Paese: la nuova capitale materializzava sia la fine del colonialismo, sia la
transizione ad una societ democratica. Bozza del progetto raffigura 3 croci:
• segno della cristianit (x designare orientamento della nuova capitale) ?
• forma della pianta del tempio degli auguri dell’antica Roma (x suggerire una sorta di origine
sacra)?
• forma dell’aereo come simbolo della rapida modernizzazione del Paese ?

P. come modo di vedere e come testo = esempi di come concetto di paesaggio privilegia senso della
vista, prospettiva .

P. come pratica:
Il predominio assegnato alla vista, che ha caratterizzato a lungo gli studi sul paesaggio della geo
culturale, stato criticato x aver ampiamente trascurato il tema complesso dell’esperienza
corporea del paesaggio.
• Interesse x esperienza del p. attraverso altri sensi oltre alla vista
• enfasi posta sulla pratica = su ci che viene fatto piuttosto che su ci che viene
rappresentato

L’interpretazione “pratica’’ del p. non nega il potere della vista e dello sguardo, ma insiste sul fatto
che altri elementi debbano essere presi in considerazione e studiati. Paesaggio non semplicemente
come “una porzione della superficie terrestre che può essere compresa con un’occhiata’’, ma come
spazio vissuto e continuamente attraversato da tutta una serie di azioni.

Jackson → ha messo in luce come i paesaggi siano anche spazi in cui le persone abitano e
lavorano, nonch il prodotto di atti di routine.

L’integrazione tra il concetto di paesaggio e quello di pratica si rivelato utile a chi si occupato di
geo del turismo: Edensor ha studiato il Taj Mahal, interpretandolo come un paesaggio prodotto
da una serie di pratiche specifiche: camminare, guardare, fotografare e ricordare → paesaggio del
Taj Mahal dunque praticato e reso vivo grazie ad azioni simili che si ripetono in maniera pi o
meno costante tutti i giorni: il paesaggio deve perci essere compreso come pratica visuale ma
anche come uno spazio vissuto.

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Differenza tra paesaggio e luogo:
- il paesaggio viene spesso rappresentato come qualcosa di “fisso”/stabile -> tendono a dare
l’idea che la natura e la cultura si possano fissare nello spazio e nel tempo. - Il luogo invece
sempre “fluido” e progressivo, rinegoziato.

CITTA’
= manifestazione evidente dell’azione umana sul territorio. Spesso percepita come sfida alla
natura, xk trasforma profondamente le forme originarie del territorio.

Definire la città:
La citt fatta da uomini e di uomini
• Haggett → citt = gran n° di persone che vivono insieme a densit molto alte in una
moltitudine compatta
• Weber → citt = insediamento circoscritto di abitazioni poste le une vicine alle altre che
formano una colonia cos estesa che la reciproca conoscenza personale degli abitanti viene a
mancare.
• In termini puramente economici, citt = insediamento i cui abitanti vivono principalmente di
commercio piuttosto che di agricoltura

Il riduzionismo di queste definizioni deriva dal fatto che esse descrivono il fenomeno urbano
come un oggetto fisico ben definito, senza tenere conto che ruolo della citt va oltre i suoi confini,
influenzando altre realt (urbane e no). Dominio della citt = conseguenza della concentrazione
nelle citt di strutture/attivit industriali, commerciali, finanziarie e amministrative, culturali e
ricreative, di reti di trasporti e comunicazioni.
Città ≠ mero oggetto fisico: x Dematteis “geo urbana finir x rappresentare una quantit di fatti
culturali, sociali, economici, politici, che vanno ben oltre la semplice realt fisica dell’agglomerazione
di edifici e di abitanti da cui si partiti”.

Quindi…
• Torres → citt = ambiente dello sviluppo di innovazione e cultura: la cultura per svilupparsi ha
bisogno del costante confronto e scambio tra individui.
• Mumford → citt = punto di max concentrazione di potere e cultura di una comunit , simbolo
di interazione sociale e fulcro della civiltà.

Città nella storia:


• 8° sec. a.C.=civilt greca = polis ateniese = citt -stato per antonomasia →

• declino nel Medioevo; nasce nuova tipologia di citt : feudale (feudalesimo d vita ad un
frammentato paesaggio di regioni con certo numero di piccole citt , le quali hanno ruoli diversi

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es. centri ecclesiastici/universitari/amministrativi , roccaforti (ordine gerarchico di importanza
delle città). Dall’11° sec. sistema feudale comincia a disgregarsi.

• 15°-17° sec.= cambiamenti: colonialismo porta alla nascita di nuovi centri, sprtt porti
commerciali e amministrativi
• progresso tecnologico → affermarsi di una nuova concezione di citt sempre pi teorizzata e
sbalorditiva, x funzionalit o x magnificenza (es. citt fortificate rinascimentali).

[both citt medievale e rinascimentale= centro storico, attorno al quale si sviluppa una periferia
pi povera, abitata dalle classi sociali pi basse]

• Riv. Industriale → citt si modifica rapidamente: citt che si sviluppano di + = quelle nei pressi
delle risorse minerarie: cuore e motore dello sviluppo urbano infatti = fabbrica, attorno alla
quale si formano quartieri operai.

• ‘800 → diffusione dei mezzi di trasporto (tram e ferrovie) consente sviluppo dell’edilizia
borghese ed operaia anche nella campagna attorno ai centri industriali → così citt ingloba
villaggi rurali → si formano nuovi quartieri periferici residenziali.

• Seconda met ‘900 → spazio edificato si estende all’esterno del centro urbano. Forma tipica
delle citt Eu=
• centro pregiato dal punto di vista storico-artistico
• 1a periferia residenziale che spesso accoglie aree industriali dismesse/ in via di dismissione
• 2a nuova periferia residenziale + ricca ma - servizi

Città moderna:
identit moderna della citt = prodotto 2nd Dopoguerra — met degli anni 70 c.a. → paesaggio
che la caratterizza non solo frutto della standardizzazione indotta dal fordismo3, ma il prodotto
della logica cartografica.4

Logica cartografica e città:


Problemi che affliggeranno la citt moderna risiedono spesso nella contraddizione di fondo che
guida la logica cartografica: per agire sullo spazio (la citt ) il pianificatore se ne colloca all’esterno,

3 fordismo: peculiare forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo della tecnologia della catena
di montaggio (assembly-line) al fine di incrementare la produttività. Il termine fu coniato attorno agli anni
1930 per descrivere il successo ottenuto nell'industria automobilistica a partire dal 1913 dall'industriale
statunitense Henry Ford.
4 modo (moderno) di pensare alla citt come ‘’oggetto’’, come una lavagna sulla quale disegnare e
ridisegnare progetti e pianificazioni.
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dimenticando che lo spazio ideale della carta (tramite la quale elabora i suoi progetti di
ricostruzione urbana) non coincide mai con la realt → Da tensione tra spazio progettato e
spazio realizzato derivano alcune contraddizioni che affliggono molte citt contemporanee
(traffico congestionato, spopolamento di alcune aree urbane x degrado e criminalit , disgregazione
e segregazione sociale).

Standardizzazione
• Post 2nd dopoguerra (1945–…) = In UK e altri Paesi EU Governo finanzi costruzione di citt
nuove e programmi d’insediamento. I progetti di ricostruzione delle citt = clean-sweep
planning = tipo di ricostruzione che sradica ci che gi esiste e crea qlcs di completamente
nuovo, secondo criteri moderni quali: Ordine, Razionalit , Efficienza
→ scopo = assicurare il miglior funzionamento possibile della citt -macchina (citt sempre meno
adorna di fregi e abbellimenti, pensata in modo sempre pi funzionale).

- Quartieri degradati vennero in molti casi sostituiti da complessi di abitazioni modulari5,


scuole, fabbriche, ospedali.
- pianificazione razionale dell’architettura modernista
- razionalizzazione degli spazi e dei sistemi viali

intento= promuovere uguaglianza, benessere sociale, crescita economica

Es. USA → guerra non causa troppi danni, quindi clean- sweep planning a partire dagli anni ‘50;
incentivi governativi x costruire case popolari, uffici e infrastrutture = modo efficace x eliminare
tutti edifici ritenuti sovraffollati, non igienici e poco sicuri → si costruirono perci schiere
uniformi di appartamenti identici, ognuno munito dei vari servizi e comfort domestici. Sistema
basato sulla produzione in serie + sistemi di edificazione industrializzati6: idea di fondo = creare
uno spazio urbano razionale ed efficiente, concepito intorno all’uso dell'automobile e ai grandi
investimenti nelle infrastrutture pubbliche di trasporto ad esso associato.

Paesaggio città moderna:


Grattacieli, uffici condomini spartani e anonimi
Mostra impatto dato da sviluppo della tecnologia e del sistema dei trasporti

5 Un modello edilizio modulare prevede una casa prefabbricata e preassemblata al posto di quella costruita
in situ.
6 definita anche “prefabbricazione edilizia” o “edilizia off-site”: prevede la costruzione in fabbrica di
elementi edilizi e il loro assemblaggio direttamente in cantiere. In buona sostanza, l’edilizia industrializzata
comporta l’utilizzo massivo di linee produttive (industrializzate) basate su processi automatizzati molto
precisi.
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Nella citt moderna della seconda met del 900, il gusto sembra essersi appiattito nel nome della
funzionalit e della standardizzazione.

Città e modernismo
• Secondo Relph, l’adozione dell’international style7 in architettura (modernismo) (+ clean-
sweep planning) =principale responsabile dell’appiattimento del paesaggio urbano delle citt
moderne, in quanto fondato sull’uso di superfici prive di decorazioni, spigoli nudi, componenti
prodotte in serie, forme angolari, … .
• Intento = offrire ai cittadini un’abitazione decorosa (voleva essere uno stile di massa).
• Tuttavia, l’international style ha finito per diventare una vera e propria moda e per tradursi nello
stile delle cattedrali della citt moderna = dei grattacieli, simbolo del crescente potere delle
grandi banche e societ multinazionali → international style infatti adottato x le sedi di
istituzioni e di grandi compagnie (sprtt nel centro delle principali citt americane e asiatiche).

Il modernismo ha cercato di progettare e pianificare delle città che seguissero la logica del nuovo
modello di produzione industriale in serie; passando a soluzioni su larga scala, standardizzazione
estetica e soluzioni di progettazione prefabbricate.[110] Il modernismo ha eroso la vita urbana a
causa della sua incapacità di riconoscere le differenze e mirare a paesaggi omogenei (Simonsen
1990, 57)
Città è persone
La citt -macchina non fatta solo di edifici ma anche di persone, il cui comportamento non
sempre risponde in modo conforme alle previsioni dei panificatori: degli studi hanno mostrato
come al perfetto funzionamento della citt -macchina progettata sulla carta, spesso non corrisponde
un altrettanto perfetto e felice stile di vita degli abitanti → si comincia a parlare di alienazione
urbana, della tragedia della monotonia.

CITTÀ POST-MODERNA:8
Post era fordista delle produzioni di massa, della standardizzazione e delle grandi pianificazioni.

7 "the style of architecture that emerged in Holland, France, and Germany after World War I and spread
throughout the world, becoming the dominant architectural style until the 1970s. The style is characterized
by an emphasis on volume over mass, the use of lightweight, mass-produced, industrial materials, rejection
of all ornament and colour, repetitive modular forms, and the use of flat surfaces, typically alternating with
areas of glass."
8 postmodèrno (anni ’60): si riferisce alle varie tendenze affermatesi sprtt in architettura (poi anche in
letteratura, in movimenti culturali e nelle arti in genere) che, caratterizzate dal rifiuto dell’ideale di
progresso e dalla negazione del valore del nuovo e dell’inedito, si sono proposte di superare le istanze
razionalistiche del movimento moderno– al quale viene tra l’altro imputato un eccessivo impoverimento del
linguaggio architettonico –abbandonando gli schemi del funzionalismo e recuperando talune soluzioni
formali della tradizione (ritorno alla decorazione e alla simmetria, uso del colore, valorizzazione dei
caratteri locali delle città, ecc.), non disdegnando talora il Kitsch. Per estens., si riferisce a mode,
atteggiamenti, comportamenti che tendono a rivalutare nostalgicamente aspetti e valori di un passato non
lontano.
14










→ recupero e valorizzazione centri storici e comparsa di elementi, forme e processi inediti,


riconducibili a quella che viene chiamata citt post moderna =prodotto del postmodern urbanism

• insorgenza di nuove forme di sviluppo urbano
•risultato dell’evaporare della logica strenuamente funzionale e razionale che fino a
qualche tempo fa a dominava l’analisi dello spazio urbano

Inizio anni ‘70 → nuovi approcci architettonici hanno intento = rinnovare centri urbani svuotati
delle attivit economiche riconducibili al terziario e l’industria. Come? → tramite recupero del
patrimonio storico-artistico: consapevole e ricercato revival di elementi appartenenti a stili passati.

Nel codificare gli spazi post moderni della citt , Relph opera una distinzione: cityscape vs
townscape →
Cityscape= manifestazione della progettualit urbana moderna. Si caratterizza per:
linearit spazi ; veri e propri “canyon” tra grattacieli del downtown, distese infinite di
monotoni paesaggi suburbani, tutti uguali, privi di identit
gigantismo delle strutture
Ordine e razionalità dei paesaggi, che tendono a monotonia e noia pur di essere efficienti
violenza estetica degli interventi: presenza di autostrade e viadotti → distruzione
dell’ambiente
visione seriale di tipo discontinuo, associata al dominio sullo spazio urbano assegnato
all’automobile

Townscape → pi attenzione a componente estetica, a complessit e alla dimensione locale → si


caratterizzano x:
Spazi pensati x sembrare esteticamente pregevoli ed accoglienti (quaintspace)
Decorazioni x rendere particolari le facciate + farle apparire antiche
Stile che possa attirare ricchi e amanti dello chic e della moda
Richiami alla dimensione locale, che si traducono in una ricostruzione della storia della
geo urbana
divisione tra spazi pedoni e spazi automobili (→ rimediare agli scompensi creati
dall’atteggiamento pro-automobile adottato dalla progettualit modernista).

3 termini che riassumono canoni del postmodern urbanism:


1. Heritage preservation = recupero e tutela degli spazi storici
2. Revitalisation = rivitalizzazione aree in declino, grazie a investimenti + nuovi mercati
immobiliari
3. Urban design
15










→termini rientrano nel fenomeno della gentrificazione (“recupero di quartiere’’ /‘’rigenerazione’’).

Gentrificazione
= fenomeno che rimodella i quartieri in favore di una nuova crescita economica → ha
cambiato il volto di molte citt : quartieri storici e decadenti, abitati spesso delle classi povere ed
emarginate, vengono trasformati in salotti urbani , in ambienti selezionati e prestigiosi che
ospitano ristoranti, boutique, gallerie, café, residenze di lusso, locali alla moda = piccole MA
redditizie enclave del consumo x service9 e creative class10 → vero e proprio confezionamento di
paesaggi da consumare e da mettere in mostra x attirare nuovi consumatori, turisti e abitanti in
aree un tempo degradate e abbandonate.

Il developer11 di questa nuova forma di sviluppo


urbano = James Rouse; si parla infatti di
rousification= trasformazione di alcune aree centrali e
scopo commerciale culturale.
[Rouse Corporation = 1a a realizzare un festival
marketplace = conversione di una vecchia area
industriale commerciale in un nuovo tipo di centro
commerciale urbano con negozi, ristoranti, banchetti,
forme di intrattenimento varie].

Inoltre, presenza di:


1. Historic landmark = testimonianze materiali del passato della memoria locale
2. Water exposure = presenza dell’acqua e di una facciata urbana che la valorizzi
→ sono considerati elementi cruciali x il successo di questo tipo di iniziative, in quanto l’ambiente
commerciale che si cerca di ricreare richiama grandi citt portuali del passato.

→ Relph ricorda che dagli anni 80 = fiorire di iniziative x restituire al pubblico rive di fiumi e
laghi, x recuperare i canali, x convertire vecchi edifici industriali in centri commerciali.

Critica da parte dei geografi


Geografi hanno criticato gli amministratori locali x eccessiva attenzione verso queste parti pregiate
della citt , a discapito di altre: la gentrificazione delle aree centrali della citt sposta strategie di

9 employees in government (civil servants), private economic service (business administrators, managers,
technical experts), and social services ('distributive agents of welfare')
10It is composed of scientists and engineers, university professors, poets and architects, and also includes
"people in design, education, arts, music and entertainment, whose economic function is to create new
ideas, new technology and/or creative content”
11Operatore immobiliare o societ immobiliare
16





rinnovo urbano lontano dalle periferie e da tutte aree urbane non ritenute sfruttabili sotto il profilo
storico/artistico/commerciale → rischio di frammentazione del tessuto urbano x tendenza a
concentrare investimenti e progettualit in particolare isole pregiate a discapito di altre zone:
progettazione urbana riservata dunque a particolari aree, frammentaria, non complessiva.

Gentrificazione + postmodern urbanism = costruzione di enclave12 paesaggistiche ed estetiche


prima che funzionali.

Neil Smith → posizione critica verso gentrificazione, xk è un fenomeno frutto delle strategie
urbane operate dal capitale finanziario immobiliare internazionale.
Gentrificazione di solito presentata come una sorta di battaglia x conquistare e civilizzare nuova
frontiera urbana: in realt , mentre l'industria delle costruzioni spinge x riabilitare quartieri
decadenti, gli abitanti si organizzano x resistere ad un fenomeno che spesso trasforma/fa
scomparire la comunit preesistente → evidente il nuovo ruolo che la competizione globale sta
assegnando i centri urbani, di cui la gentrificazione è il risultato.

Postfordismo → globalizzazione dei processi economici favorisce competizione tra sistemi locali:
lotta sempre pi accesa x attirare capitali → questo porta: declino del settore manifatturiero +
espansione dei servizi. Per attirare capitali, citt devono fornire attivit che ne facciano un luogo
ambito da professionisti e turisti: isole gentrificate = ruolo fondamentale nella costruzione
dell’immagine e dell’identit urbana.

Isole gentrificate e Culture industry:


Per i creativi e i professionisti, vantaggio dato anche dalla presenza di cultura: creativi e
professionisti = mercato x il consumo di prodotti di lusso e servizi culturali + valutano e
definiscono proprio status e esistenza tramite il tipo di ambienti che frequentano: luoghi culturali e
di consumo ad essi associati tendono a concentrarsi nelle aree gentrificate della citt , sono ambiti
nei quali i membri amano guardare ed essere guardati: questi luoghi di cultura = spazi sociali nei
quali nuove lite interagiscono
→ nella citt contemporanea, cultura e culture industry13 = ruolo fondamentale nel ridisegnare

gli spazi urbani. Culture industry contribuisce a →


creazione di aree urbane esclusive ma al tempo stesso casual
attirare i turisti, investitori, consumatori, alimentando cos il processo della gentrificazione.

12 Territorio completamente chiuso entro i confini di uno stato diverso da quello cui politicamente o
linguisticamente appartiene.
13 processo di riduzione della cultura a merce di consumo.
17











DIRE E FARE GEOGRAFIA


La scala come filtro x lo studio della realtà
regione, stato nazione e globo = concetti che adottano una prospettiva scalare.
Scala = importante xk geografi esplorano, studiano e descrivono il mondo tramite il filtro della
scala, considerando una o pi scale specifiche x determinare la dimensione e i confini del loro
oggetto di studio (nb: anche chi non geografo usa la scala in diversi momenti del quotidiano).

Neil Smith → geo utilizza 2 distinti concetti di scala:


• SCALA CARTOGRAFICA (qualificata come grande, media, piccola) = rapporto tra grandezza oggetto
rappresentato su carta e sua reale dimensione. Espressa tramite linguaggio matematico.
Conversione dato territoriale in rappresentazione cartografica si basa su una determinata
proiezione cartografica = risultato della traduzione matematica di punti geografici mondo reale in
coordinate geografiche sulla carta.
→ scala influenza l’aspetto della carta xk determina ci che sar incluso/escluso dalla
rappresentazione.

• SCALA GEOGRAFICA (qualificata come globale, nazionale, regionale, locale) = concetto che si
riferisce alle dimensioni di spazi specifici quali il globo, nazione, regione, citt .
Strumento che ci consente di assumere un punto di vista specifico x osservare, scrivere e studiare
un’area nel suo complesso.

18






Scala come prodotto sociale


Geo critica anglosassone → scala oggetto di numerose riflessioni e discussioni, che hanno messo
in luce come la scala ≠ dato di fatto, elemento naturale, MA = prodotto sociale.
Neil Smith → scala globale, nazionale o locale non esistono mai a priori, MA = prodotto di
specifici contesti storico-sociali, nei quali si affermano, diventando parte di un modo naturale di
parlare dello spazio.

Pertanto, scala geografica = strumento concettuale + prospettiva che ci consente di


distinguere e osservare alcuni concetti della geo: regione, nazione e globo.

REGIONE
• Elaborare una definizione precisa del concetto di regione non facile xk questo termine viene
utilizzato con diversi significati (polisemia).
- x un ita ‘’regione’’ = regioni istituzionali (Veneto – Emilia Romagna – Toscana)
- x un americano ‘’regione’’ =es. ‘’r. dei Laghi’’/‘’r. dei Grandi Parchi’’/“r. tropicale’’.
- ‘’r. calde’’ e ‘’r. fredde’’.

• Hartshorne → regione = spazio di specifica localizzazione che in qualche modo si distingue da


altri spazi e che si estende nella misura di questo suo distinguersi → concezione molto diffusa:

regione quindi = partizione territoriale con determinate caratteristiche.

• Pu essere caratterizzata:
- da un elemento in particolare
- da combinazione di pi elementi e criteri → es. molte r. amministrative identificate, a seconda
della necessit , attraverso una serie di parametri diversi:

• etnico-linguistico
• fisico-naturale
• storico
• forme territoriali originate dallo sviluppo urbano e/o economico

• Spesso regioni = a caratteristica multipla (in cui uno di questi fattori pu prevalere sugli altri,
a seconda dei casi). [La presunta combinazione di tutti questi elementi, sancita dalla sua
legittimazione politico amministrativa conferisce alla regione istituzionale un potere
straordinario, corroborato dalla geo insegnata nelle scuole italiane].

• E cos attraverso un processo di naturalizzazione, tendiamo a pensare:


- Al concetto di regione come se fosse una sorta di entit naturale presente sul territorio a priori

19







- Secondo tutta una particolare logica associata ad essa.

In epoche diverse, geografi hanno parlato di regione, definendola a volte formale, altre
funzionale, oppure come sistemica.

R. Formale
R. si distingue dal suo esterno in virt di una certa omogeneit interna, dovuta alla predominanza
di 1/+ elementi. È l’aspetto, la forma a caratterizzare questo tipo di regione → r. formale.
Ma dove e quando nata questa idea di regione ? E come cambiata nel tempo ?

Sviluppo del concetto di R. Formale (‘700-primi ‘900):


regione naturale
• Philippe Buache (1700) → usa per la 1a volta l’espressione regione naturale: si riferisce
esplicitamente ai bacini fluviali con i quali divide il territorio del proprio paese: questi bacini =
sede naturale di determinate forme di insediamento, di agricoltura e di allevamento.

• ‘800 → concetto ulteriormente sviluppato, causa=sviluppo morfologia, che porta una pi


rigorosa divisione scientifica della superficie terrestre nelle regioni naturali.
L'idea di regione intesa esclusivamente come regione naturale incontra grande favore, prestandosi
perfettamente all’approccio determinista-descrittivo14: discorso geografico nel quale natura =
protagonista e 1a causa, e presenza umana = prodotto della superficie terrestre; regione

presentata come l'unit naturale che plasma la vita umana → r. diviene un’entit discreta,
materiale e solida: una sorta di oggetto organico.

14Determinismo geografico ritiene che i canoni evoluzionisti darwiniani potessero essere utilizzati per
spiegate come le comunit si insedino sul territorio e ne sfruttino le risorse. Il rapporto tra ambiente e uomo
era visto in senso unidirezionale, come un vettore che procede dal fisico all’umano.
20









Questa concezione organica di regione perdura nei primi decenni del 900, quando tuttavia inizia a
venire posta maggiore enfasi sull’azione umana (anche in conseguenza del progressivo sviluppo
tecnologico e della riv. dei trasporti).

regionalizzazione umanizzata
Vidal de la Blache → regionalizzazione umanizzata; si fonda sul genere de vie15=condotta di
vita, forma di organizzazione territoriale propria di una comunit , organizzazione che dà ordine e
senso ad un det. ambiente e produce un particolare tipo di paesaggio, caratterizzato da un certo
grado di uniformit → si differenzia da regione naturale x enfasi posta sull’azione umana :
capacit delle civilizzazioni pi progredite di modificare la natura, aumentando quindi possibilit
di differenziazione regionale.

In tal senso, la regione diviene:


- metafora che fa convergere le 2 anime della geo (fisica e umana)
- strumento in grado di giustificare il progetto coloniale fr., sulla base di una gerarchizzazione
del mondo in regioni +/- progredite

Il concetto di paesaggio = ripreso e riformulato da naturale a umanizzato

Paesaggio: da natura a riflesso dell’azione umana sul territorio


• Carl Sauer → paesaggio = concetto materiale che include elementi naturali in una det. area
+ forme imposte sull’ambiente naturale dalle attivit umane.
• Uniformit dei paesaggi d espressione a diverse aree culturali, caratterizzate da det. elementi→
riflettono una certa gestione del territorio + sono i segni visibili della presenza umana.
• Compito del geografo = individuare e cartografare segni della cultura del territorio; scopo =
comprenderne la distribuzione + collocarli in un sist. comparativo di aree culturali → paesaggio
diventa dunque la fisionomia di una regione.

Problemi dell’approccio “formale” alla regione


• Tipo di approccio in realt problematico: difficolt nell'individuazione di territori omogenei
(paesaggi diversi possono sorgere anche in 2 aree naturali molto simili e prossime + paesaggi
differenti spesso si sovrappongono nel tempo nello stesso territorio).
• L’estensione del paesaggio (quindi della regione) viene decisa pertanto in modo discrezionale,
senza criteri definiti, portando alla creazione di termini come subregione16, microregione, ecc.

15 il genere di vita
16 Territorio geograficamente autonomo nell'ambito di una regione più ampia.
21










R. FUNZIONALE
Sviluppo del concetto di R. Funzionale (anni ‘50-‘60):
Riv. quantitativa e influenza dei centri industriali
• Anni ‘50-‘60 → Riv. quantitativa: i nuovi modelli regionali proposti (Berry e Hagerstrand ) =
influenzati dal potere esercitato da poli industriali e metropoli; si basano su criteri di:
- Attrazione
- Connessione
- Coesione
→ …esercitate dall’azione coordinatrice di un centro urbano
(= si tratta dunque di una realtà fatta di flussi, scambi, movimenti di merci/persone etc.)

• In questa prospettiva, lo sviluppo economico e sociale produce una gerarchia di spazi organizzati
in cui ciascuna regione = particolare funzione/serie di funzioni → r. non pi definita da
criteri di omogeneit , ma da centri di gravit /polarizzazione/accumulazione di persone e mezzi,
zone di transizione. La regione esiste dunque in relazione alle funzioni esercitate da tali
centri di attrazione (r. funzionale).
• Il polo propulsivo della r. funzionale = l’industria motrice = quella particolare industria
capace di influenzare organizzazione luogo in cui sorge + del territorio circostante.

Scienza regionale
• Altri geografi del 2nd dopoguerra → realt regionale costruita sulla base di relazioni e
processi: r. tradotta in espressione di flussi, vettori e formule (< fisica).
• Non a caso i geografi della riv. quantitativa iniziano a parlare di scienza regionale, una disciplina
in grado di garantire obiettivit scientifica attraverso il proprio linguaggio asettico

22






→ r. funzionale non pi un organismo spaziale ma un insieme astratto di relazioni e processi.

Lo spazio geometrico prende il sopravvento sul luogo e le sue specificit materiali (→ alla base
invece della r. naturale).

Problemi dell’approccio “funzionale” alla regione


Vallega → sostiene che punto debole dell’approccio funzionalista sta nel suo riduzionismo, nella
sua incapacit di integrare diverse funzioni esistenti sul territorio:

Es.
teoria delle localit centrali di Christaller = imperniata soltanto su attivit terziarie
teoria sulla polarizzazione industriale di Perroux = si limita alle funzioni industriali e a quelle
funzioni terziarie collegate all'industria
= 2 visioni disunite, che producono immagini distorte della regione

To sum up:
1. R. Formale: area specifica definita da economia, proprietà fisiche, cultura o governo. Una r. formale è anche
conosciuta come a regione uniforme in quanto condivide una o più caratteristiche fisiche o culturali. Tali luoghi
formali sono chiamati uniformi poiché sono combinati con un suolo uniforme e un clima uniforme che si traduce in
un uso uniforme della terra, negli insediamenti e nel modo di vita all'interno di una regione.

2. R. Funzionali: individuate in base a relazioni orizzontali. Esse non vengono identificate x il fatto che i luoghi che
le compongono presentano gli stessi attributi, MA x il fatto che essi sono tra loro connessi da relazioni spaziali
(scambi, flussi etc.). Es. Hinterland di un porto. Forme di r. funzionali: monocentriche (relazioni spaziali e flussi
fanno capo ad un unico centro principale) e policentriche (in cui ogni località è specializzata in funzioni particolari
ed è perciò connessa alle altre attraverso relazioni di complementarietà).

R. Sistemica
R. come sist. aperto in movimento, che segue un processo
• 1a met anni 80 → applicazione della “teoria generale dei sistemi”, che, eliminando alcune
rigidità del funzionalismo strutturalista, vede la regione come sist. spaziale aperto alle relazioni
con l'esterno17, mosso da un processo* continuo nel tempo e orientato al mantenimento
dell'equilibrio interno. Tale equilibrio si fonda su un'elevata capacità organizzativa e sull'uso
razionale delle risorse (naturali e umane) ed è graficamente rappresentabile come una curva
logistica.
[*viene cos introdotto un elemento dinamico (→ interpretazione della regione in senso
diacronico, non sincronico)]

17 considerando la regione un sist. aperto possibile studiarne il rapporto con l'esterno = gli effetti che il
grado di apertura della r. sistemica produce (es. turismo o immigrazione). Nel momento in cui prendiamo
in considerazione un sist. territoriale con confini definiti non lo possiamo analizzare come fosse ‘’isolato’’
dalla realt che lo circonda, bens quale parte di un sist. pi grande e in continua relazione con esso.
23













- r. funzionale = identificabile in una struttura = insieme di elementi interagenti


- r. sistemica = struttura in movimento, orientata verso un traguardo → processo =
principale oggetto della ricerca.

REGIONE CARTOGRAFICA, REGIONE E POTERE

R. = operazione concettuale e astratta (e non realtà territoriale naturale)


• Il fatto stesso che il concetto di regione abbia subito mutamenti radicali nella storia del pensiero
geografico potrebbe portare a concludere che la regione non sia un dato oggettivo, un organismo
preesistente sul territorio.
• Regionalizzazione del territorio = preoccupazione esclusivamente accademia. Il processo di
regionalizzazione ci aiuta ad appropriarci non solo del territorio, ma pure di una serie di concetti
astratti.

Logica cartografica e naturalizzazione dell’ordine territoriale (presentato come necessità


intrinseca alle cose e non come frutto di nostre det. rappresentazioni, cartografiche e mentali)
• Logica cartografica si impone come una sorta di interfaccia tra la realt territoriale e la nostra
percezione della stessa, congelando divisioni territoriali a noi così familiari da apparire naturali.

• Tale processo di naturalizzazione ci ha reso vittime inconsapevoli di quella che Dematteis


definisce l’essenza del determinismo geografico = quella di rappresentare l’ordine territoriale come
se fosse determinato da una necessit che nelle cose, mentre tale necessità soltanto nel codice
delle nostre rappresentazioni e nei nostri processi cognitivi →
• processo insidioso, che ingabbia noi e il nostro mondo all’interno di uno specifico modo di
vedere che, in tal modo, ci separa dal mondo stesso. Quello che si contesta la credenza che
questa realt possa coincidere con le rappresentazioni che noi costruiamo di essa (ci non
possibile, per il semplice fatto che la realt stessa gi vestita dal nostro sist. di
rappresentazioni).

R.= struttura per presentare informazioni e organizzare conoscenze


Johnston → spiegando origini e cause dell’approccio regionale, definisce regione come una
“particolare struttura utilizzata dai geografi per la presentazione di informazioni” = uno
strumento in grado di organizzare efficacemente la conoscenza geografica.

R. = det. sist. di organizzazione, non solo di informazioni, ma anche della realtà


(rappresentabile = ordinabile e governabile concettualmente= governabile nella realtà).
Strumento di standardizzazione politico-amministrativa+ rafforzamento dell’ identità
nazionale tramite valorizzazione delle loro differenza, del loro particolarismo
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• Scomposizione del territorio in regioni non però un’operazione esclusivamente concettuale e


astratta: regione → regere = “governare” (esercitare il potere) + termine regio = “linee rette
tracciate dagli auguri nel cielo per suddividerne le parti, poi ai limiti di ogni porzione di
territorio.’’
• Tracciando una linea di confine sulla carta, andiamo a modificare non solo una rappresentazione
della realt ma la realt stessa. In genere sono i Governi dei vari paesi a tracciare i cosiddetti
confini formali all'interno del loro territorio: questi delimitano r. amministrative, contee,
municipalit , distretti, etc. (partizioni territoriali sono spesso utilizzate dai geografi umani come
unit -base per le loro ricerche x motivi pratici).
• Nessuna definizione geografica mai neutrale, cos come non esiste azione politica che sia
slegata da una dimensione spaziale. Spazio geografico ≠infrastruttura del territorio, mero
contenitore di oggetti.
• Potremmo dire che anche solo ponendoci in relazione a una certa regione la spogliamo della sua
neutralit , proprio per il fatto di identificarla, di distinguerla dal territorio ad essa circostante,
conferendole un’identit .
• Nell’ambito dello Stato nazione, la partizione in regioni amministrative:
1. da una parte intesa come uno strumento di standardizzazione politico-amministrativa
2. dall'altra non cancella le caratteristiche di una data regione, ma tende a valorizzarle e ad
accentuarle. Questa diversificazione regionale di un Paese contribuisce a rafforzare
l'identit dello stesso paese.

Es. Francia → da una parte risente del forte potere accentratore esercitato dal popolo parigino,
dall’altra esalta il ruolo dei suoi dipartimenti.

La regione quindi assume un duplice ruolo:


1. Da una parte strumento x la salvaguardia di particolarismi e specificit locali che si intendono
preservare.
2. Dall’altra strumento di controllo sul territorio da parte del Governo, facendosi cos garante
dell’unit nazionale del paese.

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STATO E NAZIONE:
prodotto storico-sociale (non naturale)
Lo Stato nazionale non mai stato una forma di organizzazione sociale e politica necessaria e
spontanea si tratta di un prodotto storico dell’esito di una serie molto particolare di processi sociali
e politici.

S. Territoriale (Eu. XVII s.): nuova forma di organizzazione politica-sociale-economica vs un


intricato tessuto di reti e gerarchie che mettevano in relazione Sacro Romano Impero,
Papato, citt -stato
• Lo Stato moderno ha avuto origine nell’Europa del 17° secolo:
- Sia come modello geografico ideale di organizzazione della politica
- Sia come modello alternativo di organizzazione socio-economica rispetto a quello imperiale
e a quello reticolare (basato su coalizioni legate a interessi commerciali).

All'’inizio del 500, la geografia politica dell’Europa consisteva di un intricato tessuto di reti e
gerarchie che mettevano in relazione entit territoriali diverse (Sacro Romano Impero, il Papato, le
citt -stato, i ducati, etc).

Stato= risultato di cambiamenti politici, militari ed economici


La scelta dello Stato come forma ideale di organizzazione politica e morale del territorio e della
popolazione il risultato di tre principali cambiamenti:

Ø politico
Ø militare
Ø economico

Stati=tentativo di produrre entit compatte, contigue e ben definite (XVI s.)= risultato di
imposizione di controllo politico e militare su un territorio [trattato di Westfalia (1648) e
diritto interstatale= nascita stato moderno]
1. A livello politico, Stato= riflesso del mutamento nelle dinamiche di potere tra il Papato, il Sacro
Romano Impero e la moltitudine di citt -stato: risposta al bisogno di un contenitore di potere, in
grado di fornire un modello intermedio di controllo del territorio collocato istituzionalmente tra il
potere del Papato e del Sacro Romano Impero e le unit politico-territoriali costituite dalle citt -
stato e dai domini feudali. Il bisogno di una forma alternativa di organizzazione politica del
territorio era qualcosa di nuovo (prima i territori del singolo sovrano erano spesso separati dal
punto di vista spaziale; Durante l’‘’et delle dinastie’’ la formazione delle coalizioni tra diverse
entit politico territoriali era sovente l’esito della combinazione di guerre, matrimoni tra classi etc.)
Soltanto la fine del 16° secolo il controllo politico e militare del territorio comincia tradursi in un
tentativo di produrre entit compatte e contigue: gli Stati. Il trattato di Westfalia (1648)
riconosciuto come l’evento che ha segnato la nascita ufficiale dello Stato moderno: viene anche
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riconosciuta l’esistenza di un diritto interstatale: viene infatti sancito il diritto di ciascun stato ad
esercitare la propria sovranit sul proprio territorio e il principio secondo il quale, le interferenze
negli affari interni di un altro Paese non sarebbero pi state consentite. Lo Stato si afferma quindi
come la 1a forma di organizzazione politica che vanta l’esercizio del proprio potere (militare e
non) in maniera omogenea su un insieme territoriale unificato e segnato da chiari confini.

Riforma e Controriforma: guerre di religione. Stato=soluzione a mancanza di ordine e


stabilità: infatti, unità territoriale definita= controllabile = difendibile
2. formazione dei primi stati territoriali anche l’esito delle guerre di religione durante i periodi
della Riforma e della Controriforma . Lo stato territoriale si presenta quindi come una possibile
soluzione alla mancanza di ordine e stabilit sullo scenario politico europeo e soprattutto al
problema della sicurezza (Taylor e Flint).
Lo stato territoriale offre la possibilit di costituire un’unit territoriale chiaramente definita
e controllabile e pertanto difendibile militarmente.

Rivalità commerciale tra potenze Eu …


3. L’emergere dello Stato territoriale anche associato al consolidarsi dell’economia capitalista
a livello globale. I cambiamenti politici e militari sono infatti accompagnati dall’emergere di nuove
forme di rivalit commerciale tra le potenze europee: il problema della sicurezza non riguarda solo
la tutela della sovranit territoriale, ma richiede anche la disponibilit dei mezzi necessari per
assicurare quella stessa sovranit = la capacit di competere dal punto di vista economico con gli
Stati rivali.
Le strategie e le reti commerciali vengono progressivamente assorbite dallo stato territoriale che
diviene il principale soggetto economico sullo scenario internazionale (lo Stato olandese il primo
stato mercantile). Lo stato territoriale diventa cos anche uno spazio di produzione e di
accumulazione della ricchezza.
La protezione e la difesa degli interessi dello Stato viene cos estesa alla protezione e all’estensione
degli interessi economici.

Trasformazione del concetto di Stato: era delle riv. (fr. e amer.): cambia principio di sovranità:
non più = investitura divina, dato di fatto, MA legittimità deve provenire dai cittadini (non +
sudditi). Stato= garante di diritti/ordine/servizi (nascono istituzioni come tribunali,
organismi di sorveglianza, …)
La successiva grande trasformazione nell’evoluzione dello Stato territoriale arriva con la
Rivoluzione francese e Rivoluzione americana. Queste portano infatti un cambiamento nel modo
stesso in cui il principio di sovranit verr presentato e rappresentato. In precedenza, la sovranit
era un dato di fatto, un attributo del regnante garantito dalla legittimit che gli derivava da
un’investitura di ordine divino. Le rivoluzioni attaccano questa pretesa e questa legittimit : nella
loro visione, il popolo = i nuovi cittadini ad essere investiti dell’unica vera forma di
legittimazione della sovranit dello Stato. Gli ideali portati avanti dalle rivoluzioni francese
americana hanno un importante impatto sul modo in cui lo Stato viene concepito come comunit
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politica: la legittimit dell'autorit statale doveva provenire dai cittadini membri di quello Stato,
ma quegli stessi cittadini sono ora investiti da una serie di nuovi diritti e doveri, diversi da quelli
dei sudditi nei confronti dei sovrani.

Un cambiamento importante in questa direzione segnato dall’affermazione del principio secondo


il quale la funzione dello Stato quella di assicurare i diritti dei propri cittadini. Lo Stato assume
cos il ruolo di tutore del popolo, un compito cui tenta di assolvere fornendo servizi di assistenza
sociale e proteggendo il popolo dai sussulti dell’economia. Lo Stato inoltre, si assume
progressivamente il compito di fare in modo che la societ funzioni in maniera propria = impedire
che si presentino occasioni di frattura o di collasso dell’ordine sociale. Numerose istituzioni sono
sorte con questo scopo: il sist. giudiziario e tribunali, gli organismi di sorveglianza di controllo
territoriale.

DALLA NAZIONE ALLO STATO NAZIONE


soltanto nel corso del 18° e 19° secolo che l’idea e l’ideale della nazione vengono associati
all’unit politico-amministrativa dello Stato, segnando cos l'inizio dell’era dello Stato nazione.

Il concetto di nazione ben diverso da quello di Stato.


Secondo Connor, i veri stati nazione sono quegli Stati nei quali confini territoriali di un
determinato gruppo nazionale coincidono con i confini amministrativi e nei quali la popolazione
sostanzialmente omogenea al suo interno. Seguendo questa prospettiva la maggior parte degli
Stati attuali non sarebbe da considerare uno Stato nazionale poich in essi il gruppo nazionale
maggioritario rappresenta meno del 75% della popolazione complessiva.

Nazione (social constructivism): costruzione sociale-politica caratterizzata da una specifica


storia. Nazioni = comunit immaginate, fondate sull’invenzione di una tradizione condivisa,
tenute insieme da un immaginario condiviso che consente di pensarle come comunit

L’approccio del social constructivism (costruttivismo sociale) allo studio dei concetti di nazione e
di nazionalismo, sviluppatosi grazie a Hobsbawm e Anderson, interpreta la nazione come una
costruzione sociale politica caratterizzata da una specifica storia, una storia legata allo sviluppo
dello Stato moderno e del capitalismo globale. Gli storici e gli studiosi che si riconoscono in questo
filone di pensiero concepiscono le nazioni come comunit immaginate, fondate sull’invenzione di
una tradizione nazionale da parte di una lite economicamente, culturalmente e politicamente
superiore.
Le rivoluzioni francese americana contribuirono al riconoscimento della sovranit dei cittadini:
questi ultimi saranno riconosciuti come portatori della vera fonte di legittimazione dello Stato.
Hobsbawn ha messo in evidenza che la nazione dei cittadini nell’et delle rivoluzioni era una
collettivit sorta su base volontaristica, definita dal desiderio di essere sotto lo stesso governo. Ci
che unisce le persone non la conoscenza reciproca ma piuttosto il fatto che pensano s stessi
come parte di un insieme pi grande, un insieme che li contiene accomuna (la nazione). Questa
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la ragione per cui Anderson definisce le nazioni come comunit immaginate = comunit tenute
insieme da un immaginario condiviso che consente di pensarle come comunit e come spazio
fondamentale di riferimento.

Continuità temporale della n.: Nascita n.= (forse) risultato disintegrazione visioni
universaliste delle comunità religiose (in precedenza= ruolo dominante): n.=sorta di religione
secolare, espressione del bisogno umano di immaginare un trascorso comune, una continuità
rispetto al passato (=parte dell’ontologia nazionale)
Secondo l’analisi proposta da Anderson, un fattore chiave nella formazione della nazione dato
dalla disintegrazione delle visioni universaliste prodotte e adottate dalle comunit religiose, che
nelle epoche passate avevano avuto un ruolo culturale politico dominante. La nazione emerge
dunque come una sorta di religione secolare, dando espressione politica al bisogno umano di
continuit rispetto al passato. Questo bisogno di immaginare un trascorso comune un supporto
fondamentale nella costruzione dell’ontologia nazionale = un’antologia concepita in modo da
fornire supporto all’idea dell’esistenza di una continuit e di una comunanza di tipo secolare.

Un’altra caratteristica che riguarda l'idea di nazione data dal fatto che questa immaginata come
una comunit limitata: se una nazione fosse il mondo, rimarrebbe senza sfondo rispetto al quale
definire la propria differenza.

- Nello stato nazione moderno, la sovranit e la sua legittimazione derivano dal controllo del
territorio e dalla lealt totale di tutti i suoi soggetti. Questo controllo doveva essere assicurato
attraverso l’elaborazione di nuovi meccanismi di disciplina politica.

Continuità spaziale: potere politico penetra spazio nazionale attraverso rete di istituzioni che
funzionano in rappresentanza dello Stato (scuole, servizio postale, autorit fiscali)
- Allo stesso modo, la penetrazione del potere politico nelle parti pi remote dello spazio nazionale
era assicurata da una rete di istituzioni che funzionavano in rappresentanza dello Stato: le scuole,
il servizio postale e le autorit fiscali.
La continuit temporale della nazione era pertanto accompagnata da una continuit spaziale

N. e senso di appartenenza e di identità = strumento x assicurarsi la fedelt di tutti i suoi


soggetti= trascende legami di tipo personale, l’interazione faccia a faccia: ci che unisce le
persone non la conoscenza reciproca ma piuttosto il fatto di concepirsi come parte di un
insieme pi grande

Lo stato nazione moderno era in grado di assicurarsi la fedelt di tutti i suoi soggetti soltanto
elaborando un discorso condiviso di appartenenza e di identit . L’elaborazione di questo discorso
dipendeva da una sorta di relazione di compresenza (Johnson) tra tutti i soggetti dello Stato→
relazione che li unisce sulla base di un comune senso di appartenenza, che trascende legame di
tipo personale e le comunit fondate sull’interazione faccia a faccia della vita quotidiana.
29

























Mezzi e modi x creare senso di appartenenza e unità: + evidenti = print capitalism: lingua
della carta stampata = standardizzata= base x l’affermarsi della coscienza nazionale, xk crea
terreno comune di scambio, di comunicazione. Standardizzazione lingua + burocratizzazione
(sist. educativo pubblico, leva militare, apparato amministrativo) consentono reclutamento di
tutti i soggetti attorno al grande progetto di costruzione della n.

Tutto ci fu reso possibile dall’emergere del print capitalism - capitalismo-a-stampa - (Anderson)


= un processo reso possibile dall’avvento e dalla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa e
dalla codificazione e testualizzazione delle lingue nazionali.
La lingua della carta stampata contribu a costruire la base per l'emergere e l’affermarsi della
coscienza nazionale, creando un terreno comune di scambio di comunicazione. Fu la diffusione e
la standardizzazione dei dialetti, combinata con la progressiva burocratizzazione dello Stato
(tramite la costituzione di un sistema educativo pubblico, la leva militare e la diffusione
dell’apparato amministrativo statale) a consentire il reclutamento di tutti i soggetti attorno ad un
grande progetto di costruzione della nazione.

- evidenti= rituali presenti nella quotidianit : moltitudine di situazioni nelle quali la nazione
viene sbandierata nel corso di una normale giornata (Banal Nationalism, Billig)
L’adozione di una lingua nazionale soltanto una delle modalit attraverso le quali lo Stato cerca
di creare un senso di unit tra la popolazione: ci sono infatti molti altri rituali presenti nella
quotidianit di ogni cittadino che contribuiscono lo stesso obiettivo.
Anderson sottolinea l’enorme influenza esercitata dai quotidiani, la cui lettura ha dato vita a un
nuovo ‘’cerimoniale di massa’’ che ha luogo ogni mattina.

In Banal Nationalism, Billig ha analizzato una moltitudine di situazioni nelle quali la nazione
viene sbandierata nel corso di una normale giornata*; tuttavia il richiamo alla nazione cos
familiare, cos continuo e banalizzato da non essere percepito affatto come tale (nazionalismo
banale).

* ‘’I’’ che segna la nostra automobile, programmi radiofonici del Bel Paese, carta d’identit ,
campionato di calcio…
La democrazia in Occ. fondata sulle istituzioni nazionali; i politici nel negoziare il loro ruolo e
affermare la loro autorit non rappresentano l’unico canale attraverso il quale l’idea di nazione
viene continuamente sbandierata.
La stampa quotidiana e le notizie della televisione si rivolgono al pubblico come ai membri di una
nazione.

30













GLOBO
Mondo spesso rappresentato come contenitore del mosaico di Stati nazionali, aree chiuse,
distinte x lingua, cultura etc. e impermeabili a influenze esterne
Rappresentare il mondo come se fosse un mosaico di stati nazionali un modo particolare di
concepirlo e di inquadrare il rapporto tra la scala locale e s. globale.
L’immagine del planisfero politico da un lato rappresenta la dimensione locale (corrispondente allo
stato nazione) come se fosse un’area chiusa (impermeabile alle influenze esterne, distinta da altri
luoghi x cultura, lingua, storia); dall’altro lato raffigura la scala globale come se fosse la collezione
di tutti questi luoghi.

Tale concezione messa in discussione da globalizzazione= processo per cui i confini degli stati
sembrano essere pi permeabili da influenze economiche, politiche, culturali e ambientali
provenienti da lontano: formarsi di legami e collegamenti sempre + forti tra persone e luoghi
diversi e lontani grazie a tecnologie (Internet web, satelliti, trasporti, … distanze e tempi si
accorciano, appaiono compressi) (villaggio globale: mondo virtualmente ristretto)
Oggi, l’idea di un mondo composto da un mosaico di nazioni sembra venir messa in discussione
dalla globalizzazione, un processo per cui i confini degli stati sembrano essere pi permeabili
da influenze economiche, politiche, culturali e ambientali provenienti da lontano.
una serie di processi che comportano dei legami sempre pi forti ed intensi tra persone, prodotti
e luoghi diversi, grazie a tecnologie come Internet e una vasta rete di collegamenti satellitari →
Marshall Luhan ha definito questa condizione villaggio globale = un mondo che, proprio in virt
della trasmissione in tempo reale di notizie ed eventi, si ristretto virtualmente fino a diventare
un villaggio dove tutti vivono a stretto contatto.

origini storiche della globalizzazione= dibattute: primi scambi commerciali civilt sumerica e
Valle dell’Indo? Impero Romano ? imprese di M. Polo e di C. Colombo?

John Allen ricorda come la scala globale e la globalizzazione non sono fenomeni del tutto nuovi →
Le origini storiche della globalizzazione sono oggetto di un dibattito:

- Secondo Gunder Franck i processi di globalizzazione risalgono alla nascita dei primi scambi
commerciali tra la civilt sumerica e quella della Valle dell’Indo
- Inglis e Robertson mettono in luce come la globalizzazione di cultura ed economia abbia iniziato a
prendere forma con la nascita dell’Impero Romano
- Ci sono studiosi che fanno risalire le origini e lo sviluppo della globalizzazione alle imprese di
Marco Polo e di Cristoforo Colombo
→ la scala globale assume significati e geografie diverse secondo il contesto storico e sociale che
la fanno emergere

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Man mano che la natura delle connessioni che collegano luoghi e persone diversi cambia, muta
anche geografia che la globalizzazione assume → la globalizzazione un processo e un prodotto che
prende forma dall’intersecarsi di reti di relazioni di diversa natura che collegano persone e luoghi
all’interno di uno stesso spazio sociale e tempo storico (Allen). La forma e la qualit che una certa
rappresentazione della globalizzazione assume, dipendono dal genere di connessioni tra luoghi,
persone, culture e societ diverse, che sono messe in evidenza in un determinato luogo e
momento.

La globalizzazione un processo che ci fa per certi versi, sentire pi vicini → questa sensazione
deriva dal fatto che la nostra esperienza dello spazio e del tempo stata compressa = la nostra
idea ed esperienza della distanza mutata rispetto al passato e tende continuamente a mutare.
Questo cambiamento stato reso possibile dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione e del
trasporto di massa.

Lo schema analitico di Allen propone 3 possibili distinzioni per illustrare come la globalizzazione
assuma significati e attributi diversi secondo il punto di vista da cui la si osservi:
1. g. economica
2. g. culturale
3. g. politica

Diversi modi di intendere la globalizzazione:


G. DELL’ECONOMIA: economia globale ≠ senza confini, ma piuttosto = sist. in cui barriere
protezionistiche si sono indebolite, permettendo a imprese di commerciare, investire e
produrre in tutto il mondo. NB i confini tra gli Stati non svaniscono: ci che cambia la loro
rilevanza in termini di barriera x le attivit delle multinazionali =imprese che organizzano e
realizzano 1/+ attività in almeno 2 diversi stati del mondo. Vantaggio anche x società
finanziarie, che intensificano proprie attività in aree dove è più conveniente investire e
commerciare
• Quando si parla di globalizzazione dell’economia ci si riferisce spesso all’immagine di un mondo
privo di confini, dove merci, capitali, persone, imprese, forza lavoro, ecc. attraversano agilmente
frontiere nazionali e distanze anche molto grandi. In realt , quella globale non tanto
un’economia senza confini, quanto piuttosto un sistema in cui le barriere protezionistiche si sono
indebolite a tal punto da permettere a molte imprese di commerciare, investire e produrre
reddito in tutto il mondo. In realt , i confini tra gli Stati non svaniscono, ci che cambia la loro
rilevanza in termini di barriera per le attivit delle multinazionali (transnational corporations)
ritenute il vero motore della globalizzazione economica → sono aziende che articolano il
processo produttivo secondo una geografia che coinvolge tutti i Paesi in cui l’azienda madre
decide di investire. Es. Nike fondata in America nel 1964 poi sparso in tutto il mondo

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• John Allen ricorda che sono soprattutto le grandi banche e compagnie di assicurazioni
internazionali ad aver tratto notevoli benefici dall’abbassamento dei controlli sul movimento dei
capitali tra uno Stato e l’altro: i grandi gruppi finanziari, grazie al diffondersi delle nuove
tecnologie di comunicazione, hanno dato vita ad una sorta di geografia del mondo senza confini
→ Le societ finanziarie rappresentano una forma di integrazione economica che collega luoghi
in diversi angoli della Terra. Dirigono e orientano tali flussi a partire da quei centri di comando
definiti citt globali (NY, Londra, Parigi, LA). Paradossalmente, lo sviluppo delle tecnologie della
comunicazione, anzich portare a una dispersione delle attivit strategiche di queste aziende, ne
ha intensificato la concentrazione nelle citt globali del mondo ad economia avanzata → la geo
tracciata dalle grandi banche internazionali e delle compagnie assicurative non comprende tutto
il mondo, ma sono quelle aree dove conveniente investire e commerciare.

G. DELLA CULTURA → alcuni teorizzano una Omologazione culturale e/o americanizzazione:


globalizzazione, tramite il diffondersi di modelli di consumo e di stili di vita simili, erode
unicit di luoghi e culture tradizionali in nome di una generale uniformazione
La globalizzazione un processo spesso associato anche a cambiamenti che coinvolgono la sfera
della cultura.
Omologazione culturale e/o americanizzazione: con queste espressioni si intende mettere in
evidenza che i processi di globalizzazione, tramite il diffondersi di modelli di consumo e di stili di
vita simili, stanno erodendo l’unicit dei luoghi e le culture tradizionali → la globalizzazione
appare come un fenomeno che produce una cultura globale e crea un mondo dove le differenze tra
luoghi, cose e persone tendono a dissolversi o a ridursi in maniera problematica. Per i sostenitori
della tesi dell’omologazione culturale globale, all’origine di questa uniformazione del mondo
stanno:

Origine uniformazione= potere economico-culturale USA (→ consente di diffondere e imporre


stili di vita e di consumo simili ai loro); ingl.=lingua veicolare; TV

- Lo strapotere economico e culturale degli USA che consente loro di diffondere e imporre stili di
vita e di consumo simili
- L’uso dell’inglese come lingua veicolare
- La diffusione della TV satellitare …

Alcune precisazioni: non sono consumi/desideri degli individui ad essere uguali in tutto il
mondo ma sono le grandi aziende internazionali che pubblicizzano modelli di consumo/
prodotti a potenziali acquirenti in diverse parti del mondo. Inoltre, diffusione cultura
americana dovuto più a leggi di mercati e mass media
Non sono i consumi e i desideri degli individui ad essere uguali in tutto il mondo ma sono
piuttosto le grandi aziende internazionali che pubblicizzano e cercano di vendere i propri prodotti

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a dei gruppi di potenziali acquirenti con gusti simili ma che si trovano in diverse parti del mondo.
Inoltre, non sono tanto gli USA a imporre dei modelli di consumo e stili di vita, quanto piuttosto le
leggi di mercato e lo sviluppo della tecnologia delle comunicazioni a gettare le basi per il
diffondersi di una cultura di stampo americano.

x avere cultura globale omogenea, noi tutti dovremmo interpretare prodotti mediatici allo
stesso modo: ciò non avviene xk individui ≠ ricettacoli passivi
L’idea che esista davvero una cultura globale omogenea presuppone che noi tutti interpretiamo e
valutiamo i prodotti e i film allo stesso modo → diversi studi dimostrano invece che gli individui
non sono ricettacoli passivi dei prodotti mediatici: attori diversi provenienti da contesti sociali,
culturali e nazionali differenti sono in grado di interpretare prodotti e messaggi mediatici in vari
modi.

Altro aspetto: aziende non cercano di trasformare consumatori in individui gli uni identici
agli altri; al contrario, sfruttano differenze e specificit locali x vendere meglio: si assiste a
mescolanza di culture e stili di vita vari, “confezionati” da grandi imprese x essere venduti su
vari mercati

bene sottolineare come le aziende che mirano a conquistare quote sempre pi ampie sul mercato
mondiale non cerchino di trasformare i consumatori in individui gli uni identici agli altri; al
contrario, esse sfruttano le differenze e le specificit locali per poter vendere meglio i propri
prodotti e battere sul quel terreno la concorrenza → quello a cui si assiste una mescolanza di
aspetti di culture e stili di vita diversi che vengono continuamente riconfezionati e contestualizzati
dalle imprese multinazionali per essere venduti sui vari mercati: una geografia culturale del
consumo di cultura globale.

Inoltre, continuare ad affermare che esiste una cultura globale di impronta nord-americana
egemonica = mettere in ombra l’influenza esercitata dai grandi flussi migratori che caratterizzano
le societ e che cambiano continuamente il modo in cui cultura e consumo si articolano nei vari
luoghi.

Altra influenza= flussi migratori → tramite loro bagaglio di tradizioni e usanze, cambiano
continuamente il modo in cui cultura/consumo si articolano nei vari luoghi

La globalizzazione culturale perci influenzata:


- Dalla globalizzazione dei modelli di consumo e dei prodotti da parte delle grandi imprese
multinazionali
- Dall’uso sempre pi diffuso dell’inglese come lingua franca
- Dalle culture della diaspora = bagaglio di tradizioni, usanze che i migranti si portano dietro
quando si stabiliscono in un Paese diverso da cui provengono
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L’esito di queste influenze un mondo in cui le differenze e le articolazioni culturali tendono ad


accentuarsi in virt delle spinte che arrivano dalla globalizzazione culturale e che consentono di
identificarsi con una molteplicit di comunit culturali a diverse scale e caratterizzate da spazi e
luoghi diversi ma compatibili → la globalizzazione culturale consente agli individui di
appartenere contemporaneamente a reti sociali diverse.

G. DELLA POLITICA:
l’idea che gli Stati nazione siano in crisi ≠ dissolversi dei confini politici; suggerisce che tali
confini non sono pi in grado di proteggerci da alcuni problemi di portata globale, che
affliggono le societ (surriscaldamento globale, epidemie influenzali, inquinamento dell’aria)
La fine dello Stato nazione non corrisponde esattamente al dissolversi dei confini politici tra gli
Stati: l’idea che gli Stati nazione siano in crisi, suggerisce che i confini politici tradizionali non
sono pi in grado di proteggerci da alcuni problemi che affliggono in maniera urgente le societ
(surriscaldamento globale, epidemie influenzali, inquinamento dell’aria).

Oggi la sicurezza nazionale un problema transnazionale: crisi di portata globale → nascita


di una nuova politica= organizzazioni sovranazionali (UE,ONU) e o. transnazionali.
Messa in discussione effettiva capacit e legittimit dei singoli Stati nazione nell’affrontare
crisi di portata internazionale

Oggi la sicurezza nazionale un problema transnazionale: in risposta all’emergere di un sempre


maggior numero di crisi di portata globale, abbiamo assistito alla nascita di una nuova politica
portata avanti dalle:

- Organizzazioni sovranazionali = istituzioni che prevedono l’integrazione delle politiche negli


Stati che vi aderiscono (UE, Fondo Monetario Internazionale, ONU)
- Organizzazioni transnazionali = istituzioni che non coinvolgono direttamente nella propria
azione i governi nazionali ma agiscono nel nome del pianeta e della comunit intera (Greenpeace),
evidenziando come esistano delle connessioni causali tra problemi locali e problemi globali →
mettono in discussione l’effettiva capacit e legittimit dei singoli Stati nazione nell’affrontare crisi
di portata internazionale

Però da notare: risposta a problemi di portata globale, a volte = azioni di agenzie/


organizzazioni internazionali, altre volte = interventi a livello locale.
Ciò mostra come il tentativo di delineare politiche comuni= aspirazione di una visione
universale del mondo, tuttavia destinata a essere parziale e inaccurata: processi globali che
riguardano ambiente, economia e societ coinvolgono e colpiscono infatti in maniera
differente gli abitanti di regioni e Paesi

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Bisogna inoltre notare come i problemi che stanno ai vertici dell’agenda politica globale, a volte
coinvolgono direttamente l’azione di numerose agenzie e organizzazioni internazionali, altre volte
invece soltanto degli attori a livello locale → questo spiega xk una prospettiva geografica sulla
globalizzazione politica utile:

- Rivela come una legittima aspirazione ad intraprendere politiche comuni per risolvere problemi
globali rifletta una visione parziale del mondo, prodotta in qualche luogo e che aspira a diventare
universale.
- Mostra che i processi globali che riguardano l’ambiente, l’economia e la societ coinvolgono in
maniera differente gli abitanti di regioni e Paesi, i quali a loro volta, interpretano tali processi
globali in modi diversi.

I VIAGGI DEL GEOGRAFO


Per la sua propensione a ragionare in termini spaziali l’approccio geografico pu essere utile e
talvolta necessario per capire coordinate e funzionamento di una manifestazione del sociale cos
rilevante, come quella del consumo → I lavori pi recenti dei geografi sull’argomento hanno
mostrato come le geografie del consumo debbano essere messe in relazione con quelle della
produzione.
Ma la geografia si occupa di turismo anche in modi diversi, includendolo spesso nella riflessione
che riguarda i concetti di tourism studies e di mobility studies.
La genealogia del viaggio moderno e della geografia moderna legata in maniera indissolubile allo
sviluppo del Colonialismo e dell’Imperialismo europeo e alle teorie spaziali che ne hanno
rappresentato una fonte di progettazione e legittimazione di straordinario rilievo.

GEOGRAFIE DEL CONSUMO


Approccio geografico = utile x studiare e analizzare consumo e produzione= ruolo
predominante nella nostra società
Crang spiega come i luoghi e la differenza culturale che li caratterizza non siano entit
monolitiche e chiuse e suggerisce di analizzarli attraverso reti e connessioni globali del presente e
del passato (UK e l’Englishness devono essere contestualizzati secondo una prospettiva storica e
geografica ben pi ampia).
Le geografie del consumo stanno dietro ad un bene di consumo banale: quando ci troviamo
davanti ad un progetto banale come una tazza di t , tramite l’analisi di questo oggetto possibile
riscoprire e riportare alla luce la storia coloniale dell’Impero e del capitalismo britannico. Questa
affermazione evoca alcuni dei temi affrontati:

• La relazione tra produzione e consumo


• Il consumo come pratica che contribuisce a formare e a dare espressione all’identit collettiva
e individuale

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• Le reti e i luoghi. Tramite i quali i beni di consumo circolano
• Le relazioni di ineguaglianza e sfruttamento che si possono nascondere sotto la superficie
• L’aspetto naturalizzato di molti beni che acquistiamo e consumiamo quotidianamente

la nostra= società dei consumi: crescente visibilit dei luoghi di consumo e la disponibilit di
un numero infinto di merci e servizi
Secondo alcuni critici, noi consumiamo talmente tanto che siamo prima consumatori e poi cittadini
→ secondo questa interpretazione, ci che va a stabilire la nostra facolt di essere membri della
societ non pi soltanto l’essere dei cittadini con diritti e doveri, ma la nostra capacit di
consumare o meno. La crescente visibilit dei luoghi di consumo e la disponibilit di un numero
infinto di merci e servizi hanno indotto molti studiosi a suggerire che sia il consumo, e non la
produzione, il motore centrale e la forza trainante della societ contemporanea e della sua
distinzione per classi.

Le abitudini e le pratiche di consumo cambiano continuamente: se da un lato una parte crescente


del consumo avviene tramite mezzi virtuali (Internet e carte di credito), dall’altro uno dei maggiori
trend che caratterizzano le societ a capitalismo avanzato l’espansione dal credito al consumo
→ Appadurai sottolinea come gli individui spendano molto di pi di quanto possano permettersi,
creando debiti. Propone un’analisi in cui mette in luce come il consumo di oggi sia propulsore del
guadagno e possa essere visto come una vera e propria forma di lavoro.

L’affermarsi della societ dei consumi ha attirato l’attenzione di un numero sempre + ampio
di studiosi in geo e scienze sociali → STUDIO DEGLI SPAZI DEL CONSUMO (diversi approcci: es.
semiotico: studio consumo di spazi turistici in quanto simboli carichi di tutta una serie di
significati ma di fatto = luoghi dell’illusione, spazi irreali dove l’altrove è del tutto simulato;
appr. etnografico=esplorazione spazi di consumo alternativi es. mercatini, mercati, second
hand shops. Centri commerciali=ambient power = strategia (di controllo, potere) x cui il
carattere di un luogo, suo design e allestimento devono invitare le persone a usarlo in modi
prestabiliti, come se fosse uno spazio pubblico.

L’affermarsi della societ dei consumi ha attirato l’attenzione di un numero sempre pi ampio di
studiosi in geografia e nelle scienze sociali: i geografi che si sono occupati di spazi del consumo
hanno preso in considerazione non solo quei luoghi dove consumare un’attivit ovvia, ma anche
altre dimensioni del consumo dove questa attivit non cos esplicita → Skeggs e Valentine hanno
messo in luce come il corpo possa anche essere inteso come nesso emozionale che si crea tra le
persone e le cose che consumano.

- Durante gli anni ’90 gli studiosi dedicatisi all’analisi del consumo di spazi turistici, per
interpretare questi paesaggi del consumo hanno adottato un approccio semiotico → queste

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ricerche, ispirate anche dal lavoro di Baudrillard sul concetto di simulacro, hanno descritto
i paesaggi del consumo come luoghi dell’illusione, come spazi irreali dove la realt e
l’altrove sono del tutto simulati.
- Nella seconda met degli anni ’90, sono state pubblicate molte ricerche sul consumo
basate invece su un approccio di tipo etnografico (anche per ovviare al fatto che le analisi
di stampo semiotico spesso trattavano il consumatore come un soggetto passivo, succube
della pubblicit e del marketing e/o degli spazi progettati per indurlo a trascorrere del
tempo a spendere denaro) → questo nuovo filone si dedicato all’esplorazione di spazi di
consumo alternativi come i mercatini dell’usato, i negozi di seconda mano, i mercati
all’aperto.

I centri commerciali = spazi privatizzati che ricalcano alcuni tratti dello spazio pubblico (Allen ha
esaminato il Sony Centre) → sono in grado di intrattenere e sedurre i clienti-visitatori e di
incoraggiarli a compiere percorsi ben precisi tramite ambient power = pratica di potere tradotta
in spazio secondo una strategia per cui il carattere di un luogo, il suo design e il suo allestimento
devono invitare le persone a usarlo in modi selettivi e prestabiliti, come se fosse uno spazio
pubblico.

altro oggetto di studio= BIOGRAFIA O LA VITA SOCIALE DELLE MERCI: geografi analizzano percorso
nello spazio e nel tempo di un det. oggetto, apparentemente banale ma che permette di
portare alla luce tutta una serie di aspetti implicati nella sua produzione, circolazione e
consumo; in most cases quello che emerge è come questi oggetti ≠ semplici ed innocenti
Un altro tema la biografia o la vita sociale delle merci → si tratta di un approccio influenzato
dal lavoro di Appadurai e di Kopytoff il quale, ha consentito ai geografi di districare le complesse
reti che si articolano tramite la produzione, trasformazione, circolazione e consumo delle merci, e
che ha evidenziato come queste non siano in realt oggetti tanto semplici ed innocenti.

SPAZIO, MERCE, CONSUMO


merci = commodities: tutto ci che viene venduto e acquistato. Alcuni interpretano la societ
come un posto dove tutto commercializzabile (servizi, idee, persone, parti del corpo)
Le merci sono oggetti di scambio e consumo = commodities, un termine che si riferisce a tutto ci
che viene commercializzato e quindi venduto e acquistato (commodified). Pertanto, coloro che
tendono a interpretare la societ come un posto dove tutto commercializzabile, includono nella
categoria delle commodities anche i servizi, le idee, le persone e le parti del corpo.

Produzione e consumo non sono due ambiti separati: produrre un bene implica a sua volta
l’acquisto e l’uso (quindi il consumo) di altre materie prime/ prodotti /servizi +consumare
significa disporre degli oggetti, producendo molteplici significati, conoscenze ed esperienze che
riguardano l’uso di quei prodotti

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Produzione e consumo non sono due ambiti separati → non solo perch gli oggetti creati e
assemblati in una regione del globo finiscono per essere venduti in altre parti del mondo, ma
anche perch produrre un bene implica a sua volta l’acquisto e l’uso (quindi il consumo) di altre
materie prime, altri prodotti ed altri servizi finalizzati alla creazione del bene in questione.
Inoltre, consumare significa acquistare, usare, accumulare e disporre oggetti, ci comporta la
creazione di molteplici significati, conoscenze ed esperienze che riguardano l’uso di quei prodotti.

Merci=oggetti materiali MA anche =mezzi per comunicare det. valore culturale/simbolico:


associazione merce-valore simbolico=usata da pubblicità, che spinge consumatori a comprare
det. merce in quanto= segno dell’identit , dello status sociale che ci caratterizza/ vorremmo ci
caratterizzasse
Oltre ad essere degli oggetti materiali prodotti per lo scambio e la vendita, le merci possono anche
essere viste come mezzi per comunicare: Goss le definisce come oggetti di scambio culturale e
simbolico → il consumo pu essere inteso anche come un vero e proprio modo di comunicare

intriso di immaginazione → le merci sono oggetti che comunicano perch si prestano a tutto un
mondo di associazioni simboliche. La pubblicit gioca da sempre sulle associazioni semiotiche tra
l’oggetto che deve essere venduto e l’identit dei consumatori che devono essere persuasi. Il
consumo ci offre un sistema di segni interpretabili relativi all’identit e allo status sociale che ci
caratterizza o che vorremmo ci caratterizzasse distinguendoci dagli altri → si pu affermare che le
merci che acquistiamo possiedono delle qualit intangibili.

FETICISMO DELLA MERCE (Marx)= nostra incapacit di vedere come il valore delle merci stia nel
lavoro umano che esse incorporano, ma celano: commodities celano i rapporti di lavoro di
coloro che hanno contribuito a produrre e far circolare le merci stesse, presentandosi
all’acquirente come mero oggetto desiderabile
Feticismo della merce utile per spiegare il desiderio che abbiamo per le merci: Marx usa il
termine “feticismo” per indicare la nostra incapacit di vedere come il valore delle merci stia nel
lavoro umano che esse incorporano. Secondo Marx, l’origine materiale delle merci viene nascosta
nel momento del consumo = le merci non mettono in mostra le relazioni sociali che stanno alla
base della loro produzione e del loro consumo → Questo concetto stato usato per mostrare
come le commodities (intese come fasci di relazioni sociali) celino sotto il loro aspetto i rapporti di
lavoro di coloro che hanno contribuito a produrre e far circolare le merci stesse, presentandosi
all’acquirente come un oggetto desiderabile, anche grazie alle associazioni tra merce e altri valori
che le campagne pubblicitarie immaginano e propongono.

consumo = processo, pratica fatta di relazioni tra persone, spazi, tecnologie, oggetti ed eventi.
Ricostruire biografie delle merci mette in luce come i beni di consumo= oggetti la cui
produzione, circolazione e consumo racchiude tutta una serie di implicazioni sociali,
economiche e culturali che il loro aspetto tende a farci dimenticare. I geografi hanno pertanto
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ricostruito le complesse e lunghe traiettorie spazio-temporali di alcuni beni, ponendo


attenzione a oggetti, spazi e persone coinvolti nella pratica del consumo.

Consumare un processo costituito da molteplici relazioni sociali. Se le commodities possono


essere teorizzate come fasci di relazioni sociali, allora il consumo pu essere visto come l’insieme
delle relazioni sociali18 e dei discorsi che origina dalla produzione, trasformazione, circolazione,
vendita, acquisto e uso delle merci.
Immaginare il consumo come un processo fatto di relazioni tra persone, oggetti ed eventi consente
inoltre di ricostruire le biografie delle merci, mettendo in luce come i beni di consumo siano
oggetti implicati in una serie di geografie sociali, economiche e culturali che il loro aspetto
tende a farci dimenticare. I geografi hanno pertanto ricostruito le complesse e lunghe traiettorie
spazio-temporali di alcuni beni tentando di rintracciare le filiere globali → Hubbard sostiene che
la ricostruzione delle reti che produzione e circolazione di merci generano, offre una prospettiva
originale su una serie di processi transnazionali e consente di porre attenzione sulla gamma di
tecnologie, spazi, corpi coinvolti nelle pratiche del consumo (analisi di Watts sul pollo arrosto).

Metodo=ricostruzione e schematizzazione della sua filiera= ricostruire i vari passaggi e


movimenti della merce dalla produzione alla vendita/consumo ed i molteplici attori coinvolti
evidenzia: gli aspetti spazio-temporali di una merce + suo valore (=legato al lavoro che ci sta
dietro: + lunga la filiera, + sono gli attori che devono ottenere un profitto, + il prezzo)
Un modo efficace per visualizzare la biografia di un bene di consumo la ricostruzione e la
schematizzazione della sua filiera, una strategia che stata utilizzata nella letteratura geografica.
Lo schema ricostruisce i vari passaggi e movimenti della merce dalla produzione alla vendita/
consumo ed i molteplici attori coinvolti in questo processo.
L’analisi di una filiera anche utile per mettere in evidenza i passaggi tramite i quali le merci
incrementano il proprio valore. Va detto inoltre che la filiera include una serie di passaggi che
aggiungono valore alle merci: pi lunga la filiera, pi sono gli attori che devono ottenere un
profitto da questo processo, pi il prezzo finale del bene tende ad aumentare → pertanto:
• Se da un lato la ricostruzione della filiera evidenzia gli aspetti spazio-temporali di una merce
• Dall’altro pu anche mettere in luce le qualit sociali della merce (Marx): i loro valori, i loro
significati e come essi siano il prodotto di numerose relazioni che implicano il lavoro di diversi
attori sociali.

18Relazioni sociali = insieme delle interazioni, incontri e pratiche tra persone, luoghi oggetti, ma anche i
risultati e gli eventi che da queste azioni emergono e che stanno alla base di un processo produttivo e delle
relative geografie del consumo.
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VIAGGIO, TURISMO E GEOGRAFIA


Turismo= esperienza condivisa che caratterizza nostra contemporaneità
T. ha a che fare con modelli di consumo, senso di luogo e immaginazione geografica, ma
anche soggettivit e identit , spaesamento e appartenenza.
=ambito di ricerca dei tourism studies. 2 principali filoni → 1) management studies
(marketing turistico e vari aspetti della logistica dell’ospitalità; metodi statistici e linguaggi
dell’economia)
2) sociologia, antropologia, storia, economia e geografia→studia relazioni turismo—
territorio/comunit /cultura/politica/ambiente + con concetti di identit , soggettivit ,
autenticit , luogo, paesaggio. Studia T. sia come fenomeno economico, culturale e sociale, ma
anche suo impatto sugli spazi nei quali si sviluppa

Il turismo esperienza condivisa, sulla quale convergono aspettative molto diverse e talvolta in
contrasto tra di loro: sono l’esito delle varie articolazioni di quell’insieme di processi
(globalizzazione), nonch le intricate relazioni tra questi processi e la scala del quotidiano (locale).
Le ricerche a livello internazionale che riguardano questo fenomeno, fanno riferimento al
fenomeno dei tourism studies 19= un campo di indagine relativamente recente. Gli studi turistici
negli ultimi decenni si sono raccolti attorno a due principali filoni:

• Il primo quello che si identifica con quella parte dei management studies che si occupa di
marketing turistico e dei vari aspetti della logistica dell’ospitalità, con ampio uso dei metodi
statistici e dei linguaggi tipici dell’economia aziendale
• Il secondo filone si basa invece sul contributo di discipline come la sociologia, l’antropologia, la
storia, l’economia e la geografia: quest’ultima si occupa di turismo studiando le sue relazioni con
il territorio, con le comunit , con la cultura, con la politica, con l’ambiente e con concetti come
quelli di identit , soggettivit , autenticit , luogo, paesaggio → si preoccupa di analizzare
l’origine e la formazione del turismo come fenomeno economico, culturale e sociale, ma anche su
impatto sugli spazi nei quali si sviluppa

rapporto spazio—turismo → 3 idee principali: 1) t. come movimento, partenza da un luogo x


visitarne un altro 2) desiderio di fare turismo origina dalla conoscenza di una specifica
mappa del mondo → consente di immaginare che esistano luoghi corrispondenti alle nostre
aspettative. 3)t. come impulso che trasforma e produce spazi

Il rapporto tra spazio e turismo si esprime attraverso tre modalit e idee principali:

19Tourism geography is the study of travel and tourism, as an industry and as a social and cultural activity.
Tourism geography covers a wide range of interests including the environmental impact of tourism, the
geographies of tourism and leisure economies, answering tourism industry and management concerns and
the sociology of tourism and locations of tourism.
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1. Il turismo nasce ed esiste come movimento, come partenza da un luogo per la visita di un altro
luogo, come fenomeno che si articola e si organizza tra spazi
2. Il desiderio e la relativa scelta di fare turismo originano dalla conoscenza di una specifica
mappa del mondo che ci consente di immaginare che esistono luoghi in grado di
corrispondere alle nostre aspettative e il nostro bisogno di viaggiare.
3. Il turismo trasforma e produce spazi: la geografia studia non solo le modalit di queste
trasformazioni, ma anche modelli che la pianificazione turistica tende a seguire per lo sviluppo
di una destinazione o di una specifica regione

IMMAGINAZIONE GEOGRAFICA E TURISMO:


che immagine abbiamo del viaggio e come questa ci spinge ad intraprenderlo ?
Le modalit e le motivazioni con le quali viaggiamo sono un elemento importante per chiunque si
appresti a studiare il turismo con gli strumenti della geografia.
• La storia del viaggio moderno ci insegna che il turismo contemporaneo riflette, in molte forme
e linguaggi, dei modelli, delle figure che prendono misura e si affermano nell’Ottocento
Europeo.
• C’ qualcosa che accomuna tutti i turisti contemporanei: l’impressione, durante e dopo, di aver
solo sfiorato i luoghi dei nostri itinerari, di aver solo intravisto l’esperienza promessa e
alimentata dal nostro senso di anticipazione per la partenza.

MODI DI VIAGGIARE E DI INTENDERE IL VIAGGIO; TRA PASSATO E CONTEMPORANEITÀ:


Modalit e motivazioni con le quali viaggiamo= importanti x studiare il turismo →
turismo contemporaneo riflette alcuni dei modelli e delle figure dell’800 Eu:
Humboldt = viaggiatore individuale, turista ante litteram: viaggio = metodo d’indagine, MA
anche = piacere (della scoperta) → esploratore da diporto= modello destinato a influenzare
il viaggio di massa dei sec. successivi.
viaggiatore per piacere= modo di essere dell’alta borghesia Eu (che s’impadronir del potere
ed elever il viaggio turistico a inconsapevole pratica politica).
I racconti dei viaggiatori si affiancano alle indagini scientifiche MA anche alla comparsa
dell’etnografia e pratiche antropologiche → viaggio come esplorazione, esperienza autentica
dell’Altro, avventura, conoscenza dei luoghi, etc. = ingredienti continuamente evocati ancora
oggi

Alexander von Humboldt, l’ultimo viaggiatore individuale, anche il primo turista ante litteram,
(rappresenta un modello destinato a influenzare il viaggio di massa dei decenni e dei secoli
successivi, quello dell’esploratore da diporto).
Per Humboldt il viaggio metodo d’indagine, ma anche piacere della scoperta.
Il geografo – viaggiatore Humboldt inaugura cos un modello comportamentale cui si assocer una
serie di valori di natura politica, culturale ed economica.

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Il viaggiatore per il gusto di farlo diventer un modo di essere dell’alta borghesia europea che
s’impadronir del potere ed elever il viaggio turistico a inconsapevole pratica politica.
I racconti dei viaggiatori si affiancano alle indagini scientifiche ma anche alla comparsa
dell’etnografia e delle pratiche associate all’emergere dell’antropologia come concezione della
cultura moderna.

L’esploratore e l’antropologo diventano figure mitiche, alle quali ancora oggi si richiamano le
brochure turistiche e le descrizioni delle guide per molti degli itinerari proposti in tutto il mondo.
Esplorazione, esperienza autentica dell’Altro e della sua cultura, avventura, conoscenza dei luoghi,
etc. sono ingredienti continuamente evocati dalla promozione di tour che invitano a visitare i
quattro angoli del pianeta.

Altra figura significativa= flaneur (“passeggiatore svagato e curioso”)= figura borghese nella
Parigi fin de siecle= desiderio di vivere la citt attraversandola da ospite: cammina e visita
città x il gusto di farlo, x coglierne le atmosfere e il fluire: osserva senza uno scopo preciso (in
quegli anni esplorazione ludica si comincia a diffondere tra le lite urbane Eu)
Le nostre citt oggi sono spesso attraversate da una folla di flaneur che guardano, curiosano,
fotografano, intralciano, consumano.

Il flaneur (“passeggiatore svagato e a momenti curioso”) una figura borghese che nasce nella
Parigi fin de siecle, capitale della modernit ottocentesca, che si caratterizza per il suo desiderio di
vivere la citt . Il flaneur cammina e visita per il gusto di farlo, per ‘’osservare’’ senza altro scopo o
obiettivo.
Le nostre citt sono spesso attraversate da una folla di flaneur che guardano, curiosano,
fotografano, intralciano, consumano.
Sempre in quegli anni la pratica di visitare altri paesi per il gusto dell’esplorazione ludica si
comincia a diffondere tra le lite urbane europee.

Turismo e viaggio anche = 1) forma di riconoscimento di identità nazionale e esercizio di


conferma e legittimazione della nazione 2) forma di auto identificazione rispetto a realtà
Altra
1) TURISMO DOMESTICO: consolidamento Stati nazione Eu contribuiscono a massificazione del
turismo e alla cultura del viaggio: mappatura dei luoghi sacri/ meraviglie naturali/culturali
della nazione= pratica diffusa: invito alla visita di questi luoghi x riconoscerli come propri e
identitari della tradizione nazionale = fenomeno guidato da ideologia nazionalista
2) VIAGGI INTERNAZIONALI= ora accessibili al grande pubblico= potente pratica di auto-
identificazione individuale e collettiva. Visita di luoghi lontani= modo x riflettere sulla
propria identit , x ‘’trovar proprio posto nel mondo’.

La costruzione e il consolidamento degli Stati nazione europei contribuiscono alla massificazione


del turismo e alla cultura del viaggio che lo accompagna. La mappatura dei luoghi sacri alla
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nazione e delle sue meraviglie naturali e culturali diventa pratica diffusa in tutti i Paesi europei,
alla quale fa seguito l’invito alla visita dei luoghi stessi come esercizio di conferma e legittimazione
di quelle specifiche geografie → il turismo domestico20 diventa un fenomeno che coinvolge
grandi masse un progetto politico guidato da un’ideologia nazionalista che punta a riconoscere
alcuni simboli chiave dell’identit nazionale e a escluderne altri.
I viaggi internazionali, una volta resi accessibili al grande pubblico, diventano una potente
pratica di auto-identificazione individuale e collettiva. Visita di luoghi lontani= modo x riflettere
sulla propria identit , per ‘’trovare il proprio posto nel mondo’.
La geografia del turismo che risulta dalla diffusione e massificazione di questo fenomeno,
diventer a sua volta un potente motore di trasformazione territoriale.

VIAGGIARE OGGI
T. contemporaneo → distanza relativa, grazie a disponibilit collegamenti e accessibilit delle
destinazioni (viaggi low cost)
Un altro tema per la geografia del turismo contemporaneo: distanza relativa legata alla
disponibilit dei collegamenti e all’accessibilit delle destinazioni turistiche (viaggi low cost). Il
turismo culturale oggi segnato da due approcci:

T. culturale oggi → 2 approcci: 1)patrimonialista (si predilige visita di musei, monumenti e


ogni altra forma di capitale culturale)
2) propensione x osservazione vita quotidiana di comunit che vivono in det. luoghi → senso
di nostalgia pervade la retorica che accompagna tali visite

• Approccio patrimonialista, che vede i turisti prediligere la visita di musei, monumenti e ogni
altra forma di capitale culturale catalogabile
• Il turismo culturale mostra una forte propensione per l’osservazione della vita quotidiana di
comunit che vivono in luoghi pi o meno lontani → senso di nostalgia pervade la retorica che
accompagna tali visite

T. naturalistico → fruizione del patrimonio naturale; spesso venato da nostalgia x una


natura perduta/in pericolo: progressivo estinguersi di un rapporto diretto con la natura nel
nostro quotidiano = crescente interesse x ritorno alla natura in chiave turistica
Il turismo associato alla fruizione del patrimonio naturale spesso ricoperto da una vena di
nostalgia per una natura perduta/in pericolo, sprtt per il progressivo estinguersi di un rapporto
diretto con la natura (intesa come sfondo dell’azione umana) → La scomparsa del naturale dalla
nostra esperienza quotidiana corrisponde ad un crescente interesse per diverse forme di ritorno

20 insieme degli spostamenti dei residenti di un Paese all'interno dei confini nazionali. Ad esempio, gli
italiani che viaggiano in Italia.
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alla natura in chiave turistica. Al turismo di massa culturale e naturalistico si sposa l’altra
espressione della democratizzazione del viaggio contemporaneo: vacanza ristoratrice, associata al
piacere di riposare, spesso in ambienti protetti altamente specializzati.

vacanza ristoratrice, associata al piacere di riposare, spesso in ambienti protetti specializzati


Il viaggio turistico diventato non solo un bisogno da soddisfare ma anche un modo di
produrre soggettivit individuali e collettive
Il viaggio turistico diventato non solo un bisogno da soddisfare ma anche un modo di produrre
soggettivit individuali e collettive → il turismo unisce e divide. L’esperienza turistica associata
in maniera all’habitus di Bordieu = l’accumulazione di capitale sociale, culturale, economico e
simbolico che caratterizza la distribuzione per classi di consumatori tipiche della societ tardo
moderna.

T.= praticato da viaggiatori armati di curiosit x il diverso, scopo= distinguersi, arricchendo


il proprio capitale culturale/sociale → divisione x classi di consumatori
QUINDI: radice del turismo moderno = modelli ‘800 (esploratore, etnografo, fl neur); T.
contemporaneo segnato da: grandi trend culturali che determinano bisogni/consumi,
trasformazione rapporto vita—lavoro, massificazione di molte forme di consumo
(<organizzazione sociale fordista Paese Occ.)

Se la radice del turismo moderno si trova nei modelli ottocenteschi (esploratore, etnografo,
fl neur), il turismo contemporaneo allo stesso modo segnato:

- Dai grandi trend culturali che determinano bisogni e consumi


- Dalla progressiva trasformazione del rapporto tra vita e lavoro
- Dall’aumentare della propensione nei confronti dei consumi meno essenziali
- Dell’organizzazione sociale fordista che ha caratterizzato i Paese occidentali e massificato
molte forme di consumo

GLI SPAZI DEL TURISMO


SPAZI DEL T. E DIMENSIONE AFFETTIVA: T. non solo= macchina economica: presenta una
dimensione affettiva nella misura in cui suoi luoghi sono investiti di significati e producono e
di una serie di pratiche associate, che vanno aldil della sola fruizione di un servizio. (Es.
luoghi delle vacanze=importanti punti di riferimento per il modo in cui ‘’ci pensiamo’’ per gli
stimoli che procurano o i ricordi che evocano, per le emozioni che regalano)
Il turismo non solamente una macchina economica ma anche l’origine di una vera e propria
geografia degli affetti per molti di noi → I suoi luoghi diventano parte del ritmo della nostra vita
sociale e sono investiti di significati aspettative che vanno aldil della sola fruizione di un servizio.
Il turismo ricoperto di significati pi profondi e complessi: i luoghi del turismo sono parte attiva

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nella produzione di questi significati e di una serie di pratiche associate. (Es. Luoghi delle
vacanze).

SPAZI DEL T. E IMPATTI SUL TERRITORIO: T.=potente trasformatore e organizzatore territoriale+


elemento chiave della politica territoriale di molte citt /regioni. Bisogna studiare t. cogliendo
differenza tra il modo in cui l’offerta presentata e il suo effettivo impatto sul territorio (es.
…).
aspetti importanti: A)distribuzione spaziale delle strutture/infrastrutture turistiche (→
commisurate ai livelli di punta della domanda …) B) fornitura di servizi. 3 potenziali
capacit di carico*: 1) disponibilit di spazio 2)congestione x traffico/presenza di altre
tipologie di turisti (=conflitto x l’uso dello spazio) 3) aspetti psicologici (es. percezione di
affollamento)
geo studia rapporti tra questi fattori e vita dei residenti (es. alcuni abitanti cambiano
quartiere /citt x evitare i turisti)

*n. di persone che possono essere supportate in una det. area entro i limiti delle risorse naturali, senza degradare
ambiente naturale, sociale, culturale ed economico.

Il turismo si afferma ovunque come un potente trasformatore e organizzatore territoriale, ma


anche i principi e gli obiettivi che guidano queste trasformazioni sono oggetto di discussioni di
carattere politico: il turismo un elemento chiave della politica territoriale di molte citt e
regioni → il turismo, come principio organizzatore del territorio, deve essere studiato con uno
sguardo critico capace di cogliere la differenza tra il modo in cui l’offerta presentata e il suo
effettivo impatto sul territorio, risorsa prima per il mercato turistico.

• Alla luce di questa potenza generatrice del turismo, un aspetto importante per i geografi e quello
della distribuzione spaziale delle strutture e infrastrutture turistiche → le infrastrutture di una
destinazione devono essere commisurate ai livelli di punta della domanda, e per destinazioni
stagionali questo comporta una serie di problemi organizzativi legati ai finanziamenti di base.
• La fornitura di servizi un altro importante oggetto di studio, soprattutto rispetto alla capacit di
carico. Normalmente si identificano 3 potenziali capacit di carico:

1. Riguarda la disponibilit di spazio vera e propria (es. il minimo spazio necessario per ciascun
bagnante su una spiaggia)
2. Riguarda la congestione associata al traffico e alla presenza di tipologie turistiche differenti
e spesso in conflitto per l’uso dello spazio stesso (es. presenza di ciclisti, escursionisti e
persone a cavallo sullo stesso sentiero in un parco)
3. Riguarda aspetti psicologici di carattere individuale e collettivo (es. percezione di
affollamento) → la percezione spesso determinata dalla disposizione spaziale delle

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attivit e delle facilities turistiche, cos come dei flussi della configurazione delle diverse
tipologie turistiche
→ Infine, i geografi studiano i rapporti tra i fattori descritti e la vita dei residenti, dal
punto di vista sociale e culturale, e in termini di pratiche spaziali.
Es. Ci sono abitanti che cambiano quartiere o citt per evitare di entrare in contatto con i
turisti.

ALTRI PROCESSI TERRITORIALI ALLA BASE DEL T.: regionalizzazione e zonizzazione

- Il turismo presenta modalit spaziali e scale diverse → geografi si occupano anche dei processi
di regionalizzazione alla base dello sviluppo turistico o di fenomeni come la desertificazione delle
aree interne alle zone costiere altamente turistiche.
- Altre ricerche studiano la zonizzazione turistica, cos come la strutturazione delle gerarchie
urbane associate la presenza del turismo.

SPAZI TURISTICI SPECIALIZZATI: (es.villaggi turistici/parchi tematici): enclave turistiche sprtt nei
Paesi a reddito pi basso, nei quali si ritiene che turisti debbano essere protetti dalle insidie
del territorio → nascita di spazi turistici fortemente militarizzati
Il turismo crea anche molti spazi specializzati, talvolta dal carattere extraterritoriale (villaggi
turistici o parchi tematici): le enclave turistiche stanno proliferando in particolar modo nei Paesi a
reddito pi basso, nei quali si ritiene che i turisti debbano essere protetti dalle insidie del territorio
che li ospita → Questo fenomeno d spesso vita a spazi turistici fortemente militarizzati e
ripensamento radicale della circolazione dei residenti in aree precedentemente libere.

CICLO DI VITA DEGLI SPAZI TURISTICI=altra chiave in cui spazi del t. sono stati studiati:
interpretare i fattori che consentono a una localit di attrarre i primi turisti e poi di decollare
fino a giungere al consolidamento/declino
- Infine, i geografi hanno analizzato le destinazioni come se si trattasse di prodotti associati a un
particolare ciclo di vita cercando di interpretare i fattori che consentono a una localit di
attrarre i primi turisti e poi decollare fino a giungere al consolidamento oppure al declino.

LA POLITICA DEL TURISMO


T.=straordinaria posta in gioco x economia, politica e cultura di molte citt /regioni/Paesi: x
alcuni t. oggi = pi grande industria del mondo

Luoghi del t.=potenziali soft target del terrorismo → mira a indebolire/isolare Governo e
economia dei Paesi target: infatti, colpire turisti occ.= grande risonanza sui media =
alimentare paura di chi viaggia+ maggiori misure di sicurezza x proteggere viaggiatori

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Da anni i luoghi frequentati dal turismo internazionale sono visti come potenziali soft target del
terrorismo che mira a indebolire e a isolare il Governo e l’economia dei Paesi in questione.
Colpendo turisti occidentali si ottiene una grande risonanza sui media internazionali e si alimenta
sia la paura di chi viaggia, sia l’espansione degli apparati di sicurezza preposti a proteggere i
viaggiatori.

Il turismo diventato una straordinaria posta in gioco per l’economia, la politica e la cultura di
molte citt regioni e Paesi: Qualcuno sostiene che il turismo oggi la pi grande industria del
mondo.

T. COME RIMEDIO ALLA POVERTÀ= modo in cui viene t. presentato da organizzazioni/governo di


Paesi a basso reddito
Spesso presentato dalle organizzazioni internazionali e dei governi dei Paesi a basso reddito
come un fondamentale rimedio alla povert di importanti strati della popolazione.

T. come strumento politico x: recuperare/reinventare tradizioni e narrative identitarie +


definire soggettivit individuale/collettiva (vs senso di spaesamento contemporaneo
(frammentazione, alienazione e solitudine)

Il turismo, d’altro canto, proposto anche come veicolo per:


- Recuperare tradizioni e narrative identitarie
- Definire soggettivit individuali collettive, (spesso contrapposte allo spaesamento che
l’esperienza della modernit presenta a molti di noi nella forma di frammentazione,
solitudine, alienazione)

Il turismo inoltre sembra offrire uno spazio per compensare, per mettere ordine e riempire
momentaneamente il vuoto di soggettivit con il quale molti identificano l’esperienza di una
modernit percepita come crisi perenne.

Dal turismo culturale al mondo di plastica di Disneyland.


Nelle societ occidentali il turismo sembra essere virtualmente dappertutto e tutti sono turisti. La
geografia del viaggio contemporaneo conquista e ingloba sempre nuovi territori, producendo
immagini, esperienze, pratiche, spazi veri e propri.

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HERITAGE E GEOGRAFIE DELLA MEMORIA


Heritage =patrimonio storico, culturale, artistico e naturale di un luogo → concetto che ha
dato vita a studi che esplorano ruolo del passato nella produzione di luoghi della memoria: l.
in cui tipo di storia viene commercializzata e consumata+ l. dove si commemora passato di
una comunit

Heritage una parola che abbraccia ci che in italiano definiremo il patrimonio storico, culturale,
artistico e naturale di un luogo → concetto che ha dato vita a un ricco filone di studi che ha
esplorato il ruolo del passato nella produzione delle geografie della memoria:

• I luoghi in cui un certo tipo di storia viene commercializzata e consumata


• I luoghi della memoria dove si commemora il passato di una comunit

Relazione tra heritage ed economia per mettere in luce come il patrimonio storico naturale e
culturale contribuisca alla rappresentazione e alla commercializzazione di immagini identit di
luoghi e per suggerire che queste immagini hanno un significativo impatto sui paesaggi urbani
contemporanei.

HERITAGE
=patrimonio storico, artistico e naturale di un luogo (es. elementi specifici, quali
monumenti, gruppi di costruzioni, citt )
MA
heritage non solo = insieme di elementi del paesaggio con un det. valore; innanzitutto una
forma di produzione di sapere associato al potere: l’heritage un mezzo per diffondere una
particolare conoscenza del passato per fini politici (1) ed economici (2), ed è quindi uno
strumento legato all’esercizio del potere.
Heritage industry “mette in scena” una certa rappresentazione del passato, presentandola
come ricostruzione storica obiettiva → TUTTAVIA spesso si tratta di rappresentazioni
“leggere” e spettacolari del passato, che distorcono la realtà storica
FUNZIONE POLITICA-SOCIALE DELL’ HERITAGE=base materiale cui comunit e suoi membri possono
richiamarsi per affermare di possedere un passato coerente e così autodefinirsi (serve anche a
legittimare l’operare delle classi dirigenti del presente)
FUNZIONE ECONOMICA DELL’ HERITAGE= contribuisce a creare una det. Immagine di un luogo/città
che ne fa meta ambita da visitare, attirando così visitatori e consumatori

Heritage ha acquisito una nuova connotazione, indicando ci che si intende per patrimonio storico,
artistico e naturale di un luogo. La conferenza dedicata alla protezione del patrimonio culturale e
naturale mondiale organizzata dall’ONU nel 1972 ha delineato una serie di elementi specifici del
paesaggio da qualificarsi come heritage:
49











- Monumenti
- Gruppi di costruzioni
- Citt

Questa definizione ignora il fatto che l’heritage non solo un insieme di elementi del paesaggio a
cui stato conferito un valore particolare da renderli unici, MA innanzitutto una specifica forma
di produzione di sapere associato al potere, un capitale culturale ricreato nel presente e sfruttato
per fini politici ed economici → si tratta di un complesso fenomeno contemporaneo da rendere
riduttiva la sua traduzione con l’espressione patrimonio culturale.

Nell’analizzare l’heritage diversi autori hanno dato vita a un dibattito accentrato sulla valutazione
dell’autenticit di un passato che viene comunicato attraverso gli strumenti e linguaggi della
heritage industry (come le esposizioni museali, i parchi tematici, i luoghi dedicati alla memoria e i
mass media in generale).
Analizzando la rappresentazione del passato da parte dell’heritage industry, Hewison afferma che
questo ci offre una reinterpretazione del passato in chiave contemporanea che somiglia ad una
vera e propria messa in scena poco adatta a farci comprendere la complessit delle epoche
trascorse.

La critica principale alle interpretazioni ‘’leggere’’ e spettacolari del passato offerte dall’heritage
industry si basa:
- Sulla convinzione che esse tendono a distorcere la storia andandosi talvolta confondere con essa
- Sull’idea che l’heritage ne delegittimi il significato sociale e culturale
- → Questa critica parte dal presupposto che il discorso storico (cio accademico) sia in grado
di riprodurre coerentemente e sulla base di metodi consolidati e condivisi, vicende del passato

Esiste oggi un consenso intorno all’idea che la storia abbia il compito di offrirne una valida e
coerente interpretazione, la quale, tramite l’analisi critica e la valutazione delle fonti, cerca di
evitare il pi possibile le distorsioni e le ricostruzioni opportunistiche e arbitrarie: quest’ultime al
contrario, sono invece intrinseche all’idea stessa dell’heritage → ci che accomuna la storia e
l’heritage l’interesse per il passato ma, la versione del passato raccontata dall’heritage
particolare e diversa da quella della storia, anche se a quest’ultima l’heritage fa continuo
riferimento per ottenere credibilit e consenso.

Una definizione dell’heritage quella data da Graham, Ashworth e Tunbridge: secondo questi
autori, l’heritage un modo specifico di considerare il passato come se fosse una risorsa dalla
quale attingere per raggiungere obiettivi contemporanei (politici e sociali culturali e/o
economici) → prima di essere paesaggio storico, l’heritage una forma di sapere prodotto nel
presente, che solo successivamente viene ancorato al territorio e reso concreto nello spazio. La

50















funzione politica e sociale dell’heritage quella di offrire una rappresentazione del passato che
funga da sfondo rispetto al quale un gruppo sociale possa auto definirsi e identificarsi (passato
ricostruito tende a eliminare dalla narrazione tutto ci che non contribuisce a fabbricare
un’immagine celebrativa della comunit ). Una tale rappresentazione del passato inoltre
concepita per legittimare l’operare delle classi dirigenti del presente → l’heritage un mezzo per
diffondere una particolare conoscenza del passato che si produce come risultato di circostanze
storiche sociali specifiche, ed quindi uno strumento legato all’esercizio del potere.

Elementi del paesaggio come i monumenti, i parchi naturali e storici, i luoghi della memoria, i
musei, ecc., cui viene conferito il valore di heritage, costituiscono perci la base materiale a cui la
comunit e i suoi membri si possono richiamare per affermare di possedere un passato coerente e
per giustificarne le celebrazioni attuali. Se vero che l’identit collettiva una questione di
memoria, allora l’heritage una componente essenziale nei processi di costruzione dell’identit ,
riferita alle comunit e ai luoghi che queste abitano → oltre ad essere risorsa dell’industria del
turismo, l’heritage una fonte a cui attingere per inventare o ricreare identit e immagini di luoghi
di comunit .

L’heritage quindi contemporaneamente una risorsa di capitale economico e capitale culturale: ci


che accomuna questi due aspetti la loro dipendenza dalla conservazione di beni del passato e dei
significati e valori che questi beni acquisiscono nel presente.

ECONOMIA, HERITAGE E IMMAGINE DEI LUOGHI


investire nel passato =impresa redditizia, sia x incassi prodotti dal bene protetto, sia x ritorno
di immagine x il luogo interessato →
Heritage di un luogo (spec. centro urbano) viene preso e elaborato nell’immagine della citt ,
ed enfatizzato come tratto peculiare che la distingue e rende unica.
Creazione di un’immagine = parte delle strategie di auto-rappresentazione della citt , scopo=
migliorare propria visibilit e capacit di attrarre capitale.
Heritage pertanto = risorsa utilizzata x costruire immagini da sfruttare per trainare lo
sviluppo economico dei luoghi tramite il marketing del territorio: I’m soldoni, viene creata e
svenduta una certa immagine +/- spettacolare (e fittizia) di un det. luogo/città così da
attrarre turisti e consumatori e far girare l’economia.
L’immagine che una citt si d (attingendo al proprio heritage) contribuisce a cambiare il
paesaggio urbano, diventando il modello di riferimento x la citt , sia x quanto riguarda il
giudizio dei suoi abitanti/visitatori, sia x quanto riguarda progetti che ne modificano il
paesaggio

Essendo considerato parte della cultura di un luogo, l’heritage un bene che spesso beneficia di
finanziamenti pubblici in virt delle sue propriet edificanti per la crescita degli individui della
societ in generale.
51































Tuttavia, investire nel passato pu rivelarsi un’impresa redditizia, sia dal punto di vista degli
incassi prodotti dal bene protetto e rivalutato, sia in termini di un ritorno di immagine21 per il
luogo interessato → tutto ci sufficiente per considerare l’heritage parte di un pi ampio sistema
economico-finanziario.

I geografi hanno mostrato che luogo entra a far parte delle nostre mappe mentali soltanto quando
legato un’immagine che ne evoca le peculiarit fisiche, storiche, culturali. L’heritage che ogni
centro urbano possiede viene preso, elaborato e attualizzato per essere inserito nell’immagine della
citt ed enfatizzato come tratto peculiare che distingue e rende unica quella stessa citt .

La creazione di un’immagine parte delle strategie di auto-rappresentazione della citt che


mirano a migliorare la propria visibilit e capacit di attrarre capitale e funzioni del terziario
avanzato: l’heritage pertanto una risorsa utilizzata per costruire immagini da sfruttare per
trainare lo sviluppo economico dei luoghi tramite il marketing del territorio.

L’immagine che una citt si d attingendo al proprio heritage si riflette sulla citt stessa e
contribuisce a cambiarne il paesaggio urbano: diventa il modello di riferimento per la citt , sia
rispetto al criterio di giudizio dei suoi abitanti e visitatori, sia per quanto riguarda i progetti che ne
modifica il paesaggio e la vita stessa → le immagini infatti contribuiscono a costruire il senso del
luogo (si articola attraverso numerosi e complessi processi di rappresentazione – heritage).

SPAZIO E STORIA: I LUOGHI DELLA MEMORIA


=siti che hanno la funzione di ancorare la memoria di una comunit al territorio (= luogo
reale; metafora x descrivere un avvenimento storico; spazio definito dallo Stato/autorit
locali)
Traccia materiale conferisce maggiore pregnanza e forza a un avvenimento passato,
permettendogli di imprimersi maggiormente nell’immaginario comune.
L’heritage viene dunque reso visibile, tangibile, tramite CONSACRAZIONE DI OGGETTI PROVENIENTI
DAL PASSATO, ai quali i governi e istituzioni conferiscono un significato storico (nb se non vi
sono tracce originali dell’evento da commemorare, il monumento a rendere l’heritage
concreto e visibile). All this=conversione di spazi a luoghi della memoria → tracce del passato
però NON sufficienti: necessario che INDIVIDUI E COMUNITÀ RICONOSCANO TALI SPAZI come parte
della memoria collettiva e li commemorino

Con l’espressione i luoghi della memoria intendiamo indicare quei siti che hanno la funzione di
ancorare la memoria di una comunit al territorio. In particolare, un luogo della memoria pu
essere inteso come:

21in
senso fig., ritorno d'immagine, spec. nel linguaggio della pubblicità, aumento del prestigio e della
popolarità di una persona, di un prodotto, di un'azienda, grazie a una campagna pubblicitaria di successo
52























- Un luogo reale
- Una metafora per descrivere un avvenimento storico
- Uno spazio definito dallo Stato o dalle autorit locali, quale contenitore ufficiale delle memorie
di una comunit

Un avvenimento del passato associato ad uno spazio specifico acquisisce una maggiore
consapevolezza se vi una traccia materiale: qui che l’heritage reso visibile e tangibile grazie
alla consacrazione di oggetti provenienti dal passato, ai quali i governi e istituzioni conferiscono
un significato storico di gran valore. Anche se non vi sono tracce originali dell’evento che si vuole
commemorare, il monumento a rendere l’heritage concreto e visibile.
Non per sufficiente la presenza di tracce del passato a convertire questi spazi in luoghi della
memoria: necessario che gli individui e le comunit li riconoscano come parte essenziale della
geografia della memoria collettiva e ne facciano l’oggetto delle loro pratiche commemorative.

Un luogo definito come spazio della memoria non sempre coincide con la localizzazione degli
eventi commemorati. Tuttavia, se vi questa coincidenza, spesso il luogo assume un’alta valenza
simbolica e politica: entrare in contatto con esso equivale ad un incontro metaforico con la
Storia.

SPAZIO E MONUMENTO
Gli spazi considerati della memoria a volte NON hanno traccia dell’episodio che si vuole
commemorare. In tal caso, monumento funge da testimone (incorpora un evento storico in
modo tangibile + ricorda storia comune che lega membri della comunit )
=simbolo culturale, forte potere evocativo → a volte suscita reazioni emotive

nell’osservatore e lo indirizza verso una specifica interpretazione della storia (→


determinata da chi ha commissionato opera monumentale, da obiettivi dell’opera e
dall’inclinazione dell’artista che la progetta/realizza).

Gli spazi considerati i contenitori della memoria di una comunit o di un Paese, a volte non hanno
traccia dell’episodio che si vuole commemorare. In tal caso il monumento che funge da testimone
della storia e ne comunica il ricordo.

- Il monumento ha la capacit di incorporare un evento storico in modo pi efficace rispetto ad


altre espressioni della memoria perch tangibile, materialmente accessibile alle persone, perch
inserito nello spazio del quotidiano. Essendo collocati in spazi pubblici, i monumenti rendono
cos il passato parte integrante del presente.
- I monumenti operano incessantemente, anche grazie alla loro materialit come ponte simbolico
che collega la memoria ufficiale e le memorie individuali di coloro che vi si imbattono → Si
offrono come elementi del paesaggio che permettono ai cittadini e ai visitatori di ricordare la
storia comune che lega i membri di una comunit .
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- Il monumento allo scopo di richiamare l’attenzione del pubblico sugli eventi che commemora,
piuttosto che su di s in quanto oggetto.

I monumenti, in quanto simboli culturali dal forte potere evocativo, a volte suscitano reazioni
emotive nell’osservatore e lo indirizzano verso una specifica interpretazione della storia. Young
afferma che essi intendono comunicare e affermare una versione della memoria di un luogo i cui
contenuti, significati e forme sono determinati:

- Da chi ha commissionato quell’oggetto e l’ha voluto in quel luogo


- Dagli obiettivi (dichiarati o meno) per cui l’opera stata concepita
- Dall’inclinazione dell’artista che li progetta e li realizza

Memoria pubblica incorporata nel monumento NON dipende solo da sue forme MA bisogna
considerare anche come esso viene “comunicato”, rappresentato ad es. nei media + come viene
interpretato dagli individui: QUINDI anche contesto in cui è inserito, in cui viene visto e
interpretato=rilevante

La memoria pubblica incorporata in un monumento non dipende solo dalle sue forme e dei suoi
elementi iconografici ma anche da come esso utilizzato, da chi e in quali circostanze lo vede e ne
d un’interpretazione, nonch dal modo in cui l’immagine del monumento stesso usata e
riprodotta nei media → L’analisi di un monumento e del suo spazio della memoria va affrontata
collocando questi nel pi ampio contesto dato dalla costruzione comunicazione dell’heritage di un
luogo, e valutando come essi siano interpretati dagli individui nel quotidiano.

Memoryscape di una nazione = oggetti carichi di profondi sentimenti, commemorati da una


comunit : sguardo e celebrazione del proprio passato x dare senso al presente

Memoryscape di una nazione = oggetti carichi di profondi sentimenti, attorno i quali si svolgono
riti commemorativi di una comunit e che diventano la meta di pellegrinaggi collettivi e
individuali → la nazione cerca una riconciliazione con il proprio passato, a cui vuole dare un
senso nel e per il presente.

I monumenti come i musei sono importanti oggetti di studio per i geografi che si interessano degli
spazi (reali e immaginari) intorno ai quali si coagula il senso di appartenenza comune di
una comunit .

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SPAZIO E MUSEO
musei =mostre di cose/fatti che riguardano pres./pass.; scopo= ricostruire e preservare
heritage di popoli e comunit + trasmettere a visitatori una specifica versione del sapere, una
specifica narrazione della storia.
contenitore di cultura e memoria dove spazio e tempo = compressi allo scopo di presentare
eventi/luoghi/concetti in modo semplificato e facilmente consumabile dai visitatori:
linguaggio intellegibile + strutturazione delle nozioni in maniera coerente e plausibile =
ricorda tecniche comunicative mass media, che vogliono essere fruibili e arrivare a maggior
numero possibile di persone

Il museo tradizionale pu essere considerato al pari di un mezzo di comunicazione di massa

I musei moderni, mettendo in mostra cose e fatti che riguardano il presente il passato,
contribuiscono a formare la nostra conoscenza su diversi aspetti del mondo in cui viviamo.
Essi sono stati concepiti come luoghi attraverso i quali ricostruire e preservare l’heritage di
popoli e comunit e per consentire agli eventuali visitatori di imparare il e dal passato → I
musei tradizionali possono essere visti come contenitori di narrazioni e di storia che riguardano
noi stessi, la nostra presunta identit collettiva e sono pertanto parte della nostra memoria
sociale.

Attraverso l’esposizione di oggetti cui stato conferito un valore di documento, il museo si


proposto come uno strumento educativo concepito in modo da trasmettere una specifica
versione del sapere tramite suoi spazi espositivi → possiamo pertanto paragonare il museo
moderno a un contenitore di cultura e memoria dove spazio e tempo sono compressi allo scopo di
presentare eventi, luoghi e concetti in modo semplificato e facilmente consumabili dai visitatori.

Il museo tradizionale pu essere considerato al pari di un mezzo di comunicazione di massa che


media tra un mondo di conoscenze complesse e poco familiari e il mondo dell’esperienza
quotidiana: esso si fa custode di un sapere e lo traduce spazio espositivo, secondo un determinato
linguaggio che lo rende intelligibile al grande pubblico. Anche il museo utilizza varie tecnologie
per la comunicazione e tenta di strutturare le nozioni che intende comunicare in una matrice
narrativa coerente e plausibile → il principio organizzatore dominante la metonimia: una volta
prelevati dal loro contesto originale per essere inviati ai musei, gli oggetti del passato vengono
classificati, etichettati, ordinati ed esposti all’interno di una struttura spaziale narrativa in cui ogni
elemento viene legato in sequenza a quello che lo precede e a quello che lo segue, in modo da
produrre una rappresentazione coerente e comprensibile del passato.

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Nonostante pretesa di neutralit nel narrare il passato, musei (e immaginario a loro legato)=
profondamente politici: museo =prodotto di un det. contesto storico-sociale. Le narrazioni
della storia che adotta QUINDI = altamente selettive + dovute a specifici obiettivi politico-
sociali dei curatori e/o dei finanziatori

IN CONCLUSIONE: monumenti e musei = spazi (reali e immaginari) intorno ai quali si coagula il


senso di appartenenza e di identità di una comunit : offrono narrazioni del passato parziali e
funzionali, con specifici obiettivi economici e politici

Nonostante la loro pretesa neutralit ideologica, musei e la stessa immaginazione museale sono
profondamente politici: un museo sempre il prodotto di circostanze storico-geografiche
specifiche, ha un ruolo sociale e politico che va ben oltre quello di raccontare in maniera semplice
ed oggettiva il passato, e le narrazioni che utilizza sono altamente selettive → il museo quindi
un’istituzione che incorpora gli obiettivi politico-sociali dei curatori e/o dei finanziatori.

LA PRATICA DEL GEOGRAFO


METODO E METODOLOGIA
A partire dall’inizio degli anni 90, nel mondo accademico anglosassone si assistito alla
proliferazione di testi specializzati in metodi di ricerca per la geografia umana e per le scienze
sociali in generale → attribuibile a 2 motivi principali:

- All’enfasi posta dall’approccio femminista alle scienze sociali, ma anche dagli studi post-
coloniali e dai cultural studies sul ruolo delle metodologie di ricerca nel determinare il tipo di
conoscenza che caratterizza una specifica disciplina.
- Molti ricercatori i quali sostenevano che le ricerche empiriche nelle scienze sociali erano
condotte senza una riflessione critica, sia sulle metodologie utilizzate sia sul loro effetto sui
risultati prodotti → si pertanto risposto a questo vuoto di riflessione cominciando evidenziare
l’importanza di scegliere, giustificare e discutere nel dettaglio le metodologie adottate.

Le pubblicazioni comparse negli ultimi vent’anni hanno riguardato in particolare i metodi


qualitativi, mentre hanno dedicato meno attenzione a quelli quantitativi → rappresenta una
reazione all’adozione di metodi matematici usati dalla geografia quantitativa. L’emergere e il
l’affermarsi della geografia di ispirazione marxista (tra gli anni 70 e gli anni 80) e il consolidarsi
della cultural turn = la nuova enfasi posta sulla dimensione culturale e politica della ricerca nelle
scienze sociali, hanno incoraggiato i geografi:

- Ad adottare metodi diversi, concepiti allo scopo di studiare aspetti della realt spesso trascurati
dalle ricerche precedenti
- Di produrre diverse forme di conoscenza nuove

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Per questo motivo i geografi hanno iniziato a utilizzare in maniera sempre pi intensa e
approfondita una serie di strumenti metodologici di carattere qualitativo, portando a focalizzare
la propria attenzione in modo maggiore su aspetti quali l’esperienza individuale e collettiva dei
luoghi. Sebbene i metodi quantitativi non siano stati abbandonati del tutto, si sono utilizzati
sempre meno e con una certa prudenza, di solito per integrare i dati prodotti attraverso l’indagine
qualitativa.

Ci che normalmente chiamiamo ricerca un articolato processo costituito da almeno 8 stadi


principali, che costituiscono la metodologia di un progetto di ricerca:

1. Scegliere un tema generale che sia di interesse per noi e per la comunit accademica a cui
apparteniamo.
2. Eseguire una literature review (analisi critica dei lavori teorici ed empirici gi pubblicati che
riguardano l’argomento scelto) che servir a restringere e orientare il nostro campo di
indagine. Questa analisi della letteratura e della gerarchia delle fonti, oltre ad accrescere il
nostro patrimonio di informazioni su un dato tema, ha l’obiettivo di identificare i gap di
conoscenza che riguardano l’argomento-oggetto della nostra investigazione → ogni studio
deve portare un contributo originale alla conoscenza.

La literature review serve a restringere e orientare il campo di indagine per capire quali aree
non siano state studiate in modo approfondito in precedenza e per

1. Formulare le research questions = una serie di domande che riassumono in modo chiaro
l’obiettivo del nostro studio, e che ci guideranno attraverso le tortuosit del lavoro sul campo e
della successiva analisi → le conclusioni della ricerca presenteranno e articoleranno le risposte
alle domande di ricerca che stanno all’origine del progetto.
2. Scegliere un caso di studio da esplorare empiricamente, adatto a rispondere alle domande da
cui prende le mosse il nostro progetto. Il caso di studio prescelto deve essere sempre
giustificato rispetto all’argomento studiato.
3. Valutare quali siano i metodi pi adatti a svolgere lo studio per rispondere alle research
questions.
4. Affrontare il lavoro sul campo (fieldwork) allo scopo di raccogliere materiali e le informazioni.
5. Ordinare, elaborare e analizzare le informazioni e i materiali raccolti in maniera coerente
rispetto all’impianto teorico elaborato.
6. Scrittura e presentazione al pubblico dei risultati dell’indagine.

Differenza tra metodologia e metodi:


• Metodologia = un insieme che ingloba tutto il processo di ricerca (dalla literature review alla
definizione delle research questions, dall’elaborazione dell’impianto teorico alla scelta del caso di

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studio e dei metodi, dalla riflessione sul lavoro sul campo effettuato all’analisi dei dati e alla
comunicazione dei risultati).
• Metodi = le tecniche specifiche utile usate per condurre una ricerca con il fine di raccogliere
informazioni e produrre dati → 2 generi di metodi:
o Orali, che utilizzano soprattutto le interviste
o Quelli che si basano sull’osservazione condotta sul campo
o Quello che riguarda l’analisi testuale di materiali come documenti, testi creativi e il
paesaggio vero e proprio

INTERVISTE: STRUTTURATE, SEMI-STRUTTURATE E NON STRUTTURATE

Tra i metodi pi utilizzati in geografia umana vi sono quelli orali = tecniche che ci aiutano a
comunicare direttamente con individui in grado di fornirci informazioni, testimonianze ed
esperienze utili alla nostra ricerca. Il metodo orale pi utilizzato l’intervista = scambio verbale
faccia a faccia durante il quale cerchiamo di ottenere delle informazioni o delle opinioni da uno o
pi persone → 3 tipologie di interviste:
• Le interviste strutturate che si basano su una lista predeterminata di domande poste a tutti gli
informatori nello stesso ordine
• Le interviste non strutturate le quali prevedono che sia l’intervistato a guidare la
conversazione seguendo alcuni spunti suggeriti dal ricercatore.
• Le interviste semi-strutturate che prevedono l’uso di domande, le quali per possono essere
poste in ordine diverso secondo la situazione → si possono anche formulare sul momento
nuove domande non previste dalla lista, soprattutto se ritenute importanti per approfondire
una tematica interessante emersa durante la conversazione

Dunn afferma che l’intervista pu essere utile per 4 ragioni:


1. Colmare una mancanza di informazione che altri metodi non sono in grado di fornire
2. Esaminare in modo approfondito comportamenti e pratiche sociali complessi
3. Raccogliere opinioni ed esperienze individuali che possono essere diverse (o simili) in
funzione della posizione sociale dell’intervistato
4. Utilizzare un metodo che lasci la possibilit all’informatore di esprimere il proprio punto
di vista
→ Uno dei vantaggi dell’intervista che consente di scoprire ci che importante anche per
informatore, le cui opinioni devono sempre essere valorizzate e trattate con rispetto.

Usare l’intervista come metodo di ricerca richiede una certa organizzazione:


- necessario preparare una guida o una traccia scritta che riguardi le questioni generali che si
vogliono discutere con l’informatore (lista di parole o concetti) → flessibile e consente di avere
pi libert durante l’intervista in modo da poter formulare alcune domande sul momento,
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attingendo a temi emersi durante la conversazione. Vengono usate per le interviste semi-strutturate
e non strutturate.
Invece della traccia si pu preparare una vera e propria lista di domande precise che, nel caso che
le interviste strutturate, saranno poste nello stesso identico ordine a tutti gli informatori → regole
elementari per scrivere delle efficaci domande: usare un linguaggio semplice e mai offensivo o
provocatorio, evitare o ridurre l’uso di termini che possono avere un significato ambiguo, scegliere
accuratamente le parole e il tono da utilizzare, evitare di formulare domande che prevedono come
risposta un semplice si/no.
- La selezione e l’accesso ai potenziali informatori una delle fasi pi difficili da superare in una
ricerca sul campo e una volta individuati, bisogna instaurare un clima di fiducia sin dai primi
contatti con queste persone per ottenere il permesso di intervistarle → bisogna:
o Qualificarsi con nome e cognome, e specificare l’organizzazione presso cui si studia o si
lavora
o Chiarire le modalit che hanno portato a conoscenza del nome dei contatti del potenziale
intervistato
o Spiegare i motivi per cui si contatta un possibile informatore, delineando brevemente il
tema dello studio
o Chiarire come e dove si svolger l’intervista e quanto tempo durer all’incirca
o Ringraziare l’intervistato del tempo concesso ed enfatizzare che quanto ha detto sar
utile e di valore per il progetto di ricerca in questione

- Registrare, prendere appunti e trascrivere sono gli stadi attraverso i quali le interviste si
formano da materiali raccolti sul campo in veri e propri dati da analizzare.
Registrare e prendere appunti sono le due principali tecniche per documentare un’intervista:
o Prendere appunti ha lo scopo di catturare il succo di quanto viene discusso → non
permette di cogliere la mimica facciale e gestuale dell’informatore
o Registrare l’audio ha l’obiettivo di documentare fedelmente l’intervista e il vantaggio di
agevolare il flusso della conversazione
Trascrizione necessaria per l’analisi successiva al lavoro sul campo → richiede molto tempo, per
cui bisogna decidere se sia fondamentale o meno trascrivere l’intera conversazione (dipende dagli
obiettivi della ricerca).

Prima di procedere alla codifica dei dati, ogni intervista deve essere riletto attentamente allo
scopo di elaborare delle schede riassuntive → potranno essere:
o Personali = specificatamente dedicate alla persona intervistata: pu contenere le
riflessioni su come e dove si svolta l’intervista, come si selezionato un informatore e se ci
sono questioni etiche in gioco
o Analitiche = dedicate al contenuto dell’intervista stessa, facendo riferimento alle research
questions e alla teoria che guida la ricerca
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Analizzare le interviste spesso la fase pi difficile per un progetto di ricerca. Ci sono 2 principali
tecniche di base utilizzate in geografia:
o L’analisi del contenuto esplicito (manifest content analysis) → si considera il contenuto
visibile di documenti quali le trascrizioni
o L’analisi del contenuto latente (latent content analysis) → richiede anche l’esame della
trascrizione per temi e prevede che il ricercatore definisca esplicitamente il significato
sottostante le parole espresse
- Interviste sono strumenti che coinvolgono direttamente le persone all’interno del processo di
ricerca, pertanto sono tecniche di ricerca che dovrebbero ricordare costantemente al geografo che
dietro i dati ci sono delle persone vere.

ETNOGRAFIA E OSSERVAZIONE PARTECIPATA


Per poter esplorare direttamente luoghi, ambienti, gruppi e attivit sociali, i geografi
contemporanei utilizzano pertanto anche altri strumenti messi a disposizione dall’etnografia. In
particolare, si basano sulla participant observation → basandosi sulla presenza dei ricercatori in
un contesto non organizzato e pianificato in anticipo, ambisce a produrre un tipo di conoscenza
ricavata direttamente dalla spontaneit delle interazioni quotidiane.

L’enfasi posta sull’uso di metodi diversi opera un’importante distinzione tra etnografia e
osservazione partecipata. Altri metodi che possono essere affiancati all’OP, oltre interviste sono:
- Ricerca in archivi
- Raccolta di testi quali articoli di giornali o materiali presi da Internet
- Collezione e/o produzione di video e fotografie

OP pertanto uno dei diversi metodi utilizzabili in un approccio etnografico alla ricerca, anche se
spesso considerato come uno dei pi importanti. Il ricercatore non si limita solamente ad
osservare la scena ma, partecipando con la propria presenza a quella stessa scena, egli contribuisce
anche a crearla, a produrre il mondo che descrive nei suoi resoconti = ogni nostra descrizione del
mondo avviene sempre secondo una prospettiva ben specifica, collocata all’interno del contesto
che studiamo e prodotta dalla nostra specifica posizione sociale → espressione OP mette in luce il
fatto che la ricerca geografica non in grado di rispecchiare in maniera trasparente il mondo, ma
solo di rappresentarlo, comprendendo alcune sue parti ed escludendone altre.

L’osservazione partecipata affonda le proprie radici nella tradizione accademica dell’antropologia:


quello etnografico stato ed il principale metodo di ricerca degli antropologi quali, occupandosi
di societ e comunit non occidentali, hanno insistito sul fatto che ricercatori dovessero
immergersi letteralmente nella cultura e nell’ambiente di coloro che studiavano → Questa
posizione doveva consentire all’antropologo di esaminare attentamente ci che studiava e, a patto
di mantenere un atteggiamento distaccato intellettualmente ed emotivamente, gli avrebbe dovuto
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consentire di cogliere oggettivamente e scientificamente gli aspetti pi nascosti della cultura


esplorata.

Le fondamenta su cui poggiava l’etnografia tradizionale sono state messe in discussione dalle
scienze sociali contemporanee, in particolare dalla critical anthropology → il volume Writing
Culture di Clifford e Marcus (opera sulla crisi della rappresentazione in etnografia) ha convinto a
fare ricerca in modo riflessivo, consapevole dei limiti della parzialit dei lavori, i cui risultati sono
influenzati dal punto di vista e dalla posizione che incorporano e riflettono la soggettivit
del ricercatore. Per Clifford e Marcus le etnografie sono dei resoconti che si basano sull’esperienza
dei ricercatori e che raccontano il mondo in modo selettivo e parziale → Clifford sosteneva che le
etnografie non sono prodotti che rappresentano le culture, ma piuttosto che le inventano. La
descrizione etnografica pu essere al simile ma mai identica alla realt che descritta: la ricerca
il frutto di una visione parziale e ricostruita di ci che si osserva.

Thrift e Lees hanno proposto l’OP come uno dei metodi principali per comprendere come ambiente
costruito, paesaggio e luoghi producano, e siano il prodotto, delle molteplici pratiche sociali che li
animano. Questi studiosi hanno mosso una critica alla geografia culturale affermando che questa si
limitata a considerare solamente processi di significazione22 e di rappresentazione → I geografi
dovrebbero occuparsi non solo dei processi di significazione, ma anche della inhabitation dello
spazio = di come lo spazio sia quotidianamente animato, praticato e vissuto emotivamente e
materialmente dagli individui e dalle collettivit .

L’osservazione il risultato di una scelta di ci che si vuole osservare e di come osservarlo. Kearns
spiega come nelle scienze sociali si osservi per 3 motivi principali:
1. Contare
2. Raccogliere informazioni mancanti, che vanno a completare il quadro di una ricerca pi
ampia
3.Imparare attraverso l’esperienza diretta → osservazione mirata a produrre
un’interpretazione profonda di un particolare luogo in un arco di tempo specifico attraverso
l’esperienza diretta

Non vi una guida che possa insegnare come si osserva, ma ci sono dei testi che possono dare
delle valide indicazioni su come fare etnografia → bene sottolineare come l’osservazione
partecipata non venga mai condotta in modo causale ma ci sono fasi precise che caratterizzano
questo metodo, dalla scelta del luogo fino alla presentazione dei risultati:

- La scelta del luogo da studiare di solito dettata dagli obiettivi che si pone il progetto di ricerca

Il fatto di significare, di esprimere cioè e di comunicare un contenuto semantico, una nozione, un


22

messaggio
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- Avere accesso al contesto sociale prescelto per la ricerca un aspetto cruciale di ogni indagine
etnografica → opportuno identificare in via preliminare quelle persone in grado di dare il
permesso per studiare questo tipo di contesto.
Oltre a documentarsi, fondamentale creare dei primi contatti con i gatekeeper = quelle persone
che, svolgendo un ruolo decisionale e/o importante all’interno del contesto sociale prescelto,
possono facilitare (o impedire) le occasioni per interagire con altre persone che si vuole
coinvolgere nella ricerca → consentiranno di farsi un’idea di su come si pu svolgere la ricerca.
L’accesso al contesto sociale prescelto dipender non solo dal gatekeeper ma anche dalla natura del
progetto di ricerca stesso.
- Prendere coltivare i contatti con persone del luogo necessario: solo a questo punto che il
lavoro sul campo (fieldwork) inizia formalmente → Il campo inteso come luogo e lo spazio
sociale dove si raccolgono materiale informazioni primarie per la ricerca.
Driver afferma che se concepiamo il sapere geografico come prodotto di una serie di pratiche
concrete e corporee, il campo in tal caso non pi concepito come uno spazio esterno, rigido, ben
confinato, ma piuttosto come uno spazio che viene continuamente costruito attraverso il
movimento fisico e attraverso altri tipi di attivit . Il campo, in quanto spazio che riunisce diverse
geografie del processo di ricerca, pertanto il prodotto di molteplici pratiche e discorsi, sia delle
varie pratiche spaziali che caratterizzano il fieldwork, sia dei vari testi, incontri ed immagini che
formano lo studioso prima e dopo il lavoro empirico → questo concetto di campo utile ed
importante perch rivela il fatto che ci che si fa non solamente recarsi in un luogo per attingere
info dalla realt per poi trascriverla in uno scritto, ma mostra come le etnografie non rispecchiano
la verit oggettiva del mondo, poich questo anche il prodotto delle nostre pratiche e degli
strumenti di ricerca a disposizione.

- Prima di avvicinarsi al campo sar necessario decidere se adottare un approccio aperto (overt)
dichiarando la propria identit e il proprio obiettivi, oppure in incognito (covert).
Una caratteristica dell’OP data dal fatto che la semplice presenza di un ricercatore altera il
comportamento di coloro che sono studiati:
• Avere l’abito adatto alle occasioni un elemento strategico importante per essere accettati ed
entrare in comunicazione con coloro che sono i protagonisti dei luoghi e delle esperienze
esaminati con il metodo etnografico.
• Parlare in modo appropriato alla situazione
• Ascoltare con la dovuta attenzione, tenendo presente ai rispettivi ruoli in gioco
•→ sono altri 2 elementi importanti che permettono agli etnografi di confondersi e interagire
con l’ambiente studiato

- Una volta immersi nel campo ci si deve porre e rispondere a delle domande → rappresentano
gli strumenti per ottenere informazioni fondamentali su eventi, struttura sociale, modelli e schemi
culturali e suoi significati che le persone danno a queste cose.
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Per essere efficace, l’OP deve andare oltre la semplice osservazione del contesto prescelto: deve
essere sostenuta da una serie di altre strategie di ricerca come le interviste e la raccolta di fonti
secondarie → pertanto utile ottenere in via preventiva delle info sul gruppo o popolazione e il
luogo specifico.

- Un elemento fondamentale di ogni etnografia il diario: questo deve incorporare tutto ci che il
ricercatore ha osservato, provato fisicamente ed emotivamente → gli appunti devono essere
dettagliati e pi completi possibile.
Sebbene l’osservazione sia una componente fondamentale di molti metodi di ricerca, in quelli
qualitativi bene ricordare che essa coinvolge anche altri sensi oltre la vista (tatto, olfatto, udito e
memoria dell’esperienza passata) → le descrizioni devono essere integrate con riflessioni che
rimandano alla teoria che sta informando la ricerca: infatti la base teorica prescelta che indirizza
verso specifici elementi ed eventi su cui si dovr concentrare l’attenzione.

La macchina fotografica pu anche essere utilizzata come strumento per raccogliere gli appunti
sul campo, cos come una videocamera, che talvolta utile per registrare il contesto e la
comunicazione verbale e gestuale delle persone coinvolte nella ricerca.

- La fase finale di uno studio etnografico consiste nella scrittura della storia riguardante ci che
stato osservato → fase della ricerca che normalmente avviene fuori dal campo, una volta
tornati a casa.

3 pilastri che fanno di un’etnografia uno studio valido e rigoroso:


1. La chiarezza dell’impianto teorico utilizzato
2. La franchezza sul percorso intrapreso dall’etnografo (una dettagliata discussione di ci che
stato fatto di come stato fatto)
3. La presentazione della fieldnote evidence = di citazioni tratte dal diario che provino la bont
delle interpretazioni elaborate dall’etnografo

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