Sei sulla pagina 1di 1

«Il Chronicon, privo della parte iniziale e della finale, contiene la storia,

vescovo per vescovo, della Chiesa di Arbela. Non si tratta però soltanto di una
storia ecclesiastica locale: vi rientrano eventi di storia politica e militare del
mondo mesopotamico e il panorama geografico talora si allarga anche fino all'Impero
romano..»

(Ilaria Ramelli, op. cit., p. 7)


Questo testo fu considerato da molti orientalisti come un'opera preziosissima, fino
a che non iniziarono a sorgere dei dubbi sulla sua autenticità, avanzati dapprima
dal bollandista Paul Peeters[1], poi dal gesuita Ignacio Ortiz de Urbina[2]. Nel
1941 il domenicano Jacques-Marie Vosté rivelò che Alfonso Mingana aveva fatto
aggiungere il nome di Mšiḥā-zkā.[3] Infine l'orientalista tedesco Julius Assfalg
esaminò l'unico manoscritto conosciuto[4] e scoprì che si trattava di un falso,
invecchiato artificiosamente, e che il testo editato da Mingana non corrispondeva
esattamente a quello del manoscritto.[5] Poco dopo, il domenicano Jean-Maurice Fiey
denunciò che la Cronaca di Arbela era un falso fabbricato da Mingana e ricordò che
per altri testi pubblicati dal Mingana erano stati sollevati dubbi di autenticità.
[6]

Tuttavia, nello stesso anno delle accuse di Fiey, lo studioso inglese Sebastian P.
Brock stemperava le critiche contro la Cronaca, che a suo avviso non erano del
tutto fondate.[7] Ancora oggi però la Cronaca di Arbela non è considerata una fonte
affidabile, benché sia stata rieditata nella collezione del Corpus Scriptorum
Christianorum Orientalium; il suo editore, Peter Kawerau, afferma nell'introduzione
che la Cronaca contiene molti dati storicamente affidabili. Nel 2001 Christelle et
Florence Jullien, ricorrendo ad una critica testuale interna ed esterna, sono
arrivati alla conclusione che la Cronaca non è difforme da opere analoghe e da
altre fonti orientali, soprattutto il Synodicon orientale e gli Atti dei martiri
persiani, e che la non autenticità del testo della Cronaca non è mai stata
dimostrata positivamente.[8] Infine, in uno studio apparso nel 2002, l'italiana
Ilaria Ramelli giunge alla conclusione che la cronologia espressa dalla Cronaca è
confermata da altre fonti orientali; l'autrice esclude che l'antico testo sia un
falso del Mingana.[9]

Potrebbero piacerti anche