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DESCRIZIONE FISICA:

Un giovane sulla ventina, dal fisico asciutto e dalla carnagione chiara; i


lineamenti del volto sono affilati, incorniciati da capelli neri di media
lunghezza. Gli occhi sono castani e piccoli, dando al giovane l'aria sempre seria e
assorta nei suoi pensieri.

STORIA:
Varo Luciari nasce ad Amon sotto gli Auspicia Caelo del 262, figlio del Milites
Mateson e una sarta di nome Astarne, entrambi di fede cromita e fieri sostenitori
della Guerriera.
Sin da quando ebbe memoria, Varo passò la sua infanzia studiando la Lex, pregò il
favore di Crom secondo tradizione dei suoi antenati - i Lari - e, com'era
prevedibile, passò gran parte del suo tempo tra giovani amici e i suoi cugini
Norman e Majenk Uthrjl. Erano soliti giocare "alla guerra", utilizzando bastoni di
legno come armi e aspirando, un giorno, a combattere come i milites che vedevano
spesso allenarsi in arena. Varo, già ai tempi di temperamento burrascoso, provava a
intrufolarsi per poter assistere a quello spettacolo di ordine e disciplina. Dove
suo padre, un tempo, aveva militato prima di buscarsi una brutta ferita. Vi era
anche questa sua propensione alla battaglia e al valore tramite gli insegnamenti
Cromiti, considerata dal padre come la divinità giusta e forte, capace di spazzare
via con spirito e disciplina i nemici dell'impero. Il capostipite della famiglia
dei Luciari, il "leggendario" Lucio, fu uno tra i primi soldati hammin a stabilirsi
in quella regione, quando gli orchi si organizzarono e divennero una minaccia per
il continente umano. Mateson ne parlava con orgoglio, ricordando al figlio che i
Lari avrebbero vegliato su di loro e che avrebbero intercesso con gli Dei, di
ricordarlo ad ogni amoniano.

Varo era a conoscenza delle altre divinità, così come l'essere nato sotto un
periodo legato a Oghmar e Danu. Lo zio, le cui gesta Varo ammirava e cercava di
eguagliare, era sempre stato convinto di benedire il ragazzo al culto del Sapiente,
ma il padre s'impose e secondo tradizione amoniana le preghiere di Varo dovevano
essere rivolete al Primo guerriero. Oltre ciò, il ragazzo crebbe nella costante
ricerca di seguire le otto virtù amoniane, rapportandosi ai suoi coetanei con
rispetto così come all'interno della legione. Si convinse, tramite tutto ciò, a
intraprendere quel cammino difficile quanto glorioso della legione, probabilmente
troppo distante dalla sua passione per lo studio della storia, che avrebbe
proseguito in futuro.Gli anni passarono e Varo divenne un giovane audace, forte e
risoluto. I suoi capelli neri corti e gli occhi castani incorniciavano un volto
squadrato dalla pelle chiara. Il suo corpo era scolpito, ma ancora lontano dalla
prestanza fisica dei militari. A tal proposito, intenzionato ad essere utile alla
legione e all'Impero, chiese la possibilità di arruolamento, come ausiliario, nel
periodo che andava dal 275 al 278, complice la campagna intrapresa dall'allora
Imperatrice Aris Teskal di voler riconquistare il sito della vecchia Amon, oggi
denominato Forte Agravain.

Non era felice di essere così lontano dalla battaglia, di non poter fare
attivamente la sua parte, tuttavia questo gli diede modo di ascoltare storie dal
fronte, strategie da parte dei Centurioni e, cosa forse più importante, conoscere
il cameratismo che si afferma tra soldati che credono negli stessi ideali. Avrebbe
dovuto imparare da loro, dalle storie e dalle testimonianze, comprendendo che
l'attesa avrebbe certamente ripagato il suo spirito. Si impegnò con particolare
costanza ed eseguì gli ordini che gli venivano dati, persino quelli di raccolta di
erbe medicinali e la preparazione d'intrugli curativi, utili per il sostentamento
dell'esercito.
Tornato ad Amon, Varo si decise ad abbracciare il giuramento e farsi pronunciare
come Plebeus, convinto di essere grande abbastanza da potersi meritare la carica di
Civis, ma dovette fare i conti con un evento che cambiò la sua vita per sempre.
Fu una sera del 278, quando l’allora Pretore William Leintart guidò la Legione, per
prendere il controllo della città con un golpe al consolato di Alexander Joiriin,
scatenando di lì a poco una schermaglia tragica. I milites caddero, gli amoniani
contraddicevano la fratellanza e la corruzione dei valori amoniani stava venendo
meno. Convinto di dover fare qualcosa, Varo tentò di contrastare le forze di
William Leintart insieme ai lealisti, ma venne quasi ucciso dalla spada di un
legionario dissidente. Fu l'intervento dello zio, di guardia al Mastio quella sera,
a evitargli la morte certa. Fu portato via da un compagno d'arme dello zio, che di
lì a poco si sarebbe scoperto il decesso a seguito delle ferite. Mateson, alla
notizia del golpe, fece promettere a Varo di proteggere Astarne e i suoi fratelli.
Varo non voleva restare lì, non sapeva se ciò che era avvenuto fosse mosso da
giusti propositi o meno, quel che sapeva era che suo zio era morto e che Leintart
aveva mosso una futile mattanza. Il sangue gli ribollì, ma niente poteva essere
fatto. Mateson lasciò la casa e si diresse al mastio, ma venne trovato morto la
mattina seguente. Varo, rimasto orfano, covò sempre un grande rancore nei confronti
dei golpisti. Pianto i suoi cari, Varo affidò le cure di sua madre a suo cugino
Norman e partì alla volta del mare, lavorando come marinaio su una nave di
commercianti di spezie tremecciani.

Nel 284, dopo 6 lunghi anni da quei tragici eventi, Varo decise di tornare ad Amon.
La morte dei suoi cari, così come quel golpe, segnarono profondamente il carattere
del ragazzo, rendendolo più stoico ma pur sempre un fiero sostenitore dei valori
amoniani. Rifletté su quanto avvenuto, convincendosi che soltanto perpetrando la
via delle otto virtù - e facendola perpetrare - l'impero avrebbe prosperato,
impedendo che nessun altro amoniano ne uccidesse un altro. Cominciò a frequentare
la biblioteca cittadina e gli insegnamenti di un certo Luceus, che banalmente gli
ricordava il nome Lucio. Fu quest'uomo a insegnargli i rudimenti dell'arte arcana,
trovando in Varo una certa predisposizione. Il dono, forse per via dell'essere nato
sotto gli Auspicia Caelo? Sotto la saggezza di Oghmar, temprato dal mare di Danu e
infine guidato dalla giustizia di Crom; Varo era certo, non poteva che essere un
segno, i Lari avevano intercesso per lui.
Prestato giuramento dinanzi al Senatore Heldford, Varo Luciari si prodiga per
ottenere la carica di Civis, intenzionato a contribuire alla gloria della sua
città.
All'epilogo del periodo delle 21 lune del 285, Varo si è fatto strada come plebeus
all'interno della società amoniana, affinando le sue capacità di manipolatore del
flux e appassionandosi alla storia e tradizione del suo popolo, volendone essere un
divulgatore. Ha appianato le divergenze con il Sommo Templare William Leintart,
considerando il suo valore sul campo di battaglia e comprendendo che quanto fu era
stato necessario per far ritornare Amon alla sua vecchia gloria. Con il tempo, Varo
cominciò ad apprezzare i campi di allenamento e il cameratismo che s'instaurò con
la legione, riportandolo ad essere più aperto e ben disposto nei confronti degli
altri.
Fu poi l'essere assegnato al servizio della biblioteca che il giovane cominciò a
valutare l'ambizione non soltanto di scrivere della cultura amoniana, bensì
alimentare quella passione per l'arte militare e lo studio di strategie sempre più
elaborate per la legione. La sua grande passione per i libri, la storia e la
ricerca per il sapere lo stavano inesorabilmente portando a rivolgere una preghiera
più spinta verso Oghmar, valutando che soltanto lui avrebbe potuto guidarlo.
Iniziò dunque una serie di piccoli viaggi a cavallo in direzione di Oghmarillia,
sede amoniana degli arcanisti, ove rivolgeva una preghiera e chiedeva suggerimenti
non soltanto per accrescere il suo sapere, bensì anche quello degli amoniani che
sarebbero venuti dopo di lui. Ulteriore prova di un segno da parte del Veggente, a
pensiero di Varo, fu l'arrivo di una delegazione hammin alla biblioteca con
l'interesse per il Dar Art. Varo comprese che, probabilmente, questo era un segno
che Oghmar lo aveva ritenuto degno, in qualche modo.
All'imbrunire del 285, tuttavia, Varo comincia a fare degli strani sogni riguardo
un Leone ferito da un particolare coltello, tuttavia l'animale non sembrava
soffrire, anzi invitava con lo sguardo a rimuovere l'arma dalle sue carni. Non
capendo il ripetersi del sogno, Varo cominciò effettivamente a sentire meno il
prisma interiore, come se la magia stesse lentamente abbandonando la sua mente.
Quando in sogno riuscì a liberare il leone dall'arma avvelenata, il ragazzo si rese
conto che non era più in grado di manipolare il flux, facendolo sprofondare in una
crisi.
Si convinse che questo fosse un segno di Oghmar e che avrebbe approfondito su
questa perdita dei poteri. Forse spinto dal sogno stesso, Varo chiese ad Elan
Reagan di forgiargli un kryss identico a quello che aveva sognato. Una nuova strada
sembrava aprirsi di fronte l'erede del leggendario Lucio.

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