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Descrizione:
Probabilmente nell’aprile del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), appartenente ad una tribù Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente di Fashcha, nello Wadi Qumran, tirò un sasso in una delle tante caverne della zona. Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Il ragazzo esplorò insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato; altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante.
Le giare contenevano pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto. I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti della tribù, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme. Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della sua chiesa, lo portò a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla. Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro tentassero la vendita con un mercante ebreo che però non poté acquistarli non disponendo della somma richiesta. Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli, convincendoli a non andare nella zona ebraica della città per evitare di essere truffati o magari impiccati. I beduini, minacciati tra l’altro di avere seri guai con la giustizia nel caso non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero ben 5 al Metropolita che li portò al monastero di S. Marco.
Il Metropolita riuscì a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto di un rapido sopralluogo in agosto. I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne né l’antichità, né il contenuto. Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso l’Università ebraica, potè tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo che erano autentici ma anche antichissimi. Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore, conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva un testo sconosciuto, chiamato in seguito “Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre” (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne chiamato “Canti di azioni di grazie” (1QH dove H sta per Hoddayot= canti di lode). Il Sukenik in seguito acquistò personalmente dai beduini tutto quanto era ancora in loro possesso: giare e pergamene.
Nel febbraio del 1948, il Metropolita prese contatto con la “American School of Oriental Research” (oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito della peculiarità dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riuscì a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riuscì a stabilire che essi contenevano un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato “La regola della Comunità” (1QS, dove S sta per serek, “regola”), e un rotolo che impegnò molto per lo srotolamento chiamato in seguito
Probabilmente nell’aprile del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), appartenente ad una tribù Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente di Fashcha, nello Wadi Qumran, tirò un sasso in una delle tante caverne della zona. Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Il ragazzo esplorò insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato; altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante.
Le giare contenevano pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto. I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti della tribù, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme. Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della sua chiesa, lo portò a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla. Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro tentassero la vendita con un mercante ebreo che però non poté acquistarli non disponendo della somma richiesta. Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli, convincendoli a non andare nella zona ebraica della città per evitare di essere truffati o magari impiccati. I beduini, minacciati tra l’altro di avere seri guai con la giustizia nel caso non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero ben 5 al Metropolita che li portò al monastero di S. Marco.
Il Metropolita riuscì a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto di un rapido sopralluogo in agosto. I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne né l’antichità, né il contenuto. Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso l’Università ebraica, potè tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo che erano autentici ma anche antichissimi. Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore, conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva un testo sconosciuto, chiamato in seguito “Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre” (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne chiamato “Canti di azioni di grazie” (1QH dove H sta per Hoddayot= canti di lode). Il Sukenik in seguito acquistò personalmente dai beduini tutto quanto era ancora in loro possesso: giare e pergamene.
Nel febbraio del 1948, il Metropolita prese contatto con la “American School of Oriental Research” (oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito della peculiarità dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riuscì a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riuscì a stabilire che essi contenevano un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato “La regola della Comunità” (1QS, dove S sta per serek, “regola”), e un rotolo che impegnò molto per lo srotolamento chiamato in seguito
Probabilmente nell’aprile del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhàmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), appartenente ad una tribù Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente di Fashcha, nello Wadi Qumran, tirò un sasso in una delle tante caverne della zona. Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle più importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Il ragazzo esplorò insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato; altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante.
Le giare contenevano pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto. I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti della tribù, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme. Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della sua chiesa, lo portò a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla. Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro tentassero la vendita con un mercante ebreo che però non poté acquistarli non disponendo della somma richiesta. Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli, convincendoli a non andare nella zona ebraica della città per evitare di essere truffati o magari impiccati. I beduini, minacciati tra l’altro di avere seri guai con la giustizia nel caso non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero ben 5 al Metropolita che li portò al monastero di S. Marco.
Il Metropolita riuscì a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto di un rapido sopralluogo in agosto. I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne né l’antichità, né il contenuto. Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso l’Università ebraica, potè tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo che erano autentici ma anche antichissimi. Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore, conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva un testo sconosciuto, chiamato in seguito “Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre” (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne chiamato “Canti di azioni di grazie” (1QH dove H sta per Hoddayot= canti di lode). Il Sukenik in seguito acquistò personalmente dai beduini tutto quanto era ancora in loro possesso: giare e pergamene.
Nel febbraio del 1948, il Metropolita prese contatto con la “American School of Oriental Research” (oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito della peculiarità dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riuscì a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riuscì a stabilire che essi contenevano un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato “La regola della Comunità” (1QS, dove S sta per serek, “regola”), e un rotolo che impegnò molto per lo srotolamento chiamato in seguito
0 Indice 0 INDICE ...................................................................................................................... 2 1 INTRODUZIONE........................................................................................................ 3 2 I MANOSCRITTI DEL MAR MORTO .......................................................................... 6 2.1 GIARA DI QUMRAN ................................................................................................................................ 6 2.2 PESHER DEL LIBRO DI OSEA (4QPHOS) ................................................................................................. 6 2.3 PESHER DEL LIBRO DI ISAIA (4Q162=4QIS-B) ...................................................................................... 6 2.4 ROTOLO DELLA LEGGE (4Q396) ........................................................................................................... 6 2.5 TESTIMONIA (4Q175=4QTEST) ............................................................................................................ 7 2.6 ROTOLO DEI SALMI (11QPSA=11Q5) ..................................................................................................... 7 2.6.1 Descrizione .................................................................................................................................. 7 2.6.2 Significato.................................................................................................................................... 9 2.7 ROTOLO DI RAME (3Q15) ...................................................................................................................... 9 2.8 MANUALE DI DISCIPLINA O REGOLA DELLA CONGREGAZIONE (1Q28A [1QSA]) .................................. 10 2.9 DOCUMENTO DI DAMASCO (4QD) ....................................................................................................... 10
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1 Introduzione Probabilmente nellaprile del 1947, un ragazzo beduino di nome Muhmmad ed-Dib (Maometto il Lupo), appartenente ad una trib Taamira proveniente dalla Transgiordania e diretta a Betlemme, per commerciare, mentre inseguiva una capra, nella zona della sorgente di Fashcha, nello Wadi Qumran, tir un sasso in una delle tante caverne della zona. Il sasso produsse un suono come di cocci infranti. Il sasso aveva colpito una giara contenente un antico rotolo. Cominciava in questo modo una delle pi importanti scoperte archeologiche del XX secolo. Il ragazzo esplor insieme ad un compagno la grotta, ai suoi occhi si presentarono una serie di giare cilindriche munite di coperchio, ritte e disposte in modo ordinato; altre giare erano rovesciate e senza coperchio, altre ancora erano infrante. Le giare contenevano pacchi avvolti in un tessuto simile al lino uniformemente ricoperti di pece oppure cera. Ciascun pacco conteneva un rotolo manoscritto. I ragazzi portarono il pacco con il rotolo che avevano aperto ai propri conoscenti della trib, con la speranza di rivenderlo a Bethlemme. Il rotolo venne acquistato da un mercante di nome Chalil Iskander Salim, soprannominato Kando, un individuo appartenente alla chiesa Giacobita; costui credendo che il rotolo contenesse un testo in siriaco antico, la lingua usata nella liturgia della sua chiesa, lo port a Gerusalemme al Metropolita mar Athanasius Yeshue Samuel, che subito riconobbe la scrittura ebraica, anche se non seppe decifrarla. Nel frattempo, agli inizi di luglio, i beduini si rifecero vivi con Kando per vendergli altri rotoli, ma una serie di contrattempi fecero in modo che costoro tentassero la vendita con un mercante ebreo che per non pot acquistarli non disponendo della somma richiesta. Il Metropolita seppe scoraggiare i beduini, dal vendere al mercante ebreo i rotoli, convincendoli a non andare nella zona ebraica della citt per evitare di essere truffati o magari impiccati. I beduini, minacciati tra laltro di avere seri guai con la giustizia nel caso non avessero ceduto ad un prezzo ragionevole i rotoli in loro possesso, ne vendettero ben 5 al Metropolita che li port al monastero di S. Marco. Il Metropolita riusc a convincere i beduini a mostrargli il luogo del ritrovamento, che fu oggetto di un rapido sopralluogo in agosto. I rotoli per essere identificati, vennero portati in Siria nel Libano per tornare ancora a Gerusalemme senza che nessun studioso fosse stato in grado di comprenderne n lantichit, n il contenuto. Frattanto il prof. E. L. Sukenik, insegnante presso lUniversit ebraica, pot tramite un amico venire a contatto con i rotoli e stabilire non solo che erano autentici ma anche antichissimi. Dapprima si accorse che uno dei rotoli, molto danneggiato nella parte inferiore, conteneva il libro di Isaia (identificato con 1QIs-b), che un altro conteneva un testo sconosciuto, chiamato in seguito Guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre (1Q M dove la M sta per Milhamah = guerra); e che infine un terzo rotolo conteneva inni simili ai Salmi biblici, e pertanto venne chiamato Canti di azioni di grazie (1QH dove H sta per Hoddayot= canti di lode). Il Sukenik in seguito acquist personalmente dai beduini tutto quanto era ancora in loro possesso: giare e pergamene. Nel febbraio del 1948, il Metropolita prese contatto con la American School of Oriental Research (oggi W. Albright Institute of Archeological Research), spacciando i rotoli come rinvenuti nella biblioteca del monastero. Il dottor J.C. Trever si accorse subito della peculiarit dei testi, e dopo una lunga opera di persuasione riusc a fotografarli in bianco e nero. Inoltre riusc a stabilire che essi contenevano un testo completo e poco danneggiato del libro di Isaia (1Q Is-a), un testo commentato del profeta Habacuc (1Q pHab), un testo settario chiamato La regola della Comunit (1QS, dove S sta per serek, regola), e un rotolo che impegn molto per lo srotolamento chiamato in seguito Apocrifo della Genesi (1Q 20). Successivamente il prof. Albright in modo autonomo conferm lantichit dei reperti, datandoli verso il 100 a.C. Il 14 maggio del 1948 le truppe inglesi lasciarono la Palestina e il 15 maggio fu proclamato lo Stato dIsraele, a cui fece subito seguito la guerra. Il Metropolita invi i rotoli negli Stati Uniti, decisione che si rivel giusta il 16 maggio il monastero giacobita fu in buona parte distrutto. Il primo giugno del 1954 un annuncio sul Wall Street Journal poneva in vendita i 4 rotoli. Il figlio di E.L. Sukenik, il prof. Y.Yadin, avvertito dellannuncio fece in modo che lo Stato di Israele acquistasse per 250.000 dollari il lotto. I rotoli andarono a costituire 4
insieme agli altri gi in possesso di Israele il fondo del Museo di Gerusalemme (Santuario del Libro). Sul New Yorker apparve nel 1955 un articolo dal titolo I rotoli del Mar Morto. In esso lautore riproponeva le tesi di Dupont-Sommer: la setta giudaica della Nuova Alleanza richiamava quella creata da Ges Cristo. Sia Ges che il Maestro di Giustizia (fondatore della setta) di Qumran avevano predicato la penitenza, lumilt, la castit, lamore per il prossimo, si erano presentati come Messia ed erano stati perseguitati dal Giudaismo e messi a morte. Lautore dellarticolo ammette che tali parallelismi non sono sempre avallati dai testi dei rotoli e sono sovente assai sovraccaricati. Nei rotoli di Qumran si parla di una morte violenta del Maestro di Giustizia di Qumran, ma non del valore espiatorio di questa, n della sua risurrezione. Inoltre il Wilson insinuava che gli studiosi potessero avere intralciato lopera di pubblicazione degli scritti per motivi personali, e che gli stessi teologi liberali ne avrebbero ritardato la pubblicazione poich avrebbe messo in crisi la loro opinione di unorigine recente degli scritti neotestamentari. Negli anni successivi altre grotte e altri rotoli e frammenti di rotolo vennero riportati alla luce. Questi ritrovamenti hanno permesso agli studiosi di venire in possesso tra laltro di testi in ebraico dellAT, pi antichi di circa un migliaio di anni rispetto ai pi antichi manoscritti conosciuti. Contrariamente a quanto gli studiosi avevano ritenuto in un primo momento, le grotte non debbono essere considerate alla stregua di ghenizah, cio luoghi affini a quei ripostigli annessi alle sinagoghe nei quali venivano riposti i rotoli delle Scritture, troppo vecchi per essere ancora utilizzati, affinch il tempo li consumasse. Oltre a documenti biblici dellAT in greco e in ebraico risalenti a un periodo che si estende dal III al I secolo a.C., sono stati riportati alla luce tutta una serie di altri documenti di carattere religioso (Apocalissi, Commentari, Manuali ecc.). Larcheologo Roland De Vaux, fu colui che pose in relazione i rotoli di Qumran con la setta degli Esseni. Egli stabil che le terrecotte ritrovate nelle grotte erano coeve a quelle ritrovate nel sito archeologico adiacente; inoltre anche lo stile della scrittura rinvenuta sugli ostraca di tale sito, assomigliava a quella utilizzata per redigere i rotoli. opinione diffusa, anche se controversa, che tutti questi scritti fossero utilizzati da un gruppo di religiosi ebrei, gli Esseni (congettura questa fondata sulle testimonianze non sempre concordi del filosofo ebreo Filone, dello storico giudeo G. Flavio, e dello storico latino Plinio), che probabilmente li nascosero nelle grotte quando intorno al 70 d.C. le milizie romane invasero la Giudea. Nei rotoli, per, gli Esseni non si riferiscono mai a se stessi utilizzando questo nome. Il Prof. Robert Eisenman ha suggerito che Plinio e Giuseppe Flavio potrebbero avere usato il termine greco Esseni, derivandolo dallebraico Yishiyim o Jessiti. Probabilmente tale nome potrebbe essere stato derivato dalle loro credenze in un messia discendente dal re Davide, il figlio di Jesse (Ez. 37:24-28). Nel proprio resoconto sella setta, Filone afferma che gli Esseni si incontravano in luoghi sacri [hierous ... topous] che essi chiamano sinagoghe [synaggai] (Prob. 81), e prosegue affermando: L arrangiati in fila, secondo la propria et, i pi giovani in basso, al di sotto degli anziani, essi seggono decorosamente come richiede la circostanza, prestando attenzione. Poi uno prende i libri e legge ad alta voce e un altro con doti speciali, si fa avanti e spiega quanto non stato compreso (Prob. 82-83). Roland De Vaux identifica due aree nelle rovine di Qumran, come luoghi di assemblea: zona 4, una stanza con panche lungo i 4 muri, e zona 77, il refettorio che contiene la base di un podio in fondo al lato occidentale della sala. In relazione a ci lo storico Giuseppe Flavio afferma che gli Esseni si riunivano nel refettorio come in una sacra tenda [hagion ... temenos] (Guerra Giudaica 2.130). Recentemente scavi compiuti da Hanan Eshel e Magen Broshi hanno rivelato che gli Esseni abitavano in tende e grotte che circondavano il complesso principale. Ci suggerisce che larea comune, con le sue numerose vasche rituali, era riservata esclusivamente ai riti religiosi. Circondando il centro con le tende probabile che gli Esseni volessero imitare le tende degli Israeliti circondanti con le proprie tende, il Tabernacolo durante il soggiorno nel deserto. 5
Sulla base dei ritrovamenti effettuati, non possibile stabilire se gli Esseni riconoscessero come canonici, i medesimi scritti considerati tali dai giudei ortodossi. Diamo di seguito una lista dei documenti pi importanti ritrovati a Qumran (il primo numero identifica la grotta in cui il frammento stato rinvenuto, Q sta per Qumran, a cui segue una sigla che identifica il contenuto del testo, ad esempio Is sta per Isaia) 1) IQIs-a (Rotolo di Isaia) contiene i 66 capitoli di Isaia e risale al 150-100 a.C. 2) IQIs-b (a cui va aggiunto 1Q8, che appartiene allo stesso ms.) (Rotolo di Isaia dellUniversit ebraica) contiene brani di Isaia 41-66, e risale al 50 a.C. 3) IQpHab, (Pesher di Habacuc) contiene Hb. 1-2 e aggiunge ad ogni versetto un commento (Pesher). datato al 100-50 a.C. 4) IQpaleoLv, contiene solo alcuni versetti (forse di Lv. 19-22, ma c chi ritiene che i frammenti appartengano a 4 distinti mss.). datato tra il IV e il II secolo a.C. 5) 1Q4 (IQDeut a), contiene frammenti del Deuteronomio. 6) 1Q5 (IQDeut b), contiene frammenti del Deuteronomio. 7) 1Q6 (IQJud), contiene frammenti del libro dei Giudici. 8) 1Q7 (IQSam), contiene frammenti di 1 e 2 Samule. 9) 1Q9 (IQEzek), contiene due frammenti del libro di Ezechiele di cui solo uno identificato con certezza. 10) 1Q10 (IQPs a), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri paleo-ebraici. 11) 1Q11 (IQPs b), frammenti dei Salmi con il nome divino scritto in caratteri paleo-ebraici. 12) 1Q12 (IQPs c), frammenti del Salmo 44. 13) 1Q13 (IQPhyl), resti di un filatterio con il testo del Decalogo. 14) 1Q14 (1QpMic) resti di un commentario a Michea (1:2-5; 5-7; 8-9; 4:13(?); 6:14-16; 7:6(?), 8-9(?), 17. 15) 1Q15 (iQpZeph) resti di un commentario a Sofonia. 16) 1Q16 (IQpPs), resti di un commentario ai salmi 57:1,4; 68:12-13,26-27,30- 31. 17) 4QDeut-b, contiene i vv. 41-43 del cap. 32 di Deuteronomio scritti come se fossero poesia e non prosa. Data incerta. 18) 4QSam-a, contiene 27 frammenti di ISamuele 1-2. datato al I secolo a.C. 19) 4QSam-b, contiene ISam, 16,19,21, 23. datato al 225 a.C. 20) 4QGer-a, contiene Geremia. 21) 4QXII-a, contiene i 12 profeti minori. in corsivo ed datato al III secolo a.C. 22) 4QEccl, contiene Ecclesiaste ed un corsivo del III secolo a.C. 23) 4QEs, contiene il cap.l di Esodo. 24) 4QNm, 25) 4QDeut-a, contiene il Cantico di Mos. 26) 11QPs, contenente 33 Salmi. Lelenco non completo.
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2 I Manoscritti del Mar Morto 2.1 Giara di Qumran Coperchio: Altezza 5 cm, diametro 17.8 cm Giara: Altezza 49.8 cm, diametro 24 cm. Tale giara datata tra il 1 secolo a.C e il 1 d.C. I rotoli ritrovati dai beduini nel 1947 nelle grotte di Qumran, erano contenuti in giare cilindriche di un tipo sconosciuto altrove. Molti archeologi considerano la scoperta di questo originale vasellame a Qumran come evidenza del legame tra lo stanziamento esseno e le grotte. Queste giare, come anche il resto del vasellame scoperto a Qumran era probabilmente prodotto localmente. 2.2 Pesher del libro di Osea (4QpHos) Questi frammenti sono noti come: Pesher Hoshe`a (4Q166 (4QpHos[superscript]a), sono su pergamena e furono copiati nel tardo 1 secolo a.C. Il frammento venne rinvenuto nella grotta n 4, le misure sono: Altezza 17.5 cm, lunghezza 16.8 cm. Il carattere usato identico a quello utilizzato in un commentario ai Salmi, il rustico semiformale della era erodiana. Il frammento un commentario (pesher), ad alcuni versi del libro del profeta Osea (2:8- 14). Il Pesher era molto utilizzato nella comunit che scrisse i Rotoli del Mar Morto. Il Pesher non cercava di spiegare il senso del testo biblico, quanto piuttosto di darne uninterpretazione che avesse rilievo per la comunit. Le spiegazioni per verso o gruppi di versi, sono introdotte dallespressione: Pesher (interpretazione) della parola... ovvero linterpretazione di questo si riferisce al fatto.... Tale genere si riallaccia a quello del Midrash, questultimo era la testimonianza di come un testo considerato di origine divina (la Torah ad esempio) diventasse oggetto di venerazione, riflessione, preghiera, insegnamento e predicazione parenetica. Tale genere databile dallepoca esilica in poi (587 a.C.) si distinse in due ulteriori generi midrashim (plurale di midrash): il midrash halakah, mirante alla meditazione delle parti legali della Torah per definirne le leggi, scoprire nuove norme regolatrici di situazioni nuove e per giustificare usi e costumi diventati tradizionali. Il secondo genere midrash detto midrash-haggadah, e si concentra sul significato delle parti narrative della Torah, indagandone il senso letterario e storico. Il testo ebraico di partenza non quello standardizzato dai masoreti. I versi tratti dal libro canonico del profeta Osea, si riferiscono alla relazione di Dio, il marito, con Israele, la moglie infedele. 2.3 Pesher del libro di Isaia (4Q162=4QIs-b) Nel Pesher di Isaia4QIs-b, scritto su cuoio, e ritrovato nella grotta 4 di Qumran, vengono citati diversi versi dal cap.5 del libro del profeta Isaia. In esso le minacce di punizioni o distruzioni, sono intese come riferite agli uomini arroganti che dimorano a Gerusalemme. Conosciamo da altri rotoli trovati a Qumran che i qumraniti avevano seri conflitti con i sacerdoti leviti, a proposito del modo di gestire ladorazione al Tempio. Diversi studiosi pensano che la comunit di Qumran fosse stata fondata e guidata da sacerdoti i quali insegnavano che i sacerdoti di Gerusalemme erano corrotti. 2.4 Rotolo della Legge (4Q396) Il nome attraverso cui conosciuto questo rotolo : Miqsat Ma`ase ha-Torah (4Q396). Il rotolo del quale ci restano 3 frammenti fu copiato tra la fine del I sec a.C. e linizio del I sec d.C.: Frammento A: altezza 8 cm, lunghezza 12.9 cm Frammento B: altezza 4.3 cm, lunghezza 7 cm Frammento C: altezza 9.1 cm, lunghezza 17.4 cm 7
Il rotolo, che ha la forma di unepistola unico per linguaggio, stile e contenuto. Sulla base di considerazioni teologiche e linguistiche il testo originale stato riconosciuto come il prodotto pi antico della setta degli Esseni. Di esso sono stati rinvenuti ben sei manoscritti incompleti. Mettendo assieme il contenuto dei sei manoscritti si stabilito che il testo era organizzato composto da circa 130 linee, tuttavia va considerato perduto circa un terzo di quello che doveva essere il testo presente sul rotolo completo (la parte iniziale). Il testo probabilmente era suddiviso in quattro sezioni: (1) la formula di apertura, andata perduta; (2) un calendario liturgico di 364 giorni; (3) una lista di pi di 20 regole religiose (Halakhot), molte delle quali peculiari della setta; (4) una conclusione che tratta con lesigenza della setta di separarsi dalla moltitudine del popolo, tesa a persuadere in merito alla necessit delle regole legali. Le halakhot, o leggi religiose, formano il cuore dellepistola, esse hanno a che fare principalmente con il Tempio e il suo rituale. 2.5 Testimonia (4Q175=4QTest) Questo documento manoscritto su pergamena datato alla met del 1 secolo a.C. Il nome attribuitogli, Testimonia, deriva da un tipo di scritto cristiano a cui somiglia per contenuto. I Testimonia cristiani erano collezioni di versi tratti dallAntico Testamento, concernenti il Messia. Erano testi-prova, tesi a dimostrare agli ebrei che Ges era effettivamente il Messia promesso. Il Testimonia di Qumran, non un testo cristiano, ma assomiglia ai Testimonia cristiani perch vengono raggruppati versi che hanno a che fare con uno stesso tema. Il testo di Qumran include 5 citazioni bibliche con relative interpretazioni. Le prime due citazioni si riferiscono alla venuta di un profeta sul tipo di Mos. La terza si riferisce ad un Messia-re, la quarta ad un Messia-sacerdote. La quinta citazione tratta da Giosu, connessa alla venuta di un periodo di grandi disastri su coloro che sono dediti al male. Nel frammento il tetragramma YHWH sostituito da 4 punti. Pi volte lamanuense tornato sullo scritto per apportarvi modifiche (righi 12, 17, 18, 19). Le varie sezioni bibliche sono accuratamente separate tra loro. 2.6 Rotolo dei Salmi (11Qpsa=11Q5) Il Rotolo dei Salmi (11QPsa = 11Q5) era uno dei sei manoscritti di salmi scoperti dai beduini nel 1956 nella grotta 11 di Qumran. Il rotolo insieme ad altri 4 frammenti (frammenti da A a D) furono pubblicati da James A. Sanders con il titolo The Psalms Scroll of Qumrn Cave 11 (11QPsa) (Discoveries in the Judaean Desert of Jordan, vol. 4; Oxford: Clarendon Press, 1965), mentre il frammento E venne pubblicato da Yigael Yadin, Another Fragment (E) of the Psalms Scroll from Qumran Cave 11 (11QPsa), Textus 5 (1966) 1-10. 2.6.1 Descrizione 11QPsa, insieme agli altri cinque frammenti, contiene un totale di 48 salmi, biblici e apocrifi, ed una composizione in prosa. Il rotolo in pelle (capra?) conciata ed lungo circa 4 metri. La parte inferiore molto deteriorata (Sanders, Psalms Scroll, 3). Il rotolo contiene 34 colonne di testo e conserva un totale di 51 composizioni. Probabilmente il rotolo cominciava con il Salmo 101. I Salmi sono scritti in prosa con leccezione dellacrostico Salmo 119, che scritto in versi. Il rotolo stato datato al tardo periodo erodiano, tra il 30 e il 50 a.C. Il rotolo usa il paleo-ebraico (derivati dal fenicio) per il nome di Yahweh (Dio). In aggiunta ai 39 salmi biblici, il rotolo include una composizione in prosa (Composizioni di Davide, col. 27) e 9 ulteriori composizioni poetiche: Ultime Parole di Davide da 2Sam 23:1-7; una Catena 8
basata sul Salmo 118 (col. 16); 4 salmi gi noti da antiche versioni (Salmi 154-155 dalla Siriaca; Salmo 151, e Sirach 51:13-30 dalla LXX, Siriaca e Vulgata); 3 composizioni sconosciute (Supplica per la Liberazione col. 19; Apostrofe a Sion col. 22; Inno al Creatore col. 26). Inoltre, mentre vi sono 19 luoghi dove seguito lordine dei Salmi nel TM, vi sono non meno di 28 luoghi dove i salmi sono uniti in modo consecutivo (un trattino indica continuit, mentre un semi-colon indica un gap): Salmo 101 - 102 - 103; 109 - [110]; 118 - 104 - 147 - 105 - 146 - 148 [+120] - 121 - 122 - 123 - 124 - 125 - 126 - 127 - 128 - 129 - 130 - 131 - 132 - 119 - 135 - 136 - Catena - 145 [+ Un altro Salmo?] - 154 + Lamentazione per la Liberazione - 139 - 137 - 138 - Sirach 51 - Apostrofe a Sion - 93 - 141 - 133 - 144 - 155 - 142 - 143 - 149 - 150 - Inno al Creatore - Le Ultime Parole di Davide - Composizione di Davide - 140 - 134 - 151A - 151B - colonne vuote [fine del rotolo] Lo Skehan (Liturgical Complex, 195-205) isola un numero di gruppi liturgici e afferma che il rotolo era un riarrangiamento per usi liturgici del Salterio masoretico. Gerald Wilson (Qumran Psalms Scroll 455-64) isola 5 segmenti che progressivamente si focalizzano sulla speranza di un messia davidico. Peter Flint (189-198) individua una struttura in 5 sezioni, le cui prime due rifletterebbero il calendario solare, e il ruolo del Messia. La sua suddivisione la seguente: Salmi Davidici (5) 101 - 102 - 103; 109 - [110]
Salmi Liturgici (4) 149 - 150 - Inno al Creatore - Ultime Parole di Davide
Salmi Davidici (5) Composizioni di Davide - 140 - 134 - 151A - 151B I Salmi dovevano essere un testo particolarmente letto dalla comunit essena, se contano infatti circa 39 manoscritti (pi di ogni altro libro dellAT). Lordine dei Salmi di 11QPsa anche in: 11QPsb, 4QPse e 4QPsb. Mentre vi sono altri manoscritti che differiscono dal TM, il rotolo dei Salmi propone lezioni originali (4QPsa; 4QPsd; 4QPsf; 4QPsk; 4QPsn; 4QPsq, 11QPsApa). Un certo numero di indizi suggerirebbe che il rotolo fu compilato a Qumran: Composizioni di Davide nella colonna 27 presuppone un calendario solare come quello adottato dagli Esseni; presente lortografia qumranita (cfr. Tov). Inoltre lordine dei salmi potrebbe riflettere alcune delle credenze della comunit: la separazione del Salmo 133 e 134 dal rimanente dei Salmi dellAscensione, d lidea che si sia voluto non far culminare la progressione dellascensione al tempio (Salmo 134), ci rifletterebbe il rifiuto del Tempio che la comunit esprimeva. 2.6.2 Significato Sanders ha affermato che 11QPsa rappresenterebbe un salterio canonico che testimonierebbe del carattere fluido ed aperto del terzo libro dei Salmi prima del 1 secolo A.C. Tuttavia vi sono elementi contro questa concezione del canone, infatti la LXX testimonia dellordine del testo masoretico, inoltre laccordo tra il TM dei Salmi e 11QPsa sembra indicare che il compilatore di 11QPsa fosse conscio dellordine del TM. Probabilmente lintento del rotolo era quello di dare lustro al fatto che Davide avesse composto migliaia di Salmi, il rotolo sarebbe dunque da intendersi come uno scritto settario in opposizione ai Salmi del TM contenente solo 150 salmi (notevole di nota il fatto che il Salmo 151 nella LXX fosse considerato fuori numerazione, probabilmente vi era qualche significato connesso alla cifra 150). 2.7 Rotolo di Rame (3Q15) Era originariamente formato da 3 fogli saldati assieme da chiodi ribattuti, lo scriba per poterlo incidere con un bulino, lo fiss con dei chiodi a qualche tipo di sostegno; gi nellavvolgerlo si era spezzato in due in uno dei punti di congiunzione. Allepoca del rinvenimento, esso si presentava costituito da due rotoli di rame separati, tanto ossidati da impedirne lo srotolamento. Dopo 5 anni di studio si decise di tagliare i due rotoli in 25 strisce semi-cilindriche. La scrittura utilizzata lerodiano antico, molto usata dagli esseni, per tale motivo il rotolo datato tra il 30 e il 130 d.C. Il tipo di ebraico definito mishnico, cio parlato. Nella fortezza che nella Valle di Acor, 40 cubiti sotto il lastrico entrando da est: una cesta di monete e il suo contenuto, dal peso di 17 talenti. Cos esordisce la prima colonna del Rotolo di Rame, un misterioso scritto rinvenuto nel 1952, nella grotta 3 del Khibert Qumran, sulle rive del Mar Morto. Allegro e Milik ritenevano che i tesori descritti nel Rotolo di Rame, sembravano ammontare ad ingenti quantit di oro (26 tonnellate) e argento (65 tonnellate), sotto forma di monete e vasi, per un valore complessivo di svariati miliardi di lire! Tale interpretazione era determinata da un doppio Kaf che appariva precedere tutte le lettere non ebraiche. Questi studiosi si concedettero la libert di assegnare qualsiasi valore numerico a ciascuno di questi segni. Altri studiosi hanno inteso il doppio Kaf una contrazione di Kikar che significa lingotto. Molto pi verosimilmente esso sta per kaf Sofit, che significa come questo, pertanto risulterebbe essere solo un segno di inventario. Interpretare le indicazioni topografiche del rotolo e molto difficile, infatti abbondano termini tecnici e nomi di localit geografiche non tutte ben localizzabili. Alcuni studiosi pensano che il testo possa essere un esempio molto antico del genere letterario detto catalogo di tesori, attestato tanto in Israele quanto nel mondo arabo. Si tratterebbe di un genere 10
popolare, con dati in gran parte fantastici e fiabeschi. Il Rotolo di Rame, dopo essere stato dimenticato per circa 20 anni nel Museo di Amman, stato oggetto in tempi recenti di un rinnovato, a causa della scoperta di un vasetto di Shemen Afersimon (Olio dellUnzione) nella grotta 13 fatta da un team di archeologi del Vendyl Jones Research Institutes, in collaborazione con la Hebrew University, e lassistenza dei proff. Yoseph Patrich, Benny Arubas e Benny Agur. La parte in rilievo del rotolo di rame quella destinata alla lettura. Ma molto pi probabilmente era la terracotta sulla quale il rotolo di rame era stato steso, il supporto destinato a durare. Gli specialisti di Manchester, che curarono il restauro non colsero tale peculiarit e pensarono che la terracotta fosse soltanto fango che il rotolo di rame aveva acquistato con la sua permanenza nella grotta (tale dato stato smentito da unanalisi della consistenza della polvere della grotta). Rimuovendo la terracotta and perduto molto testo, e inoltre lossidazione del rame non permise neppure un recupero soddisfacente del supporto di rame. Recenti scoperte hanno permesso di identificare molti dei luoghi indicati dal rotolo, ci grazie anche alla correzione dellerrata trascrizione di moltissime delle lettere ebraiche incise sul rame. Lipotesi pi accreditata che il rotolo contenga una lista degli oggetti ritenuti preziosi appartenenti agli arredi del primo Tempio (Tempio di Salomone) e non a quello fatto costruire da Erode. 2.8 Manuale di Disciplina o Regola della Congregazione (1Q28a [1QSa]) Conosciuto anche con il nome di Serekh ha-Yahad, questo frammento fu rinvenuto nella Grotta 1 di Qumran. Il questo documento (allo stesso modo che nel commento ad Habacuc e nel Documento di Damasco, si evita accuratamente di citare il tetragramma YHWH). Il manoscritto datato allepoca dei Maccabei (104-76 a.C.). Originariamente era incluso in un rotolo chiamato Regola della Comunit o Manuale di Disciplina (1QS), e nonostante la forma frammentaria, appare essere uno scritto abbastanza completo. In esso vengono stabilite le regole di comportamento da adottare allinterno della congregazione di Israele negli ultimi giorni, contro le nazioni straniere. Il sacerdote o figlio di Zadok, descritto come la pi alta autorit della comunit, sebbene il testo parli anche dellautorit del messia. Le regole di condotta in esso contenute valgono per uomini, donne e bambini. Dopo una breve introduzione, vengono date regole per maschi, dalla giovinezza alla vecchiaia. Linsegnamento della Legge doveva iniziare dallinfanzia; allet di 20 anni diventavano membri pieni della comunit. A questa et si diventava adatti alla guerra. Mano a mano che progredivano negli anni, crescevano anche le responsabilit, e a seconda delle capacit, anche la posizione di autorit nella comunit. Doveri speciali erano affidati agli uomini della trib di Levi, che erano sottoposti allautorit dei figli di Aaronne (i sacerdoti). I sacerdoti che presentavano vari tipi di impurit o di difetti fisici, non potevano prendere parte al consiglio dellassemblea. Il testo termina con la descrizione del concilio della comunit e con istruzioni per la consumazione di una bevanda. I primi ad entrare nel concilio sono il Sommo Sacerdote e i sacerdoti, poi un messia (in pratica il capo politico, il cui status sociale era inferiore a quello del Sommo Sacerdote) insieme con i saggi e i capi delle trib di Israele. La bevanda veniva assunta prima dal Sommo Sacerdote poi dal messia, tale ordine valeva anche per lordine di inizio di qualsiasi altro tipo di pasto. 2.9 Documento di Damasco (4QD) Nella grotta 4 di Qumran son stati ritrovati frammenti del cosiddetto Documento di Damasco (4QD); frammenti di tale documento sono stati scoperti anche in altre grotte. Il Documento di Damasco (fogli 1- 8= X secolo, foglio 9= XI-XII secolo) il solo documento della setta essena ad essere stato conosciuto prima della scoperta dei rotoli del Mar Morto. Esso fu rinvenuto molti anni prima in una Genizah di Ezra nella parte vecchia del Cairo. La Genizah uno sgabuzzino annesso alla sinagoga, nella quale secondo i precetti della halakhah giudaica, vanno accatastati i testi che recano il nome di Dio. La Genizah del Cairo, era stata gradualmente riempita di testi per circa un millennio, fino a che non fu scoperta da Salomon Schechter nel periodo 1896-7 e svuotata del tutto. Furono rinvenuti pi di 200.000 frammenti di 11
manoscritti, compresi pochi documenti di cui sarebbero state ritrovate copie tra i rotoli del Mar Morto. I frammenti rinvenuti al Cairo affini a quelli ritrovati a Qumran sono: Frammenti del Documento di Damasco (CD-A e CD-B), con un possibile terzo piccolo frammento in pergamena; frammenti del libro aramaico di Levi; frammenti delloriginale ebraico della Sapienza di Ben Sira. Pu essere che tali testi fossero stati ininterrottamente copiati per tutto il Medio Evo o che essi siano stati scoperti in grotte durante il Medio Evo in Palestina (Origene e Timoteo descrivono tali ritrovamenti) e poi ricopiati (in circoli quasi ereticali come quello dei Karaiti) fino a terminare la propria carriera in Egitto. Frammenti di 8 manoscritti del Documento di Damasco furono trovati nella grotta 4 di Qumran (4Q266-273), la cui scrittura fu datata paleograficamente dal 1 secolo a.C. al 1 secolo d.C. (frammenti furono ritrovati anche nelle grotte 5 e 6: 5Q12, 6Q15). Il Documento di Damasco getta luce su vari elementi interni alla vita della setta: (1) Le origini della Comunit. In una pericope accanto allinizio dellAmmonizione (CD A 1.1-2.1), troviamo un sommario dellorigine della setta. detto che linfedelt pre-esilica fu punita da Dio e fu seguita da un periodo di ira datato 390 anni dopo la conquista di Nebuchadnezzar (esilio babilonese 587/6 a.C.). Seguono 20 anni durante i quali il popolo avrebbe riconosciuto la propria colpa, a ci avrebbe fatto seguito la comparsa di un Maestro di Giustizia che avrebbe rivelato la volont di Dio. A costui si sarebbe opposto luomo di menzogna che inizi la persecuzione della setta. Il periodo dira daterebbe al 196-7 a.C. e lapparizione del Maestro di Giustizia al 177-6 a.C. Ma il numero 390 sospetto, poich sembrerebbe preso da Ezechiele 4, dove corrispondono agli anni decretati per la punizione di Israele. Inoltre i 20 anni potrebbero essere intesi come la met dei 40 anni di punizione decretati nel medesimo brano. Questa pericope del Documento di Damasco sembrerebbe essere un brano poetico, poich pu essere facilmente suddiviso nelle coppie parallele tipiche dello stile poetico ebraico. Ciononostante i numeri e le referenze a Nebuchadnezzar non si attagliano alla struttura poetica del brano, e sembrerebbero essere aggiunte posteriori. (2) Il Maestro di Giustizia. Questo leader menzionato come se fosse una figura del passato e in CD B 20.32 come un personaggio tanto del passato quanto del presente. Appaiono riferimenti anche ad un unico maestro (unemendazione suggerisce il maestro di Yachad) in 20.1, che fu imprigionato secondo 20.14. Questa frase intesa significare. Un maestro menzionato in 20.28 e vi un oscuro riferimento allimprigionamento e ad uno che insegna o un maestro in CD B 19.35. In CD A 6.11 verr in futuro uno che insegna giustizia. Il Documento di Damasco d limpressione che vi siano stati e vi saranno molti maestri di giustizia. (3) Damasco nel Documento di Damasco. Il titolo del documento deriva dai sette riferimenti allattivit del gruppo in Damasco o nella terra di Damasco. Sono state proposte tre interpretazioni del termine: a) potrebbe essere un riferimento letterale alla citt siriana; b) potrebbe essere un riferimento obliquo a Babilonia; c) potrebbe essere un termine cifrato per una localit segreta, forse Qumran. Il significato letterale implicito in 6.4-5, e si riferisce ai convertiti (o ritornati) di Israele che andarono fuori dalla terra di Giuda ed abitarono nella terra di Damasco. Ma la parola Damasco derivata da Amos 5:26-27, che minaccia lapostata Giuda di esilio oltre Damasco o, secondo il testo citato in CD A 7.14-15, oltre le tende di Damasco. Questa espressione in Amos significa Babilonia. Jerome Murphy OConnor ha congetturato che la setta di Qumran fosse nata a Babilonia sulla scorta di tale interpretazione. La terza interpretazione riposa sul fatto che nomi in codice abbondano nei rotoli di Qumran (ad esempio: il Maestro di Giustizia, i Kittim, il Sacerdote Malvagio).