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Il rischio era di introdurre in

Cristo una pericolosa dicotomia


che ne minacciava l’unità.
è, infatti, impossibile che due
princìpi intellettivi e volitivi
coesistano insieme, così che uno
non si opponga all’altro con la
propria volontà ed energia. Perciò il
Logos non ha assunta un’anima
umana ma soltanto il seme di
Abramo.
Così egli è consustanziale con Dio
secondo lo spirito invisibile, anche
se la carne è compresa in questo
nome poiché è unita con colui che è
consostanziale con Dio; e d’altra
parte è consustanziale con gli
uomini, anche se la divinità è
compresa insieme al corpo poiché si
è unita con ciò che è consustanziale
con noi, ma la natura del corpo non
ha subìto alterazione per l’unione
con colui che è consustanziale a Dio
e per la partecipazione al titolo di
consustanziale.
(Confessiamo) l’unico Figlio non
è due nature, una da adorare e
l’altra non da adorare, ma una
sola natura del Dio Logos
incarnata e da adorare insieme
con la sua carne in un’unica
adorazione (...). Quello nato da
Dio è l’unico Figlio di Dio, ed
egli stesso non un altro è stato
anche generato da Maria secondo
la carne negli ultimi giorni.
è morto della nostra carne
secondo la carne per i nostri
peccati per distruggere la morte
con la morte per noi (...). Ma è
rimasto immortale e non è
stato vinto dalla morte in forza
della divinità, in quanto è
potenza impassibile del Padre.
Se poi uno introduce due figli, uno
quello nato da Dio Padre, e il
secondo quello nato dalla madre, e
non invece uno solo e lo stesso,
egli decade dall’adozione filiale
promessa a quanti credono
rettamente. Due sono infatti le
nature, Dio e l’uomo, perché
anche anima e corpo sono due
nature; ma non sono due figli né
dèi.
E per dirla breve, altro e altro è ciò
di cui è composto il Salvatore
(poiché non sono lo stesso ciò che è
invisibile e ciò che è invisibile. ciò
che è fuori del tempo e ciò che è
sotto il tempo), ma non sono un
altro e un altro. Non sia! Infatti, le
due realtà sono una cosa sola per
mescolanza, in quanto Dio si è fatto
uomo e l’uomo è stato reso Dio, o
come uno voglia dire. Dico altro e
altro, mentre per la Trinità è
l’opposto. Infatti, qui sono un altro
e un altro perché non confondiamo
le ipostasi.
Infatti, ciò che non è assunto, non è
curato; invece, ciò che è unito a
Dio, questo è anche salvato. Se
Adamo avesse peccato a metà, a
metà anche ciò che è assunto e
salvato. Poiché invece ha peccato
intero, è stato unito con uno che è
stato generato intero, e così viene
salvato per intero. Dunque non ci
calunnino per la salvezza completa
e non rivestano il Salvatore soltanto
di ossa, nervi e figura umana.
Se infatti l’uomo fosse senz’anima,
anche gli ariani dicono così per
attribuire la passione alla divinità,
nel senso che chi muove il corpo
questo anche patisce. Se poi è
dotato di anima ma non di
intelletto, dov’è l’uomo? Infatti,
l’uomo non è un animale privo
d’intelletto.
Secondo Aristotele, una natura
concreta (φύσις) era pensabile solo
se ad essa corrispondeva una
specifica ipostasi.

affermare apertamente
due nature avrebbe potuto
significare dover
Due
ammettere due ipostasi Cristi
Non diciamo infatti che la natura
del Logos si è trasformata ed è
diventata carne, e neppure che si è
trasformata in un uomo completo,
composto di anima e di corpo; ma
piuttosto che il Logos, avendo unita
a sé secondo l’ipostasi in modo
indicibile e inconcepibile una carne
animata da anima razionale, è
divenuto uomo ed è stato chiamato
Figlio dell’uomo (...)
(affermiamo) che diverse sono le
nature che si sono unite in vera
unità, ma da ambedue è risultato un
solo Cristo e Figlio, non perché a
causa dell’una sia stata eliminata la
differenza delle nature, ma piuttosto
perché divinità e umanità, riunite in
un’unione indicibile e inenarrabile,
hanno prodotto per noi il solo
Signore e Cristo e Figlio.
5. Infatti, il Logos di Dio è per
natura immortale e incorruttibile, è
vita e datore di vita. Ma poiché il
suo corpo (...) ha provato la morte
per tutti noi, per questo diciamo che
egli stesso ha patito la morte per
noi, non nel senso che egli abbia
sperimentato la morte per quanto
attiene alla sua propria natura (scil.
divina) (...), ma perché (...) la carne
di lui ha provato la morte.
Confessiamo un solo Figlio e Cristo
e Signore, lo stesso Dio e uomo,
non uno e l’altro, ma uno solo e lo
stesso, così esiste e viene compreso.
Perciò a volte, parla umanamente
come uomo per l’economia, altre
volte parla come Dio (...)

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