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Non si può attribuire a Dio l’ingresso del male nel mondo: da lui non può
mai venire il male, né egli può essere considerato “causa” del male.
«Non dire: “Mi son ribellato per colpa del Signore”, perché ciò che egli
detesta, non devi farlo. Non dire: “Egli mi ha sviato”, perché egli non ha
bisogno di un peccatore. Il Signore odia ogni abominio, esso non è voluto
da chi teme Dio. Egli da principio creò l’uomo e lo lasciò in balìa del suo
proprio volere. Se vuoi, osserverai i comandamenti; l’essere fedele
dipenderà dal tuo buon volere. Egli ti ha posto davanti il fuoco e l’acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e
la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. Grande infatti è la
sapienza del Signore, egli è onnipotente e vede tutto. I suoi occhi su coloro
che lo temono, egli conosce ogni azione degli uomini. Egli non ha
comandato a nessuno di essere empio e non ha dato a nessuno il permesso
di peccare» (Sir 15, 11-20).
Perciò l’origine del male va fatta risalire piuttosto alla libertà, sia degli
angeli, sia degli uomini, libertà che è esposta alla possibilità del
fallimento, ossia è esposta alla possibilità non di un uso giusto e santo,
ma di un riprovevole abuso che provoca il male a sé stessi e agli altri.
Per impedire il male, Dio avrebbe dovuto creare degli esseri privi di libertà
e di intelligenza: ma, in questo modo, avrebbe negato loro la capacità di
compiere il bene con consapevolezza e, soprattutto, di amarLo “alla
pari”, ossia con un amore di elezione.
Dal momento che Dio, per un mistero insondabile della sua libertà, ha
scelto di dare l’esistenza a delle creature fatte a propria immagine e
somiglianza affinché esse, conoscendolo e amandolo, partecipassero
della sua stessa vita, questo amore di Dio o lo si accoglie liberamente o
non lo si accoglie. La disponibilità all’amore unisce le creature angeliche
e umane a Dio, portandole a raggiungere la felicità eterna: ma questa
accoglienza, questa apertura all’amore di Dio è sempre un movimento
interiore libero e volontario della creatura. Dio non può imporci l’amore
per Lui, perché nel momento in cui lo imponesse, non potrebbe più essere
amore. Ecco perché ha dovuto crearci liberi: per darci la possibilità di
aprirci al suo Amore e così poter partecipare della sua natura divina e
conseguire la beatitudine eterna. Se avesse creato gli angeli e gli uomini
senza libertà, sarebbero stati incapaci di amare e quindi incapaci di
conseguire il fine stesso della loro esistenza, che è l’amore perfetto, nella
felicità eterna della visione beatifica di Dio-Trinità.
Per i motivi sopra esposti, Dio non poteva costringerci a un uso corretto
e santo della libertà, escludendo la possibilità che ce ne servissimo per
la nostra rovina. Il disordine consiste nella drammatica scelta dell’angelo
o dell’uomo di impugnare la propria libertà per opporsi a lui, rifiutando il
suo amore [1]. È questo atteggiamento che orienta l’angelo e l’uomo
verso la perdizione eterna. Senza libertà, dunque, non ci si può salvare:
o ci si salva liberamente o ci si perde liberamente. Ecco perché Dio, pur
volendo per tutte le sue creature la beatitudine eterna, ha dovuto
rendere possibile anche la perdizione eterna. Egli non predestina, però,
nessuno all’Inferno: è la creatura stessa che sceglie, liberamente, uno
stato di perdizione.
Chi è Lucifero?
Dopo la sua libera e inconvertibile scelta contro Dio, Lucifero ebbe una
immediata metamorfosi, perse totalmente il suo “splendore”
tramutandosi nell’essere mostruoso e ripugnante per eccellenza, che
manifesta in sé il massimo dell’orrore al quale sia mai giunta la creatura
che si è distaccata dal Creatore. Lui, che era stato il più luminoso fra
tutti gli angeli e che per tale splendore vari Padri della Chiesa – nella
condizione precedente alla sua caduta – gli attribuirono l’appellativo
latino “Lucifer”, che vuol dire “portatore di luce”, divenne l’angelo delle
tenebre per eccellenza, che la Sacra Scrittura indica con vari nomi:
«Satana, diavolo, maligno, serpente antico, dragone, ecc.». Anche gli
angeli che lo seguirono nella sua opposizione radicale a Dio, costituendo
con lui il “mondo demoniaco”, ebbero la stessa metamorfosi. La Sacra
Scrittura infatti denomina anche gli angeli che lo seguirono con vari
appellativi, quali ad esempio: «spiriti cattivi, spiriti maligni, demoni,
diavoli, ecc.». Creati buoni da Dio, Lucifero e gli angeli che lo seguirono
si sono trasformati in malvagi, perché – con libera e inconvertibile scelta
– hanno rifiutato Dio e il suo Regno [2].
Lucifero, per la sua natura angelica – più simile a quella di Dio, purissimo
spirito – sfrenatamente compiaciuto della propria perfezione,
pretendeva che spettasse a lui la preminenza su tutta la creazione, che
Dio ha invece conferito a Cristo Gesù e alla Vergine Maria. Questo
atteggiamento implicava di conseguenza una decisa contestazione sia
all’Incarnazione del Verbo di Dio – che avrebbe assunto la natura umana,
inferiore a quella angelica – sia alla presenza e alla maternità di quella
Donna, dalla quale, incarnandosi, il Figlio di Dio sarebbe nato nel tempo
diventando al contempo anche suo Figlio. Ella, posta dopo l’Assunzione
alla destra del Figlio, come Regina degli uomini e degli angeli, sarebbe
stata infatti elevata non solo al di sopra delle creature umane, ma anche
di quelle angeliche. Il rifiuto di Lucifero nei confronti di Maria, fu logica
conseguenza del rifiuto della Incarnazione. Nel momento in cui la
Santissima Trinità creò gli angeli sapeva già che Lucifero e alcuni di essi
avrebbero usato del dono della libertà per rifiutare il suo progetto
d’amore su tutta la creazione: si sarebbero levati contro di Lui, loro
Creatore, operando per la distruzione della sua creazione, che era tutta
buona, e avrebbero introdotto in essa il male, la sofferenza, e la morte
spirituale e fisica. Per questo, sin dagli inizi della creazione, Dio-Trinità
stabilì che l’Incarnazione del Verbo sarebbe stata, anche redentiva, al
fine di salvare le creature umane che gli sarebbero rimaste fedeli. Mentre
creava, quindi, Dio-Trinità pensava al Figlio suo fatto uomo – cioè Cristo
Gesù – come Redentore, e la Madre sua, cooperatrice con il Figlio
Redentore.
«Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte
dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni
superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo» (Is 14, 13-14).
«… mi farò uguale all’Altissimo». Lucifero non poteva desiderare qualcosa
di impossibile. Se ci si conosce come esseri creati da Dio, si conosce anche
l’impossibilità di diventare uguali al Creatore, e lui sapeva perfettamente
di essere stato creato da Dio e che gli era impossibile diventare uguale
all’Altissimo suo Creatore, come sapeva bene che tutto il bene dell’angelo
e di qualsiasi altra creatura sta nel sottostare a Dio, così come tutto il
chiarore dell’aria dipende dal fatto che sottostà ai raggi del sole.
Da notare due cose: la prima, che tutto ciò egli lo desiderò avere da Dio
e volendo stare sotto Dio; la seconda, che siccome questo desiderio lo
indusse all’azione, altri angeli presero visione del desiderio di Lucifero e
diedero ad esso il loro consenso.
Ma Dio rivelò a tutti gli angeli che il suo disegno era un altro. Egli
chiamava le creature dotate di intelletto e di libera volontà non solo alla
pienezza della felicità naturale, alla quale, in dipendenza da Dio, avrebbe
potuto condurli Lucifero, ma alla beatitudine soprannaturale e a godere
di beni soprannaturali, e questo per mezzo della natura umana assunta
dal Verbo di Dio.
«Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua
sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, … sarebbe
diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro
sarebbe stato il nome che avrebbe ereditato. Infatti a quale degli angeli
Dio aveva detto: Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato? E ancora: Io sarò
per lui padre ed egli sarà per me figlio? Mentre degli angeli dice: Egli fa i
suoi angeli pari ai venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco, del Figlio
invece afferma: Il tuo trono, Dio, sta in eterno e: Scettro giusto è lo
scettro del tuo regno. Perciò riguardo a questo primogenito Dio disse: Lo
adorino tutti gli angeli di Dio» (cfr. Eb 1, passim).
Fu a questo punto che avvenne ciò che San Giovanni ci descrive:
«Nel cielo apparve allora un segno grandioso: una donna vestita di sole,
con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era
incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un
altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna
e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle
del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna
che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. … Scoppiò
quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro
il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero
e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico,
colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu
precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli»
(cfr. Ap 12, 1-9)
Lucifero, diventato diavolo, commise dunque un peccato di superbia e di
disobbedienza, al quale ha fatto seguito l’invidia contro il Cristo,
associata alla collera e all’odio contro di lui e contro il genere umano, e
tanti altri peccati ancora. Il rifiuto di Lucifero, consequenzialmente, non
si manifestò solo nei confronti dell’Incarnazione del Figlio di Dio, ma
anche nei confronti della Vergine Maria, per mezzo della quale
l’Incarnazione si sarebbe realizzata. Ella avrebbe superato nei doni di
grazia e di gloria tutte le creature angeliche ed umane.
Nostro Signore Gesù Cristo è entrato nella gloria del Paradiso con la
nostra natura umana. In tal modo la nostra natura umana, in lui, è salita,
è stata elevata a una dignità superiore a quella delle creature angeliche
e mentre gli angeli santi di Dio hanno umilmente accettato questa
elevazione della nostra natura umana al di sopra della loro natura
angelica, altri angeli, montati in superbia, non hanno accettato tale
progetto.
L’inganno di Satana
Per molti teologi anche le parole che Lucifero diventato Satana rivolse a
Eva: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne
mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il
bene e il male» (Gen 3,5), rivelano che l’essenza del peccato degli angeli
è stata la superbia. Satana, infatti, inganna i nostri progenitori con la
menzogna, insinuando che, se avessero disubbidito a Dio e negato la loro
dipendenza dal loro Creatore, sarebbero stati come Dio. In realtà
l’obiettivo di Satana era quello di sottrarre gli uomini al vero Dio, per
condurli sotto il suo potere. Nel piano di Dio i primi uomini erano già a
immagine e somiglianza di Dio, ma erano chiamati con tutti gli uomini
a divenire ancora più simili a Lui (cfr. 1Gv 3,1-4). Quindi «sareste come
Dio» non è una proposta del tutto falsa perché gli uomini sono chiamati
da Dio a raggiungere questa similitudine, ma il diavolo ha giocato e gioca
su questa verità, per proporre una via ingannevole che in realtà non
porta al raggiungimento della somiglianza con Dio.
Gli angeli sono esseri puramente spirituali, cioè non costituiti come noi
uomini di materia e spirito, ma di solo spirito, non sono pertanto
condizionati, né limitati dalla mediazione della conoscenza attraverso i
sensi, come invece avviene in noi e perciò sono consapevoli della
grandezza dell’Essere infinito di Dio. La scelta fatta da Lucifero e dagli
altri angeli ribelli, fu pertanto totale, definitiva e irreversibile.
Il loro peccato è quindi irremissibile, non perché Dio non offre loro la sua
misericordia, ma perché non vogliono e non possono chiedere perdono.
Essi vogliono fermamente quello che hanno scelto: un rifiuto netto,
cosciente e irrevocabile dell’amore e della misericordia di Dio.
Si comprende allora il motivo per cui tra i sette sacramenti, quello più
odiato dai demoni è il sacramento della Confessione, perché quando
riconosciamo con umiltà e sincerità i nostri peccati e li confessiamo,
facciamo quello che essi nella loro smisurata superbia non vogliono fare
e mai faranno: umiliarsi davanti a Dio, riconoscere che Dio è il Creatore
e il Signore e noi siamo sue creature. Noi invece riconoscendo che Dio è
il nostro Creatore e che in Gesù Redentore, ci offre il suo infinito amore
e la sua infinita misericordia, confessiamo umilmente i nostri peccati e
chiedendo perdono, gli manifestiamo al contempo il proposito sincero di
non volerci arrendere ai nostri peccati, e di volerli combattere per non
farli più, ecco allora che troveremo sempre Gesù misericordioso con le
sue braccia spalancate per accoglierci nel suo cuore, perdonarci e darci
forza per la nostra battaglia contro il male.
I demoni tentano di associare gli uomini alla loro stessa ribellione a Dio
Poter essere come Dio, ma senza Dio, è la grande menzogna con cui
Satana tenta gli uomini di ogni tempo, con lo scopo, in realtà, di staccarli
da Dio per portarli all’eterna rovina. Non potendo combattere
direttamente Dio, Satana vuole vendicarsi su di lui sottraendogli noi suoi
figli, affinché anche noi perdiamo per sempre ciò che lui e gli altri angeli
ribelli hanno perso per sempre.
Ribadiamo che gli angeli ribelli sanno che – differentemente da loro, che
per la propria natura angelica, attraverso un solo atto decisero di se
stessi in maniera irreversibile – gli uomini non stabiliscono con un sola
scelta la loro destinazione ultima, perché la natura umana ha bisogno di
molti atti per giungere ad essere a favore o contro Dio per sempre.
Satana, quindi, durante tutto il corso della vita terrena degli uomini sa
che deve sforzarsi di tentare noi uomini per orientare le nostre scelte in
direzione opposta al nostro vero bene, pertanto come operò nel mondo
angelico affinché gli angeli non accettassero con riconoscenza Dio, loro
Creatore, come Capo e Signore, e si propose ad essi in alternativa a Lui,
così ora egli cerca di proporsi agli uomini, attraverso l’inganno del
peccato, come loro capo e signore. Tutto il suo agire tra gli uomini è
finalizzato a impedire che la natura umana si unisca alla natura divina,
impedire che l’uomo si unisca a Dio o se è già unito, che si separi da Lui.
Inoltre ritiene che maggiore sia il numero delle persone che riesce a
portare al peccato e a perseverare in esso, più possa estendersi il suo
dominio nel mondo intero.
Si tenga presente che per tentarci egli si serve di due potenti alleati, che
usa come due armi:
Dio è venuto in nostro aiuto mandando il suo Figlio Gesù Cristo nel
mondo per redimerci dal peccato e liberarci dal potere di Satana.
Per quanto nel mondo seguiteranno sino alla fine dei tempi a
manifestarsi le conseguenze del peccato originale, grazie però alla
Redenzione operata da Gesù, gli uomini hanno la possibilità di giungere
alla salvezza eterna in Paradiso, pertanto, anche se Satana e i demoni
rimangono sempre attivi nel mondo, non possono nuocere alla nostra
anima se noi non acconsentiamo volontariamente al peccato che essi ci
suggeriscono.
[3] Per una catechesi sulla «Santissima Trinità», leggi il Catechismo della
Chiesa Cattolica dal n. 232-267 e dal n. 290-292.