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La prima apparizione di Satana, (termine ebraico che significa "avversario") nell'Antico Testamento avviene
durante la caduta di Adamo (Genesi 3). In questo episodio, Satana appare come il tentatore, sottoforma di
serpente, che induce i primi uomini a peccare. La caduta di Satana è un fatto già precedentemente avvenuto.
Per ragioni mai chiarite, il resoconto della sua caduta è assente da questo testo.

La storia, riportata dalla Bibbia cristiana e dagli scritti dei Padri della Chiesa, è che in origine Satana fosse
l'Arcangelo più bello, il più splendente, il più vicino a Dio, e per questo era chiamato Lucifero ("portatore di
luce"). Da Isaia (14) e Ezechiele (28) emerge come Lucifero era l'essere più elevato di tutta la creazione, la
creatura più grandiosa dell'opera di Dio, un essere celestiale che rifletteva nel modo più perfetto lo splendore
del Creatore. Ezechiele dichiara che questo angelo esaltato era nell'Eden, nel "giardino di Dio" (28:13); parla
della stanza del trono dove Dio dimora nella Sua maestà e purezza (Ezechiele 1, Isaia 6), definisce questo
luogo come "il monte santo di Dio" (verso 14). Lucifero viene definito come "un cherubino dalle ali distese, un
protettore". I cherubini sono in cima alla gerarchia angelica e il loro compito è quello di sorvegliare
simbolicamente il trono di Dio. Lucifero era stato consacrato dal decreto deliberato da Dio (Ezechiele 28:14, "Ti
avevo stabilito") proprio a sorvegliare il trono del Creatore. Viene descritto come un essere dotato di
insuperabile bellezza, rivestito di una luce radiosa, munito di una saggezza senza limiti, oltre ad essere stato
creato con il potere di prendere reali decisioni morali.

Ma, proprio per questa sua vicinanza al Creatore, credette non solo d'essere come Dio, ma perfino più potente
dell'Onnipotente stesso. Peccando dunque di superbia, si ribellò al volere di Dio, radunò a sé un terzo delle
schiere angeliche e mosse guerra contro l'Onnipotente, che lo vince e lo precipitò dal Cielo insieme ai suoi
devoti. La loro caduta dura 9 giorni, dopodiché, l'Inferno si spalanca sotto di loro, inghiottendoli. Secondo la
tradizione, in quel momento, il nome di Lucifero viene "cancellato dai Cieli", con l'imposizione che nessuno lo
pronunci mai più: da allora in avanti sarà chiamato "Satàn" (l' "Avversario"). Da allora, il solo scopo del
demonio, invidioso e furente, è quello di trascinare gli uomini, novelli e privilegiati figli di Dio, nella sua dimora
per l'eternità.

Gli angeli caduti con lui diventano i suoi demoni, a cui spetta il compito di tentare e corrompere gli uomini.
Belzebù imparò a tentare gli uomini con l'orgoglio. Quando veniva convocato da streghe o maghi appariva in
forma di mosca, per questo il suo nome da battaglia è "Signore delle mosche". Leviathan è descritto da Isaia
come "serpente guizzante e tortuoso". Da alcuni resoconti è indicato come il serpente che tentò Eva nel
Giardino dell'Eden. Asmodeo, principe della distruzione, demone della cupidigia, dell'ira e della vendetta,
quando si degna di comparire davanti ad un mortale lo fa a cavallo di un drago armato di lancia; ha tre teste,
una di toro, una di ariete e una d'uomo, ed al posto dei piedi zampe di gallo. Astarotte, il tesoriere dei demoni,
gira a sua volte a cavallo di un drago, ha una sola testa e porta una vipera nella mano sinistra. Archetipo
dell'individuo che non si smuove neppure con le cannonate, incoraggia alla pigrizia e all'indolenza. Behemot,
un demone enorme, di solito raffigurato come un elefante con un grosso ventre rotondo che cammina
dondolandosi goffamente su due piedi, presiede ai banchetti infernali ed ha il compito di sorvegliare dell'inferno.
Belial è il dominatore incontestato del buio. Il suo scopo è apportare perfidia e colpa. Satana, secondo la
tradizione medievale, ha tre teste, che si uniscono nel punto in cui gli animali hanno la criniera e che ripetono,
orrendamente, la trinità; simboleggiano la sua natura antitetica rispetto a Dio. Sono infatti una di colore nero,
per indicare l'ignoranza contrapposta alla sapienza divina, una rossa, simbolo dell'impotenza opposta alla
potenza di Dio, l'ultima gialla, immagine dell'odio, contrario della amore di Dio verso l'umanità.

Tu dicevi in cuor tuo: “Io salirò in cielo, innalzerò il mio trono al di sopra delle stelle di Dio; mi siederò sul monte
dell'assemblea, nella parte estrema del settentrione; salirò sulle sommità delle nubi e sarò simile all'Altissimo”

(Isaia 14:13:14)

Tutti i miti della creazione concordano con il fatto che il peccato è fondatore: Lucifero compie un atto violento di
ribellione e separazione e diventa Satana. La caduta di Lucifero è la conseguenza della sua sconfinata e
malvagia determinazione nel voler usurpare la gloria che appartiene solo a Dio. Satana è interamente e
totalmente responsabile della sua malvagia scelta, dettata dalla hybris, dall'orgoglio, dal narcisismo. Ma nelle
scritture non vi è nulla che spieghi come questo dannato orgoglio potesse sorgere nel cuore di una perfetta
creatura di Dio non ancora decaduta. Di certo, Satana è completamente responsabile del suo crimine, è
“volontà di onnipotenza”. Ezechiele (28:15) dichiara esplicitamente che Lucifero era perfetto dal giorno che fu
creato, "finché non fu trovata in lui l'iniquità".
A causa della sua ribellione, Satana diventa il nemico di Dio e di tutto ciò a Lui connesso. La sua caduta - e
quella degli altri angeli ribelli - è irreversibile; non vi è per essi nessuna possibilità di redenzione: il loro regno è
l’inferno. Satana è separato definitivamente e irrimediabilmente dall'Altissimo. Il Diavolo ha ancora accesso alla
stanza del trono del giudizio dell'universo, secondo il ruolo di accusatore assegnatogli divinamente (Giobbe 1-2;
Zaccaria 3; Luca 22:31; Apocalisse 12:10); questo suo accesso non prevede però la comunione o l'accettazione
da parte di Dio. A causa del tradimento di Lucifero e della sua trasformazione, Satana e i suoi angeli possono
anticipare solo la condanna e la punizione eterna (Matteo 25:41).

Dopo la caduta di Lucifero e degli angeli ribelli, Dio crea Adamo, il primo uomo, a sua immagine e somiglianza,
e da una sua costola Eva, la prima donna, e gli affida il dominio della Terra, stabilendo una teocrazia come
forma di governo (Gen. 1:26-29) che dovrà essere retta dall’uomo per combattere l’influsso di Satana. Ma,
travestitosi da serpente, Satana induce Eva a sedurre Adamo e a cogliere il frutto proibito dall’Albero della
Conoscenza del Bene e del Male.

Un altro tradimento, un altro atto violento di separazione, che è sempre lo stesso, originario, fondatore.
L'Umanità è dunque condannata da Dio a vagare nei gironi infernali terrestri in cerca di espiazione al peccato
originale con cui Satana ha corrotto il figlio di Dio, assicurandosi così il governo del mondo.

Nei primi anni della decaduta, gli angeli ribelli decisero di costruire a Babele "una città e una torre" (Genesi
11:4). La città era un centro di attività commerciale, mentre la torre era il punto d'incontro per l'adorazione
pagana. Questa doppia caratterizzazione del cosmo come espressione di egoismo- materialismo (il commercio)
e di ribellione (l’idolatria) riecheggia in tutta la Parola di Dio fino ad arrivare al suo culmine nell’Apocalisse
(17:18) dove gli angeli, non decaduti, annunciano la tanto attesa fine di Babilonia, con la sua religione profana e
il suo commercio mondano. Ezechiele (26:28) condanna duramente Tiro, il maggior centro commerciale ai
tempi di Ezechiele, mentre Isaia (14) denuncia Babilonia, ossia il centro delle false religioni.

« Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una
pianura nel paese del Sennaar e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: "Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli
al fuoco". Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. Poi dissero: "Venite, costruiamoci una città e
una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra". Ma il signore
scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: "Ecco, essi sono un
popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare
non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua perchè non comprendano più l'uno
la lingua dell'altro". Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. Per questo
la si chiamò Babele, perchè là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la
terra».

(Genesi 11, 1-9)

A seguito della “confusione” la Torre non verrà completata e finirà con il crollare. La diaspora darà luogo alle
nazioni della Terra ed alla frammentazione dei linguaggi e culture. Da allora, i "costruttori" sono alla ricerca
della conoscenza sacra, del logos peduto. Dopo la caduta della Torre di Babele, l’Uomo perde cioè la
conoscenza del linguaggio universale che torna ad essere monopolio esclusivo della divinità. Non per questo
l’Universo perde di significato: è l’Uomo a perderne la chiave, pur serbandone vivo il ricordo. L’uomo, perduta la
lingua originaria, perde con questa la sua identità, direttamente espressa e significata dal suo nome, la cui
risonanza si poneva in correlazione armonica con l’intero creato Dovrà ora agire per riacquistare quella
conoscenza e riacquisire l’identità legata al nome originale.

“La Parola è perduta o piuttosto nascosta agli uomini dell’età oscura, allo stesso modo che il centro Supremo è
divenuto invisibile ed inaccessibile ad essi” (R. Guénon, Simboli).

In una lettera del 19 maggio 1936 a Vasile Lovinescu (alias Geticus) René Guénon affrontava il tema delle
“sette torri del diavolo”, una delle quali (quella degli Yazidi, in Mesopotamia) era stata descritta da W. B.
Seabrook in un libro di viaggi uscito alcuni anni prima e già recensito dallo stesso Guénon. Le “torri del
diavolo”, aveva spiegato quest’ultimo, sono “centri di proiezione delle influenze sataniche nel mondo” e
costituiscono una parodia dei sette “poli”, ossia dei vertici della gerarchia spirituale subordinati al Polo
Supremo; in altre parole, le “torri del diavolo” sono i centri controiniziatici dei “santi di Satana”, che pretendono
di contrapporsi ai centri iniziatici dei “santi di Dio”.
La "città” (Babilonia) e la “torre” (Babele) sono simboli che rappresentano il caos, la frammentazione del cosmo
governato dall’uomo decaduto, separato da Dio, governato da Satana, e annunciano la distruzione finale.

”I re della terra, che con lei fornicarono e presero parte al suo lusso insolente, quando vedranno il fumo del suo
incendio, piangeranno e faran cordoglio su di lei, stando a distanza, per paura dei suoi tormenti, e diranno:
‘Sventura, sventura! O grande città, Babilonia, la potente città; in un attimo è venuto il tuo giudizio ‘ (…) E i
mercanti della terra piangono e portano il lutto per Babilonia (…) O cielo, esulta sopra di lei! E voi pure, o santi,
o apostoli, o profeti! perché Dio, giudicandola, vi ha reso giustizia contro di lei!”

(Apocalisse, XVIII, 9-20)

La Bibbia insegna che la corruzione del mondo visibile è influenzata e animata da un regno popolato da spiriti
invisibili (Daniele 10:12-13; Efesini 6:12) guidati da Satana, il "dio dell'età presente” ( Corinzi 4:49), la cui lotta è
finalizzata a frustrare gli scopi del vero Dio. Grazie all'autorità datagli da Adamo (Luca 4:5-6), Satana ha
l’autorità per offrire la guida del sistema mondiale a chiunque voglia Per questa ragione, Gesù definisce Satana
come il "principe" ("colui che governa") di questo mondo (Giovanni 14.30), poiché tutto il mondo giace sotto il
potere del "maligno" (Giovanni 5:19).

Il controllo di Satana sul mondo è un dominio invisibile, di carattere fisico e spirituale, che condiziona il modo di
pensare e le filosofie. Le Scritture rivelano che in futuro Satana proverà a trasformare questo dominio invisibile
e spirituale in un vero e proprio regno, visibile e permanente. Per raggiungere questo obiettivo, dovrà indurre gli
uomini ad unirsi sotto un unico governo mondiale. Oltre a ciò, dovrà far sì che il mondo accetti di essere
governato da un unico uomo, l'Anti-Cristo, che farà delle grandiosi dichiarazioni su sé stesso e al quale
verranno affidati dei poteri illimitati e.

L'influsso satanico della tecnica e della scienza, nel corso dei secoli ha profondamente minato la fede biblica.
Come risultato, alla fine del 19esimo secolo e all'inizio del 20esimo secolo, si è iniziato a dire al mondo che
nessuna rivelazione divina della verità è stata data all'umanità. La negazione di Dio ha portato molte persone
del 20imo secolo a concludere che il Dio personale, sovrano e creatore, descritto nella Bibbia, in realtà non
esiste, o, se esiste, è irrilevante per il mondo e per l'umanità.

Questa negazione della divina illuminazione (la "morte di Dio") ha prodotto dei cambiamenti radicali per la
società e per il mondo, portando molti uomini alla disperazione, all’abbrutimento, all’alienazione. Poiché Dio ha
creato l’uomo e la donna come sue emanazioni, lasciandogli, con il libero arbitrio, la possibilità di redenzione,
attraverso la conoscenza, il raziocinio, per risalire a Lui come causa ultima della propria esistenza.

La morte di Dio ha creato un vuoto spirituale enorme, incolmabile, ma ha anche aperto una visione del mondo
post-ideologica, multi-prospettica, capace di muoversi sradicatamente dalla filosofia al mito, dalla magia alla
scienza, capace di aprirsi ad ogni sfaccettatura di mondi completamente diversi. Che devono essere però
ricondotti all’Uno.

“Essere o non essere, questo è il problema”

Il vuoto spirituale, il bisogno inappagato di trascendenza, conduce alla disperazione perché va ad intaccare la
costruzione del senso e del principio di realtà, che si fondano su un sistema di valori morali, e sono lo scopo
dell’esistenza stessa. Per colmare questo vuoto, questa richiesta di assoluto, e portare gli individui sotto la sua
influenza, Satana offre i suoi incantesimi: lo spiritismo, il satanismo, altre forme di occultismo, le droghe, la
religione (“oppio per i popoli”), la tecnica, la scienza, lo spettacolo, la pornografia.

La negazione della rivelazione divina della verità ha avuto come conseguenza la negazione dei valori morali.
La ragione e la scienza sataniche si sono prerogate il diritto di perseguire i propri piani di onnipotenza, per
mezzo dell’uomo satanico. Il mondo è stato così precipitato in un abisso senza fondo: parallelamente allo
sviluppo della tecnica e della scienza, sono andati progressivamente crollando i totem e i tabù, il sistema di
valori che l’uomo primitivo aveva eretto come strumento di ordinamento culturale.

Dissoluzione della famiglia, delle identità, di ogni valore morale. Perversioni, psicopatologie, si diffondono a
macchia d'olio. L'uccisione di esseri umani non ancora nati o parzialmente nati legalizzata. L’ambiente,
irremidiabilmente distrutto e contaminato. I furti e le frodi vengono condonate. Criminali e pedofili vengono
rilasciati. I corrotti governano indisturbati. Gli individui sono sempre più alienati, assuefatti alle droghe, ai
farmaci, alla televisione, ai computers, ai telefonini. La follia e la violenza dilagano. Guerra, distruzione, orrore,
morte.

L’osso, improvvisamente, si trasforma in astronave. Ma il progresso è un regresso, che tende al ritorno,


all’origine. La storia è una ruota, senza inizio e senza fine, che eternamente gira, e eternamente ritorna alle
origini. È il Regno di Satana.

Una volta stabilito che Dio non esiste, che non esiste nessuna verità, il gioco è fatto.

Senza un modello per determinare il bene e il male, senza un sistema di credenze condiviso, Satana può
regnare incontrastato e perseguire i suoi malefici scopi.

La negazione della rivelazione divina riporta in auge la divinizzazione dell’uomo, come già è avvenuto in
passato con gli dei-imperatori. Thomas J.J. Altizer, un teologo protestante degli anni '60, autore di "Dio è
Morto", ha dichiarato che, siccome l'umanità ha negato l'esistenza di un Dio personale, essa deve raggiungere
un più alto grado di trascendenza, tale da portarlo ad essere un "uomo-divinità".

Nel frattempo, il “Principe” seduce il mondo affinché si realizzi l'unificazione degli uomini sotto un unico
governo mondiale che accetti il suo condottiero, l'Anticristo, il quale avrà poteri unici e si autoproclamerà dio.

Secondo l'impalcatura Giudaica e Messianica che sostiene il Nuovo Testamento, comune a tutti gli apostolici
Cristiani, e condivisa da Gesù stesso, l'Età Presente corrisponde al “Regno di Satana”: l' umanità è preda di
forze malefiche dalle quali può essere salvata solo con l'intervento di Dio, che manderà Suo Figlio, il Messia,
per sconfiggere Satana e l'esercito dei suoi demoni. Mentre è possibile per credenti individuali liberarsi dalla
tirannia di Satana anche subito, con la "buona volontà", il mondo nella sua globalità continuerà a "giacere nelle
mani del Malvagio" ( Giov. 5:19), "che seduce tutte le nazioni" (Ap. 12:9).

Per Paolo, l'era in cui viviamo, fino all'arrivo del Messia in gloria, è "la presente età malvagia" (Gal 1:4)
dominata da Satana (2 Cor. 4:4) che "rinascerà" al tempo della resurrezione (Rom. 8:23). Solo gli autentici
cristiani possono già provare qualcosa della salvezza che verrà al mondo quando Gesù stabilirà il Suo Regno,
solo essi possono da subito "trasferirsi dal regno delle tenebre al Regno di Dio " (Col. 1:13). Ma il Messianico
Regno di Dio arriverà solo quando il Messia spunterà tra le nuvole a riprendere le redini del governo mondiale.
Fino a quel glorioso giorno, il giudizio universale, i Cristiani devono continuare a pregare "venga il Tuo Regno",
nel senso che devono preparare la sua venuta, operare quaggiù come mietitori, combattere il maligno. Come
dice Gesù, quando gli eventi cataclismici associati alla fine dell'età cominceranno ad accadere, i fedeli potranno
essere sicuri che " il Regno di Dio sta per arrivare" (Luca 21:31).

Dunque, sia Gesù che gli Apostoli considerano la presente età come soggetta al dominio di Satana, e aspettano
la Futura Età che seguirà la Seconda Venuta. L' obbiettivo Cristiano, che è ovunque nel Nuovo Testamento, è
quello di guadagnare, combattendo, la "vita eterna", ovvero, la "vita nell'Età Futura", l'immortalità intesa come
un posto nell' Età del Regno di Cristo.

Secondo la rivelazione cristiana, Satana vuole crearsi un mondo proprio , alternativo a quello di Dio. In altre
parole, la Storia umana si svolge come campo di " battaglia" tra due progetti : il Regno di Dio e il Regno di
Satana. Ambedue i progetti devono passare per l'Uomo, giacchè l'uomo è la sintesi di tutta la realtà e per di più
è dotato di libertà di scelta. Dio attira l'uomo verso il suo Regno, prendendo l'iniziativa gli propone patti,
alleanze, in cui ci sono promesse di salvezza e doveri. Satana, che si erge a colui che è "come Dio", fa lo
stesso: suggestiona gli uomini con delle promesse, con un patto, per attirarli nel suo Regno. Le alleanze con
Dio sono sempre state stipulate nella storia su iniziativa unilaterale di Dio stesso. Nei patti con il diavolo, è
l'uomo che propone a Satana il patto (è come la magìa: uno ci prova): l'uomo cerca di vendergli la propria
libertà , l'anima, e spera in cambio di ottenere doni materiali e poteri psichici per raggiungere scopi
intramondani, terreni. Dalle alleanze con Dio, gli uomini ricevono gratuitamente doni materiali e spirituali atti a
separarli dal male (santificarli) ed a plasmarli secondo lo spirito divino per renderli atti a vivere nel Regno di
Dio.

Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono
venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato. 43 Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete
dare ascolto alle mie parole, 44 voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre
vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.
Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna. (Gv 8,42 42)

I due Regni non sono simmetrici : Dio si è rivelato più forte di Satana e, con il consenso della libertà dell'uomo,
finchè questi è vivo , Dio può strappare chiunque dal Regno di Satana.

Nonostante tutti i " distinguo" che vengono fatti tra satanismo come pratica del peccato, come culti satanici o
come ideologie atee o come stili di vita, il satanismo mette sempre in serio pericolo la salvezza della persona
dal Male.

La Rivelazione cristiana mette ben in guardia che in ogni tipo di satanismo è sempre in agguato il punto di non-
ritorno, un punto in cui la persona perde la propria libertà e non è più capace di rivolgersi a Dio per essere
salvata. E non potrà essere salvata.

"IL REGNO E’ DENTRO DI VOI E FUORI DI VOI".

Satana vive nell’Uomo e nella Donna, nella carne e nel sangue, nell’anima e nello spirito, nel corpo e nella
mente, dove però vive anche il pre-ricordo di Dio. Lucifero-Satana, Cristo-AntiCristo, sono dentro l’uomo e fuori
dell’uomo, dovunque, in ogni cosa., in ogni angolo del cosmo.

La volontà umana, la volontà di potenza, di per sé non è mai liberatrice, perché è soggetta ai valori del sangue
e della carne, perché è totalmente dipendente dalle possibilità e dalle forze presenti nella materia. L’uomo
dispone di una certa saggezza, il prodotto delle sue facoltà intellettuali e capacità razionali, ma anche questa
sua facoltà, il cosiddetto “libero arbitrio”, è in balia delle cose esteriori, delle cose visibili, è preda di maya.

“La saggezza degli uomini è follia davanti a Dio”, affermano le Sacre Scritture.

All’uomo che vive secondo i sensi, la conoscenza suprema è vietata. “Sapere di non sapere”, secondo il motto
socratico, è la conoscenza più alta.

L’attività umana è prigioniera nella lotta per l’esistenza e la sopravvivenza, dove vige la legge del più forte, la
legge della giungla, del Regno di Satana. Volontà, saggezza, attività, istinti naturali, si compenetrano nella
coscienza psico-biologica dell’io, o ego, nel suo narcisismo, nella sua hybris, nell’apollineo principio
individuationis, la cui proprietà più caratteristica è il desiderio di autoconservazione e riproduzione, desiderio
che, di fronte alla finitudine dell’uomo, causa inevitabilmente ansietà, cupidigia, gelosia, egocentrismo. Tutti
sentimenti che alimentano il lato speculativo della metafisica filosofico-morale-religiosa (“l’oppio dei popoli”),
l’aspetto illusorio e non liberatore di ciò che erroneamente chiamiamo arte, e il lato satanico della scienza.

Il divenire umano è prigioniero di queste trappole culturali. Vi è però insito nell'uomo il pre-ricordo della sua
spiritualità originale, ed è proprio questa reminiscenza, più o meno latente, che predispone l’uomo verso
quell’irresistibile pulsione alla ricerca della verità. Si tratta di ricomporre, con un atto psico-magico, dai vari
stadi di sviluppo ed evoluzione terrena, quello stato luminoso originale, che contraddistingue i liberi spiriti (alieni
in alias terras). Gli antichi gnostici amavano parlare di “ars magica”o anche di “arte regale della costruzione”.

La storia del mondo ci mostra come lo stato di coscienza dell’umanità passi regolarmente da uno stato di
torpore e oscurità a stati di risveglio e illuminazione, a causa dei cicli e ricicli, del saliscendi, di ogni cosa. L’
"uomo dialettico", l’uomo che nasce ed evolve nell’ordine naturale terrestre, è legato alla ruota karmica della
causa e dell’effetto, della nascita e della morte, soggetto al perpetuo divenire delle cose di questo mondo,
soggetto alle leggi di attrazione e repulsione, dell’ “apparire, brillare, sparire”. Intrappolato nella gabbia di
Ahriman, l’uomo dialettico non potrà mai varcare le porte del regno dei cieli. “La carne e il sangue non possono
entrare nel regno dei cieli”, avverte Giovanni. Esiste però un processo di rinascita che non è determinato dalla
volontà di potenza del sangue e della carne. “Chi non rinasce dall’acqua e dallo spirito non può entrare nel
regno dei cieli”, dice il Cristo, proclamando la necessità della Resurrezione nel “corpo di gloria”.

Un nuovo Adamo può formarsi nel vecchio Adamo e oltrepassare lo stadio dialettico. Si è cercato per molte vie
di raggiungere questa liberazione. Molti mistici e membri di ordini religiosi hanno intrapreso la via della
penitenza e dell’ascesi, ma sono rimasti prigionieri del culto della personalità, incapaci di divenire impersonali.
Mentre gran parte dei metodi e sistemi magici orientali, con la loro totale negazione della materia e della
dialettica, si sono rivelati altrettanto inutili e affatto liberatori. Poiché è proprio dal tempio corrotto, materiale,
terreno, prigioniero della dialettica, che deve realizzarsi la ricostruzione del nuovo tempio. Come Cristo e
Buddha, che sulla via della loro personalità dialettica e mortale, hanno intrapreso il cammino della liberazione.
“Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita e quanto pochi coloro che la trovano”,
dirà Cristo nel sermone della montagna.

Profonda, abissale, è la degradazione dell’uomo dialettico. Tutte le religioni, tutte le sacre scritture, tutti i miti e
le leggende della creazione, parlano di questa caduta dal “mondo degli spiriti vergini”, il mondo umano
originale, spirituale, unitario, androgino, compreso nel piano divino, universo di magnificenza eterna e assoluta,
in cui l’uomo è in pieno possesso delle sue facoltà magiche, angeliche, in piena armonia con il Tutto. Una
catastrofe lo colpì alla caduta: quando l’uomo scelse di impiegare le sue facoltà creative per soddisfare una
volontà di potenza nefasta, un furore prometeico, nell’intento di sottomettere le energie cosmiche ai suoi fini
personali. In risposta alla ribellione umana, la creazione (il mondo) dovette allora essere protetta. Il raggio
d’azione dell’uomo fu perciò limitato al piano mortale, ma gli fu lasciata dal Padre la possibilità del Ritorno.
L’umanità fù espulsa dal regno celeste per proteggere la creazione e l’uomo da sé stesso. Qui cominciò
l’involuzione, ossia la discesa nella materia, come conseguenza di una rivoluzione cosmica. Il nuovo stato,
semidivino, trasferì la coscienza dal piano spirituale (celeste) a quello psichico (terrestre), indissolubilmente
legato al sangue e alla carne. L’uomo fu così privato della personalità celeste e lo spirito perse le sue facoltà
divine, lasciando all’uomo solo una coscienza psico-biologica animale e dialettica. Mantenendolo in uno stato
sensorio illusorio (maya) per scongiurare i pericoli derivanti dalla sua hybris.

Il periodo di Saturno, quello solare, quello lunare, quello terrestre, hanno completato il processo involutivo che
ha dato vita alla forma corporale di cui siamo attualmente prigionieri. È solo sulla base di questa personalità
che possiamo trovare la via per il Ritorno. Come Prometeo, siamo incatenati alla dura roccia di questo mondo,
che noi stessi abbiamo forgiato con il fuoco rubato agli Dei. Quello stesso fuoco con cui infuriamo come
demoni, con cui creiamo i mostri della tecnica, con cui contaminiamo la vita naturale, sfruttandoci l’un l’altro,
consumando la degradazione generale della nostra condizione.

Eppure vive latente, in ognuno di noi, il ricordo dell’esistenza originale che l’uomo ha portato con sé nella sua
caduta, e che oggi vive sommerso nel più profondo dell’inconscio. Di fronte all’immane catastrofe che ci
aspetta, la presa di coscienza della caduta sempre più profonda, dell’intera umanità terrestre, nelle viscere del
“regno di Satana”, servirà allora come unica speranza per il risveglio della reminiscenza assopita: la
resurrezione dell’Uomo Nuovo dovrà necessariamente vincere l’essere dialettico e il senso dell’Es.

Il mondo dialettico è, al tempo stesso, maledizione e grazia. Maledizione, perché “nulla quaggiù è stabile”, nulla
è durevole, tutto è impermanente; la lotta tra bene è male è “senza inizio e senza fine”, secondo la legge
dialettica degli opposti che sempre si alternano e mai si complementano. Ma anche grazia, perché a causa di
questa continua instabilità nulla può cristallizzarsi in forma definitiva, e il movimento regna sovrano. Questo
perché il regno dialettico risponde alle leggi della ruota karmica, dell’alternarsi di vita e morte. Alla morte, il
microcosmo (l’uomo) si svuota per accogliere una nuova personalità mortale, attirata nella sfera terrestre dal
seme di una coppia di futuri genitori, che comincerà una nuova vita nel regno dialettico, legata alla precedente.
La ruota ricomincia a ruotare verso il basso e un nuovo cammino verso la morte è intrapreso. La ruota continua
eternamente a girare al ritmo dell’ “apparire, brillare e sparire”. Non c’è speranza di liberazione per il
microcosmo uomo, prigioniero del gioco di forze contrarie che lo influenzano e lo lacerano alternativamente.
L’uomo è condannato all’inquietudine, ad una lotta imperitura, ad una partita a scacchi contro la morte, che sà
di non poter vincere. Poiché la morte non libera l’uomo dal regno dialettico, lo fa passare semplicemente dalla
sfera terrestre all'adilà, annientando l’anima mortale che nell’aldilà si dissolve completamente. Come il corpo
materiale, che diventa polvere, così scompare anche l’anima mortale.

È quaggiù che si trova il passaggio del vacuum di Shamballa, verso uno sviluppo più grandioso e meraviglioso.
Attraverso la rinascita dall’acqua e dallo spirito, l’anima può diventare immortale, liberandosi dalla ruota
karmica.

La reincarnazione, processo assolutamente esatto ad un esame gnostico-esoterico, è una legge conseguenza


della caduta dell’uomo, legge dura e clemente al tempo stesso, perché condanna l’uomo all’esistenza dialettica,
ma gli offre anche una possibilità di liberazione.

La lezione dell’insegnamento universale può essere appresa solo qui, in Terra, dove possediamo una corporeità
completa, una e trina, fatta di spirito, anima e sangue. Il nuovo corpo, il corpo di gloria, deve essere ricostruito
in questo stato. La rigenerazione può avvenire solo a partire dalla degenerazione. Quando si ottiene la
liberazione, quando si vince la “seconda morte”, ovvero si esce dal regno dialettico, la morte diventa
resurrezione, nel regno della luce.

Opporre alla spietata legge del karma quella della remissione dei peccati, percorrendo il cammino della
rigenerazione per liberarsi dal peso dei secoli e delle colpe del passato. Questo processo di liberazione non è
automatico, ma intelligente e complesso, e investe consciamente tutto l’umano.

“È nella debolezza che si manifesta la mia forza”, parola di Cristo.

L’umanità originale viveva nella beatitudine del regno celeste: nata dall’ “atomo-scintilla” divino, viveva come
duplice unità cosmica, nell’Eden, manifestando tutti i suoi magici poteri. In questo paradiso, l’albero
rappresentava l’immagine delle energie perfettamente bilanciate in un rapporto di collaborazione simbiotica, in
armonia con il piano divino del Creatore: salute, forza, immortalità. Ma vi si trovava anche l’albero della
conoscenza del bene e del male, i cui frutti erano proibiti, poiché la perturbazione dell’armonia instaurata
poteva provocare calamità, disastri e morte. Il disastro fu provocato dalla hybris di Adamo, caduto in
tentazione, bramoso di conoscere e sfidare Dio, che ha causato una scissione tra le energie fondamentali. Le
stesse che, nel piano terrestre attuale, si manifestano separatamente nella natura dialettica, dove tutto
obbedisce al ritmo del perpetuo apparire e sparire: il giorno e la notte, il caldo e il freddo, la vita e la morte. Nel
momento in cui l’uomo si è separato dal principio di armonia cosmica, è stato attratto verso uno strato inferiore
retto da un ordine dialettico che si regge sull’eterna lotta tra bene e male. La nostra stessa anima, il nostro
stesso sangue, sono prigionieri di questo principio di eterna opposizione.

La sedicente applicazione pacifica dell’energia atomica ci condurrà al disastro finale. L’equilibrio delle forze
cosmiche è perturbato. L’uomo continua a giocare, come un apprendista stregone, con delle forze che non può
dominare, per perseguire scopi egoistici in contrasto con i piani del Creatore.

La catastrofe è inevitabile: guerra, distruzione, orrore, morte… la vita, così come la conosciamo, diverrà
impossibile. Una catastrofe ben più spaventosa della bomba atomica ci attende. Il dramma vissuto da Atlantide
sta per ripetersi. Mentre il clero di Atlantide cantava l’inno della sua strapotenza, la civiltà si inabissava. Allo
stesso modo, quando la scienza satanica dell’uomo degenerato festeggerà il suo apogeo, essa sprofonderà,
trascinando con sé gli adoratori di Satana. Agli uomini di buona volontà è affidato il compito di vincere la
seconda morte e cominciare un nuovo ciclo.

Secondo l’insegnamento universale, tutto lo spazio infinito dell’universo è pieno della sostanza originale, la
sostanza cosmica fondamentale. “Non vi è spazio vuoto”, secondo l’assioma della “Fama Fraternitas”. Nello
spazio visibile, questa sostanza è costituita da atomi di vari elementi, di numero illimitato. In ogni atomo è
racchiuso uno straordinario potenziale di energia, in cui si manifesta il logos. L’intera creazione ebbe luogo a
partire da questa sostanza e si mantiene in vita grazie ad essa (radiazione cosmica di fondo).

Chimici e fisici, i moderni alchimisti, sono in grado di utilizzare il potere di radiazione naturale degli atomi
attraverso la combinazione di atomi di vari elementi per realizzare creazioni straordinarie, oppure, distruzioni
straordinarie.

Ma nessuno è ancora arrivato a liberare la vera forza dell’atomo, a carpire tutto il suo potenziale nascosto. La
genesi e la natura della sostanza cosmica fondamentale rimane ancora un mistero (energia-materia oscura).
Del divenire atomico-quantistico si conosce ancora ben poco.

Lo spirito impiega la sostanza originale per esprimersi e cristallizarsi in forme, seguendo un piano e un’idea ben
precisa. Nella materia prende forma il piano creativo dello spirito. Vari e antichissimi insegnamenti designano
questa sostanza come “acqua viva”. Nettuno, il Dio dell’acqua viva, armato di tridente, simbolo della trinità
creatrice, sorge dalle acque originali come iniziatore dello stato divino.

Quando una certa massa di materia originale, in cui tutti gli elementi sono presenti, comincia a concentrarsi e
comprimersi, è la genesi di un cosmo planetario, secondo il piano della creazione. Nel nucleo ha luogo
un’enorme esplosione che sprigiona energie molto intense. Ha luogo una rotazione, varie interazioni si
manifestano tra materia e gas, forme e poteri. La sorgente di energia del cosmo-pianeta è alimentata
dall’esterno attraverso il polo nord mentre l’energia-materia sfruttata e degradata è espulsa attraverso il polo
sud. Il motore planetario è continuamente alimentato dall’esterno, mentre al suo interno si verifica la fissione
degli atomi. Numerose correnti vitali, tanto subumane quanto sovrumane, partecipano attivamente all’opera,
partendo dal centro della Terra verso l’esterno, su diversi livelli o strati.

Tutte queste forze ed energie derivano dalla liberazione delle due energie opposte dell’atomo, che in origine
formano insieme una duplice unità cosmica. Dalla divisione-scissione dell’atomo-scintilla divino si liberarono
forze straordinarie: quando le due energie opposte collaborano in reciproca armonia, corrispondo
simbolicamente all’albero della vita, quando agiscono separatamente, all’albero della conoscenza del bene e
del male. La duplice unità perfetta dell’ “albero della vita” corrisponde al regno dei cieli, ovvero la totalità,
l'unità, la beatitudine, in cui viveva l’umanità originale. La scissione o separazione dell’albero della conoscenza
del bene e del male corrisponde al regno di Satana, in cui vive l’umanità attuale.

C’era un tempo in cui l’uomo viveva nel tempio umano in comunione diretta con Dio. Ma poi, la marcia
involutiva dell’umanità ha fatto sì che un tempio simbolico fosse eretto al di fuori dell’uomo. Questo tempio è
stato abbattuto da Gesù Cristo, che ha liberato così, per tutti gli uomini di buona volontà, il cammino del
Ritorno. Offrendo il suo sangue e la sua carne, resuscitando nello spirito, Cristo si è trasformato in energia
psichica immortale a cui tutti possono attingere per la costruzione del nuovo tempio, per “la rinascita dall’acqua
e dallo spirito”.

L’Era Cristica pone l’uomo davanti alla necessità di erigere il nuovo tempio sulle rovine di quello vecchio, in sé
stesso, e non in un tempio esteriore. “Conosci te stesso” dice l’oracolo di Delfi.

Come Salomone, che per erigere il tempio divino chiese l’aiuto del maestro costruttore Hiram Abiff, così gli
uomini religiosi, prigionieri del Regno di Satana, della carne e del sangue, devono accettare l’aiuto degli uomini
trasfigurati, i mutanti (alieni in alias terras), che conoscono il segreto per costruire il vero tempio. L’obiettivo, per
tutti, è quello di realizzare una unione, o ri-unione, individuale, diretta e cosciente, con l’energia cristica, senza
alcun intermediario, liberi da ogni autorità esteriore, come il Budda seduto immobile sotto l’albero di loto.

Nuovi metodi magici sono necessari per isolare gli elementi malefici e anti-cristici. La venuta del Cristo, con la
distruzione del tempio esteriore, ha posto l’umanità davanti ad un compito del tutto nuovo. Ha mostrato come il
tempio debba prima essere demolito e poi ricostruito in noi stessi.

È uno scontro, una guerra, tra arti magiche, tra religioni, tra impulsi cristici e anti-cristici, tra maghi veri e
presunti, falsi profeti e autentici illuminati. Una guerra tra feste e riti che inducono negli officianti stati di trance
negativi (i metodi primitivi dei missionari, con i loro battesimi e le comunioni di massa, le processioni, le liturgie,
i rave), oppure guidano il risveglio (la magia liberatrice che si fonda sulle qualità interiori).

"Gemendo Germinat"

La vita umana nel regno dialettico è soggetta ad una esistenza ignobile: le pratiche più spaventose, le malattie
più orribili, un mondo di sofferenza e miseria inimmaginabili. Per questo, il tempio umano deve essere demolito
e ricostruito in tre giorni, ovvero mediante tre processi da portare a termine in tre periodi. Il primo consiste nella
demolizione del tempio della forma corporale terrestre e della natura dialettica. Si tratta di una impresa
particolarmente ardua, perché ciò che và distrutto è vivente, dinamico, possiede una vita psichica ed è dimora
dell'hybris dell’io ribelle. Per attuare questa “missione impossibile” non basta la conoscenza.

Esistono al mondo milioni di uomini che dicono di essere cristiani, esistono pensieri e filosofie eccellenti, idee
meravigliose di cui estasiarci, biblioteche piene di libri. La sapienza universale è oggi alla portata di tutti grazie
ai personal computers e a Internet. Eppure, ancora non riusciamo a trasformare questo mondo in un paradiso.
Perché? Perché Satana e l’anti-Cristo continuano a spadroneggiare?

Si tratta di attuare una demolizione e una ricostruzione, un declino ed una ascesa, un annientamento,
attraverso la morte secondo natura, e una resurrezione, nella natura divina. Attraverso il declino della coscienza
dialettica, la “natura del peccato”, rendere possibile l’ascensione al piano divino.

Tutto ciò che è presente nello spirito deve manifestarsi nella materia. Tutto ciò che si manifesta nell’uomo e
nella donna, sul piano della coscienza, dell’anima e del corpo, riflette le differenze sia spirituali che materiali.
Gli archetipi, ovvero le matrici spirituali alla base della nostra triplice manifestazione, sono differenti per l’uomo
e per la donna, e si manifestano nelle differenze organiche e psichiche, così come nei piani monadici e divini.
L’essere-uomo e l’essere-donna sono destinati dai piani del creatore ad una collaborazione armoniosa, libera e
spontanea. Solo insieme possono realizzare il completamento, l’unione tra volontà e sentimento, mente e
cuore, duro e tenero, maschio e femmina, e condurre l’umanità ad una totale liberazione. Quel “due in uno”
cosmico che solo nel matrimonio potrà dirsi compiuto. L’uomo è il pensatore, la donna l’animatrice. L’uomo -
“manas” - riflette la magnificenza dell’intelletto divino (nous). La donna riflette la magnificenza della Terra
(anima mundi). Dall’unione dell’uomo e la donna si manifesta la duplice unità della unyo mistica, dello stato di
perfezione non-duale, tanto nell’universale quanto nel particolare, “così in basso come in alto”.

L’uomo e la donna, uniti in un solo corpo, in un divenire di mutua collaborazione, sono un solo essere e una
comunità di esseri, come fu in origine. Solo quando un uomo o una donna riconosce l’altro in un sacro vincolo
d’amore assolutamente puro, la luce torna ad ardere nel cuore e in lui e lei si desta dal sonno dell’oblio
dialettico il pre-ricordo. Che, nel Regno di Satana, giace in profondità, sempre più corrotto e soggiogato.

Solo un cambiamento fondamentale nell’anima e nella mente degli uomini e delle donne permetterà di ritrovare
la via della giusta collaborazione.

L’ordine dialettico, mantenuto dal movimento degli opposti, è preda di Satana, con tutte le più sinistre
conseguenze, che ci trascinano verso un nadir sempre più profondo. Se l’umanità sarà abbandonata al suo
destino, gli impulsi anti-cristici trionferanno e Satana potrà festeggiare la caduta abissale definitiva.

Solo un immenso lavoro di distruzione e ricreazione potrà innescare la rivoluzione cosmica in grado di salvare
l’umanità.

“Nel corso dei prossimi tre millenni l’esperienza di Paolo a Damasco si ripeterà per un numero molto più grande
di individui. Ciò significa che negli uomini si svilupperanno nuove facoltà che consentiranno loro di percepire
soprasensibilmente il Cristo come figura eterica”.

Da essere cosmico che era, insegna la scienza antroposofica di Rudolf Steiner, l’uomo si è fatto essere
terrestre. Ma grazie all’impulso cristico, l’uomo potrà tornare a riscoprire la sua dimensione perduta.

“La missione delle forze michaelite entro il nostro tempo dominato da Ahrimane e dalla materia è guidare
l’intelligenza umana a riconoscere il Logos che vive nell’Io di ogni uomo, affinchè questi possa dire, come
l’apostolo Paolo, non io ma il Cristo in me (Galati, 2, 20)”.

In un passaggio del Corpus Hermeticum, una collezione di testi esoterici che hanno formato le basi per lo
sviluppo in Europa degli studi magici, alchemici e gnostici, la "mente rivelata" dice a Hermes Trismegistus: "Se
riuscirai ad abbracciare nel tuo pensiero ogni cosa simultaneamente, tempi, luoghi, sostanze, qualità, quantità,
allora conoscerai DIO".

Con la Parusia si realizzeranno i "nuovi cieli" e la nuova terra" nei quali la materia cesserà di essere corruttibile
e ciascuna anima si ricongiungerà al proprio corpo".

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