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MECCANISMO DI AZIONE DEI MEDICINALI OMEOPATICI 25

Meccanismo di azione
dei medicinali omeopatici
spiegato secondo
le leggi della fisica
e i principi dell’Organon
Dr. Rocco Carbone
hahnemmanniano
Dr. Rocco Carbone
Tecnica di preparazione dei galenici omeopatici
Pilgrim Edizioni, da p. 64 a p. 71 Aulla (MS), 2010

Perché leggere l’articolo di Rocco di omeopatici e vuole essere di stimolo ad


Carbone sul meccanismo d’azione dei ulteriori approfondimenti”. Quindi non bi-
medicinali omeopatici? sogna attendersi delle risposte definitive
ma degli spunti di riflessione, l’articolo, in
Risulta molto difficile esprimere con- particolare all’inizio nella parte che riguar-
cetti diversi e sensati su questo argomen- da gli argomenti prettamente di fisica non
to, ma parlare dei due cardini principali è di facile lettura però lo sforzo viene pre-
dell’omeopatia che sono costituiti dal con- miato dalle conclusioni e dagli strumenti
cetto di diluizione infinitesimale e di dina- che fornisce per le discussione con gli
mizzazione è sempre utile e stimolante. scettici e con coloro che osteggiano la me-
Il medico o il farmacista esperto, trove- dicina omeopatica. Quindi uno sforzo che
rà delle informazioni utili ad approfondire viene abbondantemente premiato. Buona
le sue conoscenze, o coloro che sono dei lettura.
neofiti troveranno degli spunti critici e del- Gianfranco Trapani
le domande che li stimoleranno nello stu-
dio e nella ricerca.
Tuttavia la grande diversità che si trova
nel confronto tra la medicina omeopatica
e quella allopatica non viene sanata da
uqeste righe, anzi trova un ulteriore spun-
to di confronto, il fatto di base è ben
espresso dalal conclusione dell’articolo
“non è possibile valutare con i metodi di
misura della fisica gravitazionale i fenome-
ni che si manifestano nell’area della fisica
quantica e viceversa. Lo scopo di questo
lavoro vuole andare oltre la definizione di
ipotesi di meccanìsmo di azione dei rime-

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due cardini principali dell’omeopatia


I sono costituiti dal concetto di dilui-
zione infinitesimale e di dinamizzazione.
Concetti che rappresentano i canoni fon-
damentali della medicina omeopatica e
dello stesso funzionamento dei medicinali
omeopatici, e allo stesso tempo costitui-
scono elementi di diatribe e dissenso tra la
classe medica tradizionalmente legata al-
l’effetto farmacologico e alla ripetibilità
del fenomeno in senso strettamente scien-
tifico.
Esiste una diversità tra la medicina al-
lopatica a la medicina omeopatica, diver-
sità che trova ampiamente riscontro nella
metodica di diluizioni e dinamizzazione,
processo legato ai due parametri chimico- tazionale, è confermata dalla seconda leg-
fisici di relazione massa-energia che ri- ge della termodinamica.
spetta le leggi della fisica e della chimica, Secondo questa legge la trasformazio-
strettamente correlate dall’equazione del- ne di energia avviene seguendo un percor-
la relatività einsteniana: so in cui si sviluppa un aumento di Entro-
pia.
E = m·c2 L’entropia esprime concettualmente il
grado di disordine molecolare che si ma-
Se esaminiamo l’equazione della rela- nifesta e aumenta quando la materia passa
tività di Albert Einstein1 osserviamo che la da uno stato fisico solido a uno stato liqui-
formula è costituita da due parametri do e a uno stato gassoso, ed è rappresen-
(energia-massa) e da una costante univer- tata da una funzione matematica espressa
sale rappresentata dalla velocità della luce in kcal/C°.
al quadrato. I due parametri (energia-mas- Immaginiamo di avere due recipienti A
sa), in riferimento alla costante universale e B delimitati da una parete: in A introdu-
(c 2), sono legati da una relazione di tipo ciamo un gas e in B creiamo del vuoto.
inversamente proporzionale 2, (v. figura), (v. figura)
quindi, avremo: c2 = E/m.
In riferimento a tale costante, all’au-
mento della massa corrisponde una dimi-
nuizione di energia e viceversa, al dimi-
nuire della massa corrisponde un aumento
di energia.
Questa dinamica della relazione mas- Se pratichiamo un foro nella parete de-
sa/energia che si relazionano in modo in- limitante i due recipienti A e B, avremo
versamente proporzionale tra loro, diver- che le molecole di gas si sposteranno nel
samente da quanto si può evincere dalla recipiente B fino al raggiungimento di un
relazione matematica dell’equazione del- nuovo stato di equilibrio. Questo processo
la relatività e dalle leggi della fisica gravi- non può ritornare indietro allo stato inizia-

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cie ideale capace di assorbire ogni tipo di


radiazione incidente). Interpretando tali
fenomeni, secondo i principi dell’elettro-
magnetismo classico, si avrebbe come
conseguenza teorica un aumento indefini-
to dell’intensità della radiazione all’au-
mentare della frequenza, cosa che nella
realtà non si verifica.
Osservando questo fenomeno, Planck
nel 1889 rese nota la sua ipotesi che gli
scambi di energia nei fenomeni di emissio-
ne e di assorbimento delle radiazioni elet-
tromagnetiche avvengono in forma discon-
tinua (proporzionale alla loro frequenza di
le, pertanto, si è realizzato un processo ir- oscillazione, secondo una costante univer-
reversibile. sale), non già in forma continua, come so-
Durante il passaggio delle molecole di steneva la teoria elettromagnetica classica.
gas da A a B, aumentando lo spazio dei Nel 1901 Planck spiegò il fenomeno
due recipienti, ed essendo la quantità di con l’ipotesi alla teoria quantistica, secon-
gas rimasta invariata, si avrà un aumento do la quale gli atomi assorbono ed emet-
di spazio tra le molecole di gas, che si po- tono radiazioni in modo discontinuo, per
tranno muovere più liberamente, aumen- quanti di energia, cioè quantità di energia
tando il loro grado di disordine e, quindi, finita e discreta (“pacchetti”, che chiamò
l’entropia del sistema. quanti). In tal modo anche l’energia può
In considerazione a quanto esposto, essere concettualmente rappresentata, co-
possiamo affermare: in un processo irre- me la materia, sotto forma granulare: i
versibile, quando si passa da uno stato di quanti sono granuli di energia indivisibili
equilibrio iniziale, a uno stato di equilibrio e il contenuto di energia di ogni pacchetto
finale, il processo tende a svilupparsi ver- nella teoria di Planck è direttamente pro-
so la direzione in cui si sviluppa un au- porzionale alla frequenza corrispondente.
mento di entropia. Se definiamo E (energia del quanto di
Questo processo, rappresentato dalla luce), v (frequenza luminosa) e h (costante
figura grafica delle diluizioni e succussio- universale di Planck), avremo:
ni successive, rappresenta il fondamento
scientifico basilare del meccanismo di E = hv
azione dei rimedi omeoapatici espresso
dal comportamento e relazione esistente La teoria di Planck non ottenne il pie-
tra massa/energia in chimica-termodinami- no successo che meritava perché era stata
ca, e concettualmente definito dalla legge formulata su basi empiriche e matemati-
del dualismo. che, quindi, era da considerare un’ipotesi,
Un’altra considerazione scaturisce dal- non una legge, utile per spiegare fenome-
la legge di Planck3 che si sviluppa studian- ni di difficile interpretazione.
do l’emissione e l’assorbimento della luce Il valore della legge quantistica fu reso
da parte dei corpi materiali, e in particola- evidente solo nel 1905 grazie ad Albert
re del cosiddetto corpo nero (una superfi- Einstein che, nell’ambito della spiegazio-

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ne dell’effetto fotoelettrico, riprese il con-


cetto di quanto e ne diede un’interpreta-
zione teorica e una definizione in termini
fisici. Successivamente la teoria di Niels
Bohr, sulla struttura atomica, confermò
l’ipotesi dei quanti, considerata una tappa
fondamentale nella storia e lo sviluppo
della fisica moderna.
Possiamo affermare, secondo il princi-
pio del dualismo, la legge della relatività e
la legge di Planck che non ci può essere
massa senza la coesistenza, seppure in mi-
nima forma di energia e viceversa. “Nello stato di salute dell’uomo la for-
È in questa considerazione che si trova za vitale, vivificatrice e misteriosa, domi-
la ragione scientifica dell’Omeopatia e del- na in modo assoluto e dinamico (=autocra-
le discipline vibrazionali ed energetiche. zia) il corpo materiale (=organismo) e tie-
Pertanto, nei medicinali omeopatici, at- ne tutte le sue parti in meravigliosa vita ar-
traverso la diluizione infinitesimale e la di- monica di sensi ed attività, in modo che il
namizzazione, potentizzazione del ceppo nostro intelletto si possa servire liberamen-
omeopatico, viene esaltata la caratteristica te di questo strumento sano e vitale per gli
energetica sprigionata sotto forma di ener- scopi superiori della nostra esistenza”.
gia vibrazionale caratteristica del rimedio. Organon VI, § 9
A questo punto la tipologia dell’onda vi-
brazionale del rimedio somministrata a un In questo paragrafo Hahnemann prende
individuo entra in vibrazione sincronica 4 le distanze dal materialismo vigente nella
determinando una risposta altrettanto sin- medicina del suo tempo e, con sommo
cronica espressa dall’energia vitale o for- rammarico, dobbiamo riconoscere che per-
za vitale definita da Hahnemann nell’Or- mane tuttora in quella moderna. Ed è que-
ganon5. sta la chiave di volta sulla quale poggia
Di seguito sono citati alcuni paragrafi l’Omeopatia, diametralmente opposta agli
dell’Organon in cui Hahnemann descrive schemi imposti dalla scienza, per la quale
la forza vitale. l’intangibile, l’indimostrabile, l’immateria-
le non rispettano le leggi della fisica gravi-
tazionale e quindi non sono validi.

“L’organismo materiale, considerato


senza forza vitale, è incapace di alcuna
sensazione, di alcuna attività e di auto-
conservazione.
Unicamente l’essenza immateriale –
principio vitale, forza vitale – conferisce
all’organismo materiale, nello stato di sa-
lute e di malattia tutte le sensazioni e de-
termina le sue funzioni vitali”.
Organon VI, § 10

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In questo paragrafo Hahnemann evi- menti e attività – l’unica parte dell’organi-


denzia che la carenza della forza vitale smo aperta ai sensi dell’osservatore e del
può rendere più vulnerabile un individuo medico – rilevabile dai sintomi del male e
conducendolo verso la malattia; individua da null’altro”.
nella carenza della forza vitale una inca- Organon VI, § 11
pacità di difesa e di auto-conservazione.
In questo paragrafo Hahnemann intro-
“Quando l’uomo si ammala, dapprinci- duce il concetto di perturbazione del prin-
pio è perturbata soltanto questa forza vita- cipio vitale, concetto successivamente ap-
le, (principio vitale) – indipendente e pre- profondito da James Tyler Kent 6 che indi-
sente ovunque nell’organismo e immate- vidua l’individuo in una dimora delle
riale – dall’azione, nemica alla vita e dina- espressioni degli affetti, dell’intelligenza,
mica, di qualche agente patogeno. Unica- dei sentimenti e delle emozioni umane, e
mente il principio vitale perturbato a uno che la perturbazione di questi sentimenti
stato anormale può determinare nell’orga- ed emozioni si traducono in un disturbo fi-
nismo sensazioni spiacevoli e conseguenti sico sul corpo, quindi la malattia per J.T.
funzioni irregolari ossia produrre quel che Kent è l’espressione di una perturbazione
noi chiamiamo malattia. Di fatti questa po- mentale che nasce a livello dell’essere e
tenza, per sé invisibile e riconoscibile so- della propria esistenza. Successivamente,
lo nelle sue manifestazioni, nell’organismo in tempi più recenti questo stesso concet-
mette in evidenza la sua perturbazione to è ripreso ed approfondito nei disturbi
morbosa sotto forma di malattia nei senti- psicosomatici7.

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Inoltre, a conclusione e completamen-


“Unica la forza vitale morbosamente to di quanto asserito possiamo definire che
perturbata provoca le malattie, in modo i medicinali omeopatici svolgono la loro
che le manifestazioni di malattia percepi- peculiare attività secondo un principio di
bili dai nostri sensi, come pure tutte le al- tipo chimico e un principio di tipo fisico.
terazioni interne, esprimono la perturba-
zione totale morbosa del principio dinami- PRINCIPIO CHIMICO
co interno e rappresentano tutta la malat-
tia. Il principio chimico dell’attività di un
D’altra parte lo sparire di tutte le mani- rimedio omeopatico consiste nella “dilui-
festazioni di malattia – ossia di tutto quan- zione progressiva” della stessa sostanza in
to era deviazione dimostrabile dei proces- un solvente acquoso idro-alcolico (solva-
si vitali sani – per opera della guarigione, tazione ionica). La materia si dissolve ce-
come pure la ‘restitutio ad integrum’ del dendo energia al solvente in proporzione
principio vitale presuppone necessaria- diretta all’aumento delle diluizioni e del
mente il ritorno della salute di tutto l’orga- loro tipo (DH, CH, K e LM).
nismo”. A diluizione infinita, rimane sempre un
Organon VI, § 12 contributo ionico attivo.

Da queste considerazioni sorgono le PRINCIPIO FISICO


dissociazioni dal pensiero allopatico al
pensiero omeopatico, quindi, voler dimo- Il principio fisico dell’attività di un ri-
strare l’efficacia di un rimedio omeopatico medio omeopatico consiste nella “dina-
utilizzando le tecnologie e le metodiche mizzazione o potentizzazione”, agitando
impiegate per dimostrare un effetto farma- la soluzione si apporta energia cinetica al-
cologico appare, alla luce di quanto detto la sostanza impiegata, contribuendo al
fin ora, quanto mai assurdo ed oggettiva- passaggio dall’energia potenziale di massa
mente inapplicabile. Pertanto, ritengo che all’energia “quantica di tipo vibrazionale”.
un medico o farmacista che non conosce i
principi dell’omeopatia debba astenersi
dal proclamare qualsiasi forma di giudizio, DILUIZIONI E DINAMIZZAZIONI
poiché, non espresso dalla conoscenza e
competenza. Le sostanze somministrate a dosi pon-
derali, non letali, in un organismo vivente
sano possono produrre una serie di sinto-
Possiamo concludere affermando che mi prodromici, definiti patogenesi del ri-
un rimedio omeopatico svolge la sua medio, le stesse sostanze diluite in modo
azione, stimolante l’energia vitale di un infinitesimale e dinamizzate possono, ap-
individuo, in virtù della sua natura plicando il principio del simillimum, gua-
energetica sprigionata dalla diluizione rire tali sintomi.
infinitesimale e dalla dinamizzazione La patogenesi di un rimedio omeopati-
di una sostanza originaria costituente il co rappresenta la manifestazione clinica
ceppo omeopatico8. dell’insieme dei sintomi che si manifesta-
R. Carbone no in seguito alla somministrazione in do-
si ponderali, tossiche, non letali di una so-

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stanza farmacologicamente attiva; la pato- luizione centesimale hahnemanniana).


genesi di un rimedio è classificata, secon- Dalla soluzione 1CH si prende una par-
do le seguenti cinque definizioni: te di essa e la si versa in 99 parti solvente
sottoponendo la soluzione ottenuta a dina-
1) sintomi fisici o sindrome; mizzazione, ottenendo così la 2CH (la se-
2) sintomi mentali o psichismo (così defi- conda diluizione centesimale hahneman-
nito in omeopatia); niana).
3) le modalità di aggravamento o miglio- Dalla soluzione 2CH si prende una par-
ramento con cui si manifestano i sinto- te di essa e la si versa in 99 parti solvente
mi riferiti all’orario di manifestazione, sottoponendo la soluzione ottenuta a dina-
alle condizioni climatiche (caldo, fred- mizzazione, ottenendo così la 3CH (la ter-
do, umidità, vento, secchezza, aridità), za diluizione centesimale hahnemannia-
alle stagioni, alla lateralità corporea ed na), si procede con lo stesso metodo fino
alla cronologia degli eventi; alla diluizione voluta, come indicato nella
4) causalità di insorgenza della sindrome; figura.
5) le diluizione di somministrazioni.

Una sostanza per diventare un medicina-


le omeopatico deve aver subito un processo
di diluizione infinitesimale e di dinamizza-
zione a ogni passaggio di diluizione.
La dinamizzazione consiste nel sotto-
porre a scuotimento (succussione) la solu-
zione per 100 volte, imprimendo un’ener- La dinamizzazione rappresenta
gia in movimento verticale alternato, se- l’espressione di energia, il conferimento di
condo la tecnica hahnemanniana, in cui i energia che una sostanza può sprigionare
due punti morti, superiore ed inferiore del- quando passa da una condizione di
la corsa del movimento, rappresentano i espressione di massa in cui la compatezza
momenti in cui l’energia di massa cinetica delle molecole definisce lo stato fisico del-
si riadatta alle nuove condizioni di dilui- la sostanza, ad una condizione di maggior
zioni e dinamizzazione conferendo alla libertà (diluizione) sviluppando energia
soluzione un contenuto energetico pecu- potenziale indotta dalla dinamizzazione.
liare della sostanza di riferimento al cep- Procedendo col processo di diluizione
po di origine. e dinamizzazione dei medicinali omeopa-
Si otterrà così, l’azione omeopatica del tici si avrà che tra la prima e la quarta di-
rimedio (forza del rimedio, Vis medicatrix), luizione nella soluzione sarà presente trac-
che verrà espressa in modo inversamente cia del ceppo di partenza, quindi, parte
proporzionale alla quantità del rimedio. della sostanza. Pertanto fino alla IV° dilui-
La diluizione si ottiene inserendo 1 par- zione (4CH) l’effetto del rimedio sarà
te di ceppo omeopatico, sotto forma di tin- espresso dal contenuto di massa, anche se
tura madre in 99 parti di solvente (il solven- in maniera relativa al valore della massa
te è costituito da una soluzione idro-alco- presente in soluzione. La risposta e l’azio-
lica a 60-70° in volume di alcol) e sottopo- ne di tipo omeopatico, energetico vibra-
nendo la soluzione ottenuta a dinamizza- zionale, si avrà dalla V° diluizione in poi
zione, ottenendo così la 1CH (la prima di- (5CH); quindi, tra questi due gradienti di

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diluizioni si avrà il fenomeno del viraggio


dall’effetto farmacologico all’effetto omeo-
patico che avviene tra la IV° e la V° CH.
Quindi possiamo affermare che un ri-
medio alla 4 CH svolge azione di tipo pon-
derale, in funzione della legge ippocratica
dei contrari ed è definita diluizione place-
bo omeopatica, in quanto la residua ed
esigua quantità ponderale restante non
produrrà alcuna o marginale risposta far-
macologia, poiché legata alla relazione
dose/effetto.
Viceversa, un rimedio con diluizione
uguale o maggiore alla 5 CH agisce per Rimedio ad azione massa-energia
azione di similitudine omeopatica, in fun- Quando la diluizione del rimedio è sot-
zione della legge ippocratica dei simili, to il limite del numero di Avogadro, quin-
quindi possiamo definire medicinali di, si avrà comunque la presenza moleco-
omeopatici i rimedi con diluizione dalla 5 lare della sostanza, nell’intervallo di dilui-
CH in poi. zioni tra la 5CH e la 11CH (v. Tabella di
L’azione e l’attività di un rimedio confronto tra diluizioni omeopatiche e
omeopatico, in relazione al rapporto mas- presenza molecolare).
sa-energia si può dividere in due gruppi,
come rappresentato in figura: Rimedio ad azione energia
Quando la diluizione del rimedio
omeopatico supera la 12CH, si avrà un ri-
medio omeopatico ad azione energia poi-
ché, la diluizione tra la 11CH e 12CH, in
termini stechiometrici corrisponde al nu-
mero di Avogadro (6,022x10- 23) e quindi,
non è più presenta l’identità molecolare o
atomica di una sostanza. (v. Diagramma di
reciprocità massa/energia)9.

Diagramma di reciprocità massa/energia


Considerando l’insieme coerente delle
teorie, le leggi della fisica esposte e i me-
todi che contraddistinguono la preparazio-
ne di un medicinale omeopatico, possia-
mo sintetizzare il meccanismo di azione
dei medicinali omeopatici nel paradigma
rappresentato dal diagramma di reciproci-
tà massa/energia. In questo diagramma
l’asse delle ascisse rappresenta l’energia,
quindi, l’effetto della dinamizzazione.
Mentre l’asse delle ordinate rappresenta la

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massa, quindi, l’effetto della diluizione.


L’area superiore all’ascissa rappresenta
l’area del corpo fisico, legato alle leggi di
causa effetto, in cui un fenomeno si mani-
festa secondo le leggi della causalità, del-
lo spazio e del tempo, seguendo le leggi
della fisica gravitazionale e della termodi-
namica. L’area inferiore, delimitata dall’as-
se delle ascisse, rappresenta l’area del
corpo energetico, in cui un fenomeno si
manifesta non seguendo le leggi della cau-
salità, dello spazio e del tempo, ma si ve-
rificano in un contesto a-causale, a-tempo-
rale e a-spaziale, del principio del qui ed
ora, in riferimento alle leggi della fisica
quantistica e del principio della sincroni-
cità.
Pertanto, possiamo suddividere in tre
aree verticale la superficie grafica del-
l’area di campo di massa rappresenta brazionale, racchiuso tra la diluizione
l’area della massa ponderale fino alla di- 4CH e la 12CH, in questo campo si appli-
luizione 4CH, nel piano superiore all’asse ca il secondo principio di Ippopcrate (Si-
delle ascisse, in cui si applica il primo milia similibus curentur) espressione della
principio di Ippopcrate (Contrari contrarii legge della similitudine in cui la risposta
curentur) espressione della legge dei con- “farmacologia” è identificata dal similli-
trari, dell’agonismo-antagonismo recetto- mum della patogenesi del rimedio; la pre-
riale legato alla legge della fisica gravita- senza della sostanza gradualmente scom-
zionale. pare fino all’assenza completa di essa, gli
Nella seconda area verticale la superfi- avvenimenti di quest’aerea avvengono se-
cie grafica rappresenta l’area di campo vi- guendo le leggi della fisica termodinami-
ca.
La terza area verticale rappre-
senta l’area di campo energeti-
co-quantico, che parte dalla di-
luizione la 12CH fino a diluizio-
ni infinite. I fenomeni che avven-
gono in quest’area, al disotto del-
l’area delle ascisse, sottendono
alla teoria della sincronicità de-
gli spin correlati relativa al “prin-
cipio di esclusione”10 di Wolfang
Pauli 11. Questo principio fonda-
mentale della Fisica Quantistica
stabilisce che due elettroni non
possono occupare lo stesso orbi-

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tale a meno che non abbiano spin (senso 1 ALBERT EINSTEIN (Ulma, Württemberg,
di rotazione intorno a se stessi) con verso 1879, Princeton, Stati Uniti, nel 1955).
opposto. Successivamente (i fisici John 2 Figura tratta da Z AMPERINI R., Energie

Bell – nel 1964 e Alain Aspect – nel 1982) sottili. Macro edizioni, pag. 46. Diegaro di
osservarono e definirono che due sistemi Cesena, 2005.
quantici di qualsiasi natura, che hanno in- 3 M AX P LANCK (Kiel 1858 – Gottinga

teragito almeno una volta non possono es- 1947), fisico tedesco considerato il padre
sere più separati, in sostanza conservano della fisica quantistica, vinse il premio No-
una memoria anche se vengono separati bel per la Fisica nel 1918. Studiando la ra-
agli estremi opposti dell’universo. (v. Teo- diazione di corpo nero scoprì che il mecca-
rema di Bell). nismo di emissione della radiazione non è
Quindi, appare evidente che non è pos- quello ipotizzato dalla fisica classica, sotto
sibile valutare con i metodi di misura del- forma di onda continua, ma di “pacchetti”
la fisica gravitazionale i fenomeni che si discreti detti quanti.
manifestano nell’area della fisica quantica 4 V. leggi della sincronicità di C.G. JUNG

e viceversa. Lo scopo di questo lavoro e W. PAULI, definita dal principio di esclusio-


vuole andare oltre la definizione di ipotesi ne.
di meccanìsmo di azione dei rimedi omeo- 5 H AHNEMANN S.F.C., Organon dell’arte

patici e vuole essere di stimolo ad ulterio- del guarire. Traduzione italiana dalla VI edi-
ri approfondimenti e ricerche che indivi- zione tedesca (1810). Ed. Lithorapid. Napo-
dui nel paradigma del grafico di reciproci- li, 1987.
tà massa/energia un’ipotesi di riferimento 6 KENT J.T., Lezioni di omeopatia. Edizio-

scientifico. ni CE. M.O.M. Napoli, 1993.


7 CARBONE R., Lettura del corpo psicoso-

matica in chiave olistica. Pilgrim Edizioni,


Aulla (MS), 2009.
8 Si definisce “ceppo omeopatico” il ma-

teriale di origine per la preparazione del me-


dicinale omeopatico, identificabile nella tin-
tura madre di una sostanza.
9 Diagramma realizzato e ipotizzato dal-

l’autore, prof. ROCCO CARBONE e presentato


durante le lezioni di preparazione dei medi-
cinali omeopatici presso la SMB-Italia,
Scuola di Medicina Bioterapia di Roma.
10 TEODORANI M., Sincronicità. Il legame

tra fisica e psiche da Pauli e Jung a Chopra.


Macro edizioni, Diegaro di Cesena (FC),
2006.
11 WOLFGANG ERNST PAULI (Vienna, 1900

– Zurigo, 1958) fisico austriaco, fondatore


della Fisica Quantistica. Premio Nobel nel
1945 per la fisica, secondo il quale due elet-
troni in un atomo non possono avere tutti i
numeri quantici uguali.

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