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ASSET MANAGEMENT

Gestione Tecnologica degli Asset


Elettrici

Generalità, CBM

1
Asset Management
• In termini generali, AM è un approccio di
business progettato per allineare la gestione
delle spese per gli asset agli obiettivi aziendali.
• Tutte le decisioni legate alle infrastrutture
debbono essere in accordo con gli interessi
degli azionisti.
• Il risultato è una serie di decisioni di spesa atte
a massimizzare utile azionista a partire dalla
quantità di denaro disponibile per
investimenti.
2
AM: le risorse
• Risorse per la produzione:
– Macchinari
– Infrastrutture
– Stock di materiali grezzi
– Combustibili
–…
• Risorse umane
• Proprietà intellettuale (brevetti, marchi)
• Risorse finanziarie (titoli, azioni, derivati, ecc.)
3
AM: risorse umane
• Le risorse umane sono un tema particolarmente complesso
nell’industria elettrica
• Sotto: istogramma dell’età degli impiegati nell’industria
elettrica USA, picco verso i 50 anni
• Inoltre, perdita know how dopo privatizzazioni

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AM Finanziario/Gestionale (AMFG)
• L’AMFG deve bilanciare performance, costi e rischi.
• Richiede allineamento di obiettivi aziendali, decisioni
di management e tecniche.
• Richiede cultura di processi di business e sistemi
informatici per effettuare decisioni di spesa rigorose e
consistenti e basate su dati relativi agli asset
• Risultato atteso: piano di investimenti che massimizzi
utile azionisti, rispettando I vincoli di performance,
costo e rischio.
• Obiettivi:
– Bilanciare performance, costo e rischio
– Allineamento di corporate goal con decisioni di spesa
– Piano di investimenti.

5
AM Tecnologico (AMT)
• Le aziende (per la produzione o distribuzione
dell’energia, ad esempio) adottano approcci di
AMT per ridurre le spese, gestire il rischio, e
conseguire obiettivi economici e di qualità
(spesso indotti da regolamentazioni).
• Fra gli strumenti dell’AMT abbiamo:
– Condition monitoring
– Diagnostica
– Reliability-centered maintenance
– Massimizzare il carico degli apparati (uprating)
– ….
• L’AMT, e in particolare condition monitoring e
diagnostica saranno oggetto del corso
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Electrical Asset Management (technological)
Mining/ Energy Industrial
Transport Others
Oil plants market plants

Electrical asset

Cost / Infrastructure Control


Availability

Applications
Diagnostic
Maintenance
tools

Design New materials,


Base research Materials technologies,
Technology design,
Life evaluation solutions

7
AM: ambiti e competenze
• In conclusione: AM è multidisciplinare
(finanziario, gestionale, tecnico, IT), nel corso
focus su aspetti ingegneristici

8
ASSET MANAGEMENT
TECNOLOGICO (AMT)

9
AMT
• Da quanto visto in precedenza, AM è un insieme molto
ampio di tecniche volte a massimizzare l’utile a fronte
di un livello di affidabilità prestabilito.
• Per un singolo apparato si deve minimizzare quello che
è il “cost of ownership” (COO) sull’intero ciclo di vita
(life cycle), costituito da:
1. Ammortamento costi sostenuti per acquisto e messa in
funzione
2. Costi di stoccaggio (se presenti)
3. Costi variabili legati al funzionamento (esempio:
combustibili per un generatore, personale richiesto, ecc.)
4. Costi per la manutenzione
5. Costi legati all’insorgenza di guasti (perdita di produzione,
problemi di immagine, penalità)
6. Ammortamento costi di smaltimento
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I costi legati al guasto
• Sostituzione/riparazione
• Fuori servizio  perdita
di entrate
• Affidabilità/efficienza
della rete diminuita
• Guasti secondari Blackout in Italia

• Effetto domino
• Danni a persone/cose
• Penalità
• Credibilità/perdita
immagine
Esplosione transformatore 11
Costi legati al guasto: la loro
importanza è cresciuta nel tempo
Increasing
energy demand,
Expansion of the
transmission and Power quality
distribution requirements
systems

Electrical system
failures
and Competitive
Equipment and
unscheduled environment
apparatus ageing
downtime (energy market)
become extremely
expensive
12
From Availability Data System by NERC
(NORTH AMERICAN ELECTRIC RELIABILITY CORPORATION )

• Main transformer failures


• Gen. Stator Windings, Bushings and Terminal failures

are among the first 20 major causes for system outages and deratings forced by
failures and other reasons. For the most relevant three kinds of energy production
plants:

Energy source Failure source Economic impact


All Fossil fuels Main transformer 9° place
All Fossil fuels Stator Windings, Bushings, Terminals 13° place
Gas Turbine Main transformer 5° place
Gas Turbine Stator Windings, Bushings, Terminals 20° place
Hydro Main transformer 5° place
Hydro Stator Windings, Bushings, Terminals 7° place

13 13
Data for Average energy losses/year per unit

Energy losses/Yr per unit

6000
Energy losses (MWh)

5000

4000

3000 Trasformers
W-B-T **
2000

1000

fossil gas hydro


Energy source

This is the average energy not served per year and per unit
divided for energy source. The overall Losses amount to several
GWh/yr per unit!
(** W-B-T means Winding – Bushing – Terminals)
14 14
Economic losses and Value for the Utilities

Energy losses per failure (** W-B-T means Winding – Bushing – Terminations)
Energy losses (MWh)

60000
Trasformers
40000 W-B-T
Assuming a retail price
20000 of 60 USD/MWh
0
fossil gas hydro
Energy source
Economic losses per failure
The economic impact even of
just one failure is much more 3,5

Million (USD)
expensive of preventive 3
maintenance! 2,5
2
1,5 Trasformers
1 W-B-T
0,5
Saving money is
0
possible with CBM! fossil gas hydro
Energy source 15
15
Reliability of HV transformers
• The following data come from a paper presented at the
36th Annual Conference of the International Association of
Engineering Insurers (2003):
– W. H. Bartley
– Analysis of transformer failures

• The paper reports:


– Failure rates per type of failure
– Failure costs
– Projection of failure rates
– Recommended actions

16
Example: Reliability of HV transformers
• Transformer owner strategies:
– Increased equipment utilization
– Deferred capital expenditures
– Reduced maintenance expenses
– “Cheapest cost” buying

• Results:
– Aging infrastructure
– Acceleration of degradation phenomena
– Poor quality units

17
US Market for transformers

18
Reliability of HV transformers

19
Economic losses

Generator step-up transformers deserve special attention:


• large units on baseload machines

Average cost (all units): 8990 USD per MVA involved in failure

20
Cause of failure

21
Failure cause: rate and impact
160000

Insulation failure
140000
Design/Material Workmanship

120000 Unknown

Loose connection
Cost of failures (USD)

100000
Overloading
80000
Improper
maintenance/operation
60000 Oil contamination

Line surge
40000
Fire/Explosion
20000
Lightning

0 Flood
0 5 10 15 20 25 30
Number of failures by cause
22
Costi delle utility distribuzione (UD)
• Un guasto in una UD causa perdite legate
essenzialmente a mancato pagamento di
pedaggi per il veicolamento dell’energia
– Perdita economica non rilevante, non giustifica un
elevata mole di investimenti
• Per stimolare gli investimenti, gli enti
regolatori (Autorità) comminano sanzioni a chi
presenta un elevato livello di guasti nella rete.

23
AEEG: Delibera 333/07
• I Clienti che in un anno solare
subiscono un numero di interruzioni
superiore ad un definito valore di
soglia si vedono riconosciuto un
indennizzo automatico, se dispongono di
impianti adeguati ai requisiti tecnici ( dal
01 set 08 CEI 0-16)

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AEEG: Delibera 333/07
• Sono interessati alla Delibera :
– Tutti i Clienti finali MT indipendentemente dalla
potenza disponibile
– Tutti i produttori e autoproduttori allacciati alla
rete MT
– Ogni impresa distributrice interconnessa i cui
impianti risultino in regola con i requisiti tecnici,
il cui contratto di trasporto sia rimasto in vigore
per l’intero anno al quale si riferiscono le
interruzioni, per i quali siano stati superati i livelli
specifici di continuità del servizio.
25
AEEG: Delibera 333/07
• L’indicatore di continuità del servizio,
individuato dall’AEEG per il singolo Cliente
MT, è il numero di interruzioni senza
preavviso lunghe, subite nell’anno dal
Cliente.
• Sono le interruzioni di durata superiore a 3
min ed intervallate fra loro da più di 60 min,
che si originano sugli impianti del
Distributore per cause non riconducibili a
soggetti esterni al Distributore stesso.
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AEEG: Delibera 333/07
• Gli standard specifici di continuità sono stati definiti in modo da
individuare circa il 10% dei clienti peggio serviti.
• Tali standard, che devono essere verificati annualmente
assumono i seguenti valori:
a) 2 interruzioni senza preavviso lunghe per i clienti MT serviti in ambiti
territoriali ad alta concentrazione;
b) 3 interruzioni senza preavviso lunghe per i clienti MT serviti in ambiti
territoriali a media concentrazione;
c) 4 interruzioni senza preavviso lunghe per i clienti MT serviti in ambiti
territoriali a bassa concentrazione.
• a)-c) sono i livelli specifici di continuità (del servizio)

• Le penalità (somma degli indennizzi dovuti ai clienti) si calcola


nel modo seguente:
27
AEEG: Delibera 333/07
min n  j , 2s  j 
Vp  PMI ij 
m m
P   I j  i  s  j 1
j 1 j 1

- m è il numero di clienti per i quali non risultano rispettati i livelli specifici di


continuità del servizio;
- n è il numero di interruzioni subite da ciascun cliente per il quale non
risultano rispettati i livelli specifici di continuità del servizio;
-s è il livello specifico di continuità;
- PMIij è la potenza media interrotta relativa all’interruzione i per il cliente j,
determinata in via convenzionale pari al 70% della potenza disponibile;
- Vp ha due valori:
–2,5 €/kW per i primi 500 kW della PMI,
–2 €/kW oltre i primi 500 kW della PMI.

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AEEG: Delibera 333/07
• Esempio: indennizzo a j-esimo cliente MT
alimentato in ambito di media concentrazione,
con potenza disponibile pari a 750 kW, che ha
subito 5 interruzioni lunghe senza preavviso in 1
anno.
• La PMI è 0.7*750=525 kW, 500 compensati a 2.5
euro/kW, i restanti 25 kW a 2 euro/kW
min n , 2s 
I j  i  s 1 Vp  PMI ij  
min 5, 6 
 i  4 2  0.7  750  500  2.5  500 
 1300  1300  2600 euro
29
AEEG: Delibera 333/07

30
AEEG: Delibera 333/07

31
AEEG: Delibera 333/07

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AMT: su cosa agire
• Ogni apparato può essere concettualmente
scomposto in sotto-sistemi, mettendo in evidenza
gli elementi che svolgono determinate funzioni:
1. Elettrico: conduttori e sistemi isolanti, isolatori,
sistemi gradatura del campo, semiconduttivi,
variatori di tensione, ecc.
2. Termico: scambiatori, pompe di ricircolo olio, acqua,
ventilatori, ecc..
3. Meccanico: cuscinetti a rotolamento o sfregamento,
sistemi di fissaggio testate alternatori, avvolgimento
trasformatori, ecc..
• Il sistema isolante è spesso il punto più debole
dell’apparato, per questa ragione si farà spesso
riferimento ad esso
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AMT: opzioni
• AM Tecnologico: Insieme di tecniche utilizzate
per minimizzare il Cost Of Ownership (COO)
• Decidi quale opzione (RRRR)
1. Run: continua a utilizzare
2. Repair: ripara
3. Rejuvenate (Refurbish): ripristina l’affidabilità
iniziale (t=0)
4. Replace: sostituisci
• Le tecniche utilizzate debbono permettere di
scegliere nel modo più conveniente una fra le
opzioni disponibili.
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AMT: opzioni
• Le opzioni 2 e 3, cioè:
2. Repair: ripara
3. Rejuvenate (Refurbish): ripristina l’affidabilità
iniziale (t=0)
• Rientrano nell’ambito della manutenzione.
• Distinguiamo due tipi di manutenzione:
– Basta sul tempo (TBM, Time-Based Maintenance): le
operazioni di manutenzione sono pianificate a
intervalli regolari
– Basata sulla condizione (CBM, Condition-Based
Maintenance), le operazioni di manutenzione
vengono effettuate quando la condizione
dell’apparato le rendano necessarie: si deve valutare
la condizione attraverso monitoraggio e diagnostica
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Considerazioni per AMT
• Scegliere la strategia RRRR può essere legato a:
– Invecchiamento dell’Asset: l’età dell’apparato
comincia ad essere prossima a quella della vita di
progetto, che fare?
• Quando e come eseguire manutenzione? Sostituire?
– Tipo di guasto: (relativo a difetto locale o
degradazione globale) riparare o sostituire?
– Nuove tecnologie: possono permettere risparmi che
giustifichino la sostituzione di apparati ancora
funzionanti.
– Vincoli finanziari: limiti nel budget possono imporre
manutenzione in luogo della sostituzione, anche se la
seconda, specialmente se associata all’introduzione di
tecnologie più efficienti, potrebbe essere più
vantaggiosa.
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AMT: Esempi
• Le reti di distribuzione in cavo costituiscono
un asset molto complesso da gestire:
– Molti cavi sono vecchi
– La rete è estesa (in Italia >100000 km)
– Cavi con tecnologie diverse e/o miste
• Investimenti su diagnostica per evidenziare
linee in procinto di guasti
• Investimenti su apparecchiature atte a
minimizzare impatto dei guasti: bobina di
Petersen, automatizzazione degli impianti
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AMT: Esempi
• Terna è impegnata in un piano di sostituzione dei
trasformatori amperometrici di alta tensione.
• Compatibilmente con le esigenze finanziarie, quelli isolati in
carta ed olio vengono sostituiti con quelli in
polipropilene/SF6.
• Il PP/SF6 è meno affidabile di carta/olio, ma…
• Rispetto a quelli in carta/olio, quelli in PP/SF6 hanno il
vantaggio che, in caso di cortocircuito, non esplodono e non si
bruciano. Vantaggi:
– Maggior sicurezza degli operatori
– Minori tempi di fuori servizio a valle di un guasto

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AMT: Esempi
• L’età dei componenti delle linee aeree comincia ad essere elevata. Come
procedere?
– Ispezione visiva e termografia delle tratte alla ricerca di punti dove il
conduttore è rotto: personale a piedi o in elicottero in tratte scarsamente
accessibili
• Sostituzione giunti, o tratte in cattive condizioni
– Alleggerimento del carico su linee dove si sospetta che l’insieme dei
conduttori sia in cattive condizioni

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Definizioni
• Variabili aleatorie:
– Tempo al guasto: tf
– Tempo di riparazione: tr
• Distribuzione del tempo al guasto: probabilità che t ecceda il tempo
tf :
– F(t)=Pr(tf <t)
• Densità dei tempi al guasto:
– f(t)= Pr(tf [t,t+dt])/dt
• Affidabilità: probabilità che tf ecceda il tempo t:
– R(t)=Pr(tf >t)
• Tasso di guasto istantaneo:
– (t)=Pr(tf [t,t+dt]|tf >t)/dt=f(t)/R(t)
• Tempo medio al guasto (MTTF): E[tf]
• Tempo medio di riparazione (MTTR): E[tr]
• Disponibilità (asintotica): A=MTTF/(MTTF+MTTR)

40
Maintenance paradigms: the bathtub curve

Part I. Juvenile Part II. Random failures: How to Part III. Aging:
mortality: bad minimize impact? Minimize impact
design or through
manufacturing. maintenance/
Minimize impact replacement plans
Failure risk (hazard)

through quality
control

Time under stress

• The bathtub curve is a probabilistic concept: it


does not hold for a single apparatus
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Maintenance paradigms: time-based maintenance
Failure risk (hazard)

Critical risk Do we accept the


level, hc pros and cons of
TBM? We must bear
in mind that TM can
be estimated with
gross inaccuracy

Time under stress


• The curve we have to use is based on statistical inference: uncertainty.
• Larger uncertainty for large apparatuses (small sample numbers, shift in
technology, sub-contractors, etc.)
• TBM will not prevent failures occurring prior TM, some units will be put out
of service ahead of time

42
Scenari: 1/3
• Apparato nella parte 1 o 2 della curva a vasca
da bagno
• Un guasto avviene (o sta per avvenire) in un
punto di un dispositivo in cui esiste una
concentrazione degli stress/difetti (hot
spot/local defect): problemi di costruzione
• Il resto dell’apparato è in buone condizioni,
conviene riparare, eliminare lo hot spot e
continuare.
• E’ necessaria diagnostica puntuale per
evidenziare hot spot.
43
Scenari: 2/3
• Apparato nella parte 3 della curva a vasca da bagno
• Un guasto avviene (o sta per avvenire) in un punto di un
dispositivo in cui esiste una concentrazione degli stress
(hot spot): l’invecchiamento ha causato la formazione
dello hot spot
• Cosa fare?
• E’ necessaria diagnostica puntuale per evidenziare hot
spot
• E’ necessaria diagnostica di volume per determinare
quale sia il grado di invecchiamento globale (bulk)
dell’apparato.
• In funzione dell’invecchiamento globale, è possibile:
– Riparare se l’invecchiamento globale non è eccessivo
– Sostituire o ringiovanire se l’invecchiamento globale è
eccessivo
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Scenari: 3/3
• Apparato nella parte 3 della curva a vasca da
bagno
• L’apparato, nel suo complesso, non è in grado di
sostenere una sollecitazione anomala
– Esempio: trasformatori con carta fragile non
resistono a sollecitazioni meccaniche, possono
rompersi per eventi non elettrici, esempio urto
camion in sottostazione.
– Esempio: water tree in cavi in XLPE, rischio di guasto
a valle sovratensioni impulsive
• La unica azione possibile è spesso la sostituzione
• E’ un problema di tipo bulk, per prevenirlo è
necessaria la diagnostica di volume
45
Pr(tf>t)

Hot spot/local defect


Ideale
• Per questo tipo di guasto,
la situazione ideale è
conoscere esattamente il Pr(tf>t)
t* Tempo, t
tempo al guasto tf:
programmazione perfetta
manutenzione Reale

• Purtroppo, esiste
incertezza, il tempo al
t*
guasto è una variabile Pr(tf>t) Tempo, t
aleatoria tf
• Ruolo della diagnostica; Diagnostica
stimare tf minimizzando
l’incertezza
t* Tempo, 46
t
Bulk
• Nella degradazione di tipo
bulk (globale, di volume),
è necessario sapere se il Pr(tf>t)

sistema è invecchiato al
punto che:
– E’ molto probabile che si
sviluppino hot spot t* Tempo, t
– Non è in grado di resistere
a sollecitazioni anomale.
• Verificare evoluzione di
marker diagnostici
47
Proprietà diagnostiche
E’ una proprietà
legata ad uno o
più processi di
invecchiamento,
che mostra una
variazione
irreversibile al
crescere della
degradazione

48
Proprietà diagnostiche
PL è il punto limite, end point, al di là del quale
il sistema non è più adeguato per il suo
funzionamento, in relazione alla specifica
proprietà diagnostica.
PL è associato al livello di rischio che l’asset
manager sceglie di accettare per il sistema (vedi
prossimo lucido), quindi col rischio
accettabile/affidabilità/azzardo. Valori diversi a
seconda di tensione e criticità dell’asset.
Anche PL ha un livello di incertezza, essendo
una grandezza statistica su un lotto di apparati.
49
Maintenance paradigms: condition-based
maintenance

Critical marker Failure


Diagnostic marker

level, Mc
(end point)

Maintenance time, TM

Time under stress


• CBM is based on the assumption that, tending to failure, a
diagnostic marker (property) will start to increase (or
decrease) signaling an hazardous condition.
• Having set a critical marker level (end point), maintenance
is performed upon crossing the Mc threshold
50 50
Diagnostic properties
Diagnostic marker

Maintenance time, TM

• Therefore: Time under stress


• Monitor sone diagnostic markers, perform maintenance when one of
them is crossing the critical level
• BUT  Preferred marker: the one revealing fastest degradation
mechanism

51 51
CBM and quality control: a new bathtub curve

Without diagnosis
Infantile
mortality Random failures Aging
I II III
Risk (hazard)

With diagnosis
and quality control

Time
Quality Maintenance
Not avoidable
control
• Proper diagnostics can dramatically reduce the number of failures.
• On the other hand, sometimes it can generate false alarms
• When is diagnostics convenient?
52 52
Economic analysis
• Probabilistic characterization of diagnostics:

Diagnosis

Fault No fault
No fault Fault

OK Type I
Condition

Type II OK

 a : probability of diagnostic type I errors (the system is faulted, but


this goes undetected)

 b : probability of diagnostic type II errors (the system is healthy, but


the manager performs unnecessary preventive maintenance)
53
Example: investing in diagnostics
(generation plant)
Failure costs = Repair costs + Unavailability costs

Average number of failures per year  Energy not supplied  energy cost
average repair costs
Type I Type II

Energy not supplied (in a


ENS  0  F1  MTTR1  h  MTTR2  P
year)
Failure rate
Probability fault not detected
MTTR after failure
Number of false alarms/year
Mean time to restore after false
alarm
Average power
Type I and Type II errors in diagnostics
54 54
Example: investing in diagnostics
(generation plant)
• Economic losses (EL) without diagnostics:
EL   0  MTTR1  P  EC   0  RC
EC=Energy Cost
RC=Repair Cost
• Economic losses (EL) with diagnostics
ELD   0  F1  MTTR1  h  MTTR2  P  EC   0  F1  RC

• EL-ELD is what we save with a proper diagnostic 


quantification for investments in diagnostics

• Decision of the Asset Manager: investments in


diagnostics, are there problems?

55 55
Reasons to carry out diagnostics of electrical apparatus

• Failures:
1. Economic losses associated with energy not served can be
important
2. Repair can be costly
3. Failure generally occurs in the WRONG moment

• Proper diagnostic can minimize failure risk


– PerformVery important, save on diagnostic costs
maintenance in the RIGHT moment

• Global diagnostic approach (on line) for:


1. Generator winding and bushings
2. Step-up transformer
3. HV cables from transformer to substation (if any)
4. GIS and Switches in general
5. Overhead lines
56 56
Diagnosis of electrical systems
Objective:
To perform risk assessment of electrical systems in order to
support condition based maintenance and, thus, asset
management
Tools:
Measurement and analysis of diagnostic propertiesON LINE
approach (on-line vs off-line: real operating conditions, faster and
cheaper, more noise)
Innovative approach:

GLOBAL Monitoring systems.


On-line Permanent Monitoring Systems for electrical assets (e.g. T&D,
oil&gas, transports, industrial plants)

57 57
STRUMENTI PER LA DIAGNOSTICA

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Diagnostica locale dei sistemi isolanti
• Le scariche parziali avvengono in corrispondenza di hot spot
elettrici.
• Generalmente, sono il processo di degradazione più rapido, quindi
quello che è necessario tenere sotto controllo per prevenire guasti.
• Tuttavia, la pericolosità delle PD dipende dalla loro natura:
– Corona (scariche da punte immerse in un gas): non pericolose, eccetto
nei sistemi isolati a gas (GIS). In questi ultimi, le scariche corona
rilasciano contaminanti che possono compromettere la tenuta del
sistema
– Superficiali: causano erosione superficiale dell’isolamento. Sono
abbastanza pericolose, ma non quanto le SP interne
– Interne: sono scariche che avvengono in cavità interne al sistema
isolante. Erodono il sistema generando il fenomeno dell’albero
elettrico. Sono molto pericolose, particolarmente in sistemi a
isolamento puramente organico (XLPE, PP, epoxy,…)
• Determinare se all’interno del dispositivo esistano fenomeni di SP e,
nel caso, identificarne la natura e localizzarli è fondamentale per
prevenire guasti.
59
Diagnostica locale dei sistemi isolanti
• Varie metodologie per rilevare SP:
– Misura di segnali condotti
– Misura di segnali irradiati
– Misura di segnali ultrasonici
– Telecamere a UV (isolatori linee aeree, testate
generatori)
– Rilevatori di ozono (generatori, quadri elettrici)
– Rilevatori di idrogeno in olio (trasformatori)
– Rilevatori di prodotti di decomposizione
nell’idrogeno (generatori)
60
Diagnostica locale dei sistemi isolanti
• I sistemi isolanti sono anche dotati di un
grande numero di sensori di temperatura per
rilevare la presenza di hot spot termici (punti
surriscaldati)
• Nei cavi e in alcune linee aeree sono utilizzate
le fibre ottiche per rilevare la presenza di punti
caldi.
• Le termocamere vengono utilizzate per
evidenziare contatti mal fatti nei quadri,
problemi sugli scambiatori dei trasformatori,
ecc.
61
Diagnostica di volume dei sistemi isolanti
• La diagnostica di volume deve mettere in
evidenza fenomeni come:
– Rottura di catene polimeriche, causa
infragilimento del sistema isolante quindi la
formazione di microcavità e crepe
– Ossidazione
– Ingresso di acqua o altri inquinanti (pollution)
– Fenomeni tipo water tree

62
Diagnostica di volume dei sistemi isolanti
• Per effettuare una diagnostica del sistema
isolante nel suo complesso si possono
misurare le seguenti grandezze:
– Capacità e fattore di dissipazione (tandelta)
– Resistenza di isolamento
– Tensioni di ritorno
– Correnti di polarizzazione e depolarizzazione
– Spettroscopia dielettrica
– Correnti stimolate termicamente
– CO, CO2 o furani disciolti nell’olio dei trasformatori
– Carica di spazio
63
METODOLOGIA PER AM
TECNOLOGICO (AMT)

64
Tipologie di apparato
• Le utility di distribuzione hanno, normalmente,
molti apparati di “basso” costo e/o criticità.
• Le utility di produzione e le aziende
manifatturiere hanno “pochi” apparati di grande
costo e criticità.
• Le utility di transmissione hanno entrambe le
situazioni. Esempio
– Autotrasformatori400/130 kV
– Isolatori delle linee aeree – connessioni meccaniche
conduttori
• Quali strategie adottare?
65
Tipologie di apparato
• Apparati di “piccolo” costo o bassa criticità, molte
unità installate.
• Approccio
– Statistico
• Valutazione della condizione sulla base di criteri
statistici/tecnologici: età, tipo di isolamento, storia del
carico, ecc.. Sostituzione in base a statistiche sul tasso di
guasto  Utilizzo di database
– Statistico/Diagnostico
• Preselezione delle apparecchiature sulla base di (a)
considerazioni di tipo statistico/tecnologico o (b) misure di
screening
• Selezionate le apparecchiature critiche si può procedere con
monitoraggi o misure a tempi predeterminati
66
Concetto di rischio
• Definiamo un livello di criticità di guasto come il
massimo danno economico annuo tollerabile (in
euro/anno). Tale grandezza verrà indicata con R,
Rischio
• Sia C la conseguenza economica di un guasto (in
euro)
• Trascurando l’eventualità di avere, ogni anno, un
numero di danni superiore all’unità e indicando
con P è la probabilità di guasto in un anno, allora
deve essere:
R<C*P
• Quindi, possiamo tracciare una iperbole
67
Concetto di rischio

Guasti non tollerabili: R>R*.

Guasti tollerabili: R<R*

68
Tipologie di apparato
• Apparati di grande costo e/o criticità, poche unità
installate.
• Approccio
– Monitoraggio continuo o a intervalli di tempo
prefissati. Richiede installazione di sensori per le
misure.
– Diagnostica dei possibili difetti presenti (Riparazione?)
– Diagnostica delle condizioni globali dell’apparato
(Sostituzione?)
• Nota: una utility come Enel produzione ha un
certo numero di generatori, ma provenienti da
costruttori diversi: impossibile utilizzare tecniche
statistiche
69
Dati necessari per l’AMT
• Al fine di effettuare un
AMT efficace, deve
essere resa disponibile
una grande quantità di
dati, così come
mostrato nella figura.
• Rilevanti gli aspetti di
IT per mettere in piedi
AST: database, linee di
comunicazione, ecc.
• Nel seguito, i vari
aspetti saranno trattati
in dettaglio
70
STATISTICHE DI GUASTO

71
Statistiche di guasto per componente
• Per un singolo componente (apparato), le statistiche di
guasto debbono fornire dati circa:
1. Numero di guasti per anno
2. Distribuzione dei tempi necessari per rimuovere il guasto
• Questo permette di confrontare apparati con
– Caratteristiche tecnologiche diverse
– Diverse condizioni operative
– Diversa età
– Ecc.
• Chiaramente, questo presuppone l’allestimento di un
database in cui siano registrate le caratteristiche di ogni
guasto, in cui i componenti siano separabili per età,
tecnologie, costruttore, ecc..
• Vediamo alcune statistiche fornite da una utility del Nord
Europa
72
Statistiche di guasto per componente
• Linee aeree: i conduttori sono il componente
con tasso di guasto più alto

73
Statistiche di guasto per componente
• Esempi che riguardano le reti in cavo per la
distribuzione dell’energia.
• Si vuole capire:
– L’influenza del tipo di isolante su tasso di guasto
cavo (XLPE, EPR, PILC)
– L’influenza della tecnologia di giunti/terminazioni
su tassi di guasto

74
Statistiche di guasto per componente
• Suddivisione dei
componenti in famiglie.
• Importante per capire
l’importanza relativa dei
guasti sapere la
lunghezza totale di una
certa famiglia
• I dati andrebbero
riportati per unità di
lunghezza:
– PILC: 19598 km
– XLPE: 11536 km

75
Statistiche di guasto per componente
• Importanza relativa dei singoli tipi di guasto:
contributo ai tempi di guasto

76
Statistiche di guasto per componente
• Contributo ai guasti dalle singole
tipologie di cavo/terminazioni
• I cavi PILC sembrano essere meno
affidabili, ma la rete PILC (19598 km) è
più estesa di quella in XLPE (11536 km)
• Normalizzando i grafico a guasti per
unità di lunghezza, la rete PILC
guadagna qualcosa
• Ma è comunque una parte critica della
rete (età avanzata, problemi nel
progetto delle terminazioni, le
conoscenze tecnologiche tendono ad
essere dimenticate perché è una
tecnologia obsoleta)
• Per l’AMT di questa rete: focalizzarsi
sulle reti in cavo PILC è probabilmente
una buona strategia
77
AMT: come effettuare decisioni
• Le decisioni dovrebbero minimizzare il Cost Of
Ownership (COO).
• Nel caso trattato delle linee in cavo, a parità di budget,
considerato che rimpiazzare centinaia di migliaia di
linee è impossibile, bisogna focalizzare gli sforzi.
• Quali criteri?
1. Criticità: una linea importante, in termini di utenti
collegati, merita più attenzione
2. Età della linea
3. Carico della linea in % del nominale
4. Configurazione linea (lunghezza, numero di giunti e
derivazioni, isolante nei vari spezzoni, presenza di giunti
di transizione, ecc)
78
AMT: come effettuare decisioni
• Procedendo per ordine, si deve valutare la criticità della linea quindi
si deve considerare l’effetto che il guasto ha sulla clientela tenendo
in conto:
1. Numero di clienti interrotti
2. Energia non servita ai clienti
• Questi si riflettono in costi legati a:
– Penali
– Mancato pedaggio per transito energia
– Cause legali
– Perdita di immagine
• Nel seguito vengono proposti indici statistici che permettono di
quantificare l’incidenza dei guasti
• Teoricamente, per ogni linea andrebbero calcolati gli indici
• L’evoluzione dei dati nel corso degli anni degli indici può
evidenziare miglioramento (o peggioramento) delle condizioni
della rete

79
Interruzione
Ampiezza
Sovratensioni
temporanee sovratensioni
110%
Tensione di funzionamento nominale
90%
Sovratensioni
transitorie

Transitori
Buchi Riduzione della tensione

Interruzioni di
1%
Interruzione di breve durata lunga durata

0.01s 1min 3min Durata

Classificazione dei disturbi in base ad ampiezza e durata desunta


dalla norma europea EN 50160. Nel seguito, si farà riferimento a
quest’ultima classificazione. 80
Statistiche di guasto per utilities

• SAIFI System Average Interruption Frequency Index:


numero medio di interruzioni per cliente in un anno
(Ni: numero clienti interrotti nell’evento i-esimo, NT:
numero totale clienti).
 Ni
SAIFI  i
NT
• SAIDI: System Average Interruption Duration Index :
Durata media delle interruzioni per anno (ri: durata
dell’evento i-esimo).
 N i  ri
SAIDI  i
NT 81
Statistiche di guasto per utilities
SAIFI & SAIDI
• SAIFI & SAIDI sono gli indici
più comuni.
• USA:
– SAIFI=1.1
– SAIDI =1.5 ore
• Singapore:
– SAIDI=3 minuti.

82
Statistiche di guasto per utilities

• CAIDI: Customer Average Interruption Duration


Index : Durata media delle interruzioni per anno per
cliente interrotto.
 i iN r
CAIDI  i
 Ni
i
• CAIFI: Customer Average interruption frequency
index: CN: numero dei clienti che hanno subito
almeno un guasto nel corso dell’anno.

 Ni
CAIFI  i
CN 83
Statistiche di guasto per utilities

• ENS: Energy Not Served: (Ei: energia non fornita


durante l’evento i-esimo)

ENS   Ei
i
84
Statistiche di guasto per utilities
• La lista comprende moltissimi altri indici:
quelli elencati in precedenza costuiscono
l’insieme di quelli utilizzati più comunemente.
• Le statistiche servono a scopo di
benchmarking, per:
1. Evoluzione temporale della qualità
2. Confrontare aree geografiche diverse della stessa
utility, o il comportamento di utility diverse
3. Nell’AM: le statistiche sono utilizzate per mettere
in luce le aree su cui è maggiormente necessario
investire
85
INFORMAZIONI NECESSARIE PER
VALUTARE IL RISCHIO DI GUASTO DI UN
COMPONENTE SPECIFICO
86
Informazioni necessarie per AMT
• Al fine di gestire in
modo ottimo le risorse,
è necessario avere
informazioni circa:
– Configurazione
apparato/rete
– Tipologia dei componenti del sistema
– Storia degli interventi di manutenzione e dati
diagnostici
– La storia dei profili di stress (TEAM) in esercizio
87
Configurazione e tipologia componenti
• Le caratteristiche tecnologiche e l’età di un componente
sono spesso fattori chiave per decidere se mantenere in
servizio, effettuare manutenzione o sostituire.
• Ad esempio, è noto che i cavi in XLPE prodotti fino ai primi
anni 80 presentano con elevata probabilità il fenomeno del
water tree. Ciò è da ascriversi alla tecnica di reticolazione
(steam cured) che introduceva molecole d’acqua
nell’isolante già nella fase di fabbricazione.
• Questo tipo di cavi è in corso di sostituzione, in quanto la
tecnologia di realizzazione è intrinsecamente inaffidabile.
• In modo simile, sono in corso di sostituzione i cavi in XLPE
con schermo non estruso. Questa tecnologia dà luogo, con
grande probabilità, allo scollamento
isolante/semiconduttore, con formazione di scariche
parziali
88
Configurazione e tipologia componenti
• Un apparato tecnico è spesso in continua evoluzione.
• Le operazioni di manutenzione correttiva o preventiva
ne modificano la struttura
• Sotto-sistemi
– Età diverse
– Tecnologie diverse
• Tipico caso: reti in
cavo, dove spesso
la topologia della
rete stessa
(numero e
tecnologia di
spezzoni ed
accessori,
lunghezza e tracciato)
è ignota al gestore
89
Configurazione e tipologia componenti
• La localizzazione di un componente ha
anch’essa una grande importanza.
• Dipendendo da ingombri del componente,
accessibilità del sito, possibilità o meno di
immagazzinare ricambi, ecc. può accadere che
alcune azioni non siano realizzabili.
• Ad esempio, per località difficilmente
accessibili, è spesso meglio riparare sotto-
componenti di un apparato di grandi
dimensioni che sostituirlo completamente.
90
Configurazione e tipologia componenti
• Riassumendo, per ogni apparato sarebbe
opportuno conoscere, per ogni singolo
componente:
– Età
– Tecnologia realizzativa
– Localizzazione e livello di accessibilità
• La presenza o meno di sistemi ridondanti
permette di de-enfatizzare l’influenza dei guasti,
particolarmente quando sia possibile effettuare
commutazioni automatiche
• Per le reti, è anche necessario conoscere la
struttura della rete stessa, sapendo quali carichi
sono ad essa collegati
91
Configurazione: esempio
• In una rete radiale, i tratti in prossimità del
trasformatore saranno soggetti a maggiore
1. Stress elettrico (maggior tensione)
2. Stress termico (maggior corrente)
• Questi tratti dovranno essere soggetti a
verifiche/manutenzione più frequentemente
che i tratti terminali.
• Una rete elettrica o un apparato per cui
esiste ridondanza e sistemi di commutazione
automatica in caso di guasto non è
generalmente critica
92
TEAM/condizioni ambientali
• Le condizioni in cui opera un dispositivo possono
influenzarne in modo notevole l’affidabilità.
Esempi:
– E’ noto che gli isolatori polimerici per linee AT sono
scarsamente soddisfacenti in zone tropicali in quanto
(a) è probabile che si formino muffe sulla superficie
dell’isolatore, (b) gli uccelli tropicali tendono a
distruggerli in quanto li trovano ottimi per affilare il
becco.
– I generatori raffreddati ad aria che operano in
prossimità di impianti petrolchimici sviluppano
facilmente fenomeni di tracking sulle testate.
– Tutti gli apparati in AT, qualora installati ad alte quote,
tendono ad essere interessati con maggior facilità da
fenomeni di scariche parziali (legge di Paschen)
93
TEAM/condizioni ambientali
• In una rete in cavo, sarebbe auspicabile suddividere il territorio in
aree in base a:
– Presenza di sistemi di trasporto elettrici (le correnti disperse possono
intaccare gli schermi, le vibrazioni il sistema di isolamento,
particolarmente per cavi PILC)
– Presenza di tubature per il teleriscaldamento (possibile
surriscaldamento del sistema isolante)
– Condizioni climatiche (temperatura, livello annuo di precipitazioni,
ecc.)
– Umidità del suolo (formazione di water tree in XLPE, ingresso di acqua
con aumento tandelta nei cavi PILC). Può essere quantificata tramite la
profondità delle falde freatiche.
– Pendenza della tratta (nei cavi PILC, la pendenza causa migrazione
della miscela, formazione di cavità, scariche parziali, guasto)
• In Francia, EDF cerca di sviluppare un sistema GIS (Geographic
Information System), in cui tutti questi fattori possono essere
studiati separatamente o congiuntamente (richiede la definizione di
un “health index”)
94
Dati storici di esercizio
• Gli stress termico ed elettrico influenzano in modo
notevole l’affidabilità di un componente. Al fine di
stabilire quali componenti siano in condizioni peggiori,
è necessario avere informazioni circa:
– La storia del carico e l’evoluzione futura
– Per reti di trasmissione o distribuzione, la tipologia del
carico (nelle reti con forte presenza di generazione
distribuita, è stato osservato che il carico può cambiare
rapidamente, creando problemi meccanici nei giunti dei
cavi PILC).
– Per motori o generatori: il tipo di funzionamento (base o
peak load), il numero di avviamenti ed il numero di ore di
funzionamento, il tipo di alimentazione (rete o inverter)
– Il numero e la severità di eventi anomali come
sovratensioni di manovra e di origine atmosferica, periodi
di funzionamento con carico in eccesso a quello nominale.
95
Dati diagnostici
• Come indicato in precedenza, nel corso del tempo è stata
sviluppata un’ampia gamma di strumenti per la diagnostica
(locale o globale) degli apparati elettrici.
• Poiché, salvo casi particolari, non esistono valori assoluti
che permettano di stabilire in modo esatto le condizioni di
un dispositivo, è necessario conservare lo storico delle
misure fatte sul dispositivo.
• In particolare, è bene che misure siano fatte al tempo zero,
come riferimento per evoluzione futura.
• Inoltre, è buona prassi misurare le tre fasi separatamente, e
confrontare i risultati per vedere se in una è in atto qualche
processo di deterioramento anomalo.
• I dati da ispezioni visive sono anch’essi molto importanti.

96
Data Base (DB)
• Da quanto esposto, per effettuare operazioni di AM efficaci è
necessario disporre di una grande quantità di informazioni:
– Codice seriale, dati di targa, età e tecnologia di ogni sotto-componente
apparato
– Archivio degli interventi di manutenzione (includendo ditte che hanno
eseguito i lavori)
– Archivio delle condizioni operative, includendo per le reti la topologia
della rete stessa.
– Archivio di eventi anomali (sovracorrenti, sovratensioni,
surriscaldamenti legati a malfunzionamento apparati di
raffreddamento)
– Fattori ambientali che possono concorrere ad aumentare i tassi di
guasto e loro evoluzione
– Archivio delle misure diagnostiche (possibilmente includendo ispezioni
visive) eseguite sulla macchina
• Tali informazioni debbono essere raccolte in un DB
• Qualora si disponga di una molteplicità di apparecchiature
(esempio: interruttori per un TSO), il DB dovrà raccogliere dati da
tutte le apparecchiature per poterli confrontare
• Come??? 97
Esempio: test report
per misure in linea
su generatore
sincrono

98
Data mining
• La quantità di informazioni richieste e da accumulare in
un DataBase (DB).
• Per correlare i possibili fattori di invecchiamento agli
effettivi tassi di guasto e alle misure di indicatori
diagnostici è necessario analizzare una grande mole di
dati.
• Per fare ciò vengono utilizzate tecniche di data mining,
cioè tecniche atte a mettere in evidenza correlazioni fra
i vari campi contenuti nei record di un DB
• Algoritmi di data mining permettono di eseguire
raggruppamenti di dati in forma automatica, mettendo
in evidenza, ad esempio, quali sono i fattori che hanno
maggiormente influenza sull’affidabilità dei
componenti
99
DIAGNOSTICA ED AMT

100
1. Identificare i modi di guasto
• Al fine di iniziare un programma di diagnostica
su un certo apparato, si deve prima vedere
quali sono i sotto-componenti che più
frequentemente causano problemi.
• Fra i sotto-componenti individuati, è
necessario focalizzarsi su quelli che hanno
maggior incidenza sui guasti in termini di
– Numero di guasti
– Durata dei guasti

101
1. Identificare i modi di guasto
• A sinistra: in un trasformatore i problemi sono essenzialmente legati
al sistema isolante.
• A destra, in un generatore idraulico il sistema isolante è anch’esso la
principale causa di guasto. Tuttavia, anche i sotto-sistemi termico e
meccanico hanno una certa importanza

102
1. Identificare i modi di guasto
• Supponiamo di concentrarci sul sistema isolante. E’ importante
capire quali tipologie di guasto si possono produrre.
• Esempio: sistema isolante dello statore di una macchina rotante:
– Abrasione isolamento per vibrazione legata a sistemi di fissaggio barre
in cava imperfetti
– Crepe nell’isolamento in uscita dal nucleo
– Delaminazione e cavità interne dell’isolamento dovuta a cicli termici
– Scariche parziali fra fasi diverse (normalmente legate a una non
corretta profilatura delle sagome delle bobine in testata)
– Danneggiamento dei sistemi di gradatura dovuti a design,
realizzazione non appropriati
– Danneggiamento dei sistemi di slot coating dovuti a design,
realizzazione non appropriati
– Flashover su terminali e/o tracking per effetto di contaminazione

103
1. Identificare i modi di guasto
• NOTA Spesso gli stress interagiscono fra loro.
• Esempio: supponiamo di avere un sistema di
raffreddamento inefficace che porta al surriscaldamento
della macchina.
• Questo può generare:
– infragilimento dell’isolamento con conseguente creazione di
cavità
– maggiori effetti legati ai cicli termici (delaminazioni lato
conduttori e distacco bobine/cava in sistemi VPI)
– degradazione accelerata di sistemi di gradatura e slot coating
– scarica per instabilità termica nelle zone a max campo elettrico
– perdita di volume ed elasticità dei sistemi fissaggio bobine in
cava.
• L’ultimo effetto può permettere il movimento delle bobine,
dando luogo a fenomeni di abrasione meccanica
104
2. Selezionare gli indicatori diagnostici
• Una volta selezionati i modi di guasto principali per i
componenti che più contribuiscono ai problemi della
macchina, occorre capire quali siano gli indicatori più
idonei per metterli in evidenza
• Per gli isolamenti termoindurenti delle macchine, le
scariche parziali sono certamente l’indicatore più
utilizzato per rivelare hot spot o difetti locali.
• Per mettere in evidenza fenomeni di degradazione
globale, la misura di capacità e del fattore di
dissipazione sono abbastanza comuni.
• Per verificare la presenza di umidità nell’isolamento si
utilizza la misura della resistenza di isolamento e
dell’indice di polarizzazione
105
3. Determinare il tempo di
mantenimento/vita residua
• Poiché è virtualmente impossibile (ad oggi)
determinare quale sia la vita residua del componente,
l’obiettivo della diagnostica è quello di verificare se il
sistema si trovi in buono stato (verde), in uno stato
intermedio di degradazione (giallo) o in cattivo stato
(rosso).
• Il tasso di degradazione cresce passando dallo stato
verde allo stato rosso
Tempo residuo

Tempo, t
106
3. . Determinare il tempo di
mantenimento/vita residua
• Sulla base di:
– Dati di laboratorio
– Misure effettuate in campo
– Analisi visive e post-mortem (difficili, in generale)
• si debbono mettere in evidenza le caratteristiche degli indicatori
diagnostici nei tre stadi discussi in precedenza.
• In questo modo, è possibile determinare se sia necessario
interrompere il servizio per effettuare manutenzione o sostituzione.
500

Amplitude 14
Frequency
400

12

Frequency (MHz)
Amplitude (mV)
300

10

200

100

0
1 2 3 4 5 6 7
Monitoring time (days)

107
3. . Determinare il tempo di
mantenimento/vita residua
• Si noti che è necessario capire di che difetto si
tratta (identificazione), perché ogni difetto ha
i suoi pattern tipici e una certa evoluzione
della velocità di degradazione.

Tempo residuo Erosione Tempo residuo Scariche in


isolamento da cava dovute a
vibrazioni imperfezioni
slot coating

Tempo, t Tempo, t 108


4. Definire le azioni
• Qualora ci si trovi nello stato di degradazione rapida, si
deve decidere cosa fare.
– Se l’apparato è globalmente in cattive condizioni, si deve
pensare a operazioni di sostituzione.
– Se l’apparato è globalmente in buone condizioni si deve
localizzare il punto difettoso e procedere alla riparazione.
Normalmente poiché è impossibile ottenere i componenti
per la riparazione in tempi brevi, si esercisce l’apparato:
• Monitorando attentamente (almeno una volta al giorno)
l’evoluzione dei marker diagnostici
• Riducendo gli stress che influenzano in modo più consistente il
tasso di degradazione locale. Ad esempio, se l’isolamento di una
macchina rotante si sta erodendo per effetto di vibrazioni
meccaniche (che dipendono dal quadrato della corrente), portare
il carico al 70% ridurrà il tasso di degradazione (al 50% circa…).
109
Temi da trattare
• Tecniche diagnostiche e principi teorici relativi;
diagnostica localizzata (PD), diagnostica globale
(polarizzazione)
• Tecniche di prova e di valutazione dati (DOE)
• Database, datamining, intelligenza artificiale,
clustering, riconoscimento.
• Modelli e metodi per la stima della vita residua
(fenomenologici, parametrici e non parametrici)
• Mercato dell’energia, qualità dell’energia e
interventi di ottimizzazione energetica
• Qualità aziendale, proprietà intellettuale.
110

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