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(a cura di S. Terzi)
Definizione
Finora abbiamo considerato solo impianti di produzione, impianti cioè destinati alla
fabbricazione dei semilavorati e dei prodotti finiti di un’azienda. In questa capitolo si
cercherà invece di definire gli impianti di servizio. All’interno di un impianto industriale
si distinguono:
Uno o più impianti di produzione
Un certo numero di impianti di servizio
Un impianto di servizio è definito come un sistema coordinato di macchinari ed
apparecchiature, non direttamente coinvolti nella produzione, ma asserviti ai mezzi di
produzione stessi e necessari a questi ultimi per realizzare le operazioni produttive.
L’impianto di servizio non ha dunque la funzione di “produrre”, ma quella di mettere
nelle condizioni gli impianti di produzione di funzionare correttamente per assolvere al
proprio compito. In letteratura, sono state descritte tre tipologie di classificazione di
un impianto di servizio:
Secondo l’entità asservita:
o Mezzi produttivi
o Persone
Secondo la tipologia del servizio reso:
o Servizi di alimentazione (o centrifughi): il servizio prodotto da un’unità
centrale viene distribuita nei punti di localizzazione
o Servizi di raccolta (o centripeti): il servizio è raccolto dalle utenze e
convogliato ad un centro di raccolta (effluenti liquidi)
Secondo la funzione svolta:
o Produzione e distribuzione dell’energia:
o Controllo delle condizioni ambientali
o Trasporto di materiali fluidi e sfusi
o Trasporto di materiali solidi
o Interazione con l’ambiente esterno
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Schema di un impianto di servizio
Grado di centralizzazione/frazionamento
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esercizio e viceversa (figura 2). È necessario trovare il valore del parametro
caratterizzante il servizio che risulta ottimo.
Economie di dimensione
L’andamento del costo di impianto rispetto alla sua dimensione aumenta meno che
linearmente. Questo avviene perché si sfruttano le economie di scala e riguarda sia i
costi di impianto che i costi di esercizio. L’andamento che interpreta il legame tra il
costi di acquisto di un impianto e la sua potenzialità è generalmente logaritmico ed è
interpretato dalla seguente legge;
m
P
C C 0
Po
Diseconomie di dimensione
Concettualmente è l’opposto rispetto a prima; tale fenomeno è dovuto alla ripartizione
dei costi di impianto tra generatore, linee di distribuzione e organi di erogazione
all’utenza e alla presenza di costi di esercizio dovuti ad eventuali perdite di
distribuzione (perdite per effetto Joule in una linea di distribuzione elettrica). Al
crescere della dimensione dell’unità responsabile dell’erogazione del servizio
aumentano sia i costi di impianto (aumentano le distanze alle quali il servizio va
distribuito), sia i costi di esercizio (aumentano le perdite). Tale fenomeno porterebbe
quindi alla decentralizzazione del servizio.
P(t )dt
Pm 0
Pmax max( P(t )) (0 t T)
T
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parte variabile. Nel caso in cui la parte variabile sia piccola, allora l’impianto sarà
fortemente elastico; sarà molto rigido nel caso in cui la componente variabile sia
invece importante. L’elasticità è un aspetto che è maggiormente soddisfatto in caso di
decentralizzazione del servizio.
Sicurezza di funzionamento
Il grado di sicurezza di funzionamento dipende dall’entità dei costi di disservizio
rispetto ai costi di impianto, dagli eventuali rischi per cose e persone connessi alla
mancanza di servizio e dalle normative vigenti. I rischi per cose e persone sono un
aspetto fondamentale per gli impianti di servizio; basti pensare che una parte degli
impianti di servizio può essere rappresentata dagli impianti di sicurezza. Come
l’elasticità, anche la sicurezza di funzionamento si sposa bene con la
decentralizzazione del servizio.
Tabella 1: schema riassuntivo dei fattori che influenzano la scelta sul grado di centralizzazione