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Nessuna generazione, di nessuna epoca, è mai passata indenne dall’insoddisfazione per il proprio corpo durante l’adolescenza,

quando avviene il salto fuori dall’infanzia e il fisico prende quelle caratteristiche che diventeranno definitive nell’età adulta. Troppo
seno o poco seno, altezza insoddisfacente, naso importante, fianchi sporgenti e una infinità di dettagli che si vorrebbero diversi.
Oggi, però, complici i social e il vivere in un’epoca all’insegna dell’immagine, il vedere e l’essere visti – col corollario di
giudicare ed essere giudicati – hanno acquisito un’importanza centrale nelle giornate dei giovanissimi. Che, scrollando la
home di Instagram, tante volte si fermano sulla foto di qualcun altro (e poco importa che sia anche frutto di Photoshop) pensando
“perché io no?”.

1.2 Il contesto storico-culturale ed il cambiamento dei canoni di bellezza femminile


Fin dall’antichità la bellezza femminile è stata valutata e misurata sulla base di un modello estetico di riferimento, riconosciuto dalla società in un
determinato contesto storico e culturale.
Dal modello ideale discendono i canoni estetici, ovvero le caratteristiche tipiche della bellezza.
In tal senso, maggiore è la somiglianza di una donna rispetto ai parametri definiti, maggiormente essa è considerata bella.
Tuttavia, l’ideale estetico non è un criterio assoluto, immutabile, universale, ovvero riconosciuto valido in tutti i tempi ed in tutti i luoghi, viceversa
rappresenta una costruzione socioculturale, in quanto si genera e si modifica continuamente nell’alveo della società e della cultura entro cui si colloca;
in virtù di ciò, un ideale estetico è destinato a mutare in relazione al trasformarsi delle mode, dei costumi e delle consuetudini sociali e culturali.
In tale prospettiva, si rende possibile rilevare come ogni epoca storica ha avuto un peculiare modello di bellezza ideale, documentato dalle fonti
letterarie e iconografiche che hanno immortalato figure femminili divenute famose...
    
Durante gli anni ’90-2000 nei messaggi dei media si cela non solo un pericoloso imbroglio, ma anche un ricatto psicologico in cui
viene proclamata la necessità di aderire a quel prototipo al fine di riuscire ad ottenere successo e apprezzamento sociale.
L’ideale corporeo imposto dai media, dunque, riguarda non solo l’aspetto estetico, bensì è associato a significati sociali più profondi,
intensamente ricercati soprattutto dalle ragazze adolescenti le quali spesso appaiono intrappolate in un intenso conflitto con il
proprio corpo, innescato dal continuo confronto con gli altri e dall’intenso bisogno di approvazione sociale. In tal modo i media
hanno contribuito a consolidare uno stereotipo pericoloso interiorizzato ed adottato da molte donne come standard in base a cui
confrontare e giudicare il proprio corpo. E’ in tale contesto socio-culturale che spesso le ragazze pervengono alla conclusione che le
proprie difficoltà personali e sociali sono inequivocabilmente collegate al loro peso corporeo e che, dunque, il raggiungimento della
magrezza rappresenterà ‘la soluzione magica’ in grado di migliorare notevolmente la propria autostima, di garantire la popolarità e il
giudizio positivo degli altri.

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