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Art.

8
L’art. 8 si riferisce a tutte le confessioni religiose ed esprime il principio del
pluralismo religioso. In realtà nel 1984 il cattolicesimo ha cessato di
essere religione di Stato e ha riconosciuto le religioni egualmente libere,
a patto che rispettino la legge italiana e regolino i loro rapporti con lo
Stato. Lo Stato non riconosce quindi religioni “personali” o di gruppi che
non dialogano con lo Stato. Sul contenuto dell’art. 8 si è espressa però la
Corte costituzionale nel 1993 in cui affermava che non è legittimo
discriminare una religione, perché tutte le religioni rappresentano i bisogni
religiosi di chi le pratica a patto pero’ che rispettino la legge italiana

Art.19
L’articolo 19 garantisce ampiamente la libertà religiosa e quindi si ricollega
alla parità riconosciuta dallo Stato italiano a tutte le religioni. Garantisce
inoltre la legittimità di predicare la propria religione e di diffonderla.
Nei Paesi di recente immigrazione, come l’Italia, questo articolo è di
particolare importanza, perché garantisce anche ai non cittadini il diritto di
professare il proprio credo. In alcuni casi però l’esercizio di questo diritto
ha generato molte polemiche, soprattutto quando ha dato vita a riunioni e
manifestazioni che turbavano la vita quotidiana di molte persone: è stato il
caso delle riunioni religiose della moschea di viale Jenner a Milano, salite
alla ribalta della cronaca alcuni anni fa perché i fedeli musulmani
occupavano i marciapiedi non trovando spazio nell’angusta moschea.. La
problematicità non è però legata alla mancanza di “buon costume”, ma a
difficoltà di ordine pratico (gli spazi) o a incomprensioni culturali.

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