Bunga bunga e battutacce di B.
Ma gli studenti della Sapienza
non ridono. Qualcuno lo avverta: è diventato imbarazzante
Sabato 9 aprile 2011 – Anno 3 – n° 84
Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230
VIENI AL GOVERNO
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La Russa(aereo di Stato per vedere l’Inter) balbetta: “Ragioni
di sicurezza”. Calderoli (aereo militare per gita privata) neppure
si scusa. L’Air Casta di Palazzo Chigi ci costa 37 milioni l’anno
E li chiamano ministri
di Furio Colombo
dc
C
iò che state per leggere in questa pagina non
è riflessione ma documento. Prego i lettori
di prestare attenzione alle fonti e alle date.
“È tutta colpa di Gheddafi, perché fino a
quando funzionava l’accordo con la Libia noi non
vedevamo nessuno”. (Roberto Maroni, ministro
dell’Interno, 7 aprile, ore 9, in apertura del suo
rapporto alla Camera). “Vedere tutte quelle por-
taerei disposte davanti alle coste del Nordafrica che
lasciano passare tutta quella carne umana di clan-
destini portati in giro dai mercanti di schiavi, e loro
(la marina militare della Nato, ndr) non vedono
niente, non fanno niente... ”. (Luciano Dussin, de-
putato Lega Nord, Camera dei deputati, 7 aprile,
ore 10:20). “Pattugliamenti congiunti aerei e navali
davanti alle coste nordafricane e costituzione di un
gruppo di lavoro congiunto, sono i due punti chiave
dell’accordo raggiunto dai ministri dell’Interno di
Italia e Francia nell’incontro di Milano”. (Agi, 8 apri-
le). “Gli aerei italiani per le missioni in Libia dovran-
no aumentare di numero e bombardare, non sol-
tanto disturbare i radar di Gheddafi. Lo chiedono il
Comando della Nato, il governo degli Stati Uniti, il
Consiglio dei ribelli libici”. (Corriere della Sera, 8
aprile). Siamo a due giorni dalla tragica e non spie-
gata morte di quasi 300 persone (molti bambini,
insistono i testimoni) tutti in fuga dalla Libia, tutti
rifugiati. Sembra, è stato detto e mai più confer-
mato, che una nave militare italiana fosse nelle vi-
cinanze. Siamo nello stesso giorno in cui tutto il
Parlamento italiano, presente tutto il governo, è
bloccato in aula dalla necessità di far passare al più
presto una legge personale per Berlusconi. Quel
giorno il ministro Frattini appare sul Corriere della
Sera fotografato con Hillary Clinton. Ma Frattini
siede tutto il tempo alla Camera, a Roma, pur di
non far mancare un voto alla legge Berlusconi. C’è
anche Bossi a votare tutto il tempo per Berlusconi.
Da statista ha già detto, “föra da i ball”, riferendosi
alla “carne umana” del deputato Dussin, ma ha an-
che precisato che si deve “svuotare la vasca”, su-
bito prima dell’annegamento di
massa nel Canale di Sicilia. Ma
l’uomo del giorno è Maroni. Ha
detestato, offeso, ignorato l’Eu-
ropa e adesso la invoca (soldi e
soldati). È ministro dell’Interno,
ma agisce da galoppino della Le-
ga. E quando raggiunge l’accor-
do, è il peggior tipo di patto mi-
litare, nella stessa area di azione
della Nato ma con compiti oppo-
sti: bloccare, impedire, fermare,
inseguire, catturare i profughi.
Maroni è l’uomo del giorno in un
senso triste e tragico da Seconda
guerra mondiale. Un uomo e un
giorno che purtroppo non potre-
mo dimenticare.
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Il Dottor
Stracquadanio
di Marco Travaglio
on essendo riuscito a dissimularla ad Annozero,
N tanto vale che io confessi la mia irrefrenabile
passione per l’on. Giorgio Clelio
Stracquadanio, milanese, classe 1959, già
portaborse di Tiziana Maiolo antiproibizionista e
rifondatrice comunista, poi deputato del partito più
proibizionista e anticomunista della storia dopo una
capatina nella Democrazia cristiana per le Autonomie,
insomma “giornalista e politico italiano”. Appresa la
notizia della sua partecipazione al programma di
Santoro, un amico del Pdl mi aveva suggerito di
insistere sul fatto che il tapino non è laureato, il che lo
fa molto soffrire visto che si picca di essere un uomo
di cultura prestato alla politica e se ne autocompiace
Sgarbi minaccia
il “Fatto”
nelle sue ospitate televisive finora confinate alla
nicchia dell’Infedele dove anestetizza il pubblico con
astruse dissertazioni storico-politologiche. Avevo però
per la notizia del deciso di non usare questo argomento polemico per
due motivi. 1) L’Italia è piena di geni senza laurea e di
maxicontratto Rai coglioni con due o tre lauree. 2) È una grande
Ma conferma tutto: conquista della democrazia che accedano alle
massime cariche dello Stato persone di ogni ceto e
un milione per censo, incluso chi non ha potuto completare gli studi.
5 puntate Tecce pag. 2 z Purtroppo però l’on. Giorgio Clelio se l’è cercata. Per
il suo esordio nell’empireo della tv dei grandi numeri,
si era messo tutto in ghingheri. Abito di sartoria
di Eduardo Di Blasi
vagamente metallizzato; scarpa lucidissima; toupet di
saggina e licheni che, nonostante la tintura fresca a
Pto, erstati,
sapere quanto sono co-
nel 2010, i voli di Sta-
bisogna andarsi a cercare
metà fra il mogano e il tramonto sul Bosforo, faceva
scalino col colorito della chioma originale superstite;
iPad ultimo modello da cui fingeva di attingere
la risposta che il ministro Elio
Vito diede all’interrogazione informazioni a getto continuo; sorriso d’ordinanza
rimasto intatto dalla fresca visita a Palazzo Grazioli,
presentata dalla deputata Ra-
dove aveva ricevuto il training presidenziale, il sacro
dicale Elisabetta Zamparutti viatico del capo e, a titolo di incoraggiamento, uno
nel marzo 2010. pag. 3 z stock di cravatte Marinella. Poco prima del calcio
d’inizio, un giro di campo per stringere la mano agli
altri ospiti, visibilmente entusiasta di essere stato
invitato e, soprattutto, di essere Stracquadanio. Poi,
MIGRANTI x Schiaffi all’Italia, Napolitano si appella alla Ue appena avuta la parola, non l’ha più mollata. Era dai
tempi di Elio Vito, l’altro misirizzi ex-radicale che
L’Europa ci abbandona
mitragliava “comunista-comunista-comunista” contro
chiunque si permettesse di parlare prima o dopo di
lui, che non si vedeva in tv un guastatore tanto
molesto. Raggiunto finalmente, all’età di 52 anni, il
“I tunisini ve li tenete voi”
suo attimo di celebrità, ha deciso di sfruttarlo fino in
fondo per poi tornare dal capo e riceverne stavolta, in
segno di gratitudine, una farfallina dorata o una Mini
Cooper al posto delle consuete cravatte. Così ha
iniziato a incrementare l’inquinamento acustico e
Maroni non visivo, per giunta in fascia protetta, facendo la punta a
qualunque cosa si dicesse in studio. “Bindi, non può
convince il collega dire queste cose”, “Santoro, sia preciso”, “La
francese: “Senza Costituzione è una cosa seria, bisogna conoscerla”, “È
falso che Ruby sia stata fermata per furto” e altre
documenti e soldi baggianate. Il top l’ha toccato quando, fra una
non li vogliamo” prolusione sulla storia del comunismo e una sugli anni
Ci molla anche di piombo, tutti temi di bruciante attualità, ha dato
lezioni di giornalismo a Santoro e Valentini, di
la Germania pag. 4-5 z procedura penale a Boccassini e Bruti Liberati, di
Immigrati portati in salvo ieri dalla Marina maltese (FOTO ANSA) diritto costituzionale a Rosy Bindi (già assistente del
giurista Vittorio Bachelet). A quel punto era proprio
obbligatorio sapere da quale cattedra eserciti le sue
Udi Flavia Perina nmalitalia libere docenze. E dall’alto di quale titolo di studio.
Cepu? Laurea per corrispondenza? Scuola Radio
STURMTRUPPEN Rivolte e suicidi Elettra? Master coi punti della Miralanza? Erano,
AL SECOLO nelle carceri queste, le sole domande in grado di azzittirlo: avrebbe
dovuto rispondere come Mourinho “zero tituli” e non
D’ITALIA che scoppiano gli pareva il caso. Così taceva, arrossiva, divagava. E, se
D’Onghia pag. 9z uno non riusciva a trattenere le risa, intimava “Lei non
aro direttore, le scrivo per-
C ché le performance dei Ga-
rida”. Ho risposto: “Smetterò di ridere quando lei
smetterà di farmi ridere”. “Ma io quando parla lei non
leazzo Musolesi della ex An
credo meritino una pubblica CATTIVERIE rido”. “Si vede che io non faccio ridere”. Al termine,
dopo aver disgustato milioni di telespettatori, s’è
riflessione sulla evoluzione Dopo aver salvato il governo molto beato della performance auspicando
della cultura politica della de- Berlusconi la Siliquini si dall’imbarazzata redazione di Annozero nuovi e copiosi
guadagna una poltrona alle
stra italiana (quella rimasta fe- Poste. A volte le raccomandate inviti: “Sono andato bene, mi pare: abbiamo volato
dele al Cavaliere). pag. 18 z arrivano (Elena Grassi www.luttazzi.it) alto”. Come no: Icaro e Pindaro gli fanno una pippa.
pagina 2
L
Il critico e la lettera
Sgarbi, quale conduttore, la somma di 1 milione e cioè
di smentita che conferma 200 mila euro a puntata. Infatti, per le 5 serate in
programmazione dal prossimo mese di maggio a Sgarbi –
non solo quale conduttore ma anche quale autore del
la notizia del “Fatto” programma – verrà pagata la somma di 100 mila a
Sgarbi, La Russa e Calderoli
privilegi con furore
UNO ESIBISCE IL MEGACONTRATTO RAI, L’ALTRO DIFENDE
LA TRASFERTA PER L’INTER E L’ULTIMO FA LA SFINGE
di Carlo Tecce presidente della Provincia,
Gianna Gancia – con un Airbus
a casta nuda ha reazioni di- dell'aeronautica militare.
L
verse e scomposte. Vitto-
rio Sgarbi replica con una ABITUATO a interventi flu-
minaccia di querela e una viali in televisione, Sgarbi affida
smentita che conferma le noti- al suo avvocato maceratese,
zie rivelate dal Fatto Quotidiano: Giampaolo Cicconi, il compito
contratto di un milione di euro di scrivere al Fatto. Il sindaco di
in esclusiva con la Rai per un Salemi poteva chiudere la lette-
programma di 5 puntate ancora ra (vedi sopra) al punto 3: “In ogni
senza nome né temi. Il ministro caso, la Rai – per l'esclusiva –
Ignazio La Russa, in volo di Sta- verserà effettivamente a Sgarbi
to per una partita dell'Inter, re- la somma di euro un milione al
plica con diplomazia al Fatto e lordo delle ritenute di legge, ma
all’interrogazione parlamenta- solo dopo che Sgarbi avrà par-
re firmata Idv: “Risponderò”. E tecipato, sia alle 5 trasmissioni
il collega Roberto Calderoli è in questione e sia, ad altre, con
muto sulla visita a Cuneo – la diverse ospitate fino al 31 di-
città della compagna nonché cembre 2011”. Mai il Fatto ha
SALVATAGGI Masi
liberato dalla Santanchè
Svicoono le quattro del pomeriggio. Un caldo estivo.
Roma, giovedì scorso. Mauro Masi imbocca il ci-
115 di piazza Montecitorio. Lì c’è l’ufficio di
Daniela Santanchè, sottosegretaria al Programma
di governo. Il direttore generale della Rai ha già
incontrato Denis Verdini, non più baffuto come
lui, ma di fatto promosso da Marcello Dell’Utri a
“coordinatore unico del Pdl”, perché Bondi e La
Russa non si fanno vedere mai al partito. Dal set-
timo piano di Viale Mazzini, riferiscono che si tratta
di “normali colloqui nell’ambito delle relazioni isti-
tuzionali”. Ma ormai non è un mistero per nessuno
che Masi è da mesi sotto il tiro incrociato del fuoco
amico (il forzista Verro del cda e la vicedg Lei).
Masi va dalla Santanchè e prende l’ascensore. De-
stinazione quarto piano. L’ascensore parte. Masi è
accompagnato da un uomo della sua scorta. Quar-
to piano. Arrivati. Poi, la brutta sorpresa. Le porte
non si aprono (come ha anticipato giovedì Dago-
spia). Il dg soffre di claustrofobia e ha paura. Inizia a
sudare. Grida aiuto. Prende a pugni le porte mo-
derne di metallo che non si aprono. La sottosegre-
taria sente urlare e si precipita sul pianerottolo.
Vengono chiamati i vigili del fuoco. Accorrono an-
che i carabinieri. Nel trambusto generale, i pom-
pieri riescono a fare un piccolo passaggio laterale.
Passano un martello e un po’ d’acqua. Masi inizia a
martellare con violenza, invano. Sotto l’edificio ar-
riva un’ambulanza, da cui viene scaricata una ba-
rella per il soccorso immediato. Sembra di stare su
“Scherzi a parte”. Ma non è uno scherzo. Il tempo
passa e Masi peggiora. Alle quattro e mezza è an-
cora dentro, imprigionato nella cabina di quel ma-
ledetto ascensore. I vigili continuano a lavorare
per sfondare le porte, che resistono alle martellate,
dall’interno e dall’esterno. Masi non smette quasi
mai di urlare. Vengono allertati gli infermieri con la
barella. Alle sedici e quarantacinque, l’incubo fi-
nisce. I pompieri salvano Masi, che esce seminudo
dall’ascensore, senza
giacca e camicia, visi-
bilmente provato.
Claustrofobia. Saluta
la Santanchè. Poi ritor-
na alla Rai. Da Palazzo
Grazioli a Viale Mazzi-
ni rimbalza una battu-
ta cinica e crudele:
“Abbiamo perso
un’occasione per farlo
fuori”.
fd’e
a lettera dell’avvocato di Sgarbi: 1) Non
corrisponde al vero che per il programma,
suddiviso in cinque puntate, la Rai verserà a
pensato che il milione di euro
fosse una donazione, ci man-
cherebbe. Poi l’avvocato preci-
sa che per otto anni il suo assi-
stito è stato ospite a titolo gra-
tuito nel servizio pubblico e, te-
merario, paragona le apparizio-
ni di Sgarbi al monologo di Ro-
berto Benigni a Vieni via con me,
un evento costato zero euro al-
l'abbonato Rai all’interno di un
programma dal 30% di share.
Con furbizia sorvolano sul capi-
tale che viale Mazzini investirà
per consegnare una prima sera-
ta di lusso al critico d’arte, cita-
no ancora Vieni via con me - “500
mila euro come loro”.
Però dimenticano che 500 mila
euro, anzi 470 mila per la pre-
cisione, è la spesa per l'appalto
esterno a Bibì Ballandi, più 630
mila euro per la rete e 300 mila
per la produzione. Totale: 1,4
milioni di euro a puntata, 7 mi-
lioni per la serie, e dunque 8 con
il compenso di Sgarbi che – ar-
ringa l’avvocato – farà sessanta
comparsate da qui a dicembre
sui canali Rai. Auguri.
PERSO il totale controllo sui
numeri, l’avvocato contesta al-
Fatto una frase mai scritta: “Fare i
conti in tasca a Sgarbi è molto
più divertente”. A pensarci be-
ne. E addirittura provano a ne-
gare un dato di fatto: “Secondo il
giornalista, Annozero ha succes-
so e i collaboratori si esibiscono
gratis”. Più che esibirsi, Vauro e
Marco Travaglio lavorano gratis
nel programma d’informazione
più seguito del servizio pubbli-
co.
La Russa è un uomo di fede, e
non può negare la passione ne-
razzurra che, martedì 5 aprile,
l’ha spinto a un mordi e fuggi a
Milano a carico del contribuen-
I BLITZ DELLA GUARDIA DI FINANZA
GIORNALI, STRETTA SUI FURBETTI DEI CONTRIBUTI DOPPI
di Beatrice Borromeo
desso qualche milione di eu-
AStato,
ro tornerà nelle casse dello
o almeno l’emorragia an-
nuale di soldi pubblici frenerà
un po’, dato che gli editori - al-
meno quelli più spudorati - do-
vranno restituire i contributi
del governo alla stampa che
non avevano il diritto di riceve-
re. E rischiano anche di dover
pagare multe salate commina-
te dal Garante per le Comuni-
cazioni.
La stretta sui furbetti dell’edito-
ria, fortemente incoraggiata
dall’Agcom, sta portando ad
accertamenti sistematici delle
violazioni e non solo a singole
sanzioni che servano da spot
contro gli sprechi (o a controlli
formali che difficilmente por-
tavano risultati). Non solo i casi
SPRECOPOLI
puntata, e cioè in tutto 500 mila euro al lordo delle
ritenute di legge. 2) Ne discende la falsità di tale articolo
che, anziché riferire quanto poi è stato consacrato in un
contratto - peraltro ancora non firmato - ha raddoppiato
il compenso realmente riconosciuto dalla Rai, senza
sottolineare, altresì, la doppia qualifica rivestita dallo
stesso Sgarbi (conduttore ed autore). 3) La Rai - per
l’esclusiva - verserà effettivamente a Sgarbi la somma di 1
te: partenza alle 18.30 da Roma
con un aereo P180 dell’arma
dei Carabinieri, ritorno da Ro-
ma alle 23 con un aereo del-
l’aeronautica militare, identi-
ficativo MM 62210. L’Italia dei
valori chiede spiegazioni in Par-
lamento: “È inaccettabile che
un ministro della Repubblica
utilizzi un aereo di Stato, pagato
dai soldi dei cittadini, per fini
meramente personali. È un’offe-
sa a tante famiglie che non arri-
vano a fine mese”.
Il ministro non si scompone, e
si giustifica: “Capisco che ogni
cosa io faccia sia sotto i riflet-
tori, ma state tranquilli che i
miei comportamenti da questo
punto di vista sono irreprensi-
bili – ha detto La Russa – l’in-
terrogazione avrà la risposta
che merita anche perché basta
verificare: il giorno della parti-
ta io tornavo dall’Afghanistan
con voli programmati da tem-
po Roma-Milano. Inoltre, per
qualunque movimento io fac-
cia a prescindere da questo ca-
so, motivi di sicurezza mi im-
pongono anche contro la mia
volontà di non usare voli di li-
nea”. Giornata piuttosto dura
per il ministro: mattina in Af-
Interrogazione
dell’Idv:
“Comportamento
inaccettabile,
il ministro
della Difesa
spieghi”
più noti come Libero e il Riformi-
sta, ma controlli a tappeto su
tutta la stampa: per esempio su
quella cattolica. Nel mirino di
Palazzo Chigi ci sono perfino i
piccoli giornali dei parroci.
Il nuovo regolamento dell’edi-
toria prevede che, dal prossi-
Diversi editori
nel mirino per
aver preso soldi
senza averne
diritto: i casi
di Bocchino
e Angelucci
milione al lordo delle ritenute di legge, ma solo dopo che
Sgarbi avrà partecipato, sia alle 5 trasmissioni in
questione, e sia ad altre, con diverse ospitate in altri
programmi e tutto ciò fino al 31 dicembre 2011. 4)
Inoltre, in merito alle osservazioni contenute nel prefatto
articolo relative al fatto che l’artista Benigni si sia esibito
gratis alle trasmissioni Vieni Via Con Me (trasmissione
costata 500 mila euro come del resto quella di Sgarbi), mi
I protagonisti
Il sindaco di Salemi e i due
ministri. A destra l’illustrazione
di Emanuele Fucecchi
ghanistan, pomeriggio a Mon- sidente della Provincia, per poi
tecitorio e serata a S. Siro. rientrare a Roma nel giro di tre
ore. Il caso l'ha sollevato il Movi-
MA IL LEGHISTA Calderoli, il mento 5 stelle con un esposto in
ministro che taglia le leggi, da me- Procura, il Pd con un'interrogazio-
si tace sul perché il 19 gennaio ne in Commissione affari costitu-
mattina atterrò all'aeroporto di zionali e il Fatto con un articolo. E
Cuneo con un volo di Stato. Pro- per Calderoli, ministro per la Sem-
prio nella città dove vive la sua plificazione, sarà uno scherzo ri-
compagna Gianna Gancia, pre- spondere a uno dei tre. A scelta.
BIAGI&SANTORO
Vespa e la botta
di gelosia
A far sbroccare Vespa mercoledì non è
stato solo il faccione di Santoro che
scorreva nello schermo del suo programma sui
150 anni dell’Unità d’Italia. Ma anche quello di
Enzo Biagi, apparso un secondo prima: si par-
lava dei grandi personaggi Rai, e Vespa non ha
gradito la loro inclusione. Poi gli ascolti flop del-
la trasmissione co-condotta con Pippo Baudo. La
crisi di gelosia di Vespa si svela in diretta: se ne va
mandando al diavolo i suoi autori e rischia
pure una multa per abbandono di program-
ma (ieri ha provato a dire che il suo è stato un
“ritorno alle regole: ho concluso perché ave-
vamo sforato”). Intanto Baudo è arrivato
quasi alle mani con l’ombra di Vespa: il ca-
postruttura Claudio Donat Cattin, per aver-
gli dato del mafioso, ha dovuto schivare lo
sputo ben direzionato dal Pippo nazionale.
mo anno, alla Guardia di Finan- schiano di perdere molti milio-
za verranno trasmessi automa- ni: solo nel 2008, per i contri-
ticamente tutti i fascicoli so- buti maturati nel 2007, Libero
spetti e ogni segnalazione non
anonima su possibili irregolari-
ha incassato 7,7 milioni di eu-
ro, mentre al Riformista ne arri-
tà. Queste saranno poi verifica- vano 2,5 milioni ogni anno no-
te, oltre che dall’Agcom, anche nostante venda in media meno
dalla Gdf, che ha poteri di ac- di 2 mila copie in edicola. La To-
certamento maggiori e che an- sinvest, holding di controllo
che nelle ultime settimane ha dell’impero Angelucci, è pro-
ispezionato redazioni e sedi di
società editoriali.
prietaria delle testate di Libero e
il Riformista che poi affitta a una
Gli ultimi furbetti scivolati sui
contributi pubblici sono due
cooperativa editoriale (il Rifor-
mista) e a una società a respon-
onorevoli-editori, Antonio
Angelucci (Pdl) e Italo Boc-
sabilità limitata (Libero). Ma
l’Agcom e Palazzo Chigi hanno
chino (Fli). Entrambi percepi- stabilito che l’editore è sempre
vano, sia pure indirettamente, lo stesso: la famiglia Angelucci.
finanziamenti per due quoti- E adesso ai proprietari della To-
diani ciascuno: peccato che a sinvest vengono a mancare ol-
ogni editore è consentito in- tre 40 milioni di finanziamenti
cassare fondi pubblici per una indebiti ricevuti negli ultimi 5
sola testata. anni. Ne hanno già incassati la
I signori della sanità romana ri- metà, che ora devono restitui-

preme sottolineare che anche il mio cliente dal 1° aprile
2003 al 18 marzo 2011 si è sempre esibito gratis in Rai
non avendo ricevuto dalla rete pubblica, per oltre otto
anni, né compensi né fondi spese. 5) Infine, non è vero
che, spulciando i conti dei programmi Ballarò, Annozero,
Repor t, “Sgarbi caschi male” atteso che ogni puntata del
futuro programma di Sgarbi costerà sempre meno dei
primi” 6) Ne discende, alla luce di quanto sopra esposto
Italo Bocchino (FOTO ANSA)
re. Il resto è stato già messo a
bilancio e poi congelato, ma
ora non arriverà più. Per il fu-
turo comunque il problema è
stato in parte risolto, cedendo
la testata del Riformista a uno de-
gli ideatori del progetto origi-
nario, l’ex senatore del Pci
Emanuele Macaluso, che nei
primi anni di vita del giornale,
nato nel 2002, era il tramite per
i finanziamenti pubblici.
Il caso di Bocchino riguarda i
quotidiani Il Roma (di Napoli,
controllato dalla moglie Ga-
che, quanto contenuto nell’articolo a firma del giornalista
Tecce, oltre a non essere rispettoso del diritto di
cronaca, risulta anche incontinente nelle forme
espressive ed è diretto a colpire il mio assistito solo sul
piano individuale (vedere, per es., la frase “Fare i conti in
tasca a Sgarbi è molto più divertente”), facendolo così
passare come un soggetto che viene profumatamente
pagato con soldi pubblici e che conduce programmi non
Vola la spesa per gli aerei di Stato: il “libera tutti”
briella Buontempo) e l’Umani-
tà, ma l’Agcom sta ancora ac-
certando le violazioni. Intanto
l’erogazione dei finanziamenti
a Il Roma – edito da Edizioni Ri-
formiste – è stata sospesa, e il
quotidiano bocchiniano ri-
schia una multa di 1,5 milioni.
E proprio ieri, secondo quanto
risulta al Fatto, altre due testate
medio-piccole sono finite nella
lista nera dei controllori. Ma
per ora i nomi sono top secret.
I soldi che restano allo Stato, tra
quelli che non dovrà più eroga-
re e quelli che recupererà dai
truffatori, non sono pochi. Il
problema è che ci vorrà del
tempo: per ottenere le somme
dovute serve una sentenza de-
finitiva. Come nel caso del se-
natore Pdl Giuseppe Ciarrapi-
co, editore di Nuova Editoriale
Oggi Srl e Editoriale Ciociaria
Oggi, indagato per truffa allo
Stato sull’editoria: in attesa di
un esito, per precauzione, la
Guardia di Finanza ha seque-
strato 20 milioni di euro di be-
ni.
di successo, quando invece altre trasmissioni (queste sì di
successo secondo il giornalista) come Annozero hanno
collaboratori che si esibiscono gratis. Pertanto, le
inesatte e infondate insinuazioni del dr. Tecce risultano
gravemente lesive dell’onore e della reputazione del mio
patrocinato, il quale, per tali rilievi, si riserva di agire ai
sensi di legge nei confronti di tutti i responsabili, per
diffamazione a mezzo stampa.
AIR CASTA
di Berlusconi costa 36,8 milioni l’anno
di Eduardo Di Blasi
er sapere quanto sono
P costati, nel 2010, i voli
di Stato, bisogna an-
darsi a cercare la rispo-
sta che il ministro dei Rap-
porti con il Parlamento, Elio
Vito, diede all’interrogazio-
ne presentata dalla deputata
radicale Elisabetta Zampa-
rutti nel marzo dell’anno
scorso. All’epoca l’esponen-
te di governo affermò che
erano stati stanziati 36,8 mi-
lioni di euro, andando a
chiarire che si trattava di
“un’anticipazione delle pre-
sunte risorse finanziarie oc-
correnti al settore, che so-
litamente sono definite in
sede di assestamento di bi-
lancio in una fase più avan-
zata della gestione”. Tanto
basta per capire che dal
2009 al 2010, il governo ha
nuovamente riaperto le stra-
de dei cieli ai propri mem-
bri. Da un governo all’altro,
infatti, la bolletta dei voli blu
è passata da 28 milioni spesi
a 36,8 solo “stanziati”.
È questo l’ultimo dato “uf-
ficiale” fornito su una mate-
ria che da sempre l’esecu-
tivo ritiene debba amman-
tarsi di segretezza.
GIÀ LA DICITURA “Uf-
ficio per i voli di Stato, di Go-
verno e umanitari”, che è la
struttura della Presidenza
del Consiglio che si occupa
del trasporto aereo delle isti-
tuzioni mette in capo ad un
unico organismo materie
che non paiono dover essere
conteggiate assieme: i voli
umanitari o di soccorso
(ponti aerei, recupero di sal-
me e varie), e quelli di go-
vernanti e alte cariche dello
Stato.
Dal 2001 la Casta air lines im-
barca ad esempio anche gli
ex presidenti della Repubbli-
ca, che si sommano ai pre-
sidenti di Camera e Senato, al
presidente della Corte Costi-
tuzionale, al premier, ai mi-
nistri e sottosegretari ma so-
lo se sussistano “comprovate
ed inderogabili esigenze di
trasferimento connesse al-
l’efficace esercizio delle fun-
zioni istituzionali”. Ecco, so-
no proprio le “funzioni isti-
tuzionali” a dover fare da di-
scrimine tra il pubblico in-
teresse e il peculato.
NON CHE SI ABBIA pe-
rò memoria di un ministro,
trovato su un volo di Stato
senza averne un valido mo-
tivo istituzionale, che sia poi
stato giudicato colpevole del
peculato. Da Remo Gasperi,
a Francesco Rutelli, da Cle-
mente Mastella e famiglia al
duo Silvio Berlusconi-Maria-
no Apicella, tutti hanno pas-
sato indenne la verifica dei
magistrati. Di legge in legge,
infatti, si trova sempre il ca-
villo giusto. Ad esempio è
SPRECOPOLI
sempre il ministro Elio Vito a villa Certosa e le foto di Zap-
informarci (questa volta in ri- padu all’aeroporto di Olbia
sposta a un’interrogazione con il codazzo di starlette
di Antonio Di Pietro del lu-
glio 2009) che il trasporto di
Stato possa essere disposto
per “ragioni di sicurezza”.
che scendevano dall’aereo
di Stato (è di quel periodo
l’interrogazione di Di Pie-
tro), si è deciso di classificare
l’effettuazione e la conclu-
QUESTA evenienza pare ri-
sulti “particolarmente pre-
gnante nel caso di trasferi-
menti del capo del Governo,
Fatta saltare la
del ministro dell’Interno e
della Giustizia o di altre per-
direttiva Prodi
sonalità, specificatamente
indicate dal Comitato nazio-
che li limitava
nale per l’ordine e la sicurez-
za pubblica”. Insomma, E si trova
l’ombrello già aperto con
l’ultima direttiva Berlusconi sempre il cavillo
del 2008 può ancora essere
allargato sul modello di quel- per giustificare
lo che si fa per le scorte. C’è
di più, perchè, dopo i fatti di l’abuso
LONDRA IS DIFFERENT Le vacanze del premier
Niente sprechi, siamo inglesi
Cameron viaggia low cost
di Caterina Soffici
hiamatela pure demagogia. Eppure ieri David
Cla moglie
Cameron è partito per una breve vacanza con
Samantha a bordo di un EasyJet da Lu-
ton, l’aeroporto più scomodo di Londra, diretto a
Granada, nel sud della Spagna. Due giorni di
break per festeggiare i 40 anni della first lady
britannica, la prima vacanza che la coppia si con-
cede da quando sono approdati a Downing Street
e dalla nascita dell’ultima figlia, la scorsa estate.
Sarà demagogia, certo. Il premier conservatore
che sta spremendo gli inglesi come limoni, che ha
chiesto sacrifici mai visti dai tempi della Thatcher,
che dichiara la sua una missione salvifica per evi-
tare al Regno Unito il baratro del Portogallo e del-
l’Irlanda, non vuole farsi beccare con le mani nel
sacco a sprecare soldi pubblici per i suoi sollazzi.
Non solo non usa voli di Stato per i suoi sposta-
menti personali, ma non usa neppure comode
poltrone di linea in prima classe, quando potreb-
be benissimo permetterselo, dato che sia lui che
la moglie appartengono alla upper class, la classe
ricca e benestante e prima di entrare in politica
avevano lavori ottimamente retribuiti. Samantha
è figlia di Sir Reginald, ottavo
baronetto di Sheffield e per se-
guire il marito al Numero 10
ha lasciato un super impiego
come business executive nella
premiata ditta Smythson di
Bond Street. Lui appartiene al-
l’antico clan scozzese dei Ca-
meron ed è anche discendente
illegittimo (la genia proviene
da una amante di Guglielmo
IV) nella successione al trono
britannico. Suo padre era un
banchiere, il ragazzo ha fre-
Sarà pure
quentato Eton, la scuola priva-
ta più esclusiva d’Inghilterra.
demagogia, ma
Insomma, hanno sempre fatto
una vita dorata e piena di agi,
in tempi di tagli e
con tenute in campagna e va-
canze esotiche comprese. sacrifici è l’unico
Da quando sono arrivati a Do-
wning Street però, il loro teno- modo per non
re si è sensibilmente abbassa-
to. A cominciare dall’abitazio- essere messi
ne, che se pure allargata da
Tony Blair per far posto alla nu- alla berlina. Lì
Sabato 9 aprile 2011
sione dei viaggi come “segre-
ta”.
COSÌ, DOPO il brusco
stop voluto da Prodi a segui-
to dello scoop dell’Espresso
che aveva ripreso Rutelli e
Mastella in procinto di volare
a Monza per il Gran Premio
di Formula Uno, la Berlusco-
ni air lines ha ripreso quota. Si
speri non raggiunga le vette
degli anni passati. La bolletta
aerea segnala infatti: 23 mi-
lioni nel 2002, 41 nel 2003,
52 nel 2004, 65.3 nel 2005,
43 nel 2006, 35 nel 2007, cir-
ca 40 nel 2008 (nei primi me-
si, vigente la direttiva Prodi, i
voli erano stati rarissimi per
poi aumentare dall’estate). E
pensare che i ministri viag-
giano gratis su treni e voli di
linea.
merosa prole, pare sia molto piccola e scomoda.
Per di più, essendo la residenza del primo ministro
patrimonio storico nazionale, gli arredi vecchiotti
e le stanze anguste non si possono toccare né
ammodernare. Tanto che Samantha avrebbe
preferito rimanere con i tre figli nella casa di fa-
miglia a Notting Hill. Ma l’etichetta istituzionale
non le ha permesso tale comodità.
I GIORNALI POPOLARI inglesi sguazza-
no nei dettagli della vacanza del premier e pare
che i Cameron abbiano alloggiato in un “mid-mar-
ket hotel”, ossia un albergo di poche pretese. Non
il cinque stelle superlusso che qualsiasi assessore
nostrano pretende di diritto (con annessa signo-
rina-tangente nel caso di certi appalti che ben co-
nosciamo). Senza parlare degli sciali presidenziali
del nostro primo ministro, che girls e menestrelli li
spediva in Sardegna a spese del contibuente e dei
nostri ministri che si spostano sui voli di Stato an-
che per andare a fare la pipì. E delle ville private
dove il nostro premier riceve i capi di Stato stranieri
e organizza incontri politici, in questo insano mi-
scuglio di pubblico e privato che dà i nauseabondi
risultati sotto gli occhi di tutti.
Certo, il comportamento esem-
plare di Cameron sarà pure
strumentale. Come quello del
laburista Gordon Brown che da
premier si faceva fotografare in
metropolitana e che pochi gior-
ni fa è stato al centro di un pic-
colo scandalo quando si è sapu-
to che la British Airways ha la-
sciato a terra alcuni passeggeri
e fatto sloggiare una donna in-
cinta dalla business class per far
posto a lui e al suo staff di ri-
torno da Abu Dhabi.
Strumentale o no, significa però
che se i politici britannici non si
comportassero così, sarebbero
messi alla berlina. E questa de-
magogia alla fine è preferibile
all’andazzo nostrano, dove l’au-
to blu è una protesi del potere e
se puoi volare a spese dello Sta-
to e non lo fai sei considerato un
povero scemo. Dove i furbi sono
oggetto di invidia e alla berlina ci
finiscono gli onesti.
pagina 4

L
GUERRA DI NERVI

a casa è bruttina, ma lui la renderà
Berlusconi mostra migliore. Tentando di mettere fine a
una telenovela che va avanti da
giorni, Berlusconi ha voluto fare ieri
il contratto d’acquisto l’ennesimo colpo di teatro. Alla delegazione in
visita a Palazzo Grazioli di rappresentanti di un
partito microscopico denominato “Dc-Psi”,
della casa di Lampedusa che fa parte della maggioranza, il premier ha
mostrato il contratto d’acquisto della casa di
Lampedusa. Berlusconi. E, raccontano i
presenti, avrebbe detto che la casa è bruttina,
ma lui ha intenzione di sistemarla. Non solo:
siccome ci tiene all’estetica dell’isola, che
dovrà diventare una nuova Portofino, avrebbe
detto che una delle ipotesi percorribili
sarebbe quella di espropriare le baracche che
ci sono al porto e, dopo averle ricostruite,
riassegnarle ai legittimi proprietari al prezzo di
costo. A convincere il premier a fare il grande
passo, nonostante la villa sia a pochi metri
dalla pista dell’aeroporto e “sul terreno
demaniale” (versione smentita dal venditore e
dal catasto), era stato giovedì Niccolò
Ghedini.

MERKEL DOPO SARKOZY

TUTTI CONTRO L’ITALIA
I tedeschi: “Violate il Trattato”. Napolitano media
di Davide Vecchi ciato che, per quanto “valido” l’ac- sorpresa anche Gueant, abbandona-
Milano cordo stretto da “Berlusconi e Maroni to nel cortile della prefettura e co-
a Tunisi”, andrà in missione anche lui stretto, insieme alla delegazione
i estende il fronte contro i per- francese al completo, a vagare in cer-

S
messi di soggiorno temporanei
del governo Berlusconi. Dopo
la Francia anche la Germania
adotta la linea dura contro l’inizia-
tiva, definendola “contraria allo spi-
rito di Schengen”. La bocciatura di
Berlino arriva nel giorno dell’incon-
tro a Milano tra i ministri Roberto
Maroni e il francese Claude Gueant
che doveva sancire la pace ritrovata
dopo giorni di tensioni tra i due Pae-
si. Missione riuscita solo in parte.
Gueant ha dato la disponibilità del-
l’Eliseo ad attuare dei pattugliamenti
comuni delle coste nordafricane e
ha accettato di istituire un gruppo di
lavoro comune per arginare l’emer-
genza immigrati e presentare propo-
ste comuni all’Unione Europea, ma
ha anche ribadito le ferme condizio-
ni sugli ingressi in Francia degli im-
migrati con permesso temporaneo
per motivi umanitari.
VIA LIBERA soltanto a chi arriva
alla frontiera in possesso di un “pas-
saporto nazionale valido”, di “ade-
guati fondi economici” e soprattutto
in condizione di poter “motivare lo
scopo e le condizioni del soggiorno”
in Francia. Una rigidissima interpre-
tazione delle limitazioni alla libera
circolazione prevista dal trattato di
Schengen. Gueant ha anche annun-
Embargo padano
“nei prossimi giorni per avere garan-
zie sul concreto impegno del Paese
contro il flusso migratorio”. Maroni si
è detto “soddisfatto” dell’accordo
raggiunto durante l’ora di colloquio,
definendolo “molto positivo”.
IL MINISTRO francese ha mostra-
to ottimismo: “Insieme possiamo far-
cela”, annunciando che lunedì solle-
verà la questione al Consiglio dei mi-
nistri degli Affari interni a Bruxelles.
Riunione a cui guarda con attenzione
anche Giorgio Napolitano che ieri è
tornato a sottolineare la necessità di
decisioni comuni in Europa sui temi
dell’immigrazione. “C’è bisogno di
scelte più coese da molto tempo”, ha
detto il capo dello Stato. “Si è fatto
fatica a rendere efficaci delle regole
comuni in materia sia di immigrazio-
ne sia di asilo”, sottolineando come
sia necessario “realizzare delle poli-
tiche di integrazione”. Integrazione
che al momento è un problema se-
condario per il governo. Ieri Maroni e
Gueant hanno ricucito i rapporti tra
Francia e Italia, aggiornandosi al 26
aprile, quando si terrà il vertice tra
Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi.
Poco prima delle tredici Maroni po-
teva così archiviare la questione fran-
cese e lasciare Milano “soddisfatto”.
Una fuga immediata, al termine della
conferenza stampa, che ha colto di
ca dell’uscita e di un ristorante nei
paraggi.
La soddisfazione di Maroni è durata
appena qualche ora. Nel pomeriggio
da Berlino è arrivata la bocciatura del
governo di Angela Merkel, e lunedì a
Bruxelles dovrà incontrare il mini-
stro dell’Interno tedesco, Hans-Pe-
ter Friedrich, per ten- Emergenza infinita
tare di trovare un ac- Un barcone giunto ieri
cordo. Ma, anche in a Lampedusa. A sinistra, Maroni
questo caso, la posi- e Gueant. A destra, mamma
zione appare di asso- e figlio salvati dalle autorità
luta fermezza contro i maltesi. Nella pagina accanto,
permessi di soggior- i migranti controllati
no temporanei. Il por- dai carabinieri (FOTO ANSA)
tavoce di Friedrich ha Sotto, Stiffoni e Sarkozy
ricordato come la
Germania abbia ac-
colto negli anni “ri-
chieste di asilo sei vol-
Maroni incontra
te superiori rispetto
all’Italia” e ha annun-
il ministro
ciato di aver accolto i francese
rifugiati arrivati a Mal-
ta ma non farà la stessa e lo lascia solo
cosa per quanti sono a
Lampedusa. “Ritenia- dopo l’intesa
mo che la situazione non sia così fuori “palla al piede dell’Italia”, attacca
controllo”. Berlino ha inoltre annun- Enrico Letta mentre il futurista Adol- sui
ciato che rafforzerà i controlli alle fo Urso punta il dito contro il governo
frontiere. La bocciatura della Germa- “incapace di svolgere un ruolo attivo pattugliamenti
nia scatena l’opposizione (dal Pd a Fli e credibile perché imprigionato dai
e Udc) contro la Lega. Il Carroccio è la pregiudizi leghisti”. comuni
Visti da Oltralpe

“Boicottiamo Migranti? No,

Parigi” bunga bunga
di Chiara Paolin di Alessandro Cislin

h guardi, io amo tanto Parigi. Ma ho chie-
“A sto ai miei concittadini di boicottare la
Francia e tutto quello che è francese”. Il se-
natore Piergiorgio Stiffoni, leghista duro e
puro con ampio controllo sull’entroterra tre-
vigiano, conferma la vox populi padana: sono
stronzi questi galletti. L’opinione è espressa
con una certa chiarezza nei media preferiti
dai simpatizzanti verdi: Radio Padania e pagi-
na Facebook del partito. Dove un certo Spyder-
man Tre scrive: “La Francia fa bene nei respin-
gimenti dei clandestini alle frontiere. Siamo
sempre noi i coglioni che accolgono queste
merde! Da leghista sono un po’ deluso da Ma-
roni! Buttiamoli in mare!”.
LÌ AL NORD, insomma, i francesi comin-
ciano a stare molto antipatici, forse perché
sono diventati più leghisti dei leghisti. “In-
nanzitutto diciamo che Maroni non poteva fa-
re più di così – difende l’amico Stiffoni –. E poi
è chiaro quel che sta succedendo: Sarkozy ha
un problemino di nome Le Pen. Per questo ha
messo il filtro alle frontiere, per non farsi ru-
bare tutto l’elettorato di destra. Ma non può
fare i comodi suoi a spese nostre, troppo co-
modo ciò!”.
Bene. Ma i migranti, nel frattempo, dove li
mettiamo? Il senatore non ha dubbi: ovunque
tranne al Nord. “Le tendopoli stanno meglio
in Sicilia perché il clima è più consono e più
simile a quello dei maghrebini che arrivano –
ha detto Stiffoni qualche giorno fa –. Non vor-
rei mai che l’Unhcr si mettesse di traverso se
facessimo delle tendopoli da noi per il clima.
Perché magari, poverini, prendono freddo al
pancino”.
IN PADANIA, quindi, meglio non acco-
gliere i maghrebini e cercare di capire se le
invasioni africane diventeranno un semplice
passaggio a est verso i lidi francofoni. “Rober-
to ha trovato un accordo col suo collega fran-
cese – riprende Stiffoni –, speriamo possa fun-
zionare davvero. Ma non mi fido tanto, dob-
biamo tenere gli occhi aperti. La questione è
troppo importante”. Soprattutto perché tra
due mesi si va alle urne, e la base leghista non
è entusiasta dell’operato governativo sulla Li-
bia. Molti dicono che alle elezioni il Pdl andrà
male, e che la Lega stia temporeggiando per
sfilarsi al momento giusto: incassato il favore
nordista sbraitando contro i migranti, il fedele
alleato forse cambierà marcia? “Facciamo due
conti. Adesso valiamo circa l’8 per cento della
coalizione. Ma al prossimo giro conteremo
parecchio di più: io dico che il 12 per cento è
alla nostra portata. E pensi se riuscissimo a
beccare il 51 per cento anche in una sola Re-
gione, allora sì che cambierebbero davvero le
cose. Altro che Francia o non Francia”.
a stampa francese guarda con sufficien-
L za alla disputa aperta con l’Italia sui mi-
granti dal Nordafrica. Il bras de fer circa i
transiti e l’applicazione del Trattato di
Schengen suscita un interesse irrisorio, spe-
cie se paragonato allo sconcerto per il bunga
bunga o per le acrobazie della maggioranza
nostrana a tutela del premier. Prevale la con-
sapevolezza che l’obiettivo di entrambi i go-
verni è in questo caso lo stesso, ovvero l’ar-
gine da alzare verso gli stranieri, benché non
manchi la sottolineatura dell’intervento di
Berlino che dà ragione all’Eliseo. “Berlusconi
provoca la Francia”, sintetizza France Soir sui
permessi varati da Palazzo Chigi, aggiungen-
do l’indiscrezione di “comportamenti poco
amichevoli da parte del vicino”. Ma l’atten-
zione transalpina è rivolta all’interno, centra-
ta proprio sul timore che la politica nazionale
possa ridursi a replica del populismo d’Ol-
tralpe.
“GUÉANT fa fagotto a destra”, titola Libé-
ration, rimarcandone l’ambizione di strappare
voti al Front National in vista delle presiden-
ziali del 2012. E infatti lo stesso ministro del-
l’Interno, in un’intervista al Figaro, rilancia
obiettivi roboanti in materia di riduzione del-
l’immigrazione legale e di incremento nelle
espulsioni, fissando la cifra di almeno 28 mila
extracomunitari da cacciare entro l’anno, e
spalleggiando un disegno di legge che aumen-
terebbe i tempi della loro detenzione ammi-
nistrativa. Un “atteggiamento indegno”, pro-
testa l’opposizione socialista che, in linea con
le organizzazioni umanitarie parigine, accusa
simultaneamente Berlusconi e Sarkozy di “cal-
pestare i valori dell’Europa” con i respingi-
menti, e parla di “migranti trattati come merce
indesiderata”.
DEL RESTO, se l’opinione pubblica france-
se è largamente solidale con le imprese bel-
liche dell’Eliseo in Libia e in Costa d’Avorio,
sull’immigrazione le posizioni sono ben più
complesse e, soprattutto, estranee alla reto-
rica dell’emergenza, con l’eccezione natural-
mente dei simpatizzanti dell’estrema destra. Il
moderato Le Parisien, ad esempio, documenta
la “stabilità dei flussi migratori”, mentre gli in-
crementi coinvolgono soprattutto gli studen-
ti, “che in larga parte tendono poi a rimpa-
triare”, nota ancora il quotidiano. E sebbene
in Francia le cifre sugli immigrati e i profughi
siano ben superiori quelle dell’Italia, i propo-
siti restrittivi esternati dal ministro dell’Inter-
no suscitano dissenso perfino nel centrode-
stra. “Avremo sempre più bisogno di mano-
dopera qualificata – obietta tra gli altri la re-
sponsabile dell’Economia Lagarde – e l’immi-
grazione legale va protetta e salvaguardata”.
 Sabato 9 aprile 2011

S
GUERRA DI NERVI

arebbero 1700 le persone fuggite dalla
Tendopoli di Manduria, tendopoli di Manduria. A denunciarlo
la delegazione del Pd, composta da
Emanuele Fiano, Giusi Servodio, Teresa
la denuncia del Pd: Bellanova, Paola Concia e Ludovico Vico, che
ieri mattina ha visitato la struttura nel tarantino.
“La tendopoli – ha sottolineato Fiano – è in una
fuggite 1700 persone situazione di relativa calma, tuttavia bisogna
ricordare che, nei giorni scorsi, da questa
struttura sono scappate circa 1700 persone,
delle quali si sono perse completamente le
tracce”. “Il Pd – puntualizza Fiano – rimane
comunque contrario alle tendopoli perché la
condizione ottimale di accoglienza dei migranti
sbarcati a Lampedusa è quella di una
distribuzione su tutto il territorio nazionale, in
tante localizzazioni con numeri piccoli di ospiti,
come per esempio sin sta facendo in Toscana. In
tutti i casi la situazione cambierà quando avverrà
l’inizio della distribuzione dei permessi di
soggiorno temporanei. Immaginiamo che questa
tendopoli, come le altre, subirà uno
svuotamento di migranti che, in possesso del
permesso, circoleranno liberamente in Italia”.

IL NEMICO MALTESE
La Capitaneria italiana respinge un barcone
“salvato” da La Valletta: altra crisi diplomatica
di Michele Di Gennaro struzione dell’episodio da parte del
Palermo governo maltese il barcone con 171
tunisi era in difficoltà ed è stato su-
nche quando il mare è calmo i bito soccorso da una motovedetta

A migranti rischiano comunque

di perdere la vita nei flutti del
Canale di Sicilia a causa di sca-
fisti spietati, che non si fanno scru-
poli a gettarli in acqua non appena la
situazione volge al peggio. Come è
avvenuto ieri al largo dell’isola di
Pantelleria: quando il barcone con
una quarantina di persone a bordo è
stato intercettato dagli uomini della
Capitaneria di porto, gli scafisti han-
no costretto i tunisini a tuffarsi in
mare e hanno invertito la rotta. I mi-
granti sono stati tutti tratti in salvo,
mentre due motovedette della Guar-
dia costiera e dei carabinieri sono
partite all’inseguimento del barco-
ne, che è stato poi bloccato a due
miglia dalla costa. I tre scafisti sono
stati arrestati.
Intanto, dopo due giorni di sosta a
causa delle proibitive condizioni del
mare, sono ripresi gli sbarchi a Lam-
pedusa. Nel tardo pomeriggio di ieri
è arrivato il primo barcone con 49
migranti a bordo, e subito dietro un
altro ancora con circa 200 persone.
Nella mattina, invece, il respingi-
mento di un’altra carretta del mare
ha rischiato di portare allo scontro
diplomatico con Malta. Il ministro
dell’interno dell’isola, Carm Misfud
Bonnici, ha definito “irresponsabili”
le autorità italiane. Secondo la rico-
maltese che ha iniziato a scortarlo
verso Lampedusa. Ma secondo il mi-
nistro la Capitaneria di porto italia-
na ha negato il permesso per lo sbar-
co sull’isola, che distava circa 13 mi-
glia dal punto d’intervento. Molto
più vicina rispetto a Malta, ha sot-
tolineato Bonnici.
EPPURE con la partenza nella not-
te di giovedì della nave Flaminia,
Lampedusa si era quasi del tutto
svuotata: dopo settimane, infatti, ieri
nel centro di accoglienza dell’isola si
contavano solamente una settantina
di migranti. Che però, adesso, temo-
no il rimpatrio come il peggiore de-
gli incubi. Tanto che giovedì sera,
quando davanti alla televisione han-
no ascoltato il ministro dell’Interno sino i rimpatri riguardano i migranti naufragio avvenuto martedì notte,
Roberto Maroni, ospite di Bruno Ve- arrivati prima del 25 gennaio scorso, 39 miglia a sud di Lampedusa. Sa-
spa a Porta a Porta, spiegare la nuova mentre coloro che sono giunti in Ita- rebbero almeno 250 le persone che
politica dei rientri forzati hanno su- lia dopo quella data riceveranno dei ancora mancano all’appello.
bito dato sfogo alla loro rabbia. Di- permessi di soggiorno temporanei. Il “Tale evento conferma la necessità di
sordini sfociati in una violenta pro- governo tunisino ha inoltre sottoli- un cordone di navi – ha preso po-
testa che è stata sedata dall’interven- neato che la procedura di espulsione sizione il Comune di Lampedusa e
to massiccio di poliziotti in tenuta sarà eseguita “evitando deportazioni Linosa con il sindaco Bernardino De
anti sommossa. E proprio giovedì di massa, ma in piccoli gruppi e in Rubeis – che possano accogliere i
notte è decollato dall’aeroporto lam- presenza delle autorità consolari tu- migranti a distanza da Lampedusa.
pedusano un aereo, con una trentina nisine al fine di salvaguardare i diritti Questo ennesimo triste episodio de-
di migranti, diretto a Tunisi: il primo umani dei migranti e la loro digni- ve far ripensare tutta la politica di
rimpatrio dopo la firma dell’accordo tà”. recupero finora incentrata su Lam-
italo-tunisino di martedì scorso. Se- Nel frattempo, restano purtroppo pedusa ma che è invece necessario
condo il ministero dell’Interno tuni- senza esito le ricerche di dispersi del che prescinda da essa”.

ACQUA IN BOCCA SUL LAGO DI COMO

SCHENGEN Libera
circolazione dal 1985 INSULTI ALLA CESTISTA. RAZZISMO? “SOLO MALEDUCAZIONE”
di Elisabetta Reguitti
SUec1985,
hengen è una località del Lussemburgo dove, nel
venne firmato da cinque degli allora 15 Paesi
l’accordo per eliminare progressivamente i control-
Como
Si tratta di ignoranza di al-
cuni a scapito di tutti. Co-
nosco bene questa città nel-
round con una quindicina di
ragazzi scatenati contro la
giocatrice. Reazioni pubbli-
hanno le loro responsabilità
come del resto anche i mez-
zi di comunicazione, ma ri-
li alle frontiere interne europee e per garantire meglio nnega nel lago di Como la quale vivo ormai da 34 fiuto di sostenere che una
la libertà di circolazione delle persone. L’Italia aderì so-
lo nel 1990: il primo nucleo era costituito da Germania,
AAbiola
la vicenda capitata a
Wabara. Vengono ri-
anni. I razzisti poi non sia-
mo certo noi italiani. Basta
che di condanna a tutto
ciò?
Si possono contare sulle dita
parte politica piuttosto che
un’altra abbia una visione
Francia e Benelux. Oggi, l’accordo di Schengen è di- dotte a maleducazione pa- vedere come si sta compor- di una mano: Dino Mene- razzista”. Nessuno vuol sen-
venuto una convenzione ed è parte del Trattato dell’U- role come “negra di merda” tando la Francia in questi ghin (presidente della Fip), tire parlare di discriminazio-
nione. L’area Schengen coinvolge 23 Stati Ue (tutti, e “scimmia”. E a due giorni giorni”. Insomma, mentre il vicesindaco di Sesto San ni. “Nella mia parrocchia ci
tranne la Gran Bretagna e l’Irlanda, che hanno scelto di di distanza dall’accaduto tutta la stampa anche euro- Giovanni Demetrio Morabi- sono alcuni simpatizzanti le-
restarne fuori, e la Bulgaria e la Romania, gli ultimi ar- nessuno ancora ha chiesto pea riportava quanto acca- to e, proprio dalle colonne ghisti che promuovono rac-
rivati che non hanno ancora le carte in regola) e, inoltre, scusa alla giocatrice della duto alla giocatrice di Par- de Il Fatto Quotidiano, il pre- colte da destinare a progetti
Islanda, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein e pure, in for- Geas di Sesto San Giovanni ma, a Como si minimizzava sidente regionale del Coni in favore di comunità stra-
za degli accordi bilaterali con l’Italia e con la Francia, il (e della Nazionale italiana) sugli sputi lanciati durante Pierluigi Marzorati ha di- niere”, assicura don Agosti-
Vaticano, San Marino e Monaco. In tutto, 30 Paesi. nata a Parma da genitori ni- la gara di ritorno dei quarti chiarato di voler invitare la no spostando l’ago della bi-
geriani. Il primo a non voler dei play off del campionato giocatrice nella sede milane- lancia alla solidarietà pro-
LA CONVENZIONE di Schengen definisce le con- sentir parlare di razzismo è di Serie A di mercoledì scor- se. mossa “a casa loro”.
dizioni di applicazione e le garanzie inerenti all’attua- Pietro Vierchowod, ex cal- so vinta dalla Geas (65-75). Como, la città sul lago, a due
zione della libera circolazione delle persone e prevede ciatore e allenatore, oggi passi dalla Svizzera, a sentire INTANTO Marco Mazzo-
l’assenza di controlli alle frontiere interne dell’Unione. commentatore televisivo, SECONDO le cronache al- alcuni non sarebbe troppo leni, presidente della Geas,
Gli Stati, però, mantengono il diritto di compiere con- che proprio in questi giorni cuni sostenitori della Co- ospitale soprattutto negli ul- commenta: “Non vorrei che
trolli sporadici, fino a 20 chilometri di distanza dal con- ha lanciato l’idea di potersi mense, tra loro anche ultrà timi anni. “È solo un detto. su questa vicenda qualcuno
fine, se emergono problemi specifici, ad esempio di si- candidare a sindaco di Co- calcistici infiltrati, hanno ri- Spesso girano chiacchiere preferisse girare la testa dal-
curezza o di ordine pubblico. Quanti ai permessi di sog- mo nelle elezioni del pros- petutamente rivolto vergo- che non hanno alcuna ragio- l’altra parte”.
giorno temporanei, tipo quelli che l’Italia ora riconosce simo anno. “Questo fatto gnosi insulti alla Wabara e ad ne di esistere” commenta Solo in serata poi veniva dif-
agli immigrati tunisini arrivati fino al 6 aprile, essi sono non ha niente a che vedere alcune delle sue compagne. don Agostino Clerici, parro- fuso un comunicato con-
previsti, ma devono essere notificati alle autorità comu- con il razzismo – incalza –. A fine partita poi il secondo co e direttore responsabile giunto firmato da Stefano
nitarie e, inoltre, non comportano che le persone che ne del periodico diocesano Il Pennestrì (presidente della
beneficiano possano passare dall’uno all’altro Paese del- L’ex calciatore Pietro Vierchowood e la cestista Abiola Wabara Settimanale. Il sacerdote dice Comense e della Lega Ba-
l’area Schengen. Per farlo, i beneficiari devono, infatti, di non conoscere nel detta- sket Femminile) e Mazzole-
soddisfare alcune condizioni, oltre ad avere il permesso glio la vicenda di Abiola Wa- ni in cui si auspica che “si-
di soggiorno temporaneo: un passaporto valido; risorse bara, ma esclude possano mili incresciosi episodi non
sufficienti; non costituire minaccia o turbamento per esserci connessioni tra un si ripresenteranno più per la
l’ordine pubblico; e una buona ragione per il loro sog- certo tipo di messaggio po- consolidata genuinità dello
giorno (tutte condizioni riprese nella circolare trasmes- litico (ad esempio il “fuori sport”.
sa, giovedì, ai prefetti dal governo francese). Sia Roma sia dalle balle” del ministro Um- E stasera alle 20:15 a Cini-
Parigi hanno notificato, nelle ultime ore, i rispettivi prov- berto Bossi ai migranti di sello Balsamo, si replica con
vedimenti alle autorità europee. g.g. Lampedusa) e gli insulti lan- la “bella”, la partita decisiva
ciati nel palazzetto dello per l’accesso alle semifina-
sport. “Certamente i politici li.
pagina 6 Sabato 9 aprile 2011

G
SI ODE A DESTRA

li allibratori britannici si sono
Il Daily Star è certo: Ruby scatenati dopo aver appreso
che il Grande Fratello tornerà sui
teleschermi del Regno Unito, ospitato
sarà una concorrente questa volta dal network Channel Five, e
hanno aperto la stagione delle scommesse.
Quali volti noti e meno noti entreranno
del GF britannico nella casa il prossimo agosto? E tra i favoriti,
data 4 a 6, spunta Karima El Mahroug alias
Ruby Rubacuori. A rivelare che Ruby
avrebbe potuto partecipare allo show
d’Oltremanica è stato il tabloid Daily Star –
subito smentito dal Guardian, che
ironicamente ha commentato “dopo lo
scoop possiamo escludere con certezza
questa possibilità”. Quote alla mano, sono
però diversi i Vip del jet-set britannico e
non dati come possibili partecipanti alla
prossima edizione del Big Brother. Charlie
Sheen o Pete Doherty, ad esempio –
entrambi dati tre a uno.
Dalla tv non smentiscono né confermano, ma
gongolano della pubblicità comunque
ottenuta.

GIANNI LETTA
di Fabrizio d’Esposito di pietra” Tremonti. L’ascesa del serie: “Nessuno ha parlato di al-
Divo Giulio della Seconda Re- tri governi”.
a battuta che scappa a un pubblica è simmetrica alla para- Persi uno dopo l’altro, come bi-

L ministro berlusconiano, a
microfoni spenti, è una fo-
tografia velenosa: “Gianni
bola discendente del suo nemi-
co Letta, ispiratore di una “Dit-
ta” che comprende anche la ge-
rilli, gli amici della sua filiera, da
Geronzi a Bisignani, investito
dall’inchiesta napoletana sulla

CADUTA DEL SUO

Letta? Ormai è ancien régime”. stione dei servizi segreti. P4, Letta non è più in grado di
Nell’inner circle del Caimano, arginare Tremonti, in quel gio-
anche per una questione di or- LETTA HA SUBÌTO una se- co eternamente doroteo che ve-
gogliosa difesa, la caduta di Ce- rie di colpi mortali, uno dietro de il Capo saldamente in sella
sare Geronzi non viene intesta- l’altro. “L’inizio della fine”, co- mentre i luogotenenti si com-
ta tout court al presunto decli- me maligna un parlamentare battono tra di loro. A dimostrar-

no del berlusconismo. Una so-
vrapposizione troppo sempli-
cistica. Ed è per questo che ieri
il premier ancora andava dicen-
do di “non saperne nulla”. Pa-
radossalmente, una versione
che coincide con quella di un
protagonista del ribaltone di
Generali, che confida: “Non è
intervenuto nessuno per Ge-
ronzi”. Né Berlusconi. Né so-
prattutto Gianni Letta, il ponte-
fice romano di Palazzo Chigi in-
dicato a capo della filiera di po-
teri forti composta dal lobbista
già piduista Luigi Bisignani, dal
banchiere Geronzi, dal versan-
te Bertone del Vaticano. E se
Berlusconi non è intervenuto
perché davvero forse non ne
sapeva nulla, per Letta non si
può dire la stessa cosa.
IL SOSPETTO che prende for-
ma sulle macerie di questo ter-
ANCIEN RÉGIME
autorevole del Pdl, è rappresen-
tato dalle inchieste sulla cricca
e sulla Protezione civile di Ber-
tolaso (il “bancomat della Ditta”
fuori dal controllo di Tremonti).
Quando lo scandalo deflagrò, il
leader dell’Udc Casini corse le-
Il numero due di Palazzo Chigi perde sto in suo soccorso: “Letta è il
vero obiettivo dell’inchiesta”.
Ecco, oggi il “Gran Visir” o
forza. A favore del temuto Tremonti “Ciambellano” è stato mollato
pure dal suo influente amico
centrista. A favore di chi? Di Tre-
monti, naturalmente. La prova
regina è celata dai “rumori” che
hanno accompagnato una setti-
mana fa le preoccupate consul-
tazioni di Napolitano all’indo-
mani delle risse alla Camera sul
processo breve. In quelle ore,
Casini è stato il vero spin doctor
di un ipotetico governo d’emer-
genza a guida Tremonti. Un fre-
netico attivismo che ha costret-
to il Quirinale a smentire, per la
lo è anche il risultato del risiko
delle nomine Eni, Enel e Fin-
meccanica, vinto dal ministro
dell’Economia. Oggi, l’unico
che può portare allo scoperto le
ambizioni di Tremonti è Berlu-
sconi. Sempre sette giorni fa,
una sortita sul Giornale di Sandro
Bondi, tornato triumviro del
Pdl, non ha lasciato il segno. Ep-
pure il titolo era chiaro: “Tre-
monti scopra le sue carte”.
Da Palazzo Grazioli, assicurano
che la risposta di B. all’offensiva
in corso arriverà. Come fanno
capire queste parole attribuite a
lui: “Hanno fatto una mossa ma
non è stato uno scacco matto.
Fossi in loro non mi sentirei così
vincente”. Anche perché, come
ricordava l’informato Alessan-
dro “Olindo” Sallusti ieri, il ber-
lusconismo va avanti da diciot-
to anni “contro la volontà dei
poteri forti e dei salotti buoni”.

L’addio di Geronzi
e le difficoltà
di Bisignani
e Bertolaso: tutti
considerati vicino
all’ex direttore
del “Tempo”
remoto finanziario è che il sot-
tosegretario di Palazzo Chigi,
che per più di tre lustri ha ap-
plicato la mediazione andreot-
tiana all’assolutismo carismati-
co di B., non sia stato in condi-
zione di difendere il suo amico
Geronzi. Troppo debole. Del re-
sto, al di là dello schema terzo-
polista-montezemoliano in cui
viene inserito il vincitore Diego
Della Valle, l’esito di questa par-
tita fa salire ancora di più le quo-
tazioni di Giulio Tremonti, il mi-
nistro dell’Economia punto di
riferimento del grumo di poteri
opposto a quello romanocentri-
co di Letta. Una guerra che va
avanti nel perimetro della mag-
gioranza da quando è iniziato il
biennio a luci rosse del Caima-
no, da una minorenne (Noemi a
Casoria) all’altra (processo Ru-
by).
Il cambio di passo è visibile ne-
gli attacchi sibillini dei falchi
berlusconiani. Fino a un anno e
mezzo fa, Letta, il “Gran Visir vi-
scidone dei poteri forti” (co-
pyright del leghista di rito tre-
montiano Calderoli), era il sog-
getto di tutti i retropensieri e i
veleni della corte del Cavaliere.
Adesso è Tremonti, come con-
ferma una dichiarazione della
pidiellina Michaela Biancofio-
re, intima del premier, che arri-
vare a prefigurare un contatto
(non solo tattico) tra il Terzo Po-
lo politico-finanziario e il mini-
stro di via XX Settembre: “Le di-
missioni di Geronzi sono una
manovra di alcuni poteri forti
che in questi giorni, non a caso,
si sono manifestati con impro-
Gianni Letta (FOTO LAPRESSE)
babili discese in campo, in ac-
cordo con dei convitati di pie-
tra. Mi pare la chiusura di un cer-
chio che gira attorno a un coa-
cervo di poteri che cerca di co-
stituirsi all’attuale democratica-
mente eletto”.
Insomma, la paura di un nuovo
complotto, dopo la mancata
spallata del 14 dicembre scor-
so, con l’inedita alleanza tra i
due attori principali: Luca Cor-
dero di Montezemolo, che sta-
volta sarebbe tentato seriamen-
te di fare politica, e il “convitato
MINISTRI Gli specialisti
delle finte dimissioni
na regola aurea della politica è che le dimissioni si danno
UCaimano
e basta e non si annunciano. Al contrario, il governo del
vanta una lunga sfilza di finti dimissionari (oltre a
quelli costretti ad andarsene per vari motivi: Bondi, Bran-
cher, Scajola, Urso, Ronchi e Zaia). L’ultimo caso riguarda il
sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, dimessosi
in polemica con il leghista Roberto Maroni alla fine di mar-
zo per la gestione della tendopoli di Manduria. Tutto rien-
trato. Così come sono rimasti sulla loro poltrona, tra lettere
d’addio già vergate e firmate o assertivi ultimatum, Mara
Carfagna, Stefania Prestigiacomo, Raffaele Fitto, Gianfran-
co Rotondi, Renato Brunetta, Giulio Tremonti, finanche
Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Famiglia. Quest’ul-
timo minacciò di andarsene quasi due mesi fa, per i tagli alle
famiglie, salvo però precisare, quasi in maniera comica: “Il
problema delle dimissioni non c’è, non c’è più nulla da cui
dimettersi”. In ogni caso, un paio di giorni dopo, Giova-
nardi incontrò il premier e con tono solenne dichiarò: “Ho
sospeso la minaccia di dimissioni”.
La vicenda più clamorosa resta quella di Mara Carfagna,
ministra per le Pari Opportunità. Nell’autunno del 2010,
assediata dallo stalking del Pdl per la sua amicizia con il
finiano Bocchino, la Carfagna decise di abbandonare go-
verno e partito. Altro colloquio con il paziente Caimano e
minaccia sospesa. Disse B.: “Con Mara è tutto risolto. Ci ho
parlato due ore. Lei ha capito e ha detto che non se ne va”.
La Prestigiacomo, titolare dell’Am-

Il Pdl oggi: duelli, scontri e minacce
L’ODIO PER LA RUSSA E VERDINI, LE MIRE DI MICCICCHÉ, LA VOGLIA DI RISCATTO DI ALEMANNO
di Marco Palombi
rmai l’ufficio di Berlusconi è come quello
Orissoso.
dell’amministratore di un condominio
Tizio entra e si lamenta di Caio, Caio
Gianfranco Micciché: il sottosegretario sici-
liano, per dire, s’è formato il suo sottogrup-
po, Forza del Sud, e si muove ormai come un
soggetto autonomo (“non mi faccio rappre-
sentare dai fascisti”, sbraitava, agitato com’è,
L’ex ministro, che rappresenta
una sessantina di parlamenta-
ri, a Berlusconi ha fatto una ri-
chiesta e una domanda: il po-
sto di coordinatore del partito
biente, invece, paventò l’addio per
ottenere le competenze su energie
e nucleare. Fitto diede le dimissioni,
rientrate ovviamente, per la sconfit-
ta alle regionali in Puglia del 2010.
Rotondi le minacciò per la candida-
tura di un suo fedelissimo in Cam-
pania. Questo governo è una dimis-
sione continua. Finta.
fd’e

arriva e se la prende con Sempronio, Sem-
pronio con un altro ancora e così a non fi-
nire. Il Cavaliere ascolta tutti e a tutti, in-
variabilmente, dà ragione. E poi non fa nulla.
Il fatto è che il Pdl vive ormai uno psico-
dramma senza sosta, una condizione in cui
l’anarchia interna è già guerra per bande.
GIOVEDÌ, per dire, quando il ministro La
Russa s’è alzato dai banchi del governo per
soccorrere il suo amico Massimo Corsaro –
autore di un bizzarro quanto dannoso inter-
vento sul processo breve alla Camera – sono
stati i deputati ex Forza Italia ad insultarlo
urlandogli di rimettersi a sedere. Descrivere
però la guerriglia dentro il partito del pre-
dellino come un problema tra ex azzurri ed
ex missini farebbe torto alla verità. Sempli-
cemente “il partito non esiste”, come dice
giovedì). Micciché punta a un Pdl sotto forma
di federazione di soggetti diversi, più o meno
la stessa idea accarezzata in questi giorni da
Gianni Alemanno: il sindaco di Roma, che in
città non se la passa bene, punta sul “rilancio
identitario” per accaparrarsi l’eredità della fu
fiamma e, insieme ad Altero Matteoli, prova a
riportare a casa almeno Urso e Ronchi (pare
con successo).
Per dire ancora dei colonnelli, La Russa - che
nel PdL è odiato quasi quanto Denis Verdini –
e Gasparri continuano ad amministrare non si
sa per conto di chi il 30% che fu assegnato ad
An al momento della fusione: quando il mi-
nistro della Difesa, però, accusa qualche dif-
ficoltà, minaccia senza problemi di farsi “i
gruppi autonomi”. Alla Fini, per capirci. Nel
complesso arcipelago degli ex Forza Italia,
invece, è tornato a incrociare Claudio Scajola.
(con la delega alla composizio-
ne della liste elettorali) e una
risposta al quesito “ma che ci
facciamo senza Fini con questi di An?”. La sua
minaccia è più circostanziata: alle politiche
porto le mie liste nel Terzo Polo.
L’ATTIVISMO di Scajola – oltre a preoc-
cupare Verdini, che però ha il vantaggio di
continuare ad acquisire con successo depu-
tati – ha fatto arrabbiare anche altri leaderini
berlusconiani: Frattini, Brunetta, Gelmini e
gli altri riuniti nella fondazione “Liberamen-
te” sono in armi contro l’uomo di Albenga,
ma non per questo smettono di attaccare La
Russa per colpire Verdini. È l’allegro banchie-
re toscano, infatti, la chiave di tutto: lui, per
parte sua, si ritiene inamovibile e in questi
giorni si gode le difficoltà di Sandro Bondi e
Paolo Bonaiuti, cui riserva un rotondo di-
sprezzo. Nuota in profondità, invece, l’erede
quasi designato Angelino Alfano, che ultima-
mente, oltre che in tv, è andato pure a Riva del
Garda a sancire in pubblico l’alleanza con
Roberto Formigoni, che gli porta in dote un
po’ di Nord e di associazionismo cattolico.
Qui, peraltro, non si parla delle guerricciole
personali e/o locali, diffusissime, né delle an-
sie degli ex qualcosa come Giovanardi o Ro-
tondi, non di Tremonti che frega Geronzi e
nemmeno della Lega a cui il premier ha ce-
duto il comando per le amministrative ter-
rorizzando i suoi peones nordici: già così,
però, si capisce che quella di Silvio Berlu-
sconi è una vitaccia.
Sabato 9 aprile 2011 pagina 7

L
GOVERNO CABARET

unedì. Forse. Salvo imprevisti. Il
L’avvocato del Capo: tormentone sul Berlusconi in
tribunale sì o no ha avuto ieri un
nuovo aggiornamento attraverso le dichiarazioni
“Lunedì sarà in aula per dell’avvocato Piero Longo. Il legale - a margine
dell’udienza preliminare in cui è imputato il
fratello del premier, Paolo Berlusconi, per la
il caso Mediaset”. Forse vicenda relativa alla pubblicazione della telefonata
tra Piero Fassino e Giovanni Consorte - ha detto
che il presidente del Consiglio - “salvo impegni
istituzionali dell'ultima ora” - sarà in aula appunto
lunedì per il processo sui presunti fondi neri
creati da Mediaset attraverso la compravendita
dei diritti televisivi e cinematografici.
Questo è il quarto procedimento aperto in
questo momento a carico del premier. Gli altri
sono Mediatrade (stralcio del caso Mediaset,
l’accusa è appropriazione indebita e frode fiscale
sempre per presunte irregolarità nella
compravendita di diritti tv), poi quello per
corruzione in atti giudiziari perché avrebbe
“comprato” il silenzio dell’avvocato Mills e
ovviamente il caso Ruby (concussione e
prostituzione minorile).

NON FA NEANCHE PIÙ RIDERE

Il premier propina a dei ragazzi la sue barzellette: silenzio
e imbarazzo in platea. Poi si giustifica: era troppo casta
di Alessandro Ferrucci puntare. Alla fine gli ho detto:
‘Complimenti per la vigorosa
inalmente è calato il gelo. stretta di mano, si vede che lei

F L’unico sorriso strappato

è stato di imbarazzo, mu-
gugni tanti, così come le
facce perplesse. Siamo a Palaz-
zo Chigi, l’occasione ufficiale
è l’incontro con le Giovani Ec-
cellenze del progetto “Cam-
pus Mentis”, ventidue premia-
ti tra gli under 35: Silvio Ber-
lusconi mette in campo il so-
lito one man show, con battute,
accuse, toni confidenziali,
pacche sulle spalle. E barzel-
lette. Chi conduce gli fa da
spalla, quello che serve alla
maggior parte dei “comici”, e
lo invita a recitarne una delle
sue. Accontentato, senza trop-
pa fatica. “Allora, vi racconterò
la più casta...”, rassicura il pre-
mier. Trentacinque secondi
conditi da allusioni, una donna
da sedurre, luoghi comuni,
una sottintesa superiorità no-
strana rispetto a quella germa-
nica, tutto in chiave sessuale.
ha una grande forza interio-
re...’”) e illustra qual è l’elisir del
successo: “Contare solo su se
stessi, come diceva mio padre”.
Ma niente da fare. Show fallito.
Anzi, è riuscito anche a stizzire
un sempre compiacente Fran-
cesco Storace, piccato per una
battuta del Caimano su An, de-
finita “una forza politica anacro-
nistica e statalista”. “Se è vero
che Berlusconi ha attaccato Al-
leanza nazionale ha fatto male,
malissimo. Io sono orgoglioso
di averne fatto parte”, risponde
il leader de La Destra.
E la Germania A sinistra Silvio
prende in giro Papi Berlusconi;
a destra
la vignetta di Altan
AL CONTRARIO, chi sorri-
de, sono proprio i tedeschi,
quelli sbeffeggiati nella storiella
di giornata. Due importanti ra- ALLA BOUVETTE E. N.
dio pubbliche teutoniche, fi-

Birra e coppa
di Champagne
“C’È UN ITALIANO che in-
segna a un tedesco come si con-
quista una bella signora. Gli di-
ce: ‘Fai questo e quest’altro, poi
finalmente prendi la coppa di
champagne, la versi, vabbè non
si può dire, diciamo sul davanti,
e lo suggi da sotto’. Il tedesco ri-
sponde: ‘Pellissimo, possibile
fare con pirra?’”. Alla fine il si-
lenzio, appunto. Celebrato dal
ministro Giorgia Meloni, anche
lei sul palco, con un lapidario “e
per fortuna che era la più casta”
e dal Caimano con una sorta di
giustificazione: “L’ho molto pu-
lita, sarebbe stata più divertente
se fosse uscita nella chiave ori-
ginale”. In platea l’unica reazio-
ne è una lunga serie di gomitate
amichevoli, della serie: ma hai
sentito? Così, un senso al clima
generale lo dà un trentenne ro-
mano. Si gira, guarda l’amico e
gli dice: “È più forte di lui, ero
sicuro l’avrebbe fatto. Ma l’hai
visto il video della settimana
scorsa? Lì è andata anche peg-
gio”. Si riferisce a venerdì primo
aprile e all’incontro tra Berlu-
sconi e gli amministratori locali
del Pdl filmato con il cellulare
da uno dei presenti: in quel ca-
so, il tempo impiegato (quasi
quattro minuti), i termini usati
(culo e affini) e il risultato (risa-
te generali) hanno generato rac-
capriccio per l’atteggiamento
compiaciuto e partecipe dei
presenti. Ieri no. Cosa rara.
E pensare che il presidente del
Consiglio ce la mette tutta per
sedurre i presenti, barzelletta a
parte: consiglia a un ragazzo di
fare una cura contro la calvizie
perché “alla sua età non può sta-
re così”, quindi invita due pre-
miate a una serata Bunga Bunga.
Spiega l’importanza dei compli-
menti (“Bisogna sempre farne,
è fondamentale: una volta a uno
claudicante non sapevo su cosa
nanziate dalle regioni del Ba-
den-Wurttenberg e del Rhei-
nland-Pfalz e consorziate con
l’ARD, la prima rete pubblica in
Germania, hanno mandato in
onda una versione del Waka wa-
ka di Shakira, ma con un testo
dedicato al caso Ruby e a Silvio
Berlusconi. “Qui siamo a Mila-
no, è come essere in Thailandia,
facciamo un grande party, col
Papi del Paese, compro una bel-
la ragazza, per il materasso, il li-
vello è molto basso, paga tutto
Papi, agita agita il flaccido sede-
re”, le parole. Stefania Craxi,
schifata, non ha dubbi: è un at-
tacco politico. Eppure l’dea di
utilizzare il Waka waka, non è
neanche originale: lo sa bene
Serena Dandini, investita dagli
attacchi della maggioranza per
aver mandato in onda, nel suo
programma Parla con me, una
versione scritta e cantata da Elio
MAGISTRATO CENSURATO
CRITICÒ TROPPO BERLUSCONI: IL CSM SANZIONA IL GIUDICE
di Chiara Paolin
i questi tempi dare del ga-
Dgoverno
glioffo a un esponente di
è pericoloso. Ieri
l’organo di autocontrollo
della magistratura, il Csm, ha
stabilito a carico del giudice
Adriano Sansa la sanzione di-
sciplinare della censura per
un “eccesso di critica” al mi-
nistro Alfano.
Attuale presidente del Tribu-
nale dei minori di Genova,
sindaco della città dal 1993
al 1997 col centrosinistra (e
non riconfermato per la
troppa autonomia dimostra-
ta sul campo), Sansa non è un
magistrato qualunque. Negli
anni Settanta tutta Italia lo
conobbe come uno dei ‘pre-
tori d’assalto’, giovani magi-
strati impegnati in inchieste
e le storie tese, dove il ritornello
faceva: “Bunga bunga con Lele,
Bunga bunga con Fede, se non
stai attento vai in galera per col-
pa... dell’Africa”.
Comunque gli attacchi reali o
presunti, in chiave estera, non si
limitano all’area tedesca. È di ie-
ri l’anticipazione dell’Economist
che definisce l’Italia il “Tacco
d’Achille dell’euro”, con para-
goni preoccupati e preoccu-
panti con Grecia e Portogallo.
Questa non è una barzelletta.
assai scomode. Come lo
scandalo petroli, una sorta di
Mani Pulite ante litteram.
Proprio quel passato di in-
tenso impegno portò Sansa a
lanciare l’allarme alla riunio-
ne dell’Anm genovese del
Adriano
Sansa nel
denunciare
una riforma
della giustizia
usò il termine
“gaglioffi”
Si è piccato
addirittura
Francesco
Storace, per
una battuta
su Alleanza
Nazionale
2008. Il governo Berlusconi,
appena insediato, annunciò
corpose modifiche al siste-
ma della giustizia, quelle
stesse per cui ancor oggi il
Parlamento è in fibrillazione.
“Occorre una resistenza del-
la cultura e della coscienza al
disegno di assoggettare la
legge a un gruppo di potere,
a un primo ministro piduista
circondato da persone che
servono lui e non lo Stato” di-
ceva Sansa nel 2008. Aggiun-
gendo: “Questo governo è
indegno di affrontare il tema
della giustizia, con un Guar-
dasigilli il cui unico merito è
di essere un fedelissimo di
Berlusconi. Dobbiamo pen-
sare a preparare l'altra rifor-
ma. Quella che, andati via
certi gaglioffi, ripristinerà la
giustizia”.
Scilipoti, anzi
Pippo Franco
I l piccolo manuale di antropologia che
ogni giorno si compone alla Bouvette di
Montecitorio ieri si è arricchito del capitolo Do-
menico Scilipoti-Pippo Franco. La coppia è stata
avvistata mentre confabulava addentando pezzi
di frutta. Che ci fa il comico accanto al “respon-
sabile”? Mica ne diverrà portavoce? Pericolo
scampato. Dialogo puramente professionale:
Scilipoti – medico agopuntore – ha invitato il
protagonista di “Quel gran pezzo dell’Ubal-
da” come relatore al convegno “La medicina
della natura”. Dunque la politica non c’en-
tra? “No, quella è un problema suo” si scher-
misce il comico. E l’onorevole taglia corto
con i cronisti: “Ora gli facciamo vedere qual-
cosa... ”. “Vediamo la Camera, ora vediamo
anche il gabinetto... ” l’irresistibile risposta
dell’ospite. Il Bagaglino è qui. Lo sapevamo,
adesso ce lo ricordano pure.
Secondo il Csm la critica di menta ancora il giudice -. In
Sansa rappresenta "una vio- entrambe le ipotesi si assiste
lazione dei doveri generali di a un’erosione pesante dei
misura e di rispetto dei diritti
individuali delle persone”.
nostri diritti, e pure dei do-
veri. Denunciare storture e
Lui non è d’accordo: “Pren- pericoli per la democrazia
do atto della decisione, ma non può diventare facoltati-
sono sempre più preoccupa- vo”.
to. I magistrati non possono Tecnicamente Sansa potreb-
più esprimere pubblicamen-
te le proprie opinioni se non
be fare appello contro la de-
cisione, ma ora gli sta a cuore
si attengono a un livello di
estrema cautela. Il che non è
altro. “Ho la responsabilità
del Tribunale dei minori, sa-
un problema per me, che fac- rei disposto a dare le dimis-
cio questo mestiere da 43 an- sioni se questa sanzione do-
ni, ma per i giovani”. vesse complicare l’attività”.
Forse sulla decisione del O forse Sansa, che già in pas-
Csm ha pesato il clima infuo- sato è finito sotto giudizio
cato di questi giorni, o può del Csm (senza sanzioni), si
esserci stato un vero cambia- farà forza ricordando la soli-
mento nell’autopercezione darietà di un supporter un
dei magistrati? “Un insieme po’ speciale: Sandro Pertini.
di spinte diverse ha portato Altri tempi, altri uomini del-
nella stessa direzione - com- lo Stato.
pagina 8
Il Pd alla Notte bianca per la democrazia
Basta leggi ad personam e tagli alla scuola
di Paola Zanca
la Notte bianca della
È
scuola e della demo-
crazia. A Milano con
Dario Franceschini, a
Torino con Piero Fassino, a
Bologna con Pier Luigi Ber-
sani, a Napoli con Rosy Bin-
di, a Roma con Anna Finoc-
chiaro, il Pd è rimasto sve-
glio per ricordare che la le-
galità si impara. Inno nazio-
nale d’apertura, insegnanti
e studenti chiamati a dare
lezione di cittadinanza, e a
farsi anche un po’ di corag-
gio. Perché, dice il segreta-
rio Bersani, “con una scuola
pubblica messa in ginoc-
chio dai tagli è più povera
anche la democrazia del no-
stro Paese”. Il messaggio è
chiaro: servono conoscen-
Ennesimo
attacco
del premier
alla Costituzione
Bersani:
“Non si permetta
di toccarla”
za e spirito critico, per ave-
re gli occhi aperti di fronte
alla guerra dichiarata dal go-
verno alla giustizia.
PROPRIO IERI , Silvio
Berlusconi è tornato a illu-
strare la sua personalissima
teoria di diritto costituzio-
nale: “Per arrivare a un Pae-
se che sia una vera demo-
crazia – ha sostenuto di fron-
te ad alcuni studenti – dob-
biamo cambiare l’architettu-
ra istituzionale”. Basta con
le leggi che “devono piacere
al capo dello Stato”, basta
con la Corte costituzionale
che fa le pulci a ogni prov-
vedimento: se quando era
uscito dal Cdm era “puro-
sangue – ha detto il premier
– quando viene approvato
se va bene si tratta di un ip-
Portate “i fatti” nelle scuole per far pensare i ragazzi
L’INIZIATIVA DEL NOSTRO GIORNALE: 1.500 DVD PER GLI STUDENTI E INCONTRI DI APPROFONDIMENTO CON I GIORNALISTI
Pun erché non portiamo “i
fatti” nelle scuole? Dopo
lungo periodo di orga-
nizzazione, l’idea di diffon-
dere notizie e documentari
negli istituti d’Italia è final-
mente realtà.
Se volete invitarci in una
delle vostre scuole per di-
scutere di un tema di cui si
è occupato il nostro gior-
nale, arriveremo con docu-
mentari e dvd per tutti, per
entrare nel merito delle
questioni e per non lascia-
re l’attualità fuori dal por-
tone scolastico.
Il Fatto Quotidiano è un gior-
nale che non è legato ad al-
cun partito politico e non
prende finanziamenti pub-
blici proprio per essere li-
bero di informare e non
avere alcun vincolo. La no-
OCCHI APERTI
popotamo”. “Non si per-
metta di trattare in questo
modo la Carta costituziona-
le”, gli ha risposto Bersani,
“prima che arrivasse lui nes-
suno aveva dubbi che noi
avessimo una vera democra-
zia”.
ORA, per cominciare co-
me minimo ad averne, basta
guardare come si è tradotta
la “riforma epocale” della
giustizia: “Un profuso di leg-
gi ad personam – ricordano
dal Pd – Berlusconi sta sal-
vando se stesso rovinando il
Paese: questa è la responsa-
bilità alla quale noi lo inchio-
deremo in Parlamento e fuo-
ri”. In piazza e in aula, ostru-
zionismo “giorno e notte”,
giurano. Il dialogo, che un
tempo era il leit motiv sulle
riforme, sembra un'ipotesi
finalmente archiviata. “La ri-
forma della Costituzione –
ribadisce il capogruppo Idv
Massimo Donadi – è argo-
mento troppo serio e deli-
cato per affidarlo a Berlusco-
ni e alla sua maggioranza raf-
fazzonata”. Ieri, anche il pre-
sidente della Camera Gian-
franco Fini ha ricordato che
quando si fanno le leggi bi-
sognerebbe mettersi “nei
panni di chi è stato vittima
del reato, non di chi lo ha
commesso”.
Lezionielementari di de-
mocrazia, ma l’iniziativa
del Pd dà il segno di quan-
to ce ne sia bisogno. Ieri,
più che la piazza vera e
propria, i democratici han-
no preferito la riflessione.
Il Teatro Testoni Ragazzi a
Bologna, il Palazzo delle
Stelline a Milano. A Torino
la Fabbrica delle E, a Roma
la Casa delle Culture. Solo
a Napoli si sceglie l’aria
aperta, alla Galleria Princi-
pe.
Ma che tra i democratici sia
suonata la campanella della
svolta, lo dice anche un piz-
zico di autoironia. Sulla pa-
gina Facebook della Notte
bianca, tra le varie segnala-
zioni c’è anche il video di
uno spezzone di un film, Co-
me te nessuno mai. Racconta
l’occupazione di un liceo,
protagonista è un giovanis-
stra non è un’iniziativa po-
litica anche perché, come
ha scritto il direttore nel-
l’editoriale del primo nu-
mero del giornale, la nostra
linea politica è la Costitu-
zione, e il nostro unico
obiettivo è quello di rac-
Documentari
e filmati,
dal lavoro
di Emergency
alle storie
di Falcone
e Borsellino
OPPOSIZIONE
simo Silvio
Muccino.
Nella scena
scelta dal
Pd, si scon-
tra con i
compagni di
scuola più ra-
dicali, perché
non è convin-
to della linea
dura. Loro lo
contestano al
grido di: “Diessino! Diessi-
no!”. Alla fine, anche lui si fa
trascinare dalla rabbia. In
prima fila, sfonda il portone
della scuola. L’occupazione
può cominciare.
Pierluigi Bersani e la locandina
della notte bianca per la scuola
e la democrazia
DIMISSIONI Napoli, Latina e Rieti
Fli perde pezzi (anche a casa Bocchino)
di Vincenzo Iurillo
il caos in Fli, diviso su tutto per le
Ètoreamministrative. A Napoli il coordina-
campano, l’eurodeputato Enzo Ri-
vellini, molla Fini perché voleva schie-
rare il partito al fianco del Pdl Gianni
Lettieri e non c’è riuscito, bloccato alla
frontiera da Italo Bocchino che ha uf-
ficializzato il sostegno al candidato Udc
Raimondo Pasquino. A Latina la vicenda
del ‘fasciocomunista’ Antonio Pennac-
chi fa saltare come birilli i vertici futu-
risti laziali: il senatore Candido De An-
gelis si dimette da responsabile eletto-
rale nazionale e coordinatore della pro-
vincia di Roma in polemica “con chi
cerca alternative al Terzo Polo”. Se ne va
proprio, invece, il coordinatore della
provincia di Rieti, l’eurodeputato Poti-
to Salatto, dell’area moderata di Urso e
Ronchi: “L’inciucio con Pennacchi è la
goccia che ha fatto traboccare il vaso, la
gestione del partito nella regione è
scandalosa”. Nelle ultime ore Fli sta fab-
bricando la candidatura di Filippo Co-
signani con la benedizione di Fabio Gra-
nata, che proverà a convincere Pennac-
chi a rimanere nel progetto.
A FARE più rumore ovviamente è il ca-
rosello di Napoli. Dal quale scende uno
dei big, l’uomo che ha fondato Fli a Na-
poli e che fino a ieri ne era il coordina-
contare i fatti.
Adesso il Fatto Quotidiano
vuole portarli anche nelle
ro menti ancora libere da
pregiudizi in un momento
in cui la scuola è piegata dai
scuole, con i propri docu- tagli e dalla crisi.
mentari e filmati, per infor- Il progetto parte con “Do-
mare i giovani, per aiutarli mani torno a casa”, un fil-
a pensare e costruire un fu- mato che racconta l’impor-
turo migliore, grazie alle lo- tanza del lavoro di Emer-
Sabato 9 aprile 2011
tore regionale. Rivellini, eurodeputato napoletane in Fli, da lui presentate in
da 110.000 preferenze, se ne va trasci- un’affollata conferenza. Tra i folgorati
nandosi appresso un paio di centinaia di sulla via di Fini, un paio di consiglieri co-
militanti riuniti l’altro ieri all’Hotel Ra- munali di Napoli e Pietro Diodato, di-
mada per smarcarsi dalla gestione di chiarato decaduto dal consiglio regiona-
Bocchino e dalla decisione, avallata da le a dicembre per le conseguenze di una
Gianfranco Fini, di sostenere l’uomo del condanna passata in giudicato per i di-
Terzo Polo, il demitiano Raimondo Pa- sordini elettorali nel seggio di Pianura al-
squino. Rivellini e i fuorusciti volevano le elezioni comunali del 2001. Rivellini
unire il simbolo di Fli alle liste in appog- non era presente e non ha gradito.
gio del candidato di Berlusconi e Cosen-
tino, Gianni Lettieri. Quel simbolo che BREVE riassunto delle ultimissime po-
Roma ha negato all’europarlamentare, sizioni di Rivellini. Un mese fa voleva
esautorandolo di fatto già prima delle candidarsi a sindaco in alternativa a Pa-
sue dimissioni, comunicate a mezzo squino e al Pdl. Poi due settimane fa ha
stampa ieri mattina. Rivellini lancia ac- accettato la candidatura di Pasquino par-
cuse durissime contro Bocchino e Fini: tecipando alla sua iniziativa di presenta-
“Qui non c’è democrazia interna, e dob- zione al teatro Augusteo, insieme a Fini,
biamo auto-denunciarci perché siamo Casini e Rutelli. Negli ultimi giorni però
stati vittime di un'illusione collettiva o di ha affermato con decisione la necessità
un gioco di prestigio. Era- di sostenere Lettieri, per
vamo convinti di aver Enzo Rivellini F A
OTO
scongiurare il pericolo di
NSA
eletto a Milano Fini, e in- una vittoria del centrosi-
vece abbiamo scoperto nistra. “Ma non torno nel
che il nostro presidente é Pdl” precisa.
Bocchino”. Il casus belli è Dallo staff trapela che la-
sulla candidatura a sinda- vorerà per la lista civica
co, ma negli ultimi giorni di Lettieri sindaco. Da
la tensione tra Rivellini e Roma lo hanno già sosti-
Bocchino era salita so- tuito con il finiano Luigi
prattutto per altre ragio- Muro, nominando conte-
ni. Lunedì scorso il vice stualmente Diodato
di Fini ha messo il timbro coordinatore napoleta-
a una raffica di new entry no.
paesi colpiti dalla guerra.
Ad ogni visita vengono do-
nate dal giornale 1.500 co-
sulle tematiche attuali, in
particolare della guerra sul-
la Libia e sull’immigrazio-
pie del filmato, destinate ne. Oltre a questo tema, il
agli studenti. prossimo che sviluppere-
Mercoledì c’è stato il primo mo è quello della trattativa
incontro al liceo Virgilio di Stato-mafia con un docu-
Roma al quale hanno par- mentario sulla storia e il la-
gency nei tecipato il direttore Anto- voro di Giovanni Falcone e
nio Padellaro e il giornalista Paolo Borsellino.
Luca Telese, e dove i ragaz-
zi hanno risposto entu-
La nostra intenzione è quel-
la di dialogare con i giovani
siasticamente alle atti-
vità, partecipando atti-
e fornire loro lo spazio per
poter comunicare i propri
vamente alla discussio-
ne. Al contrario dello
pensieri e riflessioni su ar-
gomenti importanti che,
stereotipo dei giovani con l’aiuto degli insegnan-
con la mente occupata so- ti, è giusto vengano appro-
lo dai reality show, gli stu- fonditi.
denti del liceo visitato so- Invitiamo perciò tutti colo-
no risultati molto prepara- ro che sono interessati al-
ti sul tema trattato e hanno l’iniziativa a scriverci utiliz-
chiesto approfondimenti zando l’indirizzo email
scuola@ilfattoquotidiano.it
Sabato 9 aprile 2011 pagina 9

CRONACHE

DETENUTI STRETTI RAPINE

N
Negozi chiusi a
Tor Bella Monaca

COME GALLINE S errata dei

commercianti del
quartiere romano di Tor
Bella Monaca. Negozi
serrati in via Acquaroni e

CARCERI IN RIVOLTA via Fuoco Sacro e cartelli

con scritto “Basta
violenza, basta rapine”. La
situazione nel quartiere è
grave, c’è chi ha subito 5
rapine con tanto di pistole
Risse tra reclusi, proteste violente alla gola. La richiesta è
quella di più controlli.

Dove è finito il Piano di Alfano?

di Silvia D’Onghia piani, senza neanche la possibi- bie sovraffollate ben oltre i limiti
lità di stare tutti in piedi contem- di legge. Nessuno, invece, salva i
cene da far west, di là dal poraneamente. Con i cessi ac- detenuti. “Vige una cappa censo-

S muro che divide le persone

libere da quelle recluse. Ot-
to detenuti si fronteggiano
con l’uso di lamette, alcune delle
quali applicate a piccole aste, in
modo da formare rudimentali ra-
soi. Alcuni di loro rimangono fe-
riti. A dividerli i troppo pochi
agenti penitenziari. Accade il 10
marzo, nel carcere di Reggio
Emilia, in cui vivono 322 perso-
ne, 150 in più rispetto al numero
previsto. Due giorni dopo parte
la protesta nella casa circonda-
riale di Porto Azzurro, sull’Iso-
la d’Elba: a orari stabiliti i dete-
nuti percuotono i cancelli delle
celle con pentole e ogni oggetto
reperibile. Sono rinchiuse qui
310 persone contro una capien-
za di 238. Il 21 marzo il teatro del-
la rivolta è il Marassi di Genova:
due risse nell’arco di una sola
giornata, tunisini contro albane-
si, anche in questo caso tutti ar-
mati di lamette. Uno di loro rima-
ne sfigurato al volto. Lo scorso fi-
ne settimana, a Novara, un de-
tenuto aggredisce due sovrinten-
denti della polizia penitenziaria.
Nello stesso giorno, a Solliccia-
no, un agente si è ritrovato con la
frattura del setto nasale. Proteste
pacifiche invece a Venezia, do-
ve il vicesindaco ha chiesto l’in-
tervento del ministero della Giu-
stizia e l’Ordine degli Avvocati la
chiusura della struttura.
Il motivo delle rivolte è, ovun-
que, lo stesso: in cella non si vi-
ve, costretti a stare anche in otto
persone, in letti a castello a tre
canto alla branda, con gli spazi
comuni che diventano formicai
per poche decine di minuti al
giorno. Senza attività ricreative,
senza rieducazione, senz’aria.
Rispetto a una capienza media
di 45 mila, quasi 68 mila persone
(67.648 secondo i dati dell’asso-
ciazione “A buon diritto”) vivo-
no così, anzi, non vivono così.
Ecco perché sono quotidiane le
risse, così come i suicidi.
MEHEDI Kadi era un 39enne al-
gerino, arrestato nell’ottobre del
2008 in seguito a una rapina. Il 3
aprile si è tolto la vita impiccan-
dosi nel carcere “Due Palazzi” di
Padova. Mario Germani, 29 an-
ni, è ricoverato in condizioni gra-
vissime dopo aver tentato di sui-
cidarsi nella sua cella del peniten-
ziario di Viterbo il 2 aprile. Era sta-
to arrestato nei giorni precedenti
per essere evaso dai domiciliari.
Nello stesso giorno è morto a No-
vara un suo omonimo, Mario
Coldesina, 42 anni. Secondo i
primi accertamenti, il decesso è
avvenuto per soffocamento. Gio-
vedì scorso a non farcela è stato
Carlo Saturno, il ragazzo barese
di 22 anni per la morte del quale la
Procura sta procedendo con l’i-
potesi di istigazione al suicidio.
Dall’inizio dell’anno sono già 39
le persone morte nelle carceri ita-
liane. La loro età media era di 37
anni.
Ieri i carabinieri del Nas hanno
salvato oltre un milione e cento-
mila galline “prigioniere” in gab-
ria – spiega Irene Testa, segretaria
radicale de “Il
detenuto igno-
to” –. Nessuno
ne parla. Non Un detenuto impegnato
lo fanno i parla- nella lettura all’interno
mentari, non della sua cella
lo fa il governo,
non lo fanno di Secondigliano, a Napoli
gli enti locali,
non lo fa la tv.
Gli italiani non
sanno cosa ac-
Sotto, un secondino
Quest’anno 39 morti
15 i decessi per suicidio,
17 per “cause naturali”
e 7 da accertare
Situazione grave al nord
cade oltre i muri”. La deputata ra-
dicale Rita Bernardini qualche
mese fa ha depositato un disegno
di legge per estendere anche ai
sindaci e ai presidenti delle Pro-
vince la prerogativa di sindacato
ispettivo. “Se anche i primi citta-
dini potessero entrare in carcere
come i parlamentari – prosegue
Testa – forse si renderebbero con-
to dell’emergenza”. Finora alla
proposta hanno aderito 62 sinda-
ci e 21 presidenti di Provincia.
Nel gennaio 2010, il ministro Al-
fano decise lo stato d’emergen-
CELLE CHE SCOPPIANO
1RYDUD
nel carcere
(F A
OTO) NSA
sul lavoro
(FOTO E )
MBLEMA
*HQRYD
,VRODGҋ(OED
za. Sarebbe dovuto cambiare tut-
to e invece, 15 mesi dopo, la si-
tuazione è peggiorata. Il Piano
straordinario è morto nei cassetti
del Guardasigilli e del commissa-
rio Franco Ionta. È stato inaugu-
rato qualche padiglione che poi
è rimasto vuoto per mancanza di
poliziotti. Ionta ha dichiarato a
Rai News che i 700 milioni di euro
necessari al Piano carceri sono
depositati su un conto presso la
Banca d’Italia. Non si compren-
de dunque perchè non vengano
subito spesi. E il famoso ddl
9HQH]LD
RIFIUTI
3DGRYD
Bassolino e
5HJJLR(PLOLD
Iervolino a giudizio
)LUHQ]H
“R invio a giudizio
con l’accusa di
epidemia colposa per l’ex
presidente della Regione
5RPD Campania Antonio
Bassolino, il sindaco di
Napoli Rosa Russo
Iervolino e l’ex prefetto di
Napoli Alessandro Pansa.
Richiesta di rinvio a
giudizio anche per altre 17
persone che
assumono così lo status
di imputati. Secondo i
pm la spazzatura che
invase le strade di Napoli
tra il 2007 e il 2008
“svuotacarceri” tanto sbandiera- provocò un aumento
to? Ne sono usciti 1500. delle malattie
gastroenteriche.
VERGOGNA nella vergogna:
per far “non vivere” 68 mila per- SCUOLA
sone, lo Stato ha speso – tra il
2001 e il 2010 – oltre 28 miliardi Gelmini: errori
di euro, cui vanno aggiunti i fondi sui precari
stanziati per il Piano e la spesa per
l’assistenza sanitaria, 90 milioni
annui. Il 79 per cento dei costi di-
pendono dal personale, solo il 13
“D obbiamo fare una
grande riflessione
sugli errori fatti”. Lo ha
per cento dal mantenimento dei detto il ministro
detenuti, il 4 per cento dalla ma- dell’Istruzione Gelmini,
nutenzione delle carceri. parlando dei precari.
“Sono alle prese – ha
ammesso parlando alla

Gli agenti non hanno più neanche i telefoni Camera – con un

MANCANO POLIZIOTTI E FONDI PER LA SICUREZZA. LA DOMENICA VALE 12 EURO LORDI DI STRAORDINARIO
di Erminia della Frattina
Padova
egli ultimi venti giorni ci sono
“N stati due episodi in cui dei po-
liziotti sono stati aggrediti in carcere
da detenuti. Nel primo il collega è
finito in ospedale, il secondo è stato
sventato da altri detenuti”.
Raccontano una situazione al limite
del collasso i sindacalisti della Uil
pubblica amministrazione Paolo
Giordano e Giuseppe Cristino; sia-
mo al carcere Due Palazzi di Padova
sezione penale, ma la situazione si
replica tale e quale, o anche peggio,
in molte altre strutture penitenzia-
rie italiane da nord a sud.
Due poliziotti sono stati aggrediti da
alcuni detenuti mentre svolgevano
le abituali mansioni di routine al re-
parto, uno preso a padellate e l’altro
a calci, salvato solo dal pronto in-
tervento di altri detenuti. Certo a
Il regolamento prevede
un secondino
ogni tre carcerati
A Padova ce n’è uno
ogni 100-150
guardare i numeri i motivi diventa-
no più chiari. “La struttura – dice
Giordano – è stata progettata per
ospitare 400 detenuti al massimo,
mentre attualmente ci sono 850-900
reclusi, quasi tutti in tre in celle di
due metri per due, con un bagnetto
con fornello come cucina”.
UN’EMERGENZA che dura da
due anni e rischia di peggiorare, a cui
la polizia penitenziaria fa fronte co-
me può con i suoi 200 agenti in tutto
impiegati al Due Palazzi, dei quali
una cinquantina in realtà sono distac-
cati altrove. “Siamo sotto organico di
almeno 100 unità” dicono i sindaca-
listi “abbiamo chiesto mille volte di
mandare altro personale anche diret-
tamente alla Casellati che è venuta in
visita ma non è mai arrivato”.
Gli agenti del carcere padovano sono
talmente pochi da essere a volte uno
per ogni reparto, significa uno ogni
100-150 reclusi, mentre se-
condo il regolamento car-
cerario il rapporto dovreb-
be essere un agente ogni
tre reclusi. “Dobbiamo es-
sere psicologi, educatori
ma anche impiegati per
chiamare gli uffici – raccon-
tano – perché i detenuti
hanno esigenze che vanno
dalla medicina alle telefo-
nate alla lite alla crisi de-
pressiva. Ognuno di loro ha un reato
e una lingua diversa dall’altro; ormai
sono talmente tanti che non li vede
più nemmeno la telecamera della vi-
deosorveglianza”. Un lavoro compli-
cato che i poliziotti svolgono a turni
di otto ore e “a mani nude” perché
non possono avere armi e nemmeno
telefono personale: c’è un unico te-
lefono per dare l’allarme o chiamare
la sorveglianza o la guardia medica;
le chiavi delle celle vengono conse-
gnate alle otto di sera. Nonostante
questo il quinto reparto, quello dei
detenuti lavoranti è stato dipinto dai
reclusi con bellissimi murales (il ma-
teriale lo hanno comprato con i loro
soldi) su iniziativa degli agenti. “Ab-
biamo fatto avere a tutti una lode
scritta dal direttore” raccontano i
due, che snocciolano veloci le richie-
ste. “È necessario che questo gover-
no, che tanto si è speso a parole per
la sicurezza, investa fondi sul serio
mandando almeno un centinaio di
agenti a Padova e attuando finalmen-
te quegli aumenti di stipendio che ci
promettono da due anni”. Un agente
penitenziario prende in media da
1.400 a 1.600 euro di stipendio base,
la metà dei colleghi francesi e tede-
schi. “La domenica o i festivi lavorati
ci vengono pagati aggiungendo al so-
lito fisso per le otto ore una mag-
giorazione lorda di 12 euro in tutto,
lo straordinario gli altri giorni è pa-
problema enorme. Con
Tremonti abbiamo
anticipato le immissioni
in ruolo ma, a fronte di
circa 20-30 mila persone
a cui riusciremo a
garantire un lavoro a
tempo indeterminato, ci
sono 110mila supplenti
annuali. Ciò che si riesce
a fare è veramente poco
rispetto al fabbisogno”.
CNR
Caso De Mattei
in Parlamento
“R oberto De Mattei si
deve dimettere
dalla carica di
vicedirettore del Cnr. Le
gato 11 euro lordi, che con la tas- sue posizioni
sazione diventa una miseria”. oscurantiste, integraliste,
omofobe e
PROPRIO SUGLI straordinari gli fondamentaliste sono
agenti di Padova, che dormono in offensive nei confronti
una palazzina all’interno del carcere, dell’Istituto che preside e
hanno fatto un lavoro supplementa- lo rendono incompatibile
re riorganizzando i turni per abbat- con la carica che ricopre”.
tere il monte ore e creare un rispar- La richiesta viene dal
mio notevole alle casse dello Stato.
“Abbiamo mandato una lettera a Bru-
presidente dei deputati
dell’Idv, Massimo Donadi,
netta sostenuti dalla Uil nazionale
perché ci riconoscesse il 50% dei ri-
che annuncia di portare il
caso in Parlamento dopo
sparmi effettivi sugli straordinari”. le affermazioni di De
Una richiesta lecita, fatta a un mi- Mattei in merito alla
nistro che alla meritocrazia dice di “volontà di Dio” sul
tenere molto. “Sappiamo per certo terremoto Giapponese e
che la lettera gli è arrivata, ma non ci alla “colpa dei gay” della
ha mai risposto”. caduta di Roma.
pagina 10
Avvocati e professori
Chi dà soldi a Obama
I SUPPORTER DEL PRESIDENTE
PER LA CAMPAGNA ELETTORALE
di Matteo Bosco Bortolaso
New York
uando il presidente degli
Q
Stati Uniti ha annunciato
ufficialmente la nuova di-
scesa in campo per le ele-
zioni del 2012, la sua squadra
aveva appena compilato i mo-
duli della Federal Election
Commission, creando l'Oba-
ma Victory Fund. I possibili av-
versari del presidente – Do-
nald Trump, Sarah Palin, John
Bolton – non hanno ancora di-
chiarato guerra aperta alla Ca-
sa Bianca. Per quella c'è tem-
po. Adesso bisogna concen-
trarsi sui regolamenti della
commissione elettorale e sulla
raccolta dei fondi necessari a
combattere la battaglia.
NEI GIORNI SCORSI Jim
Messina, responsabile della
campagna di Obama, ha illu-
strato la sua strategia a Washin-
gton e Chicago, di fronte ai sim-
patizzanti più influenti. Messi-
na ha detto: “Dovremo supera-
re i 750 milioni di dollari”, la ci-
fra raccolta durante la corsa
presidenziale del 2008. Gli stra-
teghi della Casa Bianca guarda-
no certamente a quell'anno co-
me un modello, tentando di
non ripetere gli insuccessi del
2010, quando i Repubblicani
hanno riconquistato la Came-
ra. Difficile prevedere chi inve-
stirà ora nella campagna di
Obama, anche perché l'anno
scorso la Corte Suprema degli
Stato Uniti ha cambiato le rego-
le del gioco, abolendo i limiti ai
finanziamenti che possono ar-
rivare dalle aziende. Nel 2008,
Obama ha generalmente snob-
bato i finanziamenti di aziende
e miliardari, per rafforzare l'i-
dea di un candidato fuori dai
giochi. Dei 745 milioni di dol-
lari raccolti dalla sua squadra, il
60% è arrivato da donatori che
hanno dato meno di mille dol-
lari. Con un'aura da rockstar,
l'allora senatore dell'Illinois riu-
scì a diventare un magnete per
migliaia di persone che versa-
rono pochi dollari attraverso il
suo sito Internet, o su Face-
book. Gli strumenti telematici
sono molto amati dal “team
Obama”: il presidente tornerà
nell'agorà telematica di Face-
book tra qualche giorno, lan-
ciando un appello per la riele-
zione e rispondendo alle do-
mande degli utenti.
NEGLI STATI UNITI quan-
do si decide di donare, bisogna
dichiarare le proprie generali-
tà. Il Center for Responsive Po-
litics, un istituto imparziale che
cerca di tracciare gli itinerari
che portano i soldi nelle tasche
dei politici, ha studiato le finan-
ze del presidente prima che fos-
se eletto. La fetta più consisten-
te delle donazioni era arrivata
dagli avvocati (43 milioni di
dollari). Poco distante si piazza-
rono i pensionati (42,9 milioni
di dollari), seguiti dal mondo
della finanza (39,7) e da quello
dell'istruzione (23). Tutte le ca-
tegorie potrebbero conferma-
re la loro fiducia ad Obama, an-
che se qualche pensionato po-
trebbe avere da ridire per la ri-
forma dell'assistenza sanitaria.
Nel 2008 Obama ha rifiutato i
soldi dei cosiddetti comitati
d'azione politca (chiamati Pac)
o dei lobbisti. Due anni dopo,
DAL MONDO
Obama, nel gennaio 2009, appena insediato alla Casa Bianca (FOTO LAPRESSE)
745
I MILIONI DI DOLLARI DEL BUDGET DA
RACCOLTI DONAZIONI INFERIORI
PER LE ELEZIONI 2008 AI MILLE DOLLARI
con la decisione della Corte Su-
prema e il rafforzarsi di movi-
menti conservatori come il Tea
Party, il gioco si è fatto più spor-
co. Anche a sinistra c'è chi pen-
sa che, pur di fronteggiare l'as-
salto repubblicano, bisognerà
accettare più soldi, superare
quota 750 milioni e magari ar-
rivare pure il miliardo. A dire il
vero, incrociando i dati come
ha fatto il Center for Reponsive
Politics, si scopre che grandi
aziende ed istituzioni hanno fi-
nanziato Obama già nel 2008.
Non lo hanno fatto direttamen-
60%
te, con un assegno per l'aspi-
rante presidente. I singoli indi-
vidui delle varie aziende – dalla
Microsoft a Citigroup – hanno
fatto piccoli contributi che, se
conteggiati nella loro totalità,
rappresentano importanti con-
tributi. Con questo conteggio,
l'University of California si piaz-
za al primo posto con oltre un
milione e mezzo di dollari do-
nati, seguita da Harvard, ateneo
frequentato da Obama, e dalla
Columbia University, altra uni-
versità dove il giovane Barack
studiò. Non è l'ateneo a stanzia-
Sabato 9 aprile 2011
re i soldi, ma i suoi dipendenti,
magari professori che poi ven-
gono chiamati al governo (vedi
Larry Summers, già consigliere
economico del presidente, ora
tornato ad Harvard).
CONTINUANDO su questa
pista – aggregando cioé le do-
nazioni dei singoli impiegati di
potenti aziende – si ottiene una
classifica in cima alla quale c'è
l'onnipresente Goldman Sachs,
oltre che banche come Citi-
group e Jp Morgan Chase. No-
nostante la crisi, gli istituti di
credito sono riusciti a cavarse-
la, perché Obama ha conferma-
to gli aiuti voluti da George W.
Bush e ha varato una riforma di
Wall Street che, secondo alcu-
ni, non è troppo severa. Nella
classifica delle aziende con di-
pendenti obamiani ci sono pure
Microsoft, Google e Time War-
ner, che controlla il canale
CNN. Ci sono poi casi più ecla-
tanti dei donatori che, grazie a
cospicue iniezioni di liquidità
agli aspiranti presidenti, riesco-
no ad assicurarsi un posto da
ambasciatore in giro per il mon-
do. È una vecchia tradizione
statunitense, che Obama non
ha tradito. Louis B. Susman, che
gli aveva regalato 100 mila dol-
lari durante la campagna eletto-
rale e 300 mila per le feste del-
l'inaugurazione, è ora l'amba-
sciatore americano in Gran Bre-
tagna. Daniel Rooney, proprie-
tario della squadra di football
degli Steeler, a Pittsburgh, rap-
presenta Washingotn a Dubli-
no. Charles Rivkin, dopo aver
sborsato mezzo milione per far
eleggere Obama e 300 mila dol-
lari per l'inaugurazione, viene
chiamato “sua eccellenza” a Pa-
rigi. E mezzo milione ha versato
pure John V. Roos, ora amba-
sciatore a Tokyo.
Sabato 9 aprile 2011 pagina 11

DAL MONDO

N
“È STATO UN INCIDENTE, CI DISPIACE” GAZA
Attacchi israeliani:
sei vittime

COSÌ LA NATO SPEGNE IL FUOCO AMICO È stata una delle

Rasmussen si scusa ma conferma: i raid hanno ucciso i ribelli
di Giampiero Gramaglia
ul fronte libico, gli alleati
movimento e loro non ci ave-
vano avvertito che avevano car-
ri armati”, aveva detto l’ammi-
giornate più violente
degli ultimi mesi, lungo la
linea di demarcazione tra
Israele e la Striscia di
Gaza. In una serie di
attacchi israeliani contro
la Striscia, a colpi di razzi,
sono morti ieri tre
alleati e insorti per partecipare militanti del gruppo
attivamente ai bombarmenti. fondamentalista islamico
di Hamas e tre civili

S mettono l’Italia sotto pres-

sione. E gli insorti ce l’han-
no con la Nato. Guerre di
parole mentre, sul terreno, si
combatte come sempre e in
raglio Russel Harding, britanni-
co. Ma il segretario generale
Nato Anders Fogh Rasmussen
lima la rudezza dei militari,
esprimendo “profondo ram-
EPPURE il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi ave-
va proclamato che “i nostri Tor-
nado non hanno sparato e non
spareranno”. Le pressioni ci so-
palestinesi. Hamas ha
precisato che anche un
comandante locale è
rimasto seriamente ferito
e che il gruppo ha
maniera sempre più cruenta a marico” per quanto avvenuto: no e la Farnesina le ammette: risposto lanciando sei
Misurata e ad Ajdbiya. L’Allean- “È stato un incidente – afferma “Sarà il governo a decidere” sul- razzi contro Israele da
za inizialmente non si è scusata – in Libia stiamo operando per le richieste della Nato e dei ri- Sud. Un anziano
coi ribelli per il fuoco amico su proteggere i civili e attacchia- belli di un rafforzamzento della palestinese e due donne
Brega, che avrebbe fatto 13 vit- mo i dispositivi che possono es- missione militare, spiega il por- sono morte quando la
time giovedi: “Dall’alto, è im- sere usati contro di loro”. Intan- tavoce del ministero degli Esteri loro casa a è stata colpita e
possibile distinguere i mezzi in to l’Italia subisce il pressing di Maurizio Massari. Il nostro Pae- tre altre donne sono
se è disponibile a prevedere la rimaste ferite, secondo
messa a disposizione di mezzi e fonti ospedaliere. Nelle
di uomini, per quella che si con- ultime settimane la
LA POLIZIA spara figura come la “fase 2” della mis-
sione. Le valutazioni poi saran-
tensione è salita alle
stelle, in sordina forse per
no fatte con gli alleati, in base al le proteste nel mondo
Oltre venti morti in Siria principio di burden sharing, cioè
di ripartizione degli oneri, dato La rabbia di Bengasi durante i funerali di una delle vittime del “fuoco amico” (FOTO ANSA)
arabo e per la guerra in
Libia. Giovedì erano stati
lmeno 25 morti nel nuovo venerdì di proteste contro il cinque i morti durante i
Ainternet
presidente Assad, in Siria. Anche questa volta, tramite
e facebook, migliaia di persone si sono date ap-
per certo che “l’Italia ha già fat-
to la sua parte e continuerà a far-
la”. Sul lato umanitario, intanto,
Pressing po di Contatto e il 14 e 15 a Ber-
lino, dal Consiglio atlantico, a li-
raid su Gaza. Undici in due
giorni, quindi. All’origine
puntamento in molte città del Paese e sono scese in strada
dopo la preghiera. Ma è a Daraa, epicentro della rivolta si-
25 libici con gravi ferite e ustio-
ni sono arrivati ieri sera a Mila-
sull’Italia vello di ministri degli esteri. del ritorno alla violenza,
l’attacco sferrato dal
riana, che le forze dell’ordine hanno sparso più sangue: 17
vittime (ma il numero è destinato a salire). La tv di Stato ha
no, trasportati da Bengasi su un
C130 e saranno curati in 9 ospe-
di Alleati e insorti PRIMA di questi eventi, mar-
tedì, il presidente del Consiglio
braccio armato di Hamas
mediante un razzo
dato invece la sua versione dei fatti, affermando che uomini dali lombardi, come da richiesta nazionale transitorio (Cnt) libi- anticarro Kornet contro
armati hanno fatto fuoco contro gli agenti, uccidendone del ministro degli Esteri. Ma è Obiettivo: co Mustafa Abdel Jalil sarà a Ro- uno scuola-bus in transito
19. Morti anche a Homs, città a nord di Damasco, dove sul piano militare che Frattini ma: vedrà Frattini, avrà forse in- nel Neghev. Un
giovedì è stato silurato il governatore della città, conside- deve rispondere alle nuove partecipare contri “al massimo livello” e un adolescente israeliano
rato “non fedele” agli ordini di Assad. Disordini e scontri aspettative dell’Alleanza, riba- passaggio in Parlamento. La vi- che si trovava a bordo è
anche in alcuni quartieri periferici della capitale, dove è dite al ministro da Rasmussen in attivamente ai sita di Jalil è frutto del ricono- ancora sospeso fra la vita
stata abbattuta una statua di Basil al Assad, fratello del pre- una telefonata giovedì, dopo scimento, da parte dell’Italia, e la morte. Da qui la
sidente. E, nelle città al confine con la Turchia e l’Iraq, han- che il capo della diplomazia ita- bombardamenti del Cnt come “unico interlocu- reazione dell’aviazione
no protestato i curdi, minoranza che da sempre rivendica liana aveva visto a Washington il tore” libico. E ieri il Consiglio di israeliana.
diritti e autonomia. L’intera Siria è in fiamme. Ma Assad non segretario di Stato Usa Hillary Bengasi ha dato, per la prima
sembra voler cedere. Così come non pare cedere il pre- Clinton. Analoghe aspettative Unite. Mentre per l’Italia “arma- volta, la stima dei morti della
sidente yemenita Saleh. Nonostante le opposizioni abbia- sono state espresse dal “mini- re l’opposizione libica va consi- guerra: almeno 10mila vittime.
no portato in piazza, nella capitale Sanaa, centinaia di mi- stro degli esteri” dei ribelli al Isa- derata una extrema ratio”, una Nel comunicare il tetro “conto”
gliaia di persone. Ma è a Taiz che almeno due manifestanti wi al diplomatico che rappre- volta sfruttato al massimo il testo ai giornalisti, il portavoce dei ri-
sono stati uccisi dalla polizia che ha disperso l’ennesima senta l’Italia a Bengasi Guido De dell’Onu, che non lo prevede. belli ha assicurato che gli insorti
protesta antigovernativa. Sanctis: gli insorti insistono per La prossima settimana, gli svi- continueranno la loro rivoluzio-
un’attuazione più efficace della luppi della crisi libica saranno ne per tutto il tempo “che sarà
risoluzione 1973 delle Nazioni discussi il 13 in Qatar dal Grup- necessario”.

Quegli amorosi sensi tra Gheddafi e Freda NUOVO SISMA IN GIAPPONE

NEGLI ANNI SETTANTA, L’AMMIRAZIONE RICAMBIATA TRA IL NEOFASCISTA DI PIAZZA FONTANA E IL COLONNELLO
di Marco Dolcetta
Iondalziava
1° Settembre 1969 la radio libica ini-
le trasmissioni mandando in
marce militari. Poco dopo, una
voce sconosciuta pronunciava queste
parole: “Popolo di Libia !”. È l’inizio del
libro Gheddafi templare di Allah, pubbli-
cato nel 1975 dalle edizioni di AR di Pa-
dova, di proprietà di Franco Freda. Cu-
ratore: Claudio Mutti. Questo gruppo
di persone è stato condannato a suo
tempo per le bombe alla banca dell’a-
gricoltura di Milano, il 12 Dicembre
1969. A quei tempi i rapporti fra Freda
e Mutti erano ancora buoni e ancora
più buoni quelli dei nazionalsocialisti
padani con il loro eroe del momento:
Gheddafi, che veniva ricambiato delle
sue attenzioni nei loro confronti con
varie opere di propaganda.
IL LIBRO continua così: “La Libia è, a
partire da adesso, una repubblica libera
e sovrana, che assume il nome di Repub-
blica Araba Libica e che, per grazia di
Dio, si mette all'opera. Essa procederà
sulla strada del la libertà, dell'unità e del-
la giustizia, garantendo a tutti i suoi figli
l'equità e la fratellanza ed aprendo di-
nanzi a loro le porte di un'attività one-
sta, dalla quale saranno bandite l'ingiu-
stizia e lo sfruttamento, dove non ci sa-
ranno né servi né padroni, dove tutti sa-
ranno liberi fratelli. Questa attività si
collocherà in un mondo che vedrà re-
gnare, per la grazia di Dio, il bene co-
mune e la giustizia”. Il testo trasmesso
dalla radio libica era il proclama della Ri
voluzione e a leggerlo, era stato lo stes-
so Moammar El Gheddafi. Tutta la sua
azione ha il carattere della Jihad, di una
lotta tesa a riproporre cioè i valori della
tradizione islamica. Claudio Mutti esal-
ta così il Gheddafi pensiero nelle note in-
troduttive del libro: jihad è la rivoluzione
culturale, dove alla lotta contro le “ideo-
logie importate, le idee capitalistiche
ed ebraico-comuniste, corrisponde la
rivoluzione all'interno di noi stessi, af-
finché possiamo incamminarci sulla
giusta Via”; così come, alla piccola guer-
ra santa combattuta nel mondo esterno,
corrisponde la grande guerra santa che
è la lotta dell'uomo contro i nemici che
egli porta in se stesso. É jihad l'opera
che la Libia rivoluzionaria svolge allo
scopo di consolidare l'unità della Nazio-
ne Islamica, una vera e propria “razza
dello spirito”. É guerra santa, insomma,
la lotta per l'instaurazione del sociali-
smo islamico, un socialismo “scaturito
dalla tradizione del nostro popolo, dalla
sua religione e dai suoi principi”. É jihad,
infine, la lotta contro l'imperialismo sio
nista e russo-americano e il relativo ap-
poggio ai popoli e ai movimenti che si
Gheddafi in una foto del 1972 (FOTO LAPRESSE)
Acqua radioattiva
in un’altra centrale
battono contro questa oppressione.
Conclude così trionfalmente Mutti, il
vasta zona di territorio libico dove nes-
sun libico era ammesso. Una quarta ba-
Q uattro morti e
141 feriti. È
questo il bilancio
provvisorio del sisma
sostenitore del profeta Gheddafi. E poi
lo sarà dei dittatori romeni ed iraniani. Il
libro contiene anche alcuni passaggi
se venne installata per fare da appoggio
alle forze navali. Lo stato di cose rimase
così per 18 anni, fino alla Rivoluzione
di magnitudo 7.1 che
giovedì ha
che fanno intendere chiaramente come del 1969. Possiamo dunque dire a buon terrorizzato
e perché ci fu questa, non tanto strana, diritto che soltanto il buon esito della Ri nuovamente il
intesa fra il Colonnello e i nazionalso- voluzione libica ha dato al popolo la li- Giappone. Le vittime
cialisti italiani. Questi furono i primi bertà”. Altre perle letterarie ed ideolo- sono state nella
passi dell’intervento politico-economi- giche del Colonnello: “Dato che gli Stati prefettura di Miyagi,
co libico in Italia, poi arrivarono la Fiat e Uniti collaborano con Israele per espel- epicentro del
Berlusconi. le re gli arabi dalla loro terra e dalle loro terremoto. E se le
case, è nostro dovere lottare contro di scosse non hanno
SCRIVE GHEDDAFI nel suo contri- loro e anche entrare in guerra contro di avuto conseguenze,
buto al libro: “Nel 1911 la Turchia con- loro, sia con le armi, sia nel campo eco- secondo le autorità
segnò il nostro paese all’Italia, che lo nomico, sia con qualunque mezzo su- nipponiche, sulla
tenne dal 1911 al 1943, in seguito fu- scettibile di minacciare i loro interessi. disastrata centrale
rono gli Inglesi che presero il governo Fratelli, quando gli americani evacuaro- atomica di
del paese, fatta eccezione per il Fezzan, no la base, essi pensavano che i libici l'a Fukushima, il
che cadde nelle mani dei Francesi. Dal vrebbero messo a disposizione del mi- movimento tellurico
1943 al 1952 gli inglesi governarono il glior offerente. Si sono completamente ha provocato la
paese tramite la cosiddetta amministra- sbagliati, poiché la base è divenuta una perdita di 3,8 litri di
zione britannica; nel 1952 essi impose- base area per il popolo libico, che la uti acqua altamente
ro sul trono Re Idris, il quale emise mo- lizza nel modo più efficiente. Poi con- radioattiva nel
nete e banconote con la sua immagine e clude così: “Coloro che sono con Israe- reattore di un'altra
innalzò la bandiera che tutti conoscia- le non sono con noi. Essi sono col no- centrale, quella di
mo, chiamando il paese Regno Unito di stro nemico. Gli ebrei, nel loro libro, di- Onagawa, situata oltre
Libia. Che cosa avvenne dopo l'indipen- cono che soltanto loro hanno il diritto un centinaio di
denza? Dopo l'indipendenza, un certo di vivere sulla terra, mentre i non ebrei chilometri a nord-est
numero di basi britanniche rimase a Tri- devono essere sterminati. Il sionismo di Fukushima. Notizia
poli, a Khoms, a Tobruk, a Bengasi e in considera il popolo ebraico come un confermata dalla
altre zone del paese, che si trovò alleato popolo eletto, il solo che deve soprav- Tepco, che gestisce
degli inglesi e concesse a costoro basi vivere, l'unico che deve vivere, mentre anche questa centrale.
nel suo territorio, ritenendo che ciò si- tutti gli altri popoli devono essere eli- La Toshiba intanto ha
gnificasse indipendenza. Ma quella non minati. Ciò si manifesta chiaramente presentato ieri un
era indipendenza. In seguito gli ameri- nel comportamento israeliano sui terri piano alla Tepco e al
cani installarono la base di Wheelus tori occupati. Gli eccidi, i macelli sono ministero
Field. La situazione del Paese vedeva un la loro filosofia, sono la filosofia di cui dell’Industria di
regime monarchico sostenuto da tre ba- parla il loro libro, sono una filosofia pe- Tokyo per
si militari americane: le basi di Wheelus ricolosa per l'umanità”. Gheddafi dun- smantellare la
Field, di Watya e di Ista Milad Well, cia- que sta a Freda e come il mufti Husseini centrale di Fukushima
scuna delle quali si estendeva su di una di Gerusalemme sta a Hitler. entro il 2020.
pagina 12 Sabato 9 aprile 2011

ECONOMIA

ARRIVA GALATERI,
È GIÀ TREGUA
ALLE GENERALI
Dura due giorni il vuoto lasciato
dalle dimissioni di Cesare Geronzi Gabriele Galateri di Genola, 63 anni, prima di Generali era presidente di Telecom (FOTO EMBLEMA)

di Giovanna Lantini l'ultimo riassetto azionario di con gli azionisti e che a Torino sare Romiti gli affida incarichi banche. Tanto che la sua ascesa tici delle Generali. “L'impegno
Milano Telecom Italia. Sa bene come ha imparato l'arte della riserva- di crescente responsabilità. Le a Torino termina traumatica- che mi propongo è consentire
comportarsi nel salotto buo- tezza. sue doti sono apprezzate dagli mente con uno strappo con alla società di raggiungere tra-
li indugi sono stati rotti no, e conosce a fondo le rela- Agnelli che, nel 1986, lo met-

G
rapidamente e all'unani-
mità. A prendere il po-
sto di Cesare Geronzi
alla presidenza delle Generali
sarà colui che nel 2007 aveva
passato al banchiere di Marino
il testimone alla guida di Me-
diobanca, Gabriele Galateri
di Genola, attuale presidente
uscente di Telecom Italia.
zioni pericolose con il Leone di
Trieste e i soci francesi. Non a
caso fu proprio lui a garantire
la pace a Piazzetta Cuccia dopo
la feroce battaglia condotta da
Vincenzo Maranghi per man-
tenere l'indipendenza di Me-
diobanca. Una partita dura, tra
le più importanti del sistema,
preceduta dallo scontro del
DOPO L'MBA alla Columbia
University, inizia la carriera nel
1971 nella direzione centrale
del Banco di Roma. Nel 1974
entra nel gruppo Saint Gobain,
prima in Italia, poi a Parigi, do-
ve resta fino al 1976. Ma è nel
1977 che arriva la svolta con
l'ingresso in Fiat dove l'allora
amministratore delegato Ce-
tono alla guida della cassaforte
di famiglia, l'Ifil, per poi affidar-
gli anche la direzione di Ifi e far-
lo approdare infine alla poltro-
na di amministratore delegato
della Fiat fra il giugno 2002 e
l'aprile 2003. Un incarico tor-
mentato quest'ultimo, giunto
in un momento molto delicato
per un Lingotto pressato dalle
Gianni Agnelli avvenuto quasi
in concomitanza con la scom-
parsa dell'Avvocato. La strada
per Mediobanca è diretta tanto
quanto quella per passare da lì
alla testa della “nuova” Tele-
com costruita dalle banche, da
dove custodirà i segreti di Tel-
co e probabilmente osserverà
le manovre che portano Ge-
ronzi e Vincent Bolloré ai ver-
guardi ancora più ambiziosi di
quelli che fino ad ora ha rag-
giunto”, ha detto ieri insedian-
dosi tra le dichiarazioni gradi-
mento di soci e consiglieri. A
partire dal solito Diego Della
Valle, “molto soddisfatto” da-
to che con questa nomina quel-
lo che cambia è che “i manager
si occuperanno meglio della
gestione, senza turbolenze”.

UN INSOLITO DESTINO
o forse un chiaro segnale di
quante cose siano cambiate in
questi giorni a Trieste e non so-
lo. Galateri è infatti visto come
l'erede naturale di Antoine
Bernheim, l'ex presidente
delle Generali, che per anni ha
saputo mantenersi in equili-
brio tra Francia e Italia. Non so-
lo perché conosce bene il ban-
chiere francese, ma anche e so-
prattutto perché è uomo di-
screto e capace di rispettare i
delicati equilibri nazionali e in-
ternazionali. Uno della vecchia
scuola diplomatica piemonte-
se, insomma, che anche questa
volta ha saputo raccogliere
consensi trasversali sia a livello
finanziario che politico. Classe
1947, già vicepresidente della
compagnia triestina quando
guidava Piazzetta Cuccia, l'e-
sponente della nobile famiglia
sabauda si è formato alla scuola
dell'Ifil e della Fiat, ma soprat-
tutto dal 2003 al 2007 è stato
presidente di Mediobanca, da
dove è stato tra gli artefici del-
Si ripete
la stessa
staffetta
che si era
verificata
a Mediobanca
nel 2007
successore di Enrico Cuccia
con il banchiere Gerardo
Braggiotti che, guarda caso,
proprio in questi giorni sta
ospitando una sede operativa
di Bernheim negli uffici parigi-
ni della sua (e della Exor degli
Agnelli) Banca Leonardo. In
Mediobanca Galateri, affianca-
to dagli attuali “cesaricidi” Al-
berto Nagel e Renato Pa-
gliaro, riporta la serenità: è uo-
mo che non entra in collisione
CORRIERE Tutti lo vogliono
ma nessuno va in cda
aranno i numerosi incarichi, sarà la vo-
Sscente
glia di internazionalità e, quindi, il cre-
interesse per l'Economist nel cui ca-
pitale nel 2010 è salito al 4,72 per cento
attraverso Exor. Fatto sta che John Elkann
è tra i consiglieri di amministrazione meno
assidui della Rcs: nel 2010 ha presenziato
solo a tre delle sei riunioni del cda dell'e-
ditrice del Corriere della Sera e, soprattutto,
non si è mai palesato a quelle del comitato
esecutivo. Un record assoluto, quest'ulti-
mo, che lo accomuna al solo Giuseppe Ro-
telli che però del comitato come del cda fa
parte solo dal 17 dicembre scorso. Perfino
il bellicoso Diego Della Valle, che ha to-
talizzato lo stesso numero di presenze in
cda del presidente della Fiat, ai comitati
esecutivi si è presentato nell'85,71 per cen-
to dei casi. Del resto all'interno della casa
editrice più contesa d'Italia, l'unico comi-
tato che ha registrato l'en plein è quello per il
controllo interno, subito seguito da quello
per le retribuzioni che ha totalizzato il cen-
to per cento di presenze di quattro membri
su cinque, rapporto che nel cda scende a 8
su 21, a fronte di una spesa annua comples-
siva per l'azienda di 661 mila euro.
Esclusi il presidente Piergaetano Mar-
chetti (600 mila euro) e l'amministratore
delegato Antonello Perricone, l'unico
consigliere con un ruolo esecutivo che
nel 2010 ha incassato 1,8 milioni tra bo-
nus e parti fisse e variabili dello stipendio.
Come biasimare quindi il rampollo di casa
Agnelli, che sa bene che le decisioni che
contano nella casa editrice che dopo il
profondo rosso del 2009 nel 2010 è fati-
cosamente tornata in utile per poco più di
7 milioni e solo a livello di gruppo, si pren-
dono in altre sedi e cioè nell'affollato pat-
to che blinda il 63,5 per cento della so-
cietà? Tanto più che secondo il suo men-
tore Sergio Marchionne “la Fiat ha zero
influenza sull'attività editoriale dei gior-
nali. Non riusciamo a influenzare assolu-
tamente niente”. Secondo il numero uno
della Fiat, infatti “se si vuole andare vera-
mente su di giri basta leggere il Corriere del-
la Sera e leggere cosa si dice della Fiat. Del-
le cose assolutamente ingiuste. E vengo-
no dette e pubblicate in un giornale in cui
noi siamo il secondo più grande azioni-
sta”. Anche se, per ammissione dello stes-
so Marchionne, la partecipazione in Rcs
“fa parte in questo Paese di un insieme di
equilibri sociali che sono necessari, per il
momento, per mantenere la Fiat in una
posizione così forte”. Anche perché, se
fosse solo una partecipazione industriale,
darebbe ben poche soddisfazioni. I risul-
tati di bilancio questi ultimi tre anni sono
stati inferiori alle attese, tanto che il cda si
è dovuto inventare un bonus una tantum
(668mila euro) da assegnare all’ad Anto-
nello Perricone che non aveva raggiunto
gli obiettivi.
Gio. Lan.

Le nuove regole di Fs: ogni concorrente si paga i soccorsi

RFI, LA SOCIETÀ DELLA RETE, IMPONE A NTV E ARENAWAYS DI FARSI CARICO DEI COSTI DELLA MANUTENZIONE IN CASO DI INCIDENTI
di Daniele Martini
e sull’autostrada del Sole un ca-
Scidente
mion si pianta di traverso per un in-
o un guasto, chi deve liberare
la carreggiata? La ditta proprietaria
del camion che magari si trova a cen-
tinaia di chilometri di distanza man-
dando sul posto autotreni di emergen-
za che quasi sicuramente non ha? Op-
pure intervengono i soccorsi dell’au-
tostrada? La domanda è retorica e la
risposta scontata: lungo la rete auto-
stradale ci sono i servizi ad hoc che
provvedono al momento opportuno.
Sui binari no. L’aggiornamento straor-
dinario del Prospetto informativo del-
la rete (Pir), le tavole della legge del
trasporto ferroviario, presentato da
Rfi, la Rete ferroviaria italiana posse-
duta dalle Fs di Mauro Moretti, impo-
ne alle aziende di trasporto merci un
altro sistema. D’ora in avanti in caso di
guasto o incidente le singole ditte per
sgombrare i binari dovranno interve-
nire in prima persona dotandosi di tut-
ti i mezzi necessari, dalle locomotive
ai macchinisti.
NON È UNA NOVITÀ da poco.
Per le numerose società che da sette
anni fanno concorrenza a Trenitalia
(Fs) nel trasporto merci l’obbligo di
soccorso in proprio non è solo un pro-
blema organizzativo, ma una vera maz-
zata economica, un colpo durissimo ai
bilanci. Ogni azienda dovrà piazzare
una locomotiva di soccorso in ogni no-
do ferroviario in cui transitano i treni
organizzando e pagando tre coppie di
macchinisti a disposizione nelle 24
ore. Cioè dovrà tirar fuori dai 3 ai 5 mi-
lioni di euro per ogni locomotiva più
quasi 300 mila euro all’anno per i mac-
chinisti moltiplicato il numero di nodi
toccati. Una spesa ingente per un lavo-
ro inutile: basterebbe che i mezzi di
soccorso fossero organizzati dal gesto-
re della rete e pagati pro quota dagli
utilizzatori, cioè da tutte le aziende,
pubbliche (Trenitalia) e private.
GLI AGGIORNAMENTI al Pir im-
posti dalle Fs stanno provocando una
sollevazione nel settore dei treni. Le
imprese delle merci stanno organiz-
zando un fronte
L’ad di Fs Mauro Moretti (F
comune con le
società dei pas-
seggeri, dalla Ntv
di Luca Cordero
di Montezemolo
ad Arenaways,
per arginare quel-
li che ormai con-
siderano senza
mezzi termini at-
tentati delle Fer-
rovie statali alla li-
bertà di concor-
renza. Mercoledì
13 questo fronte
farà la sua prima uscita ufficiale con il
nome di Forum del trasporto ferrovia-
rio, presentando un proprio Prospetto
informativo della rete, documento
preparato da Franco Marzioli, un tec-
nico ex dirigente delle Ferrovie dello
Stato, da contrapporre al Pir “ufficiale”
delle Fs. Sarà un modo chiaro - dicono
gli organizzatori - per ribadire che in un
mercato liberalizzato come ormai è
quello dei treni, non ha senso che le
regole valide per tutti, società private e
pubbliche, continuino ad essere scrit-
te da uno dei giocatori, anche se è una
parte pubblica. Nel concreto: non ha
senso che il Prospetto informativo del-
la rete sia imposto dalla Rete ferrovia-
ria italiana di proprietà Fs.
Le aziende concorrenti delle Ferrovie
dello Stato ribadiranno inoltre la ne-
OTO LAPRESSE)
Così competere
con la società
pubblica nel
trasporto merci
costerà almeno
tre milioni
in più
cessità che sul rispetto delle regole vi-
gili un’authority simile a quella che in
seguito alle liberalizzazioni fu istituita
per le telecomunicazioni e l’energia.
Da tempo l’Antitrust di Antonio Catri-
calà si è offerta per svolgere questo
compito, partendo dalla constatazio-
ne che l’organismo a cui oggi è dele-
gato il ruolo di arbitro non funziona
perché sostanzialmente prigioniero
delle logiche Fs. Questo organismo si
chiama Ufficio per la regolazione dei
servizi ferroviari (Ursf), dipende dal
ministero dei Trasporti ma in pratica è
come un ufficio distaccato delle Fs,
pieno di dirigenti forniti dall’azienda
pubblica dei treni. Con le ferrovie, in
pratica, si stanno riproponendo quelle
vischioisità che sopravvissero a lungo
nel settore dei voli, quando l’Alitalia di
proprietà dello Stato fa-
ceva il bello e il cattivo
tempo con la concor-
renza, arrogandosi per-
fino il diritto di stabili-
re, nella sua stessa se-
de, con quali modalità
e a quali compagnie ae-
ree concedere o negare
gli slot, cioè i diritti di
decollo ed atterraggio.
Le ultime vicende che
riguardano la concor-
renza sui binari dimo-
strano quanto l’in-
fluenza Fs sia forte e
quanto le altre aziende siano sotto
schiaffo. Arenaways, per esempio, è
riuscita a partire con i suoi treni per
collegare Torino e Milano poco prima
di Natale 2010 dopo un percorso per le
autorizzazioni cominciato addirittura
due anni prima e riuscendo a superare
quelli che dall’Antitrust sono stati de-
finiti “i comportamenti dilatori delle
Fs”. Alla fine, però, Arenaways ha do-
vuto rinunciare almeno in parte ai suoi
progetti, non avendo ottenuto il per-
messo di effettuare le fermate interme-
die che aveva richiesto per Alessan-
dria, Voghera, Pavia, Novara, Vercelli
ed Asti.
QUALCHE GIORNO fa un tratta-
mento simile è stato riservato dalle Fer-
rovie dello Stato a Ntv. Con il nuovo Pir,
le Fs hanno imposto all’azienda di
Montezemolo di anticipare i tempi per
la consegna del certificato di sicurez-
za, documento indispensabile per po-
ter avviare il trasporto dei viaggiatori.
In un primo tempo la presentazione di
quel certificato era stata fissata per no-
vembre prossimo, cioè due mesi dopo
l’omologazione programmata per set-
tembre, ora invece dovrebbe avvenire
ad agosto, addirittura in anticipo sul-
l’omologazione. La risposta Ntv è stata
durissima. In una nota ufficiale hanno
parlato addirittura di “colpo di mano
delle Ferrovie dello Stato per danneg-
giare la partenza dei treni”.
Sabato 9 aprile 2011 pagina 13

ECONOMIA

Intercettazioni
I PRECARI IN PIAZZA PER URLARE abusive,
Fassino
AI POLITICI CHE “LA VITA NON ASPETTA” parte civile
ma non
La Cei di Bagnasco benedice la manifestazione Alfano
di Stefano Feltri sitoria, per poter diventare lavo- sono più solo giovani) finalmen- di Antonella Mascali
ro a tempo indeterminato e per te si parla. Ieri è apparso sul Cor- Milano
a manifestazione della ge- riere della Sera un articolo di Luca

L
dare anche la possibilità di un fu-
nerazione precaria di oggi di mezzo c'è Silvio Ber-
ha già raggiunto il suo pri-
mo obiettivo: trasformare
turo, di un progetto di vita”. Ai
membri del comitato promotore
è sembrato un endorsement, se-
Cordero di Montezemolo, Pietro
Ichino e Nicola Rossi che rilan-
ciava l’idea di ridurre la precarie-
Sdelleelusconi, la costituzione
parti civili in un pro-
una lista lunghissima di drammi gno che i vescovi hanno inten- tà con tutele progressive per chi cesso non è per nulla scon-
individuali nel racconto di un di- zione di applicare nel dibattito entra nel mercato del lavoro, co- tata. Il caso Ruby insegna.
sagio condiviso. “Questa mani- italiano i moniti del Papa (“La sì da ridurre le differenze tra i ga- E così, ieri, il ministero della
festazione ci ha dato l’occasione precarietà crea angoscia nei gio- rantiti di ieri e i senza diritti di Giustizia, la prima parte le-
di fare rete tra esperienze e as- vani”). oggi. Susanna Camusso, della sa, indicata dal pm di Mila-
sociazioni diverse che finora Cgil, sostiene un’idea opposta, no, Maurizio Romanelli,
non si erano viste o si erano solo ANCHE il presidente del Con- cioè scoraggiare il ricorso ai con- in udienza preliminare non
sfiorate”, dice Salvo Barrano, di siglio Silvio Berlusconi si è tra- tratti più flessibili rendendoli si è costituito parte civile
professione archeologo freelan- sformato in un testimonial invo- più costosi. per una storiaccia di rivela-
ce, dell’Associazione nazionale lontario della manifestazione. zione del segreto d'ufficio,
archeologi. Non ci sarà un’unica Nel suo discorso di ieri a un grup- I PROMOTORI della “piazza avvenuta nel 2005. Si è co-
piazza, perché i promotori della po di laureati (vedi articolo a precaria” non hanno una vera stituito, invece, il ministero
manifestazione hanno imparato pag. 7) ha riassunto tutto il pa- piattaforma programmatica, ma dell'Economia (per i reati fi-
che non conviene farsi impicca- ternalismo e il disinteresse che i sono arrivati ad alcune conclu- scali) e Piero Fassino, ex se-
re ai numeri. Quindi ci sarà un promotori della giornata voglio- sioni di massima molto condivi- gretario dei Ds e candidato
evento principale a Roma, con no denunciare. “Dovete sempre se. “Per esempio – dice l’archeo- sindaco a Torino.
uno dei ragazzi tunisini che han- portare il sole con voi e regalare logo Salvo Barrano – che bisogna Eppure il ministro Angeli-
no rovesciato il regime di Ben Ali un sorriso agli altri - è la ricetta di dare piena legittimità a tutte le no Alfano è il padre della
a spiegare come i giovani posso- Berlusconi - ponetevi un traguar- forme di lavoro, sia quelle a tem- legge anti intercettazioni.
no fare una rivoluzione. Ma pra- do molto ambizioso e che nel vo- po determinato che degli auto- vo minimo che è “la continuità toria. Questa generazione ha di- Ma in questo caso l'intercet-
ticamente in ogni grande città ci stro cuore siete convinti di poter nomi. E riconoscere diritti an- del reddito”, cioè la garanzia di versi motivi per i quali scendere tazione, tra Fassino e l'ex
saranno manifestazioni, spalma- raggiungere e lo raggiungere- che a chi non sta all’interno della non trovarsi completamente in piazza e la loro capacità di presidente di Unipol, Gio-
te su tutta la giornata (tattica che te”. cornice di un contratto naziona- scoperti quando si perde il lavo- combattere rappresenta una ri- vanni Consorte, è stata
consente di avere una copertura Berlusconi a parte, gli organizza- le di categoria”. Nel concreto si- ro, visto che gli ammortizzatori sorsa”, dice il ministro della Gio- pubblicata da Il Giornale e ha
in tutte le edizioni dei tg), con tori de “Il nostro tempo è ades- gnifica congedi di maternità e sociali riguardano ormai solo mi- ventù Giorgia Meloni. Ma di lei, fatto tanto comodo al pre-
propaggini a Bruxelles e Washin- so” sono soddisfatti perché dei paternità anche per chi non è as- noranze. “La partecipazione gio- dopo due anni di annunci, i ra- mier. “Allora abbiamo una
gton, dove in piazza ci sarà la rab- problemi dei precari (che non sunto, inseguendo quell’obietti- vanile, per me, è sempre una vit- gazzi in piazza non si fidano più. banca?”, è la frase infelice
bia degli “expat”, quelli che so- pronunciata nell'estate
no dovuti fuggire per scampare 2005 da Fassino, nel perio-
alla condanna al precariato per- Rabbia do della tentata scalata di
manente.
per le parole PORTOGALLO Via libera Unipol a Bnl. La registrazio-
ne, neppure verbalizzata e
LO SLOGAN di domani e della coperta da segreto, finì ad
campagna virale di questo mese
(tra flash mob, Facebook, Inter-
di Berlusconi: dall’Europa, 80 miliardi entro maggio Arcore, la vigilia di natale del
2005. La portarono Paolo
net e proteste all’Inps) è “Il no- a crisi finanziaria del Portogallo ieri ha Lisbona “per raggiungere un accordo tra- Berlusconi, Roberto Raf-
stro tempo è adesso, la vita non
aspetta”. Ma anche le parole del
“Dovete portare Limportante,
registrato un nuovo, burocratico ma sversale che assicuri che un programma di
passaggio. Il vertice dei mi- aggiustamento possa essere avviato entro
faelli, l'allora amministrato-
re delegato di Rcs, una socie-
cardinal Angelo Bagnasco, presi- il sole con voi e nistri economici della zona euro, l’Euro- metà maggio ed attuato rapidamente do- tà di intercettazioni che la-
dente della Cei, sarebbero state gruppo, ha accolto la richiesta di aiuto ar- po la formazione di un nuovo governo”. vorava per la procura di Mi-
perfette come manifesto: “Ci si regalare un rivata mercoledì da Lisbona. Il presidente Per come è strutturato il fondo Efsf, sono lano, e Fabrizio Favata, ex
augura che il precariato sia sem- dell’Eurogruppo, Jean-Claude Junker, ha gli altri Paesi europei a diventare garanti socio di Berlusconi junior.
pre una fase estremamente tran- sorriso agli altri” parlato di un piano di sostegno finanziario delle nuove emissioni di debito portoghe- Ma se per Favata un premier
da 80 miliardi di euro. Che sarà fornito dal se, inclusi quelli con finanze non solidis- “affaticato”, sprofondato su
fondo salva-Stati Efsf con un sistema di ga- sime come l’Italia e, soprattutto, l’Irlanda una poltrona, sentito l'au-
LA PROTESTA DI UNA GENERAZIONE ranzia europea alle emissioni dei titoli di (già beneficiaria di aiuti) e la Spagna. Il dio, si è ripreso immediata-
debito pubblico portoghesi. C’è ovvia- premier spagnolo José Zapatero assicura mente, per Raffaelli, invece,
ALCUNE DELLE PRINCIPALI PIAZZE OGGI mente la contropartita. La Commissione che Madrid è “una diga invalicabile” a di- dormiva. Quindi, secondo
Italia europea negozierà con il governo che fesa dell’euro. E il ministro delle Finanze l'accusa, di fronte a testimo-
MILANO ROMA NAPOLI PALERMO uscirà dalle elezioni politiche di giugno, Helena Salgado si impegna in una rischio- nianze contraddittorie per il
Colonne P.zza Repubblica P.zza Mancini P.zza Indipendenza dopo la crisi del governo socialista di José sa profezia: “Il Portogallo sarà l'ultimo Cavaliere non può che esser-
S. Lorenzo ore 15.00 ore 9.00 ore 17.00 Socrates, un piano di risanamento molto paese europeo a richiedere un salvataggio ci la richiesta di archiviazio-
ore 15.30
severo. internazionale”. Ma gli spagnoli sono gli ne. Anche se la stessa procu-
TORINO BOLOGNA FIRENZE PERUGIA Per evitare il bis, cioè la bocciatura da par- unici a essere così ottimisti. Soprattutto ra scrive che Paolo Berlusco-
P.zza Vittorio P.zza S. Francesco P.zza S.Spirito P.zza Matteotti
ore 15.00 ore 15.00 ore 15.00 ore 16.00 te del Parlamento portoghese di misure perché, visto come sta andando in Grecia, ni agì “in favore del fratello e
Estero già concordate dall’esecutivo con Bruxel- sembra difficile che il Portogallo riuscirà a presidente del Consiglio Sil-
BRUXELLES WASHINGTON D.C.
les, l’Eurogruppo spiega in una nota che correggerele proprie finanze nella misura vio Berlusconi”.
Boulevard Anspach, fermata Pre-metro Bourse Lincoln Memorial inizierà subito un negoziato con i partiti di richiesta dalla Commissione Ue. A rappresentare Fassino, “
ore 14.30 appuntamento di fronte alla Bourse ore 12.00 soggetto danneggiato” e
mai indagato, c'era il profes-
sor Carlo Federico Gros-
so che ha parlato di una
IL ROGO DEL 2007 esplosione mediatica con-
tro l'allora segretario del
maggiore partito di opposi-
ULTIMO ATTO DEL PROCESSO THYSSEN, ORA SI ASPETTA LA SENTENZA zione, proprio a partire dalla
pubblicazione di quella in-
tercettazione che lo fece ap-
di Stefano Caselli “incidente” sul lavoro potrebbe rispon- Il procuratore aggiunto Guariniello – battimento”. Il procuratore si riferisce parire come il responsabile
Torino dere di omicidio volontario con dolo che ha depositato una lunga memoria all’indagine che al momento vede alcu- della stagione dei furbetti
eventuale: “Espenhahn – dichiara in au- per dimostrare come la categoria del ne persone (“avvicinate” durante il di- del quartierino.
re anni, cinque mesi e dieci giorni. È la il pm Longo – ha deciso di eliminare “dolo eventuale” sia da tempo ampia- battimento) indagate per falsa testimo- Ieri sono anche state avanza-
Taprile
il tempo che sarà passato venerdì 15
dalla strage della linea 5 della
qualsiasi investimento sullo stabilimen-
to di Torino, pur essendo a conoscenza
mente sostenuta dalla giurisprudenza
della Corte di cassazione – si è spinto
nianza, e ad alcuni eventi “anomali” av-
venuti nei giorni successivi la strage del
te due richieste di patteggia-
mento. Quella di Raffaelli,
ThyssenKrupp, in cui persero la vita An- del rischio. Se gli impianti di rilevazione oltre, definendo “significativa” la “la ca- 6 dicembre 2007, come la pulizia totale un anno e 8 mesi e quella del
tonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo degli incendi fossero stati installati sulla pacità a delinquere dimostrata dagli im- dello stabilimento (esclusa ovviamente commercialista Eugenio
Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, linea 5 avrebbero certamente evitato la putati”, non solo perché preoccupati di la linea 5) appena 24 ore dopo il rogo. Petessi, un anno e 4 mesi.
Rosario Rodinò e Giuseppe De Masi. morte dei sette lavoratori”. Una tesi ac- “risparmiare sulla sicurezza nell’ambito Quanto alla linea delle difese “non esi- Favata, invece, probabil-
Quel giorno il Tribunale di Torino, salvo cusatoria che la difesa definisce “fretto- di una multinazionale”, ma soprattutto ste processo in materia di infortuni sul mente accederà al rito ab-
imprevisti, si ritirerà in camera di con- losa” perché formulata sull’onda dell’e- perché preoccupati di “influenzare l’e- lavoro in cui gli imputati non tentino di breviato. Quanto a Paolo
siglio e non è escluso che la sentenza mozione e del clamore mediatico, non- sito delle testimonianze dibattimentali addossare la responsabilità sul lavorato- Berlusconi, per un difetto di
arrivi già in serata. ché frutto di un “processo politico” per di persone indicate nelle liste del pm e re infortunato. A nostro sommesso av- notifica della procura, la sua
Ieri, intanto, il penultimo round: i pub- lanciare “un attacco contro il capitali- della difesa. Fatti – continua Guariniello viso – conclude Guariniello – al di là del- posizione è stata stralciata,
blici ministeri Raffaele Guariniello, Lau- smo straniero”, che il pool di Guariniel- – che non si riducono al rango di un epi- le dichiarazioni d’intenti, anche il pre- ma potrebbero esserci tem-
ra Longo e Francesca Traverso hanno lo, tuttavia, ritiene di aver sufficiente- sodio isolato, circoscritto, ma che si col- sente processo ha confermato questa pi perché venga riunificata
concluso le loro repliche. L’ex ammini- mente dimostrato: “Ci troviamo di fron- locano nel contesto quanto mai allar- regola”. Alle repliche dell’accusa hanno all'udienza successiva, fissa-
stratore delegato di Thyssen Italia Ha- te alla più grave tragedia sul lavoro che si mante di una strategia concertata e po- fatto seguito quelle delle parti civili. Lu- ta per il 3 giugno. Nello stes-
rald Espenhahn rischia sedici anni e sia verificata in Italia in epoca recente – sta in atto da più persone nel palese in- nedì, infine, ultima parola alla difesa, so mese il gup Stefania Do-
mezzo di carcere; per gli altri imputati i prosegue il pm Traverso – Sono state tento di influenzare in senso favorevole che tenterà ancora una volta di persua- nadeo dovrebbe esprimersi
pm hanno chiesto 13 anni e sei mesi. Se morti annunciate: in quello stabilimen- agli imputati l’esito del procedimento dere la Corte sull’innocenza degli impu- sull'archiviazione per Silvio
il Tribunale accoglierà le tesi dell’accu- to gli operai rischiavano la vita ogni penale. Strategia, si badi, che si è pro- tati. Quindi, dopo quasi cento udienze, Berlusconi. Il solito utilizza-
sa, per la prima volta un imputato per giorno e ogni notte”. tratta per mesi nel pieno corso del di- il processo si concluderà. tore finale.
pagina 14 Sabato 9 aprile 2011

SECONDOTEMPO
SPETTACOLI,SPORT,IDEE
in & out

PASTICCI / LETTERARI

IL VIAREGGIO? Gramsci
“Contro gli
Cinema
Argentero
MotoGp
Rossi sulla
Vasco
Dopo cinque

FACCIAMOLO
indifferenti” torna sul nuova giorni il suo
presentato a set per Ducati “Vivere o
Libri come “Lezioni di Gp12: niente” è
all’Auditorium cioccolato 2” “È gustosa” già primo

IN CALABRIA Il sindaco (Pdl) azzera la giuria e affida

l’organizzazione a un manager,
la presidente si dimette. Nel caos, una sola certezza: la lunga mano dei partiti
di Ferruccio Sansa Già, pensando ai grandi premi tra? “Palmiro Togliatti ci disse
tornano in mente scatti in bian- che il Comune doveva restare

I
co e nero: Carlo Emilio Gadda, fuori dalla gestione del Premio. Il
Alberto Moravia e Giuseppe Ber- Viareggio è sempre stato libero.
to per le strade di Viareggio. Si Non di sinistra, antifascista”.
parlava di letteratura, allora. Il
Viareggio era noto per essere GIÀ, UN RILANCIO. Giulio
uno dei pochi premi dove le case Marlia (dirigente del Comune
editrici e la politica non faceva- che ha curato l’organizzazione
no valere il proprio strapotere. fino al 2010) ricorda le ultime
Ma in questi giorni di prosa e edizioni, l’arrivo di un ragazzet-
poesia si parla poco. Si preferi- to in jeans vincitore nel 2006:
sce il codice civile. Roberto Saviano. Marlia, però,
ammette: “Oggi l’attenzione è
TUTTO COMINCIA con una calata. Una volta mettere su un
determinazione del Comune di libro la fascetta di vincitore del
l Premio Viareggio? Si potrebbe Viareggio del gennaio scorso. Viareggio era un onore grandis-
trasferire a Palmi, in Calabria. Rosanna Bettarini, presidente simo”. Eccolo il Viareggio, pre-
Nel mondo dei premi letterari della Giuria, la racconta così: mio libero, che viveva di presti-
italiani non ci si stupisce più di “Senza nemmeno avvertirci, il gio: “Al vincitore vanno tremila
nulla. Nemmeno della notizia sindaco ha sostituito il presiden- euro. Il costo complessivo non
che il concorso possa lasciare la te e azzerato la giuria, conferen- supera i 150 mila euro”. Poco se
città cui deve il nome. do a una persona estranea l’or- confrontato, come ricorda l’or-
La politica ha allungato gli arti- ganizzazione e la rappresentan- ganizzazione, “con il mezzo mi-
gli sul Premio fondato nel 1929 za del Viareggio”. Di qui il clamo- lione dello Strega e gli 800 mila
da Leonida Rèpaci, suggerendo roso annuncio: “Gli accordi sti- C’era una volta: Elsa Morante, vincitrice del premio Viareggio nel 1948 con “Menzogna e sortilegio” (FOTO OLYCOM) euro del Campiello”. Ma la poli-
– è questa l’accusa – un blitz per pulati da Leonida Rèpaci con il tica è arrivata anche qui. Il cen-
azzerare la giuria. “Noi siamo Comune non sono più validi. Il hanno sostituito con Paolo Spa- litico. Ho un passato di assessore be dell’errore di un dirigente. trosinistra parla di “pulizia etni-
una giunta di centrodestra. Pos- Premio potrebbe essere trasferi- daccini, presidente del Consi- alla Cultura del Pci, ma oggi mi Ma, come ricorda Milziade Ca- ca”. Lunardini respinge le accu-
sibile che si premino solo scrit- to altrove”. Dove? Palmi, città na- glio Comunale (Udc). Dopo la li- sento una persona libera. Ho ac- prili (Sinistra Arcobaleno) nel- se: “Macché lottizzazione. Ab-
tori di sinistra?”, si sarebbe fatto tale di Rèpaci, si candida. rica tocca al Viareggio”. cettato la proposta per passione. l’atto si parla di “intesa con l’as- biamo nominato il presidente
scappare Luca Lunardini, sinda- Intanto nelle aule della politica Così ecco il “blitz” di gennaio, Il compenso? Un euro”. Leonida sessore alla Cultura”. E Belli pun- del Consiglio comunale al Festi-
co Pdl di Viareggio (l’interessa- di Viareggio non si parla d’altro. con l’incarico di riorganizzare il Rèpaci, che conosceva bene gli ta il dito sul sindaco: “La propo- val Puccini proprio perché una
to, però, smentisce). Antonio Battistini, capogruppo premio affidato ad Aldo Belli, italiani, aveva stipulato con il Co- sta mi è arrivata da lui”. carica istituzionale dimostra che
del Pd, ammette: “Io di cultura manager di origine viareggina mune un patto blindato: il pre- Racconta Caprili: “Tutti, com- la politica deve restare fuori”.
UNA STORIA che racconta non mi occupo, sono tipo da Tex con incarichi nelle società di Da- sidente della Giuria è nominato a presa la presidente Bettarini, di- Aggiunge: “Il Viareggio rischia di
dell’invadenza della politica, ma Willer”. Ma aggiunge: “Il centro- vid Zard, promoter di eventi mu- vita e le modifiche allo Statuto cono che il Viareggio va rinno- morire. Volevamo cercare nuo-
anche del tramonto dei concorsi destra mette ovunque i suoi uo- sicali. Belli è stato anche alla gui- vanno approvate con una mag- vato. Però qui vedo la lunga ma- ve idee”. Forse alla fine il premio
letterari. Torna in mente la frase mini”. Esempi? “Alla guida del Fe- da del colosso autostradale Ser- gioranza di tre quarti del Consi- no dei partiti”. Ma il centrosini- resterà nella sua città. Ma ha
con cui Italo Calvino negli anni stival Pucciniano prima hanno ravalle, nominato dall’allora pre- glio comunale. stra può scagliare la prima pie- troppi occhi puntati addosso.
Sessanta rifiutò il riconoscimen- messo Massimiliano Simoni, sidente della Provincia di Mila-
to: “Rinuncio ritenendo definiti- coordinatore di An (il Comitato no, Ombretta Colli (Pdl). Belli re- E INVECE ECCO la determi-
vamente conclusa l’epoca dei d’onore per il centenario della spinge ogni interpretazione ma- nazione di cui nessuno si assume
premi. Non mi sento di avallare
istituzioni svuotate di significa-
“Fanciulla del West” era guidato
da Gianfranco Fini, ndr), poi, ap-
liziosa: “Conosco la famiglia di
Giorgio Gaber, Colli mi ha scelto
la paternità: “È un atto illegitti-
mo che sarà ritirato”, assicura il STREGA 19 in gara
to”. pena Simoni è passato con Fli, lo per questo. Nessun discorso po- sindaco. Insomma, si trattereb-
e spunta un sacerdote
Il romanzo del principe to personaggio il attività dell’ex giovanotto che si avvicina iciannove, ma ne resteranno solo 12: sono i titoli
quale scoprirà l’u- pericolosamente ai 40 anni senza ancora Ddevaufficialmente in gara per il Premio Strega. Ieri sca-
ED EMANUELE manità grazie a un
bambino sensibile
aver trovato l’identità smarrita in Svizze-
ra. Un personaggio in cerca di autore e
il termine per la presentazione, ma come accade
tutti gli anni già si parla dei due libri favoriti, che
FILIBERTO di 9 anni (sigh, che
fa tanto “Incom-
forse Marco, il protagonista della prodi-
giosa fatica letteraria, ha qualcosa di au-
secondo gli addetti ai lavori entreranno nella ambi-
tissima cinquina degli Amici della domenica: “Ternit-
SFIDA MOCCIA (FOTOL P )
A RESSE
preso”) e una fisio-
terapista (vanno
forte, dopo il suc-
tobiografico. Si legge sulla quarta di co-
pertina: “Sotto il cielo di una Roma pri-
maverile intrisa di profumi, una storia che
ti” (Mondadori) di Mario Desiati, direttore editoriale
della casa editrice Fandango, e “Storia della mia gente”
(Bompiani) di Edoardo Nesi, assessore alla Cultura
cesso delle massag- ci riporta a credere nel destino e a sogna- della Provincia di Prato. Dopo defezioni (Umberto
di Caterina Soffici giatrici del Salaria Sport Village di Berto- re sulle note delle canzoni”. Roba forte, Eco e Alberto Arbasino), colpi di scena e veleni, nella
laso). da far tremare le vene ai polsi di Moccia. sfida spunta a sorpresa, per la prima volta, un prete
er la serie non facciamoci mancare Dopo essere sbarcato sull’“Isola dei pe- Facevano prima a intitolarlo direttamen- candidato con “Malabar” (Guida): è don Gino Bat-
Pdiventa
niente, Emanuele Filiberto di Savoia
pure romanziere e questo è uno
nosi”, dove si è cimentato come pesca-
tore, al curriculum dell’ex rampollo sta-
te “Sul cavallo bianco con il principe az-
zurro”. Ma sulla copertina non ci sono
taglia, sacerdote che da trent'anni anima la Comunità
di Sant'Egidio a Roma, impegnato nel dialogo ecu-
di quei casi nei quali si rivendica il diritto gionato manca solo di fare il pizzaiolo e il candidi stalloni, ma solo un vecchio Ve- menico e interreligioso. Gli altri autori in gara sono
al “non l’ho letto ma non mi piace”. Il pre- ciabattino, poi le ha provate tutte. Con- spone che fa tanto Vacanze Romane. Il libro Bruno Arpaia, Alessandro Bertante, Luciana Castel-
giato prodottino si intitola Mi fai stare bene sulente finanziario, opinionista juventi- è firmato semplicemente Emanuele Fili- lina, Viola Di Grado, Donatella Di Pietrantonio, Fabio
e lo pubblica nientepopodimenoche Riz- no a Quelli che il calcio, testimonial delle oli- berto, senza cognome, come se Savoia Geda, Lorenzo Greco, Franco Matteucci, Giorgio Ni-
zoli. La storia racconta di un trentottenne ve Saclà, ballerino, cantante a Sanremo, non fosse già abbastanza sputtanato da sini, Gerardo Pepe, Flavio Santi, Gilberto Severini, Ga-
che ha passato la sua esistenza a scappare presentatore, candidato politico (il suo poter apparire su un romanzetto rosa di briella Sica, Andrea Tarabbia, Mariapia Veladiano e
da tutto, specialmente dalle grinfie della movimento “Valori e Futuro” prese lo 0,4 questo tipo. E pare che per non essere da Boris Virani.
madre. L’originale trama prevede che un per cento dei voti) e sicuramente ci sfug- meno, anche Eco stia meditando di firma-
incidente cambierà la vita al viziato e vuo- ge qualcosa nella lista della instancabile re il prossimo libro solo Umberto.
Sabato 9 aprile 2011 pagina 15

SECONDO TEMPO

TOTTI COME BORROMINI?

IL GOL, UN CAPOLAVORO
Il calcio non è scienza, è arte. Una tesi
estrema, al di là delle barriere del tifo
di Giancarlo Padovan collega de Il Messaggero, cul- UN NUOVO MENSILE
tore del gioco e delle sue emo-
orromini e Totti, nono- zioni, è un libro possibile an-

B stante entrambi si chia-

mino Francesco e, sep-
pur storicamente si col-
lochino a 377 anni e due gior-
ni di distanza (l’architetto
nacque il 25 settembre del
1599, il calciatore il 27 set-
tembre 1976), hanno più
punti in comune di quanti
non se ne possano riscontrare
scorrendo le rispettive bio-
grafie. Il primo, inequivocabi-
le, è che si tratta di due fuo-
riclasse. Il secondo è che arte
e sport sono talmente avvici-
nabili fino quasi a coincidere.
Il terzo è Roma, luogo dove i
due sembrano essere stati an-
cor prima che la città esistes-
se e di sicuro per sempre ri-
marranno attraverso la tangi-
bilità delle opere e la memo-
ria di esse. Quanto al caratte-
re, Totti è assai meno solare di
quanto appaia, un altro tratto
che lo avvicina al Borromini
che, per contro, era assai fru-
strato dalla rivalità con il Ber-
nini, era posseduto dalla ne-
vrosi e incline al suicidio (mo-
rì così anche se recenti studi
hanno aperto qualche dub-
bio: potrebbe essere stato un
omicidio mascherato). Per
me, tanto Borromini quanto
Totti sono personalità com-
plesse. L’unica differenza è
che del capitano siamo testi-
moni diretti della parabola e
della grandezza, mentre Bor-
romini ci è stato tramandato.
Totti non ha rivali, avversari,
solo qualche avversatore
(quorum ego, scriverebbe Bre-
ra). Totti è il centro, Borromi-
ni quella luce l’ha cercata a
lungo, senza essere mai sicu-
ro di averla sfruttata. Difficile
se, come lui, si disprezzano le
convenzioni in maniera in-
transigente, quasi calvinista
(Borromini era ticinese di na-
scita e imprinting culturale).
Totti è più concavo perché
più realista.
Il talento di Francesco (Edilet, pa-
gine 96, 12 euro) scritto dalla
storica dell’arte Fulvia Strano
e dal giornalista Enrico Maida,
che se difficile e anticonven-
zionale su due vite fuse fino a
diventare concentriche.
Perché Totti e Borromini sono
fuoriclasse? Perché allo stesso
modo posseggono il dominio
dell’arte. E qual è la loro arte?
Per quanto visto da Totti, in
campo e dal vivo, dentro a
quasi tutti gli stadi della Serie
A, la sua capacità straordina-
ria risiede nel ridurre il più
possibile gli spazi dinamici in
modo da esaltarli con la gio-
cata (tiro, passaggio filtrante,
apertura, finta, cross, apertu-
ra). Per quanto letto, dalla Sto-
“Il talento di
Francesco”
racconta due vite
parallele. Due
“numeri 10”con
sorprendenti
punti in comune
ria dell’Arte Italiana di Carlo
Giulio Argan “(…) il Borromi-
ni mira alla massima contra-
zione spaziale, evita le masse,
affila i profili e li espone a una
luce radente, inverte spesso
la funzione della prospettiva
servendosene per ridurre in-
vece che per protrarre lo spa-
zio”. Avete mai visto Totti
quando riceve palla spalle alla
porta? Non è il suo pezzo uni-
co, ma uno dei più efficaci. In
genere, un calciatore in quel-
la situazione ha come soluzio-
ne l’appoggio indietro al com-
pagno, altrimenti detto “sca-
rico”, un passaggio obbligato,
quasi deresponsabilizzante.
Totti lo sceglie poco, per non
dire mai. Stoppa e gira (destro
o sinistro indifferente) dietro
di sé, squarciando il campo.
Anch’egli “contrae lo spazio”
su di sé, il difensore lo attacca
ma non può anticiparlo per-
ché Totti difende la palla e la
rigioca per un compagno che
si butta nello spazio verso la
porta. È una palla fulminea
che l’avversario non riesce a
decrittare. Una lama di vetro.
Borromini e Totti fanno coin-
cidere arte e calcio perché,
come spiegano il primo gior-
no ai corsi per allenatori del
Settore Tecnico di Covercia-
no, il calcio non è scienza. La
scienza è tutto ciò i cui effetti
sono riproducibili. Al contra-
rio, la percezione dello spazio
e del tempo varia a seconda
del soggetto e delle situazio-
ni. Ecco perché anche alla
scuola allenatori spiegano
che il calcio è arte. Al di là
della definizione, più o meno
attendibile, il gesto tecnico e,
Francesco Totti (FOTO ANSA)
spesso, anche quello dinami-
co è plastico ed esatto insie-
me. Ricordate il secondo gol
di Totti in Roma-Udinese (2-1)
del 10 dicembre 2000? O, più
recentemente, il quarto in
Sampdoria-Roma (2-4) del 26
novembre 2006? Entrambi di
sinistro ed entrambi al volo.
Entrambi da cross provenien-
ti da destra ed entrambi con
Francesco posizionato al limi-
te del lato corto dell’area. En-
trambi ad incrociare sul palo
opposto ed entrambi con il
pallone colpito dal collo pie-
no del piede. Simili, quasi
uguali. Però non riproducibi-
li. Un metro in più o un metro
in meno fanno la differenza.
Borromini lo sapeva. Come
Totti non contemplava l’uni-
versale, ma l’irripetibile in-
tensità del particolare.
DA CAMILLERI A
GIANNI MURA: C’È CHI
DICE EMERGENCY
di Valerio Venturi
n questi tempi di celoduri-
Irietà'',
smo , parole come ''solida-
''pace'', ''idea'' sono
sempre più termini clande-
stini, a rischio respingimen-
to'. Eppure, c'è un gran biso-
gno di volare alto; di assume-
re una prospettiva ''politica''
nel senso più letterale del ter-
mine.
Giunge quindi benvenuto
''E'', il nuovo mensile dell'as-
sociazione Emergency del-
l'infaticabile Gino Strada:
una pazzia necessaria, un luo-
go di carta nato – dalle parole
dei fondatori - '''per diffonde-
re una cultura di pace''.
Uscire in tempi di crisi dell'e-
ditoria con un nuovo magazi-
ne può sembrare a molti una
vera follia; eppure, le follie
spesso sono fondamentali e
portano frutti inaspettati: la
società civile preoccupata
per le sorti del pianeta – sen-
za retorica – ha un nuovo
punto di riferimento per in-
formarsi e confrontarsi. Per
provare a proporre, a costrui-
re un'alternativa dopo ''la
rabbia, la delusione, il vedere
lo schifo che è l'Italia'', secon-
do le parole che consegna il
direttore, Gianni Mura.
''E'' di aprile è utile e bello: ha
130 pagine ben impaginate,
ricche di contributi impor-
tanti, utili per decodificare la
realtà e per smuovere i neu-
roni. Andrea Camilleri è l'o-
spite speciale di un numero
imperdibile: con lo scrittore
siciliano, si recupera la tradi-
zione del feuilletton, della
pubblicazione a puntate di
racconti d'autore. Il suo ''I
Fantasmi'' è una vera chicca:
una storia inedita ambientata
nel Sud Italia, tra giornalisti
curiosi venuti dal continente
e un commissario, un prete e
un pescivendolo siculi. Ma
non mancano interviste - in
questo numero, a Mariangela
Melato - approfondimenti su-
gli esteri – le rivolte arabe – le
inchieste, i fumetti – Vivaldo
firma uno speciale sulla Mo-
by Prince – e tanti racconti di
persone che, in Italia, credo-
no e propongono alternative
etiche: al Mac Donald, alla
malapolitica, anche al malco-
stume. Il tutto per 4 euro:
spesi bene, per un giornale
importante, edito da un'asso-
ciazione che spera e lavora–
senza retorica – per un mon-
do migliore.

Lars Norén, la xenofobia che viene dal freddo

AL TEATRO INDIA DI ROMA IN SCENA LA POTENTE COMMEDIA DEL DRAMMATURGO SVEDESE DIRETTA DA MARCO PLINI
di Luigi Galella
er un verso, sembrano dei bam-
Pscuola
bini. Hanno appena concluso la
e festeggiano la chiusura del-
l'anno scolastico in compagnia di
qualche birra. Sono in tre: Ismael è
musulmano, con il padre in galera;
quindi, Keith e Anders, uno sempre
su di giri, violento in ogni azione,
verbale e fisica, che compie; l'altro,
figura dominante, freddo e con dei
tratti isterici, l' “intellettuale” che
ha interrotto gli studi prima del
tempo, perché “ti raccontano solo
cazzate”. E che nel formulario feb-
brile di frasi in cui si deposita la
sommaria conoscenza della storia,
usa spesso parlare di razza e di na-
zione svedese da difendere, tanto
che sembrerebbe l'ideologia, il te-
ma centrale di “Freddo”, di Lars No-
rén. Ma forse non è così.
Il mondo moderno e postmoderno,
in realtà, l'ideologia l'ha già deglutita
e trasformata, e il tema, semmai, è
rappresentato dai detriti di questa de-
molizione. Da ciò che resta del pas-
sato, strutturato in una qualsivoglia
idea, per quanto ignobile, nei giovani
immaturi e istupiditi dai luoghi co-
muni. Del linguaggio, quindi, che si
fa ripetitivo e autoreferenziale. E del- disfacimento, e rimanda all'ordine di
la stessa civiltà, di cui i tre protago- un mondo che la presenza di uno
nisti rappresentano l'esemplare, de- “straniero” potrebbe alterare. Men-
gradata testimonianza.
Le tematiche negative sono ridotte e
tre qui invece i tre che si muovono
sulla scena, il mondo lo stanno simu-
declassate a simulacri. “Xenofobia”, lando. Così come simulano la loro
ad esempio è parola già troppo com- stessa esistenza, recitando un copio-
posta per testimoniare gli effetti del ne che non conoscono. “Freddo” è il
racconto di una vuoto esistenziale e
di un pieno ideologico, che la storia
Tre naziskin ha svuotato di senso, anche se da quel
nulla, frammento dopo frammento,
ebbri di alcol e come in un film dell'orrore, rischia
pericolosamente di ricomporsi.
violenza: Dunque tre ragazzi, violenti oltre mi-
sura, ebbri d'alcool, mentre urlano
una gioia artefatta, coatta. Non sono
l’ossessione uniti da un particolare vincolo d'ami-
cizia, e anzi manifestano più di un
ideologica che motivo di disaccordo. E biascicano
un frasario postnazista, in cui c'è po-
nasconde il sto perfino per il nostro attuale pre-
mier, elevato a modello esistenziale.
vuoto assoluto Nel gruppo di forzosi gaudenti ca-
sualmente giunge un quarto, anch'e-
gli svedese ma di origine coreana,
che passava lì nei pressi e che viene
intercettato, molestato, torturato e
poi, senza motivo, ucciso. Come fa-
rebbe un gatto con un topo, divertito
e disgustato dal movimento e dal ter-
rore della sua vittima. Ed è proprio
Ismael, che aveva cercato di impedir-
lo, spinto dall'isteria parossistica de-
gli altri due, a infliggere il colpo mor-
tale.
Il boschetto in cui si svolge la moder-
na tragedia è uno spazio claustrofo-
bico, disegnato da Claudia Calvaresi.
Gli attori - Angelo Di Genio, Michele
Di Giacomo, Alessandro Lussiana, Fe-
derico Manfredi - offrono una prova
convincente. La regia è di Marco Pli-
ni, in bilico fra l'esigenza di tenere in-
sieme la dimensione intimistica del
dramma con quella politico-sociale.
Si replica al Teatro India di Roma, fino
al 17 aprile.
pagina 16 Sabato 9 aprile 2011

SECONDO TEMPO

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

TELE COMANDO
TG PAPI
+ sesso? Il Tg2 di ieri pome-
riggio si è comportato esat- di Nanni Delbecchi
Il Senator
Ventosa
una prova fisica commovente fino a un incredulo Dario Fo)

Eccellenze e tamente come il Tg1: ha ta-

gliato di netto tutte le sce-
nette imbarazzanti di Berlu-
sconi, lasciando solo la par-
te dove il signor B. si sforza
aceva tenerezza mercoledì
FCarlo
sera a “Exit”, il senatore
Giovanardi, con quel
suo faccione paciarotto eppu-
per un sessantenne sovrappe-
so, buongustaio, forchettone
e pecettaro. Eppure, “il Gio-
va” si arrampicava sempre più
in alto, come un autentico Se-
che lui sarebbe stato il primo a
condannare i vizi privati di B.
sul piano morale; ma perché
volerne fare una questione
politica?

avanspettacolo di recitare la parte dello sta-

tista. L’avanspettacolo è
sparito: lei deve mettere la
cravatta così e non così, lei
deve tagliarsi la barba per-
re aggrondato, non si sa se più
emiliano o più doroteo, le ve-
ne dove il lambrusco scorre
insieme all’acquasanta, la
smorfia d'indignazione stam-
nator Ventosa, dando prova di
ammirevole dedizione alla
causa. Lo guardavi e non po-
tevi non ammirare la capacità
di Silvio Berlusconi di travol-
Già, perché? Forse perché
Berlusconi è il presidente del
suo partito, nonché il presi-
dente del Consiglio di tutti gli
italiani. E non c'è nulla di più
ché crea diffidenza, lei è pigliata con il codice a barre e gere chiunque, senza favoriti- politico del vedere la politica
di Paolo Ojetti bellino può partecipare ai bunga bunga e via bar- quella lastra di capelli grigi smi, un intero paese ma anche sequestrata da un vecchio
zelletta compresa. Le “giovani eccellenze” che schiacciata sopra la fronte, co- il singolo onorevole; né pote- porcaccione e i suoi alleati tra-
g1 hanno avuto la sventura di essere premiate, es- me la piadina sulla piastra. Il vi esimerti dal sospettare che sformarsi in uomini-ragno per
T Quando Minzolini ha visto lo show di Ber-
lusconi con i laureati eccellentissimi, deve aver
sendo molto al di sopra del pubblico dei vari sci-
lipotisti, responsabili moffiani, pionatisti di
senatore era quello di sempre,
solito il moderato estremista e
il berlusconismo rappresenti
la vera nemesi storica non tan-
salvare il fondoschiena del ca-
po e le proprie poltrone.
avuto un capogiro: e ora, come facciamo a man- complemento, erano gelate. il perfetto filisteo; ma qualco- to i degli ex comunisti (bra- Giunto sulla sommità della
dare in onda questa roba? Presto detto: si chiama sa non quadrava. Com’è che vissimi a purgarsi da soli), specchiera il senatore ha sfo-
Sonia Sarno, le si dà il foglietto sacro e lei legge g3 questo tetragono difensore quanto degli ex democristia- derato un vertiginoso paralle-
solo gli annunci di grandi riforme, di Fini e Casini
che erano un ostacolo e di nuove architetture co-
T Invece sul Tg3 non è mancato un solo fo-
togramma dell’indecoroso show. Si dirà che il
della famiglia tradizionale,
sempre pronto a dare del de-
ni.
Nella sua impervia ascesa lun-
lismo tra Silvio Berlusconi e
Pier Paolo Pasolini, dal mo-
stituzionali. Le pagliacciate del “premier” – gli or- Tg3 è la voce della sinistra, ma è anche vero che viato ai gay e del drogato a go le specchiere il Senator Ve- mento che (diceva il Ventosa)
dini sono ordini – vengono tagliate e spedite al – senza questo angolo di sovversivi – l’informa- chiunque tiri da uno spinello, tosa ha sfoderato un cavallo di anche l’autore del “Vangelo
museo degli orrori dove verranno conservate a zione Rai dovrebbe chiudere i battenti. E capi- era finito a parlare di mignot- battaglia che ricordava da vi- secondo Matteo” ebbe uno
disposizione degli studiosi delle fenomenologie terà, visti i dati delle grande fuga verso Sky, La7 e te, di procuratori di gnocca, cino quello di Fernando Rey, stile di vita discutibile, “però è
della comunicazione. Sonia Sarno non fa testo, le altre fonti disponibili via Internet. Il Tg3 ci ha di pusher di cocaina, in uno indimenticabile ambasciato- diventato un’icona della sini-
ma c’è un limite a tutto e il Tg1 non riesce a spac- fatto anche abbassare la testa, avvilitissimi: sui scenario di pali di lap-dance e re della Repubblica di Miran- stra”. Qualcuno gli ha fatto no-
ciare per fantastico “accordo” la piccolissima in- media tedeschi ormai impazza una canzonetta barzellette da trivio, senza da nel “Fascino discreto della tare che Pasolini non si sognò
tesa con la Francia sui pattugliamenti. Però la oscena che parla di bunga bunga e “maccaroni scandalizzarsi affatto, anzi, al- borghesia” di Buñuel. “Io sa- di candidarsi a leader politico.
Francia resta il “nemico” che se ne approfitta: per Berlusconi”. Siamo tanto popolari. Passato lo largando magnanimo le brac- rei anche comunista, se i co- Eppure, al di là di questo tra-
esempio, i Bulgari sono stati “costretti” – dice il tsunami berlusconiano, si scopre – grazie a Oli- cia e, insomma, che sarà mai? munisti credessero in Dio”, scurabile dettaglio, nella simi-
Tg1 – a vendere. Costretti? Gli eredi del vecchio viero Bergamini e Francesco Accardo – che Giovanardi era improvvisa- dice l’ambasciatore di Miran- litudine è brillato un lampo di
mercante ellenico Sotirios sono signori privati e non è vero che i francesi (e adesso anche i te- mente passato all'ala dura del- da; così Giovanardi spiegava assoluta verità freudiana; per-
hanno venduto al miglior offerente. deschi) sono “cattivi”: non sono scemi e hanno la Sinistra arcobaleno? Ma no, agli altri ospiti (da Peter Go- ché rivela come Berlusconi
capito benissimo che i “permessi straordinari di più semplicemente Ilaria mez a Roberta De Monticelli, sia divenuto - lui sì - un’icona
g2 soggiorno” non concordati a livello europeo so- D’Amico aveva dedicato la dell'attuale destra italiana.
T Dov’è finito il servizio pubblico? Dove è fi-
nita la deontologia professionale che obbliga i
no una “sòla” del governo italiano, ansioso di ri-
filare questi poveri migranti a qualcun altro e
puntata al Ruby gate costrin-
gendolo a un’arrampicata su-
Il senatore Carlo Giovanardi,
mercoledì scorso ospite di Ilaria
Quello che la destra vera non
gli potrà mai perdonare, se
giornalisti a dare le notizie di cui vengono in pos- che Schengen non c’entra niente. gli specchi di quasi tre ore; D’Amico a “Exit” mai riuscirà a sopravvivergli.

LA TV DI OGGI
11.00 RUBRICA Appunta-
mento al cinema
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del cuoco
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L'isola dei famosi 8: la
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19.30 REALITY SHOW
L'isola dei Famosi 8
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20.30
21.05 TELEFILM Criminal
Minds
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Rai Sport Sabato Sprint
23.25 NOTIZIARIO TG2
23.35 RUBRICA TG2 Dos-
sier
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I racconti della settimana
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Mizar
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Regione - TG3 - TG3 Pixel
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L.I.S.
17.00 TELEFILM Squadra
Speciale Vienna
17.45 RUBRICA SPORTIVA
Magazine Champions League
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TG Regione - Meteo
20.00 ATTUALITÀ Blob
presenta Vota Antonio
20.10 ATTUALITÀ Che
tempo che fa
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Ulisse: Il piacere della
scoperta
23.25 NOTIZIARIO TG3 -
TG Regione
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no in Pretura
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0.55 RUBRICA TG3 Agen-
da del mondo
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PO Meteo
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lunghe da 24
21.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
21.30 RUBRICA Meridiana
- Scienza 1
21.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
22.00 ATTUALITÀ Inchiesta
3 (Interni) (REPLICA)
22.30 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
22.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.00 RUBRICA Consumi e
consumi
23.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
23.30 RUBRICA Tempi sup-
plementari
23.57 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
0.00 NOTIZIARIO News
lunghe da 24
0.27 PREVISIONI DEL TEM-
PO Meteo
13.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
13.40 REALITY SHOW
Grande Fratello - Pillole
13.45 FILM Cartolina
d'estate
15.30 ATTUALITÀ Verissi-
mo - Tutti i colori della
cronaca
18.50 GIOCO Chi vuol
essere milionario
20.00 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5
20.30 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza
21.10 VARIETÀ La Corrida
- Dilettanti allo sbaraglio
0.30 VARIETÀ Chiambret-
ti Night - Solo per numeri
uno
1.30 NOTIZIARIO TG5 -
Meteo 5 Notte
2.00 ATTUALITÀ Striscia
la Notizia - La voce del-
l'improvvidenza (REPLICA)
2.25 FILM Matrimonio
d'onore
10.45 FILM Barbie Mariposa
12.25 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
13.00 NOTIZIARIO SPORTI-
VO Studio Sport
13.35 NOTIZIARIO TGCom
13.40 SIT COM All Stars
14.10 FILM Supercop
16.00 FILM Il Dottor Dolit-
tle 4
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Scooby Doo
18.20 CARTONI ANIMATI
Tom & Jerry
18.30 NOTIZIARIO Studio
Aperto - Meteo
19.00 CARTONI ANIMATI
I pinguini di Madagascar
19.15 FILM La piccola
principessa
21.10 FILM La fabbrica di
cioccolato
23.30 RUBRICA SPORTIVA
Studio Sport XXL
0.30 FILM Wild 2 -
La caccia è aperta
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Moda (REPLICA)
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famiglia - Anteprima
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Meteo - Vie d'Italia noti-
zie sul traffico
12.00 VARIETÀ Ricette di
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di Polizia 8
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sione pomeridiana del
Sabato
15.15 TELEFILM Perry
Mason
17.00 TELEFILM Detective
Monk
18.55 NOTIZIARIO TG4 -
Meteo
19.35 SOAP OPERA Tempe-
sta d'amore
20.40 TELEFILM Walker
Texas Ranger
21.30 TELEFILM Bones
22.20 TELEFILM Lie to Me
23.20 TELEFILM Law &
Order - Unità Speciale
0.15 FILM Il commissario
Wallander - I fratelli
10.55 RUBRICA Il tempo
della politica
11.25 TELEFILM Ultime dal
cielo "L'amore è cieco"
"Un quartiere da demoli-
re"
13.30 NOTIZIARIO TG La7
13.55 REAL TV Il contratto
- Gente di talento
16.00 FILM Star Trek II:
L'ira di Khan
18.00 TELEFILM NYPD Blue
"Donne in prima fila"
"Stupro e commedia"
20.00 NOTIZIARIO TG La7
20.30 ATTUALITÀ In Onda
21.30 TELEFILM L'ispettore
Barnaby "Recensioni peri-
colose"
23.35 TELEFILM Medical
Investigation "Il pelleros-
sa"
0.30 NOTIZIARIO TG La7
0.40 ATTUALITÀ M.O.D.A
1.25 FILM Bellezze sulla
spiaggia
3.15 FILM L'incredibile
affare Kopcenko

TRAME DEI FILM PROGRAMMIDA NON PERDERE

/ La fabbrica di cioccolato
Da quindici anni Willy Wonka, eccentri-
co milionario, detiene l’assoluto predo-
minio del mercato del cioccolato. Eppu-
re, per tutto questo tempo, nessuno ha
mai visto operai entrare o uscire dalla
fabbrica di Wonka. Nessuno, d’altro
canto, può affermare di aver visto Won-
ka stesso. Il lungo silenzio viene inter-
rotto da un improvviso annuncio: Won-
ka aprirà il suo regno di cioccolata e
svelerà ogni suo “segreto”.
Italia 1 21,10
/ Genitori e figli
Il confronto-scontro tra il mondo degli
adulti e quello dei giovani di oggi attra-
verso lo sguardo disincantato della
quattordicenne Nina. Quando una mat-
tina il suo professore d’italiano Alberto,
reduce da una furibonda lite con il
figlio Gigio, assegna alla classe un tema
del titolo “Genitori e Figli: istruzioni
per l’uso”, per lei è l’occasione di parla-
re, per la prima volta a cuore aperto,
della sua famiglia e dei due genitori...
Sky Cinema 1 21,10
 Che tempo che fa  Ulisse: Il piacere della scoperta
Grandi ospiti nel salotto di Fabio Fazio. In questa puntata “Ulisse”conduce gli
Cinema protagonista con l’attore Silvio spettatori alla scoperta della storia del-
Orlando e il regista Paolo Virzì, che ha la civiltà greca, la prima nata in Euro-
avuto grande successo al botteghino e pa, raccontata al tempo del suo massi-
dalla critica con il suo ultimo film “La mo splendore e che, espandendosi nel
prima cosa bella”. Intervista con un bacino del Mediterraneo, ha dato origi-
grande personaggio qual è Gino Strada, ne in Italia a quella che noi oggi cono-
fondatore di Emergency, che darà la sciamo come Magna Grecia. Le città
/ Wild 2 - La caccia è aperta  In Onda
propria opinione riguardo il conflitto greche, sparse per il Mediterraneo arri-
Si chiama “Primal park”e offre delle Continuano gli sbarchi di immigrati
libico. Infine sarà la volta del composi- varono ad essere quasi 700. E di queste
attrazioni che nessun altro parco diver- sulle coste di Lampedusa mentre sulla
tore Fabio Vacchi. quasi un terzo si trovano in Italia.
timenti può offrire: animali preistorici questione si inasprisce il “braccio di fer-
riportati in vita tramite la clonazione.
Rai 3 20,10 ro”tra Italia e Francia. In Parlamento
Rai 3 21,30
Il giorno dell’inaugurazione, sulla la battaglia sull’approvazione del “pro-
splendida isola dove si trova il parco, il cesso breve”continua. Ospiti: l’On.
multimilionario Niles, ideatore del pro- Daniela Santanchè (PdL), sottosegreta-
getto, non potrebbe essere più soddi- rio alla Presidenza del Consiglio, la
sfatto. Ma qualcosa va storto e le temi- senatrice Angela Maraventano (Lega),
bili tigri dai denti a sciabola venute dal Vicesindaco di Lampedusa e Michele
passato riescono a fuggire dalle gabbie. Emiliano (PD) Sindaco di Bari.
Italia 1 0,30 La7 20,30
Sabato 9 aprile 2011 pagina 17

SECONDO TEMPO

feedback$
MONDO
IL FLOP DI THE DAILY
WEB
di Federico Mello
è INTERNET DIRITTO COSTITUZIONALE
PASSA LA MOZIONE ALLA PROVINCIA DI ROMA
Internet come diritto della Costituzione. Testualmente:
“Introdurre nella Costituzione italiana l’articolo 21 bis per
garantire a tutti i cittadini il diritto di accedere alla rete
Internet”. È quanto chiede la mozione promossa dal
Gruppo del Pd e approvata oggi dal Consiglio provinciale di
Roma. L’art. 21 bis, proposta dal giurista e costituzionalista
Commenti al post
su ilFattoQuotidiano.it
“La Casta dimentica il
Parlamento pulito. Il 16
aprile i cittadini di
nuovo in piazza”
Stefano Rodotà, dovrebbe avere la seguente stesura: “Tutti

Non convince è LINUX COMPIE VENT’ANNI

FESTEGGIATO A SAN FRANCISCO
Linux, il sistema operativo open source
hanno eguale diritto di accedere alla Rete
Internet, in condizione di parità, con modalità
tecnologicamente adeguate e che rimuovano
ogni ostacolo di ordine economico e sociale”.
Altri comuni ed enti locali si stanno muovendo
è CREDO che se non ci
fosse la rete sarebbe ancora
tutto più difficile, speranza ne
abbiamo e credo che il popolo
si stia svegliando. Manca

l’iQuotidiano lanciato nel 1991 da Linus Torvald, compie

ra stata strombazzata ai quat-
Esecolo:
tro venti come la novità del
la nuova frontiera del
giornalismo sembrava ormai
spianata verso successi futuri,
tutti digitali. Oggi, a due mesi di
distanza, non si sa con precisio-
ne a quanto ammontino le ven-
dite di The Daily, il primo quoti-
diano esclusivamente realizzato
per l’iPad, dal gruppo editoriale
di Rupert Murdoch in collabora-
zione con Apple. Ma secondo gli
analisti editoriali statunitensi, il
quotidiano solo digitale sta con-
tinuando a perdere lettori ora
che è diventato a pagamento (99
centesimi alla settimana o 40
dollari all’anno), dopo un primo
periodo di distribuzione gratui-
ta segnato da un grande entusia-
smo generale. Alcuni si spingo-
no a fare la cifra di 5 mila abbo-
nati paganti, quando la soglia di
pareggio era fissata a 750 mila.
Va inoltre aggiunto che secondo
uno studio di KnowDigital,
azienda leader nelle ricerche di
mercato sui media, gli articoli
dell’iQuotidiano di Murdoch so-
no ritenuti dai suoi stessi lettori
poco attraenti rispetto a quanto
pubblicato sui siti di news. Il
possibile flop di The Daily non
stupisce troppo rispetto alle di-
namiche analoghe evidenziate
da altre testate. Come riporta
wwd.com, negli Usa, la versione
per la tavoletta del magazine Va-
nity Fair ha venduto 8700 copie di
digitali nell’edizione di novem-
bre, in calo rispetto alle 10500 di
agosto. Stessa sorte per la rivista
GQ e, caso indicativo, la versio-
ne Usa di Wired, la bibbia degli
smanettoni nel mondo: partito
con 100 mila download nel nu-
mero gratuito – per iPad – di giu-
gno, ha visto crollare a una me-
dia di 22 mila download a paga-
mento nei mesi invernali. C’è in-
fine da segnalare il caso di Project
rivista pensata solo per iPad dal
patron della Virgin Richard
Branson: dopo tre numeri a pa-
gamento, è stato rilasciato gra-
tuitamente il numero di marzo.
La morale è semplice: l’iPad, per
quanto strumento molto evolu-
to, non sembra ancora in grado
di rimpiazzare la vecchia carta.
f.mello@ilfattoquotidiano.it
vent’anni. L’anniversario è stato festeggiato a
San Francisco nell’ambito del
Linux Foundation
Collaboration Summit che si è
per chiedere che l’accesso alla rete diventi un
diritto costituzionale.
ancora continuità e forza
visiva, ma stiamo arrivando, e
no ce ne per nessuno, è solo
questione di tempo.
Antonio c
chiuso negli scorsi giorni.
Come fa notare il portale
geekissimo.com, Linux,
è PREGHIERA della sera:
Grillo grilletto dacci una
migliorato negli anni da una mano e anche una speranza a
comunità mondiale, è tanto scardinare tutta stà feccia che
affidabile da animare il noto galleggia in abbondanza.
acceleratore di particelle del Amen
Cern, da essere stato utilizzato Liselot
per realizzare gli effetti speciali
del film Avatar, e “gira” ormai è ERA ORA che Grillo si
sui “500 principali facesse sentire perchè qui
super-computer del mondo”. tutto tace e loro vanno avanti
a fare i loro interessi senza
tener minimamente conto di
quello che chiedono i
cittadini.
Cittadina
è E ALLORA? Davvero
credevate che avrebbero
discusso e approvato una
legge così? É ovvio che
avrebbero fatto finta di nulla.
Bisogna essere degli illusi per
sperare che questa politica
facesse finalmente qualcosa
per il cittadino: non possono
certo segare il ramo su cui
stanno seduti no?
Una copertina di The Daily; L’approvazione di questa legge
il logo di Linux; Rupert Murdoch; sarebbe stata l’inizio della fine
Bush e Zuckerberg del sistema che ci governa!
nella sede di Facebook Dwight70

I FILM LO SPORT è SI CHIAMA fare il muro

di gomma, avete mai visto
SC1= Cinema 1
SCH=Cinema Hits
SCF=Cinema Family
SCC=Cinema Comedy
SP1=Sport 1
SP2=Sport 2
GRILLO DOCET qualcuno che dibatte e vota la
SCP=Cinema Passion SCM=Cinema Max SP3=Sport 3
IL FAR WEST sua condanna a morte ? Cari
DEGLI INNOCENTI sudditi, illusi della democrazia
17.50 Spia e lascia spiare SCC 15.55 Calcio, Premier League
“Ci sono storie che non riesco a partecipata, rassegnatevi !
17.55 L'uomo che fissa le 2010/2011 32a giornata Chelsea
metabolizzare. Hanno ammazzato Gaetano Spero che siate in tanti e che
capre SCH - Wigan Athletic (Diretta) SP3
De Marco, stamattina. Lo hanno fatto a San vi facciate sentire!
18.40 Forrest Gump SC1 16.30 Rugby, Heineken Cup Lorenzo del Vallo, qualche chilometro da Ripazia
19.05 Gioco a due SCM 2010/2011 USA Perpignan - Cosenza. Calabria, terra dei clan e della coca,
19.10 Brothers SCP Stade Toulousain (Diretta) SP2 regione dove lo Stato esiste solo alle elezioni. A Gaetano è CHIARO che l’iniziativa
19.15 La dura verità SCC 18.00 Calcio, Liga 2010/2011 hanno scaricato addosso una dozzina di colpi. Era in popolare venga ignorata: se il
19.30 In fuga a quattro 31a giornata Athletic Bilbao - macchina, fra una sigaretta e i suoi pensieri. In bocca ancora il cittadino scopre che è
zampe SCF Real Madrid (Diretta) SP1 gusto di un caffé pastoso preso al bar sotto casa. I killer lo sovrano del suo paese per i
19.30 La Pantera Rosa 2 SCH 18.15 Automobilismo, Ferrari hanno raggiunto a bordo di una moto di grossa cilindrata. politicanti di professione è
21.00 Star System SCC Challenge 2011 Da Monza Gara hanno agito con una pioggia di fuoco devastante, esplodendo finita. Hanno paura della base.
21.00 Il postino SCP 1 (Diretta) SP2 un numero di colpi che bastava per far fuori dieci persone. I Guildenstern von Kalte
21.00 Giorni contati SCM 19.55 Basket, Serie A maschile sicari della Santa si muovono così, esagerano. Sanno di non
21.00 Una notte al museo 2: 2010/2011 Anticipo 25a giornata poter fallire, la vittima deve spirare prima dell’arrivo è MA SE la legge decadesse
La fuga SCF Benetton Treviso - Dinamo Sas- dell’ambulanza. Il suo non è un omicido come gli altri. si potrebbe farne un’altra
21.10 The Italian Job SCH sari (Diretta) SP3 Gaetano con la ‘ndrangheta non c’entrava niente. Non uguale oppure la legge non lo
21.10 Genitori e figli: agitare 20.40 Calcio, Serie A 2010/2011 trafficava armi, non spacciava coca. Viveva di precarietà quotidiane. consente? Resta una
bene prima dell'uso SC1 Anticipo 13a giornata ritorno Ma una colpa l’aveva: era fratello di Aldo che il 17 gennaio vergogna... casta di destra e
22.50 Come te nessuno mai SCF Udinese - Roma (Diretta) SP1 scorso uccise il giovane figlio di un boss del posto, dopo sinistra intoccabile... ma le
22.55 Sex Movie in 4D SCC 21.30 Golf, Augusta Masters una storia di liti e di parcheggi. (...) Un mese e mezzo fa a cose devono cambiare, la
23.00 Liebestraum SCP 2011 3a giornata (Diretta) SP2 Gaetano avevano ucciso moglie e figlia: Rosellina Indrieri vostra era è finita!
23.10 Snatch - Lo strappo SCM 21.55 Calcio, Liga 2010/2011 (45 anni) e Barbara De Marco (26) chiacchieravano in Zelio87
23.10 Vittime di guerra SCH 31a giornata Maiorca - Siviglia cucina. I killer entrarono in casa, piombarono in cucina e
23.10 Case 39 SC1 (Diretta) SP3 fecero fuoco uccidendole a bruciapelo, come si fa con le è UNA CURIOSITÀ:
0.25 Cool Runnings SCF 0.30 Calcio, Bundesliga bestie. Gaetano quella sera aveva esagerato con l’alcool ed era perchè la manifestazione
0.50 Un ragazzo tutto nuovo SCC 2010/2011 29a giornata Schalke andato a dormire prima. Quella bevuta gli aveva salvato la vita. davanti Montecitorio se la
0.55 Il coraggio di cambiare SCP 04 - Wolfsburg (Replica) SP3 Ma Gaetano doveva morire. Adesso mi piace pensare a proposta di legge è stata
Gaetano con sua presentata ed è ferma al
moglie e sua figlia. è LA CHIESA INCONTRA I BLOGGER Senato (palazzo Madama)?
Insieme, in un posto APPUNTAMENTO IN VATICANO IL 2 MAGGIO Viper
RADIO diverso. É l’unico
pensiero che mi calma,
quasi mi rasserena.
Sempre più attivo il Vaticano sul fronte
Internet: dopo il seminario suoi social
network, la benedizione degli hacker (su
è SONO troppo impegnati a
farsi le leggi che vanno bene a
è OBAMA VA DA FACEBOOK
A “Radio2 Live” il concerto di LA PRIMA VOLTA DI UN PRESIDENTE
Perché voglio credere Civiltà cattolica), e varie prese di posizione
al viaggio delle anime. E pubbliche, arriva l’incontro con i bloggers
loro stessi, ci mancherebbe
che trovino il tempo, in quasi
Nas & Damian Marley Barack Obama, lanciato nella
campagna per la sua rielezione, non
quelle non le avrete mai nella città santa, il pomeriggio del 2 maggio. 4 anni, di mettere all’ ordine
Radio2 propone in esclusiva un altro eccezionale ap- vive”. Biagio Simonetta L’evento, organizzato dai Pontifici Consigli del giorno le proposte
perde tempo. Come al solito, parte
puntamento live in diretta, con l’unica apparizione ita- della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, democratiche di iniziativa
da Internet: il prossimo 20 aprile
liana di Nas e Damian Marley, che presentano a Milano ha come obiettivo quello di permettere un popolare. E su chi dovremmo
sarà il primo presidente in carica a
il loro show “Distant Relatives”: un evento rap e reggae dialogo tra blogger e rappresentanti della contare ora ? Su Napolitano ?
fare un’apparizione in diretta su Facebook, durante una
stellare. Il rapper americano Nasir Jones, in arte Nas, e Chiesa, “per condividere le esperienze di Buona notte!
visita al quartier generale del sito blu a Palo Alto (dove
la superstar del reggae Damian “Junior Gong” Marley, coloro che sono attivi in questo campo e per Luca Brischetto
è già stato ospite George W. Bush che, nell’occasione,
uno dei figli del grande Bob Marley, hanno pubblicato meglio capire le esigenze di tale comunità”.
dimostrò un buon feeling con Zuckerberg). Quella di
in coppia nel 2010 l’album “Distant Relatives”, salutato Nelle prima delle due sessioni previste, è PURTROPPO il
Obama sarà una vera e propria “Facebook Town Hall”,
dal pubblico e dalla critica come uno dei dischi black cinque bloggers, in rappresentanza delle Movimento 5 stelle è
una riunione civica a cui potranno partecipare tutti gli
più belli degli ultimi anni. Il disco, iniziato nel 2008, è diverse aree linguistiche, affronteranno temi un’entità fantasma, non si fa
utenti del social netwrork. “Il presidente si connetterà
stato registrato tra Los Angeles e Miami. La maggior specifici di importanza generale. Nella mai sentire se non in
parte della produzione è stata composta da Damian
con gli americani in tutto il paese per discutere le difficili
seconda ci sarà la testimonianza di persone sporadiche plateali
con suo fratello Stephen Marley, usando strumentazione scelte sulla nostra economia”, ha reso noto la Casa
impegnate nelle strategie comunicative della circostanze e poi silenzio. E la
live, e il ricavato dell’album è stato utilizzato per Bianca che trasmetterà l’evento anche sul suo sito, dove
Chiesa che presenteranno le iniziative per un gente si dimentica della sua
costruire nuove scuole in Africa. Nas e Damian Marley sarà possibile inviare le domande per il presidente.
incontro efficace tra la Chiesa e bloggers. esistenza! A mio parere credo
hanno mescolato elementi provenienti dalla musica L’invito è aperto, per partecipare bisogna che così non possa
africana oltre che da reggae, dancehall e hip-hop. inviare un’email a blogmeet@pccs.it con un funzionare.
Radiodue 21,00 link al proprio blog. D@vide
pagina 18 Sabato 9 aprile 2011

SECONDO TEMPO

BATTIBECCO
PIAZZA GRANDE É di Massimo Fini

Sturmtruppen al “Secolo”
di Flavia Perina
aro direttore, le scrivo
è diventata una versione sfiga-
ta della Fortezza Bastiani. Il
“nemico” dietro le colline so-
più fingere di seguire il leader
che ha imposto Fiuggi e l'ade-
sione ai valori del popolarismo
Buttafuoco che “se non ci fosse
stato Berlusconi la destra sa-
rebbe diventata oscena, una di
CONDANNATI
ALLA CRESCITA
D opo la tragedia di Fukushima sono state avanzate le
soluzioni più svariate: centrali nucleari 'sicure' di terza o
quarta generazione, rafforzamento del già consistente
apparato idroelettrico e, naturalmente, valorizzazione delle
cosiddette fonti di energia 'alternative' o 'pulite', fotovoltaico,
solare termico, eolico. Non esistono fonti di energia che, usate

C
perché le performance
dei Galeazzo Musolesi
della ex An credo meriti-
no una pubblica riflessione sul-
la evoluzione della cultura po-
litica della destra italiana (quel-
la rimasta fedele al Cavaliere).
Da sedici anni gli “ex impre-
sentabili” rivendicano orgo-
gliosi la svolta del '94, quando i
lavacri di Fiuggi e lo sdogana-
mento da parte di Silvio Berlu-
sconi li avrebbero finalmente
mostrati al Paese nella giusta lu-
ce: una comunità di patrioti,
democratici da sempre nono-
stante lo stereotipo violento
cucitogli addosso, con una sto-
ria controversa ma perbene,
sopravvissuta alla temperie del
Novecento grazie a dirittura
morale, coraggio, assoluta leal-
tà reciproca. La favola si è in-
franta nello spettacolo visto al-
la Camera nell'ultima settima-
na, quando sono stati proprio
loro, gli “sdoganati”, Ignazio La
Russa e Massimo Corsaro, a
mostrare che sotto gli abiti di
sartoria quel mondo è rimasto
lì, alla vecchia San Babila, tra il
mito ridicolo ma vagamente in-
quietante del santo manganel-
lo e lo scaciato populismo in
camicia nera dei loro anni '70.
Ma c'è una piccola storia, la sto-
ria del mio “ex giornale”, il Se-
colo d'Italia, che illumina la ve-
rità meglio delle intemperanze
in diretta tv cui tutta l'Italia ha
assistito.
Dunque, da dieci giorni sono
stata cacciata. E di questo si è
già parlato abbastanza. Nulla si
è detto invece delle modalità
con cui la “'Gnazio editore”,
come l'ha chiamata Stefano Di
Michele, assieme alle sue bri-
gate d'assalto sta governando il
giornale dopo esserselo preso
con un blitz amministrativo. Le
disposizioni arrivano per
iscritto, con fogli d'ordine re-
capitati da segretarie o fattori-
ni. Bisogna controfirmarle, per
fornire la prova che siano state
ricevute e recepite. Il primo e
principale dei dispacci ha fis-
sato la regolamentazione degli
accessi in redazione: cono-
scenti, parenti, collaboratori,
colleghi, devono identificarsi
all'entrata. Il loro nome viene
trascritto su un apposito regi-
stro. L'ingresso deve essere au-
torizzato dal direttore respon-
sabile Luciano Lanna (che ov-
viamente si è rifiutato di svol-
gere mansioni da questurino)
oppure dall'Amministrazione,
entità evocata con la maiuscola
come le mitiche Istanze Supe-
riori degli anni delle Br o il
Grande Fratello di orwelliana
memoria. La schedatura degli
ospiti viene quotidianamente
trasmessa alla medesima Am-
no, immagino, i Tartari finiani
di cui si deve esorcizzare l'in-
visibile ma incombente pre-
senza per spianare la strada a
un'altra creatura fantastica: il
Nuovo Direttore. Non l'hanno
ancora trovato. E non me ne
sorprendo: anche la vecchia
becerodestra aveva lo stesso
problema, tantoché nella cin-
quantennale storia del giorna-
le si contano solo due “esterni”
approdati alla guida dell'orga-
no di partito, Alberto Giovan-
nini (formidabile ma a fine car-
riera, arrivò nel 1982 e morì
nel 1984) e Giano Accame (as-
sunto in una breve parentesi di
rinnovamento). L'elenco dei
giornalisti contattati e lusinga-
ti per prendere il mio posto è
lunghissimo: Torriero, Dell'O-
refice, Giuli (Antonella), Para-
disi, un paio di nomi del Gior-
nale, De Angelis, Malgieri, But-
tafuoco. Tutti hanno detto no,
perché un conto è essere amici
dei sanbabilini e un conto è
consegnare la propria immagi-
ne professionale a gente che –
per restare nella metafora della
celebre piazza milanese – pas-
sa la giornata davanti al bar a
insultare i passanti e a mostrare
i bicipiti sotto le magliette grif-
fate.
E allora, la vicenda del Secolo
spiega bene il punto. C'è una
destra impresentabile che non
è cambiata mai. È passata ob-
torto collo sotto le forche cau-
dine di Fiuggi, si è acconciata a
raccontarsi democratica e civi-
le per esigenze di mercato, ha
cambiato barbiere e sarto, ma
non si è mai culturalmente evo-
luta e dopo la cacciata di Gian-
franco Fini è tornata a essere se
stessa probabilmente con un
sospiro di sollievo. Non deve
Se Ferrara si
mette a regime
di Giandomenico Crapis
a sera di martedì 10 no-
europeo, non deve più nem-
meno preoccuparsi di sembra-
re “normale”, ma può riconci-
liarsi con la sua natura peggio-
re sotto lo sguardo benevolo di
Silvio Berlusconi che ha biso-
gno esattamente di questo:
qualcuno che presidi la nicchia
elettorale della retorica post-
missina, il ciarpame dell'anti-
comunismo fuori tempo mas-
simo, i “miti della razza e degli
odi di partito”, come cantava
Guccini negli anni '80.
Scrisse una volta Pietrangelo
Il giornale da cui
sono stata cacciata
è commissariato e
si è trasformato
in una mediocre
caricatura della
Fortezza Bastiani,
dove si attende
inutilmente
l’assalto dei
Tartari finiani
mane successive ad esibirsi, au-
tentica novità della televisione
italiana, mettendo sotto proces-
quelle pagliaccesche parodie
come se ne possono trovare
nel mondo: xenofobia, isteria
sociale, razzismo, islamofo-
bia”. Oggi scopriamo che la ve-
rità è l'esatto opposto. Sotto la
guida del Cavaliere, un re Mida
all'incontrario, gli ex colonnel-
li “escono al naturale”, quasi
che si volessero definitivamen-
te adeguare allo stereotipo de-
scritto da un loro amico poli-
tico, Camillo Langone, sul Fo-
glio di qualche mese fa: “Una ge-
nia di umanoidi”, “protagonisti
dei limacciosi anni di piom-
bo”, “rottami della storia”, “co-
lor nero di seppia, o fogna”.
“Solo Berlusconi, umanamen-
te troppo buono e politica-
mente troppo smanioso di vin-
cere, poteva farsi carico di
voialtri”, concludeva Langone.
Col senno di oggi, direi che ci
aveva visto lungo. E l'unico, ve-
ro, dispiacere è per quel gior-
nale, per il “mio” Secolo (ne so-
no ancora socia per l'un per
cento), con il quale abbiamo
appassionatamente cercato di
mettere in luce “l'altra faccia”
della destra, finito in balia di
queste sgangherate Stur-
mtruppen che pensano di go-
vernare le idee con i Telegram-
men del Kolonnellen.
(FOTO EMBLEMA)
Troppe
chiacchiere e
poche immagini:
il direttore del
“Foglio” gioca di
rimessa
abbandonando la
in modo massivo, non siano inquinanti, in un modo o
nell'altro. Alcuni anni fa in una piattissima regione fra Olanda
e Belgio, battuta dal vento, furono impiantate trecento
enormi torri eoliche. Gli abitanti ne uscirono quasi pazzi. Per il
rumore delle pale e perché erano abituati ad avere davanti
agli occhi una pianura sconfinata che ora trovavano sbarrata
da queste torri. Un foglio di carta in una casa è un innocente
foglio di carta, centomila fogli ci soffocano. Non c'è niente da
fare.
Nessuno ha osato proporre la soluzione più ovvia: ridurre la
produzione. Questo è il tabù dei tabù. Perché il nostro
modello di sviluppo è basato sulla crescita. A qualunque
costo. Il lettore avrà sentito dire mille volte, e non solo in
questi tempi di crisi, da politici, di destra e di sinistra, da
economisti, da sindacalisti: "Bisogna stimolare i consumi per
aumentare la produzione". Se la guardate bene, a fondo,
questa frase è folle. Perché vuol dire che noi non
produciamo più per consumare, ma consumiamo per
produrre. Che non è il meccanismo economico al nostro
servizio, ma noi al suo.
La crescita non è un bene in sé. Anche il tumore è una
crescita: di cellule impazzite. Il tumore dell'iperproduttività
finirà per distruggere il corpo su cui è cresciuto. Non perché
verranno a mancare le fonti di energia e le materie prime
come nel 1972 ipotizzavano che sarebbe avvenuto entro il
Duemila quelli del Club di Roma nel loro libro-documento 'I
limiti dello sviluppo' (magari ci avessero azzeccato,
saremmo stati costretti ad autoridurci per tempo): la
tecnologia è probabilmente in grado di risolvere questo
problema. Ma per la ragione opposta. Un modello che si
basa sulle crescite esponenziali, che esistono in matematica
ma non in natura, quando non potrà più crescere, perché
non troverà più mercati dove collocare i propri prodotti,
imploderà su se stesso. Sarà uno tsunami economico
planetario.
Questo il futuro prevedibile. Ma basta il presente. La
spietata competizione economica fra Stati - questa è, in
estrema sintesi, la globalizzazione - passa attraverso il
massacro delle popolazioni del Terzo e ora anche del Primo
mondo. In termini di più lavoro, di più fatica, di stress, di
angoscia, di un perenne pendolo fra nevrosi e depressione in
una mancanza di equilibrio e di armonia che ha finito per
coinvolgerci tutti. E gli stessi autori de 'I limiti dello sviluppo',
che non erano dei talebani, ma degli scienziati per di più
americani, del mitico Mit, quindi dei positivisti, non
ponevano la questione solo in termini tecnici, ma umanistici
e concludendo il loro documento scrivevano: "È necessario
che l'uomo analizzi dentro di sé gli scopi della propria
attività e i valori che la ispirano, oltre che al mondo che si
accinge a modificare, incessantemente, giacché il problema
non è solo di stabilire se la specie umana potrà sopravvivere,
ma anche, e soprattutto, se potrà farlo senza ridursi a
un'esistenza indegna di essere vissuta".
Ma non sono stati ascoltati. Corre, corre la 'società del
benessere', col suo sole in fronte e le sue inattaccabili
certezze, e, come un toro infuriato, non si rende nemmeno
conto, mentre già gronda sangue, che, in ogni caso, al fondo
non più tanto lontano dalla strada delle crescite
esponenziali l'aspetta la spada del matador.
re da quelle informative. Oggi
‘peso d’oro’ gioca di rimessa: è
questo il primo motivo del suo
insuccesso.
toro, ai Lerner, all’Annunziata,
tutti professionisti dotati di un
loro tasso di faziosità giocato pe-
rò a 360 gradi, e quindi credibi-
Il secondo è il format del pro-
gramma. Biagi costruiva il suo
‘Fatto’ ricorrendo ad una mae-
stria tecnica che dosava le paro-
le con immagini e servizi brevi.
le. Appunto, è quest’ultima do-
te che è mancata, almeno fino-
ra, agli uomini ‘provati’ nei tal-
kshow dalla destra. Ferrara, a
differenza dei suoi predecesso-
Biagi con eloquio piano ed effi- ri, è animale televisivo e fine
cace offriva agli spettatori pillo- cervello e potrebbe prima o poi
le d’informazione poco inclini decidere che il suo ruolo è an-

ministrazione. Non solo: il con-
siglio di amministrazione inse-
diato con la scusa di una “ge-
stione più pluralista”, fin dalla
prima settimana ha delegato
ogni suo ruolo e compito a una
persona che neanche ne fa par-
te, il signor Giordano, fedelis-
simo di Ignazio La Russa e per
suo conto tra i Garanti della
Fondazione ex-An. Un uomo
solo al comando della norma-
lizzazione...
Quella che era una libera co-
munità di giornalisti, intellet-
tuali, amici, gente della cultura
o della politica – come può te-
stimoniare il collega Luca Tele-
se, tante volte ospite da noi du-
rante la chiusura delle pagine –
L
vembre 1987 Giuliano Fer-
rara inaugurava con ‘Linea
rovente’, prima dello stes-
so Santoro, prima di Lerner, una
nuova fase dell’informazione tv,
spettacolare ed aggressiva.
Quella sera metteva sotto accu-
sa il ‘mago’ Verdiglione, ridico-
lizzandolo e accompagnandolo
con perfida ironia alla fine di un
processo con tanto di accusa e
difesa, ad un rogo virtuale. Il ‘gu-
ru’ della psicanalisi, allora di
moda, era stato riconosciuto
colpevole di avere abusato della
credulità degli italiani che si era-
no fidati di lui (ma guarda un po’
come va la storia). Ferrara
avrebbe continuato nelle setti-
so l’ex ministro Nicolazzi, Pan-
nella, altri potenti, lo stesso
Gheddafi (naturalmente contu-
mace). Due anni dopo ‘tradiva’
la Rai per Berlusconi con ‘Radio
Londra’: la sera della prima pun-
tata, il 13 febbraio, su Canale 5
non risparmiava critiche feroci
al Tg1, colpevole di avere cen-
surato Montanelli che aveva det-
to male di De Mita. Sembra
un’altra epoca. Non è la BBC
quella di Ferrara e del suo nuovo
programma. ‘Radio Londra’ og-
gi è un flop, gli ascolti al ribasso,
rispetto al passato, anche quel-
lo de ‘La 7’, Ferrara è altra cosa.
Verboso, con poche immagini e
molta chiacchiera, non è nem-
meno più il comiziante ‘colto e
verve piratesca.
Questo è il primo
motivo del flop di
Radio Londra
spettacolare’ di una volta. Il pro-
tagonista sembra stanco e svuo-
tato, soffre la mancanza del con-
traddittorio e della rissa, ha per-
so pure la verve ‘piratesca’ del
passato: forse perché la sua fa-
ziosità d’assalto a differenza di
oggi correva allora parallela alle
spinte che mandavano in crisi la
vecchia repubblica e le sue bi-
zantine istituzioni, a comincia-
ad assecondare il potere, qual-
siasi potere. Ferrara conciona
per cinque minuti che sembra-
no lunghissimi, lo fa con uno sti-
le differente, se quello era nazio-
nalpopolare lui è più diretto e
polemico, usa termini e riferi-
menti decisamente sopra la me-
dia. Poi scivola, paradossalmen-
te, nel vecchio vizio del comu-
nista presuntuoso ed antipati-
co: ‘adesso vi spiego io come
stanno le cose’ sembra dire.
Il terzo motivo è che il giorna-
lismo funziona se fa da contro-
potere, se fa le pulci ai potenti di
turno, di ogni colore. Per que-
sto la destra non è riuscita quan-
do ci ha provato a mettere in
campo una sua risposta ai San-
che quello di ‘disturbare il ma-
novratore’. Del resto Radio Lon-
dra questo era: ‘messaggi spe-
ciali’ indirizzati ad un popolo
che tollerava la guerra e il fasci-
smo per spingerli a liberarsene.
Tutt’altro da ciò che si vede oggi
in coda al tiggì di Minzolini, i cui
già bassi ascolti il ‘nostro’ riesce
a spingere ancora più giù. Siamo
sinceri, più che a ‘Radio Londra’
del colonnello Stevens, le con-
versazioni di Ferrara andrebbe-
ro paragonate alle mitiche ‘Cro-
nache del regime’ di Roberto
Forges Davanzati, 15 minuti di
commento ai fatti del giorno
che andavano in onda sulla ra-
dio fascista: cronache brillanti,
ma pur sempre di regime.
Sabato 9 aprile 2011
Il Parlamento italiano ha
MAIL
deciso che gli asini volano
Caro direttore, l'italia di oggi è
surreale: una maggioranza parla-
mentare, esito di compravendita,
decide che l'asino vola e i giorna-
listi (a tappeto) fanno approfondi-
te disquisizioni sull'ipotesi, sotto
gli occhi dei guardiani del potere,
con dibattiti patetici ed offensivi
anche per un'intelligenza medio-
cre. Se domani approveranno che
la luna è quadrata, un'imponente
macchina mediatica si metterà in
moto per dimostrarlo. Voi che
avete voce dovete gridare forte e
chiaro il senso delle cose: non
permettete mai la volgare mistifi-
cazione mediatica della realtà.
Con stima.
Giovanna de Gregorio
Addio alle ordinanze
dei sindaci-sceriffi
Sono contento che la Consulta
abbia bocciato le illiberali ordi-
nanze “creative” dei sinda-
ci-sceriffi. Leggi illegittime per
fare cassa e dare visibilità con
spot elettorali mascherati da
provvedimenti a vanitosi primi
cittadini in vena di popolarità te-
levisiva e nei giornali. Bene quin-
di che sia arrivato lo stop alle or-
dinanze anti-lucciole e anti-ac-
cattoni. A Padova, ad esempio,
Flavio Zanonato non dorme dal
1994, ma non si è accorto che la
società è cambiata ed è finito “il
tempo delle mele” e anche della
“famiglia del Mulino Bianco” ed
è giusto che, condannando lo
schiavismo e la tratta con le leggi
che ci sono e che debbono es-
sere applicate, non si vieti sesso
mercenario tra adulti consen-
zienti, come peraltro succede
massicciamente in alte sfere e
nei “Palazzi”. Su questo punto,
attendiamo una buona legge na-
zionale che regolamenti la pro-
stituzione.
Giuseppe Carosella
LA VIGNETTA
Diritto di Replica
Pirelli e i buchi nella
governance di Telecom
Gentile direttore, in replica all'ar-
ticolo di ieri titolato "Da Pirelli a
lezioni di gestione, i preziosi con-
Abbonamenti
Queste sono le forme di abbonamento
previste per il Fatto Quotidiano.
Il giornale sarà in edicola 6 numeri
alla settimana (da martedì alla domenica).
• Abbonamento postale annuale (Italia)
Prezzo 200,00 € • 4 giorni
Prezzo 290,00 € • 6 giorni
E' possibile pagare l'abbonamento annuale
postale ordinario anche con soluzione
rateale: 1ª rata alla sottoscrizione,
2ª rata entro il quinto mese.
pagina 19
SECONDO TEMPO
IL FATTO di ieri 9 aprile 1868
BOX Sospeso, senza stipendio, dalla Cattedra di Eloquenza
italiana dell’Università di Bologna per due mesi e quindici
giorni, a partire dal 9 aprile 1868. Successe a Giosuè
Carducci, vittima di un vero e proprio golpe ministeriale
voluto dall’allora Ministro dell’Istruzione Emilio Broglio
contro il “professore giacobino”, reo di aver firmato un
indirizzo di saluto a Mazzini e Garibaldi, nell’anniversario
della Repubblica Romana, “resistenza solenne alla
Furio Colombo
7 A DOMANDA RISPONDO prepotenza straniera”. Un’umiliazione di cui si troverà
traccia nel ricco epistolario e che accrescerà la sua vis
SONO GIUDICI polemica contro il “moderatismo neoguelfo e ipocrita” e,
più avanti, contro “la politica grigia, intrisa di meschine
camarille” dei vari governi postunitari. Il profilo politico del
O BRIGATISTI? poeta Carducci è spesso nell’ombra. Interprete, con i suoi
sarcasmi e le sue scomuniche letterarie dell’ideologia della
aro Colombo, con un colpo sia l'imprenditore sia il governante, vedi che l'uomo sinistra garibaldina e repubblicana, Carducci fu in realtà
C investigativo ammirevole il capo del
governo ha scoperto le nuove Brigate
di Arcore ha portato nella politica lo stesso spirito
delle tasse: annunci, prometti, ti impegni, presenti
sempre in stretta sintonia con le vicende storiche della
Penisola, appassionato apostolo del messaggio mazziniano
Rosse. Sono i giudici. In particolare i alcune frasi nobili. E non paghi. Nel rapporto e del laicismo risorgimentale. Un’eticità schietta, la sua, in
giudici che indagano o incriminano il privato vigono regole più strette che il nostro eroe cui proprio il laicismo, costante della sua poetica, sarà
cittadino Silvio Berlusconi, come può ha imparato dalla vita, da gli affari, dallo stalliere l’elemento di coesione del suo mondo artistico e umano.
accadere a qualunque altro cittadino. Ma che, per un periodo adeguato, ha soggiornato ad Giovanna Gabrielli
Silvio Berlusconi è il presidente del Arcore. E anche dalla frequentazione di alcuni
Consiglio. Dunque chi tocca, anche solo amici con un passato d'onore, che certe cose le
con la carta, Silvio Berlusconi è delle sanno: mai promettere qualcosa (un mutuo, un di trasformazione urbana erano fare cassa – vale oggi parecchi mi-
Brigate Rosse. Ti torna? posto di sottosegretario) a qualcuno che sta necessarie. La vendita è stata quan- lioni. La cessione della Centrale del
Vladimiro offrendo onorevolmente il suo servizio, e non to più trasparente possibile: proce- Latte, dopo 15 anni, resta una sto-
rispettare l'impegno. Tanto più che deputati e dura aperta con la partecipazione ria di successo industriale e occu-
SILVIO BERLUSCONI senatori ti guardano. E potrebbero trarre delle maggiori aziende italiane; as- pazionale che ha messo fine a una
conosciuto nei telegiornali come presidente del conseguenze positive o negative da pronto o segnazione al (di gran lunga) miglio- perdita pubblica intollerabile e
Consiglio nella Repubblica italiana, vive in un mancato adempimento di impegno. Resta il re offerente; ripetute deliberazioni portato guadagno all’amministra-
mondo parallelo che esiste, autonomo, molto al di versante “minaccia”, il ponte che connette del consiglio comunale; al termine, zione civica. Come finirà la contro-
sopra, e quando necessario cala a farsi vedere. l'astronave Berlusconi al resto del mondo ovvero la addirittura, un referendum popo- versia giudiziaria, non lo so – c'è
Usa due soli punti di aggancio con il mondo di tutti: parte riottosa e non sottomessa degli italiani. lare tra tutti gli elettori romani – stata finora una dozzina di pronun-
minacce e promesse. A giudicare dagli effetti, a Berlusconi li disprezza con sincerità perché non voluto da una strana alleanza tra ce contrastanti – ma so che noi non
volte anche immediati, le promesse devono essere capisce come si possa rinunciare a lui e al suo l’estrema sinistra e le destre – che abbiamo svenduto nulla, e siamo,
importanti e – bisogna rassegnarsi a dirlo – monte premi, e intende “fargliela pagare” con tale confermò in pieno la scelta del- anzi, orgogliosi di ciò che con tanta
scrupolosamente mantenute. La foto, degna di foga, con tale slancio che pensi a un impegno l’Amministrazione. Dopodiché, in- fatica e assoluta onestà abbiamo
Robert Capa, scattata alla Camera, del deputato pedagogico: fare il trattamento Boffo a uno perché finiti ricorsi, denunce, pronunce, fatto.
neo-berlusconiano che quasi si alza in volo per tanti altri diventino amici e abbiano – in quella che continuano ancora oggi. Linda Francesco Rutelli
arrivare in tempo al suo posto e al voto dovuto, amicizia – la loro legittima convenienza. Ecco un Lanzillotta impose al vincitore (la
resterà un documento della sotto-storia italiana. modo di interpretare quella espressione di fatica e Cirio di Cragnotti) le seguenti con- Se a distanza di così tanti anni dalla
Poiché parliamo di promesse, e poiché sono di pazienza, da missionario in terra pagana, proprio dizioni: piena tutela occupazionale, vendita della Centrale del latte di
questi giorni l'orrore fatto patire deliberatamente quando dice le cose peggiori e usa le minacce più garanzia dell’acquisto del latte Roma ci sono “infiniti ricorsi,
sia agli abitanti di Lampedusa sia agli immigrati pericolose per il futuro o la carriera di qualcuno. presso gli allevatori del territorio, denunce e pronunce che continuano
scampati al mare e aggrappati agli scogli senza C'è dietro quel tuonare cose terribili un “possibile mantenimento del sito produttivo, ancora oggi”, come correttamente
alcuna assistenza, ed è di questi giorni che non capiscano, che non aprano gli occhi?”. Lo investimenti, garanzia della qualità ricorda l’ex sindaco Francesco
l'anniversario del terremoto de L'Aquila, città stupore di Berlusconi verso i giudici che continuano del prodotto. Tutti impegni mante- Rutelli, vuol dire che quella cessione
martire del berlusconismo, è necessario imperterriti a indagare e rinviare a giudizio gli nuti. Cirio, però, violò un impegno a molti apparve ed appare non del
distinguere il foglio dal grano nel magico mondo di risulta incomprensibile dopo il quasi completo preciso: di non rivendere la Cen- tutto chiara. E non per le finalità
Berlusconi. Si direbbe, osservando, che sia in cedimento (lungo un arco vastissimo, tra trale entro i successivi 5 anni. Non politiche (non aveva senso, infatti,
vigore, senza eccezione alcuna, questa distinzione asservimento rigoroso e circospetta autocensura) è vero che la penale fosse pari al- che il Comune continuasse a
netta e tassativa: le promesse al Paese o a una del giornalismo italiano. Azzardo una conclusione: l'intero prezzo d'acquisto: ciò sa- produrre latte e yogurt, oltretutto
comunità devono essere fantasiose, più grandi è possibile che Berlusconi creda davvero nella sua rebbe stato in contrasto con le rimettendoci), ma per i suoi
dell'umano e mai mantenute (le due prime qualità, accusa. Chi resisterebbe a una vita in pace con lui, norme comunitarie. E’ vero che, meccanismi finanziari e tecnici. A
fantasia e grandezza, servono a impedire di dunque con i relativi benefici, se non fosse pazzo dopo un duro negoziato, noi otte- cominciare dal divieto di vendita nei
sapere in tempo che niente è accaduto; quando si (l'ha già detto in passato) o brigatista? nemmo il pagamento immediato di 5 anni successivi imposto
scopre, ben altri problemi attanagliano, e altre una multa quindici volte superiore all’acquirente Sergio Cragnotti
promesse fantasiose e grandissime possono essere Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano (15 miliardi di allora), ad intero be- (Cirio) e sorretto da una sanzione
presentate, provocando nuovo stupore e così via). 00193 Roma, via Valadier n. 42 neficio delle casse comunali. La blanda di appena 1 miliardo di lire,
In altre parole, se ti metti dalla parte di Berlusconi, lettere@ilfattoquotidiano.it Centrale, peraltro, non era stata così come lo stesso Rutelli ribadisce.
ceduta a uno speculatore, ma alla Se poi la vicenda della vendita a
Parmalat, il principale, ambito, Cragnotti e la successiva cessione da
gruppo italiano del settore (non quest’ultimo a Parmalat a prezzo
certo per 800 miliardi! Era parte di notevolmente maggiorato è stata la
sociazione di più soggetti, non c'è sistema di controllo interno e, un'operazione molto più vasta di premessa per un successo
sistema di regole e di verifiche che soprattutto, nelle procedure di acquisizioni di marchi). Da allora, è imprenditoriale, ce ne rallegriamo
possa garantire a priori nessuna funzionamento e controllo della stata obiettivamente ben gestita. tutti ed è merito di chi subentrò al
società. In Telecom i controlli c'e- funzione Security". Oltre alla vicenda Infatti, se davvero, come vorrebbe Comune di Roma nella proprietà e
rano ed erano idonei, come rico- della security (quella di Tavaroli) il una sentenza del Consiglio di Stato, nella gestione.
nosciuto anche dall'attuale mana- rapporto Deloitte citato dai sindaci la Centrale dovesse tornare al Co- Dan. Mart.
gement della società nel caso della prende in esame i casi Sparkle e sim mune di Roma, questo ne guada-
vicenda Sparkle da voi citata. È im- false. Su entrambi ora indaga la gnerebbe moltissimo, poiché la ge-
portante non confondere il ruolo magistratura e le irregolarità si sono stione privata l’ha senz'altro valo-
della governance e le sue finalità verificate mentre Chiappetta con i rizzata: il 6% circa tuttora in pos-
con le attività, i compiti e gli stru- gradi di general counsel era tra i sesso del Comune – noi l’avevamo IL FATTO QUOTIDIANO
menti investigativi propri invece manager di punta di Telecom. mantenuto come garanzia, e l’at- via Valadier n. 42 - 00193 Roma
dell'Autorità giudiziaria. A que- v.mal. tuale sindaco vuole venderlo per lettere@ilfattoquotidiano.it
st'ultima abbiamo sempre assicu-
rato trasparenza e collaborazione Rutelli “Nessuna svendita
effettiva, come ci è stato ufficial-
mente riconosciuto in più occasio- della centrale di Roma” Direttore responsabile
ni. Caro direttore, ho letto, purtrop- Antonio Padellaro
Francesco Chiappetta po in ritardo, l’articolo pubblicato Vicedirettore Marco Travaglio
dal “Fatto” il 31 marzo sulla Cen-
L'avvocato Chiappetta sostiene che trale del Latte di Roma, e ti chiedo Caporedattori Nuccio Ciconte e Vitantonio Lopez
in Telecom i controlli "c'erano ed ospitalità per una replica. Non è ve- Progetto grafico Paolo Residori
erano idonei". È la sua opinione. Il ro, infatti, che “la Giunta Rutelli Redazione
collegio sindacale di Telecom se n'è svendette la Centrale”; ed è utile 00193 Roma , Via Valadier n°42
fatta una diversa. Nella relazione, precisare alcuni punti su una vicen- tel. +39 06 32818.1, fax +39 06 32818.230
sigli di Chiappetta", vorrei fare al- resa nota pochi giorni fa, che da che resta attualissima. Come e-mail: segreteria@ilfattoquotidiano.it
sito: www.ilfattoquotidiano.it
cune considerazioni. Tra i compiti accompagna il bilancio 2010 del correttamente ricordato da Da-
Editoriale il Fatto S.p.A.
della buona governance c'è certa- gruppo telefonico, si legge niele Martini, la Centrale perdeva
Sede legale: 00193 Roma , Via Valadier n°42
mente quello di creare un sistema testualmente: "Dagli esiti del decine di miliardi all’anno quando
di controllo il più possibile efficien- Rapporto Deloitte sono risultate io diventai sindaco. Un “buco” tre- Presidente e Amministratore delegato
te. Ma a fronte di una volontà espli- confermate le carenze negli assetti mendo per una finalità assurda: Giorgio Poidomani
cita di commettere un reato, ancor organizzativi della società produrre latte e yogurt pubblici, Consiglio di Amministrazione
più quando si perpetra tramite l'as- (inadempimento), in particolare nel mentre ben altre priorità sociali e Luca D’Aprile, Lorenzo Fazio, Cinzia Monteverdi, Antonio Padellaro
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