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ALESSANDRO PORTELLI

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Bruce Springtsteen: Born to Run, l'autobiografia

il manifesto 5 ottobre 2016 “Le parole vorticavano impetuose come una
tempesta, schiantandosi l’una contro l’altra senza ritegno”: è Bruce
Springsteen che parla del suo primo disco. ma vale anche per questo
libro. Springsteen è anche un artista della parola; e la prima cosa che si
chiede a un libro è che sia un atto di parola sostenuto, competente e L I N K E C O N TAT T I

godibile. Questo lo è: non la solita autobiografia di star – anche se a Chi è Alessandro Portelli
volte rischia di scivolarci dentro – descrizioni di concerti, cene con i Una proposta di lavoro culturale
VIP… - ma un’autobiografia vera. Da un’autobiografia ci si aspetta in
Scrivi ad Alessandro Portelli
primo luogo che la persona che scrive di sé sia anche rappresentativa,
che la sua sia anche la storia di un tempo e di un luogo. La città di
Freehold, le case e le mezze case) della famiglia Springsteen le DOWNLOAD
tocchiamo, le sentiamo, le odoriamo, con tutti quelli che ci vivono
Lezioni di storia: i giorni di Roma - 24
dentro. La musica è la chiave con cui Springsteen spiega questo mondo, marzo 1944: Le Fosse Ardeatine
ma questo mondo è anche la chiave che ci fa capire come nasce la
Lezioni di storia: Sulla scena di Roma:
musica. L’entusiasmo – la notte, le ragazze, le macchine – di tante
Il bombardamento di San Lorenzo
canzoni di Springsteen acquista profondità e ambiguità perché sullo
sfondo dei luoghi e nel futuro dei personaggi stanno periferie proletarie
dove vivere, fuggire, tornare: “Per raccontare la loro vita occorreva un POST RECENTI
mix tra il romanticismo cupo e violento del doo-wop, il vigoroso
Tutto il giorno di ieri sui media
realismo del soul e quella vaga promessa di ascesa sociale offerta dalla
rimbalzava una n...
Motown […] L’atteggiamento alternativo degli Stones e dei loro colleghi
Nel 1950, nel libro La folla solitaria,
negli anni Sessanta non rispecchiava l’esperienza di quei ragazzi. E chi
un testo d...
se lo poteva permettere? C’era da lottare, stringere i denti, lavorare,
Bruce Springtsteen: Born to Run,
proteggere ciò che era tuo, restare fedele ai tuoi compagni, ai tuoi
l'autobiografia
antenati, alla famiglia, al territorio, ai fratelli e sorelle greaser, alla
La scheda, il fucile e Dallas
patria. Erano queste le cose che ti rimanevano quando tutto il resto si
ILouisiana, Minnesota: il delirio
sgretolava, quando le mode passavano e mettevi incinta la tua ragazza,
dell'onnipotenza
quando tuo padre finiva in galera o perdeva il lavoro e toccava a te
https://www.youtube.com
rimboccarti le maniche”. In secondo luogo, ci aspetta la ricostruzione di
/watch?v=KwYE2d0h170: semik...
un percorso: come l’io narrato diventa l’io narrante. Avevano ragione i
L'Europa del genocidio respinge i
suoi genitori, scrive Springsteen: la possibilità che “il quindicenne
migranti
foruncoloso di Freehold, New Jersey, con la sua chitarra Kent da due
Joe Hill: 1915-2015
soldi” sarebbe stato l’unico a salire un giorno sul palco coi Rolling
Stones, suoi idoli adolescenziali (e davanti a centomila romani al Circo "Adua" di Igiaba Scego - il manifesto
Massimo) era “una su un milione”. Come è successo? “Non ero nato 15.12.2015
genio. Per sopravvivere in quel mondo avrei dovuto metterci tutto me Link a una pr esentazione del mio
stesso, l’astuzia, le doti musicali, la presenza scenica, l’intelligenza, il libro su Bruce S...
cuore e la volontà”. Genio, diceva Thomas Edison, è “uno percento
ispirazione, novantanove percento sudore”. “Ho lasciato abbastanza
ARCHIVIO
sudore sui palchi di tutto il mondo da riempire almeno uno dei sette
mari”, scrive Springsteen. E’ l’etica operaia trasferita nella musica (gli maggio 2006
Steel Mill: “musica operaia, fragorosamente chitarristica con sonorità luglio 2006
di matrice Southern rock”); ma è “sudore” anche il lavoro mentale, settembre 2006
l’intelligenza: “la mia Asbury Park era un’isola di disadattati e colletti ottobre 2006
blu, intelligenti ma non intellettuali” (il corsivo è mio!). Ma il sudore
novembre 2006
non è tutto: quell’un percento, che Springsteen chiama “talento” è
dicembre 2006
intangibile e inspiegato. Dice una canzone di Iris Dement: “let the
gennaio 2007
mystery be”, accettiamo il mistero. E un po’ di mistero è bene che
febbraio 2007
rimanga anche qui. Infine, ci si aspetta un percorso di conoscenza di sé,
un modo per esplorarsi scrivendo. C’è una parola inattesa che ricorre marzo 2007

più volte: “rabbia” – accumulata nell’infanzia cattolica, covata ed aprile 2007

esplosa da suo padre nel silenzio e nella birra, interiorizzata e repressa maggio 2007
fino a inquinare i rapporti più profondi: un “abisso in cui rabbia, paura, settembre 2007
sfiducia, insicurezza e una misoginia di matrice famigliare facevano a ottobre 2007
pugni con le mie doti migliori”. C’è una felicità, scrive, che è “la sorella novembre 2007
allegra della depressione”. Come l’euforia delle canzoni giovanili stava dicembre 2007
sullo sfondo della violenza di classe, così lo Springsteen atletico e
gennaio 2008
vitalistico che vediamo sul palco è anche l’esorcismo di depressioni
febbraio 2008
ricorrenti e curate con l’analisi e i farmaci, e con il lavoro di scrivere
marzo 2008
questo libro. “Ho passato la vita a combattere, studiare, suonare e
aprile 2008
lavorare, perché volevo ascoltare e conoscere tutta la storia, la mia
storia […] per potermi liberare dalle sue influenze più deleterie […] maggio 2008

Non so se ci sono riuscito, il diavolo è sempre dietro l’angolo, ma so che settembre 2008
è quanto mi sono impegnato a fare da giovane, con me stesso e con te”. novembre 2008

A L E S A N D R O P O RTE L I | 3 :32 PM 4 C OMME NTI

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