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ALESSANDRO PORTELLI
31 MAGGIO 2006
Un grande grazie
Carissime\i,
come forse avrete già saputo, sono rientrato fra i candidati eletti al
consiglio comunale di Roma nella lista di Rifondazione Comunista. E'
una bella soddisfazione, tanto più nel contesto di una nitida vittoria del
centrosinistra a Roma (oltre al sindaco, praticamente in tutti i L I N K E C O N TAT T I
Il cuore in periferia
POST RECENTI
“Roma è stata sempre bolscevica”, cantavano, con qualche eccesso di
Tutto il giorno di ieri sui media
ottimismo ma non senza indizi di ragione, gli Arditi del Popolo che nel
rimbalzava una n...
1921 avevano ricacciato indietro la prima spedizione fascista, a San
Nel 1950, nel libro La folla solitaria,
Lorenzo, Trionfale, Valle Aurelia. “Questa città ribelle e mai domata”,
un testo d...
cantavano più tardi i comunisti e i partigiani che avevano resistito
Bruce Springtsteen: Born to Run,
all’occupazione nazista. Roma ha la fama di una corpo inerte, reso
l'autobiografia
indifferente e cinico dal peso di una lunga storia che grava addosso alla
La scheda, il fucile e Dallas
città con tutta la massa del Cupoloone o del Colosseo. Però basta
ILouisiana, Minnesota: il delirio
scendere in strada, muoversi un poco fuori della cerchia dei
dell'onnipotenza
monumenti e delle cartoline per trovare anche una città viva e capace
https://www.youtube.com
di resistenza e ribellione.
/watch?v=KwYE2d0h170: semik...
Per trovare questa città, però, bisogna andare ai margini: nelle
L'Europa del genocidio respinge i
periferie, nelle borgate. È qui, infatti, che si è fatta in gran parte la
migranti
storia di Roma nel ‘900. Ai confini di Roma, le deportazioni fasciste che
Joe Hill: 1915-2015
creano le borgate come Tiburtino III o Borgata Gordiani, presto nidi di
antifascisti, si incrociano con le migrazioni di massa che, in violazione "Adua" di Igiaba Scego - il manifesto
delle norme fasciste sulle residenza (rimase in vigore fino agli anni ’60) 15.12.2015
portano a Roma una popolazione proveniente da tutto il Sud, una Link a una pr esentazione del mio
miscela di culture che porta con sé la memoria delle lotte contadine del libro su Bruce S...
Sud, e cresce e si trasforma in condizioni di precarietà, senza diritti. Ed
è ancora in questi territori che viene a insediarsi l’immigrazione più
ARCHIVIO
recente, ripetendo in parte le esperienze degli immigrati meridionali di
una o due generazioni fa: Roma multietnica è radicata a Centocelle maggio 2006
come al Tufello, a Prima Porta come a Torre Maura. Se uno cerca dov’è luglio 2006
che la città è cambiata, insomma, è da qui che deve cominciare a settembre 2006
cercare. ottobre 2006
La storia demografica della città si intreccia in periferia con la sua
novembre 2006
storia politica. Se è vero che le azioni partigiane più clamorose (a
dicembre 2006
partire da via Rasella) sono avvenute nel centro storico dove si
gennaio 2007
insediavano i comandi tedeschi, è altrettanto vero che è in periferia che
febbraio 2007
la resistenza assume una dimensione di massa che va oltre la
clandestinità. Al Quarticciolo si evolve l’ambigua epopea del “Gobbo”; marzo 2007
Donna Olimpia e Val Melaina sono il teatro di numerose azioni aprile 2007
partigiane e di aggregazioni politiche originali (a Donna Olimpia è un maggio 2007
prete oggi dimenticato, don Volpino, che aiuta e protegge i partigiani e settembre 2007
nasconde le armi); a Ponte Milvio come a Portonaccio, le donne ottobre 2007
organizzate dalla resistenza assaltano i forni per il pane e la farina che novembre 2007
mancano ai loro figli (a Portonaccio, basta ricordare Caterina dicembre 2007
Martinelli, uccisa – come è scritto nell’epigrafe di Mario Socrate –
gennaio 2008
perché non poteva sopportare il pianto dei suoi sette figli affamati). La
febbraio 2008
prima strage nazista – 10 fucilati tra la gente che era andata a cercare
marzo 2008
cibo,o armi, o tutti e due, in una caserma abbandonata – ha luogo a
aprile 2008
Pietralata; l’ultima, quattordici prigionieri politici fucilati a freddo sul
ciglio della Cassia – alla Storta. maggio 2008
È soprattutto nel quadrante sudest della città – lungo la Prenestina e la settembre 2008
Casilina, le strade che portano ad Anzio e Cassino – che la resistenza novembre 2008
assunse dimensioni di movimento popolare, tanto che per qualche dicembre 2008
tempo fu possibile immaginare che zone come Certosa o Tor Pignattara gennaio 2009
fossero vere e proprie “repubbliche liberate”. Sono decine i partigiani febbraio 2009
operai del Casilino e Prenestino che figurano fra gli uccisi nella strage marzo 2009
nazista delle Fosse Ardeatine. Ma la vendetta nazista si abbatte con
aprile 2009
violenza estrema soprattutto sul Quadraro, la borgata sulla Tuscolana
maggio 2009
che Kappler definì “nido di vipere” per la protezione che dava ai
giugno 2009
partigiani che vi si rifugiavano. Nell’aprile del 1944, i nazisti rastrellano
luglio 2009
il Quadraro e deportano oltre 900 uomini; quanti sono quelli che non
tornarono non lo sappiamo, ma il prezzo pagato da questa “borgata di settembre 2009
uomini liberi” fu certamente altissimo. ottobre 2009
La storia di lotta delle periferie romane non finisce con la resistenza, novembre 2009
ma continua nella battaglia per il risanamento delle borgate e nella dicembre 2009
lotta per la casa. I protagonisti sono spesso i medesimi: i gappisti gennaio 2010
venuti dal centro (Carla Capponi è il punto di riferimento delle donne marzo 2010
di Borgata Gordiani come Rosario Bentivegna per Pietralata); e gli
aprile 2010
stessi partigiani locali, come il socialista Licata e il comunista
Franchillucci a Centocelle, per i quali la lotta per condizioni decenti di maggio 2010
vita è la continuazione naturale della resistenza. Ancora a cavallo degli giugno 2010
anni ’60 e ’70,il movimento delle occupazioni – il Comitato Agitazione ottobre 2010
Borgate e il Sindacato Inquilini e Assegnatari – organizza gente di novembre 2010
periferia e in periferia – Casal Bruciato, Val Melaina, Centocelle –
dicembre 2010
individua i suoi obiettivi. In periferia, fra Tiburtina, Salaria, Casilina, si
gennaio 2011
concentra l’intervento sulle fabbriche e la lotta per le autoriduzione
febbraio 2011
della nuova sinistra negli anni ’70. E qui, da Forte Prenestino a
marzo 2011
Centocelle a La Strada a Garbatella alla Snia Viscosa al Pigneto, nasce e
si sviluppa l’esperienza dei centri sociali. aprile 2011
Ricordo una mattina, davanti a un blocco di case occupate alla maggio 2011
Serpentara, oltre Montesacro: arrivavano le camionette a sgomberare giugno 2011
gli occupanti, e una donna commentava ad alta voce, “come i tedeschi, agosto 2011
dieci italiani per un tedesco facevano”. Lo sgombero violento delle case settembre 2011
occupate faceva parte della stessa storia delle Fosse Ardeatine, la storia marzo 2012
di una Roma di periferia capace di memoria storica e di una combattiva aprile 2012
consapevolezza dei propri diritti. Ricordo un’immigrata abruzzese nelle
luglio 2012
baracche dell’Acquedotto Felice che dava a un’antica strofa narrativa
novembre 2012
un significato nuovo, di identità e solidarietà in una città che ti rifiuta:
dicembre 2012
“Se il papa santo mi donasse Roma e mi dicesse lascia anda’ chi t’ama,
febbraio 2013
io gli risponderei: Sacra Corona, vale più chi m’ama che tutta Roma.”
Roma (Roma del potere, delle cupole e dei santi) non la amava – ma aprile 2013
Un inno religioso è diventato una canzone di lotta, adesso la canzone febbraio 2015
26 MAGGIO 2006
24 MAGGIO 2006
19 MAGGIO 2006
17 MAGGIO 2006
11 MAGGIO 2006
Ci vediamo il 23 maggio
In risposta ad Alemanno
[…] “La verità? – dichiara Sandro Portelli – È che anche io non vorrei
commentare le dichiarazioni di Alemanno. Sono davvero fuori luogo. E
del resto queste battute le sentiamofare continuamente. Come fate a
tenere insieme La Rosa nel Pugno e Rifondazione? Ma si vuole capire
che la politica o per lo meno la “nostra” visione della politica è diversa
da quella del centrodestra? Per noi le differenze sono ricchezza.”
Portelli, docente di letteratura angloamericana, risponde quasi con
stanchezza all’ennesima polemica sollevata da Alemanno, Si trova nella
Casa della memoria e a presentare l’ultimo libro del circolo “Gianni
Bosio” (“un anno durato due decenni, storie di persone comuni prima
durante e dopo il ’68” edito da Odradek, ndr) di cui ha curato
l’introduzione. “Ecco – spiega – ciò che non si vuole proprio capire è
esattamente questo. L’esperimento tutto da realizzare anche per una
città come Roma, anche se è un laboratorio politico in cui molto si è
fatto, è proprio quello di capire il portato della cultura delle differenze.
In definitiva – aggiunge – penso che sia essenziale stare insieme senza
annullarsi creando una cultura dell’unificazione e del confronto
aperto.” È questo del resto il metodo usato in tutta questa campagna
elettorale. E su Roma le differenze contano. “C’è un’idea determinante
– conclude – ed è quella che la città appartiene a tutti. E questa idea è
importante non nel senso di una mediazione al ribasso ma nel senso
più alto del termine”.
CM
C'è una frase di Gianni Bosio che Alessandro Portelli ha scelto per
spiegare il segno della sua candidatura come capolista (indipendente)
per il Prc alle elezioni comunali romane del 28-29 maggio: «Il lavoro
culturale è spinto così dalla logica della non integrazione a costruirsi le
armi per difendere la possibilità di sopravvivere; il lavoro culturale non
può che trasformarsi in lotta politica per propria difesa e perché la lotta
politica diventa il livello più alto di ogni lavoro culturale». Questa frase,
ci spiega il nostro amico, «esprime bene un'idea che ho in testa da
tempo. Ogni volta che qualche studente mi domanda a cosa serva
studiare la letteratura, mi chiedo cosa rispondere. Finalmente ho
trovato la risposta: non serve a niente. La letteratura, come l'arte, la
musica, la cultura sono un fine e non un mezzo». Portelli insegna
letteratura americana alla Sapienza e è consigliere delegato del sindaco
di Roma per la tutela e la valorizzazione della memoria storica della
città. Ha insegnato passione e mestiere a una schiera di giovani
ricercatori, Portelli vuol dire momoria orale, antifascismo, ci ha
inegnato ad amare «l'altra America». Collabora con il manifesto dal
'72.
06 MAGGIO 2006
Perciò le fonti del rock and roll stanno nella musica profonda dello
spiritual (Mary Don’t You Weep, Jacob’s Ladder), delle migrazioni
(Mrs. McGrath), delle canzoni di lavoro (Erie Canal, John Henry, Pay
Me My Money Down), delle filastrocche per bambini (Froggie Went
a-Courtin’), della frontiera (Jesse James, Shenandoah, My Oklahoma
Home), dei movimenti di liberazione (Eyes on the Prize, We Shall
Overcome). Pete Seeger e Bruce Springsteen, e attraverso di loro
ancora Dan Emmett, Woody Guthrie, Guy Carawan – non hanno fatto
altro che cantare, a modo loro, l’America che vedevano e quella che
speravano di vedere.
Altre tre canzoni collegano la resistenza alla schiavitù con la lotta per i
diritti civili attraverso il linguaggio di libertà dello spiritual. In Mary
Don’t You Weep, forse il brano più travolgente del disco (c’è sempre
una Mary nei dischi di Bruce Springsteen, da Thunder Road a Mary’s
Place), l’annuncio dell’apocalisse – “questo mondo comincerà a
scuotersi e tremare”, “reel and rock” - acquista un nuovo accento
quando la parola “rock” la riprende il rocker Bruce Springsteen:
l’apocalisse è la rivoluzione ma è pure una festa, una rivoluzione che si
può ballare. We Are Climbing Jacob’s Ladder è l’assalto al cielo,
gradino per gradino sulla scala di Giacobbe verso il paradiso e la
libertà. La più radicale è Keep Your Eyes on the Prize: non perdere di
vista il sogno, “hold on”, aggrappati, resisti. Forse proprio We Shall
Overcome è meno entusiasmante; però il modo intimista con cui la
canta Bruce Springsteen (come Piero Brega in Su comunisti della
capitale) conferma un’intuizione presente già in classici come
Badlands: il “noi” sociale comincia nel rapporto d’amore, già la coppia
è una minisocietà che rompe con l’individualismo egoista – “Darling,
we shall overcome”.
05 MAGGIO 2006
Appuntamenti
Domenica 21 magio ore 20
Parco Nemorense
Comizio di chiusura della Festa di Liberazione del II
Municipio
Partecipano:
Givanni Russo Spena - Senatore di Rifondazione Comunista
Alessandro Portelli - Capolista di Rifondazione Comunista alle elezioni
comunali
Neda Graziani - Capolista di Rifondazione Comunista nel II Municipio
Intervengono:
Giuliano Vassalli (Presidnete Emerito della Corte Costituzionale)
Carlo Vallauri (Università di Siena)
Alessandro Portelli (Università di Roma "La Sapienza")
Davide Conti (Università di Roma "La Sapienza")
Giulia Rodano (Assessore alla Cultura della Regione Lazio)
Info: 06 6876543
Intervengono:
SANDRO PORTELLI
DANTE POMPONI
Candidati al Consiglio Comunale di Roma
CARLA CORCIULO
Candidata al Consiglio del V° Municipio di Roma
Partecipano:
LUIGI NIERI
Assessore al Bilancio della Regione Lazio
MARIA CRISTINA PERUGIA
Parlamentare e Segretaria della Federazione di Roma
Sono anni che mi occupo di via Rasella e delle Fosse Ardeatine, e ogni
volta mi trovo davanti allo stesso meccanismo. È un po’ come la storia
del lupo e dell’agnello: c’è una conclusione precostituita e, se un
argomento per sostenerla viene meno (“mi intorbidi l’acqua”) se ne
inventa un altro, più specioso ancora (“hai parlato male di me”) e poi
un altro e un altro e un altro, all’infinito. Lo stesso vale per via Rasella,
anche nel caso di Vespa: costretto ad ammettere che i manifesti non ci
furono, si inventa che però i partigiani dovevano sapere che ci sarebbe
stata la rappresaglia perché i nazisti avevano preavvertito (e non è vero
neanche questo, e risulta dalle parole dello stesso Kappler), poi che i
poveri poliziotti in uniforme nazista erano in realtà degli italiani padri
di famiglia (come se vestire l’uniforme di un esercito occupante non
fosse un’aggravante, per un italiano; e come se l’età media dei poliziotti
del Bozen non fosse in realtà di 33 anni) e via arrampicandosi sugli
specchi pur di non rinunciare all’unica cosa che gli interessa: negare il
significato dell’azione partigiana e con essa di tutta la Resistenza. Per
questo ha ragione Luzzatto quando parla di “dialogo fra sordi”. In
realtà, Bentivegna ascolta e replica, ma dall’altra parte c’è un sordo che
non vuole sentire.
Alla fine, Vespa non sa più che pesci prendere, e si limita a ripetere che
“l’attentato di via Rasella fu un gravissimo errore.” La risposta finale di
Bentivegna è tagliente: “Credo nella sua buonafede,” concede, “ma il
problema dei problemi è che lei ha dato una versione non corretta dei
fatti, condita di insinuazioni e ambiguità, perché aveva orecchiato le
consuete mistificazioni e le ha riportate senza la necessaria verifica”.
04 MAGGIO 2006
Chi sono
Sono nato a Roma nel 1942. Di mestiere, insegno letteratura americana
alla Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università la Sapienza. Ho
svolto l’incarico di Consigliere delegato del Sindaco di Roma per la
tutela e la valorizzazione delle memoria storiche della città; ho fondato
e presiedo il Circolo Gianni Bosio per la conoscenza critica e la
presenza alternativa delle culture popolari; faccio parte del consiglio
direttivo dell’IRSIFAR (Istituto Romano per la Storia d’Italia dal
Fascismo alla Resistenza) e ho la tessera dell’ANPI. Collaboro al
manifesto fin dal 1972, e ho scritto spesso anche su Liberazione e
l’Unità.
Ho studiato, insegnato e diffuso la cultura dell’America a cui vogliamo
bene – quella di Woody Guthrie, Pete Seeger, Bob Dylan, Bruce
Springsteen, di Malcolm X; Martin Luther King, Cindy Sheehan; Mark
Twain, Don DeLillo, Spike Lee, Woody Allen. Ho raccolto le canzoni
popolari e politiche e la memoria storica orale di Roma e del Lazio,
collaborando con il Canzoniere del Lazio, Giovanna Marini, Sara
Modigliani, Piero Brega, Ascanio Celestini. Ho conosciuto i partigiani e
le partigiane di Roma e i familiari degli uccisi delle Fosse Ardeatine, e
dai loro racconti ho messo insieme la loro storia. Ho ascoltato i racconti
delle borgate e dei quartieri popolari, dalle occupazioni delle case degli
anni ’70 alla storia orale di Centocelle. Ho cercato di non limitarmi a
studiare e a scrivere, ma anche di organizzare cultura: mettere in piedi
strutture (dal Circolo Bosio alla Casa della Memoria); fondare e far
vivere riviste; condividere con gli altri, attraverso dischi e libri, quello
che ho imparato; coinvolgere persone più giovani e aprirgli spazi;
organizzare eventi, concerti, incontri. Ho accompagnato gli studenti
romani ad Auschwitz, ho girato decine di scuole per parlare della
memoria, della democrazia, dell’antifascismo. E ho voglia di continuare
a farlo.
Le mie passioni sono l’uguaglianza, la libertà, l’insegnamento, la
musica popolare, la memoria, ascoltare i racconti delle persone, i libri e
i film, e il rock and roll.