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Eva Baldini

Biologa nutrizionista
* baldinieva@gmail.com
bioscienze.bsl@gmail.com
055( 340 2845838
8450260

LA SINDROME DEL COLON IRRITABILE E LA DIETA


FODMAP, UN APPROCCIO POSSIBILE.

Fermentable Oligosaccharides (frutani e galatani) Disaccarides (latosio)


Monosaccharides (frutosio) And Polyols (alcol-zuccheri)

Al giorno d’oggi sono moltissime le persone che accedono agli ambulatori di nutrizione con
problematiche legate al cosiddeto “colon irritabile”, tanto che la prevalenza nei paesi
industrializzati raggiunge circa il 20% della popolazione, dove le donne sono più colpite degli
uomini (rapporto 2:1).
In realtà soto questo nome relativamente generico si raggruppa un ampio insieme di disturbi
intestinali cronici, riferibili appunto al trato di intestino crasso noto come colon.
Come primo passo è fondamentale fare una distinzione tra quelle che sono le Malatie
Infiammatorie Croniche Intestinali (denominate MICI), e quella che è invece una sindrome
estremamente diversa: se nelle prime abbiamo una vera e propria alterazione dell’anatomia
intestinale (Morbo di Chron, Colite ulcerosa..), ciò non avviene in caso di colon irritabile, dove
l’anatomia intestinale non presenta alcuna alterazione o anomalia.
Proprio a causa della mancanza di alterazioni struturali, il colon irritabile rientra nei “disturbi
funzionali gastrointestinali (Functional Gastrointestinal Disorders – FGD), caraterizzati da una
combinazione variabile di sintomi ricorrenti o cronici.

La Commissione Roma III ha definito i criteri della diagnosi, comunque per nulla semplice, per
almeno due motivi: la mancanza di un test diagnostico specifico e l'aspecificità dei sintomi (si
trata infati si manifestazioni comuni a tante altre patologie dell'intestino).
Tutavia, secondo la Commissione si può parlare di sindrome del colon irritabile quando i sintomi
permangono da almeno 12 setimane, non necessariamente consecutive, e che nei 12 mesi
precedenti ci siano stati disagi addominali con almeno tre delle seguenti carateristiche:
- dolore o fastidio addominale che migliora con l’evacuazione
- esordio associato ad un cambiamento di frequenza dell’evacuazione
- esordio associato ad un cambiamento di forma (aspeto) delle feci.

La diagnosi è ulteriormente supportata da alcuni sintomi:


- frequenza dell’alvo anormale (più di tre volte al giorno o meno di tre a setimana)
- consistenza delle feci alterata
- disturbi alla defecazione (senso di urgenza, sforzo eccessivo, sensazione di svuotamento
incompleto)
- presenza di muco nelle feci
- meteorismo o distensione addominale.
Eva Baldini
Biologa nutrizionista
* baldinieva@gmail.com
bioscienze.bsl@gmail.com
055 8450260
( 340 2845838

Nonostante la grandissima difusione di persone afete da questo disturbo, ed i numerosi studi in


merito, le vere e proprie cause della sindrome del colon irritabile rimangono un enigma.
Secondo alcune ipotesi più atendibili all'origine della condizione ci sarebbe una comunicazione
anomala tra encefalo, fibre nervose che innervano l'intestino e muscoli intestinali, che potrebbe
evolvere in alcuni dei sintomi tipici (dolore, crampi addominali, stipsi, diarrea, gonfiore,
meteorismo…), mentre altre ipotesi puntano il dito contro determinate categorie di alimenti, in
particolare i carboidrati, ma anche alcune proteine, come il glutine.
E’ noto che fatori psicologici sono documentati in circa l’80% dei soggeti afeti da colon
irritabile (ansia, somatizzazione, depressione), tutavia non sembra l’unica causa. Vari studi
suggeriscono infati che la flora baterica intestinale possa essere alterata nei soggeti afeti, ed in
particolare sono stati evidenziati efeti positivi sul quadro intestinale in seguito alla
supplementazione con prebiotici (fibra solubile che rappresenta un substrato per i nostri bateri) o
probiotici (microrganismi vivi che si ritrovano nel nostro intestino).

Il primo passo per risolvere il quadro di IBS (Irritable Bowel Syndrome - sindrome del colon
irritabile) è sicuramente rappresentato da un’atenzione alla flora baterica intestinale, che deve
essere in equilibrio e ben nutrita (basti considerare che nel nostro intestino risiedono 1,5 Kg di
bateri, di circa 500 specie diverse!); esistono poi varie sostanze fitoterapiche che possono essere
di supporto (uno fra tanti l’olio essenziale di menta piperita, che ha la proprietà di rilassare la
muscolatura liscia intestinale, di alleviare gli spasmi ed i crampi addominali, normalizzare l’alvo
alterno ed agire come carminativo naturale, eliminando meteorismo e flatulenza).
A volte, però, questi interventi non sono suficienti, e le persone continuano, se pur con frequenza
spesso inferiore, a lamentare il disturbo.
Alcuni studi hanno quindi aperto all’atenzione all’alimento stesso come possibile causa di IBS,
non a causa di intossicazioni o allergie alimentari, ma di intolleranze, definite come reazioni
avverse non tossiche e non immuno-mediate ad alcuni componenti dei cibi (istamina,
glutammato, ecc..) o reazioni metaboliche dovute ad alterato assorbimento di alcuni carboidrati
(per esempio i FODMAP, appunto).
La dieta FODMAP rappresenta uno, non ovviamente il solo, dei possibili approcci alla sindrome
del colon irritabile, vediamola nel detaglio.

IL RAZIONALE: Gli alimenti contenenti elevate quantità di carboidrati a corta catena hanno la
peculiarità di essere poco assorbiti nel piccolo intestino ed una grande abilità di richiamo di
acqua (efeto osmotico). Ciò da il via ad un processo di iperfermentazione da parte dei bateri
intestinali, che crea i classici sintomi del colon irritabile (tra cui gonfiore e meteorismo, che ad
una prima analisi possono risultare aspecifici).
Eva Baldini
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Che cosa succede quando i FODMAP vengono assorbiti nel nostro intestino (1) ?

L’ingresso nel piccolo intestino può determinare diarrea (2) e, procedendo nel grosso intestino (3),
possono verificarsi sintomi diversi e fastidiosi, come dolore, eccesso di gas e gonfiore difuso (4,
5).

Distinguiamo allora quali siano gli alimenti a basso e ad alto contenuto di FODMAP.

FRUTTA

FRUTTA A BASSO CONTENUTO DI FODMAP


Agrumi (arance, mandarini, clementini, lime, lImoni, pompelmo)
Ananas
Frutti di bosco
Kiwi
Litchi
Frutto della Passione
Melone
Papaya
Rabarbaro
Uva
FRUTTA AD ALTO CONTENUTO DI FODMAP
Albicocche
Anguria
Avocado
Cachi
Ciliegie
Datteri
Fichi
Frutta Secca
Mango
Mele
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More
Pere
Pesche
Pesche Noci
Prugne e prugne essiccate
Succhi di frutta

CEREALI

CEREALI A BASSO CONTENUTO DI FODMAP (cereali, pasta, pane, crackers...)


Avena
Grano Saraceno
Mais
Amaranto
Miglio
Quinoa
Riso
Sorgo
Tapioca
Teff
CEREALI AD ALTO CONTENUTO DI FODMAP
Cereali da colazione a base di grano, orzo e segale
Orzo
Pane, pasta, farina, cous-cous a base di grano comune
Pane, pasta, farina, cous-cous a base di grano Kamut
Pane, pasta, farina, cous-cous a base di segale

ORTAGGI

ORTAGGI A BASSO CONTENUTO DI FODMAP


Bietole
Broccoli
Carote
Castagne
Cavoletti di Bruxelles (da assumere in piccole quantità)
Cavolo Verza (da assumere in piccole quantità)
Cetrioli
Erbe aromatiche (tutte, senza limitazioni)
Fagiolini
Finocchi
Germogli di soia
Indivia belga e Lattuga (tutti i tipi)
Mais
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Melanzane
Patate
Peperoni
Piselli
Pomodori
Rape
Ravanelli
Sedano
Sedano Rapa
Spinaci
Zenzero
Zucca (tutti i tipi, esclusa la zucca trombetta)
Zucchine
ORTAGGI AD ALTO CONTENUTO DI FODMAP
Aglio
Asparagi
Barbabietole rosse
Carciofi
Cavolfiore
Cipolle
Funghi
Funghi essiccati
Porri
Taccole
Topinambur
Zucca Trombetta

FONTI PROTEICHE

FONTI PROTEICHE A BASSO CONTENUTO DI FODMAP


Carni bianche
Carni rosse
Pesce
Frutti di mare
Crostacei
Seitan
Tempeh
Tofu
Uova
Noci, nocciole, arachidi, mandorle, pinoli, semi di chia, semi di zucca, semi di lino, semi di
sesamo e semi di girasole
FONTI PROTEICHE AD ALTO CONTENUTO DI FODMAP
Piatti di carne e pesce preparati con brodi e salse.
Ceci secchi
Edamame
Fave
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Lenticchie
Piselli
Fagioli
Anacardi
Pistacchi

LATTE E LATTICINI

LATTE E LATTICINI A BASSO CONTENUTO DI FODMAP


Latti vegetali (canapa, mandorle, cocco, riso)
Latte senza lattosio
Yogurt senza lattosio
Gelato senza lattosio
Formaggi stagionati – da assumere comunque con moderazione (parmigiano, pecorino
stagionato, grana)
LATTE E LATTICINI AD ALTO CONTENUTO DI FODMAP
Formaggi freschi
Formaggi a pasta molle
Gelato
Kefir
Latte condensato
Latte di mucca, capra e pecora
Latte di soia

I condimenti come olio, aceto, spezie, burro, concentrato di pomodoro, olive, senape, margarina,
ecc… sono a basso contenuto di FODMAP, e quindi possono essere impiegati, per quanto sia
opportuno consumarli con moderazione.
Le bevande come acqua, birra (latina piccola), cafè, the, tisane e vino (sempre in quantità
moderata, ad esclusione di vini dolci e liquorosi che devono essere completamente evitati)
possono essere assunte. Sono invece da evitare (come già espresso in tabella) i succhi di fruta.
Per dolcificare è possibile assumere zucchero, zucchero di canna, sciroppo d’acero, mentre sono
da evitare miele, melassa e sciroppo d’agave.

COME SI ARTICOLA LA DIETA FODMAP?

Nella fase iniziale è opportuno eliminare gli alimenti ad alto contenuto di FODMAP per almeno
quatro/sei setimane (dieta di esclusione completa). Nella maggior parte dei casi i miglioramenti
sono visibili già nella prima setimana di dieta.
Una volta che il quadro intestinale risulti “correto” si procede ad una graduale reintroduzione
degli alimenti ad alto contenuto di FODMAP.
Si reintroduce un alimento appartenente a ciascun gruppo ogni setimana (schema a quantità
incrementanti), valutando atentamente la reazione individuale. In caso si verifichi una reazione
avversa è opportuno fermare la reintroduzione dei FODMAP per due setimane, di modo da
permetere all’intestino di tornare ad uno stato non infiammato.
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Si procede quindi gradualmente alla reintroduzione, e ciò permete di identificare quale o quali
dei FODMAP siano efetivamente responsabili del quadro di intestino irritabile: di norma se ne
arrivano ad identificare tra 1 e 4 diversi, che permarranno esclusi dal regime alimentare ordinario
portando, se non intervengono altri fatori, ad una permanenza di un quadro intestinale stabile.

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