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ARCHITETTURA SOSTENIBILE

L’architettura sostenibile può essere considerata un approccio culturale più che un ramo


dell’architettura tradizionale, che spinge il progettista a progettare e costruire riducendo al
minimo l’impatto delle costruzioni sulla salute dell’uomo e sull’ambiente. Questa architettura si
pone quindi come finalità progettuali l’efficienza energetica, il miglioramento della salute, del
comfort e della qualità dell’utilizzo da parte degli abitanti, raggiungibili mediante l’integrazione di
strutture e tecnologie appropriate. Fare architettura sostenibile significa anche saper costruire e
gestire un’edilizia tenendo conto, già dall’inzio del progetto, delle risorse naturali e dei materiali
non nocivi e che permettono il riuso senza arrecare danno o disagio agli altri e all’ambiente. I
materiali infatti sono molto importanti in questo approccio sostenibile perché c’è bisogno di una
costruzione scomponibile e riciclabile, che si distingua quindi da quella di elementi moderni
composti da strati diversi di materiali chimici incollati insieme che pongono il serio problema della
separazione prima del riciclo. Uno dei materiali più utilizzati è di sicuro il legno che di per sé è
resistente alla trazione, alla flessione e alla compressione, a differenza del cemento che deve
essere integrato con il ferro per essere più resistente. Inoltre i pannelli di legno permettono di
isolare al meglio la casa e questo è un fattore importante anche per il risparmio energetico. Un
altro materiale molto utilizzato è la canapa per via della sua alta versatilità. Infatti dalla canapa è
possibile ricavare vernici, smalti, mattoni e molto altro. Un altro vantaggio della canapa è la sua
resistenza alle muffe, agli insetti e al fuoco.
Architetture di questo genere sono fortunatamente sempre più diffuse, ma rimangono ad oggi una
piccolissima percentuale sul totale del costruito. Questo è anche dovuto al fatto che spesso si
etichetta come “sostenibile” un edificio che lo è solo di facciata perché magari utilizza dei pannelli
solari che però, da soli, non rendono un edificio sostenibile; lo rende più sostenibile dal punto di
vista energetico, ma la sostenibilità si considera coinvolgendo processi sia sociali che economici.
L’abitudine di definire come sostenibili edifici che non lo sono è diventato un fenomeno talmente
diffuso che esiste un termine specifico per identificarlo: greenwashing.
IL BOSCO VERTICALE
Il Bosco Verticale uno degli edifici che caratterizzato l’architettura sostenibile e si trova a Milano.
L’edificio è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi, 15.000
piante 5.000 arbusti, che vanno a costituire una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di
bosco e sottobosco. Lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li
filtra, generando un accogliente clima interno senza effetti dannosi sull’ambiente. Nello stesso
tempo alcune piante regolano l’umidità, producendo ossigeno e assorbendo CO2 e polveri sottili.
LA VILLA RODIEUSE

Il progetto della Villle Radieuse viene elaborato tra il 1929 e il 1930 da Le Courbousier come un modello per
una città moderna per un milione e mezzo di abitanti. Punto di partenza è la residenza che prevede cellule
abitative accostate a formare un macro edificio di 11 piani che si piega ad angolo retto seguendo due
orientamenti: orientamento est-ovest, con alloggi che affacciano sui due lati e strada interna; orientamento
nord-sud con alloggi solo a sud e strada perimetrale a nord. I fabbricati e le superstrade sono sollevati su
pilotis e quindi lasciano libero il terreno che diventa un parco percorribile dai pedoni al cui interno si
trovano i servizi pubblici: scuole, asili, teatri, campi sportivi, etc. È poi prevista una suddivisione delle zone
in base alle funzioni, ci sono quindi: zone per la residenza, zone per il lavoro (industrie leggere e pesanti), la
city destinata agli affari e alle attività speciali (università, sedi amministrative, etc.). La superficie coperta
della Ville Radieuse risulta essere circa il 12% del totale. Tutto il resto è libero da costruzioni e in gran parte
destinato a verde.

Linz solar city


Solar City è una zona alimentata esclusivamente da energia solare e geotermica. Sono due i motivi
che già nei primi anni novanta hanno spinto a questo progetto. Innanzitutto in quel periodo 12mila
persone stavano cercando alloggio nella città, la cui area urbana, però, non conteneva spazi
sufficienti per ospitarli. In secondo luogo, l’effetto serra e i cambiamenti climatici stavano
allarmando la popolazione. Così il progetto di un quartiere ecosostenibile fu affidato all’architetto
Thomas Herzog. La “città solare” non contiene solo abitazioni private, ma anche il Tower Centre,
una struttura che riunisce servizi pubblici tra cui biblioteca, centro sociale, banche, negozi... Vi è
anche lo School Centre, con scuola elementare, asilo e attività integrate. Anche qui, ogni servizio
ed edificio è alimentato esclusivamente da energia geotermica e solare.
California academy of scienze
La prima cosa che colpisce della California Academy è il grandissimo tetto verde da 50 mila metri
quadri. Il progetto è dell’architetto italiano Renzo Piano che ha riempito il tetto del museo di
scienze naturali di graminacee, un tipo di pianta che cambia aspetto in ogni stagione, che
catturano l’umidità facendone buon uso. L’andamento sinuoso della copertura è dovuto al fatto
che si adatta alle esigenze degli ambienti sottostanti: in corrispondenza della foresta vergine, il
tetto si solleva per rispettare l’altezza degli alberi, si abbassa invece dove c’è la piazza per rialzarsi
poi sul planetarium più grande d’America. Questa scelta è anche dettata da motivazioni
climatiche: il sollevarsi del tetto determina infatti un accumulo del calore nelle zone più alte,
calore che poi può essere espulso dalle apposite bocchette nei mesi estivi. Nessun impianto di
climatizzazione per questo edificio che, in quanto museo di scienze naturali, non potrebbe
non rispettare il nostro pianeta. Circondano il tetto verde, che ha la funzione di isolare
termicamente l’interno, 55 mila celle fotovoltaiche multi cristalline, le più efficienti sul mercato.
Per la costruzione del museo sono stati impiegate 120 tonnellate di materiale ricavato dalla
demolizione dell’edificio precendente e altri tipi di materiale riciclato. Per quanto riguarda l’acqua,
quella necessaria per l’acquario viene prelevata dall’Oceano Pacifico riducendo così al minimo
l’utilizzo di acqua potabile. Per quanto riguarda l’isolamento termico, esso è costituito per l’85% da
scarti di lavorazioni industriali, tra cui blue jeans riciclati e cotone.
VENICE
Ying yang house è una casa ecologica dotata di tutti i comfort dalle emisiioni in 0. Tutto ciò è
possibile sia grazie all’impianto fotovoltaico installato sul tetto sia grazie alle sue caratteristiche
costruttive, le quali permettono di evitare ogni tipo di spreco energetico. La posizione e
l’orientamento permettono infatti di garantire una buona ventilazione e un’ottima esposizione alla
luce. Inoltre, ogni stanza ha un proprio accesso al tetto, luogo dove si trova un giardino che a sua
volta garantisce l’isolamento dei vari ambienti. Per quanto riguardo la fornitura idrica, i due
architetti ideatori del progetto hanno studiato un ciclo dell’acqua che evita ogni spreco di
risorse; la fornitura dell’acqua infatti è gestita attraverso un particolare sistema di incanalamento.
L’obiettivo dei progettisti era quello di creare una casa ideale per una coppia con figli, un luogo in
grado di garantire sia i bisogni della vita quotidiana sia quelli di un ambiente lavorativo, e in
accordo con gli esperti possiamo affermare che le loro intenzioni sono perfettamente riuscite.
Trento
Il quartiere “Le Albere” di Trento è il complesso residenziale progettato dall’architetto Renzo
Piano. Gli edifici sorgono nell’area dell’ex fabbrica Michelin, che comprende anche il nuovo museo
MUSE, immersi in un grande parco di circa 5 ettari di superficie che funge da nuovo polmone verde
per la città. Le 18 palazzine sono state realizzate prevalentemente in legno, con ingenti spessori
di isolamento termico per garantire l'efficienza energetica passiva dell’involucro. Ogni
appartamento delle 18 palazzine possiede un piccolo giardino o un loggiato.

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