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Tesi di Laurea
Relatore
Laureanda
Ai miei genitori
INDICE
Introduzione
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3. Spazi e bambini
3.1 Camere per bambini p. 83
3.2 Architettura e pedagogia p. 87
3.3 Psicologia dello sviluppo p. 91
3.4 Reggio Emilia Approach p. 97
3.5 Il gioco p. 99
3.6 Suggestioni progettuali per gli spazi dei bambini
p. 101
4. Indicazioni progettuali
4.1 Introduzione p. 103
4.2 Brief di progetto p. 105
4.3 Linee guida sugli spazi e gli arredi per bambini e checklist p. 113
4.4 Ipotesi di soluzioni progettuali p. 125
Conclusioni p. 129
Bibliografia e sitografia p. 131
INTRODUZIONE
Il lavoro di questa ricerca si colloca in un ambito a confine tra larchitettura di interni e
il design di prodotto, sullo sfondo della sostenibilit.
Verr approfondito il tema della sostenibilit degli arredi, con particolare riferimento
agli arredi per bambini in ambito residenziale.
Si cercher di rispondere alla domanda: quando un arredo pu definirsi ambientalmente preferibile?
E si cercher di estendere il concetto di sostenibilit a quello di sostenibilit sociale,
intesa come capacit in grado di garantire condizioni eque di benessere umano e in
questo caso di benessere del bambino.
Il primo approfondimento trattato riguarda la questione della sostenibilit ambientale,
con particolare riferimento allinquinamento indoor negli ambienti interni, e il delicato
tema della valutazione della sostenibilit, attraverso i diversi strumenti oggi disponibili.
In seguito il focus della tesi si sposta allanalisi della sostenibilit degli arredi, ovvero
quali caratteristiche devono possedere gli arredi ambientalmente preferibili e come
possono essere valutati.
Successivamente lattenzione si muove in ambito pedagogico, con lo scopo di analizzare il rapporto dei bambini con lambiente e approfondire il legame esistente tra architettura e pedagogia.
Infine si uniscono le indicazioni di carattere ambientale con quelle psico-pedagogiche
in unipotesi progettuale.
INDOOR
AIR QUALITY
DESIGN
SOSTENIBILE
ARREDAMENTO
SOSTENIBILE
INQUINAMENTO
INDOOR
BIOEDILIZIA
BENESSERE
AMBIENTALE
0 EMISSIONI
SOSTENIBILITA
RIFIUTI 0
ECODESIGN
AMBIENTI
INTERNI
SOSTENIBILI
RICICLO
ATOSSICITA
EFFICIENZA
ENERGETICA
LEGNO SOSTENIBILE
GREEN
BUILDING
COUNCIL
CERTIFICAZIONE
AMBIENTALE
INQUINANTI
ATMOSFERICI
ESTERNI
INQUINANTI
ATMOSFERICI
INTERNI
INQUINAMENTO
INDOOR
FISICO
(radioattvit naturale,
elettricit statica)
CHIMICO
(sostanze volatili organiche, amianto, metalli)
BIOLOGICO
(microrganismi associati
a umidit)
solo negli ultimi anni che si guardato con maggiore attenzione allinquinamento
indoor, cio alla qualit degli ambienti di vita, quali le abitazioni o le scuole, definiti
con il termine di confinati o indoor. In tali ambienti possono crearsi condizioni di
inquinamento di diversa natura e origine, che possono risultare dannose per la salute
dellindividuo che vi trascorre gran parte del suo tempo. Infatti, si potenzialmente
esposti, quotidianamente e per lunghi periodi, a inquinanti di tipo biologico, chimico
o fisico con i quali si entra in contatto prevalentemente attraverso laria che si respira.
Con la rivoluzione industriale e con lavvento dellindustria petrolchimica, sono entrati
nelle abitazioni materiali totalmente nuovi e numerosi da trasformare la casa in un
ambiente completamente artificiale e potenzialmente aggressivo.
Negli edifici contemporanei luso inconsapevole di nuove sostanze di sintesi, insieme
alla sigillatura degli stessi (in nome del contenimento dei consumi energetici), la scarsa ventilazione e la scarsa traspirabilit dei materiali, hanno spesso trasformato gli edifici in ambienti poco vivibili e con elevata, potenziale aggressivit ambientale interna.
Il Ministero dellAmbiente nel 1991 ha definito linquinamento indoor come la presenza
nellaria di ambienti confinati, di inquinanti chimici, fisici o biologici non presenti, naturalmente, nellaria esterna, mentre nel 2000 lOrganizzazione Mondiale della Sanit (The
Right to Healthy Indoor Air) ha definito la qualit dellaria indoor un diritto umano
fondamentale.
Nel 2003, la Commissione Europea ha adottato la Strategia Ambiente e Salute che pone
tra gli obiettivi prioritari la riduzione degli effetti sulla salute (disturbi respiratori, asma
e allergie) derivanti dallinquinamento dellaria indoor e outdoor.
Laria che si respira allinterno degli ambienti confinati proviene dallesterno, entrando
dalle finestre, attraverso le infiltrazioni, o da dispositivi meccanici (aspiratori), o ancora
attraverso le pareti. Una volta allinterno si miscela con le altre sostanze presenti. A
inquinanti di tipo nuovo, si aggiungono gli inquinanti classici. Il risultato che allinterno degli edifici questa miscela viene diluita in modo meno efficace che in passato,
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a causa delle misure per il contenimento dei consumi energetici degli edifici, che ha
portato complessivamente ad una diminuzione della ventilazione (Iacobelli 2005).
Le fonti principali di contaminanti indoor sono:
i materiali da costruzione,
gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi etc.,
gli arredi,
i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti etc.),
prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi etc.),
lutilizzo degli spazi ed il tipo di attivit che vi si svolge.
La responsabilit dei materiali da costruzione e di arredo nel causare linquinamento
dellaria interna rilevante soprattutto per lemissione dei COV (composti organici volatili) provenienti da vernici, colle, adesivi, smalti, vernici, impregnanti, truciolati, schiume
poliuretaniche, ecc..
Gli attuali sistemi di prevenzione e le norme che governano linquinamento indoor
sono strutturati principalmente per alcuni tipi di ambienti confinati, (esempio: i luoghi
di lavoro), e per alcuni fattori di rischio come amianto, radon, campi elettromagnetici,
rumore. Tuttavia la tutela della qualit chimica e biologica dellaria indoor non ha un
sistema di riferimento assimilabile a quello previsto per linquinamento atmosferico
esterno (aria outdoor).
A volte le sostanze inquinanti sono presenti soltanto in tracce, ma, se si considera il
tempo che la maggior parte delle persone trascorre in ambienti chiusi, si intuisce che
anche lesposizione a bassi livelli pu comportare conseguenze per la salute, cos viene
anche confermato nel rapporto ISPRA del 2010 (Inquinamento indoor: aspetti generali
e casi studi in Italia): ...anche se a basse concentrazioni, la presenza di contaminanti negli
ambienti confinati pu avere un importante impatto sulla salute e sul benessere degli occupanti a causa di esposizioni di lunga durata. Il rischio, infatti, pi che alla concentrazione
di inquinanti, in generale molto bassa, legato allesposizione, ovvero alla concentrazione
integrata nel tempo. Ricordando che il tempo di permanenza medio in un ambiente confinato raggiunge l80-90% del tempo giornaliero disponibile ben si comprende come questo
costituisca un aspetto chiave nella valutazione degli effetti dellinquinamento indoor.
Gli effetti dellinquinamento dellaria sulla salute umana sono molteplici. La Sick Building Sindrome (Sindrome da edificio malato), come stata riconosciuta dallO.M.S,
una problematica dei cosidetti edifici malati; ha uneziologia non definita e una sintomatologia non specifica.
La SBS caratterizzata da sintomi per lo pi di tipo respiratorio (naso e torace chiuso),
ma anche di tipo cutaneo (secchezza della pelle) e altri sintomi come affaticamento e
cefalea.
Per Building Related Illnesses si intendono le malattie che sono associate con certezza
alla permanenza in ambienti confinati e con eziologia ben definita. Queste ultime sono:
febbre di Pontiac (forma simil influenzale), malattia dei legionari (infezione polmonare), alveoliti, riniti e sinusiti e febbre degli umidificatori (sindrome da polveri organiche
tossiche).
Rischio chimico
Tra i fattori di rischio di natura chimica si possono riscontrare diverse classi di
inquinanti. Tra i principali inquinanti indoor si ricordano:
il fumo passivo, detto anche fumo di tabacco ambientale (Enviromental Tabacco Smoke ETS);
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gas inorganici, tra cui spiccano il monossido di carbonio, lozono, gli ossidi di
azoto e lo zolfo che provengono tipicamente dallesterno e gas, sempre inorganici, esistenti allinterno delle abitazioni (prodotti di combustione, fumo passivo, ecc.); in particolare, il Radon presente in ambienti locati in zone tufacee;
composti organici volatili (COV), appartengono a questa classe numerosi composti (idrocarburi alifatici, aromatici e clorurati, aldeidi, terpeni, esteri e chetoni). I COV
possono essere causa di una vasta gamma di effetti che vanno dal disagio sensoriale
fino a gravi alterazioni dello stato di salute;
il COV pi noto e conosciuto la formaldeide, rilasciata dai materiali di costruzione, dagli arredi mobili, moquettes e rivestimenti. Possono determinare emissioni
continue e durature nel tempo (settimane o mesi). Concentrazioni di formaldeide sono
riscontrabili in particolare nei periodi immediatamente successivi alla posa dei vari materiali o alla installazione degli arredi;
idrocarburi aromatici policiclici (IPA o PHA), compreso il cancerogeno benzopirene, vengono rilasciati nelle abitazioni da stufe a cherosene, da stufe a legna, da
caminetti con tiraggio difettoso e dal fumo di sigaretta.
Rischio fisico
E costituito da radiazioni elettromagnetiche, elettricit, rumore, microclima. In particolare:
linquinamento elettromagnetico pu essere generato da fattori interni ed
esterni allabitazione. In tutti gli ambienti domestici esistono campi elettromagnetici
dovuti alla presenza di impianti elettrici ed alluso sempre maggiore di elettrodomestici. Questi ultimi possono produrre onde elettromagnetiche a bassissima frequenza
(ELF) come rasoi elettrici, phon, coperte elettriche, oppure onde ad alta frequenza (radiofrequenze e microonde) come cellulari, forni a microonde, ecc., che tuttavia perdono molto della loro efficacia se si rispetta una certa distanza dalla fonte di emissione.
Il campo elettrico sempre presente negli ambienti domestici indipendentemente dal
funzionamento o meno degli elettrodomestici. Il campo magnetico invece si produce
solo quando gli apparecchi vengono messi in funzione ed in essi circola corrente;
linquinamento acustico dovuto non soltanto alle sorgenti esistenti allinterno
della struttura (elettrodomestici, radio, appartamenti confinanti, ascensore, ecc.), ma
anche a sorgenti di rumore situate allesterno (traffico, lavori in atto, aerei in transito,
ecc.). I rumori prodotti non sono cos intensi e protratti da determinare lesioni auricolari; possono per influire sullo stato di salute dei soggetti esposti, nonch interferire
con il riposo ed il sonno. Si ritiene che il rumore notturno per consentire un riposo
soddisfacente non debba superare 35 decibel (dB);
il microclima dato dal complesso dei parametri ambientali che condizionano
lo scambio termico soggetto/ambiente e incide sulla qualit del luogo nel quale si vive
e quindi sul benessere delle persone. Il microclima ha effetti (negativi o positivi) sullumore, sulle capacit operative e di apprendimento, sulla concentrazione, ecc. Per una
condizione di benessere termico per attivit sedentaria o leggera vengono proposti i
seguenti valori tratti dalla norma UNI-EN-ISO 7730: temperatura dellaria compresa tra
19 e 26 C; differenza verticale di temperatura tra testa e caviglie di una persona adulta < 3 C; umidit relativa compresa tra 30% ed il 70% con fascia di massimo benessere
tra il 40% ed il 60%. Si ricorda che una elevata umidit relativa favorisce lo sviluppo di
contaminanti biologici.
Rischio biologico
Molti problemi di salute derivano soprattutto dallinquinamento biologico (acari, forfora, funghi, muffe, batteri, compresa la legionella).
Le principali fonti di inquinamento biologico degli ambienti chiusi sono gli occupanti
(uomini ed animali), la polvere, le strutture ed i servizi degli edifici. Infine, riserve pe7
Contaminanti Chimici
Contaminati Fisici
Contaminanti Biologici
Radon
Campi Elettromagnetici
Rumore
Batteri
Acari
Allergeni degli animali
Muffe e Funghi
Virus
Pollini
tere composti che, per diffusione, raggiungono laria migrando attraverso il materiale
stratigraficamente pi superficiale o, a seconda della posa e della tecnica costruttiva,
attraverso i bordi di giunzione o le fughe tra elementi.
Evaporazione
I composti presenti sulle superfici di un ambiente, sia che provengano da stratigrafie
pi interne o che facciano parte dellapplicazione di tinte e/o vernici, possono migrare nellaria indoor attraverso una dinamica evaporativa. Il processo di evaporazione
esponenzialmente proporzionale alla temperatura ambientale per cui, al variare anche
minimo di questultima grandezza, si registra un forte aumento della concentrazione di
composti allinterno di un luogo chiuso.
Una delle principali fonti dei COV antropogenici, sono i rivestimenti, in particolare vernici e rivestimenti protettivi. I solventi tipici sono gli idrocarburi alifatici, letil acetato,
gli eteri glicolici e lacetone. Altri tipi di COV sono i clorofluorocarburi e clorocarburi, il
benzene individuato nel fumo di tabacco, nei carburanti stoccati e nellevaporazione
delle benzine, il cloruro di metilene che si trova in adesivi e vernici spray e la formaldeide, uno dei pi diffusi COV, presente in molti materiali da costruzione, come vernici,
adesivi, pannelli da parete e soffitto, piastrelle sintetiche.
Si possono liberare quindi pi facilmente COV in ambienti come uffici e case, ambienti
con nuovi arredi, con stufe, in presenza di rivestimenti murali, apparecchiature per
ufficio come fotocopiatrici e fumo di tabacco.
I COV ad alte concentrazioni negli ambienti interni, possono causare effetti a carico di
numerosi organi o apparati, in particolare a carico del sistema nervoso centrale. Alcuni di
essi sono riconosciuti cancerogeni per luomo (benzene) o per lanimale (tetracloruro di carbonio, cloroformio, tricloroetilene, tetracloroetilene). E stato ipotizzato che linquinamento
indoor da COV possa costituire un rischio cancerogeno per i soggetti che trascorrono molto
tempo in ambienti confinati, anche se linsufficiente caratterizzazione di tale inquinamento
rende queste valutazioni non ancora conclusive (Ministero della Salute 2015).
I livelli di COV presenti negli ambienti interni si possono controllare effettuando unattenta scelta dei materiali da costruzione e da arredo e dei prodotti utilizzati per la pulizia. Altri suggerimenti, indicati dal Ministero, sono:
Ventilare adeguatamente i locali quando vi sono possibili sorgenti di COV (materiali
contenenti COV, abiti trattati recentemente in lavanderie, fumo di sigaretta, stampanti,
fotocopiatrici) e durante e subito dopo la posa di materiali di costruzione e gli arredi
(es. mobili, moquette, rivestimenti);
Ridurre al minimo luso di materiali contenenti COV;
Utilizzare, quando possibile, vernici a base di acqua;
Mantenere, comunque, gli ambienti sempre ben ventilati;
Non fumare negli ambienti chiusi;
Mantenere i dispositivi di riscaldamento regolarmente controllati.
Normativa: vedi Direttiva 2004/42/CE - Decreto Legislativo 27 marzo 2006 n.161 Limitazione delle emissioni di VOCs dovuti alluso di solventi organici in alcune vernici e
pitture, 2006.
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1.2.2 FORMALDEIDE
La formaldeide (CH2O) un composto organico che a causa della sua elevata diffusione e delle sue alte concentrazioni negli ambienti indoor, il COV maggiormente studiato e conosciuto per caratteristiche chimico-fisiche e dinamiche tossicologiche.
La formaldeide fu scoperta nel 1867 dal chimico tedesco August Wilhelm von Hofmann;
una molecola molto semplice costituita da un atomo di carbonio, uno di ossigeno ed
uno di idrogeno. A temperatura ambiente si presenta come un gas incolore dallodore
pungente ed irritante, a volte irritante per occhi, naso, gola e polmoni.
Leccezionale caratteristica battericida, la sua solubilit e la capacit reattiva con altre
sostanze, ne hanno favorito la diffusione dellutilizzo nellindustria, specialmente nella
produzione dei materiali da costruzione.
Viene usata come disinfettante, insetticida, fungicida e deodorante sia per uso domestico (formalina) che per usi industriali (anche alimentari sigla E240) o per la disinfezione di strumentazione medica.
Le sorgenti di formaldeide presenti negli ambienti domestici comprendono i materiali
da costruzione, il fumo di tabacco, i prodotti per la pulizia, gli apparecchi a combustione (stufe a legna, cherosene o gas). La formaldeide pu essere utilizzata come apprettante, come componente di colle o adesivi, come conservante in alcune vernici, come
disinfettante negli articoli per la pulizia, come isolante sotto forma di schiuma isolante
(UFFI - Urea Formaldehyde Foam Insulation).
Oltre al fumo di tabacco, le fonti pi significative di formaldeide sono rappresentate
dai materiali che contengono resine urea-formaldeide, melammina-formaldeide, fenolo-formaldeide. Tali prodotti sono rappresentati da pannelli in legno pressato, truciolato o compensato, in generale da tutti i mobili sui quali vengono utilizzate colle e
solventi con formaldeide e vengono utilizzati nelle pavimentazioni, negli arredi o nei
rivestimenti di pareti.
La formaldeide presente in natura come prodotto del metabolismo ossidativo in molti sistemi viventi e dei processi di combustione. Lemivita nellambiente della formaldeide molto breve poich in aria viene rapidamente rimossa da processi fotochimici o
dalle precipitazioni ed velocemente biodegradabile.
La concentrazione atmosferica della formaldeide varia da poche unit a qualche decina di ppb (parti per miliardo). Negli ambienti indoor le concentrazioni oscillano intorno
alle 0,02 ppm (30 g/m3).
Pericoli dellesposizione
Concentrazioni nellaria superiri a 0,1 ppm possono irritare per inalazione le vie
respiratorie e gli occhi.
Lingestione o lesposizione a grandi quantit possono essere letali.
Pu avere, in soggetti particolarmente sensibili, conseguenze quali stanchezza, emicranie, nausea, sonnolenza, vertigini.
A contatto con la pelle pu provocare allergie.
Dal 2004 accertata come cancerogeno certo: lAgenzia Internazionale per la Ricerca
sul Cancro, a seguito di studi epidemiologici condotti su lavoratori addetti alla sintesi di
formaldeide, nel mese di giugno 2004 ha classificato la formaldeide come un cancerogeno certo tra i pi letali per luomo.
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Suggerimenti:
Ridurre il suo impiego: alcuni produttori di mobili dichiarano il basso uso di questo
materiale, o preferendo il legno massello al truciolato;
Ventilare spesso i locali di casa e mantenere lumidit tra il 40 ed il 60%;
Utilizzare quando si cucina, la cappa di aspirazione ed arieggiare i locali dopo avere
cucinato;
Favorire lutilizzo nella propria abitazione di piante dappartamento come ad esempio
la felce di Boston, larecapalmata, il ficus, lo spatafillo e la dracena;
Preferire mobili, parquet, vernici, solventi e colle per tappezzerie e mobili dotati di
certificazioni ambientali;
Preferire mobili in legno massello o e in generale mobili contrassegnati con la classificazione E1 (a bassa emissione di formaldeide) o FF (senza formaldeide);
In locali nuovi arieggiare per qualche giorno;
Fare attenzione ai cosmetici e ai deodoranti, soprattutto quelli per ambienti contenenti terpeni;
Prevedere sistemi di ventilazione forzata.
Per regolamentare la presenza della formaldeide nel legno truciolare, nel 2008 entrato in vigore il decreto legge (D.M. 10/10/2008) che ha vietato il commercio di pannelli di
base di legno e di manufatti con essi realizzati se il rilascio nellambiente di formaldeide
supera il valore di 0,1 ppm (0,124 mg al metro cubo).
LItalia, insieme ad alcuni altri Paesi europei, ha reso obbligatorio gi da alcuni anni
limpiego esclusivo di pannelli di classe E1. Anche in altri Paesi del mondo, come ad
esempio in Giappone, esistono analoghe restrizioni che gli operatori sono chiamati a
conoscere e rispettare per poter esportare liberamente i propri prodotti. Un caso particolare quello della California dove stato approvato il regolamento Airborne Toxic
Control Measure (ATCM) con lintenzione di ridurre progressivamente le emissioni di
formaldeide dai materiali a base di legno Composite wood products venduti o utilizzati sul territorio della California. Sebbene lobbligo esista ad oggi solo in California,
stato adottato come standard di riferimento da importanti operatori del settore mobiliero come la multinazionale svedese IKEA.
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Numerose evidenze dimostrano che la rimozione degli allergeni indoor causa un miglioramento dei sintomi nei pazienti con allergie, mentre labbattimento degli inquinanti indoor (in particolare, fumo passivo ed inquinanti derivati dalla combustione di
biomasse) pu determinare importanti benefici a livello respiratorio, specialmente nei
bambini.
In Europa sono numerose le iniziative e i progetti che affrontano la problematica dellinquinamento indoor.
Tali iniziative hanno come scopo lo studio degli inquinanti, delle sorgenti, degli effetti
sulla salute, delle metodologie di misura e lelaborazione di soluzioni pi efficaci per
contrastare e limitare limpatto del fenomeno.
Ma gli studi che si sono occupati specificatamente di inquinamento indoor scolastico
e salute dei bambini non sono frequenti. Il Progetto SEARCH (School Environment and
Respiratory Health of Children) rientra tra le prime esperienze europee multicentriche.
Il progetto SEARCH, realizzato tra il 2005 e il 2009 dal Regional Environment Center
di Budapest, ha confrontato i rischi ambientali indoor e i relativi effetti sulla salute
dei bambini in 6 paesi europei (Albania, Bosnia-Erzegovina, Italia, Serbia, Slovacchia e
Ungheria). Sono stati eseguiti, in 60 scuole e 243 classi, sopralluoghi e misurazioni dei
principali inquinanti ambientali rilevanti per il rischio respiratorio e allergico.
LOrganizzazione Mondiale della Sanit ha evidenziato limportanza e lurgenza per ogni
paese di dotarsi di un Piano nazionale per la creazione di un ambiente indoor sostenibile e ha diffuso gi nel 1999 una pubblicazione destinata specificamente a indicare le
strategie ottimali per la realizzazione di tale Piano. Nellultimo decennio ha definito una
serie di linee guida di riferimento per la gestione della qualit dellambiente indoor; al
centro delle pi recenti politiche dellOMS per la regione europea vi anche la tutela
della salute dei bambini da fattori di rischio ambientali.
LItalia stata uno dei Paesi firmatari della Dichiarazione di Parma su Ambiente e Salute sottoscritta a marzo 2010, in occasione della V Conferenza Interministeriale, dai
Ministri della Salute e dellAmbiente dei 53 Paesi della regione europea dellOMS. Con
questo documento i governi hanno ribadito gli impegni assunti nella precedente Conferenza di Budapest (giugno 2004), dove si sottolineava limportanza della protezione
della salute dei bambini dalle minacce dellambiente. Tale obiettivo stato riproposto
con maggiore enfasi tra le priorit del CEHAPE (Childrens Environment and Health
Action Plan for Europe). Il terzo obiettivo prioritario del CEHAPE , infatti, quello di garantire a tutti i bambini, entro il 2020, una buona qualit dellaria indoor, in particolare
a casa, a scuola e negli asili nido, per prevenire le principali malattie dellinfanzia correlate allinquinamento dellaria.
Negli ultimi anni anche lUnione Europea ha promosso numerose iniziative per la lotta
alle malattie croniche dellinfanzia e per sensibilizzare le istituzioni, in particolare quelle
sanitarie, al fine di promuovere politiche intersettoriali tra salute, istruzione, ambiente,
lavoro e ricerca.
Allo stato attuale, in Italia, non si dispone ancora di una normativa organica volta a
garantire la tutela della salute dai rischi correlati agli ambienti confinati, inoltre non
sono state definite in maniera chiara le competenze e i sistemi di monitoraggio dellaria
indoor, probabilmente poich non si dispone ancora di un sistema completo di conoscenze sufficiente per gli inquinanti indoor cos come per linquinamento atmosferico
outdoor.
Tuttavia per ovviare a queste carenze il Ministero della salute si impegnato nella realizzazione di un patto nazionale per la prevenzione dei rischi indoor.
Nel 2001 lAccordo Stato-Regioni recante le Linee guida per la tutela e la promozione
della salute negli ambienti confinati e lAccordo in Conferenza Unificta, del 18 ottobre
2010, recante Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma, sono stati gli strumenti per focalizzare lattenzione e limitare
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i fattori di rischio indoor. A questi sono seguiti altri progetti e programmi nazionali di prevenzione dei rischi indoor, come il nuovo Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012
che propone specifiche linee strategiche volte a migliorare i requisiti igienici di qualit
dellaria indoor in tutti gli ambienti frequentati dai bambini, il progetto CCM per la valutazione e la gestione dei rischi indoor nelle scuole e le iniziative di informazione e comunicazione attivate attraverso il progetto di Governo Guadagnare salute e la Gard Italia.
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PARTE I I
ECO-BAU, (Svizzera)
Accanto al sistema di certificazione energetica Minergie, si affiancato Eco-bau che
estende la verifica delledificio anche al comfort luminoso e acustico e alla qualit
dellaria interna. Inoltre vengono richieste delle verifiche sull ecologicit della costruzione, in relazione alle scelte delle materie prime, dei processi di produzione e
degli scenari di disassemblabilit e riclabilit dei componenti edilizi.
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Occorre allora cercare di verificare qual la soglia di minor carico ambientale tra incremento delle prestazioni e incremento degli impatti, in un bilancio costi-benefici che
tenga conto delle prestazioni in fase duso.
Anche il riferimento a materiali riciclati o riciclabili non sempre sinonimo di eco-efficienza. Se si considerano tutte le fasi della vita del prodotto, tramite una valutazione
del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) pu emergere che un prodotto realizzato con
materiale riciclato pu aver richiesto un consumo energetico in fase di riprocessamento e trasporto tale da annullare la positivit del risparmio di materie prime.
Dunque per definire un prodotto ambientalmente preferibile, occorre che tutta una
serie di parametri siano soddisfatti e non solo un aspetto. Molto spesso negli strumenti
di valutazione ambientale sono presenti molteplici indicatori ambientali che mirano a
definire lecologicit dei materiali ma tali indicatori sono di carattere qualitativo senza
una verifica quantitativa degli impatti associati a un prodotto.
Per poter valutare le scelte progettuali relative ai materiali e prodotti edilizi, il metodo
di valutazione ambientale Life Cycle Assessment appare il pi adeguato poich consente di quantificare consumi e impatti generati lungo tutto il ciclo di vita.
Per poter definire la preferibilit ambientale di un prodotto necessario conoscere il
profilo ambientale dei prodotti ossia sapere quali e quanti impatti ambientali un prodotto determina lungo il suo ciclo di vita.
Questa conoscenza possibile solo se si diffonde una maggiore trasparenza e accessibilit allinformazione ambientale che deve essere sostenuta e accompagnata da regole condivise di valutazione e comunicazione dei risultati.
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Allinterno della normativa ISO 14020, le certificazioni dei prodotti si distinguono tra:
Tipo I - Etichette ambientali (UNI EN ISO 14024): Etichette ecologiche volontarie basate su un sistema multicriteria che considera lintero ciclo di vita del prodotto, sottoposte a certificazione esterna da parte di un ente indipendente.
Caratteristiche:
rispetto di valori soglia, valori minimi
controllo di parte terza indipendente e consultazione delle parti interessate
basate su sistema multicriteri (energia, acqua, rifiuti)
considerazioni relative allintero ciclo di vita
selettivit ed eccellenza ambientale
funzionalit del prodotto
Esempi:
Ecolabel (Marchio comunitario di qualit ecologica - Ecolabel UE - Regolamento CE
66/2010; 25 categorie di prodotti, 1.357 aziende licenziatarie per 17.000 prodotti)
Blauer Engel (nato nel 1977, circa 120 categorie di prodotti, 11.700 prodotti etichettati)
Nordic Swan (Paesi nordici, nato nel 1989, circa 63 categorie di prodotti, 6.500 prodotti etichettati)
EcoMark (Giappone)
Tipo II - Asserzioni ambientali autodichiarate (UNI EN ISO 14021): Etichette ecologiche che riportano auto-dichiarazioni ambientali da parte di produttori, importatori o
distributori di prodotti, senza che vi sia lintervento di un organismo indipendente di
certificazione.
Caratteristiche:
non esistono criteri o prestazioni minime da rispettare;
non c verifica obbligatoria di una parte terza;
riguardano in genere un singolo aspetto ambientale come ad esempio la riciclabilit,
il contenuto di materiale riciclato, lassenza di sostanze dannose per lambiente, latossicit.
Esempi:
Riciclabile
Compostabile
Tipo III - Dichiarazioni ambientali (UNI EN ISO 14025): Etichette ecologiche che riportano dichiarazioni basate su parametri stabiliti e che contengono una quantificazione
degli impatti ambientali associati al ciclo di vita del prodotto calcolato attraverso un
sistema LCA. Sono sottoposte a un controllo indipendente e presentate in forma chiara
e confrontabile.
Caratteristiche:
presentazione di dati ambientali quantificati;
non selettive, ma utili per facilitare il confronto tra i prodotti;
confronto basato su parametri standardizzati per categoria di prodotto;
multicriteri (energia, acqua, rifiuti)
considerazioni relative al ciclo di vita
Esempi:
DAP
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La DAP (Dichiarazione Ambientale di Prodotto) meglio conosciuta come EPD (Environmental Product Declaration) uno schema di certificazione volontaria, nato in Svezia
ma di valenza internazionale, che rientra fra le politiche ambientali comunitarie.
La Certificazione DAP letichetta ambientale di III tipo pensata per comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale di
prodotti e servizi.
La DAP anche uno strumento pensato per migliorare la comunicazione ambientale
fra produttori, da un lato (business to business), e distributori e consumatori, dallaltro
(business to consumers). La DAP fondata sullesplicito utilizzo della metodologia LCA,
per lidentificazione e la quantificazione degli impatti ambientali, da cui scaturisce loggettivit delle informazioni fornite. Pur mantenendo lattenzione al prodotto, sia esso
merce o servizio, le aziende hanno la possibilit di comunicare le proprie strategie e
limpegno ad orientare la produzione nel rispetto dellambiente valorizzando il prodotto stesso.
Oggettivit , confrontabilit e credibilit sono, pertanto, le caratteristiche principali sulle quali si basano le dichiarazioni.
TIPO I(ISO 14024) TIPO II (ISO 14021) TIPO III (ISO/TR 14025)
Etichettature
ambientali
Selettivo
Prodotti e servizi di
consumo
B2C
SI (COMITATO
ECOLABEL)
SCOPO
TIPO DI
PRODOTTO
DESTINATARIO
VERIFICA
INDIPENDENTE
STRUMENTO
Etichettatura
COMUNICATIVO
TIPO DI
Ambientale,
REQUISITI
qualit, sicurezza
PROGRAMMI
ESISTENTI
Autodichiarazioni
ambientali
Informativo
Prodotti e servizi di
consumo
B2C
NO
Etichettatura
Ambientale
Compostabile
Eco-label (Europa) Degradabile
Angelo azzurro
Reciclabile
(Germania)
Riutilizzabile
Ricaricabile
Dichiarazioni
Ambientali di Prodotto
Comparativo
Prodotti e servizi lungo la
filiera
B2B
SI (Ente certificatore
accreditato Swedac)
Etichettatura +
Dichiarazione
Ambientale
EPDs program (Canada)
JEMAI Type III program
(Giappone)
NHO Type III program
(Norvegia)
EPD System (Svezia)
KELA Type III program
(Corea del Sud)
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Green Seal
Il Green Seal un etichetta ecologica statunitense che viene concessa ai prodotti che rispondono a determinati requisiti, che riguardano
la riduzione dellimpatto ambientale nelle fasi di produzione, luso e
lo smaltimento, la riduzione dellinquinamento atmosferico, luso sostenibile delle risorse naturali e la corretta gestione dei rifiuti. Green
Seal concede la certificazione ambientale a prodotti, servizi, ristoranti
e hotel.
Green Seal membro e co-fondatore di Global Ecolabelling Network
(GEN), che consiste in un network di 28 programmi di ecolabeling internazionali, tra cui la tedesca Blaue Angel , il marchio Ecolabel UE e il
Nordic Swan.
Nordic Swan
Nordic Swan il marchio di qualit ecologica di prodotto dei paesi scandinavi (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia). I prodotti che
ottengono il marchio devono rispettare degli standard elevati di qualit ambientale che tengono in considerazione gli impatti lungo tutto il
ciclo di vita del prodotto, garantendo allo stesso tempo performance
ottimali. Il marchio presente su numerose categorie di prodotti e servizi, per ognuna delle quali sono stati sviluppati dei criteri specifici.
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Fig. 01
logo Blaue Engel
blauer-engel.de
Fig. 02
logo Green Seal
greenseal.org
Fig. 03
logo Nordic Swan
nordic-ecolabel.org
Fig. 04
Ecolabel UE
ec.europa.eu/environment/ecolabel
I prodotti che possono fregiarsi con lEcolabel sono beni di largo consumo che hanno
raggiunto leccellenza ambientale attraverso lapprovazione di determinati criteri di selezione prefissati dalla Commissione europea.
Questi criteri ecologici e prestazionali sono il risultato di studi scientifici e di ampie consultazioni in seno al Comitato dellUnione europea per il marchio di qualit ecologica
(CUEME), che composto dagli Organismi Competenti nazionali degli Stati membri, da
rappresentanti delle ONG ambientaliste, da associazioni dei consumatori e dellindustria, da sindacati nonch da rappresentanti delle PMI e del mondo del commercio.
Una volta che il CUEME ha proposto i criteri per un gruppo di prodotti, essi devono essere approvati dagli Stati membri e dalla Commissione europea prima di poter essere
utilizzati per lassegnazione dellEcolabel ai prodotti.
Restano validi fino a quando, a seguito di un riesame della Commissione, non si ritiene
di effettuare una revisione che potrebbe renderli pi restrittivi, in relazione al mercato
e ai progressi scientifici e tecnologici, sempre al fine di migliorare le prestazioni ambientali del prodotto etichettato e di mantenere la selettivit del marchio.
Una delle principali caratteristiche la sua dimensione europea, infatti il marchio pu
essere utilizzato nei 27 Stati Membri dellUnione europea cos come in Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Il marchio Ecolabel UE incoraggia i fabbricanti a progettare prodotti amici dellambiente e d ai consumatori la possibilit di fare scelte ambientalmente consapevoli e
affidabili nei loro acquisti, fornendo informazioni attendibili e scientificamente fondate
sullimpatto ambientale dei prodotti.
Inoltre i prodotti Ecolabel garantiscono una effettiva qualit del prodotto, infatti devono rispettare anche criteri di idoneit alluso, ad esempio prodotti come i detersivi per
lavastoviglie e per lavatrici devono superare una prova di rendimento.
Il Regolamento 66/2010/CE si applica a tutti i beni e i servizi destinati alla distribuzione,
al consumo o alluso sul mercato comunitario, a titolo oneroso o gratuito.
In particolare a tutti i prodotti purch: a) rappresentino un volume significativo di vendite e scambi nel mercato europeo; b) comportino impatti ambientali significativi in
una o pi fasi di vita; c) le scelte del consumatore abbiano capacit potenziale significativa di indurre miglioramenti ambientali.
Non si applica n ai medicinali per uso umano, n ai medicinali per uso veterinario,
nonch ai dispositivi medici di qualsiasi tipo. Dal 2003 lapplicabilit dellEcolabel UE
stata estesa ai servizi di ricettivit turistica e dal 2005 anche ai servizi di campeggio.
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LItalia nel 2015 risultato il secondo paese per numero di licenze Ecolabel assegnate
(18%), dopo la Francia (27%).
Sempre nel 2015 in vigore in Italia le licenze Ecolabel UE erano 359 per un totale di
18.235 prodotti/servizi etichettati, distribuiti in 19 gruppi di prodotti. (ISPRA)
Le elaborazioni grafiche mostrano un trend positivo di crescita nel tempo sia del numero totale di licenze Ecolabel UE rilasciate, sia del numero di prodotti e servizi etichettati.
Fig. 05
Grafico evoluzione licenze Ecolabel
isprambiente.gov.it
Fig. 06
Grafico numero licenze Ecolabel per
gruppi di prodotti
isprambiente.gov.it
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MANUTENZIONE
FACILE
FLESSIBILIT
DURABILIT
MATERIE PRIME DA
FONTI SOSTENIBILI
ATTENZIONE ALLIMBALLAGGIO
MATERIALI LOCALI
NO EMISSIONI E
SOSTANZE PERICOLOSE
DISASSEMBLABILIT E
RICICLABILIT
FACILITARE USO E
MANUTENZIONE
RIDUZIONE
MATERIALI
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Analizzando il ciclo di vita degli arredi si evince che i principali impatti ambientali risiedono nella produzione dei materiali e dei componenti che li costituiscono, piuttosto
che nella fase di assemblaggio dei mobili.
Figura 10: Average life stages contribution for the different impact categories
Furniture-Techno-economic and environmental analysis, Joint Research Center
Per assegnare la qualit ecologica ai prodotti e in particolare agli arredi ambientalmente sostenibili, si utilizzano i marchi ecologici, detti anche etichette ecologiche
(dallinglese ecolabel), che, tramite dei requisiti, individuano il ridotto impatto ambientale dei prodotti.
A livello europeo sono state identificate circa 30 etichette ambientali sugli arredi.
Tra le quali:
European Ecolabel for furniture (30/11/2009),
European Ecolabel for textiles, mattresses and furniture
Milieukeur (The Netherlands) for textiles and furniture
Marque NF Environnement (France) for furniture
koControl (Germany) for furniture.
Nordic Swan (Nordic countries) for textiles, outdoors furniture and furniture and
fittings
Blaue Engel (Germany) for wooden and upholstered furniture
sterreichische Umweltzeichen (Austria) for wooden furniture and office chairs
ko-tex (Germany) for textiles:
TCO Development (Nordic Countries) for chairs and tables
Fig. 11
designerblog.it/post/26073/mobili-di-design-sostenibile
35
I criteri utilizzati dai marchi ecologici sono solitamente focalizzati sui principali materiali utilizzati negli arredi (inclusi i trattamenti delle superfici e le colle/adesivi utilizzati
per lassemblaggio):
legno e pannelli a base di legno
metalli
plastiche
tessili
imbottiture
Inoltre considerato luso e il fine vita del prodotto.
Oltre alle etichette ecologiche per i mobili nel loro complesso, vi sono etichette ecologiche o altri standard di settore per alcuni materiali utilizzati nei mobili. I principali sono
per:
tessuti e pelle (Ecolabel europeo, Nordic Swan e kotex standard 100);
materassi e schiume (Ecolabel, PU foam SHE-standard (CertiPUR), European Association of flexible polyurethane foam blocks manufacturers (Europur).
Alcune di queste verranno utilizzate come modelli per trarre i criteri ecologici da utilizzare nella progettazione sostenibile di camere per bambini.
Bisogna per sottolineare la confusione che ruota attorno agli arredi ambientalmente preferibili e alla loro certificazione, infatti in Europa coesistono diverse eco-etichette per gli arredi, ma nessuna copre rilevanti quote di mercato. Molte si applicano ad
una particolare tipologia di mobili, alcune si concentrano sul principale materiale di cui
sono costituiti gli arredi, altre su vari tipi di mobili e non esiste uno schema ambientale
unico o requisiti ambientali totalmente condivisi dallindustria dellarredamento.
Esiste, oggi, una grande quantit di etichette ambientali applicabili ai mobili, diverse da
paese a paese, non sempre basate su criteri oggettivi e completamente verificabili. Lindustria del settore e le altre parti interessate si sono rese conto che necessario farsi parte
attiva per superare le difficolt alla circolazione dei prodotti causate dai diversi requisiti
ambientali. (Tacca 2014).
Come si riporta nel Dossier sugli arredi eco sostenibili a norma UNI, esistono una
serie di iniziative, in fase pi o meno avanzata di realizzazione, volte a definire quando
un mobile sostenibile o quando no.
Negli Stati Uniti lassociazione BIMFA ha creato uno schema chiamato LEVEL per la
valutazione del del grado di sostenibilit ambientale e sociale dei mobili, al momento
dedicato solo per ufficio, fortemente correlato al sistema LEED.
A questo seguito in Europa FEMB, uno schema di rating promosso dalla Federazione
Europea di produttori di arredo per ufficio, che integra anche i criteri minimi europei
per gli acquisti pubblici verdi (GPP Green Public Procurement).
FEMB (Federazione Europea produttori di arredo per ufficio) ha emesso lo standard
Requisiti di sostenibilit per ufficio e mobili non domestici per uso interno, lanciato
nellottobre 2014 ed coordinato con il rispettivo standard americano Level promosso
dallassociazione BIFMA.
E un sistema di valutazione del grado di sostenibilit dei prodotti dedicato allarredo
da ufficio. Entrambi prevedono un numero limitato di prerequisiti imprescindibili e la
possibilit di scegliere tra numerosi requisiti volontari (crediti, nella norma americana), ognuno dei quali, quando soddisfatto, permette di ottenere dei punti che, sommati, danno una valutazione complessiva della sostenibilit del prodotto.
I requisiti sono suddivisi nelle quattro sezioni materiali, energia e atmosfera, salute umana e dellecosistemae responsabilit sociale.
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Approccio
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Fig. 12
www.camerette.it
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Per rispondere a queste domande si pu pensare alla creazione di una schedatura dei
criteri ambientali degli arredi.
Come gi accennato, i diversi ecolabel sugli arredi presentano una grande quantit
di requisiti ambientali, spesso diversi e contrastanti e spesso valutati con metodi non
confrontabili.
Per mediare a questa confusione, si riportano degli esempi di schede sugli arredi,
suddivise per materiali, in cui sono stati raccolti e mescolati tra loro i diversi requisiti di
alcune etichette ecologiche.
Criteri ecologici
Le caratteristiche che fanno di un bene o di un servizio un bene o un servizio a impatto
ambientale ridotto rispetto ad un altro bene o servizio con funzione equivalente sono
i criteri ecologici.
Come possono essere identificati?
Per determinare quali criteri ecologici un bene o servizio deve rispettare per poter essere considerato a impatto ambientale ridotto, necessario guardare alle sue caratteristiche lungo lintero ciclo di vita, quindi dallestrazione delle materie prime necessarie
a produrre il bene o ad erogare il servizio, fino al suo smaltimento post-consumo in
qualit di rifiuto.
(Manuale GPP)
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Una catalogazione dei requisiti che gli arredi devono possedere, pu rifarsi alla struttura del manuale GPP:
categoria di riferimento
prodotto
criteri ecologici
Queste voci si basano su etichette ambientali esistenti e sui materiali che sono utilizzati in misura maggiore (legno, materiali a base di legno, metalli, plastiche, imbottiti e
tessili).
Definizione delle categorie di riferimento
Ci sono etichette che si concentrano su mobili specifici (come ad esempio la scrivania)
e altre etichette che comprendono un insieme di mobili.
Definizione di gruppo di prodotti
Come gi accennato la definizione del gruppo di prodotti differisce tra le varie etichette. Approssimativamente si possono distinguere:
1. Gruppi di prodotti che includono molti tipi di mobili
2. Gruppo di prodotti focalizzata su un materiale.
3. Gruppo prodotti concentrata su un tipo di arredamento.
Panoramica dei criteri ecologici
I criteri che si applicano per le diverse etichette risultano eterogenei.
categoria di riferimento:
LEGNO O PRODOTTI LEGNOSI
METALLI
TESSUTI
IMBOTTITURE (MATERASSI)
PLASTICA
prodotto: ARMADI, LIBRERIE, COMODINI, ECC.
SCRIVANIE, TAVOLI
CULLE, FASCIATOI
LETTI
DIVANI, POLTRONE
SEDIE
TENDAGGI E TAPPETTI
requisiti/criteri ecologici:
indicazioni sulle performances ambien
tali dei prodotti da arredamento
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Low-emission Composite
Wood Panels
Materassi
Finestre
Carta da parati
Materassi
Materiale ligneo per la
pavimentazione
Tessuti
Textile Floorcoverings
Low-emission upholstery
leathers (Edition January
2010)
Textiles
Low-Emission Internal
Plasters
Prodotti tessili
Pannello di carta e
gesso
Mattresses
Prodotti tessili
MANUALE GPP
ANAB-ICEA
Pitture e vernici
BLAUER ENGEL
Low-Emission Furniture
Certificazione ICEA Arre- Arredi
and Slatted Frames made damento Bio-Ecologico
of Wood and Wood-Based Materials
ECOLABEL
Mobili in legno
GPP EUROPA
Textiles (currently
under revision)
Indoor lighting
Furniture (currently
under revision)
NORDIC SWAN
Floor coverings
Textiles, hides/skins
and leather
Ogni etichetta o schema ambientale propone una suddivisione e una schedatura diversa dei requisiti ambientali e/o delle linee guide che i prodotti (e quindi la progettazione
in primis) devono soddisfare.
Di seguito si riportano alcuni esempi per evidenziare le differenze presenti:
Suddivisione dei criteri secondo : schema LCA
Materie prime
Lavorazione
Imballaggio e distribuzione
Comunicazione/Marketing
Uso
Fine vita
Suddivisione dei criteri secondo : schema LEVEL
Materiali
Energia&Atmosfera
Salute delle persone e dellecosistema
Responsabilit sociale
Suddivisione dei criteri secondo : IKEA Sustainability Product Score Card criteria
More from less (using less material in the product)
Renewable material
Recycled material
Environmentally better material
Separable & recyclable material
Product quality
Transport efficiency (number of products per container)
Energy efficient production
Renewable energy in production
Raw material utilisation at suppliers
Product use (less use of energy and water, and less waste in customers homes)
Suddivisione dei criteri secondo : principi del design for environment o ecodesign
DFE per la selezione dei materiali
-Minimizzare la presenza di sostanze tossiche
-Incorporare materiali riciclabili/riciclati nel prodotto
-Ridurre la quantit e le tipologie di materiali utilizzati
-Materiali compatibili tra loro in fase di riciclo
DFE nella fase di produzione
-Ridurre la quantit di rifiuti
DFE per il trasporto
- Minimizzare il packaging
- Usare un sistema di imballo riutilizzabile
DFE per la fase duso
- Aumentare lefficienza energetica
DFE per la fase di manutenzione
- Facilitare laccesso alle parti per la loro manutenzione e sostituzione
DFE per il disassemblaggio
- Facilitare il disassemblaggio dei componenti finalizzato alla manutenzione,
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ETICHETTE AMBIENTALI
ANAB-ICEA, DISCIPLINARE PER LA CERTIFICAZIONE DELLECO-BIO ARREDO, NORMA TECNICA, ECO_FURN.01 - Ed.00 Rev.02
BLAUER ENGEL, LOW-EMISSION FURNITURE AND SLATTED FRAMES
MADE OF WOOD AND WOOD-BASED MATERIALS, RAL-UZ 38,
ECOLABEL, MOBILI IN LEGNO, Manuale tecnico, 2009
GREEN PUBLIC PROCUREMENT (GPP) PRODUCT SHEET Furniture,
(GPP Training Toolkit Background product report), 2008
MANUALE GPP, GPPNET, Provincia di Cremona, 2008
NORDIC ECOLABELLING OF FURNITURE AND FITMENTS, NORDIC ECOLABELLING, Version 4.10, 17/03/201131/12/2017
ALTRI SCHEMI DI
VALUTAZIONE AMBIENTALI
UMWELTZEICHEN (Austria)
STICHTING MILIEUKEUR (Olanda)
AENOR MEDIO AMBIENTE (Spagna)
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48
Mobili Sostenibili
Categorie
Il gruppo di prodotti mobili sostenibili comprende unit a s stanti o da incasso di
mobili domestici usati per riporre, appendere, stendersi, sedersi, lavorare e mangiare, destinati a uso interno.
In particolare:
librerie
sedute
tavoli e scrivanie
armadi, cassettiere ecc.
letti.
Assegnazione dei requisiti
Sono applicati i seguenti criteri di preferibilit ambientale per il gruppo di prodotti
mobili sostenibili.
Per ciascun criterio prevista lassegnazione di un punteggio dato dalla somma dei
diversi requisiti. Ogni requisito permette ai produttori di accumulare dei punti, che
al termine della valutazione, sommati consentono di ottenere una valutazione complessiva del grado di impatto sullambiente.
Obiettivi
I criteri stabiliti mirano a promuovere la riduzione dellimpatto dei mobili sullambiente e sulla salute umana.
Pi specificatamente mirano a promuovere:
luso di materiali prodotti in maniera pi sostenibile;
una riduzione delluso di sostanze pericolose e delle emissioni di sostanze inquinanti;
una progettazione del mobile e dei complementi di arredamento volta a prevenire
gli impatti ambientali del prodotto urante ogni fase del suo ciclo di vita, e a ridurre la
produzione di rifiuti;
un costante miglioramento nei processi, nei prodotti e nelle tecnologie che consenta di ridurre limpatto ambientale, di migliorare la salubrit degli ambienti di lavoro e
di ridurre tutti i possibili rischi per la salute dellutilizzatore finale;
alla tutela dell consumatore migliorando e rendendo trasparente linformazione
ambientale sui mobili e sui complementi di arredo;
la progettazione di di alta qualit e di lunga durata.
1/22
Mobili Sostenibili
criteri:
1. CRITERI GENERALI
2. LEGNO
2.1 ORIGINE DEL LEGNO E GESTIONE SOSTENIBILE
DELLE FORESTE
2.2 PANNELLI A BASE DI LEGNO
2.2.1 EMISSIONE DI FORMALDEIDE NEI
PANNELLI A BASE DI LEGNO
3. METALLI
4. MATERIALI PLASTICI
5. PRODOTTI TESSILI
6. ALTRI MATERIALI
6.1 MATERIALI PER IMBOTTITURA
6.2 VETRO
6.3 CARTA E CARTONE
7. CRITERI CONCERNENTI IL TRATTAMENTO SUPERFICIALE
8. CRITERI CONCERNENTI IL MONTAGGIO DI MOBILI
8.1 ADDITIVI E LEGANTI
9. CRITERI CONCERNENTI IL PRODOTTO FINALE
9.1 DESIGN FOR DURABILITY/UPGRADEABILITY
9.2 DESIGN FOR RECYCLING, DESIGN FOR
REMANUFACTURING
2/22
9.3 PACKAGING
1. CRITERI GENERALI
1.1 SOSTANZE PERICOLOSE
c) nel prodotto possono essere utilizzati solo i ritardanti di fiamma chimicamente legati alla matrice o ai materiali o alla superficie della matrice o dei materiali (ritardanti
di fiamma reattivi). Se ai ritardanti di fiamma utilizzati corrisponde una delle frasi R
elencate qui di seguito, al momento dellapplicazione questi dovrebbero cambiare di
natura chimica in modo da non richiedere pi una classificazione secondo le frasi di
rischio (nella matrice o nel materiale pu rimanere meno dello 0,1 % di ritardante di
fiamma nella forma precedente allapplicazione).
R40 (possibilit di effetti cancerogeni - prove insufficienti),
R45 (pu provocare il cancro),
R46 (pu provocare alterazioni genetiche ereditarie),
R49 (pu provocare il cancro per inalazione),
R50 (altamente tossico per gli organismi acquatici),
R51 (tossico per gli organismi acquatici),
R52 (nocivo per gli organismi acquatici),
R53 (pu provocare a lungo termine effetti negativi per lambiente acquatico),
R60 (pu ridurre la fertilit),
R61 (pu danneggiare il feto),
R62 (possibile rischio di ridotta fertilit),
R63 (possibile rischio di danni al feto),
R68 (possibilit di effetti irreversibili),
di cui alla direttiva 67/548/CEE e successive modifiche.
Non possono essere utilizzati ritardanti di fiamma che sono soltanto mescolati fisicamente alla matrice o al materiale (additivi ritardanti di fiamma).
In alternativa, si pu considerare la classificazione a norma del regolamento (CE) n.
1272/2008. In questo caso non si possono aggiungere alle materie prime sostanze
o preparati ai quali sono attribuite, o possono essere attribuite al momento della domanda, le seguenti indicazioni di rischio (o loro combinazioni): H351, H350,
H340, H350i, H400, H410, H411, H412, H413, H360F, H360D, H361f, H361d, H360FD,
H361fd, H360Fd, H360Df, H341.
Valutazione e verifica: il richiedente deve rilasciare una dichiarazione di conformit
a questo criterio, insieme a un elenco di ingredienti e alla relativa documentazione,
come le schede di sicurezza.
(Fonte: Ecolabel EU, ANAB-ICEA)
d) Biocidi:
Non ammesso lutilizzo di biocidi a base di clorofenolo (e suoi sali ed esteri) e
dimethylphumarate: tutti i biocidi utilizzati non devono essere applicati alla superficie del prodotto finale o parte dei prodotti finali con lintenzione di aggiungere un
disinfettante o un effetto antibatterico.
(Fonte: ANAB-ICEA)
4/22
a) Il prodotto non deve superare i valori di emissione elencati nella seguente tabella:
Totale composti organici volatili (VOC, VVOC, SVOC) classificate nel Reg. CE n.1272/2008 come cancerogene (cat. 1A e 1B),
mutagene (cat. 1A e 1B), tossiche per il sistema riproduttivo
(cat. 1A e 1B)
n.r.
(dopo 3 giorni)
Di cui:
-Totale terpeni biciclici
-Stirene
Benzaldeide
Formaldeide
Acetaldeide
5/22
1.4 RADIOATTIVIT
La valutazione della presenza di radioattivit prevede luso di un Indice di Radioattivit (I), che si basa sulla misura dei pi importanti radioisotopi naturali ed espresso
come
I = ATh/200+ARa/300+AK/3000
dove ATh, ARa, AK, sono le attivit, espresse in Bq/kg, rispettivamente del 232Th, 226Ra e
del 40K.
I materiali devono inoltre contenere quantit trascurabili di radioisotopi artificiali. Il
radioisotopo considerato indicatore di radioattivit artificiale il 137Cs.
Limiti di radioattivit nei materiali
Valore di controllo: I 1: questo valore corrisponde ad una dose in eccesso, rispetto
al fondo naturale, di 1 mSv/anno. Materiali che presentino valori superiori allunit
non sono certificabili.
Relativamente alla radioattivit artificiale, facendo riferimento ai materiali, essa pu
essere considerata trascurabile qualora la concentrazione di 137Cs, espressa in Bq/
kg, sia in nessuna parte del materiale superiore a 1000 Bq/kg.
Metodi di misura
Ove applicabili:
- Norma UNI 10797:1999 Radionuclidi naturali nei materiali da costruzione Determinazione mediante spettrometria gamma ad alta risoluzione.
- Norma UNI 9890:1991 Determinazione del 137Cs per spettrometria gamma diretta.
- Norma UNI 9889:1991 Determinazione della radioattivita naturale nei carboni e in
ceneri di carbone con spettrometria gamma ad elevata risoluzione.
(Fonte: ANAB-ICEA)
6/22
2. LEGNO
2.1 ORIGINE DEL LEGNO E GESTIONE SOSTENIBILE DELLE FORESTE
Il produttore deve dimostrare lorigine del legno e assicurare che provenga da fonti
legali. Il legno non deve provenire da aree protette o per le quali in corso il processo ufficiale per definirle tali, da foreste antiche e da foreste di alto valore ambientale
definite da procedure nazionali.
In particolare non ammesso lutilizzo di:
- Legno utilizzato illegalmente, dove con tale termine ci si riferisce alla legalit dei metodi di raccolta e delle origini del legno e alladempimento della legislazione nazionale relativa alla tassazione o altro nel paese dorigine del legno;
- Legno proveniente da Organismi Geneticamente Modificati;
- Legno proveniente da aree o unit forestali dove siano stati denunciati casi di violazione
dei diritti umani;
- Legno proveniente da foreste con alto valore di conservazione non certificate, con particolare attenzione a quelle che sono anche foreste originarie o secolari (old-growth
forests).
(Fonte: Ecolabel EU, ANAB-ICEA)
Il produttore deve avere una politica di acquisizione sostenibile del legno e un sistema per rintracciarne e verificarne lorigine e per seguirne i movimenti dalle foreste al
primo punto di ricevimento.
(Indicare le specie, quantit e la provenienza del legno, allegando una dichiarazione
di legalit, che garantisca la tracciabilit del legno lungo lintera catena produttiva,
dalla foresta al prodotto finale).
(Fonte: Ecolabel EU, GPP EU)
Almeno il 50% del legno massiccio o il 50% dei materiali a base di legno contenuti
nei prodotti di legno deve provenire o o da materiali riciclati o da foreste o piantagioni gestite in conformit agli standard di Buona Gestione Forestale approvati dal
Forestry Stewardship Council (FSC) o dal Programme for Endorsement of Forest Certification Council (PEFC) ed essere certificato da un ente terzo indipendente accreditato/
notificato dal FSC o dal PEFC.
(Fonte: Ecolabel EU, ANAB-ICEA)
7/22
(Fonte: ANAB-ICEA)
8/22
Le emissioni di formaldeide da pannelli a base di legno non deve eccedere, le emissioni limite previste dalla classe E1 in accordo allo standard europeo EN 13986.
La EN 13986 fissa i seguenti limiti:
Valore ottenuto con il
metodo di riferimento EN
717-1
8 mg/100 g
3,5 mg/h m
(Fonte: ANAB-ICEA)
(In previsione della definizione da parte della federazione europea dei produttori di
pannelli (EPF) della nuova classe pi restrittiva rispetto alla E1), si fissano i seguenti
limiti (metodo di riferimento EN 120):
Pannelli di particelle
4 mg/100 g
MDF 5 mg/100 g
MDF sottile (spessore 8 mm)
8 mg/100 g
(Fonte: CATAS)
9/22
3. METALLI
Le parti metalliche che pesano meno di 50 grammi sono esenti dai requisiti.
Almeno il 90% in peso del metallo presente nel prodotto deve essere riciclabile. A
tale scopo le parti in metallo devono essere facilmente rimovibili dalle altre componenti in fase di dismissione e deve essere fornita una descrizione delle modalit
attraverso le quali le varie parti di metallo possono essere riciclate.
(Fonte: Nordic Ecolabelling, ANAB-ICEA)
i) Alluminio
Almeno il 50% in peso di alluminio presente nel prodotto deve essere metallo riciclato.
ii) Acciaio
Nel caso sia utilizzato lacciaio, il contenuto minimo di materiale riciclato deve essere
pari al 20% in peso.
iii) Altri metalli
Nel caso siano utilizzate parti in metallo diverse da acciaio e alluminio, devono contenere almeno il 20% di materiale riciclato.
(Fonte: Nordic Ecolabelling, ANAB-ICEA)
i) Alluminio
E ammesso unicamente limpiego di alluminio riciclato, (dato il notevole impatto
ambientale necessario per produrlo).
ii) Acciaio
Nel caso sia utilizzato lacciaio, il contenuto minimo di materiale riciclato deve essere
pari al 40% in peso.
iii) Altri metalli
Nel caso siano utilizzate parti in metallo diverse da acciaio e alluminio, devono contenere almeno il 30% di materiale riciclato.
(Fonte: Nordic Ecolabelling, ANAB-ICEA)
10/22
4. MATERIALI PLASTICI
I materiali plastici utilizzati nei mobili devono essere costituiti da almeno il 50% in
peso da materiali plastici riciclati.
La plastica riciclata ottenuta da polipropilene (PP), polietilene (PE) e polietilene tereftalato (PET) deve essere costituita da materiali post-consumo.
La plastica riciclata non deve contenere ritardanti di fiamma alogenati. Tuttavia, le
impurit sono consentite in quantit fino a 100 ppm.
Tutte le parti di plastica di peso 50 g, ad esclusione dei rivestimenti in film o laminati di materiale sintetico, devono essere contrassegnate con un marchio di identificazione che consenta il riciclaggio in conformit della norma UNI EN ISO 11469
Materie plastiche Identificazione generica e marcatura di prodotti di materie
plastiche.
Le parti superiori a 50 g di peso che potrebbero essere influenzati negativamente
dalla marcatura, come ad esempio per laccettazione dei consumatori e ragioni estetiche, possono essere segnate nel manuale utente o la letteratura simile. Lo stesso
vale per le parti che il fornitore pu dimostrare tecnicamente impossibili da segnare,
a causa della mancanza di spazio per letichettatura o per metodo di produzione (ad
esempio componenti estrusi).
I materiali polimerici usati come materiali di imbottitura e tessuti non devono essere inclusi nella percentuale del limite di peso dei materiali plastici e non sono soggetti ai requisiti applicabili alla plastica. Il poliuretano espanso (PUR-schiuma) deve
soddisfare i criteri di materiale di imbottitura del capitolo dedicato.
Le parti in plastica di piccole dimensioni (ad esempio viti, perni piccoli e accessori)
non sono inclusi nella percentuale del limite di peso e non sono soggetti ai requisiti
applicabili alla plastica di questo capitolo.
Additivi in plastica e gomma devono soddisfare il requisito b nel capitolo 1.1.
(Fonte: Nordic Ecolabelling, GPP EU, FEMB)
11/22
5. PRODOTTI TESSILI
I prodotti tessili comprendono i materiali sintetici, fibre naturali, pelle e cuoio. Per
i tessuti che compongono pi dell1% in peso dellarredo, almeno l80% in peso del
materiale della fibra di tessuto deve soddisfare i requisiti. I requisiti si applicano sia ai
tessuti utilizzati nelle sedute sia ad altri tessuti utilizzati negli arredi.
a) La pelle e il cuoio che costituiscono pi dell1% in peso del mobile devono essere
certificati secondo un marchio ambientale ISO di tipo I.
b) Il tessuto non deve contenere ritardanti di fiamma alogenati, biocidi o trattamenti
superficiali con composti organici alogenati.
c) Coloranti, pigmenti o sostanze chimiche ausiliarie classificati conformemente al
cap. 1.1 non devono essere utilizzati.
Non possono essere utilizzati coloranti con mordenti al cromo.
Luso di coloranti a complesso metallico (a base di rame, cromo, nickel) non permesso. Lana, lana/viscosa, poliammide o seta sono esenti da tale obbligo. Le emissioni di
Cu, Cr e Ni nellacqua non devono superare: 75 mg/kg (Cu), 50 mg/kg (Cr), 75 mg/kg
(Ni) dopo il trattamento.
d) Le emissioni di formaldeide non devono superare 20 ppm secondo la norma EN
ISO 14184-1 o metodi simili approvati. In alternativa, levaporazione non deve superare 0,005 mg/m3 misurata in un test climatico secondo ENV 13.419-1.
(Fonte: Nordic Ecolabelling)
e) Cotone o altre fibre naturali di produzione biologica: gli offerenti devono specificare la percentuale, in termini di peso, di cotone o altre fibre naturali di produzione
biologica presenti nei prodotti tessili. Per essere considerata di produzione biologica,
la fibra deve essere prodotta in conformit del regolamento (CE) n. 834/2007.
Si deve dimostrare lorigine delle fibre utilizzate e la natura biologica della loro produzione, ad esempio per mezzo del marchio europeo di qualit biologica o di marchi
nazionali di qualit di produzione biologica approvati.
f) Fibre riciclate: gli offerenti devono specificare la percentuale, in termini di peso,
del prodotto tessile costituita da fibre riciclate, ossia fibre derivanti esclusivamente
da tagli di produttori di tessili e abbigliamento o da rifiuti post-consumer (tessili o
daltro tipo); dimostrando lorigine delle fibre riciclate utilizzate.
(Fonte: GPP EU)
6. ALTRI MATERIALI
6.1 MATERIALI PER IMBOTTITURA
13/22
6.2 VETRO
14/22
Il trattamento superficiale riguarda il processo per il trattamento superficiale di singole parti/componenti di mobili o di mobili completi.
Tali sistemi di rivestimento comprendono, ad esempio: tinte, primer, vernici trasparenti, smalti, pellicole, carte decorative, adesivi.
I requisiti si applicano solo se i materiali a quali il trattamento superficiale applicato,
sono presenti nel mobile finito in quantit superiori al 5% in peso. Ai fini di tali requisiti, il laminato considerato come un trattamento superficiale.
Il numero di rivestimenti, la quantit applicata (g/m2) e il metodo di applicazione devono essere documentati.
a) Trattamento superficiale con plastica e metalli
La plastica e il metallo devono soddisfare i requisiti generali relativi alle sostanze pericolose di cui alla sezione 1.1.
Il trattamento superficiale con materie plastiche pu essere consentito se la documentazione dimostra che questo non incide sulla possibilit di riciclaggio e il trattamento di superficie soddisfa il requisito b della sezione 1.1.
b) Trattamenti superficiali diversi da plastica e metalli
Tutti i materiali, le sostanze e i preparati utilizzati devono rispettare i requisiti relativi
alle sostanze pericolose di cui alla sezione 1.1.
Inoltre:
le sostanze chimiche classificate come nocive per lambiente conformemente alla
direttiva 1999/45/CE non devono essere aggiunte alle sostanze e ai preparati per il
trattamento superficiale. Tuttavia i prodotti possono contenere fino al 5 % di composti organici volatili (COV) come stabilito nella direttiva 1999/13/CE (per composto
organico volatile si intende qualsiasi composto organico che, a 293,15 K, abbia una
tensione di vapore pari o superiore a 0,01 kPa, o una volatilit equivalente nelle condizioni duso particolari). Se il prodotto deve essere diluito, il tenore del prodotto diluito
non deve superare i valori soglia sopra menzionati,
la quantit applicata (pitture/vernici a umido) di sostanze classificate come nocive
per lambiente conformemente alla direttiva 1999/45/CE non deve superare i 14 g/m2
di superficie
c) Contenuto in composti organici volatili
Quando i mobili sono trattati con prodotti a base di composti organici volatili (COV),
la quantit applicata (pitture/vernici a umido) di COV non deve superare i 35 g/m2 di
superficie.
Il contenuto di (COV) nelle vernici utilizzate nel prodotto fornito dal fabbricante non
deve superare il limite del 60% in peso.
d) Formaldeide
Le emissioni di formaldeide da sostanze e preparati usati nel trattamento superficiale
devono essere inferiori a 0,1 ppm.
e) Plastificanti
Se nel processo di produzione sono impiegate sostanze plastificanti, gli ftalati devono
soddisfare i requisiti relativi alle sostanze pericolose di cui alla sezione 1.1.
Inoltre, nel prodotto non sono autorizzati il DNOP (ftalato di diottile), il DINP (ftalato di
diisononile) e il DIDP (ftalato di diisodecile).
15/22
f) Biocidi
consentito soltanto lutilizzo di prodotti biocidi contenenti i principi attivi biocidi che
figurano nellallegato IA della direttiva 98/8/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e autorizzati per lutilizzo nei mobili.
(Fonti: Ecolabel EU, FEMB, Nordic Ecolabelling, GPP EU)
g) Formaldeide
Le emissioni di formaldeide da sostanze e preparati usati nel trattamento superficiale devono essere inferiori a 0,05 ppm.
(Fonti: Ecolabel EU)
16/22
COV:
Il contenuto di COV negli adesivi pronti alluso utilizzati per assemblare il mobile non
deve superare il 10% in peso nei prodotti a base acqua e il 30% nei prodotti a base
solvente.
Verifica: elenco degli adesivi utilizzati per assemblare il mobile allegando le relative
schede di sicurezza o documentazione equivalente (ad esempio: rapporti di prova
del produttore di adesivi e colle) che indichi il contenuto di COV.
La percentuale di COV negli adesivi deve essere determinata con i metodi descritti
nella norma UNI EN ISO 11890.
(Fonte: GPP EU)
COV:
Il tenore di COV degli adesivi usati nel montaggio di mobili non deve superare il 10%
(peso/peso), indipendentemente dal tipo di prodotto utilizzato.
(Fonte: FEMB)
17/22
a) Durabilit e sicurezza
Il prodotto deve rispettare i requisiti di durabilit, resistenza, sicurezza e stabilit
prescritti nelle norme EN applicabili alluso del prodotto. In assenza di norme EN,
sono applicabili i requisiti delle norme ISO.
Inoltre devono essere implementate ed attuate misure volte a:
Scelta dei materiali pi appropriati a garantire la durata del mobile.
Ridurre i punti di debolezza soprattutto negli snodi e nelle connessioni tra le componenti
Rendere economica e possibile la riparazione o la sostituzione delle parti
Elevare il numero di anni per cui il prodotto garantito
Predisporre di servizi di assistenza per riparazione, sostituzione di parti, manutenzione, ecc.
b) Uso e manutenzione
Devono essere implementate ed attuate misure volte a:
Facilitare il montaggio del prodotto da parte dellutente per consentire la vendita in kit
Facilitare la pulizia e manutenzione del prodotto.
Facilitare la sostituibilit delle componenti che si logorano pi facilmente per allungare la vita utile del prodotto.
Manutenzione dei prodotti senza il ricorso a solventi a base di composti organici
Predisporre istruzioni duso e, se necessario, di montaggio di facile ed immediata
comprensione (consigliati disegni di montaggio pi che testo scritto, possibilmente
stampati nel packaging e non con un opuscolo a parte).
Il richiedente deve massimizzare la vita utile del prodotto, renderlo facilmente rinnovabile e utilizzabile per molteplici usi da parte degli utenti originali e successivi. Al fine
di raggiungere questo obiettivo, lorganizzazione deve adottare e pubblicizzare questa strategia, dichiarando che saranno progettati e realizzati prodotti che hanno una
lunga vita utile; in grado di sopportare luso ripetuto e le eventuali riparazioni, grazie
anche alla standardizzazione di parti e componenti dei prodotti facilmente disponibili.
Lorganizzazione deve quindi garantire la manutenzione, lassistenza e la sostituzione
dei componenti dei prodotti.
Ci richiede almeno:
un impegno da parte del produttore di fornire, per 5 anni dalla data di fine produzione della gamma di prodotti in questione, pezzi di ricambio originali o pezzi con
funzione equivalente.
(Fonte: Ecolabel EU, ANAB-ICEA, FEMB)
19/22
9.3 PACKAGING
In relazione alla direttiva Rifiuti 2008/98/CE si consigliano le seguenti misure da adottare in tema di imballaggio:
semplificazione del sistema degli imballaggi e facilitazione delle attivit di riciclo
contenimento nel consumo di materie prime
impiego di sistemi dimballaggio multiuso
evitare confezioni superflue
ritiro e riutilizzo dei materiali da imballaggio
impiego di materiali facilmente riciclabili (polietilene), ritiro e riciclo presso i fornitori o i produttori del materiale da imballaggio o impiego di trasformatori per il
riciclaggio delle sostanze
riutilizzo allinterno dellazienda di imballaggi di protezione
evitare imballaggi compositi;
richiesta ai fornitori di utilizzare imballaggi non inquinanti per lambiente - sistemi
multiuso
conferma da parte del fornitore di attenersi allobbligo di ritiro delle confezioni
monouso
ottimizzazione della logistica (immagazzinamento, trasporto, esposizione)
(Fonte: Casa Toscana, Oltre i confini di Leonia)
Limballaggio deve:
e) essere costituito, se in carta o cartone per almeno il 60% in peso da materiale
riciclato, se in plastica, per almeno il 40%.
(Descrivere limballaggio, il tipo di materiale/i, quantit utilizzate, misure intraprese
per ridurre al minimo il volume, come realizzato lassemblaggio fra materiali diversi e come si possono separare e dichiarare il contenuto di riciclato.
20/22
Per quanto riguarda tale requisito, si presume conforme limballaggio con lindicazione minima di contenuto di riciclato, fornita in conformit alle norme UNI EN ISO
14021 e UNI 14024.
(Fonte: Ecolabel EU, GPP EU)
Limballaggio:
f) non devono contenere PVC o altre materie plastiche contenenti cloro
g) deve essere costituito, se in carta o cartone per almeno il 90% in peso da materiale riciclato, se in plastica, per almeno il 60%.
(Fonte: GPP EU, Nordic Ecolabelling)
21/22
22/22
71
72
MOBILI SOSTENIBILI
CHECKLIST
NOME AZIENDA
DATA
PRODOTTO
DA VERIFICARE
NON REALIZZABILE
NON ANCORA
SI
DESCRIZIONE
NOTE
1. CRITERI GENERALI
1.1 SOSTANZE PERICOLOSE
stato escluso limpiego di sostanze pericolose per
la salute e lambiente di cui al paragrafo a, b, c del
capitolo 1.1?
stato escluso limpiego di biocidi riportati nel capi tolo 1.1?
1.2 EMISSIONE COMPOSTI ORGANICI VOLATILI
La quantit di formaldeide libera nei prodotti chimici utilizzati inferiore allo 0,2% in peso?
1.4 RADIOATTIVIT
2. LEGNO
2.1 ORIGINE DEL LEGNO E GESTIONE SOSTENIBILE
DELLE FORESTE
Si pu dimostrare lorigine del legno e assicurare
che provenga da fonti legali e che non rientri nelle
1/3
Sono rispettate le emissioni di formaldeide nei pannelli a base di legno indicate nel cap. 2.2.1?
3. METALLI
4. MATERIALI PLASTICI
I materiali plastici utilizzati sono costituiti da almeno il 50% in peso da materiali riciclato? Le parti di
5. PRODOTTI TESSILI
I prodotti tessili soddisfano i requisiti su sostanze
chimiche ausiliarie, coloranti, emissioni di formaldeide, (a, b, c, d; 5)?
Sono presenti cotone o altre fibre naturali di pro duzione biologica e/o fibre riciclate, che rispettano i
ambientali indicate?
6. ALTRI MATERIALI
6.1 MATERIALI PER IMBOTTITURA
Sono stati utilizzati carta e cartone con un contenuto minimo di materiale riciclato pari al 60%?
Sono stati utilizzati carta e cartone con un contenu to minimo di materiale riciclato pari al 90%?
7. CRITERI CONCERNENTI IL TRATTAMENTO SUPERFICIALE
I trattamenti superficiali soddisfano i requisiti generali relativi alle sostanze pericolose di cui alla sezio ne 1.1? Rispettano il contenuto di composti organici
volatili e formaldeide e le indicazioni sui plastificanti
e biocidi?
2/3
I prodotti sono progettati per agevolare la sostitu zione dei componenti, cos come indicato?
Si pu garantire la rigenerazione di un prodotto a
fine vita utile?
9.3 PACKAGING
Sono state attuate le procedure indicate dal cap. 9.3
sullimballaggio?
NOTE
3/3
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77
78
Il panorama delle aziende risulta molto diversificato sia per tipologia che per qualit
dei prodotti.
La ricerca delle aziende produttrici di arredi, eseguita tramite alcuni siti web specializzati in arredi come Archiexpo, Lovethesign, Homify, Designforkids, ha messo in luce
realt molto diverse tra loro...
Dallanalisi si rileva che soprattutto in Europa e nei paesi Nordici c una forte attenzione alla progettazione di arredi trasformabili, fenomeno non ancora cos diffuso nel
panorama italiano se non per rari casi (v. Dotandcross).
79
80
WOODLY produce mobili ecologici, accessori per larredo, culle e lettini per la camera
dei bambini e giocattoli di legno in modo sostenibile a impatto zero.
unazienda fondata da Valerio Vinaccia e Laura Consorti a Faviano, nei pressi di Parma che ha come obiettivo la sostenibilit, in ogni suo aspetto. Nella ricerca per trovare soluzioni sostenibili alla produzione, vengono usati metodi innovativi e, talvolta,
anche quelli pi antichi; vengono naturalmente utilizzate materie prime rinnovabili,
biodegradabili, non tossiche.
81
82
3.
SPAZI E BAMBINI
Fig. 17
Gonzagarredi, angolo lettura
gonzagarredi.it/Sezione.jsp?idSezione=336
83
Il proprio spazio diventa il luogo che favorisce la loro crescita e per questo deve tenere
in considerazione le sue specifiche esigenze in ogni tappa del suo percorso evolutivo.
Altro elemento da tenere in considerazione nella progettazione di uno spazio per bambini il punto di vista.
Nellarredare unabitazione, sono gli adulti di solito a scegliere la distribuzione degli
spazi, gli oggetti e i mobili. I bambini si trovano quindi a vivere in un contesto a misura
di adulto, spesso non pienamente rispondente ai bisogni tipici dellinfanzia.
Risulta quindi importante costruire spazi a misura di bambino. In merito a questo
aspetto, esistono esempi di progettazione partecipata in cui gli utenti finali possono
esprimere desideri ed esigenze di spazi, arredi e giochi. Uno di questi si chiama E per
gioco...progetto!, un progetto promosso da Pescecolorato, unassociazione culturale
milanese guidata dallarchitetto Linda Poletti che, in collaborazione e con il patrocinio
di enti privati ed istituti, ha coinvolto i bambini nella progettazione dei loro spazi scolastici.
Attraverso le tecniche della comunicazione visiva Linda Poletti ha studiato un percorso
di progettazione adatto a bambini di 4/12 anni con temi che riguardano spazi, oggetti
e situazioni di cui possano loro stessi usufruire, come ad esempio: spazi, arredi, arredo
urbano e complementi. Ogni esperienza di Pescecolorato finalizzata alla realizzazione dei pensieri e desideri dei bambini.
I loro desideri sono sempre espressi nei loro disegni. Un mondo da studiare perch loro
vogliono correre, giocare e crescere e noi dobbiamo aiutarli e scoprire cosa risponde di
pi alle loro esigenze sia fisiche che mentali. (Pescecolorato, post pagina Facebook 16
Dicembre 2015)
Fig. 18
Pescecolorato, Sedia nuvola
facebook.com/www.pescecolorato.it
Un altro esempio di progettazione partecipata, legato per al tema della citt, La citt
dei bambini, uniniziativa che propone agli amministratori di ripensare il governo delle
citt assumendo come paradigma della citt il bambino.
Il progetto, promosso a livello internazionale dallIstituto di Scienze e Tecnologie della
Cognizione (ISTC) del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), attraverso il Consiglio dei
bambini e laboratori di Progettazione partecipata, coinvolge i bambini nelle decisioni
amministrative, urbanistiche e nellorganizzazione dei servizi per creare una nuova filosofia di governo della citt in cui il bambino sia il parametro.
I bambini infatti sono consapevoli dei loro bisogni e dei loro desideri e sono capaci
di formulare proposte adatte a soddisfarli esprimendo idee originali ed efficaci. Per il
bambino il cambiamento non una scelta culturale, razionale, legata ad analisi estetiche o ambientali, ma una esigenza primaria.
Come afferma Francesco Tonucci, ideatore del progetto, se un amministratore prendesse sul serio le proposte dei bambini, le studiasse, le affidasse a bravi tecnici, progettisti, urbanisti, chiedendo loro di tenerne conto e di soddisfare i bisogni che rappresen84
85
86
Fig. 19
Le qualit di un progetto pedagogico e architettonico
Weyland B., A. Sandy, Progettare scuole tra pedagogia e
architettura, MI, Guerini scientifica, 2015, p. 65
esempi di architettura educativa. Seppur si tratti di una rete dedicata alla costruzione
di un nuovo tipo di scuole, risulta interessante sottolineare la diffusione di iniziative
che riflettono sulla relazione tra spazio e apprendimento, architettura e pedagogia,
orientate a creare nuovi percorsi progettuali, in coordinazione con tutti i soggetti coinvolti (bambini, insegnanti, istituzioni, progettisti), focalizzando lattenzione sui bisogni
pedaogico-didattici.
Limportanza dellambiente stata sempre pi oggetto di studi da parte sia delle scienze biomediche (biologia, biologia evolutiva, neurofisiologia) e naturali (etologia, ecologia), che delle scienze umane (storia ,antropologia).
La parola ambiente che deriva dal latino ambiens, indica tutto ci che sta intorno, con
un maggiore o minore riferimento o allambito fisico e materiale o a quello culturale,
relazionale, sociale.
Attraverso gli studi di psicologia ambientale e di psicologia ecologica, dagli anni Sessanta in poi, si giunti ad affermare limportanza degli stimoli ambientali nel comportamento umano.
In particolare l ecologia dello sviluppo umano, un indirizzo di studio proposto dallo
psicologo americano Urie Bronfenbrenner, che si propone di indagare in modo nuovo
linterazione individuo-ambiente, concentra lattenzione sul bambino, individuo in via
di sviluppo e ambiente.
Lecologia dello sviluppo umano implica lo studio scientifico del progressivo adattamento
reciproco tra un essere umano attivo che sta crescendo e le propriet, mutevoli, delle situazioni ambientali immediate in cui lindividuo in via di sviluppo vive, anche nel senso di
definire come questo processo determinato dalle relazioni esistenti tra le varie situazioni
ambientali e dai contesti pi ampi di cui le prime fanno parte.
(U.Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, p. 54-55, Definizione 1)
La concezione dellambiente, si presenta quindi, nellottica dellecologia dello sviluppo,
alquanto complessa e richiede unattenzione molto ampia ed articolata.
Una delle osservazioni, maggiormente interessanti per unottica progettuale, riguarda
lesperienza dellambiente: Bronfenbrenner afferma che nellanalizzare il feed-back tra
lindividuo e il suo ambiente non sufficiente descrivere, in modo obiettivo, ci che
quel contesto , ma bisogna anche cercare di capire che cosa di quellambiente maggiormente influenza linsieme delle azioni esibite da quel particolare individuo. Sono
gli aspetti dellambiente che hanno significato per lindividuo in una data situazione
che si dimostrano pi potenti nel modellare il corso della crescita psicologica.
Lambiente insomma che ha il massimo grado di rilevanza per la comprensione scientifica del comportamento e dello sviluppo quello la cui realt non definita nei termini
del cosiddetto mondo oggettivo, ma da come esso appare alla mente dellindividuo.
Tale esplorazione che rimane compito principale della scienza psicologica, suggerisce
di entrare nellottica dei bambini, capire il loro punto di vista per riuscire a scoprire
come le varie situazioni ambientali vengono percepite dalle persone che sono coinvolte in esse.
(U.Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, pp. 59)
Risulta ormai chiaro come le qualit dellambiente influenzino il comportamento dei
bambini. Queste caratteristiche che sono chiamate qualit espressive o fisiognomiche (Heinz Werner, 1940) hanno un ruolo chiave nel comprendere i modi in cui lambiente psicologico influenza lindividuo, in particolare nei bambini ci si riflette naturalmente sul piano dello sviluppo cognitivo ed anche sulla qualita dei rapporti sociali.
88
Come afferma Dario Varin, (professore di Ecologia dello sviluppo allUniversit degli
Studi di Milano), il bambino piccolo risulta piu fragile nei confronti di pressioni ambientali: una destrutturazione ambientale (come una eccessiva confusione) puo favorire
una destrutturazione del comportamento piu che in un adulto.
Afferma che gli studi di psicologia ambientale dellinfanzia hanno sottolineato come i
bambini possano essere piu facilmente soggetti agli effetti negativi dellambiente rispetto agli adulti, ed in particolare agli agenti di stress.
Allo stesso modo possono essere piu facilmente influenzati in senso positivo da un
ambiente costruito in modo idoneo rispetto alle loro caratteristiche di sviluppo.
Richiamando le teorie di Kurt Lewin (1890-1947, psicologo tedesco, pioniere della psicologia sociale), prosegue dicendo che il bambino piccolo si crea piu delladulto un
ambiente psicologico fortemente determinato dai suoi affetti e dalle sue fantasie, organizzato secondo le sue mappe cognitive, piuttosto che per gli elementi di realt percepiti dagli adulti. Le fantasie non fanno parte solo del mondo interno del bambino, ma
anche del suo ambiente psicologico.
Grazie agli studi di ecologia psicologica, sono stati individuati diversi fattori che agiscono negativamente sullambiente, determinando una diminuzione delle capacita di
organizzazione e di controllo del comportamento da parte dellindividuo, in particolare
nellindividuo in via di sviluppo.
Alcuni esempi sono:
condizioni disagiate o brusche variazioni di temperatura,
un elevato livello di rumore (soprattutto oscillazioni imprevedibili di rumore)
overload, il sovraccarico di stimoli (alcuni bambini nella scuola materna hanno espresso disagio per la sovrabbondanza di materiali affissi alle pareti)
eccessiva concentrazione di individui in uno spazio ridotto
eccessiva immobilita o eccessiva variazione degli aspetti fondamentali dellambiente.
Per alcune attivita cognitive, come guardare un libro o fare un puzzle, richiesta una
concentrazione dellattenzione che non si ottiene facilmente (specie nei bambini pi
piccoli) senza una limitazione del sovraccarico degli stimoli presenti, acustici e visivi.
A livello progettuale quindi una barriera percettiva costituita da un divisorio, da un
filtro consente di ridurre le occasioni di distrazione e la pressione degli stimoli visivi
circostanti.
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90
parole, condizione necessaria per quello che potrebbe essere chiamata la liberazione
intellettuale.
Il bambino pu ora classificare, identificare e paragonare. Le domande circa la natura
degli oggetti e il loro nomi, testimoniano il bruciante desiderio di ordinare e classificare
il mondo circostante. Il bambino di 2 anni impara le parole, quello di 3 le adopera. Egli
pu collegare parole con azioni, e azioni con parole. Al bambino di 3 anni piace fare
nuove amicizie, ed capace di fare a meno di qualcosa, per esempio di un giocattolo,
per ottenere lapprezzamento di una persona. Se la paura dei rumori e degli oggetti
strani diminuisce, aumenta invece la paura del buio e della solitudine.
4 anni
Tra 3-4 anni c un altro periodo di irrequietezza e mancanza di sicurezza, che pu apparire come una regressione. Il bambino passa velocemente dalla timidezza alla franchezza, ci che lo rende socialmente instabile. Questa fase generalmente termina ai 4
anni. Il comportamento allora caratterizzato da grande confidenza, una accentuata
vivacit linguistica (usa anche brutte parole), offre qualche volta limpressione di un
grado di maturit che invece non sempre raggiunto. Ora il bambino sempre pi accettato come un essere sociale indipendente. La sua et gli consente in qualche modo
di collaborare con gli altri e, pi o meno, egli si arrangia da solo. La vivacit e la decisione sono caratteristiche marcate del suo comportamento cos come lo sono anche la
vanit ed un enorme grado di curiosit.
Il comportamento motorio del bambino di 4 anni si affinato, i muscoli del corpo diventano sempre pi indipendenti.
Il bambino di 4 anni pu tenersi in equilibrio su una gamba pi lungo di prima, ma non
ancora capace di saltare, almeno per altri 6 mesi; pu mettersi vestiti e mettersi le
scarpe, ma non sar in grado di allacciarle ancora per un po di tempo. Il comportamento adattivo di un bambino di 4 anni sempre in progresso ma la sua grande curiosit
non apparentemente dovuta alla volont di sapere quanto alla necessit di imparare
gli attributi per le molte cose del suo mondo fisico e sociale. Un bambino di 4 anni
coglie e descrive le impressioni come quello di 3 anni, ma anche bisogno di ordinare e
classificare le sue esperienze. I suoi disegni di esseri umani consistono in una testa e
di due linee che rappresentano le gambe; qualche volta la testa ha due occhi, ma passeranno un paio di anni prima che vi sia aggiunto il corpo. La vivacit del bambino di
4 anni pu facilmente farci sopravvalutare le sue conoscenze. Spesso lo consideriamo
profondo mentre semplicemente diligente. Dal punto di vista linguistico il bambino
di 4 anni estremamente attivo
E le domande con come e perch sono le pi insistenti. Il pronome io ha una parte
molto importante nel suo linguaggio.
La capacit sociale ben sviluppata ma il desiderio di applicarla si esprime spesso
come una sfida. Frequentemente rifiuta di ubbidire e qualche volta ha un esagerato
bisogno di indipendenza, il che si riflette anche nei giochi. I progressi sociali aumentano ed egli dedica maggio tempo ai giochi di gruppo. Il bambino presta i suoi giocattoli
ma pu improvvisamente cambiare idea, con lo scopo di provocare qualche forma di
risposta socialmente utilizzabile.
5 anni
Il bambino raggiunge un livello di maturit che lo distingue dai bambini degli stadi precedenti. Comincia un nuovo periodo di integrazione durante il quale i vari processi di
sviluppo coincidono con la formazione di tutta la personalit.
Dal punto di vista del comportamento motorio il bambino di 5 anni agisce sempre pi
come un adulto. La locomozione e i movimenti del corpo hanno tenuto pi stabilit e
lequilibrio quasi perfetto. Egli attratto da movimenti ritmici e da altri movimenti in
gruppo, ed una migliore coordinazione motoria gli permette di cominciare lo uso del
92
calcio e tirare la freccia con larco. Le bambine si divertono saltare nei quadrati e con
la corda. Queste occupazioni richiedono un equilibrio asimmetrico. Una posizione prediletta quella di stare sdraiati sul pavimento con la testa appoggiata ad una mano;
in questa posizione, i maschi specialmente, leggono, scrivono e giocano per delle ore.
Una volta cominciata la scuola il bambino compie grandi progressi dal punto di vista
del linguaggio. Le descrizioni orali sono costruite in forma nuova e qualche volta pi
precise.
Linteresse per la lettura varia notevolmente. La scuola contribuisce molto al comportamento adattivo nella maggioranza dei bambini e fornisce limpegno attivo per le risorse intellettuali. Si pu dire che il bambino di 7 anni assume una visione realistica del
mondo esterno. La sua fantasia pi riflessiva. I giochi di fare finta suscitano meno
entusiasmo. Lesitazione autocritica e lindecisione possono rallentare il gioco. La seriet del reale entrando nella vita del bambino.
Il bambino va sviluppando il senso del comportamento etico, le regole dei giochi acquistano importanza; il buono e il cattivo nelle azioni dei compagni ,ed anche in quelle
del bambino stesso, vengono da lui notati. Le esperienze sociali sono pi intense e
consapevoli. Lavora molto per acquistare le abitudini e il codice morale della famiglia.
8 anni
Il modo di comportarsi nei riguardi dellambiente, cauto e ponderato del bambino di 7
anni, ad 8 anni sparito. Si abituato alla scuola e i compagni cominciano ad avere un
ruolo preminente nella sua vita. pi sicuro nella comunit infantile e con gli adulti e
si butta temerariamente nelle avventure; esplora il suo mondo in tutte le direzioni con
molto entusiasmo. spesso molto disordinato nella sua violenta attivit.
Nel comportamento motorio il bambino di 8 anni pu muoversi pi velocemente i suoi
movimenti sono pi leggeri ed aggraziati. Dal punto di vista del linguaggio il bambino
estroverso e si sta rapidamente sviluppando. La pronuncia e la costruzione delle frasi
sono spesso buone.
Nel comportamento adattivo il bambino dimostra maggiore espansione e profondit.
Comincia ad avere maggiore comprensione per le relazioni che prima erano conosciute soltanto frammentariamente; pu pi facilmente vedere le somiglianze e le differenze nelle persone e nelle cose.
Il bambino ora comprende la differenza tra immaginazione e realt. Sebbene possa
essere afflitto da paura irrazionale per il buio o per gli animali feroci, egli pu farsi
forza per combattere questa paura. Il bambino di 8 anni comincia a comprendere le
impersonalit degli oggetti e le leggi della natura; il pensiero diventa pi realistico ma
rimangono ancora tracce del precedente modo di pensare.
La grande attivit di un bambino di 8 anni ha molta importanza e si pu dire che serve
a scopi sociali. Al bambino piace stare in compagnia degli adulti in casa, ma egli esige di
pi da loro: desidera dare e ricevere informazioni. una tendenza verso lintegrazione
che gli potr dare pi chiara nozione del mondo degli adulti. Il bambino comincia a dubitare dellinfallibilit ed onniscienza degli adulti. Si diverte a fare domande delle quali
egli sar risposta, che invece ignota ai genitori. Cerca anche contatti fuori di casa ed
molto attivo nel suo gruppo di amici. Improvvisa con precipitazione e si impegna in
diverse attivit: niente gli sembra difficile. Secondo Gesell si pu considerare come un
primo promettente abbozzo del carattere adulto.
9 anni
I bambini di 9 anni hanno percorso un buon tratto di strada verso lo sviluppo e il loro
comportamento diventato altamente differenziato: ci rende difficile le generalizzazioni. La collaborazione tra i bambini e la comunit aumentata e bisogna quindi presumere che i conflitti siano pi seri. Le piccole follie possono essere accettate ma esse
possono anche essere disapprovate e punite.
94
In tali casi, gli adulti non solo considerano i bambini come impossibili , ma frappongono ostacoli sulla loro strada sotto forma di proibizioni, regole e punizioni. Il bambino
reagisce ribellandosi e diventa veramente impossibile. La parola chiave per descrivere questa auto-motivazione; intendendo una capacit altamente sviluppata di
affrontare problemi di propria iniziativa. Il bambino scopre le proprie abilit e si sforza
di fare del suo meglio da solo. Pu divenire indipendente dalla pressione del gruppo e
dai consigli degli adulti. Egli vuole, e ha bisogno di ottenere rispetto per la sua maturit,
per la sua indipendenza e per la sua vita privata. Nello stesso tempo, ha bisogno dei
genitori, e si attende che essi gli dedichino il loro tempo e i loro interesse.
Dal punto di vista del comportamento motorio il bambino ha degli interessi pi ampi.
E sempre molto attivo ma ha un miglior controllo della sua attivit. La coordinazione
dellocchio e della mano molto ben sviluppata; le due mani possono lavorare indipendentemente luno dallaltra, ed anche le dita possono essere adoperate pi liberamente con maggiore articolazione.
Il linguaggio non cos prolisso come un anno prima. Spesso c un ritorno a espressioni precedenti, anche perch ora la lingua viene utilizzata per nuovi compiti: diventa
infatti sempre pi un mezzo per il nascente pensiero autocritico e per i sentimenti
espressivi. Il progresso del comportamento adattivo marcato soprattutto dalle valutazioni e dal proprio sistema di norme che ora cominciano ad emergere. Al bambino di
9 anni piace riflettere su un compito ed organizzarselo prima di realizzarlo. Al bambino
piace collezionare plastificare; preme di perfezionare le sue capacit e di esercitarle
ripetutamente e diligentemente.
A questet il bambino acquista anche una maturit sociale, se con questo si intende un
comportamento pi stabile e meglio integrato. Latteggiamento verso s stesso e verso
gli altri pu essere estremamente critico. sensibile ad un atteggiamento dei genitori
che pu apparirgli come troppo protettivo oppure troppo condiscendente. Gli piace la
sua famiglia ma anche un forte bisogno di avere una posizione autonoma. A volte gli
amici contano pi dei genitori e le gite con gli amici possono essere considerate molto
pi interessanti di quelle con la famiglia. Socialmente, si osserva a volte una disintegrazione tra i due sessi.
Risulta essere unet difficile per il bisogno di indipendenza ed il rifiuto di accettare
lautorit; ritirarsi nel proprio guscio una maniera di evitare tensioni esterne.
10 anni
Secondo Charlotte Buhler, un quarto periodo comincia allet di 9 anni e finisce ai 13
anni. La personalit integrata del bambino di 10 anni tende verso un adattamento
allambiente degli adulti. Il controllo delle diverse abilit espresso in maniera varia.
Un bambino di 10 anni pu tenere una conversazione senza interrompere le sue attivit. Lorganizzazione personale e gli atteggiamenti verso lambiente sono in genere pi
flessibili. Questo significa che il bambino di 10 anni molto suscettibile alle influenze
sociali e culturali.
Alcuni psicologi sostengono che maschi e femmine siano tra loro pi simili allet di 10
anni che a qualunque altra et, tuttavia altri sono di opinione completamente diversa,
affermando che una bambina di 10 anni sia ben diversa da un bambino con educazione ed esperienze simili.
95
96
98
3.5 IL GIOCO
Tonucci scrive: La ricerca scientifica dimostra che, prima che un bambino entri in unaula
scolastica, le cose pi importanti sono gi successe, gli apprendimenti pi significativi, quelli
sui quali tutta la conoscenza successiva dovr costruirsi, o sono gi acquisiti o difficilmente
potranno essere recuperati. Come si pu spiegare ci? Nei primi anni di vita non ci sono
insegnanti, non si usano materiali didattici e non si fanno programmi: allora a cosa si
pu attribuire il merito di una crescita cos grande? Al gioco.
Il bambino vive nel gioco unesperienza rara nella vita delluomo, quella di confrontarsi da
solo con la complessit del mondo. Lui, con tutte le sue curiosit, con tutto quello che sa e
che sa fare, e con tutto quello che non sa e che desidera sapere, di fronte al mondo con tutti
i suoi stimoli, le sue novit, il suo fascino. E giocare significa ritagliarsi ogni volta un pezzetto
di questo mondo: un pezzetto che comprender un amico, degli oggetti, delle regole, uno
spazio da occupare, un tempo da amministrare, dei rischi da correre. Con una libert totale,
perch quello che non si pu fare o non disponibile si pu inventare. Nessun adulto potr
prevedere o misurare la quantit di apprendimento di un bambino che gioca e questa sar
sempre superiore a quello che noi potremo immaginare.
(Benini 2015)
Il gioco un fenomeno universale, un sapere condiviso, un sapere silenzioso a cui
i bambini, di ogni epoca e cultura, eccedono con incredibile sensibilit, originalit e
creativit. E un sapere innato che per non si insegna, nello stesso modo in cui non si
pu dire a qualcuno di giocare. Si gioca oppure non si gioca, perch giocare un modo
di stare nellesperienza, nella realt, nella vita. Il gioco ha una sua forza intrinseca ed una
sua incisivit, ma anche una giocosit e leggerezza, che lo ha visto spesso, troppo spesso
contrapposto allapprendimento, al lavoro, alle cose serie che contano. Eppure il gioco
lascia intravedere modi e stili esistenziali alternativi a quelli dominanti e, prefigurandone le
traiettorie progettuali, ci coinvolge come soggetti ed educatori.
Infatti, se il gioco una cornice dentro cui leggere gli eventi della vita (Bateson), dare qualit al gioco significa dare qualit al pensiero ludico , cio ad un modo di relazionarsi al
mondo ed alla vita che accetta di mettersi in gioco, facendo della fantasia, della trasgressione, dellhumor e dellironia una strategia del quotidiano. Per questo costruire contesti
accoglienti per il gioco significa predisporre tempi, spazi, arredi, materiali e giocattoli che si
lasciano giocare, che si lasciano agire, trasformare nel gioco.
Creare un ambiente capace di favorire il buon gioco non un compito facile. E una
ricerca permanente pedagogia, psicologia, design e architettura. Oggetti dunque che si
offrono nella loro identit flessibile, disponibili ad accogliere le azioni, i pensieri, i desideri,
gli apprendimenti dei bambini e degli adulti che sanno stare al gioco. Ma nel contempo
oggetti, cio arredi, giocattoli capaci di suggerire, grazie ai loro colori, forme, materiali, possibilit, suggestioni, emozioni che arricchiscano i progetti di gioco, di apprendimento e di
vita dei bambini e degli adulti.
(Il diritto al buon gioco, Carla Rinaldi in Playpiu)
Per questi motivi anche gli arredi, quando non sono loro stessi giochi, diventano i mezzi, i dispositivi modali per giocare. Allora bisognerebbe offrire ai bambini le possibilit
di ottenere paesaggi diversi spostando pochi elementi, combinando diverse forme e
colori per creare nuovi immaginari o la possibilit di creare microluoghi, organizzando porzioni di spazio delimitate si genera uno nuovo ambiente, uno spazio in uno spazio che la loro camera o la possibilit di creare delle tane, angoli nascosti, raccolti
che offrono protezione e allo stesso tempo danno occasione di avventura.
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100
Il colore
cromatici non dovrebbero essere polimaterici e viceversa per non generare spazi
troppo complessi difficili da abitare. In generale si suggerisce di limitare il numero
di colori e materiali e di creare spazi a bassa complessit visiva. Gli spazi semplici
sono pi abitabili e diventano dei contenitori che accolgono come protagonisti i
bambini e le loro attivit. Lo spazio visivo fondamentale per la concentrazione
come lo spazio fisico lo per il movimento.
I bambini, abitandolo, arricchiscono lo spazio di suoni, movimenti e colori. E importante mantenere bassa la complessit degli spazi per ridurre il rumore di fondo e
limitare laffaticamento visivo.
ORIZZONTI VISIVI
Laltezza dellorizzonte visivo cambia con let: per i bambini che ancora non camminano molto bassa e il pavimento occupa la gran parte dello spazio visivo. La linea
dellorizzonte ridimensiona gli spazi allaltezza dei fruitori: suggerita negli ingressi
e corridoi molto alti, e nei luoghi in cui si sta seduti, come le aule e le mense. Per
semplificare gli spazi la linea dellorizzonte deve allinearsi a riferimenti gi esistenti:
altezza delle porte, delle finestre o degli arredi. In caso di spazi complessi pu essere ottenuta con una differenza di finitura tra opaco e lucido.
TINTA
La tinta la variabile pi evocativa del colore, gli d il nome e favorisce le associazioni (verdeprato, azzurro-cielo).
I colori iconici del paesaggio possono essere reinterpretati allinterno della scuola
per legare ledificio al contesto e creare un senso di continuit e di apertura con
lambiente circostante. Le armonie cromatiche ricordano gli spazi naturali e migliorano il comfort percettivo; i pavimenti verdi evocano i prati, quelli beige i campi di
grano o le spiagge. Il viola usato per il pavimento un colore evocativo in Provenza, ma diventa un colore astratto dove non si coltiva la lavanda.
CHIAREZZA
La chiarezza la variabile del colore che determina lequilibrio visivo di una stanza.
Le normative riprendono la sequenza naturale della luce e suggeriscono livelli di
chiarezza degradanti dallalto al basso; lo schema a lato riporta i fattori di riflessione consigliati per i colori delle superfici delle aule. La chiarezza dei colori deve
essere subordinata a quella dellilluminazione delle diverse stanze: in spazi poco
illuminati, come i corridoi, si consiglia luso di colori chiari ed alti contrasti. In spazi
molto illuminati si consiglia luso di colori pi neutri a media chiarezza per evitare
abbagliamenti.
SATURAZIONE
La scelta della saturazione del colore dipende dalla funzione degli spazi.
I colori pi neutri sono indicati per le aule, le mense e altri spazi dove importante
favorire la concentrazione e ridurre laffaticamento visivo.
102
4.
INDICAZIONI PROGETTUALI
4.1 INTRODUZIONE
navigare. Si impara a farlo seguendo la linea della costa e tenendola come riferimento, ma
sognando di attraversare loceano probabile che qualcuno scopra una nuova rotta.
(Deepsdesign 2012, tratto da Enzo Mari, 25 modi per piantare in chiodo, Mondadori,
Milano, 2011, 1 ediz., pp 168-172)
Il bambino alla sua nascita non conosce nulla del mondo e non sa ancora cosa pu offrirgli lutilizzo dei sensi. Il suo processo di conoscenza inizia con lapproccio empirico,
che corrisponde alla fase 1: la prassi, la pratica, lesperienza diretta che gli fa capire,
ad esempio, cosa succede se muove un braccio per afferrare qualcosa. Nel momento
della scoperta inizia la fase 2: la teoria, il bambino teorizza, immagazzina nel proprio
cervello che quelloggetto ha quella consistenza, e che ripetendo lazione prover la
stessa cosa. Il processo si ripete nel bambino ogni qual volta egli scopre qualcosa, affronta una nuova esperienza. E qual il mezzo principale attraverso il quale il bambino
scopre la realt? il gioco; tutto nella vita di un bambino viene affrontato sotto forma
di gioco, attraverso il quale applica il processo di prassi-teoria.
una faccenda molto seria: il gioco non gli serve a passare il tempo, ma a capire il mondo.
(Enzo Mari, 25 modi per piantare in chiodo, Mondadori, Milano, 2011, 1 ediz., p 36)
Ci dobbiamo occupare dei bambini e dare loro la possibilit di formarsi una mentalit pi
elastica, pi libera, meno bloccata, capace di decisioni. E direi, anche un metodo per affrontare la realt, sia come desiderio di comprensione che di espressione. Quindi, a questo
scopo, vanno studiati quegli strumenti che passano sotto forma di gioco ma che, in realt,
aiutano luomo a liberarsi. Bruno Munari
Fig. 21
Abitacolo, Bruno Munari, 1971
peenty.com/p/abitacolo
104
Si tratta di una struttura in acciaio con letto e tavolo integrabili e diversi accessori. stato cos descritto dallo
stesso Munari: E un posto dei giochi, del sonno, di studio
e di svago, un hortus conclusus infantile, trasformabile
a piacere []. E poich una struttura, pure facilmente
smontabile, pronta ad assumere una nuova veste, correndo dietro alla fantasia Uno spazio nascosto in cui la
presenza del bambino rende superflui i mobili, su cui la
polvere non sa dove posarsi. Lhabitat diventa lambiente
adattabile alla personalit dellabitante.
di gruppi di bambini dello stesso sesso anzich misti (P.K. Smith e K.J. Connolly, 1981).
Altre ricerche invece mostrano come la presenza ben definita di confini per la propria
attivit riduca i comportamenti conflittuali (J. Houseman, 1972), (Varin 2007).
Inoltre stato anche dimostrato come unorganizzazione differenziata dellambiente
del bambino influenzi le modalit di uso del linguaggio.
Una adeguata differenziazione e caratterizzazione funzionale dellarea destinata ai libri
(lettura) pu favorire tutte quelle attivit simboliche che hanno a che fare con la lettura delle immagini.
Diversi studi hanno riscontrato come lo spazio lettura sia generalmente trascurato, o
mescolato funzionalmente con altri (L.M. Morrow, 1982): da ci sembra derivare un
suo scarso uso durante le attivit libere. Esperimenti condotti da L.M. Morrow e C.S.
Weinstein (1986): una specializzazione funzionale di questo spazio (differenziandolo
adeguatamente con barriere in una zona tranquilla, aumentandone il comfort con elementi soffici, predisponendo degli scaffali dove i libri sono ben visibili, ordinati e a portata dei bambini) determina un aumento rilevante del tempo che i bambini spendono
nellattivit del guardare i libri.
Oltre allo spazio lettura, altri studi si sono focalizzati sugli spazi privati dei bambini.
Infatti alcuni studiosi hanno posto lattenzione su quanto bisogno abbiano i bambini,
particolarmente in certi momenti, di cercare o costruirsi luoghi protetti, riservati e nascosti, dove celarsi (da soli o con qualche compagno).
Alcuni autori nellambito clinico ritengono che la possibilit di stare da soli per qualche
tempo (per libera scelta, e non per costrizione) sia essenziale per il consolidamento del
Se individuale.
R.S. Laufer, H.M.Proshansky e M. Wolfe (1976) hanno sottolineato limportanza di poter
usufruire di condizioni minimali di privacy nella costruzione del Se, che viene influenzata dalle modalit di separazione dellindividuale dallambiente fisico e sociale.
Tale separazione richiede che il bambino sperimenti anche momenti di solitudine
quando scelti. Un obiettivo importante dello sviluppo e infatti quello di imparare a
funzionare in modalit autonoma; un minimo di privacy diventa una condizione necessaria per rafforzare il Se e proteggerlo.
Il progetto dello spazio per lapprendimento trasformabile e interattivo
Lo spazio dovrebbe quindi trovare un equilibrio tra elementi permanenti e modificabili. Le parti fisse costituiscono lhardware dello spazio ed esprimono i valori della
comunit che lo abita, come ad esempio lo spazio pubblico di una citt. Gli elementi
modificabili, espressione di piccoli gruppi o dindividui, dovrebbero essere abbastanza
flessibili da essere facilmente personalizzabili e trasformabili in rapporto alle capacit
dei bambini, permettendo una certa libert dinterpretazione e di uso e quindi lo sviluppo di un pi forte senso di appartenenza. Ne segue che il progettista deve prefigurare una gamma di opportunit che permettano agli utenti di compiere scelte. Si tratta
di una visione aperta che fornisce opportunit piuttosto che imporre comportamenti e
modi duso. Ci significa che lo spazio acquista senso quando lutente lo usa e lo modifica. In questa logica, una trasformazione considerata una mutazione di posizione, di
forma o di aspetto. Potenzialmente, quindi, tutti gli elementi possono essere soggetti
a modifica, con diversi gradi di libert. Le parti meno trasformabili sono gli elementi
portanti e le parti opache dellinvolucro, che hanno un ruolo parimenti importante in
quanto rappresentano un sistema di riferimento costante, stabile.
Come afferma Varin, risulta necessario anche un minimo di costanza ambientale, intesa
come un sistema di riferimento dove vi sono luoghi, oggetti, attivit che hanno una loro stabilit nello spazio e nel tempo favorisce, in questa prospettiva, la costruzione di una identit
pi sicura. Cos, per il bambino, il ritrovare le cose nei luoghi giusti, lavere un sistema di
106
riferimento spaziale (oltre che interpersonale) sufficientemente stabile importante per una
maggiore stabilit del proprio S.
Il caos pu diventare anche fattore di stress per il bambino, infatti dalla psicologia
ambientale si dimostrato che la possibilit di riporre i giochi divisi per categorie in
modo che ognuno sia al proprio posto, anzich nel frequente scatolone o cestone,
non solo una esigenza di ordine delladulto che il bambino deve essere costretto a
rispettare, o uno stimolo per usare le capacit cognitive di categorizzazione ma consente anche al bambino di disporre di una maggiore stabilit ambientale, dove le cose
si ritrovano pi facilmente.
Gli elementi modificabili e interattivi dello spazio
Tutti gli elementi spaziali potrebbero essere oggetto di trasformazione. Tuttavia, alcuni si
prestano di pi a essere modificati e invitano lutente a compiere azioni su di essi: ad esempio, le pareti mobili, gli arredi e gli strumenti didattici. A tal proposito opportuno introdurre
il concetto di affordance, come relazione tra lambiente e le persone che interagiscono con
esso (Gibson 1979). Tale idea permette di capire cosa offre lo spazio fisico in rapporto alle
diverse capacit motorie e cognitive di ogni bambino. Tenendo conto di questo, lo spazio
pu essere progettato per fornire opportunit di trasformazione, appropriazione creativa
e interazione. Tali attivit giornaliere costituiscono una sorta di partecipazione continua al
progetto e costruzione dellambiente. I bambini devono essere stimolati a intervenire sullo
spazio fisico e virtuale. Per questo motivo lambiente deve offrire inviti ad agire.
Un altro fattore che stimola linteresse dei bambini laspetto informale e non-finito di
uno spazio. Questo porta allappropriazione di tali ambiti attraverso comportamenti a volte
inaspettati per gli adulti (Esley 2004). Per questo alcuni spazi scolastici dovrebbero essere
progettati come opere non-finite, in modo che i bambini li valutino come informali, leggendone il potenziale di completamento, e ne prendano possesso. Inoltre, nel processo di modificazione, il primo passo consiste nellindividuare le parti del sistema che possono essere
trasformate (Fischer e Girgensohn 1990). Per questo motivo il progettista dovrebbe caratterizzare in modo diverso gli elementi che auspica siano modificati attraverso metafore, un
aspetto informale, o caratterizzazioni cromatiche. In seguito, gli utenti devono comprendere
le caratteristiche delloggetto che vogliono modificare. La complessit di tali oggetti deve
essere calibrata alle diverse fasce di et. Infine, lutente deve operare le modifiche, comprendendo quali sono le conseguenze delle proprie azioni sul sistema rapporto parte-tutto (Fischer e Girgensohn 1990). A tal proposito, prendersi cura dello spazio pu responsabilizzare
i bambini (Hertzberger, 2008).
Seguono alcune considerazioni progettuali. Il disegno degli arredi e dei materiali didattici dovrebbe essere fortemente integrato con gli elementi fissi delledificio e degli esterni, in
modo da interagire con questi ultimi nella creazione didentit spaziali. Gli arredi dovrebbero essere pensati per potersi adattare a diversi usi e per essere personalizzabili in base alle
caratteristiche fisiche dei bambini.
Inoltre, gli arredi e le partizioni mobili possono facilitare luso flessibile dello spazio, definendo aree raccolte per attivit indipendenti e contribuendo alle variet spaziali necessarie per
le nuove didattiche basate su progetti.
Inoltre, la luce e i suoni sono materiali che possono essere modificati (Ceppi e Zini 1998).
Proiettori, lampade e altre sorgenti di luce artificiale costituiscono mezzi attraverso i quali
i bambini trasformano lo spazio, anche se in maniera virtuale, creando diverse atmosfere
e livelli dilluminazione in rapporto alle diverse attivit e stati danimo: a tal fine, le fonti di
luce artificiale dovrebbero essere molteplici e movibili.
107
108
tana / rifugio
CAMERA PER
BAMBINI
SOSTENIBILE
spazio a misura di
bambino
STRUMENTI
SCHEDE ARREDI
SOSTENIBILI
TARGET
principale
PEDAGOGIA
Reggio Approach
PSICOLOGIA
AMBIENTALE
1 o + bambini
et minima: 3
et massima: 10
spazio come
terzo educatore
genitori
secondario
OBIETTIVI
la casa di un bimbo
benessere
spazio come un progetto di ricerca, capace cio di misurarsi ogni giorno con
il suo successo, con lefficacia del proprio linguaggio, con la sua capacit di
dialogare con in divenire che caratterizza leducazione in quanto esso stesso
metafora della conoscenza testimone e suggeritrice di possibili cambiamenti
e di azioni.
benessere = polivalenza
benessere = poter vedere, incuriosirsi
benessere = percezione degli spazi attraverso
ludito
sostenibilit
dinamico
flessibilit
Roberta
Canestro
multifunzionalit
personalizzazione
degli spazi
trasformabilit
degli arredi
CONTESTO
per quanto?
TEMPO
quando
Playpi
multi-purposed
scaffali/cassettiere/mensole/
armadi/divisori/cassapanche/
pouf/divano/pareti mobili
Complessit morbida
(dentro e fuori
formalit e flessibilit
materialit e immaterialit)
relazione
polisensorialit
epigenesi
costruttivit
narrazione
Dotandcross
La superficie media di unabitazione in Italia, determinata come rapporto tra superficie
complessiva e numero di unit abitative totali, pari a 116 metri quadri e le regioni con
abitazioni mediamente pi grandi sono lUmbria (133 mq), il Friuli Venezia Giulia e il Veneto (132 mq). (Agenzia delle Entrate, 2012)
parola chiave
plasmabilit
ordine
ibridazione
affordance
interattivit
requisito
prestazione
la stanza, attraverso delle microtrasformazioni, diventa il luogo per giocare, per studiare, per riposare, ecc.
arredi fissi
regole/riconoscibilit
arredi mobili
libert/creativit
elementi modulari
colori neutri
pareti da decorare
lavagna interattiva
tavolo con supporto tablet
mobili automatizzati
FATTORI PROGETTUALI
colori
luce
acustica
materiali
(polisensorialit)
rapporto interno-esterno
microclima
et
spazio
altezza crescente
miglior controllo dei movimenti
maggior capacit di concentrazione
maggior capacit di disegno
maggior capacit di coordinazione
necessit di contrasti cromatici
necessit di materiali e texture diverse
altezza crescente orizzonte visivo
SPAZI:
ELEMENTI:
- letto trasformabile
spazio riposo
- comodino multifunzionale
- scrivania
- scaffali/cassettiere/mensole/
scorrevoli
armadi/divisori/cassapanche/
ribaltabili
pouf/divano/pareti mobili
arrotolabili
pieghevoli
110
limiti
CAMERA SINGOLA 9 m
CAMERA DOPPIA 14 m
4,5-5
ASPETTI
DIMENSIONALI:
3,4-3,8
degli arredi
indicazioni
letto
altro
111
3 ANNI
4 ANNI
gioca con le parole: crea rime e dice o inventa parole con suoni simili
indica e nomina da quattro a sei colori
abbina figure di oggetti a lui familiari
disegna la figura umana con due/sei parti ben riconoscibili (ad esempio, la testa, le
braccia, le gambe, ecc.)
denomina le parti del corpo disegnate e le abbina a quelle del proprio corpo
disegna, denomina e descrive figure riconoscibili
ripete i numeri fino a cinque, imitando ladulto
sa dire il nome della propria citt e della strada dove abita
ha una capacit dattenzione pi estesa, impara osservando e ascoltando ladulto,
cos come esplorando lambiente, ancora facilmente distraibile
ha una migliore comprensione del concetto di tempo, della funzione degli oggetti e
della relazione parte/tutto
la funzione di un oggetto pu essere dichiarata dal bambino in aggiunta al nome
delloggetto stesso
il concetto di tempo del bambino si estende: pu parlare con facilit di eventi del
passato, del presente o del futuro
5 ANNI
6 ANNI
7 ANNI
8 ANNI
9 ANNI
112
4.3 LINEE GUIDA SUGLI SPAZI E GLI ARREDI PER BAMBINI e CHECKLIST
Si riportano di seguito le Linee Guida sugli Spazi e gli Arredi per Bambini e una checklist
per la loro valutazione.
Le Linee Guida sono delle indicazioni, utili a progettisti e aziende, da seguire nella progettazione di spazi e arredi dedicati ai bambini, che tengono conto di una qualit globale del sistema utenti-ambiente-prodotti.
Comprendono sia gli aspetti ambientali che quelli psico-pedagogici, allo scopo di realizzare ambienti che garantiscano il benessere del bambino in unottica di sostenibilit
complessiva, che coniuga tutela dellambiente, rispetto delle esigenze di tutti gli utenti
e miglioramento delle aspettative economiche, sociali e culturali.
A queste segue una checklist sulla preferibillit sociale degli arredi e degli spazi per
bambini che permette una veloce valutazione del benessere generale degli individui,
in questo caso dei bambini.
113
114
1/8
soli o con qualche compagno), uno spazio o da cercare o da costruire, dove rifugiarsi
in ogni momento della giornata, dove godere di momenti di rilassamento e di raccoglimento.
Confermata anche nellambito clinico lesigenza dei bambini di stare da soli per qualche tempo, per libera scelta, ai fini del consolidamento del Se individuale, ecco la
necessit di un luogo protetto dove siano garantite condizioni minimali di privacy.
ORDINE
Per il bambino, il ritrovare le cose nei luoghi giusti e trovarsi in un ambiente con un
certo grado di ordine risulta di fondamentale importanza. Lavere un sistema di riferimento spaziale sufficientemente stabile importante per una maggiore stabilit del
proprio S. Allora diventa necessaria lesigenza di riporre i giochi divisi per categorie
in modo che ognuno sia al proprio posto, anzich nel frequente scatolone o cestone,
non solo una esigenza di ordine delladulto ma anche uno stimolo per usare le
capacit cognitive di categorizzazione e permette al bambino di disporre di una maggiore stabilit ambientale, dove le cose si ritrovano pi facilmente, grazie a scaffali/
armadi/cassettiere/mensole/contenitori/appendiborse/cestini.
SPAZIO GREZZO
Un altro fattore che stimola linteresse dei bambini laspetto informale e non-finito di uno spazio. Per questo alcuni spazi dovrebbero essere progettati come opere
non-finite, in modo che i bambini li valutino come informali, leggendone il potenziale
di completamento, e ne prendano possesso. Per questo motivo il progettista dovrebbe caratterizzare in modo diverso gli elementi che auspica siano modificati attraverso metafore, un aspetto informale, o caratterizzazioni cromatiche. In seguito, gli
utenti devono comprendere le caratteristiche delloggetto che vogliono modificare.
Ci risulta necessario anche per evitare il cosidetto overload cio il sovraccarico di
stimoli in un ambiente. La complessit di tali oggetti deve essere calibrata alle diverse
fasce di et.
DIVISORI
Gli arredi e le partizioni mobili, i diaframmi, i divisori possono facilitare luso flessibile
dello spazio, definendo aree raccolte per attivit indipendenti e contribuendo alle variet spaziali necessarie per nuove attivit.
Inoltre per alcune attivita cognitive, come guardare un libro o fare un puzzle, richiesta al bambino una concentrazione dellattenzione che non si ottiene facilmente
(specie nei bambini pi piccoli) senza una limitazione del sovraccarico degli stimoli
presenti, acustici e visivi. A livello progettuale quindi una barriera percettiva costituita
da un divisorio o da un filtro consente di ridurre le occasioni di distrazione e la pressione degli stimoli visivi circostanti.
LUCE
Altrettanto importa risultano i temi della luce e del suono, veri e propri materiali che
possono essere modificati. Proiettori, lampade e altre sorgenti di luce artificiale costituiscono mezzi attraverso i quali i bambini trasformano lo spazio, anche se in maniera
virtuale, creando diverse atmosfere e livelli dilluminazione in rapporto alle diverse attivit e stati danimo: a tal fine, le fonti di luce artificiale dovrebbero essere molteplici
e movibili.
3/8
TRASFORMABILE VS STATICO
Se da un lato risulta fondamentale creare uno spazio trasformabile e interattivo,
dallaltro lato vi la necessit di non destrutturare troppo lambiente, garantendo
un giusto equlibrio tra i diversi elementi; infatti i bambini risultano piu facilmente soggetti agli effetti negativi dellambiente, piu fragili nei confronti di pressioni ambientali
negative, determinando a volte una diminuzione delle capacita di organizzazione e di
controllo del comportamento.
Un minimo di costanza ambientale, intesa come un sistema di riferimento dove vi
sono luoghi, oggetti, attivit che hanno una loro stabilit nello spazio e nel tempo favorisce, in questa prospettiva, la costruzione di una identit pi sicura.
Lo spazio ideale per il bambino quindi costituito in parte da arredi e accesori trasformabili e modificabili e in parte da arredi e accessori permanenti e statici che costituiscono il sistema di riferimento costante, stabile dellambiente.
SUONO
Risulta di fondamentale importanza curare i fattori acustici negli ambienti dei bambini. Senza entrare negli aspetti tecnici, si pu affermare che ludito uno dei sensi
che il bambino utilizza per entrare in contatto con il mondo e per viverlo e quindi il
progettista deve occuparsi di suono e atmosfera sonora.
In sintesi risulta necessario evitare un elevato livello del regime acustico (soprattutto
evitare brusche oscillazioni di rumore) e garantire un livello sonoro sufficientemente
basso.
RAPPORTO CON LESTERNO
Gli spazi interni devono cercare di mantenere una relazione con ci che accade fuori,
dal clima e dalle caratteristiche delle stagioni, alle luci delle diverse ore della giornata,
ai suoni e ai rumori. Gli ambienti dei bambini in genere dovrebbero essere luoghi che
sentono fortemente di ci che accade fuori; importante risulta quindi la disposizione
e le dimensioni delle aperture.
4/8
ARREDI
Gli spazi destinati ai bambini vanno arredati con elementi duttili, trasformabili e polifunzionali. Gli spazi e gli oggetti diventano il mondo delle prime scoperte, della crescita, del gioco e della relazione
Gli arredi, quando non sono loro stessi giochi, diventano i mezzi, i dispositivi modali
per giocare. Allora bisognerebbe offrire ai bambini le possibilit di ottenere paesaggi diversi spostando pochi elementi, combinando diverse forme e colori per creare
nuovi immaginari o la possibilit di creare microluoghi, organizzando porzioni di
spazio delimitate si genera uno nuovo ambiente, uno spazio in uno spazio che la
loro camera o la possibilit di creare delle tane, angoli nascosti, raccolti che offrono
protezione e allo stesso tempo danno occasione di avventura.
I criteri che dovrebbero presiedere alla scelta degli arredi sono un mix di qualit funzionali ed estetiche, che sono:
AUTOESPLICATIVIT: capacit delloggetto di comunicare in modo semplice e immediato la sua funzione e la struttura del prodotto
COMPONIBILIT: lutilizzo maneggevole, plurifunzionale e movibile delloggetto.
ERGONOMICIT: la capacit di adattarsi ai bisogni e alla salute del corpo, come ad
esempio la postura corretta, la regolabilit a seconda della necessit.
LEGGEREZZA: una caratteristica per descrivere un design neutro e contenuto che
lascia spazio allespressione dellutente, quindi discreto, al quale corrisponde anche
una qualit fisica che ne consente la trasportabilit e la flessibilit duso.
DUREVOLEZZA: la garanzia di un uso continuo e duraturo del prodotto.
INTELLIGENZA: la qualit di arredi semplici e gradevoli.
CARISMA: la capacit di individuare soluzioni innovative e soddisfare i bisogni dei
consumatori con la possibilit di essere apprezzato in uno o pi contesti culturali.
POIETICIT: la caratteristica che connota oggetti intriganti, che stimolano la curiosit
e linteresse, il coinvolgimento nelluso.
NATURALEZZA: capacit di esprimere le potenzialit creative ed espressive in un
prodotto in maniera semplice.
PERSONALIZZAZIONE: possibilit offerte dalloggetto di adattarsi alle esigenze e ai
gusti dellutente finale.
SICUREZZA e PREFERIBILIT AMBIENTALE
5/8
COLORI
CONTRASTI
Allaumentare dellet si possono diminuire i contrasti cromatici e arricchire gli spazi di
materiali e di finiture. Colori saturi e alti contrasti rendono gli spazi allegri ma aumentano il rumore di fondo e sono suggeriti solo per spazi di passaggio o per spazi in cui
il tempo di permanenza basso. Colori pi neutri e contrasti limitati, generano spazi
pi silenziosi che favoriscono la concentrazione e sono suggeriti per luoghi dedicati
allo studio e con tempi lunghi di permanenza.
COMPLESSITA VISIVA
Forme, colori e materiali determinano la complessit visiva dello spazio.
Spazi ricchi di forme devono essere caratterizzati da pochi colori e materiali. Anche il
numero di colori e di materiali deve essere messo in relazione. Spazi policromatici
non dovrebbero essere polimaterici e viceversa per non generare spazi troppo complessi. In generale si suggerisce di limitare il numero di colori e materiali e di creare
spazi a bassa complessit visiva. Gli spazi semplici sono pi abitabili e diventano dei
contenitori che accolgono come protagonisti i bambini e le loro attivit. Lo spazio visivo fondamentale per la concentrazione come lo spazio fisico lo per il movimento.
I bambini, abitandolo, arricchiscono lo spazio di suoni, movimenti e colori. E importante mantenere bassa la complessit degli spazi per ridurre il rumore di fondo e
limitare laffaticamento visivo.
ORIZZONTI VISIVI
Laltezza dellorizzonte visivo cambia con let: per i bambini che ancora non camminano molto bassa e il pavimento occupa la gran parte dello spazio visivo. La linea
dellorizzonte ridimensiona gli spazi allaltezza dei fruitori: suggerita negli ingressi e
corridoi molto alti, e nei luoghi in cui si sta seduti, come le aule e le mense. Per semplificare gli spazi la linea dellorizzonte deve allinearsi a riferimenti gi esistenti: altezza
delle porte, delle finestre o degli arredi. In caso di spazi complessi pu essere ottenuta
con una differenza di finitura tra opaco e lucido.
TINTA
La tinta la variabile pi evocativa del colore, gli d il nome e favorisce le associazioni
(verdeprato, azzurro-cielo).
I colori iconici del paesaggio possono essere reinterpretati allinterno degli ambienti
per legare ledificio al contesto e creare un senso di continuit e di apertura con lambiente circostante. Le armonie cromatiche ricordano gli spazi naturali e migliorano il
comfort percettivo.
CHIAREZZA
La chiarezza la variabile del colore che determina lequilibrio visivo di una stanza.
Le normative riprendono la sequenza naturale della luce e suggeriscono livelli di chiarezza degradanti dallalto al basso. La chiarezza dei colori deve essere subordinata a
quella dellilluminazione delle diverse stanze: in spazi poco illuminati si consiglia luso
di colori chiari ed alti contrasti. In spazi molto illuminati si consiglia luso di colori pi
neutri a media chiarezza per evitare abbagliamenti.
SATURAZIONE
La scelta della saturazione del colore dipende dalla funzione degli spazi. I colori pi
neutri sono indicati gli spazi dove importante favorire la concentrazione e ridurre
laffaticamento visivo.
6/8
7/8
contro la polvere
evitare, se possibile, tappeti; in alternativa utilizzare quelli di materiale plastico facilmente lavabile
pulire gli ambienti con panni adeguatamente risciacquati e puliti liberi da polvere e
inquinanti
utilizzare mobili lisci per favorire la pulizia ed evitare laccumulo di polvere
progettare pareti e pavimenti a superfici lisce (escludere assolutamente la moquette
e, se possibile, anche il linoleum)
prediligere i giochi di legno o di plastica facilmente lavabili
evitare troppi giochi di peluche
evitare lo stazionamento dei bambini negli spazi di recente ristrutturazione o verniciatura
PREFERIBILIT AMBIENTALE
Seguendo lapproccio del Life Cycle Design (che mira a limitare gli impatti ambientali
lungo tutto il ciclo di vita di un prodotto), si consigliano una serie di strategie da adottare nella progettazione e scelta degli arredi per bambini ambientalmente sostenibili:
8/8
CHECKLIST
NOME
DATA
OGGETTO
DA VERIFICARE
DA FARE
DA MIGLIORARE
FATTO
DESCRIZIONE
NOTE
A. PROGETTAZIONE
1.1 CHI DECIDE?
1.8 DIVISORI
Presenza di una barriera percettiva costituita da
un divisorio o da un filtro per determinate attivit
cognitive
1.9 LUCE
Considerazioni sulla luce naturale e artificiale, eventuale presenza di fonti di luce movibili
Presenza di costanza ambientale, intesa come equilibrio tra elementi fissi ed elementi modificabili
1.11 SUONO
1/2
B. ARREDI
C. COLORI
Rispetto delle indicazioni riportate sui colori
NOTE
2/2
125
1:10
126
127
128
CONCLUSIONI
Il lavoro ha cercato di intrecciare tre grandi temi: la sostenibilit, gli arredi e i bambini.
Da una prima panoramica sulle questioni ambientali e sugli strumenti della valutazione della sostenibilit, si cercato di spostare il focus sulla sostenibilit degli arredi, cercando di capire le qualit degli arredi ambientalmente preferibili e quali sono i criteri
per definirli tali.
Questo stato possibile grazie a un lavoro di analisi di alcuni ecolabel, che ha portato
alla redazione di una schedatura che raccoglie i pi importanti criteri di preferibilit
ambientale. A questo segue una checklist che riassume in sintesi gli argomenti trattati
nelle schede e permette ai produttori/progettisti di controllare la qualit ambientale
del prodotto.
Nella seconda parte della tesi lattenzione si spostata sul benessere dei bambini in
relazione allambiente circostante. Per approfondire questo tema ci si avvalsi di alcuni argomenti trattati in pedagogia, psicologia dello sviluppo e in psicologia ambientale.
Ci ha portato alla redazione di alcune linee guida sugli spazi e gli arredi per bambini,
che hanno lo scopo di dare delle indicazioni su come migliorare la qualit complessiva
dellambiente dove vivono i bambini.
Infine si cercato di dare una soluzione di ipotesi di progetto di un arredo multifunzionale e ambientalmente preferibile. La parte progettuale rappresenta solo una suggestione, unipotesi ancora da sviluppare, tuttavia utile per permettere una prima e
veloce applicazione delle schede degli arredi ambientalmente preferibile e delle linee
guida sugli spazi e arredi per bambini.
Si sottolinea limportanza che hanno svolto le fasi preliminari di ricerca sui temi trattati, sia per quanto riguarda gli aspetti della preferibilit ambientale, argomento ancora
in costruzione e affrontato in modo eterogeneo, sia per quanto riguarda il tema bambino-ambiente, quasi sempre trattato con riferimento al solo ambito della scuola.
La trattazione di questi argomenti, che meriterebbe ulteriori approfondimenti, ha lo
scopo di dare una panoramica generale e fornire ai progettisti, e non, delle indicazioni sulla preferibilit ambientale e sociale degli spazi e arredi per bambini, nonch per
incentivare luso di criteri di sostenibilit nella progettazione.
129
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