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Avanti (31-07-2013)

Cammino da mesi, in un paesaggio desolato. Tutto è in rovina, case, alberi,


campi, città. Tutto è contaminato dalle radiazioni. L'aria è grigia, pesante di
fumi immobili. Anche il vento è in rovina. Mi svegliai normalmente come ogni
mattina, ma quando uscii di casa per andare al lavoro vidi il disastro. Doveva
essere successo durante la notte, ma io non m'ero accorto di nulla. La mia
macchina, che avevo parcheggiato nella strada la sera prima, era finita
rovesciata sul marciapiede di fronte. I vetri delle case erano in frantumi, i tetti
sfondati, gli alberi spezzati, semi combusti. In terra uccelli di vario genere,
morti. Spazzatura ovunque. Silenzio, nessun segno di vita.
Decisi di andare a piedi fino all'edificio della società per cui lavoro. Sono
contabile di 1ª classe, prossimo alla pensione. L'edificio, a differenza di molti
altri, era in piedi. Entrai nell'atrio deserto, il pavimento cosparso di cartacce, gli
ascensori fuori servizio.
Salii al 6º piano, il mio. Scrivanie rovesciate, oggetti il frantumi, vetri rotti. Nel
luogo che occupava la mia scrivania ora c'era un divano capovolto. Dei miei
incartamenti, tutto il mio lavoro di anni, nessuna traccia.
Più malinconico che sorpreso lasciai l'edificio e lentamente tornai a casa. Qui
mi sorpresi veramente per la prima volta nella mattinata. La casa che avevo
lasciato poco tempo prima intatta ora era un cumulo di macerie. Non s'era
salvato nulla, neanche uno stuzzicadenti.
Cosa si fa in questi casi, quando si è perso tutto, tutto è in rovina, non c'è
anima viva a cui ricorrere, non c'è un presente di riferimento, un futuro
credibile? Si continua a camminare, non importa dove. Fermarsi, costruire
qualcosa, credere in quello che si sogna non ha più senso. Allora bisogna
andare avanti, anche senza speranze. Così feci. Tirai diritto, attraversai la città
e continuai a camminare in una campagna lugubre, grigioverde, moribonda.
La prima notte la passai in un motel lungo la strada. Erano rimaste ancora un
paio di camere più o meno intatte. Il giorno dopo, ormai entrato nell'idea di
dover continuare ad andare, cominciai il vero e proprio viaggio. Non mi chiesi
più come era potuto succedere tutto questo, dov'erano finite le persone, se
tutto fosse reale o solo un sogno. Camminavo e basta. Non aveva più senso
nemmeno pensare. Non c'era più nulla su cui costruire un pensiero.
Camminavo e guardavo, senza commenti.

***

Ieri ho visto una persona. Aveva un aspetto molto trascurato, barba lunga,
sporco, abiti a brandelli.
Camminava davanti a me, l'ho chiamato più volte, ma non mi ha mai risposto.
Forse è sordo. Gli ho lanciato un sasso, non l'ho colpito, il sasso gli è caduto
vicino, ma lui non ci ha fatto caso. Poi è entrato in una capanna, si è chiuso
dentro, credo per riposare. Ho bussato più volte ma non mi ha aperto. Ormai
era notte così ho lasciato perdere. Proverò ancora domani.
***

Da tempo ormai non mangio più. Non ho mai fame, né sete. Continuo a seguire
quell'uomo. Lo chiamo ad ogni istante, in tutti i modi, ma invano, lui non
risponde, come se fosse sordo, come se non esistessi.

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