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Il trasloco

Lavoro per un'agenzia di traslochi, guido il camion e dirigo tre operai che fanno il lavoro più
pesante. Siamo arrivati presto stamattina perché c'è molta roba da caricare. La casa è grande e i
proprietari non hanno imballato e impacchettato niente. Hanno lasciato lì tutto e sono andati in
vacanza. Al loro ritorno troveranno tutte le loro cose nella casa nuova. Bene, al lavoro.
Gli operai, tre marocchini che parlano un italiano stentato, cominciano a smontare i mobili più
grandi, io invece comincio un'ispezione accurata dell'abitazione, mi occupo dei piccoli oggetti
lasciati in giro e del contenuto dei cassetti. In soggiorno vedo un paio di orecchini sul ripiano alto
della libreria. Sono d'oro e me li metto in tasca. Guardo i libri, tutta roba commerciale, ricette di
cucina, romanzi stagionali, manuali stupidi come I cento migliori pranzi di Natale, Il linguaggio dei
pesci, Il cinese in quindici lezioni, Come diventare potenti, Le margherite del vicino sono sempre
più grosse. Infastidito strappo qualche foglio qua e là.
A una parete è appesa una copia malfatta della Flagellazione di Piero della Francesca. La ignoro. Un
piccolo disegno a china, incorniciato, autentico, strepitoso è appeso sopra il tavolino del telefono.
Potrebbe essere un Goya. Lo tolgo dalla cornice e lo infilo nella mia borsa di pelle, in mezzo ai miei
fogli. Tanto c'è l'assicurazione se qualcosa va perso.
Continuo a guardarmi intorno con attenzione professionale. Su uno scrittoio trovo un fermacarte
d'argento a forma di piccola mano, me lo metto in tasca, non se ne accorgeranno nemmeno.
Controllo i tre operai, stanno lavorando male, hanno già rotto una gamba a una sedia. Che
m'importa, paga l'assicurazione. Li lascio fare, se non finiamo in giornata, torneremo domani e il
cliente pagherà di più, che m'importa; sarà in vacanza da qualche parte, quel maiale, con tutta la sua
famiglia, mentre io sono qui a rompermi la schiena per spostare i suoi mobili.
Vado di sopra, entro nella camera da letto della figlia adolescente, me ne accorgo da come è
arredata. Trovo subito in un cassetto il diario della ragazza. Lo sfoglio, alcune foto cadono a terra, le
rompo e le butto nel cestino. La ragazza è innamorata di un certo Carlo. Imitando la scrittura
adolescente scrivo: Ieri sono andata a letto con Paolo, e il giorno prima con Guido. Un po' alla volta
ho già portato a letto tutti gli amici di Carlo. Saranno dieci o dodici.
Metto il diario in tasca. In un cassetto del comodino trovo dei soldi e un braccialetto d'oro. Me li
metto in tasca. Non c'è nient'altro di interessante qui e passo nella camera dei genitori. Frugo nei
cassetti e trovo subito un portafogli in pelle molto elegante con dentro un po' di soldi. C'è anche un
orologio d'oro, di marca, dei gemelli d'oro, chi se li mette più ormai, una catenina con l'immagine
della Madonna, un anello con una pietra. Mi metto tutto in tasca.
Poi trovo il diario della signora, dice che ieri è andata a pranzo dalla sua amica Camilla. Imitando la
scrittura aggiungo un P.S. Da Camilla ho conosciuto Alfredo, un bell'uomo sui cinquanta, mi ha
invitata a casa sua per una cenetta intima, poi chissà, se vorrà portarmi a letto ci andrò ben
volentieri.
Metto il diario della signora tra le carte del marito e il diario della figlia tra quelle della madre. Su
un foglio scrivo: Ti aspetto all'Hotel Rimini, stessa stanza di sempre, il tuo amore, Adele. Lo metto
tra la biancheria della signora. Così imparano questi cafoni arricchiti. Credono di avere più diritto
degli altri alla felicità.
Finora l'ispezione è andata bene, ho ancora altre due stanze da esplorare, però ora sono stanco, mi
faccio un bagno in questa lussuosa vasca, con i sali profumati, anche. Poi continuerò a cercare,
sicuramente troverò altra bella roba da far sparire. Intanto i marocchini fanno il loro lavoro da bestie
da soma. Sarà colpa loro se non finiremo in tempo. Gli farò dare una multa dall'azienda.
Ah, che bagno rilassante.

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