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Compagni di viaggio (04/01/2013)
Stavo facendo una gara col mio cavallo. Ero nel gruppo centrale dei corridori. Non sono mai statotra i primi, ma nemmeno tra gli ultimi. Ero concentrato nella corsa quando mi accorsi che il miocavallo tendeva ad avvicinarsi a quello di un altro corridore, non lontano da me. Per quanto loriportassi con decisi strattoni nella rotta che avevo deciso, l'animale insisteva nel suo proposito diavvicinamento all'altro equino.In una curva del percorso i due cavalli, ormai abbastanza vicini, si guardarono e di comune accordo,senza più badare agli ordini dei rispettivi cavalieri tirarono diritto, cioè uscirono dal percorso digara. Stupefatto mi trovai a trotterellare accanto ad uno sconosciuto, anch'egli molto sorpreso, inuna campagna sempre più lontana e diversa dai consueti luoghi delle competizioni. Bella campagna,devo dire, verde, folta, silenziosa.I due cavalli fianco a fianco avevano ridotto la velocità, ora quasi andavano al passo, così che poteiosservare meglio il mio casuale, obbligatorio e indesiderato compagno di viaggio. Era costui unuomo corpulento di mezza età, elegante e taciturno. Una folta barba grigia gli copriva metà delvolto e degli occhiali scuri ne mascheravano l'altra metà, di modo che non riuscivo a distinguerequasi niente dei suoi lineamenti.Camminavamo da circa un'ora e la mia natura ciarliera non sopportava già più quel silenzioartificiale. Ad un certo punto sbottai: “Perché mi segue?”****Diventammo amici. Gli dissi:“Carlo, mi presti il tuo cavallo?”“No”“Carlo, vuoi un caffè?”“No”“Carlo, mi fai un favore?”“No”“Carlo, mi racconti la storia della tua vita?”“No”“Vuoi che ti racconti la mia?”“No”****Un giorno il mio cavallo morì e Carlo non volle ospitarmi sul suo. Così dovetti proseguire a piedi,da solo. Lui mi aspettava alla fine della giornata in un punto prestabilito, si fa per dire, della strada,dove passavamo la notte e ci scambiavamo qualche informazione su come avevamo trascorso ilgiorno, le esperienze fatte, le persone incontrate.“Carlo, hai conosciuto qualcuno oggi?”“No”“Ti è capitato qualcosa di interessante?”“No”“Hai visto qualcosa di bello?”“No”
 
“Vuoi che ti racconti come è stata la mia giornata?”“No”****Passò del tempo, forse anni. Carlo sempre a cavallo, io sempre a piedi. Eravamo già un po' vecchi.Un giorno il cavallo di Carlo morì, così continuammo ad andare entrambi a piedi. Ma doveandavamo?“Carlo, tu sai dove andiamo?”“No”“Te lo sei mai chiesto?”“No”“Credi che ci fermeremo da qualche parte?”“No”“Voglio dire, pensi che questo viaggio finirà?”“Sì”Il giorno dopo Carlo morì. Continuai da solo il cammino.Ora sono fermo sul ciglio della strada, seduto su una pietra. Sono molto vecchio e stanco. Vivo solonei ricordi, di quando avevo un cavallo e facevo le gare, conoscevo gente, mi illudevo su tutto. Erofelice. Avevo dei sicuri punti di riferimento, però non ricordo più quali.Non ce la faccio più ad alzarmi da questa pietra. Credo che anche per me il viaggio sia finito. Nonho mai visto bene il volto di Carlo, non ho mai saputo chi fosse, però è stato un amico.

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