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L'oscillatore a ponte di Wien

Studieremo innanzi tutto alcuni oscillatori


sinusoidali per basse frequenze. Si tratta di
dispositivi ad operazionali e questo spiega
l’impossibilità di raggiungere frequenze di
oscillazione molto elevate. Successivamente ne
esamineremo alcuni per frequenze elevate e perciò a
componenti discreti.

Il primo oscillatore che studieremo è, appunto,


l'oscillatore a ponte di Wien, detto così perché è
basato sull’equilibrio di un ponte, detto di Wien, Fig.23-2
forse studiato nel corso di elettrotecnica, mostrato
accanto.
Il ponte è in equilibrio quando, per una data
tensione d’ingresso Vi , ad una data frequenza
fi , la tensione VAB è uguale a 0.

Ma invece di esaminare questo ponte,


vediamolo inserito nell’oscillatore che è fatto
in questo modo :

Fig.23- 3

Ad esso corrisponde lo schema a blocchi che


segue:
Osserviamo innanzitutto che si tratta di un
amplificatore non invertente nel caso in cui si
consideri Vi come tensione d’ingresso sul non
invertente dell’operazionale. Inoltre si vede che è
presente il ponte di prima nel quale VAB coincide
con il Vd = V+ - V- di adesso. Fig. 23-3b

Per quanto detto prima, l’equilibrio del ponte Lavorando nel dominio s, ricaviamo b :
si deve avere per Vd = 0.
Ricordiamo dalla retroazione che
Ci sono due modi per procedere alla
dimostrazione : il primo consiste nel ricavare
prima b e poi A e nell’imporre che il loro
prodotto sia uguale a 1, come richiesto dal
criterio di Barkhausen.
Nel nostro caso :

(dividendo numeratore e denominatore per sCR)

D’altra parte A vale :

Moltiplicando b per A e imponendo, come Svolgendo i calcoli, questa equazione porta


vuole il criterio di Barkhausen che il prodotto a :
sia uguale a 1, si ottiene :

Eq.23- 4

Affinché tale prodotto, ossia la quantità al Sostituendo jw a s si ottiene :


centro, sia reale (infatti dev’essere uguale a
1), occorre che sia :

Eq.23- 5
Questa è la frequenza alla quale oscilla Come si vede adesso questa è una quantità
l’oscillatore. reale che, sviluppata, porta a :

Per ricavare quale dev’essere la condizione di


equilibrio, ossia per completare il criterio di
Barkhausen, si sviluppa quello che è rimasto
dell’Eq.23-4 avendo posto la condizione
indicata nell’Eq.23-5 :

Quest’ultima relazione è la condizione che deve essere soddisfatta affinché l’oscillazione si


mantenga.
Come si è detto prima, perché il segnale che porterà a :
incrementi inizialmente la sua ampiezza,
dovrà aversi una leggera reazione positiva, R2 > 2R1.
data da :

Agli stessi risultati ai quali si è pervenuti che in base ai calcoli fatti prima porta a :
adesso, si arriva anche in un altro modo.

Riprendiamo in esame la Fig.23-3 e


notiamo che, dal momento che vogliamo
ottenere in uscita una tensione sinusoidale,
quindi di valore finito, deve valere il D’altra parte :
principio del cortocircuito virtuale.

Pertanto dovrà essere V+ = V-

Calcoliamoli allora separatamente, sempre Uguagliando :


nel dominio s :

Visto che il 2° membro è una quantità reale, L’innesco dell’oscillazione, come si è già
dovrà esserlo anche il 1°. Perché questo detto, si realizza ponendo inizialmente R2
avvenga, deve annullarsi la quantità >2R1 ; però, una volta realizzato, si deve
, il che porta alle stesse conclusioni avere l’uguaglianza.
viste in precedenza. Questo può avvenire automaticamente.
Questa seconda spiegazione fa anche capire
meglio perché il circuito viene detto a ponte
di Wien. In effetti con la condizione V+ = V-
si raggiunge l’equilibrio del ponte come si
era visto prima.

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