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PROTEZIONI DISTANZIOMETRICHE
OMOLOGATE SECONDO SPECIFICHE DV936, 936-A2, DV7036
(G. Cappai, P.Paulon)
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1 SPECIFICHE DV 936-936A2-7036
Nel seguito vengono descritte, a titolo di esempio, due delle protezioni omologate secondo le
specifiche precedenti specifiche DV936 e DV936A2:
• Siemens 7SA511 (versione V2.23),
• ALSTOM Micom P442.
Entrambe le protezioni utilizzano la tecnologia digitale. Le singole funzioni implementate,
diversamente da quanto avviene negli apparati analogici, non sono fisicamente distinte le une
dalle altre. A partire dai segnali convertiti in forma numerica la realizzazione delle funzioni è
ottenuta con programmi di calcolo dedicati. Questa peculiarità permette di inglobare in un unico
apparato più funzioni di protezione e automazione.
La modalità realizzativa delle attuali protezioni distanziometriche è stata tenuta in conto nella
stesura della nuova specifica funzionale DV7036 nella quale sono comunque state previste due
soluzioni impiantistiche di impiego del dispositivo di protezione allo scopo di permettere la
compatibilità con le precedenti specifiche. Le due soluzioni impiantistiche sono le seguenti
(vedi Figura 1) :
• pannello di linea unico integrato che svolge le funzioni di protezione, monitoraggio,
comando, automazione e controllo;
• pannello di linea che svolge le funzioni di protezione e monitoraggio.
UP/LAT UP/LAT
C
A
Comunicazione
M seriale
P
O
Comunicazione
seriale DRA
TPT TPT
configurazione configurazione
completa ridotta
Figura 1 - Schemi a blocchi delle due configurazioni impiantistiche del pannello di linea UP/LAT
L’architettura della UP/LAT specificata nel documento DV7036 deve prevedere i seguenti
moduli funzionali:
• protezione,
• richiusura automatica,
• controllo delle condizioni per la chiusura dell’interruttore,
• elaborazione ausiliaria,
• comando,
• interfaccia uomo-macchina,
• comunicazione,
• registratore di eventi,
• oscilloperturbografo,
• localizzatore di guasto.
L’UP/LAT nella “configurazione completa” deve essere collegabile mediante due distinte
versioni del modulo di comunicazione1:
• con l’apparato di teleoperazione tradizionale (TPT) con collegamento di tipo parallelo
(filato),
• con l’apparato di teleoperazione TPT 2000 con collegamento di tipo seriale (ottico)
tramite protocollo IEC 60870-5-103.
Le differenze tra le due configurazioni sono sia funzionali che impiantistiche. Dal punto di vista
dell’impiego in impianto, la “configurazione completa” ha il vantaggio di ridurre drasticamente
e semplificare i cablaggi con il campo e soprattutto con l’apparato di teleoperazione. Per ciò che
riguarda le differenze di tipo funzionale la “configurazione completa” introduce
1
Le due versioni del modulo di comunicazione non sono alternative, in quanto deve essere possibile il loro utilizzo
contemporaneo.
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completamente dei moduli quali la richiusura automatica, il controllo delle condizioni per la
chiusura dell’interruttore e la comunicazione ed arricchisce con ulteriori funzioni anche altri
moduli già previsti nella “configurazione ridotta” e nelle specifiche DV936/A2. In particolare,
rispetto alla “configurazione ridotta”, si aggiungono:
1. nel modulo di elaborazione ausiliaria, le funzioni:
• mancata apertura dell’interruttore (MAI),
• discordanza poli dell’interruttore (DP),
• minima tensione alternata (27),
• minima tensione ausiliaria (80S),
• correlazione eventi in forma sintetica,
• misure di tensione e corrente,
• contatori,
• sirena;
2. nel modulo di comando, le funzioni:
• comando di chiusura dell’interruttore,
• comandi di apertura degli interruttori delle linee adiacenti;
3. nel modulo di interfaccia uomo-macchina, le funzioni:
• comandi locali dell’interruttore.
1. Protezione distanziometrica
• Avviamento a massima corrente a soglia variabile in funzione della tensione o a
minima impedenza,
• Avviamento a massima corrente sul circuito omopolare,
• Tre gradini di impedenza direzionali e temporizzati (1°, 2°, 3° gradino),
• Due gradini supplementari per il 1° gradino allungato (Z1L, Z1B),
• Logiche di telepilotaggio;
4. Localizzatore di guasti
5. Registratore di guasti
7. Protezioni per guasti a terra ad elevata resistenza di guasto per reti con neutro a
terra
8. Richiusura automatica
jX
X+A
Direzione
“avanti”
45°
X-A
I parametri X+A e X-A definiscono il campo di intervento nella direzione a valle e a monte
rispettivamente del punto di installazione della protezione.
L’estensione della caratteristica di avviamento nel piano è limitata lungo l’asse delle R; in
particolare i parametri RA1, RA2 delimitano il campo per i guasti fase-fase mentre RAE
riguarda i guasti fase-terra.
Il campo di avviamento per i doppini fase-fase ha due diverse regolazioni:
• RA1 per angoli di dell'impedenza misurata inferiori a 45°
• RA2 per angoli di dell'impedenza misurata superiori a 45°.
In questo modo si evita, nel caso di linee lunghe e molto cariche, che il campo di avviamento
interferisca con la zona delle impedenze di carico e quindi si evitano scatti intempestivi in caso
di sovraccarico della linea.
Il parametro RAE, riferito ai guasti fase-terra è regolato in modo indipendente da RA1 e RA2;
di solito ha un valore più elevato per tener conto delle resistenze di guasto che quando
interessano i circuiti di terra sono più elevate. Questa scelta non contraddice quanto detto sopra
perché in caso di sovraccarico di norma non si ha interessamento del circuito omopolare e
quindi sono abilitate solo le funzioni di avviamento fase-fase.
2.2.1.3 Funzione di avviamento a massima corrente inserito nel circuito di terra [codice 1602]
Come già detto nel paragrafo precedente alla logica di avviamento concorre anche una soglia a
massima corrente alimentata dalla corrente di terra.
Quando si eccita solo l’elemento di massima corrente omopolare non si ha l’avviamento della
protezione
Nella Tabella 1 che segue sono riportate le grandezze da utilizzare per il calcolo della
impedenze di guasto per tutti i tipi di guasto a partire dagli elementi che si sono eccitati; per i
guasti bifase a terra e trifase sono evidenziate le diverse opzioni possibili.
Tabella 1 - Selezione delle grandezze per la misura della distanza, in un sistema con neutro a terra, con funzione di
avviamento a minima impedenza
1. doppino fase-fase
⎛ di f 1 di f 2 ⎞
U f − f = L ⋅ ⎜⎜ − ⎟⎟ + R ⋅ (i f 1 − i f 2 )
⎝ dt dt ⎠
2. Doppino fase-terra
⎛ di f X di ⎞ ⎛ R ⎞
U f − N = L ⋅ ⎜⎜ − e ⋅ N ⎟⎟ + R ⋅ ⎜⎜ i f − E ⋅ i N ⎟⎟
⎝ dt X L dt ⎠ ⎝ RL ⎠
RE/RL e XE/XL [codici 1117, 1118] sono operatori che tengono conto della differenza tra i
circuiti fase-fase e quelli fase-terra che si ottengono applicando le seguenti formule:
RE R0 − R1 X E X 0 − X1
= =
RL 3R1 XL 3X 1
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La caratteristica di intervento nel piano (R,jX) è riportata nella Figura 3 - e prevede fino a 5
zone.
j Avviamento × T4 (→);× T5
(↔)
X
X3 T3
X2 T2
X1 T1B
B
~45° X1 T1
R3
R
R1
R1E R2
R1B
Nel piano (R, jX) ogni zona è definita dall’intersezione delle rette che la delimitano con gli assi;
in particolare l’intersezione con l’asse immaginario rappresenta la reattanza Xn del tratto di
linea da proteggere, mentre quella con l’asse reale rappresenta la resistenza di guasto Rn che si
vuole compensare per guasto all’inizio della linea. Per quest’ultimo parametro è possibile
assegnare valore diversi per guasti fase-terra e guasti fase-fase.
La determinazione della direzione del guasto utilizza la tensione delle fasi sane dallo stesso in
caso di guasti non simmetrici, per guasto trifase è prevista la memoria di tensione.
Nella Tabella 2 - sono riassunte le grandezze elettriche utilizzate per il calcolo dell’impedenza
e della direzione per ogni doppino di guasto selezionato.
Tabella 2 - Grandezze elettriche utilizzate per calcolo della impedenza dei circuiti e della direzione
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KE è un fattore di proporzionalità che tiene conto della diversa impedenza dei circuiti fase-fase
e dei circuiti fase-terra ed è definito dai parametri RE/RL e XE/XL.
2.2.3 Temporizzatori
La protezione prevede delle temporizzazioni indipendenti associate ai singoli gradini, in
particolare:
ingressi digitali], l’informazione di intervento della protezione dei circuiti voltmetrici (Stotz).
Quando interviene il blocco dell’avviamento a minima impedenza, la linea è sprovvista di
protezione, per evitare questa situazione è possibile attivare una protezione di massima corrente
di emergenza. Appena viene ricevuta l’informazione che l’interruttore di protezione dei circuiti
voltmetrici si è aperto, viene bloccata la distanziometrica e attivata la massima corrente di
emergenza.
La protezione ritorna automaticamente sotto il controllo dell’avviamento a minima impedenza
appena viene ripristinata la normalità.
La massima corrente di emergenza è programmata attivando il [codice 2601].
La protezione di riserva può avere:
• 2 soglie (I>, I>>) a tempo dipendente (TI>, TI>>) alimentate dalle correnti di fase [codici
2603, 2605, 2604 e 2606 rispettivamente],
• 1 soglia (IE>) a tempo dipendente TIE> alimentata dalla corrente del neutro [codici2608,
2609].
2.2.5 Segnalazioni
Sono disponibili 11 relè di segnalazione la cui funzione viene definita assegnando un valore ai
parametri individuati dai codici 6201¸6211. Ad ogni relè possono essere assegnate più funzioni
scelte tra quelle previste dalla tabella “valori assegnabili a relè di segnalazione e led di
segnalazione".
Sono disponibili inoltre 16 leds, di cui 14 rossi, la cui funzione è definibile come previsto per i
relè ausiliari di segnalazione ma assegnando il valore ai parametri definiti dai codici
6301¸6314; gli altri 2 leds, uno verde e uno rosso, hanno una funzione non modificabile, e
segnalano unità efficiente e bloccata rispettivamente.
2
Per questa funzione, si usa spesso anche la dizione inglese “switch onto fault”.
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- Scelta del dispositivo al quale fare riferimento (vedi Figura 6). Vale la pena notare che
la selezione della versione della protezione avviene per trascinamento sul menù di destra
del “folder”.
- Definizione delle posizioni 12÷16 del codice ordine MLFB, desumibile dal front-end
della protezione (vedi Figura 7).
- Definizione dei parametri di I/O e dei led da 6100 a 6400 (vedi Figura 9).
Nel seguito si riporta una descrizione dei parametri da inserire con i relativi codici.
Oltre alle funzioni connesse alla protezione nel senso stretto del termine si devono ora
programmare le funzioni accessorie: In particolare:
• registratore di guasti:
◦ attivazione del registratore dei guasti [codice 2801],
◦ inizio della registrazione [codice 2802];
• localizzatore di guasti [codici 38xx]:
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E’ importante notare che la protezione distanziometrica Siemens 7SA511, per quanto riguarda
gli scatti, permette di scegliere tre modalità:
1) Dist.: fault detection phase Lx
2) Emerg. o/c prot.:fault detection Lx
3) General device: fault detection phase Lx.
L’impostazione numero 3 permette di attivare entrambi le prime due.
E’ stato rilevato che, inserendo “general device”, lo scatto anticipa l’avviamento di circa 20 ms.
Pertanto, quando l’informazione d’avviamento arriva al richiusore, la posizione d’interruttore
chiuso è già assente non permettendo, secondo la logica interna del DV945/A2, di eseguire la
richiusura per mancanza dell’informazione d’interruttore precedentemente chiuso. Pertanto
devono essere abilitate le prime due modalità di scatto.
I dati introdotti sono disponibili sia tramite display a 2 righe a bordo dell’apparato, sia tramite
PC. I dati sono visualizzati in due distinte modalità:
1. dati di configurazione dell’apparecchiatura. Tali dati sono valori di input che vengono
utilizzati per l’attivazione delle funzioni e l’allocazione dei circuiti logici di ingresso ed
uscita (segnali provenienti dall’impianto, contatti di comando, di segnalazione, segnalazioni
ottiche),
2. dati generali della linea e valori di regolazione assegnati.
Figura 11 - Caratteristica di intervento per i guasti polifasi della protezione distanziometrica MICOM P442
Anche per i guasti a terra sono presenti 5 zone di sorveglianza, con direzionalità e forma
analoga agli elementi di fase, come illustrato nella Figura 12 - .
Figura 12 - Caratteristica di intervento per i guasti monofasi della protezione distanziometrica MICOM P442
3.2.1.1 Generalità
Il funzionamento della protezione è basato sull'impiego in parallelo di due differenti algoritmi
di misura:
• gli algoritmi "Rapidi" che utilizzano le grandezze di sovrapposizione, cioè i valori di
transizione che caratterizzano il guasto.
• gli algoritmi "Classici" che utilizzano le grandezze misura che vengono a stabilirsi in
regime di guasto.
Gli algoritmi "Rapidi" sono prioritari sugli algoritmi "Classici". Questi ultimi operano
normalmente nei casi in cui i "Rapidi" non sono applicabili e nel caso di guasti non eliminati
entro due cicli dal rilevamento. Entrambi gli algoritmi sono utilizzati solo per la selezione di
fase e il calcolo della direzione.
regime che si stabilisce dopo l'apparizione del guasto è la somma delle grandezze del regime
prima del guasto e delle grandezze che caratterizzano il guasto stesso. Per verificare lo stato
della rete e quindi dichiararla “sana”, la linea deve essere in tensione prima del guasto.
Per rilevare una transizione si confrontano i valori dei campioni di corrente e tensione
all’istante “t” con i corrispondenti valori memorizzati uno o due periodi precedenti. L’algoritmo
si attiva con una variazione deltaU>10%Un o deltaI>20%In rilevata su un campionamento.
3.3 Antipendolazione
La funzione di antipendolazione permette il blocco di qualsiasi zona della protezione
distanziometrica in seguito ad oscillazioni della potenza nella rete. La pendolazione viene
rilevata misurando la velocità di variazione del punto d’impedenza all’interno di una banda
definita (ΔR e ΔX) come illustrato nella figura Figura 16.
Vale la pena notare che nelle applicazioni di ENEL Distribuzione il blocco antipendolazione
generalmente non viene attivato su alcuna zona.
ENEL Distribuzione utilizza la segnalazione dal campo con il conseguente blocco istantaneo
degli elementi di protezione distanziometrica. I file di programmazzione “PSL” standard
prevedono che il contatto di segnalazione sia concorde con l’interruttore di protezione. Bisogna
perciò modificare la programmazione della PSL per rendere l’ingresso compatibile con gli
impianti di ENEL Distribuzione.
Vale la pena notare che nelle applicazioni di ENEL Distribuzione la supervisione dei TA non è
generalmente attivata.
3.15 Perturbografia
La perturbografia ha una area di memoria specificamente riservata per la memorizzazione
delle registrazioni. Il numero di registrazioni che può essere memorizzato dipende dalla durata
selezionata per la registrazione. Di norma si possono memorizzare circa venti registrazioni della
durata di 10,5 secondi ciascuna. Le registrazioni della perturbografia continuano ad essere
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effettuate finché non verrà esaurita la memoria disponibile. A quel punto, le registrazioni più
vecchie verranno cancellate per far spazio a quelle nuove.
La perturbografia memorizza i campioni effettivi prelevati a un ritmo di 24 campioni per ciclo.
Ciascuna registrazione di perturbografia consta di 8 canali di dati analogici e 32 canali di dati
digitali.
3.17 Autodiagnostica
L’autodiagnostica prevede i seguenti cicli di base.
• Un controllo completo eseguito alla messa in tensione della protezione, della durata di
alcuni secondi, durante i quali l'apparato non è disponibile. Il completamento con esito
positivo del controllo viene segnalato dall'accensione della segnalazione luminosa frontale
verde "Healthy“ e dal cambiamento di stato del relè "watchdog".
• Un controllo permanente sul funzionamento hardware e software delle aree più critiche. In
caso di individuazione di un'anomalia, la piattaforma software tenterà di registrare l'evento
nella memoria SRAM. Se il problema è dovuto allo stato della batteria, la protezione
continuerà ad operare, mentre se viene localizzato in un'altra area l'apparato predisporrà un
arresto ed un successivo riavviamento. Il tentativo di ripristino della protezione prevede una
durata tipica di circa cinque secondi.
La configurazione adottata da Enel su MICOM P442 per renderla conforme alla specifiche
DV936 e DV936A2 ha fatto nascere il seguente schema funzionale di Figura 17
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Figura 18 - Interfaccia grafica della funzione di programmazione della protezione tramite software MICOM S1
Attualmente sono stati concordati tre set di tarature concordate tra ENEL e ALSTOM (vedi
Figura 19).
• 936: (applicazione standard),
• 936 BLOCCO,
• 936 POTT.
Ogni cartella contiene normalmente due file, uno per la taratura dei parametri (Settings &
Records) e l’altro per la programmazione della configurazione logica (PSL Editor).