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Data 30/06/2006
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 2/86
Indice
1 INTRODUZIONE ............................................................................................................................ 4
1.1 Oggetto ....................................................................................................................................... 4
1.2 Specifiche Tecniche di riferimento ............................................................................................ 4
1.3 Prescrizioni Tecniche correlate .................................................................................................. 4
2 ANALISI DELLE SPECIFICHE TECNICHE DI RIFERIMENTO.......................................... 5
2.1 Analisi critica delle Specifiche Tecniche DV7036..................................................................... 5
2.2 Proposta di revisione delle Specifiche Tecniche DV7036 ......................................................... 7
3 PROPOSTA DI METODOLOGIA DI PROVA FUNZIONALE .............................................. 11
3.1 Generalità ................................................................................................................................. 11
3.2 Tipologie di prove funzionali ................................................................................................... 11
3.3 Prove Statiche........................................................................................................................... 12
3.3.1 Determinazione delle caratteristiche di funzionamento degli elementi a soglia .............. 12
3.3.1.1 Determinazione delle caratteristiche di intervento dell’elemento a minima impedenza
12
3.3.1.1.1 Metodo a impedenza sorgente costante per la verifica della forma della
caratteristica nel piano (R,X).................................................................................................... 12
3.3.1.1.2 Metodo a corrente costante per la verifica dei tempi di intervento della
caratteristica nel piano (R,X).................................................................................................... 13
3.3.2 Verifica degli elementi a soglia....................................................................................... 15
3.3.2.1 Verifica dell’avviamento .............................................................................................. 15
3.3.2.1.1 Avviamento a massima corrente ............................................................................ 15
3.3.2.1.2 Avviamento a massima corrente con gradino di tensione...................................... 15
3.3.2.1.3 Avviamento a minima impedenza.......................................................................... 16
3.3.2.1.4 Verifica della massima corrente di emergenza ...................................................... 16
3.3.2.1.5 Verifica della protezione GAR............................................................................... 16
3.3.2.1.6 Verifica della memoria di tensione ........................................................................ 17
3.3.3 Rilievo dei rapporti di ricaduta degli elementi a soglia.................................................... 17
3.3.4 Rilievo dei tempi di intervento e dei tempi di ricaduta degli elementi a soglia .............. 17
3.3.5 Rilievo degli errori dei temporizzatori ............................................................................. 17
3.3.6 Verifica del funzionamento della oscilloperturbografia interna....................................... 18
3.4 Prove in Transitorio.................................................................................................................. 18
3.4.1 Elenco e descrizione delle prove ...................................................................................... 18
3.5 Verifica delle funzioni logiche ................................................................................................. 26
3.5.1 Protezione distanziometrica (DZ)..................................................................................... 26
3.5.1.1 Funzione SOTF ............................................................................................................ 26
3.5.1.2 Schemi di teleprotezione .............................................................................................. 26
3.5.1.2.1 Logica a Trascinamento (AU)................................................................................ 26
3.5.1.2.2 Logica a mutuo consenso (PO) per guasto entro il 1° gradino lungo, con sistema ad
eco 27
3.5.1.2.3 Logica a blocco (BO) ............................................................................................. 27
3.5.2 Dispositivo di richiusura automatica (DRA) .................................................................... 28
3.5.3 Protezione contro i guasti a terra ad elevata resistenza di terra (GAR)............................ 29
3.5.4 Protezione di massima corrente di emergenza ................................................................. 29
3.5.5 Modulo di elaborazione ausiliaria .................................................................................... 30
3.5.5.1 Diagnostica................................................................................................................... 30
3.5.5.1.1 Autodiagnosi .......................................................................................................... 30
3.5.5.1.2 Sorveglianza dei circuiti volumetrici (VTS) .......................................................... 30
3.5.5.1.3 Funzione VTP ........................................................................................................ 30
Numero Data Protocollo Lista delle modifiche e/o dei paragrafi modificati
revisione
00 30/06/06 A6018300
1 INTRODUZIONE
1.1 Oggetto
Il presente rapporto documenta una proposta di Metodologia di prova funzionale degli Apparati
“Pannello di linea AT della Cabina Primaria (UP/LAT)”; la proposta espressa è conseguente ad
un’analisi delle Specifiche Tecniche di ENEL Distribuzione e di TERNA relative a tali apparati.
Il lavoro in oggetto è riassumibile nelle seguenti 3 voci :
1. Analisi critica della documentazione di riferimento (vedi par. 2.1).
2. Definizione di una metodologia di prova dei suddetti apparati di protezione in riferimento ad un
loro possibile impiego nella cosiddetta “configurazione ridotta” come da [1].
3. Assistenza alla esecuzione delle prove con banco di prova dedicato.
Il lavoro in oggetto comprende anche la realizzazione di un modello della rete AT in grado di riprodurre
transitori di rete ritenuti significativi ai fini della prova funzionale degli apparati e che possono
presentarsi sulla rete AT con tensione uguale o superiore a 120 kV con neutro francamente a terra. Il
modello è realizzato con il software ATP (Alternative Transient Program). E’ importante notare che i
transitori prodotti sono esportabili in formato Standard (COMTRADE) in quanto essi costituiscono uno
strumento irrinunciabile della metodica di prova funzionale.
In accordo alla normale terminologia, si parla di prova funzionale (functional test) intendendo che la
funzione di protezione in oggetto sia verificata senza preoccuparsi di come essa venga effettivamente
realizzata. In altri termini si effettua un controllo “agli effetti esterni” considerando la protezione come
una scatola nera (black box).
[1] Specifica Funzionale del Pannello di linea AT della Cabina Primaria (UP/LAT)
Specifica Tecnica n° DV7036 Ed. 1 del Dicembre 2004
[2] Specifica di Prova del Pannello di linea AT della Cabina Primaria (UP/LAT)
Specifica di Prova pannello DV7036 Ed. 1.
Dall’analisi dei documenti di riferimento [1] e [2], precedentemente elencati, emergono chiaramente due
aspetti fondamentali dei quali è necessario tenere conto nella formulazione di una metodologia di prova,
ossia la necessità di disporre di uno strumento efficace che consenta:
1. la verifica della conformità alle specifiche funzionali (nella fase di acquisizione del dispositivo);
2. di garantire l’efficienza del pannello di protezione (durante la fase operativa del dispositivo).
Nei suddetti documenti non emerge chiaramente la distinzione tra i due momenti di prova, ma è
preponderante soprattutto il primo aspetto.
È necessario invece fornire un criterio comune che tenga conto dei due aspetti. In particolare, si rende
necessaria una analisi puntuale del documento di specifica [2] in modo tale da esprimere una
metodologia di prova, che prenda in considerazione le più recenti tecnologie di prova tale da poter
essere impiegata su nuovi pannelli di linea UP/LAT in entrambi i momenti di prova.
Questa esigenza indispensabile sia per verificare che per certificare l’efficienza della protezione è
ottenibile mediante tre requisiti:
• efficacia provata delle prove;
• ripetibilità delle prove;
• univocità interpretativa dei risultati.
La prima caratteristica è sicuramente quella più difficile da ottenere in quanto, come risaputo, non esiste
ad oggi alcuna forma o metodo per verificare con assoluta certezza la esattezza di un software.
L’efficacia delle prove è ragionevolmente ottenibile mirando alla completezza e alla rappresentatività
dell'insieme delle prove, da cui scaturisce la definizione univoca dell’insieme dei “test cases”.
La seconda caratteristica è ottenibile individuando la tecnologia di prova e definendo il metodo rigoroso
con il quale eseguire le prove. In definitiva si devono descrivere dettagliatamente il modo (banco di
prova, connessioni e apparati di prova) e la sequenza di prova di ciascuna funzione della protezione
attraverso la stesura di “paradigmi di prova”.
La terza ed ultima caratteristica è ottenibile sperimentalmente effettuando ad esempio le prove sulla
singola protezione in oggetto in fase di Accettazione e constatandone il corretto comportamento in
relazione ai requisiti funzionali della specifica. La stesura di una tabella dei comportamenti attesi della
protezione sottoposta alle stesse prove garantisce l’univocità nell’interpretazione del funzionamento
della protezione stessa.
Sorge quindi la necessità di sistematizzare le prove secondo uno schema di lavoro che privilegi la
definizione chiara e univoca di regole relative alla definizione:
- dell’insieme delle prove,
- degli strumenti di prova e del banco di prova,
- della modalità di esecuzione delle prove.
Il documento [2], che costituisce la base di partenza di questo lavoro, mette in luce come sia necessario
introdurre un insieme di nuove prove, descrivere rigorosamente le sequenze di esecuzione di ciascuna
prova e fornire una tabella interpretativa dei risultati che contenga un indicazione dei comportamenti
attesi per la protezione in prova.
Come noto, le verifiche relative alle protezioni elettriche sono tradizionalmente suddivise nelle attività
di prove funzionali e prove non funzionali (o tecnologiche). Mentre queste ultime (prove di isolamento,
di compatibilità elettromagnetica, di resistenza alle sollecitazioni meccaniche e termiche) sono
generalmente effettuate sul dispositivo costruito prima della messa in servizio e una volta per tutte, le
verifiche funzionali dovrebbero costituire un aspetto controllato periodicamente, in laboratorio prima
della messa in servizio e poi in impianto come parte delle normali procedure di manutenzione dell'unità
di generazione.
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Il presente lavoro vuole porre l’accento su tutte quelle prove funzionali, sia di tipo che non, che
richiedono una particolare attenzione nell’esecuzione e che non sono attualmente unificate secondo un
protocollo di prova ufficiale.
Pertanto non verranno prese in considerazione le seguenti prove (numerazione dei paragrafi tratta dal
doc. [2]):
3.1 Esame a vista
3.2 Controllo dello schema e delle Caratteristiche costruttive
3.4 Prove climatiche
3.5 Prove di isolamento
3.6 Prove di insensibilità ai disturbi e misura delle emissioni
3.6.1 Prove di insensibilità ai disturbi
3.6.2 Misura dell’emissione
3.7 Prove meccaniche
3.7.1 Immunità alle vibrazioni sinusoidali
3.7.2 Resistenza alle sollecitazioni di trasporto e movimentazione
3.8 Prova di comportamento termico
3.9 Prove elettriche
3.9.1 Prove di sovraccaricabilità, dei circuiti amperometrici e di sovralimentazione dei circuiti
voltmetrici, di breve durata
3.9.7 Misura dei consumi
3.9.8 Verifica del comportamento al variare della frequenza entro il campo nominale
3.9.9 Verifica del comportamento al variare della temperatura entro il campo nominale
3.9.10 Verifica del comportamento al variare della tensione di alimentazione ausiliaria entro il
campo nominale
3.9.11 Verifica del comportamento durante i buchi e le interruzioni della tensione di
alimentazione ausiliaria
3.9.12 Verifica del comportamento con ondulazione della tensione di alimentazione ausiliaria
3.9.15 Prova di durata del pannello
3.9.16 Prove sui relé ausiliari
Il presente paragrafo contiene le principali modifiche di carattere sostanziale che vengono proposte
come emendamento del documento [1] ed un elenco di questioni da affrontare in futuro per la stesura
della nuova versione della specifica tecnica DV7036.
Le modifiche proposte sono enumerate nella Tabella 1 in relazione al paragrafo e alla pagina cui fanno
riferimento secondo la numerazione del documento [1].
3.2.1.3 Logica del comando di 20 La nota a piè di pagina n°14 deve essere modificata
scatto rimuovendo la frase “Per la “configurazione ridotta” la
comunizzazione degli scatti viene operata dal dispositivo di
richiusura automatica esterno” e modificandola come segue:
“Per la “configurazione ridotta” deve essere possibile
comunizzare gli scatti anche per guasti unipolari
indipendentemente dalla presenza di un richiusore esterno”.
3.2.1.3 Logica del comando di 20 La durata minima del comando di scatto deve essere pari a
scatto 40 ms ed il tempo di ricaduta dello stesso deve essere
inferiore a 50 ms (per garantire il corretto funzionamento
della logica MAI).
3.2.1.4 Dispositivo per guasto a 20 La protezione distanziometrica deve emettere il comando di
seguito di una chiusura scatto tripolare in tempo base anziché con il tempo del 1°
volontaria gradino.
dell’interruttore
(chiusura su guasto)
3.2.1.5 Logiche di 20÷21 È necessario descrivere con dettaglio le diverse logiche di
teleprotezione teleprotezione con schemi logici nei quali si tenga conto
anche della gestione del segnale “Anomalia teleprotezione”.
3.3.1.2 Richiusura lenta 28÷29 Deve essere rivisitata integralmente per tenere conto dei
seguenti aspetti:
• La richiusura lenta (RLA) deve essere indipendente
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3.7.1 Interfaccia uomo- 45 Sul frontale del pannello dovranno essere predisposte le
macchina segnalazioni ottiche di:
• Scatto GAR;
• Scatto massima corrente di emergenza.
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Di seguito vengono elencati le questioni principali da affrontare per gli sviluppi futuri della Specifica
Tecnica DV7036:
• Predisposizione per il funzionamento del pannello di protezione in uno stallo di linea con doppia
protezione nel quale siano presenti un pannello in “configurazione ridotta” ed uno in
“configurazione completa” che condividano la funzione di richiusura;
• Predisposizione al funzionamento in accoppiamento alla protezione differenziale di linea;
• Rivisitazione della logica di Richiusura Lenta Automatica e delle condizioni per la chiusura della
interruttore con e senza controllo di sincronismo;
• Implementazione di una logica MAI unipolare;
• Implementazione di una logica Antipendolante (“Power Swing Logic” e ”Out of Step Logic”);
• Rivisitazione della logica di gestione dei telescatti nelle CP in SF6;
• Rivisitazione della logica di gestione dei telescatti MAI provenienti dagli impianti affacciati.
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3.1 Generalità
Le verifiche relative alle protezioni elettriche sono tradizionalmente suddivise nelle attività di prove
funzionali e prove non funzionali o tecnologiche1. Mentre queste ultime sono effettuate una volta per
tutte sul “tipo” di apparato, le prime oltre a costituire uno strumento di verifica del dispositivo di
protezione in fase di acquisizione (in laboratorio), fanno parte delle normali procedure di manutenzione
periodica della protezione stessa (in impianto).
La verifica funzionale del dispositivo di protezione non può prescindere dalla realtà dell’impianto nel
quale è installata e deve essere quindi intesa come relativa al sistema di protezione nel suo complesso.
Deve cioè considerare, oltre al relé di protezione stesso, gli effetti introdotti da:
- i trasduttori di misura di tensione e corrente (TV e TA) e i dispositivi attuatori comandati dalla
protezione (interruttori);
- le logiche di teleprotezione implementabili (di blocco o di consenso);
- i dispositivi di automazione direttamente interfacciati con la protezione (richiusori esterni);
- altri dispositivi di protezione che interagiscono con la protezione stessa (doppia protezione).
In particolare la verifica funzionale dovrà comprendere l’esame di tutte le funzioni di protezione
eventualmente integrate nello stesso dispositivo che insistono sulla stessa zona protetta (protezioni di
emergenza, di rincalzo).
Una verifica di funzionalità che non consideri questo approccio sistemico (ad es., verificare una
funzione di protezione senza tenere conto della possibile saturazione dei TA e TV) può naturalmente
portare a inconvenienti durante l'esercizio, in particolari condizioni di funzionamento.
Come per i singoli apparati di protezione, anche per il sistema di protezione, è fondamentale che la
verifica di funzionalità debba testare innanzitutto l’affidabilità complessiva del sistema (reliability) in
particolare nei suoi due aspetti complementari, ossia la fidatezza di intervento (dependability2) e la
stabilità (security3).
1
Le prove non funzionali o tecnologiche sono ad esempio le prove di isolamento, di compatibilità elettromagnetica, di
resistenza alle sollecitazioni meccaniche e termiche, ecc…
2
Capacità del sistema di protezione di intervenire in tutte le condizioni di funzionamento per cui esso è chiamato ad intervenire
(es.: guasto all'interno della propria zona di protezione). Questa caratteristica deve essere verificata anche in relazione ai tempi
di intervento.
3
Capacità del sistema di protezione di non intervenire in alcuna condizione di funzionamento per cui il suo intervento non è
previsto (es.: guasto in un punto esterno alla zona protetta, manovra di un interruttore vicino, ecc…).
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Parametro Valori
Modulo4
Argomento [°]
[Ω]
Impedenza diretta di linea < 50 70 ÷ 86
Impedenza diretta di sorgente 3 ÷ 60 70 ÷ 86
Impedenza omopolare di sorgente 4 ÷ 150 75 ÷ 86
Angolo di percorrenza della retta nel piano (R X) -15° ÷ 105°
Coefficiente di compensazione omopolare di linea (Ko) 0.6 ÷ 1.5
A vuoto, carico nominale (cosϕ=1; cosϕ=0.866 ant;
Condizione pre-guasto
cosϕ=0.866 rit)
Tabella 2: Parametri di influenza per la realizzazione della prova per la verifica dei tempi di intervento
della caratteristica nel piano (R,X).
Tutti i risultati ottenuti devono essere riportati su un report opportunamente strutturato che evidenzi i
risultati delle singole prove e le eventuali anomalie riscontrate (es. superamento degli errori ammessi,
mancanza di scatto, tempi non congruenti tra scatto e avviamento, selezione non corrette delle fasi,etc.)
3.3.1.1.1 Metodo a impedenza sorgente costante per la verifica della forma della caratteristica nel
piano (R,X)
La prova consiste nel verificare nel piano complesso (R,X) la correttezza della forma delle zone
d’intervento della protezione. È quindi indispensabile inserire nel simulatore i valori di taratura delle
impedenze di ciascun gradino e, laddove necessari, i coefficienti di compensazione omopolare Ko per i
guasti monofase. Il simulatore dovrà prevedere diverse modalità d’inserimento del Ko a seconda della
protezione presa in esame (ad es. Ko può essere espresso in coordinate polari con modulo e fase oppure
in coordinate cartesiane tipicamente mediante i rapporti Re/Rl ed Xe/Xl). Inoltre si dovranno inserire i
tempi di ritardo intenzionale per ogni gradino che si devono provare.
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Le grandezze sono espresse in valori primari. I rapporti di trasformazione da considerare sono: KTV = 130000/100
e KTA = 800/5.
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Il simulatore dovrà prevedere una ciclo di prova del tipo “Sano-Guasto-Sano” dove:
1. la durata della prima condizione “Sano”è un parametro da impostare e rappresenta il tempo minimo
in cui la protezione riconosce di essere alimentata da una rete senza guasto, appunto “sana” con un
tempo minimo di 1 secondo;
2. la durata della condizione di “Guasto” è anch’essa impostabile e deve essere sicuramente
maggiorato del 50% rispetto al tempo massimo di ritardo intenzionale impostato per il gradino in
prova.
Per ciascuna prova è inoltre necessario impostare:
• le condizioni pre-guasto (tensioni e correnti),
• il tipo di guasto,
• gli angoli lungo i quali verificare l’intervento dei gradini nel piano (R,X),
• il valore massimo di errore accettato nella misura dell’impedenza.
È da notare che deve essere possibile impostare la massima corrente utilizzata durante le prove ad
esempio (es. 2,5 In). . Il simulatore genererà delle tensioni e correnti calcolate tramite le note equazioni
ricavate dai circuiti alle sequenze e registrerà il tempo di scatto, di avviamento e la selezione delle fasi
interessate dal guasto. In particolare, partendo dall’origine degli assi, il simulatore scansionerà il piano
(R,X) percorrendo le rette caratterizzate da un angolo rispetto all’asse reale secondo i valori
precedentemente impostati, e calcolerà il valore d’impedenza nei punti di intersezione della caratteristica
con le stesse rette.
In questo modo è possibile verificare l’intervento della protezione in corrispondenza del bordo della
caratteristica a gradini valutando i tempi di intervento della protezione con la precisione richiesta. La
Figura 1 mostra un esempio grafico di come viene effettuata la suddetta prova.
Figura 1: Verifica della caratteristica nel piano(R,X): esempio di metodo a corrente costante con simulatore
virtuale di impedenze.
3.3.1.1.2 Metodo a corrente costante per la verifica dei tempi di intervento della caratteristica nel
piano (R,X)
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Per verificare l’efficacia della protezione anche all’interno della zona di intervento si utilizza ancora il
simulatore percorrendo con partenza dall’origine una delle rette descritte sopra ripetendo lo schema di
prova basato su cicli di prova del tipo “Sano-Guasto-Sano”.
In questo caso si impone una corrente di guasto a valore costante superiore al valore minimo di corrente
di avviamento (tipicamente 2 In) e tale valore dovrà rimanere costante per tutti i guasti.
Il simulatore genererà delle tensioni via via crescenti a partire da zero e registrerà il tempo di scatto, di
avviamento e la selezione delle fasi interessate dal guasto. La Figura 2 mostra il grafico Z-t che
rappresenta visivamente la tipologia di prova effettuata.
[s]
[V]
Figura 2: Metodo a corrente costante. Esempio di verifica del funzionamento dei gradini della protezione
nel piano (tensione,tempo)
In particolare, mediante questo tipo di prove, dovrà essere verificato nel dettaglio il comportamento
della protezione in relazione alla corretta misura della direzione ed in definitiva al corretto utilizzo della
memoria di tensione, per guasti “vicini” al punto di installazione della protezione. È importante
verificare il corretto comportamento della protezione nella zona attorno all’origine del piano (R,X) al
variare della corrente costante e dell’angolo impostati in ciascuna prova.
La verifica deve essere ripetuta per i seguenti angoli di guasto 0°, angolo di linea , 90°.
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Vn
1
Vg
2
3
I> I>> I
ρ ρ
V1 − V2
Z misurata = ρ ρ
I1 − I 2
La verifica della Isblocco deve essere effettuata mantenendo la tensione pari a 0 V e incrementando
10% I sblocco
linearmente l’ampiezza della corrente a partire da 0 A con una pendenza pari al ; la
sec
protezione si deve avviare con correnti Isblocco comprese tra 0,95Isblocco e 1,05 Isblocco .
Per verificare la soglia di massima tensione si alimenta la protezione con una 3Io di sicuro intervento e
si mantiene φminimo < φ < φmassimo; successivamente si incrementa linearmente la tensione 3Vo da zero
fino al valore di intervento e si verifica il suo corretto intervento.
In particolare, facendo riferimento a quanto descritto nei capitoli 3.3.2.1.1, 3.3.2.1.2, 3.3.2.1.3, 3.3.2.1.4,
Valorericaduta
3.3.2.1.5, si deve calcolare il rapporto di ricaduta come e verificare che il suddetto
Valoreint ervento
rapporto sia ≥ 0,95.
Il Valorericaduta deve essere misurato riducendo opportunamente la grandezza che ha causato l’intervento
(Valoreintervento).
3.3.4 Rilievo dei tempi di intervento e dei tempi di ricaduta degli elementi a soglia
La prova dovrà comprendere almeno la verifica dei tempi di intervento e di ricaduta degli elementi:
• gradini di impedenza,
• massima corrente di emergenza
• protezione GAR.
In particolare, facendo riferimento a quanto descritto nei capitoli 3.3.2.1.1, 3.3.2.1.2, 3.3.2.1.3, 3.3.2.1.4,
3.3.2.1.5, si deve misurare il valore del tempo d’intervento alimentando la protezione con un valore di
sicuro intervento (1,05 Imisurata e 0,95Zmisurata).
Durante il rilievo dei tempi d’intervento deve essere inoltre verificato che il segnale di avviamento sia
reso disponibile prima del segnale di scatto. È ammissibile che il segnale di avviamento possa essere
reso disponibile con non più di 5 ms di ritardo rispetto a quello di scatto.
Per verificare il tempo di ricaduta di un elemento a soglia si alimenta la protezione con un valore di
sicuro intervento (1,05 Imisurata e 0,95Zmisurata), si annullano le grandezze che hanno provocato l’intervento
misurando il tempo trascorso dall’annullamento all’istante di ricaduta del comando di scatto.
vmis − vtar
ε=
vtar
Lo scopo delle prove in transitorio è di verificare l’affidabilità (reliability) dell’apparato in prova, non
solo per quanto riguarda la proprietà ad intervenire (dependability) ma anche nei confronti di transitori
potenzialmente causa di scatti intempestivi (security), in diverse condizioni di funzionamento non a
regime, in presenza di guasti e manovre in rete o, più generalmente, di non linearità nel sistema che
risultano essere potenzialmente critiche per le protezioni distanziometriche. Queste condizioni sono
caratterizzate da grandezze elettriche la cui evoluzione temporale è tale da sollecitare in modo
particolare alcune funzioni e/o logiche della protezione stessa che altrimenti, con prove di tipo statico in
regime sinusoidale, non vengono testate.
Il tentativo è quello di riprodurre con la massima fedeltà le situazioni che realmente si verificano nella
rete elettrica nella quale verrà installata la protezione. In particolare ciò viene a tradursi in un insieme di
casi di riferimento (“test cases”) ciascuno costituito dagli andamenti temporali delle grandezze in
ingresso alla protezione. La verifica funzionale è quindi costituita da un insieme di prove in cui ,tramite
opportuni generatori pilotati di tensione e corrente, si alimentano gli ingressi fisici verificando la
risposta della protezione.
L’insieme dei casi di riferimento per le prove in transitorio è costituito da:
• registrazioni di eventi reali verificatisi in campo;
• risultati delle simulazioni con modello matematico della rete elettrica.
La selezione dei casi più significativi per le due tipologie è basata su un criterio di scelta parzialmente
“empirico”, con il tentativo comunque di coprire il più possibile i fenomeni reali sulla base
dell’esperienza acquisita in campo e nelle precedenti sessioni di prova sui più recenti apparati di
protezione digitale di tipo distanziometrico. Le prove in transitorio proposte nel paragrafo “Prove
Complementari” della Specifica Tecnica di Prova DV7036 (vedi [2]) vengono sostituite e integrate dalle
presenti prove in transitorio.
È importante sottolineare che l'insieme delle prove in transitorio non si riferisce ad una specifica
protezione distanziometrica, ma deve coprire la verifica di tutti i modelli di protezione distanziometrica
installati sulle reti AT di ENEL Distribuzione.
Il seguente paragrafo elenca ed descrive6 le prove in transitorio che sono state scelte come
maggiormente rappresentative ai fini della verifica della protezione distanziometrica e inoltre definisce il
comportamento atteso dalla protezione stessa per ciascuna delle prove.
6
Per una descrizione dettagliata delle prove in transitorio vedi cap. 5.
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Le Tabella 5 e Tabella 6 riportano la taratura della funzione antipendolante per la sola protezione
distanziometrica posta nel nodo F della linea EF.
Tabella 3: Taratura dei gradini delle protezioni distanziometriche. Valori secondari per In = 1 A.
Tabella 4: Taratura dei gradini delle protezioni distanziometriche. Valori secondari per In = 5 A.
7
Laddove sono state utilizzate tarature diverse è stata di volta in volta esplicitamente indicata la nuova taratura da
impostare.
♥
La taratura della corrente minima di funzionamento o di sblocco vale sia per i guasti fase-fase che fase-terra.
Laddove presente, il fattore di compensazione della 3×I0 in % del rapporto In / Ifasemax deve essere tarato al 5%.
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Le prove in transitorio sono state riprodotte utilizzando un modello di rete simile a quello utilizzato in
precedenza per le “Prove Complementari” di [2] che è stato opportunamente integrato con ulteriori
elementi che ne ampliano le potenzialità in termini di fenomeni rappresentabili e di flessibilità di
utilizzo. Mediante il modello di rete è possibile sollecitare la protezione in prova riproducendo svariate
condizioni di funzionamento e/o di guasto potenzialmente critiche per la protezione e particolarmente
significative per la verifica del rispetto dei requisiti funzionali esposti in [1].
In particolare si sono individuate cinque tipologie di test così suddivise:
1. guasti all’interno della linea protetta;
2. guasti all’esterno della linea protetta;
3. guasti misti (doppi guasti monofasi uno interno e l’altro esterno alla linea protetta);
4. oscillazioni elettromeccaniche;
5. apertura unipolare della linea adiacente;
ciascuna delle quali raccoglie un certo numero di sottocasi specifici nei quali sono state variate alcune
grandezze di interesse.
La Figura 4 mostra lo schema unifilare del circuito utilizzato per la riproduzione dei casi test delle prove
complementari il cui modello è illustrato in dettaglio nel capitolo 5.
G1
zS1
Sb1
C Linea AT – doppia terna
.
G D
E F
TG2 sG2 G2
A B
Zx Zy Sb2
Req1 Req2
TAT-MT
RG
21 21 SMT
CP
La descrizione dei differenti sottocasi è suddivisa nelle quattro tipologie generali di test nel modo
seguente:
1. Guasti all’interno della linea protetta
Scopo: verifica della logica di selezione dei loop di misura e della memoria di tensione in seguito ad
un guasto sulla linea protetta.
• guasto bifase a terra (i casi 1.2 e 1.3 verificano il comportamento della protezione nel caso di
doppio guasto monofase sulla stessa linea in presenza di saturazione dei TA; nell’1.2 è presente
l’effetto della mutua induttanza)
• guasto trifase asimmetrico (il caso 1.4 verifica il comportamento della protezione nel caso di
guasto asimmetrico in presenza di saturazione dei TA)
• guasto trifase al limite del primo gradino con bassa impedenza di sorgente (il caso 1.5 verifica il
comportamento della protezione in relazione alla “memoria di tensione”)
• guasto monofase (i casi da 1.6 e 1.7 verificano il comportamento della protezione in presenza di
saturazione dei TA ed in presenza dell’effetto della mutua induttanza)
• guasto monofase in presenza di disturbo armonico con elevata impedenza di sorgente (casi 1.8 e
1.9)
Comportamento atteso:
La protezione deve scattare sempre ed emettere la segnalazione corretta delle fasi avviate. Il
comando di scatto deve essere unipolare per i soli guasti monofase in 1° gradino e tripolare per tutti
gli altri tipi di guasto.
Comportamento atteso:
La protezione non deve mai scattare in primo gradino, ma solo nei gradini superiori al primo ed
emettere la segnalazione corretta delle fasi avviate. Il comando di scatto deve essere sempre
tripolare.
3. Guasti misti
Scopo: verifica della logica di selezione dei loop di misura e della memoria di tensione.
Comportamento atteso:
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 22/86
Il comportamento atteso della protezione dipende dalle logiche di selezione delle fasi guaste e di
scatto. La protezione distanziometrica deve sempre emettere il comando di scatto unipolare e la
segnalazione corretta delle fasi avviate. In alcuni casi (3.1 e 3.2 e da valutare per 3.5 e 3.6) sono
ammesse i comportamenti riassunti nella Tabella 7.
4. Oscillazioni elettromeccaniche
Scopo: verifica della logica antipendolante
Comportamento atteso:
La protezione deve:
• nei casi di oscillazione stabile non emettere alcun comando di scatto e attivare la funzione
antipendolante (PSWB: Power SWing Blocking);
• nei casi di oscillazione instabile emettere il comando di scatto nel gradino opportuno.
Comportamento atteso:
La protezione non deve emettere il comando di scatto ma deve emettere il segnale di avviamento “di
spalle” della fase guasta.
Per una descrizione completa dei transitori che sono impiegati nelle prove in transitorio si rimanda al
capitolo 5. Per completezza vengono riportate le tabelle che enumerano e classificano i casi test cui la
protezione deve essere sottoposta. Laddove non vengono indicati in tabella, i parametri di interesse
mantengono i valori indicati nelle tabelle di pagina 19.
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Tabella 8: Elenco dei casi relativi ai guasti all’interno della linea protetta
Tabella 9: Elenco dei casi relativi ai guasti all’esterno della linea protetta
ZxLineaAB ZxLineaEF
n° DZ Tipo di perturbazione Tipo di guasto Comportamento atteso Note
[%] [%]
Guasto franco
5.1 B Monofase R-N --- 20% Avviamento fase R Guasto “di spalle”
RR=0 RS=0
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 25/86
Guasto franco
5.2 E Monofase R-N 67% --- Avviamento fase R Guasto “di spalle”
RR=0 RS=0
Tabella 12: Elenco dei casi relativi all’apertura unipolare della linea adiacente
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 26/86
Le seguenti prove riguardano la verifica del corretto funzionamento delle funzioni logiche del pannello
di protezione così come specificato in [2] per la “configurazione ridotta”. In particolare saranno prese in
considerazione le seguenti logiche relative a:
3.5.1.2.2 Logica a mutuo consenso (PO) per guasto entro il 1° gradino lungo, con sistema ad eco
Devono essere effettuate le seguenti verifiche:
1. Verifica dei tempi d’intervento e dell’emissione del segnale “CS” per corto-circuito interno alla
linea protetta (impedenza di guasto < 100% dell’impedenza di linea); per effettuare la prova si
alimenta la protezione con grandezze di guasto in 1° gradino e si fornisce il segnale di ricezione
telepilotaggio “CR” verificando lo scatto in tempo base (in assenza dei segnali di anomalia
telepilotaggio e di posizione interruttore aperto “52ca”) e l’emissione del segnale “CS”.
2. Verifica del non intervento in 1° gradino e dell’emissione del segnale “CS” per corto-circuito
esterno alla linea protetta (ZL < Zg < Z1 per Z1 = 1.15 ZL); per effettuare la prova si forniscono alla
protezione un comando di ricezione telepilotaggio “CR” di durata inferiore al tempo di
coordinamento avviamenti Tca e delle grandezze di guasto in 4° gradino e si verifica la mancata
emissione del segnale di telepilotaggio “CS”, fornendo alla protezione un comando “CR” di durata
maggiore di Tca ed un guasto in 4° gradino e si deve verificare la corretta emissione del segnale
Teco.
3. Verifica del non intervento in 1° gradino e della corretta mancata emissione del segnale “CS” per
corto-circuito immediatamente alle spalle della protezione.
4. Verifica dell’intervento in 1° gradino per corto-circuito interno alla linea protetta, ma con corrente di
corto-circuito all’altro estremo tanto piccola da non causare l’avviamento della protezione (estremo
debole), impedenza di guasto < 100% della linea; la prova consiste nell’effettuare un guasto in
primo gradino in assenza del segnale di ricezione telepilotaggio “CR” e si verifica che la protezione
scatti col tempo di sicurezza Ts.
5. Verifica dell’intervento in 1° gradino per corto-circuito interno alla linea protetta ma con interruttore
aperto all’altro estremo, impedenza di guasto < 100% della linea; la prova si effettua fornendo alla
protezione il segnale di posizione interruttore aperto “52ca” e il segnale di ricezione telepilotaggio
“CR” e si deve verificare la trasmissione impulsiva (di durata 200 ms) del Teco.
6. Verifica del comportamento della protezione in presenza del segnale di anomalia telepilotaggio; la
prova si effettua fornendo alla protezione il segnale di anomalia telepilotaggio assieme a delle
grandezze di guasto in 1° gradino e verificando lo scatto nel tempo Ts; inoltre, in presenza del
segnale di anomalia e del segnale di posizione interruttore aperto “52ca,” alla ricezione del segnale
di telepilotaggio “CR” si deve verificare che non venga trasmesso nessun segnale Teco.
B
52
C
A
Rete di Trasmissione C
Linea Corta
Figura 5: Schema unifilare della connessione con Linea Corta nella quale può essere utilizzata la logica BO.
La protezione A (regolata per intervento del 1° gradino ritardato) emette il comando di scatto se non
riceve il segnale CR, che proviene ad es. dalla protezione B quando vede un guasto in avanti.
Devono essere effettuate le seguenti verifiche:
1. Verificare il comportamento delle protezioni A e B per corto-circuito interno al 1° gradino della
protezione B; si devono effettuare le seguenti prove:
• si alimenta la protezione con grandezze di guasto in 1° gradino e nello stesso istante si fornisce
il segnale di telepilotaggio “CR” verificando il non intervento della protezione;
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 28/86
• si alimenta la protezione con grandezze di guasto in 1° gradino e nello stesso istante si fornisce
il segnale di “anomalia telepilotaggio” verificando il non intervento della protezione;
• si alimenta la protezione con grandezze di guasto in 1° gradino e si verifica l’emissione del
segnale di blocco “CS”.
• si alimenta la protezione con grandezze di guasto in 2°, 3° e 4° gradino e si verifica la mancata
emissione del segnale di blocco “CS”.
2. Verifica del comportamento della protezione in A per guasto immediatamente a monte delle
protezioni B e C.
• si alimenta la protezione con grandezze di guasto in 1° gradino e contestualmente non si
forniscono i segnali di telepilotaggio “CR” e di “anomalia telepilotaggio” verificando il corretto
intervento della protezione.
Relé Bistabile
Trit NA NC
Scatto fase R reset
Dalla DZ in prova 50 ms
Trit
Chiusura fase R set
Dal DRA esterno 50 ms Contatti ausiliari
Figura 6: Schema logico del relé bistabile che simula il comportamento dell’interruttore di linea.
8
Il relè bistabile può essere opzionalmente simulato utilizzando le funzioni logiche programmabili della cassetta
prova relè
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 29/86
Se la Figura 6 rappresenta un istante in cui l’interruttore di linea è aperto (posizione RESET), allora il
contatto NC rappresenta lo stato di interruttore aperto, viceversa il contatto NA rappresenta lo stato di
interruttore chiuso.
La prova si effettua rispettando le connessioni indicate in Figura 7 dove l’ingresso del pannello UP/LAT
“blocco GAR” deve essere alimentato dall’uscita “79x” del DRA impostata in modalità CRC. Durante
questa prova:
• deve essere abilitato il 1° gradino allungato con taratura pari al 115% della ZL di linea;
• deve essere disabilitata la funzione SOTF.
La sequenza di prova è la seguente:
1. si alimenta la protezione con delle grandezze di guasto tali per cui ZL < Zg < Z1all; e si verifica
che si verifichi correttamente un ciclo di richiusura rapida con allungamento del 1° gradino;
2. successivamente, dopo l’emissione del comando di richiusura, si alimenta la protezione con le
stesse grandezze di guasto prima dello scadere del tempo di neutralizzazione TN1 verificando
che avvenga uno scatto definitivo in 2° gradino confermando il corretto “non allungamento” del
1° gradino.
La prova va ripetuta per tutti i tipi di guasto con modalità di richiusura rapida uni-tripolare.
Per verificare l’effettivo blocco della funzione GAR con ciclo di richiusura in corso deve essere
effettuata una prova come quella descritta sopra nella quale, durante un guasto monofase, si effettua un
altro guasto monofase ad elevata impedenza, cioè tale da non far intervenire la distanziometrica, ma
sufficiente ad attivare la GAR, verificando il mancato intervento di quest’ultima.
La verifica delle funzioni logiche associate alla protezione di massima corrente di emergenza prevede:
1. il controllo di attivazione automatica della funzione di protezione di emergenza per effetto del
blocco della protezione principale a seguito di anomalia dei circuiti voltmetrici:
• per intervento della supervisione VTS,
• per acquisizione del segnale ATV;
2. il controllo che il suo intervento non attivi un ciclo di richiusura automatica (non devono essere
emessi gli avviamenti oppure può essere utilizzato il blocco della richiusura tramite ATV o VTS);
3. il controllo che il comando di scatto sia sempre tripolare.
Le suddette verifiche vengono effettuate contemporaneamente alle prove descritte in 3.5.5.1.2 e
3.5.5.1.3.
3.5.5.1 Diagnostica
3.5.5.1.1 Autodiagnosi
La prova prevede la verifica in particolare dell’emissione della segnalazione di anomalia protezione e
blocco del pannello:
1. per anomalia interna all’alimentatore (se è previsto che l’alimentatore generi tensioni a diversi
livelli, devono essere sorvegliate tutte le tensioni in uscita dall’alimentatore);
2. per incongruenze del sistema di calcolo;
3. per anomalia circuiti di comando;
4. per anomalia dei circuiti di misura interni.
Si deve verificare che i dati relativi ad ogni serie di eventi di uno stallo AT siano intestati con le seguenti
notizie:
• identificazione della Cabina Primaria,
• identificazione della linea,
• data di inizio della serie di eventi,
• data di fine della serie di eventi.
La verifica del corretto funzionamento del Registratore cronologico di eventi prevede di:
1. effettuare in successione delle variazioni di stato sugli ingressi digitali per tempi definiti e di
verificare che RCE li registri correttamente insieme alle variazioni di stato delle uscite associate,
nella precisa sequenza cronologica.
2. effettuare dei guasti in tutti i gradini con delle variazioni di stato sugli ingressi digitali che
influenzano il comportamento della protezione (ad es. SOTF, Allungamento 1°gr., ecc…) e di
verificare che RCE registri correttamente gli eventi nella precisa sequenza cronologica
Durante questa prova devono essere abilitate tutte le funzioni del pannello.
La verifica del corretto funzionamento dell’oscilloperturbografo prevede di riprodurre dei guasti in tutti i
gradini con segnali predefiniti e di effettuare delle registrazioni per ciascuno di essi verificando che ogni
registrazione sia coerente con le grandezze con le quali si è alimentata la protezione.
Durante questa prova devono essere abilitate tutte le funzioni del pannello.
La verifica del corretto funzionamento del localizzatore di guasto prevede di riprodurre dei guasti con un
valore di reattanza determinato e proporzionale al valore chilometrico (Ω/km) impostato sulla protezione
e di verificare, per ciascun tipo di guasto (monofase, bifase isolato, bifase a terra trifase), che la distanza
misurata sia corretta.
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Ultima
Nome e modello Matricola Nota
Calibrazione
Multimetro digitale Strumento di riferimento per la misura di
XXXXX XX/XX/20XX tensione
Fluke 45
Strumento di riferimento per la
Oscilloscopio digitale 4 tracce
XXXXX XX/XX/20XX rivelazione di intervento e la misura dei
Tektronix TDS 3014B
tempi per prove statiche e in transitorio
Strumento di riferimento per la misura
Current Probe Tektronix A6303 XXXXX delle correnti per prove statiche e in
XX/XX/20XX transitorio
Current Probe amplifier
XXXXX
Tektronix AM503
Le uscite di 3 sonde collegate in serie
Sonda differenziale di tensione
XXXXX XX/XX/20XX consentono la misura della tensione
Le_Croy
omopolare.
Raddrizzatore Teletecnica 2 Alimentatore CC per la tensione
XXXXX XX/XX/20XX ausiliaria.
rami AL1279
Generatore dei segnali di tensione e
Simulatore portatile
XXXXX XX/XX/20XX corrente impiegato per le prove statiche e
ISA DRTS6
in transitorio
Dispositivo di richiusura automatica
DV945A2 consorzio XXXXX XX/XX/20XX esterno.
Protezione Distanziometrica in prova.
Protecta DTVA simple XXXXX XX/XX/20XX
Tabella 13: Esempio di strumentazione impiegata per le prove funzionali di un apparato di protezione
del tipo UP/LAT in “configurazione ridotta”.
Tutte le apparecchiature devono essere collegate a terra per la sicurezza dell’operatore che
effettua le prove.
Figura 7: Schema di connessione del pannello UP/LAT in “configurazione ridotta” per le prove funzionali
(pagina seguente).
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Segnali digitali
GENERATORE DI SEGNALI
(Cassetta prova relè) +/-110
3×Io Linea
Tensioni di Fase Correnti di Linea Parallela
-110
Blocco GAR
ATV
V4 V8 V12 Vo I4 I8 I12 Iom
CR / Blocco 1° gradino
Anomalia TLP
-110
79x (su CRC)
Allung. 1° gradino
52ca
+110
PANNELLO UP/LAT DV7036 A0
A4
A8
DRA DV945A2
A12
SG
FT 2° GR
FT 3° GR
FT 4° GR
+110
4 (comando apertura)
8 (comando apertura)
12 (comando apertura)
+ +
Vaus. 110 V
Avv. OP
Avv. generale
Scatto tripolare
Anom. Pannello
VTS
CS / avv. Direz.
Vaus. 110 V
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• Cassetta
prova relé
V I Io Out Digitali
Pinze
Sonde di Corrente
Amper. +
• Amplificatore
Sonde di Tensione
•
V I Io In Digitali
•
UP/LAT I/O Digitali DRA
Out Digitali
Oscilloscopio
digitale
Figura 8: Schema unifilare generale delle connessioni con gli strumenti di misura e delle connessioni di
sicurezza.
- Si imposta sulla protezione una taratura (consigliata dal protocollo di prova o “di buon senso”)
della soglia o funzione da provare con un valore all’interno dei campi consentiti;
- Si effettua la prova controllando manualmente le tensioni e/o le correnti che alimentano la
protezione a partire da una condizione di rete sana con o senza carico;
- Si verifica il comportamento della protezione in termini di tempo di intervento, precisione della
soglia, valore dell’impedenza misurata, ecc...
L’unico vincolo da rispettare è relativo all’istante di inizio dei guasti che, per le prove statiche, deve
essere tale da evitare il più possibile le componenti unidirezionali delle correnti, ossia devono essere
riprodotte solo delle condizioni di guasto tali per cui le correnti siano sinusoidali con fattori di forma
1,11 già a partire dall’inizio del guasto, rispettando il più possibile il fenomeno fisico reale.
4 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Il presente lavoro ha lo scopo di tracciare una prima linea guida nell’attività di verifica funzionale delle
protezioni distanziometriche di linea, indispensabile sia per la fase di Accettazione degli apparati di
protezione sia per il mantenimento di un elevato indice di affidabilità del sistema, che ad oggi è perlopiù
attuata attraverso le tradizionali verifiche “statiche”, attraverso l’introduzione di prove “in transitorio”.
Le prove “in transitorio” sono state progettate con l’ausilio di software di simulazione dei transitori di
rete e devono essere effettuate mediante l’utilizzo di simulatori di rete portatili.
I transitori considerati e simulati rappresentano una significativa casistica dei possibili disturbi
“elettromagnetici” ed “elettromeccanici”dovuti a guasti e/o manovre e quindi una significativa casistica
dei segnali forniti ad un pannello UP/LAT installato sulle linee AT di ENEL Distribuzione in tali
condizioni transitorie. L’insieme dei casi transitori di riferimento costituisce un primo, ma ben nutrito,
“test case” per il quale è stato codificato il corretto comportamento della protezione nell’ambito
dell’attività di assistenza alle prove della protezione distanziometrica PROTECTA DTVA Simple.
Infine, ma non meno importante, si è resa necessaria la redazione di procedure di prova che descrivono
sia le modalità operative con cui realizzare la prova stessa (metodi e strumenti del banco di prova) sia i
risultati attesi della protezione.
Il beneficio ottenibile con l’adozione di tali procedure, oltre che funzionale all’affidabilità del sistema di
protezione, è propedeutico all’automazione delle prove con delle ricadute non trascurabili sui tempi di
esecuzione delle prove stesse.
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 38/86
La verifica funzionale degli apparati di protezione distanziometrica viene effettuata alimentando dei
segnali fisici di tensione e corrente in ingresso al dispositivo stesso, tramite opportuno generatore di
segnali. Pertanto il modello matematico del sistema elettrico deve poter riprodurre le forme d'onda di
tensione e corrente nei punti della rete nei quali possono essere installate le protezioni distanziometriche.
I fenomeni di interesse per questo tipo di protezioni sono molteplici e, nel corso di queste prove,
occorrerà di volta in volta riferirsi ai segnali fisici delle grandezze elettriche di interesse nei diversi punti
della rete a seconda della prova che si desidera effettuare.
Lo scopo del modello è di riprodurre le forme d'onda transitorie che risultano in conseguenza a fenomeni
di rete di tipo diverso e che costituiscono, dal punto di vista della protezione distanziometrica, delle
perturbazioni significative ai fini della verifica del corretto funzionamento delle funzioni logiche e di
protezione e della loro rispondenza ai requisiti di [1] e [2].
Il modello matematico della rete è stato realizzato mediante il programma di calcolo ATP (Alternative
Transient Program), adatto alla simulazione dei transitori elettromagnetici dei sistemi elettrici di
potenza.
Il modello è costruito su una rete di distribuzione AT a 132 kV tipica, ottenuta rappresentando:
- in modo dettagliato una porzione di rete AT costituita da una maglia connessa ad un estremo
alla rete AAT a 400 kV tramite un autotrasformatore afferente ad un nodo prevalente di rete a
400 kV e all’altro estremo ad un opportuno nodo equivalente a 132 kV che rappresenta il resto
della rete AT di distribuzione.
- i trasduttori di misura che alimentano le protezioni (TV capacitivi e TA induttivi sulle linee
AT);
- in modo meno dettagliato, ma adeguato per gli scopi dello studio, una singola Cabina Primaria
con relativi componenti di potenza (trasformatori AT/MT, interruttori, complesso di messa a
terra del neutro, banchi di rifasamento, ecc.) e le linee MT ad essa afferenti cui sono connessi i
trasformatori MT/BT delle Cabine Secondarie.
In un secondo scenario si è scelto di rappresentare il nodo della rete AT connesso al nodo prevalente di
rete a 400 kV mediante una sbarra alimentata soltanto da un gruppo di generazione locale di media
taglia (della potenza nominale di 160 MVA) con lo scopo di realizzare i transitori caratterizzati dalla
presenza di oscillazioni elettromeccaniche conseguenti all’eliminazione di guasti sulla rete AT.
Nel paragrafo 5.2 vengono descritti in maniera dettagliata i componenti utilizzati nel modello di rete; nei
successivi capitoli vengono invece presentati i casi transitori considerati ed i risultati ottenuti dalle
simulazioni. Tali risultati (files in formato COMTRADE) costituiscono l’insieme dei casi di riferimento
utilizzati per le prove in transitorio sul dispositivo di protezione distanziometrica in prova.
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 39/86
In Figura 4 sono riportati i differenti elementi della rete di riferimento considerata con un dettaglio sulla
porzione di rete AT di distribuzione a 132 kV sulle cui linee elettriche sono installate le protezioni
distanziometriche. In particolare sono messi in evidenza tutti i punti di misura agli estremi delle linee
che possono interessare le protezioni in prova. Sono inoltre indicate schematicamente le connessioni ai
differenti livelli di tensione sopra descritti ed il punto di allacciamento della Cabina Primaria (CP).
La Figura 9 dettaglia ciascun componente della rete di alta tensione e di media tensione (la Cabina
Primaria rappresentata nel dettaglio) secondo la rappresentazione grafica del programma Atpdraw. Nella
stessa figura si è scelto di riportare il generatore di media taglia connesso alla sbarra NORD400 che
viene utilizzato per rappresentare l’equivalente dinamico della rete in alcune simulazioni.
I dati di dettaglio e le principali ipotesi modellistiche sono illustrate nei successivi paragrafi.
Eq. 400 kV
Disturbo
armonico
Cavo MT1
5 km Rifasamento
Cabina Primaria
132 kV
Sbarra
Rossa Cavo MT3
A B
10 km 5 km
U
C D K BT380
Sbarra
Verde Cavo MT1
Cavo MT2
Rifasamento
Cavo MT3
Figura 9: Schema del circuito di rete utilizzato per le prove complementari secondo la rappresentazione
grafica del programma Atpdraw.
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 40/86
Linea AB e CD Linea EF
Lunghezza [km] 15 5
Resistenza diretta [Ω] 1.059 0.284
Reattanza diretta [Ω] 5.855 1.927
Capacità diretta [μF] 0.142 0.0475
Resistenza omopolare [Ω] 4.632 1.489
Reattanza omopolare [Ω] 18.91 6.376
Capacità omopolare [μF] 0.0774 0.0306
Tabella 16 : Dati relativi alle linee a 132 kV
Linee in cavo
Resistenza [Ω/km] 0.12
Reattanza [Ω/km] 0.12
Capacità [μF/km] 0.40
Tabella 20 : Dati relativi alle linee MT
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 43/86
Per ciascuna linea è stato modellizzato in maniera semplificata un carico di potenza circa 5 MW, con
fattore di potenza pari a 0.9.
5.2.4 TV capacitivi
I TV capacitivi sono stati rappresentati in dettaglio modellizzando il partitore capacitivo, l’induttanza di
risonanza e il TV induttivo (trasformatore MT/BT). Con riferimento allo schema semplificato di
Figura 10Errore. L'origine riferimento non è stata trovata., sono stati utilizzati i seguenti dati :
132 kV
C1
LMT
LBT
C2
k
5.2.5 TA di linea
I TA di linea sono stati rappresentati in dettaglio modellizzando i trasformatori di corrente con le
caratteristiche di magnetizzazione. Con riferimento allo schema semplificato di Figura 11, sono stati
utilizzati i seguenti dati :
Prestazione [VA] 30
Classe 5P30
Rapporto di trasformazione k 800/5
Resistenza secondaria [Ω] 0.2
Reattanza secondaria [Ω] trascurabile
Tabella 23 : Dati relativi ai TA di linea
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 44/86
9
Per manovra si intende una modifica della topologia della rete
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Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 47/86
Tabella 26 : limiti delle tensioni armoniche singole sulla rete AT (tratto da [4]).
Nell’ipotesi di rappresentare una condizione particolarmente critica dal punto di vista delle tensioni
armoniche presenti sulla sbarra AT che alimenta la Cabina Primaria, si è riprodotta una situazione che su
tale sbarra corrisponda all’incirca ai valori della suddetta tabella nell’ipotesi che siano presenti le sole
armoniche di tensione dispari fino alla 11a tranne le multiple di tre e che le sole armoniche di ordine pari
presenti siano la 2a e la 4a ciascuna con un contributo inferiore all’1%. Nel modello queste tensioni
armoniche sono state ottenute iniettando, sul nodo MT (Sbarra Rossa della CP), delle correnti armoniche
di valore opportuno (calcolato in base ad una misura di impedenza equivalente vista dal nodo stesso).
Questo approccio rappresenta ovviamente una semplificazione e risulta applicabile al solo fine di
riprodurre una condizione armonica su un nodo specifico della rete; tuttavia risulta significativo per gli
scopi del modello in questione. Anche per questa problematica, il modello non intende effettuare una
analisi completa dell’effetto delle armoniche sul dispositivo, ma rappresentare una condizione di rete
particolarmente critica per evidenziare possibili disturbi sulla funzionalità della protezione
distanziometrica11. Il fattore di distorsione armonica totale THD ottenuto (quando presente) sulle
tensioni AT nel modello in condizioni di regime, è di poco superiore al 3%.
10
I livelli di pianificazione sono usati nella fase di planning per valutare l’impatto del sistema di alimentazione
sugli utenti in termini di armoniche. Questi livelli sono specificati dai gestori della rete e sono quindi da
considerarsi come obiettivi propri dei gestori stessi. Inoltre si tratta di valori puramente indicativi poiché
dipendono dai diversi gestori e possono variare a seconda della struttura della rete e delle diverse circostanze. I
livelli di pianificazione sono numericamente uguali o inferiori ai livelli di compatibilità.
11
La contemporanea presenza di molte delle armoniche a un valore vicino o addirittura superiore al limite
consentito dalla normativa porta ovviamente ad un valore relativamente elevato (> 3%) per il parametro globale
THD; la situazione rappresentata può quindi considerarsi come conservativa ai fini della verifica della stabilità
(security) del dispositivo di protezione.
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RS
RR RT
RN
Figura 12: Schema multifilare del modello utilizzato per rappresentare le resistenze di guasto.
Le ultime due colonne di ciascuna tabella riportano rispettivamente i nomi delle grandezze Tensioni e
Correnti così come sono denominate nel file COMTRADE di pertinenza da utilizzare per la prova in
oggetto.
Denominazione
n° COMTRADE
Tipo di perturbazione Tipo di guasto Zx [%] DZ Figure Tensioni Correnti
Denominazione
n° COMTRADE
Tipo di perturbazione Tipo di guasto Zx [%] DZ Figure Tensioni Correnti
5.4.3 Casi con guasti misti all’interno e all’esterno della linea protetta
ZxAB [%]
Denominazione
n° COMTRADE
Tipo di perturbazione Tipo di guasto ZxCD [%] DZ Figure Tensioni Correnti
ZxEF [%]
Doppio 67% Figura 56 TVOV1A TAO5AAX0091A
Guasti franchi TVOV1B TAO5ABX0091B
3.1 CasoF031 monofase a terra --- A Figura 57
RR=0 RS=0 TVOV1C TAO5ACX0091C
R-N e S-N 20%
Doppio 67% Figura 58 TVOV1A TAO5AAX0091A
Guasti franchi TVOV1B TAO5ABX0091B
3.2 CasoF032 monofase a terra --- A Figura 59
RR=0 RS=0 TVOV1C TAO5ACX0091C
R-N e S-N 20%
Doppio 7% Figura 60 TVOV1A TAO5AAX0090A
Guasti franchi TVOV1B TAO5ABX0090B
3.3 CasoF033 monofase a terra 7% A Figura 61
RR=0 RS=0 TVOV1C TAO5ACX0090C
R-N e S-N --- Figura 62
Guasti franchi Doppio 93% Figura 63 TVES1A X0066ATAE5AA
3.4 CasoF034 RR=0 RS=0 monofase a terra 93% B Figura 64 TVES1B X0066BTAE5AB
R-N e S-N --- Figura 65 TVES1C X0066CTAE5AC
Doppio 67% Figura 66 TVES1A X0066ATAE5AA
Guasti franchi TVES1B X0066BTAE5AB
3.5 CasoF035 monofase a terra 67% B Figura 67
RR=0 RS=0 TVES1C X0066CTAE5AC
R-N e S-N ---
Doppio 53% Figura 68 TVES1A X0066ATAE5AA
Guasti franchi TVES1B X0066BTAE5AB
3.6 CasoF036 monofase a terra 53% B Figura 69
RR=0 RS=0 TVES1C X0066CTAE5AC
R-N e S-N ---
Tabella 29 – Casi con guasti misti all’intero e all’esterno della linea protetta
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 50/86
Sbarra
Denominazione
n° COMTRADE
Tipo di perturbazione Tipo di guasto di DZ Figure Tensioni Correnti
guasto
Oscillazione Figura 70 TVNO1A X0080ATAN5AA
Trifase a terra TVNO1B X0080BTAN5AB
4.1 CasoF041 elettromeccanica NORD4 F Figura 71
R-S-T-N TVNO1C X0080CTAN5AC
stabile
Oscillazione Figura 74 TVNO1A X0080ATAN5AA
Trifase a terra TVNO1B X0080BTAN5AB
4.2 CasoF042 elettromeccanica NORD1 F Figura 75
R-S-T-N TVNO1C X0080CTAN5AC
stabile
Oscillazione Figura 78 TVNO1A X0080ATAN5AA
Trifase a terra TVNO1B X0080BTAN5AB
4.3 CasoF043 elettromeccanica NORD1 F Figura 79
R-S-T-N TVNO1C X0080CTAN5AC
instabile
Tabella 30 – Casi con oscillazioni elettromeccaniche
NOTA: per queste prove è necessario abilitare il 1°GR allungato della protezione F con le seguenti tarature (calcolate per 1 A):
X1 = 5.5 Ω; R1 = 27.0 Ω; T1all = 100.0 ms; Angolo direzionale rispetto all’asse reale > 27°.
In riferimento ai casi elencati nelle tabelle del paragrafo 5.4, sono nel seguito riportate una serie di
figure relative ai risultati delle simulazioni.
Tali figure sono prevalentemente relative agli andamenti delle tensioni secondarie dei TV (KTV =
132000/100) e alle correnti secondarie dei TA (KTA = 800/5). Laddove disponibili verranno illustrate le
correnti residue (3×Io) della terna parallela, calcolate come somma delle correnti di linea secondarie in
uscita al modello del TA e con la stessa convenzione dei versi delle correnti nell’ipotesi di connessione
“lato linea” del centro stella.
Nei casi relativi alle oscillazioni elettromeccaniche vengono riportati gli andamenti nel tempo della
Potenza Attiva e della Potenza Reattiva
Questi valori sono stati calcolati attraverso la trasformazione di Park ad assi rotanti delle tensioni e delle
correnti ipotizzando una frequenza costante pari alla frequenza della componente fondamentale (a
50 Hz) 12.
Alcuni commenti sono infine fatti a margine delle figure a scopo di chiarimento.
12
La frequenza di rete rimane, nominalmente, al valore di 50 Hz, "imposto" dai generatori equivalenti ideali a
monte del punto di misura delle potenze.
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 51/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof011.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
80
[A]
60
40
20
-20
-40
-60
-80
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof011.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
La Figura 15 mostra un ingrandimento dell’andamento delle correnti di linea al secondario dei TA con
evidenti segni di saturazione sulle fasi guaste a partire dal secondo periodo dopo l’inizio del guasto.
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 52/86
80
[A]
60
40
20
-20
-40
-60
-80
200 230 260 290 320 [ks] 350
(file casof011.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof012.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
80
[A]
60
40
20
-20
-40
-60
-80
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof012.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
12
[A]
8
-4
-8
-12
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof012.cfg; x-var t) c:TACS IOMO3C I-branch
Figura 18: CasoF012 – Corrente residua 3Io secondaria della terna parallela
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 54/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof013.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
50
[A]
30
10
-10
-30
-50
-70
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof013.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof014.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
120
[A]
80
40
-40
-80
-120
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof014.cfg; x-var t) c:X0065A TAE5AA I-branch c:X0065B TAE5AB I-branch c:X0065C TAE5AC I-branch
La Figura 22 mostra un andamento delle correnti di linea al secondario dei TA caratterizzato dalla
saturazione di una sola delle fasi guaste (curva rossa) già a partire dal primo periodo dopo l’inizio del
guasto.
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 56/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof015.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
160
[A]
120
80
40
-40
-80
-120
-160
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof015.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0088A I-branch c:TAO5AB X0088B I-branch c:TAO5AC X0088C I-branch
La Figura 24 mostra un andamento delle correnti di linea al secondario dei TA caratterizzato dalla forte
saturazione di due delle fasi guaste (curva rossa e curva verde) a partire dal primo periodo dopo l’inizio
del guasto e per circa 200 ms. Questi andamenti, uniti al ridotto valore delle tensioni di fase (vedi Figura
23) che possono comportare il ricorso all’utilizzo della memoria di tensione, possono essere
particolarmente critici per ciò che riguarda il riconoscimento della direzione del guasto.
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 57/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof016.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
120
[A]
60
-60
-120
-180
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof016.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
10,0
[A]
7,5
5,0
2,5
0,0
-2,5
-5,0
-7,5
-10,0
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof016.cfg; x-var t) c:TACS IOMO3C I-branch
Figura 27: CasoF016 – Corrente residua 3Io secondaria della terna parallela
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 58/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof017.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
80
[A]
40
-40
-80
-120
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof017.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
18
[A]
12
-6
-12
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof017.cfg; x-var t) c:TACS IOMO3D I-branch
Figura 30: CasoF017 – Corrente residua 3Io secondaria della terna parallela
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 59/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof018.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
20
[A]
15
10
-5
-10
-15
-20
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof018.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
52
14
-24
-62
-100
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof019.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
25
[A]
15
-5
-15
-25
-35
0 100 200 300 400 500 [ks] 600
(file casof019.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof021.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
150
[A]
100
50
-50
-100
-150
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof021.cfg; x-var t) c:X0079A TAN5AA I-branch c:X0079B TAN5AB I-branch c:X0079C TAN5AC I-branch
La Figura 37 mostra un ingrandimento dell’andamento delle correnti di linea al secondario dei TA con
evidenti segni di saturazione sulle fasi guaste a partire già dal primo periodo dopo l’inizio del guasto e
per circa 200 ms.
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 62/86
150
[A]
100
50
-50
-100
-150
200 230 260 290 320 [ks] 350
(file casof021.cfg; x-var t) c:X0079A TAN5AA I-branch c:X0079B TAN5AB I-branch c:X0079C TAN5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof022.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
70,0
[A]
52,5
35,0
17,5
0,0
-17,5
-35,0
-52,5
-70,0
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof022.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof023.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
40
[A]
20
-20
-40
-60
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof023.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof024.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
50
[A]
30
10
-10
-30
-50
-70
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof024.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0089A I-branch c:TAO5AB X0089B I-branch c:TAO5AC X0089C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof025.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
50,0
[A]
37,5
25,0
12,5
0,0
-12,5
-25,0
-37,5
-50,0
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof025.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0088A I-branch c:TAO5AB X0088B I-branch c:TAO5AC X0088C I-branch
50,0
[A]
37,5
25,0
12,5
0,0
-12,5
-25,0
-37,5
-50,0
200 230 260 290 320 [ks] 350
(file casof025.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0088A I-branch c:TAO5AB X0088B I-branch c:TAO5AC X0088C I-branch
La Figura 46 mostra un andamento delle correnti di linea al secondario dei TA caratterizzato dalla
saturazione di due delle fasi guaste (curva rossa e curva verde) a partire dal terzo periodo dopo l’inizio
del guasto e per circa 80 ms. Questi andamenti, uniti al ridotto valore delle tensioni di fase (vedi Figura
44) che possono comportare il ricorso all’utilizzo della memoria di tensione, possono essere
particolarmente critici sia per ciò che riguarda il riconoscimento della direzione del guasto sia per il
riconoscimento delle fasi affette dal guasto.
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof026.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
60
[A]
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof026.cfg; x-var t) c:X0079A TAN5AA I-branch c:X0079B TAN5AB I-branch c:X0079C TAN5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof027.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
20
[A]
10
-10
-20
-30
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof027.cfg; x-var t) c:X0080A TAN5AA I-branch c:X0080B TAN5AB I-branch c:X0080C TAN5AC I-branch
20
[A]
10
-10
-20
-30
200 250 300 350 400 450 [ks] 500
(file casof027.cfg; x-var t) c:X0080A TAN5AA I-branch c:X0080B TAN5AB I-branch c:X0080C TAN5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof028.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
60
[A]
40
20
-20
-40
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof028.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof029.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
30
[A]
20
10
-10
-20
-30
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof029.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
5.5.3 Casi con guasti misti all’interno e all’esterno della linea protetta – Figure
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof031.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
80
[A]
60
40
20
-20
-40
-60
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof031.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof032.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
70,0
[A]
52,5
35,0
17,5
0,0
-17,5
-35,0
-52,5
-70,0
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof032.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof033.cfg; x-var t) v:TVOV1A V-node v:TVOV1B V-node v:TVOV1C V-node
200
[A]
150
100
50
-50
-100
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof033.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
200
[A]
150
100
50
-50
-100
200 240 280 320 360 [ks] 400
(file casof033.cfg; x-var t) c:TAO5AA X0090A I-branch c:TAO5AB X0090B I-branch c:TAO5AC X0090C I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof034.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
200
[A]
150
100
50
-50
-100
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof034.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
200
[A]
150
100
50
-50
-100
200 240 280 320 360 [ks] 400
(file casof034.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof035.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
40
[A]
30
20
10
-10
-20
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof035.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof036.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
30
[A]
20
10
-10
-20
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof036.cfg; x-var t) c:X0066A TAE5AA I-branch c:X0066B TAE5AB I-branch c:X0066C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF041.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
50,0
[A]
37,5
25,0
12,5
0,0
-12,5
-25,0
-37,5
-50,0
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF041.cfg; x-var t) c:X0080A TAN5AA I-branch c:X0080B TAN5AB I-branch c:X0080C TAN5AC I-branch
300
250
200
150
100
50
-50
-100
0 1 2 3 4 [s] 5
41.cfg; x-var t) m:PNORD
(file CASOF046B.pl4;
Figura 72: CasoF041 – Potenza attiva calcolata nel punto di installazione della protezione F
50
-50
-100
-150
-200
-250
0 1 2 3 4 [s] 5
41.cfg; x-var t) m:QNORD
(file CASOF046B.pl4;
Figura 73: CasoF041 – Potenza reattiva calcolata nel punto di installazione della protezione F
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 79/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF042.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
70,0
[A]
52,5
35,0
17,5
0,0
-17,5
-35,0
-52,5
-70,0
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF042.cfg; x-var t) c:X0080A TAN5AA I-branch c:X0080B TAN5AB I-branch c:X0080C TAN5AC I-branch
300
250
200
150
100
50
-50
0 1 2 3 4 [s] 5
42.cfg; x-var t) m:PNORD
(file CASOF044B.pl4;
Figura 76: CasoF042 – Potenza attiva calcolata nel punto di installazione della protezione F
50
-50
-100
-150
-200
0 1 2 3 4 [s] 5
42.cfg; x-var t) m:QNORD
(file CASOF044B.pl4;
Figura 77: CasoF042 – Potenza attiva calcolata nel punto di installazione della protezione F
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 81/86
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF043.cfg; x-var t) v:TVNO1A V-node v:TVNO1B V-node v:TVNO1C V-node
80
[A]
60
40
20
-20
-40
-60
-80
0 1 2 3 4 [Ms] 5
(file CASOF043.cfg; x-var t) c:X0080A TAN5AA I-branch c:X0080B TAN5AB I-branch c:X0080C TAN5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof051.cfg; x-var t) v:TVES1A V-node v:TVES1B V-node v:TVES1C V-node
60
[A]
45
30
15
-15
-30
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof051.cfg; x-var t) c:X0065A TAE5AA I-branch c:X0065B TAE5AB I-branch c:X0065C TAE5AC I-branch
90
[V]
60
30
-30
-60
-90
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof052.cfg; x-var t) v:TVES3A V-node v:TVES3B V-node v:TVES3C V-node
90
[A]
70
50
30
10
-10
-30
-50
0,0 0,2 0,4 0,6 0,8 [Ms] 1,0
(file casof052.cfg; x-var t) c:X0075A TAE5IA I-branch c:X0075B TAE5IB I-branch c:X0075C TAE5IC I-branch
90
[A]
70
50
30
10
-10
-30
-50
200 220 240 260 280 [ks] 300
(file casof052.cfg; x-var t) c:X0075A TAE5IA I-branch c:X0075B TAE5IB I-branch c:X0075C TAE5IC I-branch
Denominazione
n° COMTRADE
n° di tensioni n° di correnti Durata [ms] Dimensioni [Kb] Nome completo files
2.018 Kb CasoF011.cfg
1.1 CasoF011 6 6 600
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1.3 CasoF013 6 6 600
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1.718.388 Kb CasoF029.dat
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1.718.388 Kb CasoF031.dat
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3.2 CasoF032 6 6 1000
1.718.388 Kb CasoF032.dat
CESI A6018300
Rapporto SEL Sistemi Elettrici Approvato Pag. 85/86
Denominazione
n° COMTRADE
n° di tensioni n° di correnti Durata [ms] Dimensioni [Kb] Nome completo files
2.018 Kb CasoF033.cfg
3.3 CasoF033 6 6 1000
1.718.388 Kb CasoF033.dat
2.018 Kb CasoF034.cfg
3.4 CasoF034 6 6 1000
1.718.388 Kb CasoF034.dat
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3.5 CasoF035 6 6 1000
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3.6 CasoF036 6 6 1000
1.718.388 Kb CasoF036.dat
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4.2 CasoF042 6 6 5000
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5.2 CasoF052 3 3 1000
736.452 Kb CasoF051.dat
BIBLIOGRAFIA
[1] European EMTP-ATP Users Group Association : “EMTP Theory Book” – EEUG
Programs/Documents Distribution 2003 – November 2003 – http://www.eeug.org
[2] European EMTP-ATP Users Group Association : “ATPDraw Users manual version 3.5” – EEUG
Programs/Documents Distribution 2003 – November 2003 – http://www.eeug.org
[4] IEC 1000-3-6 – Electromagnetic Compatibility (EMC) – Part 3: Limits – Section 6: Assessment of
emission limits for distorting loads in MV and HV power systems – Basic EMC publication. – First
Edition 1996-10