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EFEMERIDI LETTERARIE
D I R O M A

T O M O II N D E C I M O

C ON TE NE NTE LE OPERE E NUNCIATE

N E I L' A NN o MDCCLXXX II.

I N R o M A
NELLA LIBRERIA ALL'INSEGNA D'OMERO AL CORSO.
--
CON LICEAVZA DE” SUPERIORI,
f - - * t ; * --

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& 1 M P R I M A T V R,
Si videbitur Reverendiffimo- Patri Magiftro Sacri
Palatii Apoftolici.
F. A. Epi/copus Momtjs Altj , ac Vice/gerems .
A&^ &^&^ v4»«&*» •*»«*»**»**»**»**»«*»«*»«*»**»«*»

1 M P R 1 M A T y R, -

Fr. Th. Maria Mamachius ordinis Praedicatorum Sa


cri Palatii Apoftolici Magifter ,

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Li s. Gennaro

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R o M A . , educazione de' ſuoi figli sì dà S. E.


il Sig. Principe Borgheſe, alla di cui
Elementi grammaticali della lingua caſa egli profeſſa non piccole obbli
latina ad uſo de' Signori Don Ca gazioni. Il ſuo principale ſcopo ſi è
millo, e Don Franceſco Borgheſe, fi di agevolare l'acquiſto della lingua
gliuoli dell'Eccho Sig. Principe di Sul latina, che ſuol riuſcire, ſoprattutto
mona & c. AVella ſtamperia di Paolo ai ſignori, così ſeccante, e di diſpor
Giunchi 178 I. in 8. ne ſi fattamente i grammaticali eſer
cizj, che la ſcuola di queſta lingua
Non ſi troverà male, che " divenga, ſe fia poſſibile, un vero lu
mo principio al nuovo anno lettera dus letterarius , come i latini la
rio coll'annuncio di una grammatica chiamavano , per i principianti . A
latina, principio e fondamento di tut queſto ſcopo collima parimenti la bre
te le ſcienze, almeno ſecondo il co ve, ma ſugoſa e giudizioſa direzione
mun metodo de' noſtri ſtudi . Ma , ai maeſtri di queſta lingua, ch'egli
mettendo a parte ogni celia , egli è premette ai ſuoi rudimenti gramma
certo che una grammatica ben fatta ticali, e nella quale loro inſinua deſtra
non può eſſere che il lavoro di una mente, come debban contenerſi nella
buona teſta metafiſica, la quale ben ſcelta, e nel modo degli eſercizi gram
conoſca la generazione delle noſtre o maticali,ſicchè rieſcan queſti intereſſan
idee , per potervi ſopra appoggiare ti e piacevoli a fanciulli, e ne ritraggan
un buon ſiſtema di lingua. L' Auto eſſi tutto il profitto, non ſolo riguar
re di quelle che ora annunciamo è un do alla cognizione della lingua che
diſtinto letterato di queſta dominante imparano, ma ſibbene riguardo a quel
conoſciuto dalla repubblica letteraria la tanto più importante della religio
per altre ſue produzioni di maggior ne, che loro deeſi far conoſcere ed
importanza, delle quali ebbimo il pia amare ſin dai più teneri anni, e re
cere di riferirne una aſſai pregevole, lativamente allo ſviluppo della loro
e meritamente applaudita nell'anno ragione , e alla formazione de loro
ſcorſo. Egli ha intrapreſo queſto gram cuori. Deeſi ſaper buon grado all'A.
maticale lavoro principalmente per ſe perchè per iſcemare o togliere il te
condare la nobil premura, che per l' dio de primi ſtudi de fanciulli, egli
abbia
2 /

abbia eſaurita una sì tedioſa fatica - loro diſgrazia ſi accanì loro contro
qual'è quella del lavoro di una gram un troppo riſpettabile e fiero nemico,
matica, e che per aggiunta alla der il gran Marcheſe Maffei , il quale ,
rata non vien poi quaſi mai, quan nella ſua opera poſtuma dell'arte cri
to merita, valutata. Ma penſerà co tico - lapidaria non ſolo moſtrò di
sì chi vuole , che noi la crederem dubitare della ſincerità di molte di
ſempre degna di molta lode, e direm queſte lapidi, ma ſpacciatamente di
ſempre, che ſe chiaronne moltiſſime ſuppoſitizie , e
In tenui labor, at tenuis non falſe . Il Sig. Pier Lorenzo del Signo
gloria. re autore della bella , ed erudita .
- r º
opera che annunciamo , ſcende ora
F. I R E N Z E . dunque nello ſteccato per difendere
la genuinità degli oltraggiati marmi
1 marmi Riccardiani difeſi dalle , Riccardiani. Nulla certamente potreb
cenſure del Marcheſe Scipione Maf be derogare alla grande, e meritata
fei , AVella ſtamperia di Franceſco fama del Sig. Marcheſe Maffei, il dir
Moucke 178 I. in 4. Si vende da Gre francamente che egli aliquid humani
gorio Settari al corſo all'inſegna di paſſus eſt nella cenſura di queſti mar
Omero. mi. Tale però è la modeſtia del Sig.
Pier Lorenzo del Signore , che egli
Le antiche iſcrizioni che adornano ſi nudia nell' introduzione dell'ope
il cortile del palazzo dei Signori Mar ra, non ſolo di ſcuſare il Sig. Mar
cheſi Riccardi a Firenze, ſono ſtate cheſe dagli abbagli preſi, facendo ve
ſempre tenute in grandiſſimo conto dere quanto ſia facile il prenderne in
dai più ſolenni maeſtri dell'arte anti ſiffatte materie , e quanti e quanto
quaria , e il Gori nella celebre ſua . groſſolani ne abbiano preſi gli uomi
collezione delle iſcrizioni antiche To ni di prima sfera, ma s'ingegna per
ſcane accordò loro il primo luogo do ſino di perſuader ſe , e noi che le e
po quelle della Real Gallerìa. Furo ſuddette cenſure non ſono forſe del
no deſſe raccolte con immenſa ſpe Maffei, benchè vadano ſotto ſuo no
ſa, ſono già due ſecoli, dall'erudi me. Diffatti l'arte critico - lapidaria
to Romolo Riccardo Riccardi, e in fu pubblicata dal Sig. Franceſco Se
ſieme con moltiſſimi altri pezzi ad ogni guier di Nimes, a cui il Maffei avea
parte dell'erudita antichità ſpettanti laſciati per legato diverſi ſuoi ſcrit
fatte collocare , e diſporre ne' ſuoi ti , e fu compilata ſopra vari fogli
giardini di Gualfonda, dove ſi rima ſeparati l'uno dall'altro, ſcritti par
ſero ſino al tempo in cui coll'auto te in italiano , e parte in latino, e
rità, e permiſſione del G.Duca Coſimo ripieni di abbreviature, di parole mu
III. furono dal March. Franceſco Ric tilate , di ſentimenti interrotti, co
cardi nel ſummentovato palazzo traſ ſicchè oltre all'apparir chiaramente
portate. Si godettero eſſe in pace del da ciò, che il Maffei avrebbe dovu
ia loro riputazione , fino a che per to rifonderla, ſe aveſſe voluto darla
alla
3
alla luce, e avrebbe forſe ritrattato la medeſima introduzione un belliſſi
allora quei ſentimenti che non avreb . mo ſaggio di critica lapidaria, diret
ber potuto reggere a un più ponde to principalmente ad inſinuare negli
rato e rigido eſame, ſi vede ancora antiquari un certo ſaggio ritegno nel
cha in quella confuſione di carte mal battezzar ſi francamente per apocrifa
digerite, e mal concepite, dalle quali un'iſcrizione a cauſa di qualche eſ
ſi è ricavata queſt'opera poſtuma, ſi preſſione che in eſſa ſi trovi, la qua
poſſono eſſere attribuite al Maffei mol le non ſembra a primo aſpetto con -
te coſe ch'egli non ha mai nè pen forme al genio della lingua in cui è
ſate nè dette. E chi ſa poi ſe l'edi ſcritta , ſenza conſiderare in che ſe -
tore Franceſe, per riempire le lacune colo, in qual paeſe, e da quali per
dell'opera, per farla comparire in ſone eſſa ſia ſtata fatta ; e ſupponen
pubblico ſotto di una più decente for do in certa guiſa, ſenza dirlo, che
ma, o per qualſiaſi altro motivo, non tutte per eſ. le iſcrizioni latine ſieno
vi ha forſe aggiunto molte coſe del ſuo? del miglior ſecolo della lingua latina,
Certamente non par credibile che il e tutte erette in Roma o nelle ſue
Maffei, ſolo per accreſcere il nume vicinanze, e da perſone di non ordi
ro delle iſcrizioni che ſi pretendono naria letteratura. Dopo di eſſerſi il
falſificate , abbia voluto regalare al noſtro Autore con queſte generali con
cortile Riccardi un'iſcrizione che non ſiderazioni fatto ſtrada al ſuo argo
vi è mai ſtata, e che nemmeno è ri mento , egli entra in materia , e ,
portata dal Gori, e che pure nell'ar riſpondendo prima alle cenſure gene
te critico - lapidaria tralle Riccardia rali - paſſa poi alle particolari fatte o
ne vien francamente noverata . Non dal Maffei, o da chi parlò in ſuo no
par credibile neppure, che il Maffei me, ſopra ciaſcuno de'marmi cenſu
dopo di aver eſaminate con tutta la rati. A ſcendono queſti al numero di
poſſibile diligenza le iſcrizioni Riccar XXXVIII. Non potendo parlare di
diane, e non già per due o tre, ma tutti , ci contenteremo di dare un .
per ben venti volte incirca, ſiccome breviſſimo ſaggio dell' apologìa, che
ſi aſſeriſce nell'arte critico - lapidaria, ſi fa del primo . L' epigrafe che in
ſi ſia poi allontanato dalla vera lezio eſſo ſi legge è la ſeguente :
ne de'marmi cenſurati, e non già per D M
una lettera o per due , ma per mol IVLLO POLILICO
te e molte . Sono queſte ed altre a COIITBERTO SVO
queſte ſimili le conſiderazioni che va CARISSIMO FE
facendo il Sig. Pier Lorenzo del Si CIT IVLIA HEL
gnore nella ſua introduzione, per far PIS BENE ME
ci credere che forſe non ſono, alme RENTI
no intieramente, del Maffei le cenſu Il cenſore arreca queſta iſcrizione,
re de'marmi Riccardiani, ch'egli in come un eſempio di tutte le cenſure
queſt'opera ſi propone di dileguare . generali, colle quali egli ſi è ſtudia
Segue dopo queſte conſiderazioni nel to d'intaccare la fama della maggior
A 2 parte
4 -

parte dei marmi Riccardiani: exempto doveaſi prolungata , e quindi quaſi


ſit iſla IVLLO POLILICO &c. Non affatto obliterata dal tempo . Molti
eſſendoſi egli ſpiegato di vantaggio eſempi di ſomiglianti conformazioni
fa d'uopo indovinare ciò che in que della lettera L trova egli in varie »
ſta iſcrizione gli faccia maggior no antiche iſcrizioni, ſulle quali non .
ja. Sarà forſe, dice il noſtro apolo cade verun ſoſpetto di falſo . Cam
giſta, quel IVLLO in luogo di IV biato così il COIITBERTO in CO
LIO ch'ei vi vorrebbe leggere, quel LITBERTO niuna difficoltà fa poi al
le lettere I IT in COI IT BERTO, ch” noſtro Autore l'aggiunta della lette
egli vorrebbe ſcritto COLLIBERTO, ra T avanti il B, e la mancanza di
o CONLIBERTO ; e finalmente quel un N dopo di CO , trovando di ſif
CARISSTMO in luogo di CARISSI fatte aggiunte , e mancanze quanti
MO ? Per legittimare il IVLLO fa . eſempi egli vuole nel Grutero, nel
vedere primieramente il Sig. Pier Lo lo ſteſſo Muſeo Veroneſe del Maffei,
renzo del Signore eſſervi ſtato preſſo i e in altri antiquari . Finalmente per
Romani il prenome di Iulo , quan quella T del CARISSTMO adopera
tunque eſſo non ſi trovi ne' catalo ta in luogo di un I egli ne rifonde
ghi de'prenomi , che ci danno gli intiera la colpa ſull'ignoranza dello
antiquari , e lo prova coll'eſempio ſcalpellino; della quale ignoranza non
del figliuolo di M. Antonio il trium mancano certamente infiniti eſempi
viro , chiamato con queſto prenome nelle antiche iſcrizioni. Ma pure per
da Orazio ( od. II. lib. IV. ) , da iſcuſare in qualche modo il povero
Svetonio (in Claud. cap. 2.), e da ſcarpellino, egli congettura aſſai in
Caſſiodoro nel cronico, e nefaſti Ca gegnoſamente , che forſe il facitore
pitolini . Che poi ſia ſcritto IVLLO della iſcrizione avea poſto un accen
in luogo di IVLO dee ciò far tanto to ſulla ſeconda I di CARISSIMO ,
caſo , quanto ne fa il vedere preſſo e che quindi l'illitterato marmiſta pre
gl' Italiani ſcriverſi ora Bartolommeo, ſe quella I accentata per un T. Quin
Apollonio, Flamminio, Cammillo C5 c. tiliano, Marziano Capella , ed altri
ed ora Bartolomeo, Apolonio , Fla ſcrittori latini parlarono molto di que
minio, Camillo & c. ovvero per trar ſti apici, od accenti, e ſe ne incon
re un eſempio in tutto ſimile al no trano anche ſovente nelle iſcrizioni -
ſtro dalla medeſima lingua latina , Nè ſi dica ch'eſſendo breve la penul
quanto ne fa il trovare ne' marmi al tima ſillaba di CARISSIMO, non vi
cune volte Paullus, ed altre Paulus . è biſogno di accento per pronunziar
Venendo poi al COIITBERTO, l'at la giuſtamente. Si trovano apici po
tenta iſpezione del marmo ſuggeriſce ſti anche ſulle ſillabe brevi, e fra le
al noſtro Autore il primo rimedio , altre vi è una lapide di Claudia At
qual è quello di prendere la prima i tica a cui il Maffei ha dato luogo nel
per una L, la di cui linea inferiore ſuo Muſeo Veroneſe, nella quale ſul
ſia ſtata o per incuria, o per igno la penultima ſillaba di CAESAR ſcrit
ranza dello ſcalpellino , non quanto ta in luogo di CAESARE vi è un .
a CCCntO
accento, quantunque quella ſillaba , tenzioni. Nè egli ſi è contentato di
fia breve . Oueſta metamorfoſi delle eſſere un ozioſo conoſcitore di que
I accentate in T ſomminiſtra ancor ſta importantiſſima verità, ma forni
al Sig. Pier Lorenzo del Signore una to com'egli è di tutti i lumi della ,
nuova maniera di correggere il COIIT religione , e della filoſofia , e di
BERTO leggendo in ſua vece COL tutte le grazie dello ſcrivere italia
LIBERTO, cioè prendendo le due II no, ha meſſo mano all'opera per re
per due I.L nelle quali la linea infe galarci l' altro libretto, che ora an
riore ſia ſtata poco prolungata , e nunciamo. Egli attacca in eſſo il più
quindi cancellata dal tempo , e il T ſpecioſo preteſto, e per così dire l'
per un I accentata. Da queſta breve Achille, di cui ſi vagliono i moderni
idea che noi abbiam dato dell'apolo filoſofaſtri, per inſinuare negli animi
gìa che fa il noſtro Autore del pri de poco cauti i loro moſtruoſi ſogni.
mo de marmi Riccardiani , ognun . Spaccian ſempre queſti tali di ſcrivere
potrà per ſe ſteſſo facilmente rileva per il ſolo bene dell'umanità ; que
re con qual copia di erudizione anti ſto è il loro vocabolo favorito; que
quaria fia ſcritta queſt'opera, e con ſta è la virtù ch'eſſi ſempre affetta
qual diletto ed iſtruzion dovrà eſſer no d'inculcare . L'aſſunto pertanto
letta da dilettanti di queſti ameniſſi del Sig. Abate Conte Roberti ſi è di
mi ſtudi. ſmaſcherare queſta loro ipocrita uma
nità , e di dimoſtrare che non ſi dà
T O R I N O. . nè ſi può dare vera umanità ſenza
a - religione. Per procedere ordinatamen
Annotazioni ſopra la umanità del te, e con metodo filoſofico fa d'uo
ſecolo decimottavo dell'Abate Conte po rintracciare, e fiſſare le vere no
Giambattiſta Roberti. Preſſo Giam te caratteriſtiche dall'umanità , ed
michele Briolo 1781. in 8. eſcluderne le falſe . Queſta appunto
è la ſtrada a cui ſi appiglia il noſtro
Se il Sig. Abate Conte Roberti in Autore , il quale quaſi ch'egli ac
compagnia di molti uomini aſſennati cordaſſe al ſecolo decimottavo il pre
vede gli abuſi, e i pericoli che poſſon teſo pregio di umanità, principia dal
naſcere dal predicare troppo ſovente farne uno ſpiritoſo ironico elogio, per
e troppo circoſtanziatamente dai pul domandar poi licenza di proporre i
piti contro i ſedicenti ſpiriti forti , ſuoi dubbi, e le ſue obbiezioni ; e
ed il moderno filoſofiſmo, egli vede queſti dubbi, e queſte obbiezioni for
egualmente l'eſtrema neceſſità che vi mano appunto la dimoſtrazione del
ha di opporre ai moſtruoſi libri, ne' ſuo aſſunto , tanto più vittorioſa ed
quali con tanti artifici, e riggiri ſi irrefragabile , quanto che eſſa da .
propina il rio veleno della miſcreden principio non ſi annuncia per tale -
2a , altri libri ben ragionati e ben Dubita adunque il noſtro Autore, ed
ſcritti, che ne diſcoprino la maligni ha ben ragione di dubitare , ſe la .
tà , e ne moſtrino le ſeduttrici in vera umanità debba eſſer ſolamente
ripoſta
6
ripoſta nelle parole, ſiccome gli pare nella ſua divina perſona un sì per
da molti fatti poter raccogliere che fetto eſemplare. Deſſa fu che inalzò
facciano i moderni filoſofi , l'umani oſpedali , orfanotrofi &c. e tanti al
tà de' quali ſta tutta nella teſta , e tri aſili di umanità, de'quali neppur
niente nel cuore . Dubita ſe la vera i nomi ſi trovano preſſo gli antichi;
umanità debba farſi ſolamente conſi deſſa fu che la prima predicò il bel
ſtere in certe paſſaggere tenere come precetto non mai per l'avanti inteſo
mozioni, e nel compatir tanto certe quod ſupereſt date pauperibus ; ad
colpe ; come ſembra volerſi far cre eſſa ſi dee l'origine di tanti inſtituti
dere da alcuni de' noſtri ſcrittori alla religioſi, particolarmente addetti a .
moda. Dubita fimilmente ſe l'uma quella o a quell' altra opera di uma
nità poſſa eſſere alcune volte ſi affet nità ; deſſa fu che ritraſſe dalle ſelve
tatamente univerſale , ed altre di una di America tanti millioni di ſelvaggi,
sì geniale particolarità , ſiccome ſi per farli uomini e criſtiani; deſſa fu
moſtra in alcuni di loro. Egli ſi ma infine che ſeppe farſi ammirare , e o
raviglia poi che queſta preteſa uma ſtrappare i più luſinghieri elogi dalle
nità del ſecolo XVIII. non ſiaſi pre penne de maggiori nemici del nome
ſa veruna cura di migliorare la con criſtiano, fra i quali ci contentere
dizione de'contadini, e de'prigionie mo di mentovare la notiſſima let
ri , cioè della claſſe più numeroſa , tera di Giuliano Apoſtata ad Arſa
ed importante dello ſtato , e della , cio prefetto della Galizia , e l'eſ.
claſſe più sfortunata. Prega in ſegui preſſione di Luciano, il quale nel ſuo
to il noſtro Autore l'umaniſſimo ſe opuſcolo de morte Peregrini, chiama
colo XVIII. di voler avvertire che i criſtiani omnes invicem fratres. Ed
l'umanità puramente naturale , ch' ecco come il Sig. Abate Conte Ro
eſſo tanto decanta, è ſpeſſo umani berti , dopo di aver dato nell'altro
tà intereſſata; per lo più ſuperficia ſuo opuſcolo, da noi già riferito, i
le ; qualche volta incoerente con ſe più ſavi precetti intorno il modo di pre
medeſima; e che l'eſperienza antica dicare contro agl' increduli , ci pre
delle nazioni anche più culte , ma , ſenta in queſto un eccellente model
non illuminate dall'evangelio, ci di lo di una predica fatta ſecondo le o
moſtra quanto eſſa ſia ſtata ſempre maſſime da lui ſtabilite. Diffatti que
imperfetta. I fatti più incontraſtabili, ſte ſue annotazioni ſopra l' umanità
la ſtoria di tutte le nazioni, e di tut del ſecolo XVIII. potrebbono facil
ti i tempi depongono unanimemente mente ſervire di traccia per una pre
contro la ſufficienza di queſt'umanità na dica, la quale mentre ſi preſentereb
turale, che i noſtri filoſofaſtri vorrebbo be come un'uſuale predica ſopra la .
no alla carità criſtiana ſoſtituire. Ma carità criſtiana , conquiderebbe allo
dall'altro canto la medeſima ſtoria ci ſteſſo tempo gl'increduli ne'loro ulti
preſenta da un capo all'altro innu mi trincieramenti, ſenza quaſi però
merevoli prodigi operati da queſta ca farne moſtra , ſenza neppur pronun
rità criſtiana , di cui Criſto laſciocci ciar i loro nomi, o articolare i lo
rO
- .
ro delirj , e però ſenza verun pe medeſimo fondamento, prima di lo
ricolo o ſcandolo de fedeli aſcolta ro, cioè che i miaſmi delle malattìe »
tori. contagioſe ſi ſpandono nell'aria, che
l'infettano, e paſſano in ſeguito in
P A R I GI. ſieme con eſſa ne corpi che ne ſono
attaccati. Ma perchè queſta aſſerzio
Eſſai ſur l'ottion de l'air dans ne prenda l'aſpetto di una dimoſtra
les maladies contagieuſes cº-c. Saggio zione, fa d'uopo prima dimoſtrare,
ſull'azione dell'aria nelle malattie che veramente l'aria può caricarſi
contagioſe, che ha riportato il premio di particelle eterogenee; che queſte
propoſto dalla ſocietà R. di Medicina particelle poſſono eſſere , e divenire
di Parigi, del Sig. Menuret membro i germi di alcune malattie; che poſſon
della medeſima ſocietà cº-c. coll'epi reſtar nell'aria più o meno tempo ,
grafe: Ne quid falſi audeas, ne quid ſenza decomporſi, e ſenza perdere ,
veri non audeas. Cic. 178 I. in 12. la loro attività ; che l'aria può at
trarre queſti miaſmi morboſi dai cor
La.R. Società medica di Parigi avea pi che ne ſono affetti , e traſportar
propoſto nel febbraro del 1779. per li, ſenza alterare la loro, per così di
argomento di un premio da diſtribuirſi - re, ſeminale natura, più o meno lon
nel ſeguente anno di determinare con tano, per applicarli in ſeguito ad al
un numero ſufficiente di eſatte eſpe tri corpi con tutta la loro fecondità
rienze, ed oſſervazioni ſe le malattie ed energia. Ecco ciò che biſognava
contagioſe, e principalmente il vajao prima dimoſtrare , ed ecco appunto
lo, poſſano o nò comunicarſi per mez ciò che ſi ſtudia di provare il Sig. Me
zo dell' aria. Ecco preſſo a poco il nuret, facendo primieramente alcune
piano che ha ſeguito il Sig. Menu ricerche generali ſopra queſti differen
ret nella ſua memoria , e con cui ti punti ; e portando in ſeguito la .
ha ſaputo meritarſi la preferenza ſo ſua attenzione ſopra i diverſi miaſmi,
pra gli altri concorrenti . Se ſi do e particolarmente ſopra quei della .
veſſero, dic egli, decidere tali qui peſte, del vajuolo, della ftisìa, del
ſtioni per via di autorità, la noſtra lo ſcorbuto, della diſenterìa & c. Per
ſarebbe toſto deciſa; poichè da tem dir qualche coſa di quella parte di que
pi d'Ippocrate ſino a noi , per uno ſte diſcuſſioni, che forma il principa
o due nomi illuſtri che han ſoſtenuto le oggetto della quiſtione, ci conten
l'opinione eſcluſiva ſe ne potrebbero teremo di oſſervare col noſtro Auto
forſe citar mille, i quali hanno am re che nel vajuolo appunto il viſo e
meſſo un tal mezzo di comunicazio le mani, perchè più eſpoſti all'aria,
ne. Ma la verità ſi è che la mate riſentono maggiormente la ſua azio
rla non è ſtata mai, come ſi merita ne, e ſono per queſta ragione la ſe
Va , diſcuſſa, e che quaſi tutti ſi ſo de ordinaria della più folta eruzio
no contentati di ſemplicemente ripe ne. Fa in ſeguito il Sig. Menuret al
tere ciò che altri aveano detto, col cuni ingegnoſi tentativi per miſurare
l'eſten
(8
l'eſtenſione della porzion di atmos liberamente per l'atmosfera, la qua
fera, dentro di cui poſſono diffonderſi le ſola baſta per traſportarli ne' cor
i miaſmi contagioſi, la quantità de' pi ſani, e farveli germogliare, al qual
germi che vi poſſono galleggiare , effetto non è dimoſtrato che ſempre ba
le cauſe ſecondarie, dipendenti dalla ſtino i corpi ſolidi , che ne ſono ſi
coſtituzione dell'aria , che poſſono curamente imbevuti. Dalla falſa opi
influire ſulla loro attività &c. Quindi nione ſull'identità di tutti i miaſmi
paſſa ad eſaminare le diſpoſizioni de' contagioſi, e dal preteſo infallibile ,
corpi che li ricevono, facendo vede ſucceſſo delle precauzioni, è nato il
re che queſte diſpoſizioni poſſono tal pregiudizio di poter diſtruggere la pe.
mente variare e combinarſi, da ren ſte, e il vajtolo coi medeſimi mez
der nulli gli effetti de'miaſmi in al zi che ſi ſon tenuti per annientare la
cuni caſi, e conſiderevoliſſimi in al lebbra. L'Autore termina la ſua me
tri. Un punto eſſenziale di dottrina moria con altre ſue rifleſſioni ſull'eſtir
relativamente all'argomento che ſi pazione del vajuolo , che noi ſiamo
tratta in queſta memoria, ſi è la di coſtretti a paſſare ſotto ſilenzio, inſie
ſtinzione, che l'Autore moſtra doverſi me con tante altre curioſiſſime ricer
fare, fra i miaſmi delle malattie acu che , che ſi leggono in queſta memo
te, e quei delle croniche; per eſ. fra ria, circa la natura de'differenti miaſ.
i miaſmi della peſte e del vajuolo , mi, la loro diverſa maniera di agire,
e quei della lebbra , e della rogna . e tanti altri oggetti ſopra i quali non
Queſti ultimi han biſogno di corpi ſo pareva neppur ſperabile che ſi poteſ
lidi per eſſervi conſervati e comuni ſero avere tanti riſchiarimenti, quan
cati ; laddove i primi ſi propagano ti in queſta memoria ſe ne danno -

dSybalene.Sysal, Alan Ayoºsy, Alaessºney, age/seasº, asº e Senegºnegº e ºneSea e Sea

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. II. 1782. Li 13. Gennaro
-

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . te le figure delle loro opere, alle o


quali tutto ſi appoggia il loro diſcor
Abaton reſeratam , ſive genuina ſo , che altro non n'è che la ſpiega
declaratio duorum locorum cap. ult. zione ? Ora queſto è appunto il caſo
lib. III. Architecturae M. Vitruvii de'libri di architettura laſciatici da .
Pollionis, nuſquam ad mentem Auto Vitruvio ; epperò non è da farſi gran
ris facta, ſcilicet : De adj-6tione ad maraviglia ſe tanti oſcuri paſſi vi s'
ſtylobatas cum podio, ſeu ad podium incontrino , i quali benchè abbiano
ipſum , per ſcamillos impares , cº per molti ſecoli eſercitato l'ingegno
item de ſecunda adjectione in epiſty di tanti dotti commentatori , pure »
liis facienda, primae reſpondente. Scri non ſi poſſono ancora riguardare co
bebat joſeph Franciſcus Ortiz Presb. me ben diſcifrati. Fra queſti i più enim
PIiſpano - Valentinus. 7 ypis Michae matici ſono certamente quei due, l'
lis Angeli Barbiellini 178 I. in 8. interpretazione de quali forma l'argo
mento dell'opuſcolo che annunciamo.
Se i trattati di architettura che ab Oltre le ingenoſe congetture che ſono
biamo di Serlio, Scamozzi, Palladio da leggerſi ſopra di queſti due tene
& c. doveſſero ſopravvivere alla lin broſi paſſi ne'molti commentatori , e
gua in cui ſono ſcritti, quanta diffi traduttori Vitruviani , deſſi ſi ſono
coltà non vi dovrebbe eſſer mai nell' meritati ancora libri intieri, e tratta
intender queſti autori, i quali eſſen ti particolari, fra i quali ci conten
do ſtati più artefici che letterati o teremo di rammentare quello di Ber
ſcrittori non curarono gran fatto la nardino Baldi Abate di Guaſtalla , e
chiarezza, e la preciſione dello ſtile, l'altro di Giovanni Bertani Architet
e che oltre a ciò parlando di un'ar to Mantovano, che furono poi tutti
te particolare fanno un continuo uſo due riprodotti dal Sig. Marcheſe Po
di termini tecnici e peculiari del loro leni nelle ſue Eſercitazioni Vitruvia
meſtiere, che non ſarebbero ſi facil ne. Il Sig. Ab. Ortiz Autore del pre
mente da trovarſi in altri libri. Quan ſente opuſcolo, e che da molti anni
º maggiore ſarebbero poi la difficol ſta preparando una faticatiſſima tradu
tà d'intenderli, ſe ſi ſmarriſſero tut zione Spagnuola di Vitruvio, preten
de 9
1o -

de , ed a buon diritto, ſe non c'in le quali eſigono ſenza eccezione, che


ganniamo, che neſſuno ſinora abbia l'architrave , il quale corre attorno
colto nel ſegno nell'interpretazione dell'edificio , ſia dappertutto della .
de' due controverſi paſſi, e ne dà po medeſima larghezza, e porti ſempre
ſcia una ſua, la quale ſembra in vero ſul vivo delle colonne ſottopoſte .
conciliare tutte le contradizioni, e , Queſt'ultimo precetto rigettato , ed
render chiara ogni coſa. La mancan anche meſſo in deriſione da molti ſcrit
za delle figure non ci permette nep tori di architettura, forſe perchè non
pure di dare un'imperfetta idea degl' ben capito, troppo chiaro però ſi leg
ingegnoſi penſamenti del Sig. Ortiz . ge in quel paſſo del capo 3. del lib.
Poſſiamo ſolamente dire, ch'egli ſtu III. di Vitruvio, ove ſi dice: Spiris
diaſi di provare che Vitruvio in que perfectis & collocatis columnae ſunt
gli oſcuri paſſi inſegna chiaramente t. mediana in pronao & poſtico ad per
che allorquando in un edificio cinto da pendiculum medii centri collocandae ;
colonne vorraſſi praticare o dai due angulares autem , quaque e regione
fianchi, o dai due fianchi e dalla par earum futura ſunt in lateribus adis
te poſteriore inſieme un parapetto, o dextra ac ſiniſtra, ubi partes interio
poggiuolo ( podium ) ſotto le colon res, quae ad parietes cella ſpectant ,
ne medeſime , ſi dovrà queſto para ad perpendiculum latus habeant col
petto o poggiuolo rompere con altret locatum; exteriores autem partes, uti
tanti ſporti , che corriſpondano alle dicium de earum contractura . Vi è
colonne ſteſſe; e che altro appunto non inoltre un paſſo nel medeſimo capo
vuol ſignificare quel paſſo che ha fat 3. del lib. III. di Vitruvio il quale
to tanto fantaſticare gl'interpetri Vi ha meſſo finora inutilmente a tortura
truviani: ſtylobatam ita oportet exae per intenderlo i più ſagaci ſuoi com
quari, uti habeat per medium adje mentatori, e che il noſtro Sig. Ortiz
ſtionem per ſcamillos impares: ſi enim crede che non poſſa ſpiegarſi, ſennon
ad libellam di rigetur, alveolatus ocu che per mezzo delle ſue colonne reſtre
lo videbitur & c. 2. Che corriſponden mate ſolamente al di fuori. Dice adun
temente a queſti ſporti del poggiuo que Vitruvio che i capitelli delle colon
lo dovranno farſi altrettanti ſporti ne laterali o poſteriori, poſate ſopra di
nell' architrave . 3. Finalmente che un poggiuolo interrotto da ſummen
così facendo ( e quì è dove ſi ado tovati ſporti, debbono porſi ſulle co
pera con maggior impegno il Sig. lonne non ad libellam ſed ad acqua
Ortiz ) le colonne angolari , e late lem modulum. Niente di più facile,
rali non potranno eſſere diminuite, o dice il noſtro Sig. Ortiz , quanto il
come diceſi , reſtremate , ſennonche capire queſta finora enimmatica eſpreſ
eſteriormente, dovendo eſſere per lo ſione. Diffatti ſe le colonne laterali,
contrario lavorate a diritto filo per e poſteriori debbono reſtremarſi ſola
la parte di dentro; e queſto per ſod mente per di fuori , e farſi a diritto
disfare alle due regole fondamentali, filo per di dentro, egli è chiaro che i
centri
i
I I

centri del ſommo ſcapo di queſte colon za, che ha formato nella ſua Patria
ne non potranno corriſpondere perpen un Liceo col modeſto nome di Vil
dicolarmente ai centri del loro imo letta , dove ogni talento bene erudi
ſcapo , e che le linee che uniſcono to va a raffinarſi nelle ſcienze e nel
i centri dell'imo, e del ſommo ſca le Belle Arti; e a queſto effetto egli
po ſaranno neceſſariamente inclinate viaggia per le più colte città d'Eu
all'orizzonte. Dunque i capitelli , i ropa acquiſtando nuovi lumi, e mac
centri de quali deggiono naturalmen chine per eſperienze Fiſiche, e pro
te corriſpondere ai centri del ſommo duzioni naturali. L'altro Autore dell'
ſcapo non ſaranno poſti ad libellam elogio di Doria non è men dotto, e
cioè non corriſponderanno all'eſtre ardente per tutto quello che è profi.
mità degli aſſi che ſorgono perpendi cuo e bello , e lo è con brio come
colarmente dai centri dell'imo ſcapo, ſpicca dal ſuo ſtile. Entrambi uniſo
ma benſi ad acqualem modulum , cioè ni han voluto dare il primo ſag
ſi conguaglieranno , e combacieranno gio della loro mente , nè poteva
col ſommo ſcapo. E ciò baſti per da no incominciar meglio la bella car
re un'idea delle ingegnoſe eſercita riera di ſcrivere al pubblico, che
zioni Vitruviane, che ſi leggono in col celebrare i due più ſtraordinari
queſt'opuſcolo, alle quali manca ſo Valentuomini di Genova , d'Ita
lo di eſſere eſpoſte con quella chia lia, dell'Europa, del Mondo, i qua
rezza , e ſemplicità di ſtile che alla li ( non par credibile ) mancavano
natura di ſiffatte materie ſembra eſſe ancora di Elogi ; e ora per le fati
re ſi conveniente; poichè che de'due Nobili Liguri hanno Pa
Ornari res ipſa negat , contenta negirici, come Trajano; ma tali che
doceri. -

non ammettono eſtratto. Biſogna leg


gerli, e ringraziarne gli Autori, che
P A R M A . camminano a grandi paſſi alla gloria.
Elogj ſtorici di Criſtofano Colombo
e di Andrea Doria. Dalla ſtamperia T O R I N O,
Reale in 4. 178 1.
Storia politica, e letteraria della
Qui tutto è magnifico: edizione , Grecia di Carlo Denina Profeſſore -
ſoggetto, erudizione, ſcelta di aned emerito di Eloquenza nell' A. 2niver
doti ricavati dagli archivi più recon ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria,
diti, rifleſſioni, rapporti , eloquen e di belle lettere nella R. Accad. di
za . E tutto queſto è lavoro di due Torino, ſocio della R. Accad. di AVa
giovani della più coſpicua nobiltà di poli, P. A. , ed Accad. Fiorentino.
Genova. L'Autore dell'Elogio di Co 7'omo I e II. AVella ſtamperia Rea
lombo è infiammato per lo ſtudio del le 178 1. in 8. Si vende da fratelli
le coſe utili , e con tale vivez. Reycends, e continueraſi in Roma a
B 2 rice
I 2

riceverne l'aſſociazioni dalla R. Po ra, tuttavia ſi deſiderava . Si dirà


ſta di Torino fino a tutto il venturo forſe che vi è il Rollin , la ſtoria ,
marzo. Art. 1. univerſale della ſocietà Ingleſe , la
ſtoria ſacra e profana dell'Hardion &c.
Dopo lo ſtudio della ſtoria nazio Ma il Rollin benchè certamente non
nale non vi ha dubbio che in fatto meriti di eſſere cotanto vilipeſo, co
di ſtoria profana, non debba riguar me lo è ſtato da alcuni troppo ſeve
darſi come il più proficuo, ed inte ri critici , pure non ſi può negare º
reſſante per chiccheſia quello della , che ſia ſoverchiamente diffuſo, pieno
ſtoria Romana e della Greca ; della di luoghi comuni e di fredde, e lan
prima per la grandezza degli avveni guide rifleſſioni, mancante di filoſofia,
menti, e de' perſonaggi che ci pre e aſſai ſuperficiale ed ineſatto nell'
ſenta, e dell'altra per queſti medeſi oſſervare i principi, e i progreſſi del
mi motivi , ed inoltre perchè deſſa le ſcienze, delle arti, e dell'ingegno
forſe racchiude il più brillante perio dell' uomo . anto alla ſtoria uni
do della ſtoria de' progreſſi dello ſpi verſale della ſocietà Ingleſe, qualun
rito umano nella carriera delle ſcien. que ſia il merito di queſta immenſa
ze e delle belle arti , che in Grecia compilazione , egli è certo che ſi è
ſalirono per la prima volta a un sì meſſo mano a rifonderla tanto in In
alto grado , e donde a noi furono ghilterra, che in Francia : argomen
tramandate : to evidente che non ſoddisfa agl'in
Gracia victa ferum victorem vi. telligenti. Ma checchè ſia delle altre
cit , ci artes. a
parti di queſta ſtoria univerſale, la
Intalit agreſti Latio... . - ſtoria della Grecia vi è certo tratta -
Il Sig. Ab. Carlo Denina , ha poſto ta con metodo incomodiſſimo ; poichè
mano alla ſtoria Greca. Molto ſicura a guiſa di una ſtoriata geografia eſſa
mente ſi è ſcritto ſu di una nazione, che viene diviſa in altrettanti articoli ,
oltre all'eſſere ſtata la maeſtra di tutte quante erano le città di quella nazio
le altre che ſon venute in appreſſo, ci ne; donde naſce che molte coſe vi ſie
ha poi tramandato in quaſi ogni ge no ripetute, moltiſſime rimangano in
nere di letteratura , e nelle belle ar ſul bello della narrazione interrotte ,
ti inimitabili modelli, che riſcuotono molte dimezzate e ſparſe, talche ne
tuttora l'ammirazione di tutti quei rieſce la lettura più faticoſa, che di
che hanno fior di ſenno, o di guſto. lettevole. Riguardo all' Hardion , e
Ma un corpo elementare , e ſeguito gli avrebbe ſicuramente fatto un egre
della ſtoria di queſta gran nazione, gio lavoro , ſe aveſſe penſato a ſe
conſiderata in tutti i ſuoi aſpetti, e parar la ſtoria della Grecia dalla ſto
ſcritta con quel criterio , con quelle ria ſacra , dalla ſtoria orientale e º
cognizioni, e quei lumi , che eſige Romana, e così dalla ſtoria moderna
il noſtro ſecolo , e che poſſono e molto più ſe vi aveſſe unito la ſto
renderne giovevole e grata la lettu
-
ria letteraria che affatto vi manca -
Millot
I

Millot e Condillac parlarono pure di qualche modo rilevare dall'eſtratto ci


ſtoria Greca; ma eſſi non inteſero di fa ſiamo per darne. Egli ſi propone di rac
re che compendi di ſtoria univerſale, chiudere in quattro tomi, e in quindici
ed è noto quanto poco da ſiffatti com libri la ſtoria della Grecia libera ,
pendi ſi poſſa imparare. Ed oltre a cioè quel periodo di ſtoria Greca che
ciò queſti, ed altri ſcrittori di ſtoria ſi eſtende da più remoti tempi ſino
di queſti ultimi tempi, ſoverchiamen alla morte di Filippo 344 anni avan
te filoſofi, e troppo dati alle rifleſ ti G. C. In altrettanti tomi di un'
ſioni, alla critica, e a fare ritratti eſtenſione a un dipreſſo eguale ai pri
de' loro perſonaggi, hanno forſe tut mi ſi conterrà in ſeguito la ſtoria ,
ti il difetto di troppo traſcurare la della Grecia ſotto i Re Macedoni,
narrazione de'fatti, che dee pur ſer cioè la ſtoria di quei 19o. anni cir
vire di appoggio ai ritratti, alla cri ca, che ſcorſero dal regno di Filip
tica, e alle rifleſſioni. Un altro di po ſino al tempo in cui la Grecia ,
fetto preſſo che comune a tutti quei divenne provincia dell'impero Roma
che hanno trattato le coſe de' Greci, no l'anno di Roma 585. , e 587.
e da cui non han ſaputo guardarſi avanti l'era Criſtiana 146. I due pri
neppure i più avveduti, ſi è il con mi volumi, che ſono uſciti ſinora, e
fondere che fanno età diverſiſſime , de quali ci proponghiamo ora di dar
allegando per modo di eſempio , in conto, racchiudono i primi otto li
propoſito di edifizi, di abiti, di cibi, bri , e ci conducono fino agli anni
d'armi e di arti le coſe de tempi di avanti G. C. 428. ( ſarà continua
Omero inſieme a quelle dell'età di to. )
Temiſtocle , e di Pericle , e del ſe
colo di Aleſſandro , e de fuoi ſuc V E N E Z I A .
ceſſori ; il che è lo ſteſſo , che ſe o
per fare un ritratto dell' Italia ſi pren Oſſervazioni economiche a vantag
deſſero i colori da ſecoli barbarici, gio dello ſtato Pontificio 178t. in 8.
da quello di Leon X., e dal noſtro.
Mancava adunque ancora un corſo L'Autore di queſte oſſervazioni eco
compito di ſtoria Greca ſeparato da nomiche a vantaggio del noſtro ſta
ogni altra ſtoria, e che ſoddisfaceſſe to Pontificio è un diſtinto Cavaliere
al primario ſcopo di una ſtoria, qual Spagnuolo, il quale in certa guiſa ci
è quello di farci adeguatamente co appartiene, sì perchè ha egli ricevu
noſcere in tutti i ſuoi aſpetti la na to la ſua prima educazione in uno de'
zione di cui eſſa imprende a deſcri nobili collegi di Roma, sì perchè ,
vere i fatti. Quanto felicemente ab dopo di aver molto viaggiato in Eu
bia faputo il Sig. Denina riempir ropa ed in America, ſono già ven
queſto vuoto nella letteratura, la let tott'anni ch'egli ha fiſſato fra noi
tura dell'opera lo dimoſtrerà , e noi ci la ſua ſede . Qual maraviglia adun
ſtudieremo di far sì che ſi poſſa anche in que, che uomo culto e ſenſibile com'
egli
14 -

egli è, s'intereſſi a noſtro vantaggio, e dandoſi molte utili notizie circa i


e che avendo veduto multorum po vari prodotti dell'arte paſtorizia , e
pulorum morescº urbes, egli venga ora dell'agricoltura, e circa i foſſili e le
a dirci dove queſta o quell'altra co manifatture . Nella ſeconda parte ſi
ſa meglio ſi faccia che fra noi, e co comincia ad eſaminare qual ſia lo ſtato
me queſto o quell'altro ramo di agri di queſt' importanti oggetti ne' domi
coltura o d'induſtria poſſa fra noi mi nj pontifici, e quali mezzi ſi potreb
gliorarſi ? Nè tempo più opportuno bono tenere per migliorarli . Eſſa ſi
poteva egli ſcegliere per dare alla lu divide in dieci capi . I primi tre ſi
ce un'opera , la quale ſappiamo ch' aggirano ſulla maniera di moltiplica
egli tenea pronta già da molti anni, re i proventi dell'arte paſtorizia , e ,
quanto quello dell' illuminato, e be principalmente quei , che ſi ritraggo
nefico Pontificato dell'immortale PIO no dai due prezioſi inſetti , che ci
VI. , nel di cui nobile e ſublime ani forniſcono il miele, la cera e la ſeta .
mo, ſin dai primi momenti del ſuo Gli altri ſette capi che ſeguono tutti
feliciſſimo regno, ſi è moſtrata sì vi riſguardano l'agricoltura ; e ſono prin
gilante, ed attiva la cura di rimet cipalmente da notarſi fra queſti il IV.
tere in miglior ſiſtema l'economia del in cui ſi diſcutono vari progetti ſtati
ſuo ſtato, e di animare e ſviluppare ſinora propoſti per far riſorgere l'agri
l'induſtria de' ſuoi ſudditi, moſtran coltura della campagna di Roma, e
do loro tanti nuovi oggetti, ed apren di altre provincie adjacenti ; il VI.
do tante nuove vie ove eſercitarla. in cui ſi preſenta la bilancia del no
Un ſol cenno di un ſovrano illumina ſtro commercio attivo e paſſivo colle
to e coraggioſo come PIO VI., quan nazioni eſtere; ed il X. in cui il no
to è mai più efficace per queſt'og bile Autore ſvolge partitamente un.,
getto di tutti i libri del mondo! Ma progetto da lui ideato per accreſcere
parliamo ora di queſto del noſtro A. l'agricoltura, e il commercio di al
che ſi lodevolmente ſi ſtudia di ſe cune delle noſtre provincie per mez
condare le grandioſe mire del ſovra zo di una compagnia agricola e com
no, ſotto di cui egli vive . La mol merciante, formata in parte ſul mo
tiplicità degli oggetti che vi ſi con dello di quelle che ſi veggono ſtabi
ſiderano, ci permetterà ſolo di per lite in alcuni paeſi oltramontani per il
correrli rapidamente. Il libro è divi commercio dell'America e delle Indie
fo in quattro parti, ed in un'appen orientali , ma liberata però da que”
dice. Nella prima, dopo di aver ac vizi e difetti , de quali queſte ven
cennate generalmente quali ſieno le gono accagionate . I primi due capi
principali coſe neceſſarie per la pro della III. Parte ſuggeriſcono alcuni
ſpera ſuſſiſtenza di una ſocietà civile utili temperamenti, che potrebbon .
ſi paſſa in altrettanti capi a parlare prenderſi, per aumentare la popola
più diſtintamente di ciaſcuna di eſſe, zione in quelle provincie dello ſtato
facendoſi molte opportune rifleſſioni, Pontificio, ov'è mancante; e nel ter
ZO
- I

zo capo che ſiegue ſi riſponde vitto za l'aver egli occultato il ſuo non
rioſamente alle volgari obbiezioni trat e il non aver meſſo in vendita illi
te dalla prava qualità e della noſtrº bro, ch regala quaſi a tutti . Ora ,
aria , e del noſtro clima. Gli altri tre con ſiffatte diſpoſizioni non è quaſi
capi trattano dell'educazione pubbli poſſibile di fare un cattivo libro,
ca in quanto ch'eſſa può eſſere rela
tiva all'aumento della popolazione, P A R I G I .
e allo ſviluppo dell' induſtria ; de'vari
generi di manifatture, che potrebbo Dell'economia naturale, e Politi
no fra noi ſtabilirſi ; e dell' incremen ca All. Alt. Reale di Pietro Leopol
to che potrebbe prendere fra noi la do Arciduca d'Auſtria & c. Gran ,
peſca, atteſa l'opportuniſſima noſtra Duca di Toſcana. Libro primo in 4.
ſituazione per eſſa. Finalmente la par 178 1.
te IV. è ancor eſſa diviſa in ſei ca La Poeſia Italiana dopo aver vo
pi, i quali hanno per oggetto i nego lato tanto per l'inane, ſi è poſata .
zianti e il loro traffico ; la neceſſità finalmente ſu la Filoſofia. Ecco un
di aumentare il commercio nello ſtato Poema tutto Filoſofico ſopra un argo
Pontificio ; la teoria delle privative; mento de più intereſſanti , trattato
i dazi ; le loro qualità; ed infine la nel tutto e nelle parti con dignità
neceſſità che vi ſarebbe, per ſempre tale, che meritamente è ſtato conſa
più ſvincolare , ed animare fra noi grato a ſua Altezza Reale l'Arcidu
l'interno commercio, di formare in ca il gran Duca di Toſcana . Ma .
ogni città e comunità del dominio queſto non è che il primo libro, e
Pontificio un pubblico cadaſtro , in per così dire il veſtibolo del magnifico
cui liquidati appariſſero i patrimoni Tempio:
di tutti i poſſidenti. Nulla diremo dell'
appendice , perchè eſſa contiene ſol Appare il tempio di natura. Habaſi,
tanto un ſupplemento ai capi II., e Colonne, ed architravi d' adamante.
VIII. della prima parte, il primo de' In ſu la fronte auguſta io leggo ſcritto
quali parla degl' inſetti utili al com
mercio, e l'altro delle manifatture. Io leggo ſcritto, e i caratteri adoro:
Noi non ſappiamo ſe in queſt'opera , Gia ſacro a te quel d'altri , co
debba più encomiarſi l'eſtenſione, e , me agli altri
la varietà delle cognizioni del nobile », Il tuo . La proprietade è fonte d'
Autore, oppure la modeſtia e il buon ,5 ognis
garbo con cui egli propone i ſuoi pen , Giuſtizia. Riſpettarla è dover vo
famenti. Egli certamente non ha com », ſtro
poſta la ſua opera per la vanagloria ,, In quale ſtato il cielo vi ripoſe
di divenire Autore, e molto meno 3, Primo o Mortali - E' mio retaggio
per il vile intereſſe di ſpacciare un . 3, qttanto
libro, ſiccome lo dimoſtra abbaſtan », Vedete intorno a voi comune o figli,
AMa
16 - - - -
s, Ma non ſi vuol ſtraziar ciò che La ſola proprietà, che prima è noſtra,
», vi porgo. La prima proprietà , d'onde qua'
,, Il divida ragione, e baſta a tutti. 7 gºl)g

3, La parte è ſtabilita: le miſure Da fonte tutte ne diſcendon l'altre,


», Vedan lo ſtudio, e la fatica poſta Se è proprio ad Alom quel che a lui,
» In coltivarmi , o di chi coltivommi e ſolo è dato,
3, La volontà , che altrui ne fece , La proprietade ell'è della perſona
,, dono 9aella perſona, onde veſtinne Iddio
», Libero o con mercede egual libra La prima, e quella che ne informa,
35 E0. e preſta
Io gli occhi abbaſſo, e freddo orror Le naturali tutte facultadi ,
m'aſſale Aura celeſte è noſtra , e non d'al
Veggendo andar la delirante turba trtei . -

Col ferro in mano di fraterna ſtrage AVoſtri i noſtri biſogni ah ! ſono an


Inſanguinando i campi, e roſſi i fiu ch' eſſi,
mi Ed a biſogni riſpondenti i dritti.
Facendo parte, parte d' ozioſa Queſti non ſono verſus inopes rerum ,
Servitude ne' ceppi in regal tetto magaque canora ; ſono anzi tutti de
Languir di tedio, e tinger di livore gni d'eſſere impreſſi nella teſta, nel
Gli occhi iſcavati ne' maceri volti cuore, e nella bocca d'ogni uomo,
Sperando poſſeder quindi lor dato come più intereſſanti di altri poeti. Se
Securi, e lieti la miglior ſoſtanza queſto pezzo di Poeſia è ſublime, non
Deh ! volgetevi o ſtolti a più bellº meno nobile è la proſa nelle note, nelle
opre. - quali ſpicca una ſcelta erudizione con
aneddoti appropriati elegantemente .
Come ignorar del donator ſupremo Però tutto queſto non è che un prin
Si può la deſtra, e inſiem la legge, cipio . Dunque l'Italia ha dritto di
e i patti, ſupplicare l'umaniſſimo Autore per
E l' uſo ingiunto in ciaſcun dono a la continuazione, e pel compimento
noi? dell'opera glorioſa.
- - -
Num. III. 1782. Li 1 p. Gennaro

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . quali a giudizio de primari Matema


tici non ſolo d'Italia , ma anche di
7'rattato di Algebra ridotta in Arit oltremonti, furono le migliori lezio
metica, in due parti diviſo : nella e ni elementari di quella ſpinoſa ed ar
prima parte ſi dimoſtra con gran chia dua ſcienza, che foſſero ſtate ſino a
rezza l'Algebra, e la medeſima vie quel tempo pubblicate. Or ecco che
ne ridotta in Aritmetica parte per par una noſtra Romana entra nella mede
te: nella ſeconda ſi dimoſtrano , e ſi ſima arringa col nobile impegno di
ſpiegano con ugual chiarezza alcuni meritarſi le medeſime lodi. La Signo
elementi di Euclide, i quali rappre ra Scarlatti ſi propone in queſt'ope
ſentano le maraviglioſe proprietà de' ra di facilitare ai principianti l'acceſ
numeri, e che dall'Autore della pre ſo della ſcienza del calcolo, e di to
ſente opera giudicanſi a propoſito per glierle quell'aſpetto ruvido e miſte
giungere ad una cognizione più ade rioſo ch' eſſa ha per molti , e ſotto
quata non meno che rigoroſa della e il quale viene difatti preſentata dalla
Geometria; il tutto compoſto da Ma maggior parte degli ſcrittori, facen
ria Scarlatti Romana . AVella ſtam do vedere che l'Algebra altro poi in
peria di Paolo Giunchi 1781. in 8. fine non è che un'Aritmetica maſche
rata e naſcoſta, la quale in vece di
Le donne, dalla natura medeſima operare ſu i numeri, come fa l'Arit
meglio di noi uomini diſpoſte a quei metica, eſeguiſce le medeſime opera-.
lavori ch'eſiggono più pazienza ch' zioni ſulle lettere, ſia per dimoſtrare
elevatezza d'ingegno , ſe più gene alcune proprietà generali delle quan
ralmente ſi applicaſſero alla coltura - tità, le quali non dipendouo dal loro
delle lettere , e delle ſcienze, ſareb determinato valore , ſia per venire
bero certamente più di noi in iſtato in cognizione di quantità incognite
di dare i più eccellenti trattati ele per mezzo dell'Analiſi, e delle equa
mentari per il facile apprendimento zioni. A queſt'oggetto eſſa preſenta
di eſſe. Noi Italiani abbiamo di ciò in principio le ſempliciſſime regole ,
una per noi molto glorioſa pruova dell'algoritmo letterale, accompagnan
nelle ammirabili Iſtituzioni Analitiche dole ſempre con adattati eſempi nu
di Donna Maria Gaetana Agneſi, le merici, e ne fa immediatamente do
C po
I8 -

po vedere l'applicazione alla forma Accademico Filopono. In Faenza 178i.


zione de quadrati e de cubi , e all' pel Benedetti, e Geneſtri; in 8.
eſtrazione delle radici quadrata e cu.
ba. Paſſa quindi collo ſteſſo metodo Si vede, che il pio , e religioſo
a dare un ſaggio del calcolo delle fra poeta ſi è prefiſſo d' imitare il Dio
zioni , e ſucceſſivamente delle equa del Padre Cotta Agoſtiniano. In fat
zioni e de' problemi che diconſi del ti pare , che tale eſſer debba l'occu
primo grado. Queſti ſono gli ogget pazione d'una Muſa clauſtrale, a cui
ti che ſi trattano con molto lodevo mal ſi converrebbe cantare di Fille,
le chiarezza nella prima parte . La , o di Clori. Senza che veggiamo, che
ſeconda contiene un'eſpoſizione di anche i primi inni, che ſi hanno nel
alcuni libri degli elementi di Euclide, le altre dotte lingue delle nazioni più
i quali trattano di alcune generali pro celebri , ſono in lode delle loro Dei
prietà de' numeri ; e noi ci figuria tà. La religione ha fempre inſpirato
mo che la conneſſione di queſta ſe i poeti a farla un obietto del loro
conda parte colla prima conſiſta appun canto. Queſte opere non poſſono ave
to nell'eſſere egualmente l'oggetto re un eſtratto . In fatti il titolo ſo
sì dell'Algebra, che di quegli ele lo depone della pietà dell'Autore, e
menti di Euclide il dimoſtrare le pro ne moſtra l'aſſunto. Un ſaggio della
prietà generali delle quantità , indi ſua maniera di poetare può dare idea
pendentemente da qualunque loro va della ſua metrica vena. Deſumiamo
lore determinato. Noi ſaremo per ac lo dal fine della ſua prima canzone,
creſcere moltiſſimo le lodi che ora dia e da queſta i filologi conoſchino il
mo alla Sig. Scarlatti, ſe uſcendo da merito dell' opera.
primi rudimenti della ſcienza del cal Reſti a profani egregi vati il chiaro
colo, eſſa ſaprà portare la medeſima Serto, che rende i nomi loro illuſtri.
chiarezza ne' più reconditi di lei re Di me non ſi ragioni in dotta ſchiera,
ceſſi, ſiccome ci promette di voler fa Eſami'l vulgo de' ſuoi plauſi avaro .
re . Allora ſi che avrem più che mai Solo fra l'alme in bene oprare in
ragione di dire, che duſtri,
Le donne ſon venute in eccellenza Cantando occulto il verſo mio non pera.
Di ciaſcun'arte, ove hanno poſto Divenga ei ſeme di penſier divoti,
?
CZZºa a E fan paghi i miei voti .
Ma a te, Signor, poichè l'offerſi in
dono ,
F A E N Z A . D'ogni cura moleſta,
AVel tuo ſanto voler , già ſcevro io
fono.
Maria; rime del P Pariſio Bernar Cbe ſe il gradiſci tu, qual bella, e
di Abate Benedettino - Camaldoleſe , oneſta
fra gli Arcadi della colonia di Tre Sorte per lui s'appreſta !
viſo ſua patria Praſilto Acheloio, ed E'il tuo piacer peſo ſupremo, e certo ,
Che
19
Che dà il valore all'opre; il pregio, ci, i quali nelle loro finzioni ſi poſ.
e il merto. ſono così chiari manifeſtare , come
ne' veri avvenimenti . Quindi è che
T o R I N o. dopo di aver leggermente toccate le
poche , e tenebroſe notizie che ſi han
Storia politica, e letteraria della no circa la prima origine de' Greci,
Grecia di Carlo Denina Profeſſore e ſi parla del ratto di Europa che fu
emerito di Eloquenza nell'A. Zlniver biſavola di Minoſſe antichiſſimo legis
ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria , latore e Re di Creta, ravviſando in
e di belle lettere nella R. Accad. di quel Toro o Tauro rapitore o il no
2'orino, ſocio della R. Accad. di AVa me di qualche Capitano Cretenſe,
poli, P. A. , ed Accad. Fiorentino. che involò quella fanciulla Fenicia,
Tomo I. e II. Nella ſtamperia Rea traſportandola verſo quella parte di
le 178 1. in 8. Si vende da fratelli mondo che poſcia Europa fu detta ,
Reycends, e continueraſſi in Roma a oppure la forma o qualche altra par
riceverne l'aſſociazioni dalla R. Po ticolarità del navilio ſu di cui fu im
ſta di Torino fino a tutto il venturo barcata. Nella ſteſſa guiſa ſi riferiſce
marzo. Art. II. la favola di Danae, figliuola di Acri
ſio Re di Argo, reſa incinta da una
I primi due libri di queſta iſtoria pioggia di oro, e ſi deſcrivono in ſe
imprendono a deſcrivere i tempi fa guito le prodezze di Perſeo di lei fi
voloſi ed eroici della Grecia, e ci con glio, il quale dopo di avere impru
ducono dai più remoti, ed oſcuri prin dentemente ucciſo Acriſio ſuo avo ,
cipi di quella nazione ſino al riſtabi preſe abborrimento al ſoggiorno di Ar
limento delle Olimpiadi, in cui la , go, e traſportoſſi a Micene per git
ſtoria de' Greci comincia ad eſſere » tarvi le fondamenta di un nuovo re
più accertata. Potrà ſembrare al pri gno. Si percorrono col medeſimo ſpi
mo ſguardo aſſai ſtrano a qualcuno, rito le favoloſe avventure di un eroe
che ſi parli in queſta ſtoria di Erco contemporaneo di Perſeo, cioè di Bel
le , di Teſeo, di Giaſone, di Edipo, lerofonte. Egli era nipote di quel Si
degli Argonauti , e della guerra di ſifo Re di Corinto, che fingeſi condan
Troja, quaſi che l'Autore abbia con nato nell'inferno a portare eterna
fuſo la favola colla ſtoria, e preten mente ſulla cima di un monte un gran
da far paſſare tutte le finzioni poe ſaſſo, che ſubito da quella cima ro
tiche per altrettanti reali avvenimen tolando precipitava al baſſo ; volen
ti . Ma in tutto altro aſpetto, com'è doſi forſe con ciò far alluſione alle fati
ben facile il ſupporlo , rammenta il che, agli affanni, agli ſtenti , che ei
Sig. Denina que'favoloſi racconti, va dovette ſoſtenere per lo ſtabilimento
le a dire o per peſcarvi quel barlu della città di Corinto, di cui credeſi
me di verità che tuttavia vi traluce, fondatore . La più celebrata impreſa
o almeno per farli ſervire di baſe ai di Bellerofonte fu la ſconfitta della
ritratti de primitivi coſtumi de'Gre Chimera , moſtro informe che avea
C 2 il ca
2O

il capo, e tutta la parte anteriore di eſalazioni infettava l'aria e i contor


leone eruttante fiamme, che nel mez ni; e ſiccome, ſecondo che ſuole ac
zo del corpo era capra, ed avea un cadere nel purgare i luoghi acquoſi,
vivo ſerpente per coda. Chi ſa, dice mentre Ercole ſi affannava a diver
il noſtro Sig. Denina , ſe per queſta tire, e toglier l'acqua da una parte,
impreſa di Bellerofonte non debba in eſſa forſe ringorgava , e ſi facea ſtra
tenderſi quella di aver purgato e ren da in più altre ; quindi nacque pro
duto abitabile un qualche montuoſo babilmente la favola dell' Idra, cioè
paeſe, che aveſſe un vulcano eruttan dell'acqua a molte teſte , a cui ta
te fiamme nella cima, che foſſe ſog gliandone una ne ripullulavano mol
giorno di capre ſilveſtri nel mezzo , te altre in ſua vece . Interrompe il
e nido di ſerpi nella paludoſa valle noſtro Autore il racconto delle geſta
ſottopoſta. Bellerofonte attaccò il mo di Ercole per deſcrivere la ſpedizio
ſtro cavalcando il pegaſo, e per que ne di Giaſone, e degli Argonauti alla
ſto dee forſe intenderſi ch' egli appro conquiſta del vello d'oro in Colchide,
dò a quel paeſe per mare, navigan che fu la più famoſa impreſa di cui
do ſul vaſcello di Perſeo, che per la ſi parli dagli ſcrittori Greci avanti la
ſua celerità fu ad un alato cavallo guerra di Troja. Eſce quindi iniſce
raſſomigliato. Così ſimilmente, do na il gran Teſeo , da cui riconoſce
po di avere ſugoſamente deſcritte le la prima origine della ſua grandezza
tragiche ſtorie della ſtirpe di Cadmo la nazione Atenieſe, rimaſta nell'oſcu
e di Lajo Re di Tebe, e della fami rità ſino ai tempi di quell'Eroe , il
glia di Pelope e di Atreo che regnò quale oltre a ciò ebbe sì gran parte
in Argo ed in Sparta, comincia il no in tutti i più notabili avvenimenti del
ſtro Autore a parlare delle memoran la Grecia accaduti nel ſuo tempo ,
de geſta del più famoſo fra tutta quel che ne nacque il proverbio nihil ſine
la numeroſa ſchiera di eroi, vogliam Theſeo. Queſt'Eroe diviſe con Erco
dire di Ercole, deſcrivendo le ſue - le la gloria di molte ſue impreſe, e
impreſe ſino a quella degli Argonau fra le altre quella della guerra contro le
ti. Siane un eſempio la favola dell' Amazoni, e della ſconfitta de'Centau.
Idra Lernea, oſſia di quel ſerpente a ri , le quali per eſſere ſtate riferite
ſpaventevole di più teſte , al quale in modo figurato e ſtrano, pajono del
ſe una ſe ne tagliava, o ſchiaccia tutto incredibili, ma ſpogliate come
va, due invece di quella ne rinaſce lo ſono dal noſtro Autore, di alcuni
vano, e che col ſuo puzzolente fia aggiunti certamente aſſurdi, poſſono
to avvelenava tutti i contorni di Ler meritar piena fede . Colla ſtoria di
na . Siccome la voce idra ſignifica Teſeo poi fi uniſce quaſi immediata
acqua, così molto plauſibilmente può mente quella della più clamoroſa im
congetturarſi ch'Ercole intraprendeſ preſa accaduta verſo la fine de'tem
ſe di aſciugare qualche palude poſta pi eroici della Grecia, vogliam dire
in vicinanza di Lerna nel paeſe di della guerra di Troja . Certamente o
Argo , la quale colle ſue mefitiche ch” Elena , cagione o preteſto di que
ſta
2I

ſta guerra, divenne nella tenera età mine al ſuo I. libro, e a quella par
di io- anni, moglie di quell'eroe , te della ſua ſtoria che riſguarda i tem
che rapilla dalla caſa paterna, e che pi eroici della Grecia , deſcrivendo
reſela anche incinta, ſecondo che in altrettanti brevi capi le cagioni del
taluni credono d'Ifigenìa la quale fu la lunghezza della guerra di Troja ,
poi fatta paſſare per figlia di Agame i vari ſucceſſi de' capitani Greci nel
mnone, e di Clitenneſtra. Ma incin ritorno di eſſa, ed infine il Regno di
ta o nò , dopo la morte di Teſeo Atene fino a Codro, che ne fu l'ulti
queſta rara bellezza reſtituiſſi preſſo mo Re , e che ſagrificoſſi per eſſa pro
ſuo padre Tindaro Re di Sparta , e patria non timidus mori. E' veramen
non oſtante ciò che poteva eſſerle te da oſſervarſi come il Sig. Denina ab
occorſo nel primo rapimento, fu pre bia ſaputo percorrere con tanto domi
ſto chieſta in moglie da maggiori per nio que remotiſſimi tenebroſi tempi
ſonaggi di tutta Grecia, fra i quali della Grecia, dando un aſpetto quaſi
fu preferito Menelao, fratello di Aga ſtorico, e una diſpoſizione quaſi cro
memnone Re di Argo e di Micene, nologica a fatti così ſconneſſi, e sfi
che avea già preſa in moglie la di gurati da tante aſſurde finzioni, quante
lei ſorella Clitenneſtra. Un ſecondo ra ne poteano naſcere preſſo una nazione
pimento di Elena fu , come ognun . così vanaglorioſa com'era la Greca. Ma
ſa , e poco anzi dicevamo, la ragio non è meno ſingolare lo sfoggio di
ne o il preteſto della famoſa guerra erudizione filologica, e filoſofica in
di Troia. Difatti è molto più rago ſieme , col quale egli paſſa a parla
nevole il credere , e i più aſſenna re nel libro ſeguente degli uſi e co
ti fra i Greci lo credettero ancor eſ ſtumi Greci di quegli antichiſſimi tem
ſi , che Uliſſe , Ajace , Filottete , pi. I cibi, le bevande, le abitazio
Idomeneo &c ſignori di piccole e ni, i veſtimenti , il ſiſtema politico
povere terre, ſi ſerviſſero di quel pre e civile, il commercio , la naviga
teſto per coprire la loro ambizione , zione, l'arte militare de' primi Gre
e la cupidigia che aveano di far ac ci, la loro religione, la loro mora
quiſti , e menar via ricche prede dall' le , i rapidi progreſſi della loro lette
Aſia, paeſe naturalmente migliore , ratura: tutti queſti ed altri a queſti
ed allora più colto, epperò più do analoghi ſono gli argomenti che ſu
vizioſo aſſai , che la Grecia non era. goſamente , e dottamente inſieme ſi
Il noſtro Autore ſegue il gran canto ſvolgono dal Sig. Denina in altrettan
re di queſta lunga, ed oſtinata guer ti capi di queſto II. libro , ognuno
ra nella raſſegna de' principi e delle de' quali domanderebbe per ſe ſolo un
nazioni, che vi preſero parte; ſe non eſtratto , volendoſene parlar diffuſa
altro per prendere un' opportuna oc mente. Per non eccedere ſovverchia
caſione di preſentare ai lettori quaſi mente i confini preſcritti a queſti no
in una piccola tavola i nomi delle º ſtri eſtratti, ſalteremo con noſtro ram
nazioni , che in appreſſo avran da . marico queſta intereſſante parte del
mentovarſi. Dopo di che dà egli ter ſuo lavoro, per riaſſumere il filo del
la
22
la ſtoria Greca al libro III. che ſie re che queſte avventure di Saffo gre
gue. ( ſarà continuato. D cizzano anche di più. Qual profonda
cognizione della teogonia de'Greci,
P A D O V A . della loro filoſofia, de loro giuochi,
de' loro ſpettacoli , di tutta i fine la
Le avventure di Saffo Poeteſſa di Mi loro maniera di vivere e di penſare,
tilene, traduzione dal Greco origina e di tutte le loro più domeſtiche, e
le nuovamente ſcoperto. Appreſo Gio minute coſtumanze ! E tutte queſte »
vanni Manfrè 1782. in 8. Si trova coſe quanto vi ſono opportunamente
vendibile preſſo Paolo Giunchi ai Ce e naturalmente introdotte, con qual
ſarini , e preſſo Venanzio Monaldi vivezza rappreſentate ! Par proprio
mi al corſo. di aſſiſtere a quei giuochi di Mitile
ne , ne' quali Saffo , che non avea ,
Nel leggere queſt'opera non ſolo ſin allora mai conoſciuto nè amore nè
viene la tentazione di veramente cre poeſia, ſentiſſi ad un tratto furioſa
dere, ciò che ſi annunzia nel titolo, mente acceſa del belliſſimo Faone , e
che l'originale ne ſia ſtato ſcritto nel fece, per virtù di amore, i primi ſuoi
più fiorente ſecolo della Grecia, ma eſtemporanei verſi in lode di lui, ch'
ſi paſſa anche a ſoſpettare che la tra era ſtato vincitore alla lotta. Par pro
duzione poſſa forſe appartenere a qual prio di vedere la miſera Saffo, cam
cuno de più dilicati, e gentili ſcrit biata interamente da quel ch'era pria
tori del cinquecento. Ma non è que tornarſene penſoſa, e addolorata alla
ſto il primo ſaggio che ci dà il no caſa paterna , ſedere nauſeoſa alla ,
bile Autore, a cui per ſingolar mo menſa, ſoſpendere involontariamente
deſtia piace di naſcondere il ſuo no i ſuoi incominciati donneſchi lavori,
me, di quanto egli ſappia felicemen e paſſare le notti in un affannoſa vi
te imitare, e quanto ſiaſi reſa fami, gilia interrotta ſoltanto da paſſagge
gliare la maniera e lo ſpirito di quei ri ſpaventevoli ſogni. Si prende par
due famoſi ſecoli , che furono ſenza te all'afflizione della miſera Rodope,
meno i più belli e luminoſi dell'ame di lei Aja, e molto più a quella de'
na letteratura, e del buon guſto. I di lei coſternati parenti, i quali ve
ſuoi tentativi drammatici , che noi dendo riuſcire infruttuoſo ogni altro
annunciammo , ſono già due anni, mezzo da loro tentato per trarle dal
ſpiranti da capo a fondo quella nobi petto il pungente dardo colle loro
le , grande ed imponente ſemplicità amorevoli eſortazioni, s'inducono per
dell'antica ſcena Greca , la quale sì ſino a richieder Faone per loro ge
di rado ſi ravviſa ſulla noſtra, ci di nero; e diſpiace non poco di veder
moſtrarono già baſtantemente quanto andare anche a vuoto queſto loro ul
egli ſia profondamente verſato nella timo tentativo , benchè non ſi poſſa
lettura de'Greci originali, e quanto ſe non approvare la ferma riſoluzio
ne di Faone di voler mantenere a -
egli abbia ſaputo renderſi propri i lo
ro inimitabili pregi. Ma ſtiam per di Cleonice la promeſſa fede. Con qual
verità
2

verità ſi dipinge in ſeguito la ſuper In queſta debole, ed imperfetta ti


ſtizione della greca idolatria in que” cia che noi abbiam brevemente deli
triſti vaticini, in quegli orrendi ſpet neato, ognuno potrà facilmente rav
tri , e in quelle magiche pruove della viſarvi quella di uno de poemi epici
divinatrice Stratonica, che Saffo per i più intereſſanti. Ma come dar poi
conſiglio di Rodope va a conſultare ? un'idea della chiarezza e purità dello
uanto ben ſi prepara, e ſi condu ſtile, e del colorito veramente poe
ce la fuga di Saffo dalla caſa pater tico con cui ſi deſcrivono queſte in
na, per ſeguire in Sicilia il ſuo Fao tereſſanti avventure di Saffo ? Altro
ne, e quanto una ſiffatta rifoluzione non poſſiam fare per darne un ſaggio,
per una donzella sì indecente ſi ſa ſennonche inſerir quì la traduzione a
dal noſtro Autore quaſi rendere ſcu di quella celebratiſſima ode di Saffo,
ſabile in Saffo ? Che bel contraſto che ci fu tramandata da Catullo in
fanno poi colle furie amoroſe di Saf quella ſua ode che principia
fo le ſavie maſſime di quel tranquil llle mi par eſe, deo videtur,
lo e pacato filoſofo Eutichio, ch'eſſa Ecco adunque la traduzione italiana
trova in Sicilia , e da cui per legge del noſtro Autore. i
di oſpitalità all' antico uſo contratta Felice al par de numi chi d'oppreſſa
fra lui e il di lei padre, e molto più i Aſcolta il dolce ſuon di tua favella:
per naturale compaſſione del di lei Più felice di ſor, ſe gli è conceſſo
miſero ſtato , viene accolta ſi amo - : Deſtar ſu quella
revolmente ? Già quaſi ſi comincia a Bocca il ſoave riſo... e che ragiono,
ſperare, che poſſa l'inſinuante balſa Se ragion più non ho! la prima volta
mo delle dolci parole di Eutichio me Che ti vidi, rimaſi come or ſono
dicar la profonda piaga di Saffo, al Miſera e ſtolta.
lorch è giugne la nuova del naufragio Chiuſe il ſilenzio le mie labbra, aperte
di Faone , e ſi preſenta poco dopo Solo ai ſoſpiri, e ſol per lorfaconde
Faone ſteſſo. Una ſeconda ripulſa di Di ogni altro favellarfuro ineſperte.
queſti finiſce di ottenebrare la vacil L'amor m'infonde
lante ragione di Saffo, la quale ab Sottil fuoco vorace entro le vene, -
bandona improvviſamente di notte o Ai benda gli occhi più non odo,ſento
tempo la caſa del corteſe oſpite, per Che vivo ancora ma vivo delle pene
portarſi à Leucate, ove la divinatri - Coll'alimento.
ce Stratonica aveale detto che inten Scorre per le convulſe membra il gelo
derebbe dal ſacerdote di Apollo la . Delle ſtille di morte, io mi ſcoloro
ſpiegazione di quegli oracoli, ch'eſſa Siccome il fior diviſo dallo ſtelo ,
non potea proferire, che oſcuramen Ecco già moro.
te. Il ſacerdote l'incoraggiſce con ,
vari eſempi di altri infelici amanti a
cercare la ſua guarigione, gittandoſi
in mare dalla ſommità di quel pro
montorio, ed eſſa vi trova la morte.
PA
24
P A R I G I. ha per oggetto le cognizioni relative
alla formazione dell'uomo ſociale ;
De la formation des moeurs ci de come per eſ. la lingua, l'arte della
l'eſprit ci c. Della formazione de'co converſazione , il modo di renderſi
ſtumi e dello ſpirito, oſſia cognizio gradito nelle ſocietà, il buon garbo,
mi neceſſarie ai giovani, e ſoprattut la ſcelta dello ſtato &c. ; la quinta
to a quei deſtinati a profeſſioni le qua racchiude alcune principali nozioni
li non eſigono il ſolito corſo de ſtudi, intorno al commercio e all'agricol
e che non hanno ricevuto i primi ele tura; nella ſeſta ſi parla di belle ar
menti dell' educazione. Preſſo Dela ti ; la ſettima riſguarda alcune arti
lain il giovane 178 I. in 12. meccaniche, delle quali è più neceſ
-
fario di aver qualche idea , per eſ.
Queſt'operetta, il di cui titolo ne quella del muratore, del falegname,
indica baſtantemente lo ſcopo, è di del ferrajo &c. , e l'ottava finalmen
viſa in otto parti. La prima preſen te diſcorre de' peſi , delle miſure ,
ta un compendio della dottrina, e º dell'agrimenſura , del matrimonio ,
morale criſtiana, da cui ogni educazio delle liti, della favola &c. tutte ma
ne , ed ogni ſcienza deve avere il terie, come ognun vede, delle quali
ſuo cominciamento; nella ſeconda ſi l'ignoranza rieſce ſempre vitupere
tratta del mondo fiſico ; nella terza vole, e ſpeſſo anche pernicioſa -
della ſcienza de'coſtumi ; la quarta

ºgna mai nastenasen agenaSenage/ie nel nºsº,esenaMºseguoººººº ººoºººº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno -
Num. IV. Li 26. Gennaro
1782.

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


a

R O M A . zioni ſi leggono nell'appendice ove º


parlaſi de'teleſcopj, microſcopj, ba
De ideis humanae mentis earumque rometri, e termometri, cioè di que
ſignis libri duo: primus eſt de ideis gli ſtrumenti che tanto hanno eſteſa
auftus ſecundis curis & expolitus: la sfera delle noſtre idee , e cogni
alter de ſignis idearum nunc primum zioni . Il nuovo trattato de ſignis
prodit; auctore Andrea Spagnio Flo idearum divideſi in cinque parti .
rentino Sacerdote. Ex 7ypographia Nella prima ſi diſcorre de'vari ſegni
Archangeli Caſaletti. 178 1. 2. vol. ſi naturali che arbitrari delle idee :
in 4 del principale fra i ſegni arbitrari ,
cioè della loquela ; della ſcoperta e
Sono oramai dieci anni , che noi varia natura de'ſegni arbitrari di que
annunciammo la prima parte di queſt' ſta loquela , cioè de' caratteri , e º
opera, la quale tratta de ideis ha della ſcrittura &c. La ſeconda parte
mana mentis. Ora eſce di nuovo al ha per oggetto l'origine delle lin
la luce queſto Logico-Metafiſico trat gue , problema inſolubile dalle ſole
tato, in molti luoghi accreſciuto ed forze della ragione , ed in cui fa ,
emendato, e ſeguito inoltre dalla ſua d'uopo anche al filoſofo ricorrere alla
ſeconda parte che parla de ſignis idea rivelazione . Coll'aiuto adunque di
rum. Idee e ſegni , o vogliam dire queſta diſcorre il noſtro A. in queſta
coſe e parole comprendono veramen ſeconda parte della lingua che uſaro
te tutto lo ſcibile dell'uomo . Non no i noſtri protoparenti ; della con
è poſſibile che indichiamo le aggiun fuſione delle lingue nata nella torre
te, e correzioni fatte alla prima par di Babel , delle lingue che ſi forma
te; poichè di ſiffatte opere il noſtro rono in quella confuſione ; delle in
iſtituto non ci permette che di accen certezza che alcuna di eſſe ſiaſi con
nare il piano e la diviſione , e noi ſervata ſino al dì d'oggi &c. Le par
già eſponeſſimo baſtantemente il piano, ti III., e IV. ragionano del prima
e la diviſione della prima parte di to di origine , e del primato di di
queſta, allorchè ne parlammo la pri gnità fra le lingue. Si fa vedere ch'
ma volta . Ci contenteremo di dire queſt'ultimo primato non compete nè
che le più belle, ed importanti addi può competere a veruna lingua ; e
D che
26
che l'altro d' origine è ſolamente , ha portato il nuovo imbaſtimento di
probabile, che poſſa appartenere all' quella celebre univerſita . Siccome
Ebraica o alla Siriaca, l'una o l'al tutte le origini delle città , e delle
tra delle quali fu ſecondo il parere chieſe ſono involte nelle tenebre dell'
di alcuni, la lingua de'noſtri proto antichità, e ſiccome l'ambizione di
parenti conſervataſi nella famiglia di taluni congiunta ad impoſtura ha sde
Heber dopo la confuſione di Babel. gnato di avere delle origini un poco
La quinta parte finalmente parla dell' tarde, così è ſpeſſo avvenuto, che
aſo delle lingue nell'inſegnare , ed a ſimili origini ſiaſi applicato molto
in eſſa moltiſſimi ſavj precetti ſi dan del favoloſo . Una prova di quanto
no circa la proprietà e purità da oſ. diciamo l'abbiamo nel preſente li
ſervarſi nello ſtile didaſcalico, e in o bro, ove il dotto, e ſaggio Autore
gni altra maniera di ſcrivere, e parlaſi ſi guarda di aderire a quanto della
dei vantaggi che hanno arrecato a que ſua patria Ferrara, e della ſua chie
ſt'oggetto le accademie delle lingue, ſa aſſerito aveano i paſſati ſuoi ſto
del metodo che deggiono tenere gli rici. Senza verun monumento, ſen
ſcrittori nella teſſitura delle loro ope za veruna fede di ſcrittor contempo
re &c. Ognuno ricaverà facilmente e raneo aveano eſſi ſtabilito, che dall'
da queſto breve eſtratto, quanto deb antico luogo Vicohabentia, che vole
ba riuſcire iſtruttiva , e dilettevole van ſituato tra il Primaro, e il Vo
a leggerſi queſta nuova opera del Sig. lano, due rami dell'antico Pò, die
Ab. Spagni, e quanto eſſa debba ci miglia lontano in circa dalla mo
contribuire ad accreſcergli quella fa derna Ferrara , e che dicevano di
ma, ch'egli ſi è meritamente acqui ſtrutta poco dopo la metà del VII.
ſtata con altre ſue molte filoſofiche ſecolo , e ridotta ad eſſere un vil
produzioni. laggio, come è preſentemente, colla
ritenzione del ſuo antico nome al
F E R R A R A . quanto depravato, ſorgeſſe la novel
la città, di cui parliamo . Soggiu
Serie de Veſcovi, ed Arciveſcovi gnevano, che queſta città ebbe i ſuoi
di Ferrara del Sig. Abate Lorenzo Veſcovi, e che il veſcovo contem
Barotti, dedicata all' Eho , e Rhio poraneo alla ſua diſtruzione fu quel
Sig il Sig. Cardinale Bernardino Gi lo , che traſportò la ſua reſidenza -
raud Prouditore del regnante ſommo alla chieſa di San Giorgio poſta nel
Pontefice. Ferrara per Franceſco Po la ſua dioceſi preſſo alla deſtra ſpon
matelli 178 . in 4. -
da del Volano in un borgo creduto
il Foro d'Alieno, e che così comin
La ſtudioſa Ferrara ſi occupa in . ciaſſe in tal tempo a ſorgere la città
ogni maniera di ſtudj, come ſi può di Ferrara. Finalmente annunciava
riconoſcere dai libri, che noi andia no , che il ſuo popolo infeſtato dai
mo ſovente annunciando : tutto ef: Ravegnani ſi tolſe dalla provincia
fetto di quell'eccitamento , che ivi Emilia , e paſsò nella Veneta alla
ſiniſtra
27
ſiniſtra riva del Volano, ed ivi fon anno 657. ſecondo che ſi ha da una
dò una nuova città, qual è quella, ſuppoſta bolla del Pontefice Vitalia
che al preſente ammiriamo. Quindi no, riputata apocrifa dal chiariſſimo
nel ſecolo XII. i Veſcovi vennero ſe Muratori. In ſettimo luogo ſi rife
condo eſſi al abitare in queſta nuo riſce Viatore, e queſto è il primo ve
va città, ove eraſi fabbricata di pian ſcovo Ferrareſe, di cui ſi abbia qual
ta la chieſa cattedrale, e l'abitazio che memoria certa , e a cui ſucceſ
ne veſcovile . Secondo queſto piano ſero Martino, e Leone, giacchè il Ve
i Veſcovi Ferrareſi nacquero da que” ſcovo Gregorio in una ſua carta di
di Vicohabentia , o piuttoſto ne con donazione dell'anno 998. ricorda ,
tinuarono la ſerie, e la ſucceſſione » queſti tre ſoggetti come ſuoi ante
col ſolo cambiamento del luogo , e ceſſori . Anche i ſuſſeguenti Veſco
del nome. Quindi la ſerie de Veſco vi ſino a Guido Aretino, che vive
vi di Ferrara ſecondo l'autorità di va nel pontificato di Urbano II. ,
certe memorie incomincia innanzi al e che chiude la ſerie de Veſcovi di
la metà del ſecolo IV. , e viene o San Giorgio Traſpadano, hanno am
giù ſtendendoſi fino ai noſtri tempi. pliſſimi documenti , che ne giuſtifi
Appunto da un tal tempo la incomin cano l'eſiſtenza, e il tempo. A que
cia il Padre Abate Vghelli nella , ſta ſuccede poſcia la terza ſerie de'
notiſſima ſua opera dell' Italia ſacra. Veſcovi di San Giorgio Maggiore ,
Il noſtro erudito Autore pertanto , Ciſpadano, la quale arriva ſino ai
che non ha che argomenti negati tempi noſtri , e che è compoſta di
vi per eſcludere tutto queſto, neppu 52. ſoggetti . Il primo di queſti è
re ardiſce di preterire affatto gli an Landolfo, ſotto del quale a ſpeſe di
tichi Veſcovi di Vicohabentia , e Guglielmo Marcheſella degli Adelar
diſprezzare così l'autorità di tutti di principale cittadino Ferrareſe s'in
quelli, che gli hanno addottati. Do cominciò nell'anno i 132. ad innal
dici poi ſono queſti antichi Veſcovi, zare nella piazza del comune un nuo
il primo de' quali è Oltrando, ordi vo edifizio, che ſervir doveſſe per
nato da Silveſtro Papa nell'anno 33o., chieſa cattedrale , e per abitazione
e l'ultimo San Maurelio martire , che del veſcovo, e de Canonici, ſicco
fiorì circa l'anno 634. , la di cui me in termine di due anni fu ridot
in magine ſi vede ſcolpita ſulle mone to a compimento, rimanendone tut
te Ferrareſi , coniate a tempo degli tavia in eſſere il contorno, e la .
Eſtenſi, ed illuſtrate dal benemerito marmorea facciata . Non è agevole
Sig. Abate Bellini. Segue la ſeconda il tener dietro a tutti i Veſcovi, che
ſerie de Veſcovi, che diconſi traſpian hanno di poi governata queſta chie
tati in San Giorgio Traſpadano , o ſa; ma ſolo ne noteremo alcuni più
ſia il ſuppoſto Foro d'Alieno , e , celebri, o quelli, de qaeli ſi riporta
queſta è compoſta di 16. Veſcovi . qualche monumento intereſſante. Ce
Il primo di queſti è un certo Mari lebre ſenza meno è ſtato Uguc ione
no, o Martino , che appartiene all' Piſano , profeſſore a ſuoi tempi ri
D 2 nOIma
28
nomatiſſimo di giuriſprudenza in Bo ra da Pio II. fu riſpedito nuovamen
logna, e precettore d'Innocenzo III. te nunzio in Francia, che fu ſempre
il quale morì circa l'anno 12 12. Re teologo dello ſteſſo Papa, morto nel
ſe celebre il Veſcovo Federico de' le ſue braccia in Ancona favellando
Conti di San Martino , e Veſcovo intorno alla ſcrittura ſacra, e che »
pure d'Invrea la cauſa , che ſotto finalmente da Paolo II. fu per la .
di lui che termine , della ſuppoſta terza volta mandato nunzio a Mattia
ſantità, e miracoli di Armano Pun Re d'Ungheria, e di Boemia. Fu
gilupo, di cui una efatta, e curio rono pure tre Veſcovi di diſtinto me
ſe ſtoria ci dà quì il noſtro Autore. rito, tre della caſa d'Eſte, cioè Al-,
Merita anche d'eſſere particolarmen dobrandino, Ippolito I. , e Luigi ,
te nominato il B. Giovanni Tavelli eſſendo ſtati anche queſti due ultimi
di Toffignano terra dell' Imoleſe , Cardinali. C ro a letterati de' ſuoi
Frate Geſuato, che occupava quella tempi fu Giovanni Salviati, e perciò
chieſa in tempo , che ſi teneva in . celebrato dal Pigna, da Celio Cal
Ferrara il concilio per la ſperata riu cagnini, da Lilio Gregorio Giraldi,
nione della chieſa Greca colla Roma e da Paolo Sacrati . Autore d'un -
na, nel qual concilio egli molto fi applaudito libro de verborum obligat.
gurò in Ferrara, come in Firenze , fu il veſcovo Paolo Leoni Padova
ove ſi compì . Reca quivi il noſtro no, a cui fu dato indi per ſuffraga
Autore una lettera volgare del me neo , o ſoſtituto Franceſco Paniga
deſimo ſcritta in ſua diſcolpa per cer rola Minore oſſervante, e oratore di
te calunnie appoſtegli ſotto de 12. molto grido . Fra i moderni Prelati
decembre dell'anno 144o. al Mar di queſta chieſa nomineremo ſolamen
cheſe Niccolò d'Eſte Signor di Fer te il Card. Tommaſo Ruffo, perchè
rara, la quale poichè ſi è defunta da fu il primo ad eſſere da Papa Cle
una carta certamente antica, e forſe mente XII.nominato Arciveſcovo Fer
ſcritta di pugno del Beato , ſi dà rareſe, e Monſig. Bonaventura Bar
perciò quivi ( pag. 8o. ) colla ſteſſa berini Ferrareſe, dell'ordine de'Cap
ortografia, che allora correva : e ciò puccini, e celebre Predicatore della
concilia qualche aria di novità al mo cappella pontificia , di cui ci diede
numento già altre volte pubblicato . alcune notizie riguardanti la vita il
In appreſſo ( pag. 86. ) ſi adduce celebre Gio. Andrea Barotti , e di
anche copia del ci lui teſtamento la cui ſi vede un'onorifica memoria nel
tino, il quale ora per la prima vol convento de Cappuccini di Paleſtri -

ta ſi vede . Fu pure un Veſcovo , ma da lui molto beneficato, la quale


che molto ſignificò ai ſuoi giorni Lo gli fu eretta dall'inſigne filopatrida
renzo Rovorella, che era ſtato pro Monſig. Gio. Maria Riminaldi ſuo
feſſore nell' univerſità di Ferrara ſua grande amico. Queſto libro pertanto
patria, di Padova, e di Parigi, che è ſcritto con molta erudizione , ed
fu ſpedito nunzio a Ladislao Re d'Un eſattezza , ed uno de' ſuoi pregi è
gheria, che fatto Veſcovo di Ferra certamente quello di correggere mol:
t1
2
ti errori dell'Ughelli , e de ſtorici co nelle ſtorie del mondo , era i
Ferrareſi, e di citare, e recare in vernata da due famiglie dette degli
ſieme molti monumenti inediti , e , Eraclidi , perchè ambedue da Erco
comprovanti notizie, ed epoche per le erano diſcendenti. Ora Licurgo fa
l' avanti ſconoſciute. il minor fratello di uno di queſti re,
per nome Polidette, il quale eſſendo
T O R I N O. morto ſenza prole maſchile, l'avreb
be condotto ſul trono , ſe eſſendoſi
Storia politica, e letteraria della ſcoperta gravida la regina vedova .
Grecia di Carlo Denina Profeſſore, non foſſe divenuta con ciò dubbio
emerito di Eloquenza nell'A. Zniver fa la ſucceſſione. La rea femmina .
ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria, propoſe a Licurgo di ſpoſarla , pro
e di belle lettere nella R. Accad. di mettendogli che eſſa avrebbe trovato
7'orino, ſocio della R. Accad. di AVa la via di fare ſvanire la ſua gravidan
poli, P. A., ed Accad. Fiorentino. za. Licurgo deteſtando in ſuo cuore
Tomo I e II. AVella ſtamperia Rea una ſi ſcelerata propoſta , diſſimulò
le 178 . in 8. Si vende da fratelli tuttavia la ſua averſione, e fece riſ
Reycends, e continueraſſi in Roma a pondere alla donna , che non doveſ
riceverne l'aſſociazioni dalla R. Po ſe eſporre la propria vita a pericolo
ſta di Torino fino a tutto il venturo cercando di ſgravarſi per via di me
marzo. Art. III. dicamenti, giacchè egli avrebbe pen
ſato a levar di mezzo il parto , to
Il computo delle Olimpiadi ha il ſto che foſſe nato. Fece intanto guar
ſuo cominciamento, ſiccome è noto, dare diligentemente la regina vedo
l'anno avanti G. C. 776. dopo il va, e allorchè queſta partorì un fan
qual anno i giuochi olimpici iſtitui ciullo, fattoſelo ſubito portare , lo
ti da Ercole , e per due volte ſoſpe preſentò al conſiglio de' principali del
ſi , continuarono eziandio ne'tem la città, dicendo: eccovi, o Sparta
pi più calamitoſi , ſenza veruna in ni, il voſtro re. Per calmare il mal
terruzione . Per tutto il tempo che talento degli emoli , che non man
fcorſe avanti, l'epoche de'più gravi can mai alla virtù ed al merito, egli
ed importanti avvenimenti , benchè allontanoſſi poco dopo da Sparta .
certiſſimi nella ſoſtanza, ſono molto Ricco delle cognizioni acquiſtate nel
incerte ne'racconti degli antichi ſcrit le ſue peregrinazioni , e deſiderato
tori, e nelle opinioni de'moderni cro da tutti i ſuoi concittadini, i quali
nologiſti. Così vi è per eſ. chi anti appreſero a proprie ſpeſe a conoſce
cipa o ritarda la vita del gran Li re il danno della ſua aſſenza, ritor
curgo di cento e più anni . Ma non nò egli alcuni anni dopo, ed allora
ſi può gran fatto sbagliare, ponen fu che col conſenſo di tutti i ceti ſta
do ſotto le prime olimpiadi la ſtoria bilì quella eccellente coſtituzione po
di queſto celeberrimo legislatore. Si litica, che rendette il popolo Sparta
ſa che Sparta con eſempio forſe uni no , ſinchè la mantenne, il terrore,
e lº
3e
e l'ammirazione dell'univerſo. Do denti. Di queſto Periandro, il qua
po di averci dato il Sig. Denina un' le non oſtante la ſua tirannide, non
adeguata idea dei punti fondamenta ſappiamo ſe per abbaglio o per adu
li di queſto capo d'opera di politi lazione, venne ciò nonoſtante anno
ca, paſſa ordinatamente in ſeguito a verato fra i ſette più celebri ſavjdel
parlare dell'iſtituzione poſteriore de la Grecia , dà alcune notizie il no
gli Efori , magiſtrati che riunirono ſtro Autore nel X. e penultimo capo
in certa guiſa le funzioni de'cenſo di queſto III. libro, riſerbandoſi nell'
ri e de tribuni di Roma , e quindi ultimo capo a parlare della prima
delle prime impreſe militari di Spar età della Greca filoſofia, e nonina
ta, e ſoprattuto delle due guerre Meſ tamente di Talete, e de ſette ſavi.
ſeniche, dalle quali ebbe propriamen Si fa così ſtrada all'argomento del
te principio la ſua ſtragande poten IV. libro che ſiegue, che principal
za , e riputazione . Abbandonando mente aggiraſi ſopra Solone , quell'
dopo di ciò le coſe de Lacedemoni, altro così celebre legislatore d la .
egli allarga la ſua viſta ſopra tutta Grecia, il quale fra que pochi ſa vj
la Grecia , per eſaminare i cangia venne ſi degnamente annoverato. Do
menti che avvennero intorno a que po la morte di Codro , il governo
ſti tempi nella ſua tattica, per la ſo di Atene non fu mai lungamente ſta
ſtituzione di numeroſe armate pede bile e fiſſo. Si creò da principio un
ſtri alle piccole torme di cavalleria, arconte perpetuo ; ſi limitò poi il ter
colle quali ſi era ſin allora fatta la mine dell'arcontato a ſoli dieci an
guerra ; e per parlare delle colonie ni; ſi volle in ſeguito in luogo del
de' Greci che ſi ſtabilirono nell'Aſia governo di un ſolo arconte , che a
minore, nella Tracia , nell'Italia , troppo riteneva ancora dell'antico
ed altrove , e del primo commercio governo regio, ſoſtituire quello di un
de' Greci cogli Egizi , e con varie conſiglio di nove arconti; in ſomma
nazioni dell'Aſia , e dello ſtato di la coſtituzione politica di Atene do
queſte nazioni a quel tempo . Nelle po la morte di Codro , non ebbe a
città Greche frattanto le ſollevazioni mai una forma durevole e permanen
popolari, che parevano dover mena te . Dracone eſſendo eletto arconte
re la libertà comune , aprirono la . l'anno 623. avanti l'era criſtiana ,
ſtrada alle tirannidi ; laonde ſi paſsò tentò invero d'introdurre qualche ,
dal governo di pochi al diſpotiſmo ordine nella città, e di por qualche
di un ſolo . Così per eſ. a Corinto freno alla licenza cittadineſca . Ma
Gipſelo cacciò via i Bacchiadi, pre gl'ingegni Atenieſi non eſſendo fatti
teſi diſcendenti di Bacco, che vi co per adattarſi alla ferrea legislazione,
mandavano, e dopo di aver tenuto ch'egli propoſe, più ſevera ancora e
lo ſcettro della ſua patria ſinchè viſ più dura di quella di Creta e di Spar
ſe , traſmiſelo poſcia a Periandro ſuo ta, rimaſe perciò a Solone l'intera
figlio, il quale peraltro non potè e gloria di riformare la ſua città , e
gualmente traſmetterlo ai ſuoi diſcen di aſſodarne la politica coſtituzione -
Comtn
-

Cominciò Solone ad acquiſtar fama , e delle ſavie riforme che introiti


di gran politico nella guerra, ch'egli Solone nella ſua patria, e de mez.
inſieme con Piſiſtrato il quale non zi ch'ei tenne per aſſicurarne l' eſe
era ancor divenuto ſuo emolo, con guimento, e la permanenza . Ma .
duſſe con feliciſſimo eſito contro i Me l'ambizione di Piſiſtrato , che per
gareſi per cagion dell'iſola di Sala molto tempo moſtrò di ſecondar So
mina. Egli ſegnaloſſi ancora non po lone , ſcoppiando finalmente nella .
co nella prima guerra ſacra o Anfi vecchiaia,e nelle aſſenza di queſti, pro
zionica intrapreſa da tutti gli ſtati duſſe in Atene non piccoli cambia
della Grecia contro i Criſſeſi, popo menti. In due capi ſi deſcrivono ſom
li ſituati nella Focide verſo il golfo mariamente dal noſtro Autore le ,
Corintiaco, i quali angariavano con principali azioni di queſto ſcaltro ed
ogni ſorta di violenze quei che ve avveduto tiranno, il quale dopo di
nendo d' Italia, di Sicilia, e dalla aver due volte perduto, e due vol
parte occidentale del Peloponeſo , te ricuperato la ſignorìa della ſua ,
erano coſtretti a paſſare dinanzi alle patria , non ſolo morì nel pacifico
loro terre per andare a viſitare il poſſeſſo di eſſa, ma la laſciò come
celebre oracolo di Delfo . Siccome proprio retaggio ai ſuoi figli . Mol
queſta è la prima volta che ſi fa men to più lunga , ed anche molto più
zione nella ſtoria Greca del conſiglio proſpera fu la ſignoria di Policrate
degli Anfizioni, deſtina perciò il no tiranno di Samo, e contemporaneo
ſtro Autore un capo ſeparato per par di Piſiſtrato , di cui ſi ragiona nel
lare della ſua origine e delle ſue fun capo , che ſegue . Il rimanente di
zioni , che corriſpondevano preſſo a queſto IV. libro ſi conſacra dall'A.
poco a quelle degli odierni ſtati ge a dare un ſaggio degli ulteriori pro
nerali di Ollanda, e della Dieta Im greſſi della Greca letteratura in que
periale. Un'altra non meno natura ſto ſecondo periodo di tempo. I ric
le , ed intereſſante digreſſione egli chi , e potenti tiranni che ſi leva
fa per parlare del carattere e della . rono in tutta Grecia tra la quarta .
potenza di Cliſtene, il quale per mez e ſeſta olimpiade diedero origine a .
zo delle eſorbitanti ricchezze da lui due nuovi generi di poeſia diametral
acquiſtate colla mercatura, fece ſi ti mente fra loro contrari , cioè alle ,
ranno di Sicione ſua patria , e mol ſatire ed invettive, ed alle odi , o
to poi ſi diſtinſe nella ſuddetta guer vogliam dire canzoni encomiaſtiche ,
ra ſacra. Quindi ſi ritorna a parlar o lodative. Si diſtinſero fra gli altri
di Solone, a cui fu data da ſuoi con in queſta nuova poetica carriera Ar
cittadini piena balìa di riformare a . chiloco, Alceo, Alcmane, Sterſico
ſuo talento tutto lo ſtato , e ſtabi ro, ed Anacreonte . Ma l'uomo il
lir le leggi che giudicaſſe opportu più celebre di queſta ſeconda epoca
ne. Un compendioſo ed eſatto qua della Greca letteratura , e forſe il
dro ci preſenta in vari capi il Sig. più celebre di quanti mai filoſofi vi
Penina dei giudizioſi regolamenti, ſono ſtati fu il gran Pitagora, del
la di
32
la di cui incerta origine , e dei di qual guiſa ſi eſprimeva l'agghiaccia
cui viaggi, ed inſegnamenti parlaſi ta immaginazione di un poeta dell'
ne'due penultimi capi di queſto li. ultimo ſettentrione in un ſecolo , in
bro. E ſiccome l'aſtronomìa , e la cui appena cominciavano a balbetta
muſica furono in particolar modo col re le noſtre Muſe meridionali. Il mſ.
tivate da Pittagora e da Pittagori da cui il Sig. Thorkelin ha cavata
ci , così ſi prende opportuna occa queſt'ode di Vafthrudnir appartiene
ſione di diſcorrere dell'una e dell'al al ſecolo XIV. Non contento il dot
tra, e della grandiſſima paſſione che to traduttore di averla traslatata in
per la ſeconda ebbero i Greci. Si dà latino, vi ha aggiunto inoltre alcu
finalmente termine a queſto IV. li ne ſue note filologiche o critiche ſul
bro coll'accennare le poche incerte la lingua Islandeſe, nella quale pa
notizie che ſi hanno intorno ad Eſo re egli aſſai verſato, a giudicarne al
po , e intorno a tre celebri Sciti, meno dal catalogo alfabetico ch'egli
Zamolxi , Toxari, ed Anacarſi, che ha fatto delle voci di queſt'idioma
ſoggiornando in Grecia, e frequentan attualmente inuſitate , e di quelle
do Pittagora e Solone divennero filoſo che han cangiato ſignificato. Queſto
fi aſſai rinomati . (ſarà continuato. ) canto poi dl Vafthrudnir , a giudi
zio dell'editore , riſale alla più re
C O PP E N A G H E N. mota antichita, e celebra ſiccome º
quaſi tutte le altre antiche poeſie ,
Vafthſmalrudni circ. Canto di Va del Nord, le lodi di Odino, il Mao
fthrudnir : Ode fslandeſe , cavata metto, e il Confucio dell'antico ſet
da un antico mſ della biblioteca del tentrione . Deſſo è compoſto di 55.
re ( di Danimarca ) e pubblicata con ſtanze, e inſieme ai quattro altri can
una verſione latina , e con annota ti già pubblicati forma tutto ciò che
zioni dal Sig. 7'horkelin. Preſſo Phi ci rimane de 42. poemi fatti in lode
libert 178o. in 4. di quel legislatore. E'molto più adun
que ciò che ſi è perduto , che ciò
Dee ſtuzzicare la curioſità di un ch'è rimaſto ; ma facilis jattura.
letterato Italiano il poter vedere in
Num. V. Li 2. Febra ro
-
1782.

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


-

R O M A . ºhi tedi, e con moderno buon gu


ſto - La terza ragiona dell'anima ,
Elementa Metaphyſica ad uſum trºana . Impugna gli antichi, e re
ſcholarum in quinque partes diſtribu centi Epicurei, e Materialiſti con for
ta Tomis duobus; additis nempe pre tezza : fa vedere ch'ella è uno ſpi
ter morem Parte prima de pranotio rito immortale , non pure collate
nibus, cº- Parte quinta de munda ſtimonianza delle ſcritture, e de'Pa
nis viribus, earumque ordine ad uni dri , ma con le più preſſanti ra:
verſum : Autore Cajetano de Amato. gioni; e coll'autorità de' più celebri
Ex Typographia Arcangeli Caſaletti pagani Filoſofi, e delle antiche ſette
i 178 1. in 8. Si vendono dal medeſimo letterate , e de vetuſti popoli che -
Arcangelo Caſaletti alle colonne de' ſtutti alle anime de'defonti ſagrifica
Maſſimi. vano. Parla quindi della origine dell'
anima, della ſua indole, delle ſue po
Anche queſta volta abbiamo ad an tenze, e della origine tanto occulta
nunciare un corſo di Metafiſica uſci delle ſue idee, eſaminando ſu di ciò
to da torchi di Roma . Deſſo com le diverſe ſentenze nuove, ed anti
prendeſi in due volumi , e divideſi che . Contro i noſtri Filoſofanti ſta
in cinque parti. La prima parte con biliſce la umana libertà anche ſecon
tiene alcune Prenozioni logiche, on do Platone, Tullio, ed altri genti
tologiche, e pneumatologiche , le e li, checche ne dica il Baile, ed altri
quali ſervono come di preliminari al ſimili. Mette in buon lume con Pla
la Metafiſica, e riducono queſta ſcien tone , e Carteſio la opinione delle ,
za quaſi ai ſuoi principi, affine di fa idee ingenite, come primi, e neceſ
cilitarne ai giovani lo ſtudio, e la ſari ſemi del raziocinio ; e paſſa a .
intelligenza. La ſeconda ragiona dell' conſiderare la ſtupenda congiunzione
Ente, e ſue proprietà, ed attributi : delle due ſoſtanze , ſpirituale e cor
del vero, uno, e buono; delle cau porca , onde l'uomo riſulta ; eſami
ſe , e loro efficienza; della eſſenza, nando quanto ſu di queſta diſſero già
e ſoſtanza; della neceſſità e contin gli antichi, e pronunziarono a noſtri
genza, ed altro; ma ſenza gli anti tempi il Leibnizio, il Carteſio , il
Mal
-
34
Malebranche, ed altri con loro . Si la varia filoſofica erudizione con cui
Iſpiegano poi i vicendevoli movimen è ſcritta, arrecherà certamente ſom
ti delle due ſoſtanze , e le paſſioni mo onore all'Autore, e grande gio
e gli affetti, che nell'uomo dal detto vamento a quei che vogliono iniziar
congiungimento hanno origine. La , ſi in queſti profondi utiliſſimi ſtudj .
uarta diſcorre di Dio , e in prima
i" ſua eſiſtenza, ricavando da tut
ti i fonti gli argomenti per dimoſtrar
la. Impugna validamente Atei, Dei T O R I N O.
ſti , Panteiſti , Fataliſti , Idolatri ,
Maomettani, e gli Orientali che imma
ginano la traſmigrazione delle ani Storia politica, e letteraria della
me, ſpiegando i loro principi . Ra Grecia di Carlo Denina Profeſſore,
giona delle perfezioni aſſolute di Dio, emerito di Eloquenza nell'A. Zniver
dell'intelletto di lui, e della volontà; e ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria ,
paſſa ad impugnare alcuni detti di Ari e di belle lettere nella R. Accad. di
ſtotele , di Newton , e di altri ſa Torino, ſocio della R. Accad. di AVa
pienti, che non ſi accordano volon poli, P. A., ed Accad. Fiorentino,
tieri con la natura, con la immenſi 7'omo I e II. Nella ſtamperia Rea
tà , e con le altre perfezioni divi le 178 1. in 8. Si vende da fratelli
ne . La quinta parte filoſofa ſulle Reycends, e continueraſſi in Roma a
forze mondiali, vale a dire corporee, riceverne l'aſſociazioni dalla R. Po
animali, vegetabili, e ragionevoli: di ſta di Torino fino a tutto il venturo
ſtingue ad una ad una la natura di que marzo. Art. IV.
ſte forze: ſpiega l'armonia, e la occul
ta, e profonda intelligenza che han
fra di loro in virtù delle dette forze Buon per la Grecia, che median
tutti i generi di Enti , e i loro par te la ſublime legislazione di Licurgo
ticolari fini : fa vedere che tutto ciò Sparta era oramai divenuta un popo
che eſiſte riſguarda il tutto, ed è in lo di eroi, e che le ſavie iſtituzioni
ſegreta alleanza col tutto per ottene di Solone, e la fuſſeguente eſpulſio
re il fine lor generale , che è il lavo na de Piſiſtrati di aveano riſvegliato
ro maeſtevole dell'univerſo : nel qua ancora fra gli Atenieſi un aſſai ener.
le apparendo tant'arte , ſapienza, e gico patriottiſmo ; che ſenza di que
poſſanza, ſe ne deve a forza conclu ſte fortunate circoſtanze eſſa ſarebbe
dere l'eſiſtenza di una mente infini divenuta una facile conquiſta della .
ta, ſiccome fa il noſtro Autore, diſcio formidabile monarchia Perſiana , la
gliendo in ultimo gl' argomenti de' quale, eſſendo tuttavia nel vigore »
miſcredenti. Ecco ciò che ſi contie della ſua primiera iſtituzione, dopo
ne in queſt'opera , la quale per la di avere diſtrutti i Medj, i Babilo
chiarezza e proprietà dello ſtile, , e neſi, i Lidi, gli Egizi, e molti al
- trl
tri minori popoli, ſembrava che mi ſo degli Atenieſi, fu coſtretto a ri
nacciaſſe d'ingoiare , non che la . teggiare, e laſciando Atene libera ,
Grecia, ma tutto quaſi l'univerſo . ſi ritirò negli ſtati del Re di Perſia
Il Sig. Denina per metterci meglio con la famiglia , e quello che potè
al fatto de'nuovi diſaſtri , e delle a raccogliere de' ſuoi beni. Poco dopo
nuove glorie di cui diede occaſione ricorſe ancora alla protezione di Da
alla Grecia queſto nuovo potentiſſimo rio Re di Perſia un altro principe ,
vicino, dà prigcipio al ſecondo vo Greco, cioè Demarato, uno dei due
lume, e al V. libro con un breve o re di Sparta, che Cleomene ſuo com
ſaggio intorno l'origine e grandezza pagno nel trono ebbe l'arte di far
della monarchia Perſiana , parlando dichiarare illegitimo, ed incapace di
rapidamente del gran Ciro fondatore regnare dalla venale Sacerdoteſſa di
della medeſima , delle ſue fortunate Delfo. Queſti due ſventurati principi
ſpedizioni contro i Medj, i Babilone e per vendicarſi de'loro nemici, e per
ſi, e contro Creſo Re de' Lidj, ſic tentare di ricuperare la loro perduta,
come ancora di quelle non meno fe ſovranità, non tralaſciarono giunti che
lici di Cambiſe ſuo figlio contro Ama furono in Perſia, di ſtimolare l'ani
ſi Re di Egitto, e contro Policrate mo di Dario a portar le armi contro
tiranno di Samo . Si ſa che eſſendo i Greci. Un altro incidente , che a
morto Cambiſe ſenza ſucceſſione, dopo quantunque lontano da fatti politici ,
vari dibattimenti , i ſette maggiori potè pure aggiungere eſca al fuoco,
Satrapi della Perſia ſi accordarono di fu l'inganno uſato da Democede me
eleggere a loro Re quello fra loro dico greco italiano, che vien riferi
medeſimi, il cui cavallo foſſe il pri to dal noſtro Autore al cap. IV. di
mo a mandar fuori un nitrito nell' queſto libro . Era queſto Democede
ora, e nel luogo, in cui tutti ſette a al ſervizio di Policrate tiranno di Sa
avrebbero mandato ciaſcuno il ſuo, mo, ed eſſendo ſtato fatto prigione
e che Dario figliuolo d' Iſtaſpe, per in compagnia del ſuo padrone, fu in
un certo avvedimento del ſuo pala ſieme cogli altri famigliari condotto
freniere, in vigore di queſt'accordo prima a Sardi, e poſcia a Suſa. Una
fu ſenz' altra conteſa proclamato, e malattia di Dario , cagionata da
riconoſciuto re . Or mentre queſte co una ſtorta in un piede, a cui i ſuoi
ſe ſi faceano nell'Aſia , accadde in medici ordinari non ſapeano trovar
Atene quella memorabile rivoluzio rimedio , lo fece chiamare alla cor
ne , per cui vi ſi ſtabilì con ſaldiſ te. Egli guarì felicemente il Re , e
ſimi fondamenti la democrazia, De' poſcia anche la Regina Atoſſa da un'
due figli di Piſiſtrato, cioè Ipparco ed ulcera in una mammella, di modo che
Ippia, il primo fu ucciſo in una con ſalì in grande riputazione. Voglioſo
giura, ed il ſecondo, per liberare i però di tornarſene a caſa fece riſve
ſuoi figli caduti nelle mani degli Spar gliare per mezzo della regina nell'
tani, i quali erano venuti in ſoccor animo di Dario il penſiero della con
- E 2 quiſta
36 -

quiſta della Grecia , dimoſtrandone re cominciano ſolamente intorno a .


la facilità dell'impreſa , e la gloria queſti tempi a far qualche figura nel -
che ne verrebbe al re; ed egli ſteſſo la ſtoria Greca; le facili conquiſte e
sì offrì per guida di quei che il re che fece dapprima la poderoſa oſte
vorrebbe mandaue come eſploratori. Perſiana ; e finalmente la totale ſcon
Diffatti furono ſubito alleſtite in Si fitta che gli Atenieſi ſotto la condot
done due galee per condurre un nu ta di Milziade le diedero poche mi -
mero ſcelto di Perſiani, ed una terza glia lontano da Atene, ne' campi di
carica di prezioſi doni deſtinati per i Maratona. Dario intanto , mentre e
parenti del bravo medico , il quale facea fare in tutto il ſuo immenſo im
toſto fece mettere alla vela. Ma De pero i più ſtrepitoſi preparativi per
mocede, approdato che fu a Taren rinnovare la guerra, e vendicare la
to, trovò modo di fuggirſene, ed i onta ricevuta a Maratona , improv
Perſiani che l'aveano accompagna viſamente ſe ne morì , laſciando il
to, dovettero tornarſene indietro col ſuo figlio Serſe per ſucceſſore nel re
le trombe nel ſacco . Ma la princi gno, e nell'odio contro gli Atenie
pale, e più proſſima cagione della . ſi. Si accefe diffatti la ſeconda guer
prima guerra Perſiana fu la ribellio ra Perſiana con molto maggior fuo
ne di Mileto e di tutta la Gionia , co della prima; ma la Grecia aveva
e il ſoccorſo che a queſti ribelli pre allora un Temiſtocle per opporre all'
ſtarono gli Atenieſi. La ſollevazione impetuoſo torrente, che minacciava
della Gionia fu facilmente ſedata da di ſubiſſarla. La famoſa battaglia di
generali Perſiani ; ma Dario arſe di Salamina portò al ſuo apice la gloria
sì fiero sdegno contro gli Atenieſi, di Atene, ed obbligò Serſe con ver
i quali avean dato ſoccorſo ai ribel gognoſa fuga a ritornarſene ne' ſuoi
li , che giurò ſolennemente di farne ſtati . Il noſtro Sig. Denina non ha
vendetta, ed impoſe ad uno de'ſuoi certamente dovuto gran fatto ſtenta
ſervi, che ogni giorno doveſſe ripe re per farci i ritratti de'Milziadi ,
tergli ad alta voce; ſire, ricordate de' Cimoni, degli Ariſtidi, de' Te
vi degli Atenieſi . Dopo di avere il miſtocli, e degli altri eroi, che figu
Sig, Denina diſtintamente ſvolte tutte rarono in queſta luminoſa epoca di
queſte remote , e proſſime cagioni Atene, avendo ſi diffuſamente parla
della prima guerra che i Perſiani moſ to di eſſi , e delle loro memorande »
ſero ai Greci, e nominatamente agli geſta tutti gli ſcrittori delle coſe gre
Atenieſi , egli paſſa a deſcriverne i che. Gli altri avvenimenti di queſta
vari eventi ; cioè le ſingolari am guerra, come la vittoria riportata a
baſcierie mandate da Eario in queſt' Platea nella Beozia dall'armata col
occaſione a vari ſtati e principi del legata de' Greci contro Mardonio ge
la Grecia, e fra le altre quella cu nerale de' Perſiani , e la disfatta di
rioſiſſima per le ſue circoſtanze da . una flotta Perſiana preſſo Micale ,
lui ſpedita in Macedonia , i di cui promontorio dell'Aſia per opera di
-- -- - Leu
ieutichidere di Sparta, e di Santip ta la Grecia Cimone figliuolo di Mi
po Atenieſe, ſono deſcritti dal Sig. ziade; e Sparta medeſima così gelo
Donina nel principio del ſeguente lib. ſa del rapido ingrandimento di Ate
VI. Viene dopo ciò in iſcena Pauſa ne, ripoſandoſi ſulla conoſciuta mo
nia, il quale aveva avuto il ſupremo derazione di Cimone, non intralaſciò
comando delle forze greche nella gior veruna occaſione per favorirlo. Dif.
nata di Platea , e che molto credi fatti egli comandò le forze unite de'
to erafi acquiſtato nelle coſe di guer Greci nella Tracia ; ricuperò quivi
ra. Avvezzatoſi egli alla licenza del il Cherſoneſo alla ſua patria , e mol
viver militare, e mal comportando di te ſegnalate vittorie riportò per ma
dover quanto prima, allorchè la guer re e per terra contro i Perſiani, at
ra ſarebbe terminata , ritornare all' taccandoli il primo ne' loro propri ſta
auſtero tenore della vita Spartana, ti . Ma anche egli per le brighe di
cominciò ad aver maneggi con Ser Pericle , e di altri ſuoi rivali , che
ſe, promettendogli di far cadere Spar l'accuſavano di troppa parzialità per
ta, e tutta la Grecia nelle ſue ma gli Spartani, fu coſtretto ad ubbidi
ni. Ma le ſue trame furono ſcoper re alla dura legge dell' Oſtraciſmo .
te, ed egli fece quella fine che ſi E' vero che poco dopo Pericle ſteſſo
meritava. Temiſtocle poco prima per per abbaſſare il credito di altri gene
l' eſoſa jattanza delle ſue prodezze, rali che gli davan'ombra, lo fece ,
e per la ſua ſoſpetta popolarità era richiamare dal ſuo eſilio avanti il
ſtato bandito di Atene per legge di termine prefiſſo di dieci anni . Ma ,
oftraciſmo. Ma i ſuoi nemici, e gli poco potè egli godere di queſto ap
Spartani principalmente, i quali non parente benefizio ricevuto dal ſuo ne.
poteano mai perdonargli di eſſere ſta mico, poichè eſſendo ſtato ſpedito a
ti da lui deluſi nella edificazione del portar ſoccorſo agli Egizi che ſi era
le mura di Atene a cui eſſi ſi oppo no ribellati da Artaſerſe , ſtrada fa
nevano, ſpacciarono di efferſi trova cendo morì di una ferita nell'aſſe
te fra le ſcritture di Pauſania molte diare una piazza dell'iſola di Cipro.
lettere di Temiſtocle che poteano far Mancato Cimone , tutta l'autorità
lo ſoſpetto d'intelligenza con Serſe. del governo Atenieſe parve riunirſi
Temiſtocle non vedendoſi con ciò ſi nel ſolo Pericle, che già più di una
curo neppur nella Grecia , dopo di volta avea ſoverchiato Cimone ſteſ
aver cercato aſilo in vari luoghi , ſo. Egli ſegnalò i principi della ſua
rifugioſi finalmente a Suſa, ove ri amminiſtrazione coll'aſſaltare , e ri
cevette da Artaſerſe , che pochi an durre ſotto il dominio di Atene l'iſo
ni prima era ſucceduto a Serſe , ogni la di Eubea, e quella di Samo. Egli
ſorta di buon trattamento. Bandito è vero però che nella conquiſta di
Temiſtocle, e morto circa quel tem Samo più dell'amor della patria egli
po Ariſtide, cominciò a primeggia aſcoltò l'amore della ſua bella A ſpa
re fra gli Atenieſi, ed anche in tut fia, la quale impegnollo a ſoſtenere
gli
38
gli intereſſi di Mileto ſua patria, ch' 1a ſorte di ammirare le ſingolari vir
era in diſcordia con Samo. Termina tù di un tanto Principe, e della Prin
il Sig. Denina queſto VI. libro della cipeſſa ſua Spoſa, poſſiamo aſſicura
ſua Iſtoria, coll'eſporre i principi e re, che la dedicatoria lettera è ſcrit
le cagioni della famoſa guerra del ta con tutto lo ſpirito di verità, e
Peloponeſo, che lacerò per tanti an lontaniſſima da ogni adulazione. Que
ni internamente la Grecia, e prepa ſto primo volume contiene cinque a
rolle da lungi le catene di Filippo, diſſertazioni, la prima delle quali ci
e di Roma. L'ambizione della pree dà la deſcrizione di una nuova mac
minenza , di cui Sparta ſin allora - china meteorologica, chiamata dall'
avea goduto, e che Atene comincia Autore Chronyometro , di cui già
va a contraſtarle fu la vera , ed in daſſimo qualche cenno nella noſtra ,
trinſeca ragione di queſta funeſta guer Antologia . La ſeconda è ſopra il
ra , e l'occaſione per iſcoppiare fu modo di dare la vernice alle farfal
ſomminiſtrata da una conteſa inſorta le &c. di cui parleremo parimenti
fra i Corinti , e i Corcireſi, i primi ne' noſtri antologici fogli . La ter
de' quali richieſero di ajuto i Lacede za diſſertazione tratta della ſolu
moni, e i ſecondi gli Atenieſi. (ſa zione del famoſo problema chimi
rà continuato. D - - -
co, cioè di ritrovare l'acido elemen
tare, e primigenio, in cui ſi conver
tano gli acidi tutti; e dopo aver det
M I L A N O. to , che l'eſperienze fin'ora fatte a
-
.
molto poco concorrono a favorire »
l'opinione del celebre Signor Sthaal ,
Opuſcoli Fiſico-Chimici del Cava che riputava l'acido vetriolico eſſe
liere Marſilio Landriani . Milano re l'acido elementare , laſcia poi al
1781. nelle ſtampe di Gaetano Pirola giudicio del Sig. Moſcati, a cui queſt'
7 I. in 8. Art. 1. opuſcolo indirizza , il decidere , ſe
veramente l'acido primigenio ſia il
mofetico, o ſia l'aria fiſſa, come il
Il nome del dotto Sig. Cavaliere noſtro Autore pretende . Ingegnoſiſ
Marſilio Landriani è così chiaro, e ſimi ſono gli eſperimenti , co' quali
benemerito della Fiſica, che già ſi è prova il ſuo aſſunto il Sig. Cavalie
fatto ſuperiore a qualunque lode ; re, mentre da queſti ſi vede, che a
perciò noi giudichiamo, che l'ope unito l'acido vetriolico allo ſpirito di
ra , che annunciamo abbia già con vino rettificato, unito l'acido mari
ſe un gran pregio, quale è quello di no, o il nitroſo (colle note precau
eſſere parto dell'illuſtre Autore . E' zioni, e doſi per evitare le eſploſio
dedicata queſta a S. A. R. il Sere ni, ed altri funeſti accidenti, a qua
niſſimo Ferdinando Arciduca d'Au li un poco pratico oſſervatore può
ſtria &c. , e noi , che quì ebbimo eſſere ſoggetto ) al medeſimo ſpiri
tO 3
- . .. . .. 39
to, unito coll'aceto radicale, l'aci dimoſtrato eſſere tutti gli acidi con
do dell' arſenico, l'acido fosforico, vertibili in aria fiſſa , e queſta eſſe
da tutti ſi dava una porzione di aria ire l' acido univerſale. Noi non poſ.
fiſſa . Traggefi pure queſta dall'aria ſiamo abbaſtanza ammirare l'ingegno
deflogiſticata dal precipitato roſſo ca del noſtro Autore, e ſommamente
vata , o da qualunque altro corpo, commendare le opere ſue . Se però
col fulminarla coll' elettrica ſcintilla, per lodevole eſercizio dobbiamo al
o con il flogiſticarla . Paſſa indi il cuna coſa dire, pare, che ſe viene
noſtro Autore a difendere il ſenti idal Sig. Cavaliere dimoſtrato , che
mento del Sig. Lavoiſier contro il Sig. da qualunque acido, e dall'aria de
Prieſtley , maravigliandoſi di que flogiſticata, mercè le ſuddette opera
ſto dotto Ingleſe, il quale nelle ſue zioni cavaſi dell'aria fiſſa, non ſi
eccellenti oſſervazioni ſu le diverſe poſſa aſſolutamente conchiudere eſſe
ſpecie di aria dice, che nello ſvilup re queſta l'acido univerſale , ed ele
parſi dell'aria deflogiſticata ſi ſvolge mentare, ma bensì, che ritroviſi più,
ſempre una certa porzione di aria fiſ o meno ſparſa in quaſi tutti i corpi,
ſa , mentre che queſta non da altro da quali per cavarla ſiano neceſſari
procede , ſe non da quella porzione più gradi di forze . Imperciocchè
di flogiſto tuttavia aderente alle ſo per dimoſtrare, che veramente que
ſtanze, che forniſcono l'aria defo ſta ſia l'elemento di tutti gli acidi,
giſticata, combinandoſi con eſſa , e e dell'aria deflogiſticata , biſogne
convertendola in aria fiſſa . Quindi rebbe invincibilmente provare, che
conchiude in primo luogo, che l'aria i menſtrui, o gli acidi, de quali ſi
deflogiſticata nel momento , che ſervì il noſtro Sig. Cavaliere foſſero
viene eſpulſa dai corpi capaci a pro puri, puriſſimi, dell'intutto omoge
durla , ſi converte in aria fiſſa , ſe nei, e niente dentro di ſe conteneſ
venga ſorpreſa dal flogiſto nell'atto ſero di acido vetriolico, da cui l'aria
-

della ſua formazione. 2. Che ſicco- fiſſa ſecondo alcuni produceſi, o nien
me dalle eſperienze fatte riſulta, che te d'aria fiſſa per ſe, o niente di approſ
l'acido nitroſo, il vetriolico, il ma ſimanteſi, e che nel mezzo in cui ſi fe
rino, il fosforico, l'arſenicale, uni cero gli eſperimenti , niente vi foſſe
ti a certe terre poſſono cangiarſi in di aria fiſſa preeſiſtente, le quali co
aria deflogiſticata , e queſta ſi può ſe pajonci difficiliſſime ad ottenerſi.
facilmente tramutare in aria fiſſa, o In ſecondo luogo dovrebbe dimoſtrar
ſia in acido mofetico, ed in oltre ſi, che l'aria deflogiſticata, da cui
l'acido dello zuccaro, quello del cre l'aria fiſſa produſſe, foſſe veramente
mor di tartaro, delle formiche, dell' tale, e tutta deflogiſticata , nè ſol
aceto &c. ſono per mezzo del calore tanto una parte di eſſa , ma tutta ,
facilmente convertibili in aria fiſſa , ſi cangi in aria fiſſa col flogiſticarla,
perciò ſembra al noſtro Autore, che ed il flogiſto non precipiti l'aria fiſ
ſi poſſa riguardare, come abbaſtanza fa già preeſiſtente. Finalmente per
deci
i

4o -- -

decidere queſta quiſtione, ci ſembra dante nella noſtra Italia, ed in al


che le eſperienze non ſi dovrebbero tre parti della noſtra Europa , di
fare ſoltanto qui , ma in luoghi di quello poſſa eſſerne qualunque altro;
clima, di temperatura diverſi , non non vi ſarebbe difficoltà a crederſi
ſolamente in vari ſiti della noſtra , allora, che entraſſe più , o meno nel
Europa, ma altresì in vari dell'Aſia, la compoſizione de corpi, e ne in
dell'Africa, dell' America ; poichè veſtiſſe l'aria tenacemente. Noi con
ſiccome non tutti ugualmente abbon fidiamo, che il noſtro dotto Sig. Ca.
dano degli ſteſſi ſali , nè in tutti i valiere, il quale ſappiamo avere pien
luoghi ſono così vicini, e così ſpeſ di Filoſofia la lingua, e il petto, non
ſi i volcani , così l'atmosfera ter avrà a diſcaro queſte noſtre rifleſſio
reſtre deve eſſere diverſamente modi ni, e che confeſſiamo eſſere la qui
ficata. Che ſe alcuno pretendeſſe che ſtione tuttavia delle più ſpinoſe, ſeb
il vetriolo, o altro ſale , il quale o bene meriti eſſo i ringraziamenti dei
abbia molta affinità con queſto, op fiſici, e chimici per le ſue ſcoperte.
pure l'aria mofetica ſia più abbon ( ſarà continuato. ) , º
-

- º

asvasons naso,sonanes nasaas nasaas naswasnes nasº nºnesaesa


Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e
l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,

tº VEºs
e
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-
Num. VI. 1782. Li o. Fsbraro
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4.
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& - - - 9
EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA
-

R O M A .
ſommamente deferenti metallici corpi
ſorbirono certamente una gran por
Memoria fiſica ſopra il fulmine ca zione del fulmineo fuoco. Per mezzo
duto in Roma ſulla caſa dei PP Filip poi de fili di ferro anneſſi alle leve
pini di S. Maria in Vallicella , det de'martelli delle campane queſta di
ta comunemente la Chieſa nuova nel ramazione del torrente fulmineo tro
dì 26 novembre 178 1. eſpoſta dall' vò una facile via per traſmetterſi in
Ab. Filippo Luigi Gilij. Per Perego parte al caſſone ove chiudeſi il mo
ASalvioni nella ſapienza 1782. in 3. vimento dell'orologio, e ad un ban
Si vende dal Sig. Giuſeppe Monal co vicino ove ſtanno ripoſti alcuni
dini al corſo. . ferramenti per uſo dell'ingegnere ,
che ha l'incombenza di accomodar
Ecco un nuovo fatto da aggiunger lo. Diffatti il caſſone trovoſſi aperto
ſi agli altri raccolti ſinora dai fiſici da ogni banda ; il movimento rac
per provare l'eſiſtenza dell'elettrici chiuſovi dentro guaſtato in alcune a
tà fulminea, e l'utilità de condutto ſue parti; e nel banco ove ſtanno i
ri. Il fulmine , che ſi deſcrive in ferri dell'orologiaro, trovoſſi in gran
queſta memoria fiſica del Sig.Ab.Gilij, parte diſtaccato il fondo. Quel ramo
non arrecò gran danni, perchè appun poi principale del fulmine che inve
to trovò nella ſua via un accidental ſtì e ruppe, come ſi diſſe , la baſe di
conduttore, per cui potè diſperderſi un pilaſtro del campanile, potè como
quaſi innocuamente. Deſſo ſi ſcagliò damente trasfonderſi prima in un
alla prima addoſſo un pilaſtro del vicino canale di latta che ſcorre al
campanile, di cui fracaſsò la baſe. diſotto di tutti i tetti di quella parte
Ma fortunatamente il campanile ter º della fabbrica; quindi per mezzo di
mina in una maeſtoſa gabbia, o piut uno de'tubi perpendicolari poſti in
toſto quadripode formato da duplica un cantone di eſſo canale, e dell'ac
ti ricurvi ferri di non tenue groſſez qua piovana che attualmente per que
za, il quale ſerve di ſuſpenſorio al ſto tubo ſcorreva , potè ſgorgare en
le tre campane, e immediatamente tro una ſpecie di ſarcofago collocato
ſotto al ſuddetto quadripode evvi una in uno ſcoperto loggione , e che ſi
loggia ricoperta di piombo . Queſti ſuole riempire d'acqua per mezzo di
- R una
42
una tromba aſpirante ; e finalmente egli eſiggere che noi dobbiamo abbrac
potè finire di diſſiparſi per mezzo di ciare intieramente la ſua deciſione ?
queſta medeſima tromba. Tenne preſº Egli ci dirà forſe di eſaminare le ſue
ſo a poco la medeſima via , e diſ ragioni, e di riſpondere ſe non ci tro
ſipcſſi quaſi nella ſteſſa maniera, ſenz' viam ſoddisfatti . Ma quando anche
arrecar grave danno, un altro fulmine aveſſimo volontà di farlo , la disfida
che cadde ſulla medeſima ehieſa il non ſarebbe da onorato Spagnuolo com'
dì 17. ſettembre dell'anno 174o. Chi egli è;poiche porterebbe che noi doveſ
non vorrà riconoſcere in queſti due ſimo in poche pagine analizar molto to
fulmini l'indole elettrica della mate mi. Che ſe noi ci ſiam permeſſo qual
ria fulminea, e la neceſſità di ben , che rifleſſione nel riferire i volumi
adattati conduttori ? Diaſi adunque precedenti, è ſtato ſolo per impulſo
la dovuta lode al Sig. Ab. Gilij per di patriottiſmo, a cui avendo una .
eſſerſi ſtudiato con queſta ſua anali volta ſoddisfatto in queſta occaſione,
ſi fiſica del fulmine della chieſa nuo non dobbiamo perciò più temere di
va di riſvegliare, e diffondere la co eſſere ſu di ciò tacciati di vizioſa .
gnizione di una sì utile, ed impor indolenza. Ciò che però, ſenza en
tante ſcoperta fra i ſuoi concittadini. trare ne' meriti della cauſa , poſſia
mo e dobbiam dire con tutta verità
G E N O V A . ed ingenuità , e che abbiam già det
to per lo paſſato , ſi è che il Sig.
Saggio ſtorico-Apologetico della let Lampillas ſcrive con eleganza quan
teratura Spagnuola contro le pregiu tunque un pò verboſa ed aſiatica, e
dicate opinioni di alcuni moderni ſcrit ſi moſtra grandemente iſtruito della
tori italiani . Diſſertazioni del Sig. ſtoria letteraria della ſua nazione, e
Ab. D. Saverio Lampillas. Parte II. per uno ſtraniero ſufficientemente ancor
Della letteratura moderna . 7'omo della neſtra. Queſti due volumi pre
III e IV. Preſſo Felice Repetto in ſentano l'apologia della poeſia , e
Canneto 178 1. in 8. del teatro Spagnuolo, e il loro con
fronto colla poesia e col teatro Ita
Non ci ſiam dati gran fretta di liano. La diſſertazione VII., che oc
annunciare queſti due nuovi volumi cupa tutto il tomo III. ha per og
del Saggio ſtorico - apologetico della o getto di dimoſtrare che la nazione
letteratura Spagnuola , perchè ſem Spagnuola nel ſecolo XVI. , e ſul
pre più difficile ci ſi rende il modo di principio del XVII. coltivò la poesia
parlarne in guiſa da render contenti a ſegno di poter gareggiare coll'Ita
e Spagnuoli, e Italiani. Il Sig. Lam lia , e di eſſere ſuperiore a tutte le
pillas ſeguita a fare il confronto de' altre moderne nazioni nel numero e
pregi letterari di queſte due nazioni; merito de'poeti ſuoi. Aggiungono ſin
e certamente egli lo fa , come dee golar pregio a queſto volume le fe
farlo uno Spagnuolo, vale a dire ſem lici traduzioni Italiane fatte dal Sig.
pre in favor della patria ſua . Può Lampillas , e ſchierate alla fine per
modo
- 3
modo di ſaggio, di alcune ſcelte pro
duzioni del Parnaſſo Spagnuolo, o di
alcuni ſquarci di eſſe in ogni genere Storia politica, e letteraria della
di poesìa, tratte da Giovanni Boſcan, Grecia di Carlo Denina Profeſſore -
Garcilaſſo della Vega, Luigi Camoens, emerito di Eloquenza nell'A. 2)niver
Frate Luigi di Leon , Franceſco di ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria,
Figueroa, Lope di Vega &c. L'apo e di belle lettere nella R. Accad. di
logia del teatro Spagnuolo è il ſog Torino, ſocio della R. Accad. di Ma
getto del tomo IV. , e dell'VIII. poli , P A. , ed Accad. Fiorentino.
Diſſertazione. Ognuno ſi figurerà fa 7'omo I e II. AVella ſtamperia Rea
cilmente quanto debba trionfare il le 178 1. in 8. Si vende da fratelli
Sig. Lampillas nel deſcrivere queſta , Reycends, e continueraſſi in Roma a
parte , ch'è veramente la più bril riceverne l'aſſociazioni dalla R. Po
lante della Spagnuola letteratura. Dif. ſta di Torino fino a tutto il venturo
fatti non ſi può negare che il teatro marzo. Art. V. ed ult.
comico del fecondiſſimo Lope di Vega
abbia fatt'epoca nel riſorgimento dell' Avanti di contriſtarci col malinco
arte drammatica; e non ſi può negar nioſo racconto della guerra Pelopo,
neppure che i ſcrittori drammatici del neſiaca il Sig. Denina c'invita nel
le altre nazioni, e fra gli altri Cor libro VII. a trattenerci per qualche
neille e Moliere, i padri e i fonda intervallo a contemplar la Grecia ,
tori del più regolare , e riſpettabil nel ſuo aſpetto più bello e più van
teatro che vi ſia forſe mai ſtato, ab taggioſo. Per quanto ſi ſcorra colla
bian molto profittato della profuſa » memoria lo ſpazio di trenta o qua
ricchezza d'invenzione , come la ranta ſecoli , non ſi troverà certa
chiama il Sig. Lampillas, degli Au mente mai quel paeſe nè più popolo
tori Spagnuoli di drammatici compo ſo, nè più potente, nè più fiorito, nè
nimenti . Ma non ſi dovrebbe forſe più vicino al punto inarrivabile del
anche dire che gli Spagnuoli non ſi la perfezione. Sparta ed Atene ebbe
ſono poi gran fatto avanzati in una ro forſe più combattenti intorno a .
carriera, in cui con tanta lode avean queſt'epoca, di quel che ai tempi di
fatto i primi paſſi, e che quei ſcrit Ageſilao e di Filippo aveſſero citta
tori di altre nazioni che hanno in dini . Le ammirabili legislazioni di
ſeguito profittato delle ricchezze del Licurgo e di Solone, ch'erano in .
loro teatro han forſe fatto ciò che tutto il loro vigore : la ſcienza e ,
facea Virgilio, allorchè cercava l'oro la diſciplina militare che nelle glorio.
in ſtercore Ennii? ſiſſime guerre contro i Perſiani eran
ſalite al più alto grado di perfezio
ne e di onore; le conquiſte, e le o
ricche prede fatte ſopra queſti opu
lenti nemici che avevano accreſciu
to il luſſo , allargato il commercio
F 2 inter
interno ed eſterno, e moltiplicate , L'eſame di tutti queſti ed altri fo.
in conſeguenza le maniere di ſuſſi miglianti oggetti; i ritratti e le no
ſtere; il patriottiſmo che dopo l'eſpul tizie circa la vita di queſti ed altri
ſione de Piſiſtratidi, e degli altri ti tali grandi geni della Grecia; il giu -
ranni aveva acquiſtato la fua mag dizio eſatto delle loro opinioni, de'
gior energia ; ecco quali furono le loro ſiſtemi, e delle loro opere, ſom
principali cagioni della ſtraordinaria miniſtrano al Sig. Denina la copioſa
proſperità , e floridezza della Grecia e dilettevole materia per il VII. libro
in queſti tempi. Quindi i comodi e º di queſta ſua ſtoria, ch'è ſicuramen
i piaceri della vita accreſciuti ne'ci te uno di quei che faranno maggior
bi , nelle veſti, e nelle abitazioni ; onore alla varietà e profondità delle
quindi le belle arti portate quaſi al ſue cognizioni, e al ſuo fimo diſcer
fommo apice della loro perfezione ; nimento. Il libro VIII. che ſiegue,
quindi l'iſtituzione di tanti pubblici e che termina il ſecondo volume, è
giuochi ſolennizzati con tanta pom principalmente deſtinato a defcrivere
pa, quindi l'origine de teatri e della i primi avvenimenti della famoſa guer
poeſia drammatica; quindi infine tan ra del Peloponeſo. I primi a moſtra
te nuove ſcuole di filoſofia e di me - re il viſo furono i Tebani, che mal
dicina , e un fi gran numero d'illu ſopportavano ſoprattutto di veder Pla
ſtri loro coltivatori. Fu in queſti tem tea, città poſta nel ſeno della Beo
pi che fiorì il grande ſcultore Fi zia , confederata e dipendente de
dia, che fu in Grecia a tempi ſuoi, gli Atenieſi . Prima dunque che gli
ciò che fu Michelangelo Buonarotti Atenieſi vi poteſſero mandar preſidio ,
nel rinaſcimento delle arti in Italia; con una banda di lor truppe ſi avan
fu in queſti tempi che lo ſplendore e zarono i Tebani per ſorprender quel
la pompa de' pubblici giuochi , e l' la piazza . Si miſero allora in moto
entuſiaſmo de' Greci per eſſi eccitò tutti gli ſtati della Grecia, e tutti i
Pindaro a cantarne con ſi ſublime ſtile loro alleati per alleſtirſi a queſt'or
i vincitori; queſta fu l'età che vide ribile inteſtina guerra. Sparta ed Ate
naſcere i tre gran poeti tragici della te erano alla teſta de'due partiti; la
Grecia, Eſchilo, Sofocle ed Euripi prima la più potente di tutte le al
de , i quali dagl' informi ſpettacoli tre città della Grecia per terra, e o
plateali di Teſpi loro contemporaneo la ſeconda per mare. Mandarono ca
preſero argomento, e lena per quei vallerìa agli Spartani i Beozi, i Fo
capi d'opera di arte drammatica che ceſi, ei Locreſi ; e i Corinti, i Me
ci han tramandati ; ed in queſto ſe gareſi , i Sicioni , i Pelleneſi , gli
colo viſſero pure Empedocle, Seno Elei, e gli Ambracioti contribuirono
fane, Eraclito, Democrito, Anafſa agli Spartani buon numero di navi .
gora, Erodoto padre della ſtoria gre Gli Atenieſi non ebbero egual biſogno
ca, e quel greco finalmente a cui il di domandar navi ai loro alleati, e fo.
genere umano ha forſe le maggiori lamente ne traſſero alcune poche da
obbligazioni, il gran medico di Coo. Scio, da Corcira, è da Mitilene. I Teſſa
- - a li ,
li , ch'erano confederati degli Ate lo degli affari occorrenti. L'orazion
nieſi, e così i Lariſſei, i Parraſi, i funebre che Tucidide riferiſce come
Farfali, i Cramonj, i Pirasj, i Cir fatta da Pericle in queſta occaſione
roni , e i Ferei, ſomminiſtrarono il ſi cita per uno de più antichi, e si
loro contingente in truppe di terra, de più notabili eſemplari di eloquen
delle quali più abbiſognavano gli Ateº za. Ma gli Atenieſi ebbero nel ſecon
nieſi, e principalmente in cavalleria: do anno di queſta guerra un più or
Pericle, che comandava allora ogni ribil flagello addoſſo, che non fu l'
coſa in Atene, conoſcendo queſta - eſercito de' Peloponnesj. Una crudel
ſuperiorità de'nemici per terra, con peſtilenza , che moſſe , per quanto
ſigliò, e ſtette poi ſempre ſaldo in s” inteſe di poi, dall'Etiopia, e di
queſto ſuo conſiglio, di tenerſi ſem ſceſe nella Libia, nell'Egitto, e nel
plicemente ſulla difenſiva per terra , le provincie ſoggette alla Perſia, ſi
e di mandare intanto poderoſe flotte ſteſe nell' Attica, e ſopra Atene maſ
a depredare, e devaſtare le terre ne ſimamente - La patetica deſcrizione
miche poſte ſul mare . Difatti così di queſto feral morbo che ci laſciò
ſi paſsò la prima campagna; poichè Tucidide , meritò in ſeguito di eſſere
mentre le genti del Peloponeſo ſotto non pur da poeti imitata, ma illu
la condotta di Archidamo re di Spar ſtrata da Galeno lume chiariſſimo del
ta ſi avanzavano con poca oppoſizio la medicina. In mezzo a tanti diſa
ne nell'Attica a dare il guaſto alle ſtri, non compenſati da verun van
terre degli Atenieſi ; le flotte di que taggioſo ſucceſſo, gli Atenieſi ſe la .
ſti, e de loro confederati aſſaltaro preſero con Pericle principale Auto
“no Metone, preſero Fia, cacciarono re di quella guerra , e non ſolo lo
di Egina tutti gli abitanti, mandan depoſero dal generalato, ma lo con
dovi altre genti, e fecero quà e là dannarono ancora ad una ragguar
varie diſceſe, dando il ſacco a quaſi devole multa. Ma inſtabili com'eſſi
tutte le terre degli amici di Sparta. erano , e trovandoſi ancora più mal
Ceſſate poi per la vicinanza dell'in contenti dei generali che ſoſtituirono
verno, e per la ritirata de' Pelopon in ſua vece, andarono ſupplichevol
nesj dall'Attica le oſtilità, Pericle , mente a pregarlo , che voleſſe tor
ebbe da funerali che coſtumavaſi di nare a governarli. Ma Pericle poco
fare a coloro che morivano in guer tempo fopravviſſe al ſuo riſtabilimen
ra, congiuntura opportuna di raffer to , e non ſi ſa nemmeno che coſa
mar gli animi de cittadini, che per in quel breve tempo abbia fatto di
li patiti diſaſtri parevano vacillare. rilevante . Dopo la morte di queſt'
Oltrecchè egli era il più riputato ora uomo , a cui tanto dee la gloria ,
tore dell'età ſua , e il principale º del nome Atenieſe , la principale au
della città come capitano generale, torità nella ſomma del governo di
ſembra probabile ch' egli ſteſſo ſi fa Atene paſsò in Nicia, che non ſolo
ceſſe eleggere a tale uffizio, defide avea gran pratica di affari civili,
rando opportunità di parlare al popo ed era ſtimato uomo aſſai dabbene
1n
46
in tutta la Grecia; ma aveva anco vi avrebbe acconſentito , ed infatti
ra ſotto di Pericle, dati molti ſag era queſto per gli Atenieſi il momen
gi della ſua bravura e prudenza mi to più favorevole di accordarla. Ma
litare . Diffatti nel primo anno del dopo di Pericle, la di cui qualità do
ſuo generalato meſſoſi in mare, con , minante fu certamente l'arte di ben
un'armata di ſeſſanta navi preſe l'iſo dire, era già cominciato in Atene il
la Minoa, battè i Beozja Tanagra, regno degli oratori, e Cleone i pri
e diede il guaſto ai lidi di Locri. I mo ed il più ardito che ſi mentovi
ſuoi luogotenenti non furono meno fra queſti, nemico de Lacedemoni ,
fortunati di lui. Fra queſti Demoſte forſe ſolo perchè Nicia gli amava ,
ne vi ſe gli Ambracioti amici de'La declamò con tanta furia contro qua
cedemoni , e voltatoſi poſcia verſo lunque partito d'accordo ſi propo
la Meſſenia aſſaltò e preſe Pilo, una neſſe , che il negoziato fu ſciolto .
delle porte della Laconia, diſtante a L'aſſedio di Sfatteria intanto tirava
da Sparta non più che 5o miglia (4oo. in lungo, e gli Atenieſi cominciava
ſtadi ) , Pachete altro comandante a no a pentirſi di aver rifiutata la pa
ſubalterno aſſaltò parimenti, e vinſe ce. Gleone per ſoſtenere il ſuo pune
l'armata navale de'Mitileneſi, e pre to non ceſſava di accuſare di traſcu
ſe anche Mitilene capitale dell'iſola ratezza i comandanti dell'armata, a
di Lesbo . Tutti queſti ſiniſtri ſuc ſegno che Nicia annoiato finalmente
ceſſi non potevano eſſere contrabbi dall'impudenza di queſto ciarliere ,
lanciati dalla preſa di Platea , il di quaſi per farſi beffe di lui, fece pro
cui famoſo aſſedio viene deſcritto dal porre che a lui l'impreſa ſi commet
noſtro Autore molto circoſtanziata teſſe. Cleone, benchè niente inten
mente. Gli Efori all'annunzio della . dente di guerra , fu tanto temerario
preſa di Pilo , richiamarono ſubita da accettare l'incarico, e tanto fe.
mente le loro genti ch'erano nell'At lice da riuſcirvi aſſai proſperamente.
tica, e le ſpedirono a ricuperar quel Ed ecco i principali avvenimenti del
la terra. Andati poſcia in perſona a la famoſa guerra Peloponneſiaca , che
eſaminar il ſito, ed oſſervato che la vengono deſcritti dal Sig. Denina nell'
piccola iſola Sfatteria potea molto in VIII. libro . Egli ci ha laſciati in
quietare il preſidio di Pilo, e impe un'epoca troppo intereſſante della ſua
dir ſoprattutto l'introduzione de'vi ſtoria , per non doverne con tanto
veri, mandarono ſubito ad occupar maggiore impazienza deſiderare la
la - Ma un'altra ſconfitta ch'ebbe » continuazione.
poſcia preſſo di Pilo la flotta Sparta
na dalla flotta Atenieſe comandata
da Demoſtene, accrebbe talmente la
coſternazione de Lacedemoni, che -
non oſtante il loro naturale orgoglio
riſolvettero di mandar ambaſciadori in
Atene per implorare la pace. Nicia
- M I L A N O. poſto in libertà e compariſce ei
forma di fiamma, e di calore. Quin
Opuſcoli Fiſco, chimici del Cava di a ſentimento del noſtro Autore ſi
liere Marſilio Landriani . Milano poſſono diſtinguere due ſtati diverſi,
1781. nelle ſtampe di Gaetano Pirola ne'quali il fuoco ſi ritrova, ne'cor
2 1. in 8. Art. 11. ed ult. pi, in uno ſtato cioè di fiſſità, va
le a dire quando è intimamente com
Sella quarta diſſertazione di que binato ne' corpi , ed è una parte e
ſto dotto libro, intitolata del calore integrante, e conſtituente dei mede
latente, il Sig.Cav. Landriani eſpone ſimi , ed in uno ſtato di libertà,
la ſtoria di tutto ciò , che ſi è fin' cioè quando è ſemplicemente aggiun
ora ſcoperto intorno al fuoco, che to, e non combinato con eſſi. Del
eſiſtendo ne'corpi, non dà ſegni eſter primo ſtato ragiona in queſta diſſer
ni di ſua preſenza, e vi aggiunge tazione il noſtro Sig. Cavaliere, e
alcune nuove eſperienze , ed oſſer l'erudizione , le eſperienze le più
vazioni, le quali illuſtrano queſto fingolari , le oſſervazioni le più mi
argomento . In verità , che queſta nute , ed eſatte vi trionfano , co
diſſertazione non può eſſere nè “ficchè chiunque la leggerà dovrà
più intereſſante , nè meglio trattata confeſſare che realmente il fuoco al
di quello la tratti il noſtro Autore ; cune volte eſiſta ne' corpi ſenza da.
imperciocchè incominciando dal ſup re alcun ſegno eſterno di ſua preſen
porre, che ſe le recenti ſcoperte in za, di calore cioè , di eſpanſione »
torno ai differenti fluidi aereiformi &c., la qual coſa ammeſſa, moltiſ
ci hanno all'ultima evidenza dimo ſimi fenomeni, così riguardo a mol
ſtrato, che diverſi fluidi elaſtici poſ. te compoſizioni , e fuſioni metalli
ſono eſſere combinati nei corpi, ſen che, come riguardo al raffreddamen
za dare ſegni di loro eſiſtenza , e , to de'corpi , alla formazione del
queſti , o colla decompoſizione de' ghiaccio, ai diverſi ſtati del termome
corpi, che li contengono, o per iſti tro in queſto immerſo, intorno a qua
molo di fuoco, od altro poſſono eſ li varie, confuſe, ed oſcure erano le
ſere poſti in libertà , e manifeſtarſi opinioni de'fiſici, mercè queſta bel
ſotto diverſe apparenze , non ſarà liſſima ſcoperta , le oſſervazioni ed
difficile l'immaginare, che anche il eſattiſſime moltiplici eſperienze del
fuoco eſiſtere poſſa nei diverſi corpi noſtro Sig. Cavaliere, ſono poſti nel
in uno ſtato di fiſſità, e di intima . ſuo più chiaro , brillante aſpetto .
compoſizione , ſenza che perciò ſia Nella quinta , ed ultima diſſertazio
neceſſario , che dia ſegni eſterni di ne , tratta il noſtro Autore dell'aria
ſua preſenza, i quali però ſi faran deflogiſticata cogli acidi minerali ;
no manifeſti, allora ſoltanto, che a mentre ſebbene già ſi ammetteſſe nell'
ſciolto il fluido igneo dallo ſtato di aria noſtra atmosferica la preſenza ,
combinazione , e di principio viene di un acido nitroſo , debbeſi però
- al
A8
al dotto Sig. Prieſtley la dimoſtrazio ne da tutti, coſicchè il Sig.Prieſtley
ne , che coll'acido nitroſo ſi può medeſimo, a cui il noſtro Autore,
effettivamente formare un'aria reſpi comunicò queſte belliſſime ſperienze
rabile, del tutto ſimile all'atmosfe convenne , che l'acido vetriolico ,
rica , combinando con queſt'acido può tramutarſi in aria reſpirabile. Oh
ogni ſorta di terra . Siccome però ſe la prefiſſa neceſſaria brevità di
il Sig. Prieſtley aſſerì , che queſto queſti fogli non ci obbligaſſe a li
ſolo acido ſia atto alla compoſizio mitarci ne'noſtri eſtratti , avremmo
ne dell'aria deflogiſticata, il Sig. il piacere di dare a noſtri leggitori
Cav. tentò di formarne , e cavarne una ſerie di utili, dilettevoliſſime eſ.
dall'acido vetriolico , dal turbith perienze che un gran lume danno
lavato, e non lavato , dal vetriolo alli fiſici oſſervatori . Confidiamo
lunare, dal vetriolo di zinco, di mar però, che tutti coloro , che legge
te, dall'alume , dal volfram , dal ranno l'opera da noi annunciata,
manganeſe, da alcuni ſali marini me renderanno al Sig. Cavaliere quelle a
tallici , dal ſublimato corroſivo, dal giuſte lodi, che ben ſi merita, e lo
la calce del ſublimato corroſivo ſcom pregheranno con noi di affrettare la
poſto dagli alleati , dalla luna cor ſtampa degli altri ſuoi opuſcoli, che
nea , dai ſali arſenicali, e ne otten anſioſi deſideriamo di leggere.

esºse nasaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaansnaansaesaesaesa
Si diſpenſano da Gregorio Settari Libraio al Corſo a S. Marcello, ea
l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
- - - - -
Num. VII. 1782. Li 16. Febraro

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A . volumi del dizionario di chimica,cheia
ſeguito, eſſendoſi fatto un gran nume
Proſpetto di una traduzione Italia ro di ſcoperte principali, ed intereſ.
ma del dizionario di chimica contenen fanti, ſi vide egli obbligato ad au
te la teoria, e la pratica di queſta mentarlo ſino ad un quarto tomo ,
ſcienza la ſua applicazione alla fiſica, ed a farne ultimamente in Parigi una
all'iſtoria naturale, alla medicina, ed nuova riſtampa in quarto. Queſta è
alle arti che dipendono dalla chi quella, di cui noi ci ſerviremo in
mica, di Monſieur Macquer ſocio dell' queſta edizione, che ſi farà ſotto gli
accademia delle ſcienze e della ſocie auſpici di un celebre Mecenate , e
tà reale di medicina, dottore della fa ſotto la correzione di un dottiſſimo
coltà medica di Parigi, e profeſſore Profeſſore » in modo tale che a ra
di chimica nella ſcuola del regio giar gione ci luſinghiamo, che riuſcirà al
dino. 7 raduzione Italiana dell'Ab.G. maggior ſegno corretta, ed eſatta.
B. Muſante traduttore del ſacro tri Il raffinato guſto del noſtro ſecolo per
bunale della Rota. Coll'aggiunta del le materie filoſofiche, la glorioſa ,
metodo , con cui ſi poſſono leggere i protezione dei principi, il nobile ze
principali articoli di queſto diziona lo di una quantità d'illuſtri amatori 9

rio, come ſe foſſe un trattato ſegui il profondo ſapere, e l'ardore de'no


to; una copioſa tavola delle materie, ſtri chimici moderni, tutto ſembra.
ed un'altra degli Autori . AVella , prometterci un eſito feliciſſimo. L'ope
ſtamperia di Paolo Giunchi 1782.in 8. ra è abbaſtanza nota, il ſuo Autore
-
non lo è niente meno ; onde inutil
,, La chimica è il fondamento delle coſa ſarebbe il volerne e di queſto,
ſcienze mediche , nell'iſteſſa guiſa. e di quella fare l'elogio. La neceſ.
che la geometria lo è delle Matema ſità fece naſcere la chimica; ricevè
tiche . Ben perſuaſo della verità di queſta dalla cupidigia un lento accre
queſto aſſioma Mr. Macquer compo ſcimento, e la Filoſofia a giorni no
ſe da prima gli Elementi di Chimica ſtri và rendendola perfetta, come ,
2 eorica , e gli Elementi di Chimica non potrà negarſi da chiunque abbia
pratica, e di poi diede alla luce i tre letto il preſente dizionario. Queſta
G tra -
5e
traduzione ( a ſolo fine di renderne , Pompeo l'uſcita da quel porto, ten
i tomi alquanto più portatili ) ſi di tò di chiuderne la bocca con due mo
viderà in ſei volumi in 8. di circa li convergenti verſo il porto interio
25. fogli , che coſteranno ai Signori re. Le alghe, delle quali l'Adriati
Aſſociati paoli 5. l' uno ſciolti, re co è abbondantiſſimo , trovando un
ſtando a loro carico le ſpeſe di por appoggio nell'apertura di queſt'an
to, gabelle &c. La nitidezza del ca golo, avrebber toſto compita l'ope
rattere, l'eſatta correzione , e la ra ideata da Ceſare, ſe non ſi foſſe
bontà della carta , delle quali coſe preſo cura di eſpurgare e riaprire di
ne dà un ſaggio il medeſimo manife tempo in tempo quella qualunque co
ſto, accompagneranno queſta edizio municazione rimaſtavi fra il porto ,
ne, che non verrà da noi comincia ed il mare. Ma finalmente la peſte,
ta, ſe non quando ci giunga la no i terremoti, la frequente mutazione
tizia di un numero di Aſſociati, che di dominio, e la lontananza de na
ci cuopra dalle ſpeſe principali. Chi turali padroni fecero talmente tra
ritroverà dieci Aſſociati ſtabili, e fi ſandare la cura di quella ſtretta boc
curi avrà il ſolito vantaggio gratui ca che accecataſi quaſi intieramente,
to di un eſemplare. Le Aſſociazioni in quel porto ſi frequentato antica
ſi riceveranno in Roma da Paolo Giun mente da negozianti , e dove avea
chi Libraro a Ceſarini, e da Filippo no ſtanziato tante numeroſe flotte dai
Meli Chimico al Gambaro; nelle altre tempi de Romani ſino a quei delle a
città d'Italia dai diſpenſatori di que crociate , poterono appena più en
ſto Programma. trare alcune barchette peſcherecce,
ed alcuni miſerabili lontri, non mol
N A P O L I . to diſſimili nella loro ſtruttura , e o
manovra delle canoè de'ſelvaggi Ame
Memoria del riaprimento del porto ricani. A queſto primo danno che a
di Brindiſi ſotto il regno di Ferdi la povera citta di Brindiſi, altre vol
nando IV., del Cavaliere Andrea e te fi florida, dovette ſoffrire, ſi agº
Pigonati . Preſſo Michele Morelli giunſe anche quello dell'infezione e
1781. in 4- - -
dell'aria, cagionata da tre vaſte fe
tidiſſime paludi formateſi in confe
Il famoſo porto di Brindiſi , che guenza, la prima nell'accecata boc
già fu il Breſt , il Portſmouth , il ca, e le altre due nelle eſtremità del
Cadice degli antichi Romani , era le due braccia del porto interiore. Era
caduto per le ingiurie de tempi in riſerbato alle paterne cure del pre
un ſi deplorabile ſtato , che appena ſente regnante delle due Sicilie Fer
più ſi meritava il nome di porto - dinando IV. , fi ben fecondate dallº
La prima epoca della ſua decadenza indefeſſa ed illuminata vigilanza di
dee ripeterſi fin dai tempi di Giulio S. E. il Sig. Marcheſe della Sambuca,
Ceſare, il quale , per impedire a - il por fine a tanti mali di quella de
ſolata
St
ſolata città , e di richiamarla al ſuo che ſcrivere nel loro meſtiere: il ria
antico luſtro . Per ſuo real ordine a primento del porto di Brindiſi a lui
adunque, e ſotto la direzione del ce principalmente affidato , ed il libro
lebre matematico Sig. D. Vito Cara in cui eſſo da lui ſi deſcrive, ne ſo
velli, e dell'ingegnere Sig. Cav. Pi no una ſufficiente pruova. Oltre ai
gonati, il quale ha diſteſa la memo luminoſi principi intorno alla teoria
ria che noi ora annunciamo, ſi ſon de porti, e alla loro coſtruzione e o
colmate quelle mefitiche paludi, e º manutenzione, vi troveranno ancora
per mezzo di un magnifico canale il gl'ingegneri molte coſe da impa
porto interiore , ridotto oramai ad rare circa l'economica eſecuzione di
uno ſtagnante lago, ſi è riunito col ſiffatti lavori, ed i mezzi più adatti
porto eſteriore. Il canale è lungo pal per incoraggire gli operari alla fati
mi 2752., largo dove 2oo. dove 16o. ca , e preſervare la loro ſalute da
e profondo 19. nella marea baſſa . quei danni, che ſogliono apportare
Per difenderlo poi dalle alghe, ſi ſo l'intemperie delle ſtagioni , e l'in
no coſtrutti lateralmente ad eſſo ca ſalubrità de' ſiti ne'quali ſono oc
nale due moli, detti S. Ferdinando, cupati . Nè ſolo le perſone del me
e S. Carlo in onore de nomi de due ſtiere troveranno di che iſtruirſi nel
benefici regnanti, il primo alla dirit la lettura di queſta memoria, ma vi
ta lungo palmi 8oo. e largo 8o., ed troveranno ancora gli eruditi mate
il ſecondo alla ſiniſtra della medeſima ria per loro nelle belle e dotte ricer
larghezza, e lungo palmi 56o. Tut che che ſi premettono ſulle vicende
to il lavoro ha importato ducati Na che in vari tempi ha ſofferto il por
poletani 56758. e ſi è terminato nel to di Brindiſi , e per ſino i fiſici
breve ſpazio di poco più di due an avranno di che deliziarſi in un'ele
ni . I Brindiſini han già cominciato gante lettera dell'Autore al Sig. Ab.
a riſentirne i vantaggioſi effetti, ſia Angelo Vecchj circa il 7’arantiſmo,
nel notabile miglioramento della loro e la ſua mirabile guarigione per mez
ſalute, ſia nel viſibile accreſcimento zo della muſica, ſulla quale l'Auto
del loro commercio, e della loro po re, che ha ſoggiornato ſi ungo tem
polazione. Altro non manca all'in po in Puglia in occaſione de' ſuoi la
tiero adempimento de'loro voti, ſe o vori, ed ha avuto perciò il como
non che di veder dichiarato franco il do di eſaminarne attentamente tutte
loro porto, ed eſſi affidati nell'eſ le circoſtanze, è di parere che non
perimentata bontà de loro amatiſſimi ſi poſſa in verun conto più dubi
ſovrani ſi luſingano di ottenere an tare , -

cor queſto . Ma noi abbiam parlato


ſinora del porto di Brindiſi, e nulla
abbiam detto del libro. Il Sig. Cav.
Pigonati è uno di que pochi archi
tetti che ſanno egualmente operare
BOLO
52
B O L O G N A . tazioni ſopra que mali che ne forma
no gli argomenti, ſcritte con quella
Conſulti medici del Dottor Giaco ſobrietà e ſceltezza di erudizione me
mo Bartolommeo Beccari. 7'omo III. dica, e con quella chiarezza, e non
AVella ſtamperia di S. Tommaſo d'A affettata eleganza di ſtile, che ſi con
quino 178 . in 4. vengono a un medico che vuol ſol
tanto guarire i malati, o convincere
Annunciamo con piacere al pub intorno il proprio parere que medici
blico il deſiderato proſeguimento di che a nome de malati lo conſultano,
un'opera, che intereſſa l' umanità, e non già far vana pompa del ſuo
che onora la dotta Bologna, e che ſapere , e delle ſue cognizioni. Nel
conferma ſempre più la sì bene ſta la II. parte del volume s'incontrano
bilita riputazione del Sig. Dott. Bec alcune ſcritture, e pareri medico-le
cari, che n'è ſtato uno de primi lu gali, riſguardanti per la maggior par
minari. I Conſulti medici , allorchè te vari caſi d'impotenza matrimonia
ſono ſteſi da una mano maeſtra, co le . Fra queſti vi ſono ſei queſtioni
me quella del Sig. Dott. Beccari, e generali ed aſtratte, ſcritte in lati
son quella ſcelta erudizione; e con: no , le quali in una nuova edizione
ſumata prudenza medica, che in lui delle queſtioni medico-legali del claſ
ciaſcun riconobbe, ſono forſe i libri fico Zacchìa , potrebbero ſervire di
più giovevoli ed iſtruttivi per quei un bel ſupplemento. In queſta II. par
ch'eſercitano la difficil arte Ippocra te troveranno anche i fiſici di che ,
tica ; poichè, laddove negli altri s' deliziarſi in un parere intorno al ta
impara ſolamente a curare le malat glio della macchia di Viareggio nello
tìe, in eſſi s'impara propriamente a ſtato di Lucca, in cui coi lumi del
curare i malati, vedendoviſi in qual la più ſana e giudizioſa fiſica ſi ricer
maniera debbano applicarſi ai caſi par cat. Se quel taglio poteſſe in qual
ticolari, ed individuali i precetti ge che modo contribuire alla ſalubrità
nerali dell'arte , e quali avvertenze dell'aria dello ſteſſo Viareggio, con
debbano averſi ſecondo le varie cir taminata da vaſte paludi. 2. Se po
coſtanze . Neſſuno certamente ſi aſ teſſe riuſcire di nocumento all'aria ,
petterà ora che noi ſiam per dare della vicina città di Lucca. Siccome
l'eſtratto de'trenta conſulti italiani, ſiffatte queſtioni ſonoſi ſpeſſe volte e
e de'quindici conſulti latini, che uni ed in vari luoghi agitate, e vanno
tamente alla deſcrizione di una fin tuttora agitandoſi , non diſpiacerà
golar coſtituzione epidemica di Bolo certamente di ſentire ſu di ciò il pa
gna ſi contengono nel volume che rere di un sì rinomato medico fiſico,
annunciamo. Neſſuno parimenti ſi af qual era il Sig. Dott. Beccari, il qua
petterà che noi gli diciamo, perchè le colle più valevoli ragioni, ed au
già dee figurarſelo da ſe ſteſſo i. che torità ſoſtiene che il taglio di quella
queſti conſulti ſono altrettante diſſerº macchia non potea ſennonche nota
- bilmen
S
bilmente bonificare l'aria guaſta e s chi, l'Univerſo a giudicare della piº
corrotta di Viareggio, e che dall'al tà, della Clemenza, e della Benefi
tra parte niente vi era da quel taglio a cenza della defunta Eroina, e rintrac
temere per la ſalubrità dell'aria di ciando tutte queſte ſingolari virtù nel
Lucca. le geſta ſue più luminoſe , ci porge
della medeſima quella nobile giuſta ,
idea, che ſi conviene. Ma ciò che
L U C C A . più di tutto rende degno di lode il
noſtro Autore ſi è che non pago egli
di eſporre con uno ſtile naturalmen
Elogio funebre della S. R. M. di te ſublime le azioni più celebri di
Maria 7’ereſa d'Auſtria & c. del Maria Tereſa, le ſottomette alle ma
Conte Giovanni Fantoni . In Lucca ture rifleſſioni di una giuſta critica,
178 1. preſſo Franceſco Bonſignori con e qual Filoſofo, ed Oratore combinan
approvazione in 4. do felicemente inſieme queſti due º
caratteri , mentre nel ſuo elogio fa
sfoggiare mirabilmente l'Italiana elo
La morte già da un anno ſeguita quenza, compagna vi fa trionfare la
della Imperatrice Maria Tereſa d'Au ſemplice verità . Di buon grado ci
ſtria di ſempre glorioſa rimembranza, diffonderemmo maggiormente a dare
fu un accidente, che animò le pen al pubblico un più minuto ſaggio di
ne più ſcelte della noſtra Italia ad queſto elogio, ma laſceremo, che ſe ne
eternar la memoria di una regnante, guſti in fonte tutta la ſua eccellen
che è ſtata la gloria dell'età noſtra , za, e rinnovando al ch. Sig. Conte
e che formerà ſempre una parte in Fantoni le meritate lodi per queſto
tereſſante ne' faſti dell' univerſo. Sa ſuo ſingolar lavoro, deſideriamo con
rebbe ſtata un'impreſa troppo ardua anſietà che ci onori ſpeſſo con nuo
ſe aveſſimo voluto inſerire gli eſtrat ve, ed egualmente belle produzio
ti di tanti elogj, che dà molti feli Ill -

ci ingegni Italiani ſono ſtati colle ,


ſtampe pubblicati, e che hanno me
ritata l'approvazione della letteraria M O D E N A .
repubblica. Egual ſilenzio peraltro non
ci permette di oſſervare il Sig. Con
te Giovanni Fantoni , del quale an Proſe , e poeſie degli Accademici
nunciamo al pubblico un elogio da Ducali Diſſonanti di Modena recita
to non ha molto alla luce . Lungi te nella ſolenne adunanza tenuta a
egli da quella ampolloſa eloquenza, XV di dicembre 178o. per celebra
e da quella affettata adulazione, che re il compimento del primo ſecolo dell'
ſuol eſſere il corredo di ſimili pro Accademia , e l'avvenimento al tro
duzioni, invita i ſudditi, i Monar no del ſereniſſimo Ercole III. Duca
di
di Modena, Reggio , Mirandola e la naſcita di queſta letteraria adu
cº-c. Per gli eredi di Bartolommeo So nanza i nomi di un Caſtelvetro , e
tiani ſtampatori ducali. 1781. in 4. di un Molza. Ma mal corriſpoſe la
fine a ſi bei cominciamenti ; poichè
Dee certamente diſtinguerſi fra le le gare inſorte fra alcuni Accademi
altre una raccolta accademica di pro ci, e molto più alcuni ſoſpetti d'ir
ſe, e poeſie che han per oggetto di religione induſſero il Duca Ercole II.a
celebrare l'anno ſecolare di una del ſaggiamente vietarne qualunque adu
le più rinomate noſtre Accademie let nanza. Luigi Boſchetti in un'età quaſi
terarie, e l'avvenimento al trono di ancor fanciulleſca,Cammillo Coccapa
un principe diſcendente da quei , ni, e il Conte Sertorio Sertorio rinno
nelle corti de quali viſſero l'Omero varono poſcia con più fauſto eſito que
e il Virgilio d'Italia, l'Arioſto, ed il ſti congreſſi letterari nelle loro caſe.
Taſſo. Diffatti baſterà dire che ſi dà In appreſſo il Principe Alfonſo , fi
principio a queſta raccolta con un' glio del Duca Ceſare, prima di ab
orazione del celeberrimo Sig. Cava bandonare il mondo per ritirarſi in
liere Abate Tiraboſchi. La celebra un chioſtro, fu anche egli colto e -
zione dell'anno ſecolare de'Diſſonan ſplendido Mecenate di ogni ſorta di
ti di Modena ſomminiſtrava in ve letteratura, e volſe ancora il pen
ro un troppo bell'argomento al Sig.Bi ſiero a rinnovare le Accademiche ,
bliotecario per fare una nuova ſcor adunanze. Molto più dovette avva
fa in quella provincia di filologia , lorarſi l'idea di riſtabilire, e fomen
ch'egli ſembra eſſerſi fatta in certo tare ſiffatte poetiche Accademie ſotto
modo tutta ſua , cioè della ſtoria - il ſeguente Duca Franceſco I., allor
1etteraria d'Italia da lui cotanto il quando l'autorità ſovrana ſi vide ſuc
luftrata. Egli prende adunque oppor ceſſivamente affidata a due de' più il
tuna occaſione dal compimento del luſtri poeti, che aveſſe allora l'Ita
primo ſecolo dell'Accademia de'Diſſo lia , cioè al Conte Fulvio Teſti, e
manti di teſſere brevemente la ſtoria al Conte Girolamo Graziani ; ma i
delle letterarie adunanze formateſi in difaſtroſi tempi, che allora correvano,
Modena da tre ſecoli in quà, cioè non permiſero di venire ad una ſta.
quaſi fin da quando cominciò a ſpun bile eſecuzione . Con queſta breve
tare la prima aurora del riſorgimen ſtoria delle più vecchie poetiche Ac
to della noſtra letteratura . Panfilo cademie di Modena ci conduce il Sig.
Saffi, poeta poco or conoſciuto, git Cav. Tiraboſchi paſſo paſſo fino a
tò le fondamenta della prima Acca quella de'Diſſonanti, che per dura
dermia letteraria di Modena ; e due ta, e per fama ſuperò tutte le altre.
ſuoi troitori, cioè Giovanni Grillen Fu deſſa fondata ſotto il Duca Fran
zone, e Filippo Valentini le diedero ceſco II. da Dario Sangiovanni; con
poi una migliore, e più ſtabile for tò probabilmente fra i primi ſuoi fi
ma. Baſterebbono a rendere illuſtre gli un Cantelli, un Ramazzini, un
-
Torti ,
55
Torti , un Corradi di Auſtria , ed mendatario di S. Maria di Coſa nuo
altri tali uomini che allora fioriva va. Parte II e III. Dalla ſtamperia
no in Modena ; e crebbe poi talmen d' Ignazio Soffietti 1781. in 3.
te la ſua fama che oltre all'eſſer di -

,
venuta madre di altre Accademie in
Modena ſteſſa, l'Accademia Meſſine Sin dal ſettembre del 178o. annun
ſe domandò d'incorporarſi con lei, ciammo coi dovuti elogi la I, parte
ed il celebre Saneſe Girolamo Gigli di queſt'Etica dimoſtrativa del P.
ſcriſſe al Muratori di non temere di Morando delle ſcuole pie , la quale
aver contro di ſe l' Accademia della trattava de' doveri dell'uomo verſo
Cruſca , quando aveſſe in favor ſuo Dio. Se il merito delle opere rego
il giudizio di quella de' Diſſonanti. laſſe ſempre l'ordine con cui eſſe ,
Sarà dunque facile a ciaſcuno il fi compariſcono in queſti noſtri fogli,
gurarſi con qual divite vena una ſi il e non foſſimo troppo ſpeſſo obbligati
luſtre e ſi antica accademia, raduna da ſtraniere ſollicitazioni a deviare »
taſi in ſi belle occaſioni, abbia fatto da queſto ragionevol ſiſtema , già
ſcorrere il più puro e delizioſo liquo da gran tempo, cioè ſin da quando
re di Pindo . Diffatti vi s'incontra capitarono nelle noſtre mani ſarebbe,
no compoſizioni poetiche in quaſi no ſtate anche annunciate le altre a
tutti i metri , e in quaſi tutte le , due parti le quali, trattando de'do
lingue colte ; poichè oltre alle molte veri dell'uomo verſo ſe ſteſſo, e de'
italiane ve ne ſono ancora parec doveri dell'uomo verſo i ſuoi ſimili
chie in idioma latino, e perſino una formano il compimento di un'opera
infranceſe ed un'altra in greco; e , ſi bene incominciata. Proſegue in .
tutte ſi ſaporite e ſi belle, che non eſſe il dotto Autore a dimoſtrare, e
ſappiamo a quale dar la preferenza, concatenare con metodo Wolffiano
per quì inſerirla a modo di ſaggio, le fondamentali verità morali riſguar
ſecondo il noſtro ſtile. danti queſte due claſſi di doveri, aſ
ſociandovi alcune più importanti ve
rità rivelate, non già per diſcoprir.
le per mezzo della ragione , poichè
T O R I N O. a queſto la ragione è certamente in
ſufficiente , ma ſolo per dimoſtrare
che le medeſime non ſono in veruna
L' uomo guidato dalla ragione : guiſa alla ragione ripugnanti, ed an
Etica dimoſtrativa di Gaſpare Moran zi dalla medeſima approvate . Così
do d'Oneglia Chierico Regolare del per eſ. nella II. Parte ſi fa vedere ,
le ſcuole Pie, regio profeſſore di filo nel capitolo XI. che la ragione ci
ſofia a S. Eminenza il Sig. Cardinale dimoſtra che lo ſtato di celibe non ,
Carlo Giuſeppe Filippo di Martinia ripugna alla natura, e ch'è van
ma Veſcovo di Vercelli, Abate Com taggioſo alla ſocietà ed alla Religio
mº;
56
me; nel capitolo III. della parte III. portarci verſo i nemici: ci fa vedere
che la ragione ci dimoſtra la neceſ. i vantaggi che da medeſimi ci ridon
ſità della gerarchia eccleſiaſtica e la dano; e c'inſegna l'arte di render
di lei autorità ; nel ſeguente che , celi amici e c. Qual più ſublime oc
la ragione ci dimoſtra l'utilità della cupazione per un filoſofo criſtiano
ſocietà Cenobitica o clauſtrale, e i rap. che quella di far vedere il pieno con
porti degl'individui che la compon ſenſo della ragione colla religione ,
gono ; nel capitolo XIV. che la ra e dimoſtrare l'inſufficienza di quella
gione ci dimoſtra come dobbiam di e la neceſſità di queſta ?

e Se/o Asen e Eneſe ha genea neaSenagenºvese ne sºnº negones e Sea, Nºnes aegeaaS a

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.

- -
Num. VIII. 1782. Li 23. Febraro

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R G M A. cioè di quella Curia che abbraccia ,


tutto l'orbe cattolico , ma di qua
Pratica della Curia Romana , che lunque altro più ignobile e limitato
comprende la giuriſdizione de tribu foro. Non mancavano, è vero, nè
mali di Roma e dello ſtato, e l'ordi potevan mancare molti libri ſcritti ſu
ne giudiziario che in eſſi ſi oſſerva : di queſto argomento; ma ſe ne deſi
con una raccolta di coſtituzioni , e derava ancor uno , il quale in bre
ditti, riforme , regiudicate, e de ve volume, con naturalezza di me -
creti di c., che hanno o variata o ſta todo, e chiarezza di ſtile inſegnaſſe
bilita la giuriſdizione e la pratica » ſenza ciarlataneria , e ſenza miſtero
de'tribunali . Nella Stamperia di ciò che vi era di più neceſſario ed
Giovanni Zempel 178 I. in 8. Si ven importante a ſaperſi intorno a queſto
de nel Caffè a Monte Citorio ineontro punto. Pareva anche a deſiderarſi che
la miſſione, ed ivi ſi prendono anco un ſiffatto libro foſſe ſcritto in idio
ra le aſſociazioni per l'appendice , ma italiano , perchè anche gl'illite
che preſto ſarà pubblicata. rati, o per ſemplice curioſità, o per
biſogno di liti, poteſſero profittarne.
Appartiene allo ſtudio della poli A tutte queſte condizioni ha ſoddiſ
tica e delle nazioni, ed in conſeguen fatto pienamente il Sig. Ab. Villetti,
za alla letteratura, la cognizione dell' che ſappiamo eſſere l'autore di que
amminiſtrazione della giuſtizia civile ſto libro , benchè egli per modeſtia
e criminale di un qualunque ſtato , non ſiaſi nominato , ſiccome ha co
de' magiſtrati a quali eſſa è affidata, ſtantemente praticato in altri elegan
della maniera in cui fra queſti è di - ti e dotti opuſcoli di vario argomen
ſtribuita, e delle procedure infine per to da lui dati alla luce . Non per
le quali eſſa giugne al ſuo fine. Que mettendoci veruna ſpecie di eſtratto
ſto rifleſſo ſarebbe ſufficiente a render la natura ſteſſa della materia che ſi
da noi commendabile e degniſſimo di tratta in queſto libro, ci contentere
eſſer da noi annunciato e riferito il mo di dire, che l'A. divide tutti i
libro, che abbiamo ora per le mani, tribunali di Roma in quattro claſſi,
quando anche non ſi trattaſſe in eſſo cioè in ordinari, in quei di appella
della pratica della Curia Romana , zione e ricorſo, in tribunali di ma
terie
58 -

terie particolari, ed in tribunali ſu ſione il Sig. Ab. Villetti paſſa a di


periori. Egli comprende nella prima ſcorrere partitamente di ciaſcuno di
claſſe i tribunali dell' Oditor della Ca queſti tribunali in iſpecie, dimoſtran
mera, di Campidoglio, del Cardinal done la giuriſdizione, la natura del
Vicario, e di Monſignor Governato le cauſe, che dinanzi ad eſſi poſſono
re. Novera nella ſeconda, general o debbono portarſi , e le procedure
mente parlando, la Ruota, e i Giu infine colle quali queſte cauſe deg
dici Commiſſari. Si è detto general giono eſſere attitate; uſando in tut
mente parlando, perchè oltre di que to ciò una tal chiarezza, e preciſio
ſti generali tribunali di appellazione ne, che il praticante del foro viene
ve ne ſono altri per cauſe particola da lui quaſi guidato per mano nell'
ri, come ſarebbero la piena Camera eſercizio della ſua profeſſione.
per gli affari ſpettanti al tribunal del
la Camera , l'aſſettamento in Cam F E R M O .
pidoglio riguardo alle cauſe della Cu
ria Capitolina cò c. La terza claſſe , De' primi abitatori del Piceno,
cioè de'tribunali riſguardanti le ma Diſſertazione di Giuſeppe Colucci -
terie particolari, è la più numeroſa. Per Giuſeppe Aleſſandro Paccaſaſſi
A queſta ſi riducono i tribunali del 178 I. in 4.
la Camera, del Buon Governo, dell'
Agricoltura, delle Acque, e della . Il Sig. Gluſeppe Colucci, che già
Conſulta , le Congregazioni del Con ci ha dato altre prove del lodevole
cilio, de' Veſcovi, e Regolari , e , impegno ch' egli ha d'illuſtrare le a
dell'Immunità ; i tribunali del S. Zºf antichità patrie, e della erudizione
fizio, della Fabbrica di S. Pietro, e ond'egli è fornito per riuſcirvi, pren
del Maggiorduomo , la Dataria A de a dilucidare, per quanto può eſſer
poſtolica , il tribunale del Cardinal permeſſo, in queſta diſſertazione l'o
Decano, la Congregazione Laureta ſcuriſſimo punto de primi abitatori del
na, e la Congregazione di Avigno Piceno, di cui avea già dato, ben
ne ; a cui poſſono annetterſi ancora - chè ſol di paſſaggio, qualche cenno
alcune altre Congregazioni, e Segre nella ſua Cupra Marittima, che noi
tarie, che hanno particolari ingeren riferimmo al num. XLIV. di queſte »
ze, come ſarebbero le Congregazio noſtre Efemeridi dell'anno 1779. Fon
ni de' Riti, di Propaganda, delle , dato egli adunque ſopra alcuni paſſi
Indulgenze, della Viſita, dell'Indi di Plinio , ſi ſtudia di attribuir queſt'
ce ; e le due Segretarìe de' Brevi e onore ai Siculi, antichiſſimi popola
de' Memoriali . Finalmente ſotto la tori d'Italia, e poſcia della Sicilia,
quarta claſſe di tribunali ſuperiori prima detta Trinacria, e che da lo
vengono conſiderati i tre tribunali del ro Sicilia fu detta. Riſponde poi alle
la Segnatura di Grazia, della Segna ragioni, ed autorità che ſono allegate
tura di Giuſtizia, e dell' Oditor del dal Bardetti per far venire queſti Si
Papa. Dopo di queſta general divi. culi, ſiccome tutti gli altri popola
tOr1
59
tori d'Italia dalla Liguria Circumpa tutte nelle buone ed utili lettere, e
dana, e porta le ſue ragioni, e le nell'illuſtrare le patrie antichità; e
ſue autorità per farli piuttoſto veni per dire in ſeguito con lui , che a
ra dalla Grecia per mare. Finalmen trattandoſi di materie affatto conget
te ſi ſtudia perſino di fiſſare il tem turali, ognuno è padrone di propor
po del loro arrivo ne' lidi Piceni, e re le ſue congetture, purchè lo fac
ſi perſuade di non poter andar mol cia con quella riſerva, con cui l'ha
to errato , ſtabilendolo circa 9oo. fatto il Sig. Colucci, e purchè non a
anni prima della fondazione di Roma. pretenda che niuno penſar debba di
Diffatti Dioniſio d'Alicarnaſſo alla , verſamente.
fine del libro I. dice : Zºrbem Roma
nam primi poſt hominum memoriam te. C E S E N A,
nuerunt barbari quidam indigena Si
culi dicti . His pulſis , Aborigenes Catalogas codicum manuſcriptorum
eum locum occupaverunt: primi cum Malateſtiana Caſenatis bibliotheca
eis ſedes conjunxerunt Pelaſgi, gens Fratrum Minorum Conventualium a
vaga. Poſt Pelaſgos Arcades & c. Se fidei, cuſtodiaque concredita , hiſto
dunque l'arrivo de' Pelaſgi in Italia rica prafatione, variiſque adnotatio
ſi fiſſa comunemente nell'anno 734. nibus illuſtratus , auctore foſepho
avanti Roma, e ſe gli Aborigeni fu Maria Mucciolo eiuſdem ordinis Fra
rono anteriori ai Pelaſgi , e i Sicu tre, 6 Aavennatis canobii alumno:
li agli uni, e agli altri nel poſſeſſo accedunt complura ex eiuſdem biblio
delle terre Latine, forz'è confeſſare theca codicibus prompta , qua vel
che i Siculi, molto prima dell'anno lucem nondum adſpexerunt , vel in
734.avanti Roma, foſſero già padroni multam lectorum utilitatem cedere ,
di quelle terre, che non furono ol poſſunt. Tomas primus. Caſena 178o.
tre a ciò le prime , ma piuttoſto le typis Gregorii Blaſinii; in fol.
ultime ad eſſer da loro occupate. Ec
co le principali coſe, che con iſcel Un catalogo di codici mſs. conſer
ta erudizione, e con ottimo ſtile ſi vati nella città di Ceſena, non do
prendono a provare in queſta diſſer vea ad altri dedicarſi, che al magna
tazione , fatta dall'A per eſſere let nimo PIO VI., che in quella città
ta in un'adunanza degli accademici ebbe già i ſuoi glorioſi natali. Trat
Erranti di Fermo. Ci ſerviremo del tandoſi di una biblioteca eretta dal
le eſpreſſioni medeſime, che ſi leggo grandioſo genio di Domenico Mala
no nelle due lettere del celebre Sig. teſta Novello figliuolo di Pandolfo Si
Annibale Olivieri al N. A. le quali gnore di Ceſena, doveaſi al catalo
ſi premettono a queſta diſſertazione, go premettere una qualche iſtoria del
per rallegrarci in primo luogo di cuo la celebre famiglia de' Malateſti , e
re, che nello Stato del Papa ſieno in dell'eroe, che con tale impreſa emu
oggi le accademie, poſtergate affatto lò le glorie di Tolomeo Filadelfo in
le inezie del paſſato ſecolo, occupate Egitto , di Piſiſtrato in Atene , di
H 2 , Augu
6o
Auguſto , e di Trajano in Roma. Que cui ſi debbe la fondazione della bi
ſte ed altre coſe tali ſono pertanto l' blioteca Ceſenate, di cui parliamo -
argomento dell'erudita prefazione, la Reca quivi il noſtro Autore altri mo
voro dell'autore medeſimo del cato numenti di queſta famiglia, che an
logo , d'un cittadino dell'illuſtre ter cora ſuſſiſtono in Verucchio, in Ron
ra di Sant'Arcangelo nella dioceſi cofreddo, in Sant'Arcangelo , e in
di Rimino, e d'un Religioſo Conven Rimino; ma noi non ci fermeremo,
tuale, del dotto Padre Maeſtro Giu che nel noſtro Malateſta Novello, in
ſeppe M. Muccioli. La famiglia Ma cui , come negli altri fuoi fratelli ,
lateſta pertanto, che cominciò a ren s'eſtinſe il ramo principale di queſta
derſi celebre nel ſecolo XIII. col ſe potente famiglia, e che fu per con
gnalarſi nelle fazioni civili, col farſi ſeguenza il quarto, ed ultimo Signo
alla teſta di picciole armate , e col re di Cesena. Di queſto ci dà il no
conſeguire in ſeguito città e paeſi dal ſtro Autore in fronte alla prefazione
la ſanta ſede in vicariato , ebbe la un ritratto al naturale, deſunto da -
ſua origine da Verucchio, terra , un'antica copia, e quindi ci reca il
nobile della diocefi Rimineſe; nè ven ſuo teſtamento, per l'avanti inedito,
ne già dalla Germania, come molti e due bolle puranche di Niccolò V.
ſcrittori ſenza verun fondamento aſ la prima delle quali era pure inedi
ſerirono. Il noſtro Autore al contra ta; dalle quali coſe, come dall'ora
rio reca ogni ſorte di documenti per zione funebre recitata da Franceſco
comprovare queſta ſtorica verità. A c. Vberti Ceſenate nella morte di que
cennate le private azioni di queſta , ſto principe, e da altri monumenti,
famiglia, la moſtra diſceſa in Rimi che accenneremo in appreſſo, ſi de
no , e fatta patrizia di quella città duce lungi da ogni equivoco , che
ſin dall'anno ra 29., e moſtra, co Domenico Malateſta Novello, e non
me l'anno 1282. fu un Malateſta po Sigiſmondo ſuo fratello maggiore, nè
ſto al dominio della città di Rimino Andrea ſecondo Signore di Ceſena,
da Martino IV. , ſiccome adduce » come altri penſarono, fu il fondato
altre conferme di queſto dominio fat re di queſta biblioteca . La celebri
te ad eſſo, ed ai ſucceſſori dai ſuſ tà di queſta biblioteca pertanto in
ſeguenti Pontefici. Mentre che Ga- - vitò molti letterati a viſitarla , e a
leotto Malateſta ſtava al governo di deſcriverla onorificamente. Paolo Ma
Rimino, conſeguì anche quello di Ce nuzio ſi trattenne molto tempo nella
ſena , e l'ottenne l'anno 1378. per medeſima, così il P. Mabillon , e ,
conceſſione di Vrbano VI. Succeſſe poi Monſignor Luca Olftenio , per non
a Galeotto, Andrea, indi Pandolfo ſuo parlare di Monfig. Domenico Manſi
fratello, e perfine Domenico, detto Arciveſcovo di Lucca, e del famoſo
anche Malateſta Novello, che fu uno Sig. Abate Zaccaria, che in parte la
de tre figli illegittimi del nominato illuſtrarono con qualche foggia di ca
Pandolfo, poſcia legittimati da Mar tologo, come vedremo. Di queſti,
tino V., e che è appunto quello , a e di altri molti ſcrittori ſi recano in
tl Il
6I
un capitolo a parte; e in fondo an te. Ma veniamo al catalogo de'co
che al volume alcune onorifiche teſti dici, che ora in detta biblioteca ſi
monianze ſulla ſteſſa biblioteca. Ci dà conſervano. Siccome la biblioteca è
in ſeguito il noſtro Autore una deſcri diviſa in due rami di plutei, così il
zione materiale del vaſo della biblio noſtro Autore prende ora a deſcrive
teca, di cui fu architetto Matteo Nu re in queſto primo volume il ſolo de
ti di Fano, come da un'iſcrizione ſtro lato della biblioteca ſteſſa, ed i
ivi poſta l'anno 1452. è manifeſto. codici, che qui vi s'incontrano. Sic
Così ci reca ancora la deſcrizione come poi ſono XXIX. i plutei di que
de vari ſtemmi Malateſtiani, ci par ſto deſtro lato, così in tre parti di
la dell'effigie già indicata del noſtro vide il noſtro Autore queſto primo
Principe, e ci riporta le epigrafi eſ volume. Eſauriſce nella prima parte
primenti il ſuo nome, le quali ivi ſi i primi XIII. plutei, dei quali i pri
hanno , e che ſempre più depongono mi due, tralaſciati i libri ſtampati,
della ſua fondazione per conto della contengono diverſe opere mſſ. di au
biblioteca. Si termina per fine la pre tori Ceſenati, cioè di Franceſco, di
fazione, che è diviſa in cinque ca Quintiliano, e di Grazioſo Vberti ,
pi, coll'addurre i monumenti, e le di Dario Tiberto, e di Celſo Roſi
teſtimonianze ſpettanti alle lodi di Ma ni; gli altri poi fono codici biblici,
lateſta Novello. Fra i primi pertan ed opere di Santi Padri . Nella ſe
to hanno luogo il fuocpitafio, e la conda parte ſi dilucidano i codici di
ſua medaglia. Fra le ſeconde ſi ve XIII. altri plutei ſucceſſivi, e queſti
dono de ſquarci della cronica di Ce - ſono per lo più di autori teologi ſco.
fena , e dell'accennata funebre ora lattici, di fiſici, e di medici antichi.
zione di Franceſco Vberti , alcuni Si ſono riſervati per la terza parte i
verſi Latini del medeſimo, alcuni pez III. rimanenti plutei del deſtro lato;
zi di proſa, e di verſi di Franceſco che contengono opere Greche di De
Filelfo, che gli dedicò la vita di Gal moſtene, d'Omero , d' Ariſtide, di
ba ſcritta da Plutarco, e da lui in . Senofonte, di Platone, di San Gre
Latino tradotta , e finalmente, per gorio Nazianzeno, di S. Baſilio, ed
tralaſciar altre coſe meno ſignifican º anche di liturgia eccleſiaſtica. Que
ti, l'intera prefazione di Giovanni ſti codici per altro di poco precedo
Marcanova celebre profeſſore in Pa no l'arte della ſtampa, o fono ad eſſa
dova , da lui diretta allo ſteſſo Prin anche contemporanei . Il codice più
cipe, e premeſſa alla ſua raccolta d' antico appartiene al ſecolo XI., e ,
antiche iſcrizioni, della quale un bel contiene le etimologie di Iſidoro Ve
codice mſ ſi conſerva per legato dell' ſcovo di Siviglia. Terminato pertan
illuſtre Mureto nella biblioteca del to l'indice de'codici mſſ. ci dà il no
Collegio Romano, che ſarà forſe lo ſtro Autore il catalogo di alcune ope
ſteſſo originale offerto al Mecenate, re ſtampate di Autori Ceſenati, e da
e che fors'anche ſarà ſtato una vol queſto prende occaſione di teſſere an
ta una parte della biblioteca Ceſena che un elenco di tutti gli altri ſcrit
tori
62
tori di quella città, il quale però ſi degl' indici di queſta biblioteca, com
eſtende ſino agli ultimamente defun pilati dai due ſcrittori di ſopra accen
ti. A queſto catologo ſuccedono al nati Manſi, e Zaccaria, ma ſolo in
cune coſe inedite, o per altro capo quella parte, che concerne il conte
giovevoli, che ſi hanno in queſti co nuto di queſto primo volume. Il re
dici Malateſtiani , e che ora prima ſto ſi darà nel ſecondo volume, ove
mente ſi producono . Notiamone al vi ſaranno pure altri due indici inte
cune . Vi ha quì dunque la vita di ri, cioè quello del Montfaucon, ed
Franceſco Vberti poeta , ed oratore uno inedito del P. Angelo Giuliani
Ceſenate ſcritta da un nobile ſuo con Domenicano . Non manca neppure
cittadino, e medico Niccolò Maſini, una tavola eſprimente varie ſigle, o
che fiorì ſul cadere del ſecolo XVI. ſieno abbreviature, e ſaggi d'alcuni
Evvi pure l'orazione funebre dello caratteri, coſe che ſono pure ſtate -
ſteſſo Vberti in morte di Malateſta inſerite ai loro luoghi. Noi non par
'Novello. Seguono indi altre coſe mi leremo delle copioſe note ſparſe per
nori, cioè una lettera Latina della . tutto queſto volume ; ſolo diremo ,
celebre Caſſandra Fedele al medeſimo che queſte ci convincono dell'eſat
Vberti, ed alcuni verſi Latini di Da tezza, diligenza, fatica, ed erudi
rio Tiberto poeta Ceſenate. Si danno zione ſomma , che in queſt'impreſa
anche alcune varianti deſunte da un ha impiegata il dotto, e benemerito
codice de ſermoni di Sant'Ambrogio Padre Maeſtro Muccioli, dal quale
ſopra i ſalmi, ed alcune orazioni del aſpettiamo il compimento di queſta .
la chieſa ivi inſerite. Degna d'eſſer opera utile. - - -

mentovata è pure una lettera Latina


quì ſtampata di Giorgio di Trabiſon P A L E R M.o.
da a Franceſco Barbaro , la quale o
non è fra quelle ſette, che pubblicò Sicilia populorum , ci arbium ,
il ch. Card. Quirini. Si reca pure per regum quoque, 6 tyrannorum vete
ragione di qualche variante lezione res uammi Saracenorum epocam an
una lettera di Plinio il giovane a Na tecedentes. Panormi 178 1. typis re
nio Maſſimo, e due frammenti di due giis ; in fol, grande.
altre ſue lettere. Si riporta parimen
te un indicetto delle ereſie, attribui Sin dall'anno 1774. noi facemmo
to a San Girolamo , ma che manca conoſcere nelle noſtre Efemeridi (num.
fra le altre ſue opere, il quale ſi tro XLVI. pag. 346.) l'impegno del ch.
va nell' indicato codice delle etimo Sig.Don Gabriello Lancillotto Caſtelli
logie Iſidoriane. Perfine ſi regiſtrano Principe di Torre Muzza di riforma
le rubriche di due codici Greci litur re, ed accreſcere la Sicilia numiſma
gici, tradotte in Latino, e ſono que tica del Paruta. Facemmo ciò all'oc
ſte in due colonne , acciò a colpo d' caſione di riferire la ſua quinta ag
occhio ſe ne poſſa ravviſare la diver giunta alla detta opera del Paruta,
ſità. Chiude l'opera un'appendice giacchè le antecedenti aggiunte avea
- nO
6
no preceduto di molto queſta noſtra deſunte dagli originali, quali o pi
ſiede il nobiliſſimo editore, o che ſi
letteraria intrapreſa. Siamo perciò ora
ben lieti di aver l'onore di annun trovano in altri muſei, de'quali non
ciare al pubblico un'opera completa, ſi manca per lo più di dar conto per
magnifica , ed erudita, che naſce da una prova dell'eſiſtenza, e dell'au
tutte queſte precedenti aggiunte , e tenticità del monumento, ſono diſe
da altre medaglie ſcoperteſi anche in gnate ſecondo il modulo ſteſſo , nel
appreſſo; ſiccome in fondo contienſi quale ſono ſtate coniate, e nel tem
in queſta tutto ciò, che ſi trova nel po medeſimo il loro metallo viene op
le opere di Filippo Paruta, di Lio-. portunamente accennato. Dietro alle
nardo Agoſtini , di Marco Maiero, tavole calcografiche, che ſi ſuccedo
e di Sigeberto Avercampio, ma non no ordinatamente , vengono alcune
però gli equivoci, e gli errori. An eleganti, erudite , e ſobrie annota
che le medaglie, che ſi trovano ſpar zioni, le quali depongono della ſoli
ſe in altri muſei ſtampati , e nei li da , ed eſemplare moderazione del
bri dell' Arduino, del Pelleren, del dotto autore, nemico della ſuperflui
Neuman , e d'altri ſono concorſe ad tà , e della ſaccenteria . Sono tali
ampliare la preſente raccolta. Sicco adunque queſte note, che ben chia
me però tutto queſto è ſtato fatto con ramente fanno conoſcere le figure, e
critica ben giudizioſa, così ſi trove gli emblemi, che in ciaſcuna meda
rà ſovente, che ſieno ſtate dal noſtro glia ſi ravviſano; indicano la rarità,
Autore eliminate tutte quelle mone o la frequenza delle ſteſſe medaglie;
te, che erano già ſtate erroneamente additano oltre i luoghi di loro con
attribuite ai popoli di Sicilia, al con ſervazione, come già ſi è detto, an
trario poi fieno ſtate reſtituite alle , che gli autori, che le hanno illuſtra
proprie città quelle , che o poco ſi te; e perfine ſi adducono tutte le o
conoſcevano , o che ad altre erano opportune erudizioni , che dilucidar
ſtate accordate , e tutte inſieme poi poſſono l'iſtoria, la cronologia , la
fieno ſtate riordinate. Perciò in CVII. mitologia, e la geografia della Sici
tavole inciſe elegantemente in rame lia . Queſto è ciò , che appunto ſi
reſta racchiuſa tutta queſta inſigne , rileva nella breve, ſaggia, ed ele
collezione numiſmatica , precedendo gante prefazione dal noſtro ch. Auto
quelle monete, che eſprimono la Si re premeſſa all'opera, e che inſieme
cilia in generale, ſuccedendo quelle, ha egli eſattamente eſeguito in queſta
che appartengono agli antichi popo ſua nobiliſſima impreſa. Noi ſarem
li , e città della medeſima , aggiu mo troppo diffuſi , ſe voleſſimo an
gnendoſi anche quelle dell'iſole adja noverare ſolamente i nomi de'popo
centi alla Sicilia , e per fine dandoſi li, città, iſole , e principi, a quali
luogo a quelle, che ſono ornate del ſpettano queſte medaglie. Diremo ſo
le facce, e de nomi de' varj princi lo, che l' ordine alfabetico , il più
pi, re , e tiranni di queſta celebre opportuno per rinvenirle, è quello,
ifola. Queſte monete tutte, come che ne ha regolata la diſtribuzione .
Se
64
Se l'eccellenza de'coni voleſſimo pu dia luogo fra il triumvirato già ſpento.
re indicare, la faccenda ſarebbe ezian Quindi non ſi comprende , come in
dio malagevole. Accenneremo ſoltan queſto punto ſiaſi il nobile Autore
to , che le medaglie di Siracuſa ſono allontanato dal ſuo ſiſtema di citare
le più bene diſegnate , e le più ben il luogo, ove la medaglia eſiſte, per
“eſeguite, coſicchè baſtano a dare un' convincere della ſua realtà gli erudi
alta idea dell'eccellenza, a cui era ti ſempre prudentemente dubbioſi ſo -

no ſalite le bell'arti in Sicilia . In pra tutte le rarità. Forſe alcun altro


fatti una di queſte pubblicò già dal avrebbe quivi deſiderato anche le a
muſeo dell'iſtituto di Bologna il ce medaglie di Seſto Pompeo, parimen
lebre Priore Gio. Batiſta Bianconi , ti alla Sicilia appartenenti . ll troppo
ultimamente defunto, per moſtrare o lungo ſpazio di tempo, che paſſa fra
a quanta maeſtria aſceſe foſſero in . gli antichi Imperatori, che poſero i
Sicilia le arti del diſegno . Le altre loro volti , e i loro nomi ſulle mo
medaglie o più antiche, o più recen nete di Sicilia, e fra Maurizio Im
ti poſſono provare la gradazione, o peratore di Coſtantinopoli , di cui
la decadenza delle medeſime arti. Ve ſi recano alcune medaglie come co
ne hanno di queſte medaglie, ſpecial niate in Catania, perchè nell'eſergo
mente di Coſſura, e di Siracuſa, or hanno la tronca leggenda CAT. , po
nate di caratteri Fenici, i quali aſ trebbe fors'anche ingenerare qualche
pettano ancora illuſtrazione. Riuſci ſoſpetto ſulla vera pertinenza di que
rà poi nuova, e fors'anche in veri ſta moneta, onde la relazione di Mau
ſimile, e ſoſpetta agli antiquari più rizio con Catania aſpettava forſe qual
ſcrupoloſi la 6. medaglia della tav. I., che ſtorica dimoſtrazione dal dotto Au
ove ſul diritto ſi ha la teſta di Au tore. Ma ſia come ſi voglia di certe
guſto colla Greca epigrafe così : poche medaglie , egli ha però ſempre
KAIXAP AYTOKPATO P TPI QN fatto un ſolido beneficio alla ſcienza
A NAPON , e nel roveſcio l' emble antiquaria ponendo ſott'occhio degli
ma del delta, e delle ſpiche, ſimbo eruditi un amplo muſeo Siculo , da
lo della Sicilia. Sembrerà ſtrano, che cui ognuno potrà trarre infiniti ar
queſta epigrafe ſia di Greca dettatura, gomenti di erudizione, e dovrà quin
quando già era introdotto il Latino di ſaperne buon grado alla ſua dili
linguaggio contemporaneamente al Ro genza, fatica , e dottrina. L'opera
mano impero; ſiccome ſembrerà ſtra ſi vende otto ducati Napoletani nel
no, che ad Auguſto già imperatore ſi la reale ſtamperia di Palermo,
t.
Num. IX. Li 2. Marzo
-
1782.

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. dalle ſue ingegnoſe moltiplicate eſ
perienze che l'acqua acetoſa non ha
Metodo di analizare le acque mi in ſe principio alcuno ferrigno fiſſo ,
nerali praticamente dimoſtrato nell' che racchiude una prodigioſa copia di
acqua acetoſa di Roma . Per il Ca aria , una piccola porzione di acido
ſaletti nel Palazzo Maſſimi 1782. in vetriolico, una doppia terra, cioè una
8. Si vende dal medeſimo ſtampatore - terra cretoſa o bolare, e l'altra cal
carea, una modeſta doſe di ſale al
I nuovi ſtupendi progreſſi che han calino, forſe una piccoliſſima ed in
fatto la fiſica, e la chimica a noſtri ſenſibile quantità di bitume , e di
giorni, ci han meſſo in iſtato di po zolfo, ed una quantità moderata di
ter con maggior ſicurezza di prima ſale marino, o di ſale ammirabile di
pronunciare ſopra i componenti delle Glauber. I nuovi ſperimenti del Sig.
diverſe acque termali od acidule che Tipaldo provano in ſoſtanza lo ſteſſo,
ſono più in voga, e di potere in con ſiccome dicevamo, benchè egli moſtri
ſeguenza con maggiore ſperanza di volontà di dedurne una concluſione
buon eſito preſcriverne l'uſo in dif alquanto differente. Diffatti non ſap
ferenti morbi. La noſtra acqua acidu piamo com'egli poſſa eſcludere da .
la , od acetoſa di Roma avea profit queſt'acqua il principio alcalino del
tato ancor eſſa de nuovi lumi per Sig. Maſſimi, dopo di averci detto nel
opera di due noſtri dottiſſimi medici, Coroll. V pag.6 1., che diſſipatoſi l'aci
il Sig. Dott. Lapi, e il Sig. Dott. Maſ do volatile di queſt'acqua, reſta un
ſimi, che preſero di propoſito ad il altro principio che fa efferveſcenza co
luſtrarla . I riſultati di queſta terza gli acidi, e rende verde lo ſciroppo
analiſi che ora annunciamo del Sig. di viole, e che perciò debba eſſere,
Giovanni Tipaldo non differiſcono in di natura alcalina . Similmente non
ſoſtanza gran fatto da quei che pub intendiamo com'egli poſſa negare la
blicò il Sig. Dott. Maſſimi ſin dall'an preſenza di un principio ſu fureo nel
no 177 1. , ciò che mirabilmente di la noſtra acqua acet fa, dopo di aver
moſtra la ſingolare avvedutezza , e detto nella ſua oſſervazione VII. pag.
diligenza di queſti due oſſervatori . 54 , che nella mattina ſenteſi eſala
Avea concluſo il Sig. Dott. Maſſimi re da quelle acque ſtagnanti un leg
giero
66
giero odore di zolfo , provegnente ». re per immediato corollario eſſere in
forſe, ſiccome egli ſteſſo dice nel Ccr. contraſtabile la preſenza del ferro
VII. pag. 68. dall'unione del flogiſto nell'acqua acetoſa. Noi peraltro la
ſprigionatoſi da vegetabili putrefatti crederemo ſempre molto contraſtabi
e corrotti coll'acido vetriolico dell' le , checche poſſano dire in contra
acqua. Che ſe poi il Sig. Tipaldo vo rio tutti quei che riguardano quell'
glia aſſolutamente riſtringere l'eſiſten eſperienza come deciſiva , ſino a
za del principio ſulfureo alle ſole ac tanto che il Signor Tipaldo non ci
que ſtagnanti attorno il fonte, non vi - farà vedere che quella materia e
ſi opporra infine gran fatto il Sig. neraſtra, depoſta nel fondo , ed at
Dott. Maſſimi, il quale ha aſſerito l' tratta dalla calamita ſi ſepara vera
eſiſtenza di quel principio ſulfureo mente dall'acqua acetoſa, e non già
ſoltanto dubitativamente. Finalmente dalla materia colorante il blò di Pruſ
la preſenza del ferro è il terzo pun ſia infuſovi dentro. Dee pur ſapere
to ſu di cui apparentemente diſcor il Sig. Tipaldo , che molti rinomati
dano il Sig. Dott. Maſſimi, e il Sig. chimici, e fra gli altri il celebre o
Tipaldo, ſembrandola negare il primo, Macquer hanno appunto ripetuto la
ed il ſecondo volendola aſſolutamen qualità colorante del blò di Pruſſia ,
te . Ma primieramente il Sig. Dott. dalla preſenza del ferro . Conchiu
Maſſimi nega ſolo nell'acqua aceto daſi adunque che gli uomini vera- .
fa la preſenza di verun principio fer mente dotti non diſcordano mai eſen
rigno fiſſo, ciò che non impediſce che zialmente fra loro, e che il Sig. Dott.
egli poſſa riconoſcervi qualche vola Maſſimi, e il Sig. Tipaldo ce ne han
tile porzione di ferro. Ma è egli poi no dato un luminoſo eſempio in queſt'
vero che le eſperienze del Sig. Ti analiſi della noſtra acqua acetoſa .
paldo dimoſtrino incontraſtabilmente Queſt'acqua poi potrà oramai van
queſta preſenza di un principio mar tarſi di eſſere una delle acidule me
ziale nell'acqua acetoſa ? Laſciamo glio conoſciute di Europa , dopoche
ſtare gli eſperimenti ch'egli ha inſti eſſendo ſtata meſſa a cimento in di
tuiti ſui terreni adiacenti, i quali poſe verſi tempi da due ſi dotti fiſici, ed
ſono ſolamente ſervire di pruove ſe eſperimentati chimici, ha preſentato
condarie, e non mai di dimoſtrazione. riſultati così ſoſtanzialmente fra loro
Diffatti il medeſimo Sig. Tipaldo fon uniformi.
da principalmente la ſua aſſerzione e
non già ſopra di queſti eſperimenti,
ma bensì ſopra la ſua eſperienza XXI.,
nella quale ci dice che coll'alcali ſa
turato dalla materia colorante il blò
di Pruſſia , l'acqua divenne ſubito
neraſtra , e depoſe una polvere più
carica che fu attratta dalla calami
ta; dond'egli crede di poter ricava
PE.
6
P E S A R O. dalla fortezza di Peſaro divisi
ta con una parte della città , e che
Lettera ſopra un medaglione non marcia quietamente col ſeguito della
ancor oſſervato di Coſtanzo Sforza Si ſua gente armata pure a cavallo, par
gnore di Peſaro. In Peſaro 1781. in te della quale eſce dall'ultima torre,
caſa Gavelli; in 4. parte riempie ancora tutto il ponte.
Sulla torre ſi legge CO. SF. PISAV
Il ch. Sig. Annibale degli Abati Oli RI. D. , ſuperiormente ſi vede il mot
vieri Giordani è così pieno di amo to SYDVS. MARTIVM , in fondo vi
re per le memorie onorifiche, e ſto è ſegnato l'anno MCCCCLXXIIII.,
riche della ſua patria , che ſi rende e perfine nell'eſergo ſi legge il no
perſino ſuperiore agl'incomodi della me dell'artefice monetario IO. FRAN.
ſalute , e ai danni dell'età per non PARMENSIS. OPVS. Queſto rover
arreſtarſi dall'illuſtrarle, e quindi dal ſcio ſerve all'erudito noſtro Autore
comunicarle al pubblico erudito. Ec per dare un'idea più ſicura , e più
co un nuovo ſuo prodotto , che ci chiara dell'antica pianta di Peſaro,
convince di tutto queſto . Conſiſte quale egli cercò già di adombrare »
queſto in una ſua lettera ſcritta al nelle ſue memorie per la ſtoria della
Sig. Don Alfonſo Varano di Cameri chieſa Peſareſe nel ſecolo XIII. con
no abitante ora in Ferrara ſopra un varie notizie ricavate dagli atti pub
medaglione inedito di Coſtanzo Sfor blici, e con altre ragioni, e ſopra .
za Signore di Peſaro, che al noſtro tutto con il diſegno preſo da un qua
Autore era ſtato non ha guari dona dro dipinto da Pompeo Preſciutti da
to dal celebre Sig. Abate Don Vin Fano, che viveva, ed operava in Pe
cenzo Bellini Ferrareſe, a cui tanto ſaro ſul principio del XVI. ſecolo.
deve la ſcienza numiſmatica de'tem Eſamina ora dunque in tutte le ſue
pi di mezzo. Queſto medaglione per più minute parti tutto il contenuto
tanto viene ad eſſere il quinto, che di queſto roverſcio, e queſte arric
di queſto ſuo antico Principe conſer chiſce di tutte quelle patrie illuſtra
va nel domeſtico muſeo il nobile An zioni, che ſono tanto a portata dell'
tiquario Peſareſe. Due di queſti me eſteſe ſue cognizioni , e che troppo
daglioni pubblicò già il noſtro Auto intereſſano la località . Solo accenne
re nel ſuo trattato della zecca di Pe remo, che queſto medaglione ora ci
ſaro, ed ora ci dà il diſegno di que convince , come a Coſtanzo Sforza
ſto quinto di freſco acquiſtato. Ve deve riferirſi il compimento della roc
deſi in eſſo il buſto del Principe con chetta di Peſaro , o ſia della torre e
queſta epigrafe : CONSTANTI VS. di porta del ponte , quale già Aleſ
SFORTIA. DE. ARAGONIA. DI. ſandro Sforza il padre moltº anni avan
ALEXAN.SFOR. FIL. PISA VRENS, ti avea incominciato a edificare. Per
PRINCEPS. AETATIS. A N.XXVII. fine avvertiremo ancora, come l'epi
TNel roverſcio poi ſi vede Coſtanzo, grafe SYDVS MARTIVM ſi vuole o
che aſſiſo ſu nobile deſtriero eſce , dal noſtro Autore non altro indica
I 2 TC 5
68
re, che l'onore fatto dal Re di Na delle lettere Americane, che ora an
poli ( che ſentì con dolore la morte nunciamo . Deſſe furono pubblicate
di Aleſſandro Sforza così attaccato la prima volta a Firenze dagli edito
al di lui ſervigio ) di adottare il ſuo ri del nuovo magazzino nell'anno 173o.
figliuolo Coſtanzo nella propria reale Ma v'incorſero tanti e ſi maſſicci er
famiglia di Aragona, e di ſtabilirgli rori , e tante ſupine omiſſioni non
anche un grandioſo ſoldo. Quindi al già ſolamente di parole, ma di linee
proprio cognome ſi vede in queſto intiere, che ſervì ſolo quella prima
medaglione congiunto da Coſtanzo ſtampa a far naſcere nel pubblico un
anche l'altro cognome di Aragona , vivo deſiderio di vederne una nuo
di freſco conſeguito. va e più corretta edizione. Ha final
mente ſoddisfatto a queſto voto di
C R E M O N A . tutti il ch. Padre Don Iſidoro Bian
chi profeſſore nell'univerſità di Cre
Le lettere Americane: AVuova edi mona , e autor ancor eſſo di molte
zione corretta, ed ampliata coll'ag pregiatiſſime opere, delle quali ſi ſo
3iunta della parte III. ora per la no a ſuo tempo fregiati queſti noſtri
prima volta impreſſa . Parte prima. fogli. Egli ne ha per ora pubblicata
Per Lorenzo Manini Regio ſtampa la I. parte, o almeno queſta ſola ci
tore 178o; in 8. è pervenuta alle mani . Deſſa con
Non è gran maraviglia che le più tiene XXV. lettere dirette dall'Au
culte nazioni oltramontane, le quali tore al Sig. Girolamo Graviſi Marche
hanno tutte più o meno qualche re ſe di Pietrapeloſa , di lui cugino, e
lazione o di dominio o di commercio le quali hanno tutte per oggetto di
coll'America, ci abbian dato in que dimoſtrare la falſità , e l'inſuſſiſtenza
ſto ſecolo alcuni eccellenti libri re dello ſpecioſo ſiſtema ſoſtenuto dal
lativi alla ſtoria naturale , commer Sig. Paw nelle ſue ricerche filoſofiche
ciale, e politica di quella nuova par ſu gli Americani. E' noto che queſto
te del mondo. Ma che l'Italia la qua letterato tedeſco, per concorrere for
Me non ha oggi mai altro rapporto con ſe ancor egli ad accreſcere il nume
quell'emisfero , ſennonche quello ro delle ſtravaganze , e de' paradoſſi
di aver prodotto i primi di lui diſco del ſecolo XVIII. , ha preſo a pro
pritori , dia ora alla luce nn'opera vare nell'opera teſtè mentovata che
veramente originale ſul medeſimo ar l'America è un paeſe di freſco abban
gomento , e che queſt'opera ſia il donato dalle acque , che gli Ameri
parto di un ricco e nobile fignore, cani ſono uomini nuovi, e di pochi
occupato inoltre e diſtratto da pub ſecoli, e che niuna comunicazione
blici gravoſi impieghi ; o queſto sì infine vi è ſtata mai fra eſſi, e gli
che dee fare maraviglia , e non . abitatori del vecchio continente .
può ſe non aggiungere moltiſſimo al Quindi, dic'egli, tanti laghi, tan
la fama del nome italiano. Tali ap te acque ſtagnanti e tanti boſchi :
punto ſono le circoſtanze, e i pregi quindi il freddo di America tanto mag
9 IQrC
69
giore di quello che ſi ſoffre alle me: opera, di fare per ogni lettera un .
deſime latitudini nelle altre tre parti eſtratto ſeparato. Non permettendo-.
del mondo; quindi l'imbecillità, la celo però il noſtro iſtituto, ſarà giuoco
debolezza, l'inattività, e l'indolen forza che ci appigliamo al ſolo par
za degli Americani ; quindi la man tito che ci rimane in ſimili caſi , cioè
canza in loro di barba e di pelo ; di accennare di volo alcune delle e
quindi l'inattitudine di quel terreno principali coſe, che vi abbiamo aſ
ad alimentare gli animali più grandi, ſaporate. Si leggerà pertanto con pia
come buoi, cavalli &c.de'quali ſi tro» cere, almeno a noſtro giudizio, la
svò affatto privo; quindi la ſpopola lettera III. in cui ſi deſume la co
zione ; quindi l'ignoranza; quindi la mune origine degli abitatori dei due
miſeria ; quindi la faciliſſima e por emisferi dalla grandiſſima ſomiglianza
tentoſa conquiſta del nuovo mondo che ſi è rinvenuta fra le armi offen
fatta con un pugno di gente &c. Tut ſive e difenſive , e gl'iſtrumenti
to in ſomma ſi cerca di ſpiegare e militari degli uni e degli altri; pro
nel ſiſtema del Sig. Paw ; ma il male vandoſi colle autentiche teſtimonian
ſi è che i fatti ai quali egli vorreb ze di Oviedo , che fu tredici volte
be appoggiarlo o ſono falſi di pianta, in America, di Cortes , di Amerigo
o tutt'altra ſpiegazione vogliono che Veſpucci, ed altre del medeſimo pe.
la ſua. Queſto è appunto ciò che vit ſo , che gli Americani uſavano ar
torioſamente ſi dimoſtra nelle noſtre chi, frecce , lance , ſpade, ſcudi,
lettere Americane. Irrefragabili fatti, cimieri, rotelle &c. tamburri, trom
autentiche relazioni fatte ai Monar be, fagotti, flauti, pifferi &c. della .
chi di Spagna da primi conquiſtato medeſima foggia che le armi , e gli
ri e miſſionari, e monumenti tuttora iſtrumenti militari che uſarono gli
ſuſſiſtenti della cultura , e potenza , Africani, gli Egizi, i Galli , e gli
degli antichi Meſſicani e Peruviani , altri antichi popoli che noi conoſcia
ſono i fonti uberrimi dai quali deſu mo. Non è meno bella, ed intereſ
ime il ch. Autore le pruove di queſta ſante la lettera IV. che ſiegue, ove
ſua egualmente erudita che filoſofica ſi deſcrive la vigoroſa , e ben con
confutazione . Siccome ogni lettera certata difeſa che fecero i Meſſicani
ha per ſuo oggetto particolare o di della lor capitale contro l'armata di
riſpondere a qualche ſofiſma del Sig. Cortes ; dimoſtrandoſi coll'autorità
Paw , o di mettere in chiaro lume delle relazioni del medeſimo Cortes
qualche nuova ragione per provare, che la preſa del Meſſico a tutto altro
che l'America è un paeſe tanto an debba aſcriverſi che alla ſpopolazio
tico quanto il rimanente del mondo, ne e miſeria di quella città , o alla
e che fra gli abitatori dell'uno, e dell' vigliaccheria de' ſuoi abitanti . Ri
altro mondo vi è ſtata un tempo reci flette a queſto propoſito molto giu
proca comunione d'idee,e mutua corriſ dizioſamente il noſtro Autore , che
pondenza, farebbe perciò di meſtieri, hanno molto più del portentoſo le ,
per parlare adequatamente di queſt' ſegnalate vittorie che i Greci ripor
tarOno
7o
tarono con forze tanto inferiori con ſeguenti. Le dieci lettere che vengo
tro i Perſiani a Maratona , a Sala no in appreſſo, dall' XI.cioè ſino al
mina , a Platea , al Granico , ad la XX. , trattano della coſtituzione a
Iſſo , ad Arbella &c. di quel che a politica, civile , ed economica de'
l'abbiano le conquiſte degli Spagnuo due imperi del Meſſico e del Perù ,
li ſopra gli Americani ; dacchè i Gre e ſoprattutto del ſecondo, ſul quale
ci non aveano alla fine ſopra i Per ſembra che il noſtro Autore ſiaſi con
ſiani che la ſuperiorità della tattica, ſingolar compiacenza trattenuto. In
e dell'ardimento , laddove gli Spa tereſſante fra le altre è la lettera ,
gnuoli aveano ſopra gli Americani XII. in cui ſi accennano alcune po
il molto più concludente vantaggio che notizie che ci ſono pervenute a
de loro cavalli, de'loro cannoni, e intorno ai ſavi regolamenti delle tre
de loro archibugi. Eppure non dirà repubbliche di Tlaſcala, di Cureta
mai il Sig. Paw , che le città della cal, e di Guezecingo, confinanti col
Perſia non foſſero , che ammaſſi di vaſto impero del Meſſico, e che Cor
rozze capanne, e che i Perſiani ed tes nella ſua ſeconda relazione non
i Medi foſſero popoli di una natura dubita di paragonare riguardo alla .
degradata, incolti, barbari, nudi, loro polizia, e forma di governo col
miſerabili, e vili. Ma a che prò fan le noſtre repubbliche di Genova, di
taſticare; giacchè le relazioni mede Venezia, e di Piſa . Ma molto più
ſime di Cortes, e di altri ci aſſeri intereſſanti ſono le otto lettere che
ſcono poſitivamente che molte città ſieguono fino alla XX., le quali pre
del Meſſico e del Perù non la cede ſentano parte per parte il quadro del
vano alle più rinomate di Spagna per più regolare, e più paterno di tutti
la moltitudine de loro abitanti , e gl'imperi cioè di quello del Perù ,
per la vaſtità delle loro fabbriche , nella di cui deſcrizione , come dice
e che alcuni monumenti eſiſtenti tut vamo , ſembra che il noſtro Autore -
tavia in Cuſco, ed altrove ce ne pre ſiaſi particolarmente deliziato. Bello
ſentano attualmente una parlante o fra le altre coſe è il parallelo che ſi
pruova ? La cognizione dell'eſiſten fa nella lettera XV. fra le leggi im
za di un Dio creatore e conſervato maginate da Licurgo , e quelle ſta
re dell'univerſo, e quella dell'immor bilite dagl'Incas affine di mantenere
italità dell'anima che avevano ſicu l'uguaglianza delle fortune, e prov
eamente gli abitatori del Meſſico e , vedere ai biſogni di ciaſcun cittadi
del Perù, ſomminiſtrano al noſtro Au no; facendoſi vedere quanto i Peru
tore nelle lettere VII. , e VIII. un viani ſianſi laſciati indietro in queſto
nuovo argomento dell'antichità di punto fondamentale di politica eco
que popoli, e della loro comunione nomìa lo Spartano legislatore. Di
di origine con noi. Un altro gliene lettevoli poi e curioſe fra le altre
porgono i riti nuziali e funebri di ſono le lettere XVIII. XIX. , e XX.
quei popoli, che molto accuratamen nelle quali ſi parla delle manifatture
te ſi deſcrivono nelle due lettere ſuſ de'Peruviani; de'loro lavori di lane,
di
- 71
di oro, di argento , di marmi, di derare un avvocato meglio informa
pietre dure & c.delle loro feſte, teatra to della ſua cauſa che l' autore di
li rappreſentazioni , poeſie &c. de' eſſe. -

canali da loro coſtruiti per l'interno


commercio, e l'irrigazione de'cam P A R I G I .
pi; de loro ponti ſu i fiumi &c. Ma
intanto , dirà forſe qualcuno, noi ab Aſtronomie ci c. Aſtronomia del Sig.
biamo inſegnato tante coſe all'Ame de la Lande, regio lettore di Mate
rica; e coſa poi in contraccambio ab matiche, dell'Accademia Reale delle
biamo imparato da eſſa ? Si previene Scienze di Parigi & c. 7'omo IV. Preſ.
queſt' obbiezione nella lettera XXI., ſo la vedova Deſaint . 178 I. in 4.
ove ſi dimoſtra che moltiſſime coſe
noi abbiamo appreſe da colà , e di Queſto IV. volume di un'opera ,
moltiſſime altre ne ſiamo rimaſti all' che ciaſcun conoſce, e che dee ſi
oſcuro, che potremmo aver impara curamente conſiderarſi come la più
te. Dall'America diffatti ci viene l' dotta, e la più completa che ſia ſi
uſo di tante utiliſſime piante medici nora uſcita alla luce ſulla ſcienza ,
nali, come per eſ. della china china, del cielo, può commodamente divi
dell'ipecaucana, della ſi maruba , del derſi in tre parti. La prima compren
la ſalſapariglia, del guajaco &c. Dall' de un profondo, e aſſai circoſtanzia
America ci è ſtata portata la coltu to trattato ſul fluſſo e rifluſſo del
ra del maiz o granoturco, vero te mare, incominciando dall'eſpoſizio
ſoro per l'antico continente; perchè ne delle opinioni de' più antichi fi
con eſſo ſi allontanò quel continuo loſofi intorno a queſto ammirabil
pericolo di careſtia e di fame, a cui fenomeno ſino alla ſpiegazione a
ne'tempi addietro era ſtato ſottopo INewtoniana dedotta dall'attrazione
ſto. Dall'America abbiamo i gallinac lunare, dilucidata in ſeguito nelle a
ci , e la cioccolata . Dall'America tre diſſertazioni di Eulero, Daniele
imparammo l'arte di filare il pelo Bernoulli, e Maclaurin, che furono
delle lepri, benchè non ſiamo ancor coronate dalla R. Accad. delle ſcien
giunti ad eguagliare in queſto i noſtri ze di Parigi l'anno 174o. , e nell'
maeſtri ; da eſſa apprendemmo l'uſo inſigne opera del Sig. d'Alembert
della cocciniglia, che ſuppliſce alla . ſulla cauſa generale de venti , che
perdita della porpora &c. Ma è tem riſcoſſe il premio dell'Accad. di Ber
po oramai per noi di accorgerci, che lino l'anno 1746. Dopo di queſto trat
non ci è poſſibile neppur da lontano tato ſulle maree ſi incontra in que
di tener dietro alle tante belle coſe ſto IV. volume dell'aſtronomia del
che ſi affollano in queſta prima parte Sig. de la Lande, una memoria del
delle lettere Americane. Sicuramen Sig. Dupuis profeſſore nell'univerſi
te che l'America così oltraggiata - tà di Parigi , ſull'origine delle co
dal Sig. Paw non potea neppur deſi ſtellazioni, e la ſpiegazione della fa
vola
-
72
vola per mezzo dell'aſtronomia. Non J.J acquiſtate ſino al 177o. 3 erano
è il primo il Sig. Dupuis a ſoſtenere 35 diſtintamente ſpiegate e dilucida
che la denominazione delle primarie .95 te, potrebbe ciò non oſtante in
coſtellazioni nacque in Egitto , ov' 35 durre in errore chi lo conſultaſſe
eſſa formò per lungo tempo come a 5 o ad oggetto d'informarſi dell'ulti
una ſpecie di viſibile calendario aſtro 39 mo ſtato dell'aſtronomìa . I di
nomico - rurale per dirigere le ope 3.9 lettanti di una ſcienza qualunque
razioni della campagna prima dell' 53 non hanno ſempre alle mani tut
invenzione della ſcrittura, e che fu 99 ti i giornali, tutte le memorie a
la prima origine dell'aſtronomia . 35 delle accademie, e tutte le opere
Ma il Sig. Dupuis ha trattato queſt' 3.) de'dotti di ogni paeſe , per ſa
argomento con tale sfoggio della più 2.9 pere ciò che merita di eſſere ag
profonda erudizione , con tale pre 25 giunto ad un trattato fatto alcuni
ciſione e chiarezza di ſtile, e con , 55 anni prima. Non eſſendoſi adun
tale finezza di giudizio , ch'egli in 9.o que ſinora penſato a metter ſu un
certo modo ha ſaputo farſelo ſuo . 3.3 giornale ſpezialmente conſagrato
La terza ed ultima parte del volu 53 a regiſtrare i progreſſi dell'aſtro
me è deſtinata a racchiudere alcune 5.3 numìa, queſti miei ſupplementi an
importanti addizioni, o correzioni 3.3 dranno facendone le veci, annun
alle materie trattate ne' tre volumi o2 ciando di tempo in tempo ciò che
precedenti. ,, Un trattato completo 9.9 più merita di eſſer conoſciuto da
, di Aſtronomia, dice il Sig. de la 3.9 quei che ſtudiano , ed amano la
», Lande , ove tutte le cognizioni 9.9 ſcienza del cielo.

eS / e Senagº e SºaSºnegºnese/ Aºy, egeaal nº oaſ o A4/oe Jºnas aegiºne ne ſºnº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. X. 1782. Li 9. Marzo

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. divideſi in nove capi . I primi tre ,


ſono ſtati meritamente deſtinati dall'
Caroli Fea Preſb. & ºf C. Vindi Autore , ſiccome ſi conveniva di fare
cia & obſervationes juris . Volumen da un giureconſulto eccleſiaſtico , al
primum. Leges itaque ſemper curioſe la dilucidazione di alcuni più nobili
legendae, interpretandaeque erunt. teſti del diritto canonico , il quale
Aggenus in Front de Lim. agr. dev'eſſer per noi il fonte, e la baſe
Ex 7ypographio Paleariniano 1782. di ogni giuriſprudenza. Bello e filo
in 8. Si vendono da Gregorio Setta. ſofico ſopra gli altri, è il capo III.
ri al corſo all'inſegna d'Omero. in cui il Sig. Ab. Fea prende a dimo
ſtrare contro gli eterodoſſi, ed anche
Ognun ſa qual profonda cognizio contro alcuni ſcrittori cattolici eſſere
ne della Romana ſtoria, della lingua proibite l'uſure anche dal ſemplice -
latina, e dell'antica filoſofia richieg gias naturale non che da'canoni, e
gaſi per l'interpretazione delle Roma dalle ſacre carte. E ſiccome i fauto
ne leggi , e quanta gloria ſianſi ac ri della legittimità dell'uſure ſi fonda
quiſtata , dopo il rinaſcimento delle no principalmente ſull'idea del domi
lettere nel coltivare queſt'amena pro nio, pretendendo che queſto dia a .
vincia gli Alciati, gli Antonj Ago ciaſcuno la facoltà di diſporre della
ſtini, i Cujacj, i Budei, e tanti al ſua roba, e del ſuo danaro in quella
tri uomini ſommi , che dura impreſa guiſa, e ſotto quelle condizioni che
ſarebbe di voler quì noverare . Il più gli piacciono, ſi fa perciò il no
Sig. Ab. Fea ſembra fatto per richia ſtro Autore ad analizare e a rettifi
mare fra gl' Italiani al ſuo antico ſplen care queſt'idea del dominio , facen
dore uno ſtudio, che nacque in Ita do vedere colle più convincenti ra
lia, ſiccome tutti gli altri buoni ſtu gioni che deſſo non ſi eſtende al ſu
dj , ma che pareva oramai che non perfluo , poichè queſto ſuperfluo non
aveſſe più in Italia la ſua principal può da noi ritenerſi , ſe non per eſ
ſede . Queſto primo ſaggio ch'egli ſerne i cuſtodi , e i giuſti e gratuiti
ci preſenta delle ſue ſpeculazioni in . diſtributori. Dopo di queſto capo ſi dà
queſta materia, ci dà diritto di con principio all'interpretazione di alcuni
cepire ſperanze sì luſinghiere. Deſſo più oſcuri teſti del diritto civile, ſe
K guen
74
guendo in ciò l'ordine delle materie M A C E R A T A.
tenuto dall'Eineccio nelle ſue Iſtitu
zioni, l'illuſtrazione delle quali ha Giornale delle arti, e del commer
principalmente impegnato l'Autore cio. Tomo IV. Macerata 1781. dalle
nelle ricerche , ch'egli ora ha co ſtampe di Luigi Chiappini, ed Anto
minciato a pubblicare. Non è poſſi nio Corteſi; in 8. r . - -

bile che noi entriamo col Sig. Ab.


Fea in tutte le diſcuſſioni che forma Il ben inteſo, e ſempre bene eſe
- no la materia degli ultimi ſei capi guito Giornale delle arti, e del com
di queſto libro. Ci contenteremo dun mercio ſtampato in Macerata continua
que di dire che fra queſti il più lun tuttora con felice ſucceſſo . Il pre
go , e il più faticato è il capo VI. ſente IV. volume meritamente dedi
in cui dimoſtraſi dall'Autore contro cato al Sig. Conte Paris Pallotta pa
Revardo, Eineccio , ed altri inter dre del degniſſimo noſtro Cardinal
preti, che le Romane leggi non co Pro - teſoriere, contiene come gli an
ſtringevano altrimenti i minori, ſic tecedenti tre parti , del contenuto
come penſarono queſti giureconſulti, delle quali , come l'altre volte ab
a domandare un curatore, per entra biamo fatto, ſi darà ora pure da noi
re nell'amminiſtrazione de loro be un breve cenno . La prima parte è
ni, prendendo da ciò occaſione d' conmpoſta di tre diſſertazioni, ed oc
illuſtrare molte altre leggi mal inte cupa il primo luogo una, che ſpetta
ſe , e male interpretate da altri. Si all'arte ſalutare d' Eſculapio ; e va
troveranno ſimilmente conditi colla , bene , che preceda l'importante af
più ſaporita erudizione latina i tre fare della ſalute degli uomini, e del
ultimi capi in cui per illuſtrare alcu la preſervazione della noſtra ſpecie.
ne leggi riſguardanti la materia delle Quanta ſtrage non fa mai il vajuolo
ſervitù , ſi cerca di fiſſare coll'auto e dei piccioli individui , e talvolta .
rità di Varrone, di Feſto, e di altri lati ancora degli adulti? Ogni nuovo ri
ni ſcrittori il vero ſignificato di alcune medio, che contro queſto malore ſi
voci latine, come per eſ. di ambulo, rinvenga opportuno, è un beneficio,
via , actus &c. dalla retta intelligen che ſi rende all'umanità . E' ora il
za delle quali dipende il giuſto ſenſo, Sig. Dott. Ottavio Nerucci Saneſe ,
di quelle leggi, che viene a farci queſto bene con una
ſua diſſertazione epiſtolare , diretta .
già al celebre P. Don Claudio Fro
mond profeſſore di fiſica nell'univer
ſità di Piſa, concernente l'uſo del ba
gno tepido nella cura del vajuolo .
Appunto egli usò con profitto il ba
gno tepido di acqua dolce in una gio
vane nobile gravemente attaccata da
vajuolo confluente, e perciò con ſo
de
75
de ragioni dedotte dalla fiſica, e dall' molte providenze, e notizie utili, ed
eſperienza di vari tempi, e di varie opportune per il ſuo intento. Il bell'
nazioni giuſtifica quella ſorpreſa, che albero ſacro a Minerva , e ſimbolo
produſſe allora in alcuni queſta ſup della pace mai non ſi onora abbaſtan
poſta novità. La ſeconda compoſizio za, e gli utili, che da lui emanano
ne è un diſcorſo , che tende a gio ſopra tutte le claſſi di perſone , lo
vare al nutrimento della più infelice debbono render caro e ai letterati ,
claſſe degli uomini , ed alla ſpecie » e agl'indotti. Segue la parte ſecon
animale de porci ; un diſcorſo cioè da, e ſubito s'incontra una memoria
del celebre Sig. Abate Alberto Fortis del Sig. Abate Domenico Seſtini di
ſulla coltura del caſtagno da introdur Firenze, che ora viaggia per l'orien
ſi nella Dalmazia marittima , e me te, ſopra la coltivazione, e commer
diterranea . Appunto l'opportunità cio de' cotoni della Sicilia. La ſua ,
del luogo, ove fu queſto diſcorſo re dimora fatta per alcuni anni in quel
citato, cioè nella prima ſeſſione della la feraciſſima iſola il poſe in iſtato di
ſocietà economica di Spalatro in Dal poter parlare con fondamento di que
mazia , diede occaſione alla diſqui ſto genere, e l'impegno di corriſpon
zione di queſta materia. Viene dopo dere alla ſocietà georgica di Montec
il diſcorſo un calendario del caſta chio, che l'aſcriſſe fra ſuoi , gli det
gno , come ſi legge nel lunario pei tò il penſiero di comunicarle anche
contadini della Toſcana, che è lavo lontano queſta ſua produzione ad eſſa
ro del celebre Sig. Propoſto Laſtri . così confacente , ed eſprimente in
Tanto queſto diſcorſo , che già fu ſieme la ſua riconoſcenza, e le ulte
ſtampato nel Corps des arts, c me riori ſue volontà . Si dà in ſecondo
tiers a Neufchatel, quanto queſto ca luogo un ſecondo articolo della let
lendario ſono arricchiti in piè di pa tera d'un anonimo ſopra alcune eſpe
gina di alcune erudite, ed opportu rienze elettriche , il quale richiama
ne note degli editori del noſtro gior il primo articolo , che fu già dato
nale . Si chiude la prima parte con nel tomo precedente. Occupa il ter
una lezione accademica ſui difetti del zo luogo la copia d'una lettera del
la coltivazione degli ulivi nella Mar Sig. Abate Gio. Antonio Battarra ſcrit
ca d'Ancona, che è lavoro del Sig. ta ad un ſuo amico in Roma, la qua
Abate Giambatiſta Tondini profeſſo le viene accompagnata da una ſua .
re di eloquenza in Macerata, e che memoria ſigillata già, e depoſitata,
fu letta da lui nella ſocietà georgi e poſcia aperta a tempo debito con
ca di Montecchio . Dopo il celebre tutte le ſolennità, in comprova d'un
trattato di Pier Vettori ſi potrà pur ſuo vaticinio idroſtatico verificato
leggere con profitto queſta dotta pro contro un taglio fatto da un perito
duzione del Sig. Abate Tondini , il meccanico di Ravenna nell'alveo del
quale ha eſaminato anche giudizioſa fiume Marecchia di Rimino . Ora ,
mente vari ſtatuti de luoghi della , che il Sig. Abate Battarra ſi è poſto
Marca per rilevare pure da queſti a fare il profeta in vece dell'idroſta
- R 2 tico -
76
tico, noi non abbiamo omai coraggio dente al biſogno di rilevare degna
di venire più con lui a competenza. mente la parte ſcientifica del defunto,
E chi può ora più reggere al ſuo con ed un'eloquenza, che pareggia l'ami
fronto? Se non foſſe queſto ſuo nuo chevole ſenſibilità dell'eſtenſore. Sap
vo attributo, e ſe non ci foſſimo fat piaſi poi, che queſto , benchè per
ta una legge di non riſpondere a niu modeſtia cerchi d'occultarſi, è lo ſtu
no di quelli , che reſtano indebita dioſo, e dotto giovane Padre Don .
mente mal contenti de'noſtri giudizi, Caliſto Benigni, il quale ha voluto,
potremmo ora fargli comprendere , che queſto ſuo elogio ſia annunciato
che la riſpoſta , che egli ha preteſo alla patria ſua accademia georgica di
di fare ai noſtri ſentimenti ſopra le Montecchio, a cui lo ſteſſo defunto
ſue eſperienze idroſtatiche in canali era aſcritto. Rimane ad accennarſi la
curvi, pe” quali vuole, che l'acqua terza parte del Giornale ſteſſo , la .
fcorra più preſto , che per i retti , quale contiene la relazione di varjit
non fa, che battere la campagna, e bri nuovi appartenenti all'oggetto del
quindi cerca declinare la principale e medeſimo Giornale; indi riporta vari
noſtra difficoltà, da cui fu già ſtret poblemi, e premi accademici relativi
to. Paſſiamo dunque ad accennare e allo ſteſſo particolare; e riferiſce per
piuttoſto le oſſervazioni botanico - me fine alcuni editti pubblicati in Mila
teorologiche fatte in Piſa ne'meſi dell' no, Firenze, Parigi, e Lisbona per
anno 178o. dal Sig. Pott. Gio. Loren giovare al grande intento del com
zo Tilli , le quali oltrecchè poſſono mercio . Si da anneſſa a queſto IV.
farci ſin d'ora conoſcere la temperie tomo come per derrata anche la me
ordinaria del paeſe, in cui ſono fat moria ſulla maniera di eſtrarre l'olio
te, i cangiamenti di eſſa, le conſe dai vinaccioli, o ſia dalle granella dell'
guenze funeſte , i mezzi d' ovviar uva, pubblicata dalla ſocietà georgi
vi , i molti uſi per l'arte agraria , ca di Montecchio, di cui fu da noi
potranno pure un giorno da qualche già dato ragguaglio nelle noſtre Efe
genio ſuperiore, che prenda a calco meridi dell'anno ſcorſo. Tutto il già
larle , ridurſi a qualche ſicuro ſiſte detto raccomanda abbaſtanza queſto
ma, per cui la meteorologia ſi renda volume, ſenza che noi ci aggiugnia
applicabile alla medicina , alla nau mo maggiori noſtri encomi, che pur
tica, e ad altre arti, e ſerva inſieme gli ſarebbero tanto dovuti -
per un depoſito di molte ſtoriche cir
coſtanze. La ſeconda parte del Gior
nale termina nell'elogio emortuale del
celebre Sig. Dott. Filippo Pirri, qua
le abbiamo in parte già dato noi pu
re nello ſcorſo ſemeſtre della noſtra ,
Antologia; coſicchè altro ora non ci
rimanga, che di avvertire, come in
eſſo campeggia una dottrina corriſpon
MI
M I L A N O. la vera orbita ellittica della cometa
dell' anno 1769. Siegue dopo di ciò
Ephemerides Aſtronomica Anni 1782. una diſſertazione del Sig. Ab. France
ci anni 1783. ad meridianum Me ſco Reggio circa le macchine della .
diolanenſem ſupputata ab Angelo de ſpecola di Milano , e principalmente
Caſaris. Accedit Appendix cum obſer circa la maniera che ſi è tenuta nell'
vationibus & opuſcu is & c. Apud jo eſaminare, per toglierli o per tenerne
ſeph Galeatium Regium Typographum conto nelle oſſervazioni , gli errori
173 1. Tomi 2. in 8. che poſſono eſſere occorſi nelle divi
ſioni de ſeſtanti e de' quadranti di
Noi abbiam già altre volte annun quella ſpecola , e nelle poſizioni de'
ciate queſte Efemeridi Aſtronomiche tubi, de loro micrometri , e della ,
Milaneſi, le quali primeggiano ora - meridiana . Si legge in appreſſo una
ſenza fallo in Italia, e fan sì che eſ molto dotta ed ingegnoſa memoria ,
ſa non abbia nulla ad invidiare alle del Sig. Ab. Oriani ſul movimento di
più rinomate ſpecole oltramontane . due pendoli della ſpecola Milaneſe,
Non parleremo delle ſolite tavole de' diſpoſti in modo da poter correggere ,
movimenti celeſti per gli anni 1782. da per ſe ſteſſi le anomalie derivanti
e 1783. , che formano il principale dal maggior caldo , o dal maggior
oggetto de due volumi di queſte Efe freddo. Ognun ſa che le vergheme
e meridi, e della conſueta ſpiegazione talliche che ſi adoperano pe' comuni
delle medeſime tavole, e del loro uſo, pendoli degli orologi oſcillatori, ſof
- che le accompagna. Accenniamo piut frendo un ſenſibile allungamento dall'
toſto di volo gli argomenti delle più aumento del calore , ed un ſenſibile
ſingolari oſſervazioni , e diſquiſizio ſcorciamento dall'incremento del fred
ni Aſtronomiche, che ſi leggono nels do , ſono in conſeguenza forzate a
le appendici. Nell'appendice del vo rallentare, o ad accelerare le loro vi
lume appartenente all'anno 1782. s' brazioni . Si ſono ſtudiati alcuni in
incontrano primieramente due memo duſtrioſi artefici di ovviare a queſta
rie, una del Sig. Ab. Franceſco Reg cagione dell' inequabilità del moto
gio, e l'altra del Sig. Ab. Barnaba . degli orologi, ſoſtituendo ai pendoli
Oriani, riſguardanti gli elementi dell' compoſti di una ſemplice verga altri
orbita parabolica della cometa com pendoli ſoſpeſi da più verghe di di
parſa nel principio dell'anno 1779. verſi metalli, e ſi fattamente combi
dedotti al ſolito da tre oſſervazioni. nate, che l'allungamento del pendo.
Vi ha di ſingolare nella memoria del lo prodotto dalle une, venga corret
Sig. Ab. Oriani l'inſufficienza ch'egli to dalle altre ſoggette a una diverſa
ha trovato in queſto caſo di un nuo dilatazione . Vari modi , qual più
vo metodo , diverſo dal comune di qual meno ingegnoſo, ſono ſtati pro
Newton, che ha inſegnato Eulero per poſti da diverſi artefici , o fiſici per
fare queſto computo dell'orbita para giugnere a queſto fine . In uno de'
bolica nelle ſue ricerche e calcoli ſul due orologi de'quali intende parlare
e il
78
il Sig. Ab. Oriani in queſta ſua me logio del Sig. Megele accompagnava
moria, la correzione ſuddetta ſi fa a quaſi in tutto il ſuo corſo la curva ,
col metodo del Sig. Harriſon, deſcrit del termometro, e ſi confondeva qua
to nell'aſtronomia del Sig. la Lande ſi con eſſa, potè ſubito dedurne che
(S. 2463. ediz. del 1772. ) Nell'altro il macchinamento aggiunto al pendo
poi di que” due orologi gli effetti del lo di queſt'orologio non produceva ,
caldo, e del freddo vengono corretti veruna ſenſibile correzione ſulle ano
con un nuovo metodo ideato dal Sig. malie provegnenti dalle variazioni del
Megele induſtrioſo artefice Milaneſe. caldo, e del freddo. Non così fu dell'
Un'ingegnoſa e facil maniera ha idea altro orologio, la di cui curva ſem
to il Sig. Ab. Oriani per mettere a pre più da quella del termometro ſi
pruova l'effetto di queſte correzioni. diſcoſtava . Ma queſto iſteſſo gli fè
Egli ha deſcritto primieramente per vedere, che benchè vi ſia una qual
punti due curve le di cui comuni aſ che correzione in queſto orologio ,
ciſſe ſono proporzionali al numero de' deſſa però non ſi fa uniformemente ,
giorni decorſi da un giorno dato, e nè intieramente, ma bensì per ſalti,
le ordinate rappreſentano le accelera ed ora più ora meno. Da tutte que
zioni o le ritardazioni de due orolo ſte coſe conchiude a buon diritto il
gi ſopra il tempo medio in que” dati Sig. Ab. Oriani che la maggior perfe
giorni. Quindi attorno del medeſimo zione degli orologi non debba ricer
aſſe ha deſcritto una terza curva, le carſi in una fiffatta correzione de'loro
di cui ordinate corriſpondenti alle me pendoli , ma piuttoſto nella bontà ,
deſime aſciſſe eſprimono le accelerazio eſattezza , e ſolidità della loro inter
ni,o ritardazioni che doveano aver luo na coſtruzione. Ma non più di que- .
go in que dati giorni in conſeguenza ſti orologi, nè di queſto volume di
del grado del calore che veniva dal Efemeridi a cui dan termine alcune
termometro indicato . Gli fu poi fa oſſervazioni di occultazioni di ſtelle
cile di prendere le ordinate di queſta fiſſe dietro il diſco della luna, alcune
terza curva ſulla medeſima ſcala che altre ſopra due comete comparſe ne'
quelle delle prime due , ſapendo che due anni proſſimi paſſati, dell'ultima
il grado 27. del termometro di Reau delle quali abbiam già due volte par
mur allunga il pendolo di un orolo lato nella noſtra Antologia; ed infine
gio di circa i lin. , e che da queſt' un corſo di ſquiſitiſſime oſſervazioni
allungamento ne naſce una ritardazio meteorologiche fatte dal Sig. Ab. Reg
ne di 2o" in un giorno . Per mezzo gio nella ſpecola di Milano durante »
di queſte tre curve potè egli adunque l'anno 1779. Percorriano ora colla ſteſ
facilmente confrontare le anomalie , ſa rapidità l'appendice alle Efemeridi
de'due orologi con quelle che avreb dell'anno 1783. Quivi compariſce in
ber dovuto naſcere dalle variazioni primo luogo un dotto commentarius
del calore, e valutare così l'effetto Franciſci Reggio de latitudine ſpecu
delle preteſe correzioni. Diffatti aven la aſtronomica Mediolanenſis . Ognu
do egli trovato che la curva dell'oro no per leggermente iniziato che ſia
negli
- 9
negli aſtronomici ſtudi , ſa di qual 45. o 27 57." Egualmente reti 9

momento ſia, e di qua difficoltà in ed intereſſante è la ricerca che ſiegue


ſieme l'accurata determinazione della del Sig. Ab: Oriani ſulla media pre
latitudine oſſia dell'altezza del polo ceſſione degli equinozj. Queſt'annua
di una ſpecola , perchè poſſano in preceſſione degli equinozj ſi deduce
ſtituirviſi con ſicurezza oſſervazioni comunemente dalla differenza rinve
tali da poterne ſperare un qualche o nuta nella longitudine di una ſtella
incremento alla nobile ſcienza del cie fiſſa oſſervata in due tempi l'uno dall'
lo. Servonſi a queſt'oggetto gli aſtro altro aſſai lontani , dividendo queſta
nomi delle diſtanze dallo zenith delle differenza per il numero degli anni
ſtelle fiſſe; ma alcuni preferiſcono le frappoſti alle due oſſervazioni . Ma .
fiſſe che paſſano aſſai vicine al mede eſſendo certo , e dalla teoria e dalle
ſimo zenith, e allora fa d'uopo co oſſervazioni, come ſi dimoſtra beniſ
noſcerne con accuratezza la declina ſimo dal Sig. Ab. Oriani , che l'ob
zione, per poterne dedurre la latitu bliquità dell'ecclittica ſoffre una con
dine del luogo; altri ricorrono piut tinua , benchè non coſtante diminu
toſto alle ſtelle fiſſe che girano aſſai zione , ed eſſendo anche più certo,
vicine al polo, ed allora è neceſſario che una ſiffatta diminuzione dell' ob
di eſſere ben ſicuri delle rifrazioni bliquità dell'ecclittica alterar dee più
competenti a quelle altezze; altri infi o meno le longitudini di tutte le fiſſe
ne ſi ſervono indifferentemente di qua ſecondo la loro poſizione, per dedur
lunque aſtro e del ſole medeſimo, ed re con certezza il movimento medio
in queſto caſo per non errare biſogna de punti equinoziali dal paragone del
eſſer certi della declinazione, e della le longitudini oſſervate di una mede
rifrazione di quell'aſtro. Atteſa l'in ſima ſtella, biſognerà primieramente
certezza che vi è riguardo alle rifra dal cambiamento oſſervato in queſta
zioni anche nelle mezzane altezze, e longitudine defalcare quella porzione
la notabile differenza , che s'incon che naſce dalla mutazione dell'ob
tra a queſto propoſito nelle tavole o bliquità dell'ecclittica corriſponden
che paſſano per le più accurate, co te a quel tempo. Così operando dif
me ſono quelle di Caſſini, di Bradley, fatti il noſtro Sig. Ab. Oriani ſtabili
di de la Caille, e di Mayer, il noſtro ſce molto fondatamente la media an
Sig. Ab. Franceſco Reggio ha preſcelto nua preceſſione degli equinozj di 5o",
tre aſtri zenitali, le declinazioni de' 579. Sieguono dopo di ciò varie oſ
quali preſentate ne' cataloghi de più ſervazioni di pianeti fatte ne' loro ap
rinomati aſtronomi, dopo le debite , ſidi, nè loro nodi , nelle loro maſ
correzioni , ſi trovano mirabilmente ſime declinazioni, nelle loro oppoſizio
conſenzienti fra loro. Il riſultato del ni,nelle loro maſſime digreſſioni dal ſole
le molte ſue oſſervazioni , e de' ſuoi &c.tutte dirette a correggere le tavole
calcoli ad eſſe appoggiati ſi è che la de loro movimenti. Si torna poſcia a
latitudine oſſia l'altezza del polo del parlare dal Sig. Ab. Oriani della co
la ſpecola di Milano debba fiſſarſi di meta dell'anno proſſimo paſſato 178 1.
e dell'
8o
e dell'eccliſſi ſolare accaduta ai 16. zionario è talmente fatto per appagar
di ottobre del medeſimo anno. Final la con pochiſſima ſpeſa e fatica, che
mente i Sig. Ab. Reggio, e de Ceſa deſſo non ſi rimarrà certamente agli
ris, ed il medeſimo Sig. Ab. Oriani ultimi poſti . L'uomo d'ogni ſtato e
ci regalano alcune loro ſquiſite oſſer di ogni età, il dotto e l'ignorante, il
vazioni d'immerſioni, e di emerſioni filoſofo e l'artigiano vi troveranno
de' ſatelliti di Giove paragonate colle abbondante materia di divertimento,
tavole del Sig. Wargentin , e con . di ſtupore, ed anche d'iſtruzione, e
altre oſſervazioni corriſpondenti; e , di meditazione. Il fiſico ſoprattutto,
ſi dà compimento al volume colle con il quale per poter penetrare ne'ſegre
ſuete oſſervazioni meteorologiche del ti della natura, ha biſogno di una .
Sig. Ab. Reggio per l'anno 178o. Qua profonda cognizione della ſorprenden
le incremento non dee ſperare la ſcien te varietà de' ſuoi lavori e de'ſuoi fe
za aſtronomica , e quale aumento di nomeni , per iſcoprirne , ſe ſia poſ
gloria letteraria non deve augurarſi ſibile, i rapporti che hanno fra loro,
l'Italia dall'unione di queſti ſi dotti, dovrà ſaper buon grado al compila
ed indefeſſi indagatori del cielo? tore di queſt'opera per il penſiero che
ſi è preſo di radunare ſotto un ſol pun
P A R I G I. to di veduta quella ſorprendente mol
titudine di fatti, l'uno più dell'altro
Dictionnaire des merveilles de la maraviglioſi, che ſi trovano ſparſi in
mature cº-c. Dizionario delle maravi un'innumerabile quantità di libri .
glie della natura del Sig. . . . . 1781. Del reſto merita lode l'Autore per
2. vol. in 8. eſſerſi ſaputo tenere egualmente lon
tano da quella troppo facile creduli
Fra i mille, e uno dizionari, che tà , che tutto ſi beve, e da quell'or
il noſtro feraciſſimo ſecolo ha meſſo goglioſo pirroniſmo, che pretendereb
alla luce , era naturale di aſpettarſi be circoſcrivere il potere della natura
che quello delle maraviglie della na dentro gli anguſti limiti delle noſtre
tura veniſſe a farvi la ſua figura an cognizioni. Le rifleſſioni ch'egli va di
cor eſſo. Diffatti quello che annuncia tratto in tratto facendo ſu i fenomeni,
mo ora ſotto di queſto titolo , ben che riferiſce, lo dimoſtrano egualmen
chè debba cedere ad alcuni de' ſuoi te ſcevro da pregiudizi ſcientifici, che
primogeniti nella ſua importanza ed dai pregiudizi del volgo, e lo carat
utilità, tale è però la curioſità inge terizano per un uomo dotto inſieme,
nita in tutti gli uomini, e queſto di e giudizioſo.
Num. XI. 1782. Li 16. Marzo

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

- R O M A . menico per trattarvi principalmente a


in eſſo i due grandi affari dell'eſtir
Della Iſtoria Eccleſiaſtica dell'Eho pazione dell'eresia degli Albigeſi, e
Cardinale Giuſeppe Agoſtino Orſi dell' della ricuperazione di terra ſanta ..
Ordine de' Predicatori proſeguita da Prende quindi occaſione di continua
F. Filippo Angelico Becchetti del me re la deſcrizione de'diſordini da que
deſimo ordine Bibliotecario Caſaneten gli eretici commeſſi nella Linguadocca,
ſe. 7'omo decimoterzo contenente la ſto i quali reſtarono finalmente per qual
ria della chieſa dall'anno 12 14 ſino che tempo ſoſpeſi per l'arrivo in
all' anno 1243. In Roma 178 1. AVella quel paeſe del principe Lodovico fi
ſtamperia, ed a ſpeſe di Paolo Giun glio primogenito di Filippo Re di Fran
chi Proviſore di libri della Bibliote cia con una poderoſa armata, e la
ca Vaticana in 4. Art. 1. ritirata del Conte Raimondo di Tolo
ſa, e del ſuo figliuolo alla corte d'
Se il celebre P. M. Becchetti aveſ Inghilterra . Queſt'iſola ſi trovava .
ſe biſogno d'impulſi, e d'incoraggi allora ſimilmente agitata da terribili
menti per proſeguire queſta ſua con convulſioni. I grandi del regno aven
tinuazione dell'Iſtoria Eccleſiaſtica . do forzato il Re Giovanni a ſottoſcri
dell'Effio Cardinal Orſi con quel mc vere la gran carta, e la carta del
deſimo ardore che ha ſinora dimoſtra le foreſte, quel Re ebbe ricorſo al Pa
to , gli avrebbe trovati efficaciſſimi pa, riclamando in favor ſuo i privi
nel periodo di tempo che prende ora legi di croceſegnato, e di principe e
a deſcrivere , ſiccome quello che rac feudatario della ſanta ſede . Ma non
chiude i primi glorioſi progreſſi , e avendo giovato a nulla nè le lettere
la pontificia approvazione dell'inſigne eſortatorie del Pontefice, nè la ſuſſe
ordine de'Predicatori, al quale egli guente ſcomunica de'ribelli , quell'
ſi meritamente è aggregato . Riaſſu infelice regno ſeguitò lungamente a
mendo adunque il filo delle geſta del gemere ſotto le calamità di una fu
gran Pontefice Innocenzo III., ci de neſta guerra civile fra il ſovrano, ed
ſcrive nel principio del LXXI, libro i grandi . Si andavano intanto ra
il noſtro Autore le di lui diſpoſizioni gunando in Roma tutti que ſoggetti ,
per la convocazione di un ſinodo ecu che dovevano aſſiſtere al ſinodo ecu
L menico
82
menico intimato dal S. Padre . Di belli dell'Inghilterra accelerò la mor
queſto ſinodo tenutoſi in S. Gio: La te del gran Pontefice Innocenzo III.,
terano, e che per la ſua celebrità fu che accadde in Perugia nel cinquan
ſemplicemente chiamato Lateranenſe, teſimo ſeſto anno dell'età ſua, e do
diſtintamente eſpone, ſecondo il con po 19. anni, e ſei meſi di Pontifica
ſueto, il noſtro P. M. Becchetti i prin to. I gravi affari, ne'quali trovavaſi
cipali canoni , e le principali riſolu allora la chieſa, non permiſero che
zioni. In una delle ſeſſioni di queſto molto ſi diſſeriſſe la ſcelta di un de
ſinodo fu trattata la cauſa del Conte gno ſucceſſore. Diffatti due ſoli gior
di Toloſa, che terminò colla condan ni dopo la morte d'Innocenzo III. fu
na del medeſimo Conte , il quale fu aſſunto al ſoglio pontificio il Cardinal
dichiarato decaduto da tutti i ſuoi Cencio dell'illuſtre famiglia Savelli,
feudi , de quali quei ch'erano ſtati il quale preſe il nome di Onorio III.
conquiſtati dalle armi de'croceſegna Una delle prime azioni del nuovo pa
ti furono ceduti in dominio a Simo ſtor ſupremo della chieſa fu la ſolen
ne di Monfort , e gli altri furono ne conferma dell'inſigne ordine de'
meſſi in depoſito per il giovane Rai Predicatori, la quale fu ſteſa in una
mondo, in caſo che queſti, uſcito che bolla che porta la data dei 22. di de
foſſe di minorità, ſi moſtraſſe degno di cembre dell'anno 1216., ed è diret
queſta riabilitazione. Si crede anco ta a Domenico priore della Chieſa di
ra che in queſto finodo il Santo Pon S. Romano di Toloſa, ed ai ſuoi fra
tefice approvaſſe almeno a voce i due ti. Ma mentre S. Domenico ſi prepa
ordini religioſi iſtituiti da S. Dome rava a ritornarſene a Toloſa, ne lo
nico e da S. Franceſco, facendo ſpe trattenne un nuovo favore del Ponte
rare ai due ſanti in tempo più oppor fice, il quale volle che rimaneſſe in
tuno la ſolenne conferma, ed appro Roma per eſporre la parola di Dio a
vazione. Finalmente in queſto ſinodo quelle perſone, le quali obbligate pe'
ſi trattò il grand'affare della ribellio loro affari a frequentare la curia pon
ne dell'Inghilterra, la quale era di tificia, vi paſſavano molte ore in un
venuta più che mai ſeria, dopo che ozio, che ſi accoſtava al diſſipamen
i ribelli poterono impegnare il Re Fi to . Così ebbe origine la carica di
lippo di Francia , colla offerta del Maeſtro del ſacro palazzo, la quale
trono che fecero a Lodovico di lui fu poi coſtantemente mantenuta in un
figlio, a ſoſtenerli. Ciò non oſtante religioſo dell' ordine iſtituito dal ſan
fu fulminata ſentenza di ſcomunica , to. La conferma dell'inſtituto di S.
contro quei ſignori d'Inghilterra che Domenico era principalmente diretta
ſi erano ſottratti dall' ubbidienza del all'eſtirpazione dell'ereſia degli Albi
loro legittimo ſovrano, e le chieſe o gefi nella Linguadocca. Il Conte Rai
che ſi trovavano ne'loro feudi , furo mondo era rientrato in Toloſa alla ,
no meſſe in interdetto. Per avventu teſta di alcune truppe Aragoneſi e Ca
ra il rammarico di vedere il principe talane, e la guerra ſi era riacceſa fra
Lodovico impegnato in favore dei ri gli eretici, e i croceſegnati. Simo
ne
8
ne di Monfort ch'era il principal cam corta durata; poichè meſſaſi al ci,
pione di queſti, nell'aſſediare Tolo la diſcordia fra i croceſegnati , la .
ſa fu colpito da un ſaſſo, che lo di città di Damiata fu perduta quaſi col
ſteſe eſangue ſul ſuolo . Il cordo la medeſima facilità con cui era ſtata
glio che arrecò queſta infauſta nuova acquiſtata. I progreſſi degli eretici in
ad Onorio III. fu in parte mitigato Linguadocca accreſcevano al ſanto
dal riſtabilimento della pace in Inghil Padre l'afflizione che gli arrecava ,
terra. Al re Giovanni era ſucceduto la triſta ſituazione degli affari nella
il di lui figlio Arrigo III., il quale Paleſtina . Le vittorie del giovane e
ebbe aſſai meſchini i principi del ſuo Raimondo Conte di Toloſa aveano a
regno. Ma la minaccia del ſanto Pa poco a poco quaſi intieramente ſpo
dre di voler fulminare una ſolenne » gliato Almarico di Monfort di tutti
ſcomunica contro il principe Lodovi quei domini, che gli erano ſtati la
co di Francia , nel caſo che queſti ſciati dal defunto ſuo genitore. In .
non deſiſteſſe dal ſuo impegno, diminuì queſte critiche circoſtanze Onorio ſcriſ
talmente il ſuo partito , ch'eſſendoſi ſe un'energica lettera a Lodovico VIII.
egli arriſchiato a dare una battaglia, Re di Francia, ſucceduto l'anno i 223.
ricevè una sì terribile ſconfitta, che a Filippo Auguſto ſuo padre, per im
fu coſtretto a domandar la pace, e º pegnarlo ad opporſi ai progreſſi che
a laſciare Arrigo in un pieno poſſeſ andava facendo nella Linguadocca un'
ſo di tutti i diritti del ſuo trono. Si eresia che minacciava anche di con
moſſe intanto da tutte le parti del taminare tutto il regno di Francia,
criſtianeſimo la grande armata de'cro e ad accettare l'eſibizione che Amal
ceſegnati verſo la Paleſtina. Una par rico di Monfort gli facea di tutti i
tita di queſti venendo ſu di una flot domini e diritti, che aveva eredita
ta dal nort verſo lo ſtretto di Gibil ti da Simone ſuo padre. Finalmente
terra , ſceſe nel Portogallo , e vi dopo alcuni trattati, e maneggi s'in
operò molte prodezze contro i Sara duſſe il Re Lodovico a far predicare
ceni . I progreſſi però di queſta cro la crociata contro gli eretici di Lin
ciata in terra ſanta furono da princi guadocca, ed egli ſteſſo paſsò in quel
pio aſſai lenti; e molto più i fedeli la provincia con un'oſte aſſai pode
cominciarono a diſperare del buon . roſa . Ma nell'auge delle ſue vitto
eſito di eſſa dopo la morte del Re di rie, ed allorchè il Conte di Toloſa ,
Cipro , e la partenza di Andrea Re era ſul punto di rimanere intieramen
di Ungheria, che ſi erano moſtrati i te ſpogliato de' ſuoi domini, il Re Lo
più zelanti fra tutti i capi. Se ſi rav dovico, dopo di un breve regno, ter
vivarono le ſperanze per la conqui minò di vivere , laſciando per ſuo
ſta che qualche tempo dopo fecero i ſucceſſore Lodovico IX. quel mede
croceſegnati della città di Damiata , ſimo che fu poi aſcritto ne' faſti de'
in Egitto, donde venivano i più po ſanti . L'altro affare che non meno
tenti ſoccorſi ai Saraceni della Pale ſtava a cuore al S. P., cioè la gran
ſtina, queſte ſperanze furono però di crociata per la ricuperazione di terra
L 2 ſanta,
84
ſanta , ſoffriva ancora maggiori len to di fedeltà da quei ſignori della .
tezze, e diſturbi, che la crociata di Paleſtina che accompagnavano quel
Linguadocca . Non oſtante che il Re re nel giro che egli facea per l' Eu
di Geruſalemme Giovanni di Brienne ropa, affine d'implorar ſoccorſo, e
ſi portaſſe in perſona preſſo quaſi tut mandando in Acri i ſuoi rappreſentan
ti i principi della criſtianità per iſti ti a ricever l'omaggio di tutti quei
molarli al paſſaggio in terra ſanta , popoli latini del regno di Geruſalem
colla viva deſcrizione de diſaſtri che me. Se vi era qualche coſa che po
vi ſoffrivano i fedeli, e de'riſchi che teſſe in qualche modo conſolare l'ani
vi correvano i miſeri avanzi delle ar mo di Onorio III. afflitto da tante »
mi criſtiane, non oſtante che il fom traversìe , ſicuramente neſſun'altra
mo Pontefice mai non deſiſteſſe dal potea farlo con tanta efficacia quanto
far predicare dappertutto la crociata, i rapidi ingrandimenti de due ordini
e dal cooperarvi con tutte le ſue for regolari fondati da S. Domenico e da
ze, e col ſuo danaro, perchè final S. Franceſco , e da queſto Pontefice
mente ſi metteſſe in ordine, ſi trova ſolennemente approvati. La ſtoria del
vano nondimeno dappertutto preteſti le prime geſta di queſti due ordini ,
di ſcuſa, e di dilazione. L'Impera la vita, le prodigioſe azioni, e la
dore Federico II. che ſi era offerto ſanta e glorioſa morte de loro illu
da principio con tanto zelo di voler ſtri fondatori ſomminiſtrano ampia ,
paſſare egli medeſimo in Paleſtina per ed intereſſante materia ad una parte
comandare le forze di queſta crocia di queſto LXXI. libro, di cui abbia
ta, dopo di eſſere ftato coronato da mo rapidamente adombrato il contenu
Onorio , al che forſe erano ſoltanto to in quella maniera che ſolo ci per
dirette tutte queſte ſue belle promeſ mettono le anguſtie di queſti noſtri
ſe, fi raffreddò ancor egli talmente , fogli. Deſſo termina colla morte del
che quaſi ſembrava aveſſe intieramen ſommo Pontefice Onorio III. accadu
te depoſto il penſiero di quella ſacra ta in Roma ai 18. di luglio del 1227.
ſpedizione . Veramente gli affari di dopo i 1. anni di Pontificato. (farà
Lombardia , ove lo ſpirito di libertà continuato. ).
avea dato origine ad una formidabi
le lega contro l'impero, e le conti
nue piraterie colle quali moleſtavano
i Saraceni l'iſola di Sicilia , rende
vano in qualche modo plauſibili le o
dilazioni di Federico. Ma il ſuo mal
talento ſi ſcorfe troppo evidente ,
allorchè eſſendoſi unito in matrimo
nio con Jolanda figlia del Re Giovan
ni di Geruſalemme, unì agli altri ſuoi
titoli anche quello di queſto piccolo
regno , facendoſi preſtare il giuramen
BO
-a 8
B O L O G N A. mente all'acquiſto di quelle fisi
colle quali ſogliono prepararſi i me
Della educazione letteraria, e ſcien dici all'eſercizio della loro profeſſio
tifica del medico pratico , opera di ne. Ma paſſando dalla ſcuola al letto
M. B. coll'epigrafe: degl'infermi ha trovato che la Logi
Seu facerent tum decepti, ſeu ſe ca, la Metafiſica, la Fiſica generale
pe volentes e particolare, l'Anatomia , la Chi
Decipere ( interdum ut vana ſu mica, e tutte quelle altre ſcienze in
blimia corda fine che ſi predican ſi neceſſarie per
Ambitione rapi , 6 faſtu turbare un medico, di niun giovamento gli
videmus erano per la cognizione , e la cura
Doctrinam ) tantum velabant o delle malattie, e che altro non ave
mnia doctis va ottenuto collo ſtudio di eſſe, ſen
9aeis ignara ſolent captari petto nonche perdere i più prezioſi anni ,
ra, verbis . che avrebbe con tanto maggior pro
Stay Phil. rec. fitto impiegati nell'acquiſto della pra
AVella ſtamperia di S. Tommaſo d' tica , ed imbeverſi di alcuni pregiu
Aquino 1781. in 3. dizi in favore di qualche filoſofico ſi
ſtema, che ſuo malgrado pur ſempre
L'ultimo fine della medicina è la gli ſi affacciava alla mente. Egli ri
cognizione e la cura de mali; e que fletteva dall'altro canto che il gran
ſto fine è sì nobile, sì geloſo, e sì padre della medicina Ippocrate , in .
dilicato , che ad eſſo dovrebbero eſ cui quaſi fiſſoſſi queſt' arte quanto
ſere unicamente diretti tutti gli ſtu alla pratica, non ſapea nè la Metafi
dj di chiunque vuol applicarſi all'eſer ſica nè la Fiſica , le quali non era
cizio di queſt'arte . Ma dovrem poi no, ſi può dire, neppur nate a ſuoi
credere che il comun metodo de'ſtu tempi ; non aveva ſennonche un'aſ
dj che vien ſeguito da quei che ſi ſai groſſolana , e popolare idea dell'
deſtinano a queſt'ardua profeſſione ſia anatomia ; non conoſcea ſennonche
veramente quello che meglio poſſa . un piccoliſſimo numero di piante, e
condurli al conſeguimento di queſto non già ſecondo il ſiſtema di Tourne
fine ? Queſta appunto è la quiſtione, fort , o di Linneo, ma ſolo ſecondo
che ſi agita nel libro che ora annun le loro mediche proprietà; che infine
ciamo, ed eſſa intereſſa troppo l'uma il grand'Ippocrate non avea fatt'altro
nità , perchè ciaſcuno debba prender che pazientemente, ed attentamente
vi parte. L'Autore di eſſo, che ſap oſſervare la natura animale, ſia nel
piamo eſſere il Sig. Dott. Matteo Bor lo ſtato di ſanità ſia nello ſtato di ma
ſa Mantovano, giovine di molto ſpi lattia, per iſcoprire ciò che le giova
rito e di molte cognizioni, è paſſato o le nuoce . Eppure le predizioni d'
ancor eſſo per la conune trafila , e Ippocrate , eppure le indicazioni, e
ſi è applicato ancor eſſo profonda e il metodo curativo d'Ippocrate ſo
Ino
86
no ancora l'oracolo della medicina . cina, le varie ſette, in cui ſi diviſe,
Animato da queſte rifleſſioni il noſtro l'origine e le cagioni dell'unione di
Autore ſi è creduto fondato a poter queſta ſcienza colle altre, i vari pe.
intentare un piccol proceſſo a tutte e riodi di ſuo ſplendore , e ſua deca
quelle ſcienze, che ſi decantano co denza, i quali ſi oſſerva col Sig.Ab.
me neceſſarie per l'arte medica ; e il Tiraboſchi eſſere ſtati in ordine inver
riſultato di queſto proceſſo ſi è il ban ſo con quei delle altre ſcienze; tut
do di alcune , e la circoſcrizione den to inſomma caratterizza l'Autore per
tro ſtretta carcere delle altre. Si ban un uomo veramente dotto nella ſcien
diſce la lingua greca , perchè quan za di cui parla , e capace in conſe
tunque la medicina ſia nata in Grecia, guenza di vederne gli abuſi e i di
e greco ſia il primo luminare di eſſa, ſordini, e di proporre i rimedi per
le eccellenti traduzioni delle opere e riformarli .
ſcritte in queſta lingua vagliono tan
to quanto gli ſteſſi originali. Si ban N A P o L I. -
diſce ſimilmente abſque ſpe la logica e
la metafiſica, e ſolo in luogo della , Sonetti di Domenico Mondo ſu i
prima ſi ſoſtituiſcono alcuni brevi ele ſoprapporti da lui dipinti pel regal
menti di geometria . La fiſica ſi ri palazzo di Caſerta in 4.
ſtringe alla cognizione di que pochi,
e certi fatti che poſſono aver qual Noi annunciamo queſti ſonetti del
che influſſo ſull'economia animale . Sig. Domenico Mondo, non ſolo per
Si confina pure l'anatomia dentro mol il loro merito, che hanno certamen -
to riſtretti cancelli , e riſecandone o te non piccolo , ma anche e molto
tutte le microſcopiche minuzie ſi limita più per eſſere i medeſimi il parto di
alla pura notizia delle parti maggio un egregio pittore, il quale dopo di
ri, e delle funzioni loro &c. Sbaraz avere poeticamente pennelleggiato i
zata così la medicina dall'unione di ſuoi quadri, ha voluto di nuovo di
tutte queſte ſcienze, le quali a guiſa pingerli colla ſua poetica penna . Zlt
di piante paraſite hanno finora attratto pictura poeſis erie. Queſto doppio rap
tutto quell'umore , che doveva an porto di figliuolanza del Sig. Mondo
dare in alimento del tronco , potrà con Apollo era ſtato già elegantemen
ritornare a vegetare lieta e rigoglio te eſpreſſo dal Sig. Orazio Capelli ne'
ſa , come avea principiato a fare ai ſuoi belli endecaſillabi ſopra Caſerta
tempi di quel buon vecchio di Coo. coi ſeguenti verſi:
Ecco preſſo a poco il contenuto di gual delle immagini leggiadre ea
queſt'opera ſcritta veramente con mol 2'12'e

ta eloquenza, e gran copia di medi La ben compoſta diſtinta ſerie,


ca erudizione. Moltiſſime belle noti Che il pronto genio ſegna e de
zie, e molte giudizioſe rifleſſioni vi ſcrive
ſi leggono intorno la ſtoria della me Del Mondo? Amabile figlio d'Apollo
Che
8
Che pria di Marco (a) l' eletta ed
da A7 da
AVè il tempo edace un sì bel
invola ;
ri
. Toſcana cetera gli miſe al collo; Che in ogni tempo riverita fora
E poſcia reſolo d'ogni più bello Queſta dolce d'amor verace ſcuola.
Sapere e modo gentil eſempio
Gli die il medeſimo ſuo gran pen P A R I G I.
nello.
Faccian fede agli elogi , che quì ſi AVouveaux contes 7'urcs & Arabes
fanno al valor pittorico del noſtro Sig. cºc. Muovi apologi Turchi ed Arabi,
Mondo, tutti quei che han veduto le receauti da un compendio cronologi
ſue opere nel magnifico, e veramen co della caſa Ottomana, e del gover
te regio palazzo di Caſerta, ov'egli no dell'Egitto , e ſeguiti da alcuni
ha lavorato . Noi poſſiamo ſolamen ſquarci di poeſia, e di proſa tradotti
te in prova di ciò che vi ſi dice dall'Arabo e dal 7'urco, del Sig. Di.
del ſuo valor poetico, arrecare uno geon interprete del Re alla Porta , e
de' ſonetti che annunciamo , per eſ. corriſpondente della R. Accad. delle
il V. il quale è ſul quadro che rap iſcrizioni, e belle lettere; 2. vol. in
preſenta la famoſa Cornelia madre de' 12. Preſſo Dupuis 178 1.
Gracchi , la quale ad una matrona
Capuana, che avea fatto pompa delle Benchè non vi ſia paeſe, il quale
ſue gioie , moſtra i figliuoli in vece avendo fatto una qualunque piccola
di quelle. figura ſul teatro del mondo, non ab
bia avuto migliaia di ſtorie e di ſto
Madri amoroſe, il mondo debbe a o rici, che ne abbian parlato, all'Egit
voi - to moderno nondimeno mancava tut
Tutta la gloria dell'età paſſata , tavia il ſuo ſtorico, o almeno non ,
Se nobil prole con virtù educata » vi era ſtato ſe non quell'Arabo , del
aella arricchì de più famoſi eroi. di cui manoſcritto il Sig. Digeon ,
E la ſaggia Cornelia addita a noi preſenta ora al pubblico una tradu
Come ogni pompa fa vile e ſprez zione. Ciò che aggiunge un ſingolar
2a l'd 3 pregio a queſta traduzione ſi è di eſ
E che ornamento di ſua prole amata ſer eſſa, ſecondo che il traduttore ci
Faccia ogni madre che verrà dapoi. avverte, interamente fedele e lette
Tu intanto , o Roma , vai ſuperba rale . Dee ſicuramente ſtuzzicare la
a MC07 a 5 curioſità di chiccheſſia il poter vede
Che una tua figlia, unica al mon re come penſa, e come ſi eſprime un
do e ſola Autore, la di cui maniera di vedere
Cotanto innalza il debol ſeſſo, e o doveva eſſere ſi differente dalla no
0720p a - ſtra per la totale diverſità de'coſtumi
e del

(a) Padre del noſtro pittore poeta , e poeta ancor eſſo non ſpregevole.
88
e delle opinioni, in cui era ſtato edu », gioventù , 585. medreſsés, cioè
cato. Noi non ſeguiremo certamen , collegi di legge, di aſtrologia &c.
te il noſtro iſtorico Arabo nel compen », ico.tekès oſſia gran conventi, 1 o55.
dio cronologico ch'egli ci fa della . ,, Khan cioè oſterie , 886. zaviès o
ſtoria de' principi della caſa Otto , piccoli conventi, 975. fontane e
mana . Ci contenteremo di accennare », pubbliche, 985.mercati, 1 zoo. pe
ch'egli riferiſce due diverſe opinioni , ſatori pubblici, 1ooo.bagni, 2352.
intorno all'origine di queſta caſa, le ,, botteghe di caffè , 49oo. ſtrade e
quali per altro ſi accordano nel fiſ ,, abitate da criſtiani, e 4985. abi
ſare per capo di queſta famiglia il Sul ,, tate da giudei , . Il noſtro ſtori
tano Oſman, che regnava verſo la . co Arabo aggiugne che dopo il tem
fine del ſecolo XIII. Il di lui nipo po di Zecherìa ſi è quaſi accreſciu
te Amurat I. fu quegli , che dopo to del doppio il numero delle moſchee,
la preſa di Adrianopoli nel 1356. for delle ſtrade &c. e noi vorremmo ag
mò degli ſchiavi, che avea fatti nelle giugnere che forſe tutti due hanno
ſue tante vittorie riportate contro i ſtraordinariamente eſaggerato. Selim,
miſeri criſtiani, quel corpo divenuto nipote di Maometto II. , fu il con
poſcia ſi formidabile ſotto il nome di quiſtatore dell'Egitto , il quale dopo
Giannizeri , cioè di nuove truppe. di lui , divenne il lagrimevol teatro
Il di lui figlio Bajazet I. incontrò quell' delle concuſſioni, e delle crudeltà dei
infelice fine, che ognun ſa, col gran baſſà mandati da Conſtantinopoli, o
Tamerlano . La preſa di Coſtantino delle guerre e delle ribellioni inſorte
poli reſe celebre il di lui nipote Mao per iſcuotere un ſi orribile, e peſan
metto II. più che alcun altro princi te giogo . Nulla poi diremo dei rac
pe della caſa Ottomana. Ecco la de conti Arabi che vengon dietro al com
ſcrizione che di queſta capitale degli pendio cronologico, e che unitamen
Ottomani ci fa il noſtro ſtorico Ara te agli editti di Solimano per il buon
bo, ſulla fede di Zecheria - Effendi , regolamento dell'Egitto, formano la
che ſcriveva nel principio del ſecolo materia del ſecondo volume ; ſendo
XVI. , Deſſa contiene , dic' egli , che queſti racconti tanto per lo ſtile
2, 398o. ſtrade abitate da Turchi , che per le idee raſſomigliano perfet
», 488. grandi moſchee, 4596. mo tamente a tutti gli altri che vanno
», ſchee più piccole , 1654. ſcuole ſotto il medeſimo nome.
s, pubbliche per l' iſtruzione della .
a

Num. XII. 1782. Li 23. Marzo


i

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. che il di lui padre Lodovico VIII. vi
avea ſi glorioſamente principiato. Pro
Della Iſtoria Eccleſiaſtica dell'Eho fittando di queſte per lui favorevoli
Cardinale Giuſeppe Agoſtino Orſi dell' circoſtanze il Conte Raimondo di To
Ordine de' Predicatori proſeguita da loſa ricuperò ſollecitamente molte ter
F. Filippo Angelico Becchetti del me re perdute, ed avvalorò talmente il
deſimo ordine Bibliotecario Caſanaten ſuo decaduto partito , che già quaſi
ſe. 7'omo decimoterzo contenente la ſto non potea più fargli argine l'armata
ria della chieſa dall'anno 12 14 ſino de croceſegnati . Ma il ſanto Padre.
all' anno 1243. In Roma 178 1. Mella ebbe la conſolazione di veder poco.
ſtamperia, ed a ſpeſe di Paolo Giun dopo coronato pienamente il ſuo ze
chi Proviſore di libri della Bibliote lo, nella riconciliazione del medeſi
ca Vaticana in 4. Art. 11. ed ult. mo Conte di Toloſa colla chieſa, e
col Re di Francia di lui Signore, la
Il libro LXXII. che forma l'altra quale fu ſottoſcritta nella cattedrale
metà di queſto volume XIII. compren di Parigi l'anno 1229. Non così be
de quaſi tutto , il glorioſo pontifica ne procedettero gli affari della crocia
to di Gregorio IX., eletto viſibile o ta in terra ſanta. Sulla ſperanza del
capo e paſtor della chieſa nel giorno la partenza di Federico, ben quaran
conſecutivo alla morte di Onorio III. tamila croceſegnati ſi erano trasferiti
I due grandi affari dell'ereſia degli nella Paleſtina. Ma vedendoſi deluſi
Albigeſi, e della crociata in Paleſti erano ritornati nell' occidente ſu i
na richiamarono toſto tutta quaſi la medeſimi legni, che gli aveano con
di lui vigilanza ed attenzione, ſicco dotti, e di un ſi gran numero erano
me aveano occupata quella di molti reſtati colà appena ottocento cavalieri.
fuoi illuſtri predeceſſori. Il ſanto Re Cinque religioſi dell'ordine de'mino
Lodovico IX. di Francia nel principio ri uſciti dalle carceri de' Turchi, fra
del ſuo regno fu talmente diſtratto i quali eranſi portati a predicare la
dagli affari interni, che non ſi trovò fede , ſi preſentarono in Nicea, ch'
in iſtato di portar le armi in Lingua era allora la ſede de'Greci Auguſti,
doca per conſumarvi quella guerra , a Germano II., che aveva aſſunto il
IM tito
9o
titolo di patriarca di Coſtantinopoli, ſue forze il ſommo paſtore per eſor
e gli propoſero con evangelica liber tare ad una ſtabile pace tutti i princi
tà di adoperarſi per toglier di mez pi, e popoli dell'occidente. Approſſima
zo quella pietra di diviſione , che ſi vaſi intanto il tempo fiſſato per la nuo
era poſta fra le due chieſe, e che o va ſpedizione in terra ſanta, ed il ſan
facea gemere i Greci nelle tenebre to Padre dovea riſentire nella più viva
dello ſciſma. Incantato Germano dal parte del ſuo cuore di vedere andate a
la ſingolare virtù, e dal fervido ze vuoto tutte le ſue ſollecitudini per eſor
lo di queſti religioſi, accettò il pro tare i principi di occidente, a depor
getto, e concertato l'affare coll'Au re le loro ſcambievoli diſcordie , e
guſto Giovanni Vatacio, ſcriſſero am a ſtabilire un ſolido trattato di pa
bedue al Pontefice per mezzo de'ſud ce . L'afflizione dovea eſſer tanto
detti religioſi, proponendogli la riu maggiore , quanto che quell'impero
nione delle due chieſe . Ognun può di Coſtantinopoli , che ſi era già
figurarſi quanto ſi moſtraſſe ſollecito preteſo di acquiſtare per facilitare e
il ſommo Pontefice per ſecondare ſif la conquiſta della Paleſtina , era ,
fatte diſpoſizioni de' Greci. Egli de ridotto ad uno ſtato così infelice ,
ſtinò toſto quattro religioſi, due Pre che biſognoſo di ſoccorſo veniva a .
dicatori, e due Minori, egualmente diſtrarre quelle forze, che altrimenti
celebri per la loro virtù che per il ſarebbono ſtate dirette a Geruſalem
loro ſapere, per andare a queſt'effet me . Dopo la morte di Roberto di
to in Nicea col carattere di Nunzi. Courtenay accaduta l'anno 1229. i
Ma queſte ſi ben concepite ſperanze ſignori dell'Impero di Coſtantinopoli
andarono anche queſta volta a vuoto, invitarono a ſalire ſu quel trono il
e dopo varie conferenze i Nunzi furono ramingo Re di Geruſalemme Giovan.
obbligati a partirſene ſenza alcun frut ni di Brienne , a condizione di far
to. Ciò non oſtante il ſommo Pontefice contrarre i ſponſali alla ſua unica -
fece predicare di nuovo l'anno 1234.in figlia con Balduino l I. di Courtenay
Spoleto, ov'egli allora ſi ritrovava, fratello del defunto imperatore , e ,
la crociata per la terra ſanta . Nel fanciullo allora di ſoli dieci anni, il
medeſimo anno egli pubblicò , e ſpe quale dopo la di lui morte dovrebbe
dì dappertutto la nuova collezione » eſſere ſuo ſucceſſore . Diffatti avendo
delle Decretali , eſeguita per di lui ceſſato di vivere Giovanni di Brienne
ordine da S. Raimondo di Pegnafort , l'anno 1237. , ſalì il medeſimo Bal
e contenente tutte le decretali pub duino ſul trono imperiale , ma tro
blicate da ſommi Pontefici dopo le , vollo ſi vacillante, e ſi fuor di ſtato
fatiche di Graziano, cioè dopo il Pon di poterſi reggere colle ſue proprie
tificato di Aleſſandro III. Perchè poi forze, che ne ſceſe toſto per venire
la gran crociata poteſſe avere un eſi in occidente ad implorare ſoccorſo ,
to meno infelice delle altre volte, ſi e ad indurre colle ſue rappreſentanze
adoperò primieramente con tutte le il ſanto Padre ad eſortare i ſovrani
di
-9 I
di Francia, d'Inghilterra, e di Unghe Teutonici, ſeguitavano a purgare dall'
rìa , e tutti i prelati di queſti regni infezione del Paganeſimo la Livonia,
a concorrere coi loro ſuſſidi alla di la Pruſſia, ed altre provincie del ſet
feſa di quell'impero , che andava - tentrione . Ma un nuovo nembo aſ
altrimenti a cadere, ed a pubblicare ſai più terribile di tutti quei che ave
la bolla di una nuova crociata a tal vano ſin allora ſconvolto la miſera ,
fine. La principal cagione della deca Europa, venne a ſcaricarſi ſopra di eſ
denza dell'impero latino di Coſtanti ſa poco dopo, ea conquidere intiera
nopoli era ſtata la lega che il Re de' mente il cuore del ſommo paſtor del
Bulgari avea fatta coi Greci . Il Re la chieſa. I Tartari, che ſotto la con
di Ungheria era il ſolo principe che dotta del celebre conquiſtatore Gen
ſi trovaſſe in grado di richiamare al ghis Khan aveano roveſciati i più
trove le forze de' Bulgari, e di ab grandi imperi dell'Aſia, dopo di aver
batterne la potenza ; e perciò il ſan terminato la conquiſta della Cina ſot
to Padre a quel Re indirizzoſſi prin to il di lui figlio Oktai - Khan , ſi
cipalmente, eſortandolo a prendere ripiegarono verſo occidente. Dopo di
eſſo medeſimo le armi, ed a conqui aver occupata la Ruſſia , entrarono
ſtare un regno, che da lungo tempo vittorioſi in Polonia, ed avendo meſ
era il ricettacolo dell'eresia, e don ſo queſto regno a ferro ea fuoco, ed
de ſi era diramata la Manichea em obbligato il Re Boleslao a ritirarſi
pietà in tutte le privincie dell'occi nell'Ungheria , eſteſero i loro ſac
dente. Poterono forſe in qualche par cheggi nella Sleſia, nella Moravia ,
te mitigare il dolore da cui doveva e nelle provincie confinanti. Si ſca
eſſere penetrato il ſommo paſtor del gliarono finalmente nell'Ungheria, ed
la chieſa per queſti diſaſtri d'orien il povero Re Bela, in cui il ſommo
te , i progreſſi che la noſtra ſanta re Pontefice aveva ripoſte le ſue mag
ligione faceva in altre parti del mon giori ſperanze per gli affari di orien
do. Il ſanto Re Ferdinando di Caſti te , eſſendo ſtato intieramente ſcon
glia coſtrinſe l'anno i 236. i Sarace fitto da Tartari, ſi vide coſtretto a
ni ad evacuare la città di Cordova, fuggire nella Polonia, e poſcia nell'
che era ſtata la capitale del loro im Auſtria, e a laſciare in preda di que”
pero ſin dal tempo, in cui ſi annida rapaci barbari quel ſuo ſi florido re
rono nella Spagna . Due anni dopo gno. Tanti oggetti di dolore avreb
riuſcì parimenti al Re Giacomo di ber baſtato ad opprimere qualunque
Aragona di far la importante conqui ſpirito anche più coraggioſo. Il ſan
ſta della città di Valenza , eſſendo to Padre, giunto quaſi ai cento an
ſtato ſecondato in queſta grande im ni, non ebbe più forza di ſoſtenerſie
preſa da un gran numero di France l'aſpetto , e conſumato dagli anni ,
ſi , Ingleſi , ed Italiani che vollero dalle fatiche e dalle afflizioni ceſsò
avervi parte. I Cavalieri della ſpada di vivere ai 2 1. d'agoſto dell'anno
che furono da Gregorio IX. uniti ai 1241. , dopo un pontificato di 14.
M 2 anni ,
92
anni, cinque meſi e due giorni. Da ſolo quella parte di America, che ſi
quei dodici Cardinali , che fu ſola prende ad illuſtrare nella ſua erudita
mente poſſibile di ragunare in sì lut ſtoria , ma bensì l'America tutta,
tuoſi tempi, gli fu dato due meſi do alla di cui ſtoria univerſale queſte a
po per ſucceſſore Goffredo Caſtiglio diſſertazioni del Sig. Clavigero potreb
ni nativo di Milano, nipote per par bono ſervire di prolegomeni, e di ſup
te di madre di Urbano III., il quale plemento. Sono queſte diſſertazioni
preſe il nome di Celeſtino IV. Egli ſcritte non ſolo con tutta l'erudizio
incontanente rivolſe i ſuoi penſieri, ne , e con tutti i lumi neceſſari, ma
e le ſue diſpoſizioni allo riſtabilimen di più con una molto imparziale cri
to della pace; ma prima di poterviſi tica , e con tutta la dovuta eſpe
applicare con ſucceſſo, fu colpito dal rienza delle coſe che ſi deſcrivono ;
la morte, dopo ſoli 18. giorni di Pon aggiugnendoviſi la notizia di ſette lin
tificato. Se era ſtato difficile di unire gue del continente antico, per mez
i voti dei Cardinali nella fua elezio zo delle quali ha potuto l'autore eſ
ne, fu molto più difficile determinar ſer meglio informato de' fatti , con
li nella ſcelta del ſucceſſore, e reſtò frontare il linguaggio, e i coſtumi de'
vacante la S. Sede fino ai 24. del me Meſſicani con quei degli Ebrei, Gre
ſe di giugno dell'anno 1243. ci , ed altri famoſi, e più antichi po
s
poli , ed appoggiare infine più ſoda
mente tutte le ſue aſſerzioni . Ecco
C E S E N A . in ſomma un libro degniſſimo della ,
curioſità de' letterati, i quali non la
ſceranno di proclamare il ſuo autore
Storia antica del Meſſico cavata , come un nuovo conquiſtatore della .
da migliori ſtorici Spagnuoli, mano America , a cui dovrebbe eſſa inal
ſcritti, e pitture antiche degl'India zare un monumento eterno della ſua
ni, diviſa in dieci libri, corredata riconoſcenza . Vi riconoſceranno al
di carte geografiche, e diſſertazioni. tresì ſempre più l'inſuſſiſtenza delle
Tomo 4. contenente le diſſertazioni . pregiudicate opinioni di certuni intor
Opera del Ab. D. Franceſco Clavige no al nuovo continente, che difficil
ro . In Ceſena 1781. Per Gregorio mente combinanſi colla irrefragabile
Biaſini. Tom, ultimo in 4. autorità delle ſacre pagine, a cui ap
poggiandoſi ſempre il Sig. A b. Clavi
gero, ed accoppiandovi deſtramente e
E' queſto l'ultimo tomo promeſſoci la profana ſtoria viene a moſtrarſi non
dall'autore , il quale contiene no men erudito ſcrittore, che eſattiſſimo
ve diſſertazioni, verſanti ſulla terra, cattolico, e quindi da colpi ſicuriſſi
ſugli animali, ſugli abitatori, ſulla . mi, che fanno trionfare la ſua cauſa.
popolazione del nuovo continente, Ed ecco come l'America ci contrac
ed altri ſiffatti punti riſguardanti non cambia non già, come con pari teme
rità
9
rità, e malizia affermò un rinomato magrezza , ſiccome ne fa fede il º
ſcrittore, dandoci male per male, e tratto ch'egli fa di ſe ſteſſo in un
per la ſcolaſtica da noi mandatale , ſonetto poſto alla fine di queſto poe
rimandandoci incambio il mal venereo : tico ghiribizzo , abbozza il piano,
aſſerzione , la di cui falſità è quaſi e fiſſa giocoſamente le leggi di una
dimoſtrata dal noſtro Autore nella , confraternita di magri da lui ideata,
ultima di queſte nove diſſertazioni, fra le quali vi è queſta, che
nella quale fa vedere non eſſer altri
menti originaria di America quella - Ciaſcun moſtri al collo appeſa,
terribil peſte. - - E dell'ordin ſia l'impreſa,
In avorio ben ſcolpita
2)na mummia inaridita,
P A R M A . Che cavalchi un baccalà
Con grotteſca maeſtà.

- La Magreide; Ghiribizzo poetico, L' altro ſcherzo miſto di verſi , e di


e l'Ipocondria; Scherzo miſto di ver proſa ſull'Ipocondria deſcrive un ſo.
ſi e di proſa, di Filandro Cretenſe. gno, in cui parve all'Autore di eſ
Preſſo Filippo Carmignani 1781, in 8. ſere introdotto nella regia di queſta ,
medeſima Ipocondria, molto poetica
mente da lui perſonificata, ed imma
Il Sig. Conte Antonio Cerati, che ginoſamente deſcritta con tutto quel
ſi naſconde ſotto il nome Arcadico di corteggio, che le ſi conveniva. Pre
Filandro Cretenſe, è l'Autore de'due cede una ſpiritoſa dedicatoria , in .
feſtevoli, e ſaporiti poemetti che ora cui l'Autore, dopo di avere novera
annunciano ſulla Magreide, e ſull' ti i pregi dell'Ipocondrìa, e i van
Ipocondria . Benchè egli gli abbia taggi ch'eſſa rende agli uomini, e ,
compoſti ne' periodi di due malattie, principalmente nel renderli più atten
più per ſollevarſi e diſtrarſi dalla no ti alla conſervazione della propria vi
ja , che per altrº oggetto, pure ſiam ta e ſalute, conchiude, ch'egli pe.
ſicuri , che pochi ſi trovano preſen rò di buon grado rinunzierebbe alle
temente in Italia , i quali, godendo annoverate beneficenze dell'Ipocondria
della più perfetta e vigoroſa ſalute, per entrar nella pelle di alcuni di
potrebbero fare altrettanto . Ma gli quegli uomini ben nutriti e robuſti,
uomini avvezzi alle profonde medita i quali godono la vita con una paci
zioni de più ſeveri ſtudi, e ai più fca morale vegetazione, ſenza molto
ſottili lavori ſcientifici, com'è il Sig. curarſi di perderla, o di conſervar
Conte Cerati, eſeguiſcono ſcherzan la. Termina finalmente l'Autore que
do ciò che agli altri coſta gli ultimi ſta ſua deſcrizione della reggia dell'
loro sforzi. Nella Magreide l'Auto Ipocondria con un grazioſiſſimo inno
re , che pretende il primato nella , indirizzato alla Dea , per implorare
da
da eſſa ogni ſorta di felicità ad un che dire , ſcritta più metodicamente
giovane ſpoſo Ipocondriaco, in gra di queſto catechiſmo, che ora annun
zia di cui , ed in occaſione delle di ciamo. Il Sig. Dott. Gardane avea ,
cui nozze egli ha ſcritto queſto poe pubblicato ſin dall'anno 1774. un av
tico ſcherzo. -
viſo al popolo ſulle asfiſſie, la di cui
neceſſità , e bontà fu baſtantemente
O Diva indefinibile dimoſtrata dalla moltiplicità delle edi
Che turbi il moto equabile zioni, e traduzioni che ſe ne fecero
T'ogni fibra ſenſibile, in breviſſimo tempo . Il ſolo Autore
i ogni nervo irritabile. però non ne fu ſoddisfatto. Non ſo
1nnumeri mortali lo gli parve che vi ſi poteſſe deſide
7'u freni invitta, e reggi rare un miglior ordine nella diſtribu
Con falſe idee di mali zione generale dell'opera , ed una .
Con timidi vaneggi, maggior chiarezza nell' eſpoſizione »
Le fantaſie poetiche. delle ſue parti , ma gli parve anco
Per te ſi fan più belle ra che vi mancaſſe quella forma dia
Gonfie d'idee patetiche logica e catechiſtica, che tanto bene
Piene d'idee novelle. cº-c. ſi adatta alla capacità di ogni ceto di
perſone, e ſoprattutto de'campagnuo
li, che vuole principalmente iſtruire
P A R I G I , il noſtro Autore, e che meritano cer
tamente le prime cure di ogni gover
no illuminato. La definizione dell'as
Catechiſme ſur les morts apparen fiſſia , l'enumerazione delle ſue cau
tes cº-c. Catechiſmo ſulle morti appa ſe , quella di alcuni rimedi, che poſ.
renti, dette asfiſſie, oſſia Iſtruzione , ſino divenire in certo caſi nocivi ,
intorno il modo di andare incontro al benchè accreditati eſſi ſieno dall'uſo,
le diverſe ſpecie di morti apparenti ed infine l'enumerazione delle caute
per via di domande , e di riſpoſte , le , e de'veri rimedi che ſono general
fondata ſull'eſperienza, e ridotta all' mente da adoperarſi contro ogni ſpe
intelligenza del popolo; pubblicata per cie di asfiſſia, formano l'oggetto del
ordine del governo dal Sig. Gardane la prima parte di queſto catechiſmo.
Dott. Regente della facoltà di Pari Da queſte cautele , e da queſti ſoc
gi, medico di Montpellier & c. Preſſo corſi generali paſſa il Sig. Gardane »
Valade 1781. in 8. nella ſeconda parte , la quale non è
niente meno intereſſante della prima,
a parlare della cura particolare di cia
Di tutte le opere che ſonoſi ſcrit ſcuna ſpecie di asfiſſia . Nell'eſame
te in queſti ultimi anni ſopra le asfiſ ch' ei fa delle diverſe cauſe, onde e
“ſie non ve ne ha forſe veruna più in poſſono provenire queſte diverſe ſpe
tereſſante, più utile, ed oſiamo an cie di asfiſſie, fa veramente paura il
vedere
4.
95
vedere come i più innocenti eſſeri del tra volta in queſti noſtri fogli , al
la natura poſſano in alcuni caſi dive lorchè ci deſcriſſe una ſua ingegno
nire funeſti, e micidiali. I cammini ſiſſima ſcoperta , con cui ha eſteſa ,
alla pruſſiana, i vapori del moſto, i alla compoſizione delle carte geogra
pozzi anche i più ſalubri &c. poſſono fiche la giurisdizione della ſua arte.
in alcune circoſtanze contenere il ger In queſta ſua nuova produzione egli
me di un micidiale mefitiſmo. In mez prende ad eſaminare la ſtoria dell'ar
zo a queſta enorme maſſa di mefitiſ te ſteſſa , e principalmente alcune ,
mo che aſſedia da ogni lato la vita particolari e nuove opinioni intorno
degli uomini, dee nondimeno conſo al tempo, e al luogo della di lei pri
larci il vedere che i rimedi per pre ma invenzione. Egli ſe la prende pri
venirne , e combatterne i funeſti ef mieramente con alcuni ſcrittori toſca
fetti, ſono egualmente facili, e pron ni, i quali vorrebbero alla loro pa
ti . Tutto il ſegreto conſiſte nel rin tria arrogare un ſiffatto onore. Il più
freſcare quei che hanno reſpirato un' moderato fra queſti è il Sig. Dome
aria mofetica, e nel riſcaldare gli an nico M. Manni, il quale nella ſua ,
negati. Le modificazioni da farſi a lezione iſtorica della prima promulga
queſto metodo generale ſecondo la . zione de libri in Firenze, ſi aſſume
diverſità delle mofete , e l'intenſità de' a dimoſtrare che Bernardo Cennini,
loro effetti dovranno leggerſi nell'ope orefice Fiorentino, ſul ſemplice rumor
ra ſteſſa , ove eſſe ſono deſcritte in re che ſi foſſe inventata in Magon
modo da poter eſſere da chiccheſſia za l'arte di ſtampare i libri, ebbe a
agevolmente appreſe , e ritenute. toſto l'idea di gettare de' ponzoni di
acciajo , co' quali ſtampò e pubblicò
la vita di S. Catarina da Siena nel
L I P S I A . 147 1. , e un Virgilio co' commenti
di Servio nel 1472. Ma un altro to
ſcano, cioè il Sig. Coltellini, non ſi
2ber diegeſchichte ci c. Sulla ſtoria contenta di tanto poco, e riſalendo ai
della ſcoperta dell'arte tipografica , più remoti ſecoli vuole aſſolutamente
e ſopra alcune particolari opinioni in che ſi attribuiſca agli antichi Etru
torno ad eſſa; del Sig. Gio. Gottlieb ſci l' onor della prima invenzione ,
Emmanuele Breitkopf. Preſſo l'Auto della ſtampa. Egli ſi fonda principal
re 178c. in 4. mente ſopra di un'iſcrizione etruſca
trovata ſu di una pietra artificiale ,
e compoſta di lettere fra le quali le
Il Sig. Breitkopf merita un diſtin medeſime ſono ſi ſimili fra loro an
to poſto fra que pochi tipografi, che che nelle più leggiere caſuali imper
han fatto ſudare i loro torchi colle fezioni , che non è poſſibile ſecondo
loro proprie produzioni. Egli è com lui che deſſe non ſieno uſcite da una
parſo in qualità di Autore già un'al matrice comune , ove abbiano preſo
quella
96
quella ſimiliſſima forma . La ſeconda 134o. l'onore delle prime ſtampe :
opinione che prende a vagliare il Sig. fondandoſi ſu di un'antica cronica ,
Breitkopf è quella del celebre Sig. Ab. del Brabante , la quale principia nel
Vernazza, il quale in una ſua lezio 13 18., e termina nel 134o. , e che
ne ſopra le ſtampe pubblicata in Ca accennando la morte di Van Vael
gliari nel 1778. ſoſtiene che l'onor beke, dice che
della prima ſtampa appartenga a Wurtz
burg, e che il primo libro uſcito da Hy Was d'eerſte di vant
queſta prima tipografia ſia il concilium Van ſtampien die manieren
Würtzburgenſe , di cui poſſiede un Die man noch hoert antieren .
eſemplare la biblioteca di Parma , e
che preſenta una raccolta de'conci cioè , ch'egli fu il primo inventore
li tenutiſi a Wirtzburg fino al 1453., della maniera di ſtampare non ancora
in cui il Sig. Ab. Virnazza, garanti in uſo . Molte giudizioſe rifleſſioni,
to dal ſuffragio del celebre P. Paciau adunque fa il noſtro Sig. Breitkopf
di vuole che ſia ſtato ſtampato queſto ſopra ciaſcuna di queſte tre opinioni,
libro. Finalmente mette in bilancia e termina poi il ſuo dotto opuſcolo
il Sig. Breitkopf una terza nuova ' coll'indicare le materie che ſi con
opinione del Sig. Giovanni des Roches terranno in un'opera molto più eſte
Segretario della ſocietà Regio - impe ſa , a cui egli ſtà ora lavorando, e
riale di Bruſſelles, il quale ſi ſtudia ch' è molto a deſiderarſi ch' egli
di attribuire ad un certo Luigi Vael voglia quanto prima metterla ſotto i
beke di Anverſa morto circa l'anno ſuoi torchi.

e 4/oegeneº bºnºs as hey, AAenesmeºnessa, Asley, AsaaSenese Asl nasºne sºnº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. XIII. 1782. Li 3o. Marzo

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . bei componimenti drammatici teſſu


ti dal Sig. Ab. Monti per eſſere can
tati in quelle due ſere di univerſale
X Componimento drammatico da can allegrezza. Gl'interlocutori di quello
tarſi nel palazzo del Eho Sig. Cardi che ora intendiamo di annunciare ſo
male de Bernis per feſteggiare la na no Imeneo, la Clemenza, e Marte.
ſcita del Reale Delfino. Dalla ſtam Queſte due ultime divinità impazien
peria Pagliarini 1782. in 4. ti di veder naſcere un erede alla co
rona di Francia , e di prender cura
dei di lui teneri anni rampognano
Gli eroi della Francia hanno ſoven l'Imeneo perchè tanto ritardi un ſi
te ſomminiſtrato nobile argomento di ſoſpirato avvenimento . Gareggian ,
canto alle Muſe Italiane. Or ecco che quindi nobilmente fra di loro per van
un concittadino di quel grande che o tare i loro pregi nel formare i cuori
cantò in sì elevato ſtile de' regnanti alle virtù più neceſſarie
per il trono. L'Imeneo finalmente le
Le donne, i cavalier, l'arme , placa , e le concilia annunziando lo
gli amori ro la naſcita del real pargoletto, ed
invitandole a deporre le loro gare,
della corte di Carlo Magno, è ſtato o piuttoſto ad andarle ad eſercitare »
meritamente preſcelto dall'Emo Sig. preſſo del Delfino già nato . Queſta
Cardinale de Bernis per cantare le e è in breve la traccia di queſto picco»
virtù molto più ſolide, e le conten lo dramma , che ognuno ben vede a
tezze molto più pure della corte di qual copia di ſublimi concetti , e di
Luigi XVI. La naſcita di un Delfino bei poetici voli abbia potuto ſuggeri
per tanti anni ſoſpirato dalla Francia re al fervido eſtro , e alla feconda ,
è ſtata l'occaſione delle ſontuoſe fe vena del rinomato compoſitore,
ſte date dal Sig. Card. de Bernis nel
ſuo palazzo per due ſere conſecutive,
e l'argomento in conſeguenza de'due
-

º
98
M O D E N A . Primo ha egli trovato che la fecen
dazione nelle rane, e nelle botte (due
ſpecie di amfitj ) non ſuccede dentro
Diſſertazioni di fiſica animale, e , al corpo della femmina , ma fuori .
vegetabile dell'Abate Spallanzani re Ogni qualvolta dunque la femmina -
gio profeſſore di ſtoria naturale nell' partoriſce le uova , il maſchio le o
univerſità di Pavia ci c. Tomo II. In ſpruzza col proprio ſeme, e le fecon
Modena 178c. preſſo la ſocietà tipo da , ſenza che mai lo ſpruzzo, e la
grafica ; in 8. Art. I. fecondazione arrivino all'uova che non
ſono ancora uſcite del ſeno materno.
Il noſtro Autore ſe n'è convinto co'
Soddisfacciamo alla noſtra brama, fatti i più indubitati. Quell'uova che
e a quella dei noſtri lettori col rife ſi trovavano ancor dentro alla madre
rire il ſecondo volume delle diſſerta ( o ſoggiornaſſero nell'utero, o negli
zioni di fiſica animale, e vegetabile o vidotti, oppur nell'ovaja ) non era
del celebre Sig. Ab. Spallanzani con mai che naſceſſero. Succedeva il con
traſſegnato al medeſimo conio di uti trario nell'altre che attualmente ve
le ed iſtruttiva originalità , che ſi è nivano partorite , e inſieme irrorate
ammirato nel primo volume , e che dal ſeme maſchile . Dal che appari
ſi ammira in tutte le altre di lui pro ſce quanto ſia andato errato il cele
duzioni . Di tre diſſertazioni è com bre Linneo, quando ſentenzioſamente
poſto queſto ſecondo tomo dell'ope pronuncia: nullam in rerum natura,
ra del Sig. Ab. Spallanzani. La prima in ullo vivente corpore, fieri facun
ha per oggetto la generazione di al dationem vel ovi impregnationem extra
cuni animali amfibi , la ſeconda la corpus matris. La fecondazione delle
fecondazione artificiale ottenuta in al ſalamandre acqua juole ( altro anfibio
cuni animali, la terza la generazio eſaminato dal noſtro Autore ) ſi ha ,
ne di diverſe piante. Avendo noi da dentro al corpo della femmina , ma
to conto nei noſtri fogli del primo to in un modo ſingolariſſimo. Il maſchio
mo paſſeremo ora a far lo ſteſſo del avvicinatoſi a lei ſenza punto accop
ſecondo , col cercare di far guſtare » piarſi comincia a rizzare quel denta
ai lettori alcune delle più intereſſan to membranoſo riſalto che ha ſu la
ti , e più luminoſe ſcoperte che vi ſchiena , e a torcerlo ſtranamente a
ſono dentro, ſenza impegnarci a par deſtra, e a ſiniſtra: indi agita forte
ticolarizzare i fatti che ſervito han mente la coda , l'avvolge tortuoſa
no all'Autore di appoggio pel con mente in ſe ſteſſa, e nello ſvolgerla
ſeguimento di eſſe , non permetten va dolcemente a battere i fianchi del
dolo la brevità che propoſti ci ſiamo la femmina che ſi tiene immobile ; e nel
di oſſervare nel noſtro giornale. I ca tempo che sì con la coda lievemente
pi più principali della prima diſſerta la sferza fa uſcire dall'ano un getto
zione ſi poſſono ridurre ai ſeguenti . copioſo di bianco ſeme , che ſi me -
ſcola
ſcola all'acqua, e sì meſcolato arri due liquori , per cui ſi penſa che il
va fino all'ano della femmina , den feto ſia il riſultato dello ſperma ma
tro cui feconda le uova che ſono vi ſchile , e femminile variamente fra .
cine ad uſcire. E ſiccome queſta ope lor combinati, il qual ultimo ſiſtema,
razione vien ripetuta molte volte dal che è antichiſſimo , ſi è sforzato in
maſchio, così altre uova meno vici queſti ultimi tempi di mettere in vo
ne rimangono fecondate , finchè la . ga l'eloquentiſſimo Sig. di Buffon con
fecondazione in tutte ſi ottiene com le ſue famoſe molecole organiche. Queſt'
piutamente. In ſecondo luogo ha ſco ultima ſcoperta del noſtro Autore quan
perto il noſtro Autore, che que cor to dà di peſo al primo ſiſtema , al
picciuoli ritondaſtri che ſi partoriſco trettanto fa vedere l'inſuſſiſtenza degli
no dalle rane , dalle botte, dalle ſa altri due . Imperciocchè ſe i feti ſi
lamandre, e che per ſervire all'uſi ſcorgono nelle femmine innanzi che
tata eſpreſſione dei fiſici abbiamo chia queſte provino l'avvicinamento de'
mate uova, nol ſono realmente, ma maſchi, egli è adunque certiſſimo che
ſibbene gli embrioni oſſieno i feti di eſſi feti non eſiſtono prima dentro de'
queſti animali, i quali feti per comin maſchi , nè che ſi formano nell'atto
ciare a ſvolgerſi, e a creſcere non , della fecondazione : e perciò quanto
abbiſognano che del dolce urto del ſe alla loro eſiſtenza ſono affatto indi
me fecondatore . Ne viene dunque o pendenti da queſta naturale operazio
per neceſſaria conſeguenza che que ne , checche ſia poi che abbiſognino
ſte ſpecie di animali ſi denno rimuo di eſſa per averſi i primi loro ſvilup
vere dalla claſſe degli ovipari, nella pamenti. (ſarà continuato. )
quale erano ſtate ripoſte dai natura
liſti, e dai nomenclatori, e colloca
re nell'altra dei vivipari . In terzo M A N T O V A.
luogo fa vedere il noſtro Autore, che
i mentovati feti eſiſtono nelle femmi
ne di queſti amfibi prima della fecon Baltaſaris Caſtilionii elogium ab
dazione, e ci eſiſtono già da lunghiſ Hieronymo Ferrio Longianenſi in pon
ſimo tempo ; la qual verità non può tificia academia Ferrarienſi eloquen
non intereſſare più davvicino la ge tiae, cº- antiquitatis profeſſore, re
nerazione degli animali. Sappiamo che giae ſcientiarum, º litterarum aca
intorno ad eſſa ſono ſtati immaginati demiae Mantuanae exhibitum anno
tre principali ſiſtemi, quello degli ova MDCCLXXVIII., ab eademque pro
riſti, che vuole che i germi degli ani batum. Mantuae 178o. typis heredis
mali preeſiſtano nelle ovaje delle fem Alberti Pazzoni; in 4.
mine, l'altro dei vermicellai, che a
pretende che tai germi appartengano lNon tutte le mode ſono da diſprez
ai maſchi , e che nell'accopiamento zarſi , il che forma l'intolleranza di
tragittino alle femmine, e il terzo dei alcuni critici troppo ſchifiltoſi . La .
N 2 moda
I OO

moda degli elogi ſembra ora invalſa terate, ſervilmente ſeguaci dell'ite
piucchemai anche fra noi , e perciò re ſingolarità. Lo ſcrivere vite ragio
non troviamo, che bene, che ſi ono nate degli uomini grandi, il far l'ana
ri anche l'Itala virtù, che queſta ſi lifi de loro penſieri , il preſentare il
moſtri agli eſteri ancor ferace di glo compendio di tutto il nuovo da loro
rioſi prodotti , e che ſi propongano depoſitato nella maſſa delle umane e
anche in queſta foggia agli ſteſſi no cognizioni , ed il fare il quadro mo
ſtri nazionali incentivi alla gloria, ed rale del loro cuore , e del loro tem
eſempi da imitare ne' loro antenati , peramento è quello , che ſpecialmen
o ne'loro contemporanei. Degna dun te richiedeſi per un biografo, ed è
que di commendazione è l'accademia quello , di cui abbiamo non ſolo fra
delle ſcienze, e belle lettere di Man i moderni cento belli eſempi, ma al
tova , la quale ha fatto un oggetto cuni anche fra gli antichi. Chi leg
di premio l'elogio al ſuo più gran cit gerà la vita di Gneo Giulio Agrippa,
tadino dopo Virgilio , Baldaſſar Ca ſcritta da ſuo genero, il più dotto de
ſtiglione; e degno è di eſſere annun gli ſtorici , e de' politici , Cornelio
ziato ne' noſtri fogli quello ſteſſo elo Tacito , e chi leggerà il panegirico
gio , che eſſa ha creduto di dover teſſuto da Plinio il giovane all'Impe
coronare, e produrre colle pubbliche ratore Traiano, degno del lodatore ,
ſtampe. Appartiene queſto al celebre e del lodato, troverà i più belli eſem
Sig. Abate Don Girolamo Ferri pro plari di ſcrivere elogi ragionati, ve
feſſore di eloquenza nell'univerſità di ridici, ubertoſi , ed eloquenti anche
Ferrara, la di cui maniera di ſcrive nello ſtile Latino, ſenza aver biſogno
re latinamente, benchè grave, con di imitare in tutto la maniera limita
ciſa , e alquanto aſtruſa , è però in ta , e conciſa di Cornelio Nipote ,
poſſeſſo di eſſere univerſalmente ſti forſe non imitabile, che nella purità
mata elegante, purgata, e giudizioſa. della lingua. Ma ſiccome poſſono gli
Queſto ſcritto è appunto ſu queſto eſemplari da noi propoſti frenare la .
dettato, ed è quindi tale da ſoſtene luſſureggiante maniera degli elogi mo
re con decoro il giudizio del pubbli derni, così poſſono ancora far accor
co illuminato. L'autore nel diſtender gere a certi grami filologi, che nep
lo non altro ſi prefiſſe , che di ſcri pure la bella biografia letteraria è quel
vere un compendio di vita del Caſti la , che eſſi fanno conſiſtere unica
glione ſul genio de' Latini, e parti mente in una ſcrupuloſa indagazione
colarmente di Cornelio Nipote. Me delle epoche più minute della vita ,
ritamente egli ſi diſpoſe fin dal bel delle opere le più brevi, e inſignifi
principio a renderſi diſſimile dalla le canti, e de'nomi de' corriſpondenti,
zioſa, e proliſſa maniera di ſcrivere ed amici , che ebbero i loro eroi .
elogi, introdotta in Francia dall'af Dunque il Sig. Abate Ferri dietro l'
fettato, ed ampolloſo Thomas, ed ini eſemplare, che ſi è prefiſſo, va con
tata in Italia da alcune pecore let un accurato ordine cronologico accom
paguam
Io I

pagnando il Caſtiglione per tutte le º dai fratelli Volpi, come tratta e nu


eventualità della ſua vita, e reſtringe miſmate plumbeo preſſo Apoſtolo Ze
con giudizioſa, e grave eſpoſizione i no, ma ne ignorava l'autore, e per
di lui meriti e nel militare, e nel ci ciò non ne fece ricordo nel ſuo elo
vile , e nel politico , e nel lettera gio. Mancanza, che ſi ſtudierà ora
rio . Tutto poi egli appoggia alle º di emendare per corriſpondere a un
memorie le più ſicure , che ſi ſono tratto di tanta gentilezza ſecolui pra
potuto raccogliere, e coll'ordine, e ticata da una Dama così coſpicua.
colla caſtigatezza delle eſpreſſioni fa La medaglia ora rinnovata è ricca ,
traſparire anche in mezzo ad un grup ed è bene inciſa ; e dietro un diſe
po continuato di coſe aſſai diſparate gno così eſatto non poteva eſſere al
quella chiarezza , che ſi puole mag trimenti . Nel contorno porta l'epi
giore ; nè manca di ſpargere ſode » grafe : MAR. THER. CRISTIANI.
ſentenze, quando le coſe le richiedo: MA. BALTH. CASTILION. FIL. RE
no, o naturalmente gli ſi preſentano. STITV1T. AN. MDCCLXXIX. , e
Queſti pregi pertanto ſempre nobili , nell'eſergo ſi legge il nome dell'in
e ſempre ſtimabili hanno meritato al ciſore: T. Mercandetti F. Il diritto,
celebre Autore la corona dell'accade e il roverſcio è quello ſteſſo , che ſi
mia Mantovana , e quindi l'anneſſo vede nella edizione de Volpi di ſc
premio di due medaglie d'oro; pre pra accennata ; ma di modulo alquan
mio, che dalla moderna Signora Mar to più ſpazioſo, e con figure più ri
cheſa Maria Tereſa Criſtiani vedova levate. Il Sig. Abate Ferri ha degna
Caſtiglioni unitamente col figlio Bal mente onorato un antico avo glorio
daſſare, che creſce nell' età , e nell' ſo , e hanno quindi onorato lui ben
aſpettativa di emulare il grand'avo, convenientemente i viventi nipoti,
è ſtato accreſciuto con altra nuova . ed eredi; il che renderà eſſi pure de
generoſa liberalità. Conſiſte queſta in gniſſimi di nuovi onori, comecchè gli
una medaglia di argento, ora ripro onori accompagnino ſempre la virtù,
dotta, che delineata avea già l'im e virtù grande è la munificenza , e
mortal Raffaello d'Urbino, e che avea la gratitudine. -

egli fatto coniare in ſegno di amici


zia al Caſtiglione , ſiccome un altro V E N E Z I A.
monumento gli rinnovò col ſuo pen
nello nella ſala di Coſtantino al Va Continuazione delle lettere capric
ticano. Queſta medaglia pertanto ſi è cioſe di Franceſco Albergati Capacel
paſſata in ſegno di gradimento e a . li , e di Franceſco Zacchiroli dai me
chi propoſe in accademia l'elogio , e deſimi capriccioſamente ſtampate. Ve
a chi il ſecondº anno lo ſcriſſe , e ſod nezia preſſo il Paſquali 178 1. in 8.
disfece ai deputati dell'accademia .
Al noſtro Elogiſta era notiſſima la me La mancanza di quelle operette ,
daglia meſſa in fronte al Cortegiano che ſotto nome di libri di guſto ſono
ta IltO
I O2

tanto in moda preſſo alcune fra le prie ſenza che le toelette delle ſigno
nazioni oltramontane , è ſtata finora re, e le biblioteche degli uomini del
rinfacciata all'Italia, e forſe non a . bel mondo abbiano ſempre a fornirſi
torto ; in oggi peraltro ſembra che di libri oltramontani. »i
gl'ingegni de' noſtri connazionali ſi 3, il
rivolgano ad arricchire la lingua Ita » iti
liana di cotali opere altresì, utiliſſi L O N D R A .
a di
me perchè tendono ad iſtruire, e col » t.
tivare lo ſpirito di quel ſeſſo e di 3) Il
quelle claſſi d'uomini che non poſſo Memoire phyſique di medicinale5 c. J! tſ
no, o non vogliono tollerare una ſe Memoria fiſico - medica, in cui ſi di ºi
ria occupazione. Fra le opere di gu moſtrano gli evideuti rapporti che paſ y Cl
ſto che ſi producono preſentemente , ſano fra i fenomeni della bacchetta l th
in Italia merita un poſto diſtinto que divinatoria, del magnetiſmo, e dell' º ti
ſta collezione di lettere capriccioſe elettricità con alcuni riſchiarimenti ſo ! k

di cui annunciamo con piacere la pra altri oggetti non meno importan i
continuazione . Apologhetti morali, ti relativi ai medeſimi fenomeni; del º li
ſoggetti tratti dalla fiſica, dalla critica, Sig. 7'..... Si trova a Parigi preſſo tai
dalla ſtoria del tempo e delle nazio Didot il giovane 178 1. in 12. k ſi
ni, ma trattati con leggerezza ed º te
amenità di ſtile formano il vago giar da?
dino che ne viene preſentato in que Multa renaſcentur qua jam cecide gi:
ſto ſecondo tometto; la differenza del re , cadentoue,
carattere delli due dotti autori accre Qua nunc ſunt in honore.
ſce anco l'intereſſe della ſua lettura ;
pieno di eſtro il Sig. Ab. Zacchiroli ſi Chi avrebbe mai detto che la bac
abbandona qualche volta alla vivace chetta divinatoria cotanto deriſa nell'
ſua fantaſia, ma ne trattiene i voli la altro ſecolo, poteſſe riſorgere nel no
prudente rifleſſione , e maturità del ſtro ? Or ecco appunto che il Sig.
Sig. Marcheſe Albergati , e da una Thouvenel, che non è già un oſcuro
tale oppoſizione, pari all'utilità riſul e dozzinale filoſofo, poichè ſi è già
ta il diletto . A noi non viene per fatto vantaggioſamente conoſcere al
meſſo il fare l'analiſi delle lettere che pubblico con alcune dotte diſſertazio
ſono contenute in queſto volume , ni coronate dalle accademie di Fran
atteſa la moltiplicità , e la varietà cia, non ſolo prende a coraggioſamen
delle materie ; ma poſſiamo aſſicurare te difendere l'autenticità de' porten
i noſtri leggitori che ſe verrà l'eſem toſi fenomeni della bacchetta, ma ſi
pio degli eruditi noſtri Autori imi aſſume di più l' altro , a creder no
tato da altri dotti e colti ſcrittori Ita ſtro, molto più arduo incarico di di
liani, potremo avere in breve di che moſtrare i medeſimi fenomeni coeren
deliziarci con produzioni noſtre pro ti alle leggi della fiſica , ed analogi
ad
-

Io3
ad altri fenomeni indubitati, e noti. », venel crede di eſſerſi aſſicurato del
s, Neſſun fiſico dubita, dic'egli, che fatto in modo da non poterne più in
, la terra non abbia le ſue partico verun conto dubitare . L'idroſcopo,
, lari emanazioni, e che queſte ema ſu del quale per lo ſpazio di più di
», nazioni ne' ſiti, ove ſi aſcondono due meſi , e alla preſenza di più di
s, acque ſtagnanti o correnti, non cencinquanta perſone oculate e dotte,
, debbano eſſere più che altrove ab egli ha fatto più di 6oo. eſperienze,
,, bondanti. Perchè dunque queſte º è un certo Bleton , reſoſi aſſai famo
,, emanazioni non potrebbono eſſe ſo in Francia per la ſcoperta di molte
, eſercitare un'azione ſenſibile ſopra ſorgenti , colle quali ha arricchito
», di alcuni individui, mentre ch'eſſe molte città, e moltiſſimi particolari .
,, non fanno che piccoliſſima, od an: Queſto Bleton non ſi ſerve della bac
», che veruna impreſſione ſopra gli chetta, come fan gli altri del ſuo me
, altri? Si ſa quanto ſi diverſifichino ſtiere; non la ſtringe , nè la riſcal
, le facoltà ſenſitive in diverſe claſſi da fra le ſue mani; nè eſige che que
», di animali, e negli uomini ſoprat ſta bacchetta ſia di un ramoſcello di
,, tutto. ,, Ma queſte affezioni qual nocciuolo, biforcuto, tagliato di fre
relazione poſſono mai eſſe avere col ſco , e pieno di ſugo. Egli appoggia
le rivoluzioni di una bacchetta, che orizzontalmente ſopra i due indici una
io tengo nella mia mano, o ſulle mie bacchetta di qualunque legno, eccet
dita ? Se il Sig. Thouvenel non iſcio tuatone il ſambuco , freſca o arida ,
glie intieramente il nodo, egli ſi ſtu non importa, ſiccome neppure che ſia
dia almeno di aſſegnare qualche plau biforcuta, baſtandogli ſolo che ſia un
ſibile ragione , onde poter concepire poco incurvata. Eſſendo diritta, non
la poſſibilità di un fenomeno sì ſingo fa che ſollevarſi leggermente nelle e
lare. Le eſalazioni delle acque ſotter eſtremità, oſcillando interrottamente,
ranee poſſono, ſecondo lui, avere un e premendo le due dita; ma non gira
corſo ſimile a quello del fluido elet punto attorno il ſuo aſſe, ſiccome fa
trico; a ſomiglianza di queſto inve allorquando è un poco ricurva , più
ſtire ſolamente le perſone che ne ſo o meno ſecondo che la ſorgente è
no ſuſcettibili; dirigerſi come il flui più o meno abbondante. Il noſtro oſ.
do elettrico, in maggior abbondanza ſervatore dice di aver oſſervato in un
verſo certi punti, come per eſ. ver minuto di tempo da 3o. ſino ad 8o.
ſo le eſtremità del corpo, e nomina e più giri. Ma ciò che vi ha di più
tamente verſo le mani, ed allora non ammirabile in queſtº affare, e ſembra
ſarebbe impoſſibile di concepire in qual togliere affatto ogni ſoſpetto d'impo
guiſa queſte eſalazioni poſſano comu ſtura ſi è, che prendendo qualunque
nicare un movimento di rotazione al
altro la bacchetta in mano, e ponen
la bacchetta divinatoria poſata ſopra doſi ſulla ſorgente, al ſolo approſſi
la mano, o ſopra le dita. Comunque - marſi di Bleton, la bacchetta incomin
però vada la faccenda , il Sig.Thou cia anche a girare nella ſua mano.,,
», Ho
Io4 -

,, Ho bendato impenetrabilmente gli ,, variabilmente le diramazioni, ſen


, occhi di Bleton, ſoggiugne il Sig. , za giammai ingannarſi di un pelo,
2.9 Thouvenel, gli ho legato le brac In ſomma il noſtro Sig. Thouvenel,
3 o cia e le mani dietro le ſpalle, ſic uomo di notoria probità e dottrina,
23 chè non poteſſe muoverle in verun con queſte ed altre non meno ſorpren
55 modo ; l' ho condotto in ſiti , ch” denti prove da lui fatte ſopra il ſuo
39 egli non avea mai veduti; preſſo idroſcopo, e ſoprattutto con quelle ,
3» ſorgenti che io conoſceva , e ch' da noi per brevità tralaſciate , le ,
95 egli non potea conoſcere ; in luo uali dimoſtrano l'analogia de'feno
35 ghi , ove non ſapevamo nè l'un meni dell'idroſcopo con quei dell'elet
3.3 nè l'altro che vi doveſſero eſſer tricità e del magnetiſmo, è giunto a
22 ſorgenti; l'ho fatto uſcire di ſtra rendere meritevole dell'attenzione de'
, da , gli ho fatto fare mille giri , fiſici una queſtione , che appena più
, ma Bleton cogli occhi bendati mi occupava oramai il credulo, ed igno
», ha ſempre condotto all'origine del rante volgo. -

, le ſorgenti , e ne ha ſeguito in

asnes naso sassºnasons nas»asnasºns nasonas nºnºs nºnº


Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e
l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XIV. 1782. Li 6. Aprile

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. Le ſue provincie alleggerir. Gli errori


Separar dalle colpe, e a queſte e a
quelli
A Componimento drammatico da can In carcere diſtinto
tarſi nel palazzo del Eho Sig. Cardi Proporzionar le pene,
nale de Bernis per feſteggiare la na E il numero e il rigor delle catene.
ſcita del Real Delfino . Dalla ſtam Virtuoſo egli ſteſſo i ſuoi vaſſalli
peria Pagliarini 1782. in 4. Virtuoſi farà, che la virtude
Suol l'eſempio ſeguire
AVon il comando altrui. Saranno al
L'altro de due componimenti dram lora
matici del Sig. Ab. Monti altro non è Gli ambiti onori del più degno il pre
propriamente che una continuazione 77270

del VII. canto dell' Enriade , in cui AVon dell'aſtuto adulator. Sul trono
Voltaire, ſiccome già fecero Virgilio Guiderà ſeco la clemenza. E intento
ed Arioſto di Enea e di di Bradaman AVel grato cor de popoli ſoggetti
te , ci rappreſenta il ſuo Eroe Enri Co benefici a fabbricarſi il tempio
co IV. condotto nel tempio del De Sarà de regi, e degli eroi l'eſempio.
ſtino a vedere le glorie della ſua fu
tura diſcendenza . Quivi adunque il Se l'aſpetto di un ſi glorioſo diſcen
Sig. Ab. Monti fa che il genio della dente è per Enrico IV. un oggetto di
Francia, e l'ombra di Carlo Magno grata maraviglia , non è per lui un
additino ad Enrico IV. il regnante e motivo di meno aggradevol ſtupore
ſovrano della Francia Luigi XVI., il vedere in quel tempo
A cui fa dato un giorno Dell'Iſtro le famoſe
Di BEAVEFICO il nome . 2'til ſua Aquile bellicoſe
Cz27 a Che ſu i Gallici gigli
Sarà de grandi il luſſo - Si ripoſar coi diſarmati artigli;
Provvidamente raffrenar. Dal peſo e il ſentirſi riſpondere dall'ombra di
De ſoverchi tributi Carlo Magno
O. - iS):
Io6
.Sì : quell'aquile iſteſſe or tue nemiche noſtro Italiano, Marcello Malpighi ,
Verranno un dì placate il quale tratto avendo dall'ovaja del
Della tua FIORDILIGI le farfalle del baco da ſeta le uova,
A farſi il nido tra le frondi aurate. le bagnò col liquore fecondante del ma
Il Reno allor non più gemendo al mare ſchio. L'eſito, a dir vero, non cor
Dovrà l'onde portar tinte di ſangue riſpoſe a deſideri del curioſo natura
Germanico, e Franceſe; e faticoſo liſta , giacchè l' uova sì irrorate ri
Per la Tedeſca valle maſero ſterili ; e una ſimile ſterilità
Fra i cadaveri , e l'arme aprirſi il nell'uova della ſteſſa ſpecie fu altresì
calle. provata dal dotto Sig. Bibiena , già
Sul margin ſuo la pace Profeſſore in Bologna, nel ripetere e
Il volo ſpiegherà. Concordi inſieme variar che fece i tentativi del ſuo il
Amore, ed Imeneo luſtre concittadino. Il noſtro Autore
Più ſaldo e forte renderan quel nodo è ſtato più fortunato , non già in
Che formò l'amiſtà. Vedili a gara quell' uova del baco da ſeta, delle o
Guidar dall'Auſtria una gentil DOAV quali ſembra ſi ſieno ſerviti i due ci -
ZELLA -

tati Bologneſi naturaliſti, le quali non


Ai talami Borbonj. Indi ſeguirli ſi coſtuma di far naſcere che una vol
Feconditade, che ſull'auree ſponde ta per ciaſcun anno, cioè in prima
Già del letto ſi aſſide, vera ; ma bensì nell'altre uova dello
E al pubblico deſio fauſta ſorride. ſteſſo genere, che in alcune parti del
la Lombardia ſi ottengono tre volte
all'anno, cioè a primavera inoltrata,
M o D E N A. nella ſtate, e in autunno. Avendone
egli adunque bagnate diverſe col ſe
me eſtratto dalle farfalle maſchi di
Diſſertazioni di fiſica animale, e o queſta ſpecie, ed altre laſciate intat
vegetabile dell'Abate Spallanzani re te , le prime nacquero beniſſimo, e
gio profeſſore di ſtoria naturale nell' l'altre rimaſero ſterili . Ma tal mara
univerſità di Pavia ci c. Tomo II. In viglioſa fecondazione non ſolo è ſtata
Modena 178o. preſſo la ſocietà tipo da lui ottenuta in queſto animale ,
grafica ; in 8. Art. II. ma in più altri , cioè nelle botte,
nelle rane , e nelle ſalamandre , di
cui parlato abbiamo nel dar l'eſtratto
Paſſiamo ora a far parola della ſe della prima diſſertazione di queſto ſe
conda diſſertazione, che riſguarda la condo tomo . Quivi ſi è veduto che
fecondazione artificiale ottenutaſi dal i feti delle rane, e delle botte non ,
noſtro Autore in alcuni animali . Il ſono mai fecondati finchè ſi trovano
primo a cui venne in penſiero di ten nel corpo della femmina, ma che ciò
tare col mezzo dell'arte la feconda ſuccede allora che ne eſcono , venen
zione ſu gli animali, fu l'immortale do in quel tempo bagnate dallo ſper
-
ma
1c7
ma de maſchi . Sperimentava egli ſiderabile d'acqua, in cui fieno ſtati
adunque queſti feti rinchiuſi tuttavia meſcolati tre grani di ſeme non di
nel ſeno materno, coll'aſpergerli del venta ſterile dopo l'aver fecondata ,
ſeme tratto dalle veſcichette ſperma una prodigioſa moltitudine di feti .
tiche de'maſchi . Tutti quelli che a Ottenuti queſti curioſi, ed intereſſan
per di lui opera provata avevano l'azio ti riſultati invaghiſſi il noſtro Autore
ne del ſeme, ſi ſviluppavano, e na di eſaminare una celebre, e grande
ſcevano, gli altri andavano a male . mente dibattuta queſtione , che è quel
Quanto poi alle ſalamandre egli ſperi la ſe alla fecondazione degli animali
mentava que” feti che per eſſere an ſia neceſſaria la parte viſibile, e craſ
cora ne'ſiti più alti degli ovedutti, ſi ſa del ſeme ; oppure ſe a tale ufficio
era ſicuro non eſſere ſtati per ancora ſia l'altra ſoltanto deſtinata, inviſi
fecondati da maſchi; e ſu tali feti in bile, ſottiliſſima, che vapore od au
ſtituiva quelle prove che inſtituito ra ſpermatica comunemente ſi appel
aveva ſu le botte , e ſu le rane , e la. Dall'avere egli ſcoperto, ſicco
i riſultati erano i medeſimi . Queſta me appariſce dal ſuo libro, che una
ſcoperta di potere far naſcere ad arte gocciolina d'acqua niente maggiore
diverſi animali, a quel modo che na di un cinquanteſimo di linea , tratta
ti ſarebbero ſe concorſa vi foſſe l'ope da un volume d'acqua del peſo di on
ra del maſchio , era troppo bella , cie 18. , in cui ſieno ſtati infuſi tre
troppo nuova , per non invogliare grani di ſeme, è attiſſima a feconda
- l'Autore a variarla in molte manie re un feto ranino, paruto ſarebbe che
re ; e da queſte variazioni potè ſco la ſola aura ſpermatica foſſe ſtata ba
prire novelle verità, che quì accen ſtante per la fecondazione. Eppure le
neremo. Trovò egli adunque primo, ſperienze per l'eſame di tal queſtio
che la fecondazione ſi ottiene, toc ne da lui inſtituite deciſero evidente
cati in un tal punto con il ſeme i pic mente in contrario . Queſte adunque
cioli feti, e che una ſtilla di tal li. pienamente lo convinſero, che il ſolo
quore è baſtante a fecondarne molti. vapore , la ſola aura ſeminale ſono
Secondo che il ſeme è abile a fecon inetti per la fecondazione , ma che
dare, ancorchè per alcune ore reſta per ottenerſi queſta, vi ſi richiede la
to ſia dentro alle veſcichette del mor parte del ſeme craſſa, e viſibile. Gli
to animale. Terzo che conſerva la . animali fin quì ſperimentati per la .
“fecondatrice virtù dopo l' eſſere ſta fecondazione artificiale ſono ſtati tut
to per alcun tempo fuori dell'anima ti a ſangue freddo . A compimento
le . Quarto che meſcolato ad una . de' ſuoi tentativi determinoſſi l'Auto
quantità d'acqua ſucceſſivamente mag re di cimentarne uno a ſangue caldo,
igiore ritiene la prolifica virtù, ancor che fu una cagna, e l'eſito non po
chè l'acqua giunga al peſo di oncie di tè eſſere più felice. Ma a far meglio
ciotto, e che il ſeme non ſia che di guſtare ai lettori queſta ſorprendente
tre grani. Quinto che una mole con eſperienza, e affatto nuova, ſtimiam
O 2 - ne
1 o8
i neceſſario di riferirla con qualche det cauzione che la ſiringa quando rice
taglio. La cagna era della razza dei vette il ſeme canino, e lo traſmiſe ,
barboni di mediocre grandezza, ave alla matrice della femmina, ſi trovaſ
va partorito altre volte , ed avendo ſe avere preſſo a poco quel calore che
l'Autore ſoſpetto che non tardaſſe o è proprio de'cani , e di noi ſteſſi ,
molto a ſentir l'eſtro venereo la chiu cioè il grado trenteſimo del termome
ſe in una ſtanza, dove fu obbligata tro Reaumuriano. Due giorni appreſ
a dimorar qualche tempo , come più ſo l'injezione la cagna ceſsò d'eſſe
baſſo ſpiegheremo meglio. E per an re in eſtro: venti giorni dopo comin
dar più ſicuro che di là dentro non ciò a moſtrare il ventre tunido ; lo
foſſe mai uſcita , era egli quel deſſo che fu cagione che nel vigeſimo ſe
che le dava ſempre a mangiare , ed ſto da che era ſtata artificialmente fe
a bere, e che durante tutto il tempo condata, veniſſe liberata dalla prigio
dell'arreſto tenne preſſo di ſe la chia nia della ſtanza. Intanto ſeguitava .
ve che ſerrava la ſtanza. Nel tredi ad intumidire di più il ventre, e ſef
ceſimo giorno da che la cagna era - ſanta due giorni dopo l'iniezione del
chiuſa , diede ella non equivoci ſe ſeme la cagna divenne madre di tre
gni di cominciare ad andare in eſtro, figliuoletti aſſai vivaci, due maſchi,
come appariva da una ſpecie di gon e il terzo femmina, che nelle fattez
fiamento nelle parti eſterne della ge ze , e nei colori raſſomigliavano ad
nerazione , e da un tenue ſcolo di eſſa madre non ſolo , ma anche al
ſangue che da eſſe gemeva. Nel gior maſchio che ſomminiſtrato avea lo
no venteſimo terzo proſeguendo ella ſperma. (ſarà continuato. D
ſempre più a dare evidenti contraſ
ſegni d'eſſere al ſalto , fu tentata ſu
di lei la fecondazione artificiale a que
ſto modo . Il noſtro Autore trovan P A D O V A .
doſi avere nel tempo ſteſſo un giova
ne cane della medeſima razza, que
ſti per via di una emiſſione ſpontanea
gli fornì diecinove grani di ſperma, Corſo ragionato di letteratura Gre
che ſenza indugio vennero injettati ca , oſſia ſcelta delle migliori produ
dentro alla matrice della cagna, me zioni de'Greci Autori traſportate nel
diante una ſottile appuntata ſiringa, la favella Italiana , e accompagnate
introdotta nell'organo femminile. E' da oſſervazioni , e ragionamenti cri
ſiccome il calor naturale che ha lo tici dall'Ab. Melchior Ceſarotti PP.
ſperma quando negli animali a ſangue di lingua Greca , Secretario dell'Ac
caldo tragitta dal maſchio alla fem cademia di ſcienze, lettere, ed arti di
mina può eſſere una condizion neceſ Padova e ſocio delle regie Accademie
ſaria al buon ſucceſſo della feconda di Padova, e di Mantova. Parte pri
zione, così aveva egli avuta la pre ma eloquenza oratoria tomo I. orato
r3
Io9
ri propriamente detti 1781. Nella ſtam dagli ſcrittori nel dirozzare ; e nel
peria Penada inl 8. ridurre a pulimento le lingue vive ,
all'avere le varie nazioni dell'Euro
Il titolo del preſente libro annun pa ſcoſſo il giogo della imitazione,
zia toſto il pregio della intrapreſa, e molto più alla novella filoſofia per
e 'l nome dell'illuſtre Autore dee o cui ſi ceſsò di venerare tanto Plato
far concepire a chiunque buona fi ne, e Ariſtotele. Ceſſata a quel mo
ducia della eccellenza della opera . do la prima neceſſità d'immergerſi in
In un ſecolo enciclopedico, nel qua un pelago così vaſto incominciarono
le quanto più dilataſi nella ſuperficie gli uomini letterati ad eſſer paghi del
la letteratura, altrettanto ſcapita nel le verſioni dei Greci ſcrittori. Ma ſic
la profondità, in un ſecolo, nel qua come non tutte ſono degne di pregio,
le ogni picciolo umaniſta ſi fa lecito quindi è, che l'Autore ſi propone di
di pronunziar ſentenze, e di filoſofa eſporre allo ſguardo, e alla intelli
re ſu i Greci ſcrittori ſenza conoſcer genza comune lo ſpettacolo della gre
li , in un ſecolo finalmente nel quale ca letteratura con una ſerie di giudi
non è ſperabile, che ſorgano in quan zioſe traduzioni atte a mettere nel mi
tità i Poliziani , i Calcondili, i La glior lume poſſibile tutto il merito degli
ſcaris, ed altri tali uomini atti a ſcor originali. Siccome però il Sig. Abate
gere da loro ſteſſi le attiche bellezze Ceſarotti da uomo ſpaſſionato, ed in
ne'propri fonti, era purtroppo neceſſa genuo non crede , com' altri millan
rio, che una mano maeſtra ſi adope tano tutto oro fino ciò che leggeſi
raſſe in così fatto lavoro. Il Sig.Ab. ne' Greci volumi, ſi limita perciò a
Ceſarotti era dunque uno di quei po traslatare ciò ch'egli ſtima che ſia il
chi, che poteva addoſſarſi un tal ca più bello delle Greche produzioni con
rico , e lo ho molto bene eſeguito. farne rilevare nel tempo ſteſſo i di
Premette egli al ſuo libro un ragio fetti, acciò i ſuoi legitori non riman
namento preliminare, in cui da filo gano ingannati, nè s'imbevano di pre
ſofo più che da filologo eſpone le vi giudizi . Ma avvegnache una nuda
cende della Greca favella così nel ſuo verſione non ſarebbe baſtevole a far
lo nativo, come nell'antica Roma, le internare chi legge nella indole del
cagioni della decadenza della medeſima le opere, pone egli a ſindacato gli
e il ſuo riſorgimento nella Italia. Paſſa ſcrittori medeſimi dipingendone con .
indi a dimoſtrare, in qual guiſa s'in ragionamenti ſtorico - critici i coſtu
tiepidì preſſo gli uomini di lettere quel mi , e facendo rilevare così i pregi
fervore che ne'due ſecoli dopo la riſto come i difetti dei medeſimi. Per ciò,
razione de'Greci ſtudi eraſi acceſo per che ſpetta al metodo delle verſioni ei
un sì dotto idioma , ſino a divenire ſi proteſta di non voler ſeguire in .
com' è preſentemente , una sì fatta eſſe i rigori grammaticali, ma per
applicazione il retaggio di pochi. Ciò far meglio conoſcere i ſuoi ſcrittori
attribuiſce egli alla cura adoperata ſiegue le tracce di Cicerone, del Po
Pe
l Io
pe, e di altri, i quali ſi diportarono tre , i quali hanno dato occaſione agli
in così fatti lavori da filoſofi, non ſcrittori di attribuire al primo alcuni
da pedanti. Il preſente volume con fatti degli altri. Non ſi moſtra inol
tiene le aringhe ſcelte degli oratori tre gran fatto alieno dal credere, che
forenſi, o politici, ommeſſo Demoſte le orazioni, le quali portano in fron
ne, che ſi ſuppone abbaſtanza noto. te il nome di Antifonte fieno lavoro
Sono eſſe due di Liſia, la prima per di qualche ſofiſta de ſecoli baſſi; tan
la ucciſione di Eratoſtene , e la ſe to gli ſembrano ſofiſtiche, piene di fred
conda per l'Invalido; tre d' Iſocrate de ſottigliezze, e di giuochi d'inge
la prima intorno alla pace, la ſecon gno, e sfornite di qualunque buona
da per la reſtituzione di Meſſene e la qualità ; e ciò ad onta degli elogi
terza per la eredità di Traſiloco ; e che ne fanno i Grammatici , i quali
l'apologia di Socrate compoſta da Pla non ſono poi ſempre giudici così aſ
tone, e traslatata molto elegantemen ſennati, come ſi vantano. L'unica,
te nella noſtra favella da Monſignor ch'ei crede doverſi al vero Antifon
Flangini uditore della ſacra Rota Ro te attribuire è l'aringa per la ucci
mana, il quale allo ſtudio della giu ſione di Erode , della quale riporta ,
riſprudenza aggiunge il corredo di al un buon pezzo , e la reputa degna di
tre nobili facoltà, e ſmentiſce col fat qualche pregio , benchè conchiuda ,
to le pregiudicate opinioni di alcuni che ſcorgaſi in eſſa piuttoſto il dici
ſeguaci di Aſtrea , che vorrebbero tore ſenſato , che 'l grande oratore .
sbandita dal foro ogni eleganza , e Siegue il ragionamento ſopra Andoci
ſcientifica cognizione . Sono le anzi de di cui, eſpoſti che ha l'Autore i
dette aringhe fregiate di utiliſſime an fatti della vita, forma un molto af
notazioni , e maſſimamente l'apolo ſennato giudizio attenendoſi al pare
gia di Socrate , alla quale premette re di Plutarco, il quale deciſe, eſ
l'Autore le notizie del detto Socrate ſere lo ſtile dell'anzidetto oratore o
e fa ſuccedere copioſe oſſervazioni , ſemplice , e ſenz'apparato ed orna
nelle quali rileva i falli commeſſi da menti di figure, il che per altro ( tol
Platone nell'apologia , e ponendone tane una delle aringhe D degenera nel
in viſta le bellezze fa , che ci venga vizio della ſoverchia ſterilità . Con
no i lettori giuſti eſtimatori dell'ope ferma l'Autore i ſuoi detti colle pro
ra ſenza imbeverſi di pregiudizi. Sie ve producendo vari pezzi dell'arin
guono i ragionamenti critici ſu gli ga ſopra i miſteri , in uno de'quali
oratori, ne' quali campeggiano l'eru fa vedere quanto Andocide rimanga
dizione, il giudizio, e 'l buon guſto al di ſotto di Cicerone, il quale trat
del noſtro Autore. Precede tutti gli tò tanto degnamente lo ſteſſo argo
altri quello ſopra Antifonte, il primo mento nella ſua orazione per Aulo
fra' Greci, che laſciò monumenti del Cluenzio. Molto più che ſu gli anzi
la ſua eloquenza. Separa il Sig. A b. detti, ſi dilunga l'erudito Autore ,
Ceſarotti l'Antifonte retore da altri nel ragionamento ſopra Liſia, ſiccome
ſog
I l I

ſoggetto di quelli aſſai più meritevo dei ſoggetti, che formano una perpe
le. Riportata, che ne ha brevemen tua ſcuola di morale , e di vera po
te la ſtoria della vita diſcende ad eſa litica, per la giudizioſa trattazione,
minarne la facoltà oratoria. Ei ſi ſot diſpoſizione, e ſviluppo degli argomen
toſcriverebbe di buon grado agli elo ti, per la nobiltà, ed elevatezza del
gi, che fanno gli antichi retori di le ſentenze , per la coſtante ſplendi
Liſia, ch' eſſi commendano altamente dezza , e dignità del ſuo ſtile che ,
per la purità , per la veracità e per ſembra, dic'egli, accoſtarſi più alla
una certa grazia, e vivezza ſempli natura eroica, che alla umana. Per
ce, e naturale, ſe tutte le aringhe del tutte queſte parti ei lo antepone al
medeſimo foſſero come quella per la tamente a Liſia, e a tutti gli altri
ucciſione di Eratoſtene della quale fa ſuoi ſimili . . . . Ma conſiderando il
rilevare, anzi guſtare con molta mae ſuo ſtile a parte condanna l'ecceſſo,
ſtria le varie bellezze , e fa vedere e la ricercatezza degli ornamenti, l'
in qual guiſa ſapeva quell'oratore affettazione e l'uniformità del nume
nelle cauſe pubbliche , e grandi ſol ro rinfiancato a quando a quando di
levarſi, e dimoſtrar vigore , e acri fraſi ozioſe , e la ſazievolezza delle
monia, e talor anche affetto e gran figure ſimmetriche , e corriſpondenti
dezza. Ma non eſſendo quell'orato nel ſentimento e nel ſuono ..... Ma
re ſempre uguale a ſe ſteſſo non può parlando in generale non può negar
il noſtro Autore approvare in tutto ſi, che Iſocrate non pecchi talora nel
i ſentimenti di quei retori . Affinchè ſoverchio, nel ricercato, nel puerile....
per altro abbiano i giovani ottimi mo Ma per far ſentir meglio le qualità
delli ei coglie dalle aringhe di Liſia e le mancanze , che caratterizzano
il più bel fiore. Merita di eſſere in Iſocrate può dirſi, che in lui ſi tro
teramente letto il ragionamento ſo va più ingegnoſità, che naturalezza,
pra Iſocrate; tanto è aſſennato, e più compoſtezza, che agilità, più ſen
tanto eſatti ſono i giudizi, che qui tenze, che ſentimenti, più leggiadria,
vi ſi pronunziano . Non permetten che grazia, più d' ampiezza, che di
doci il noſtro iſtituto di farne una re convenienza , più di ſplendore , che
lazione ci contenteremo di darne un di calore, più di aggiuſtatezza che ,
ſaggio riportando alcune parole dell' di gravità , più di maeſtà , che di
Autore, il quale dopo aver deſcritto forza. Proſiegue indi a fare altre giu
la vita , e i coſtumi dell'oratore e dizioſe rifleſſioni , e a confermarle ,
dopo aver riportato i ſentimenti di al con eſempi tratti dall'accennato ora
cuni valentuomini ſulle opere del me tore, fra quali ſono rimarchevoli un
deſimo così ſi eſprime . Dionigi d'Ali lungo pezzo dell'Areopagitica, e la
carnaſſo forma ſopra Iſocrate una cri perorazione dell'aringa per quelli di
tica più accurata , e piu giuſta ( e Platea. Brevemente ſi sbriga d'Iſeo,
intende di quella fatta dal Fenelon ) il quale occupoſſi unicamente nel trat
Egli lo eſalta alle ſtelle per la ſcelta tar cauſe private , e non ci laſciò
coſe
I I2

coſe molto rilevanti riſguardo agli lo la eccellenza del primo, ma le ra


argomenti, che maneggiò in guiſa . gioni eziandio, che lo aſſiſtevano nel
che potrebbe la noſtra età contrap le aſpre conteſe, ch'ebbe con quello
porgli agevolmente cauſidici non in che è riputato il principe della Greca
feriori . Pone nel ragionamento ſe eloquenza. Iperide, delle cui 5o.ora
guente a ſindacato l' unica aringa , zioni ſi compiange con ragione la .
che ci rimane di Licurgo dopo aver perdita per gli elogi , che ne forma
dichiarato , l'oratore in quello ſem Longino , compariſce anch'egli nel
brargli meno riſpettabile del cittadi tribunale del Sig. Ab. Ceſarotti , ed
no . Prova egli il ſuo aſſunto dimo ha motivi da partirne ſoddisfatto pe”
ſtrando cogli eſempi alla mano non molti encomi , che dal medeſimo ſi
iſcorgerſi in Licurgo idee molto ret fanno della ſua facondia . E' dubbio
te, nè convenienza, nè caſtigatezza ancora ſe l'aringa contro Ariſtogito
di ſtile, benchè abondi di veemenza, ne ſia , come ſuppone il Reiskio, par
e di facondia, ed abbia di quell'ar to d'Iperide. L'Autore, benchè non
monia, che era tanto propria della . decida nulla ſu queſto articolo non ,
ſcuola d'Iſocrate . Chiude il noſtro la crede ciò non pertanto opera di
Autore la giudizioſa ſua critica con , un qualche ſofiſta, e ne riporta alcu
due ſtupendi frammenti di Licurgo ni pezzi, i quali propone a ſuoi leg
tratti da due aringhe ſmarrite del me gitori ſiccome ottimi modelli. Produ
deſimo. Piacevole oltremodo è il ra ce in ſeguito alcuni frammenti, che -
gionamento ſopra Eſchine per li vari ſono certamente lavoro di quell'ora
argomenti, che qui vi maneggia l'Au tore , e ne fa rilevar le bellezze .
tore togliendone la opportunità dall' Giudizioſe ſono ancora le rifleſſioni ,
aringa del medeſimo contro Timar che fa ſopra Demade, con cui chiu
co. Si diffonde inoltre moltiſſimo nel de il preſente libro, e deſta ne'letto,
paralello fra Eſchine, cºl ſuo avver ri il deſiderio della continovazione ,
ſario Demoſtene , e fa vedere non ſo di un'opera cotanto utile.
Num. XV. 1782. Li 13. Aprile

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . ceſſariamente congiunta. Il monaſte


ro pertanto, che ora s'imprende ad
illuſtrare, mancava tuttora, per quan
Rerum Pompoſianarum hiſtoria mo to celebre foſſe, ed antico, della ſua
numentis illuſtrata, auctore D. Placi ſtoria ; e l'occaſione , che ebbe di
do Federicio Monacho, G5- Lectore Ca trattenerſi il noſtro Autore per alcuni
ſinate. Tomus I. Romae 178 1. apud anni in Ferrara, fu quella, che det
Antonium Fulgonium ; in 3. Si vende togli il penſiero, e la vaghezza di fa
preſſo Giulio Barluzzi libraio a Paſ re , che eſſo non foſſe da meno di
quino all'inſegna di Pallade . Ar tant'altri , a quali non mancarono
ticolo I.
diligenti, e celebri iſtorie. Appunto
è preſentemente anneſſo al Benedet
tino monaſtero di Ferrara l'antico ,
L'opera, che annunciamo, è me e già abbandonato monaſtero di S. Ma
ritamente dedicata al regnante ſommo ria della Pompoſa , di cui però e l'
Pontefice PIO VI. Alla dedica ſucce abitazione, e il tempio ancora ſuſſiſte
de una lunga , e ragionata prefazio nel vicino territorio di Comacchio .
ne, nella quale il dotto , ed erudito Ha potuto quindi il P. Federici con
Padre Lettore Don Placido Federici - ſultare , e traſcrivere nell' archivio
moſtra le notizie, e i vantaggi, che del ſuo monaſtero in Ferrara tutti i
a larga mano ſi ritraggono dai monu monumenti diplomatici , che gli ap
menti , che negli archivi ſi racchiu partengono, e ſulla faccia dello ſteſſo
dono . Sono appunto queſti i ſoli , antico monaſtero riconoſcere tuttora
che nel buio de ſecoli ci poſſano ad ſuſſiſtenti vari altri monumenti , de'
ditare lo ſtato , e la condizione de' quali egli ha fattº uſo, e noi pure a
monaſteri, i quali ne'tempi di mez ſuo luogo ragioneremo. Queſto 1. vo
zo nacquero, e fiorirono, e fornir lume pertanto è diviſo in ſei libri .
ci quindi di ogn'altra nozione di cro Il primo libro è ſuddiviſo in tre dia
nologia, di legislazione , di diſcipli tribe . L'oggetto della prima è di
na, e di ſtoria, che a quelli va ne moſtrare qual foſſe l'antico ſtato dell'
P iſola
iſola Pompoſiana, e de luoghi adia e dopo di aver rintracciata la più ve
centi. La ſeconda tende a porre ſot riſimile ubicazione di queſti luoghi,
to degli occhi lo ſtato sì dell'iſola , ſtabiliſce i confini dell'iſola, ne for
come de luoghi ſuddetti ne' tempi di ma quella carta corografica, che ſi è
mezzo. La terza finalmente è diretta detta, e ſopra ciaſcun luogo ſi ferma
a far conoſcere lo ſtato preſente. Per a ragionare, e i vari porti in iſpecie
ciò ciaſcuna diatriba è corredata del - di quell'età opportunamente illuſtra .
la ſua corriſpondente tavola corogra Minor fatica al noſtro Autore ha co
fica, in cui i ſiti, e i nomi di quelle ſtata la deſcrizione dello ſtato preſen
terre vengono colla più accurata di te di queſti luoghi, e perciò la tavo
ligenza regiſtrati . Rimonta il noſtro la corografica è tale, quale la faccia
Autore ai tempi de' Tirreni, o fieno attuale del ſuolo la eſebiſce allo ſguar
Etruſchi per moſtrare , qual foſſe il do di tutti; ond'è , che ſia anche a
più antico, e conoſciuto ſtato di que” concepita co' nomi, che ora corrono
luoghi. L'antica Adria è quella, che a tenore del volgare noſtro idioma .
formava la popolazione più ſignifican Deſcrive inſieme lo ſtato attuale del
te di quella adiacenza; ſiccome era , monaſtero ; preſenta il diſegno degli
pure città non diſpregevole dall'altro antichi ſuoi ruderi , ed il proſpetto
eſtremo della regione circumpadana , del palazzo pretorale, e riferiſce per
la città di Comacchio. Di queſte cit fine alcuni monumenti inciſi in mar
tà, del fiume Po, e de' ſuoi vari ra mo , che ivi tuttora ſi conſervano -
mi ſi parla quivi colla maggiore eſten Con ciò ſi fa ſtrada il noſtro Autore
ſione, e quindi ſi comincia ad eſpor a ſcrivere quella ſtoria accurata, che
re, e ad illuſtrare partitamente cia egli ſi è prefiſſa , di queſto antico ,
ſcun luogo, che tra queſte due città e celebre monaſtero ( ſarà continua
deſcriſſe così accuratamente Plinio nel to . )
la ſua ſtoria . E' in ſeguito di ciò ,
che egli dietro alle luminoſe tracce o
del celebre Canonico Mazochi di Na M O D E N A .
poli ci ſpieghi, ed illuſtri i ſettima
ri, o ſieno i ſette alvei, o foci del
Po, che ſono Padoa, Spinetico, Ca Diſſertazioni di fiſica animale, e ,
praſie, Sagi, Olane, Carbonaria, e vegetabile dell'Abate Spallanzani re
le foſſioni Filiſtime. Imbarbarirono indi gio profeſſore di ſtoria naturale nell'
i tempi, e la barbarie cambiò in gran univerſità di Pavia ci c. 7'omo II. In
parte gli antichi nomi de'luoghi; ond' Modena 178c. preſſo la ſocietà tipo
è, che una nuova geografia Longo grafica ; in 8. Art. III. ed ult.
bardica ci ſomminiſtrino le carte de'
contratti, eſiſtenti negli archivi. Da
queſte pertanto ha il noſtro autore ri La terza ed ultima diſſertazione o
cavato queſte nuove nomenclature » verte tutta intorno alla generazione
di
- I 15
di diverſe piante , per iſcoprir me dell'arte ſi foſſe impedito che la pol
glio la quale il noſtro Autore vi ha vere degli ſtami aveſſe agito ſu i pi
fatto ſopra quelle minute, e dilicate ſtilli. Concioſiacchè ſe la coſa ſucce
analiſi, che inſtituite aveva ne' ſuoi duta foſſe così, egli ſarebbe ſtato chia
amfibj. E ſiccome l'ovaja di eſſe (che ro che gli embrioni non avrebbero
ſappiamo eſſer ſituata dentro la baſe appartenuto al pulviſcolo , ma all'
de'piſtilli de' fiori ) doveva eſſere l'og ovaja. Ciò poteva conſeguirſi per tre
getto precipuo di ſue ricerche, così maniere, o recidendo le antere innan
a meglio ſorprendere, ſe gli era poſ zi che la loro polvere caduta foſſe ſu
ſibile, la natura ſul fatto, ſtimò op i piſtilli : e queſto tentativo avea luo
portuno l'eſaminare queſt'organo in go in quelle piante , i cui fiori ſono
tre tempi diverſi, cioè nel tempo che ermafroditi, cioè che uniſcono i pi
precede, nell'altro che accompagna , ſtilli, e gli ſtami: o levando via acer
ed in quello che tien dietro alla fecon bi i fiori maſchi oſſieno i ſtami da .
dazione , o ciò che torna lo ſteſſo, quelle piante che portano ſeparatamen
all'aſperſion del pulviſcolo . Egli è te ſul medeſimo individuo fiori ma
adunque per ſe chiaro che a conſegui ſchi , e fiori femmine : o da ultimo
mento di ciò ei doveva viſitare l'ova tenendo lontani i fiori maſchi dai fio
ja quando i fiori delle piante che pren ri femmine, coſicchè non poteſſe ca
deva a ſoggetto delle ſue indagazio dere ſoſpetto che la polvere di quelli
ni, erano anche chiuſi , quando era ſi foſſe avvicinata a queſti: e l'eſpe
no di freſco aperti ( ſuccedendo in rimento doveva farſi ſu quelle pian
quel tempo la fecondazione), e quan te , che portano due qualità d'indi
do eran caduti. Così effettivamente vidui, altri maſchi, oſſia provvedu
adoperò in tre piante diverſe , che ti unicamente di ſtami, altri femmi
furono la volgare gineſtra, le fave, ne o vogliam dire forniti ſoltanto di
e i piſelli . Le conſeguenze furono piſtilli . Tutti e tre queſti tentativi
che gl'invogli delle ſemenze appa furono intrapreſi ſu d'una moltitudi
rivano prima della fecondazione , ne di piante, e i riſultati finali furo
oſſia del cader del pulviſcolo, ma la no ſempre, che independentemente ,
piantina, e i lobi apparivano dopo . dal pulviſcolo ſi manifeſtavano al do
Stando adunque alle prime apparenze vuto tempo nell'ovaja delle piante ,
ſembrava che la piantina apparteneſſe gli embroni. Anzi ſcoperſe l'Autore
originalmente piuttoſto al pulviſcolo, di più che tali embrioni oſſieno ſemen
che all'ovaja . Ma d'altronde non . ze in alcune piante giungevano a ma
eſſendo la coſa ſicura volle l'Autore turità, e che affidate alla terra naſce
chiarirſene col rivolgerſi ad interro vano , ſiccome manifeſtoſi in alcune
gar la natura d'altra parte . Queſto ſpezie di zucche, nella canape, e ,
era di vedere ſe dentro all'ovaja ap negli ſpinaci. Per renderſi poi ſicuro
parivano o nò gli embrioni , e ſe ma che il pulviſcolo degli ſtami non ave
turavano ogni qualvolta che col mezzo va agito ſu tali piante , egli usò le
P 2 più
r I 16 -

più ſcrupuloſe cautele , fino a chiu mano a queſta terza Vercelleſe per
derle nel tempo della fioritura dentro contentare le domande che ne veni
a bocce di vetro , per cui veniva , van fatte da ogni parte. Sarebbe dun
conteſo l'ingreſſo all'aria eſteriore - que ſuperfluo che noi entraſſimo nell'
In grazia di queſte molte ſperienze, analiſi di un'opera fu di cui il pub
e tutte coſpiranti trovoſſi fondato il ico ha già pronunciato fin dall'an
noſtro Autore ad inferire, primo che no 1756. , in cui eſcirono quelle due
quantunque moltiſſime piante abbiſo prime edizioni di Roma, una per le
gnino per la fruttificazione dell'azion ſtampe del Salvioni, e l'altra per quel
del pulviſcolo , ſiccome è ſtato pro le del Rotili ; e tanto più ſuperfluo,
vato da più Botanici, ve n' ha però quanto che il giornale de letterati d'
altre diverſe che ne poſſono far ſen Italia che ſtampavaſi in quel tempo
za: ſecondo che non ſuſſiſte in gene in Roma per i fratelli Pagliarini, ne
rale il famoſo ſiſtema del ſeſſualiſmo diede ſin d'allora un eſtratto molto
nelle piante , ſtabilito in apparenza , più efteſo, ed adequato di quello che
ssì bene dal celebre Linneo, ed ab i noſtri riſtretti limiti ci permettereb -
bracciato dall'univerſale de' Botanici. bero ora di fare. Contentiamoci aduu
Queſte ſono notizie, che tutte dob que in luogo di ogni noſtro eſtratto,
biamo al talento, ed alla inſtancabi e di ogni noſtro giudizio di quì ri
lità del ch. Sig. Spallanzani. cordare il principio del mentovato
eſtratto del giornale de letterati d'Ita
V E R C E L L F . lia , che preſenta appunto il princi
pal carattere, e il primario pregio di
Il Paradiſo riacquiſtato del Conte queſto ſagro poema Italiano . Queſto
Giuſeppe Laviny de'Conti di caſtel poema ( così il detto giornale ) con
Lavinio e di Ferrero , Patrizio Ro trappoſto al Paradiſo perduto di Gio
mano , Vercelleſe , e della città di vanni Milton celebre Ingleſe, è con
San Severino . Terza edizione rive tenuto in 12. libri . Con queſto ha
duta, e ritoccata in vari luogi dall' fatto vedere ben chiaramente il Sig.
autore . Per Giuſeppe Panialis ſtam Conte Laviny quanto ſublime può ren
patore di ſua Eminenza, e dell'Illu derſi un ſagro poema , ſenza andar
ſtriſſima citta . 178o. tomi 3. in 4. mendicando dalle favole, e dalle ſtol
Si vende da Gregorio Settari al corſo tezze del gentileſimo le immagini, e
all'inſegna di Omero. gli ornamenti . Ancora non avevamo
in lingua 7'oſcana un lungo, e intie
al giudizio abbia formato il pub ro poema che tutto ſagro poteſſe vera -
blico di queſto fagro poema epico del mente chiamarſi. La letteraria repub
Sig. Conte Laviny , lo moſtra abba blica è debitrice di queſto al Sig.Con
ſtanza il pronto ſpaccio delle due pri te Laviny, il quale con un'immenſa
me edizioni Romane del medeſimo, e fatica ha dimoſtrato la ſua erudizio
il biſogno che vi è ſtato di metter ne e nella ſagra ſcrittura, e ne ſan
ti
I 17
ti Padri, e nella ſagra eccleſiaſtica e i più ſenſibili effetti del fluido elettri
ſtoria , dai quali puriſſimi fonti ha º co, gli elementi del fuoco e della lu
preſo le immagini più ſublimi, e più ce, i corpi idio - elettrici e non idio
belle. L'azione principale del poema elettrici, gli effetti dell'elettricità ar
è il riacquiſto del Paradiſo celeſte , tificiale, e di quella della turmalina,
dopo la perdita che ne avea fatto l' l'eſperienza di Leida, l' elettroforo,
uomo per lo peccato & c. Aggiungia i terremoti , i vulcani, i fuochi fa
mo ſolamente, ciò che non potea di tui, i temporali, il tuono, le trom
re il giornale de letterati, cioè che be marine, la grandine, il magnetiſ
queſt'edizione ſupera le precedenti mo, l'influſſo dell'elettricità, e del
tanto nella forma , la quale è niti magnetiſmo ſugli animali e ſulla ve
diſſima, e veramente degna della ri getazione, l'elettricità del ſole, de'
putazione de'torchi Vercelleſi , quan “pianeti, delle comete, della luce zo
to per la materia, la quale ha rice diacale, e dell'aurora boreale. Il Sig.
vuto dal dottiſſimo Autore molte im de la Cepede non dice nè può ora
portanti correzioni , e molti notabi mai dire niente di nuovo ſu di queſti
li miglioramenti. argomenti. Ma egli ha il ſegreto di
colorire ſi vivamente le idee altrui,
ch'egli faſſele in certo modo ſue.
P A R I G I . Diamone un ſaggio, riportando un .
tralcio della ſua memoria ſu i fuochi
fatui. , Vi ſono , dic'egli, alcune o
Eſſai ſur l'electricitè naturelle, 6. , pianure aſſai baſſe e mezzo anne
artificielle cº-c. Saggio ſull'elettricità , gate, nelle quali il fangoſo terre
naturale, ed artificiale del Sig. Com , no quaſi ſpariſce tutto ricoperto da
te de la Cepede colonello nel circolo ,, un vegetabile fradiciume. L'acqua
della Weſtfalia, e membro di molte », immobile vi ſtagna in mezzo ai
accademie. AVella ſtamperia di Mon , giunchi, e ad altre piante paluſtri;
ſieur, e ſi trova preſſo Didot il gio , l'aria denſa e craſſa ivi è ſempre
vine , Durand, Marigot, e Barrois. », impregnata di umide, e lente eſa
1781. 2. vol. in 8. , lazioni. Da queſti ſiti i viaggiato
», ri hanno ſovente veduto ſorgere
», alcuni leggieri fuochi , i quali ,
L'opera che annunciamo merita di », ſpandendo all'intorno un'incerta ,
eſſere accolta con applauſo dal pub , luce, e prendendo dinanzi alla lo
blico non ſolo per l'importanza, ed ,, ro immaginazione mille differenti
amenità della materia che vi ſi trat », aſpetti, parevano fuggire dinanzi
ta, ma ancora per la filoſofica elo ,, a loro , alcune volte inſeguirli ,
quenza dello ſtile , in cui è ſcritta . », fermarſi, per poi tornare a fuggi
Deſſa è diviſa in ſedici memorie, le ,, re o ad inſeguirli di nuovo. Simili
quali hanno per oggetto la natura, e », fuochi ſono anche comparſi intor
33 I10
592 no ai cimiteri, luoghi naturalmen s, ſa fiſica che tanto abbatte l'uomo,
.99 te umidi, e carichi di avanzi di oo e la maggior parte del quadrupedi,
3.9 corpi organizzati.... L'immagina 32 produce un effetto intieramente ,
so o zione fatta per nudrirſi di ogni ſor diverſo ſugl'inſetti, i peſci, e gli
33 ta di oggetti, e per traviſarli a . anfibi, i quali per l'oppoſto com
99 ſua voglia non ha veduto in que pariſcono più leggieri , e più vi
25 ſti innocenti ſplendori ſennonche e vaci di prima . Non volano mai
39 ſpiriti malefici, fantaſmi, e ſpet gl'inſetti con maggiore rapidità e
3 o tri. Non ſi è più parlato ſennon vigore, nè mai ronzano con mag
53 che con iſpavento , e fremito di gior forza, che allorquando ſi pre
5 o queſti innocenti fenomeni, che la para a ſcoppiare un temporale .
- 9.9 natura avea forſe deſtinati ſoltan Nel momento appunto, in cui l'
5.9 to a diminuire l'orrore di quei luo orizzonte tutto appariſce ammanta
93 ghi ſolitari, ove più ſovente com to di denſi e neri nuvoloni , e
9.9 pariſcono , a rallegrare col loro che il tuono comincia a far ſenti
59 dolce chiarore i ſtanchi, e rattriſtati re le ſue rombe, ſi veggiono cor
33 viaggiatori, a illuminarli, benchè rere più veloci, e più liete le ſtra
3,9 debolmente, in mezzo alle più fol ſcicanteſi chiocciole , e ſi odono
9.3 te tenebre, e a depurare l'aria ,
5 9 corrotta dalle più nocive eſalazio Ces inſectes rampans qui ne vi
3.9 ni . Si è perſino giunto ad attri vent qu'a dèmi
2.9 buir loro quei ſiniſtri accidenti che
a9 poſſono eſſere accaduti ad alcuni, 92 in mezzo ai fangoſi maraſſi, ove ,
9.3 che ſpinti da una troppo ardente 9.2 ſoggiornano , ſibilare e gracidare
29 curioſità d'inſeguirli, ſi ſono inav 2.9 con più vigore che mai . Eſcono
29 vedutamente ingolfati in ſiti pa 35 allora i peſci dai loro cupi abitu
-2 ludoſi, e ſpeſſo ripieni di precipi 99 ri, e i moſtri marini , abbando
23 zj &c. ,, Non meno eloquente è 32 nando le loro proforde grotte ,
il principio della ſua memoria intorno 93 ſaltellano vigoroſi ſul dorſo delle
l'influſſo dell'elettricità ſugli anima 35 onde. I peſciolini medeſimi de'no
li. , Allorquando, dic'egli, il flui 95 ſtri fiumi ſi vedono allora guizza
5.9 do elettrico ſi trova ſquilibrato nell' 9.3 re allegramente ſulla ſuperficie del
so2 atmosfera , tutti gli animali dan 3a le loro acque native, e ſcherzar
92 no ſegni di provare dentro di ſe , 95 vi con vivacità, e leggereza. Che
º, una nuova ſenſazione. L'uomo e 35 ſe ci traſporteremo verſo quei ma
55 i quadrupedi cedendo , per così 99 ri dell'ultimo ſettentrione ricoper
sob dire, al potente influſſo di quel flui 55 ti d'immenſi maſſi di ghiaccio e ,
22 do, ſi aggravano e ſi avviliſcono, -2 di neve , potremo facilmente ve
99 e quaſi oppreſſi da un nuovo pe 5 o dervi, all'avvicinarſi di un tem
3» ſo, ſembrano annoiati della loro .39 porale, le giganteſche foche sbu
22 eſiſtenza. Ma queſta medeſima cau 3o care quel coperchio di ghiaccio ,
3, che
I I

, che le teneva come imprigionate e che queſta ſcoperta, la quale asi


», nel fondo , ſcagliarſi ſu quelle o te far epoca nell'arte della pittura ,
, ſpiagge, e ſaltellarvi e ſtraſcinarviſi non è in verun conto mentovata ne
,, piene di un nuovo vigore , e di gli epitaf, tuttora eſiſtenti di Giovan
», una nuova vita , . ni, e di Eberto Van - Eick , e che
il Vaſari deſcrive la ſtoria di queſta
ſcoperta in una maniera ſi poco ve
L O N D R A . riſimile , che non è poſſibile di pre
ſtargli fede. Non contento però il Sig.
Raſpe di queſti argomenti negativi,
A critical eſſay on oil painting & c. paſſa in ſeguito a provare che real
Saggio critico ſulla pittura a olio del mente la pittura a olio ſia ſtata cono
Sig. R. E. Raſpe. Preſſo Cadell 178o. ſciuta molto tempo avanti di quei due
tra 4. artefici Fiamminghi, ai quali accorda
il Vaſari l'onore della prima inven
zione . Egli cita a queſto propoſito
Si crede generalmente che la pittu due manoſcritti della biblioteca del
ra a olio ſia ſtata inventata da Gio collegio di Cambridge, gli autori de'
vanni, ed Eberto Van - Eick, cele quali ſono un certo Teofilo Presbite
bri pittori Fiamminghi, che fiorirono ro, ed un certo Eraclio , che ſi ha
nel principio del ſecolo XV. Queſta gran fondamento di credere che ab
opinione, che ha regnato placidamen biano viſſuto nel ſecolo X., e che a
te per lo ſpazio di quaſi 3oo. anni, fanno eſpreſſa menzione dell'uſo che
ſi trova ora nel caſo di molte altre, vi era a lor tempo di dipingere le ,
di avere cioè un contradittore. Que porte di roſſo con olio di lino. Ma,
ſti è il Sig. Raſpe, il quale riguarda ſecondo il noſtro Sig. Raſpe, uno de'
queſt'opinione come un errore adotta più concludenti argomenti che la pit
to ſenza rifleſſione , e ſenza prova - tura a olio foſſe conoſciuta molto pri
Egli oſſerva che il Vaſari ch'è ſtato ma dei Van - Eick ſi ricava da un .
il primo ſcrittore il quale abbia attri ordine di Arrigo III. Re d'Inghilter
buito queſta ſcoperta a quei due arte ra , riportato dal Sig. Walpole ne'ſuoi
fici, e che vivea 15o anni dopo di aneddoti di pittura , e diretto al ſuo
loro, non ne dà altra prova ſennon teſoriere e ai ſuoi ciambellani , per
che le loro piutture a olio , ed un' ingiunger loro di pagare ad un certo
incerta e vaga tradizione. E' coſa ſin Odo orefice, e al di lui figlio la ſom
golare , dice il Sig. Raſpe , che gli ma di 1 17. ſcellini, e io. penni per
iſtorici, ed annaliſti tanto Fiamminghi l'olio, la vernice e i colori da loro
che Olandeſi , i quali han preceduto adoperati nel dipingere una camera ,
il Vaſari , non abbiano mai penſato del real palazzo di Weſtminſter. Ec
di attribuire ai loro nazionali una . co dunque la pittura a olio già cono
ſiffatta invenzione. Si aggiunga a ciò ſciuta avanti la metà del ſecolo XIII.
In
I 269

In maggior conferma di ciò cita il re la pittura a olio ſul legno, e che


Sig. Raſpe varie pitture a olio , che oltre a ciò eſiſtono moltiſſime pitture
ſi conſervano in Inghilterra anteriori Gotiche di tal fatta, le quali ſono ſi
al ſecolo dei Van - Eick, e riconoſciu curamente più antiche del ſecolo de'
te generalmente per tali . Una delle Van - Eick. Aggiungono ſingolar pre
più celebri fra queſte ſi è un ritratto gio a queſto ſaggio critico ſulla pittu
iſtorico del Re Ricardo II. morto nel ra i due trattati mſ che abbiam di
1399. , il quale appartiene al Conte ſopra mentovati, e che dopo di eſſer
di Pembroke, e conſervaſi nella ſua ſtati naſcoſti ſinora nella biblioteca di
bella galleria di Wilton . Da tutto Cambridge, veggiono finalmente la .
ciò deduce il Sig. Raſpe che rimanga pubblica luce. Quello di Teofilo Pre
tuttora incognita la vera epoca della sbitero porta il titolo de omni ſcientia
prima ſcoperta della pittura a olio ; artis pingendi : e l'altro di Eraclio,
potendoſi ſolamente congetturare che ſcritto parte in verſi eſametri, e par
gli Egizi, i Greci, e i Romani ſienſi te in proſa è intitolato de coloribus,
molto approſſimati ad una tale ſcoper & artibus Romanorum. Si chiude fi
ta; e che la cognizione di queſt'arte nalmente l'opera con un'appendice,
ſia certamente anteriore al ſecolo, in in cui ſi da un breve ſaggio del lu
cui viſſero i Van Eick, poichè nel meu anima , produzione allegorica ,
X. ſecolo Teofilo Presbitero ci diede che viene attribuita a Farinator , il
una deſcrizione molto circoſtanziata quale vivea nel ſecolo XIV.
della maniera di preparare, ed eſegui

ºgº, e º casº, esſº Alºnsº e Seb Nº A4 a cºse º paº, AA º A4 negoal n A4 a cºnºsen

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XVI. 1782. Li 2o. Aprile f

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. to eſcluſiva di una antecedente eſiſten


za. Queſta memoria è una lettera del
Rerum Pompoſianarum hiſtoria mo Pontefice Giovanni VII1. all' Imp. Lo
numentis illuſtrata, auctore D. Placi dovico II. , riferita dal Baluzio ne'
do Federicio AAomacho, Gj- Lectore Ca ſuoi Miſcellanei, la quale appartiene
ſinate. 7'omas H. Romae 178 1. apud all'anno 874. La ſeconda , che a
Antonium Fulgonium ; in 8. Si vende queſta tiene ſubito dietro, è una car
preſſo Giulio Barluzzi librajo a Paſ ta di donazione , che dall'archivio
quino all'inſegna di Pallade . Ar Eſtenſe avea già pubblicata il Propo
ticolo II. , ed ult. ſto Muratori. Queſte due memorie e
ſono tali , che baſtano a ſmentire il
Premeſſe le nozioni generali del Pigna, il Sardi, ed altri, che avea
ſuolo , ove trovaſi edificato il cele no dato per fondatore di queſto mo
bre monaſtero Pompoſiano , paſſa il naſtero Ugone Marcheſe di Toſcana ,
noſtro Autore a indagare nel ſecondo circa l'anno 947. , quando eſſo non
libro il tempo , in cui fu eſſo fonda fu , che un inſigne benefattore. Paſ
to. Ma quello, che avviene di mol ſa indi ad accennare altri documenti
te città , delle quali è ignota l'ori rimarcabili, quali ſono un diploma ,
gine, lo ſteſſo avviene di queſto mo di Ottone II. Imp., dal quale appa
naſtero. Chi non ama ſognare, o ven riſce, che nell'anno 98 I. era queſto
dere altrui delle pure conghietture ſi monaſtero diſtinto per molte poſſiden
reſtringe a rintracciare ſoltanto i più ze , un altro di Ottone Il 1. ſcritto
antichi monumenti, che eſiſtono , e l'anno 1oo I. , con cui lo ricolma di
comincia perciò dalle epoche puramen molti privilegi, e molte carte inſieme
te certe, e ſicure. Dopo d'avere per di contratti civili, dalle quali riſulta
tanto il noſtro Autore riferito le al no anche i nomi de' più antichi Aba
trui conghietture, ci annuncia, co ti, che ad eſſo ſopraſtarono. Fra que
me la prima menzione , che ſi abbia ſti il più celebre fu San Guidone Ra
di queſto inſigne monaſtero , non è vennate, che ſi trova prelato di queſto
più antica della fine del ſecolo IX. , monaſtero ſino dall'anno 1o io. , e o
epoca però ſempre riſpettabile, nè pun che durò ad eſſerlo per il notabile ſpa
Q zio
122

zio di 48. anni. Siccome l'accenna queſto ſanto Abate , e queſti pure
to diploma di Ottone III. fu un og torna ora a riferire il noſtro Autore
getto di gran piato tra Monſig. Giu in fondo al volume, e dietro ai me
ſto Fontanini, ed il Propoſto Mura deſimi, e ad alcuni altri monumenti
tori , de quali il primo pretendeva , del tempo di ſuo governo eſpone le
provarne la falſità, l'altro sforzavaſi geſta del ſuo eroe. Ma la materia è
determinarlo a danno de'diritti Pon tanto ubertoſa, che queſta ſi eſtende
tifici ſopra la città di Comacchio, anche al libro quinto, ed in eſſo in
così il noſtro Autore armato delle o iſpecie ſi narra la perſecuzione , che
più eſatte , e profonde nozioni dell' San Guidone andò a ſoffrire da Eri
arte diplomatica, e di quel più chia berto Arciveſcovo di Ravenna , ma
ro lume, che sfavilla dalla tranquil che egli poi eſtinſe coll'orazione, e
la verità , conſacra tutto il libro colla ſantità della ſua vita ; ſiccome
III. per l'eſame , e per l'illuſtra ſi eſpone in appreſſo l'accuſa portata
zione di queſto diploma . Adduce e contr'eſſo al pontificio trono di Gio
pertanto un ſaggio del carattere e vanni XIX. , che deſtinò quindi il
del diploma ſteſſo ; riferiſce in due o pio, e religioſo Arciveſcovo di Ra
diſtinte colonnette l'originale dell'ar venna Gebeardo allora vivente per
chivio Pompoſiano, e la copia Fon viſitatore del monaſtero, ed eſplora
taniniana;riporta le obbiezioni del Fon tore della verità , o falſità delle in
tanini medeſimo, e le riſpoſte del Mu doſſate imputazioni . Appartiene a
ratori, ed indi ſiede egli giudice fra queſta viſita, regolata dallo ſpirito di
queſti due celebri letterati, e moſtra carità, che non cerca ſorprendere in
al primo, che il ſuo impegno non ri errore, nè aggravare l'innocenza, e
chiedeva il ricorrere alla taccia in che perciò finì vittorioſamente per il
giuſta di falſità , quando poteva, e ſanto Abate, un'antica pittura, che
dovea ammetterne la legittimità , ma ancora eſiſte ſulle pareti del mona
inſieme far coſtare l'impotenza del mo ſtero Pompoſiano , e che ſi attribui
numento a nuocere punto alla ſua buo ſce a Giotto celebre pittore del ſe
na cauſa ; ſiccome moſtra al ſecondo, colo XIV. , ſe pure non è opera di
che ſi riducono a cavilli, e ad equi un certo Cheyo pittore Fiorentino, che
voci le eccezioni , che eſſo cerca , ſi trova citato per teſtimonio in cer
trarne per impugnare i dritti Roma ta carta Pompoſiana dell'anno 1317.,
ni. Così pure l'eſſere ſtato San Gui e che potrebbe eſſer ſtato diſcepolo
done Abate Pompoſiano tanto celebre, dello ſteſſo Giotto. Di queſta pittura
e l'aver per tanto tempo eſercitata ſi dà un eſatto diſegno inciſo in ra
la ſua dignità ha impegnato il dotto me, ove ſpecialmente ſi vedono i due
Autore a renderlo oggetto di un in Prelati aſſiſi a menſa; ſiccome in ſe
tero libro , ed è queſto il quarto di guito ſi danno inciſe in legno tre al
queſto volume. Avea già il Bollando tre pitture ſimili. Poichè e il mona
riportati tre atti diverſi della vita di ſtero , e il tempio ſteſſo ebbero dal
ſanto
I 23
ſanto Abate molti accreſcimenti di fab quali il più antico, che in eſſo ſi tro
briche, e di ornamenti, perciò recaſi vi, è una conceſſione in enfiteuſi dell'
quì pure il proſpetto interno del tem anno 932. Oltre queſti monumenti vi
pio, che forma un rame aſſai elegan hanno i tre atti della vita di San Gui
te, e pulito. Quindi ſi fà una eſatta done di ſopra mentovati, ed altre º
deſcrizione di ambedue queſte fabbri coſe attinenti al ſuo culto , le quali
che, dandoſi pure i diſegni in legno coſe tutte ſono compreſe in CXXIII.
del campanile, dell'atrio, e del pa numeri, ſiccome queſt'ultime ſervo
vimento in muſaico. Ma non fu que no a comprovare l'argomento del me
ſto il ſolo Guidone, che fioriſſe in que deſimo culto preſo ad illuſtrare in fi
ſto monaſtero , ma ve n'ebbe anche ne del libro ſeſto. Ecco quel più con
un altro, cioè Guidone Aretino, che ciſo ragguaglio, che di queſt'opera ,
veſtì l'abito monaſtico dopo il prin potevamo ora noi dare, invitando in
cipio del ſecolo XI. , e che fu tanto appreſſo i letterati a rintracciare in .
benemerito della muſica eccleſiaſtica. fonte l'erudizione, e la critica, che
ueſto poi viene dal noſtro Autore e regna nobilmente in tutto queſto am
eſcluſo dal monaſtero dell'Avellana, pio volume. -

a cui i celebri Annaliſti Camaldoleſi


s'erano sforzati di attribuirlo , ed
impiega a queſt'effetto gli argomenti N A P O L I..
della più forte , e ſana critica . A
queſto ſecondo monaſtero apparteneva Lettera I. ſull'antica città di AEqua
ſibbene San Pier Damiano, quale o dell'Abate Baldaſſarre Paraſcandolo.
poſcia San Guidone impetrò ardente 1782. in 8.
mente per maggior profitto , e van
taggio del Pompoſiano , quantunque Il lodevole impegno d'illuſtrare le
egli poſcia ſe ne partiſſe. Nel libro ſe antiche memorie patrie ſi va ſempre
ſto finalmente, che chiude queſto pri più diffondendo fra noi , e non che
mo volume, ſi regiſtrano dietro i più le capitali e le città di maggior no
ſicuri monumenti tutte le beneficen me, ma ancora le più mediocri , ed
ze , che molti uomini nobili , e fa oſcure cominciano a ſomminiſtrarma
coltoſi eſercitarono verſo queſto inſi teria alle dotte ricerche degli erudi
gne monaſtero, fra i quali ſi diſtinſe ti. Fra queſti viene ora a ſedere a .
Gebeardo Arciveſcovo di Ravenna ; ſcranna il noſtro Sig. Ab. Paraſcando
ſiccome ſi accennano inſieme tutti i lo , incominciando in queſta ſua I.
contratti, che gli Abati del medeſi lettera, la quale ſarà naturalmente e
mo celebrarono dall'anno Io29. ſino ſeguita da molte altre, a raccogliere
all'anno 1o45. Segue perciò una co le notizie che ci ſono rimaſte e ne'
pioſa appendice di documenti, parte monumenti, e negli antichi ſcrittori
deſunti da opere ſtampate, e parte o intorno all'antica città di A qua, da
eſtratti dall'archivio Pompoſiano, de' cui la moderna città di Vico Equen
Q 2 ſe
-

I 24
ſe ha preſo la ſua denominazione - Dona ſerenato referas ſolemnia ,
L'argomento era tuttavia intatto, ed Phaebo, -

oſcuro perchè di queſta città di A qua Concipe, ait , dignum faciis AE


niuna menzione avean fatto nè Stra QZ AAVE furorem
ne, nè Plinio , nè Solino , benchè Vulneribuſque tuis: ſocio te cacdis
del cratere Napoletano, ov'efſa era , C5 ira ,
ſituata, parlino diffuſamente . Ma il AVon ego Marmaridum mediam pe.
noſtro Autore ſi è fortunatamente in netrare phalangen
battuto in un paſſo di Silio Italico, Cyniphiacque globos dubitarim ir
da cui crede di poter dedurre che la rumpere turma.
ſua città di A qua foſſe già aſſai flo
rida in tempo della ſeconda guerra - e poco dopo deſcrivendo il poeta la
Cartagineſe. Quel poeta adunque nel morte di queſto prode ſoldato, dice
lib. V. de ſecundo bello Punico, deſcri che vicino ad eſalare l'ultimo fiato,
vendo la funeſta battaglia del Traſi deſiderava di trovarſi ne' terreni E
meno, introduce il comandante Roma quani.
no Flaminio, che gira per le file af
fine di perſuadere ai più valoroſi di . . . . . . . . . Exitium, lethique, cº
tener fermo , ed incontrando fra gli flagris acerba
altri un certo Murrano, gli dice Cauſa Sychaeus erai: Murranum il
le emimus baſta
... ... ... Procul binc te martius, Perculerat , quo non alius , cum
inquit , bella ſilerent,
i Murrane, oſtendit clamor: videoque Dulcius Oeagrios pulſabat pettine
furentem zºervos -

jam Tyria te cade : venit laus Occubuit ſilva in magna, patrioſ


quanta, ſed oro que ſab ipſo
i Hac anguſta loci ferro patefacta re 9uaſivit montes letho, ac felicia ,
laxa . Baccho
, 7'um Sorafie ſatum praſtantem cor AE92)AAVA, & zephyro Surren
pore ci armis tum molte ſalubri.
i AE92)AAVZ Mnoſcens, patrio cui
ritas in arvo, Da queſti verſi di Silio riſulta non ſo
l Cum pius arcitemens accenſis gau lo, che vi ſia ſtata una città col no
det acervis me di Aqua nelle vicinanze di Sor
Exta ter innocuos late portare per rento, ma ſibbene ancora che queſta
agnes: città foſſe in aſſai florido ftato ne'
Sic in Apollinea ſemper veſtigia e tempi della ſeconda guerra Punica ,
pruna per poter mandare ai Romani ſoccor
Inviolata teras , victorque vaporis ſi, e ſoldati di tanto valore che me
ad aras ritaſſero di eſſere dal poeta con tanta
di
I 25
diſtinzione mentovati . Congettura , che oggi Puolo diceſi, da un lato ſi
poi il noſtro Autore ſu buoni fonda vedrà Capri, e dall'altro non ſi tro
menti che i Romani diſtruggeſſero que verà altro luogo meglio adattato per
ſta città nel VII. ſecolo di Roma , Taurobola , ſennonche Vico oſſia l'an
ſiccome ſappiamo da Plinio ch'effi tica A qua. Dal principio dell'era ,
fecero della vicina città di Stabia , criſtiana ſino al ſecolo XII. non è
oggi Caſtellammare, da cui Aqua di riuſcito al noſtro Autore di ritrovare
pendea come dalla ſua metropoli, per veruna memoria appartenente alla cit
eſſere entrate sì l'una che l'altra nel tà di A qua . Solamente nel ſecolo
la famoſa lega ſociale, la quale miſe XII. la ſtoria eccleſiaſtica comincia a
in ſi gran pericolo la Romana poten far menzione de veſcovi di Equa ,
za , benchè giunta alla ſua maggior ond'è che vi è chi ha creduto non ,
auge. Con egualmente felice conget aver ella avuto per l'avanti veſcova
tura, appoggiata principalmente ad al to proprio , ma eſſer dipenduta dal
cuni avanzi di greche fabbriche che veſcovo di Stabia, o dall'Arciveſco
tuttora ſuſſiſtono nelle vicinanze di vo Sorrentino. Checchè ſia però di
Vico - Equenſe, vuole il noſtro Auto ciò egli è certo che Carlo II. d'An
re che i Greci occupaſſero intorno a giò avendo fatto fabbricare ſul mon
luel tempo medeſimo la derelitta cit ticello poſto all'oriente dell'antica ,
º di Equa , e le altre città finitime A qua , la nuova città di Vico - Equen
dſterminate da Romani , e che cam ſe, così denominato, perchè ivi fe
biando, al loro ſolito, gli antichi no ce egli ridurre le ſparſe reliquie della
mi in altri dedotti dalla loro lingua, - popolazione Equana , ottenne poſcia
diſſero il nome di 7’aurobola alla cit dal ſommo Pontefice Bonifacio VIII.,
tàche ſin allora eraſi chiamata A qua. che in Vico Equenſe foſſe trasferita ,
In prova di ciò egli c'invita a riflet la cattedra veſcovile che in Equa fin
tee a que verſi di Stazio ( Syl. L. allora era ſtata . Ecco preſſo a poco
II. Carm. 5. ) ove deſcrivendo il le principali ſcoperte del noſtro Auto
rimbombo, che le pietre ſtaccate dal re ſulle peripezie dell'antica città di
monte per la fabbrica che Pollione - Equa. Egli ha ſaputo condirle con .
facia del tempio di Ercole, produ una varia, e dilettevole erudizione »
cevano, dice riſguardante gli antichi conquiſtatori,
ed abitatori di vari altri luoghi fini
.... ... dites Caprea, virideſque timi, la loro provenienza, le loro ge
reſultant ſta, e i loro uſi, ed ha ſparſa molta
Taurobola , ci terris ingens redit nuova luce ſopra alcuni punti con
aquoris echo. troverſi , ed oſcuri dell'antica geo
grafia dell'ameniſſimo cratere Napo
Ora ponendoſi , dice il noſtro Auto letano .
re, nel ſito di Sorrento, ove fu il tem
pio ad Ercole edificato da Pollione ,
126
M O D E N A. e che la noſtra nazione per quel pe
riodo di tempo poteſſe in vanti lette
rari contraſtare con qualunque altra
.Storia della letteratura Italiana , di oltremonti? Che ſarà poi ſe a ques
del Cavaliere Abate Girolamo Tirabo ſti due luminari Italiani della prima
ſchi Conſigliere di S. A. S. il Sig. Du metà del ſecolo XVIII. ſi accoppie
ca di Modena, preſidente della Du ranno tanti altri che hanno cotanto
cal Biblioteca, e della Galleria del primeggiato in queſta o in quell'altra
le medaglie, e profeſſore onorario nell' provincia della letteratura ? Se quel
univerſità della ſteſſa città. 7'omo IX. la età non può contrapporre un nu
che contiene le aggiunte, e le corre mero di poeti eguale a quello del ſe
zioni. Preſſo la ſocietà tipografica o colo XVI., ha però avuti gli Apoſto
1781. in 4. li Zeni, i Manfredi, i Rolli, i Laz
zarini, i Zanotti, i Lorenzini , e ,
tanti altri che non ſoffrono di rima
In compagnia dell'Italia, e di tut nerſi indietro ad alcuno in vivacità
ta la repubblica letteraria facciamo d'immagini , in forza di ſentimenti
plauſo ancor noi al felice compimen e in robuſtezza di ſtile . Lo ſtudia
to di una delle più erudite , e fati della lingua greca, quello delle anti
cate opere che abbia prodotto il no chità, e quel della ſtoria, e tutte l
ſtro ſecolo, qual'è certamente la ſto parti dell'amena letteratura quantº
ria della letteratura Italiana del Sig. hanno acquiſtato di ornamento, e ſi
Cavaliere Abate Girolamo 7'iraboſchi. luce dalle opere di Anton Maria Sl
Il dottiſſimo Autore ha già eſpoſte o vini , del P. Odoardo Corſini , di
nella prefazione al tomo precedente e Monſig.Fontanini, e di tanti altri dit
le forti ragioni ch'egli ha avuto per ti ſcrittori, i cui nomi ſoli potrebban
non entrare nella ſtoria della lettera ci occupare non poco! E negli ſtudi
tura del corrente ſecolo XVIII. Egli eccleſiaſtici i due ſoli pontefici , he
non può ciò non oſtante trattenerſi hanno aperta e chiuſa la prima metà
nella prefazione del volume che ora del ſecolo , vogliam dire Clemente o
annunciamo dall'invidiare a chi in XI., e Benedetto XIV. con quali elo
tempo più opportuno imprenderà di gi dovrebbono eſſere eſaltati ? E final
trattarla, l'ampia e luminoſa materia mente facendo paſſaggio allo ſtudio
che gli ſi preſenterà in queſto ſecolo, della fiſica , e della matematica , o
e principalmente nella prima metà di a quelli della ſtoria naturale, della,
eſſo. I ſoli nomi di un Muratori , e medicina e dell'anatomia , un Mar
di un Maffei non baſterebbono eſſi per cheſe Poleni, un Conte Jacopo Ric
ſe ſoli a fare che quel mezzo ſecolo cati, un P. Grandi, un Zendrini ne'
poteſſe gareggiare con qualunque de' primi, un Lanciſi, un Valſalva, un
più colti ſecoli che l'han preceduto, Morgagni, un Valliſnieri, un Torti,
ulti
127
un Micheli ne' ſecondi , e l'Iſtituto AV intorno al ſaggio ſtorico - apologe
di Bologna col ſuo autore , e padre tico della letteratura Spagnuola del
il celebre Conte Marſigli , di quali Ab. D. Saverio Lampillas , e la ri
elogi ſarebbon degni, e quanto orna ſpoſta del Sig. Ab. D. Saverio Lampil
mento riceverebbe da eſſi la ſtoria , las alle accuſe compilate dal Sig. Ab.
della noſtra letteratura ! Queſti e più Girolamo Tiraboſchi . Ma aſſai più
altri illuſtri ſcrittori, che potrebbonſi della riproduzione di queſte poco con
con ugual ragione quì ricordare, da cludenti , ed alquanto perſonali con
ranno un giorno copioſo argomento troverſie noi ſiam certi che gli eru
di ſcrivere a qualche coraggioſo con diti aſſaporeranno la prima pubblica
tinuatore del Sig. Ab. Tiraboſchi , il zione che ſi fa in ſeguito di uno, ben
quale fermo nel ſuo proponimento di chè mutilato nel ſuo principio, de'tre
voler terminare la ſua ſtoria col ſeco dialoghi latini, che furono ſcritti dal
lo XVII. dov'egli l'ha condotta nel celebre Paolo Giovio, allorquando do
precedente volume, imprende ſolamen po il famoſo ſacco di Roma nel 1527.
te in queſto che ora annunciamo di egli ritiroſſi per qualche tempo in I
ritoccare il paſſato lavoro , e di to ſchia, una volta Aenaria, ed i quali
glierne quegli errori, e quelle man ſono uno ſu famoſi generali , l'altro
canze, che in parte egli ſteſſo vi ha ſu gli uomini dotti, ed il terzo ſulle
ſcoperte, in parte da corteſi e dotti matrone più celebri di que tempi .
ſuoi amici gli ſono ſtate additate . Tutti tre queſti dialoghi inſieme con
Niuno ſi aſpetterà certamente che noi altre opere del medeſimo ſcrittore con
gli diamo un'idea di queſte Giunte , ſervanſi in Como preſſo il Sig. Conte
dovendo eſſere ognuno perſuaſo che a Giovanbattiſta Giovio, il quale ha .
deſſe ſiano tutte per la loro importan traſmeſſo copia del ſecondo di que”
za degne dell'opera, e dell'autore che dialoghi al Sig. Ab. Tiraboſchi , per
ne ha fatto uſo . Diremo ſolamente ornarne la ſua ſtoria, e per arricchir
che deſſe ſono diſtribuite ſecondo l'or la di molte belle , e nuove notizie
dine de' volumi della ſtoria , e che a intorno a molti di quegli uomini dot
ſiccome mentre ſi andavano ſtampan ti, de quali nel decorſo di eſſa ſi è
do , altre oſſervazioni o ſi ſono af favellato.
facciate per eſſe medeſime all' Auto
re, o gli ſono ſtate da ſuoi amici co
municate, quindi è avvenuto che al
le prime Giunte ſia ſtato neceſſario
di aggiugnere le ſeconde , e alle ſe
conde le terze . Alla fine delle pri
me Giunte ha creduto pregio dell'
opera il Signor Abate Tiraboſchi di
riprodurre una ſua lettera al Sig.AV
WIR
I 28
W I R T Z B U R G. derſi di queſt' opera , avremi motivo
di rallegrarci con noi ſteſſi , e per
aver contribuito a procurare al de
Opera Sanctorum Patrum Latino gniſſimo editore queſto nuovo incorag
rum volumen III. S. Cacilii Cypria gimento, e molto più per aver avu
mi Epiſcopi Carthag., & Martyris ope to parte nel far conoſcere alla noſtra
ra omnia : accedit praeter varia va patria un'opera ſi profittevole, e di
riorum opera M. Minucii Felicis Octa un acquiſto così poco diſpendioſo .
vius. In officina libraria Staheliana. Terminata l'edizione delle opere di
MDCCLXXXII. in 8. Tertulliano nel II. volume, il quale
dopo breviſſimo tempo tenne dietro al
I.che noi annunciammo nell'anno ſcor
L'utiliſſimo piano, e la felice eſe ſo, ſeguendo l'ordine cronologico ,
cuzione di queſt'opera che noi an ſi dà principio in queſto III. volume
nunciammo nell'anno ſcorſo , hanno alle opere del ſanto Veſcovo, e Mar
avuto dappertutto quell'applauſo , e tire Cipriano, raccolte ancor eſſe con
quell'incontro che noi abbiam preve quella diligenza, eſattezza e critica ,
duto . S'egli è vero , ſiccome ſem con cui lo furono qnelle di Tertullia
bra crederlo il riſpettabile , e dotto no. Non poſſiamo ſennonche augura
editore nella prefazione di queſto III. re di cuore al Sig. Canonico Ober
vol., che la vantaggioſa notizia che thiir tutta quella ſalute, e tutto quell'
noi daſſimo in queſti noſtri fogli di ozio che ſi richieggono per condurre
queſta ſua impreſa abbia fatto venir a termine un'opera sì grande , e sì
volontà a molti Italiani di provve bene da lui ideata, ed incominciata.

e\S o alle 2 e le eſe), Aleo A4/o cºseº. NºA caº). Ad Aoas º Aº), Aaa, Asea Sea, A&A, Asl a casa e le

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XVII. 1782. Li 27. Aprile

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A . adunque i noſtri lettori la loro pia .
curioſità in queſto libricciuolo , e ,
Raccolta delle più divote memorie ſappian buon grado al divoto, ed eru
ſpettanti alla Ven. Baſilica Vaticana dito Autore della pena che ſi è da
coll'aggiunta della maniera di viſi ta nel compilarlo.
tarla , operetta del Sacerdote Giro
lamo Pichi. AVella ſtamperia Salomo C E S E N A .
mi a S. Ignazio 1782. in 12.
Del ſecretario ſaggio dell'Ab.Seba.
Un libro aſcetico, che allo ſteſſo ſtianoCaprini di Peſaro pubblico profeſ.
tempo contenga qualche coſa di eru ſore d'eloquenza in Santarcangelo.
dito, può beniſſimo comparire ſu que Ceſena per Gregorio Biaſini 178 .in 8.
ſti noſtri fogli . Tal'è appunto il li
bricciuolo che ora annunciamo , in Queſta operetta è nel vero picco
cui il Sig. Ab. Pichi con molto eru la di mole, ma piena di coſe, e ſcrit
dita pietà ha brevemente raccolto le ta con molta grazia, dottrina, e vi -
più divote memorie ſpettanti alla gran vacità, e contiene in ſuccinto quel
Baſilica Vaticana . Qui vi adunque a lo , che in più volumi potrebbe al
ſi imparano i pregi, e i vantaggioſi cun altro voler dire intorno a pregi
titoli attribuiti a queſta baſilica , i e requiſiti del vero ſecretario . Ma
tratti di venerazione verſo di eſſa , forſe che il Sig. Ab. Caprini , il di
uſati non ſolo da molte ſante perſo cui nome non vien ora per la prima
ne , e da parecchi ſovrani e gran - volta al pubblico, richiede da queſto
perſonaggi del criſtianeſimo, ma per troppoppiù che il viver d'oggi non
ſino da medeſimi barbari , e da' ne conſente , eſſendo da molto tempo
mici di Roma e della ſanta noſtra Re mancata quella ſtima e riputazione ,
ligione ; ed infine molte ſacre rile
a ſecretari, che ſi godettero già nel
vanti memorie che in eſſa baſilica ſi bel ſecolo XVI. tenendo un altiſſimo
conſervano , e molti prodigioſi av grado, anzi pure il primo nelle cor
venimenti aſſai opportuni per vieppiù ti de'loro padroni. Bene ſta adunque
eccitare la divozione alla medeſima ch'eſſo , coll'animo per avventura
chieſa di S. Pietro . Soddisfacciano rivolto a queſta ingratitudine de'tem
pi ,
I ?O

pi, abbia giudicato opportuno il dire do ancor freſca la memoria di que”


eziandio quale e quanto eſſer debba ſanti giorni, e la verità appartenen
quel principe, o ſignore, per cui va do d'altronde a tutti i tempi , ſpe
formando il ſuo ſecretario , ed in . riamo che non ſarà diſcaro ai noſtri
qual maniera debba comportarſi in . lettori che non avendone parlato al
verſo di lui. lora, ne parliamo preſentemente. Nel
-

primo adunque di queſti quattro opu


ſcoli un autore anonimo, che ſi na
P E R U G I A . ſconde ſotto le lettere iniziali G. C.
pretende di ſoſtenere eſſer privo di
ogni fondamento, ed anche abuſivo
1. Rifleſſione intorno all'uſo che , il coſtume di torre nel giovedì, e ve
dee farſi dell'acqua benedetta anche nerdì della ſettimana ſanta l'aequa
nei giorni di giovedì , e di venerdì benedetta da'vaſi delle chieſe; e ne
ſanto della ſettimana ſanta di G. C. gli altri tre opuſcoli che ſieguono,
2. Confutazione de fogli del Sig. ſi vagliano le di lui ſpecioſe ragioni
G. C. nelli quali ſi pretende che nel e ſi ribattono vittorioſamente. Le ſpe
li due giorni di giovedì , e venerdì cioſe ragioni alle quali ſi appoggia
ſanto non ſi debba rimuovere da vaſi va il contradittore di queſto ſacro ri
de tempi l'acqua benedetta. to, riducevanſi principalmente a tre
3. Lettera di riſpoſta ſulla rifleſ capi ; cioè 1. Al non ritrovarſi veru
ſione del Sig. G. C. intorno all'uſo che na rubrica e verun decreto, da cui
ſi dee fare dell'acqua benedetta ne' ordinato o conſigliato almeno ſia il
giorni del giovedì, e venerdì ſanto rimuovere l'acqua luſtrale da vaſi
4. Parere ſopra la queſtione ſe ſi delle chieſe ne'giorni ſovraenunciati.
debba levare o nò l'acqua benedetta 2. Al trovarſi per l' oppoſto e rubri
dai vaſi delle chieſe nei due giorni che, e decreti preſcriventi un con
della ſettimana ſanta giovedì, e ve trario rito . Fra queſti decreti ram
nerdì. - mentaſi la lezione I X. del breviario
Per Mario Riginaldi ſtamp. Cam. Romano ſotto il dì 3 maggio, in cui
e Veſc. 178 1. in 8. ſi legge che il ſommo Pontefice S.
Aleſſandro I. , che ſi vuole da alcu
La quiſtione liturgica che ſi agita ni il primo iſtitutore dell'acqua be
ne'quattro opuſcoli che annunciamo, nedetta, decrevit ut aqua benedicta,
veggiamo anche noi che ſarebbe più ſale admixto, PERPET 2'O in ecele
opportunamente comparſa alla luce e ſia aſſervaretur. A queſto ſommo Pon
nella proſſimamente decorſa ſettimana tefice ſi aggiungono un Arciveſcovo
ſanta , eſaminandoſi in eſſa l'uſo che di Palermo , il defunto veſcovo di
vi è nella chieſa criſtiana di rimuo Fuligno, e tutti infine i Veſcovi del
vere l'acqua benedetta da vaſi de'tem la Spagna che hanno co' loro parti
pj ne' due giorni di giovedì , e di ve colari decreti fiſſato doverſi così pra
nerdì di quella ſettimana. Ma eſſen ticare. 3. Finalmente al non ſembrar
-
COn
- 13 I
conveniente che i fedeli rimangan , lermo , di un Veſcovo di Fuligno,
mai privati de' ſalutari effetti dell'ac e di alcuni Veſcovi di Spagna , ſu i
qua benedetta, meritamente riguar quali tanto rumore mena l'oppoſito
data come uno de più efficaci ſagra reſi contrappone vittorioſamente l'uſo
mentali. Al primo argomento nega ſempre praticatoſi in tutte le chieſe
tivo ſi riſponde in primo luogo ge del Criſtianeſimo, e ſoprattutto quel
neralmente che da un argomento ne lo di Roma. Se quei veſcovi han ,
gativo in buona logica non è mai creduto di dovere ordinare il contra
permeſſo di far paſſaggio ad una con rio , ſaranno certamente ſtati a ciò
cluſione poſitiva . Si aggiunge poi indotti da qualche rilevante motivo;
che ſe l'uſo di rimuovere l'acqua , ma i loro particolari decreti non poſ.
benedetta da tempi ne'due giorni ſo ſono diſtruggere un rito coſtantemen
praddetti non è ordinato da veruna te ed univerſalmente praticato da Ro
rubrica , nè da verun decreto , ciò ma, e da tutta la chieſa. Al terzo
ſuccede appunto perchè queſt'uſo , argomento infine con cui ſi pretende
fondato ſu di un'antichiſſima tradi non eſſer conveniente di privare i fe
zione , è univerſalmente praticato deli in quei due ſanti giorni de'ſa
nella chieſa; e che non è neceſſario lutari effetti dall'acqua benedetta ſi
di preſcrivere ciò che ſi vuole che ſi riſponde fra le altre coſe che la ri
faccia, allorchè ſi fa puntualmente, mozione medeſima dell'acqua bene
ma ſoltanto ciò che ſi vuole che ſi detta da vaſi de'tempj, facendo ſem
faccia, e non ſi fà ; poichè la leg pre più ricordare ai fedeli eſſer man
ge , ſecondo S. Paolo, è data ed è cato in que ſanti giorni il fonte vivo
fatta a cagione de traſgreſſori. Ve di ogni grazia e di ogni miſericor
nendo poi all'argomento poſitivo trat dia, diviene un ſagramentale molto
to dalla IX. Lezione del Breviario più efficace di quel che potrebbe eſ
Romano dei 3. di maggio, ſi riſpon ſere l'uſo ſteſſo dell'acqua benedet
de primieramente che per confeſſione -ta. Moltiſſime altre belle, ed erudi
del medeſimo avverſario ciò che di te coſe ſi accennano in queſti tre ,
cef in quella lezione deriva dal Can. opuſcoli reſponſivi circa i fondamen
Aquam de conſecrat. diſt. 3. ove per ti, e i miſteri di queſto ſacro rito;
altro non ſi fa veruna menzione di e tutta inſomma queſta intereſſante ,
queſto preteſo decreto di S. Aleſſan liturgica quiſtione vi ſi trova eſami
dro di conſervare in perpetuo l'acqua nata parte per parte e da tutti i la
benedetta nelle chieſe . In ſecondo ti, e talmente eſaurita, che i letto
luogo ſi dice che conceſſo ancora che ri nulla vi potranno deſiderare di più
un tal decreto vi foſſe , ed aveſſe o per ſoddisfare alla loro pia curioſità,
l'avverbio perpetuo, queſto nondi ed iſtruzione. Solamente vi ſarà for
meno non dovrebbe talmente a rigo ſe qualcuno che potrà deſiderarvi che
re interpretarſi, ſicchè per difetto di gli autori aveſſero moſtrato col loro
due giorni non poteſſe verificarſi. Ai avverſario un pò più di urbanita e
decreti poi di un Arciveſcovo di Pa di dolcezza, ed aveſſero uſato di uno
R 2 ſtile
132
ſtile un pò più nitido, e un pò me potrebbero produrſi ſennonche febbri
no traſcurato. continue) e finalmente dal comun .
N A P O L I. metodo di curarle tutte coll'aiuto
V

Animadverſiones in febres eſſentia della corteccia peruviana . Egli de


les curandi methodum, quibus acce duce poi aſſai facilmente da una ſif
dit ſchediaſma de juſto veſicantium , fatta cagione la ſpiegazione di tutti
aſu ; A. ci - M. D. AVatalis Lettie i ſintomi di queſta ſpecie di febbri;
ri . Ex Typographia Raymundiana . ciò che certamente non può manca
1782. in 8. re di aggiugnere nuovo peſo alla ſua
L'Autore chiama febbri eſſenzia opinione. Diffatti, dic'egli , ognu
li quelle , che a differenza delle o no dee riconoſcere nella bile una .
ſintomatiche affiggono, e ſignoreggia forza irritante e coagulante; e que
no egualmente tutta la macchina , ſte ſue proprietà venendo eſaltate »
ſenza che poſſa aſſegnarſi una parte nella ſua alterazione , deggiono per
della medeſima che evidentemente o neceſſità ſtimolare, ed irritare mag
ſomminiſtri il primo fomite , ond'eſ giormente il cuore e le arterie, e -
ſe ſono prodotte ed alimentate. Quin coſtringerle ad oſcillar più velocemen
di è ch'egli comprenda ſotto di que te ; ch'è appunto il principal feno
ſta generale denominazione le febbri meno della febbre . Egli poi ſpiega
inflammatorie di ogni genere , pro colla medeſima felicità come poſſa ,
vegnenti da un'interna cagione , trovarſi una fi gran varietà fra que
febbri dette linfatiche, e tutte inſom ſte febbri, benchè tutte originate da
ma le febbri generate dalla medeſi una medeſima cagione ; come poſſa
ma cauſa proſſima interna , benchè darſi che provegnendo da un vizio
diſpoſta in diverſo modo. Queſta cau - della bile tanto queſte febbri, quanto
ſa proſſima poi di tutte le febbri eſ l'itterizia , accada ciò non oſtante
ſenziali colla comune dell'antica ſcuo che queſte due malattie non vadano
la di medicina, e colla parte più fa ſempre unite ; come , andando alla
na della ſcuola moderna egli la ripo lunga , degenerino quaſi tutte in .
ne in un vizio contratto dalla bile. maligne le medeſime febbri . In ſom
Ad abbracciare una ſiffatta opinione, ma queſto II. capo , in cui egli ſi
e a riguardarla inoltre come quaſi di ſtudia di determinare la cauſa proſ
moſtrata egli viene indotto dai vo ſima delle febbri eſſenziali , e ch'è
miti bilioſi , dalle bilioſe evacuazio il più lungo di queſt'operetta, è allo
ni, dalla nauſea , ed amarezza di ſteſſo tempo il più bello , e il più
bocca che accompagna tutte queſte dotto di tutti gli altri. Nel capo III.
febbri, dal periodo ch'eſſe ſerbano, che ſegue ſi paſſano ad eſaminare le
almeno ne' primi giorni (ciò che cer cauſe evidenti, eſterne , o come i
tamente non accadrebbe, ſe eſſe de medici le chiamano, procatartiche ,
rivaſſero da un qualche vizio del ſan che poſſono indurre nella macchina
gue, o di altri liquori circolanti, poi il primo fermento delle febbri efſen
chè da queſte cauſe coſtanti non po ziali , vale a dire portare nella bile
quell'
133
quell'alterazione, onde quelle febbri di amminiſtrarla. Intorno alla manie
ſono originate . Si conſiderano per ra di agire di queſto febbrifugo, do
tanto l'una dopo l'altra, le ſei coſe po di aver riferito varie altre opi
dette da medici non naturali , per nioni, il noſtro Autore ſi attiene a
fiſſare l'influſſo che ciaſcuna di eſſe quella che ripete la ſua efficacia da
può avere nell'accreſcere l'acrimonia una certa particolare affinità eſiſten
o l'iſpeſſimento della bile, e mettere te fra le ſue molecule e quelle della
“conſeguentemente in moto la cauſa bile, dimodochè dalla loro combna
proſſima delle febbri eſſenziali. Dopo zione venga rintuzzata l'acrimonia
di aver poi brevemente fatta nel ca e volatilità della bile , ed impedito
po IV. l'enumerazione e la ſpiegazio il ſuo paſſaggio ai vaſi lattei, ai vaſi
ne de' ſintomi concomitanti le febbri aſſorbenti ed al ſangue . Il celebre ,
eſſenziali ſi paſſa nel capo V. a di Torti ha diffatti eſperimentato , ed
ſcutere e ribattere un antico pregiu il noſtro Autore ha ripetuto più vol
dizio, che conta ancora fra i moder te il ſuo eſperimento , che di molti
ni alcuni ſeguaci , e fra gli altri il liquori, benchè più leggeri e ſottili
gran Sidenamio , cioè di doverſi aſ della bile, niuno ve ne ha da cui la
pettare qualche giorno prima di attac polvere della china - china ſia più avi
care le febbri in queſtione cogli adat damente bevuta, quanto dalla bile.
tati medicamenti. Se furono ſcuſabili Quindi per immediato , e neceſſario
gli antichi nello ſtabilire un tale afo corollario ſi deduce che la corteccia
riſmo , perchè non conoſcevano la debba riguardarſi come l'unico ſpe
china - china , non lo è certamente cifico contro tutte le febbri eſſenzia
Sidenamio , e gli altri moderni che li provegnenti da alterazione di bi
con lui penſano, dovendo eſſi ſapere le, non ſolo cioè contro le intermit
che la corteccia peruviana attacca - tenti , ma ſibbene ancora contro le
direttamente la cauſa proſſima delle continue ed inflammatorie, tanto più
febbri eſſenziali la quale eſiſte nelle che queſte ancora, almeno ſul prin
prime vie , e che però non vi è ve cipio, ſerbano un qualche oſcuro pe.
runa ragione di differire l'uſo di que riodo ancor eſſe. Dai medeſimi prin
ſto portentoſo antifebbrile . Dee poi cipi deduce il noſtro Autore le riſpo
tutto ripeterſi, ſecondo il noſtro Au ſte all'obbiezioni del volgo e di al
tore, dall'ignoranza della cauſa proſ: cuni medici, i quali all'uſo della .
ſima di queſte febbri l'altro pregiu china - china aſcrivono le oſtruzioni
dizio venuto fuori in conferma del delle viſcere, che tengon per lo più
già mentovato, cioè che la febbre o dietro alle troppo diuturne febbri
non ſia una malattia, ma anzi una eſſenziali, e le frequenti recidive di
medicina . Si dà finalmente termine queſte medeſime febbri, facendo ve
a queſto trattato delle febbri eſſen dere che da tutt'altra cagione deb
ziali col capo VI. che tratta della , ban ripeterſi ſiffatti accidenti. Final
corteccia peruviana , della ſua ma mente ſi eſaminano le diverſe prepa
niera di agire, e del miglior metodo razioni della china - china , e ſi di
moſtra
134
moſtra che niuna ve n'è così effica rimane ciò nonoſtante ancor molto a
ce come la polvere ſteſſa; nulla va deſiderare in quella moltitudine di
lendo la ragione della più facile di Elementi, che ſonoſi recentemente a
geſtione di quelle preparazioni, poi dati alla luce ſu di queſta materia,
chè la china - china nè dee digerirſi, ed il Sig. d'Alembert non vi trova
nè deve introdurſi nel ſangue , per che una ſterile abbondanza, che c'in
eſtinguer la febbre. Ed ecco le prin barazza , ſenza punto arricchirci .
cipali coſe che ſi contengono in que ueſta ſpecie di contraddizione ſarà
ſto ſaggio ſulle febbri eſſenziali, fon facilmente tolta , riflettendofi col Sig.
dato tutto ſulla più luminoſa teoria, Martin, che un libro elementare ſul
e la più ſicura pratica, e ſcritto con le matematiche , egualmente che ſo
tutta la nitidezza, eleganza, e ve pra di qualunque altro ramo dello
ramente ippocratica gravità di ſtile. ſcibile, è allo ſteſſo tempo il più fa
Della medeſima tempra è lo ſchediaſ cile, e il più difficile lavoro che poſ.
ma, aggiunto in forma di appendice, ſa idearſi , ſecondo il diverſo piano
de juſto veſicantium uſu in febribus che dall'Autore viene adottato . ,
eſſentialibus, nonnulliſque aliis mor ,, Egli è il più facile , dice il Sig.
bis . Si combatte in eſſo vittorioſa ,, Martin, allorchè l'Autore ſi pro
mente l'uſo ſmoderato de veſicanti , pone ſoltanto di fare un libro, o
che faſſi da alcuni medici a dì no , piuttoſto una compilazione, in cui
ſtri , e ſoprattutto nelle febbri acu », ha più parte la memoria, che l'
te, inflammatorie, bilioſe &c. nelle , intelligenza, e la rifleſſione. E'poi
quali eſſendo naturalmente accreſciu , il più difficile, s'egli vuol ſcrive
to lo ſtimolo della fibra , non può , re ſulle ſue proprie idee , s'egli
ſennonche eſſere ſommamente pregiu », non vuol far uſo delle idee altrui,
dizievole l'introduzione nel ſangue ,, ſennonche dopo di eſſerſele appro
di un ſale ſommamente acre e cau », priate colla meditazione e coll'
ſtico, qual è quello delle canterelle. », eſame, s'egli vuole accoppiare la
T O L O S A . », chiarezza al rigore e alla preciſio
Elemens de mathematiques & c. Ele ,, ne, occupar l'intelletto ſenza ſtan
menti di matematiche ad uſo delle o ,, care la memoria , dir ſolamente
ſcuole di filoſofia del Collegio R. di ,, ciò che biſogna , laſciar qualche
7'oloſa, e per ſervire d'introduzio », coſa ad indovinare, affine di eſer
me allo ſtudio delle ſcienze fiſico ma ,, citare lo ſpirito de principianti;
tematiche, del Sig. Ab. Martin, del ,, ſenza però opprimerlo ; ſe vuole
la R. accad. delle ſcienze, iſcrizioni », finalmente riſalire ſino alle nozio
e belle lettere, e profeſſore di filoſo , ni primitive, metterſi nelle circo
fia nel Collegio R. di Toloſa. Si trova », ſtanze in cui ſonoſi trovati i pri
a Parigi preſſo La porte . 178 1. in 3. ,, mi inventori, ſpianare le difficoltà
Benchè non ſia mai ſtata così ge s, ch'eſſi hanno laſciate intatte, far
neralmente riconoſciuta l'utilità delle », uſo opportuno dei ſoccorſi che la
matematiche quanto a dì d'oggi, vi », metafiſica può preſtare alla geo
39 metria;
135
,» metrìa; in una parola ſe vuole » traſcendenti , che fanno epoca nelle
,, arricchire la ſcienza di qualche idea ſcienzerità. Egli è ſtato criticato,perchè
, utile e nuova, allora sì che accor era uomo ; ma ſi ſtudia e ſi ammi
s, geraſſi quanto ſia difficile il lavo ra , perchè era grand'uomo . Non
,, ro che ha intrapreſo . , Ora il può dunque ſennonche riuſcire ſom
Sig. Martin che ha così ben ſentita , mamente intereſſante il cronologico,
la difficoltà che vi ha di fare un buon e ragionato catalogo de' ſuoi nume
libro elementare di Matematiche, ha roſi ſcritti , che dà ora al pubblico
avuto anche il merito di ſuperarla . il Sig. Dott. Putney, e tanto più in
Il ſuo libro divideſi in tre parti. La tereſſante e dilettevole, quanto che
prima , conſagrata all'Aritmetica , il Sig. Dott. Putney ha ſaputo con
preſenta tre ſezioni, nelle quali trat dirlo con molti begli aneddoti ſpet
taſi 1. de principi della numerazio tanti alla vita del Plinio del Norte,
ne, e de diverſi metodi di compoſi -. e relativi alla pubblicazione de' ſuoi
zione e riſoluzione ſu i numcri intie ſcritti. Traſcegliamone qualcuno per
ri; 2. dell'algoritmo delle frazioni; modo di faggio, di quei che ci ſem
3. de numeri aſtratti conſiderati re brano meno generalmente noti , ed
lativamente ai loro fattori. Le quat inſieme più degni d'aver luogo nella
tro ſezioni della II. parte , che trat biografia di quell'illuſtre naturaliſta.
ta dell'Algebra, verſano 1. ſulle prin Egli fu deſtinato dall'univerſità di
cipali operazioni di queſta ſcienza ; Upſal nel 1732. per portarſi nelle ar
2. ſulle potenze e radici; 3. ſulle ra tiche regioni a farvi delle ricerche
gioni, proporzioni, progreſſioni, lo intorno alla ſtoria naturale. Già vi ſi
garitmi, e permutazioni ; 4. ſull'ana era portato col medeſimo oggetto per
liſi propriamente detta. La III. par ordine di Carlo XI. il vecchio Rud
te , deſtinata alla Geometrìa , pre beck nel 1695. , ma le carte e le ,
ſenta in quattro ſezioni 1. le proprie oſſervazioni di queſto celebre viag
tà della retta, e del circolo; 2. quel giatore erano divenute preda delle ,
le delle ſuperficie; 3. quelle de ſoli fiamme nel funeſto incendio accaduto
di ; 4. la trigonometria piana . Si in Upſal l' anno 17o2. Linneo adun.
trovano infine, oltre a tutto queſto, que partì ſolo verſo la metà di mag
alcune nozioni elementari ſulle ſezio gio del 1732., e ſenza conoſcere nè
ni coniche , con alcuni principi di la lingua , nè i coſtumi , s'inoltrò
calcolo infiniteſimale. nelle più inoſpite contrade della La
L O N D R A . ponia , s'inerpicò ſulle più ſcoſceſe
A general view of the writings montagne , attraversò in un fragile
of Linnaeus ci c. Proſpetto generale - battelletto i più rovinoſi torrenti, e
degli ſcritti del Cavalier Limneo; del ritornò alla fine del novembre in Up
Sig. Riccardo Putney, dottore in me ſal , dopo di eſſerſi avanzato verſo
dicina, e membro della ſocietà rea il Nort per uno ſpazio di più di 1o.
le. Preſſo Payne 173 1. in 8. gr. di latitudine, e dopo di aver ſof
Il Cavalier Linneo fu uno di que ferto in queſto ſuo viaggio, fatto qua
gli uomini ſtraordinari, e di que”geni ſi tutto a piedi , innumerabili peri
136
coli, le alternative di un freddo e , grand'edifizio , che innalzò in ap
di un caldo ecceſſivo, e ſpeſſo anco preſſo, e che lo reſe immortale. Nel
ra gli orrori della ſete, e della fame. 1736. egli portoſſi in Inghilterra. Me
Per una ſola parte di queſto ſuo viag rita di eſſere riferita la breve lettera
gio egli ebbe la compagnia di due o di raccomandazione che Boerhaave
Laponi, uno de'quali gli ſerviva d'in gli diede per il celebre Hans Sloane,
terprete, e l'altro di guida. Fu un benchè deſſa non foſſe baſtante a pro
oggetto di non piccola ammirazione curagli quell'accoglienza, che ſi me
per Linneo il vedere queſti due La ritava e per ſe ſteſſo, e per riguar
poni, benchè di qualche età, e ca do del raccomandante. Linnoeus qui
richi del ſuo peſante bagaglio, con bas tibi dabit literas eſt unice dignus
ſervarſi ciò nonoſtante ſempre agili e te videre, ci unice dignus a te vi
leſti nelle faticoſe corſe che faceva deri. Qui vos videbit ſimul , videbit
no, mentre egli robuſto, e giovine hominum par cui ſimile via dabit or
com'egli era, ſi ſentiva ſpeſſo affatto bis. Un tale elogio, benchè alquan
sfinito di forze. Per dormire in que” to lambiccato, fu una ſpecie di pre
deſerti, e difenderſi dalle ingiurie o dizione della celebrità che Linneo do
dell'aria, e dalle zanzare , che in veva acquiſtarſi un giorno. Queſta -
tempo di ſtate non ſono mieno mole lettera però, come dicevamo, non pro
ſte nella Laponia che ſotto la zona , duſſe al Linneo quell'accoglienza, ch'
torrida, egli tirava a terra la navi egli avea diritto di aſpettarſi dal let
cella, che portava ſeco per attraver terato Ingleſe a cui era diretta, for
ſare i torrenti, e ſi coricava ſotto di ſe perchè queſti ſeguiva il ſiſtema di
eſſa . Nello ſcendere uno di queſti tor Ray troppo diverſo dal ſiſtema ſeſ
renti, ſi capovoltò il ſuo fragile ba ſuale del naturaliſta del Nort , le di
ſtimento, ed in queſto accidente egli cui nuove nomenclature non erano d'
ſmarrì molti curioſi pezzi di ſtoria , altronde allora riguardate da vecchi
naturale che avea già raccolti , ed naturaliſti che ſotto l'aſpetto d'inu
egli ſteſſo fu quaſi per annegarſi. Tor tili innovazioni . Ecco quanto può
nato in Upſal pubblicò l'anno 1735. baſtare a far conoſcere la giudizioſa,
il primo ſaggio, o primo abbozzo del ed intereſſante maniera colla quale è
ſuo ſyſtema natura, donde appariſce ſcritto queſto proſpetto generale degli
che il gran Linneo avanti l'età di 24. ſcritti del Cavalier Linneo.
anni avea già poſto i fondamenti del
Num. XVIII. 1782. Li 4. Maggio

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. con queſto titolo : Deſcriptio codicum


quorumdam Cufcornm partes Corani
Muſeum Cuficum Borgianum Ve exhibentium in bibliotheca regia Haf.
litris illuſtravit facobusGeorgiusChri vienſi » C5 ex iisdem de ſcriptura »
ſtianus Adler Altonanus. Roma apud Cufica Arabum obſervationes novae :
Antoniam Fulgonium 1782. in 4. praemittitur diſquiſitio generalis de e
Art. l. arte ſcribendi apad Arabes ex ipſis
a -

auctoribus Arabicis, iiſque adhuc ine


Il Sig. Adler di Altona non ſi è ditis ſumpta. Da queſt'opuſcolo è na
accinto al ſuo lungo, ed erudito viag to appunto il terzo, di cui ora ſia
gio di quaſi tutta la culta Europa, mo per render conto. Noi il dobbia
ſenza aver premeſſi i ſaggi i più plau mo inſieme al favore, che l'illuſtre,
ſibili de' ſuoi ſtudi ſpecialmente in . e dotto Prelato Monſig. Stefano Bor
lingue eſotiche, e queſti nella ſua . gia, di cui tante volte noi abbiamo
più florida età , e ſenza averne la parlato con la lode dovuta al ſuo me
ſciati altri in mezzo al ſuo corſo per rito, generoſamente diſpenſa a tutti
maggior teſtimonianza del ſuo profit i letterati sì nazionali, come eſteri,
to, e de lumi acquiſtati ne'vari luo che ſono i ſuoi amici, e i ſuoi con
ghi di ſua dimora, e particolarmen fidenti. Il trovarſi egli poſſeſſore di
te quì in Roma. Sin dall'anno 1779. un inſigne muſeo, di ogni ſorte di
egli avea ſtampato in Amburgo un antichità, che aduna nella ſua dome
erudito opuſcolo così intitolato: fu ſtica abitazione dell'antichiſſima città
daeorum codicis ſacri rite ſcribendi di Velletri, e l'avere accumulata una
leges ad reste aſlimandos codices ma ſerie di varie monete Cufiche, ſcrit
nu ſcriptos antiquos perutiles: le qua te cioè con que caratteri antichi Ara
li furono da lui tratte da un libretto bici, che dopo l'invaſione di Mao
Talmudico intitolato e pon-on, Maſ. metto ſubentrarono alla più antica a
ſechet ſopherim , e queſto da lui me ſcrittura degli Omeriti, e che furo
deſimo tradotto per la prima volta no così denominati da Cufa città del
dall' Ebraico in Latino idioma . In la Caldea lungo l'Eufrate, fece na
appreſſo pubblicò in Altona ſua pa ſcere in lui il penſiero di comunica
tria l'anno 1780. un altro opuſcolo re al Sig. Adler queſte monete me
S deſi
138
deſime, ed altri fimili monumenti , La più antica di queſte monete ap
ſiccome s'acceſe nel Sig. Adler ſteſſo partiene ai Califi degli Ommiadi, ed
il deſiderio di porre il tutto ſotto il è dell'anno 74o. di Criſto ; ſiccome
ſuo eſame , e quindi di illuſtrarlo , un'altra è di tre anni dopo. Più aſ
come fece in breviſſimo tempo. Pri ſai ne ſuccedono , ma poſteriori di
ma d'entrare egli in materia pensò tempo , che appartengono ai Califi
bene premettere alcuni eruditi prole degli Abaſſidi. Vengono in appreſſo
gomeni , per mezzo de'quali viene altre monete ſpettanti alle dinaſtie a
come a teſſere un'iſtoria delle varie degli Ommiadi , e degli Ebaditi ,
zecche degli Arabi, e a dare notizie coniate in Spagna, ſede de Sarace
affatto nuove , e per l'avanti inco ni per lo ſpazio di molti anni. Si fa
gnite , che egli ha raccolte dalle o luogo in ſeguito alle monete delle o
teſtimonianze di vari accreditati ſcrit dinaſtie de'Fatemidi, le quali appa
tori, e dalle oſſervazioni fatte da lui riſcono coniate e in Egitto, e in Si
medeſimo ſugli ſteſſi monumenti, che cilia, luoghi pure occupati per tanto
ha avuto ſott'occhio. Quindi è, che tempo dai Saraceni. Seguono indi le
abbia egli prima indicato ciò, che - monete ſpettanti alle dinaſtie degli
dagli eruditi ſi era ſinora pubblicato Aiubiti , e queſte coniate in Egitto
ſu queſto ramo di letteratura, ed a ſotto il primo Re Saladino, ſotto il
queſta accurata indagine abbia poi ſecondo Re Otmano , e ſotto Abu
fatto ſuccedere la ſtoria delle mone becro il quarto, come pure in Alep
te Cufiche , o ſia l'eſpoſizione della po ſotto i Re Daher, e Naſer. Non
loro origine, dell'antichità , della mancano neppure monete delle dina
varietà nelle leggende, e ne tipi, e ſtie de' Selgiugi, coniate in Irano ,
della loro promulgazione nelle regio o ſia in Perſia ( e di queſta, che è
ni ſettentrionali ; terminando queſti Arabico - Giorgiana parleremo a par
ſuoi dottiſſimi prolegomeni col moſtra te ) , in Damaſco , e in Iconio ,
re l'uſo , e l'eccellenza di queſte º delle quali una è Arabico - Armena,
monete, come quelle , che atte ſo di cui pure faremo particolare men
no a fiſſare vari punti ſtorici, e geo zione. Hanno le loro monete anche
grafici, e a ſpargere buoni lumi an le dinaſtie de' Turcomani Ortocidi ,
che ſulla paleografia, e filologia de coniate ſotto tre diverſi Re in Mer
gli Arabi . Gl'intelligenti di queſti din, e in Amida . Le dinaſtie degli
ſtudi troveranno quì un cumulo di pe: Atabeci compariſcono parimenti col
regrina erudizione , e maggiore di pregio della zecca, giacchè ſi danno
quello , che a noi ſia ora lecito di due monete coniate ſotto due diffe
adombrare. Sbrigato il Sig. Adler da renti Re in Muſul , ed altre pure -
queſte neceſſarie premeſſe diſcende ad coniate in Aleppo in diverſi tempi.
una ordinata recenſione di queſte e Compariſce perfine decorata dell'ono
monete coniate in diverſe zecche di re della zecca la dinaſtia dei Mogol
oriente, e di occidente, ove era in di Perſia, giacchè quì ſi regiſtrano
uſo la lingua, e ſcrittura Arabica . quattro monete ſpettanti al regno del
- Sul
I 39
Sultano Abu Said Bahadur Chan , cennare una medaglia d'argento ſpet
che fu il ſecondo dopo Mahmud, che tante ad un Imperadore di Perſia di
tolſe il primo dalle monete il nome queſto ſecolo, cioè dell'anno 17 i 9.,
dell'Imperatore della Cina, già con la quale è di quelle , che ſoglionſi
quiſtatore della Perſia . Fa indi ſuc gettare al popolo in tempo, che que”
cedere il Sig. Adler la ſpiegazione di principi prendono ſolenne poſſeſſo del
cinque vetri , che hanno epigrafi in loro impero. Ognuno poi da ſe ſteſſo
carattere Cufico , circa i quali reſta argomenterà, che tutte queſte mone
incerto, ſe debbano averſi o per amu te ſono parte d'oro, parte d'argen
leti, o per monete, e perciò nela to , parte di miſture diverſe, e par
ſcia la diſcuſſione agli eruditi. Coro te di rame ; ſiccome ve ne hanno
ma queſta ſerie di monete Cufiche una moltiſſime delle inedite , e ſin ora.
picciola raccolta di ſimili monete co ignote , e inſieme ve ne hanno delle
niate dai Criſtiani in Sicilia, e que meglio conſervate, e meglio lette, e
ſte ſotto i Re Rogero, Guglielmo I., rappreſentate di quelle, che altre vol
e lI., e Tancredi, e coniate puran te aveano veduto la pubblica luce.
che in Toledo di Spagna, ove coll' Si dà poi compimento a queſto elen
invaſione dell'armi Saraceniche paſsò co numiſmatico Cufico con una pic
anche l'idioma de vincitori , che a ciola ſerie di ſigilli Arabici , atti a
divenne perſino vernaculo ai vinti dare una giuſta idea della calligrafia
in guiſa , che daſſe fra i Spagnuoli Arabica, e dei coſtumi della nazio
de' ſcrittori Arabici, e nel ſecolo XI. ne. Fra queſti il più inſigne è quel
una celebre poeteſſa , chiamata Ma lo, che ci preſenta la deſcrizione del
ria Alfaiſuli Sevillenſe , chiamata la corpo di Maometto; mentre gli altri
Saffo Arabica, le di cui opere ſi re tutti ſono od annulari , o deſtinati
giſtrano dal Sig. Michele Caſiri fra i ad aſſicurare , e chiudere le lettere.
mſſ. della biblioteca Eſcurialenſe . Merita quì pure d'eſſere ricordato il
Queſte monete Arabico - Spagnuole e diſegno del tempio della Mecca , o
hanno poi dato motivo al noſtro Sig. ſia della Caba, ove i Maomettani van
Adler di eſtrarre da queſto catalogo no in pellegrinaggio, e ſi rivolgono
de'codici dell'Eſcuriale , e di riferir ad orare ; il quale è tratto da una pa
quivi lo ſquarcio di un opuſcolo d' tera magica , che eſiſte nello ſteſſo
un certo Macrizi ſopra le monete º muſeo Borgiano , e che è piena di
Arabiche de'Maomettani; il qual ſcrit varie leggende, e figure ſuperſtizio
tore appartiene all'anno 8 18. dell' ſe, e vane, fra le quali vi è anche
egira. Noi abbiamo accennate queſte quella della luna creſcente , non già
monete tutte di Cufica leggenda in da eſſi adorata, eſſendo ciò loro vie
un ſol cumolo , benchè ſi trovino tato nel Corano, ma uſata in memo
molte riferite a parte in un ſupple ria della fuga di Maometto dalla
mento. Ma prima di terminare que Mecca, la quale al dire di Scalige
ſto primo eſtratto vogliamo anche ac ro accade corniculante luna . Tutti
- S 2 queſti
14o
queſti monumenti, ed altri, che ri la muſica greca, egli, e non altri,
feriremo in appreſſo, ſono tutti in farà il grand'Apollo, che ſopra le te
ciſi accuratamente in XII. tavole in nebre della muſica del tempo medio
rame. (ſarà continuato. ) - ſparga copioſo lume, e ci dia a co
noſcere da quai principi, e per quai
gradi è nata e creſciuta la muſica -
B O L O G N A . d'oggi giorno, dall'antica molto di
verſa nella coſtituzione de toni , e
nella miſura del tempo. Divide il P.
Storia della muſica. 7'omo terzo. Martini queſto terzo tomo in otto
A ſua altezza reale D. Ferdinando capi. Nel primo , che tratta della
di Borbon Infante di Spagna cº-c. muſica de greci dallo ſtabilimento del
umiliato e dedicato da Fr. Giambati le olimpiadi ſino all'introduzione del
ſta Martini de minori Conventuali la dramatica ci dà chiariſſime idee ,
In Bologna per Lelio della Volpe 178 1. della Melica , oſſia poeſia modulata
in 8. Art. 1. e cantata , e la comprende ſotto cin
que generi 1. cioè poeſia cantata ſen
2a ſtrumenti. 2. poeſia cantata agli
Noi dobbiamo innanzi a tutto ſi ſtrumenti da fiato. 3. agli ſtrumenti,
gnificare allo ſtampatore di queſt'ope da corda. 4. ad ambedue le forte di
ra il Sig. Lelio della Volpe il riſenti detti ſtrumenti. 5. accompagnata da
mento degli eruditi amatori e profeſ gli ſteſſi ſtrumenti, e dal ballo . In
fori di muſica per la lentezza, con ciaſcuno di eſſi generi diſtingue l'Au
cui egli procede nell'appagare il deſi. tore diverſe ſpecie di armonie, o di
derio del pubblico di vedere termi cantilene ; come per le tibie erano
nata la ſtampa di queſta importantiſ la Dorica, la Frigia, la Ionica, la
ſima opera , unica nel ſuo genere ; Sintona, e la Lidia ; per la cetra le
poichè avendo egli , come modeſta proſodie,o peane in onore d'Apollo &c.
mente ſe ne lamenta l'autore nella Nelle orgie o feſte di Bacco s'ado
prefazione, incominciato a ſtampare perava la melica del quarto genere ,
queſto terzo tomo nell'anno 1775., per il qual genere arrivò la delica
e datolo alla luce nel 1781., non , tezza greca a fabbricare tibie , che
v'ha ſperanza , che ponga ei fine chiamarono citariſtiche , talmente »
a rimanenti tomi, ſe alla ſua vita - congegnate, che il ſuono loro s'ac
lo ſteſſo P. Martini non comunica , cordava mirabilmente col ſuono della
una parte della immortalità del ſuo cetra . Trattando del terzo genere »
nome. E queſto defiderio del pubbli riſolve l'Autore la queſtione , ſe la
co è divenuto una vera impazienza lira foſſe , o nò dalla cetra diverſa,
colla lettura di queſto terzo tomo , e fi dichiara per la parte affermativa
poichè ſe in eſſo l'illuſtre Autore e con queſto convincente argomento :
ci fa veder chiaro nel vaſto caos del Al riferire de'poeti, e degli ſtorici
greci,
14 I
greci, eſſendo il corpo della lira un degli accennati virtuoſi, come degli
guſcio di teſtugine acquatica, o ter altri de'poſteriori tempi, l'A. in pic
reſtre, o pure un teſchio di qualche cioli ramini riporta i ritratti, che da
animale, e il corpo della cetra, per sì rimota antichità ha potuto peſca
teſtimonio univerſale, e ſingolarmen re. Il terzo ed il quarto capo tratta
te della ſacra ſcrittura, eſſendo com no della poeſia dramatica, e dell'ori
poſto di legno ; ed inſegnandoci la , gine, e progreſſo della tragedia, e
ſperienza, che qualunque diverſità di della commedia antica , media , e
materia , accompagnata ancora dalla nuova. Chi non è al chiaro della ſto
diverſità della forma, neceſſariamen ria greca, e del guſto di quella na
te produce diverſità di ſuono , con zione maeſtra di tutte le arti , ſti
vien dire ancora, che diverſi eſſendo merà talvolta queſta trattazione fuor
i ſuoni, diverſa parimente foſſe la di propoſito, regolandoſi dalle idee,
lira dalla cetra. Intorno all'origine che della muſica e del teatro ci ſom
del quinto genere, ovvero all'unione miniſtrano i noſtri tempi. Che hanno
del canto col ballo, il lettore vi tro che fare, dirà egli, le commedie del
verà ſcelte notizie per comprendere Goldoni, o la Merope del Maffei coi
la ſtretta conneſſione, che v'era nel componimenti muſicali del Pittoni, o
la muſica greca tra 'l moto miſurato del Pergoleſi ? Ma ſul ſuppoſto inne
della voce, ed i movimenti del bal gabile, che i greci alla maggior per
lo . Il noſtro ballo qualche avanzo fezione portarono e la muſica, e la
di quella conneſſione conſerva con . poeſia dramatica , e che riputarono
alcune delle canzonette popolari ; neſ queſta inſeparabile da quella, la ſe
ſuno però colla muſica vocale arti parazione della noſtra dramatica dal
ficioſamente compoſta per il teatro, la muſica ci dovrebbe inſoſpettire ,
o per la chieſa; ciò che ci fa ſoſpet dell'una, e dell'altra, e far credere
tare, in queſto genere di muſica qual che i difetti ſoſtanziali delle noſtre
che ſoſtanziale vizio annidarſi , il lingue non ci laſciano conoſcere cer
quale l'educazione ci porta a quali ti ſoſtanziali vizi della noſtra muſica,
ficare di virtù. Nel ſecondo capo , e della noſtra dramatica, i quali vi
che tratta de poeti- melici , lirici , zi offenderebbono un orecchio greco,
muſici, che fiorirono nella ſuddetta e ci farebbono tener da quella nazio
epoca, con bell'ordine raduna l'Au ne per più barbari, che non ripu
tore le notizie, che negli antichi ſi tiamo noi i ſelvaggi dell'America .
trovano quà, e là confuſamente diſ Se la noſtra muſica non procedeſſe ,
perſe ſopra l'età, la patria, e le º ſopra vizi eſſenziali, i quali guaſta
virtù degli antichiſſimi poeti muſici no quella unione inſeparabile, che ,
Archiloco, Xanto, Clona, Polinne preſſo a greci aveva la dramatica ,
ſto, Arione, Steſicoro, Alceo , e colla muſica, non ſi ſentirebbe dire
più altri; e ciò che rende queſt'ope tuttora, che i drami del Metaſtaſio
ra aſſai pregevole, ſi è , che così in ful teatro perdono quella forza di
- eſpreſ
142
eſpreſſione, che ognuno, leggendoli per fondamento le ſei parti di che ,
ſemplicemente ſperimenta. Or per ac compone la tragedia Ariſtotele, fa
quiſtare l'idea, che in tanta lonta- - vola cioè, coſtume, locuzione, diſcor
nanza di tempi, e diverſità d'idee, ſo, apparato, e muſica, il tutto rap
e di coſtumi puoſſi avere della con preſentato coll'azione in ſul teatro;
neſſione della dramatica greca colla e ſu queſto ſuppoſto, impropriamen
muſica, legganſi i due accennati ca te , dice il P. Martini, chiamarono
pi del P. Martini, i quali noi vor. alcuni antichi tragedie i componi
remmo riferir per intiero, ſe la ſtret menti fatti prima di Teſpi in lode e
tezza di queſti fogli lo permetteſſe, degli Dei, e delle geſta degli eroi ,
e ſe foſſe biſogno di dare a conoſce i quali componimenti ſi cantavano
re al pubblico l'immenſa erudizione, o dallo ſteſſo poeta, o da cori cogli
ed il buon giudizio del P. Martini - ſtrumenti, ſenza azione però, e ſenz'
Eccone non per tanto un ſaggio. L' apparato . Teſpi fu il primo , che a
origine del drama, determinatamen miſe ſopra un carro un attore , che
te della tragedia, anteriore alla com ſi chiamò ſtrione, intinto di feccia,
media , in tante diverſe opinioni de o di lacca la faccia, il quale, tacen
gli antichi giace involta, che quaſi te il coro, rappreſentava coll'azione
ne diviene un miſtero. Molti greci at la favola ; e quindi ebbe principio
tribuiſcono l'invenzione della Trage la vera tragedia , la quale eſſenzial
dia a Teſpi ; altri a Frinico : Plato mente conſiſte in ciò che Ariſtotele
ne però all'uno ed all'altro nega , chiama viſta, ſotto il qual nome in
queſto onore, e rapporta quella in tende le perſone in atto d'agire co
venzione ad un vecchio coſtume de gli abiti, e coll'apparecchio del pal
gli Atenieſi , ammaeſtrati in quel co , le quali ſono tutte coſe viſibi
genere di poeſia da Omero; così pure li. Frinico ſullo ſteſſo carro fece rap
Plutarco rintraccia in Omero tutte e preſentare l'azione a una donna , e
le forme della tragedia ; e Suida . mutò il metro de' verſi , che erano
tredici tragici annovera anteriori a . eſametri , in jambi . Eſchilo poi in
Teſpi. Ariſtotele, coſtante nel ſiſte vece d'uno ſtrione n'introduſſe due,
ma di contradire al ſuo maeſtro Pla e decorò la tragedia coll'uſo delle
tone, toglie agli Atenieſi quel van veſti lunghe , e ſopraveſti doppie ,
to, e ne fa un dono ai Dorienſi; e colla maſchera, col coturno , e con ,
tra queſti, e più altri pretendenti al molti geſti di ballo, e ſoſtituì al car
la gloria d'inventori della tragedia, ro ambulante il teatro fiſſo, coſtruen
ſi preſentano eziandio Eſchilo, e So done la ſcena , ſotto la di lui dire
focle. Il P. Martini dunque , guida zione, Agatarco. Sofocle finalmente
to dal ſuo buon giudizio, eſce feli diede il compimento e la perfezione
cemente da queſto laberinto , con alla tragedia , aggiungendovi un
cordando tutte le accennate diverſe terzo ſtrione , accreſcendo il coro ,
opinioni in queſto modo. Mette egli ed ornando vie più la ſcena . Da a
tutto
- 143
tutto ciò , conchiude ſaviamente il trovandoſi di aver già raccolte parec
P. Martini, rilevaſi, che ai quattro chie oſſervazioni concernenti un tal
accennati poeti per ogni conto attri problema intrapreſe di ſcioglierlo ,
buir ſi deve la gloria di aver promoſ non tanto per ambizione della coro
ſo, avanzato, e ridotto a molta per na accademica, quanto per l'utilità
fezione il drama , ſingolarmente il che dalle ſue ricerche potea ridonda
tragico. E queſto giudizio del P. Mar re ai ſuoi compatriotti. Il frutto di
tini è conforme all'origine , e pro queſte ſue ricerche è l'opera che ,
greſſo delle opere d'ogni altr'arte , annunciamo, ed il principal riſultato
le quali mercè gli sforzi di diverſi in delle medeſime ſi è che la febbre
gegni da rozzi principi procedono paſ. petecchiale è una malattia ſui gene
ſo paſſo verſo la perfezione . Con , ris , la quale ha la ſua ſede nella .
ſimile accuratezza diſcorre il P. Mar cute. Egli la diſtingue in benigna ,
tini dell'origine e progreſſo della com. e in maligna , oſſervando a queſto
media, e dell'età, vita, e virtù de' propoſito, che queſta febbre ſuol can
più celebri tragici e comici, aggiun giare aſpetto, a tenore delle parti
tivi molti de ritratti loro in rame . colari affinità che incontra ne' paeſi
(ſarà continuato. ) pe' quali ſi ſpande . Egli indica in .
ſeguito con chiarezza , e preciſione
tutti i ſintomi caratteriſtici di ciaſcu
M O D E N A . na ſpecie ; e da alcuni fatti da lui
oſſervati, e ch'egli riferiſce, viene
º
quaſi per neceſſità condotto a con
Storia di una coſtituzione endemi chiudere che le eruzioni , le quali
co - epidemica di febbri petecchiali con accompagnano le febbri petecchiali
alcune rifleſſioni deſtinate ad illuſtra non ſono da riguardarſi come acci
re la teoria , e il metodo curativo dentali; che deſſe ſovente ſi tengon
di queſte malattie; del Sig. Giovan dietro l'una all'altra in pochiſſimo
mi Baraldi di Modena dottore in me tempo ; e che la prontezza con cui
dicina, e medico della città di Cor ſi fanno ſolleva molto i malati , e
regio . Preſſo la ſocietà tipografica e dipende in gran parte dalla buona
178 I. in 8. diſpoſizione della cute . Egli ha of
ſervato parimenti a queſto propoſito
che l'eſpulſione del miaſma viene
La R. Società medica di Parigi pro molto agevolata da una ſopravvegnen
poſe nel 1778. un premio di 3 eo. li te diarrea, e per lo contrario dal ſu
re ſopra il ſeguente queſito: Deter dore impedita, e trattenuta . I pre
minare ſe ſi dia una febbre petecchia cetti finalmente che prelcrive il Sig.
le eſſenziale , diſtinta dalle altre o Baraldi per la cura della febbre pe.
febbri eſantematiche, ed in qual claſ: tecchiale di qualunque ſpecie eſſa ſia,
ſe debba collocarſi ? Il Sig. Baraldi poſſono comodamente ridurſi a tre
punti
144
punti fondamentali, che ſono 1. L'eva dra , tradotti dall'ingleſe dal Sig.
cuazione della materia morboſa ; 2. Ab. AV.... 1781. in 8.
l'uſo abbondante, e non mai inter
rotto di acqua acidulata o con mine Dopo di avere eſpoſti quei ch'egli
rali o con vegetabili, a tenore del chiama i veri principi dell'elettricità,
le circoſtanze; 3. la cura di mante paſſa l'Autore ad accennare i nuovi
nere ſempre aſciutta e freſca la cute fatti , de'quali ha diſcoperta la ve
dei malati, coprendoli leggermente, rità coll'aiuto della ſola teoria , e
e rinnovando ſpeſſo l'aria delle loro che ha poi avuto occaſione di veder
ſtanze. Fra le note onde queſt'opera confermati da un grandiſſimo numero
è arricchita, due ve ne ſono più del di eſperienze . La maggior parte di
le altre intereſſanti, la prima riſguar queſte eſperienze riguardano una ſin
dante una congettura dell'Autore il golare ſcoſſa elettrica , che Milord
quale crede che le convulſioni raffred Mahon diſtingue dalle già note col
dino non ſolo la cute, ma ancora le nome di returning ſtroke, che noi di
viſcere ed il ſangue , e la ſeconda remmo contro - colpo . Egli ſpiega in
relativa ad una peripneumonia bilio qual modo queſto contro - colpo poſ
ſa , la quale terminò in alcuni con ſa aver luogo in virtù di un'eſploſio
eſantemi ſimili a quei della febbre ne elettrica, la quale ſcoppi ad una
petecchiale; fenomeno che fu poi di grandiſſima diſtanza, e come eſſo poſs
nuovo oſſervato in Firenze da due ſa in alcuni caſi arrecar la morte al
dotti medici, i Sig. Torregiani e Du le perſone che vi ſi trovano eſpoſte,
razzini, ai quali queſta ſtoria è de e danneggiare conſiderevolmente gli
dicata, edifizi. Queſta nuova teoria del con
tro - colpo ſomminiſtra all'Autore la
L O N D R A . principal ragione, ond'egli ſi vale,
per dimoſtrare il primario aſſunto di
Principes d'elettricite di c. Principi queſta ſua operetta, cioè che i con
di elettricità contenenti molti teoremi duttori, per riuſcire efficaci allo ſteſ
appoggiati a nuove eſperienze , con ſo tempo e ſicuri, dovrannoſi fare,
un'analiſi de' ſuperiori vantaggi de' più che ſarà poſſibile, alti ed appun
conduttori alti ed appuntati, di Mi tati ,

lord Mahon della ſocietà R. di Lon


Num. XIX. ci 178 2e Li 11. Maggio
º oi

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. e per l'avanti ſconoſciute . Le rela


zioni, che la ſacra congregazione »
Muſeum Cuficum Borgianum Ve de propaganda fide tiene colle parti
ditris illuſtravit facobus Georgius d'oriente, hanno fatto acquiſtare al
Chriſtianus Adler Altonanus. Roma ch. Monſig. Borgia, che è degniſſimo
apud Antonium Fulgonium 1782. in ſegretario della medeſima, oltre l'idoi
4. Art. 11. ed ult. lo ſteſſo, un libretto mſ. Italiano ,
che preſenta varie notizie ſpettanti
Il poſſederſi dall'illuſtre Prelato alla ſtoria de'Druſi, le quali poichè
Monſig. Borgia un idolo orientale di ſono tratte dai loro libri meritano
ottone, ſcritto con caratteri Cufici, tutta la credenza . Su queſte tracce
e per lo più arcani , per ogni ſua pertanto prende il Sig. Adler a parlaº
parte, ed eſprimente un vitello, ha re di queſto popolo, di cui in primo
dato origine ad un nuovo opuſcolo, luogo eſamina l'origine , e l'iſtoria ;
intitolato Monumentum Cafcum Dru indi parla della loro religione , e º
ſorum , il quale va anneſſo all'ante perfine eſpone alcune loro leggi, ed
cedente, ed è lavoro dello ſteſſo Sig. iſtituti . Non attenendoſi pertanto il
Adler. Alla tavola X. e XI. ſi tro noſtro Autorc nè a que”ſcrittori, che
va inciſo in diverſi aſpetti queſto ido donano a queſto popolo troppo alta
lo , il quale per relazione di alcuni origine, nè a quelli, che la ſtabili
Monaci orientali abitanti in Roma ſi ſcono troppo baſſa, e trovando ciò ,
sà appartenere al popolo de' Druſi, che ne dice Macino nella ſua ſtoria
che occupa una parte del monte Li Arabica ( benchè per errore degli
bano. Di queſto popolo è molto oſcu amanuenſi ivi ſi abbia Darari per
ra l' iſtoria, ſiccome arcana è la re Druſi ) eſſere in molta conſonanza »
ligione per il ſommo riguardo, e per con ciò , che contienſi nel lodato li
l'infinita gelosia, con cui in mezzo bretto Borgiano, viene perciò ad af
alla loro riſtrettezza ſi governano . fermare, che i Druſi abbiano avuto
Tutte le coſe pertanto, che ora quì origine da un certo Druſo Perſiano,
ſi producono riſpetto a queſto popo venuto col nome di Hakem in Egitto
lo , ſi poſſono , eccetto poche , ri l'anno io 17., il quale ſi ſpacciò per
guardare come coſe affatto nuove e un Dio diſceſo in terra dopo aver afº
- - -- e T ſunto
146
ſunto l'uman corpo . Laſciò quindi del vitello adorano il loro Dio Hakem,
un codice di leggi da oſſervarſi da . che ſignifica governatore. Il giorno
quelli, che fatti ſi foſſero di lui cul di venerdì è quello della loro ſinaſſi
tori. Succeſſe a queſto Druſo , det al tempio , ove recitano alcuni verſi
to anche da Macino Muhamed , un dai loro libri, e fanno una certa .
certo Hamze, che ſi arrogò il nome picciola merenda. Siccome l'idolo del
di principe, e di ſacerdote de fede vitello ſimbolico non è viſibile , ſe
li, e che ſi enunciò come ſucceſſore non alla caſſe degl'intelligenti , e ,
di Hakem . Per mezzo di alcuni mae perciò neppure può vederlo l'Emir,
ſtri inſorti fra queſto popolo, de'qua che ſi elegge dalla claſſe degl'igno
li i più celebri ſono Carbacras , e , ranti, così molti deſiderano paſſare
Bicar, queſta nuova ſetta fece così da una claſſe all'altra , e ſubiſcono
rapidi progreſſi , che già nell'anno quindi un eſame avanti un loro ſom
495. dell'era de' Turchi ſi contava mo ſacerdote. Queſt'eſame degl'ini
no 16ooo. Druſi nell'Egitto . Ora , ziandi ſi reca quì (pag. 1 16.) dall'
poi queſto popolo è nella ſua maggior accennato libretto Borgiano nel ſuo
copia riſtretto nel monte Keſruan , teſto Arabico con la verſione Lati
che è una parte del monte Libano, na a lato, e con alcune note , dal
e in altre adiacenze; e vien gover quale appariſce, che il nume di que
nato preſentemente, cioè da 17 anni ſto popolo ſi chiama ora Hakem, ora
in quà, da un ſol principe, chiama Hamze , ora Salomone Perſiano , e
to il grande Emir, quando erano pri che ſi reputa il vero Criſto, ſebbene
ma ſino a ſette queſti principi. Que ſtaſſe egli naſcoſto fra i diſcepoli di
ſto nuovo principe ha anche a ſe ſog Criſto Nazareno per certi ſuoi fini ,
getti dei Criſtiani, e paga un annuo come que miſeri vanno follemente »
tributo al ſultano di Conſtantinopo immaginandoſi . Segue il ſimbolo di
li, come nota anche il celebre Sig. fede, che deve recitare l'iniziando,
Giovanni Mariti ne' ſuoi viaggi per e la formola dell'iniziazione: il tut
l'iſola di Cipro, e per la Soria, e to in Arabo , e in Latino - Reſta a
Paleſtina. Diſcendendo poi alla loro dirſi del codice delle loro leggi , il
religione , che occultano agli eſteri quale ( ſecondo l'accennato libretto
con grandiſſima geloſia, ora per mez Borgiano) è compoſto di due volumi,
zo del noto libretto Borgiano ſi ſco de quali uno ſi ſpaccia dettato da .
pre, che queſti Druſi ſi dividono in Hamze per bocca di Hakem , e che
due claſſi, l'una degl'ignoranti, l'al ſi conſerva, e ſi legge ſolamente dal
tra degl'intelligenti; ed è ben mani capo degl'iniziati ; l'altro è diviſo
feſto, che i primi non ſono, che ma in due parti , delle quali la prima -
teriali oſſervatori di una certa legge, contiene il libro de'documenti , e ,
ed i ſecondi ſono partecipi degli arca degli arcani della religione Druſa ,
ni della religione. Hanno coſtoro i e la ſeconda una lettera, che ſi di
loro templi, adorano un idolo eſpri ce ſcritta all'Imperatore Coſtantino.
mente un vitello, e ſotto il ſimbolo A reſtringere in breve i principali iſti
tuti 3
i 1,
titi, co' quali coſtoro vivono, prin il Sig. Adler fare un alfabeto di queſti
cipal ſiſtema di queſto popolo è il caratteri, cavato dalle monete ſteſſe,
filenzio, ond'è , che eſſi ſi fingono paragonandolo indi con quello, che
Criſtiani coi Criſtiani , Maomettani ſi ha ne' libri mſſ., e notando tutte
coi Maomettani ; hanno apparente le tratte particolari , che poſſono in
mente una ſola moglie , ma poi ſi durre varietà, e le ſteſſe note nume
permettono concubine eſtere, ed ogni rali , che hanno dato origine alle º
ſorte di libidine, purchè tutto ſi fac noſtre uſuali. Tutta queſta fatica poi
cia di ſopiatto. Ignorando il popolo viene eſpoſta in un colpo d'occhio
il ſiſtema religioſo, che è il più aſ alla 1. tavola delle XII., che orna
ſurdo, ed il più ridicolo di tutti, e no queſto elegante libro , come di
che noi abbiamo pena di riferire, vi cemmo. Ora ci rimane a dir qualche
ve per conſeguenza ognuno , come coſa di due particolari monete, che
più gli pare, e piace. Premeſſe tut promettemmo di eſporre ſeparatamen
te queſte coſe, paſſa il noſtro Auto te dalle Cufiche per la loro ſingola
re a parlare dell'idolo di queſta gen rità. La prima di queſte, che è in
te , cioè del vitello , che abbiamo ciſa al num. XXXII. della tav. IV.,
già indicato, il quale ſebbene ſoglia da una parte ha una leggenda Ara
eſſere d'oro, o d'argento , pure a bica , dall'altra poi un'altra Iberi
queſto, come ſi diſſe, è di ottone, ca, o ſia Giorgiana. Per eſſere ſcrit
ed è carico di leggende , e di cifre ta la leggenda Giorgiana con i ca
ignote, ſparſe per ogni parte del cor ratteri letterali introdotti ſino dalla .
po vitulino. Dichiara ingenuamente metà del ſecolo V., e non coi fami.
il noſtro Autore d'ignorare il ſigni gliari, chiamati Kedvuli, è manife
ficato di queſte ſigle Arabiche, nelle ſto , che queſta moneta è anteriore
quali appunto deve conſiſtere l'arca all'anno 1312., in cui furono intro
no religioſo , e delle quali molto ſi dotti queſti ſecondi per uſo del calen
compiacciono gli Arabi. Oſſerva pe . dario nazionale. Reca quindi il Sig.
rò, come vi hanno in queſte leggen Adler la leggenda Giorgiana colla ſua
de e lettere comuni, e cifre, e que interpretazione, data da un Monaco
ſte così inſieme alternate , e miſte Giorgiano, dimorante ora in Roma,
da non potere combinare verun voca chiamato il P. Stefano Avutandil, e
bolo Arabico. Poichè molte di que appunto queſta , che è analoga all'
ſte lettere ſono pure di forma Cufica, Arabica, benchè difficile a leggerſi,
queſto ſingolar monumento è ſtato per ci dà il nome Georgii Regis, 7’ama
ciò giudizioſamente aſſociato a tutta rae filii, totius Cartlidis, c Kake
queſta infigne ſerie di monete Cufi tis domini, che ſembra non eſſer al
che ; e ſe il monumento ſteſſo non , tro, che il Re de'Selgiuci d'Iconio,
ha potuto ricevere illuſtrazione per detto Cai - cobad, che vivea nel ſe
la ſua intricata ſcrittura, molto lume colo XIII., e ſegnatamente tra l'an
però ha ricevuta per queſto lavoro no i 2 19. e 1236. Queſta moneta per
la ſcrittura Cufica , avendo potuto tanto ci comprova, che in quel tem
T 2 po »
a 48
po, come al preſente, erano inſieme dà il Sig. Adler la ſpiegazione anche
unite le due provincie della Giorgia, di queſti. Pregevole, per parlare di
“Cartli, e Kaketi. La ſeconda mone , queſta ſola, è la corniola, che orna
“ta, che ci reſta a riferire , è inciſa il fronteſpizio, e che rappreſenta la
al num. XXXIII. della medeſima , Vergine col bambino Gesù, ſotto la
tavola IV. , la quale è di argento, quale, benchè ſembri inciſa in Per
e che era ſtata per l'avanti pubbli ſia , ſi legge in lettere Arabiche il
cata dal du Cange, ma poco accu motto: Adoro te Maria, oppure ſo
ratamente, riputando egli perſino Go ſtituendo altri punti vocali: Ancilla
tici quei caratteri, i quali ſono ma - tua Maria. Queſta in ſomma è un'
nifeſtamente Armeni. Due leggende opera tutta nuova, la quale per con
preſenta queſta moneta parimenti , tenere tanti monumenti, e lumi pe
una Arabica , e queſta ridotta nell' regrini, e per eſſere un compleſſo non
idioma Latino è la ſeguente : Ma meno di ſomma erudizione , che di
gnus Sultanus ſplendor mundi , cº ſomma modeſtia, fa onore ugualmen
religionis, Cai - Choſru , filias Cai te al dotto Sig. Adler, che l'ha com
cobadi, e nel margine ſi legge l'equi poſta , che al ch. Monſig. Borgia ,
valente di queſt'altra : Cuſus Sis 637., che l'ha promoſſa, e l'ha pubblicata -
eſſendo già Sis la reſidenza de Re a
dell'Armenia minore, e l'anno 637. B O L O G N A .
equivalendo all'anno dell'era volga
re 1244. L'iſcrizione Armena poi tra Storia della muſica. 7'omo terzo.
dotta pure in Latino ci preſenta quan A ſua altezza reale D. Ferdinando
to ſegue : Hetom Rex Armenorum. di Borbon Infante di Spagna cº-c.
Quindi è manifeſto, che l'Armenia tumiliato e dedicato da Fr. Giambati
andava di quel tempo ſoggetta al Re ſta Martini de minori Conventuali
de' Selgiuci d'Iconio, e che il Re In Bologna per Lelio della Volpe 178 -
Armeno Haitone , come i noſtri pro in 8. Art. II. ed ult. -

nunciano , benemerito delle ſante e


ſcritture , delle quali collazionò la Il capo quinto tratta della muſi
verſione Armena colla Latina, fu in ea, colla quale venivano accompagna
ſtallato nel trono dal ſuddetto Re de' ti da'Greci i drammi tanto tragici, che
Selgiuci, nella quale occaſione fu co comici. Teſpi, primo iſtrione greco,
niata queſta moneta. Queſta è tanto rappreſentava, e cantava i propri dram
più pregevole , quanto che è noto mi, e fi accompagnava colla cetra -
mancare gli Armeni di moneta pro Poi i poeti, parte per mancanza di
pria, e valerſi della Perſiana. Poi buona voce, parte per non poter eſer
chè il fronteſpizio di queſt'opera, ed citarſi nel canto quanto abbiſognava
alcuni finali ſono ornati di alcuni mo il meſtiere di iſtrione, ſtipendiarono
numenti Arabici conſiſtenti in mone cantori e ſuonatori , che rappreſen
te, e gemme dello ſteſſo muſeo Bor. taſſero i drammi loro, e ſuonaſſero, e
giano , perciò in fine dell'opera ci cantafſcro la loro muſica. Poi anco
- - Id ,
- - - 149
ra, moltiplicandoſi i modi, e gli ar deſtra mano. Il Lidio era il più acu
tifizi muſicali coll'apparato e luſſo to , e ſi accompagnava con due ti
del teatro , pur la muſica per i dram bie ſiniſtre , ovvero ſuonate colla ,
mi venne compoſta da compoſitori, o mano ſiniſtra. Il Frigio era medio tra
maeſtri di ſola muſica , e così le º quei due eſtremi, e ſi accompagna
quattro profeſſioni di poeta, compo va con una tibia ſiniſtra, e con un'
ſitore di muſica , cantore , e ſuona altra deſtra : onde par doverſi con
tore, le quali in principio ſi riuniva chiudere, che le tibie deſtre rende
no in una fola perſona, andarono a vano i ſuoni più gravi, e le finiſtre
ſepararſi l'una dall'altra . Per dare più acuti: e le une e le altre acco
una idea chiara della muſica dramma modate al ſuono della cetra ſi chia
tica , il P. Martini divide con Diome marono citariſtrie. Quindi prende pie
de il dramma in tre membri , diver de il P. Martini a ſpiegare i quindici
bio cioè , monodio , e coro . Il di modi della muſica greca colle riſpet
verbio, che noi diremmo colloquio, tive loro proprietà riſguardanti così
fu introdotto da Eſchilo, poichè pri l'eſpreſſione, come la natura de'ſuo
ma di lui, come s'è detto di ſopra, ni : e dichiarate le mutazioni , cui
un ſolo iſtrione, alternando col coro, ſoggiacque il coro, tanto nel nume
recitava tutto il dramma. Sul diverbio ro, quanto nella qualità delle perſo
v'ha la difficoltà ſe gl'interlocutori ne , e la maniera, con cui eſſo coro
lo cantavano, o ſemplicemente lo re ſi preſentava ſul palco, e s'intralcia
citavano. Il P.Martini , non trovanº va col canto degl'iſtrioni, ci dà per
do negli antichi teſtimoni ſufficienti compimento di queſto capo la deſcri.
a riſolvere la queſtione , la laſcia . zione , colla pianta architettonica,
indeciſa ; benchè in favor del canto. del teatro greco, e del romano; e ,
ſembra inclinare ; ciò che, atteſa la de tre ordini di celle, o buche ſca
maniera, con cui gli antichi parlano vate ſotto ai ſedili degli ſpettatori
del dramma, come di coſa inſeparabi coi vaſi di rimbombo collocati in eſ.
le dalla muſica, pur ſembra a noi più ſe buche ed accordati , nell'infimo
veriſimile; e talvolta non lo dicono ordine de ſedili , ſecondo il ſiſtema
eſpreſſamente, perchè lo ſuppongono enarmonico; nel ſupremo , fecondo
coſa eſſenziale al dramma. Il monodio il diatonico; e nel medio , ſecondo
o locuzione d'un ſolo iſtrione non v' il cromatico. Talvolta il P. Martini,
ha dubbio che ſi cantava, e queſto per non contravvenire alle leggi di pu
ancora ſembra di provare, che ſi can ro ſtorico, non ci manifeſta, come
tava il diverbio. Il canto del mono ci ſarebbe ſtato a caro, il ſuo ſenti
dio variava di modo ſecondo l'eſpreſ mento intorno all'utilità, o inutili
ſione della parola, ed i modi fonda tà di quei vaſi. Che i vaſi, e le ,
mentali erano il Dorio , il Frigio, buche ancora conduceſſero col rim.
ed il Lidio. Il Dorio era il più gra bombo a portare le voci più chiare
ve, e ſi accompagnava con due ti alle orecchie degli ſpettatori, non è
bie deſtre, vale a dire ſuonate colla da dubitarſi ; ma quella accordatura
- de?
15 o
de'vaſi ſecondo i ſiſtemi armonici ſem chenò, nondimeno, per quel ſuo in
bra a noi una di quelle tante inutili nato candore , non dilegua punto i
ſottigliezze, a che in ogni altra ma fondamenti dell'altra ſcuola ; anzi vi
teria portò i greci l'ingegno loro ſo ſi vede aver la ſcuola Pitagorica ,
verchiamente acuto : e lo ſteſſo Vitru riportato il trionfo ſopra l'Ariſtoſſe
vio , da cui abbiamo quella deſcri nica per opera de filoſofi della ſcuola
zione, ce ne ſomminiſtra la prova. Aleſſandrina, i quali per deificare a
Ei dice, che ne'teatri di Roma ſi tra Pitagora, e canonizzare le ſue opie
laſciarono d'aprire quelle buche , e nioni , appeſtarono tutte le ſcienze
di collocarvi quei vaſi , perciocchè di ragioni numeriche, e d'idee aſtratº
eſſendo ſtati fabbricati di legno, dal te, e così ſottili, che ſvaniſcono :
legno ne veniva il rimbombo , che arrivando in fatto di muſica , come
nel teatro greco, coſtrutto di marmo, narra Porfirio, uno de principali im
producevano quei vaſi : ora i legni broglioni di quella ſcuola, a ſtabili
del teatro romano non erano certa re come aforiſmo , doverſi rigettare
mente accordati ſecondo i ſiſtemi ar il giudizio del ſenſo in confronto del
monici; dunque pur le buche, ed i la ragione, e per ragione intende a
vaſi del teatro greco avrebbono pro la ragione numerica, quaſi che ragio
dotto il bramato rimbombo ſenza quel nar non ſi poſſa che ſopra i numeri ;
la accordatura. Intereſſantiſſimo è per coſicchè una melodia, un accordo ,
i dilettanti della teorica muſicale il quantunque non aggradi all'orecchio,
capo ſeſto , che tratta degli uomini deeſi ſoſtener per buono ed armoni
illuſtri greci, che maeſtri furono nel co, purchè proceda dalle ragioni nu
la muſica si teorica, che pratica. In meriche Pitagoriche; al qual aforiſmo
eſſo il P. Martini, incominciando da puoſſi debitamente dare il titolo di
Pitagora, con eſattezza maeſtrevole aforiſmo eſterminatore della muſica ,
narra, e calcola i vari ſiſtemi di ra Al contrario dalla ſteſſa ſpiegazione
gioni numeriche attribuiti dai greci del P. Martini ſi ſcorge, che ſe la .
al tetracordo , da chi uno , da chi ſcuola Ariſtoſſenica, in vece di ap
un altro; ed eſpone le diverſe ſette pellarſi al ſenſo in generale, la qual
di muſici quindi inſorte; in partico. eſpreſſione ſi può prendere in ſenſo
lare le due più famoſe, la Pitagorica falſiſſimo, aveſſe poſto per fondamen
cioè , e l'Ariſtoſſenica: la Pitagori to della muſica uno ſperimento uni
ca , che ſino a dì noſtri è prevalu verſale, ed invariabile, e da queſto
ta, la quale ogni accordo, ogni ar ſperimento dedotti, coll' uſo della ,
monia , ogni fatto di muſica ricava ragione, cioè della facoltà di ragio
dalle ragioni numeriche ; l'Ariſtoſſe nare, oſſia della buona logica , gli
nica, affogata quaſi in culla, che - accordi, e le armonie, tal maniera
rigettava quelle ragioni, e poneva - di trattare la teorica della muſica ſa
per ragione d'ogni armonia il ſenſo: rebbe ſtata del tutto ſimile alla ma
Il P. Martini, avvegnachè ſi moſtri niera, con cui ſi trattano oggigiorno
della ſcuola Pitagorica ſeguace anzi le ſcienze fiſiche , e le arti d'inge
gno :
I5 E
gno : e ſiccome , mercè queſto me ce più ſoave, ſoſtenuta, diſteſa ugual
todo la maggior parte delle arti e mente, e d'una ſteſſa forza dal prin
delle ſcienze ſi ſono ripurgate dalle cipio ſino al fine , rinforzandola a .
inutili ſpeculazioni della ſcuola Aleſ poco a poco, diminuendola quaſi in
ſandrina, così pur è da ſperare, che ſenſibilmente, e paſſando da una no
coll'andar del tempo la ſcuola Ari ta all'altra con delicatezza, ſul qual
ſtoſſenica venga a trionfare ſopra la propoſito, a confuſione de noſtri mu
Pitagorica. I capi ſettimo, ed otta ſici ſtritolatori di note, vogliam ripor
vo, contengono la ſtoria de'celebri tare ciò che in fine di queſta diſſer
muſici, e degli ſcrittori di queſt'ar tazione dice il P. Martini avergli rac
te, che fiorirono fino alla decadenza contato il celebre muſico Antonio
della ſcuola Aleſſandrina , la lettura Bernacchi . Queſti portatoſi in To
de quali capi non poſſiamo fare a me ſcana al monaſtero dei Religioſi della
no di raccomandare per la chiarezza Trappa , giunſe alla loro chieſa np
e buona ſcelta di notizie , con cui punto ſull'ora di terza, in tempo che
il P. Martini ci rende famigliari i fat ſalmeggiando lodavano Iddio . Reſtà
ti, e le vite di tanti uomini celebri ſorpreſo il Bernacchi nel ſentire un'
della più remota antichità . Chiude tunione di quelle voci sì giuſta, che
l'illuſtre Autore il tomo con una diſ ſembravano una ſola voce, ammirò la
ſertazione piena di buon ſenſo ſopra loro eſattezza nel proferire ogni ſilla
gli effetti prodigioſi prodotti dalla e ba, nello ſpianare, eſtendere, e ſo
muſica degli antichi greci . Non i ſtenere la voce , talche gli ſembra
ſchiera il P. Martini quella ſerie di romo, anzichè uomini , angioli occu
miracoli muſicali, la più parte favo pati a lodare Dio. Diſſe allora fra
loſi, de'quali ſuolſi inorpellare l'elo ſe il Bernacchi: Ah quanto io mi ſo
gio della muſica greca ; ſolamente o no di me ſteſſo fin quì luſingato ! Io
ſuppone in generale, aver avuta quel mi credeva, dopo una eſatta, e lun
la muſica, più aſſai della noſtra, poſ. ga applicazione all'arte del canto ,
ſanza a muovere gli effetti ; e di que dopo il finiſſimo magiſtero di un Pi
ſta poſſanza rende per cagioni effica ſtocchi, dopo di avere diligentemente
ciſſime la ſemplicità delle armonìe; fludiato ſu quelle parti tutte, che ,
la gran varietà di piedi poetici, da' rendono più perfetto il canto , e de'
quali prendeva il canto andamento, a ſuoi più preciſi e ſingolari ornamenti,
ciaſcun de'quali andamenti o piedi eſſendo ſtato ancora dalla natura do
corriſpondeva qualche movimento tato d'una favorevole voce , io mi
dell'animo ; la ſcrupoloſa ſcelta di credeva di potere ſenza timore di com
lettere , di ſillabe e di parole acco petenza eſercitare la mia profeſſione:
modate al ſentimento, la quale ſcel ora però eſco impenſatamente d'in
ta non lice fare a noi a cagione del ganno, dovendo pur confeſſare, che
la rozzezza delle noſtre lingue, e , la eſattiſſima ſalmodia di queſti re
loro proſodie ; ſopra tutto la buona ligioſi ſeco porta tai pregi e qualità,
maniera di cantare, rendendo la vo per cui il loro canto ſi rende al mio
ſupe
i 52
ſuperiore. E noi invece di congra gato, de' particolari e terribili effeta
tularci col noſtro chiariſſimo Autore ti de reumatiſmi delle Indie , dello
per le ſue glorioſe fatiche compian ſcorbuto, delle malattie veneree, ed
geremo la muſica, la quale ſcoſſo fi infine delle malattie chirurgiche ,
malmente il ſoave giogo degli am che hanno più ſpeſſo luogo ne'climi
maeſtramenti dei Bernacchi , e dei caldi , e nelle lunghe navigazioni -
Martini, corre al precipizio in balia Finalmente per concluſione dell'opera
allo ſregolato capriccio di cantanti, ſi ſtabiliſcono dal noſtro Autore le a
e di compoſitori ſenza ſtudio, e ſen quattro ſeguenti propoſizioni. 1. Che
za dottrina. poche ſono le malattie del mare. 2.
Che gl'Italiani, per eſſer già accoſtu
L I V O R N O . mati ad un grado maggiore di caldo
degli Oltramontani, ſono più atti alla
Oſſervazioni intorno alle malattie navigazione ne' climi caldi. 3. Che
che attaccano gli Europei nei climi gl'Italiani eſſendo men diſpoſti alla ,
caldi, e nelle lunghe navigazioni, di nera malinconia, ſono più capaci a
A/iccola Fontana Cremoneſe nel ſuo reſiſtere ne' viaggi di lungo corſo .
viaggio all'Indie orientali dall'anno 4. Che non eſſendo troppo carnivo
1776. al 1781. Livorno 1782. in 8. ri, ed eſſendo amici della pulitezza
del corpo, men facilmente incontra
L'Autore indica primieramente » no lo ſcorbuto ed altri mali , che a
nella ſua prefazione gli effetti più ge l'immondezza e l'intemperanza rende
nerali prodotti dal ſoverchio calore ſpeſſo contagioſi ſulle navi provenien
in quei che non vi ſono avvezzi , ti dal Nord . Le quali propoſizioni
ſeguendo in ciò le tracce e gl'inſe potè egli probabilmente con ſicurezza
namenti de due celebri medici In ſtabilire nel ſuo viaggio all'Indie a
gleſi Lind e Clark , i quali hanno Orientali di quaſi cinque anni a bor
più di tutti gli altri eccellentemente do la nave imperiale Giuſeppe e 7’e
parlato delle malattie che infeſtano reſa equipaggiata di 155 perſone la
gli Europei ne'climi caldi, e ſpecial maggior parte italiani. Queſto libro
mente ne'lunghi viaggi di mare. Quin è ſcritto con molta chiarezza di ſti
di dopo di alcune tavole meteorolo le, e con pulita fraſe italiana; pre
giche de' giorni , ne'quali egli ha . rogative le quali ſi fanno ſpeſſo deſi
fatto le ſue oſſervazioni , paſſa in derare ne'noſtri ſcrittori chirurgici ,
otto capi a parlare ſucceſſivamente » anche Toſcani , ne' quali ſperiamo
delle febbri remittenti o continue , dovrà ſuſcitare un gentil roſſore il
della diſſenteria, della cholera, dell' lodevole eſempio del Sig. Fontana, ed
epatidide e di altre malattie del fe animarne una nobile emulazione.
Num. XX. 1782. Li 18. Maggio

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

3R O M A. alcuni di religione , ſono ſtati facil.


mente preſi per Atei non pure da'
Saggio di ſtoria Americana , o ſia meno accorti viaggiatori, ma ezian
ſtoria naturale, civile, e ſacra de' dio da alcuni miſſionari. La ſola im
vegni e delle provincie Spagnuole di perizia però delle lingue dell'Orinoco
terra - ferma nell'America meridiona potè farli cadere in tale errore, aven
le, deſcritta dall'Abate Filippo Sal do coſtantemente trovato il Sig. Ab.
vatore Gilij, e conſecrata alla ſan Gilij , che le voci ineluttabili della
tità di AV S. PAPA PIO VI. felice natura han forzato le nazioni Orino
mente regnante. 7'omo III. della re cheſi, ſiccome tutti i popoli, anchc
ligione e delle lingue degli Orinoche i più barbari dell'univerſo, a rico
ſi, e di altri Americani. Per Luigi noſcere un eſſer ſupremo, ſenon con
Ferego erede Salvioni ſtampator Va atti morali, almeno intellettualmen
ticano nella Sapienza . 1782. in 8. te. Le nazioni Orinocheſi o ſono Ca
Art. L ribi e ſimili ad eſſi, e conoſcono Ama
livaca ( così chiamaſi in loro lin
Ecco felicemente giunta al ſuo ter gua l'eſſer ſupremo ) o ſono Mai
zo, ed ultimo volume queſta bella , puri, e di linguaggio ſimile al loro,
ed intereſſante ſtoria dell'Orinoco, e danno all'eſſer ſupremo il nome di
di cui con ſommo piacer noſtro , e Purrunaminari , che il noſtro Sig.
ſperiamo anche de'noſtri lettori, ab Ab. Gilij volentieri interpreterebbe e
biamo già riferiti i due volumi pre il padrone del tutto. Ma a diſpetto
cedenti. In queſto che ora annuncia de” noſtri moderni filoſofanti non ſo
mo, ſiccome ſi vede dal titolo, par lo non vi ſono Atei nell'Orinoco, ma
laſi della religione e delle lingue de neppure materialiſti . I 'amanachi
gli Orinocheſi, e di altri Americani. chiaman l'anima mande , e quande
Cominciamo dalla religione , e pri un muore dicono uanangaccè, cioè
mieramente dalla religione antica de a dire, è reſtato ſenz'anima ; oppu
gli Orinocheſi, che forma l'oggetto re inan tuteccè , che ſignifica l'ani
del 1. libro. Non avendo gli Orino ma di lui è partita; tanto è loro in
che ſi nè tempi, nè ſagrifizi, nè riti mente radicato, che queſta porzione
dell'
154
dell'uomo non muore. Lo ſteſſo vuol &c. Queſti medeſimi Indiani penſano
dirſi di tutti gli altri Orinocheſi. Non ſull'origine dell'uomo in un modo
conoſcono meno il demonio, e tenen cotanto ſimile al noſtro, che non può
dolo per uno ſpirito infeſto, lo temo dirſi di più. Avendo loro parlato un
no ſommamente. Ha notato anzi più giorno il noſtro Autore ſull'eſiſtenza
volte il noſtro Sig. Ab. Gilij , che i di Dio, e ſulla creazione, propagazio
Tamanachi i quali lo chiamano jo ne e diſperſione dell'uomo, nel ritor
lochiamo, ed altri Orinocheſi gli at. narſene a caſa udì che il fratello di
tribuiſcono ingegno e ſuperbia, ſic un regolo diceva ad un altro Tama
come noi; coſicchè dicono ſpeſſo che naco : Hai tu ſentito coſa ha detto
parla come il demonio qualcuno, il di il miſſionario ? Così nè più nè meno
cui parlare ſia ſpiritoſo ed acuto, o parlavano i noſtri vecchi . Rimaſe e
qualcuno che vanamente ad altri ſi ſorpreſo ad una tale propoſizione il
preferiſca. Non meno di queſta tra Sig. Ab. Gilij, e rivoltoſi a quel Ta
dizionale cognizione ricevuta da co manaco , ed invitandolo a parlare ,
muni protoparenti trovaſi ſparſa fra da efſo unitamente al regolo ſuo fra
gli Orinocheſi la notizia di un dilu tello gli fu riſpoſto così i 7 evinitpa
vio univerſale. Tutti lo conoſcono, nò mucurà ti temgiarè itòto & c. cioè, ,
e non giunge lor nuovo , quando la ,, diceſi che tutti ſiam figli di uno,
prima volta lo ſentono mentovare da' ,, e che venghiamo tutti, comecchè
miſſionari; e queſto è ſi vero che nel , di colore diverſo, da un uomo ſo
le grandi e dirotte piogge i Tama , lo che ci precedette . Il ſole co
machi ſtanno tutti mutoli nelle loro , cente, le fatiche, e la penoſa vi
capanne , temendo che torni di bel », ta che noi meniamo , ci rendono
nuovo ai loro giorni . I 7’amanachi ,, foſchi ; fummo già bianchi. Da ,
medeſimi dicono Apòtonomò uoccil-ja , principio la gente ſtette tutta in
ve nono nuomàine tuna - guacà tem , un luogo ; dipoi eſſendo troppo
giare; cioè ne'tempi antichi de'noſtri , creſciuta , ſi diſperſe pel mondo
vecchi ſi ſommerſe nell'acqua tutta », &c. , Ma per molto bene che o
la terra. Non vi rimaſero , dicon , della creazione dell' uomo parlino i
eſſi, ſe non due ſole perſone , un 7’amanachi e gli altri a loro ſimili,
maſchio e una femmina; ma non ne i Maipuri ne diſcorono anche meglio
raccontano i nomi . Domandati dal e più diſtintamente. Fra queſti un
Sig. Ab. Gilij in tempo, che accadde certo regolo Caravana, il quale non
il diluvio , ove ſteſſero i Tamana ſapea punto nè poco la Spagnuolo ,
chi? In quel tempo i noſtri vecchj, onde poterſi ſoſpettare che ſentito pri
replicaron eſſi, dimoravano nelle ter ma l'aveſſe da qualche criſtiano : Pur
re vicine al fiume Cuccivero, e le a rùnaminari , diſſe al Sig. Ab. Gilij,
due perſone ſalvateſi dall'innondazio formò l' uomo. Non ſeppe però dir
ne reſtarono in un monte detto Ta gliene il nome. Fece dipoi , ſeguitò
manacu, il quale trovaſi alle ſue rive a dire, la donna. Queſto non è gran
fatto ;
155
fatto; molt'Indiani il ſanno egualmen origine ; e prerogative di Macerata,
te . Ma è mirabile ciò che ſiegue . e da altri intorno all' univerſità del
Dormendo l'uomo Purrànaminari gli la medeſima. Per Pompeo Campana,
reciſe una coſtola, e ne formò la don Stampator Veſcov., e pubblico 178 1:
na. Lo ſvegliò dipoi, e diſegli : pi in 8.
navà tiniochi ( guarda la donna ) .
Vadan ora i Preadamiti , e gl'incre Dopo lunga e riſentita conteſa fra
duli di qualunque altra ſpecie , a i Camerti , e i Macerateſi intorno
cercare per l'America appoggio all' alle origini , e prerogative delle lo
empie loro follie ; e ſeguitino a ſo ro città, eſce in campo a difeſa de'
ſtenere, ſe ne hanno il coraggio, che primi l'opuſcolo che ora veniamo ad
certe verità fondamentali della noſtra annunziare, e che ſi dà come deci
ſanta religione ſieno pregiudizi di ſivo di queſta ormai abbaſtanza eſau
educazione; ma ſpieghino prima co rita materia. In altre ſtampe ſi erano
me ſi poſſano trovare i ſemi di queſte già i Camerineſi ſtudiati di dimoſtra
cognizioni, e dottrine fra tutti i po re , eſſere la loro città quella iſteſſa
poli della terra , ſenza ſupporre un rammentata da Catone preſſo Feſto,
fonte comune, e un medeſimo prin da Tito Livio , Cicerone , Valerio
cipio iſtitutore di tutti . Nel rima Maſſimo , Strabone, Plutarco, Salu
nente di queſto libro ſi deſcrivono dal ſtio , Plinio , ed altri iſtorici , e ,
noſtro Autore i deliri di alcuni Ori ſcrittori delle coſe precedenti alla ,
nocheſi intorno alla creazione dell'uo venuta del Salvatore. Nella preſente
mo unitamente alle loro cagioni , e poi chiamano a rigoroſo eſame alcu
molte giudizioſe ed importanti rifleſ ne qualificazioni da Macerateſi alla .
ſioni ſi aggiungono ſull'antica religio loro patria attribuite , e procuran
ne de'medeſimi Orinocheſi. Noi per do di rilevarne l'inſuſſiſtenza, ſi pro
altro contenti di aver dato un bre pongono di ſtabilire che ſino al ſeco
ve ſaggio di quella , ch'è la parte lo XII. il terreno, dove in oggi ſi
più ſplendida di queſto I. libro, ri vede eretta Macerata , non era che
metteremo i noſtri più curioſi lettori una eſtenſione di campagne con qual
per il rimanente alla lettura del libro che colonico tugurio , appartenenti
ſteſſo. ( ſarà continuato. a una ragguardevole famiglia Came
rineſe. Si accorda bensì che nel det
F U L I G N O. to ſecolo incominciaſſe Macerata a .
paſſare dalla condizione di oſcuro vil
Stato civile delle terre pontificie laggio a quella di un piccolo poggio,
dopo la venuta del Cardinale Alber detto ſucceſſivamente anche caſtello,
nozzi in Italia con alcune oſſervazio e così di mano in mano creſcendo,
ni intorno all'origine dell' univerſità, giungeſſe finalmente nel XIV. ſecolo
in confutazione di ciò ch'è ſtato ſcrit ad ottenere dal Pontefice Giovanni
to dall'autore del Ragionamento dell' XXII. l'onore della erezione in città,
V 2 e ſe
156
e ſede veſcovile ; rigettandoſi però torità le univerſità de ſtudj , dimo
" poetica invenzione, che la me ſtra ſecondo il noſtro Autore non ,
ſima difcenda da Recina ; sì per ſolo una totale imperizia della ſtoria
chè queſta fu diſtrutta molti ſecoli de' baſſi ſecoli, ma eziandio del pro
precedenti alla naſcita di Macerata, prio, e giuſto ſignificato delle paro»
sì ancora perchè tale prerogativa , le; poichè ripugna in termini l'idea
compete unicamente a Recanati, non di univerſità de ſtudi ( che eſtende i
tanto per l'etimologia del nome, che ſuoi privilegi ai regni interi , non .
dimoſtra averlo da Recina ereditato, che a molte città , e popolazioni )
quanto per l' unanime conſentimento con l'idea di un piccolo caſtello (qua
degli ſcrittori. Non diſſimile all'ori le ſi vuole che foſſe di quel tempo
gine della patria ſi vuole che ſia an Macerata ) il quale non oltrepaſſan
che l'epoca del 129o. che vorrebbe do colla giurisdizione i limiti del ſuo
fiſſarſi alla iſtituzione della univerſi piccoliſſimo contado, non poteva per
tà Macerateſe; non avendo queſt'epo confeguenza decorare l'univerſità con
ca altro appoggio, che 24. editti di quelle prerogative, facoltà , e privi
un tal Gulioſo da Montegranaro, nei legi, che eſſa non poſſedeva , ma ,
quali ſi notifica ai paeſi circonvicini, che ciò non oſtante erano qualità ne
ch'egli intendeva inſegnare la facol ceſſarie, ed eſſenziali per coſtituirla.
tà legale in Macerata: e non poten Quanto falſe, ed ideali ſi pretendo
doſi da queſte carte rilevare nè che no eſſere le accennate antichità di
Gulioſo di Monte granaro effettiva origine, altrettanto vera , e reale ſi
mente dettaſſe legge, e molto meno riconoſce la dedizione della città di
che la preteſa univerſità foſſe da ſo Macerata a Camerino in perſona di
vrana autorità iſtituita con privilegi Ridolfo Varani, riſultando da moltiſ
di laureare, e di abilitare a gradua fimi atti pubblici, e documenti, non
zioni, dignità, e giudicature , eſ che dalla teſtimonianza di autorevo
ſenziali attribuiti delle univerſità de' liſſimi iſtorici, non eccettuando nem
ſtudi . In conferma di ciò ſi aggiu meno li più dichiarati a favore di
gne, che nella bolla di Paolo III. , Macerata. Onde aſſai frivolo prete
il quale ſecondo il noſtro Autore o ſto ſembra al noſtro Autore il dire ,
nel ſecolo XVI. la detta univerſità, che i Varani non furono che ſempli
realmente fondò , ſi parla eſpreſſa ci governatori riveſtiti di un dominio
mente di erezione, e non già di rein dipendente , ed ombratile ; giacchè
tegrazione; il che non avrebbero o pretendendoſi ch'eſſi abbiano avuto
meſſo i Macerateſi di procurare che , di Macerata quel dominio ſteſſo, che
ſi ſpecificaſſe, ſe una tale ſuppoſizio avevano di Rimino i Malateſti , di
ne aveſſe avuto il minimo fondamen Ferrara gli Eſtenſi, di Verona i Scali
to. Quindi il dire che prima del ſe geri, di Milano i Viſconti , ed altri
colo XV. li caſtelli della Marca eri ſimili, anzi da certe capitolazioni da
gevano per ſe ſteſſi, e di propria au Macerateſi prodotte riſultando , ſe
condo
- ,
-

- . - - 157
condo che pare al noſtro Autore, non quando venne in Italia il Card. Egi
folo i maggiori diritti di ſovranità eſ. dio, ſebbene Macerata foſſe già dive
fere ſtati ai Varani attribuiti , ma - nuta città ( nuova bensì di una tren
ancora che a Ridolfo fu data quella tina di anni in circa al parere del no
città per ſe, ſuoi figliuoli, e diſcen ſtro Autore ) con tutto ciò egli fu
denti; venivano ad avere eſſi Varani che la premunì di mura caſtellane ,
aſſai più di quanto abbiſognava per ed il preſente palazzo priorale , co
giuſtificazione di que” verſi, d'onde me anche il portico, oltre al preten
il gran contraſto nacque, ch'Elvia, derſi eſſere un fabbricato di maniera
cioè Macerata della Camerte donna rozza, e di niuna particolar conſide
baciar lo ſcettro e'l ſacro fren dovea. razione, non vanta antichità più ri
Oltre i fin quì accennati punti, an mota del ſecolo XVI. , nel fine del
che l'eſiſtenza , ed ampla eſtenſione quale parimenti fu eretta da Siſto V.
delle mura caſtellane di Macerata , la Rota Macerateſe, che in ſoſtanza,
prima della venuta in Italia del Car dice il noſtro Autore, non ha altra
dinal Albernozzi; l' antichità e ma giurisdizione relativamente a Came
gnificenza dei palazzo priorale , e rino di quella , che talora ad alcun
del portico preteſo opera del Braman particolari di eſſa città piace di ſpe
te ; la continua reſidenza in detta , rimentare; al contrario di quella che
città dei rettori della Marca , i giu il preſidato di Camerino (dove per
dici delli prefidati dipendenti da detti molto tempo, e in varie circoſtanze
rettori; e la preſente giurisdizione , hanno riſeduto anche i rettori della
della ſua Rota ſopra di Camerino, for Marca ) ha ſopra i Macerateſi per
mano altrettanti oggetti non indiffe. tanti anni eſercitato, ch'era conti
renti delle Macerateſi ſollecitudini. nua , ed inevitabile. Noi abbiam ri
Ma un fatale deſtino fa sì , che a . portate le principali propoſizioni, che
tutte queſte pretenſioni facciano oſta prendono a ſoſtenerſi in queſto ſcrit
colo inſuperabile in mente del noſtro to, con quella imparzialità, che con
Autore nen ſolo i più autentici do viene al noſtro iſtituto, e che aveva
cumenti , ma le memorie eziandio mo già uſata nel riferire le ultime ,
dai medeſimi iſtorici, e ſcrittori Ma ſtampe Macerateſi ſu di queſto mede
cerateſi a noi tramandate ; rilevan fimo argomento. Senza offendere le
doſi ſecondo lui da queſti documen leggi di queſta imparzialità noi poſt
ti, e da queſte memorie che nel ſe fiamo, e per far giuſtizia al vero,
colo XII. , e XIII. Macerata non era dobbiam dire, di avervi ammirata,
altro , che un compleſſo di piccole la copioſa erudizione dell'Autore, e
caſe, e di umili tuguri ; e che la . la robuſtezza del ſuo ragionare . Ci
comunità non avendo abitazione di ſpiace ſolo che ſi belle doti s'impie
forte alcuna radunava li ſuoi conſi ghino in prolungare un'interminabi
gli, e teneva corte ſotto una tra le diſputa fra due città, egualmente
fauna , ond'è che nel ſecolo XIV. degne di ſtima per i rari pregi di ogni
gene
159
genere , ond'eſſe vanno adorne , e na la generale teoria e pratica de'ma
che vivendo ſotto il medeſimo prin li epidemici , parlandoſi delle cauſe
cipe, ed eſſendo così vicine, non a prediſponenti di queſti mali , de'tem
dovrebbono in verun modo pi dell'anno, ne'quali eſſi fanno la
fraternum rumpere fadus. loro comparſa, de'loro periodi, delle
loro varietà , delle malattie ad eſſi
R I R E N Z E. intercurrenti così dette da Sydenham,
- º perchè quantunque da eſſi diverſe ,
Raccolta di opuſcoli medico - prati pure partecipando della dominante in
ci . Volume V. Alla ſocietà Reale di dole epidemica vogliono eſſere trat
medicina di Parigi. Aſella ſtamperia tate col medeſimo metodo curativo,
di Ranieri del Vivo 178 1. in 12. delle cauſe proſſime, ed infine de'lo
ro preſervativi , e della loro cura.
Ecco la continuazione di una di In ſeguito di queſto diſcorſo prelimi
quelle tre opere periodiche di medi mare ſi parla del piano dell'opera,
cina , che non ha gran tempo han. e di ciò che vi ha dato occaſione .
cominciato a compilarſi in Firenze ſot Il primo impulſo venne da S. A. R.
to la direzione del celebre , e dotto il gran Duca di Toſcana , il quale
medico Sig. Gio. Luigi Targioni, e afllitto oltremmodo e dolente per i
che noi annunciammo in uno de'proſ gravi danni, che recava la regnante
ſimi paſſati fogli della noſtra Antolo infermità tra i più miſerabili de'ſuoi
gìa . Il volume che ora riportiamo amatiſſimi ſudditi, incaricò i medici
non preſenta che un ſolo opuſcolo cioè infermieri del regio ſpedale di S.Ma
la deſcrizione della coſtituzione epi ria Nuova d' informarſi delle malat
demica di Firenze dell'inverno 178o. tìe , che maggiormente dominavano
1781. eſaminata, deſcritta, ed illa in ciaſcuno de'quartieri della città,
ſtrata dai Sigg. Dottori Domenico Gae di fare le neceſſarie oſſervazioni , e
tano Giovannelli, Domenico Battini, ſopra il corſo di dette malattie, e ,
Franceſco 7'orrigiani, Antonio Caſtel ſopra il termine delle medeſime , e
lacci , Medici infermieri del Regio d'iſtituire ancora quelle ſezioni di ca
ſpedale di S. Maria nuova. Si pre daveri, che foſſero credute opportu.
mette a queſta deſcrizione un lungo ne. Queſte oſſervazioni, le quali per
diſcorſo preliminare di circa 1oo. pag. ordine ſupremo venivano giornalmen
ſull'epidemie in genere, nel quale te rimeſſe all' archiatro di S. A. R.
dopo di avere brevemente parlato del Sig. Dott. Gio. Giorgio de Laguſi ,
la neceſſità che vi ha di ſcriverne l'iſto unitamente a quelle che i ſuddetti
rie, e dei progreſſi che ha fatto fra medici infermieri ebbero l'opportuni
i moderni lo ſtudio delle epidemie e tà di fare nello ſpedale di S. Maria
ſull'eſempio, e ſulle tracce del gran nuova , e ad altre che furono ſom
Sydenham, ſi entra toſto in materia, miniſtrate dal celebre Sig. Dott. Gio.
e dottamente, e ſugoſamente ſi accen Luigi Targioni, e da altri dotti medi
C1
159
ci di Firenze , ſono i dovizioſi ma la dovuta applicazione a quella di cui
teriali co' quali ſi è fabbricata la ſto ſi tratta. La natura poi della malat
ria di queſta funeſta epidemia. Que tìa conoſciuta fa ſtrada ai dotti
ſta ſtoria divideſi in ſette capi . Nel Autori a ſpiegare nel capo V. le ra
primo dopo di alcune aſſai opportu gioni del ſuo eſito felice o infelice a
ne notizie meteorologiche, ed una . tenore del vario grado, e della varia
breve idea della ſituazione della città apparenza o combinazione de' ſuoi ſin
di Firenze , preſcindendoſi da ogni tomi; a dimoſtrare nel capo VI. co
raziocinio ed ipoteſi, ed attenendoſi me giovaſſero o recaſſero nocumento
al puro fatto ſtorico, i dotti Autori i rimedi principali, e più in uſo; e
ci danno una general deſcrizione del finalmente a dare nel cap. VII. , ed
la malattia , dei ſuoi ſintomi eſſen ultimo alcuni ſavj precetti riguardan
ziali, e loro aggiunti , della cura ti, la cura profilattica da praticarſi
praticata, delle più eſatte cognizioni per allontanare ſimili mali nell'avve
rilevate dalla iſpezione de cadaveri ; nire. La diligenza, e dottrina degli
e ſi aggiungono in fine per maggior Autori di queſta faticatiſſima opera .
lume de vari gradi, e delle diverſe intrapreſa per ſolo vantaggio dell'
combinazioni della malattìa alcune e umanità non laſcia altro a deſiderare
ſcelte iſtorie di caſi particolari . Si ſennonche , deſſi poſſano trovare -
paſſa in ſeguito nel capo II. coi lu dappertutto, e principalmente nelle o
mi della più ſana fiſica a diſcorrere altre città della noſtra Italia molti
delle cauſe prediſponenti , e delle . imitatori. -

cauſe occaſionali e proſſime della ma


lattia, noverandoſi fra le ſeconde co a . -

me la maggiore , e veramente pro s . L O N D R A .


catartica la variazione inſigne di ca
lore nell'iſteſſo giorno. La natura o -
genio della malattia, che ſi dimoſtra A general ſynopſis of birds & c. De
nel capo l II. eſſere ſtata di carattere ſcrizione generale degli uccelli ; del
inflammatorio, linfatico, e bilioſo , Sig. Giovanni Latham. Preſſo White
conferma vienmaggiormente l'eſiſten 178 I. in 4.
za, e l'azione di quelle cauſe, che
nel capo II. ſi ſono aſſegnate. Sicco
me poi nel popolo ſi era ſparſo il ti Il libro che annunciamo non è
more di un carattere contagioſo in . che la prima parte di un'opera , la
quell'epidemia , così per eſcluderlo quale dovrà eſſer compreſa in tre ,
e prevenirlo nell'avvenire, ſi riuni volumi in 4. L'Autore ha ſeguito il
ſcono nel capo IV. i dati neceſſari per ſiſtema di Linneo ; ma iſtancabile »
iſtabilire nel modo più facile, e ſicu nelle ſue ricerche , egli ci aſſicura ,
ro quando abbia luogo il contagio nel che ſi troveranno nella ſua opera ,
le acute epidemie, facendone quindi quattro volte più uccelli di quei che
ſi no
r6o
ſi noverano nel ſiſtema della natura ſta prima parte comprende gli avol
del Plinio del Nord. Oltre le opere toj, i falchi, ed i gafi. Le deſcrizio
comparſe alla luce dopo quella del ni ſono ſommamente chiare, eſatte e
naturaliſta Svedeſe il noſtro Autore circoſtanziate. Forſe che il timore a
ha potuto ancora conſultare i magni di render l'opera ecceſſivamente di
fici gabinetti di ſtoria naturale fattiſi ſpendioſa ha trattenuto il Sig. Latham
recentemente in Inghilterra, e prin dall'illuſtrare la ſua opera con tutte
cipalmente i due più degli altri cu quelle ſtampe che ſi potranno forſe a
rioſi, e magnifici de' Signori Ashton da lettori deſiderare, e delle quali il
Lever, e Giuſeppe Banks, ad arric deſiderio ſarà tanto più vivo, quan
chire i quali hanno grandemente con to più perfetta è l'eſecuzione di quel
tribuito le ultime navigazioni Ingleſi le poche colorite, che s'incontrano
intrapreſe ne'più incogniti mari. Quee in queſto volume.

e Sebas na4unasenaSenasa asta, Assesta asusagº, Agenas nºnºstaºna nºvesse

Si trovano vendibili preſſo il Sig. Gregorio Settari Gli elementi di Al


gebra della Signora Scarlatti, e la lettera I. ſull'antica città di Aequa del
Sig. Ab. Paraſcandolo, opere tutte due ſtate già colle dovute lodi enunciate ia
queſti nºſtri fogli,
Num. XXi. 1782. Li as. Maggio

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

gliato, ſpiritoſi, docili, e coll'aju


R O M A. to della divina grazia diſpoſti a ſcor
gere, e ſeguire l'evangelica luce. Già
Saggio di ſtoria Americana , o ſia egli ci parlò un'altra volta di que
ſtoria naturale, civile, e ſacra de' ſta loro naturale perſpicacia d'inge
regni e delle provincie Spagnuole di gno, e buona indole: preſentataſene
terra - ferma nell'America meridiona ora di nuovo l'occaſione egli aggiu
le, deſcritta dall'Abate Filippo Sal gne nuovi fatti ai già riferiti , che
vatore Gilij, e conſecrata alla ſan dimoſtrano la loro attitudine per le
tità di M. S. PAPA PIO VI. felice arti meccaniche, il loro guſto per la
mente regnante. 7'omo III. della re muſica, la loro prontezza nell'impa
ligione e delle lingue degli Orinoche rare le lingue, il buon garbo e l'ele
ſi, e di altri Americani. Per Luigi ganza con cui parlano la loro , nel
Perego erede Salvioni ſtampator Va che certamente non ſono da aſſomi
ticano nella Sapienza . 1782. in 8. gliarſi ai noſtri contadini, ſiccome in
Art. II. più coſe gli ha ad eſſi aſſomigliati il
Sig. Ab. Gili nel corſo di queſt'ope
Ognuno ſi figurerà facilmente per ra &c. Entrando dopo di ciò in ma
ſe ſteſſo , ſenza che noi gliel dicia teria incomincia il Sig. Ab. Gilij a .
mo, quanto debba eſſere intereſſan deſcrivere il metodo che ſuol tenerſi
te, e dilettevole il II. libro che ſie da miſſionari nel predicare, e ſparge
gue, allorchè ſaprà che il Sig. Ab. re fra que popoli la noſtra fede. Sic
Gilij prende in eſſo a parlare del pri come egualmente faticoſo, e perico
mario oggetto del ſuo lungo e peno loſo, che poco o nulla profittevole ſa
ſo viaggio, cioè dell'introducimento rebbe il ſiſtema di andare per le ſel
e della propagazione della religione ve, e di capanna in capanna predi
Criſtiana tra gli Orinocheſi. Ingenuo cando il vangelo a que” barbari , ſi
e veridico com'egli è non prende già è perciò ſaviamente preſo il partito
a deprimere que ſelvaggi, affine d'in da que miſſionari di guadagnarſi i
nalzare il merito delle ſue apoſtoliche capi di quegl'Indiani, e d'indurli a
fatiche; ma anzi ce li dipinge d'in traſportarſi inſieme colle loro nazio
telletto ſufficientemente pronto e ſve ni in qualche ſito più comodo ed op
por
162
portuno, e ſoprattutto vicino a qual miſſionario , e della caſa forte per
che fiume, per ivi fondarvi una con alloggiarvi i ſoldati, nelle quali appa
tinua, ed unita popolazione. Con , riſce pur qualche traccia di Europea
queſto coſtume , riflette giudizioſa architettura. Quindi paſſa a parlare
mente il noſtro Autore, di adunare dell'introduzione di quelle coſe che
le vaganti famiglie in un luogo de più poſſono eſſere giovevoli al felice
terminato, allorchè la noſtra Europa avanzamento di una riduzione; cioè
era ancor bambina, e quaſi Indiana, delle ſcuole di leggere, di ſcrivere,
cominciarono a ſorgere le noſtre gran e di muſica ſi vocale che inſtrumen
di città. Non giova adunque queſt' tale , per la quale ſi moſtrano appaſ.
uſo ſoltanto a ſeminare con maggior ſionatiſſimi gli Orinocheſi ; delle arti
profitto tra gl'Indiani la religione , di prima neceſſità; degli animali do
ma ancora ad addeſtrarli alle arti, al meſtici, fra i quali non biſogna di
commercio, in una parola a civiliz menticare il gatto , utiliſſimo a te
zarli, e a render popolato e bello un ner nette le caſe dagl'infiniti inſetti
paeſe, il quale innanzi era ſpavento che ſono in quel paeſe , e ſegnata
ſo covile di fiere. Queſte naſcenti po mente da pipiſtrelli ; ed infine della
polazioni Indiane, formateſi ad inſi coltivazione de campi . Ma ciò che
nuazione de'miſſionari, portano il no più dee contribuire al buon ſucceſſo
me di riduzioni , perchè in eſſe ſi di una nuova riduzione ſi è l'attivi
raccolgono gl'Indiani , affine di ri tà , la capacità , e lo zelo del miſ
durli alla fede. Allorchè queſta è in ſionario a cui eſſa è appoggiata. La
eſſa baſtantemente radicata, le ridu parca , e veramente anacoretica menſa
zioni ſi convertono in cure, o come a cui egli dev'aſpettarſi , e che ci vie
colà le chiamano dottrine, e i miſſio ne graficamente deſcritta dal Sig. Ab.
nari paſſano ad altre nazioni gentili Gilij, la continua fatica ch'egli dee
in cerca di nuova meſſe . Allora ſi ſubire nell'iſtruire ſeparatamente i
milmente, e non prima cominciano bambini e gli adulti , e nel viſitare
gl'Indiani convertiti , i ſoli maſchi gl'infermi , ſu di che ci parla pure
però , e ſoltanto dai 18. ſino ai 5o. ampiamente il noſtro Autore, e final
anni, a pagare un leggiero tributo mente il perpetuo pericolo a cui ſi
al Re di Spagna. Molto dilettevole, trova eſpoſta la ſua vita per le inva
ed intereſſante è la deſcrizione che in ſioni de gentili, e per l'iſtabile ge
alcuni capi di queſto II. libro ci fa nio de'neofiti, avrebbero certamen
il Sig. Ab. Gilij dei primi principi, de' te di che ſgomentare il coraggio di
progreſſi, e dell'economia e del go chiunque non foſſe ſupernamente aſ
verno di queſte riduzioni. Ci parla ſiſtito. Eppure le riduzioni meritano
egli adunque primieramente della co di eſſere riguardate come luoghi di
ſtruzione delle medeſime, sì delle ca ripoſo , e di tranquillità per i miſ
ſe degl'Indiani , le quali non ecce ſionarj , allorchè ſi riflette ai tanto
don mai la forma di vere capanne , maggiori diſaſtri , e pericoli che in
come della chieſa , della caſa del contrano ne' viaggi ch'eſſi intrapren
dono
163
dono in cerca de gentili alle ſelve . L U C C A,
Queſti penoſi viaggi ſomminiſtrano
appunto materia ad alcuni degli ulti
mi capi di queſto II. libro . In eſſi Della iſtoria , e della indole di
adunque il noſtro Autore parla aſſai ogni Filoſofia di Agatopiſto Croma
acconciamente, al ſuo ſolito, di quel ziano volume VII. Lucca 178 1.
le coſe che più giovar poſſono al buon
eſito di que viaggi, delle particola
rità, non guari dilettevoli ſennonche Valoroſamente il ch.Agatopiſto Cro
a leggerle, che ſogliono accompagnar maziano proſiegue il ſuo lavoro del
li, e per maggiore ſchiarimento del la iſtoria di ogni Filoſofia, e nel ſet
la materia aggiunge infine ſommaria timo volume ch'eſce ora dalle ſtam
mente la deſcrizione di alcuni de' pe di Lucca la conduce dal nono
ſuddetti viaggi, più memorabili per ſecolo fino alla reſtaurazione delle a
le loro circoſtanze, che furono intra lettere. Il ſettanteſimo nono capito
preſi a ſuo tempo o da lui ſteſſo, o lo da cui incomincia queſto volume,
da amici ſuoi. Egli ebbe biſogno di dimoſtra i chierici, e i monaci de
tutta la ſua prudenza e preſenza di poſitari della filoſofia, e di ogni al
ſpirito, e molto più forſe ſervillo la tro genere di lettere , e mae
perizia ch'egli avea della lingua di ſtri de principi e di tutta l'Europa
que gentili, allorchè eſſendoſi porta nel ſecolo IX. e X. Rabano Mauro,
to nel 176o. fra i Parechi, i quali Walfrido Strabone, Lupo Servato,
per mezzo di loro ambaſciadori ne º Eginardo, Giovanni Scoto Erigena ,
lo avevano invitato, giunto che fu Gerberto , che fu poi Silveſtro II.
fra loro, trovò che meſſi ſoſopra dai Papa , furono gli uomini maggiori
perfidi loro piaci, avevano que fero di queſti tempi, e coi loro ſtudi, e
ci Indiani riſoluto di reſpingere lui, con le imitazioni dei loro diſcepoli,
ed il ſuo ſeguito colle armi. Ritorna e compagni moſtrarono che il clero ,
alle ſue riduzioni alla fine di queſto e il monachiſmo non laſciarono ope
ſecondo libro il noſtro Autore per de ra intentata per ſoſtenere le ſcienze
ſcriverci le guerre che ai Criſtiani umane e divine ; onde giuſtamente
ridotti fanno i gentili, e per parlar il noſtro Autore ribatte ad ogni paſ
ci del governo delle medeſime ridu ſo le accuſe eſagerate di Giacomo
zioni , il quale tutto ſi aggira ſu di Bruckero, e di altri della ſteſſa ſcuo
alcuni pochi ſoldati che le guardano la . Nella iſtoria filoſofica dei ſecoli
dalle ſcorrerie de gentili al di fuori, XI. e XII. ſi proſieguono vigoroſa
e ſul miſſionario, il quale coll'eſer mente le medeſime confutazioni. Due
cizio di una ſpecie di paterna auto immagini contrarie furono diſegnate
rità mantiene la pace, e la tranquil di queſti due ſecoli , l'una più lie
lità al di dentro. (ſarà continuato. ) ta che non conviene, l'altra tragi
ca, e diſperata. Con la ſcorta del ve
X 2 iro
164
ro ſe ne dipinge una mezzana, e ſi lagiani , e paſſi per le quiſtioni te.
prova con la iſtoria degli uomini dot merarie di Felice Orgelitano, di Eli
ti che fiorirono in quei ſecoli, e ta pando , di Ratranno, di Goteſcalco,
li furono tra i primarj Fulberto , e per gli entuſiaſmi di Scoto Frige
Lanfranco, Anſelmo, i quali eſſendo ma , e per le fallacie di Berengario
vilipeſi dai malevoli come precurſo e di Roſcellino, e queſta linea ci ſe
ri della ſcolaſtica in mal ſenſo , e , gnerà i maeſtri primari che ſpinſero
come meſcitori della teologia e della la ragione oltre i ſuoi limiti, e sfor
dialettica , vengono diſcolpati dal zarono la filoſofia ad eſſer tiranna in
noſtro Autore con una forza invin teologìa , e andarono componendo e
cibile; e con la medeſima ſi confuta propagando la ſcolaſtica intemperante
no le amare oppoſizioni moſſe dal Bru e vizioſa, di cui Abaelardo ſtrepitoſo
ckero, e da altri contro i maeſtri, maeſtro la trafuſe ne' ſuoi diſcepoli,
gli abati , i Veſcovi , e i Pontefici e paſsò quindi in altri aſſai , ora ,
di quei giorni, e contro le crociate più, ora meno invereconda. L'altra
e il dritto canonico. E'grato ad udir linea, tralaſciando i primi e più an
ſi che in queſti tempi tenebroſi fi ſap tichi confutatori di quelle intempe
piano trovar uomini, che deſſero co ranze, comincierà dai baoni monaci
ſe ammirate poi da Cartefio , e da ſtudioſiſſimi dei libri ſanti e eultori
Leibnitz , e che incominciarono a . della ragione, e delle ſcienze in van
tentare di effere reſtauratori della . taggio , e difeſa della teologia per
filoſofia . Nei capitoli ſeguenti è quanto era permeſſo nella oſcurità de'
molto piacevole la genealogia , e , tempi , e paſſerà per gli ſtudi divi
l'indole della ſcolaſtica immagina mi, ed umani di Caſſiodoro, di Dio
ta dal Bruckero , e dagli altri fuoi niſio picciolo , d' Iſidoro, di Alcui
maeſtri ; ma è poi diſpiacevoliſſimo no, di Rabano , di Paolino Aquile
il ritratto immaginario della chieſa, jenſe, di Teodolfo di Orleans , di
che coſtoro fingono deturpata da una Gerberto, di Fulberto, di Lanfran
ſcolaſtica licenzioſa e ſervile , con co, di Anſelmo, e queſta linea ſe
tro cui il noſtro Autore va incontro, gnerà i raffrematori della ragione ,
e con una molto opportuna diſtinzio impudente, i diſputatori verecondi,
ne della ſcolaſtica moderata , della . i regolatori de ſacri e degli umani
ſmoderata, e della mezzana refpinge confini, e i maeſtri della ſcolaſtica
validamente le accuſe degli avverſa temperante. Con queſte due linee me.
rj. Dal ſeſto ſecolo, o poco dianzi , deſime ordineremo la continuazione o
egli dice, tiriamo due linee, l'ana iſtorica di queſta doppia ſcolaſtica º
che incominci dagli abuſi della ragio filoſofia , in mezzo a cui non ſarà
ne e della filoſofia , e dalle diſpute pure difficile a vederſi una terza li
ſottili e ardimentoſe degli Ariani, de' nea di dottori che parteciparono dei
AMeſtoriani, degli Eutichiani , de'Pe vizj, e delle virtà di ambedue. Con
que
165
queſto metodo ſi viene alla iſtoria , ti, e oſſervazioni , e ſcoperte . Lo
più vicina, e più ſincera della ſco: ſteſſo è da dirſi della terza età ſco
laſtica filoſofia. Il primo punto del laſtica , in cui ſebbene creſceſſero
la ſcolaſtica intemperante ſi fiſſa in maggiormente le diſpute ſuperflue ,
Pietro Abaelardo, e poi in Gilberto pure ſi videro uomini gravi, che ſe
Porretano raffrenati da S. Bernardo, riamente filoſofarono, e promoſſero
che ſi pone come l'altro punto pri la reſtaurazione delle ſcienze meglio
mario della linea ſcolaſtica regolata, de'Greci; donde il noſtro Autore rac
e Pietro Lombardo che ſi pone come coglie che il ritratto deforme della
il punto della linea mezzana , che , ſcolaſtica immaginato dal Bruckero,
partecipa di ambedue : Da queſti ſi e da altri ſi raſſomiglia molto ad un
prende l'ordine e la diſtinzione de romanzo artifizioſo, il quale vitupe
gli ſtudi ſcolaſtici nella prima età, e rando la ſcolaſtica mira a vituperare
ſi fa conoſcere che molti vi furono la chieſa cattolica. A perſuaderſene
che trattarono la filoſofia con molta meglio ſi eſpongono nel cap. LXXXV.
dignità , e che alcuni ne furono al la natura e le parti della filoſofia
quanto reſtauratori ; e che quindi ſo ſcolaſtica , e ſi confutano le accuſe
no amplificazioni Bruckeriane, che e gli ſcherni , o piuttoſto le ripeti
il mondo foſſe tutto ſcolaſtico, ignoran zioni malediche contro queſta filoſo
te, riſſoſo, leggiero, amico di logoma fia . Si paſſa poi ad una nuova op
chie, e nimico di Criſto, degli Apo poſizione, che i filoſoſaſtri ſcolaſtici
ſtoli , de' Padri , e della ragione . generarono lo ſcetticiſmo, l'ateiſmo,
La ſeconda età ſcolaſtica più vegeta e la corruzione de coſtumi; e uſando
e fiorente è dipinta dai nimici cogli ſempre con ingenuità la diſtinzione ,
ſteſſi colori oſcuri, ed è rappreſen tra la moderata, e ſmoderata ſcola
tata dall'Autor noſtro con la mede ſtica, ſi riſponde con valore, e con
ſima verità iſtorica. Gli elogi ſplen ragionevole irriſione. Il cap. LXXXVI.
didiſſimi di Alberto magno, di S. 7'om riguarda le ſcuole de'nominali, e de'
maſo d'Aquino, di S. Bonaventura, reali, e comecchè poſſa parere ad al
e di Egidio Romano nobilitano la buona cuni inutile il parlare a queſti tempi
linea ſcolaſtica di queſta età . Rug di tali coſe , è però di grande im
giero Bacone genio vaſto , e ſingo portanza, perchè gli avverſari accu
lare coltivò quaſi tutte le parti della ſano ſingolarmente i reali di ſpino
enciclopedia, e fu non ſolamente re ziſmo a cagione di quel loco univer
ſtauratore , ma inventore in queſti ſale di realità , e perchè eſtendono
tempi oſcuri, ammirato finanche nei queſta accuſa a tutti gli ſcolaſtici pri
ſecoli più chiari. Baſterebbe egli per ma che i reali naſceſſero, onde tut
molti, ma non mancarono altri che ta la vaſta ſcuola ſcolaſtica ſarebbe
ſtudiaron le lingue , e la natura, e infetta, e la chieſa iſtefſa ne ſoffri
coltivaron la fiſica , l'aſtronomìa , rebbe a tenore di quel peſſimo fine
la matematica , e fecero eſperimen de' malevoli che di ſopra ſi è accen
nato;
166
nato; perciò l'avveduto Autor no ſa occaſione dalla gloria di Niccolò V.
ſtro confuta queſta attribuzione con ſi teſſe un elogio breve , ma lumi
molto ſtudio , e dottrina . Il cap. noſo di PIO VI. felicemente regnan
LXXXVII. riguarda la reſtaurazione te . Dee doler molto che la ſanità
filoſofica intorno al ſecolo XIV.e XV.e alterata dell'Autor noſtro lo abbia
racconta gli ſtudi di Dante, di Petrar coſtretto a ſoſpendere il ſuo lavoro
ca, di Boccaccio e di altri, e accenna i in queſta epoca della reſtaurazione a
favori per le lettere de' principi, e de' della filoſofia . Ma vogliamo ſpera
pontefici Romani, donde ſi raccoglie, re, ſiccome ſpera egli medeſimo, che
che la fortuna letteraria era nata e abbia a riſanarſi per proſeguire la ſua
creſceva proſperamente, quando i Gre dotta, ed utile impreſa.
ci apparvero nell'occidente. Nei due
ſeguenti capitoli ſi eſpongono , e ſi
eſaminano le lettere, e le cure de o F I R E N Z E .
Greci venuti in Italia , e in parte a
ſparſi per l'occidente; e ſi conchiu
de che la loro filoſofia andò a riſol AVotizie iſtoriche ſopra la ſtampe
verſi in vecchie ſentenze riverite per rìa di Ripoli, le quali poſſono ſervi
chè vecchie, in zuffe rabbioſe di Pla re all'illuſtrazione della ſtoria tipo
toniſmo e di Ariſtoteliſmo, in diſpu grafica Fiorentina, raccolte e pubbli
te ſettarie , in diſcordie , e in o cate dal P Vincenzio Fineſchi Do
quiſtioni ſimili alle ſcolaſtiche di menicano archiviſta del convento di S.
mala tempera; ma che però non è da Maria AVovella. 178 1. in 8.
negarſi a quei buoni Greci la lode ,
e la gratitudine, dacchè ci ſcoperſe
ro vieppiù i buoni libri Greci, e age Bernardo, e Domenico Cennini fu
volarono, e amplificarono il corretto rono i primi che ſtampaſſer libri in
parlare, e l'antica erudizione . La Firenze; e il loro Virgilio col comen
protezione delle lettere , e della fi to di Servio ha la data del 1472. Po
loſofia di Coſimo padre della patria, co dopo Fra Domenico da Piſtoja, e
di Lorenzo il magnifico, di Alfonſo di Fra Pietro da Piſa Domenicani , che
Aragona Re di Napoli, e ſopra tut aſſiſtevano le religioſe del loro inſti
to di Miccolò V. ſi deſcrivono più tuto del monaſtero detto di S. Jaco
eſattamente, e ſe ne indicano i buo po di Ripoli, introduſſero nella ca
ni effetti nei progreſſi, e nelle opere ſa di loro abitazione l'arte tipogra
di Marſilio Ficino, di Agnolo Poli, fica, che ſi faceva a ſpeſe delle mo
ziano, di Giovanni Pico, e di altri nache ſummentovate . In principio
moltiſſimi, i quali ſebbene non inal ſtamparono piccole coſe, e una Gram
zaſſero la filoſofia a grande fortuna, matica del Donato fu forſe la prima.
appianarono però alcune ſtrade per Tra la fine dell'anno 1476. , e il
giungere un giorno a quel fine. Pre principio del ſuſſeguente ſi ſtampò la
V1t2
167
vita di S. Caterina da Siena compo P A R I G I.
ſta da Raimondo da Capua, la qua
le ebbe credito, e ſpaccio aſſai gran
de. Dipoi s'impreſe il confeſſionale di Legons elementaires cº-c. Lezioni
S. Antonino Arciveſcovo, poi le re elementari di ſtoria naturale , e di
gale grammaticali di Giovan Battiſta chimica nelle quali ſi ha per ogget
Guerino, e l'arte del ben morire del to » . di dare un compendio metodi
Cardinal di Fermo , e tutto queſto co delle cognizioni chimiche che ſonoſi
nel 1477. S'introduſſe anche preſſo acquiſtate ſino al preſente; 2. di pre
detto monaſtero l'arte di gettare i ſentare un quadro comparativo della
caratteri ; e in un libro antico di dottrina di Stahl, e di quella di al
conti ſpogliato dal noſtro Autore ſi cuni moderni per ſervire d'introdu
trovano regiſtrate tutte le ſpeſe fat zione , e di guida a un corſo com
te per ſervire alla formazione de 'ca pleto di queſte due ſcienze del Sig. di
ratteri , e di altre coſe neceſſarie a Fourcroy della facoltà medica di Pa
all'uſo di ſtampa . Alcune religioſe rigi, e della ſocietà R. di medicina.
ajutavano a comporre , e il celebre Tom. I. 1782. in 8.
Ser Bartolommeo Fonzio, di cui a .
lungo ragiona l'illuſtre Dott. Gio.
Lami nell'opera intitolata Delicia Benchè il titolo di queſt'opera an
eruditorum, n'era il correttore. Ad nunci la ſtoria naturale e la chimi
iſtanza di eſſo fu data mano alla . ca, l'Autore medeſimo peraltro con
ſtampa delle ſelve di Stazio, e di al feſſa nella prefazione di aver avuto
tri libri Latini tradotti in Toſcana lin principalmente in mira la ſeconda di
gua. Si trovan libri ſtampati in que queſte due ſcienze, e di eſſerſi ſola
ſta ſtamperia ſino al 1484., nel qual mente propoſto di far vedere quanto
anno eſſendo mancato di vita F. Do di eſſa abbia biſogno, e quanti lu
menico, mancò ancora la ſtamperia mi tragga da eſſa la prima, cioè la .
dopo di eſſer durata otto anni , e , ſtoria naturale . Dopo di una ſpecie
poco più . Queſto libro ſomminiſtra d'introduzione, che comprende le ,
molte nuove ed intereſſanti notizie , nozioni generali della chimica , ſi
colle quali ſi poſſon correggere alcu percorrono in 7o. lezioni le principali
ni sbagli preſi da quei che han trat proprietà de'quattro corpi elementa
tato ex profeſſo della ſtoria dell'arte ri, il fuoco, l'aria, l'acqua e la .
tipografica , e ſupplire molte loro terra, e quindi ſi paſſa ad eſami
omiſſioni, nare le proprietà de'corpi naturali ,
ſeguendoſi relativamente ad eſſi la .
ſolita diviſione ne' tre regni minera
le , vegetale, ed animale. Il regno
minerale, ch'è il primo ſecondo l'or
dine del noſtro Autore , divideſi in
tre
168 -

tre grandi claſſi; cioè materie terree, ca de'vegetabili non ha peranche fat
materie ſaline, e materie combuſti to quei progreſſi che dalla preſente ,
bili ; diffondendoſi molto il noſtro luce della chimica potrebbonſi natu
Autore nella ſeconda che tratta del ralmente aſpettare. L'Autore pertan
le materie ſaline, ſiccome quella ch' to ſi limita a preſentare l'analiſi de'
è più delle altre ricca di nuovi fat vegetabili operata 1. per mezzo di
ti, e più delle altre allo ſteſſo tempo una ſemplice ſeparazione meccanica,
complicata, ed importante. Vero è od anche naturale; 2. per mezzo del
ancora che il noſtro Autore ha ripo fuoco; 3. in virtù di qualche ſpon
ſto fra i ſali molte materie , che ſos tanea alterazione. Il regno animale
noſi ſinora riguardate come terre; finalmente, che ſicuramente è di tut
per eſ. le terre calcaree, gli ſpati ti il più intereſſante, viene trattato
calcarei, vitrei &c. Nel fare adun dal Sig. Fourcroy con un metodo ,
que la ſtoria di queſte ſoſtanze l'Au che incontrerà ſicuramente l'appro
tore eſamina da principio le loro pro vazione degl'intelligenti . Egli pre
prietà fiſiche ; paſſa in ſeguito alla . ſenta 1. la ſtoria naturale degli ani
loro ſtoria naturale, ed inſiſtendopo mali di cui ſi tratta; 2. la loro fiſio
ſcia con iſpecialità ſopra le loro pro logia ; 3. l'analiſi chimica degli umo
prietà chimiche termina con accennar ri, e delle parti ſolide dei medeſimi.
ne gli uſi ſia nella medicina ſia nelle Ha uſato però il Sig. Fourcroy in
arti. Alla fine di queſto primo regno queſta terza parte del ſuo lavoro una
trovaſi in forma di appendice una . certa brevità ; proponendoſi egli di
breve ſtoria delle acque minerali. Il trattarla più diffuſamente in altra ope
regno vegetabile è molto più riſtret ra ſeparata.
to del precedente, perchè la chimi

a paſype na na na nasy, A4 hº/hº, Nºoººoºººººoººº Agenas en A&Me A a

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XXII. 1782. Li 1. Giugno

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. ", i loro difetti &c. fan ſi che
i leggan con diletto, e ſapore i ſag
Saggio di ſtoria Americana , o ſia gi di grammatica e di eloquenza Ori
ſtoria naturale, civile, e ſacra de' nocheſe o di altro linguaggio di Ame
regni e delle provincie Spagnuole di rica ch'ei ci offre in queſto libro, e
terra ferma nell'America meridiona nella ſua appendice, e che quello e
le, deſcritta dall'Abate Filippo Sal queſta non ſi trovin di ſoverchia lun
vatore Gilij, e conſecrata alla ſan ghezza, benchè ſi prendano quaſi le
tità di M. S. PAPA PIO VI. felice tre quarte parti di un volume di non
mente regnante. 7'omo III. della re indifferente mole. Una grammatica,
ligione e delle lingue degli Orinoche di qualunque lingua , e per quanto
ſi, e di altri Americani. Per Luigi filoſofica ella ſia , non è gran fatto
Perego erede Salvioni ſtampator Va ſuſcettibile di eſtratto; onde noi do
ticano nella Sapienza . 1782. in 8. vrem contentarci di traſcegliere, ed
Art. III. ed ult. accennar brevemente alcune fra le ,
principali rifleſſioni, colle quali il Sig.
Difficilmente ſi crederà ſenza leg Ab. Gilij ha accompagnati queſti ſuoi
gerlo , che il Sig. Ab. Gilij abbia . ſaggi grammaticali di lingue Orino
potuto ſpargere tanto intereſſe, quan cheſi, ed Americane. Incominciamo
to veramente ve ſe ne trova, ſopra da quella ch'ei fa dopo il Sig. la .
quel ſaggio di lingue Orinocheſi , e Condamine ſu di alcune voci Orino
di altre lingue Americane, ch'ei ci cheſi, ch'egli ha trovato ſomiglian
preſenta nel libro III., e nella lun ti alle noſtre, e nel loro ſuono e nel
ga appendice , che gli tien dietro - loro ſignificato. Tale ſarebbe per eſ.
Le giudizioſe, importanti , e vera il nome nuna che i 7'umanachi dan
mente filoſofiche rifleſſioni, colle qua nO alla lana ; la parola latina ite ,
li egli ha ſaputo condire tutto ciò ch' di cui i medeſimi ſi ſervono per dire
ei ci dice ſull'origine di quelle lin andate, o piuttoſto và; le voci en
gue , ſulla relazione ch'eſſe hanno ga , e de degli Ottomachi per dire ,
o poſſono avere, e fra loro e con e uno e due , le quali non ſembrano
quelle del vecchio mondo, ſulla loro gran fatto diſſomiglianti dalle greche
indole , ſu i loro pregi, le loro bel ira, ºvo; il nome 2'heos, che i Betoj
Y danno
17 o
danno al ſole ; da eſſi riconoſciuto re un cenno delle giudizioſe rifleſ
per Dio; e più di tutte queſte le vo ſioni che fa il noſtro Autore ſul pre
ci Abbà , Babbà , Papà od altra teſo infinito numero delle lingue Ori
ſimile per dir padre , e mamma per nocheſi , e delle altre che ſono in
chiamar la madre , che trovanſi co uſo in altre parti del nuovo mondo -
muniſſime a molte nazioni Orinoche Certamente che ſe queſta infinita mol
ſi, egualmente che a molte altre na tiplicità di lingue Orinocheſi ed Ame
zioni Americane. Si dirà eſſer mera ricane ſuſiſteſſe, quale inſuperabile o
mente caſuale una ſiffatta coinciden difficoltà eſſa preſenterebbe ai pove
za di ſuono, e di ſignificato fra al ri miſſionari, i quali deggiono pure
cune poche parole del vecchio, e del impararle in qualche modo , ſe vo
nuovo mondo. Relativamente poi al gliono con frutto eſercitare il loro
le voci Abbà, Babbà, Papà, Mam ſublime miniſtero ? Dopo di avere con
ma che s'incontrano ſi generalmente gran fatica, e gran tempo comincia
ſparſe nell'antico e nel nuovo conti to ad apprendere una di quelle lingue
nente , per dir padre , e madre ſi ſi differenti dalle noſtre nelle voci,
pretende che ciò derivi unicamente nella ſintaſſi , e nella pronunzia, ſi
dalla ſomma facilità che hanno i fan. vedono tutte le loro ſperanze riſtret
ciulli di formare, e proferire quelle te dentro di un piccolo circolo di ſeſ
parole , unicamente compoſte della . fanta o ottanta perſone, quante per
più facile a pronunciarſi fra le voca lo più ſe ne contano in una di quelle
li , e delle faciliſſime conſonanti la nazioni che parlano una di quelle lin
biali B , P, M. Bene ſta , riflette gue. Qual motivo di accoramento ,
quì giudizioſamente il Sig. Ab. Gilij e di ſcoraggimento per i miniſtri evan
dopo il Sig. la Condamine; ma come gelici non farebbe mai queſto ? Ma ,
poi non è mai accaduto che ſiaſi ſi viene ora a rincorarli il Sig. Abate
nora rinvenuta una ſola nazione, la Gilij, il quale rimaſe ancor egli ſpa
quale ſcambiando il ſignificato di quel ventato alla prima da quel prodigio
le voci, adoperi per eſ. Mamma per ſo numero di differenti parlari che a
padre , e Babbà , o Papà per ma inteſe appena giunto nell'Orinoco,
dre ? Non ſi ha forſe in ciò una con ma avendoli meglio eſaminati, e co
vincentiſſima prova, che gli Ameri minciati ad apprendere , trovò che
cani non adoperano quelle noſtre vo la maggior parte eran dialetti di al
ci nel noſtro medeſimo ſenſo ſennon tri, più o meno diverſi fra loro e o
perchè i loro antenati nel noſtro mon dalle loro lingue matrici ; che queſte
do le udirono prima della loro anda lingue matrici riducevanſi appena al
ta in quell'altro, e non ſi ha in ciò numero di nove ; e che le due lin
una palpabile dimoſtrazione dell'an gue de 7 amanachi, e de Maipuri,
tica comunicazione dei due continen delle quali egli ci preſenta un ſuffi
ti , e della comune provenienza de' ciente ſaggio nel libro III. , erano
loro abitatori da un medeſimo proto quaſi generalmente inteſe nell'Orino
parente ? Dopo di ciò ci piace di da co. Le ſteſſe rifleſſioni vogliono ap
plicarſi
171
plicarſi alle altre lingue dell'Ameri ſi per conciliare a queſt'ultima parte
ca, ſiccome ſi fa dal noſtro Autore della ſua opera quella ſi dilettevole
nella II. appendice. Una terza rifleſ varietà che tanto piace , ha fram
ſione che non poſſiam paſſare ſotto miſchiato ed accoppiato qualche altra.
ſilenzio, ſi è quella che fa il noſtro materia, per eſ. una breve deſcrizio
Autore nel capo XIII. della II. par ne di alcuni più ſcelti rimedi uſati da'
te della citata appendice riguardo miſſionari di 7’erra - ferma , la quale
alla ſorprendente ſomiglianza, che º forma l'oggetto dell'appendice I. ,
incontraſi fra alcune lingue America quella di un ingegnoſiſſimo giuoco di
ne fra loro remotiſſime, per eſ. fra palla uſato fra i Cichitti &c. In ſom
la lingua Meſſicana, Aitina, cioè dell' ma il Sig. Ab. Gilij in queſt'ultima a
iſola di S. Domingo, quella degl'In parte della ſua ſtoria dell'Orinoco ci
chi , ed alcune lingue dell'Orinoco ha laſciato un deſiderio più che mai
fia nel ſuono, e ſignificato di alcu vivo di veder quanto prima pubbli
ne voci , ſia nella ſintaſſi di alcuni cate le altre ſue ricerche ſulle altre
modi di dire; la quale ſomiglianza - nazioni di America , ch'ei ci pro
ragionevolmente crede il noſtro Au mette in continuazione di queſta ſto
tore non d'altronde poter eſſere pro ria Orinocheſe. -

ceduta, ſennonche dall'eſſere antica


mente ſtata l'America ſotto il domi
nio di ſovrani molto più potenti di C O S M O P O L I,
quei che vi furono trovati in tempo
della ſcoperta , e dall'eſſervi ſtata ,
anticamente una molto più eſteſa com Saggio di oſſervazioni di Giulio Ce.
mercial corriſpondenza fra i popoli ſare Bottone da Monte Toraggio fo
di quel continente . Noi ci laſcerem pra il diſcorſo premeſſo all'ordine -
mo volentieri ſedurre dalla bellezza, della vita Criſtiana del P Simone ,
ed importanza di altre rifleſſioni, che da Caſcia ſtampato in 7'orino l'anno
s' incontrano in gran copia in queſt' MDCCLXXIX., nel quale ſi preten
opera per riportarle, ſiccome abbiam de provare che la maſſima parte del
fatto delle poche, che abbiam di vo le opere, che vanno ſotto il nome del
lo accennate, ſe non ci tratteneſſero P. Domenico Cavalca da Vico Piſa
gli anguſti limiti, dentro i quali ſia mo, ſieno del detto Beato, e confuta
mo coſtretti di lavorare. Contentia zione di un tale diviſamento 178o. in 3.
moci adunque di terminare noſtro mal
grado dicendo , che ai bei ſaggi fi
loſofico-grammaticali di lingue Ori Se nell'annunciare la pubblicazio
nocheſi, e di alcune altre fra le più ne dell' opera inedita dell'ordine del
celebri lingue Americane, che s'in la vita Criſtiana del B. Simone da
contrano in queſto III. libro e nella Caſcia , che fece in Torino l'anno
II. appendice, il Sig. Ab.Gilij, qua 1779. il Sig. Giambattiſta Moriondo,
2 o chiun
172
o chiunque altro poſſa aſconderſi ſot tribuirſi. Traſcorriamone rapidamen
to tal nome, moſtrammo in certa gui te il contenuto. Nel primo pertanto
ſa di abbracciare l'opinione che pren di queſti articoli ſi fa vedere al Sig.
de l'editore a ſoſtenere nel lungo di Moriondo che il libro ſteſſo dell' or
ſcorſo preliminare , vale a dire che dine della vita Criſtiana, ch'egli ha
la maſſima parte delle opere che van pubblicato, ſomminiſtra una delle più
no ſotto il nome del P. Cavalca Do compiute , e vittorioſe confutazioni
menicano, al medeſimo Beato attri del ſuo, non peraltro nuovo, divi
buire ſi debbano , la coſa non pote ſamento ; ſendochè dal paragone di
va andare altrimenti : poichè non eſ queſt'opera del B. Simone con qual
ſendoci permeſſo di entrare in quelle cuna delle molte opere del P. Caval
difficili diſcuſſioni , e in quei lunghi ca, riſulta sì chiaramente la diver
eſami, che neceſſariamente eſigeva . ſa meniera di ſentire , di ragionare,
la dilucidazione di una tale bibliogra e di eſprimerſi de'loro Autori , che
fica queſtione, dovevamo forzoſamen non è in verun conto poſſibile d'im
te aderire alle ſpecioſe ragioni, che maginarfi ch' eſſe ſieno uſcite dalla
il Sig. Moriondo ſi ſtudiò di allegare medeſima penna. Per eſ. alla pag. 3 2
in favore della ſua opinione. Niuna dell'ordine della vita Criſtiana ſi leg
ripugnanza adunque abbiamo ora noi ge : Ancor dobbiamo per queſta ſan
di ricrederci , ſiccome non la potrà ta fede onorare e venerare, e adora
avere chiunque, eſſendo ſtato ſinora re gli ſuoi articoli, che ſono dodici,
nell'errore del Sig. Moriondo, legge ſiccome fatti dalli dodici Apoſtoli ;
rà colla dovuta rifleſſione l'opera , ma ſono quattordici ſecondo la verità,
che annunciamo . Deſſa è non ſolo perocchè due degli Apoſtoli ne fanno
deciſiva per la queſtione di cui ſi trat due per uno, e ſono ſette della divi
ta, ma preſenta inſieme a noſtro cre nità e ſette dell'umanità di Criſto ,
dere il più perfetto modello della . e ſono detti articoli, perchè ci coſtrin
critica e maniera di ragionare , che gono a doverli credere & c. laddove
vuole adoperarſi nella diſcuſſione di nel principio del ſecondo capitolo dell'
tali bibliografici argomenti. Il riflet eſpoſizione del ſimbolo, che tralle ope
tabile e dotto autore , che noi vo re che portano il nome del P. Caval
lontieri nomineremmo, s'egli aveſſe ca , è una delle più ragguardevoli,
il menomo biſogno delle noſtre lodi, e ſulla quale il medeſimo Sig. Morion
ha diviſo la ſua opera in undici ar do ſembra fare maggior fondo , ſi
ticoli, de'quali i primi ſei ſono im legge: Dovemo ſapere che articolo a
piegati in provare che le opere che dir viene picciola particella, con di
portano il nome del P. Cavalca non ſtinzione di alcuna coſa integra : on
poſſono eſſere ſtate ſcritte dal B. Si de le dita delle mani chiamamo arti
mone da Caſcia; e gli altri cinque o coli . Per queſto dunque modo ſono
che ſieguono dimoſtrano che tali ope detti articoli certe particelle diſtinte
re veramente al Cavalea deggiono at dell'integrità della fede; ed aſſegnan
ſi do
173
ſi dodici articoli ſecondo il credo, che ſciatoci. Prima di paſſare a trattare a
fanno i dodici Apoſtoli ci c. Quanto di propoſito degli autori che il Sig.
mai un linguaggio è diverſo dall'al Moriondo cita aſſolutamente come a
tro ! Nel libro dell'ordine della vita ſe favorevoli, dimoſtra il N. A. che
Criſtiana, ſiccome nell'altro più bre eſſo Sig. Moriondo in parlando di al
ve, che va dietro ad eſſo , intito. cuni altri autori, da quali o in una
lato regola ſpirituale, non mai vie maniera o nell'altra ha procurato di
ne citato alcun S. Padre , o altro trarre vantaggio, ha preſo più d'un
autore non ſacro , e queſta medeſi granchio. P.E. eſſendoſi incautamen
ma totale mancanza di tali citazioni te Monſig. Bottari nella prefazione e
oſſervaſi ancora nell'opera latina del al dialogo di S. Gregorio laſciato ca
B. Simone de geſtis Salvatoris. Per lo dere dalla penna le ſeguenti parole. ,
contrario nelle opere del P. Cavalca ,, Sapendoſi dal Cave, dal P.Arpe ,
abbondano ſiffatte citazioni , e bene ,, e dal Gandolfo.... che Fra Simo
ſpeſſo ( anzi ſpeſſiſſimo ) vi ſi leg ,, ne da Caſcia Eremitano compoſe
ge: onde dice S. Agoſtino , onde dice », librum de ſpeculo crucis, e de e
.S. Girolanza ci c. Se il B. Simone è il », ſtultitiis imprudentum , onde può
comune autore di queſte opere , o ,, eſſere, che lo ſpecchio di croce, e
almeno della maggior parte di eſſe, ,, le trenta ſtoltezze, ſieno traduzio
come mai cangiò ſi fattamente di ſti ,, ni, e non opere compoſte e fatte
le in un punto ſi eſſenziale ? Dopo », di pianta dal Cavalca, il Signor
di queſto primo articolo, che ſerve Moriondo ſi è creduto , che il Bot
come d'introduzione , ſi cominciano tari con ciò abbia voluto conciliare
· ne ſeguenti ad eſaminare le ſpecio le due contrarie ſentenze intorno al
ſe ragioni del Sig. Moriondo, e pri le opere, dette di Cavalca , accor
mieramente le teſtimonianze di varj dando che il B. Simone ne foſſe l'au
ſcrittori , ch'egli dà come ſomma tore vero, e 'l Cavalca il traduttore;
mente accurati in queſte materie, e quando però realmente il Bottari mai
che attribuiſcono , o ſembrano attri non ha penſato a queſte chimerica con
buire al B. Simone quelle ſteſſe ope ciliazione, altro non eſſendo ſtato il
re, che vanno ſotto il nome del P. di lui ſcopo in tale diſcorſo, peraltro
Cavalca : e ſi fa vedere , che poſto mal intrecciato, fuorche di dimoſtra
che queſti autori ſi fieno inteſi di par re , che il P. Cavalca era dato al
lare di quelle ſteſſe, come vuole il Sig. tradurre : il che è manifeſtiſſimo
Moriondo, e che nelle replicate edizio dal tema medeſimo del ſuo diſcorſo,
ni, e ne'mfſautentici, e dalle perſone e delle prove da lui addotte. Nell'
ſpregiudicate attribuite ſono al P. Ca articolo IV. ſi prende a ribattere un'
valca, molti ſono ben lungi dal meritar altra ſpecie di pruova che adduce in
ſi il titolo di ſommamente accurati, al ſuo favore il Sig. Moriondo , cioè la
meno per ciò che riguarda il catalogo ſomiglianza di ſentire, di penſare ,
delle opere del B. Simone da loro la e di ragionare che tralle opere che
Van -
174 .
io ſotto il nome del Cavalca, e ſono in maggior numero 3 di quello
quella della vita Criſtiana del B. Si che ha ſuppoſto il Sig. Moriondo, e
mone egli ſi figura di ravviſare. Già che una di queſte è preſſochè un in
ſi è veduto in principio come ſin dal tiero trattato dello ſteſſo S. Dottore.
primo articolo abbia vittorioſamente Si dà finalmente termine al primo aſ.
dimoſtrato il noſtro Autore, che non ſunto dell'opera , qual è quello di
vi poſſa eſſere per lo contrario mag diſtruggere i cavilli del Sig. Morion
gior diſcrepanza di ſentire, di pen do, coll'eſame , che ſi fa nell'art.
ſare, e di ragionare, che quella che VI. de'mſſ. da lui allegati in pruova
ravviſaſi fra alcuni paſſi dell'ordine che l'eſpoſizione del ſimbolo al B. Si
della vita Criſtiana , ed altri di al mone debba attribuirſi. Di tuttora ,
cune opere del Cavalca verſanti ſul - eſiſtenti peraltro egli non può citar
medeſimo argomento. Ora poi, giac ne che un ſolo che conſervaſi nella
chè il Sig. Moriondo è il primo a toc libreria di S. Barnaba degli Agoſti
car queſto taſto, ed allega a prò ſuo niani di Breſcia, e in fine di cui con
un argomento a lui ſi contrario, gli altro carattere, come confeſſa il me
ſi fa vedere anche più diffuſamente , deſimo Sig. Moriondo, ſi legge : Hoc
la ſuddetta grandiſſima diſcrepanza , opus edidit fr. Simon de Caſcia, ſcripſit
fra la maniera di ſentire, di penſare fr. Euſebius de Brixia anno 14... .
e di ragionare di que due ſcrittori, Ma ſino a tanto che non pruoverà
e nominatamente nelle due loro ope il Sig. Moriondo , che quel ricordo
re , che vengono con maggior fidu aggiunto al codice con altro caratte
cia propoſte dal Sig. Moriondo ai ſuoi re vi ſia ſtato appoſto prima de'tem
lettori per ravviſarvi quella ſua ſo pi, ne' quali già prevaleva preſſo al
gnata ſomiglianza, cioè l'eſpoſizione cuni l' errore che l' eſpoſizione del
del ſimbolo del Cavalca, e l'opera , ſimbolo che va ſotto il nome del P.
Latina del B. Simone de geſtis Salva Cavalca, foſſe del B. Simone, queſto
toris. Siccome poi al Sig. Moriondo codice non potrà pruovar nulla a -
facea qualche noia l'autorità di S. fronte ſpecialmente di que molti co
Tommaſo, che ſi trova alcune vol dici che ſi hanno della maſſima parte
te addotta in alcuni trattati del Ca dell'altre opere del P. Cavalca, ( al
valca , e ch'egli per conſeguenza , cuni de' quali ſono di molto maggio
vorrebbe ſupporre quelle citazioni , re antichità che non è il codice di
come aggiunte al teſto da qualche de S. Barnaba ) e delle moltiſſime edizio
voto dell'angelico Dottore , ſi con ni, fatte per la maſſima parte nel
futa perciò nel V. articolo queſta fri primo ſecolo della ſtampa, che pro
vola oſſervazione del Sig. Moriondo, vono il contrario. Dileguati così vit
facendogliſi vedere inoltre che le a torioſamente gli ſpecioſi ſofiſmi del
citazioni di S. Tommaſo nelle opere Sig. Moriondo, paſſa il noſtro Auto
del Cavalca ſono originali, e che » re ne ſeguenti articoli, come ſi diſ,
quelle dall'eſpoſizione del ſimbolo , ſe in principio, a ſtabilire colla me
deſima
175
deſima evidenza la parte poſitiva del ra potrebbono aggiungerſene , ben
ſuo aſſunto, vale a dire che veramen chè molto provino da ſe ſole, qual
te ſieno del P. Cavalca , le opere maggior grado di forza, e di eviden
delle quali ſi tratta. Le ragioni col za non acquiſteranno elleno, allorchè
le quali ciò ſi dimoſtra ſono attinte vengono ſoſtenute e confermate dal
da que due fonti dai quali ſolamen conſenſo di tutte quelle antichiſſime
te può attingerſi la verità in fiffatte edizioni , e di quegli autentici mſf.
materie, cioè dalla teſtimonianza di che vengono ſchierati dal noſtro Au
ſcrittori degni di fede, contempora tore negli articoli VIII. IX. , e X
nei o quaſi contemporanei dell'auto e che ſiccome formano un intereſſan
re di cui ſi tratta, e dal confenſo di tiſſimo ſquarcio di ſcienza bibliogra
un gran numero di antichi mſſ. , e fica, e per ſe ſteſſe e per le oppor
di antiche edizioni. La prima teſti tune annotazioni, e rifleſſioni aggiun
monianza adunque ſi è di un autore tevi dall'Autore , così ancora pre
di età quaſi eguale al P. Cavalca , ſentano la più convincente, e quaſi
e che dovette o almeno potette co palpabile dimoſtrazione della verità,
noſcerlo e praticarlo, uomo di tutta che vuol dimoſtrarſi. Si dà finalmen
probità e molta dottrina, il quale è te termine a queſta eruditiſſima fati
viſſuto e morto nello ſteſſo conven ca con tre ſaggi eſtratti da autentici
to di S. Caterina de' PP. Domenica codici di opere de due ſcrittori, ac
ni di Piſa , ove viſſe e morì il P.Ca ciò ſempre più chiaramente appariſca
valca, e queſti è il P. Domenico da l'enorme divario che paſſa tra la di
Peccioli , autore della cronica del citura dell'uno e dell'altro; e ſi ſog
detto convento , che nell'archivio giungono per ultimo alcune addizio
del medeſimo conſervafi mfſ. L'altra ni, correzioni ed illuſtrazioni relati
teſtimonianza poi ſi è quella di un . ve alle coſe nel corſo dell'opera eſa
altro ſcrittore dello ſteſſo convento, minate.
ma di età poſteriore al P. da Peccioli,
e che fu autore di un altra cronica,
intitolata : Annales conventus S. Ca B E R L 1 No.
tharina de Piſis. Dagli elogi adun
que che queſti due cronologici han
no laſciato del P. Cavalca, e che ſi johannis Friderici Meckel nova ,
riportano dal noſtro Autore fedeliſ experimenta definibus venarum, ac
ſimamente copiati ſu gli originali me vaſorum lymphaticorum in ductas, vi
defimi, chiaramente appariſce che il ſceraque excretoria 1781. in 8.
P. Cavalca fu il vero autore, e non
già il traduttore delle opere delle a
quali ſi tratta, e che vengono in I nervi , ed i vaſi linfatici ſono
quegli elogi nominate . Ma queſte º il ſoggetto di varie diſpute fra gli ana
teſtimonianze, alle quali altre anco tomici , ſia per ciò che riguarda il
- - loro
176
loro corſo, ſia per ciò che ſpetta al ſe ritardato, dal che potrebbe naſce
loro uſo. Le ingegnoſe ſcoperte che re la rottura de vaſi linfatici per uno
ſi deſcrivono in queſt'operetta del Sig. ſtraordinario rigonfiamento , anche
Meckel relativamente al corſo de'vaſi in tal caſo dee riguardarſi come uti
linfatici, decideranno molti di queſti liſſima l'anaſtomoſi de' vaſi linfatici
dubbi. Queſte ſcoperte tutte coſpi colle vene. Per queſta via certamen
rano a dimoſtrare un' anaſtomoſi per te vien rimediato a quegl'inconve.
l'avanti ſconoſciuta fra le eſtremità nienti , che naſcer dovrebbono dal
de' vaſi linfatici, e quelle delle vene naturale induramento delle glandole
per entro le glandole conglobate. Già linfatiche ne'vecchi. Con quanta fa
molte volte era riuſcito al Sig. Me cilità inoltre per mezzo di queſt'ana
ckel di far paſſare da vaſi linfatici ſtomoſi i medicamenti internamente
nelle vene il mercurio; ma gli reſta preſi, o eſternamente applicati, potran
va tuttavia occulta la ſtrada di co no paſſare dalle arterie alle vene delle
municazione. Eſſendoſi finalmente per glandole, e da queſte ai piccoli cana
caſo incontrato ad iniettare una glan letti linfatici, ed ivi colla loro for
dola lombare mezzo ſcirroſa per un za medicatrice riſolvere, ammollire,
vaſo linfatico della pelvi, allorchè ſi o corroborare la glandola ammalata,
aſpettava di vedere paſſare il mercu ed il medicamento medeſimo potrà
rio nell'altro vaſo linfatico, che na quindi ritornare nelle vene, acciò che
ſceva nella parte ſuperiore della glan troppo lungo tempo dimorando ne'ca
dola medeſima , oſſervò per lo con nali linfatici di una glandola oſtrut
trario che il mercurio, dopo di aver ta non produca un peggior male. Nel
empito la metà ſana della glandola , rimanente di queſt'operetta eſpone il
paſsò nella vena ad eſſa appartenen Sig. Meckel altre ſue ſcoperte analo
te , e quindi , proſeguendo l'opera ghe a quella che abbiamo ora accen
zione, tutto ſi riduſſe colla ſola for nato, colle quali ci dimoſtra l'eſiſten
za della gravità, nella vena cava in za di vene aſſorbenti , conſimili a .
feriore. Da queſta comunicazione fra quelle delle glandole conglobate, nelle
le eſtremità linfatiche, e le venoſe » mammelle, nelle veſciche ſeminali,
nelle glandole ne riſultano molti no nel fegato, e nella veſcica orinaria ;
tabili vantaggi per l'economia anima facendo di poi vedere eſſere ſtate in
le. Per mezzo di eſſa ſi può più fa queſti luoghi provvidamente diſpoſte
cilmente riaſſorbire dalle vene la par dalla natura per riaſſorbire i liquori
te più ſottile acquoſa della linfa; don che vi ſi preparano in caſo di ecceſs
de faciliteraſſi il circolo del ſangue e ſiva abbondanza, o d'impedita ſecre
venoſo, e diverrà più denſo e più coa zione. In ſomma queſt'operetta del
gulabile il reſtante della linfa, che o Sig. Meckel fa fare certamente qual
deve appunto colla ſua qualità coagu che nuovo paſſo alla ſcienza anato
lante riſarcire le continue perdite del mica, e tende a diminuire nella me
corpo animale. Siccome poi il circo dicina il numero delle congetture .
lo della linfa può eſſere da molte cau
Num. XXIII. 1782. Li 8. Giugno

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


2

R O M A . dice Vaticano, celebre per i ſuoi pri


mi illuſtri poſſeſſori, Gioviano Pon
Picturae antiquiſſimi Virgiliani co tano, Pietro Bembo, e Fulvio Or
dicis bibliothecae Vaticanae a Petro ſino, e per la pubblicazione fattane
Sancte Bartoli aere inciſae. Accedant dal rinomatiſſimo Monſig.Gio. Bottari,
ex inſignioribus pinacothecis picturae e queſte già inciſe in rame dal cele
aliae veteres, gemmae, & anagly bre Pietro Santi Bartoli, ma non da
pha, quibus celebriora Virgilii loca altri prima di tal tempo date in lu
illuſtrantur, compendiaria explana ce. Poichè tali miniature, che ſono
tione appoſita ad ſingulas tabulas. la parte più eccellente di queſti or
Romae 1782. apud Venantium Mo namenti, non ſolo per appartenere ,
maldini bibliopolam in via curſus ; ſecondo ogni più veriſimile conghiet
za 4. tura ai tempi dell'Imperatore Settimio
Severo, ma per rappreſentare in una
Già è notiſſima la ſplendida edizio maniera aſſai acconcia templi, vitti
ne , che ſino dall'anno 1765. com me , edifici , biremi, pilei F, igi ,
pì, e pubblicò l'intraprendente Sig. abiti, ed altre coſe ſpettanti agli an
Monaldini libraio in Roma, dell'ope tiehi riti de Trojani, e de' Romani,
re tutte di Virgilio, e che ci diede non potevano fornire un completo
giuſta il teſto del celebre antichiſſimo ornamento a tutta l'intera edizione
codice, già Carpenſe, ora Mediceo dell'opere Virgiliane, per la ragione,
Laurenziano, pubblicato per l'avan che l'enunciato codice Vaticano è
ti dal ch. Monſig. Pier Franceſco Fog mancante di molti fogli in principio,
gini; e che di più arricchì di Italia ed in fine ; perciò fu d'uopo ricor
na verſificazione fatta dal Sig. Abate rere ad altri compenſi per empire ,
Antonio Ambrogi , e di molti rami queſte lacune , e per ſoſtituire altri
eſprimenti i principali fatti , e de opportuni ornamenti, e ſchiarimenti
ſcrizioni, che fi hanno ne tre diverſi inſieme alle dette opere . Un altro
poemi del gran cantore Mantovano. codice Vaticano conoſciuto da Pierio
Ora queſti rami per la maggior parte Valeriano , deſcritto dal Mabillon ,
erano defunti dalle miniature, tutto e dal Montfaucon, e reſo molto più
ra eſiſtenti in un altro antichiſſimo co noto per le varianti lezioni, che da
Z eſſo
178
eſſo ne eſtraſſe il lodato Monſig. Bot zione Virgiliana, e che eſprimono al
tari, ſi conſultò ben opportunamente cuni antichi intagli del muſeo Kirche
per deſumere da eſſo quattro altre o riano, e di quello del defunto Mar
antiche miniature, che ivi ſi trova cheſe Gio. Pietro Lucatelli, cuſtode
no, ma che erano pur ſtate prodot del muſeo Capitolino, facilmente ri
te dal dotto Bottari. Ciò neppurpo feribili ad alcuni paſſi de poemi di
teva baſtare all'ampio biſogno ; e o Virgilio , e perciò degni di queſta .
perciò con venne penſare anche ad al unione di antichi monumenti, con
tri nuovi eſpedienti. Perciò il verſi ſecrati alla illuſtrazione, e decorazio
ficatore Ambrogi, allora prefetto del ne del principe de'Latini poeti. Tut
muſeo Kircheriano, propoſe alcune o to il piano pertanto di queſta unio
pitture, che ivi ſi conſervano, e ſi ne di coſe ſi legge elegantemente ef
moſtrano per antiche , ma che tali poſto in una prefazione premeſſa a .
non ſono, come dalle lettere del ce queſto volume, la quale benchè por
lebre Abate Winckelmann da noi pub ti il nome del librajo Sig. Monaldi
blicate nel tomo VI. della noſtra An ni, ſappiamo però eſſer lavoro del no
tologia poſſono aver compreſo i noſtri ſtro Sig. Abate Gio. Criſtofano Ama
leggitori . Queſte non ſono per buo duzzi, conoſciuto per altre ſue ope
na ſorte, che cinque, e perciò il ri re di queſto , ed altro argomento .
manente di ſiffatti ornamenti analo Sue ſono puranche le brevi eſpoſizio
ghi alle più notabili eſpreſſioni Virgi ni di ciaſcuna tavola, che giungono
liane conſiſte in alcune antiche gem al numero di CXXIV. , compreſa ,
me del muſeo del Baron Stoſch, ora l'appendice, ove non altro ſi accen
del Sovrano di Pruſſia , del muſeo na, che il ſoggetto rappreſentato in
Fiorentino, e di altri , ed in parec ciaſcun monumento, il luogo, e l'au-.
chi baſſirilievi del palazzo Mattei , tore, preſſo cui queſto eſiſte, e ſi illuſtra
come pure in altri diverſi riportati e la pertinenza , che ciaſcun monu
in iſpecie dal Montfaucon nella no mento ha alle deſcrizioni particolari
tiſſima ſua opera dell'antichità ſpiega de'poemi bucolici, georgici , ed eroi
ta . Tutto queſto apparato pertanto ci di Virgilio. Bell'eſempio di erudi
di rami, e di ornamenti, i quali o ta parſimonia per gli antiquari, quan
eſprimono i più belli luoghi di Vir do trattaſi, come quivi , di monu
gilio, o che gl'illuſtrano, o gli pon menti facili, e noti! Queſto volume
gono ſott'occhi, o ſono ad eſſi ſola è dedicato con elegante iſcrizione in
mente riferibili per analogia , viene ſtile lapidario al Sig. Don Filippo Ca
ora ſeparatamente dall'opere Virgi jetani Principe di Teano.
liane prodotto di nuovo in queſto ele
gante volume, il quale ſi può chias F U L I G N O .
mare un Virgilio figurato. S'aggiu
gne anche a queſto di più un'appen De rebus ad hiſtoriam atque anti
dice di altri XI. tavole in rame, che quitates eccleſiaſticas pertinentibus
non ebbero luogo nell'accennata edi Franciſci Antonii Zaccaria diſſerta
tiones
179
tiones latina . 7'onus 1. & Il. Ex altri, eſſer molto fondata l'opinione
cudebat Pompejus Campana Impreſſor di quei che vogliono diverſo dai due
Ep. & pub. 1781. in 8.
Apoſtoli S. Giacommo maggiore, e a
S. Giacomo minore il veſcovo di Ge
Ecco la continuazione di quelle ruſalemme S. Giacomo Adelfoteo, cioè
differtazioni Italiane alla ſtoria ec cugino per parte di madre di N. S
cleſiaſtica appartenenti del celebre G. C. La II., e la III. verſano ſull'
sig. Ab. Franceſco Antonio Zaccaria, interpetrazione, e dilucidazione di tre
che furono pubblicate in Roma nell' difficiliſſime, ed aſſai oſcure iſcrizio
anno 178o., e che ſomminiſtrarono ni ſepolcrali di antichi martiri, tro
una lunga ſerie di articoli a queſti vate in Roma, la prima nella baſi
noſtri fogli . Noi non faremo certa lica di S. Clemente , e ſpettante a .
mente lo ſteſſo di queſte diſſertazio T. Flavio Clemente uomo conſolare,
e le altre due nel cemeterio di S. Cal
ni latine; poichè , ſe per ſoddisfare
all'impegno in cui ci ſiam meſſi di liſto, ed appartenenti ai SS. Martiri
dar principio ad ogni noſtro foglio Mario , ed Aleſſandro. Nella IV. ſi
con una data di Roma, il quale im parla de Sancta Barbara AVicomedien
pegno ci obbliga alcune volte a tira ſis cultu, actis, & corpore Venetias
re in lungo un eſtratto più di quel translato; nella V. de inventione ſan
che vorremmo , e di quel che forſe cta crucis. Le VI. è de decretis ad
vorrebbono anche più di noi i noſtri Aomani Pontificis auctoritatem ſpecian
lettori, fummo allora forzati a farci tibus a concilio AVICAEMO I. editis;
coraggio, ed entrare arditamente col ed in eſſa fa vedere il dotto noſtro
noſtro piccol battello in quel vaſto pe Autore nulla eſſervi ne' canoni V.,
lago di erudizione che ci ſi parava e VI. di quel concilio che deroghi
dinanzi, non avendo ora il medeſi al ſupremo primato de'Romani Ponte
mo motivo penſiamo di accordar qual fici ſecondo che vorrebbero far credere
che coſa al noſtro comodo , e vo alcuni critici oltramontani. La VII.
gliamo rimanercene in porto. Ciba che chiude il primo volume tratta ,
ſti adunque di accennare i ſoli argo de commentitio Liberii lapſu, e l'VIII.
menti delle XIV. diſſertazioni che ſi che apre il volume ſeguente è di un
racchiudono in queſti due volumi, e argomento che ha molta conneſſione
ciò certamente baſterà ad invogliare col primo, cioè de ſºnodo Syrmienſi,
tutti i noſtri lettori, i quali conoſco ove molte ricerche s'incontrano di
no al pari di noi l'eruditiſſima ma rette a correggere, illuſtrare, o a cor
niera del noſtro Autore , a leggerle roborare viennaggiormente le coſe già
in fonte, ſenza punto curarſi di quel dette dal Petavio ſu di queſto medeſi
le ſconce, e ſtorpiate miniature che mo argomento. Il titolo della diſſer
noi ne potremmo qui fare. La prima tazione IX. è de poenitentia Conſtan
è de tribus jacobis, dimoſtrandoſi in tinopoli ſublata a Mectario; quello del
effa contro le obbiezioni di Petavio, la X. de patrimoniis S. R. E ad f han
Natale Aleſſandro, Tillemont, e di mem VIII. ; la XI. tratta de varia ,
Z 2 eccle
(18o
eccleſiae praſertim Latina in promul per la regia camera de'conti, e ſo
gandis ſacris conſtitutionibus diſcipli cio della R. Accad. di ſcienze, e B.
na; la XII. de formula qua epiſcopi L. della ſteſſa città . AVella ſtampe
ſe apoſtolicae ſedis gratia epiſcopos in rìa di Lelio della Volpe 1782. in 4
ſcribere conſueverunt ; ſi diſcorre nel
la XIII. de jurejurando quo archie Alcuni eruditi di queſti ultimi tem
piſcopi pallio donati , di epiſcopi in pi hanno abbaſtanza dimoſtrato che
ſacra ipſorum ordinatione obedientian dopo l'eſtinzione del Romano impe
Romano Pontifici pollicentur; e final ro, alcune di quelle poche città che
mente nella XIV. de inedita canonum per lo innanzi avevano ottenuto il
collectione, quam XII. ſaculo Cardi privilegio della zecca , non lo rieb
malis LABORAAVS compoſuit. Ognun ber dipoi, ſe non paſſati molti anni.
vede qual dilettevole varietà di ma Il regno de'Goti, e de'Vandali par
terie abbia ſaputo accoppiare inſieme ve sbandir dall'Italia le zecce parti
l'eruditiſſimo noſtro Autore in que colari, e appena ne riſcontriamo qual
ſti due volumi, non parlandoſi ſola che dubbioſo veſtigio ſotto il domi
mente in eſſi di ſtoria eccleſiaſtica , nio de'Longobardi. Non è dunque ,
ma ancora di antiquaria criſtiana, e poſſibile di far riſalire con qualche
di criſtiana giuriſprudenza. Queſte , certezza l'epoca di una qualche zec
quattordici diſſertazioni non hanno , ca municipale più in ſu del ſecolo
è vero , tutte egualmente il pregio VIII. cioè de' tempi di Pipino, e di
della novità, eſſendo ſei di eſſe già Carlo M. Milano, Pavia , Verona ,
ſtate pubblicate in varj tempi , ed furono fra le prime città dopo queſt'
in diverſe occaſioni. Ma oltrecchè ſi epoca a conſeguire il privilegio di
ha il commodo di poterle quì avere batter la propria moneta ; Piſa, Luc
tutte unite, ed a tenue prezzo, ſen ca, Trevigi, Benevento & c. checche
za eſſere coſtretto di andarle a cer ne abbia ſcritto in contrario qualche
care nelle opere voluminoſe , e di filologo, l'ottennero anche più tar
grave ſpeſa, nelle quali furono inſe di . Non mancherebbono al Sig. Leo
rite alla prima loro pubblicazione , poldo Cammillo Volta e plauſibili ar
vi ha poi fatto ora il noſtro Autore gomenti, e non diſpregevoli conget
tali aggiunte ed accreſcimenti , che ture per pretendere che l'antichiſſi
in certo aſpetto poſſono anch'eſſe o ma città di Mantova ſua patria foſſe
riguardarſi come nuove - tralle prime a ricuperar queſto dirit
to, e che batteſſe monete ſino dai
B O L O G N A. tempi di Lotario e di Lodovico II.,
i quali, ſiccome coſta dalle date di
1Dell'origine della zecca di Man molti loro diplomi ebbero in Manto
tova , e delle prime monete di eſſa. va e palagio, e reſidenza. Attenen
Diſſertazione di Leopoldo Cammillo doſi però ai documenti autentici o
Volta prefetto della biblioteca pub meno dubbi, egli ſi contenta di ſo
blica, ſegretario della delegazione e ſtenere ſolamente che la ſua patria
godeſ
13 1
godeſſe già di queſta nobile preroga eſſer Marcheſe di Mantova in quel
tiva prima del 1ooo. Il primo docu tempo, ma bensì Tedaldo di lui pa
mento adunque che vien citato , e dre, il quale non morì che dopo il
riportato per extenſum dal Sig. Vol principio dell'XI ſecolo ; ch'egli è
ta , ſi è un diploma di Ottone III. poi molto incerto che il medeſimo
dell'anno 997., che fu già pubblica Tedaldo ſia mai ſtato Marcheſe di Man
to dal Muratori, e di cui nell' ar tova , incontrandoſi il di lui nome
chio veſcovile di Mantova conſervaſi in alcune pergamene fregiato del nu
l'originale. Ora fra i molti privile do titolo di Marcheſe ; che per lo
gi che con queſto diploma di Ottone contrario è certiſſimo , ſecondo ch'
vengono confermati alla città di Man egli ha dimoſtrato in altra ſua diſſer
tova trovaſi particolarmente indicato tazione , che il Veſcovo in allora ,
il diritto della pubblica moneta con era a capo del comune di Mantova,
queſte parole : Monetam publicam ip e fopraintendeva ai pubblici affari, ſe
ſius Mantua civitatis noſtro imperiali dendo in conſiglio, e avvalorando gli
dono ibi perpetualiter habendam con atti pubblici del proprio nome ; e ,
cedimus cº ſtabilimus . Ma appunto che conſeguentemente non vi ha ve
queſta particolar conceſſione di batter runa ripugnanza nel credere che gl'
moneta ha fatto naſcer de dubbi in Imperatori poteſſero accordare a quel
mente di alcuni critici circa l'auten primario rappreſentante della città un
ticità di queſto documento. Si unam diritto, di cui godettero allora tanti
excipias moneta mentionem , nihil in altri Veſcovi dell'Italia, e della Ger
diplomate occurrit mihi , quod de , mania per confeſſione del medeſimo
ejus fide ſuſpicionem pariat, diſſe in Sig.Conte Carli. Ma la maggior con
fatti il Muratori nel pubblicarlo. Me ferma di queſto mal combattuto do
no però ſi contenne il Sig. Conte , cumento naſce da un altro più anti
Carli, il quale nella ſua bell'opera: co diploma del Re Lotario dato in
Delle monete, e delle iſtituzione del Mantova l'anno 945. , il quale con
le zecche d'Italia , parlando della . ſervaſi nel medeſimo archivio veſco
zecca di Mantova , e conſeguente vile, ed ora dal noſtro Autore pub
mente del diploma in quiſtione, non blicaſi per la prima volta. In eſſo il
dubitò di ſcrivere non poterſi dare Re Lotario fra gli altri privilegi con
giammai più groſſolana impoſtura di ferma ancora ai Veſcovi di Mantova
queſta . La principal difficolta del Sig. quello della zecca colle ſeguenti pa
Conte Carli fi è di vedere in quel role: Confirmamus, concedimus, reſtau
diploma conceduta la facoltà di bat ramus ſancta Mantuana eccleſiae....
ter monete al Veſcovo Giovanni, e publicana ipſius civitatis monetam a
non al Marcheſe Bonifacio, padre , pradeceſſoribus noſtris jam diciaſedi
della famoſa Conteſſa Matilde , che conceſſam cº-c. Gli atteſtati di queſti
ſiccome egli ſuppone, era padrone di due diplomi vengono poi vienmag
Mantova in que tempi. Riſponde il giormente corroborati da alcuni an
Sig. Volta che Bonifacio non poteva tichiſſimi rogiti di contratti, ne'qua
li
182
li ſi fa menzione di ſoldi, lire, ed il momento, in cui il vino in fermen
altre monete di Mantova, e da alcu tazione nel tino, avrà acquiſtato tut
ne parimenti antichiſſime monete, del ta la forza, e tutta la buona quali
le quali infine ſi riportano le impron tà, di cui ſia capace. Ognuno intan
te in rame, e che fra le altre coſe to converrà coll'Autore, che in queſt'
conferman ſempre più il privilegio oggetto debba eſſervi un punto fiſ
della zecca accordato ai veſcovi coll' ſo, come in tutte le operazioni del
epigrafe EPISCOPUS, o EPS, che la natura e dell'arte, al di quà e al
in alcune di eſſe ſi legge . Queſta . di là del quale non ſia da ſperarſi la
diſſertazione in ſomma non può che perfezione. Sino ad ora potevano ri
maggiormente fare riſplendere il pa durſi a ſette quegl'indizi, coll'ajuto
triotiſmo , e la nota erudizione del de quali ſogliono conoſcere il momen
Sig. Volta, ed accreſcergli quella fa to, in cui il moſto ſia gia convertito
ma, che meritamente ſi è già acqui in vino. Tra eſſi viene in primo luo
ſtata con altre ſue letterarie produ go il colore ; indi il ſapore ; in 3.
zioni. luogo l'odore ; 4. l'aſſenza , o pre
ſenza di una ſpecie di ſpuma, nel ver
M O N T P E L L I E R. ſare del vino nuovo in un bicchiere,
dopo averlo filtrato per carta grigia ;
Memoire qui a remporté le prix & c. il calore eziandio eſaminato per mez
Memoria che ha riportato il premio zo del termometro venne in quinto
della R. ſocietà delle ſcienze di Mont luogo introdotto d'alcuni ; il 6. mez
pellier nel 178o., ſulla ſeguente que zo è la durata del tempo impiegato
ſtione : Determinare con un mezzo nella fermentazione; finalmente il mor
ſicuro, ſemplice, ed a portata di qua morìo più o meno grande, che riſulta
lunque coltivatore il momento nel dalla fermentazione medeſima è l'ul
quale il vino fermentando nel tino timo degl'indicati ſette mezzi . Ma
avrà acquiſtato tutta la forza e la eglino ſono tutti quanti incerti, fal
qualità, di cui è capace. Preſſo Gio laci, e per molti rifleſſi non atti ad
vanni Martel il vecchio 178o. in 4. eſſere con certezza determinati. Non
per queſto l'Autore gli eſclude in
Se il vino non ha biſogno alcuno tutto , ſervendoſene come di mezzi
delle lodi noſtre , non potrà averlo ſecondari , de quali ſia bene pure a
neppure la dotta memoria del Signor tenere alcun conto; mentre al tempo
Bertholon, con cui felicemente ha . ſteſſo indaga, quale eſſer poſſa quel
perfezionato l'arte di preparare quel mezzo fiſſo ed invariabile, che indi
prezioſo liquore, e ſi è meritata la co chi con preciſione e certezza il mo
rona dell'accademia di Montpellier, mento di ritrarre il vino dal tino.
nel ſoddisfare alla ſeguente queſtione Sul principio della fermentazione, qua
da eſſa propoſta nel 178e. Determi lunque ſia il clima, la ſtagione, e la
mare con un mezzo certo, ſemplice , ſpecie o qualità delle uve, ſi ſcorge
ed alla portata di ogni coltivatore e il liquore rigonfiarſi entro il vaſo, co
file
183
me fa il latte nel bollire : dopo il ſtaglio graduato in pollici, e linee .
maſſimo di tale elevazione, la maſſa Queſto ſtaglio, che poi altro non è
fermentante reſta, come a dire, ſta che un ſemplice regolo di legno, uſa
zionaria per alcun tempo ; il ſuo mo to da coloro, che miſurano la capa
to ſi rende ſuſſeguentemente retrogra cità delle botti ed altri vaſi , coſte
do, ed eſſa poco a poco ſi và depri rà di due pezzi ; di un deſco cioè
mendo. Una coſtante eſperienza, con rotondo di ſovero, di diametro men
fermata da quella di aſſai intelligenti grande del cilindro, e di un'aſta di
coltivatori, e corriſpondenti dell'Au legno leggeriſſimo, e graduata in
tore, potè convincere il medeſimo, pollici e linee , perpendicolarmente a
che il momento più opportuno per iſ fiſſata nel deſco. Allor quando il vi
vinare, è mentre la maſſa fermentan no ſi alzerà nel tino, ſi eleverà an
te incomincia ad abbaſſarſi. Se ſi tra che nel tubo, e lo ſtaglio, chiama
vaſerà il vino innanzi che la vinac to enometro dall'Autore, commecchè
cia o il cappello ſia abbaſſato, ſi ri leggieriſſimo, galleggerà nel liquote,
trarrà dallo ſtrettoio minor quantità e ſtante la graduazione ſi vedrà , s”
di vino, che quando un tale abbaſ egli continua ad alzarſi , ſe ſia ſta
ſamento ſia giunto al ſuo colmo. Ciò zionario, o retrogrado. Ognuno ca
avviene perchè nel primo caſo la vi piſce che queſto iſtromento potrà adat
naccia contiene quel ſolo liquore, che tarſi ſenza alcun inconveniente, nel
la fermentazione non potè per anche modo che ciaſcuno meglio ſtimerà ,
toglierle, quando che nel ſecondo eſ. a qualunque ſorta di tino, ſia di le
ſa tornò a riunirſi col vino già fatto gno o di pietra. Se un tale iſtromen
aſſorbendone una porzione, e comu to veniſſe regolato con metodo uni
nicando al vino un odore, e ſapore forme e fiſſato per convenzione , ſi
diſgradevole , con renderlo ancora potrebbe allora paragonare la fermen
groſſolano. L'ingegnoſo Autore pro tazione de vini come facciamo del
vede opportunamente coll'aiuto di un peſo de corpi per mezzo della ſtade
ſempliciſſimo iſtromento alla maniera ra. Non laſcia l'Autore di proporre
tanto neceſſaria per preciſamente co ancora alcuni altri mezzi ingegnoſiſ
noſcere, e con ſicurezza l'iſtante di ſimi, che potranno leggerſi nella ſua
dovere ſvinare, il momento cioè, che memoria. Noi ſeguendo il ſentimen
la fermentazione incomincia a retro to del dotto Sig. Mourgues, che pub
cedere. E' queſto iſtromento compo blicò alcune oſſervazioni ſopra le ,
ſto di un tubo cilindrico di latta o memorie preſentate all'accademia ,
materia altra qualunque , terminato diremo, che l'utilità della bella ſco
nella parte ſua inferiore a foggia di perta del Sig. Bertholon non ſembra ,
cono inverſo; eſſendo il tubo forato dover dipendere da una certa ſua nuo
in tutta la lunghezza, onde libera va foggia di tino, in cui la vinac
mente poſſa il vino penetrarvi, e non cia deve forzoſamente rimanere nel li
già la vinaccia. Dovrà il tubo farſi quore ſenza potervi galleggiare. Chec
di diametro capace a ricevere uno chè debba però penſarſi di queſta nuo
Va
184
va idea del Sig. Bertholon, gli accor parte ſpiritoſa del vino, oltre il dar
deremo facilmente, che gli uſuali me gli la medeſima del fuoco , e della
todi di fare i vini tra noi ſoggiaccio generoſità , è sì vero che tende a .
no a gravi inconvenienti , e potreb conſervarlo , che un tal principio
bono agevolmente eſſere migliorati. quantunque confuſamente conoſciuto
In molti luoghi per eſ. troppo lunga dovette naturalmente guidare molte
mente ſi trattengono i vini entro de' genti in certe pratiche artificioſe co
tini, e così poco coperti che molto me quella di ardere lo zolfo nelle s
tempo dopo la ſvinatura , ed anche botti ove debbaſi travaſare il vino -
a molta diſtanza può col ſolo odora Ma lo ſpirito ſulfureo eſſendo vitrio
to rilevarſi la gran perdita di quel lico, e minerale, ſarebbe a deſide
ſottil vapore, che ne portò via ſeco rare per un migliore ſucceſſo che la
lo ſpirito, e quella parte che propria perſpicacia de'chimici poteſſe ſommi
mente può chiamarſi il profumo del niſtrarne un gas , per uſare la loro
vino. Queſto profumo del vino riſie fraſe, preſo dal regno vegetale. Fi
de eſſenzialmente in quella parte più nalmente le volgari pratiche intorno
volatile, che talora ſi manifeſta con a tutta la vendemmia ſono da taluno
effetti tanto terribili, ed è un prin reputate per modo vizioſe , che ſa
cipio conſervatore del vino . Scriſſe rebbe a deſiderare di tutto ſommette
recentemente taluno, che ſia da bia re a diſcreto, e prudente eſame. Po
ſimare anche la pratica di otturare o trebbe vederſi un rapido cangiamen
le botti appena riempiute, e ciò pel to e miglioramento , maſſime ſe l'im
pregiudizio, che non aveſſero a cre pulſo veniſſe da perſone ricche, e a
pare come bombe, ſe ſaldamente ve potenti. Sarà intanto di molta gloria
niſſer chiuſe. In tali eſperienze non alla reale accademia delle ſcienze di
è mai certo prudenza di affatto rece Montpellier d'aver procurato non pic
dere dall'uſo comune; ma un picco col vantaggio alla ſocietà in un ge
lo ſpiraglio potrebbe forſe ovviare a nere di tanta importanza,
qualunque pericolo. E tornando alla
Num. XXIV. 1782. Li 15. Giugno

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . della ragione ſi era un uſo contrario


introdotto, e lungamente mantenuto.
Compendio di precetti rettorici ad Ma più di ciò approviamo la teſſitu
uſo delle ſcuole pie. Nella ſtamperia ra medeſima dell'opera, ſcritta con
di Giovanni Zempel 1782. in 8. tutta quella preciſione, chiarezza, e
nitidezza di ſtile che ſi richieggono
I precetti dell'arte rettorica, cioè in ſiffatte opere elementari. Deſſa di
dell'arte di parlare nella maniera - videſi in tre parti. La I. è de'tro
più acconcia per perſuadere, ſono ne pi, del periodo, dell'amplificazione,
ceſſariamente i medeſimi in ogni lin delle figure, dell'elocuzione, e del -.
gua . Siccome però di eſſi abbiamo lo ſtile: ragionaſi nella II. della ret
maggior biſogno nell'eſercizio della torica e ſue parti , dell'argomenta
lingua materna, di cui più frequen zione, de luoghi rettorici, degli af,
temente facciam uſo, e ch'è il no fetti, e dell'orazione; e finalmente
ſtro più comune interprete nel quoti parlaſi nella III. dello ſcritto, della
diano commercio che abbiamo co'no lingua latina, del metro, della poe
ſtri ſimili , ſembra perciò troppo na ſia, e ſue ſpecie principali . Hanno
turale che i precetti di queſt'arte ſervito di fedele ſcorta al noſtro Au
fieno ſcritti in queſta lingua, in quel: tore nel teſſere queſto ſuo compendio
la guiſa appunto che i due ſommi gli Autori più claſſici in queſta ma
maeſtri dell'arte medeſima Cicerone, teria, e nominatamente fra gli anti
e Quintiliano li ſcriſſero nella loro;do chi Cicerone e Quintiliano, de'qua
vendo poi riuſcire faciliſſimo, come li ſi riportano in piè di pagina i te
ognun vede, di applicare i medeſimi ſti latini accompagnati da opportune
precetti all'uſo di qualunque altra rifleſſioni, e fra i moderni Rollin, e
lingua allorchè ſe ne ſapranno le vo Formey, i quali nelle loro applaudi
ci . Non poſſiamo dunque ſennonche tiſſime opere della maniera d'inſe
approvare il partito , che ſi è preſº gnare le belle lettere, e dei principi
di ſtampare in Italiano il preſente elementari delle belle lettere hanno
compendio di precetti rettorici in uſo meglio degli altri eſpreſſi, ed appli
de'giovanetti, e delle pubbliche ſcuo cati all'indole delle lingue moderne
le, dove ne paſſati tempi a diſpetto i precetti, che già diedero quei due º
- A a legis
186
legislatori della Romana eloquenza . ni d'ingegno ſono note le ſue dotte
L'arte poetica di Orazio, vero ed omelie recitate nelle due ſue catte
unico codice del buon guſto, ha gui drali in occaſioni delle principali fe
dato poi il noſtro Autore in ciò ch” ſte in eſſe fra l'anno celebrate. Noi
egli ci dice della poeſia nella III. par già riferimmo altra volta una riſtam
te. Si approfitti pertanto la gioven pa fatta di VI. ſue omelie , riguar
tù ſtudioſa di queſto compendio di danti l'educazione de' figliuoli , e o
precetti rettorici non inferiore in pre ſtaccate dal corpo intero della colle
gio a tante altre opere elementari , zione di tutti gli altri ſuoi eccleſia
che a vantaggio della medeſima i PP. ſtici fermoni; ond'ora godiamo rife
delle ſcuole pie hanno in queſti ulti rire puranche la riſtampa fatta in .
mi tempi dato alla luce. Velletri ſua patria di VIII. altre ſue
omelie, concernenti altrettanti regni,
V E L L E T R I. che alla Vergine madre di Dio ven
gono attribuiti nelle litanie Laureta
Del regno di Maria omelie di Mon ne. Noi troviamo ben fatto, che s
ſignor Aleſſandro Borgia Arciveſcovo, in vece di una raccolta di ſtucche
e Principe di Fermo, date in luce» voli poeſie, o di qualche libercolet
per la ſolenne feſta, che nell'incli to di preci digiune del vero ſpirito
ta città di Velletri ſi celebra dell'an della chieſa, che ſi fogliono diſpen
no ſecolare della incoronazione di Ma ſare in occaſione di ſolennità , ſiaſi
ria Santiſſima Madre delle grazie. ora al ricorrere dell'anno eentenario
In Velletri 1782. per Ceſare Sarto della incoronazione, che fece il ca
ri; in 8. pitolo de Canonici di San Pietro in
Vaticano, d'un'antica immagine di
Il Padre Lodovico Marracci fece Maria eſiſtente nella chieſa cattedra
una ſerie di opuſcoletti, tutti con le di Velletri , preſo il ſaggio eſpe
ſecrati ad un materiale regiſtro di diente di riprodurre inſieme unite le
molte chaſſi di perſone, che ſi occu VIII. indicate omelie di un ſacro pa
parono nel culto, e nelle lodi di quel ſtore, di un dotto teologo, e di un
la eccelſa creatura, che ebbe l'ono gloriofo cittadino. Così la vera idea
re della maternità del Verbo eterno. del culto di iperdulia, ed un nobile
Fra queſti opuſcoli ve n'ha uno in efemplare di regolata divozione può
titolato Antiſtites Mariani, che è giuſtamente ſperarſi di avere in que
una recenſione di tutti i veſcovi cat ſto opuſcoletto , e di perpetuare ad
tolici, che in queſta linea ſi diſtinſe un tempo ſteſſo in queſta ſtampa la
ro. Ora in queſto opuſcolo meritereb memoria di una ſplendida funzione,
be aver luogo in conto di appendice che aſpetta un ſecolo per eſſerne rin
il celebre Monfig. Aleſſandro Borgia, novata la commemorazione. A que
Veſcovo prima di Nocera nell'Um ſte omilie è ſtato ora premeſſo un av
bria, indi Arciveſcovo di Fermo nel vertimento di ſcrittore anonimo, ma
Piceno, di cui oltre altre produzio
a -
che ſappiamo appartenere ad un º"
1 IlìO
A
187
ſimo nipote del Prelato Fermano, di Napoli. Per Ottavio Sgariglia ,
Monſig. Stefano Borgia , chiariſſimo ſtamp. Veſc. e pubb. 178 1. in 4.
ſcrittore di tante erudite opere , che
così ſpeſſo ſono l'oggetto delle noſtre Accade delle città lo ſteſſo che deſ
giuſte lodi . Quivi pertanto parlaſi le famiglie , le quali ſe hanno fatto
dell'antico culto, che ha indetta , qualche fortuna, ed hanno ammaſſa
cattedrale l'immagine di noſtra Don to qualche ricchezza e ſtato, rivol
na, e ſi diſcende alla pia coſtuman gono toſto i loro penſieri a cercare
za, che ſino dal ſecolo ſcorſo s'in ogni mezzo di nobilitare la loro eſtra
troduſſe d'incoronare le più celebri zione. Piaceſſe però al cielo che tut
immagini della Vergine , e ciò per ti quei che ſi accingono a ſiffatte »
mezzo del capitolo Vaticano, e per impreſe, ſapeſſero imitare la ſaviez
generoſa diſpoſizione del Conte Aleſ za, e la moderazione dell'Autore di
ſandro Sforza Piacentino fatta nell' queſti due ragionamenti ſopra la città
anno 1638. Però queſta divota coſtu di Fuligno, il quale burlandoſi il pri
manza non va in fine riguardata, che mo de'dotti ſogni , e degli eruditi
per una plauſibile rinnovazione d'un' delirj che paſſerebbono forſe per il
antichiſſima conſuetudine; giacchè per capo di qualche altro intemperante e
mezzo dello ſcrittore del libro pon ſcrittore che prendeſſe ad illuſtrare e
tificale ſappiamo, che anche Grego le origini, e i faſti di quella coſpi
rio III. eletto Papa nell'anno 73 1. cua città, ſi contenta in vece di no
dedicò nel Vaticano un'immagine di verarne ſoltanto quei pregi, e di fiſ
Maria habentem diadema aureum cum ſarle quell'antichità, che non potrà
gemmis C5 c. veruno contraſtarle. Nel primo ragio
namento adunque ſi ſchierano da prin
cipio alcuni paſſi del gran padre del
la Romana eloquenza Cicerone, ne'
A S S I S I . quali ſi fa menzione della città di Fu
ligno, e del popolo Fulignate . Ca
jus Ancharius Rufus fuit e munici
Due ragionamenti ſopra la città di pio FOLGIAVA7'È... Praerat Cneus
Fuligno nell'2mbria detti nelle pub Lerius Flaccus in prafectura F2'LGI
bliche adunanze da un'accademico AVA7’I; ſono queſti frammenti, con
Fulginio, con in fine una diſſertazione ſervatici da Quintiliano , e da Pri
epiſtolare ſopra un'antica lapide ſcrit ſciano, dell'orazione di M. Tullio pro
ta al P. M. Antonio Proſperi Min. L. Vareno, che ſarà forſe ſtato un .
Conventuale dal Sig. Avvocato Lodo parente di quel C. Vareno , che in
vico Coltellini ſocio delle accademie , un altro pezzo della ſteſſa orazione
di Firenze, Siena, Cortona, Fuligno, preſſo Quintiliano (lib. 1v. ) diceſi
Rimino, Bologna, Padova, Verona , ammazzato dagli Ancari di Fuligno.
Roveredo, Londra, e della R.accad. C. Varenas, is qui a familia Ancha
delle ſcienze , e lettere e belle arti riana occiſus eſt . In un altro fram
A a 2 In entO
188
mento dell'orazione Tulliana pro M. gio del Lazio la parola IGAVA7'12 M,
Varrone leggefi ancora: F2LGIAVA ſi pensò perciò dal Cellario, o da chi
2 ES viri valde religioſi di c. Final altro ſi foſſe , di traſmutarla in IGZ). .
mente nell'orazione pro L. Cornelio VIAVATI 2 M , e da Franceſco Silvio
Balbo ſi rammenta la confederazione Ambiano di cangiarla in EGAVA7”IO
che ſtretta aveano, e fermata co'Ro R2'M, e così attribuire ai cittadi
mani tanto i Fulignati, quanto i Ca ni di Gnazzi nella Puglia l'onore di
merineſi; Is igitur (C. Marius) M. quell'alleanza co Romani mentovata
Annium Appium fortiſſimum virum , da Cicerone . Ma coſa poſſono mai
ſumma virtute praditum civitate do provare a fronte di queſte poche edi
navit , cum Camertium faedus ſanctiſ, zioni le tante altre tanto antiche quan
ſimum atque acquiſimum ſciret eſſe... to moderne, procurate da uomini non
C. Mario dubium non fuiſſe, quin meno dotti che accurati, e che con
mullo fadere a republica bene geren ſultarono i più antichi ed autorevo
da impediretur : a ſe ex conjunctiſi li codici, nelle quali tutte la paro
ma atque amiciſſima civitate fortiſſi la Fulginatium leggeſi apertamente ?
mum quemque eſſe delectam , neque Non altro , ſecondo il noſtro Auto
FOLGIAVA T12 M, neque Camertium re , ſennonche quelle poche edizioni
faedere eſſe exceptum, quominus eorum che ſi oppongono ai Fulignati , fu
civibus a populo Romano pramia vir rono fatte ſu di qualche codice, nel
tutis tribuerentur. Ma queſt'ultimo quale per avventura erano obblitera
paſſo Tulliano, che ſembrava di tutti te, e corroſe le prime due lettere del
gli altri il più irrefragabile, comec la parola F2'LIGIAVA7’I2 M, rima
chè eſtratto da un'orazione tuttora nendovi ſolamente LGIAVA7'12 M ,
eſiſtente, è ſtato appunto quello che che per renderla leggibile ſi conver
ha trovato qualche oppoſizione . Il ti in IGIAVA7'12'M , e poſcia in .
celebre P. Sarti A b.Camaldoleſe, nel IGAVA7'12'M, ſopprimendoſi la i do
iſuo libro de Epiſcopis Eugubinis cap. po il g» fecondo l'ortografia di al
1II. num. 2. fondato ſull' autorità di cun ſecolo, in cui ſi ſcriſſe aſſai co
Cellario, e fu quella di alcuni anti munemente Govanni , Gano & c. in
chi manoſcritti , e di alcune delle º luogo di Giovanni, Giano & c. ll P.
più antiche edizioni di Cicerone, vuo Sarti credette di fiancheggiare la ſua
le che in luogo di F2'LGIAVA7 IZM Iezione coll'autorità di Cicerone me
debbaſi leggere IG2'VIAVA7'12 M , deſimo ; eſſendo che queſti non po
cioè degli Eugubini. Fatto ſta, che trebbe parlare de' Fulignati come di
due delle più antiche, e rare edizioni un popolo ſtretto in grande alleanza
di M.Tullio, cioè quella di Milano del con Roma, dopo di aver nell'orazio
1498., ed un'altra fatta in Roma in ca ne pro L. Vareno qualificato Fuligno
ſa di Pier de' Maſſimi l'anno 147 1. col non molto vantaggioſo titolo di
portano apertamente IGAVATI2 M in prefettura. Avrebbe potuto aggiugne
luogo di F2 LGIMATIZM ; e ſicco re, ripiglia il noſtro Autore, che a
me non trovavaſi analoga al linguag nella medeſima orazione Vareniana -
Fuli
- 189
Fuligno viene ricordato ora col titolo ...... cddie infelix niveis Vare
di municipio , ed ora coll'altro di nus in armis ; -

prefettura ; titoli che tanta difficoltà Maevanus Varenas, arat cui divi
vi è ad accordarli fra loro , quanto tis uber
quei di prefettura, e di popolo con Campi F2'LGIAVIA : di patulis
federato. Ma ſi all'una che all'altra Clitumnus in arvis -

difficoltà ſi ſoddisfa dicendo ch'eſſen Candentes gelidos perfundit flami


do belle, e chiare le teſtimonianze º A6 la tarOS ,

di Tullio , le quali ci atteſtano che e nel lib. v 1 1 1. del medeſimo poema


la nazione de' Fulignati ſia ſtata in . ...... infeſtum nebulis humentibus
alleanza con Roma , Fulginatiam e olim.
faedere, che la città de' Fulgini ab Inginum , patuloque jacens ſine e
bia goduto le onoranze municipali , maenibus arvo
e municipio Fulginate, ed in fine ch' FZ)LGIAVIA.
ella ſia ſtata prefettura, in prafectura Appiano Aleſſandrino, in cui nel lib.
Fulginati, a nulla ſerve di arzigogo V. delle guerre civili leggeſi : FZ)L
lare ſull'incompatilità di queſte qua GIA'12 M centum ſexaginta ſtadiis
lificazioni, tanto più che non ſi pre diſtans a Peruſia , cioè Fuligno di
tende già che deſſe abbiano avuto ſtante da Perugia 2c. miglia, quan
luogo contemporaneamente, e che º te appunto ve ne ha da una città all'
come accadde a Capua , e ad altre altra &c. A queſte teſtimonianze di
città potè anche Fuligno, per il va antichi ſcrittori ſi potrebbono aggiun
riare de'tempi , e il rivolgere della gere moltiſſime lapidi, che ſi trova
fortuna ora eſſere ſtata unita in con no riferite da più celebri raccoglitori
federazione col popolo Romano, ora di ſiffatti monumenti, e nelle quali
retta da municipali diritti, ed ora - o alcun nobile cittadin di Fuligno fi
governata a modo di prefettura . vede eſpreſſo, o il Fuligneſe popolo
Dopo di aver così vendicata la genui nominato » o cofa altra indicata a .
nità di queſto controverſo paſſo del queſto appartenente . Siccome però
latino Oratore a favor di Fuligno , queſte lapidi per la maggior parte ,
rammenta il noſtro Autore altri anti tuttora eſiſtono in Fuligno, omette
chi e riputati fcrittori, i quali han , perciò di parlarne il noſtro Autore,
fatto in qualche modo parola della e ſi contenta di accennarne ſoltanto.
medeſima città. Fra queſti vi è Pli una, perchè forſe meno nota , che
nio, il quale fra le altre popolazioni vide in Londra il celebre Monſignor
dell'Umbria nella regione feſta d'Ita Bianchini nel muſeo del Sig. Kemps,
lia, mentova .. .. Camertes , FZ)L e fu da lui riportata nelle ſue belle
Gl VATES, Foroflaminienſes, Igu annotazioni ad Anaſtaſio Biblioteca
vinos cº-c. ( lib. 1 1 1. cap. x 1v. ) , rio, in cui fra i nomi uniti alla pa
Silio Italico, il quale nel ( lib. I v. tria di alcuni ſoldati di una coorte ,
de bello Punico) deſcrivendo la morte ſpedita nella G. Brettagna legge viſi
di un Vareno Fulignate, dice quello di un Fulignate . Ma tutte e
queſte
19e
queſte belle teſtimonianze nulla con luogo, ſennonche alla preſente città
chiuderebbono per Fuligno, ſe foſſe di Fuligno, accomodare le circoſtan
vero ciò che venne in capo a Flavio ze locali, che abbiam veduto qui
Biondi da Forlì verſo la metà del XV. ſopra attribuirſi all'antica Fulginia
ſecolo, cioè che l'antica Fulginia, da Appiano Aleſſandrino, e da Silio
di cui parlano i vetuſti ſcrittori e , Italico ; vale a dire di eſſer 2o. mi
le vecchie lapidi, nulla abbia che , glia lontana da Perugia, e ſituata ,
fare colla preſente città di Fuligno, nel cuore di una vaga, e largamen
volendo egli che queſta non ſia più te diſteſa pianura , ricca all'intor
antica dell' VIII. ſecolo, e che abbia no di pingue e ferace campo , ed
avuto la ſua origine dalle rovine del inaſfiata dalle freſche acque del
vicino Foro - Flaminio , diſtrutto in fiume Clitunno, detto oggi le vene?
quel ſecolo da Liutprando re de'Lon Come conciliare coll'idea di una .
gobardi. A ſventare queſto falſo, e città recente gl'illuſtri avanzi di ve
capriccioſo concetto di quel ſcritto ra antichità, che ſonoſi di ſotterrati ,
re deſtina appunto il noſtro Auto o vedonſi tuttora in Fuligno ſteſſo ,
re la ſeconda parte del ſuo I. ra o nelle immediate adiacenze di eſſo?
gionamento, e le vittorioſe pruove e Conchiudaſi adunque francamente col
che egli aduna per dimoſtrare il ſuo noſtro Autore , che farebbe d'uopo
aſſunto ſon tante e tali, che il Bion rinunciare al buon ſenſo, rivocando
di medeſimo, ſe tornaſſe in vita, do in dubbio ſe le allegate teſtimonianze
vrebbe arroſſire di aver ſoſtenuto quel di Cicerone, di Silio , di Plinio, e
la ſua ſi ſtravagante opinione . Fra di Appiano debbanſi intendere della
queſte pruove ve ne ha una tratta - preſente città di Fuligno, o piuttoſto
dall'Itinerario Geroſolimitano ſcritto di qualche altra, di cui più non ſap
verſo la fine dell'imperio di Coſtanti piamo la ſituazione. Eſiſteva pertan
no, e dato alla luce in Amſterdam to, ed eſiſteva in florido ſtato la cit
dall'eruditiſſimo Weſſelingio l'anno tà di Fuligno nel ſettimo ſecolo dal
1735. In queſt'itinerario , partendo la fondazione di Roma, intorno al
da Roma , dopo Otricoli , Narni, quale appunto viſſero gli ſcrittori ſum
Terni, ed altre manſioni, ſi viene a mentovati . Ma quando eſſa ebbe la
Spoleto, finalmente a Fuligno, e li ſua prima origine , e a qual popolo
appreſſo a Foro Flaminio ; e quello debbeſi la ſua prima fondazione ? Que
che al propoſito noſtro fa molto , e ſto appunto è l'oſcuro ſoggetto del
dee chiuder la bocca ai ſeguaci del II. ragionamento, in cui, come di
Biondi, ſi è che non ſi contano più cevamo da principio, non ſappiamo
di tre miglia di ſpazio tra una città ſe debbaſi più ammirare l'erudizio
e l'altra. CIVITAS FZ)LGIAVIS M. ne , e la dottrina , o la ſaviezza e
V. , movendo da Trevi; CIVITAS la moderazione del noſtro ragionato
FORO FLAMINII M III , mo re. Egli ſi riſtringe ad accennare le
vendo da Fuligno ; così l'itinerario ragioni che lo muovono a penſare che
ſovraccennato. E poi a qual altro la fondazione di quella città non “i
ba
19 I
baſi attribuire ai Romani , ſiccome trada, nome molto adattato alla di
neppure ai Galli , o ai Cartagineſi lei ſituazione . Ma il noſtro Autore
che furono i due popoli che ne tem è il primo a riderſi di queſte ſtirac
pi della Romana repubblica ebbero chiate ed incerte etimologie , oſſer
dominio in quelle parti. Non ai Ro vando ſolamente in propoſito di que
mani, perchè così eſſendo , Fuligno ſta del Sig. Bullet , che ſe deſſa aveſ
non avrebbe giammai potuto godere ſe qualche fondamento , ſi potrebbe
di quel governo di ſua ragione , e veriſimilmente attribuire la fondazione
di quella libertà municipale che Ci. di Fuligno ai popoli Umbri, originari
cerone rammenta , e molto meno a de'Liguri, i quali erano veri Celti.
vrebbe potuto a ſua voglia venire Conchiudeſi adunque dal noſtro Au
a ſtringer con Roma quella lega , tore eſſere involta nelle tenebre de'
che dal medeſimo oratore ci viene più remoti ſecoli la prima origine di
additata. Non dai Cartagineſi , per Fuligno, e non poterſi in conſeguen
chè queſti non godettero mai in Ita za prender verun ragionevol partito
lia di uno ſtabile dominio, quale ſi intorno all'epoca della medeſima, ciò
richiede per fondare città, e ſolo eb che in vece di derogare alla ſua no
bero il tempo di diſtruggerne, e ſac biltà , le aggiugne anzi ſommo lu
cheggiarne. Non finalmente ai Galli, ſtro, e la mette in iſtato di poter
perchè queſti pure non paſſarono per gareggiare in pregi di antichità colle
l'Umbria, e per il Lazio che per de più illuſtri città Italiane. Queſti due
vaſtare queſte provincie, e difcaccia ragionamenti ſono ſeguiti da alcune
ti da Roma ſi ripiegarono ſu per il feſtevolmente erudite ricerche del ce
Piceno e per l'Adriatico, donde le lebre Sig. Avvocato Lodovico Col
aquile Latine li obbligarono parimen tellini ſopra la ſeguente iſcrizione ,
ti a sloggiare alcuni anni dopo. Sem che conſervaſi attualmente nel palazzo
bra pertanto al noſtro Autore che a priorale della città di Fuligno:
qualche più antica nazione debba .
aſcriverſi l'origine di Fuligno, ſen D. M -

za che però vi ſia alcuna probabile TVTILIA E


congettura per attribuire un ſiffatto LA VDI CIA E
onore a qualcuna delle molte nazio CVLTRICES
ni che penetrarono in quelle parti -. COLLEGI
Il Sig. Bullet nel ſuo dizionario Cel FVLGINIAE
tico, ſiccome di tante altre, così del
la parola Fuligno fa venire agevol Siccome queſta lapida , in cui faſi
mente l'origine dalle tre voci Celti eſpreſſa menzione di Fulginia , fu
che inſieme unite Full che vale fer ſcavata l'anno 1671. in diſtanza di
tile, Giu, bello, ed as, o ac, con un miglio ſcarſo da Fuligno , così
trada , ſicchè il nome di quella città deſſa ſola baſterebbe a turar la bocca
veniſſe a ſignificare bella fertil - con al Biondi , e a qualunque altro con
lui
192
lui voglia ſoſtenere che l'antica Ful qua dalla putrefazione ne'lunghi viag
ginia non ſia ſtata nel ſito ove la cit gi di mare, baſtava infondere in ogni
tà di Fuligno preſentemente ſi trova. botte di acqua una certa doſe di cal
Sono molte le giudizioſe ricerche, che ce, e precipitar poi queſta calce nel
il dotto Sig. Coltellini ſi pone a fare fondo per mezzo della magneſia bian
ſopra queſta lapida , e ſpecialmente ca. Ma queſto ſuo annuncio è rimaſto
ſulla parola CVLTRICES , ſu cui ſin ad ora negletto a cagion della ,
profonde un mare di antica erudizio ſpeſa. Il Sig. Henri ci fa ora ſapere
ne ; ma noi ci ſiamo troppo diffuſi in queſta ſua operetta , che ſenza ,
ſui due primi ragionamenti per dove perder di viſta l'economia tanto ne
re ora aver cura di quella brevità , ceſſaria a conſiderarſi in ſimili caſi,
che conviene ai noſtri articoli . Ma ſi potrà ciò non oſtante profittare del
già è noto per altre produzioni il va la bella ſcoperta del Sig. Alton, ſo
lore antiquario del Sig. Coltellini. ſtituendo una qualunque terra calca
rea, e l'acido vitriolico in vece del
L O N D R A . la magneſia bianca . Invitato dall'
analogia dell'argomento il Sig. Henri
An account of a method of preſer c'inſegna ancora in queſt'opera una
ving vater at ſea from putrefattion e maniera facile, e poco diſpendioſa -
cº-c. Deſcrizione di un metodo di pre d' impregnare d'aria fiſſa una gran
ſervar l'acqua dalla putrefazione e quantità d'acqua per uſo de vaſcelli
ne viaggi di mare, del Sig. Tommaſo e degli oſpedali , ſiccome ancora il
Henri, membro della ſocietà R. Preſſo modo di procurarſi un lievito artifi
ºfobnſon 1781. in 8. ciale, di contraffare le acque acidule
più rinomate, per eſ. quelle di Pyr
Il Sig. Alton di Edimburgo aveva mont, di Saltz &c.
annunciato, che per preſervare l'ac

Assoeser, assensº, Asen Assoesentasenegºnes ne senese Aav,esemessº asſensº nºn esa

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XXV. 1782. Li aa Giugno

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . niano. Chi non ſarebbe in vero ten


tato di abbracciare ſenza eſitanza il
partito de'Sig. Elpidiani, ſapendo che
Sulla patria del B. Clemente da o militano a favor loro le autorità di
Oſimo Generale dell' ordine Eremita due antichi rinomati ſcrittori , e ge
no di S. Agoſtino; diſſertazione di Ste nerali dell'ordine Agoſtiniano, oltre
fano Bellini Canonico della ſanta » a quella di alcuni altri ſcrittori po
chieſa Oſimana. Mella ſtamperia di ſteriori e nominatamente de' Bollan
Michelangelo Barbiellini alla Miner diſti , i quali benchè ſi appoggiono
va 1782. in 4. a que due ſcrittori Agoſtiniani, pure
non laſciano di eſſere anche per ſe
ſteſſi di qualche peſo? Eppure leggen
La mancanza di documenti , e l' do con imparzialità queſta diſſerta
ineſattezza ed imperizia degli ſcrit zione del Sig. Can. Bellini, i Sig. El
tori de'baſſi tempi fan sì che vi ſia pidiani medeſimi ſaranno aſtretti a .
biſogno di adoperare la maggior cag confeſſare non eſſer in verun modo
tela, e la più ſottile e giudizioſa cri concludenti quelle autorità per far
tica nel voler decidere un qualche º loro concittadino il B. Clemente, ed
oſcuro punto di ſtoria a quella ſtagio eſſervene per lo contrario altre irre
ne appartenente. Il Sig.Canonico Bel fragabili che lo dimoſtrano Oſimano.
lini ci preſenta di ciò una nuova pruo Egli è veriſſimo che Ambrogio Corio
va in queſta ſua diſſertazione, nella lano, così detto da Cori ſua patria,
quale ſi prendono ad eſaminare, e prior generale dell'ordine, nella ſua
vittorioſamente, a parer noſtro, ſi ri cronaca, che fece ſtampare in Roma
battono le ſpecioſe ragioni colle qua l'anno 148 1. , facendo la ſerie de'
li la terra di S. Elpidio nella Marca generali dopo la magna unione, ſuc
pretenderebbe di far ſuo il B. Cle ceſſit, dice, tertio loco B. Fr. Clemens
mente da Oſimo , inſigne Eroe cri de S. Elpidio Marchi e Anconitana .
ſtiano del ſecolo XIII. , e ſingolar Ma laſciando ſtare , ch'egli ſcriſſe
ſplendore dell'inclito ordine Agoſti due ſecoli dopo la morte del Beato,
Bb e che
194 -
e che non cita nè moſtra ſeguire l' remuntiante , e all'anno i 284. Fr.
autorità degli ſcrittori che l'han pre Clemens DE A2'XIAO reeligitur .
ceduto, e nominatamente del B. Er Mettendo adunque da parte che Egi
rigo d'Allemagna, e del B. Giordano dio da Viterbo ſcriſſe ancor egli più
da Saſſonia, i quali furono contem di due ſecoli dopo la morte del Bea
poranei del Beato , e nominandolo to, ſenza citare nè ſeguire l'autori
mai nol diſſero di S. Elpidio ; qual tè di ſcrittori al medeſimo contempo
fondamento potranno poi fare i Sig. ranei, ed accordando ancora ai Sig.
Elpidiani ſopra la teſtimonianza di Elpidiani che la di lui teſtimonianza
queſto ſcrittore, riflettendo che in . abbia tutta quella forza ch' eſſi pre
quella medeſima cronaca dopo di aver tendono , ci dicano almeno perchè
fatto nella 1. parte il B. Clemente piuttoſto alla prima che alla ſeconda
di S. Elpidio, nella 2. egli lo dice poi delle due allegate, e sì contrarie di lui
di Orvieto, ſecun.lus fuit B. Clemens teſtimonianze eſſi credono che debba
de 2'rbeveteri ; e quaſi che queſta . preſtarſi maggior fede nel preſente ar
foſſe veramente la ſua opinione , la gomento ? Dopo di avere dileguate
ripete di nuovo ne' ſuoi commentari le ragioni, e le teſtimonianze che »
ſuper regala S. Auguſtini, dicendo : ſembravano a prima viſta militare a
habemus divos viros B. Clementem Cr favore de' Sig. Elpidiani, paſſa il Sig.
bevetanum cec. L'altra teſtimonianza, Canonico Bellini ad accennare quelle
ſu di cui ſi fondano i Sig. Elpidiani, ſi di tutt'altra natura che aſſiſtono i
è quella di Egidio da Viterbo, gene Sig.Oſimani. Qual moltiplicità, qual
rale ancor egli del ſuo ordine , e , conſenſo, quale non mai interrotta .
poſcia Cardinale . Queſti adunque º continuazione cronologica dai tempi
ſcrivendo nel 15 o. al comune di S. del Beato ſino ai noſtri preſentan eſ
Elpidio non ſolo gli dice : divus Cle ſe in favore di queſti ! Contentiamo
mens Flpidienſis veſter, ma ancora - ci di riferir ſolamente quella che ve
vos qui eius colitis patriam ; parole ramente da ognuno dovraſſi giudicar
dicono i Sig. Elpidiani, che indicano perentoria , e baſtante a decidere la
abbaſtanza qual foſſe il ſuo ſentimen preſente quiſtione, vale a dire quel
to . Ma il male ſi è che queſto me la che deſumeſi da un mſ. del 13oo.
deſimo Egidio da Viterbo , non già cioè di ſoli nove anni poſteriore alla
in una lettera di grazioſa riſpoſta , morte del Beato di cui ſi tratta. Que
ma in un libro, il quale conſervaſi ſto mſ., che incomincia : In Dei no
manoſcritto nell'archivio di S. Ago mine amen . Anno domini MCCC. ,
ſtino di Roma col titolo di res ordinis e della di cui autenticità ſono garanti
varia , chiama per ben tre volte il l'eruditiſſimo P. M. Agoſtino Anto
B. Clemente Oſimano in tre luoghi di nio Giorgi, e il fu Ab. Giovanni Con
verſi , dicendo all'anno 1269. Fr. ti, ſoſtituto dell'archivio ſegreto Va
Clemens DE AZXIMO , all' anno ticano, i quali l'eſaminarono l'anno
1274.Fratre Clemente DE AZXIMO 1759 , contiene l'elenco di tutti i
capt
- 195
capitoli , e de' ſuperiori tutti così cº- juris publici auditor & c. Ferra.
provinciali, come generali dell'ordi ria: 1782. Typis Rinaldianis in 4.
ne Agoſtiniano dall'anno 1274. ſino
al 13oo. In queſto mſ adunque di
una ſi veneranda antichità, il noſtro Frutto de lumi recati dal dotto ,
Beato, ogni volta che vi ſi nomina, e celebre Sig. Dott. Franc. Stefano
e vi ſi nomina per ben tre volte , Bartolommei nella univerſità Ferra
vien ſempre detto Oſimano. Fu dun reſe , ove ſoſtiene con tanto decoro
que detto da Oſimo il B. Clemente a la cattedra delle pandette, e del drit
perchè egli era veramente da Oſimo, to pubblico, ſi è, oltre le altre pro
e non già, perchè i vi veſtiſſe l'abito duzioni già da noi l'anno ſcorſo ri
religioſo, ſiccome gratuitamente ſup ferite, e lodate , la preſente diſſer
pone il notiſſimo Storiografo Agoſti tazione, con cui un ſuo allievo ſi fa
niano Luigi Torelli , la di cui opi ora diritto alla laurea giuridica. Pre
nione comparirà anche più priva di cede queſta diſſertazione una lettera
fondamento eſſendo vero , ſiccome dedicatoria ai riformatori di quella
con aſſai buone ragioni rende veri univerſità , de quali ſi commenda la
ſimile il noſtro Autore , che non vi vigilanza, congiunta alle generoſe »
foſſe ancora convento Eremitano in cooperazioni, ed all'influſſo primario
Oſimo prima del Beato, e che mol di Monſig. Gio. Maria Riminaldi Pre.
to meno foſſe allora il coſtume degli ſidente della medeſima ; mentre non
Agoſtiniani di prendere il nome dal è, che per ſuo beneficio, quod bi
luogo della lor veſtizione. Proſiegua bliotheca, come i vi diceſi , omnis ge
l'eruditiſſimo Sig. Canonico Bellini a neris ſcriptoribus ſatis inſtructa cui
impiegarſi così lodevolmente, come ha que ſemper pateat , quod profeſſores
fatto in queſta diſſertazione, nell'illu ingenio, 6 doctrina praſtantes con
ſtrare la ſtoria eccleſiaſtica della ſua dueti ſint , iique perbumaniter cum
patria, poichè in queſte materie ve diſcipulis , aſſidue que diſciplinarum
ramente può dirſi per ogni titolo lumina communicent ; quod muſeum
Et pius eſt patria facta referre labor. numiſmatum , aliarumque rerum co
pia, ci varietate vel peritiſſimos ocu
ſos cum voluptate detineat & c. In
F E R R A R A , fatti tutto queſto bello, e grandioſo
ſtabilimento, ſe per ragione dell'an
guſtia del tempo non ha potuto me
De retractus jare civitatibus ex ritare il ſoſpirato onore d'avere ſpet.
cludendo diſſertatio ; adjefta ſunt tatore l'inſigne, e munifico ſuo be
theſes varia ex jure natura , publi nefattore il S. Padre PIO VI. in oc
co , gentium, 6 civili, quas in pon caſione del ſuo paſſaggio per Ferrara
tificio Ferrarienſi lyceo defendere ſta è ſtato però in parte riſarcito del dan
tuit job. Baptiſta Duri, pandetiarum, no ſofferto per mezzo del grazioſo
Bb 2 aC
196
acceſſo di altri diſtinti perſonaggi, il ſcuno ha nelle ſteſſe leggi degli antichi
Sig. Card. Boncompagni, il Sig. Card. Romani. Siccome queſto odioſo dirit
Carafa , il Sig. Senatore D. Abbon to di ricatto dei venduti effetti na
dio Rezzonico, ed il celebre Monſig. fce da un fondo d'inoſpitalità, che
Garampi: i quali quanto furono in tale una volta ha regnato fra le nazioni
occaſione contenti della biblioteca del diverſe, così di queſte, e de'Roma
muſeo, delle ſcuole , e di tutti gli ni in iſpecie deſcriveſi l'avverſione
altri mezzi nobilmente diſpoſti a van per l'eſtere perſone , e pei loro ac
taggio delle ſcienze, altrettanto ap quiſti in luoghi , ch'eſſe non aveſ.
plaudirono alle cure del Preſidente , ſero ſortito per patria. Queſto ſpiri
eſimio benefattore, ed alle ſollecitu to inurbano, e nemico del foraſtiero
dini per la patria di que”Sigg. Rifor ſi trasfuſe anche ne' popoli de'ſeco
matori . E poichè in tale occaſione li di mezzo; anzi crebbe a norma ,
era ſtato tutto preparato, onde com della barbarie, e dell'ignoranza, che
pariſſe ogni capo nel ſuo più lumino ſono le principali fomentatrici degli
ſo aſpetto, così per due giorni con odj, e delle inciviltà. Siccome con
tinui è ſtato libero l'acceſſo ad ogni giunti ſono a queſti mali anche moltº
ſorta di perſone , ed ha perciò Fer altri inconvenienti, cioè la traſcura
rara ſteſſa potuto incominciare a chia tezza dell'agricoltura, e il languor
ramente conoſcere un bene, della di del commercio, così l'ampia eſten
cui utilità, e pregio ſarà anche inap fione delle ſelve , e delle paludi, tri
preſſo per maggiormente convincerſi. ſto effetto della prima , e la neceſſità
Ma veniamo alla diſſertazione , la di tener conto delle proprie produzio
quale è una conferma di tutto queſto ni , effetto indiſpenſabile del ſecon
inſigne apparato , ed ampio preſidio do , potè render geloſi i popoli di
providamente iſtituito per l'acquiſto conſervare pe' ſoli cittadini il poſſe
de'migliori ſtudi a prò della gioventù dimento de'fondi fruttiferi, eſcluden
Ferrareſe. Verſa queſta ſull'argomen done quindi con proibizioni, ed ag
to de jure retratius, che è il dirit gravj i foreſtieri. A tutto ciò s'ag
to, che ſi dà al cittadino di reſcin giunſe il coſtituirſi , che fece, quaſi
dere la vendita fatta ad un foraſtie ciaſcuna città in repubblica, e l'ac
ro . E poichè queſto gius di ricatto cenderſi , che fece fra gli ſtati limi
è ora conſiderato negli ſtatuti della . trofi l'emulazione d'invidiarſi , e di
città di Ferrara , così piace al Sig. tarparſi a vicenda i nuovi acquiſti ,
Duri denominarlo municipale. Eſpo e di contraſtarſi per conſeguenza an
ne egli in prima le tre diverſe ſpe che coll' armi l'ingrandimento della
cie di queſto gius , mentre altro è potenza , e delle ricchezze. Queſto
teſtamentario, altro convenzionale , ſpirito pertanto di barbarie, di diſpo
altro civile; e quindi indica gli effet tiſmo , di gelosia , e di diſcordia,
ti di ciaſcheduno per ordine , addi che formava il carattere di que”ſeco
tando inſieme lo ſtabilimento, che cia li, ſi diffondeva anche nelle leggi di
que”
197
que popoli autonomi, ed era il pa C R E M O N A.
dre di tante privative, e di tante º
catene avverſe all'umana libertà, ed
alla ſocial comunanza. Tutto queſto Elogio ſtorico del P D. Giovanni
compleſſo di coſe ſiccome potè com Claudio Fromond pubblico profeſſore
binarſi nell'antico ſtato di Ferrara, nell'univerſità di Piſa, ſcritto da ,
così potè concorrere a far naſcere la D- Iſidoro Bianchi regio profeſſore di
legge di eſcluſione d'ogni perſona , etica nel real ginnaſio di Cremona .
o corpo, non ſoggetto alle ordinanze Cremona 178 1. per Lorenzo Mani
pubbliche, dal dritto d'acquiſtare ivi ni, in 4.
beni immobili, la quale ſi ha appun
to nello ſtatuto municipale ; e per
ciò molte opportune notizie viene º Noi troviamo giuſtiſſimo , come
quì ora l'erudito giovane a produr abbiamo detto altre volte , che s'in
re ſulla condizione della ſua patria - troduca anche in Italia il guſto de
ne' tempi di mezzo. Ma poichè egli gli elogi verſo quegli uomini cele
vuole renderſi utile alla medeſima , bri , e dotti , che la medeſima va
non è perciò contento di ſolamente perdendo , sì perchè l'onore reſo agl'
fare l'eſpoſitore di queſti fatti; ma illuſtri defunti anima alla ſteſſa meta
di più ſi coſtituiſce ſaggio cenſore, di gloria l'emula gioventù, sì per
e propone l'abolizione di queſta leg: chè reſta così , come in un nobile
ge, come contradditoria coll'indole proſpetto , a tutti eſpoſto quanto di
de' noſtri tempi , e come oppoſta al nuovo, o d'importante almeno, eſſi
pubblico intereſſe. Ciò pertanto eſe recarono nella maſſa delle utili co
guiſce con tutto quell'apparato di gnizioni. Quando così diciamo, ve
rifleſſioni , e di teoremi , che ſono niamo a dire , che da queſto onore
ora ammeſſi da tutti i più ſaggi ſcrit vanno eſcluſi gli uomini mediocri, e
tori economiſti, e dilegua anche ben' tanto più i volgari, mentre i loro elo
opportunamente con le più giudizio gi, oltrecchè diſonorano la verità ,
ſe riſpoſte tutte quelle obbiezioni , non ſono al caſo di produrre veruno
che taluno avrebbe potuto fare con di queſti beni, anzi aggiungono eſſi
le opinioni già ſoſtenute da qualche ſempre ai tanti incomodi del ſecolo,
celebre giuriſpubliciſta , applicandole che mai non mancano, un altro di
al preſente caſo. Merita dunque ogni più . Chiunque conoſce la celebrità
lode il noſtro Autore , giacchè per del nome , l'originalità de talenti,
noſtro avviſo non può averſi ſcritto e la ſolidità delle opere del Padre
re più utile, quanto quello che cer Don Gio. Claudio Fromond, Cremo
ca riſtabilire qualche verità oſcurata, neſe, troverà piucchè giuſto, e do
o diſtruggere qualche inveterato pre veroſo l'elogio, che noi ora riferia
giudizio della ſua nazione. mo, e che ha pubblicato il ch. Pa
dre Don Iſidoro Bianchi , al quale
- hanno
198
hanno già più volte renduta la debi pi del Boyle, d'Homberg, di Boe
ta giuſtizia queſti noſtri fogli in oc rhaave, e di Hales, la chimica più
caſione d'altre ſue produzioni. Sic ripurgata alla fiſica eſperimentale .
come non è ora , che ſia morto il Egli avea avuto la ſorte di conoſce.
celebre Fromond , e le ſue qualità re, che i riſultati della chimica ſom
perſonali, e l'epoche principali della miniſtrano ſovente la ſpiegazione più
ſua vita furono già regiſtrate in più felice di molti fenomeni naturali, ed
luoghi, e le ſue opere perfine godo avea mercè le ſue eſperienze impara
no della più onorata riputazione preſº to, che la chimica teoretica deſunta
ſo i dotti, così noi ſaremo ora diſpen dalla chimica eſperimentale poteva ,
ſati dal fare un compendioſo novero fornire ad un filoſofo la più ſicura di
di tutte queſte coſe, che non avreb lucidazione di molti effetti dell'at
bero in noi il pregio nè d'eſſer nuo mosfera, e delle meteore . Quindi
ve, nè d'eſſere ſconoſciute . Non , oſſervando a cagion d'eſempio una
può però dirſi lo ſteſſo rapporto al vicendevole attrazione tra le eſala
Padre Bianchi , a cui e l'ampiezza zioni terreſtri, e l'aria, in virtù del
dello ſpazio , e l'indole del lavoro la quale i vapori acquei , contenuti
concedendo il modo, e l'agio di ana nell'aria, vengono dall'aria ſteſſa ,
lizzare lo ſpirito del ſuo eroe , di rilaſciati, trovò , che la pioggia ſi
ſcorrere per tutte le vicende della ſua produce come per una chimica pre
vita, di cribrare le ſue ſcoperte, di cipitazione . Queſto , ed altri ſimili
eſaminare il merito delle ſue ſcientifi penſieri ſi contengono ſpecialmente ,
che diſpute , e di moſtrare l'argo nel ſuo bel libro , che ſcriſſe contro
mento, ed il ſubietto di tutte le ſue l'opinione del Dott. Giovanni Gen
opere, ha quindi potuto fare un qua tili Medico della ſanità di Livorno,
dro eſatto , ed importante di tutti i il quale penſava , che gli oli non .
pregi intellettuali , e di tutte quelle contraeſſero peſte, e che quandoche la
novità fiſiche, che fecero il peculia contraeſſero , non potrebbero abbru
re diſtintivo del valentuomo defun ciandoſi rendere mal ſana l' aria del
to. Dunque noi ci reſtringeremo a . vicinato. Ma noi laſciamo di accen
dire, che il dotto elogiſta ponendoſi nare le altre ſue cognizioni ſull'ot
a livello dell'ingegno, e de ſtudi del tica, e ſulla meccanica, che traſpi
ſuo eroe eſeguiſce con decoro, e con rano da altre ſue opere , e finiamo
acconcezza mirabile ciaſcuna parte col condolerci, che la ſua morte ſe -
del ſuo aſſunto ; ſiccome non man guiſſe nell'anno 62. dell'età ſua, e
cheremo di far rilevare così in iſcor non abbia potuto ſopravivere alla ,
cio, come ci è permeſſo, che il pre comparſa luminoſa, che hanno dopoi
gio maggiore, e ſingolare del Padre fatta ſul chimico teatro i Meyer, Spiel
Fromond , malgrado qualche leggier mann , Pott , Macquer, Lavoiſier,
difetto di ſtravaganza, e di immagi Baumè , Black , Pringle , Gaber,
nazione troppo viva , fu quello di Macbrid, Prieſtley, e Scopoli.
unire, dietro i principi, e gli eſem
MODE
199
M O D E N A . il noſtro Autore, che dopo Boei
non vi foſſe città in Italia , in cui
prima che in Modena cominciaſſe a
Biblioteca Modeneſe , o notizie fiorire la giuriſprudenza. Non ſi cre
ſtoriche della vita, e delle opere de da per queſto che l'Autore voglia
gli ſcrittori nativi degli ſtati del ſere dire che i vi foſſe un'univerſità, poi
niſſimo Sig. Duca di Modena , rac chè una veramente tale non fu in
colte ed ordinate dal Cav. Ab. Gi trodotta in Modena , che dal Duca
rolamo Tiraboſchi, Conſigliere di S. Franceſco II. nel 1678. , il ſolenne
A. S. , preſidente della Ducal bi aprimento della quale ſi fece ſoltan
blioteca e della gallerìa delle meda to cinque anni dopo; e dall'orazio
glie, e profeſſore onorario dell'uni ne che recitò in tale occaſione il ce
verſità della ſteſſa città . Tomo I. lebre Ramazzini raccoglieſi , che
178 1. in 4. mancavale ancora il privilegio di con
ferir la laurea con autorità imperia
le. Anche Reggio ebbe ſcuole di leg
Egli era ben di ragione che il ce ge che moſſero invidia a quelle del
lebre Sig. Ab. Tiraboſchi , dopo di le pubbliche univerſità ; ond'è che
aver ſi glorioſamente impiegate le , Odofredo , ed Accorſo Fiorentino au
ſue fatiche di molti anni nell'illuſtra torevolmente decideſſero che i ſoli
re tutta la ſtoria letteraria d'Italia , profeſſori di Bologna godevano de'
ne conſecraſſe alcuni pochi a ſcrive privilegi de giureconſulti, non que”
re più minutamente la particolare ſto che altrove inſegnavano, e nomina
ria letteraria degli ſtati del ſuo Si tamente quei di Modena, e di Reg
gnore , e ſuo generoſo e ſingolar Me gio . Ma per dir qualche coſa dell'
cenate. Premette egli a queſt'opera opera ſteſſa, non abbiam certamente
due diſcorſi preliminari, il primo ſul biſogno di far conoſcere ai noſtri let
le accademie , che fiorirono o tut tori la rara diligenza del noſtro Au
tora fioriſcono in que luoghi , che tore nel fare ſiffatte bibliografiche ri
han ſomminiſtrato i materiali dell' cerche, e la di lui ſana critica, ed il
opera, e l'altro ſulle pubbliche ſcuo di lui buon guſto nel dar giudizio de
le. Del primo egli già ne avea dato gli ſcrittori e delle loro opere; poi
un ſaggio in un diſcorſo accademico chè chiunque conoſce la ſua ſtoria ,
pubblicato ſeparatamente, e da noi non letteraria d'Italia , ( e chi oramai
ha guari riferito inſieme colla raccolta non la conoſce ? ) dee ſapere, ſenza
accademica , di cui eſſo fa parte . che noi gliel diciamo, quanto que
Riguardo alle pubbliche ſcuole , ſi ſti pregi debbano ancora campeggiare
fa vedere che quantunque Modena nella biblioteca Modeneſe . Ci con
non ne aveſſe negli antichiſſimi tem tenteremo adunque di dire che queſta
pi, cominciò però ad averne circa biblioteca Modeneſe è diſteſa con or
la metà del XII. ſecolo, e pretende dine alfabetico , e che in queſto I.
VO
2oo
volume che ora annunciamo , fanno ha che il Pulci col ſuo Morgante ,
fra gli altri ſingolar comparſa un la che poſſa contraſtare l'onore di eſſe
copo Barozzi da Vignola, un de'prin re ſtato il primo a pubblicare , ma
cipali architetti del ſecolo XVI. , e non già forſe ſecondo il noſtro Au
il più ſaggio legislatore dell'arte che tore ad ideare un poema romanzeſco
profeſſava ; un Jacopo Berengario da tratto dalle favole de'paladini di Fran
Carpi, che il gran Fallopio non du cia; e finalmente più di tutti gli al
bitò di chiamar primo nella ſcienza tri un Caſtelvetro, non ſappiamo ſe
anatomica, ed a cui, ſecondo l'opi più celebre per le ſue letterarie pro
nione fondata del Sig. Portal che vie duzioni, o per la ſua acerbiſſima diſ
ne citato e ſeguito dal noſtro Auto puta con Annibal Caro, e per le ſue
re, molte ed intereſſantiſſime ſcoper ſtravaganze, e peripezie. Le nuove
te ſi deggiono in quell'arte, che fu ed intereſſanti notizie , colle quali
rono poi falſamente ad altri attribui il Sig. Ab. Tiraboſchi ha illuſtrato in
te; un Conte Matteo M. Bojardo , queſto I. volume le vite, e le ope
che ſi dimoſtra dal noſtro Autore Reg re di queſti ed altri celebri ſcrittori
giano e non già Ferrareſe , ſiccome non poſſono ſennonche farci deſide
lo vorrebbe il Sig. Dott. Gio. Andrea rar maggiormente la continuazione,
Barotti, il quale ſcriſſe ſu di ciò una e il compimento di queſta biblioteca
lunga diſſertazione, ed a cui non vi Modeneſe.

a&asenesºnºasſºnay, Aºy, A4 neSenegºnese), Agenas nºnº Aº nºn ºsº assa

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
l

Num. XXVI. - . 1782. Li 29. Giugno


-

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


- a - - - : a

R O M A. , le fiſſate dal tribunale della ſagra ro


ta; monumenti ſcritti in una lingua
Elementi delle leggi civili Romane già eſtinta, che non è nota al comu
diviſi in quattro libri, ed eſpoſti nellº ne dei cittadini . E'degno pertanto
Italiana favella dall'Ab. Giuſeppe di tutta la lode il Sig. Ab. dall'Olio,
dall'Olio Romano, nelli quali s'indi che nella ſua più freſca età ſi è ac
ca il dritto naturale, il dritto anti cinto all'impreſa di pubblicare nella
co Romano, il Giuſtinianeo, le co lingua noſtra vernacola gli elementi
ſtituzioni, i decreti Pontifiej, le rubri delle leggi civili Romane, acciò ſie
che dello ſtatuto di Roma, e le deci. no tutti a portata di apprenderle, e
ſioni Aotali. Libro I. In Roma 1782. trarne profitto. Soprattutto però è aſ
Si vende nella librerìe dirimpetto al ſai commendabile la ſua impreſa di
la chieſa degli Orfanelli, i rigettare dalla legislazione Giuſtinia
- te i, a : i nea tutto ciò che non è più adattato
Uno dei principali doveri dell'uo ai preſenti noſtri coſtumi, come ap
mo coſtituito in ſocietà ſi è di cono punto ſarebbono gli antichi titoli de
ſcere le patrie leggi. Ad effetto per ingenuit , de libertinis, de lege Fu
raltro che ogni uomo di qualunque ſia º c., di ſoſtituire ai titoli ſoppreſſi
condizione egli ſia prenda un'eſatta altri titoli più uſuali, e più frequen
cognizione di tali leggi, è neceſſario ti nel foro, come ſono quelli del cen
che queſte ſieno ſcritte nel linguag ſo, del cambio, de luoghi di mon
gio comune a tutti , acciò da tutti te, della dote, dell'obbligo camera
poſſano facilmente intenderſi . Onde le , delle teorie fidecommiſſarie &c. e
con giudizio il ſavio autore di que finalmente di decorare ogni titolo ,
ſti elementi ha premeſſo al libro, che dove faccia di biſogno, con le varie
annunciamo , l'epigrafe tratta dalla coſtituzioni Pontificie, col noſtro drit
leg. 6. cod. de Legibus: leges ſacra to municipale, e con le regole de
tiſſima, qua conſtringunt hominum , terminate dalla ſagra rota . Noi ab
vitas, intelligi ab omnibus debent . biamo letto con piacere il primo li
I noſtri cittadini vivono con il gius bro già pubblicato, e vi abbiamo oſ.
comune de loro maggiori, con le co ſervato chiarezza di ſtile, metodo ,
ſtituzioni Pontificie, e con le rego ordine, preciſione , ed una ſobria ,
C c Crl -
2O2

erudizione. E'pur decorato di note bre le e vegetabile del noſtro Sig.Ab.Spal


vi, ed opportune. L'opera, come , lanzani. Siegue dopo di ciò una me
ognuno può figurarſi, non è ſuſcet moria del Sig. Portal ſopra alcune
tibile di eſtratto , e perciò ci baſta malattie del fegato che ſi attribuiſco
di averla annunciata, potendo aſſicu no ad altri organi, e ſopra altre ma
rare il giovine autore, che la mede lattie, le quali ſi crede comunemen
ſima non può non eſſer gradita dal te, che abbiano la loro fede nel fe
pubblico. gato, ſebbene l'abbiano in altre parti;
facendoſi in eſſa vedere quanto ſo
vente accada per la vicinanza delle
F I R E N Z E. ' ' parti che negl'infarcimenti dei lobi
polmonari ſi accuſi di oſtruzione il
Raccolta di opuſcoli fiſico - medici: fegato ed anche la milza, e vicever
volume XXII. all' Illho Sig. Giovan ſa che s'incolpi qualche viſcere con
ni Arduino pubblico ſopraintendente tiguo al fegato, per eſ. il diaframma,
all'agricoltura al ſervizio della ſe il rene deſtro, il colon, o lo ſtoma
reniſſima repubblica di Venezia, e co delle malattie che hanno nel fe
ſocio di molte inſigni accademie di gato la loro ſede. Occupano il ter
ſcienze, arti & c. AVella ſtamperia , zo e quarto poſto la deſcrizione di
Allegrini alla Croce roſſa 1782. in 8. una lince oſſervata in Mantova dal
Sig. Dott. Aſti protomedico di quella
città; e una memoria del Sig. Vicq
Il celebre Sig. Dott. Targioni non d'Azyr, tradotta ancor eſſa in ita
fa deſiderare in queſto volume quella liano dal Sig. Dott. Targioni , ſu i
bella varietà di materie che coſtitui nervi del ſecondo, e terzo pajo cer
ſce uno de principali pregi di queſte vicale. Quindi ſi riproduce un'anti
periodiche raccolte, e che potea for ca lettera del Sig. Zannichelli al ce.
ſe deſiderarſi nel precedente volume lebre Sig. Pontadera, ſcritta e pub
XXI. da noi non ha guari annuncia blicata fin dal 1734. intorno alle fa
to , ed in cui non ebbe luogo che coltà dell'ippocaſtano; e queſta ripro
una ſola memoria riſguardante l'epi duzione rieſce molto opportuna, do.
demia che affliſſe la città di Firenze po che le oſſervazioni del Sig. Zan
nell'inverno del 178o - 178i. Si legge nichelli ſulla virtù febbrifuga di quell'
adunque nel preſente volume in pri albero di origine Americana, ma ora
mo luogo un diſcorſo del Sig. Senne comuniſſimo in Europa, ſono ſtate e
bier di Ginevra tradotto in Italiano recentemente confermate, ed amplia
dal medeſimo Sig. Targioni ſulle ſco te dal Sig. Dott. Turra celebre natu
perte microſcopiche fatte nei tre regni raliſta, e medico Vicentino. Leggeſi
della natura; il qual diſcorſo fu pre in ſeguito una memoria del Sig. Hal
meſſo dal Sig.Sennebier alla traduzione ler, e degna del ſuo Autore ſopra una
Franceſe ch'ei pubblicò in Ginevra l' malattia epidemica inſorta nel cantone
anno 1777.degli opuſcoli di fiſica anima di Berna l'anno 1762. In ultimo luo
go
2o3
go il dottiſſimo raccoglitore medeſi re, di coltura , e di proſperità in .
mo Sig. Dott. Targioni ci preſenta , vigore delle eccellenti coſtituzioni po
due ſue proprie produzioni ; cioè un litiche colle quali cominciò a gover
diſcorſo da lui letto in un'adunanza narſi, e della perfetta unione che o
dell'accad. della Cruſca ſul vero ſi mantenneſi per qualche tempo ſalda ,
gnificato della voce aria fiſſa, in fra i diverſi ſtati che la componeva
cui ſi fa vedere la ragionevolezza di no, paſsò egli a ſvolgere e ſviluppa
una tale denominazione, ed un elogio re que ſemi di geloſia, e di ambizio
di Alberto Haller, degno veramen ne di primeggiare e di ſignoreggiare
te del lodato, e del lodatore. Si dà ſopra tutti gli altri, che alterarono
finalmente termine al volume col ſo quella ſi bella e neceſſaria unione,
lito annuncio di queſtioni accademi ed armando la Grecia contro di ſe e
che , di progetti e di libri nuovi. ſteſſa diviſela in due partiti, uno de'
S' egli è deſtino che le opere perio quali combattea per il primato di Ate
diche abbiano tutte ad avere un bre ne , e l'altro per quello di Sparta.
ve periodo di vita, è deſiderabile che Se i primi nove o dieci anni di que
poſſa andare più lungamente delle al ſta guerra Peloponneſiaca, che furo
tre eſente da queſta legge la preſen no deſcritti alla fine del II. volume,
te raccolta unicamente diretta, co non ci preſentarono avvenimenti gran
me ſi vede, dal Sig. Dott. Targioni fatto deciſivi nè per l'una nè per l'
a promuovere, e a dilatare ſempre a altra delle due potenze rivali, ne in
più le cognizioni che ſi vanno acqui contreremo pur troppo nel III. volu
ſtando nella fiſica, e nell'arte ſalu me che ora annunciamo, ove vedre
tale , -
mo la fiorentiſſima Atene condotta ,
alla ſua totale rovina dalla vaſtità de'
- T. O R I N O. progetti di Alcibiade dover ſoffrire
l -- non che il primato, ma le leggi an
Storia politica, e letteraria della cora e il comando di Sparta, e po
Grecia di Carlo Denina profeſſore eme fcia Sparta medeſima rifinita, ed eſau
rito di eloquenza nella regia univer ſta dalle ſue ſteſſe vittorie mal con
ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria e traſtare del pari con Tebe, che ſi era
di belle lettere nella R. Accademia a tenuta ſin allora a ſomma gloria di
di Torino, ſocio delle Accademie di eſſere ſua alleata, e dipendente. Col
Mapoli e di Padova, P. A., ed accad. la ſcorta del Sig. Denina percorriamo
Fiorentino. Tomo III. AVella ſtampe rapidamente i principali fra que fat
ria Soffietti 1782. in 8. Art. I. ti, che diedero luogo a sì inaſpetta
ti avvenimenti . Non parleremo nè
Ne'due primi volumi di queſta iſto delle conquiſte che fece Braſida, pro
ria, che furono da noi annunciati al de generale Spartano, di Anfipoli e
cominciar di queſt'anno , dopo di di alcune altre città della Tracia con
averci il Sig. Denina moſtrata la Gre federate degli Atenieſi; nè dell'eſiglio
cia ſalire al più alto grado di pote a cui fu condannato il celebre ſtori
C c 2 CO

-
204 -

co Tucidide, che comandava per gli forſe fembrar più facile ad ottenerſi
Atenieſi in quella provincia , e alla queſta pace. Il ſavio e moderato Ni
di cui lentezza fu attribuita in gran cia, ſtimato ed amato generalmente
parte la perdita di quelle piazze; nè in tutta Grecia , avea maggiori ra
della rotta e della morte che incon gioni di quelle , che aveſſe in prin
trò ſotto Amfipoli quell'audace ar. cipio per conſigliarla. Ma il giovane
ringatore Cleone, il quale dopo la Alcibiade , che cominciò allora ad
felice in preſa di Sfatterìa infolentiva ingerirſi ne' pubblici affari, e che cer
più che mai nelle popolari concioni cava occafioni di ſegnalarfi , trovò
di Atene, e dopo la condanna di Tu modo di guaſtar tutte le pacifiche mi
cidide ſi era fatto dare a forza il co ſure, che quel buon vecchio avea ,
mando della Tracia; nè della morte preſo per ultimarla. Diffatti eſſendo
contemporanea di Brafida di lui vin venuti in Atene gli ambaſciadori di
citore, il quale non meritava di pa Sparta con ampio, e libero mandato
gare ſi cara la vittoria riportata ſo. di ſtipulare pace, ed alleanza cogli
pra di quel temerario ciarlone ; e , Atenieſi alle condizioni che ſi foſſero
neppure parleremo delle inteſtine di convenute, Alcibiade fingendoſi del
ſcordie che agitarono in queſti tem loro partito , e venendo a ſegreta ,
pi i Corcireſi, dalle conteſe de' quali conferenza con loro, l'induſſe a dif
coi Corinti ebbe la prima origine , fimulare un fi largo mandato, aſſicu
queſta guerra del Pelopponeſo ; nè randoli ch'egli prenderebbeſi il carico
della parte che prefero gli Atenieſi , di regolare le deliberazioni del popo
e i Lacedemoni nelle guerre fra i Si lo in modo che Pilo ſi ſarebbe reſti
racuſani, i Leontini i Locreſi, ed al tuito, e ogni coſa a grado de'Lace
tri popoli della Sicilia, e della ma demoni concordata . I miniſtri Spar
gna Grecia ; nè de paſſi che fece e tani gli preſtarono fede, e venendo
Perdicca re di Macedonia per ſolle interrogati da Alcibiade in faccia al
varſi dalla ſua piccolezza in quel to popolo, ſe eſſi aveſſero gli opportu
tale ſcompiglio del Peloponnefo; nè ni mandati riſpoſero ſecondo il concer
di altri tali avvenimenti, i quali ven tato . Allora Alcibiade rivolto all'
gono deſcritti dal Sig. Denina ne'pri aſſemblea, e con altro tuono di vo
mi capi del IX. libro. Troppo lungi ce: Ed io ſo, diſſe, che pur gli han
ci menerebbe la deſcrizione , anche no queſti mandati ; or vedete , Si
fuccinta di queſti fatti , i quali alla gnori Atenieſi, la ſincerità e la buo
fine non furono di gran conſeguenza na fede di codeſta gente, vedete che
per l'eſito della guerra del Pelopon fondamento ſi può fare nelle parole
neſo . Diciamo piuttoſto della tregua loro. Nicia atterrito e crucciato non
e del trattato di pace, che fu per por deſiſtette però dal fuoimpegno, e o
fine a queſta funeſta guerra . Dopo propoſe ed ottenne che prima di con
la morte del turbulento Cleone , e cludere altra confederazione ſi man
del valoroſo Braſida che aveva inte daſſe una nuova ambaſcerìa a Spar
reſſe di tener viva la guerra, potea ta , ed egli ſteſſo fu eletto capo di
quella
2o5
quella legazione. Ma Nicia giunſe a volta di Siracuſa , ove giunte s'im
Sparta in mal punto, poichè i nuo padronirono agevolmente del porto -

vi Efori non guari amici, come per grande, e del porto piccolo di quel
lo più accade negli elettivi, e tempo la città , ed eſſendo sbarcate felice
rari impieghi, de'predeceſſori, diſap monte ſi poſtarono in luogo dove non
provavano tutto ciò, che da quelli potevano eſſere offeſe , e donde fa
era ſtato ordinato, e in luogo di pen cilmente potevano avvicinarſi alla .
ſare a ſtringere il trattato di pace , città per cingerla di aſſedio, e com
e di confederazione intavolato cogli batterla . Alcibiade in quel tempo a
Atenieſi, ne ſtavano ſtipulando uno eſſendo ſtato accuſato di empietà, e
co' Beozj, per opporſi al quale l'ar citato a comparire in Atene per giu
dente , ed attivo Alcibiade facilmen ſtificarſi, avea preſo la fuga, ed eraſi
te perſuaſe al popolo di Atene eſſer rifugiato in Sparta ; e Lamaco, poco
neceſſario di concluderne un altro co dopo lo sbarco di Siracuſa , rimaſe
gli Argivi, che lo richiedevano; di ucciſo in un combattimento. La ſom
modochè Nicia ritornoſſene in Atene, ma dunque del comando eraſi tutta .
ſenza aver nulla conchiuſo, e già ſi ridotta nelle mani di Nicia, e tutto
vedea da tutti che la mal ſopita guer ſembrava doverſi ſperare dalla con
ra ſarebbe tornata a ſcoppiare alla ſumata eſperienza di quel bravo , e
prima occaſione. Queſt’occaſione non prudente capitano. Diffatti i Siracu
tardò guari a preſentarſi. Gli Egeſta ſani ſi videro toſto a cattivo partito,
ni, popoli di Sicilia, erano in guer e cominciarono i primi a parlare di
ra con quei di Salinunte, i quali per accomodamento. Nicia naturalmente
far fronte alla forza ſuperiore de'loro moderato, ed amico di pace vi avreb
nemici, avevano implorato ed otte be volentieri aderito. Ma gli amba
nuto il ſoccorſo di Siracuſa. Indiſpet ſciadori che i Siracuſani aveano man
titi di ciò gli Egeſtani , e temendo dato in Sparta , favoriti e ſoſtenuti
di dover eſſere aſſoggettati dai Sira principalmente da Alcibiade, avendo
cuſani, mandarono a richieder l'ami indotto quella repubblica a prender
cizia degli Atenieſi. Ad inſinuazione parte in quella conteſa, ogni nego
dell'ambizioſo ed intraprendente Al ziato andò a vuoto. Diffatti comparì
cibiade, e a diſpetto delle ſavie rap poco dopo in Sicilia Gilippo, capita
preſentanze di Nicia la guerra di Si no Spartano con alquante poche for
cilia fu riſoluta. Eſſi medeſimi infie ze, le quali furono però aſſai preſto
me con Lamaco furono eletti a capi e conſiderevolmente aumentate da .
tani di quella guerra . Procedette » quelle di tutti que popoli della Sici
queſta da principio con eſito favore lia, che vedeano di mal occhio nella
vole per gli Atenieſi. Dopo la preſa loro iſola il dominio Atenieſe. Dopo
di Catania, ove sbarcarono alla pri di aver combattuto con varia fortu
ma le truppe Atenieſi, furono queſte na per terra, ſi trovò ancora alleſti
di nuovo dopo qualche tempo fatte , ta per parte de Siracuſani, e ad in.
imbarcare da Nicia, e condotte alla
-
ſinuazione di Gilippo una poderoſa .
flotta »
2o6
flotta, che fu in iſtato di preſentarſi maneggi che faceva in Sparta per met
dinanzi a quella degli Atenieſi anco tere il ſuo oſpite Endio ſul trono,
rata nel porto di Siracuſa, e non ſolo egli per ſottrarſi al meritato gaſtigo,
di preſentarleſi, ma anche di batterla eraſi rifugiato in Lidia alla corte del
per ben due volte , quantunque la . ſatrapo Tiſaferne. Quivi col ſuo fleſ
ſeconda volta la flotta Atenieſe foſſe ſibile , e cortigianeſco ingegno ſalì
ſtata rinforzata da ſeſſanta navi , che egli in sì alto grado di ſtima , che
ſotto la condotta di Demoſtene erano facilmente potè perſuadere ai capita
giunte in Siracuſa il dì ſeguente al ni , i quali comandavano la flotta
primo combattimento. Dopo di que Atenieſe in Samo, che per di lui mez
ſte due rotte gli Atenieſi bloccati nel zo i Perſiani facilmente rinunciereb
porto, e non trovandoſi più in iſtato bono all'alleanza che aveano coi La
di arriſchiar nuova pugna , caddero cedemoni, per ſtringerne un'altra co
nell'ultima diſperazione. Riſolvettero gli Atenieſi. Non ſolamente adunque
finalmente di ritirarſi in qualche città s'intavolò e ſi concluſe il ritorno di
amica per terra. Ma in queſta loro Alcibiade in Atene, ma cangioſi an
diſaſtroſa fuga , oppreſſi dal caldo , cora in ariſtocratico il governo de
dalla fame e dalla fatica, furono fa mocratico, con cui governavaſi quel
cilmente avviluppati da Gilippo e la repubblica, perchè così volle Al
da Siracuſani, ed aſtretti a farſi pri cibiade, che aveva imparato a pro
gionieri di guerra . Ed ecco come º prie ſpeſe a non troppo fidarſi della
queſta malaugurata impreſa di Sicilia popolare incoſtanza. Egli però prima
conſigliata da Alcibiade per l'ingran di ritornare in Atene, avea deſide
dimento di Atene , divenne per Al rio di ſegnalarſi con qualche notabile
cibiade ſteſſo il mezzo più efficace di azione a vantaggio di lei . Fattoſi
vendicarſi della ſua patria , che lo dunque elegger generale della flotta
perſeguitava. Gli Atenieſi perdettero ch'era in Samo , andò ad attaccare
in queſta diſgraziata guerra aſſai più le forze navali de Lacedemoni , e ,
che la metà effettiva dello ſtato loro , fu così fortunato che la disfece , e
così per la morte o ſchiavitù di cin diſperſe per ben due volte , prima ,
quanta, e più mila de'ſuoi cittadini, preſſo di Coo, e poi preſſo di Cizi
e la perdita di circa cento e cinquan co, dopo di che non dubitò più di
ta delle ſue navi, come per la ribel moſtrarſi in Atene , ove diffatti fu
lione , che ne ſeguì di tante città ricevuto come il nume tutelare della
ſoggette, tributarie, e confederate, città. Ma non tardò guari ad incor
Il deſtino di Atene parea talmente rer di nuovo nella diſgrazia del po
dipendere da Alcibiade, che ſpuntò polo , di che egli eſſendoſi accorto
ſolamente per eſſa qualche raggio di laſciò volontariamente la patria , e
ſperanza di poterſi riavere, allorchè portoſſi in Tracia per farvi la guerra
Alcibiade fu rimeſſo nei diritti di cit a ſue ſpeſe , Contemporaneamente a
tadinanza, e tornò a governarla. Ciò queſta ſua diſgrazia , Atene , la di
accadde, dopochè eſſendoſi ſcoperti i cui ſorte, come dicemmo, ſembrava
attaC
Bey
attaccata a quella di Alcibiade, vide ſcorre dell'arrivo , e ſoggiorno del
comparire ſotto le ſue mura un ar famoſo ſofiſta Gorgia Leontino in Ate
mata Spartana condottavi da Liſandro, ne, del ſeguito ch'egli ebbe , e dell'
il quale dopo di avere intieramente oppoſizione che gli fecero Prodico e
disfatta la flotta Atenieſe a Agos-po Socrate, del dominio che acquiſtò in
tamos nell'Elleſponto, e dopo di aver queſto tempo in tutta Grecia il dia
coſtrette tutte le altre città confede letto Atenieſe &c. (ſarà continuato.
rate di Atene a cangiar partito , e
ricever da Sparta un harmoſte oſſia . U P S A L .
podeſtà, potè facilmente venire a det
tar leggi in Atene medeſima, la qua Deſenſibilitate oſium morboſa : Diſ.
le ſi vide diffatti coſtretta ad accet ſertatio medica inauguralis D. Lau
tare il governo detto de trenta tiran rentii Brandelius ſub praſidio D. Mur
ni, che piacque a Liſandro di ſtabilir ray in univerſitate 2pſalienſi Medici
vi. Così ebbe fine la guerra del Pe ma profeſſoris 1782. in 8.
lopponeſo l'anno venſetteſimo dopo
ch'era cominciata . Poco dopo Al Vi hanno alcune parti del corpo
cibiade ritrovandoſi nella Frigia fu animale, le quali benchè inſenſibili
fatto uccidere da Farnabazo, gover nello ſtato di ſanità, divengono più
natore di quella provincia ad iſtanza o meno ſenſibili in tempo di malattia.
de'Lacedemoni, i quali non ſi crede Il Sig. Murray ha oſſervato farſi un
- van ſicuri , ſino a che foſſe rimaſto tal cangiamento principalmente nei
in vita quell'intrigante Atenieſe , ſic tendini, nella membrana cellulare, e
come qualche tempo dopo i Romani, nelle oſſa ; e ſi è inoltre convinto
quantunque padroni di Cartagine, te che i nervi medeſimi divengono più
mevano ancora ſino a che l'eſule, e ſenſibili allorchè eſſi ſono attaccati da
ramingo Annibale foſſe rimaſto in . qualche morbo . Avanti di eſamina
vita. Nell'accennare così di volo i re la ſenſibilità delle oſſa cagionata .
principali fatti della guerra Pelopon dalle malattie, il Sig. Murray dimo
neſiaca, che ſi deſcrivono dal Signor ſtra che le oſſa fieno veramente guer
Denina nei libri IX. e X. di queſta nite di nervi , e che alla preſenza ,
ſua iſtoria, abbiam ſaltato per ſervi di queſti ſia unicamente dovuta la .
re alla brevità tutti quegli altri av ſenſibilità di que duri corpi. La dif
venimenti della ſtoria Greca, che non ficoltà di ſcoprire i nervi nelle oſſa
avevano un'immediata relazione col viene da eſſo attribuita al perdere ,
progreſſo, e l'eſito di quella guerra. che quelli fanno nell'entrarvi la lo
Per la medeſima ragione nulla abbiam ro ſolita forma cilindrica, prendendo
detto di ciò che riguarda le vicende in vece quella di un faſcetto ſchiac
della Greca letteratura in queſto pe. ciato, difficiliſſimo a diſtinguerſi dal
1iodo di tempo, e che forma la ma la membrana cellulare. Le ſue ricer
teria del VIII. e IX. capo del IX. che anatomiche l' hanno però meſſo
libro; ne' quali principalmente ſi di in iſtato di decidere ſenza eſitanza .
- quali
2o8
quali ſieno le oſſa evidentemente prov. purgazione della piaga . A capo di
vedute di nervi; e con replicate eſ due anni, ſi tornò a gonfiare quella
perienze , ed oſſervazioni iſtituite º cicatrice, divenne oltremmodo dolen
ſulla midolla degli animali vivi, e , te, la piaga ſi riaprì da ſe ſteſſa; e
e ſulle malattie di queſta ſoſtanza , i dolori continuarono, benchè ſi foſ
egli ſi è potuto accertare che la mi ſe rimarginata la piaga. Si fece un'
dolla ancora è fornita di nervi. Ma inciſione ſino all'oſſo, che fu trova
le doloroſe malattie delle oſſa ſono to tutto cariato , ed allorchè vi ſi
la più incontraſtabile pruova dell'eſi applicò con un pennellino il butirro
ſtenza de' nervi nelle medeſime, e o di antimonio addolcito col latte , e
ſe queſta loro ſenſibilità non ſi mo il trepano , ſi eccitarono i più vivi
ſtra nello ſtato di ſalute , ciò naſce dolori, e le più ſpaventevoli convul
perchè allora le fibrille nervoſe tro ſioni . Cita ancora il Sig. Murray l'
vanſi compreſſe dall'oſſea ſoſtanza , eſempio di alcune perſone , che avea
laddove divenendo queſta più ſpongio no ſofferto l'ammollimento di qualche
ſa, e rilaſſata per l' azione di una . oſſo. Avanti che ciò accadeſſe, que
cauſa morbifica, e ceſſando per con gli infelici ſi erano ſempre lagnati di
ſeguenza quella compreſſione, la ſen ſoffrire molto in tutte le membra ,
ſibilità può allora ſenza oſtacolo eſer avean ſoggiaciuto ad un generale a
citarſi. Fra i molti eſempi cita il Sig. abbattimento accompagnato di tempo
Murray quello da lui oſſervato di una in tempo da irregolari slanci, e la .
donna nello ſpedale di Lione , nella loro urina allo ſteſſo tempo carreg
quale eſſendoſi denudato uno degli giava un abbondante calcareo ſedi
oſſi parietali, ſi era poſcia formata - mentO , -- -

la cicatrice prima della perfetta eſ


-

as easy, Agenas seen as yoºsen A4 hegeneº e senese nasº,e senese nºn ºa Nºnessa

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e -


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XXVII. 1782. Li 6. Luglio

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

f8 O M A . neo , acciò ſi poſſano in eſſo inſeri


re, o piuttoſto legare in un tomo a
parte , al qual effetto ſi darà infine
In luogo di un articolo di Roma una prefazione ed un indice, che an
annuncieremo queſta volta il proſpet derà gratis pe”Signori aſſociati. De”
to di una nuova opera del Sig. Ab. rami ſuddetti ſe ne daranno dieci per
Filippo Luigi Gilij , il quale ha già ogni meſe, incominciando dalla fine
tante volte fregiati queſti noſtri fo del proſſimo agoſto, e così in ſegui
gli colle ſue dotte produzioni. Pro to , che perciò nel corſo di due an
mettendoci adunque fra non molto il ni potranno avere i dilettanti di que
ſecondo volume della ſtoria dell'agro ſti ſtudi l'intera collezione de generi
Romano, di cui fecimo già conoſce Linneani . Il prezzo per gli aſſociati
re il piano , ed il primo volume, ſarà di baj. 12 è per ogni dieci rami;
egli ci fa ſapere con un ſuo program e volendoli miniati, (lo che ſi promet
ma in data dei 2o. dello ſcorſo giu te che ſarà fatto con ottimo guſto )
gno di eſſerſi accinto ad un altro la ſi pagherà il doppio del prezzo ſtabi
voro, il quale dovrà contribuire non lito . Le aſſociazioni ſi prenderanno
meno che l'opera ſummentovata a - nel banco del Sig. Co. Ranieri in .
ſpargere ſempre più fra noi il guſto, e piazza di Sciarra, pagando anticipa
lo ſtudio della ſtoria naturale. Queſt' tamente baj. 12 i prezzo de'primi
opera conſiſterà in 25o. tavole nelle dieci rami , e così ſuſſeguentemente
quali in 438. figure accuratiſſimamen per gli altri. L'aſſociazione ſi terrà
te diſegnate ſi rappreſenteranno i ge aperta ſino alla metà del proſſimo ago
neri, e le claſſi dei tre regni ſecondo ſto , paſſato il qual termine ſarà ri
il ſiſtema di Linneo, comunemente a goroſamente chiuſa , e ſi accreſcerà
ora ſeguito da quaſi tutti i naturali il prezzo.
ſti; cioè i 354. generi del regno ani
male , le 24 claſſi del vegetabile ,
ed i 6o. generi del regno minerale . .
La grandezza de'rami ſarà dell'iſteſ
ſo ſeſto del ſyſtema natura del Lin
-
D d BO
2 IO
B O L O G N A . ad una certa Nice da lui immagina
ta, per così meglio oſſervare quella
Gli affetti: Canzoni di Giambatti maniera ſemplice , e dilicata che ri
ſta Aleſſandro Moreſchi pubblicate e chiede un ſimile genere di componi
per le fauſtiſſime nozze dell'eccelſo , menti. Nell'ultima di queſte canzo
e nobil uomo il Sig. Marcheſe Sena ni intitolata la felicità ritorna egli
tore Gui l'Antonio Barbazzi Manzo infine aſſai acconciamente all'argo
li colla nobile donna la Signora Con mento delle nozze, introducendo la
teſſa Laura Aldrovandi. AVella ſtam medeſima felicità perſonificata , che
peria di Lelio della Volpe 178 1. in 4. ſulla ſcorta d'Imeneo attende i Signo
ri ſpoſi in una loro delizioſa villa .
Noi ebbimo già occaſione di ammira
E perchè, dirà qualcuno, tornare re nell'anno decorſo i talenti orato
indietro all'anno decorſo per annun rj del Sig. Moreſchi nell'annunciare
ciare una raccolta per nozze, quan che fecimo un'orazione da lui reci
do che non paſſa forſe giorno , che tata in Bologna in lode delle belle ar
il feraciſſimo Parnaſſo Italiano non , ti Italiane. Perchè ſi abbia anche un
ne partoriſca più d'una 2 Perchè que ſaggio del ſuo valor poetico, noi ora
ſta del Sig. Moreſchi è una di quelle riferiremo la prima di queſte ſue can
poche che ſi allontanano dalla via zoni intitolata la neceſſità degli af.
comunemente battuta delle gigante fetti.
ſche , e riſtucchevoli lodi de Signori
ſpoſi, e della loro più remota poſte Ha di bella Elena il vanto
rità, e perchè vorremmo, giacchè è Per quel ſuo leggiadro aſpetto,
oramai deciſo che non ſi poſſa quaſi E perchè nel ſen ricetto
più far matrimonio in Italia , a cui Porſe a facile pietà.
non ſi paghi queſto poetico tributo , AVè d'2'liſſe la conſorte
che almeno queſt'uſo arrecaſſe unito Di ſua fede andrebbe altera,
al diletto qualche profitto, e qualche .Se congiunto in lei non era
giovamento . Ciò ſi otterrà ſicura Core umano alla beltà.
mente, prendendo dalla ſtoria, dal Alma fredda, che rimiri
la favola, o dalla filoſofia un qual Gli altrui mali a ciglio aſciutto,
che argomento che abbia una qual Fa terrore al mondo tutto,
che relazione alle nozze, e trattando Fa ſpavento ancora a sè.
poi queſto, ed eſponendolo colla pia Così tigre , che improvviſa
cevolezza, e leggiadria delle Muſe. si ſpecchiò nel terſo fonte,
Così appunto ha fatto l'egregio no Al veder l' orribil fronte
ſtro Sig. Moreſchi, il quale ha preſo Per paura immobil ſtè.
in altrettante canzoni a delineare con Son gli affetti ardente invito
filoſofici contorni, e con poetico co A ſeguir quanto più giova;
lorito i principali affetti che nel no Son difeſa ad ogni prova
ſtro cuore riſiedono , indirizzandoſi Contro l'ire del deſtin. -
- - º - Son
2I I
Son qual fior , che il grembo indori no temuto la ſua rivale, la quale ,
Per delizia degli amanti era divenuta oramai un oggetto di
Al ſentir l'aure fragranti, general compaſſione. Difatti gli Ar
Che ſpiriamo ſul mattin. givi, i Tebani, e i Megareſi, con
Se talvolta poi nemici tro il divieto fattone da Lacedemo
7ender ſun crudele inganno, ni, accolſero in caſa loro tutti quei
Da ragion ne viene il danno, fuoruſciti Atenieſi, i quali avevano
Che non uſa aſſai rigor. abbandonato la loro infelice patria ,
AVon è colpa del ruſcello, per ſottrarſi alle inudite crudeltà ,
Che gli preſta i primi umori, che ſotto l'ombra di Sparta vi eſer
Se dell'argin' eſce fuori citavano i trenta tiranni ſtabilitivi da
Il torrente inondator. Liſandro, e da Crizia principalmente
Il febeo raggio fecondo che n'era in certa guiſa il capo. Fra
Vigor dona ad ogni pianta : que' fuoruſciti, che in Tebe ſi rico
E' per eſſo, che s'ammanta verarono , Traſibulo era il più ripu
D'erbe nove il verde ſuol : tato , e il principale . Avendo rac
Pur all'ombra delle ſelve colti quei pochi cittadini che potè, con
Il Paſtor manda lamenti , una truppa di circa 7oo. uomini
ASe dell' onde i puri argenti giunſe per ſorpreſa ad occupare il Pi
Diſſeccò l'eſtivo Sol. reo , ſicchè i trenta non tenendoſi
molto ſicuri in Atene, s'andarono a
T O R I N O- fortificare in Eleuſina. Seguirono di
verſi fatti d'armi tra i ſoldati di Tra
Storia politica, e letteraria della ſibulo , e quei che teneano per li
Grecia di Carlo Denina profeſſore eme trenta, e in una ſortita, che queſti fe
rito di eloquenza nella regia univer cero da Eleuſina, Crizia rimaſe mor
ſità, direttore degli ſtudi di ſtoria e to. Si mandò a chieder ſoccorſo a .
di belle lettere nella R. Accademia , Sparta, donde diffatti furono ſpediti
di 7'orino, ſocio delle Accademie di il Re Pauſania , e Liſandro con al
AVapoli e di Padova, P. A., ed accad. cune truppe. Ma le altre truppe mal
Fiorentino. Tomo III. AVella ſtampe ſecondando quelle di Sparta in queſta
ria Soffietti 1782. in 8. Art. II. ed ult. impreſa, i trenta tiranni rimaſero vit
tima dell'altrui politica ; perocchè
Giunta che fu Sparta all'apice del chiamati ad un congreſſo ſotto titolo
la ſua potenza, ſi trovò anche giun di trattar di pace, furono arreſtati e
ta , ſecondo che il corſo ordinario ſcannati ſenza veruna oppoſizione .
delle coſe richiede , al principio del Traſibulo entrato vittorioſo in città
la ſua decadenza. I ſuoi alleati che fece accettar con tanta gloria ſua quell'
l'aveano con tant'ardore ſecondata, amniſtia, o legge di obblivione, per
allorchè ſi trattava di abbaſſare l'eſor cui ſi vietava d'inquietar alcun cit
bitante potenza di Atene, comincia tadino a cagion delle coſe paſſate ,
rono a temerla, quanto prima avea reſtituì l'antico governo, e poſe fine
º,
D d 2 a quel:
2 I2

a quelle civili diſcordie, che aveano nandro, che poi ſi chiamò comme
tolto alla repubblica in pochi meſi dia nuova. La notorietà di queſti av
maggior numero di cittadini , che , venimenti, e la brevità a cui ſiamo
non n'aveſſero conſumati trenta an aſtretti , vogliono che ci contentia
ni di aſpra guerra. Queſto principio mo di aver così di volo accennato
del riſorgimento di Atene viene de l'argomento di quaſi tutto queſt' XI.
ſcritto dal Sig. Denina ne' primi due libro. La maggior parte del libro XII.
capi dell'XI. libro. Nel capo che ſie viene occupata dalle coſe di Sparta.
gue ſi deſcrive il modo in cui i Gre Dopo la morte di Agide fu eletto per
ci, e principalmente gli Spartani ſe uno dei ſuoi Re, principalmente per
condarono la ribellione di Ciro il gio opera di Liſandro, il celebre Ageſi
vine contro del re Artaſerſe ſuo fra lao fratello del defunto, non oſtan
tello, e la famoſa ritirata de'dieci te che queſti aveſſe laſciato un figlio
mila , così ſuperiormente deſcrittaci per nome Leotichide , il quale ben
da Senofonte che ne fu uno de' con chè foſſe di dubbi e ſoſpetti natali ,
dottieri. Dopo di ciò per il corſo di e creduto comunemente figlio di Al
cinque capi non parlaſi che del gran cibiade, pure era ſtato da Agide a
Socrate, cioè della ſua vita , de ſuoi alla fine della ſua vita per figlio ri
coſtumi, del ſuo genio o demone , del conoſciuto. Il regno di Ageſilao di
la ſua maniera di diſputare principal ſtintiſſimo nella ftoria Greca per le ,
mente contro i ſofiſti , i quali avea molte e varie ſue impreſe, è ancora
no cominciato a ſignoreggiare in Ate più memorabile per gli avvenimenti
ne a ſuo tempo, del proceſſo e dell' particolari, e interni di Sparta. Non
indegna morte che ſoffrir dovette e era peranche paſſato un anno della
queſto filoſofo, e finalmente di alcu ſua elezione, che un giovane citta
ni men noti ſcolari ch'egli laſciò do dino chiamato Cinadone, animoſo ed
o di ſe. E ſiccome la famoſa com ardito più che altri de' pari ſuoi , e
media delle AWubi di Ariſtofane con degno in ſingolar modo di eſſer pas
tribuì in gran parte all'indegna ac ragonato a quel Catilina sì famoſo
cuſa e morte di Socrate , ſi fanno nella Romana ſtoria, fece diſegno di
perciò nel capo IX. ed ultimo del li ammazzare i re , gli efori , e tutti
bro XI. alcune belle rifleſſioni ſul ri i principali del governo, e impadro
ſtringimento della sfrenata licenza dell' nirſi dello ſtato. La congiura era ſul
antica commedia ſotto i 4oo. , o co punto di fcoppiare allorchè uno de'
me altri vogliono, ſotto i trenta ti complici preſo dalla paura o da altro
ranni , nel tempo de' quali la com motivo andò ad informarne gli efori,
media Greca preſe una nuova forma, i quali, non ſapendo quanto poteſſe
che quaſi ancora è quella che dura - eſſer grande la congiura, non ardi
oggidì, ſebbene da alcuni critici eſſa rono metter le mani addoſſo a Cina
ſi chiami commedia mezzana, o me done nella città , ma ſpedironlo con
dia, riguardandola come diverſa dallº una finta commiſſione in Aulone, di
antica, e da quella dc tempi di Me dove, dopo eſſerſi conoſciuti i com
plici,
2 13
plici, fu ricondotto in città per fu li nemici contro di Sparta, che l'ob
bire inſieme con eſſi la meritata pe bligaſſero a richiamare Ageſilao. Gli
na . Eſſendo intanto venuto avviſo Atenieſi non avean biſogno di pungo
dall'Aſia che i Perſiani ſi preparava lo per ſollevarſi contro di Sparta. Co
no per aſſaltare la Grecia, e far guer none , che fuggendo dalla rotta di
ra particolarmente ai Lacedemoni , Aegos - potamos eraſi ritirato con al
Ageſilao con potente armata fu man cune poche navi Atenieſi preſſo di
dato a prevenire quel formidabil ne Evagora re di Cipro, trovavaſi al
mico nell'Aſia ſteſſa. Liſandro era ſen lora nella Frigia preſſo di Farnabazo.
za dubbio il principale de trenta con Eſſendo da queſti ſpedito per altri ſuoi
ſiglieri ch'ei domandò , e che gli fu fini alla corte del re Artaſerſe ,
rono dati per quella ſpedizione. Ma egli vi ſeppe ſi deſtramente negozia
indiſpettito Ageſilao di vedere che i re , che non ſolo induſſe il re a chia
popoli confederati per i quali paſſava mare ſuoi nemici i Spartani, ma ot
l'armata , faceano più conto di Li tenne di più in compagnia di Farna
ſandro che di lui medeſimo , dimen bazo il comando di una poderoſa flot
ticando le obbligazioni che gli pro ta, colla quale ſconfiſſe la flotta Spar
feſſava, e l'antica amicizia , cerca tana comandata da Piſandro congiun
va ogni giorno qualche nuova ma, to di Ageſilao, riconduſſe alla confe
niera di ſmaccarlo, e degradarlo agli derazione di Atene molte iſole e cit
occhi altrui , ſino a farlo commiſſa tà marittime, e portatoſi poi in Ate
rio de'viveri, e delle graſce, talmenº ne coll'opera delle ſue ciurme , e ,
te che Liſandro non potendone più , col danaro che largamente ſommini
richieſe ed ottenne di andar ſuo luo ſtravagli Farnabazo, ne rifabbricò le
gotenente nell'Elleſponto . Ma non ſmantellate mura. Ma un più deſtro
dimenticò mai più i ricevuti affronti, negoziatore Spartano per nome An
e la ſua vendetta non tendeva a me talcida fece di nuovo ricadere gli Ate
no che a ſpogliare i due rami degli nieſi nella diſgrazia de'Satrapi Perſia
Eraclidi del diritto eſcluſivo al trono ni, ſicchè Conone fu arreſtato come
di Sparta. Ageſilao frattanto rimaſto nemico e traditore della potenza Per
nell'Aſia con libero comando, e ſen ſiana, e mandato prigionero in Per
za la ſoggezione di Liſandro preſe a ſia, ove non ſi sà come terminaſſe i
molte città della Frigia ; ſconfiſſe Ti ſuoi giorni. Gli Atenieſi trovarono
ſaferne preſſo di Sardi capitale della però ne' Tebani, già alleati di Spar
Lidia ; e divenne così formidabile o ta, i loro vendicatori. I Locreſi ad
che i Satrapi governatori di quelle a inſinuazione di qualcuno de'capi del
provincie Perſiane diffidando di po governo di Tebe, ch'era ſtato, co
terlo più allontanare dall'Aſia colle me ſi diſſe, guadagnato dall'oro Per
loro forze , mandarono con buona , ſiano , aſſaltarono e preſero a forza
ſomma di danaro a cercare alleati certo territorio per cui v' era lite ,
nella Grecia ſteſſa, per ſuſcitarvi ta pendente fra eſſi e i Foceſi, di che
- queſti
2 14
queſti sdegnati entrarono nel paeſe di con Artaſerſe, ſcoraggì non poco i Te
Locri per far ripreſaglie . I Tebani bani,e parve doveſſe aſſicurare per ſem
accorſero in ajuto de'Locreſi loro al pre nella Grecia il primato di Sparta.Un
leati , e per ſoccorrere i Foceſi era altro avvenimento ſucceduto pochi an
inevitabile che ſi moveſſero i Lace ni dopo, benchè poco onorifico per
demoni, i quali credettero d'altron Sparta , ſembrava ancora aſſicurarlo
de giunto il momento favorevole e maggiormente. Acanto ed Apollonia,
di vendicarſi di altri affronti ricevuti città della Tracia aveano richieſto i
da Tebani, e principalmente dell'aſi Lacedemoni di aiuto per reprimere la
lo che contro il loro divieto , ave creſcente potenza della vicina città
vano queſti dopo la vittoria di Aegos di Olinto , la quale eraſi ſottratta ,
potamos, accordato ai fuoruſciti Ate al dominio di Atene dopo il fatto di
nieſi . Liſandro che deſiderava ſom Aegos - potamos , e governadoſi a -
mamente di ſegnalarſi nell'aſſenza di repubblica eraſi reſa indipendente. I
Ageſilao, fece ſubito alleſtire due º Lacedemoni accordarono il richieſto
corpi di armata, di uno de' quali fu ſoccorſo, e ſpedirono Eudomide e o
dato il comando al re Pauſania, e o Febida ſuo fratello con diecimila uo
dell'altro a Liſandro ſteſſo. Ma Li mini parte di Lacedemoni, parte di
ſandro fu rotto ed ucciſo da Tebani confederati . Ora Febida paſſando per
preſſo Ariarte , prima di poter eſſere la Beozia , e trovandoſi accampato
raggiunto da Pauſania, il quale, ri ſotto Tebe venne viſitato da Leon
cevuta la nuova di quella ſconfitta, tida , che in que meſi era uno de'
ſtimò opportuno di chieder tregua . polemarchi della città , e che invitol -
Queſta rotta fu di tal conſeguenza, lo a entrarvi improvviſamente , ad
che gli efori non vi videro altro ri occuparne la fortezza , e riformarne
paro che quello di richiamare Ageſi il governo, riducendolo in mano di
lao dall'Aſia, il quale vedendoſi co pochi devoti alla ſignorìa di Sparta.
sì interrotto a mezzo il corſo di quel Così diffatti avvenne come Leontida
la ſua ſi glorioſa ſpedizione , diſſe , diviſava. Si riformò dunque il gover
nel partire ſcherzando, che trenta . no di Tebe a genio de'ricchi e par
mila arcieri di Perſia lo cacciavano tigiani di Sparta, e vi ſi ſtabilì , co
dall'Aſia , alludendo con ingegnoſo me ſi era fatto alcuni anni prima in
equivoco all'impronto di certe mone Atene , una tirannide di pochi. Ma
te Perſiane, in cui un arciere era . non godette lungamente Sparta i frut
effigiato . Venne dunque in Grecia . ti della perfidia di queſto ſuo capita
Ageſilao, ed incontrato l'eſercito de' no. I malcontenti di dentro, e i fuo
Tebani e de'loro alleati preſſo Coronea, ruſciti ch'eranſi rifugiati in Atene a
dopo di un oſtinato combattimento ri con Pelopida alla loro teſta tramaro
maſe vincitore. Queſta vittoria unita no ed eſeguirono felicemente una con
mente al vantaggioſo trattato che An giura, che fu poi chiamata da Gre
talcida conchiuſe nel medeſimo anno ci ſorella di quella di Traſibulo io C

libe
2 15
liberarono Tebe del giogo di Sparta, lao, che in quel congreſſo la fece da
e dalla tirannide che ſotto l'ombra . preſidente e da capo, domandò ai de
di Sparta vi ſi eſercitava. L'armata putati di Tebe, ſe non credevan giu
che vi mandò Ageſilao ſotto la con. ſto di laſciar libere le città della Beo
dotta di Cleombroto ſuo collega non zia : certo che sì, riſpoſe freddamen
vi potè far coſa di momento, ſen te Epaminonda, qualora libere ſi ve-.
nonchè eſſendone partito Cleombro dranno le città della Laconia, che a
to, e rimaſto il comando a Sfodria, voi Lacedemoni tenete nella voſtra di
tentò di ſopprendere Atene in una . pendenza. Dopo una viva altercazio
notte, ſiccome avea fatto di Tebe , ne i deputati Tebani partirono mal
l'armata condotta da Febida ; ma , contenti , e ſi eccitò quindi fra le ,
queſta volta il tradimento andò a . due repubbliche un'aſſai calda guer
vuoto , ed altro effetto non produſ ra, che cagionò la decadenza di Spar
ſe ſennonchè di aizzar di nuovo gli ta, e l'eſaltamento della ſua rivale,
Atenieſi contro i Spartani , ſiccome la quale non ſi aſpettava certamente
appunto era l'intento di Pelopida che di ſalir tant'alto. Tebe dovette prin
avea fatto inſinuare a Sfodria quel cipalmente queſto ſuo ſtraordinario
ſuggerimento. Diffatti gli Atenieſi ar eſaltamento a due ſuoi cittadini , Pe
marono toſto ſeſſanta navi, e ſi riac lopida ed Epaminonda non meno ce
ceſe fra gli Atenieſi, e i Spartani una lebri per le loro qualità militari e po
fiera guerra per mare, nel corſo del litiche , che per la loro ſingolare vir
la quale Ificrate abiliſſimo capitano tù , e per la loro amicizia così rara
Atenieſe preſe Cefalonia, diſperſe le ad incontrarſi in quei che primeggia
ſquadre di Dioniſio di Siracuſa, e , no nel governo di uno ſtato repub
degli altri confederati di Sparta , e blicano. Chi non ſa le famoſe vitto
riconduſſe all'ubbidienza, o confede rie che i Tebani , ſotto la condotta
razione degli Atenieſi molti popoli , di queſti due gran generali riportaro
raccogliendone da ogni parte contri no de loro nemici a Leuttra , e a .
buzioni. Ageſilao eſſendoſi portato po Mantinea? Chi non conoſce la glorio
ſcia in perſona a comandare l'eſerci ſa morte di Epaminonda nella ſecon
to di terra, non fu guari più fortu da di quelle due battaglie di cui fu
nato del ſuo collega Cleombroto; on ſi completamente vincitore ? Il di lui
de fu d'uopo agli orgoglioſi Sparta degno amico Pelopida morì pur com
ni di intavolare trattati di accomoda battendo nella Teſſaglia , ove eraſi
mento. Gli Atenieſi, e tutti gli altri portato per la ſeconda volta, ad og
Greci non ſi moſtrarono reſtii a man getto di liberare i Teſſali alleati de'
dare a Sparta i loro ambaſciadori per Tebani dalla dura tirannide di Aleſſan
venire, ſe foſſe poſſibile, ad un accor dro di Ferea, che fatto ſcannare dal
do generale . Gli Atenieſi o per ti la propria moglie terminò poco dopo
more o per voglia di pace ſi accorda i ſuoi eſecrandi giorni. Ageſilao do
rono facilmente . Ma allorchè Ageſi po di eſſere ſtato così umiliato da
queſti
2 16
queſti due bravi Tebani , andò a mo 99 far uſo più frequentemente; gl'in
rire nell'Affrica, ove la ſua inquieta so gegneri, gli architetti, gli agrimen
ambizione avealo condotto per ſpal 39 ſori non poſſono aſſolutamente far
leggiare Nettanebo uſurpatore del tro J9 a meno di ſaperla perfettamente ,
no Egizio ; laſciando in forſe s'egli 32 e i militari che vogliono diſtin
aveſſe arrecato più bene alla ſua . 5.5 guerſi nel ſoddisfare agli obblighi
patria coi ſuoi talenti politici e mili J.D del loro ſtato, non deggiono igno
tari, o più male colla ſua ſmiſurata , 39 rarla . Fra i molti buoni trattati
ambizione. 93 elementari , co' quali ha arricchito
99 le matematiche il Sig. Ozanam ,
P A R I G I, 93 ve ne ha anche uno di queſt'arte
così importante; ma ſiccome mol
Méthode de lever les plans e c. 99 to vi mancava , perchè poteſſe a
Metodo per fare una pianta, ed una 32 dirſi ſufficiente e completo , ſi è
carta tanto terreſtre che marittima, 9.o perciò penſato di rifonderlo intie
che contiene la pratica della geome 9.9 ramente, e di farvi molti notabi
trìa tanto in carta che ſul terreno , 3.3 li accreſcimenti. Oltre a ciò per
la trigonometria rettilinea, ed il mo 22 chè ſi trovaſſe in un ſol volume e
do di diſegnare e mettere in perſpet 33 tutto ciò che concerne queſt'arte,
tiva ogni ſorta di piante, e di eleva .95 ſi ſono premeſſe tutte quelle cogni
zioni, del fu Sig. Ozanam , ora in 29 zioni di geometria pratica, di tri
nuova forma riordinato, e conſidere 9.9 gonometria rettilinea , e di arte
volmente accreſciuto dal Sig. Audier 33 di livellare, che ſi richiedono per
ne . Preſſo jombert il giovane 1781. 99 fare con iſpeditezza, ed eſattezza
in 8. 99 ogni ſorta di pianta . Per la me
39 deſima ragione ſi aggiunge in fine
Per dare brevemente una giuſta , 9.9 un breve trattato di proſpettiva -
idea di queſt'opera, non poſſiamo far 39 per comodo di quei, che voleſſe
meglio che qui traſcrivere l'avviſo 35 ro mettere in proſpettiva gli og
preliminare da cui è preceduta . , , 29 getti della loro operazioni , dopo
», L'arte di far le piante è una par .99 di averne cavata la pianta , e e
,, te delle matematiche, di cui ſi dee 22 l'elevazione , .
Num. XXVIII. 1782. Li 13. Luglio -
- -

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. . Quivi appena giunto egli ebbe la con
ſolazione di ſapere che il ſanto Re a
Della ſtoria eccleſiaſtica dell' Emi di Francia Lodovico IX. per voto fat
nentiſſimo Cardinale Giuſeppe Agoſti to in una malattia mortale, da cui eraſi
no Orſi dell'ordine de'Predicatori pro felicemente riſtabilito, eraſi obbliga
ſeguita da F. Filippo Angelico Bec to a paſſare in Paleſtina dentro il ter
chetti del medeſimo ordine Biblioteca mine di due anni. Non potea giugne
rio Caſanatenſe , tomo decimoquarto re più opportuna una ſi lieta nuova
contenente la ſtoria della chieſa dall' ai fedeli di terra ſanta. I Tartari Co
anno 1243. fino all'anno i 274. AVel raſmi forzati ad emigrare dal loro pae
la ſtamperia ed a ſpeſe di Paolo Giun ſe dalle armi ſempre vittorioſe del
chi proviſore di libri della Biblioteca celebre Genghiskan , fondatore dell'
Vaticana 1782. in 4. Art. 1. impero del Mogol, ad inſinuazione ,
del Sultano di Babilonia ſi erano ripie
Se nel decorſo del paſſato anno 178i. gati verſo la Paleſtina, e dato il ſac
non ebbimo, ſecondo il conſueto, il co alla ſanta città di Geruſalemme, e
piacere di annunciare qualche volume battuti completamente i criſtiani preſſo
di queſt'erudito ed importante lavo di Acri, aveano confinato i loro mi
ro del celebre P. M. Becchetti, in ſeri avanzi entro il recinto di alcune
compenſo noi abbiamo in queſt'anno, poche fortezze, che difficilmente po
giunto appena alla ſua metà, la con teano da eſſi difenderſi. Nè meno bi
ſolazione di averne annunciati già due. ſognoſo di ſoccorſo era in quel mede
Si dà principio a queſto nuovo volu ſimo tempo l'impero latino di CPoli
me XIV. , ed al libro LXXIII. collº occupato allora da Balduino II. , il
elezione del ſommo Pontefice Inno quale era ſi trasferito ancor egli in Fran
cenzo IV. di caſa Fieſchi, il quale o cia per cercare i mezzi di ſoſtenere
dopo più di 2o. meſi di vacanza da il vacillante ſuo trono . Per meglio
tutti i Cardinali uniti in Anagni fu provvedere a queſti, e ad altri non
collocato ſulla cattedra di S. Pietro. meno urgenti biſogni della chieſa il
L'infelice condizione de tempi l'ob S. P. convocò un ſinodo a Lione, di
bligò a cercare in Lione un aſilo nell' cui diffatti il medeſimo S. P. con una
anno ſuſſeguente alla ſua elezione . molto patetica allocuzione fece la ſo
Ee lenne
2 18
lenne apertura ai 28. di giugno dell' catoſi adunque di nuovo ai 13. di
anno ſeguente i 245. Fra i molti de maggio 1249. giunſe a Damiata ai 4.
creti di queſto finodo uno ve ne fu del ſeguente giugno, e il coraggioſo
per rendere più riſpettabile la dignità contegno che egli e la ſua armata ,
de' Cardinali, concedendoſi loro a ta moſtrarono nell'approdare a quella .
le effetto l'uſo del cappello roſſo , ſpiaggia, avvilì talmente i Muſulma
quantunque non ſi daſſe eſecuzione a ni, che abbandonando quell'importan.
queſto decreto, ſennonchè due anni te chiave dell'Egitto , ſi diedero ad
dopo in occaſione del congreſſo ch'eb una precipitoſa fuga . Non piacque
be allora il Santo Padre col Re di però al Signore, per i ſuoi imperſcru
Francia a Clugni. Si pretende che in tabili decreti, di coronare una sì ben
queſto medeſimo ſinodo di Lione ſia cominciata impreſa, poichè, come »
ſtato fiſſato il numero di ſette eletto ognun fa , il ſanto Re partitoſi da .
ri dell'impero, che ſi mantenne poi Damiata alla teſta di un eſercito di
coſtantemente fino al ſecolo paſſato, più di ſeſſantamila combattenti per an
in cui ſe ne aggiunſero altri due. dare a far la conquiſta del Cairo ,
Oltre il voto, e lo zelo per la pro fu rotto e fatto prigioniero da Mu
pagazione della fede aggiungevano ſulmani . La di lui virtù non fece a
nuovi ſtimoli al cuor di Lodovico i però mai più ſublime comparſa quan
proſperi e glorioſi ſucceſſi , che in to in queſt'occaſione , a ſegno che
quel tempo andava riportando il ſan gli ſteſſi Muſulmani lo riguardavano
to Re di Caſtiglia Ferdinando di lui con iſtupore, e venerazione. Niuna
cugino contro i Muſulmani di occi minaccia fu valevole a fargli conclu
dente , il quale dopo di aver unito dere verun trattato che poteſſe in .
alla ſua corona il regno di Leon, ave qualche parte comparire indegno di
va anche ſoggiogati e diſtrutti i regni un ſovrano e di un principe Criſtia
di Cordova, di Jaen, e di Siviglia, no, e finalmente i ſuoi nemici furo
eraſi reſo tributario il Re di Grana no obbligati a rilaſciarlo inſieme con
ta, e meditava di andare ad attacca tutti i fedeli ch'erano ſtati fatti ſchia
re i Muſulmani nell'Africa , donde vi dopo la pace fatta da Federico ,
que' barbari traevano contro la Spa mediante la ſola reſtituzione di Da
gna le loro formidabili forze. Accom miata, che già non potea più regger
pagnato adunque da due ſuoi fratel ſi , e lo sborſo di una ſomma, della
li , e da un gran numero di Signori quale il Sultano ne rinunciò volonta
e di Veſcovi, che ſi erano obbliga riamente una buona porzione in oſſe
ti al ſacro pellegrinaggio, il ſanto Re quio della ſingolare magnanimità di
Lodovico imbarcoſſi a Aigcs - mortes S. Lodovico. Nel medeſimo anno 125o.
ai 28. di agoſto del 1248., e giunto in cui avvenne queſta prigionia di S.
proſperamente a Cipro ai 17. del ſe Lodovico, morì in Puglia l'Impera
guente meſe, ivi ſi trattenne per a tor Federico. Egli avea veduto negli
ſpettare il reſtante dalla ſua armata - ultimi anni della ſua vita ſorgere in
ſino alla proſſima primavera. Imbar Germania l'uno dopo l'altro due com
petitori
- 2 19
petitori all'impero, Arrigo di Saſſo tà, e la pace. Ma l'ambizione e la
nia , e Gugliemo di Olanda , con mala fede di Manfredi, figliuolo ba
tro il quale il ſuo figliuolo, e ſucceſ. ſtardo di Federico, il quale dopo la
ſore Corrado era attualmente in guer. morte di Corrado, luſingavaſi di po
ra . Ma poco dopo la morte del pa ter regnare a nome del fanciullo ni
dre Corrado ſceſe in Italia, per far. pote, fecero andare a vuoto ogni ne
vi gente onde meglio ſoſtenere la guer goziato, e prolungarono in quel bel
ra contro Guglielmo di Olanda, e per regno le calamità della guerra. Al
riſtabilirvi il ſuo partito , il quale, lorchè queſta ſi riacceſe dopo una bre
era venuto aſſai meno, dopo che En ve, e fallace ſperanza di pace , il
zio, figliuolo baſtardo di Federico , Sommo Pontefice Innocenzo IV. ceſ
il quale portava il titolo di re di sò di vivere in Napoli ai 7. di decem
Sardegna, era ſtato fatto prigioniero bre del 1254. dopo un pontificato di
da Bologneſi. Il ſommo Pontefice In i 1. anni, 5 meſi e 14 giorni. Do
nocenzo IV. era ancor egli poco pri po ſoli cinque giorni di vacanza i
ma ritornato in Italia per arrecarvi Cardinali congregatiſi in Napoli gli
la tranquillità e la pace, ſe foſſe poſ diedero a pieni voti per ſucceſſore »
ſibile, ſenza però pregiudicare i ſuoi Aleſſandro IV. de' Conti di Segni, e
diritti , e fra queſti quello che gli nipote di due Pontefici Innocenzo III.
competeva ſul regno di Napoli, che e Gregorio IX. Egli non fu guari più
era ſtato dichiarato devoluto alla S. fortunato nell'accomodare gli affari
Sede. E perchè la potenza e l'ambi del regno di Sicilia di quel che foſſe
zione di Corrado facevano andare a ſtato il ſuo predeceſſore . In queſto
vuoto queſte ſue mire di giuſtizia e medeſimo anno il ſanto Re Lodovi
di pace, pensò egli perciò di oppor co, dopo di aver impiegato lo ſpazio
gli un rivale che poteſſe tenerlo in di quaſi cinque anni nel procurare la
ſoggezione e metterlo al dovere, ed converſione di un gran numero di
offrì l'inveſtitura di quel regno a. Muſulmani , nel fortificare maggior
Carlo d'Angiò, fratello del ſanto Re mente le piazze che rimanevano ai
Lodovico. Ma Corrado nel bel fiore fedeli nella Paleſtina , e nel pratica
della ſua età di 26. anni morì a La re ogni ſorta di opere pie , era ſene
vello ai 12. di maggio del 1254. la finalmente ritornato in Francia , ove
ſciando erede di tutti i ſuoi ſtati il la di lui preſenza era divenuta più
piccolo Corrado, detto poi Corradi che mai neceſſaria per la morte della
no, fanciullo allora di due anni, ſot ſanta Regina Bianca ſua madre. Noi
to la tutela di Bertoldo Marcheſe di ſiamo andati così traſcegliendo alcu
Oemburch , a cui eſpreſſamente co ni de principali fatti che ſi deſcrivo
mandò di metterlo ſotto la protezio no nel libro LXXIII. avvenuti nel
ne della S. Sede. Parea dunque che corſo di quei quattordici anni che ſi
gli affari del regno di Sicilia doveſe comprendono nel libro medeſimo, cioè
ſero mutar faccia, e che vi ſi poteſ, dal 1243. ſino al 1256. Ognuno ben
ſe finalmente riſtabilire la tranquilli. vede che molti abbiamo dovuto paſ
E e 2 ſarne
22e)

ſarne ſotto ſilenzio per iſtudio di bre mento della laurea dottorale, e diede
“vità , benchè non meno intereſſanti al mondo criſtiano in quell'occaſione
di quei che abbiamo accennati. Tali i primi ſaggi dell'aurea ſua penna.
r eſ ſarebbono la dilatazione della nell'opuſcolo intitolato contro gl'im
religione nella Livonia, nella Pruſſia, pugnatori del culto di Dio, e della
e nella Lituania ; la converſione e religione ch'egli ſcriſſe in confutazio
ricaduta di Daniele Duca di Ruſſia ; ne del ſedizioſo , ed empio libro di
la miſſione intrapreſa in queſti tempi Guglielmo di Sant'amore dei pericoli
preſſo i popoli della gran Tartaria da degli ultimi tempi. (ſarà continuato.)
alcuni religioſi minori ; l'iſtituzione
de'Cavalieri o Frati di Maria in Bolo
gna , che poi, perchè caduti dal lo N A P O L I.
ro primitivo fervore, furono più co
noſciuti ſotto il nome di Frati Gauden Lezioni di ſtoria ſcritte ad uſo del
ti , e i di cui fondi eſiſtenti in Bolos la reale accademia di marina da Au
gna, ſoppreſſo che fu l'iſtituto, fu relio de Giorgi Bertola Olivetano pro
rono da Siſto V. applicati al collegio feſſore primario di geografia, e di ſto
Montalto; il contemporaneo incomin ria nell'anzidetta reale accademia ,
ciamento ch'ebbe in Firenze per la ſocio delle reali accademie di ſcienze,
pietà di ſette Signori , l'ordine º e belle lettere di AVapoli, e di Man
de' ſervi di Maria ; la riunione de' tova, di quella de' Fiſiocritici di Sie
Greci di Cipro &c. Occupa ancora , ma , e di quella di Cortona . Tomo
molti articoli della fine di queſto li primo. Mapoli nella ſtamperia reale
bro LXXIII. la deſcrizione dell'oſti 1782. in 8.
nata guerra che dichiararono alcuni
profeſſori dell'univerſità di Parigi con I talenti del celebre Padre Lettore
tro i profeſſori regolari, ſpecialmen Bertola, che tante volte abbiamo re
te dell'ordine de' predicatori . Que ſo l'oggetto de' noſtri elogi, non ſo
ſta guerra diede occaſione a molte º no riſtretti alla ſola poeſia , ma ſi
bolle di ſommi Pontefici, fra le qua eſtendono anche alle ſcienze più ſo
li la più celebre è quella di Aleſſan de, e utili. Comincia egli a compro
dro IV. che incomincia guaſi lignum, varci ciò in età ancor giovane col
diretta a riſtabilire in quel riſpettabi preſente libro di lezioni di ſtoria ad
le ceto il bel ſereno della pace . Si uſo della reale accademia di marina
diſtinſero in queſt'incontro molti ſog di Napoli, ove egli è profeſſore. Apre
getti per ſantità e per dottrina inſigni queſto elegante libro una generale in
dell' ordine de' predicatori, e di quel troduzione, in cui ſi dà un'idea bre
1o de'minori, e principalmente il cele ve sì, ma eſteſa, e chiara come in
bre B. Alberto Magno , e il di lui un quadro , de'primitivi tempi del
glorioſo diſcepolo S. Tommaſo d'Ac mondo ſino alla formazione delle na
quino, il quale inſegnava allora nell' zioni; poichè volendoſi derivare dal
univerſità di Parigi per il conſegui la ſtoria tutti que'lumi , e preſidi ,
- che
22 I
che ſiccome illuſtrano tutte le altre pleſſo degli avvenimenti di 24o. anni,
diſcipline tanto teoretiche , quanto così parla anche di tutti quaſi i popo
pratiche, così giovano pure alla nau li cogniti , che ebbero relazione co'
tica, era neceſſario far conoſcere con Greci. Tucidide , Senofonte , Poli
tratti rapidi, e compendioſi la ſerie bio, Diodoro Siculo, Flavio Giuſep
de tempi, e delle azioni umane , i pe Ebreo, Plutarco, Arriano, e Dio
ſcrittori, che ne hanno conſervato la nigi d'Alicarnaſſo ſono quelli fra i
memoria, e lo ſcopo , e merito di Greci, che avendoci pur dato, per
ciaſcuno di queſti. Onora il criterio, conto di queſti, e di altri popoli, le
c il diſcernimento del noſtro Autore cognizioni le più intereſſanti, cadono
l'idea , che egli dà del carattere , perciò ſotto l'eſame giudizioſo del no
dell'eſtenſione , e dell'ingegno de' ſtro Autore. Diſcende poſcia agli ſto
principali ſtorici antichi, e moderni, rici Latini, non ſolo per le notizie,
che è quanto dire l'eſame critico , che gli preſentano circa i popoli, de'
che egli fa del merito di ciaſcuno di quali ora rintraccia ſolamente i fatti,
queſti. Ha egli ragione di dire , che ma per l'uſo, che di eſſi dovrà fare
un sì fatto eſame gioverà come di una nella continuazione di queſta ſua ope
tacita apologia di alcun ſuo arbitrio ra. Quindi per l'univerſalità , che ,
in queſt'opera ; aiuterà a premunire ha ſempre per baſe una prefazione ,
i ſuoi allievi contro i vizi di queſti ſi paſſa anche alla numerazione , e ,
ſtorici, e a preparali alla ſoave impreſe diſcuſſione de principali ſtorici Italia
ſione delle loro virtù ; ſarà di guida ni, illuſtratori non meno delle coſe
per apprendere a conciliarli, per quan patrie, che delle eſtere, ed in appreſº
to ſi può, tra di loro; e finalmente ſo de'Franceſi, e de'Spagnuoli, giac
ſomminiſtrerà lume , onde a fondo chè gli Alemanni tuttora mancano di
comprendere, qual politica , e qual ſimili ſcrittori. Nè ſi tralaſcia di no
morale ſia avviluppata, per dir così, tare tutti que ſtorici generali , che
entro la corteccia de' loro racconti . produſſe il paſſato , e ſopratutto il
Sono quindi giudizioſiſſime le nozio preſente ſecolo, tanto celebri ad un
ni, che egli dà delle doti, che qua tempo. Da tutti queſti inſigni depoſita
iificar debbono uno ſtorico, e ſecon ri delle umane rivoluzioni , ed opera
do le quali eſſo va ſindacato, prepa zioni cava dunque il noſtro A., ſenza
rando egli così la più ſicura giuſtifi l'aiuto di alcun precurſore, il ſolo neceſ.
cazione de' ſuoi giudizi . Nè perchè ſario all'intento, ed uſo di coloro ,
manchino ora ſtorici Egizj , Medi , che vengono deſtinati alla marina mi
Perſiani , e Fenici , mancano quivi litare, e cava quindi tutto ciò, che
notizie relative a queſti popoli, che riguarda più d'appreſſo commercio ,
anzi ſono queſte l'oggetto del preſen e navigazione, e che può dirſi riſpet
te primo volume, inſieme con quelle to agli antichi tempi la ſtoria dell'in
degli Ebrei; e perciò comincia il no trepidezza degli uomini. Sono pertan
ſtro Autore a fare il carattere di Ero to gli annali degli Egizi i primi ad
doto, che ſiccome preſenta il com eſſere eſpoſti dal noſtro Autore, non
perchè
222

perchè non eſiſteſſero altri popoli pri B E R L I N O.


ma di queſti , ma perchè furono eſſi
i primi a diſtinguerſi nelle arti; e per Achards chemiſch phyſſche ſchrif.
ciò da eſſo gli Ebrei non comincia ften c3 c. Opuſcoli chimico - fiſici del
no ad eſſere conſiderati, ſe non che Sig. Acbard. Preſſo Wever 178 I. in 8.
per la parte politica, e per la com
parſa, che eſſi fecero fra le altre na Queſti opuſcoli chimico - fiſici del
zioni dell'antichità dal momento , Sig. Achard già quaſi tutti pubblicati
che anch'eſſi divennero nazione. Ed in idioma franceſe nelle memorie dell'
ecco , come per eſſo gli Egizj occu accad. di Berlino, ora raccolti in un
pano il primo luogo , il ſecondo gli ſol volume ſi riproducono in tede
Aſſiri, e Babiloneſi, il terzo gli Ebrei, ſco, per ſervire principalmente al co
il quarto i Perſiani, e i Medi, il quin modo di una nazione , preſſo di cui
to i Fenici, che gli aprono una nuo il guſto della chimica è più general
va ſcena di ubertoſe rifleſſioni per ca mente ſparſo che altrove , ed a cui
gione della loro ſingolare preeminen diffatti dee queſta ſcienza i ſuoi primi
za nell'induſtria, nel commercio, e paſſi, e i ſuoi maggiori avanzamen
nella navigazione , e che chiudono ti . Diamo brevemente un cenno ſu
inſieme l'argomento di queſto ſuo pri gli argomenti di queſti opuſcoli del Sig.
mo volume. Ne tomi ſeguenti, che Achard, tanto di quei che ſono eſtrat
l'erudito, ed elegante noſtro ſcritto ti dalle ſuddette memorie dell'accad.
re ci fa ſperare, e che noi ſollecitia di Berlino , che di quei che vedono
mo co noſtri voti , ſi avrà la ſtoria ora per la prima volta la luce . Per
de'Greci, de ſucceſſori di Aleſſandro, qual ragione certe acque dep ngono
degli antichi Siciliani, degli Arabi, una terra calcarea durante l'ebulli
de Cartagineſi, e de Romani fra gli zione ? Queſta è la quiſtione che ſi
antichi, e poſcia di tutti gli altri po riſolve nel primo opuſcolo, attribuendo
poli , che appartengono alla ſtoria , l'Autore un tal fenomeno alla diſſipa
del mezzo tempo , ed alla ſtoria più zione dell'aria fiſſa, la quale teneva
moderna . Regna nelle opere del ch. in diſſoluzione la terra calcarea , e ,
Padre Bertola l'ordine, la preciſione, che venendo eſpulſa nell' ebullizione
la chiarezza, il raziocinio, e l'elo dell'acqua , fa precipitare in fondo
quenza, oltre una vaſta conveniente quella terra. C'inſegna il Sig. Achard
erudizione neceſſaria all'impreſa. nella II. diſſertazione, che un pezzo
di ghiaccio ben denſo e ſpogliato di
bolle aeree , diviene idio elettrico,
nel medeſimo modo che ogni altro cor
po conduttore ſi approſſima ſempre più
a divenir tale, a miſura che ſi fa più
denſo. L'olio bollito nell'acqua for
te preſenta alcuni criſtalli gialli in .
forma di piccoli fiocchi di neve , i
quali
223
quali ſi ſciolgono nell'acido vitrioli la ſua direzione in ogni ſpecie d'aria,
co, nelle ſoluzioni alcaline, nello ſpi la virtù antiſettica dell'aria nitroſa
rito di vino, nelle nafte , e pochiſ ſupera quella dell'aria fiſſa, la quale
ſimo nell'olio di terebentina , o in poſſiede queſta qualità più che l'aria
quello di angelica: ecco i fatti che infiammabile, e queſta più che l'aria
ſi eſpongono nell'opuſcolo III. Si leg flogiſticata, e l'aria comune è quella
ge nel ſeguente, che l'acqua ſatura che n'è più ſprovveduta. Nel 7. opu
ta d'aria fiſſa è un diſſolvente delle ſcolo il Sig. Achard confuta l'opinio
terre alcaline e de metalli , ed ha ne del P. Bertier , che i corpi gravi
le ſue affinità cogli alcali, e cogli tino in ragione della loro diſtanza dal
acidi minerali. L'Autore ha cercato centro della terra. L'8. è ſull' elettri
di ſtabilire i diverſi gradi di queſte cità che ſi eccita ſtropicciando col
affinità per mezzo di deciſive eſpe mercurio i corpi reſinoſi. Nel 9. in
rienze , delle quali in dodici tavole ſegna il Sig. Achard un metodo eco
egli ci preſenta i riſultati . La quar nomico per rendere il caout - choac
ta memoria prende a dimoſtrare che oſſia la reſina elaſtica capace di ſer
i denti perpetuamente creſcerebbono vire alla fabbrica di alcuni iſtrumen
in lunghezza fino alla morte degli ani ti di chirurgia; conſigliando a queſt'
mali, ſe non foſſe il continuo conſu effetto di ſciogliere queſta reſina in
mo ch'eſſi ſoffrono dalla reſiſtenza , qualche olio etereo, per eſ. nell'olio
delle più dure ſoſtanze alimentari , di terebentina, e di precipitarla quin
ſulle quali ſi eſercitano quotidiana di per mezzo dello ſpirito di vino -
mente. Il Sig. Achard privò due ſcriat Il caout - chouc ſi depone allora nel
toli di ogni alimento duro per poter fondo ſotto la forma di una tenace
logorare i denti , e non nutrilli per mucilagine, che riacquiſta all'aria -
qualche tempo che con cibi faciliſſi la ſua elaſticità dopo il diſeccamento.
mi a ſtritolarſi. Egli trovò a capo di I quattro opuſcoli che vengono in .
un certo tempo che i denti ſi erano appreſſo , concernono l'elettroforo,
notabilmente allungati, e che i ſcri la traſmutazione dell'acqua in terra,
jattoli non poteano che con ſomma , la guarigione di un paralitico ottenu
difficoltà maſticare. Finalmente mori ta per mezzo di un copioſo ſudore ,
rono tutti due perchè i denti ſuperio eccitato dall'elettricità , e l'incuba
ri ſi erano tanto profondati fra gl'in zione degli uovi per mezzo dell'elet
feriori , che que”poveri animali non tricità ſteſſa . Nel 14. ſi eſamina la
poteano più aprir la bocca. Secondo il differenza intrinſeca fra i corpi idio
ſeſto opuſcolo l'aria nitroſa contiene elettrici, e i corpi conduttori , e ſi
realmente l'acido del ſalnitro , im fa vedere con eſperienze egualmente
Prigionato però talmente dal flogiſti delicate che eſatte che il medeſimo
co , che non gli è permeſſo di agir corpo può eſſere conduttore o idio
come tale : l'aria fiſſa è acida ed an elettrico , ſecondo ch'è più o meno
tiſettica , l'ago calamitato conſerva riſcaldato. Aſſicura l'Autore nella 15.
Il Cſm Q
224 -

memoria, che la terra vegetale è pu fre un reale cangiamento unendoſi co


ramente calcarea, e che la terra del gli oli, potrebbe combinarſi talmente
regno animale è in parte calcarea e col flogiſtico, da cangiarſi in acido
in parte alcalina, ma di una natura nitroſo, ſecondo che Stahl ha ſoſte
differente da tutte le altre terre cono nuto . La diſſertazione 18. preſenta ,
ſciute. Queſt'alterazione della porzio alcune nuove prove che l' acqua im
ne alcalina viene dal Sig. Achard at pregnata d'aria fiſſa ſia veramente a
tribuita alla preſenza dell'acido fosfo acida, benchè non faccia efferveſcen
rico, che ſi trova diftatti nelle cene za nè cogli alcali nè col geſſo . Vi ha
ri delle oſſa. Il diſcorſo ſeguente con preſſo di Strausberg nel Brandeburgo
cerne il grado di freddo o di caldo un lago, la di cui acqua, ſenza nul
che ſi eccita coll'evaporazione . Di la perder della ſua limpidezza, ſi tin
tutti i liquidi che l'Autore ha meſſo ge alcune volte in roſſo . L'Autore
al cimento delle ſue eſperienze, l'aci dimoſtra nella 19. memoria, che que
do vitriolico concentrato, e lo ſpiri ſto accidentale colore trae la ſua ori
to di nitro fumante ſono i ſoli, che gine da una ſoſtanza vegetale , che
abbian fatto ſalire il termometro, ſen vi galleggia ſopra. Il 2o. articolo,
za dubbio per ragione del calore che con cui termina il volume, preſenta
ſi genera nella loro unione coll'umi. una raccolta di ſperimenti relativi al
dità dell'aria che da eſſi è aſſorbita. la forza di coeſione di ogni ſorta di
Nel 17. articolo l'Autore eſamina l' corpi tanto ſolidi che fluidi, dai quali
azione dell'acido ſalino ſopra gli oli ſperimenti ſi ſtudia poi il Sig. Achard
e le ſoſtanze combuſtibili; e fra le º di ricavarne le leggi, che ſecondo la
altre coſe egli ſembra portato a cre natura dei diverſi fluidi , ſiegue la ſud
dere che l'acido ſalino, il quale ſof detta forza di coeſione,

age/o e Senegºneſe/saSenasa Asy, Aiea, Asy, AMA, Aiea, Alen Alºegen Ngº Nºn ºsº e oasea

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. XXIX. 1782. Li 2o. Luglio
- r

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


l - - , i
R O M A . . i parentemente colla ſola intenzione di
farſi applicare i feudi del fratello dal
Della ſtoria eccleſiaſtica dell' Emi la S. Sede , toltaſi finalmente la ma
nentiſſimo Cardinale Giuſeppe Agoſti ſchera eraſi collegato con lui per eſer
no Orſi dell'ordine de'Predicatori pro citare le medeſime inudite crudeltà
ſeguita da F. Filippo Angelico Bec nella Marca di Treviſo, ed in altri
chetti del medeſimo ordine Biblioteca luoghi. I medeſimi partiti tenevano
rio Caſanatenſe , tomo decimo quarto in una continua inteſtina guerra i Fio
contenente la ſtoria della chieſa dall' rentini. In Roma le coſe non erano
anno i 243. fino all'anno 1274. AVel niente più quiete; poichè Brancaleo
la ſtamperia ed a ſpeſe di Paolo Giun ne cavato fuori di prigione dal popo
chi proviſore di libri della Biblioteca lo ammutinato contro i nobili, e co
Vaticana 1782. in 4. Art. II, ed ult. ſtretto a riaſſumere la dignità ſenato
ria , cominciò ad eſercitare con tal
diſpotiſmo ed inſolenza queſta cari
Anche più fecondo di grandi, e ca, che Aleſſandro IV. dopo di aver
terribili avvenimenti è quello ſpazio fulminato la ſentenza di ſcomunica ,
di tempo che prendeſi a deſcrivere dal contro di eſſo ſtimò opportuno di ab
P. M. Becchetti nel libro LXXIV. di bandonare la città , e di ritirarſi a .
queſta ſua continuazione . L' Italia Viterbo per propria ſicurezza. Man
ſoprattutto fu il lagrimevol teatro ove fredi divenuto oramai padrone di tut
ſi paſſarono le più tragiche ſcene. La to il regno di Sicilia a diſpetto de'di
Lorubardìa, ove più che altrove bol ritti della S. Sede, e di quelli anco
livano le implacabili fazioni de'Guel ra di Corradino , per i quali fin al
fi, e de'Ghibellini era lacerata dalla lora egli aveva affettato di combat
barbara crudeltà dell'inumano Ecce tere , feceſi ſolennemente coronare a
lino da Romano il più ſpietato tiran nella cattedrale di Palermo alla pre
no , che nelle moderne ſtorie ſia men ſenza di un gran numero di prelati,
tovato. Per accreſcere l'orrore e la e di ſignori del regno. Per mettere
deſolazione Alberico di lui fratello, il colmo ai diſordini dell'Italia non
ch'eraſi finallora moſtrato Guelfo ap: mancava che l'oſtinata guerra che ſi
Ff ecci
226
eccitò nel medeſimo tempo fra le tre ri Teutonici , in vece di combattere
celebri e potenti repubbliche di Ve contro gl'infedeli, e di propagare »
nezia, di Genova, e di Piſa; fra le col loro ſangue , ſiccome portava il
due ultime per le riſpettive loro pre loro inſtituto, la religione nel ſetten
tenſioni ſull'iſola di Sardegna, e fra trione, non penſavano in vece che a
le prime due per geloſia di commer conquiſtare e ad ingrandirſi per qua
cio nelle ſcale del levante , che in . lunque via, e colle loro crudeltà ren
occaſione delle crociate vi aveano co devano eſoſo il nome Criſtiano ai po
minciato ad eſercitare. A queſta inu poli meglio diſpoſti alla converſione.
dita cataſtrofe di guai deeſi ſenza dub Deplorabile era poi più che mai lo
bio la prima origine delle proceſſioni ſtato de' fedeli nell'oriente e nella .
de' Diſciplinanti , che eſſendo inco Paleſtina . Michele Paleologo ſucce
minciate in Perugia ſi eſteſero poi duto in Nicea a Teodoro Laſcaris col
per una buona parte dell'Italia , e titolo d'imperadore di Coſtantinopo
paſſarono anche oltremonti . Nè lo li, avea ridotto alle ultime anguſtie
ſtato delle coſe fuori dell'Italia era i miſeri avanzi dell'impero latino è
tale da potere arrecare gran conſo ſicchè già ſe ne vedea l'inevitabile
lazione all'animo trafitto del S. Pa fine, la quale diffatti ebbe luogo cole
dre. In Germania dai voti diviſi de la facile preſa di Coſtantinopoli che
gli Elettori erano ſtati eletti due Re fece il medeſimo Paleologo nel 126o.
cioè Riccardo di Cornovaglia, e Al In Paleſtina agli antichi guai ſi era -
fonſo Re di Caſtiglia, e i due parti aggiunta un'irruzione de Tartari, e
ti impegnati a ſoſtenere la loro ele una fieriſſima inteſtina guerra tra i
zione ſarebbero certamente venuti al Cavalieri Templari , e i Spedalieri -
le mani, ſe Riccardo ed Alfonſo non Potè reſiſtere per qualche tempo all'
ſi foſſero laſciati indurre dalle pacifi urto di tante calamità del Criſtianeſi
ehe inſinuazioni del S. Padre a proce mo l'animo coraggioſo del S. Padre,
dere per via di gius , e a rimettere ed il di lui zelo e la di lui attività giun
nelle ſue mani l'eſame delle loro pre ſero anche a rimediarne molte. Diffat
tenſioni. Continuavano tuttavia nel ti coll'aſſiſtenza del Santo Re Lodo
la celebre univerſità di Parigi le trop vico potè egli finalmente por fine al
po oſtinate e ſcandaloſe diſpute fra le funeſte diſcordie che avean per mol
que ſtudenti, e que”profeſſori. L'In ti anni agitato l'univerſità di Parigi
ghilterra era più che mai lacerata dal con grave ſcandalo della criſtianità;
le ſolite interminabili diſcordie fra il potè impedire una guerra civile in
re ed il parlamento, le quali ſcoppia Germania, facendoſi elegger arbitro
rono finalmente poco dopo in un'aper fra i due competitori, ed ebbe anco
ta guerra, che terminò colla prigio ra la conſolazione di riſtabilire la .
nìa del re Arrigo, e del di lui fra pace fra le tre potenti repubbliche di
tello Riccardo, uno de due preten Genova, di Venezia e di Piſa . Ma
denti alla corona imperiale. I Cavalie molti e troppo grandi erano attº"
º - gli
- 22

gli ſconcerti che diſturbavano la cri: ne, poichè incamminatoſi verſo p"
ſtianità , e certamente il dolore di gia, affine di fuggire le oſtilità e le
non potervi apportar rimedio dovette inſidie di Manfredi, che non lo ren
accelerare la morte di queſto Som devan ſicuro nè in Roma, nè in Or
mo Pontefice , la quale accadde in vieto , ove per qualche tempo eraſi
Viterbo ai 25. di maggio del 1261. , fermato, terminò i ſuoi giorni in un
dopo un pontificato di ſei anni, cin borgo vicino a quella città, dopo tre
que meſi, e tredici giorni. Dopo tre anni , un meſe e quattro giorni di
meſi di vacanza gli fu dato per ſuc pontificato . Clemente IV. che gli
ceſſore Giacomo Pantaleone Patriarca ſuccedette, camminando ſulle di lui
di Geruſalemme , nativo di Troyes glorioſe tracce, e procurando di con
nella Sciampagna, il quale aſſunſe il dur le coſe a quel termine al quale
nome di Urbano IV. Uno de' ſuoi pri erano ſtate indirizzate, ſin dai primi
mi penſieri ſi fu di por fine a quell' giorni del ſuo pontificato diede con
anarchia che regnava in Germania , ſua bolla l'inveſtitura del regno di
per mancanza di un capo, che foſſe Sicilia a Carlo d'Angiò, dichiarando
generalmente da tutti riconoſciuto. in eſſa di donargli quel regno , ed
Un altro non meno grave penſiero era eſponendovi diſtintamente tutte le o
la ricuperazione di Coſtantinopoli , condizioni colle quali ſi faceva da .
per la quale fece egli, toſto che fu lui una tal donazione . Dopo di ciò
aſſunto al pontificato, predicare una non tardò guari queſto Principe a mess
crociata in Francia, che fu poſcia da terſi in viaggio alla volta del ſuo
lui ſoſpeſa, a cauſa delle luſinghiere nuovo regno. Imbarcatoſi adunque a
ſperanze di riunione che Michele Pa Marſiglia, egli portoſſi a Roma per
leologo cominciò a dargli. Ma l'affa il Tevere la vigilia della pentecoſte
re più diſaſtroſo, e di più difficile ac dell'anno 1265., e poco dopo vi giun
comodamento era ſicuramente quello ſe ancora per terra il ſuo eſercito con
del regno di Sicilia, e dell'aſcenden tto da Roberto figliuolo del Conte
te che avea preſo l'uſurpatore Man di Fiandra. Dopo di eſſere ſtato qui
fredi in tutta Italia, e nel medeſimo vi ſolennemente riveſtito del titolo di
ſtato della chieſa, non eſcluſa neppu re di Sicilia, e di aver preſtato omag
re la città di Roma. Dopo di avere gio per quel regno nelle mani di que”
inutilmente tentati tutti i mezzi della Cardinali ch'erano ſtati a ciò deſti
dolcezza e della negoziazione, fu co nati dal Santo Padre, il quale trat
ſtretto il S. Padre a cercarſi un vali tenevaſi tuttavia in Perugia, incam
do protettore nella perſona di Carlo minoſſi il re Carlo alla volta di Na
d'Angiò fratello del ſanto Re Lodo poli, e giunſe ſenza quaſi trovare ve.
vico , trasferendo in lui il dominio run contraſto ſino alle mura di Bene
di quel regno, ed elegendolo inoltre vento. Quivi incontrato l'eſercito di
Senatore di Roma. Ma egli non potè Manfredi compoſto di Tedeſchi e di
veder l'eſito di queſta ſua riſoluzio Saraceni, ſi diede quella fatal batta
Ff 2 glia,
228
glia , che coſtò a Manfredi il regno cipalmente in Lombardia, in Toſca
e la vita , dopo di che il re Carlo na, ed in Napoli; e Roma medeſi
paſsò a Napoli, ove fu ricevuto co ma vi preſe parte per la perfidia di
me in un trionfo da quel popolo che Arrigo, che n'era allora Senatore ,
tanto avealo deſiderato . Terminato e che ſi era ribellato contro il S. Pa
l'affare del regno di Sicilia ſi rivolſe dre, ed il re Carlo ſuoi benefattori.
l'animo del S. Padre agli affari di orien Ma il nembo non fu che paſſaggero,
te. Avendo finalmente conoſciuta la poichè il re Carlo, partitoſi da Vi
mala fede del Paleologo, e quanto fal terbo, ove avea celebrata la paſqua
lace foſſe la ſperanza che ſi era con col S. Padre, ed eſſendo paſſato nel
cepita della di lui riunione, non fo regno , ſi fece incontro all'eſercito
lamente laſciò il Santo Padre che ſi di Corradino preſſo di Tagliacozzo ,
proſeguiſſe a predicare quella crocia e quantunque inferiore di forze, bat
ta che nelle provincie dell'occidente, tello completamente . Ognun ſa la .
e del ſettentrione ſi era intimata per tragica morte a cui l'infelice Corra
la ricuperazione di Coſtantinopoli , dino, fatto prigioniero dopo di quel
ma fu anzi mediatore di un trattato la battaglia , fu condannato dal vin
che il re Carlo di Sicilia ſtipulò nel citore, preſſo di cui nulla valſero i
1267. col ramingo Imperatore Bal ſentimenti di clemenza che il S. Pa
duino nella città di Viterbo, ov'eranfi dre avea procurato d'inſinuargli. Pa
pºrtati ambedue, ed anzi nella fleſſa cificata così di nuovo l' Italia, il S.
camera del S. Padre. Il re Carlo era Padre riaſſunſe il filo degli altri affa
ſtato ancora in queſto frattempo fol ri della criſtianità con maggior vigo
lecitato dal S. Padre, poichè egli go re di prima; ma egli non potè veder
deva tranquillamente il regno di Sici ne l'eſito, poichè nel medeſimo anno
lia, ed era perciò più di ogni altro ceſsò di vivere in Viterbo, dopo un
ſovrano in grado di ſpedire una flot pontificato di tre anni, nove meſi, e
ta in oriente, a volgere gli occhi al ventiquattro giorni. Durante la lun
la Paleſtina, ed a ſoccorrere quei fe ga vacanza della S. Sede, che durò
deli nelle loro calamità, che andava quafi per lo ſpazio di tre anni , il
no ſempre più accreſcendoſi di giorno ſanto re Lodovico imbarcoſſi per una
in giorno. Ma queſti bei progetti che feconda crociata ; ma ammalatoſi in
naſcevano dalla pace reſtituita all'Ita Tuniſi , ov'egli eraſi portato per con
lia per l'innalzamento del re Carlo, vertire alla fede quel barbaro re, che
e l'avvilimento del partito Ghibelli gliene avea data ſperanza, vi termi
no, dovettero eſſer meſſi per qualche nò ſantamente i ſuoi giorni . Final
tempo da banda all'improvviſa ve mente fu aſſunto alla cattedra di S.
nuta in Italia di Corradino. Rincora Pietro Tealdo arcidiacono di Liegi ,
tiſi gli abbattuti Ghibellini a queſto nativo di Piacenza della famiglia Vi
ſuo arrivo, ſi produſſe un nuovo ſcon ſconti , il quale trovavaſi in Acri,
volgimento di coſe in Italia, e prin ov'eraſi trasferito per viſitare i lº:
gni
229
ghi ſanti . Giunto in Italia e gli pre è una delle più conſiderevoli regioni
ſe il nome di Gregorio X. , ed una di quella quarta parte del noſtro glo
delle prime cure del ſuo pontificato bo, non tanto per la ſua eſtenſione,
fu d'intimare un concilio ecumenico quanto per eſſere ſtato avvantaggia
a Lione , e d'incamminarſi a quella to con parzialità, e cura ſpeciale dal
volta, per provedere ai gravi biſogni la natura, la quale ſecondata da un
della chieſa , ed ultimare ſoprattutto delizioſo clima vi ha ſparſo con pro
ſe foſſe poſſibile la tanto ſoſpirata riu digalità i ſuoi doni eſenti dalla mag
nione de' Greci. Egli ebbe la conſo. gior parte degl'incomodi, che ſoglio
lazione di veder terminata nel princi no accompagnarli in altri luoghi. Que
pio del ſuo pontificato , quell'anar ſto paeſe è, per così dire, l'Italia ,
chìa che per più di 27. anni avea . vale a dire il giardino dell'America
deſolato la Germania , mediante l' meridionale . Deſſo è diffatti ſituato
unanime elezione che vi ſi fece in in gran parte ſotto i medeſimi gradi
re di Rodolfo Conte di Habsbourg, di latitudine, gode degli ſteſſi climi,
illuſtre ceppo dell'Auſtriaca caſa. Ma e ſtendendoſi a ſomiglianza della no.
ebbe anche il rammarico di ſentire ſtra peniſola, molto più in lunghezza
l'immatura morte dell'angelico Dot che in larghezza , è adattato a rice
tore S. Tommaſo, colla deſcrizione , vere e a condurre a maturità ogni
della quale il noſtro P. M. Becchetti ſorta di valutabili produzioni . Le ,
dà termine al preſente volume XIV. Ande, o Cordigliere che lo fiancheg
che certamente e per l'importanza , giano all'oriente, fanno le veci del
degli avvenimenti che vi ſi deſcrivo le Alpi, e degli Apennini ſcaricando
no , e per la copioſa erudizione e , al pari di eſſi un gran numero di fiu
ſana critica che vi fa campeggiare il mi a rallegrare e fecondare le compa
dottiſſimo Autore, in nulla cede ai pre gne , e ſiccome la proſperità della
cedenti, e non può che accreſcere , noſtra Italia deriva in gran parte dal
il deſiderio dei ſuſſeguenti. le predette catene di monti, così an
cora quella del Chili dipende quaſi
interamente dalle ſue Cordigliere. Ciò
B O L O G N A . non pertanto un paeſe così ſtimabile,
e che ſomminiſtra non meno nel fiſico
che nel politico un gran numero di
Saggio ſulla ſtoria naturale del Chi fatti degni di attenzione, non è an
li del Signor Abate Giovanni Ignazio cora conoſciuto che ſuperficialmente.
Molina. Nella ſtamperia di S. Tom Il P. Feuillèe, che approdò in quelle
maſo d'Aquino 1782. in 8. parti, deſcriſſe con ſingolare accuratez
za i principali vegetabili, ed alcuni
degli animali che creſcono, e ſi pro
Il Chili, per confeſſione di tutti quei pagano in quel littorale. Ma oltrec
che ſcriſſero delle coſe di America , chè egli troppo poco vi ſi fermò per
poter
23o
poter tutto oſſervare , il ſuo libro è ſulla ſtoria naturale di quella parte
divenuto aſſai raro , e perciò cono. dell'America , il quale ſarà in breve
ſciuto da pochi. Gli Spagnuoli ſi eſer ſeguito da un altro ſulla ſtoria civile
citarono ancor eſſi lodevolmente nell' del medeſimo regno . Queſto ſaggio
illuſtrare quel paeſe coi loro ſcritti. viene dall'Autore diviſo in quattro
Oltre i quattro poemi che corrono libri. Nel primo dopo di una ſuccin
impreſſi ſulla guerra Araucana ſono ta deſcrizione del Chili , che ſerve
da rammentarſi a queſto propoſito le di opportuna introduzione al reſto dell'
ſtorie o piuttoſto relazioni che delle opera , ſi tratta delle ſue ſtagioni ,
coſe del Chili pubblicarono l'Ovalle, delle ſue piogge ed altre meteore ac
Fr. Gregorio di Leon , D. Melchior quee, de' ſuoi venti , delle ſue eſala
dell'Aquila, e Giacomo Teſillo , e , zioni ignee, de' ſuoi Vulcani, de'tre
principalmente un compendio anonimo muoti, che vi ſi fanno qualche vol
che ſi pubblicò in lingua Italiana l' ta ſentire , e della ſalubrità del ſuo
anno 1776., il quale in certo modo clima. I tre libri ſeguenti ſono deſti
dà una notizia molto più compiuta . nati all'eſpoſizione de corpi apparte
del Chili di quella , che ſi trova nel nenti ai tre regni della natura, cioè
le opere precedenti, particolarmente il minerale, il vegetabile e l'anima
intorno alla geografia , e alla ſtoria le. In eſſi adunque procedendo gra
naturale. Nulla di meno queſto compen datamente dalle coſe più ſemplici al
dio è veramente troppo compendioſo le più compoſte ſi parla; 1. delle ac
ancor eſſo , e laſcia molto a deſide que così comuni come minerali, del
rare . Sappiaſi adunque buon grado la ſtruttura de monti , della qualità
al Sig. Ab. Molina di aver voluto con de terreni, delle varie ſpecie di ter
queſto ſaggio ſupplire ad una ſiffatta re, di pietre , di ſali , di bitumi,
mancanza, e di avervi ſupplito così e di metalli che vi ſi ſono ſcoperte ,
felicemente. Sin dalla ſua prima gio e della maniera di eſtrarre queſti ulti
ventù egli ſi era dedicato ad oſſerva mi dal ſeno della terra , e di depu
re le ricchezze naturali di quel regno , rarli dalle materie eterogenee ; 2.
e ad iſtruirſi degli avvenimenti acca delle erbe, degli arboſcelli, e degli
dutivi, prima per ſemplice curioſità, alberi più utili, che vi creſcono ; 3.
e poi col diſegno di pubblicarli a co de'teſtacei, de'croſtacei, degl'inſet
mun benefizio de' ſuoi compatriotti. ti, de'rettili, de peſci, degli uccel
Le critiche emergenze ſopravvenute li, e de' quadrupedi ſingolari, che »
gli fecero perdere anche la ſperanza l'Autore ha potuto oſſervarvi . Tut
di potere arrivare un giorno a riaſſu ti queſti eſſeri ſono riferiti a generi
merlo . Ma eſſendo capitati alle ſue ſtabiliti dal celebre Cav. Linneo , e
mani per un fortunato accidente al quando è ſtato neceſſario ſe ne ſono
cuni de' più neceſſari materiali, riſol -formati de nuovi ſecondo il metodo
vette finalmente di produrre il preſen di lui, diſpenſandoſi peraltro dalla ſua
te ſaggio delle ſue interrotte ricerche maniera di diſtribuirli, ed in vece-º
delle
23 e
delle Linneane adoperando delle divi ne, o rimediare ai mali da eſſi cagio
ſioni più famigliari , e più adattate nati. Preſſo La porte 173 1. in 12.
al piccolo numero di oggetti che ſi
deſcrivono , e a metter qualche or
dine nella loro narrazione. Per non La corrente ſtagione eſtiva , fecon
accattarſi brighe però coi ſeguaci del da producitrice degl'inſetti più mo
gran Linneo , ha aggiunto il noſtro leſti e dannoſi all'uomo , ai beſtia
Autore alla fine dell'opera un cata mi e alle piante, è certamente la più
logo nel quale gli eſſeri da lui deſcrit opportuna per annunciare un'opera
ti ſi trovano diſpoſti giuſta le claſſi, in cui appunto ſi parla di queſti in
e gli ordini del ſiſtema di quel natura ſetti, e de' mezzi di garantirſi dalle
liſta . Ecco preſſo a poco il proſpet loro ingiurie, o almeno di rimediare
to di un'opera, la quale appariſce a a quelle già ricevute. Il Sig. Buchoz ,
veramente, come ſi annuncia, il ri ch' è l'Autore di queſt'opera , della
ſultato di un lungo corſo di oſſerva di cui utilità non occorre far parola,
zioni, e di oſſervazioni iſtituite col premette una breve deſcrizione dell'
la maggiore intelligenza , ed eſpoſte animale, de' ſuoi andamenti, delle º
colla maggior preciſione e nitidezza. ſue aſtuzie e de' ſuoi ſtratagemmi, e
Per meglio conteſtare , e diffondere ſi diffonde poi molto più a lungo ſu
ancora ad altri il piacere non co di ciò che forma il principale ogget
mune che ci ha recato la ſua lettu, to del ſuo lavoro , cioè ſu i mezzi
ra , facciamo ſin d'ora. propoſito , di diſtruggerlo, o almeno di garan
permettendocelo le circoſtanze, di ar tirſi dalle ſue invaſioni. Traſceglia
ricchire con alcuni articoli da eſſa , mone qualche ricetta contro di alcu
eſtratti la noſtra antologia, e di far ni inſetti più noti e più dannevoli o
così meglio conoſcere, ed aſſaporare più faſtidioſi. Contro le cimici, del
queſta meritevoliſſima opera di quel le quali egli ci dice eſſer la città di
che in queſte noſtre Efemeridi ci ſia Parigi feraciſſima più di qualunque »
permeſſo di fare . altra città, egli preſcrive la ſeguente
come la più efficace . , Prendaſi ,
, dic'egli , una foglietta di ſpirito
, di vino rettificato, e ben deflem
P A R I G I. ,, mato , con altrettanto olio diſtil
º
,, lato di freſco , o ſpirito di tere
, bentina . Si meſcolino inſieme i
Hiſtoire des inſecies nuiſibles a s, due liquori, e vi ſi aggiunga una
l'homme , aux beſtiaux & c. Iſtoria », mezz'oncia di camfora frantuma
degl'inſetti nocivi all' uomo , ai be », ta in minuti pezzi, che non vi ſi
ſtiami, all'agricoltura, e al giardi », diſcioglierà che dopo qualche tem
maggio , coi mezzi che poſſono adope , po. Agitando queſta miſcela , vi
rarſi per diſtruggerli , o garantirſe », s'inzuppi una ſponga, od una ſco
22 petta,
232
3, petta , colla quale ſi ſtropiccino cuni ragni , il quale è alcune volte
», tutti i ſiti del letto infeſtati dalle venefico, e può diventare anche mor
», cimici, e non ſolo queſte , ma le tale eſſendo traſcurato , ſi preſcri
s, loro uova ancora rimarranno di vono le foglie di ſalvia freſca da ap
», ſtrutte, ſicchè più non vi compa plicarſi ſul luogo morſicato . Contro
», riranno queſti ſchifoſiſſimi anima gli eruditi tarli che divorano i libri,
li , . Contro le formiche, dei di cui e quei più ignobili che rodono i le
lavori, e della di cui economia mol gni , ed altri mobili il preſervativo
to a lungo, e molto ſaporitamente ſi migliore ſi è la camfora ſparſa ſu i
diſcorre in queſt'opera, ſi preſcrivo. ſiti da eſſi frequentati. Troppo lungi
no ancora varie ricette che troppo anderemmo, ſe voleſſimo accennare i
lungo ſarebbe di voler tutte quì ri bei ſegreti che c'inſegna il Sig. Bu
ferire . Il Sig. Buchoz ci ricorda fra choz per garantirci dagl'inſetti che o
gli altri con ſingolar fiducia un mez ci guaſtano il grano, l' vua, le frut
zo ch'egli ha veduto adoperarſi con ta . Forſe un giorno orneremo con ,
felice eſito da credenzieri, per allon qualcuno di queſti ſegreti qualche fo.
tanare queſti ghiotti inſetti da ſiti ove glio della noſtra Antologia, conten
conſervanſi i dolci . Conſiſte queſto tandoci per ora di aver fatto conoſce
nel chiuder le feſſure , per le quali re un'opera, la quale fra le opere a
quegl'inſetti ſi fanno ſtrada per entro del Sig. Buchoz, che pur ne ha fatte
quei ſiti con un pò di fondo di caffè molte , non merita certamente l'ul
bollito e ſecco, da rinnovarſi di quan timo luogo.
do a quando. Contro il morſo di al

e Senaanssen, Asaasen Asenesu, Asenese nasusº senese oasenºnº Aº Asºnº assa

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno. -
Num. XXX. 1782. Li 27. Luglio

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . ſcia fatto conoſcere in Inghilterra ;


in Francia , e in Olanda , dilatoſſi
Memoria intorno all'olio di Rici rapidamente in quaſi tutta Europa a
no volgare dedicata all' Ezio e Rho in queſti ultimi tempi. L'Italia co
Sig. Cardinale D. Paſquale Acquavi me una delle più remote parti d'Eu
va da Giorgio Bonelli lettor pubbli ropa per diſtanza geografica , e più
co, e ſocio della S. R. di medicina di anche per diſtanza politica e com
Parigi, e della R. accad. delle ſcien merciale dal primo fonte di queſto
ze di AVapoli & c. aggiuntivi due nuovo medicamento , ſarebbe ſtata ,
opuſcoli ſulla ſteſſa materia l'uno del certamente aſſai tarda nell'adottarlo.
Sig. Canvane, e l'altro del Sig. Hun Sappiaſi dunque buon grado al nobi
gerbyhler. Mella ſtamperia di Pao. le , e generoſo genio dell'Eminentiſ
lo Giunchi 1782. in 8. ſimo Sig. Cardinale Acquaviva , il
quale affine di accelerare l'introdu
Il nobile ſcopo che ſi propone il zione fra noi di queſto nuovo rime
Sig. Dott. Bonelli in queſta ſua memo. dio ha dato il primo potente impul
ria ſi è principalmente di dileguare i ſo al Sig. Dott. Bonelli per comporre
mal fondati timori che ſi hanno co queſta ſua memoria, e gli ha ſommi
munemente in Italia, e ſpecialmen niſtrato largamente allo ſteſſo tempo
te in Roma di far uſo di un effica tutti quegli ajuti che gli abbiſogna
ciſſimo rimedio, anzi di uno ſpecifico vano per iſtituire le eſperienze neceſ
contro alcuni graviſſimi morbi, e di ſarie a convincere alcuni più oſtinati
fare allo ſteſſo tempo conoſcere i mol. Ricinofobi, come il medeſimo Signor
ti vantaggi economici che ſi potreb. Bonelli grazioſamente li chiama. Que
bono ritrarre da una pianta, la quale ſta memoria del Sig. Dott. Bonelli com
creſce quaſi ſpontanea fra noi, ſe ſi prendeſi in ſei capi. Nel I, ſi preſen
voleſſe dar qualche cura alla di lei ta un'aſſai minuta deſcrizione bota
faciliſſima coltivazione. Egli è gran nica del Ricino vºlgare, e di tutte ,
tempo che l'olio di Ricino adoperaſi le ſue parti eſterne, la quale ſi ren
famigliarmente dagli abitanti delle , deva tanto più neceſſaria, quanto che
Antille nelle coliche, e nelle affezio queſta pianta può facilmente confon
ni verminoſe ; e di là eſſendoſi po derſi con altre che hanno con eſſa -
Gg qual
234
iche ſomiglianza. Siegue nel capo que alcuni Autori declamarono contro
II. l'accuratiſſima analiſi chimica per l' olio di Ricino, ſe ne dee rifonde
molte vie iſtituita di tutte le parti re la cagione nel non averlo eſſi ado
della pianta, e principalmente de'ſe perato colle dovute cautele, o forſe
mi e del loro olio, per la quale il Sig. ancora nell'averlo talvolta confuſo
Dott. Bonelli ſi è ſervito della mano coll'olio tratto da ſemi di altra ſpecie
di due valenti ſpeziali il Sig. Pietro di Ricino, o di Ricinoidi, lo che ſem
Conti, e il Sig. Lorenzo Ballanti, i bra tanto meno inveriſimile, quanto
quali operarono ſotto la ſua direzio che lo ſteſſo gran Boerhaave feceſi
ne . Il più importante riſultato di reo di una tal confuſione. Se il Sig.
queſti chimici cimenti ſi fu che eſiſte Dott. Bonelli non ha avuto difficoltà
bensì nelle membrane del ſeme un . dietro la ſcorta delle ſue eſperienze,
acre - volatile, il quale finchè libero e delle altrui oſſervazioni di preſcri
agiſce e ſeparato dalle parti oleoſe, vere internamente l'uſo dell' olio di
agiſce con ſomma forza , e manife Ricino, molto meno ſcrupoloſo dovrà
ſtaſi per un violento emetico e pur naturalmente moſtrarſi circa l'uſo
gante ; ma confuſo che ſia queſt'acre eſterno del medeſimo in quei mali ne'
volatile, ed avviluppato nell'olio del quali per la ſua ſingolare virtù emol
ſeme altro non fa che comunicare a liente , e deterſiva venne anche da'
queſto una diſcreta e ben mite forza più antichi medici e naturaliſti, e o
ſciogliente, ſempre però più attiva - nominatamente da Plinio e da Gale
di quella dell'olio di lino. Incorag no ſommamente commendato. Quin
gito da queſte eſperienze, e maggior di è che ſull'autorità di queſti, e di
mente confermato da ciò che legge altri più moderni ſcrittori ſi conſiglia
va de' prodigi di queſto nuovo rime nel capo IV. colla promeſſa del mag
dio in alcuni libri di oltremonte, e gior ſucceſſo di far uſo di queſt'olio
da ciò che venivagli riferito da per ne' reumatiſmi, nelle oſtruzioni indu
ſone del meſtiere degne della maggior rite, nelle ſcottature , nell' emorroi
fede, s' induſſe finalmente il Signor di infiammate, nella rogna , nelle ,
Dott. Bonelli a farne la pruova nella macchie della cute contratte al ſole
doſe , e ne' caſi opportuni ; ed in . &c. Sin qui degli uſi medici tanto in
meno di tre meſi di tempo egli potè terni che eſterni dell'olio di Ricino ;
raccogliere nove oſſervazioni che ſi ma queſti non ſono i ſoli vantaggi,
regiſtrano nel capo III. , e che de che ſecondo il Sig. Dott. Bonelli po
pongono unanimemente che l'olio di trebbono ritrarſi da queſta pianta .
Ricino volgare, lungi dall'eſſere un Niun'altra, ſecondo lui, potrebbe -
veleno, ſiccome ſpacciano alcuni, o meglio far le funzioni di pianta ſuc
almeno un medicamento violento e º cedanea del prezioſo ulivo, per ſom
temerario, è anzi un rimedio profi miniſtrare un olio, ſe non per condi
cuo e mite, e quaſi ſpecifico in mol mento de'cibi , benchè a queſt' uſo
te ſpecie di colica, ſegnatamente bi ancora potrebbe impunemente adope
iioſa , nefritica, e verminoſa. Se dun rarſi dai palati meno ſchizzinoſi, al
In)C no
235
meno per i lumi delle caſe contadi P A D O V A .
neſche e plebee, delle cucine, delle
ſtalle e delle città; per l'uſo di al L' anima umana, e ſue proprietà
cune manifatture , come per eſ. de' dedotte da ſoli principi di ragione ,
lanifici, e delle arti pittoria, tinto del P. Lettore D. Antonmaria Gar
ria & c. e finalmente per farne ſapo dini Monaco Camaldoleſe contro i ma
ne da lavarne ſe non i più fini mer terialiſti, e ſpecialmente contro l'ope
letti , almeno i più groſſi panni. L' ra intitolata : le bon ſens, ou idèes
eſpoſizione di queſti ed altri tali uſi naturelles opposèes aux idèes ſurna
economici dell'olio di Ricino forma turelles. In Padova 178 I. nella ſtam
l'argomento del capo V. , eſſendo peria del ſeminario appreſſo Giovan
finalmente quello del capo VI. ed ul mi Manfrè , in 8.
timo di queſta dotta, ed utile memo
ria il metodo che dovrebbe tenerſi Al num. XIII. , e XIV. delle no
per introdurre, e promuovere fra noi ſtre Efemeridi dell'anno 1779. noi
la faciliſſima cultura di queſta pianta. demmo ampio conto di altra eccel
Dopo di aver così brevemente ac lente opera del dotto , e celebre Pa
cennate le principali coſe che ſi con dre Lettore Gardini, da lui ſcritta.
tengono in queſta memoria del Sig. contro l'autore del buon ſenſo , e e
Dott. Bonelli poſſiam diſpenſarci dal moſtrammo, come in eſſa egli ſi fe
far parola delle due opere oltramon ce valoroſamente incontro alle obbie
tane che ſi aggiungono ſulla medeſi zioni degli Atei, e dei Deiſti , toc
ma materia, cioè della traduzione cando anche quelle , che i materia
italiana della diſſertazione del medico liſti hanno pure coi medeſimi comu
Ingleſe Sig. Canvane, e della differ ni. Ora egli in queſta, che annun
tazione accademica del Sig. Hunger ciamo, prende ad impugnare ſpecial
byhler, medico di Coſtanza; poichè mente i materialiſti, que uomini vi
in queſte ſi parla delle medeſime vir
li , che per ſervire alle loro paſſioni
tù mediche dell'olio di Ricino, che non temono degradarſi ſino al punto
vengono forſe aſſai meglio eſpoſte nel di fare una ſola claſſe coi bruti. Ec
la memoria del Sig. Bonelli, la quale co adunque una nuova difeſa dell'ani
ha poi certamente ſu di eſſe il vanº ma umana, cioè di quel dono ſubli
taggio di preſentare una molto più me del cielo, per cui dominiamo ſu
eſatta deſcrizione botanica della pian gli altri animali, che ne ſon privi,
ta, e di eſſer corredata da un molto per cui ci diſtinguiamo da eſſi nel
maggior numero di deciſivi chimici perfezionare ogni giorno più le no
eſperimenti. ſtre opere, per cui formiamo, e re
goliamo colte ſocietà, per cui ſpin
giamo le noſtre meditazioni ſu per
le vie più ampie del cielo, e le in
terniamo ne' più cupi receſſi della ter
ra, per cui analizziamo non meno i
Gg 2 noſtri
236
noſtri interni penſieri, che i principi funeſte confeguenze , che il noſtro
delle coſe create, e per cui finalmen Autore nella quarta, ed ultima par
te ragioniamo , diſtinguendo cioè il te della fua opera moſtra emanare dai
vero dal falſo, e il certo dal dubbio, rei principi di coſtoro, comecchè ſia
calcolando le coſe preſenti, parago un aſſioma innegabile, che non ſi può
nando con queſte le paſſate , e pre dare vera virtù fenza religione, e o
vedendo le future. Il noſtro Autore per contrario non ſia , che un garan
pertanto diſceſo ad indagare i molti, te troppo debole per gli uomini il ſo
plici traviamenti intellettuali di que” lo vantaggio o d'un buon tempera
miferi filoſofanti , che ofano anche mento , che uno ſortiſca, o d'una -
con sfrontata petulanza enunciarſi buona educazione , che gli ſia ſtata
pubblicamente per materialiſti, con . data, per non temere inſidie, e ma
quella ſteſſa facilità, con cui altri ſi li dai noſtri ſimili. In fatti qual vir
enuncierebbe nelle coſe filoſofiche per tù riprometterſi da uno, che manchi
Neutoniano, conſidera, ed eſamina di religione, ed in cui il temperamen
principalmente i vari, ed incoerenti to non ſia de' migliori , e l'educa
ſiſtemi di ciaſcuno, rileva di tutti i zione non ſia delicata ( coſe certa
differenti aſſurdi, e riſponde finalmen mente non ovvie ) e che perciò non
te alle obbiezioni, che intendono eſſi parta che da una fatal neceſſità , dal
di fare ai ſublimi attributi dell'ani proprio piacere , o dal privato inte
ma. Quindi i principi dell'Elvezio, reſſe per conſiderare le azioni umane,
la mala fede di Hume, ed i ſpecioſi e per regolare le proprie ? Appunto
cavilli di Collins, oltre i ſofiſmi dell' quì è, che il noſtro Autore ſi accin
autore del buon ſenſo , che è il fuo ge coraggioſamente ad oppugnare an
protagoniſta, cadono ſotto la ſua più che queſti aſſurdi principi, e viene
accurata cenſura , e la più robuſta a ſtabilire le oppoſte inconcuſſe veri
ſoluzione. Sono perciò le prime tre tà, che egli pur vindica dagli attac
parti di queſta ſua opera conſecrate chi di coſtoro. Sia dunque, che egli
alla glorioſa difeſa della ſpiritualità, moſtri non poterſi ripetere il penſiero
immortalità , e libertà dell'anima dalla combinazione, od aggregato del
umana, che ſono appunto i pregi ad le parti della materia, nè dalla loro
eſſa inerenti, anzi coſtitutivi della ſua diverſa diſpoſizione ; ſia che inſegni
eſiſtenza. Siccome poi l'impugnazio non poter eſſere la fiſica coſtituzione
ne delle più certe verità non può an dell'uomo, nè la ſua fiſica ſenſibili
dar difgiunta dalla malizia, nè vi fu tà la cauſa efficiente del penſiero, o
mai malizia innocente , così la ne delle altre ſpirituali facoltà ; ſia ch
gazione di queſti eccelſi attributi dell' inſtituiſca il più giudizioſo parallelo
anima umana in bocca de' materiali fra l'uomo, e i bruti, ed eſponga i
ſti conviene conſiderarla , come un caratteri di ſomiglianza, e di diſpa
attentato diretto contro il trono , e rità fra eſſi ; fia che preſenti le ca
come una perturbazione della pubbli ratteriſtiche facoltà dell'anima uma
ea quiete. Queſte ſono appunto le º na a differenza de'bruti; fia che pro
V -
-
237
vi eſſer congruo, ed eſſere deſidera V E R C E L L I,
|
bile , che l'anima umana ſia immor
tale ; ſia che incalzi eſſer ciò con
forme alla ragione ; ſia che egli per Saggio di poeſie varie di Silvio Bal
fine ſtabiliſca le più ſode propoſizio bis . Dalla tipografia patria 1782.
mi dirette alla difeſa della libertà in 8. -

dell'anima umana, e nel tempo me


defimo appaleſi il bene , che dalle o
oppoſte verità ricade vantaggioſamen Precede queſto ſaggio uno ſpiritoſo
te ſulla tranquillità, e ſicurezza dell' preambolo in cui l'elegante, e di
umana ſocietà, o proponga, e riſol licato Autore va grazioſamente ſcher
va nelle loro idee primitive i moti zando ſulla ragione che lo ha moſſo
vi, che hanno gli atei per procaccia a pubblicarlo, ſul titolo con cui ha
re il bene della ſocietà, il dotto no voluto farlo comparire alla luce, ſul
ſtro Autore fa ſempre l'uſo il più ad la piccolezza della ſua mole, ſulla mo
datto, ed il più acconcio, che poſſa deſtia della ſua forma , ed infine »
mai in ſimili caſi praticarſi, degli ar ſull'indifferenza con cui ſarà per ri
gomenti, per i quali fieno coſtoro me cevere il giudizio del pubblico riguar
no ſchifiltoſi, di quelli cioè d'una. do ad eſſo. Oh quanti poeti a dì no
ſoda, e ſtringente metafiſica , ben ſtri , ſe voleſſero eſſer veridici, do
chè ad eſſa aſſoci come per ſuperero vrebbero dire ſul ſerio, ciò , che il
gazione, e per ornamento le altre o noſtro Sig. Balbis non ha detto, o
ſcienze più profonde, ed una varia, non ha almeno avuto ragione di dire
e ſcelta erudizione , frutto di lungo che per giuoco , di aver dato cioè
ſtudio , e di aſſidua lettura . Se o alla luce queſto ſuo ſaggio non già
gli autori di queſti ſiſtemi, o i ſegua per impulſo di grandi perſonaggi, o
ci de medeſimi vogliono accorgerſi , per deſiderio di condiſcendere agli
ſe ſono, o nò di buona fede in que amici, ma per un vero atto di vanità,
fta loro maniera di opinare , eſami e di leggerezza ! Purezza e facilità
mino di grazia, ſe veramente hanno di ſtile, verità e chiarezza di penſie
tanti preſidi di cognizioni, quanti ne ri, ſublimità che naſce, non già da
ha il ch. P. Lettore Gardini , che è un accozzamento di parole ſeſquipe
quanto dire, ſe ben conoſcono la ſubli dali, ed eſotiche, ma dalla grandezza
mità di quella religione , di cui ri e nobiltà del concetti , ecco i pregi
gettano le verità più ſacre, o ſe poſ. che caratterizzano queſte varie poe
feggono la gravità, e ſodezza di quel ſie del Sig. Balbis, e che giuſtifiche
la filoſofia , che s'avviſano di pro ranno non ſolo la loro pubblicazio
feſſare, e di cui in ſoſtanza vergogno ne , ma ne dimoſtreranno di più la
ſamente abuſano o per paſcere il loro neceſſità in un ſecolo in cui quei pre
orgoglio, o per luſingare le loro pra gi ſon divenuti sì rari. Queſto ſag
ve inclinazioni. -
gio divideſi in tre parti. Nella pri
- - Il3
233
ma ſi comprendono le poeſie ſagre ; O liete , o avverſe , ubbidienti
nella ſeconda le profane fatte per ayaza/20 e

la maggior parte in occaſione di noz Poche alme ſolo al giuſto ciel dilette,
ze ; e nella terza infine quelle di Che un'ardente virtù ſu gli aſtri
berneſco, e ridevole argomento. Va ſpinge,
ri ne ſono i metri, e tutti maneggia Hanno il fato e le ſorti a lor ſog
ti convenientemente. Fralle ſagre vo gette.
lentieri quì traſcriveremmo per intie Signor, tu ſei fra queſte; e i gran
ro la bella parafraſi di una porzione di auguri
del capo 5o. dell'Eccleſiaſtico in cui Che a ſe ſteſſo il mio cor per te
faſſi l'elogio del ſommo ſacerdote e dipinge
Simone figlio di Onia, preſentata dal D' un felice avvenir ſono ſicuri.
Sig. Balbis aſſai opportunamente ad
un novello arciveſcovo , ſe deſſa foſ
ſe men lunga di quello che è, o noi po M O N T P E L L I E R.
teſſimo riſolverci a mutilarla . Per
non laſciare però paſſare queſto ſag
gio di sì belle poeſie, ſenza darne Memoires ſur les fevres ci ſur la
un qualche piccolo ſaggio ai noſtri contagion & c. Memorie ſulle febbri ,
lettori , fra i molti ſonetti non co e ſu i miaſmi contagioſi, lette dinan
muni che ſopra ſoggetti aſſai comu zi alla ſocietà medica e filoſºfica di
ni e triti, come per eſ. di nozze, di Edimbourg dal Sig. Giacomo Lind ,
monacazione & c. s'incontrano nella e tradotte dall'Ingleſe ed arricchite
II. parte, traſcriveremo il ſeguente, di molte note dal Sig. Arrigo Fou
in cui daſſi il buon capo d'anno ad quet, dottore di medicina cº-c. Preſſo
un miniſtro di ſtato. Picot 178 1. in 8.

Cade l'antico , e pel ſentiero uſato La febbre, cioè uno de' più comu
Dal gran giro de tempi eſce il ni flagelli della povera umanità , ſe
maov'anno ; condo il Sig. Lind, è quaſi ſempre »
Le ſperanze il precedono , e gli il prodotto di miaſmi contagioſi. Le
ſtanno materie contenute in queſte ſue me
Le ſorti umane in vario volto a o morie poſſono comodamente ridurſi a
lato. tre articoli principali. Il primo riguar
Queſte ora al tergo agili piume, or da i differenti metodi i più conve
hanno nienti per purificare dai miaſmi con
Fra lacci il piede, e ſon miniſtre tagioſi i vaſcelli , le abitazioni , le
al fato; biancherìe, gli abiti, i mobili, gli
Dov'ei fauſto le invia, le tragge utenſili , e tutte le altre ſoſtanze in
irato, fine che poſſono eſſerſene imbevute.
Il
239
Il ſecondo articolo ſi riferiſce alla avuto principalmente in mira di i"
maniera naſcoſta , ed inſidioſa con , rilevare i pericoli di un'infinità di
cui ſi propagano e ſi comunicano que malattie, che vengono aſſai legger
ſti miaſmi; ai ſintomi che ne indica mente qualificate col nome di febbri
no la preſenza, e ne caratterizzano ſemplici indicandone al tempo ſteſſo
i primitivi effetti ; e alle variazioni i preſervativi, e la cura.
che deſſi provano nella loro attivi
tà , relativamente ai temperamenti,
alle ſtagioni, ai climi, e alle ſpecie
particolari di febbri che ne dipendo L I S B O N A,
no, fra le quali merita di eſſere con
diſtinzione mentovata la febbre gial
la di America , ſulla qual malattia ,
il Sig. Lind aggiugne molte nuove no Diſſertazione apologetica di Santa
tizie a quelle che già ce ne avea , Maria Maddalena in cui ſi prova ,
date più copioſamente di qualunque eſſer eſſa l'unico ſoggetto delle lodi
altri il Sig. Linnen ne' primi volumi evangeliche, le quali dalla chieſa le
della filoſofiche tranſazioni. Finalmen vengono attribuite, e non già più Ma
te il terzo ed ultimo articolo conſiſte rie diſtinte, ſiccome pretendono i mo
nell'eſpoſizione del metodo curativo derni critici : aggiungeſi un panegi
delle malattie di queſta ſpecie , da rico, il quale in lode di lei fatto in
cui peraltro il Sig. Lind non diſgiun 2rbania dall'Autore, gli porſe l'oc
ge giammai la cura profilattica, ch' caſione di fondatamente eſaminare la
egli ripone principalmente nella di controverſia, e produrre a gloria di
ſinfezione per mezzo del fuoco e del lei, e della chieſa gli encomi riven
fumo, nella rinnovazione dell'aria , dicati ; da Manoele da Rocha Car
e nella nettezza del corpo . Dei tre dozo Sacerdote Portogheſe. Vella ſtam
metodi di diſinfezione ch'egli deſcri peria reale in 8.
ve, a ſuo giudizio medeſimo, quello
che merita la preferenza ſopra gli al
tri è il ſecondo , il quale conſiſte , Il titolo baſtantemente dice di che
nello ſpargere ſopra di una ben'acce ſi tratti in queſt'opuſcoletto alla ſa
ſa bragia di carbone di legna una gra critica appartenente. Noi già in
ſufficiente quantità di zolfo. Nel trat tendiam ſolo di parlare della diſerta
tare di tutti queſti diverſi oggetti l' zione apologetica, poichè del panegi
Autore ſi appoggia ſopra di una ſe rico di S. Maria Maddalena , che ad
rie numeroſa ed univoca di fatti , eſſa ha dato occaſione, dopo averne
ch' egli ſchiera in principio dell'ope lodato la teſſitura e lo ſtile, che più
ra, per cavarne poi le ſue concluſio puro od elegante non potea certamen
ni. Pare inoltre che il Sig. Lind nel te deſiderarſi da un oratore, che par
corſo di queſte ſue memorie abbia , lava un linguaggio non ſuo , non
potrem
24o
potremmo altro aggiugnere , ſenza , poi del ſuo aſſunto il noſtro A. , e le
uſcire dai limiti del noſtro inſtituto. vittorioſe riſpoſte colle quali egli ri
L'argomento adunque di queſta diſſer batte i cavilli degli avverſari nella ,
tazione apologetica ſi è di mettere in II. parte . Noi ci luſinghiamo , che
maggior lume l'antichiſſima, e coſtan neſſuno, volendo far uſo del ſuo crite
te tradizione della chieſa, ſecondo la rio nel leggere queſta diſſertazione ,
quale S. Maria Maddalena la quale » vorrà più dubitare dell'unità delle Ma
trovoſſi a piedi della croce nella mor rie mentovate nel vangelo, vedendo
te di N. S. G. C. , e che fu la prima che per i primi due ſecoli della chie
a trovar vuoto il di lui ſepolcro do ſa , cioè ſino ad Origene che fu il pri.
po la di lui divina riſurrezione , è mo a rivocarla in dubbio, queſto fu
la medeſima che la peccatrice non . l'unanime ſentimento di tutti gli ec
nominata nel vangelo che andò in ca cleſiaſtici ſcrittori, ſiccome il mede
ſa di Simon Fariſeo a ſtruggerſi in la ſimo Origene ce ne aſſicura, dicendo,
grime di compunzione ai piedi del di neminem ex compluribus, qui ante ſe
vino maeſtro ungendoli con unguen vixerunt, ſcriptoribus eccleſiaſticis,plu
do e aſciugandoli coi ſuoi capelli, e res quam unam eamdemque agnoviſſe
la medeſima ancora che la Maria ſo Mariam ; e vedendo di più che que”
rella del riſuſcitato Lazzaro, e di Mar dubbi moſſi da Origine ceſſarono dopo
ta, di cui dice S. Giovanni al capo di S. Gregorio M., il quale richiamò
XI. Maria autem erat quae unxit Do alla priſtina unanimità queſt'eccleſia
minum unguento , cº- exterſit pedes ſtica tradizione . Che ſe dopo tutto
ejus capillis ſuis: cuju sfrater Laza ciò rimaneſſe pur qualche dubbio, noi
rus infirmabatur. Noi tenteremmo un' ſiam certi che ſarà intieramente tolto
inutile impreſa, ſe penſaſſimo di ac dalla riſpoſta ad una critica fatta a
cennare anche di volo le ingegnoſe queſta diſſertazione apologetica in -
e ſode rifleſſioni colle quali ſi accom Lisbona, alla quale ſappiamo che il
pagnano i teſti evangelici nella I. par dotto noſtro Autore ſta ora con ſom
te di queſta diſſertazione; ſiccome a mo impegno lavorando.
ancora le dirette dimoſtrazioni che dà
Num. XXXI. 1782. Li 3. Agoſto
A

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


A

R O M A., blimi argomenti ; che due perſone e


che ſi uniſcono in matrimonio poſſo
Per le fauſte nozze de'nobiliſſimi no eſſer degne di ogni lode per le lo
Signori Cavalier Giuſeppe Lavalle ro domeſtiche e private virtù , ſenza
Marcheſe della Fargna Patrizio Ro che perciò poſſano ſomminiſtrare ma
mano, e la Conteſſa Maddalena Ba teria di canto ai poeti; che la poeſia
glioni Patrizia Perugina componimen non dee cantare che l'eroiſmo della ,
ti poetici raccolti dal Cavalier Fabri virtù , il quale non è poi ſi comu
zio Conte Orſini de'Rilli Patrizio Ro ne, e che per aver diritto alla poe
mano, e Fiorentino . Per il Cannetti ſia, biſogna almeno averlo prima al
all'arco della Ciambella 1782. in 8. la ſtoria; e che finalmente quei riſtuc
chevoli luoghi comuni, ai quali bi
Siamo queſta volta noſtro malgra ſogna forzoſamente ricorrere in ſimili
do coſtretti dalla mancanza di miglior caſi, già ſono da gran tempo eſauri
materia, a cominciar il noſtro foglio ti, o difficilmente poſſono almeno più
con una raccolta per nozze . Queſto ſomminiſtrare una qualche idea, che
ſia detto però , non già per iſvilire ſia allo ſteſſo tempo bella , naturale
in veruna maniera quella che ora an e nuova. Ma ſappiamo ancora che a
nunciamo , la quale può andar cer quella innumerevole frotta di poeti,
tamente del pari colla maggior parte che quaſi tutta ora forma l'Italia
delle altre che non ſi dipartono dall' na letteratura, alimentata da quelle
uſitata traccia ; ma ſolo per ſervirci tante accademie poetiche , che ſono
in qualche modo di ſcuſa preſſo quei quaſi le ſole , che abbia ora l'Italia ,
più ſchizzinoſi lettori, i quali corru biſogna pur che ſi occupi in qualche
gano toſto il naſo al ſemplice annun coſa; nè i grandi argomenti poſſono
cio di una ſiffatta ſcreditata merce, baſtare a tutti, e molto meno poſſo
e per far loro capire che noi pure no eſſere per i denti di tutti. Laſcia
vorremmo aſtenercene dal farne uſo, mo adunque che ſi occupi a compi
ſe la neceſſità non ci coſtringeſſe al lare raccolte per nozze , od altre ta
cune volte a uſare altrimenti. Sappia li bagattelle per timore che poſſa far
mo beniſſimo che la poeſia non dovreb peggio, e noi contentiamoci di quan
be occuparſi che de' più nobili e ſu.. do in quando di annunciarne qualcuna
ſe
º
242
ſe non altro per prendere occaſione N A P O L I.
di rinnovare i noſtri voti che ſempre
facciamo , perchè la letteratura Ita Memorie ſtorico - critiche degli ſlo
liana , abbandonando finalmente le , rti AVapolitani di Franceſcantonio So
poetiche fole , ſi rivolga ad oggetti ria. Tomo I. In A/apoli 178 1. nella
più utili, e degni. Intanto per mo ſtamperia Simoniana; in 4.
ſtrare che noi non tenghiamo la rac
colta, che ora annunciamo, da me La ſtoria filologica è forſe la più
no delle altre, facciamo che ancora vaſta, e la più minuta di tutte, per
di eſſa , ſiccome abbiam fatto delle chè ſi divide in infiniti rami, quanti
altre, compariſca un ſaggio in queſti ſono quelli , che dalle varie claſſi ,
fogli. Serva a queſto uſo il ſonetto e generi della filologia ſteſſa riſulta
del Signor Abate Don Corrado Mi no, e quanti pur ſono quelli , che
gliaccio. hanno rapporto alle perſone, che la
coltivano, ai luoghi, ſu quali ſi ag
Coppia d'illuſtri ſpoſi entro alle girano, ai tempi, ai quali apparten
vente , gono, e ad altre coſe tali. Quindi
.Sangue di chiari Eroi , sò che non poſſono eſſere , che utili , gli
vi ſcorre, aiuti , che ad alcuni di queſti rami
Ma poco cura queſti fregi Ime filologici con particolari ſpartizioni,
zº é , ed illuſtrazioni ſi cerca di arrecare.
AVè le capanne, nè i tagurjab La biblioteca de ſtorici Napolitani è
borre: uno di quegli aſſunti, che tende a .
Anime ei vuol , che delle ſue ca giovare ad un ramo ben importante
tente , dell' Italiana letteratura, e che for
Il peſo in niuna etade amin de niſce un nuovo depoſito di notizie ,
porre 9 e lumi diſperſi, ed un facile prontua
Cb ogni loro ventura , ogni lor rio , d'onde deſumere molte oppor
bene, tune cognizioni. Queſta preſente com
Solo nel mutuo amor voglian ri pilata dal Sig. Soria è riſtretta ad una
- porre. ſola nazione riguardo all'argomento,
• Ove di tai virtù luce riſplende , ma non così riguardo ai ſcrittori. Ef
Sia fra il volgo meſchini, ſia fra ſa comprende anche i ſtranieri , non
gl' Eroi ; che i paeſani, i quali hanno fatto
-. Ad intrecciare il ſuo bel modo oggetto de loro ſcritti le coſe del re
imprende. gno di Napoli, quali il N. erudito A.
Però fra l'ampio ſtuol de'figli ſuoi non dubita di aſcrivere al rango
Voi gioiſce contar , perchè com de'cittadini, come gli antichi Roma
rende , ni dichiararono loro cittadini Polibio,
Che sì belle virtà regnano in o e Dionigi d'Alicarnaſſo, ed i moder
V02 - ni pur nominarono tali il Goltzio, e
Guothero, perchè delle coſe Romane
ſi re
243
ſi reſero co'loro ſcritti tanto beneme coloro, che delle ſcoperte d'Ercola
riti. L'eſtenſione della materia ſi ren no, e delle eruzioni del Veſuvio han
de anche più ampia , ſe ſi rifletta , no trattato, ſiccome qui vi avrà luo
che queſte memorie comprendono gli go anche il catalogo delle ſtorie ano
ſtorici non ſolamente civili, ma an nime. -

che gli eccleſiaſtici, come pure i let R I R E N Z E .


terari, i topografici, e gli antiquari
sì morti, come viventi, ſemprecchè 7'raité ſur le vénin de la vipere
però abbiano sì gli eccleſiaſtici, co c3 c. 7'rattato ſopra il veleno della
me gli antiquari avuto in oggetto la vipera, i veleni Americani, il lau
ſtoria, o la topografia del paeſe. Chi ro - ceraſo, ed alcuni altri veleni ve
è pertanto, che non veda la diligen getabili, a cui ſi aggiungono alcune
za, che il noſtro Autore ha dovuto oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura
perciò uſare, e l'utilità, che può re del corpo animale, differenti eſperien
care il ſuo bel lavoro ? Da un tal com ze ſulla riproduzione de'nervi , e ,
pleſſo di particolari ſtoriche notizie » la deſcrizione di un nuovo canale dell'
non ſolo ſi apprenderanno i fonti, a occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſico
quali ricorrere per avere giuſti det di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di
tagli del ſito, delle qualità , dello Toſcana, e direttore del ſuo gabinet
ſtato naturale, civile, ed eccleſiaſti to di ſtoria naturale; opera arricchi
co, e di altre circoſtanze locali, ma ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4.
quelli puranche , d'onde trarre la . Art. 1.
notizia de' prodotti della natura , e Era gran tempo che noi deſidera
dell'arte, ed in conſeguenza dell'at vamo che ci capitaſſe alle mani queſt'
tività , ed induſtria di ciaſcuna po opera, non già per annunciarla, poi
polazione: notizia opportuniſſima per chè deſſa ſi è già annunciata da ſe
formar indi un piano generale da mi ſteſſa a tutta l'Europa, ma per arric
gliorar lo ſtato dell'agricoltura, e chire ed ornare i noſtri fogli, che ſi
del commercio delle varie provincie. di rado hanno la ſorte d'imbatterſi con
Queſta biblioteca perfine, ſecondo il opere del medeſimo calibro, del bre
piano di tutte l'altre, è diſpoſta per ve , e ſommario proſpetto delle nu
alfabeto, cioè per via di cognomi , meroſe ed importanti ſcoperte, che
i quali formano perciò tanti articoli in eſſa trovanſi regiſtrate. Quantun
ſeparati. Il primo tomo, che annun que tutte le produzioni del Sig. Ab.
ciamo, giugne ſino alla lettera I in Fontana portino l'impronta della più
cluſivamente ; il reſto ſi avrà nel to utile originalità e del più ſagace ſpi
mo ſecondo, che preſto ſarà pubbli rito analitico, queſta però ſia per la
cato, per quanto ci vien detto, e o difficoltà dell'impreſa, ſia per l'immen
che comprenderà anche in una claſſe ſa copia delle più ingegnoſe ed ardue
a parte , collo ſteſsº ordine alfabeti eſperienze, ſia per il gran numero de'
co, ſotto una ſola rubrica di Ercola nuovi intereſſantiſſimi fatti che da .
neſi, e di Veſuviani ſcrittori , tutti queſte ne ſon riſultati , ſi laſcia di
Hh 2 gran
244
gran lunga indietro non ſolo tutte le vegetabili con infine parecchie oſſer
altre opere del medeſimo Autore, ma vazioni, e molte nuove luminoſe vi
forſe ancora quelle de' più rinomati ſte ſulla primitiva ſtruttura del corpo
eſperimentatori. Un pregio certamen animale . La I. parte di queſt'opera
te che ſembra proprio di queſt'ope ſul veleno della vipera comparve in
ra, e che non è ſi facilmente da in Italiano colle ſtampe di Lucca fin ,
contrarſi in altre , ſi è il luminoſo dall'anno 1765, Se ne intrapreſe to
metodo che l'Autore ha ſeguito nel ſto a Parigi la traduzione franceſe dal
la ſua eſpoſizione. Egli vi fa propria Sig. Darcet, e dopo molte accidenta
mente la ſtoria delle ſue ſcoperte : li dilazioni era finalmente ſul punto
ſicchè ſi vede l'Autore avanzarfi paſſo di eſſere pubblicata con molte nota
paſſo verſo di eſſe; quaſi ſi prevengo bili aggiunte e correzioni, che il me
no i ſuoi dubbi ; quaſi s'indovinano deſimo Sig. Ab. Fontana, il quale eraſi
le eſperienze ch'egli dee tentare; ciò portato l'anno 1776. in quella città,
che mentre luſinga non poco l'amor avea comunicate al traduttore. Uſcì
proprio di chi legge, e ne rende più frattanto nell'anno ſeguente nella me
delizioſa la narrazione, iſtruiſce an deſima città di Parigi un piccolo ſcrit
cora maraviglioſamente nella difficile to del Sig. Sage ſull'alkali - volatile
arte di ſpiare i ſegreti della natura, fluore , ſu di cui tanto rumore me
preſentando per così dire un ſaggio di noſſi alcuni anni addietro, e ſull'uſo
logica ſperimentale. Se l'Autore na del medeſimo all ali - volatile contro
ſcondendo le vie per le quali è giun il morſo della vipera ; e ſiccome in
to alle verità ch'egli ha diſcoperte, queſt'opericciuola molte coſe ſi avan
ſi foſſe contentato , ſecondo il con zavano contrarie a quelle che dieci
ſueto ſtile degli altri ſcrittori , di anni prima aveva eſperimentate in Ita
preſentare ſoltanto gli ultimi riſulta lia il noſtro Sig. Ab. Fontana, ſi vi
ti, e le ultime eſperienze che ve l'han de perciò queſti coſtretto a pregare e
condotto, avrebbe forſe conciliato alla il Sig. Darcet di ſoſpendere la pubbli
ſua opera un'aria più imponente, cazione della ſua traduzione, volen
più originale e più nuova ; ma la fua do egli riaſſumere il ſuo lavoro , e
opera non farebbe riuſcita così iſtrut tentare nuove eſperienze, colle qua
tiva. Ma fenza più preamboli, faccia li emendare o viennaggiormente con
mo che parli l'opera ſteſſa, per quan fermare i primi riſultati . Frutto di
sto almeno ce lo permetteranno gli an queſte ſeconde ricerche ſono la II. ,
guſti limiti de'noſtri fogli. Deſſa di la III. e la IV. parte di queſt' ope
videſi in quattro parti , che trattan ra, che ſono intieramente nuove, ſia
tutte del veleno della vipera, ed in per le materie che vi ſi trattano, ſia
una lunga appendice ove molte nuo per l'eſperienze, e le ſcoperte che vi
ve, ed intereſſanti eſperienze s'incon ſon contenute. Benchè però in que
trano ſul veleno Americano, chiamato ſte tre parti aggiunte molte coſe ſi
7'icunas, e ſul veleno, che ſi eſtrae dal emendino, o ſi modifichino delle det
lauro - ceraſo , e da altre ſoſtanze te ed avanzate nella I. parte, pure il
v
Sig.
2

Sig. Ab. Fontana , affine che meglio ne moſtraſſe il menomo inini


appariſca la marcia da lui ſeguita nel Per lo contrario avendo tagliato im
fare le ſue ſcoperte, ha giudicato più proviſamente e ad un tratto la teſta
opportuno di laſciarla quaſi intatta , ad alcune vipere, allorchè eſſe era
e di pubblicarla quaſi come aveala , no nello ſtato della maggior tranquil
pubblicata fin dall'anno 1765, Noi lità e pace , e preſo un pò di quel
comincieremo adunque dal dare un . liquore giallo dentro il dente medeſi
cenno anche di queſta I. parte, ben mo, per eſſer così più ſicuro di aver
chè di vecchia data, perchè poſſano lo ſenza veruna meſcolanza , appli
i noſtri lettori veder tutta ſotto di un cando queſto liquore ſulle ferite degli
medeſimo punto di viſta la ſtoria di animali , queſti ſono ſempre rimaſti
queſto nuovo ramo di fiſica ſperimen morti ſenza veruna eccezione ; e l'
tale , nato quaſi intieramente nelle effetto ne ſeguì ſempre il medeſimo,
mani del Sig. Ab. Fontana in queſti ſia che quel liquore foſſe ſtato eſtrat
ultimi anni. I primi paſſi in queſta , to dalla teſta dell'animale appena ,
nuova carriera deggionſi al gran Re morto, ſia che ſi foſſero laſciate paſ
di . Egli fu il primo che ſcoprì che ſare alcune ore , per aſpettare che ,
l'effetto mortale del morſo della vi la teſta foſſe quaſi inaridita, e priva
pera debba intieramente aſcriverſi a affatto di moto. Ha poi ripetuto pa
un certo ſugo giallo, che eſce e ſcor recchie volte il Sig. Ab. Fontana l'
re dal dente dell'animale nell'atto di eſperienza de ciarlatani, cioè di far
mordere, e non già, come ſi era cre prima mordere un animale o qualun
duto ſin allora, alla rabbia e al fu que altra coſa più e più volte ad una
rore della vipera , o all'eſaltamento rabbioſa vipera, finchè gli pareſſe ,
della ſua ſaliva, o ad altre ſimili ca che tutto ſi foſſe eſaurito quel gial
gioni immaginate a capriccio prima lo umore , ed allora aizzandola di
che dal Redi ſi manifeſtaſſe la vera . nuovo, e tormentandola a tutta poſ.
Oltre le numeroſe eſperienze di Redi ſa di preſentarle un animale, il qua
e di Mead , che tutte ſi accordano le benchè ferocemente da eſſa mor
nel deporre la verità di queſto fatto ſicato , pure non ſolo mai non mo
il Sig. Ab. Fontana vi ha aggiunto riva , ma neppure parea rimanerne
anche le ſue. Egli ha ſpeſſo , dopo ſenſibilmente incomodato. Benchè pe.
di avere aizzato e fatto entrare in . rò queſta ſcoperta del liquor giallo
furore una vipera, ſpalancata la ſua fatta dal Redi debba a ragione ri
gola, ſicchè non poteſſe nè mordere guardarſi come la ſcoperta fondamen
nè chiuder la bocca ; ed inzuppando tale in queſta materia ; pure quante
allora un pò di cotone in quella ſa coſe rimanevano ancora a ſaperſi in
liva o bava, da cui tutta la gola era torno ad eſſo ? Qual è mai il ſuo cor
inondata, l'ha ſubito applicata alle ſo; per quali vie eſſo ſi ſcarica, qual
ferite aſciutte di parecchi animali , è il meccaniſmo della ſua eſploſione ?
ſenza che ne ſeguiſſe da ciò verun Di che natura, di che indole è eſſo
accidente , e che neppure l'animale mai , ed in qual modo opera eſſo la
InOrte
246
morte degli animali? E'deſſo morti ſparente, il quale dopo di eſſer giun
fero per ogni ſorta di animali; lo è to alla groſſezza di una competente
per le vipere ſteſſe ? Tutte queſtio goccia ſcorreva giù lungo la ſuperfi
ni , che o non deciſe nè il Redi nè cie eſteriore del dente. Dopo di ave
il Mead, nè chiunque altro ſcriſſe , re ripetuto col medeſimo eſito parec
dopo di loro ſul veleno della vipe chie volte queſt'eſperimento immagi
ra, o non deciſero almeno in modo nò di turare con un pò di cera quel
da doverſi riguardare eome inapella forellino, ed allora per quanto com
bili le loro deciſioni. Per eſ. il Redi primeſſe il palato, non vide più af
avea ſoſtenuto che il ſerbatoio di quel facciarſi il liquore ſulla punta eſte
liquor giallo foſſe quella guaina che riore del dente. Lo vide bensì attra
involge i denti canini ſuperiori, e , verſo le traſparenti pareti del mede
gli altri denti che ſi trovano alla ba ſimo ſcorrere, e muoverſi rapidamen
ſe di quelli ; e che nel mordere che te dalla baſe verſo la punta. Pensò
fa la vipera , quel liquore ſcorreſſe ancora il Sig. Ab. Fontana in altre ,
eſteriormente dall'alto al baſſo lun teſte di vipera di cingere la baſe del
go la ſuperficie de medeſimi denti , dente con un anellino di cera che ſi
per ſtillare nella parte morſicata. Ma rialzava un poco ſopra di eſſa, e º
la tubuloſa ſtruttura de medeſimi den comprimendo allora con forza il pa
ti , e i forellini ellittici che appari lato , vide zampillarne fuori il ſud
ſcono nella loro punta, rendeano mol detto liquore, e ſpargerſi abbondan
to ſoſpetta queſt'opinione del Redi, temente ſopra l'anello di cera, che
e portavano piuttoſto a credere, che ricoprì intieramente. Egli è dunque
il corſo di quel liquore ſi faceſſe per certo che il venefico giallo liquore a
entro i medeſimi denti dalla baſe ver della vipera eſce veramente dalla .
ſo la punta. Per decidere una ſiffat punta del dente . Biſogna però dire
ta quiſtione, il Sig. Ab. Fontana aven in diſcolpa del Redi, che allorchè il
do ucciſa una vipera , ed amputata dente è una volta bagnato di quelli
le la teſta, legò queſta ſaldamente ſu di quore, e ſoprattutto quando trovaſi
una tavola , e per maggior comodo intieramente coperto dai la ſua guai
dell'oſſervazione portonne via la . na, la goccia che ſi forma ſulla ſua
maſcella inferiore . Rimanendo co punta , ſcorre ſi rapidamente lungo
sì i denti canini rivolti in alto , ſi il dente che prima quaſi di vedervela
poſe ad oſſervare attentamente il fo comparire, ſi vede già giunta alla
rellino ellittico della loro punta con baſe ; oltrecchè la guaina medeſima
un'acutiſſima lente microſcopi a di ſi riempie ſi toſto di quel liquore ,
Ellis. Ora egli vide che comprimen ſenza poterſi veder come, che ſi ha
do leggermente il palato con un fer difficoltà a perſuaderſi che il medeſi
ro un pò ottuſo, compariva imme mo liquore ſia veramente tutto eſcito
diatamente ſul ſuddetto forellino el dalla punta del dente. Ecco ciò che
littico un umor giallo, un poco tra ha indotto in errore un oſſervatore
così
247
così eſatto qual era il Redi ; e per l'Autore non potea forſe ſcegliere
non ricadervi non biſogna far uſo , una materia più intereſſante di que
ſiccome faceva il Redi , di vipere , ſta per l'accademico eſercizio , a .
vive, nè aprir loro per forza la go cui egli ſi preparava. In queſta pri
la; perchè così facendo il moto del ma ſezione, che ſarà poi ſeguita dal
liquore è troppo veloce, nè ſi può le altre, ſi tratta ſolamente di eſpor
ſenza pericolo ſtar così vicino ad oſ re, noverare , e ſpiegare, per quan
ſervare, qnanto è neceſſario di ſtar to ſia poſſibile, le principali proprie
vi per non rimanere ingannato. In . tà dell'acqua. Ognun ſa , che l'ac
propoſito di queſte eſperienze non poſ qua nel ſuo ſtato naturale, ed allor
ſiamo tralaſciare di aggiugnere che il chè è libera dalla meſcolanza di ogni
liquor giallo non affacciavaſi ſolamen. eterogenea ſoſtanza, è un corpo ſo
te ſulla punta del dente che veniva lido che chiamaſi ghiaccio. Deeſi adun
oſſervato dal Sig. Ab. Fontana , ma que attribuire la ſua fluidità alla pre
contemporaneamente moſtravaſi an ſenza di qualche altra ſoſtanza, cioè
cora ſulle punte di tutti gli altri den al fuoco ; e ſiccome queſta è la cau
ti canini, ſenza neppure eccettuarne ſa proſſima ed immediata della flui
quei, i quali quantunque non peran dità dell'acqua, così la cauſa remo
che ben aſſodati ne' loro alveoli, lo ta o prediſponente di eſſa dee ricer
erano però baſtantemente per ſolle carſi nella ſottigliezza eſtrema delle
varſi inſieme cogli altri, ciò che ba particelle dell'acqua , e nella loro
ſta a confutare l'opinione di M. Ni figura sferica, o almeno tondeggian
chols, il quale credette, che il ve te. Non è mai poſſibile di procurarſi
leno della vipera non uſciſſe mai che l'acqua perfettamente pura : il ghiac
da un ſolo dente alla volta . ( ſarà cio fuſo ſomminiſtra forſe la meno
continuato. ) impura, e la meno impregnata di ete
rogenei principi; ed ognun ſa poi che
ſi giudica della bontà dell'acqua dal
la ſua leggerezza, e limpidezza. La
E R L A N G A . luce che ſpande l'acqua di alcuni ma
ri viene dal noſtro Autore inſieme ,
con molti altri fiſici e naturaliſti Ita
Diſſertationis phyſica de aqua ſe liani , e Franceſi attribuita alla pre
fiio prima , edita a D. Chriſtophoro ſenza di alcuni vermicciuoli. E' ſins
Friderico Parrot 178 1. in 4. golare che il celebre Franklin, dopo
di aver ſoſtenuta queſta medeſima .
opinione per qualche tempo, vi ab
bia poi rinunciato . Il peſo dell'ac
Certamente che l'acqua è uno de'più qua di un dato ſito ſiccome quello
importanti argomenti della fiſica, per dell'aria , non è punto ſtabile e co
chè uno de più utili all'uomo ; e ſtante in ogni tempo. Quindi la gran
- - varie
248
varietà che incontraſi nelle eſperien bile fatto. Parla ancora il noſtro Au:
ze di molti dotti relativamente alle tore della virtù diſſolvente dell'ac
gravità ſpecifiche di alcune acque . qua ch'egli attribuiſce principalmen
Per conciliare però a queſt'eſperien te alla preſenza del fuoco ; diſcorre
ze un certo grado di eſattezza, fa d' per incidenza dell'origine delle ſor
uopo che le acque, che ſi vogliono genti ch'egli ripete intieramente dal
paragonare relativamente al loro pe - le piogge , dalle nevi e dalle altre
ſo , ſieno al medeſimo grado di calo meteore acquee, rigettando vittorio
re , e per quanto ſia poſſibile nella , ſamente a queſto propoſito l'opinione
medeſima temperatura di atmosfera. di quei che vorrebbono derivarle dal
Benchè gl' interſtizi dell'acqua ſieno la filtrazione dell'acqua marina ; e
ripieni di un'aria ſottile, pure ſecon finalmente di molte altre coſe ragio.
do il noſtro Autore, il quale aderi na, le quali benchè al pari di quel
ſce ſu di queſto punto alle note eſpe le che abbiamo accennate ſieno da ,
rienze dell'accademia del cimento , trovarſi ne' più comuni libri di fiſica,
l'acqua è incompreſſibile , checchè pure eſſendo eſpoſte, come ſono, con
ne dica in contrario il Sig. Zimmer ordine e nitidezza non laſciano di ag
mann, il quale ſi è ſtudiato a noſtri giunger pregio all'opera, e di farne
giorni d'invalidare queſt'incontraſta deſiderare il proſeguimento.
case a caſo, Alysa e/o Aſem Alenas ea A4, cºn A pocº asso AsaaSea e Sea NºaaSºnegº caſe e

A V V I S O.

Nel foglio n. XVIII. dello ſcaduto maggio ſotto la data di Modena ſo


no corſi alcuni errori , che noi ci facciamo un dovere di quì emendare o
eſſendone ſtati gentilmente avvertiti dal degniſſimo Autore dell'opera annu
ciata ſotto di quella data. Incominciando primieramente dal titolo in luogo
di : Storia di una coſtituzione endemico - epidemica di febbri petecchiali di c.
ſi dee leggere: Storia di una coſtituzione endemico - epidemica di febbri mi
gliari cº-c. Nel decorſo poi dell'articolo non ſuſſiſte che l'Autore abbia .
ſcritto la ſua opera in viſta di concorrere al premio propoſto dalla ſocietà
medica di Parigi, avendo egli dirette le ſue fatiche al ſolo utile dell' uma
nità; ſiccome neppure ſuſſiſte che l'opera ſia dedicata ai Sigg. Torreggiani,
e Durazzini medici Fiorentini, non eſſendo eſſa dedicata che al ſecondo di eſſi.
Num. XXXII. 1782. Li 1o. Agoſto
- i

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A . te belle notizie circa gli avvenimen
ti , e i coſtumi appartenenti a quel
periodo di tempo. Ora non ſolo ciò
Del Senato Romano opera poſtuma ch'era acceſſorio in quella prima ope
del Conte Antonio Vendettini dedica ra è divenuto principale in queſta ſe
ta alla Santità di AM S. PAPA PIO conda , la quale potrebbe perciò a
VI. Pontefice Maſſimo dal Conte Giu buon diritto chiamarſi un compendio
ſeppe Maria Vendettini Patrizio Ro della ſtoria municipale di Roma ne'
mano. Nella ſtamperia Salomoni 1782. tempi medi; ma inoltre ſi compren
ati 4. de in queſta ſeconda un tratto di
tempo molto maggiore , e tutta la
ſtoria del ſenato Romano vi ſi deſcri
Non è queſta la prima opera che ve diſteſamente. Rintraccia adunque
ad illuſtrazione della ſtoria del Sena il noſtro Autore ne' tre libri di eſſa
to Romano ha dato alla luce il Sig. diviſi in più capi le principali vicen
Conte Antonio Vendettini , benchè de ſofferte dal ſenato Romano, ed i
per ſomma diſgrazia della letteraria più rilevanti fatti che ad eſſe han ,
repubblica dovrà eſſer queſta certa dato occaſione; non già però da quell'
mente l' ultima , eſſendoci ſtato dal antico ſenato che governò la repub
la crudel morte rapito il degniſſimo blica, e l'impero di Roma, poichè
Autore prima della ſua pubblicazio di queſto abbaſtanza fu ſcritto da tan
ne. Sin dall'anno 1778. egli ſtampò ti altri; ma da quel ſenato ſolamen
le ſerie cronologica del ſenatori di Ro te che riſurſe dalle ceneri del primo, il
ma da noi riferita al num. XVIII. quale rimaſe eſtinto o almeno eccliſſa
delle Efemeridi di quell'anno, in cui to ſotto il dominio de' Goti. Siccome
coi più autentici documenti ſi fiſſa però vi fu chi ſcriſſe,e ſoſtenne che do
va la continuata ſerie di quei che po di quella diſperſione o total man
dall'anno 126o. ſino al preſente eſer canza dell'antico ſenato , non foſſe
citarono quella coſpicua, e primaria più queſto riſtabilito ſe non ſe nel
municipale magiſtratura di Roma, ag XII. ſecolo, affine di dimoſtrare l'in
giungendoviſi di tratto in tratto mol ſuſſiſtenza di queſt'opinione, percorre
4 i CrOnO
25o
cronologicamente il noſtro Autore o occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſico
tutti i ſ coli precedenti , e ne eſtrae di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di
i più autentici documenti, ne' quali Toſcana, e direttore del ſuo gabinet
ſi fa menzione o di ſenato Romano, to di ſtoria naturale; opera arricchi
o di Romani ſenatori ; e ſe mai s'im ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4,
batte in qualche rara lacuna, egli la Art. II.
riempie aſſai felicemente con altre ,
teſtimonianze comprovanti l'eſiſten
za in quei tempi di altri impieghi mu Dopo di avere accennate alcune
nicipali ſotto altra denominazione , di quelle eſperienze colle quali ſi è
come per eſ. di Giudici, di Conſoli, di convinto il Sig. Ab. Fontana contro
Duci cº-c. che ſi fan poi vedere eſſe l'opinione del Redi, che il venefico
re ſtati in dignità, ed autorità ai ſe liquor giallo della vipera eſce vera
natori equivalenti . Così vien pro mente dall'interno de' denti canini,
gredendo il noſtro Autore fino ai pon dovremmo inſieme con lui eſaminare
tificati di Martino V., e di Eugenio il condotto che ve lo porta , ed il
IV. , dopo il qual tempo la ſtoria . meccaniſmo della ſua eſpulſione. Con
del ſenato Romano è troppo notoria tentiamoci però , per ſervire alla ,
e certa per aver biſogno di eſſere il - brevità del noſtro inſtituto , di dire
luſtrata dalle ricerche dell' eruditiſ in ſuccinto che il ſerbatoio di queſto
ſimo Sig. Conte Vendettini, il qua liquore è ſtato ſcoperto dal Sig. Ab.
le per queſte due opere, con quella Fontana eſſere una veſcichetta di fi
cioè che ora annunciamo, e l'altra gura triangolare, ſituata ſotto i mu
più antica, che accennammo in prin ſcoli della maſcella ſuperiore. Da que
cipio, ſi è renduto certamente degno ſta veſcichetta ſi diſtacca un cana
di eſſer noverato fra i cittadini più letto traſparente , il quale dopo di
benemeriti della moderna Roma, aver progredito per lo ſpazio di due
linee ſotto dell'orbita, sbuca la guai
na che involge i denti , e fattaſi ſtra
R I R E N Z E. da negli alveoli per mezzo di un .
quaſi impercettibile orificio che ſi apre
nella parte anteriore dell'oſſo maſ
7'raité ſur le vénin de la vipere ſillare , di là paſſa immediatamente
cº-c. Trattato ſopra il veleno della e nell'interno del dente per mezzo di
vipera, i veleni Americani, il lau una piccoliſſima apertura combacian
ro ceraſo, ed alcuni altri veleni ve teſi col ſuddetto orificio, la quale a
getabili, a cui ſi aggiungono alcune oſſervaſi preſſo la ſua baſe. Un forte
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura e potente muſcolo, il quale parten
del corpo animale, differenti eſperien do dalla maſcella inferiore, ſi ripie
ze ſulla riproduzione de nervi, ea ga in arco , e va ad inſerirſi nella
la deſcrizione di un nuovo canale dell' maſcella ſuperiore è il principale agen
te
25 t
te per eſpellere , ed eſplodere quel mente la vipera per il collo, ovve
mortifero liquore nell'atto del mor ro biſogna attaccarla così ſaldamente
ſo . La veſcichetta ha il ſuo princi ſu di una tavola, che aprendole la
pio nella curvatura di queſto muſco gola , eſſa non poſſa alzar punto la
lo, da cui in quaſi tutta la ſua lun teſta per mordere l'inciſore . Fatto
ghezza vien ricoperta , e dentro di ſtà che il Sig. Ab. Fontana, dopo di
cui ſi trova come dentro di uno ſtret avere felicemente portate via le due
toio che la comprime con doppia for veſcichette , e dopo di aver fatto
za, nell'atto che la vipera viene a immediatamente mordere alla vipera
mordere, cioè con quella che natu due ranocchie, le quali peraltro non
ralmente deriva dal ſuo ingroſſamen morirono , coll'intenzione di eſauri
to e gonfiamento, e con quella che re quel pò di veleno, che poteva,
naſce dall'avvicinamento delle due o eſſere rimaſto dentro i denti o nell'
eſtremità di eſſo inſerite , come ſi eſtremità de'canaletti che ve lo por
diſſe, l'una nella maſcella fuperiore tano, conſervò poi in vita lungamen
e l'altra nell'inferiore. Scoperta ch' te la vipera , per farle mordere di
ebbe il Sig. Ab. Fontana la prima ſor quando a quando ogni ſorta di ani
gente del mortifero liquor giallo del mali, grandi e piccoſt , a ſangue e
la vipera, gli venne voglia di eſpe freddo e a ſangue caldo, ſenza che
rimentare, ciò ch'era troppo natu però neſſuno di queſti moriſſe, o mo
rale di credere, ſe privando una vi ſtraſſe neppure di aver ricevuto dal
pera di quelle due veſcichette, don morſo maggior moleſtia di quella che
de deriva quei liquore, i di lei morſi portaſſe la ſemplice ferita meccanica
diveniſſero veramente innocenti , e del dente. Un'eſperienza non meno
non più apportatori di morte. L'eſ deciſiva, e forſe più facile ad eſeguirſi
perimento eſigeva gran cautela, e o della precedente, ſi è l'altra che fe
deſtrezza per parte dell'oſſervatore, ce pure il Sig. Ab. Fontana, di lega
perchè non riuſciſſe pericoloſo. Do re immediatamente ſotto l'orbita de
po di alcuni inutili tentativi gli riu gli occhi, i condotti di queſto vele
ſcì finalmente, ſenza molto incomo no con un buon filo incerato . Noi
dar la vipera , e ſenza lacerarle la diciamo che queſta eſperienza è più
gola, d'incidere la pelle nel ſito cor facile della precedente ; poichè dif
riſpondente alle due veſcichette, ed fatti è più facile di far paſſare un filo
afferrando poi queſte con una mol ſotto i condotti, che di fare due in
letta, di portarle via con un biſturi ciſioni nel palato , per eſtrarne le ,
tutte intiere dal loro ſito. Quei che aſcoſe veſcichette. Eſſa è poi egual
ſi eſercitano nelle diſſezioni animali , mente deciſiva, e fu diffatti tale nel
vedran ſubito che una ſiffatta eſpe le mani del Sig. Ab. Fontana, il qua
rienza è più pericoloſa che difficile; le legati ch'ebbe i due ſuddetti con
poichè per venirne a capo, ſi tratta dotti, benchè irritaſſe in ogni guifa
di far che qualcuno afferri vigoroſa la vipera, e le faceſſe mordere ogni
Ii 2 ſorta
252
ſorta di animali, non ne vide però ſi battono fra di loro i ſcorpioni, e
mai veruno morire, ſiccome era ac i ragni dovea far ſoſpettare che tutt'
caduto nella precedente eſperienza . altro che il loro veleno foſſe la ca
Ma è tempo oramai di accennare i gione della loro morte ; e maggior
riſultati degli altri eſperimenti inſti. mente , che ſi era oſſervato più vol
“tuiti dal Sig. Ab. Fontana per giugne te che il ragno, il quale eſce vitto
re alla ſoluzione delle altre quiſtio rioſo dal campo di battaglia non muo
ni , ch'egli ſi era propoſto relativa re ſe non quando abbia perduto qual
mente all'indole del veleno della vi cuno degli organi neceſſari alla vita.
pera, e alla ſua maniera di agire ſo Per quel che ſpetta poi all'eſempio
pra diverſe ſpecie di animali . La . dei ſerpenti a ſonaglio , oltre che vi
prima quiſtione che naturalmente fi è una grandiſſima differenza fra que
preſentava a riſolvere, ſi era quella ſti ſerpenti e le vipere, ſia nella lo
di ſapere, ſe il veleno della vipera foſſe ro ſtruttura, ſia nell'attività del lo
un veleno anche per la ſua propria ro veleno, i fatti che ſi arrecavano
ſpecie , e per la vipera ſteſſa . Au in pruova erano in troppo picciol nu
tori graviſſimi, alla teſta de quali è mero, ed anche troppo equivoci, per
il celebre Dott. Mead, hanno ſoſte potervi ſopra fondare una buona ana
nuto l'affermativa, e queſta è anzi logia. Così ragionò il Sig. Ab. Fon
l'opinione generalmente adottata da tana, e i ſuoi raziocini non andaro
tutti quei che hanno recentemente º no a vuoto. Trattandoſi però di ſmen
ſcritto ſul veleno degli animali . L' tire un'opinione preſſochè dominan
eſempio de ſcorpioni e de'ragni, che te, vid' egli beniſſimo la neceſſità che
ſi uccidono ad un tratto fra loro mor vi era di moltiplicare , e di variare
dendoſi o pungendoſi a vicenda, pa in tutte le poſſibili forme i ſuoi eſpe
rea favoriſſe una tale opinione . Si rimenti ; ma per quanti ne faceſſe ,
legge di più nelle tranſazioni filoſo tutti unanimemente depoſero che il
fiche, che i ſerpenti a ſonaglio muo veleno della vipera è affatto innocuo
jono in pochi minuti, venendoſi a per la ſua ſpecie, o per la vipera -
morder fra loro; e ſiccome preſente ſteſſa. Egli fece mordere una vipera
mente non vi ha più dubbio che que da una o da più vipere in varie par
ſto ſerpente altro non ſia che una ſpe ti del ſuo corpo, ficchè le ferite foſ
cie di vipera più grande della noſtra, ſero patenti e viſibili; e perchè foſſe
così per analogia ſi è creduto lo ſteſ anche più indubitata l'introduzione
ſo della vipera , e di tutti gli altri del veleno , ſcarificò anche ſpeſſo la
animali velenoſi . Ma l'analogia è vipera in quei ſiti , ove volea farla
pur troppo fallace in fiſica, e tanto morſicare; neſſuna però ne morì, e
più dovea parer ſoſpetta nel caſo pre tutte guarirono aſſai facilmente dalle
ſente, in cui non erano baſtantemen loro ferite, dalle quali non ſi moſtra
te avverati gli eſempi , ai quali ſi rono neppure grandemente incomoda
appoggiava. Diffatti la furia con cui te . Per far poi che una vipera av
vele
253
velenaſſe ſe ſteſſa, ſe foſſe poſſibile, Ab. Fontana per mezzo di una lun
col ſuo proprio veleno, egli usò va ga ſerie di eſperimenti . Nè queſto
ri ſtratagemi, e fra gli altri quello dee recar gran maraviglia a chiunque
di farle mordere, dopo averla molto ſa che certe ſoſtanze ſono venefiche
aizzata , un vetro irregolarmente » per certi animali, mentre che lungi
tagliato , il quale eſſendo addentato dal nuocere ad altri , ſervono anzi
dalla vipera, ed aſperſo perciò di ve ad eſſi di alimento ; come per eſ. la
leno , introduceva poi queſto aſſai cicuta che porta la morte all'uomo,
naturalmente nelle ferite che le ſue e nudriſce le capre , e le mandorle
punte andavan facendo ſu pel palato, amare le quali da noi ſi mangian per
e giù per la gola. Ma la vipera mo divertimento , e ſono poi capaci di
ſtrò di riſentire ſolamente quel male privare alcuni uccelli di vita. Cer
che dovea provenire da queſte ferite; tamente che il ſublimato corroſivo,
e cicatrizzate che queſte furono eſſa ed altri tali veleni, che operano per
tornò viſpa, ed inſolente al pari di mezzo di un'azione meccanica da .
prima. Il veleno adunque di una vi loro eſercitata ſopra gli organi vita
pera non è un veleno nè per la ſua li, deggiono eſſere mortiferi per ogni
ſpecie , nè per la vipera ſteſſa ; e , ſorta di animali. Ma allorchè un ve
lungi che l'analogia dedotta da ciò leno agiſce a ſomiglianza de'narco
che accade negli altri animali vele tici, può beniſſimo eſſer fatale per
noſi poſſa provar qualche coſa in con alcuni, ed affatto innocuo per altri,
trario, ſembra piuttoſto al Sig., Ab. per ragione della diverſa ſtruttura ,
Fontana ( e ne dà varie ragioni ) che ed organizazione. Così difatti i nar
da ciò che egli ha oſſervato nella , cotici, che ſono sì pericoloſi per l'
vipera poſſa piuttoſto inferirſi che nep. uomo , non producono alcun catti
pure il veleno dello ſcorpione niente vo effetto ſu i cani. Tale adunque è
poſſa ſullo ſcorpione medeſimo , e , ſtato ſperimentato dal Sig. Ab. Fon
che non vi abbia veruno animale ve tana il veleno della vipera, il qua
lenoſo ſulla terra , il di cui veleno le mentre toglie di vita tutti gli ani
poſſa nuocere a quei della ſua ſpecie, mali di ſangue caldo , nè riſparmia
tranne forſe alcuni piccoliſſimi anima poi molti di ſangue freddo, e nomi
li , che hanno un veleno aſſai acre natamente le ſanguiſughe , le luma
e cauſtico, com'è quello delle api, che , i lumaconi, un ſerpentello che
delle veſpe , e de' calabroni. Ma non trovaſi ne' contorni di Piſa , e che
è già la vipera il ſolo animale pri gli abitanti del paeſe chiamano aſpi
vilegiato a cui il ſuo veleno non ar de, il ſerpe propriamente detto, oſſia
rechi alcun nocumento . Molti altri il colubro , un altro ſerpe chiamato
animali, tutti però fra quei di ſan cecilia , ed in qualche grado anco
gue freddo , reſiſtono alla ſua azio ira le teſtuggini ſia di mare ſia di ter
ne , o piuttoſto non ne riſentono al ra , le quali , benchè non vadano
cuna , ſiccome ſe n'è convinto il Sig. affatto immuni dai mortiferi effetti
del
254
del veleno viperino , non muoiono aſſai pregevole, e dilettevole per la
però ſempre , e muoiono aſſai tardi novità e del diſegno, e dell'eſecu
e difficilmente . Tutti gli altri ani zione . Sono ben note le favole d'
mali però di ſangue freddo, quanti Eſopo, Fedro, la Fontaine, e di al
almeno ne ha meſſi a cimento il Sig. tri, che con piacevoli ragionamenti
Ab. Fontana , - che ve ne ha meſſi poſti in bocca agli animali, e ad al
pur moltiſſimi, e fra i peſci e fra i tri eſſeri muti , o di pura invenzio
rettili , tutti cedono all'azione del ne , ammaeſtrano gli uomini nella .
rio veleno, e qual più preſto, qual buona morale. Ora il chiariſſimo Sig.
più tardi tutti ne riſcuoton la mor d' Yriarte , riſtringendo più le ſue o
te. Noi poſſiamo in queſta parte , mire, col favellar delle beſtie, e di
come nelle altre, fidarci pur franca ſimili eſſeri piacevolmente riprende
mente alle eſperienze del noſtro Sig. i vizj peculiari de letterati ; impre
Ab. Fontana, il quale non preſtando ſa tanto più difficile , quanto che ,
mai fede alle prime apparenze, le , dall'ignoranza in fuori, neſſun'altra
ha variate in infinite guiſe, facendo analogia, tra vizi propri de'lettera
morſicare gli animali de' quali ſi trat ti , e le paſſioni degli animali, a .
ta da più di una vipera allo ſteſſo prima viſta ſi ſcorge . Oltracciò i
tempo, in vari ſiti del loro corpo , ſopraccennati Autori con quel mede
ſulla pelle , e ſulla carne viva &c. ſimo ſtile e metro, con cui teſſono
adoperando in ſomma tutte quelle a la prima favola, tirano pur tutta l'
cautele che poteano rendere le ſue opera innanzi ; ma il noſtro Autore
eſperienze ſempre più irrefragabili , a ciaſcuna favola cambia di metro,
e vittorioſe . ( ſarà continuato. ) adattando queſto, e lo ſtile al ſog
getto di quella , coſicchè nelle ſeſ
ſantaſette favole contenute nel ſuo
M A D R I D. libro, quaranta diverſi metri ſi con
tano . Noi non poſſiam traslatare al
noſtro linguaggio la proprietà, l'ele
Fabulas literarias & c. Favole let ganza , e le grazie proprie del par
terarie: opera di D. Tommaſo d'Tri lare Spagnuolo, di che ſono condite
arte 1782. in 8. eſſe favole; ſperiam però di far coſa
grata al lettore, accennando l'inven
zione di alcune, onde a ciaſcun ſia
Altre volte fatto abbiamo ne'no facile arguire il pregio dell'opera ,
ſtri fogli onorifica menzione di que ed il leggiadro ingenio del noſtro
ſto illuſtre poeta, dedito a rinfreſca Autore. ( Fav. 11. ) L'aragna vanta
re a ſuoi nazionali la memoria de' la prontezza del ſuo lavorar la tela,
Boſcan, de' Garcilaſſi, ed altri eroi e di lentezza rimprovera il verme e
del Parnaffo Spagnuolo , ch'egli al da ſeta; ma il verme le tura la boc
preſente arricchiſce d' una operetta ca traendo al confronto il ſuo lavorio
Coſa
25S
con quello dell'aragna : così vengo attende che ſi ſpegna la lampada per
no ripreſi gli Autori , che ſi vanta ſucchiarne l'olio, quei critici rappre
no di avere ſcritto in pochiſſimo tem ſenta , che la morte d'un Autore º
po un'opera , per altro di neſſun . attendono per inſultarne le opere .
valore. ( Fav. v.) Vizio è di molti ( Fav. xxiv. ) Sfidaronſi alla corſa ,
letterati Spagnuoli , come di molti il corvo ed il pavone, e queſti, non
Italiani, il corrompere la purezza , potendo tener dietro al volo di quel
del natio idioma con parole e fraſi lo, ritiroſſi dalla conteſa, adducen
ſtraniere ; e queſto vizio vien mot do a ſcuſa la vergogna di contende
teggiato nella grazioſa ſtoriella di due re con un animale così nero, ſuci
pappagalli traſportati in Europa dall' do, e deforme qual è il corvo; ſic
iſola di S. Domenico, iſola di domi come fanno quegli Autori , i quali
nio metà Spagnuola, metà Franceſe; non potendo riſpondere alle ragioni
i quali pappagalli parlavano un lin dell'avverſario , lo caricano d'im
guaggio di Franceſe, e di Spagnuo. properi . ( Fav. xxxv 1. ) I Zingari
lo talmente intralciato, che non era della Spagna uſano di far baratterla
no ben inteſi nè dagli Spagnuoli , di aſini; cioè comprano per poco gli
nè da Franceſi. ( Fav. vil. ) L'im aſini ulceroſi e malconci, e ripulen
poſtura di taluni, i quali, col par do loro la pelle, e mettendoli ben ,
lare poco e grave, vogliono procac in arneſe, li vendono a caro prezzo:
ciarſi fama di uomini dotti, e pro il compratore dunque dell'aſinello
fondi ſi ſcherniſce col belliſſimo pa del Zingaro quei compratori di libri
ragone della campana col campanac ci da a raffigurare, i quali non ſi
cio. ( Fav.vili. D Quelli , che pro curando punto della bontà dello ſcrit
feſſano un'arte ſenza ſaperne i prin to , ſi appagano della bella edizio
cipj, niente di buono producono ſe ne. ( Fav. XLI. ) I Cineſi per una caſ.
non a caſo, come quell'aſino, che ſa della noſtra ſalvia ne danno in
annaſando un flauto gettato da un - cambio due o tre di thè: incontra
paſtore nella pianura d' un prato, il ronſi adunque per ſtrada il thè e la .
fece ſuonare. ( Fav. x.) La parieta ſalvia, queſta in viaggio dall'Euro
ria beffava la picciolezza del timo; pa verſo la Cina, e quello dalla Cina
ma il timo , guardandoſi intorno , verſo l'Europa, e domandandoſi ſcam
diede a divedere alla parietaria, qual bievolmente del termine del viaggio
mente egli ſi reggeva in piede iſola loro la comun riſpoſta ſi fu , che ,
to , mentre ella , ſenza l'appoggio andavano a trovar fortuna lungi dal
d' un'altra pianta, non s'alzava un la patria: così ſono ripreſi quelli Spa
pollice dalla terra ; e ciò vien detto gnuoli, che recitano a mente i verſi
a coloro , che preſumono di Auto del Boileau, e del Taſſo, e neppur
ri , perchè corredano l'altrui opere ſanno in che lingua ſcriſſe Garcilaſ
di prefazioni, e di note. ( Fav.xxii.) ſo i ſuoi. ( Fav. XLIX. ) La perfe
La nottola , che timoroſa del lume zione d'un'opera conſiſte nell'unio
Ile
256 -

ne dell'utile col dilettevole, e tan ravviſa in queſt'aſino coloro, che ,


to è da biaſimarſi un'opera, che in fanno pompa d'una gran biblioteca,
cattivo ſtile qualche coſa dice di buo e non ne prendono giammai un libro
no, quanto quella, che di belliſſime in mano ? ( Fav. LXVII. ) La vipera
parole e fraſi adorna il niente; l'uno e la ſanguiſuga dimoſtrano in un dia
e l'altro a guiſa di quel giardiniere, logo la notabile differenza tra la cri
che per inaffiare i fiori, laſciava mo. tica nociva, e la ſalutifera; ma nel
rire aſciutti i peſci della peſchiera, la Fav. XXX. avea già dimoſtra
e ripreſo per ciò dal padrone , per to l'Autore doverſi cogli ſcrittori in
tener poi la peſchiera ben provvedu ſolenti adoperar la critica ſevera e o
ta d'acqua, laſciava inaridire i fiori. pungente , come fece quel letterato,
( Fav. LVI. ) Dava nelle ſmanie una che non trovando la maniera di ſcam
ſerva contra una mal concia ſcopa , pare i ſuoi ſcritti da un ſorcio anni
la quale, in vece di ſpazzare la ſtan dato nella ſua ſtanza, vi miſe nell'
za, ſporcavala vieppiù ; appunto co inchioſtro del ſolimato : Chi tanto ro
me quei correttori, che volendo ſpur de, diſſe il letterato in vedendo il
gar di errori le altrui opere , ve n' ſorcio morto. -

aggiungono di più . ( Fav. LVII. )


Un aſino carico d'un otre d'olio, en Chi tanto rode, ei ſappia che
trando di notte tempo all'oſcuro in io ſcrivo
una ſtalla, battè malamente il muſo Con alquanto d'inchioſtro cor
nel catenaccio della porta ; e chi non roſivo.

e o eſtorſ Aegyeaſy, e Moné e ne ha negº, AM, NS / Nºn ºſº Agea cºſtºse e/oa a

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. XXXIII. 1782. Li 17. Agoſto

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

P O M A. Per acquiſtare tutte queſte collezioni


ci vorrebbero teſori , e i profeſſori
delle belle arti non gli poſſeggono .
Collection de peintures antiques , Per queſto meritano gran lode gli
qui ormoient les palais, thermes, mau editori dalla preſente raccolta, nella
ſolées, chambres ſepulcrales des Em quale gli artiſti troveranno riunito il
pereurs Tite, Trajan, Adrien,ci Con più bello delle antiche pitture che era
ſtantin , cº-autres edifices tant a e ſparſo in tanti volumi. L'eleganti pit
Aome , qu' aux environs juſqu'au ture del ſepolcro di Caio Ceſtio ſet
prés de AVaples, decouvertes, c deſ temviro degli Epuloni ſono le prime,
ſinées en differens temps, gravées en che hanno luogo nel libro, come le
trente-trois planches dans le gout da più antiche di buon diſegno, che ſi
deſſein rebauſsè, avec leur deſcription ſiano conſervate fra noi. L'elegante
biſtorique. a Rome chez Bouchard , ſpiegazione, che vi è unita, conduce
e5- Gravier libraires rue du Cours a parte a parte quello , che oſſerva
1782. in fol. la tavola, e l'iſtruiſce del ſuo conte
nuto. Seguono non poche pitture ,
I Sigg. Bouchard, e Gravier, che delle celebri terme di Tito, ampliate
hanno dati al pubblico tanti illuſtri da Trajano , e fra l'altre l'abboc
ſaggi del loro amore per le bell'arti, camento di Coriolano , la ſtoria d'
ne eſibiſcono un nuovo in queſta . Adone, diverſi ſacrifizi, tutto ſpie
bella raccolta delle più pregevoli an gato con preciſione. Vi ſi riporta la
tiche pitture diſſotterrate in varjtem pittura delle celebri nozze, che ſono
pi in Roma , e nelle ſue anche più nel caſino Aldobrandini al Quirinale,
remote adiacenze. Il noſtro ſecolo , e finalmente le più intereſſanti delle
che meritamente ammira le ſuperbe terme di Coſtantino, quelle del ſepol
produzioni dell'antichità, ogni gior cro dei Naſoni nella via Flaminia ,
no, per dir così , manda alla luce del e alcune ritrovate vicino a Napoli,
le nuove raccolte di prezioſi monu capaci tutte di fornire agli artiſti li
menti avanzati all'ingiurie del tempo. più nobili, ed eleganti penſieri tanto
RO nell'
-
288
, idee delle teſte, quanto nel ve Mead in una delle prime edizioni del
ſtir le figure, nel diſporle, nel ſer ſuo libro ſu i veleni, benchè poi
bare la dignità dei ſoggetti, la pro ſiaſene ritrattato nelle edizioni poſte
prietà della rappreſentanza, l'accor riori, che il veleno della vipera ſia
do finalmente d' un quadro, che uni di acida natura , e che come tale o
verſalmente ſoddisfaccia al guſto.Ognu tinga in roſſo l'infuſione turchina del
no deve incoraggire queſti editori a giraſole, e faccia efferveſcenza colle
produrre altre coſe di tanta impor ſoſtanze alcaline . Altri per lo con
tanZa . -
trario han preteſo chè il veleno del
la vipera foſſe alcalino, e abbacina
ti da queſta preconcetta opinione ,
F I R E N Z E . colla quale s'immaginavano di pote
re a maraviglia ſpiegare i rapidi , e
pernicioſi effetti di quel veleno, han
7'raité ſur le vénin de la vipere no perſino creduto di oſſervare che
cº-c. 7'rattato ſopra il veleno della , deſſo faceſſe efferveſcenza cogli aci
vipera, i veleni Americani, il lau. di , e tingeſſe lo ſiropo di viole in
ro- ceraſo, ed alcuni altri veleni ve verde . Ma il Sig. Ab. Fontana non
getabili, a cui ſi aggiungono alcune ha veduto neppur l'ombra di queſti
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura effetti , benchè per renderli ſenſibili
del corpo animale, differenti eſperien egli ſiaſi ſervito di eccellenti micro
ze ſulla riproduzione de'nervi , e , ſcopj nel fare le ſue oſſervazioni ,
la deſcrizione di un nuovo canale dell' e benchè abbia combinate queſte oſº
occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſico ſervazioni in tutti i poſſibili modi :
di S. A. R. l' Arciduca G. Duca di ond'è che rimane per ſempre ſtabili
Toſcana, e direttore del ſuo gabinet ta la verità conſegnata nelle poſte
to di ſtoria naturale; opera arricchi riori edizioni del libro di Mead , e
ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4. troppo traſcurata da quei che hanno
Art. III. ſcritto dopo di lui, che il veleno cioè
della vipera non ſia nè acido nè al
calino . Ma il Mead volea pur tro
Ma qual è mai la natura, e l'in varvi un ſale, e credette diffatti ve
dole di queſto potente veleno vipe dervi non ſolo ma aſſaporarvi ancora
rino, e come eſſo opera ſi rapidamen un ſal neutro aſſai pungente e cauſti
te la morte della maggior parte de co , dalla di cui preſenza egli e-o
gli animali ? Queſte ſono le ultime molti oſſervatori venuti in appreſſo
quiſtioni che ſi eſaminano alla fine non dubitarono più doverſi ripetere
della I. parte, per riaſſumerle però , e i mortali effetti di eſſo. Trattandoſi
riſchiararle con moltiſſime altre im di oſſervazioni di un uomo ſi giuſta
portanti ſcoperte nelle ſuſſeguenti . mente riputato come il Mead , incom
Vi fu chi ſoſtenne, e fra gli altri il beva al Sig. Ab. Fontana di ripeter
a - le º
259
le, ſe non altro per via maggiormen veleno della vipera ſu di una laſtri
te confermarle , e perfezionare così na di vetro, egli aſſicura di aver ve
la teoria che avea per le mani. Egli duto a miſura che il veleno ſi pro
tornò dunque da prima ad eſaminare ſciugava , quelle particelle ſaline riu
più, e più volte colle più acute len nirſi in figura di dilicatiſſimi ed acu
ti d'Inghilterra il veleno ancor liqui tiſſimi criſtalli , che rappreſentavano
do, per vedervi nuotare que ſali ad una ſottiliſſima tela di ragno , e che
acutiſſime punte, che diceva il Mead erano ſi duri e ſaldi, che nonoſtan
di avervi oſſervato. Ma qual fu la ſua te la lor piccolezza ſi mantenevano
ſorpreſa quando in luogo di queſto non poi per lo ſpazio di molti meſi. Ma
vi vide mai altro ſennonche una maſ ſe vi è qualche coſa in queſt'eſpe
ſa dappertutto eguale , ed uniforme rienza che poſſa far illuſione, ſicco
a guiſa di un olio oſſervato col mi me la fece diffatti al Mead , e ad
croſcopio; e ciò coſtantemente, ben altri ancora dopo di lui , l'oculatiſ
chè egli ſi ſerviſſe di veleno affatto ſimo Sig. Ab. Fontana non ſi laſciò
puro, ed intieramente eſtratto dal den però guadagnare dalle prime apparen
te medeſimo, benchè faceſſe uſo del ze, ed eſaminando più attentamente
microſcopio ſolare, e benchè in ſom la coſa, in luogo di criſtalli non vi
ma egli variaſſe le ſue eſperienze in vide che le ſcaglie, e gli avanzi dell'
tutte le poſſibili guiſe. Cercando in umor viſcoſo che ſi fendea nel pro
tanto ciò che poteſſe aver fatto illu ſciugarſi . Diffatti tutti i fenomeni vi
ſione al dotto Mead, egli credette o apparivano che indicavano proſciu
di averne trovato l'origine in quel gamento e fenditura , e neſſuno di
le diafane molecule che ſi vedono col quei che annunciar poteſſero una ve
microſcopio nuotare nella umana ſa ra criſtallizazione . Nell'evaporazio
liva, e che diffatti da un eſperimen ne che precede la criſtallizazione ſi
tatore men pratico potrebbono age veggono ſempre le particelle ſaline ,
volmente eſſer preſe per ſali, ma che fiſſarſi a poco a poco , progredendo
eſaminate più attentamente ſi vede dalla circonferenza verſo il centro ,
altro non eſſere che piccole pellico ſotto la forma di criſtalli da principio
le, e reſidui di alimenti quaſi dige aſſai piccoli, ma che vanno ſempre e
riti, poichè ſciacquandoſi la bocca , più ingroſſandoſi per l'addizione vi
ſpariſcono , maneggiate deſtramente ſibile di altre conſimili particelle ſa
con un ſottiliſſimo ago ſi allungano e line che vengono ad unirſi alle pri
ſi ripiegano , oltre di che ſono trop me. Per lo contrario nel proſciuga
po leggere , troppo grandi , troppo mento del veleno della vipera altro
ineguali in grandezza e in figura, e non ſi vede che un umore, il quale
troppo poco traſparenti per poter eſ nel diſeccarſi viſibilmente ſi ſpezza
ſer preſe per ſali . Un'altra oſſerva in piccoli frammenti di figura quadran.
zione ſu di cui molto ſi fondava il golare o triangolare , i quali hanno
Mead , ſi era queſta. Eſaminando il ſin dal principio quella grandezza che
Kk 2 COn
26o
conſervano poi ſempre nel progreſſo quel pungente, che dice il Mead di
dell'evaporazione , al contrario di avervi ſentito egli ed altri, a quali
ciò che accade, ſiccome abbiam det avea fatto guſtarlo, nè vi ſcoprì al
to , nella criſtallizazione . Oltre di cun ſapore determinato , ſennonchè
che le fenditure che ſi formano nell' gli parve di fentirvi un'ombra di quel
evaporazione di una groſſa goccia di ſapore che ha il graſſo freſco degli
veleno ſono maggiori di quelle che ap animali, con un leggeriſſimo odore,
pajono in una goccia più piccola ſciol che molto di lontano ſi aſſomigliava
ta nell'acqua o diſteſa ſul vetro , e a quello del graſſo della vipera in
ſono ancora aſſai larghe , e diſpoſte comparabilmente più nauſeoſo, e più
a guiſa di raggi , che vanno a riu forte. Egli eſperimentò la medeſima
nirſi verſo il centro del veleno pro coſa ſugli animali, i quali, benchè
ſciugato, e lo ſpazio compreſo fra - non abbiano l'uſo della parola, dan
queſti raggi è tagliato da altre li no però baſtantemente ad intendere
nee traſverſali, che ſi vanno riſtrin coi loro moti il piacere, o il diſgu
gendo a miſura che ſi accoſtano al ſto che provano nel mangiar qualche
centro, e formano le ſuddette figure coſa. Ognun ſa che i cani, a guiſa
triangolari, quadrangolari, ed altre de ragazzi , ſono giurati nemici di
molte aſſai irregolari. In ſomma que tutto ciò ch'è acre e pungente , ed
ſti e tutti gli altri fenomeni , che ſi hanno gran paſſione per tutto ciò ch'
oſſervano nel proſciugamento del ve è ontuoſo, e dolce. Tale adunque a
leno della vipera, indicarono chiara dev'eſſere appunto il veleno della vi
mente non ſolo al Sig. Ab. Fontana , pera; poichè il Sig. Ab. Fontana aven
ma a quanti egli volle chiamare a done unto la gola ad un ſuo cagno
parte e rendere teſtimoni delle ſue oſ lino, vide che queſti avidamente in
ſervazioni , non eſſervi veruna cri ghiottillo , e ſeguitò a leccarſi per
ſtallizazione, e non poterſi perciò da qualche tempo le labbra con gran di
eſſi dedurre la preſenza di verun ſa letto; ed avendogli poi preſentato un
le . Il palato non iſmentì punto le pezzo di mollica di pane tutta inzup
oſſervazioni dell' occhio ; poichè il pata del medeſimo veleno , la divo
Sig. Ab. Fontana avendo prima leg rò ad un tratto, e ſi moſtrò bramo
germente lambito un pò di veleno ſo di averne di più, benchè foſſe ſi
ſciolto nell'acqua, e poi fattoſi mag ſazio, che rifiutava di mangiare qua
gior coraggio, avendo poſto ſulla ſua lunque altra coſa . Il liquor dunque
lingua tutto il veleno puro e ſchietto, giallo, e mortifero della vipera non
che potè eſprimere da una vipera , è nè acido, nè alcalino, nè cauſtico ,
benchè lo portaſſe fin ſulla punta della e non contiene ſali di veruna ſorte.
lingua, ch'è la parte più ſenſibile ai Eſperimentò ancora il Sig. Ab. Fon
ſapori , e lo ravvolgeſſe poi ſulle lab tana che queſto liquore eſſendo meſſo
bra, e attorno tutto il palato, nulla nell'acqua, precipita immantinente al
vi potè ſcoprire di quell'acre , e di fondo a ſomiglianza di alcuni peſan
tiſſimi
26 I
tiſſimi oli che ſi eſtraggono dal regno di Bologna, nelle quali ſi propongo
vegetabile , e che ivi conferva per no, e riſolvono alcuni dubbi appar
tenenti al trattato: Della diviſione o
qualche tempo la fua naturale gra
vità, e conſiſtenza, ſiccome anche il del tempo nella muſica , nel ballo e
fuo colore, e la ſua traſparenza. A nella poesìa, pubblicato in Milano l'
differenza dunque degli oli comuni, anno 177o. nella ſtamperia Malate
e de' graffi degli animali, i quali non ſta; e all'altro: Delle quinte ſucceſ
eccettuatone neppur quello della vi ſive nel contrappunto, e delle rego
pera , galleggian tutti ſull'acqua , le degli accompagnamenti, pubblica
queſto liquore trovaſi più peſante dell' to nella medeſima ſtamperia l'anno
acqua . Ora generalmente parlando 178o. AVella ſtamperia de fratelli Pi
gli oli , e i liquori tutti dell'acqua rola 1782. in 4. - - -

più gravi, deggiono eſſer per queſto


ſolo ſoſpetti, e difatti fra eſſi incon
tranſi ſovente i più potenti veleni ; Brevi, e piene di maeſtrevole dot
quali ſono per eſ. l'olio dell'alloro trina ſono le due prime lettere di que
comune, del lauro - eeraſo, l'olio roſ ſta picciola raccolta. L'una del fu Sig.
fo delle mandorle amare eſtratto per Franceſco Maria Zanotti ringraziando
via di diſtillazione & c. Ha voluto an il chiar. P. Sacchi del dono fattogli
cora eſperimentare il Sig. Ab. Fonta da eſſo del ſuo libro ſopra la divi
na , ſe il veleno della vipera foſſe ſione del tempo muſicale. L'altra del
infiammabile, cioè ſe il principio flo. P. Sacchi in riſpoſta a quella , ag
giſtico vi ſi trovaſſe baſtantemente , giungendo alla dottrina di quel libro
fviluppato per prender fuoco. Ma egli qualche tratto di belliſſima erudizio
ha coſtantemente oſſervato che queſto ne. La terza , che è del celebre P.
veleno , egualmente che quello dell' Martini al medeſimo P. Sacchi, s'ag
ape, della veſpa, del calabrone e gira intorno ad un altro libro del me
dello ſcorpione , i quali in ciò ſolo deſimo illuſtre Autore, nel qual li
forſe raſſomigliano a quel della vipe bro ei ſi propone provare , che la .
ra, ſi conſumano e fi diſſeccano al proibizione delle due quinte nel con
fuoco, ſenza però mai infiammarſi . trappunto ha per ſodo , ed inaltera
( ſarà continuato. D bile fondamento l'unità dell'armo
nìa . Due quinte ſucceſſive , dice il
chiar. P. Sacchi, preſentano all'orec
M I L A N O'. chio le baſi di due diverſe armonìe
ſciolte , e non conneſſe fra loro ; e
concioſiachè ſiffatta mutazione, o con
Lettere del Sig. Franceſco M. Za fuſione di armonie ſi opponga alle ,
notti, del Pad. Giambattiſta Marti leggi fondamentali del contrappunto,
ai Min. Conv., del P Giovenale Sac tra queſte leggi conchiude doverſi
ebi C. R. B. Accademici dell'iſtituto comprendere la proibizione delle due
quin
262
quinte. Ora il P. Martini, fatto del re, che confondendoſi in una le due
libro del P. Sacchi il dovuto elogio, voci, che fanno l'uniſono, o l'otta
tre dubbi ſi fa a proporre in poche, va, continuandoſi queſta , o quello
ma ſugoſe righe , ſulla dottrina del per un tempo ſenſibile corriſponden
P. Sacchi 1 il primo de' quali dubbi te a due o più note del baſſo , il
ſi è, perchè il P. Sacchi , trattando componimento, ch'era per eſempio,
delle due quinte, non fa neppur men terzetto, divien duetto, ed il duet
zione delle due ottave, e de'due º to cantilena ſemplice : e concioſſia
uniſoni, quando ſecondo i buoni con chè queſto cambiamento di ſua natu
trappuntiſti la proibizione cade in . ra offenda l'orecchio, perciò ſi proi
primo luogo ſopra i due uniſoni; quin biſcono i due uniſoni. V'ha però tra
di ſopra le due ottave ; ed in fine queſti , e le due quinte la differen
ſopra le due quinte. L'altro dubbio za, che la legge contra le due quin
è tratto dalla ſperienza di molte no te, tendendo a conſervare l'indiſpen
te di baſſo, alle quali ſi dà , e die ſabile unità d'armonìa, non ammet
dero già i valent'uomini dei ſecolo te eccezione. Ma eſſendo talor con
XVI. l'accompagnamento di due quin forme all'eſpreſſion del ſoggetto , o
te, che ſi odono ſenza rincreſcimen ſpogliarlo d'armonìa affatto , o in
to . E queſto ſecondo dubbio vien . terromperne il carattere, giovevole,
corroborato dal terzo, che riſguarda non che permeſſa divien più volte la
i regiſtri dell'organo, diſpoſti in al ſucceſſione degli uniſoni. E con que
ternazione di quinte , e di ottave, ſta occaſione molto eruditamente, e
e che però di queſte, e di quelle º con regole di buoniſſimo guſto eſ
rendono, ſenza offeſa dell'udito, una pone il P. Sacchi qualmente s'è de
ſerie continua . A queſti tre dubbi poſto a poco a poco l'antico orrore
nella quarta, ch'è l'ultima, e princi agli uniſoni ( che a noi ſembra in
pale lettera di queſta raccolta, riſpon tutto ſimile all'orrore, che gli ſco
de il P. Sacchi da uomo erudito, e laſtici portavano al vacuo avendo
buon ragionatore. Quanto al primo, il Leo, lo ſteſſo P. Martini , ed altri
ei dice non doverſi confondere la . valent'uomini dato ineſtimabil pre
trattazione delle due quinte con quel gio ad alcuni loro componimenti coll'
la de due uniſoni , perchè per una accompagnamento all'uniſono. Quin
ragione ſi proibiſcono queſti, e per di ſi fa ſtrada l'Autore a riſpondere
un'altra quelle . L'unità dell'armo al ſecondo dubbio colla riſpoſta al
nìa è legge fondamentale di eſſa, ed terzo tratto da regiſtri dell'organo.
in riguardo di eſſa unità ſi proibiſco In queſti regiſtri, dice il P. Sacchi,
no le due quinte. Ma i due uniſoni le quinte interpoſte all'ottave non
( e lo ſteſſo s'intenda delle due ot offendono, perchè dall'orecchio non
tave ) non guaſtano quella unità , ſi poſſono diſtinguere ; ma eſſe inſieme
ma ſolo cambiano la condizione o ca colle ottave concorrono a formare una
rattere del componimento; vale a di ſola voce, cioè una voce di quella e
data
263
data ſpecie. Ciò vien da lui illuſtra tica ad eſimere dalla nota di errore
to colla formazione ſull'organo della l'uſo delle due quinte. Adduce però
voce umana, per la quale ſi ſuonano a ſcuſazione loro gli obblighi , che
due regiſtri , l'uno detto voce uma quei valent' uomini s'imponevano
na, l'altro il principale; eppur non ſpontaneamente di comporre ora a
ne riſulta che una ſola voce all'uma rigida imitazione, o fuga, ora in uno
na ſomigliantiſſima . Lo ſteſſo addi de'tuoni eccleſiaſtici , ora ſopra un
vien per la voce delle cornette, per frammento del canto fermo , e ſem
la quale, non che due, ma tre regi: pre ſenza punto alterare il valore uni
ſtri ſi ſuonano inſieme ; e da tutti forme delle note di eſſo canto. Im
tre non ne vien che la pura voce paſtoiati da queſti volontari obblighi
della cornetta . Adorna il P. Sacchi imbattevanſi talor nello ſtretto , o
queſto incontraſtabil fatto di ſquiſita di traſgredire quegli obblighi , o di
erudizione ſulla natura e coſtruzione commettere un vero errore, maſſime
dell'organo , e ſulle voci dell'uo in materia di cantilena , o armonìa
mo, e degli altri ſtrumenti, ne'qua ſucceſſiva, la quale tenevano in mi
li più vibrazioni di diverſa indole º nor conto, che l'equitemporanea : e
s'uniſcono a formare un ſuono ſem tanto era l'impegno a ſoſtenere que
pliciſſimo. Laonde conchiude , che a gli obblighi , tanta la venerazione a
quelle quinte de regiſtri dell'organo, inverſo a tuoni, ed alle cantilene ec
non formando per ſe medeſime voci cleſiaſtiche, che anzichè alterare una
diſtinte , ma concorrendo ſoltanto , nota di eſſe, o mitigare alquanto il
come parti integranti a formare cia rigore d'una fuga , s'appigliavano
ſcuna la ſua voce , non guaſtano l' al partito di paſſar ſopra alle due quin
unità dell'armonìa , la quale non nel te, o altra coſa contraria alle leggi
le parti integranti delle voci , ma , d'armonia. La giuſtezza del ragio
nelle voci ſteſſe già formate conſiſte. nare, e l'eleganza del dire, con cui
La ſoluzione è in verità ingegnoſiſ il chiar. Autore ſviluppa le ſoluzioni
firma, e non par di poterſele oppor ai tre dubbi, e le gentili maniere,
re difficoltà di momento : così ſi po con cui egli mette innanzi agli occhi
teſſe ella traſportare a riſolvere l'al i pregi di valent'uomini del ſecolo
tro dubbio. Si fonda queſto nella pra XVI. ad inorpellare l'accuſa, che ,
tica de valent' uomini , e di quelli loro corteſemente fa di aver commeſſo
in particolare del ſecolo XVI., i qua un errore, fannoci deſiderare , che
li non ſi fecero più volte ſcrupolo da altri ſimili dubbi ſia il ſuo ingegno
delle due quinte. Laſciata da banda ſolleticato, acciocchè egli arricchiſca
la digreſſione, che l'Autore fa a con l'arte muſica di ſiffatti ſcritti , de'
fermare la ſua legge, con molte eſe quali ſcarreggia ella pur troppo. E ad
preſſioni di lode inverſo a valent'uo un tal propoſito vorremmo rendere
mini del ſecolo XVI. egli ſoſtiene, abbaſtanza efficace queſt'altro dubbio.
non giungere la loro autorevole pra Nell'eſcuſazione de'compoſitori del
ſecolo
v
264
ſecolo XVI. confeſſa il P. Sacchi, che dare alla quinta del tuono , in cui
la natura coſtrigneva, e coſtrigne » ſi fa cadenza , terza maggiore, co
ancora i cantori ad alterare il valore ſtrignevano quei medeſimi compoſito
uniforme delle note del canto fermo, ri ad alterar qualche nota del canto
ſtante il qual valore oſſervare non fermo inalzandola , o deprimendola
ſi poſſono le leggi fondamentali della d'un mezzo tuono , ſiccome i loro
melodia . Perchè dunque la ſteſſa na medeſimi componimenti ci danno a
tura, oſſia il finiſſimo muſicale ſenſo, di vedere: qual differenza dunque por
che fra le altre doti il P. Sacchi con remo tra le leggi d'armonìa, ch'egli
cede a compoſitori del ſecolo XVI., no piuttoſto amavano di traſgredire,
non gli coſtrigneva a far ſimile mu che diſpenſarſi un punto dagli obbli
tazione nelle note del canto fermo , ghi del canto fermo, e quelle, la cui
o alquanto dal rigore d'una fuga ri oſſervanza gli coſtrigneva a rimette
mettere per non traſgredire una legge re dal rigore di quegli obblighi, ne'
fondamentale, qual pretende il P. Sac quali, come lo ſteſſo P. Sacchi con
chi che ſia la proibizione delle due feſſa, anzichè la natura, gl'impaſto
quinte ? Tanto più , che altre leggi java piuttoſto un mero, e mal inte
d'armonìa , quella , per eſempio di ſo capriccio?

a nesſun Ngueſeoasenegºneſuna nasena nºnage/oºgle NSenºsº agente ºsſenº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Libraio al Corſo a S. Marcello, e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. XXXIV. 1782. Li 24. Agoſto

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. dilettano chiunque li legge. Il ſolo
pontificato di S. Leone il grande , che
Hiſtoria eccleſiaſtica per annos di per anni 2 1. ha ſeduto ſulla cattedra
geſta, variiſque obſervationibus illa di S. Pietro, cioè dall'anno 44o. all'
ſtrata, Autore Gaſpare Saccarello Tau anno 46 i., e che perciò comprende
rinenſi congregationis oratori Roma la maſſima parte di queſto tomo , lo
mi presbytero. 7'onus non us ab anno rendono egualmente intereſſante di
“feſa Chriſti 432. ad annum 462. Ro qualunque altro precedente. Diffatti
mae 178 1. ex typographia Pauli fun chi non ſi ſentirà commoſſo da am
chi in 4. Artic. I. mirazione, e piacere nel leggere gl'
incontri di un tanto Pontefice coi Re
Nel riferire nelle noſtre Efemeri Attila, e Genſerico, al primo de'qua
di il tomo nono dell'iſtoria eccleſia li ei perſuaſe non ſolo di non proſe
ſtica Latina del P. Gaſpare Saccarelli guire le ſtragi, e la deſolazione che
Sacerdote della congregazione dell' ſeco, dovunque andava , facea ſof
oratorio di Roma , crediamo poterci frire alle miſere provincie ; ma l'in
diſpenſare dal ripetere quegli elogi, che duſſe ancora a volgere altrove i ſuoi
al medeſimo per tale opera abbiamo paſſi, e a liberare il centro dell' Ita
in altre occaſioni fatti , quando negli lia dal timore, in cui era di eſſere ,
anni ſcorſi abbiamo parlato degli al quanto prima devaſtata dalle di lui
tri tomi di mano in mano eſciti alla truppe , e dal ſecondo , che impro
luce, perſuadendoſi ognuno facilmen viſamente era entrato in Roma, e ,
te, che il dotto Autore nell'avanzarſi l'avea ſaccheggiata , ottenne , che
l'opera non ne ſminuiſce il pregio . foſſe ella almen preſervata dalle ſtra
Reſtringendoci adunque a dare un . gi, e dagl'incendi, e dall'eſſere de
ſuccinto ragguaglio di queſto tomo no vaſtata, e diſtrutta, come eſpreſſa
no, diremo che eſſo ſcorre dall'anno mente atteſtano Vittore Tunonenſe,
di Criſto 432. ſino al 462. , e nel S. Proſpero, e Paolo Diacono dal no
giro di queſti trent'anni ſi narrano ſtro Autore citati nell'anno 455. num.
avvenimenti sì grandi , e vari ac 3. Quello però che ſopra ogni altra
caduti nella chieſa e nell'imperio , coſa ha reſo celebratiſſimo il nome e
che in un tempo ſteſſo iſtruiſcono, e di un tanto Pontefice, è ſtato lo ze
- -
Ll lo
266
lo nel mantenere la purità della fe Turibbio ſi può vedere . Sopra tutto
de, e dell' eccleſiaſtica diſciplina, del però mirabilmente riſplendette la pa
quale può dirſi, che in ogni anno di ſtorale ſollecitudine di S. Leone nel
un ben lungo pontificato ne ha dati procurare che dalla chieſa orientale
i più luminoſi contraſſegni. E per ta ſi eſtingueſſero le ſcintille dell'ereſia
cere le diligenze da eſſo uſate nello Neſtoriana già condannata ſolennemen
ſcoprire in Roma ſteſſa i Manichei , te l'anno 43 1. nel concilio generale
che in eſſa ſi erano annidati, e nel celebrato in Efeſo ſotto S. Celeſtino
bandirli da Roma, e da tutta l'Ita Papa, del quale ſul principio di que
lia, come ſi narra all'anno 443., im ſto tomo ſi riportano le molte lette
plorando a tal effetto l'autorità, ed re in tal occaſione ſcritte in confer
il braccio dell'Imperator Valentinia ma della condanna di Neſtorio, del
no giuniore , la ſteſſa premura mo la ſua depoſizione dal Veſcovato di
ſtrò nello ſvellere dal campo del Si Conſtantinopoli, e ſono queſte ſcrit
gnore, e della ſua chieſa la zizania te al ſinodo ſteſſo di Efeſo, all' Im
Pelagiana , che in alcune provincie peratore Teodoſio, a Maſſimiano elet
dell'Iſtria, e della Venezia era ſparſa, to ad occupare la ſede CP. in luogo
come dalle ſue lettere riferite nell' dell'empio Neſtorio depoſto , e indi
anno ſeguente 444. ſi può vedere - inviato in eſilio, e finalmente al cle
Per il medeſimo effetto di eſtirpare ro, e popolo, di Conſtantinopoli, do
le reliquie del Pelagianiſmo, ſi vede po le quali lettere pieno di giubilo
all'anno 446. per la ſeconda volta - per aver veduta atterrata l'empia .
S. Germano Veſcovo di Oxerre nelle ſetta di Neſtorio, che aveva tentato
Gallie paſſare dalla Bretagna, e nell' d'infettare quaſi tutto l'oriente, pie
anno ſeguente 447. ſi leggono le let no di meriti ſe ne paſsò l'anno iſteſe
tere del ſanto Pontefice a Turibbio ſo a ricevere il premio dell'inſtanca
Veſcovo Aſturicenſe, e ad altri Ve bile ſuo zelo. (ſarà continuato. D
ſcovi delle Spagne per eccitarli ad
eſtirpare da quelle provincie , e da M A C E R A T A .
quelle chieſe vari errori, ed abuſi ,
che in eſſe ſi erano introdotti, e ſot L'ami de la jeuneſſe cº-c. l'amico
to la protezione de Svevi e Goti che della gioventù , oſſia trattenimenti fa
avevano occupate, e devaſtate quelle miliari, ne' quali ſi danno a giova
provincie, e quelle chieſe, impune ni dell'uno , e l'altro ſeſſo nozioni
mente ſi ſpargevano. Sopra tutto gli ſufficienti ſu la maggior parte delle
eſorta ad eſtirpare fino dalle radici i cognizioni umane, e particolarmente
miſeri avanzi dell'empia ſetta de'Pri ſu la dottrina , la ſtoria della reli
ſcillianiſti, che da circa un ſecolo in gione, ſu la ſcienza de'coſtumi, gli
quelle provincie ſi era diramata , e taſi della vita civile, il commercio,
tuttavia in molti luoghi ripullulava, la fiſica, la ſtoria naturale, la mi
come dalle lettere di San Turibbio a tologia, la cronologia, la geografia,
San Leone , e di queſto pontefice a la ſtoria di Francia in quanto ha re
lazio
-
i 267
lazione colla noſtra Italia. Opera di epoca ci ſi deſcrivono i patriarchi
Monſieur Filaſſier, e verſione dal Fran della prima età, ſecondo il raccon
ceſe del Sig. Ab. Franceſco Bianchini, to , che ne abbiamo dalla S. Scrit
accreſciuta di note, e della ſtoria e tura . Si ſcorrono in tal guiſa tutti
eccleſiaſtica, dedicata a S. A. Filippo gli altri tempi, e ſi giugne alla ve
Maurizio di Alſazia principe di Chi nuta del Meſſia. Senza punto poi te
may e del S. R. 1 , grande di Spa diare ſi eſpongono le iſtituzioni della
gna di prima claſſe & c. 1782. vol. I. nuova legge; ed il tutto rendeſi an
e II, in 8. cor più vago per le note , che di
tratto in tratto dal traduttore ſi ſo
no fatte. Diſcendeſi perfino alla ſto
Fu ſempre principal premura degli ria eccleſiaſtica. La metà di eſſa, cioè
antichi più illuminati, e di coloro , nove ſecoli forma il ſecondo tomo ,
che erano da zelante ſpirito per lo pub che è tutto parto del traduttore. Prov
blico bene animati, inculcare ſovente vidamente ne ha queſti voluto dare
al popolo l'educazione della gioventù un'idea più ampia, e più unita; poi
Ne ravviſavano eſſi il vantaggio ſom chè il ſempre comendabile Autore a
mo pel bene repubblicano. Quindi è non tratta nel ſuo compendio di ſto
che Licurgo celebre legislatore de'Spar ria, ſe non de'fatti più rimarchevo
tani, e nobile riformator de'coſtumi li, ſenza la di loro conneſſione . In
ne fè oſſervare al ſuo popolo l'im Italiano è nuova tal opera, mentre
portanza col troppo noto paralello de' non ve ne ha alcun'altra che ſommi
due cani germani, differentemente e niſtri la maniera di formare un alun
allevati: e Cicerone laſciò a tal effet no, come dovrebbeſi. Queſta ſenza
to alla poſterità il trattato degli uffizi, tedio di lui lo rende fornito fin dal
opera piena di genio filoſofico, e di ro la ſua prima età di quelle ſcienze, e
buſta eloquenza. Non è mancato anco di quelle cognizioni, delle quali reſta
ra chi nel noſtro ſecolo ſi è affaticato ſovente privo colui, che da più te
a dar de'precetti , e degl'indirizzi a neri anni, e prima che gli ſi ſia al
coloro , che ſono addetti a formar cun poco ſviluppato il talento vien
degli allievi . Monſieur Filaſfier per poſto ſotto il duro giogo di una lin
altro ha poſto in pratica queſti pre gua morta. Il titolo dell'opera è in
cetti, e queſt'indirizzi avendo data tereſſante, e fino ad ora per gl'in
alla luce fin dall'anno 1774. la men dicati due tomi non poſſiamo ſe non
zionata opera. Di queſta al preſente lodarla grandemente. Si ſcorgerà in
ha intrapreſa la verſione il Sig. Ab. appreſſo , ſe verranno defraudate le
Franceſco Bianchini, e due tomi ſono concepite noſtre ſperanze.
già pervenuti nelle noſtre mani. Il
primo tratta della religione; ſe ne fa
oſſervare la non interrotta continua
zione dalla creazione del mondo ſino
a noſtri giorni ; e perciò epoca per
-
Lia FIREN
268
- - F I R E N Z E , nelle vene . Ma laſciando ſtare che
ſecondo la teſtimonianza medeſima .
7'raité ſur le venin de la vipere del Redi, e delle mem. dell'accad.
cº-c. Trattato ſopra il veleno della delle ſcienze la morte de' morſicati
vipera, i veleni Americani, il lau dalla vipera non è ſempre accompa
ro - ceraſo, ed alcuni altri veleni ve gnata da queſto coagulo , nè dai tre
getabili, a cui ſi aggiungono alcune mori , dalle convulſioni e dal vomi
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura to che deggiono precederlo , baſterà
i del corpo animale, differenti eſperien poi dire per invalidare una ſiffatta -
ze ſulla riproduzione de'nervi , e , opinione, che quel coagulo, e quei
la deſcrizione di un nuovo canale dell' fenomeni che l'accompagnano, non
occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſco ſuppongono neceſſariamente l'azione
di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di di un acido , la di cui preſenza nel
Toſcana, e direttore del ſuo gabinet veleno della vipera abbiam veduto d'
to di ſtoria naturale; opera arricchi altronde con quali vittorioſe eſperien
ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4. ze il Sig. Ab. Fontana abbia ſaputo
Art. IV. rendere inſuſſiſtente. Queſto coagulo
è poi sì incerto, che non è mancato
Uno de principali oggetti che il ehi ha ſoſtenuto , non ſappiamo ſul
Sig. Ab. Fontana ſi è propoſto nel fa fondamento di quali eſperienze, che
re le ſue oſſervazioni ſul veleno del per lo contrario l'azione del veleno
la vipera, è ſtato certamente di ſco viperino conſiſte in una totale diſſo
prire l'origine delle tante contradi luzione degli umori dell'animale mor
zioni che s'incontrano fra i riſulta ficato . Altri vi ſono ſtati che han -
to delle eſperienze tentate da altri ripetuto i mortiferi effetti di queſte
ſommi fiſici prima di lui . Ma anali veleno da un'univerſale infiammazio
zando tutti queſti fatti egli ſi è pro ne, ſenza dirci però , come mai ac
poſto anche per iſcopo di aprirſi una cada , che queſta in ſi breve tempo
ſtrada, ſe foſſe poſſibile, ad una ſod poſſa operar la morte dell'animale,
disfacente ſpiegazione de pronti , e e molto meno come ſi poſſa fare che
funeſti effetti di queſto veleno ſulla deſſa vada ſovente ſcompagnata dalla
maggior parte degli animali . Si è febbre. Il Mead partendo dall'eſiſten
creduto in principio che il veleno in za de' ſuoi ſali cauſtici, pretende che
trodotto nel ſangue vi cagionaſſe un queſti ſcompongano i globetti del ſan
univerſale coagulo, ſiccome appunto gue, e ne diſtruggano la natural co
accade allorchè s'introduce in un ani ſtituzione; e ſiccome ſembra difficile
male per l'apertura di una vena un a concepirſi come queſti fali poſſano
qualche acido, ch'eſſo muore in po in sì breve tempo diſtruggere tutta
co d'ora in mezzo ai tremori , alle la maſſa del ſangue, egli ſuppone e
convulſioni, ed al vomito , ed eſſen perciò che nel momento ſteſſo, in
do aperto ci fa vedere tutto il ſuo cui il veleno s'introduce nel ſangue
ſangue quaſi inticramente coagulato
“ e -
ſi ſvolga immantinenti da globetti che
ne
- 269
- ne reſtan tocchi un fluido ſommamen Il medeſimo Mead riflettendo meglio
te ſottile ed elaſtico, che in un iſtan alla ſorprendente prontezza con cui
te propaga la ſua azione alle più re apporta la morte il veleno del ſerpen
mote parti, ſprigionandone un ſimile te a ſonaglio , che non è , ſiccome
fluido ; in quella guiſa appunto che abbiamo accennato in uno de' prece
una ſola ſcintilla che ſi appicchi all' denti articoli, ſennonchè una più groſ
eſtremità di una lunga ſtriſcia di pol ſa vipera, cambiò di opinione nella
vere, ſi diffonde quaſi iſtantaneamen ſua ultima opera ſu i veleni, e pen
te ſino all'altra eſtremità , e vi ca sò di ſoſtituire al ſangue gli ſpiriti
giona un'univerſale eſploſione per animali. Pretende egli adunque che
mezzo dello ſprigionamento ſimulta la prima azione del veleno sì della
i neo dell'aria , che racchiude vaſi in vipera che degli altri animali ſia tut
ciaſcun granello di eſſa. Abbiam già ta eſercitata ſul fluido nerveo, e che
veduto nell'art. preced. che l'eſiſten da queſto così viziato dal veleno ven
za di queſti ſali cauſtici del Mead nel ga poi generata l'infiammazione ne
veleno della vipera è tanto preca gli organi, la colliquazione nel ſan
ria , quanto quella de' ſali acidi ed gue, e la morte negli animali . Ve
alcalini ſuppoſta da altri . Molto più dremo però in ſeguito che queſta ſe
precaria, ed ipotetica dovrà poi ſem conda opinione del Mead non è ſtata
brare la maniera con cui il Mead fa più felice al confronto delle oſſerva
operare da queſti ſali a ſcompoſizio zioni del Sig. Ab. Fontana di quel che
ne , e la diſſoluzione del ſangue . i ſia ſtata la prima. Lungo ſarebbe il
Egli è indubitato che il veleno della voler qui tutte noverare le opinioni
vipera non altera punto la figura de' che han ſoſtenuto altri fiſici ſu di
globetti ſanguigni, poichè oſſervan queſto punto a tenore del ſiſtema ch”
doli col microſcopio ſi trovano eſat eſſi avevano abbracciato. I diſcepo
tamente i medeſimi di prima, vale a li di Offmann ſpiegano queſto, ſicco
dire di un colore oſcuro e cupo nel me tutti quaſi gli altri fenomeni dell'
la loro circonferenza , e più traſpa economia animale, colla loro atonia,
renti verſo il mezzo ; ſiccome gene e col loro ſpaſmo univerſale delle par
ralmente appariſcono tutti i corpi ro ti; il celebre Buffon ricorre al ſolito
tondi oſſervati con una lente. Troppo alle ſue molecule organiche &c. In
ſpeſſo i medici ricorrono alla decoru queſta incertezza , e varietà di opi
poſizione de'globetti ſanguigni, figu nioni non vide altro partito il Sig.
randoſi queſti quaſi tanti palloncini Ab. Fontana ſennonchè quello di con
i ripieni d'aria elaſtica , i quali deb ſultare le ſue proprie oſſervazioni .
dbano per conſeguenza ſcoppiare per Dal vedere che il veleno della vipe
l'azione di ogni più piccola cauſa . ra a ſomiglianza de'narcotici non ar
Ma i globetti ſanguigni ſono di tutt' reca la morte a tutti gli animali, e
altra teſſitura che queſta , e la lo dall'eſſerſi inoltre convinto non tro
ro decompoſizione è uno de più rari varſi in eſſo veruna ſpecie di ſale ,
fenomeni dell'economia animale ,
e ,
cominciò primieramente il Sig.- Ab,
a º Fon
27o.
Fontana a formare il ſoſpetto che l' di cui carni ſono allo ſteſſo tempo le
azione del veleno della vipera non , più irritabili, dando ſegni di contra
foſſe gran fatto da quella de'narcoti zione anche intere giornate dopo la
ci diſſomigliante . Difatti quell'in morte. Fece poi mordere ciaſcuna di
debolimento, ed aſſopimento che pre eſſe da una vipera in differenti par
cedono la morte cagionata dall'opio ti del loro corpo , e oſſervò coſtan
ſi oſſervano ſpeſſo ancora in quei che temente che quelle che non moriro
muoiono di veleno viperino . Ora , no non menarono dapoi che una vita
l'opio ſiccome Haller l'ha da gran aſſai languida ſtraſcinandoſi a malo
tempo dimoſtrato negli animali tanto ſtento ſulle loro gambe divenute va
di ſangue caldo che di ſangue freddo, cillanti e come paralitiche, mentre a
non produce que ſintomi, e non ca le altre che qual più preſto qual più
giona la morte , ſennonchè diſtrug tardi perdetter la vita, diedero ma
gendo la nativa irritabilità della fibra nifeſti ſegni prima di morire della .
muſcolare . Nacque adunque molto forza, e del moto muſcolare che an
naturalmente il ſoſpetto nel Sig. Ab. davano a poco a poco perdendo; poi
Fontana , che il veleno della vipera chè eſſendo poſte in terra più non .
uccideſſe ancor eſſo gli animali che ſaltavano, nè ſi muovevano che con
uccide , ſpogliando ad un tratto di ſomma difficoltà ; eſſendo punte nelle
ogni irritabilità la loro fibra . Egli coſce con un ago, avevano appena
ſi avvalorò tanto maggiormente in . la forza di ritrarle; in una parola di
queſto ſuo ſoſpetto, quanto che alcuni venivano ancor eſſe a poco a poco
anni addietro egli avea dimoſtrato in immobili e paralitiche , e da queſto
Bologna colle più vittorioſe eſperien ſtato paſſavano rapidamente alla mor
ze che la morte che arrecano agli ani te. Aprì in ſeguito il loro addome,
mali le mofete sì naturali che artifi ed irritando i nervi che vi paſſano e
ciali, e le arie fattizie di qualunque vanno dalle vertebre alle coſce , non
ſorta non provenivano da altra cagio potè oſſervare verun moto, e nep
na che da queſta irritabilità diſtrutta, pure il più leggiero tremore nelle eſtre
e non già dal precariamente ſuppoſto mità inferiori. Punſe i muſcoli ſteſſi ,
accreſcimento o ſcemamento dell'ela e queſti pure rimaſero immobili; ſpin
ſticità dell'aria, o dal non più fon ſe un lungo ſpillo dentro la midolla
dato irritamento , ed increſpamento ſpinale, e neppur così ſi produſſe ve
de'nervi e de'bronchj polmonari . run movimento o tremore ne' muſco
Rimanea dunque ſoltanto al Sig. Ab. li , e ne'membri. Aggiunganſi a que
Fontana di mettere al cimento delle ſti fatti i non rari eſempi di perſone
ſue eſperienze una ſi ben concepita morſicate dalla vipera, le quali ſono
opinione. Egli procuroſſi pertanto una rimaſte paralitiche per tutto il rima
cinquantina di groſſe e vigoroſe ra nente della loro vita in qualche par
nocchie, che ſono fra gli animali, te del loro corpo ; e che tutti quei
ſiccome è noto, i più vivaci, e quei che han ſoggiaciuto ad una ſiffatta
che muoiono più difficilmente , e le diſgrazia, ſi lagnarono quanto prima e
271
di una generale proſtrazione delle lo ora brevemente accennato queſto fe
ro forze, e di una ſpecie di univer nomeno dell'annichilata irritabilità
ſale letargo, ed intorpidimento. Gli che viene dal Sig. Ab. Fontana ſtabili
animali adunque non muoiono del mor to alla fine della prima parte di que
ſo della vipera, ſe non perchè le lo ſta ſua opera, come quello che più
ro fibre perdono l'irritabilità , quel coſtantemente oſſervaſi ne' morſicati
gran principio cioè di tutti i movi della vipera, e riſerbiamoci a vede
menti che ſi eccitano nell'economia re in appreſſo le ulteriori ſcoperte ,
animale . Ma qual può eſſer mai il che gli è poi riuſcito di fare ſu di
mezzo , ed il meccaniſmo , con . queſto argomento. Troppo ci affolla
cui il veleno della vipera giugne no le materie in queſt'opera veramen
a diſtrugger l'irritabilità della fibra te originale, perchè noi poſſiam tut
muſcolare ? El' è una verità coſtan to rilevare diſteſamente , e noi piut
temente oſſervata , riſponde il Si toſto ci troviamo nel caſo di dovere
gnor Ab. Fontana, che le carni degli intieramente omettere molte di quel
animali perdono il loro moto e la lo le coſe , che ſole baſterebbono a ren
ro irritabilità, a miſura che vengon dere un'opera degna delle maggiori
penetrate da un principio di putrefa noſtre lodi. ( ſarà continuato.
zione. Moltiſſimi eſempi potremmo al
legare, i quali tutti provano, che ,
la perdita dell'una accompagna ſem P A R I G I,
pre i primi progreſſi dell'altra . Le
mofete che tolgono l'irritabilità, ac Memoire ſur un dent - albifique &
celerano al tempo ſteſſo la putrefa antiſcorbutique & c. Memoria ſopra ,
zione , e le carni degli animali che di un dente - albifico ed antiſcorbu
vi muoiono, ſi trovano ſempre aſſai tico nuovo, ed infallibile nel ſuo buon
livide, e foſce. Similmente le carni eſito , che alla proprietà d'imbian
degli animali che muoiono del morſo chire in eminente grado i denti, di
della vipera, ſi oſſervano cader fra prevenire la loro carie, e di fermarne
dicie nel breve ſpazio di ventiquatr' i progreſſi riuniſce quella di diſtrug
ore. L'analogia tratta dagli altri ve gere il fetore del fiato; rimedio che
leni dee confermarci in queſta mede preſo internamente guariſce i dolori
ſima opinione. Sappiamo diffatti dai reumatici, gottoſi, e molti altri ma
viaggiatori, per omettere altri eſem li ; dedicato al bel ſeſſo dal Signor
pi, che gli abitatori delle due Indie, Touſſaint Barety ſtudente di medici
e dell'Africa ſi ſervono nelle loro ma , uffiziale commenſale e penſiona
cacce di frecce avvelenate, le quali rio di S. A. R. il Sig. Conte d'Artois.
non ſolo in meno di ſei minuti uc Preſſo l'Autore, e preſſo Morin e Me
cidono i più ſmiſurati animali , ma rigot il vecchio 1782. in 4.
ne ammolliſcono ancora le carni, diſ
, ponendole ad una pronta corruzione. . L'oggetto di queſt'operetta ſi è d'
Ma contentiamoci di aver così per inſegnare i più acconci mezzi per i
er
272
ſervare o rimettere nel loro ſano ſta 3, queſti - . A capo di Io. o 15. gior
to i denti. Il fior di zolfo è la pri », ni diſparve intieramente il livido
ma ſoſtanza in cui il Sig. Barety ha 2 x º colore che avean prima i miei den

incontrato queſta ſi rara proprietà nel s, ti , e le mie gengive divennero aſſai


più eminente grado, e la ſoddisfazio s, più di prima vermiglie, e ſane .
ne ch'egli ha avuto nell'imbatterſi 2, Un tale effetto nulla avrà di ſor
in queſta ſcoperta l'ha determinato 3, prendente per chi farà attenzione
a fare ulteriori ricerche ſulle altre » », che il fiore di zolfo eſſendo leg
virtù di queſto prodotto del regno 3, germente ſtiptico , deterſivo &c.
minerale. La teoria poi ch'egli adot 2, deve &c. 2. Il mio fiato, ch'era
ta per iſpiegare la ſua attività l'ha », alquanto greve, ed anche fetente
condotto finalmente al ritrovamento , perdette in quel breve tempo quel
di altre ſoſtanze denti - albifiche, che 3, la diſguſtoſa qualità ; e proceden
potranno al biſogno vantaggioſamen », do oltre col mio rimedio a capo di
te rimpiazzare il fiore di zolfo. Fa », ſei ſettimane i miei denti divenne
cendogli grazia della ſua teoria, e del »» ro perfettamente bianchi , e ſoa
le conſeguenze che ne ha dedotto , 2 ) viſſima ed agiatiſſima divenne la .
contentiamoci di qui traſcrivere com - 3 mia eſpettorazione. 3. Tutta la mia
pendioſamente il paſſo in cui il Sig. 39 ſalute rinvigoriſſi , ſiccome lo fa
Barety deſcrive la maniera di far uſo 29 cea vedere il mio colorito divenu
del ſuo denti albifico, e i prodigioſi 99 to aſſai più freſco , e vivace di
effetti da queſto operati ſopra di lui 25 prima . 4. Perſino un dolore reu
ſteſſo. ,, Il metodo che ho tenuto nel 23 matico che riſentiva di tempo in
So2 far uſo di queſta polvere è ſtato 29 tempo nel mio braccio ſiniſtro (ca
55 di prenderne mattina, e ſera due 3.9 gionatomi dall'aver dormito per
s o tre cucchiai da caffè, di fregar 3.9 alcune notti ſulla terra umida e
22 mene con una ſponghetta i denti 3.9 freſca ), e che mi produceva de'
5 o e le gengive, e d'inghiottirla fi sob slanci involontari ſino all'artico
3 o nalmente, gargarizandomi poi ben , lazione dell'omoplata della mede
93 bene con acqua freſca. Gli effetti », ſima parte, diſſipoſſi intieramente...»
99 che ne ho in me provati , ſon , Oh i gran prodigi del fior di zolfo !
Num, XXXV. 1782. Li 3 1. Agoſto

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. fto, ma le divideva, facendone così


due perſone, una divina , e l'altra
Hiſtoria eccleſiaſtica per annos di umana, così l'altra, cioè quella di
geſta, variiſque obſervationibus illu Eutiche talmente confondeva le due
ſtrata, Autore Gaſpare Saccarello 7’au nature che inſegnava dall'unione dell'
rinenſi congregationis oratorii Roma umana, e divina natura in Gesù Cri
ni presbytero. 7'omus nonus ab anno ſto, eſſerſene formata una ſola. Ere
ºfeſu Chriſti 432. ad annum 462. Ro ſia tanto più pericoloſa, perchè co
ma 178 . ex typographia Pauli fun lorita col preteſto dello zelo della ,
chi in 4. Artic. II. ed ult. fede in opporſi all'ereſia di Neſtorio,
perchè inventata, e ſoſtenuta da un
A S. Celeſtino ſuccedette Siſto III, uomo invecchiato nello ſtudio delle
di queſto nome ; anch'eſſo calcando ſacre lettere, ed eſercitato nella mo
le veſtigia di S. Celeſtino ſuo ante naſtica diſciplina , perchè fomentata
ceſſore, molte prove ci ha laſciate o con tutta l'arte più fina da Dioſco
del paſtorale ſuo zelo per mantenere ro veſcovo d'Aleſſandria , e perchè
illibata in tutta la chieſa l'integrità in fine protetta dall'Imperatore Teo
della fede cattolica, ed il vigore dell' doſio ingannato dalla falſa pietà del
eccleſiaſtica diſciplina . Ciò ſi può monaco Eutiche, e dalle frodi di al
vedere dall'anno 43 2. ſino all'anno cuni miniſtri della ſua corte . Non
44o., nel quale a S. Siſto ſuccedet aſpetti quì il lettore che gli ſi dia ,
te S. Leone, il quale mentre era, co nemmeno il catalogo delle lettere che
me abbiam detto,tutto intento ad eſtir in tal cauſa furono ſcritte da Conſtan
pare dalla chieſa orientale le reliquie tinopoli, cioè da Flaviano veſcovo,
dell'ereſia di Neſtorio , e ad eſtin dall'Imperatore, da Eutiche iſteſſo ,
guere le diſcordie , che per cagione da Dioſcoro, da Euſebio di Dorileo,
di eſſa in quelle chieſe ſi erano ecci e da altri veſcovi dell'oriente a San
tate , vide a ſuo tempo naſcere una Leone , o delle lettere di S. Leone a
nuova ereſia, a quella di Neſtorio in tal propoſito ſcritte ; ſi contenti il
tutto oppoſta , perchè ſiccome Ne lettore di ſapere che eſſendo ſtata .
ſtorio non ammetteva l'unione ipo queſt'ereſia nell'anno 448. da Flavia
ſtati ca delle due nature in Gesù Cri no veſcovo di Conſtantinopoli in un
Mm ſino
274
ſinodo a tal effetto tenuto in quella pa non dubitò di fulminare l'anate
città condannata, inſieme col ſuo au ma contro chi l'aveſſe anche in un
tore Eutiche , queſto in vece di ri jota contradetta , e S. Gregorio lib.
conoſcere il ſuo errore, e ritrattarlo 6. epiſt. 2. Si quis contra harum qua
e colla ſommiſſione e penitenza ren tuor ſynodorum fidem, & contra ſan
derſi degno d'eſſere rimeſſo nella cat cia memoria Leonis Papa tomum, at
tolica comunione, ſi diede anzi ad que definitionem aliquid umquam lo
eccitare nuovi rumori, e pretenden qui praſumpſerit, anathema ſit. E i
do d'eſſere ſtato ingiuſtamente in quel Padri ſteſſi del concilio Calcedoneſe,
ſinodo dal ſuo veſcovo Flaviano con dopo , ch' eſſa fu letta clamaverunt:
dannato , cercò di far cadere ſu di Hac patrum fides; bac Apoſtolorum
eſſo tutta la cagione delle diſſenſioni, fides : omnes ita credimus, orthodoxi
che turbavano la pace di quelle chie ita credunt: anathema ei , qui ita »
ſe , e colla protezione che godeva - non credit. Action. II. Eſſendoſi in
dei miniſtri dell'Imperatore Teodoſio, tanto nell'anno 449. radunati i ve
l'induſſe a fargli credere eſſere neceſ ſcovi orientali in Efeſo coi legati del
ſaria la celebrazione di un nuovo con la ſede Apoſtolica da S. Leone invia
eilio generale per decidere tal que ti , ſi vide ſubito prevalere ivi la
ſtione, e reſtituire alle chieſe la pa prepotenza dei magiſtrati ſecolari ad
ce. Sicchè eſſendo queſto ſtato inti iſtigazione d'Eutiche, e de' ſuoi fau
mato per l'anno 449. da tenerſi co tori deſtinati a preſedere a quel ſino
me il precedente in Efeſo , ad eſſo do, ſicchè degenerò in una irregola
invitato, e pregato S. Leone d'inter re adunanza unicamente intenta a ſo.
venirvi, vi mandò i ſuoi legati , ac ſtenere l'errore, e l'empietà , e ad
ciò a nome ſuo a quell'aſſemblea opporſi a tutte le regole fino allora
preſedeſſero, e ad eſſi il S. Pontefice oſſervate ne' legittimi concili della .
conſegnò la celebre ſua lettera a Fla chieſa, ſicchè altro nome non ha .
viano veſcovo di Conſtantinopoli; let meritato, ſe non quello di latrocinio
tera detta meritamente cattolica , e Efeſino, dove i ſoli legati di S. Leo
dogmatica, nella quale con tanta chia ne può dirfi reſiſtettero alle violenze
rezza e preciſione il ſanto Papa ha ivi uſate contro i difenſori della fe
trattato dell'economia del miſtero dell' de cattolica, e maſſime contro S.Fla
incarnazione del Verbo di Dio, che viano, che come principale avverſa
eſſa ſola ha ſervito di regola nelle rio di Eutiche fu la vittima del loro
deciſioni di fede, che ſu tal materia furore, e vi perdè glorioſamente la
ſi ſono fatte, e maſſime nel concilio vita ; come nella ſtoria ſi può vede
Calcedonenſe, nel quale fu pure ſo re . Avendo adunque il concilio di
lennemente condannata l'ereſia di Eu Efeſo avuto un eſito sì infelice , ed
tiche col ſuo autore, e co'ſuoi ſegua in vece di riſanare il male, e ſopire
ci e difenſori ; lettera finalmente di le diſcordie , avendo anzi eſacerbata
tanta autorità , e in tanta ſtima te la piaga , fomentata la diſſenſione,
nuta dagli antichi, che S. Gelaſio Pa e ſoſtenuto l'errore mediante la de
bolez
275
bolezza de'veſcovi orientali tutti pron S. Leone in ciò che riguarda la di
ti a ſecondare le mire della corte , ſciplina eccleſiaſtica circa l'ammini
quando pareva che l'ereſia Eutichia. ſtrazione de'ſacramenti, la ſantità del
na qual idolo di abcminazione doveſ la vita del clero, l'uniformità nei ri
ſe prender luogo in tutte le chieſe , ti eccleſiaſtici, o per difendere i di
orientali, e porſi a ſedere nel luogo ritti della ſua ſede, e i privilegi dell'
ſanto Dio diſpoſe che nell'anno ſe altre chieſe del mondo cattolico. Qual
guente 45o. per elezione di Santa . foſſe il ſuo zelo, e petto apoſtolico
Pulcheria ſorella del defonto Teodo in difendere le appellazioni alla ſan
ſo ſuccedeſſe a lui Marciano aſſo ta ſede lo farà vedere la cauſa tra
ciato dalla medeſima all' imperio, ed eſſo agitata, e S. Ilario veſcovo di
eletto per marito , con condizione Arles, di cui nell'anno 445. a lun
però che non poteva avere alcun . go ſi parla, e la ſua coſtanza in ri
diritto al ſuo talamo, giacchè eſſa . gettare il canone del medeſimo con
volle perſeverare nella virginità a Dio cilio Calcedoneſe, col quale i veſco
promeſſa . Marciano adunque eletto vi orientali avevano in pregiudicio
Imperatore ſollecitato dal pontefice , dei diritti delle chieſe di Aleſſandria,
S. Leone , conſecrando i ſuoi primi e di Antiochia , data la precedenza
penſieri a rendere alla chieſa la ſua al veſcovo di Coſtantinopoli, ſicchè
tranquillità, convocò di nuovo i ve dopo la chieſa Romana quella doveſ.
ſcovi orientali prima in Nicea della ſe tenere il primo luogo. Ora il ſanto
Bittinia, dopo trasferiti in Calcedo pontefice benchè pregato con grandi
ne , dove preſedendo ad eſſi i legati iſtanze dall'Imperatore, e dai veſco
di S. Leone, fu ſolennemente condan vi a preſtare a queſto decreto il ſuo
nata l'ereſia di Eutiche, inſieme con conſenſo, ſtette ſempre fermo nel ne
quella di Neſtorio, e furono coll'ap gare ciò che poteva eſſere contro le
provazione del medeſimo pontefice ri prerogative di altre chieſe. Nulla poi
conciliati colla chieſa i veſcovi, che diremo delle frequenti e ſaggie rifleſ
nel ſinodo , o ſia latrocinio Efeſino ſioni, che ſcorrendo la ſtoria oppor
aveano prevaricato, come a lungo il tunamente vi fa l'Autore o in con
tutto con ordine e chiarezza viene o ferma de dogmi cattolici, confutan
deſcritto nell'anno 45 1. Qui poi dare do maſſime Samuele Baſnagio anch'
mo fine a queſta cauſa, perchè trop eſſo autore di annali eccleſiaſtici la
po ci converrebbe diffonderci nel vo tini dei ſei primi ſecoli della chieſa,
ler narrare anche ſuccintamente gli o per riſchiarire talvolta qualche pun
atti del concilio Calcedoneſe, e la . to di eccleſiaſtica diſciplina ; perchè
condanna dell'ereſia Eutichiana , e chi ha letto qualche tomo di queſta
per lo ſteſſo motivo di non eccedere iſtoria ben ſa, quanto ſavia ed eſte
i limiti di brevità preſcritti ai noſtri ſa ſia la cognizione nelle materie ec
fogli, paſſeremo ſotto ſilenzio molte cleſiaſtiche del P. Saccarelli , e chi
coſe operate dal tante volte lodato nulla ha letto, con leggere o queſto,
M ma 2 o qua
276
o qualunque altro dei precedenti to la prima che è allo ſteſſo tempo la
mi , potrà da ſe ſteſſo reſtarne me meno voluminoſa delle quattro parti
glio convinto, e perſuaſo di quello che trattan del veleno della vipera,
poſſa fare qualunque noſtro iſtorico ſiccome quella in cui ſi agitano ſe non
elogio. le più importanti, almenò le più no
torie quiſtioni ſu di queſto argomen
to ; e limitiamoci noſtro malgrado a
F I R E N Z E . percorrere rapidamente i principali ri
fultati delle numeroſe eſperienze, che
ſi eſpongono nelle altre tre parti. Ab
7'raité ſur le vénin de la vipere biam già detto in principio che ciò
& c. 7'rattato ſopra il veleno della che induſſe principalmente il Sig. Ab.
vipera , i veleni Americani, il lau Fontana a riaſſumere il ſuo lavoro ſi
ro - ceraſo, ed alcuni altri veleni ve fu un'opera che pubblicoſſi, mentre
getabili, a cui ſi aggiungono alcune egli era a Parigi dal Sig. Sage, in .
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura cui non ſolo predicavaſi l'alkali - vo
del corpo animale, differenti eſperien latile fluore come l'unico ſpecifico
ze ſulla riproduzione de nervi , e , contro il morſo della vipera non me
la deſcrizione di un nuovo canale dell' no che contro ogni ſpecie di affiſſia ,
occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſco e quaſi ogni altra forta di male, ma
di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di molte propoſizioni ancora vi ſi ſoſte
Toſcana, e direttore del ſuo gabinet nevano direttamente contrarie a quel
to di ſtoria naturale; opera arricchi le che avea dedotte il Sig. Ab. Fon
ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4. tana da ſuoi eſperimenti . Si eſpon
Art. V. gono adunque nel principio della II.
parte i moltiplici , variati , e tutti
ingegnoſiſſimi eſperimenti tentati dal
Un'opera come queſta la quale o Sig. Ab. Fontana ſopra diverſi uccelli,
contiene più di 6ooo. eſperienze , molti animali a ſangue caldo, e ſo
quaſi ognuna delle quali prefenta qual pra le ranocchie fra gli animali a .
che nuovo fatto, ſe doveſſe eſſere o ſangue freddo, de quali eſperimenti
riferita degnamente, e come noi de raltro non ve ne fu alcuno che pro
ſidereremmo di fare , troppo tempo vaſſe concludentemente la decantata
ci terrebbe occupati, e noi forſe altro efficacia dell'alleali - volatile fluore ,
non otterremmo alla fine ſennonchè e qualcuno per lo contrario ve n'eb
di ſtancare la pazienza di que noſtri be, che potrebbe in alcuni animali
lettori (e queſti compongono forſe º caratterizarlo per nocivo , almeno
il maggior numero ) i quali vorreb quando da eſſi veniva preſo per boc
ber che ſempre ſi parlaſſe di coſe nuo ca. Se ſi diede qualche raro caſo che
ve. Contentiamoci adunque di eſſe ſi ſalvaſſe qualche animale a cui era
re ſtati, forſe più di quel che porta ſtato amminiſtrato il vantato rimedio,
il noſtro iſtituto, diffuſi nel riferire ciò accadeva egualmente ſenza far
uſo
- 277
uſo di eſſo, ed il Sig. Ab. Fontana ſi può ſpiegare molto naturalmente ,
dimoſtra che sì nell'un caſo che nell' perchè il morſo della vipera irritata
altro ciò proveniva o dall' non eſſerſi ſia più pericoloſo di quando non lo è;
il veleno inſinuato dentro dell'ani cioè 1. perchè la vipera più irritata
male, o dall'eſſere ſtato riſpinto fuo affonda maggiormente i ſuoi denti den
ri col ſangue roſſo della ferita, o fi tro dell'animale; 2. perchè ve li ri
nalmente dall'eſſere prive di veleno tiene più lungamente ; 3. perchè più
le due veſcichette della vipera mor vigoroſamente contrae i muſcoli, che
dente, ciò che qualche volta , ben deggiono eſprimere il veleno da ſuoi
chè aſſai di rado accade, ſecondo che ſerbatoi. Delle numeroſe eſperienze
ſe n'è aſſicurato con replicate eſpe tentate dal Sig. Ab. Fontana per iſco
rienze il Sig. Ab. Fontana , o dall' prire i diverſi effetti prodotti dal ve:
eſſere ſolamente ripiene, ciò che ac leno della vipera ſulle diverſe parti
cade un pò più ſpeſſo, di un umor degli animali, ſe la brevità che ci ſiam
bianchiccio , il quale non è ſempre propoſta non cel vietaſſe, volentieri
velenoſo. Sieguono dopo di ciò le , e preferibilmente alle altre riferirem
ricerche fatte dal noſtro inſtancabile mo quelle colle quali ſi dimoſtra che
Autore ſulla differenza che notaſi fra queſto veleno, benchè uccida allor
gli effetti dei morſi ſucceſſivi di una chè s'inſinua perentro i muſcoli, non
medeſima vipera o ſopra il medeſimo uccide però allorchè ſi applica ſem
animale, o ſopra animali diverſi , e plicemente ſopra di eſſi, ſenza inci
ſu quella che incontraſi fra gli effet derne le fibre; ſiccome ancora quel
ti di un certo numero di morſi ſopra le colle quali ſi fa vedere che il mor
di una ſteſſa parte, o ſopra le due o ſo della vipera ſul naſo degli anima
parti ſimili di un medeſimo animale. li non è giammai mortale , benchè
Ci contenteremo a queſto propoſito queſta parte in alcuni animali ſoprat
di accennare ſoltanto che l' eſperien tutto ſia giudicata comunemente così
ze del Sig. Ab. Fontana han renduto ſenſibile che il Mead la preſcelſe per
una verità di fatto che i primi morſi farvi mordere un cane, ed eſperimen
di una medeſima vipera ſono quaſi tare ſopra di eſſa l'efficacia di un .
egualmente pericoloſi, e che una viº certo ſuo rimedio, e dal vedere che
pera più è irritata più grave malat il cane non morì del morſo, ſi cre
tia arreca col ſuo morſo , nel qual dette poi baſtantemente autorizzato a
caſo però gli ultimi morſi ſono meno riguardare quel ſuo rimedio come un
pericoloſi. Nè ſi penſi già per queſto vero ſpecifico; e finalmente accenne
col Sig. Charas, che il veleno della remmo, ſe foſſe in noſtro potere, le
vipera in altro non conſiſta che nella dilicate ed ingegnoſe eſperienze, per
rabbia di queſt'animale. Oltre le eſ. mezzo delle quali ſi è convinto il no
perienze da noi accennate ſin dal pri ſtro Sig. Ab. Fontana, che i tendini
mo articolo, le quali rendono affatto ſono inacceſſibili all'azione mortife
inſoſtenibile una ſiffatta ipoteſi, ſen ra del veleno della vipera, e che ſe
za aver biſogno di ricorrere ad eſſa qualche animale eſſendo morſo dalla
vipera
a78
vipera in un tendine ſi vede morire, zioni delle altre gomme; e finalmen
la ſua morte non dee ripeterſi dall' te venendo meſchiato queſto veleno
azion del veleno, ma o dalla ſemplice così precipitato dallo ſpirito di vino,
denudazione del tendine, la quale baſta e poſcia di ſeccato con una ſufficien
per ſe ſola a privar di vita un animale, te doſe di olio traſparente e limpido
ſiccome ha eſperimentato il Sig. Ab. di vitriolo , queſto ſi tinge in capo
Fontana, oppure dall'eſſere ſtate af a poco tempo di un color vinoſo cu
fette dal veleno alcune fibre muſco po, ſiccome accade appunto alla gom
lari che per entro di alcuni tendini, ma arabica, e a tutte le altre gom
come per eſ. di quello di Achille, ſi me in ſimili circoſtanze. Se ſiamo ſta
trovano frammiſchiate. Sarebbero pa ti brevi nel riferire il contenuto del
rimenti degne di eſſere riferite le ul la II. parte, lo ſaremo anche di più
teriori dilucidazioni che alla fine di per la III. In eſſa da principio ſi eſ
queſta II. parte ſia per mezzo di fi pongono alcune ingegnoſe eſperienze
gure ſia per mezzo di nuove eſperien dirette a determinare la quantità di
ze ſi aggiungono alle coſe già dette veleno neceſſaria ad uccidere un dato
nella I. intorno alla ſecrezione , e animale. Avendo trovato il Sig. Ab.
al ricettacolo del veleno della vipe Fontana che per dar la morte a un
ra, e intorno all'indole e natura ſua. paſſero, il quale peſava un'oncia cir
Ma benchè ſiamo coſtretti a rinuncia ca, baſtava ziº, e di grano di vele
re al prurito che avremmo di accen no, mentre per uccidere un piccion
nare qualcuna di queſte nuove dilu cino , il quale peſava circa ſei volte
cidazioni, non poſſiamo però fare lo di più ſi richiedeva una doſe circa .
ſteſſo del riſultato di alcune nuove º ſei volte maggiore, con molta veri
eſperienze colle quali ſi è convinto ſimiglianza congettura che il veleno
il Sig. Ab. Fontana che il veleno del neceſſario per dar la morte ad un da
la vipera è una vera gomma anima to animale debba eſſere preſſo a poco
le . E' una coſa veramente nuova il proporzionato al ſuo peſo; ſicchè ſtan
ſentir nominare una gomma anima do all'eſperienza citata del paſſero,
le; ma fatto ſtà che tutte le proprie e del piccioncino ſi potrebbe ſtabili
tà caratteriſtiche delle gomme ſono re che per uccidere un uomo, il di
ſtate rinvenute dal Sig. Ab. Fontana cui mezzano peſo è di circa 15o. lib.,
nel veleno della vipera ; poichè que ve ne vogliono almeno 3. grani. Sie
ſto a ſomiglianza di ogni altra gom guono dopo di ciò le eſperienze colle
ma non viene diſciolto nè dallo ſpi quali ſi prova che l'azione del vele
rito di vino, nè dall'olio , ma bensì no non è iſtantanea, e che deſſa non
dall'acqua ; eſſendo poi così tenuto ſi limita ad una malattia locale pro
in diſſoluzione dall'acqua , ſe vi s” dotta nella parte morſicata , ma che
infonde una ſufficiente doſe di ſpirito l'animale muore in conſeguenza di
di vino, precipita al fondo intorbi uno ſconcerto univerſale indotto in
dando ed imbiancando l'acqua, ſic tutta l'economia della ſua macchina,
come ſi oſſerva parimenti nelle ſolu il quale non ſi genera però nell'iſtan
te
º
279
te ſteſſo del morſo, ma circa 15. o zo agli urli e alle più terribili con
2o. ſecondi dopo. Si eſamina in ſe vulſioni ; e che apertine i cadaveri
guito l'azione del veleno della vipe ſi vide manifeſta l'azione del veleno
ra ſul ſangue. Il Mead avendo infu nel ſangue coagulato che oſſervavaſi
ſe cinque o ſei gocce di veleno in ne' due ventricoli e ſpecialmente nel
una mezz'oncia di ſangue appena trat deſtro, nelle due orecchiette, e ne'
to dall'animale , e non oſſervando vaſi venoſi ; nell'acqua ſanguigna ,
provenirne verun cangiamento nè nel che riempiva il pericardio ; ne' pol
colore nè nella conſiſtenza , e non , moni che apparivan come macchiati,
apparire in ſomma veruna differenza ed eſalavano aria da queſte macchie;
fra queſto ſangue ed un'egual quan nel ſangue condenſato, e nero da cui
tità di altro ſangue poſto in un ſimil i medeſimi erano infarciti; negl' in
vaſo per farne il paragone, conchiu teſtini, e ne muſcoli del baſſo ven
ſe da ciò che il veleno della vipera tre, che erano infiammati; nel ſangue
non eſercita veruna azione ſul ſan ſtravaſato e ſciolto che ſi ſcorgeva
gue degli animali morſicati, e fu in nella cellulare &c. Per una più piena
dotto quindi a ſoſtenere che queſta confutazione dell'opinione del Mead,
azione eſercitavaſi ſolamente ſu i ner ed una maggior dilucidazione dell'
vi. Chi diffatti non avrebbe creduto argomento, rimanea ſolo d'indagare
ad un'eſperienza in apparenza sì de ſeparatamente qual foſſe l'azione del
ciſiva ? Non vi credette contuttociò veleno ſu i nervi . Moltiſſime ſono
il Sig. Ab. Fontana , il quale ſa be ſtate l'eſperienze tentate a queſto pro
niſſimo che la natura non vuole eſſe poſito dal Sig. Ab. Fontana, combi
re indovinata , e che ſolo manifeſta nate in tutte le poſſibili guiſe, e fat
i ſuoi ſegreti a chi la va paſſo paſſo, te adoperando tutte le poſſibili pre
e pazientemente conſultando . Trat cauzioni. Il riſultato di tutte è ſtato
tandoſi di ſpiare l'azione del veleno coſtantemente lo ſteſſo , cioè che il
ſul ſangue circolante nelle vene dell' veleno della vipera è tanto innocen
animale, e non già ſul ſangue rac te pe' nervi , quanto lo è l'acqua .
colto in un vaſo, egli volle eſamina pura , e che la morte degli anima
re la quiſtione alla lettera, ed in luo li, ne' nervi de' quali ſiaſi introdotta
go di meſchiare il veleno col ſangue qualche goccia di queſto veleno, pro
raccolto in un vaſo, ſiccome avea , cede unicamente dalla ferita mecca
fatto il Mead, ſi riſolvette ad injettar nica de'nervi, ſiccome lo prova la
lo nelle vene dell'animale. Lungo ſa morte accompagnata da medeſimi ſin
rebbe il ridire le difficoltà che incon tomi che tien dietro alla ſemplice ,
trò , e le cautele che dovette ado ferita de'nervi, ſenza che il veleno
perare nel tentare ſi difficili , e dili vi ſi ſia adoperato. Conchiudaſi adun
cate eſperienze. Ci baſti l'accenna que col Sig. Ab. Fontana che l'azio
re che il coſtante riſultato di queſte ne principale del veleno della vipe
ſue nuove eſperienze sì fu la quaſi ra viene eſercitata ſul ſangue, e che
ſubitanea morte degli animali in mez uno de primari ſuoi effetti ſi è la di
lui
28o -

lui coagulazione. Eppure chi il cre. ſanitate ) philoſophis de ſanitate di.


derìa , ſe l'eſperienze del Sig. Ab. ſputantibus eſt, quaſi limites tranſi
Fontana non lo metteſſero fuor di ogni lierint, imo id potius vitio eſſet dan
dubbio , che queſto medeſimo vele dum , ſi non ſublatis omnino termi
no, il quale eſſendo introdotto nelle nis locum hunc ſibi communem cum
vene dell'animale, gli arreca la mor medicis ducerent in eoque ſuavitatem
te, coagulandone il ſangue , venen cum neceſſitate coniunctam egregio ſtu
do poi meſchiato con una porzione dio conſettarentur. Di queſto paſſo ſi
di ſangue raccolto in un vaſo , ne ſerve come di epigrafe il P. Moran
trattiene per lo contrario, e ne im do delle ſcuole Pie Autore del preſen
pediſce la naturale coagulazione ? Vi te libretto per giuſtificarſi preſſo di
ſarebbe mai forſe nel ſangue circolan quei che vorrebbero forſe fargli un
te nelle vene un principio a noi tut delitto perchè egli coi ſoli lumi della
tora ſconoſciuto, e di tanta attivi filoſofia ſiaſi arriſchiato a parlare di
tà e ſottigliezza fornito, che appena medicina. Del reſto pretende il noſtro
il ſangue ſi trova in contatto dell'aria Autore che queſta ſua elegante ope
libera, veniſſe immantinenti e ſalato, retta debba riguardarſi come una con
e diſſipato ? Frattanto non dobbiam - tinuazione dell'altra intitolata l'uo
tacere che queſta nuova ſcoperta, con mo guidato dalla ragione, della qua.
cui ſi è convinto il Sig. Ab. Fontana, le daſſimo conto a ſuo tempo ; e ,
che la morte degli animali deeſi prin diffatti ſtante la ſtretta, ed intima con
cipalmente ripetere dall'azione eſer neſſione fra il fiſico e il morale dell'
citata dal veleno ſul ſangue, l'ha ob uomo, e l'influſſo del corpo ſullo ſpi
bligato a modificare ciò che avea det rito lo ſtudio della morale ſembra in
to alla ſine della I. parte intorno all' ſeparabile da quello della medicina .
irritabilità diſtrutta, che gli ſi preſen Il metodo ſeguito dall'Autore in que
tava allora come il principal fenome ſta ſeconda operetta è lo ſteſſo che
no che accompagnaſſe la morte degli quello di cui ſerviſſi nella prima: col
animali, e che ora per mezzo delle la ſola guida della ragione , e dell'
nuove eſperienze ſi vede altro non , eſperienza egli fa rinvenire al ſuo let
eſſere che uno de'principali effetti dell' tore le più ſicure regole di conſervar
alterazione prodotta dal veleno ſul la ſalute, ed i più adattati mezzi di
ſangue. (ſarà continuato. D prolungare la vita; illuſtrando poi i
T O R I N O. precetti colle autorità, e cogli eſem
L'arte di viver ſano, e lungamen pj che abbondantemente ſi arrecano
te. Preſſo Reycends 1782. in 8. nelle copioſe ed iſtruttive note, del
AVon intentandum in crimen ( dice le quali l'opera è corredata.
Plutarco nel ſuo Dialogo de tuenda o
Num. XXXVI. 1782. Li 7. Settembre
--

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . vina ſapienza nella grand'opera dell'


umana redenzione, ed i rapporti, che
Compendio della ſtoria ſanta ad uſo hanno fra loro i fatti , ed i miſteri
de fanciulli in Roma preſſo Antonio del vecchio, e nuovo teſtamento (ſen
Fulgoni 1782. in 12. Si vendono dal za la qual nozione non può averſi
libraro Salviucci a piazza di Vene una giuſta idea della noſtra religione)
2ta e potrà eſſere di molto aiuto non ſolo
ai giovanetti, ma anche a tanti al
Se l'iſtruzione della gioventù è un tri non iniziati ne' ſtudi teologici ,
affare della maggior importanza, s'è per ben diſporli ad intendere la ſa
raro il talento di mettere alla porta gra ſcrittura , o che leggano quella
ta di chiunque le coſe meno ſenſibi felicemente tradotta dall'eruditiſſimo
li , e ſe la ſteſſa picciola mole può Monſignor Martini Arciveſcovo di Fi
rilevare talvolta il merito di un li renze, o che ne aſcoltino da'pulpi
bro , non dee ometterſi una onore ti, e dalle cattedre l'eſpoſizione. Più
vol menzione del compendio ſovrac pregievole ſi rende ancora queſto li
cennato. Lo ſcopo del ſuo Autore , bretto , perchè entra in un piano ,
è di agevolare ai fanciulli col mezzo di cui ben ſi comprende, che l'Au
della ſtoria ſanta l'intelligenza della no tore ha concepita tutta l'idea , e che
ſtra S. Religione. Ma come la ſtoria C come ne ſiamo ragguagliati) aven
ſuddetta ſuppone la cognizione dell'eſ: dolo egli bene ſpiegato in un ſuo bre
ſere ſupremo, creatore e regolatore ve, e ſugoſo trattato, non ſiamo i ſo
dell'univerſo , così l'Autore indica li a deſiderarne la ſtampa , giacchè
in un diſcorſo preliminare ai giovani tra i filoſofi, che hanno ſcritto ſullº
maeſtri , ſu quali tracce poſſano ſol argomento dell'educazione, pochiſ
levare i loro allievi all'acquiſto del ſimi, e forſe neſſuno, ſembra aver
la medeſima. Sembraci però ſtimabi lo trattato con ſufficiente eſtenſione,
le queſta operetta; poichè rappreſen ed aver avute tutte quelle mire, che
tandoſi in eſſa compendioſamente, e pur ſono indiſpenſabili a chi ſi pro
da comprenderſi ad un colpo d'oc pone di formare ſpecialmente la gio
chio, come in un quadro, l'econo ventù cattolica . - - - -- -

mia , ed ordine ammirabile della di


N n. PERU
282
. P E RU G 1 A. - ſtro benemerito Sig. Annibale Mariot
ti, ſebbene ſi celi il nome, riconoſciu
Johannis Antonii Campani de di toſi dal ſuo galante ſtile, incomin
gnitate matrimonii; Al nobile Signor cio la ſua fortuna ſotto gli auſpici
Conte Aleſſandro Baglioni Patrizio Pe della caſa Baglioni, per il favore del
ragino per le ſue nozze con la nobile la quale fu eletto nel 1455. pubbli
Signora Conteſſa Caterina Oddi Pa co profeſſore di eloquenza nell'uni
trizia Perugina . In Perugia 1782. verſità di Perugia. Fu contemporanea
preſſo Mario Riginaldi in 8. mente noto ai primi letterati di quel
tempo, e cariſſimo al Pontefice Siſto
Se tutti quelli, che vogliono da IV. ſtato anch'eſſo lettore contempo
re un atteſtato di ſtima, di riſpetto , raneo del Campano nell'univerſità
o di amicizia all'occaſione di nozze quando era religioſo minore, e che di -
verſo ſpoſi novelli , penſato aveſſero benefizi,e grazie ricolmollo aſſunto che
come il Sig. Carlo Baduel libraio in fu al pontificato. E pertanto queſto un
Perugia, non ſi vedrebbero oggidì tan opuſcolo molto intereſſante non ſolo
te inſulſe raccolte nuziali, che pie per gli eruditi Perugini, ma per chiun
ne ſono di auguri, di bugie, di eroi , que amatore delle lettere , giacchè
ridottiſi oggi dì a fi buon mercato, e il Campano è notiſſimo per tante ope
in tanta gran doſe . Il Sig. Baduel ha re, orazioni, e trattati da lui ſcrit
penſato meglio, e più ſanamente de ti, e ammirati. Non meritavano mi
gli altri. Ha ridonato al pubblico un nore attenzione riſpettoſa dal Sig. Ba
intereſſante opuſcolo del notiſſimo let duel i due ſignori ſpoſi non ſolo per
terato Gio Campano ſulla dignità del la loro naſcita diſtinta, la quale è un
matrimonio ; opuſcolo ſcritto in idio pregio di puro accidente, ma quello
ma aureamente latino, pieno di buo che è più per i loro meriti perſonali
ne maſſime , ed utili per i coniuga di corteſia, di gentilezza, e di cul
ti, e abbondante pure di notizie di tura di educazione, per cui ſiccome
ſtoria così ſacra, che profana ; onde ſi ſono reſi amabili a chiunque li co
ſi rende bene utile, e ſiamo ben ob noſce, e li tratta, così pure ſi ſpera,
bligati all'editore, il quale con que che tali ſempre ſi manterranno, e o
ſto ſuo giudizioſo fine ha faputo ren conſerveranno. L'eſtenſore del preſen
dere alla repubblica delle lettere un te articolo, amico degli ſpoſi, e lo
opuſcolo, di cui molti non conoſce ro eſtimatore, ama appunto perchè in
vano forſe il pregio; e ha parimen cognito, di render loro queſta pubbli
te fatto ſpiccare il fuoriſpetto verſo ca giuſtizia con più piacere, che ſe
gli ſpoſi illuſtri, degni della più ve il Sig. Baduel lo aveſſe pregato a com
fa , e grande ſtima . ll Campano , porre per le loro nozze un qualche
come ſi rileva dalla vita, che prece poetico componimento . Per fine il
de l'opuſcolo, ſcritta al ſuo ſolito libretto è bene ſtampato , in ottima
eruditamente, e grazioſamente dal no carta , e correttiſſimo, coſa rara, e
chi
i i a -
28 ;
chi amaſſe provederſene, il Sig. Ba male, e delle virtù e qualità de'cor
duel in Perugia ne avrà probabilmen pi. Non potendo adunque il razioci
te. Evviva lui, che almeno è uno nio condurre alla ſcoperta di queſto
di quei mercanti libraj, che penſa a rimedio, rimanea ſolo al Sig. Abate
qualche coſa più che a ſtare alla ban Fontana d'inſiſtere ſulla via già pre
ca a vendere più , o meno un libro. ſa dell'eſperienza, ſottomettendole i
rimedi che ſonoſi ſino ai noſtri gior
a F I R E N Z E. ni decantati come i più efficaci, ed
t
altri ancora da lui ideati e nuovi .
7'raité ſur le vénin de la vipere Già abbiam veduto quanto poco reg
ci c. 7'rattato ſopra il veleno della e geſſe a queſt'imparziale eſame l'al
vipera, i veleni Americani, il lau Rali volatile preſcritto la prima vol
ro- ceraſo, ed alcuni altri veleni ve ta dal Sig. Juſſieu , e rimeſſo poi in
getabili, a cui ſi aggiungono alcune ſcena con molto maggior pompa dal
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura Sig. Sage ſul falſo fondamento della
del corpo animale, differenti eſperien preteſa acidità del veleno, e quello
ze ſulla riproduzione de'nervi , e e di alcune equivoche cure, riuſcite a
la deſcrizione di un nuovo canale dell' ſolamente, perchè il veleno della vi
occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſico pera non uccide ſempre . Nuove eſ
di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di ſperienze ſi aggiungono nel principio
Toſcana, e direttore del ſuo gabinet della III. parte per dimoſtrar ſempre
to di ſtoria naturale; opera arricchi più l'inefficacia di queſto preteſo ri
ta di molti rami 178 1. vol. 2. in 4 medio applicato eſternamente, facen
Art. VI. doſi vedere, che quando anche il ve
leno della vipera foſſe veramente di
- Dopo tante eſperienze iſtituite ad -
acida natura, e che l'all ali volati
oggetto di meglio conoſcere la qua le foſſe capace di ſaturarne l'acidità,
lità , e l'indole del veleno della vi non potrebbe però queſto applicato
pera , potea forſe ſembrar facile il eſternamente penetrare attraverſo la
ritrovamento di un rimedio, che, ſic pelle fino ai muſcoli ed al ſito, ove
come abbiam detto, era il principa il veleno ſi è inſinuato per meſcolarſi
le ſcopo, a cui s'indirizzavano dal con eſſo, e neutralizzarlo . A queſte
Sig. Ab. Fontana queſte ſue eſperien. eſperienze altre ne tengon dietro di
ze. Così comunemente ſi ragiona dal animali morti del veleno della vipe
volgo de fiſici, ma la faccenda per ra, benchè ſi foſſe in eſſi fatto pene
lo più va aſſai altrimente . Quando trare l'all ali volatile per mezzo di
anche noi conoſceſſimo perfettamente larghe e profonde inciſioni fatte nel
la natura di queſto veleno, potrem luogo del morſo; ed altre, che dovran
mo ciò non oſtante ignorarne ancora no a creder noſtro averſi per peren
lungamente il rimedio, per l'ignoran torie contro la preteſa efficacia dell'
za in cui ſiamo del meccaniſmo ani alkali volatile, nelle quali ſi veggon
º - a Il 2 mori
284
morire alcuni animali per efferſi in Fontana; ma benchè non poſſa con
eſſi introdotte poche gocce di una . dannarlo come affatto inutile , non
miſcela fatta di poco veleno di vi vi trovò però un reale , e coſtante
pera e di una molto maggior doſe di giovamento . Ugualmente infruttuo
alkali volatile, come appunto fareb ſe , e forſe anche nocive furono da
ber morti per un'egual doſe di vele lui trovate le ſcarificazioni ; egual
no ſchietto. Il Sig. Ab. Fontana ha mente inutile il fuoco dato ſulla par
eſperimentata egualmente mortifera , te morſicata . Sono ſtati vantati da
la miſcela del veleno della vipera con medici di gran nome come rimedi
moltiſſime altre ſoſtanze, con ſali di preſſochè ſpecifici la teriaca , ed il
ogni natura, con olj &c. Egualmen graſſo della vipera ſteſſa. Il ſecondo
te inutili ha trovate queſte ſoſtanze di queſti rimedi fu quello con cui il
applicate come rimedj ſulla parte af Mead credette di aver ſcampato da
fetta, ed anche introdotte internamen morte un cane morſicato nel naſo -
te per via di profonde inciſioni. Egli Abbiam già veduto nell'articolo pre
crede però di doverne in parte ec cedente che il cane ſalvoſſi ſolo, per
cettuare gli olj, ne' quali, e princi chè quel morſo creduto dal Mead co
palmente in quello di trementina ha sì pericoloſo era di ſua natura inno
ofſervato qualche real giovamento . centiſſimo; e diffatti indarno avrebbe
La maniera più vantaggioſa di farne aſpettato la ſua guarigione dal graſ
uſo ſi è di tuffare nell'olio ben caldo ſo della vipera , il quale inſieme col
la parte affetta ; e così diffatti il Sig. la teriaca non ſi è ſoſtenuto al cimen
A b. Fontana ha ottenuto la guarigio to dell'eſperienza . Rimedi pure che
ne di alcuni animali a coſto di qual hanno avuto i loro panegiriſti , ma
che efcoriazione, ed anche di qual che hanno avuto lo ſteſſo infelice eſi
che ſtorpiatura. Giovevole è ancora - to nelle mani del Sig. Ab. Fontana ſo
l'immerſione nella ſemplice acqua cal no ſtate l'applicazione delle ſangui
da. Il tartaro emetico preſo per boc fughe ſulla parte morficata , e la .
ca non è certamente uno ſpecifico , fuzione della medeſima parte . Non
ma neppure vuol dichiararſi affatto è però lo ſteſſo dell'amputazione di
inutile, avendo con eſſo il Sig. Ab. eſſa, quando eſſa è praticabile, e
Fontana ſalvato da morte molti gatti, quando ſi faccia a tempo, cioè pri
e molti cani. La china - china, eſſen ma che il veleno, la di cui azione,
do un si energico anti - fettico, e ua ficcome abbiam veduto nell'artic. pre
sì valido rimedio contro la gangre cedente, non è nè iſtantanea nè li
na , era ancor eſſa un rimedio ſuffi mitata alla parte morſicata, ſiaſi in
cientemente indicato contro il vele ternamente comunicato, nel qual ca
no della vipera, il quale produce in ſo l'amputazione della parte non fa
breve tempo una vera gangrena lo che accreſcere il male, ed accelerare
cale nella parte morſicata. Provollo la morte . Queſto rimedio indiconne
adunque in tutti i modi il Sig. Abate al Sig. Ab. Fontana un altro meno do
loroſo
285
loroſo e crudele, e molto più facile Baſterebbe queſto ſolo per rendere a
ed univerſale . Si è veduto di ſopra ſoſpetta la ricetta conſiſtente nell'uſo
che la malattia del veleno ſi comu contemporaneo della teriaca , delle
nica per la via del ſangue , che in ſcarificazioni, e delle legature, la qua
queſt'affare neſſuna parte vi ha il ner le viene predicata dal Kempfer come
vo; e che le ferite ſuperficiali della ſicura ed immancabile, quando anche
pelle benchè velenoſe, non ſono pes non vi foſſero le eſperienze dirette ,
rò di veruna conſeguenza: ciò che pro del Sig. Ab. Fontana, che ne dimo
vava che il veleno non comunicaſi ſtrano l'inſufficienza. Alcune di que
per i vaſi minimi, ma ſolo per i più ſte eſperienze ſi trovano ragiſtrate in
grandi. Doveaſi dunque naturalmen un'atpendice , che viene in ſeguito
te ſoſpettare che ad impedire la mor della IV. parte. In queſta medeſima
te di un animale di freſco morſicato appendice ſi eſamina ancora un nuovo
dalla vipera, doveſſe baſtare di ſoſpen ſpecifico pubblicato dal Sig. Ab. 7'ec
dere la circolazione del ſangue per i meyer nella raccolta di opuſcoli ſcelti
vaſi maggiori con una legatura, fatta di Milano, e ſu di cui menoſſi pochi
al di ſopra della parte morſicata . L' anni ſono gran rumore in Italia, ed
evento corriſpoſe pienamente all'aſpet anche oltremonti. Queſto rimedio al
tazione . Colla ſemplice legatura di tro non è che il corno di cervo im
un naſtro di ſeta fatta in tempo, ben perfettamente calcinato, il quale, ſe
chè deſſa non eſercitaſſe che una leg condo il Sig. Ab. Tecmeyer , appli
geriſſima preſſione ſulla parte, ſalvò cato ſulla parte affetta vi ſi attacca
il Sig. Ab. Fontana moltiſſimi piccion tenacemente, per aſſorbirne tutto il
cini , e porcellini d'India , ſopra i veleno , anche io. , e 12. ore dopo
quali praticola ; e quantunque la ma il morſo, allorchè l'animale è già tut
lattia locale ſi manifeſtaſſe tanto mag to enfiato, e che appariſcono i più
giore del ſolito, quanto era più ſtret forti ſintomi , e i più certi di una .
ta la legatura, e più lungamente ri proſſima morte. Il Sig. Ab, Tecmeyer
maneva applicata ſulla parte , pure » ſoggiugne di eſſerſi convinto che al
l'animale colle forze della natura in tro non ſia la così vantata pietra di
poco tempo la ſuperava ; e ſciolta . cobra , ſcreditata ſolo dal Redi, per
ch'era la legatura dopo il debito tem chè non l' ebbe ſennonchè falſificata ;
po, il veleno, ſecondo la comune ma e tale è la buona opinione che ha
niera di agire di tutti quaſi gli altri di queſta maraviglioſa pietra, ch'egli
corpi, avendo sfogata la ſua rabbia la trova egualmente efficace contro
ſulla parte, non avea più veruna pof. il morſo de'cani arrabbiati, e perſino
ſanza d'introdurſi nel ſangue . Se tut contro il morſo delle tigri. Ma alcu
ti queſti rimedi non ſono infallibili ne poche guarigioni di uomini, o di
ſeparatamente adoperati, non è gran animali di maggior mole , alle quali
fatto preſumibile che debbano dive ſolamente ſi appoggiavano i prodigi,
-
nir tali venendo praticati unitamente. ſche ſi raccontavano di queſta pietra,
IlO Il
-

286
non erano fette per imporre al Sig. ſulla parte ſcarificata. Il rimedio par
Ab. Fontana , il quale avea già im. ſicuro , purchè giunga in tempo; e
parato da ſuoi eſperimenti, che ſecon manca ſolo di verificarne l'efficacia
do la maggiore o minor mole di un ne più grandi animali, e di ſtudiare
animale ſi richiede una maggiore o più diligentemente, e minutamente a
minor doſe di veleno per dargli la , la maniera di farne uſo . Moltiſſime
morte. Il ſolo mezzo ſicuro di deci ſono l'eſperienze che ſi riferiſcono
dere intorno l'utilità e l'efficacia di nel ſupplemento, il quale sì incontra
un rimedio ſi è quello di confronta alla fine del II. vol. , di piccoli uc
re l'eſperienze fatte ſopra un gran celli , di piccioni , e di conigli ,
numero di animali della medeſima ſpe che furono ſalvati coll'uſo appropria
cie, e groſſezza, che abbian ricevu to di queſto rimedio , tranne alcuni
to il veleno nel medeſimo modo , e pochi, ai quali fu forſe applicato trop
ad alcuni de'quali ſi amminiſtri il pre po tardi , o non bene ; mentre ani
teſo rimedio, e ad altri nò. A que mali conſimili ed avvelenati nel me
ſto confronto non ha potuto però reg deſimo modo incontravan tutti la ,
gere la pietra del Sig. Ab. Tecmeyer; morte . Non è però queſto l'unico
poichè ha coſtantemente oſſervato il frutto , che in prò dell'umanità ha
Sig. Ab. Fontana che e piccioncini, riportato il Sig. Ab. Fontana da'ſuoi
e conigli e porcellini d'India trovan innumerabili , e penoſi eſperimenti -
doſi nelle medeſime circoſtanze rela Abbiam già accennato nell'art. preced.
tivamente al veleno, morivano egual le belle eſperienze che han dimoſtra
mente e preſſo a poco nel medeſimo to al Sig. Ab. Fontana, che non ogni
tempo e co medeſimi ſintomi , ſia . doſe di veleno è ſufficiente per dar la
che foſſero ſtati toccati da quell'in morte ad un animale, dovendo eſſer
cantata pietra, ſia che foſſero laſcia queſta proporzionata alla ſua mole .
ti in preda a loro ſteſſi. Ma ſe s'ingan Ln ſemplice morſo di vipera, da cui
narono, e furono deluſi nelle loro ſpe ſia uſcita la conſueta quantità di ve
ranze tutti i fiſici che precedettero il leno , arreca ſicuramente la morte ad
Sig. Ab. Fontana , perchè ſi conten un piccolo uccello, o ad un piccion
tarono di poche, ed equivoche eſpe cino, mentre un animale un poco più
rienze, ſembrava poi giuſto che il no groſſo, per eſ. una gallina o ne ſcam
ſtro inſtancabile ed ingegnoſiſſimo Au pa, o almeno muore molto più tar
tore, che con tanta pazienza e ſotti di. Similmente fra i quadrupedi i pic
gliezza avea conſultato la natura, coli conigli, e i piccoli porcellini d'
ne riceveſſe finalmente la riſpoſta tan India, eſſendo ben morſicati, muo
to in vano deſiderata. Egli la rice jono ſempre , mentre fra i grandi ſe ne
vette diffatti, e gli riuſcì finalmente ſalvano molti. Un cagnolino, benchè
di ritrovare il vero e forſe l'unico ſpe morſicato da una ſola vipera, ed una
cifico contro il veleno della vipera - ſola volta, morrà molto facilmente;
nella pietra da far cauteri applicata mentre un cane di mezzana groſſez
Za 3
za, ſenza prender verun rimedio , all'iſtancabile Sig.Ab.Fontana, quan
reſiſterà anche a più morſi . Fra le do anche altro vantaggio non ci aveſ
molte ſperienze fatte a queſto propo ſe arrecato colle ſue eſperienze ſe a
fito dal Sig. Ab. Fontana, vi è quella non che quello di averci tolta, o al
di un groſſo cane del peſo di circa . meno grandemente ſcemata queſta pau
6o. libre a cui tre vipere, e cinque ra, dimoſtrandoci che qualunque ſia
de' loro morſi non furono capaci di la malattia prodotta dal morſo , an
dare la morte. Fuori dunque del ca che ſenza l'uſo di verun rimedio ,
ſo rariſſimo, e quaſi impoſſibile che non ſi debba mai diſperar della vita.
un uomo venga morſicato da più vi ( ſarà continuato. D -

pere, o più volte dalla vipera ſteſſa,


ſi crede autorizzato il Sig. Ab. Fon
tana da queſte ſue eſperienze, e dall' A V I G N O N E.
analogia che in queſto caſo par trop
po ben fondata, a poter francamen
te aſſerire che il morſo della vipera Deſcription de l'isle de la famaique
non è mortale per l'uomo . Egli ſi & c. Deſcrizione dell'iſola della Giam
conferma vienmaggiormente in que maica, e del differenti oggetti degni
ſta ſua già sì ben fondata opinione di oſſervazione che vi s'incontrano ;
dal vedere tante guarigioni , quan tradotta dall'ingleſe dal Sig. Pinge
te ſe ne vantano ne' libri , e quante ron , capitano d'artiglieria ed inge
più ſe ne fanno ai campi fra i con gnere al ſervizio di Polonia , e ſegre
tadini , operate con metodi tutti di tario del Muſeo di Parigi . Preſſo
verſi l'uno dall' altro , qualche º Giacomo Garrigan 1782. in 12.
volta fra loro oppoſti , e qualche
volta ancora aſſai capriccioſi . A
queſt'innocenza del veleno della vi Le circoſtanze della preſente guer
pera per l'uomo, che ne abbia ri ra facendo che l'Europa intiera abbia
cevuto un ſol morſo , deggiono cer ora i ſuoi occhi rivolti ſul deſtino
tamente la loro voga la teriaca , l'al della Giammacia, ricca poſſeſſione º
kali volatile del Sig. Sage , il corno della G. Brettagna nelle Indie occiden
di cervo calcinato del Sig. Tecmeyer tali, è da preſumerſi , che il preſen
&c. Nè ſi opponga al Sig. Ab. Fonta te libretto in cui ſi danno le più eſat
na la morte avverata di alcuni mor te nozioni intorno alle produzioni, e
ſicati da una ſola vipera , la quale agli altri vantaggi di queſta celebre
può eſſer beniſſimo ſtata originata , iſola, ſarà per eſſer ricevuto dal pub
e dai rimedi violenti che in queſti blico con ſingolar gradimento. Il fon
caſi di coſternazione ſi adoperano, e do di eſſo è principalmente tratto da
dalla energia ſteſſa della paura, che un articolo inſerito nel foglio perio
percuote i morſicati. Grandiſſima ob dico ingleſe intitolato univerſal ma
bligazione adunque dovremmo avere gazine del meſe di aprile del “7";
O Il
283 -

ond'è da ſupporſi che le notizie che za di ſtomaco e di viſcere ; queſta :


vi ſi danno vengano da buon fonte. debolezza almeno è uno de' più ſen
Perchè anche i noſtri lettori poſſano ſibili ſegni della loro invaſione . Ora
giudicarne e profittarne, noi n'eſtrar queſte parti ſono tutte riveſtite di ner
remo forſe qualche articolo per la . vi , e per conſeguenza ſommamente
noſtra antologia, irritabili ; ed il peſo o la reſiſtenza ,
degli alimenti , la loro acrimonia ,
la depravata natura de ſughi gaſtrici,
L O N D R A . tutti infine gli effetti di una viziata ,
digeſtione , poſſono operare quell'ir
ritamento. Laſceremo che ſi leggano
An enquiry into the nature di c. nell'opera ſteſſa le oſſervazioni dell'
Ricerche ſulla natura, le cauſe e la Autore ſu i metodi curativi adopera
cura delle malattie de nervi del Sig. ti ſinora nelle malattie de'nervi ; al
Aleſſandro Thomſon. Preſſo Murray cune ve ne ſono di aſſai curioſe, e
1781. in 8. le critiche che ſe ne fanno ſono tute
te fondate ſull'eſperienza . Quindi
L'Autore di queſt'opera, dopo di naturalmente il Sig.Thomſon paſſa all'
averci data una breve deſcrizione » eſpoſizione del ſuo metodo particola
de'nervi , ed eſpoſti i diverſi ſinto re fondato egualmente ſulla teoria ,
mi delle loro morbifiche aſſezioni , ne che ſulla pratica, e che ſi diverſifi
rifonde le cagioni nell'intemperanza, ca ſecondo le cauſe, e i ſintomi del
e ne' differenti rami del luſſo de'no male. I ſoli medici di profeſſione poſ.
ſtri giorni. Egli conferma la ſua opi ſono eſſere i giudici competenti del
nione con diverſe oſſervazioni, che merito delle ricerche del Sig. Thom
ſembrano avere il maggior peſo. La ſon, e noi poſſiamo ſolamente aſſeri
maggior parte, dic'egli, delle malat re che deſſe ci ſembrano degne di tut
tle nervine ſi annunciano primiera ta la loro attenzione.
mente con una ſtraordinaria debolez

e se Soa ae o AAea, ºsene a Nºv, asenesen e Senese» ºrgº Nºn AAeneas easeoasſes,

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno,
Num. XXXVII. 1782. Li 14 Settembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . del pubblico vantaggio , a cui non


può rinunciare, potrà impiegarſi in ope
Synopſis de locis theologicis in qua re di molto maggiore onore per Ro
e5 agitur de regulis critices, deque ma, di cui è figlio , e del collegio
catholica religionis utilitate. Autore di Propaganda fide in cui è profeſ
ºfoanne Carolo Bonomi Romano pre ſore. -

sbytero, in collegio 2 rbano de Pro


paganda Fide Dogmatica 7'heologia B O L O G N A .
profeſſore. Apud Antonium Fulgo
mium 178 I. in 8. Si vende da Fran Orazione di Monſignor Floriano
ceſco Buzzetti librajo a piè di Marmo. Malvezzi Primicerio della Metropo
litana di Bologna, e accademico dell'
inſtituto delle ſcienze in morte di Pier
Si avrebbe torto di cercare gli ul franceſco Peggi Canonico della collegia
timi colpi di lima in queſt'operetta ta di S. Petronio, inſigne maeſtro di Filo
teologica, che l'Autore medeſimo con ſofia nella univerſità , Dottor colle
feſſa di aver meſſa giù frettoloſamen giato onorario, e accademico Benedet
te nel breve ſpazio di due meſi , e tino, pubblicata da ſuoi ſcolari. Nell'
più per ſervir di guida alle pubbli inſtituto delle ſcienze 1782. in 4.
che teſi da ſoſtenerſi in breve da uno
de' ſuoi diſcepoli , che per farſi au Un elogio emortuale , che viene,
tore di un libro. Ma ſi avrebbe tor tributato alla memoria di un filoſofo
to egualmente di non accordare al Sig. dalla riconoſcente ſtima di un ſuo
Ab. Bonomi quella doſe di lode ch' condiſcepolo, non può certamente o
egli ſi è meritato per la ſcelta ch'egli eſſer ſoſpetto di adulazione. Diffatti
ha ſaputo fare delle materie , e per queſt'orazione di Monſignor Malvez
la maeſtria, con cui le ha maneggia zi in morte del Sig. Canonico Peggi
te. Noi ſiam ſicuri, che s'egli vorrà ſuo precettore, ed inſigne profeſſore
dipartirſi alcun poco da quella non di filoſofia nell'univerſità di Bologna
curanza di gloria, da cui ſi moſtra , ſpira da capo a fondo la più pura e
animato , o ſe alla paſſion della glo nobile verità , e niente ſi riſente di
ria , vorrà egli ſoſtituire l'amor quel lambiccato e di quel giganteſco,
Oo a cui,
29o
a cui, per mancanza di materia, ſi fecondi, ed illuſtri gli effetti, che ſom
ricorre ſovente in ſiffatte occaſioni . miniſtrano appunto il terzo capo di
Non le mancano gli oratori orna lodi al noſtro dotto panegiriſta. Oltre
menti, ma queſti vi appariſcono tali il grandiſſimo numero di diſcepoli che
quali ſi denominano , cioè non per riuſcirono poi chiari in ogni genere
ingombrare tutto il corpo del diſcor di letteratura, o ſi diſtinſero ne' più
ſo , e formarne l'intiera teſſitura , difficili impieghi, ſi vuole ancora ri
ma ſolo per abbellirne la materia , cordare fra queſti illuſtri effetti la co
e metterla in maggior lume . Si lo pia, e la qualità ragguardevole degli
da adunque primieramente il filoſofo eſtimatori ed amici , che ſi conciliò
dalla nobiltà del fine ch'egli ſi pro il defunto filoſofo , e fra eſſi vuolſi
poſe dandoſi ad inſegnare la Dialet notare ſingolarmente il ſommo Ponte
tica e la Metafiſica , e rinunciando fica Benedetto XIV. , che con ami
volontieri a quella fama , che un . chevole confidenza trattollo ſino alla
ingegno come il ſuo avrebbe potuto fine de' ſuoi glorioſi giorni, ſcriven
facilmente acquiſtarſi applicandoſi ad dogli continuamente affettuoſiſſime let
altre ſcienze , che ſono ora più in tere , e conſultandolo in più gravi
voga, ed inſieme di più facile acceſ affari ; ſenza però che la grazia di
ſo, ſolo perchè egli vide la ſuperio tanto Pontefice alteraſſe punto la mo
re importanza di quelle due , cioè deſtia del filoſofo, o che queſti pre
dell'arte di penſare e diſcorrere ret giaſſe un ſi glorioſo commercio per
tamente , e di quell'ardua ſcienza , vanità, o lo coltivaſſe per intereſſe.
di coſe immateriali ed aſtratte , che Ed ecco preſſo a poco l'orditura di
sì acconciamente fu chiamata da Ari queſta grave, filoſofica, ed inſieme »
ſtotele filoſofia prima. S'incaſtra mol eloquente ed elegante orazione , la
to naturalmente in queſto luogo dal quale ſarà certamente monumentum
dotto panegiriſta un aſſai bello, e º aere perennius per il lodato, e per il
filoſofico ſquarcio ſul vero oggetto lodatore.
di queſte due ſcienze , e ſulla maſ
ſima utilità , anzi neceſſità di eſſe »
nell'acquiſto di tutte le altre. Loda N A P o L I.
to il fine del ſuo eroe, paſſa il no
ſtro panegiriſta a lodare i mezzi de'
quali egli ſi valſe per ottenerlo; cioè Carte corografiche, e memorie ri
la nativa acutezza e agilità del ſuo guardanti le pietre, le miniere, e i
ingegno, la di lui eſtemporanea, li foſſili per ſervire alla ſtoria naturale
bera ed indeficiente eloquenza, l'in delle provincie del Patrimonio, Sabi
defeſſa di lui applicazione, la ſomma ma , Lazio, Marittima, Campagna ,
di lui ritiratezza anche dai più inno e dell'agro Romano abbozzate e rac
centi divertimenti &c. A ſi nobili fi colte del prefetto degli ſtudi del real
ni, e a ſi potenti mezzi per ottener collegio Fernandiano alla Vunzia
li non poteano ſe non corriſpondere tella. Per Vincenzo Flauto Regio im
preſº
29 I
preſſore 1782. in 4. Si vendono da'Sig. nifeſto del di lui avverſario quanto
Bouchard, e Gravier librari al cor ſia mal fondato il mal umore da que
ſo preſſo la chieſa di S. Marcello. ſti concepito contro di quelle lodi ,
allorchè vi leggeranno che fra queſte
quella che l'ha più ferito ſi è il ti
Nulla abbiamo ora da aggiugnere tolo di chiariſſimo col quale egli pre
al proſpetto ch'eſibimmo di queſt'ope tende che ſia ſtato da noi condecora
ra, e alle giuſte e meritate lodi che to il P.Cermelli, quantunque noi non
ne femmo al num. XLIII. del proſſi ce lo ſiam mai ſognato, e l'abbiam
mo paſſato corſo della noſtra Antolo ſolo chiamato col modeſto titolo di
gìa . La natura dell'opera , e le ri dotto. Egli è vero peraltro che noi
ſtrettezze de' noſtri fogli ci vietano avremmo molto minor rimorſo di aver
egualmente di darne un più minuto dato al P. Cermelli il titolo di chia
conto. Oltre di che non vorremmo riſſimo di quello crediamo debba aver
coi noſtri nuovi elogi indiſporre mag ne il ſuo troppo acre avverſario per
giormente e contro dell'Autore e o i gentiliſſimi ed urbaniſſimi titoli, che
contro di noi un certo poco garbato gli regala di uomo ſenza criterio,
avverſario, il quale, ſecondo ch'egli ſenza fondo di cognizioni, franco ad
ſteſſo dice in un manifeſto da lui pub imporre, non curante il giudizio del
blicato, ſi è moſſo principalmente a ubblico, e perciò immeritevole di qua-,
ſcrivere contro il P. Cermelli , per lunque lode. Noi lo conſigliamo adun
chè reſtino i leggitori delle Efemeridi que per onor ſuo a voler moſtrarſi
Romane diſingannati, delle per altro più ponderato nel criticare il P. Cer
moderatiſſime lodi , che gli ſono ſta melli di quello ſia ſtato nel cenſurar
te date nella noſtra Antologìa. Noi noi per le lodi che gli abbiam dato;
gli perdoniamo volontieri la lunga e noi crediamo tanto maggiormente
diceria ch'egli fa in principio, ſolo aver egli biſogno di queſto ricordo,
per farne poi a noi l'applicazione , quanto che nel manifeſto medeſimo ap
ſu i poco lodevoli ed oneſti motivi pena ha voluto egli cominciare a par
di ſpirito di partito , d'ignoranza - ticolarizzare ſopra due o tre di que”
delle materie, di buoni regali ricevu tanti errori madornali , de quali va
ti, ed altri tali, che ſogliono muo egli incolpando il P. Cermelli, ch'ei
vere per lo più gli eſtenſori de'fogli lo tratta come ha trattato noi, poi
letterari a lodare le opere che han , chè gl'imputa di aver omeſſa nelle
per le mani . La noſtra riputazione ſue carte corografiche la meridiana,
non dipende certamente da ciò ch' quantunque queſta chiaramente oſſ. r
egli può di noi penſare e dire , e i viſi in tutte quattro. Ma queſto è un
noſtri leggitori poſſono oramai vede - dettato di malnata gara domeſtica ,
re per ſe ſteſſi nell'opera del P. Cer di cui dovrà il dotto noſtro Autore ,
melli il fondamento delle lodi , colle più riderſi, che occuparſi , ſicuro ,
quali l'abbiamo annunciata. Potran come egli eſſer deve , del ſuffragio
no poi eſſi vedere egualmente nel ma degl'intelligenti naturaliſti.
O o 2 FIREN
F I R E N Z E. me , la quale ne fa uſo . Appena
avutolo egli potè ſmentire la comu
7'raité ſur le vénin de la vipere ne credenza appoggiata anche dall'
e c. 7'rattato ſºpra il veleno della , autorità di gravi ſcrittori , che il ſem
vipera, i veleni Americani, il lau. plice odore di queſto veleno, poſſa ar
ro ceraſo, ed alcuni altri veleni ve recar graviſſimi mali , e perſino la
getabili, a cui ſi aggiungono alcune morte. Diſtaccandone molti pezzi dal
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura le pareti del vaſo con un paio di ce
del corpo animale, differenti eſperien ſoje , affinchè più forte n'eſalaſſe l'
ze ſulla riproduzione de'nervi , e , odore, egli v'immerſe impunemente
la deſcrizione di un nuovo canale dell' più volte un piccione, ed incorag
ecchio; del Sig. Felice Fontana Fiſico giato dal buon eſito dell' eſperienza,
di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di egli ſteſſo v'intruſe il naſo, ſenza .
7'oſcana, e direttore del ſuo gabinet perciò riſentirne alcun male . Pare
to di ſtoria naturale; opera arricchi che ſi dia anche per maggiormente
ta di molti rami 178 I. vol. 2. in 4. venefico, e micidiale il fumo che ſi
Art. VII. ſolleva da queſto veleno, il quale ſi
faccia bruciare ſu i carboni arden
Dopo di avere ſcoperte tante nuo ti ; ma il timore è egualmente mal
ve , e rilevanti verità ſopra di un . fondato, poichè il Sig. Ab. Fontana
veleno animale, qual è quello della vi l'ha fatto impunemente reſpirare ad
pera, era troppo natural coſa che ve - un piccione , e l'ha reſpirato poi
niſſe voglia al Sig. Abate Fontana di egli medeſimo più volte , ſenza ri
eſtendere le ſue ricerche ſopra qual portarne alcun danno. Si è fatto dun
cuno de più attivi veleni del regno que ingannare il Sig. de la Condami
vegetabile , per notarne le differen ne , allorchè ſcriſſe che il veleno Ti
ze, o le analogie con quel della vi cunas viene preparato da donne con
pera ſia relativamente alla loro natu dannate a morte ; e che ſi conoſce
ra, ſia riguardo alla loro maniera di eſſer giunto alla ſua perfezione, al
agire ſull'economia animale. Egli eb lorchè i vapori che n'eſalano nel farlo
be campo di ſoddisfarſi ſu di ciò eſ bollire , uccidono la perſona che ne
ſendo in Londra, ove il Sig. Heber ha cura . Si è fatto ingannare pari
den , celebre medico, e membro del menti il medeſimo Sig. de la Conda
la ſocietà reale procurogli un gran nu mine , allorchè ha creduto , proba
mero di frecce Americane intriſe di bilmente ſulla ſemplice relazione del
uno di quei più potenti veleni , ed la gente del paeſe che glie l'ha det
inoltre un vaſo portato chiuſo e ſi to , che il ſale ed il zuccaro mede
gillato dal fiume delle Amazoni, con ſimo fieno ſicuri ſpecifici contro di
entro una buona quantità di un at queſto veleno ; perchè il Sig. Abate
tiviſſimo veleno vegetabile denomina Fontana che gli ha eſperimentati, non
to Ticunas dal nome di una nazione gli ha trovati di verun giovamento -
Indiana abitante le rive di quel fiu Ma ſe noi pretendeſſimo di continua
re
293
re a riferire tutte le altre eſperienze parte e aſſai ſovente toglie di vita.
che ſi contengono in queſta memoria Benchè nè gli acidi nè gli alleali ſie
ſul veleno 7’icunas nel modo che ab no rimedj valevoli a rintuzzare l'ener
biam principiato a fare, troveremmo gìa di queſto veleno , ſiccome non
materia di quaſi altrettanti articoli, lo ſono neppure per quello della vi
quanti ce ne ha ſomminiſtrati il ve pera , pure a differenza di queſto è
leno della vipera, i quali peraltro ver ſembrato di oſſervare al Sig.Ab.Fon
ſando ſu di un veleno ſi poco noto, tana che il veleno 7'icanas meſchia
e da cui nulla abbiamo a temere, non to cogli acidi minerali rendaſi affatto
potrebbero certamente riuſcire egual innocente . Ma chi ſa , dicº egli ,
mente intereſſanti per il comune de' che queſt'effetto provenga non già
noſtri leggitori. Riſtringiamoci adun dal perdere il veleno in queſta me
que noſtro malgrado, e contentiamo ſcolanza le ſue micidiali qualità, ma
ci di percorrere rapidamente alcuni piuttoſto dal non poterſi eſſo inſinua
pochi fra i principali riſultati che il re ne'vaſi perchè riſtretti,e chiuſi dall'
Sig. Ab. Fontana ha dedotto da ſuoi azione degli acidi, e in certa guiſa
numeroſi eſperimenti. Il veleno 7'i cauterizati ? Il veleno della vipera ,
cunas adunque ſomiglia a quel della ed il Ticunas, benchè l' uno ſia una
vipera nel non eſſere nè acido nè al gomma animale , e l'altro un ſugo
calino, e nel non contenere veruna vegetale, ſomigliano fra loro nel riſ
ſpecie di ſale viſibile ad un occhio parmiare la vita di alcuni animali a
armato ancora della più acuta lente. ſangue freddo. Somigliano parimen
Preſo per bocca in una piccola doſe ti nel poterſi prevenire la morte ch”
è affatto innocente ; uccide però in eſſi cagionano , o per mezzo di una
una maggior doſe ; nel che potrebbe legatura , o per mezzo dell'amputa
a primo aſpetto giudicarſi di diverſa zione della parte, allorchè queſta fia
indole dal veleno della vipera, il qua praticabile ; e il veleno 7'icunas dà
le ſecondo l'opinione del Redi, e , anche maggior tempo per ricorrere a
di tutti gli altri che ſcriſſer dopo di queſti rimedi, perchè eſſo opera più
lui , preſo internamente non è mai tardi, e più lentamente. Ma la più
capace di arrecare la morte . Ma que rimarchevole analogia, che incontraſi
ſte medeſime eſperienze ſul veleno fra queſti due veleni fi è quella di
Americano induſſero il Sig. Ab. Fon eſercitare entrambi la loro micidiale
tana a dubitare intorno l'aſſerzione azione ſolamente ſul ſangue, non già
del Redi, e vedremo in ſeguito quan ſcomponendone i globetti roſſi, come
to foſſero ben fondati queſti ſuoi dub da qualcuno ſi è precariamente ſup
bj . Il veleno della vipera applicato poſto, ma con un meccaniſmo di cui
ſulla cute un poco grattugiata, e noi vediamo ſolamente gli effetti; e
leggermente intaccata produce un'en di eſſere entrambi affatto innocenti
fiagione ed una malattia locale, ma pei nervi. La più piccola doſe del
non mai la morte. Il veleno Ameri veleno Americano eſſendo introdotta
cano per lo contrario laſcia intatta la nella jugulare uccide iſtantaneamente
l'ani
l'animale ſiccome fa quello della vipe na, è un veleno egualmente effica
ra, colla ſola differenza che non ap ce, ſia che ſi prenda per bocca, ſia
pariſce , ſiccome con queſt'ultimo , che venga introdotta nel corpo in .
veruna ſenſibile coagulazione nel ſan forma di lavativo; e la ſua azione è
gue , in vece della quale ſi oſſerva sì violenta e sì ſubita , che quaſi ſi
però una molto maggiore alterazione direbbe che deſſo comincia ad agire
ne' lobi polmonari. Buono finalmen nell'iſtante medeſimo che tocca la go
te per noi ſi è che il veleno Ticu la . Somigliante in queſto agli altri
nas ſia una merce rara ne' noſtri paeſi, veleni l'acqua di Lauro regio agiſce
poichè lo ſpecifico ritrovato dal Sig. egualmente nel corpo dell'animale ,
Ab. Fontana contro il veleno della vi eſſendovi introdotta per la via di fe
pera, cioè la pietra da'cauteri, nulla rite , o d'inciſioni fatte ſulla cute .
vale contro di eſſo . Dopo di queſta Ha oſſervato però coſtantemente il
memoria ſul veleno Ticunas due ne Sig. Abate Fontana che al contrario
ſieguono ſull'acqua di Lauro - ceraſo, di ciò che ſi oſſerva nel veleno del
o vogliam dire Lauro regio, la prima la vipera, l'acqua di Lauro regio
delle quali, egualmente che la pre agiſce con maggior forza e prontez
cedente ſul veleno 7’icunas trovaſi in za, allorchè è ricevuta interiormen
ſerita nel volume LXVIII. delle 7 ran te, ancorchè ſia in più piccola doſe -
fazioni Anglicane, e la ſeconda con Queſta circoſtanza merita di eſſere e
tiene le più recenti eſperienze fatte rilevata colla maggiore attenzione ;
dall'Autore dopo il ſuo ritorno in poichè alla fine ella è una verità di
Firenze nel 178o. Queſto veleno, di fatto incontraſtabile , che una gran
venuto da poco tempo in quà aſſai ferita preſenta un molto maggior nu
celebre in Europa, non cede a verun mero di vaſi per aſſorbire iſtantanea
altro de' più attivi ne' ſconcerti ch' mente il veleno di quel che poſſan ,
eſſo produce nell'economia animale, preſentarne lo ſtomaco e la gola ; ol
e principalmente nel breviſſimo tem tredicchè i nervi in una ferita e pel
po, di cui ha biſogno per agire, eſ loro numero , e per lo ſtato in cui
ſendo preſo interiormente. Non ſola ſi trovano , ſembrano doverne riſen
mente in una certa doſe cagiona le tire l'azione più facilmente. Un'al
più violente convulſioni, ed una ſol: tra ſingolarità di queſto veleno ſi è
lecita morte negli animali anche di di non riſparmiare neppure quegli ani
non sì piccola grandezza ; ma anco mali a ſangue freddo , che paiono
ra una minor quantità forza l'ani inacceſſibili all'azione del veleno della
male a contorcerſi ſtranamente all'in vipera, e del veleno 7’icunas ; che
dietro, giugnendo a toccar la teſta anzi deſſi muoiono anche più pronta
colla coda, ed incurvando all'infuo mente che gli animali di ſangue cal
ri le vertebre in iſpaventevoli forme. do . Ma il più ſorprendente fenome
L'acqua di Lauro regio diſtillato a . no che credette alla prima di aver
bagno maria, ch'è quella appunto di oſſervato in queſto veleno il Signor
cui intende parlare il Sig. Ab. Fonta Ab. Fontana, e che parea totalmen
te
- - 295
te differenziarlo dal veleno della vi ta dagli altri , e che uccide ancor
pera e dal Ticunas, ſi era quello di eſſo all'iſtante , eſſendo in ſufficiente
non eſercitare veruna azione ſul ſan doſe introdotto nel ſangue per la ju
gue . Almeno il Sig. Ab. Fontana gulare . Quanta coſtanza vi vuole º
nelle ſue eſperienze di Londra non nella difficil arte di eſperimentare, e
avea veduto provenirne verun effet quanto biſogna eſſer mai cauto nel
to dalle copioſe injezioni di queſto non preſtar fede alle prime, benchè
veleno nelle jugulari di molti coni a prima viſta ſi ben fondate apparen
gli, e di altri animali, i quali, ſic ze ! Queſte medeſime più recenti eſ
com ſi è di ſopra veduto , da con perienze d'Italia lo convinſero pure
ſimili inj zioni degli altri due veleni che non ſolo lo ſpirito, ma anche »
riportano ſempre una ſubitanea, e l' olio di Lauro regio è uno de' più
ſpaventevole morte . La morte può potenti veleni, e ſi potente, che ol
dunque introdurſi negli animali per tre all'uccidere egualmente che lo
un'altra via diverſa da quella del ſan ſpirito iniettato per la jugulare, non
gue, e de'nervi, giacchè queſti pure riſparmia neppure preſo per bocca ,
ſono ſtati coſtantemente trovati dal o applicato ſu i muſcoli denudati la
Sig. Ab. Fontana inacceſſibili all'azio vita di quegli animali a ſangue fred
ne di queſto veleno, ſiccome lo ſo do, e nominatamente delle vipere e
no per quel della vipera , e per il de ſerpi , che abbiam veduto eſſer
veleno Americano? Quì certamente º inacceſſibili all'azione del veleno del
tutto ſi confonde, e tutto ci atteſta la vipera , e del veleno Americano .
la ſomma ignoranza in cui ſiamo in Deſſo ſi manifeſta ancora più attivo
torno l'economìa animale. Con qua. di queſti due ultimi nell'arrecare che
li principi potrem mai ſpiegare in fa la morte , eſſendo ſemplicemente
che modo poſſa farſi che queſto ve . ſpruzzato negli occhi de' piccioncini,
leno non eſercitando veruna azione e di altri animali. La pietra cauſtica
ſul ſangue, non eſercitandone alcuna poi non è in verun modo valevole
ſu i nervi, uccida ciò non oſtante , a rintuzzarlo, nè alcun altro rimedio
ed uccida iſtantaneamente , appena ſi è finora preſentato al Sig. Abate ,
diſceſo nello ſtomaco per la via del Fontana contro di eſſo. Intanto ter
la gola ? Così ſi eſprimeva il noſtro mineremo queſt'articolo, accoppian
Autore nella ſua prima memoria in do i noſtri deſideri a quei del Signor
ſerita, come dicemmo, nelle 7'ranſa Ab. Fontana, perchè ſi tolga, ſiccome
zioni Anglicane . Ma ripetendo po per ordine ſovrano è ſtato tolto non
ſcia in Italia le ſue eſperienze con , ha guari in Toſcana, l'abuſo introdot
uno ſpirito di Lauro regio diſtillato toſi in quaſi tutta l'Italia di vende
tre volte, e molto più attivo di quel re pubblicamente , e a chiunque ſi
lo aveva adoperato in Londra, ebbe preſenti queſt'olio di Lauro regio ſot.
finalmente il contento di oſſervare e to lo ſpecioſo titolo di eſſenza di man
che queſto veleno non fa altrimenti dorle amare; poichè dopo l'eſperien
eccezione alla legge generale oſſerva ze del noſtro Autore ognuno vede »
\ facil
296
facilmente quali di queſt'abuſo po contiene le ſeguenti diſſertazioni 1.
trebbero eſſere le funeſte conſeguen i principi generali del commercio ;
ze. ( ſarà continuato. 2. il credito , e la circolazione del
danaro ; 3. la legislazione , e l'uſo
A M B U R G O. de'cambj; 4. i vantaggi del negozio,
E queſti quattro articoli ſono tut
ºjournal fur Kauftuch & c. Giorna ti eſtratti dalla prima parte di un'ope
le per i commercianti. Prima parte. ra intitolata : teoria e pratica del
Preſſo Herold 1781. in 8. commercio ſtampata in Breslavia nel
1777.) 5. il commercio di Erfort ; 6.
Fra tanti giornali che ſonoſi idea notizie generali riſguardanti il com
ti è maraviglia che ſinora non abbia mercio ; 7. addizioni all' iſtoria del
avuto luogo ancor queſto . I mate commercio dell'Affrica ; 8. ſcoperta
riali, de'quali dovrà eſſer compoſto, del vetro ; 9. il color di porpora, e
ſaranno egualmente dilettevoli per la ſua invenzione. Sieguono dopo di ciò
loro varietà che per la loro impor varie notizie mercantili eſtratte dal
tanza. L'arte del negoziante conſiſte viaggio del Sig. Pennant nella Sco
ſpecialmente nelle ſpeculazioni, e per zia, e nelle iſole Ebridi; ed altre o
farle buone fa d'uopo di poſſedere, ſulle fabbriche di zucchero , ſulla ,
oltre di una natural ſagacità e pene città di Zurigo, ſulla Ruſſia, ſul com
trazione, infinite cognizioni ſu i di mercio d'Italia, ſullo ſtato attuale »
verſi prodotti de vari paeſi , e ſulle della Colonia Franceſe di S.Domingo,
materie de loro biſogni , e del loro ſu i porti del mar Caſpio, ſul com
luſſo. Sarà coſa aſſai comoda il poter mercio della citta di Drontheim nel
ritrovare in un'opera periodica co le Norvegia &c. ed altre ancora tut
me queſta tutti que lumi che trovanſi te eſtratte da migliori fonti.
ſparſi in tanti libri. Queſta prima parte

e An Nºve essa esenaAnegenºa A4 a Aºn agen agenage/ºesiºne nºn ºaº agenasº,

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XXXVIII. Li 2 1. Settembre
1782.

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. compimento di detta riſtampa: il prez
zo che ſi pagherà per detti 4. fogli,
In vece di riferire un qualche nuo avuto riguardo al numero de'mede
vo libro di poco momento, ſiccome ſimi, ed alla quantità de' rami, che
pur troppo ſiamo alcune volte coſtret: dette opere contengono , non ſarà
ti di fare, preferiremo d'ora inanzi mai maggiore di baj. 7. - per ogni
di notificare piuttoſto la riſtampa di ſettimana fino al termine di eſſa, qua
qualche opera di maggior importan li ſi pagheranno nell'atto di riceve
za, la quale poſſa arrecare, a parer re i detti fogli, alla riſerva dei pri
noſtro , maggior onore ai torchi di mi quattro , per i quali ſi pagherà
Roma, di quel che poſſano arrecarne anticipatamente al momento di dare
loro la maggior parte delle nuove pro reſpettivamente il proprio nome. Chiun
duzioni. Ci troviamo appunto in que que vorrà farne l'acquiſto dovrà darſi
ſto caſo ora che annunciamo una ſe in nota per ricevere ſucceſſivamente
conda edizione Romana di tutte le º i ſuddetti fogli, alla Stamperia Can
opere del gran Pontefice d'immorta netti poſta vicino l'arco detto della
le memoria Benedetto XIV. , nella Ciambella ove ſe ne farà la diſtribu
quale ſaran compreſe quella de ſyno zione. L'edizione ſarà in quarto gran
do dioeceſana, il ſuo Bollario, le ſue de , in carta real fina , eguale in
lettere, e tutte infine le opere e tut tutto, nel ſeſto, carta , e caratteri
ti gli opuſcoli che ſi potran racco al manifeſto che gli editori ne han
gliere di quell'illuſtre capo della cat pubblicato ; in eſſa s'inſerirà anco
tolica chieſa, e vero luminare del ſe ra tutto ciò, che nelle antecedenti edi
col noſtro. Per renderne più agevo zioni è ſtato pubblicato per renderla
le l'acquiſto, e meno ſenſibile l'in i" nobile, e più ſingolare , onde e
comodo della ſpeſa, han penſato gli a preſente rieſca ſommamente per
editori di diſtribuirne quattro fogli fetta, ſebbene per eſemplare ſiaſi pre
la ſettimana, che formano 32. pagi fiſſa la nitida, ſingolariſſima, e ſom
ne grandi , i quali ſi conſegneranno mamente bella edizione Romana.
tutti i ſabbati a quei tali, che vor
ranno provvederſene , e così conti
nueraſſi ogni ſabbato ſino al totale a
Pp MACE.
298
M A C E R A T A . minute intereſſano, e piacciono, e i
molto più quando hanno qualche re
Delle lettere degli uomini illuſtri lazione alla letteratura o alla ſtoria
pubblicate per la prima volta dall' del tempo. Molte ve ne ſono di que
Ab. Gio. Battiſta 7'ondini Briſighel ſta natura nella raccolta che annun
leſe pubblico lettore di eloquenza » ciamo. Tale è per eſ. quella che Aleſ
nell' univerſità di Macerata . Preffo ſandro Marchetti, da gran Filoſofo,
Bartolommeo Capitani 1782. vol. 2. e Poeta inſieme , ſi era accinto ad
az 4. arricchire il Parnaſo italiano d'un .
poema filoſofico ad imitazione di quello
Se ſi eſimiamo dal dare un minu di Lucrezio, modellato però ſu i prin
to ragguaglio della preſente raccolta cipi della cattolica religione . Inte
di lettere , non è che noi intendia reſſante è pure la notizia , che ci ſi
mo che eſſa non potrebbe meritarſe reca che ſin dal tempo di Giulio III.
lo , ma perchè per la moltiplice va ſi meditava di rendere al diſopra di
rietà delle materie, degli Autori e º Roma navigabile il Tevere, ſiccome
degli oggetti che vi compariſcono, non appariſce da una lettera pubblicata in
potrà comprenderne il pregio, ſe non queſta raccolta del Conte Pier Leone
chi vorrà compiacerſi di leggerla . Porcelli, il quale con premuroſi uf
Così dando noi le dovute lodi al Sig. fizi ne ſollecitava l'impreſa, diviſan
Ab. Tondini, per aver arricchita la done il modo ed eſibendoſi egli me
repubblica letteraria di tanti pregevo deſimo per l'eſecuzione . Commen
liſſimi monumenti epiſtolari rimaſti dabile è ancora il Sig. Ab. Tondini
ſinora inediti, ci contenteremo di av per aver ſaputo , con prove le più
vertire il pubblico , che ve ne tro complete , vendicare la memoria di
veranno di quelli uſciti dalla penna Alfonſo Borelli, mal menata da va
del Galilei, del Magalotti, del Re ghi rapporti, e ſolo fondati ſulle voci
di , del Viviani, del Caſtelli, e dell' del volgo . Ragioni più ſode coſtrin
Apoſtolo Zeno, i nomi dei quali poſ. ſero quel grand'uomo ad abbandona
ſono ſervire per il maggiore elogio di re l'univerſità di Piſa , ed il carat
queſta epiſtolare raccolta. Non poſ tere inquieto ed invidioſo , con cui
ſiamo però omettere , che il Signor vien dipinto da un vivente ſcrittore,
Ab. Tondini, non ſenza una ſua maſ poco ſi concilia coll'eſemplarità e o
ſima diligenza, ha cercato di corredar bontà di coſtumi , colla quale egli
la di opportune note, e di una mol traſſe gl'ultimi giorni di ſua vita tra
to erudita prefazione, che tutta ten que primi fondatori dell'inſigne ordi
de allo ſchiarimento della vita , e s ne de'Scolopi di Roma . Nè dee ri
delle opere di quegli uomini illuſtri. guardarſi come un ſemplice tributo,
Chi è , che non ami di conoſcere per che abbia voluto pagare alla ſua pa
mezzo delle loro azioni i gran lette tria l'editore, il ritrovarſi in queſta
rati, de quali con ammirazione ſi leg raccolta alcune lettere di due Porpo
gono gli ſcritti ? Le circoſtanze le più rati di Briſighella, cioè del Cardinal
Ago
299
Agoſtino Galamini dell'ordine de'Pre re un certo piacere nell'abbandonare
dicatori, e del Cardinal Paolo Emilio queſta lurida e tetra materia de' ve
Rondinini. Siccome entrambi ſoſten leni, e di poter terminare l'eſtratto
nero lodevolmente molte cariche, co di queſt'opera in tutte le ſue parti
sì dal loro carteggio ſi apprendono così originale con un men triſto ar
molte notizie non avvertite dagli ſcrit gomento . Noi intendiam di parlare
tori di que tempi, e molto ben rile delle ſingolari oſſervazioni, e ſcoper
vate e nelle note, e in quel ſuccinto te fatte dal noſtro ſagaciſſimo Auto
della loro vita , che reſta compreſo re ſulla primitiva ſtruttura del corpo
nella prefazione. All'ottima diſpoſi animale , e dell'animale economia .
zione, colla quale è ordinata queſta In conſeguenza delle eſperienze, che
raccolta di lettere , ripiene di tanti gli han dimoſtrato nulla eſſer l'azio
aneddoti, non può dubitarſi, che eſ ne de' veleni ſu i nervi , benchè le
ſa non ſia per eſſer gradita dal pub apparenze portino a credere il contra
blico, e non faccia deſiderare che il rio, poichè gli animali muoiono ſpeſ
Sig.Ab. Tondini ſi determini per l'eſe ſo in mezzo alle più terribili convul
cuzione della ſtampa di quell'altre º ſioni, ci propone primieramente il Sig.
produzioni letterarie tanto proprie , Ab. Fontana alcuni dubbi ſulla trop
che altrui, che ſi trovano nelle ſue po grande facilità colla quale la mo
mani. derna medicina ricorre ai nervi per
iſpiegare la maggior parte delle ma
F I R E N Z E. lattie del corpo umano, che poſſo
no certamente , a ſomiglianza delle
7'raité ſur le vénin de la vipere malattie de veleni, derivare da tutt'
c; c. 7'rattato ſopra il veleno della altra cauſa. Queſti dubbi del Sig. Ab.
vipera, i veleni Americani, il lau Fontana, ſopra i quali non inſiſtere
ro - ceraſo, ed alcuni altri veleni ve mo di vantaggio per non dilungarci
getabili, a cui ſi aggiungono alcune di ſoverchio, parvero sì fondati al
oſſervazioni ſulla primitiva ſtruttura più gran medico che abbia l'Inghil
del corpo animale, differenti eſperien terra , il celebre Cav. Pringle, ch'
ze ſulla riproduzione de nervi , e , egli ebbe a dire al noſtro Autore ,,
la deſcrizione di un nuovo canale dell' », ch'egli non avea mai troppo cre
occhio; del Sig. Felice Fontana Fiſico ,, duto alle malattie nervine , ma ,
di S. A. R. l'Arciduca G. Duca di ,, che dopo le di lui eſperienze vi
7'oſcana, e direttore del ſuo gabinet », crederebbe anche meno di prima, .
to di ſtoria naturale; opera arricchi Sieguono dopo di ciò alcune eſperien
ta di molti rami 178 I. vol. 2. in 4. ze fatte dal noſtro Autore in Londra
Art. VIII. ed ult. negli anni 1778. 1779. ſulla ripro
duzione de' nervi. Egli ebbe la pri
Benchè il Sig. Ab. Fontana abbia ma idea di queſto ſingolariſſimo feno
ſaputo rendercela così intereſſante , meno nel muſeo del celebre Dottor
pure noi non diſſimuleremo di trova Hunter , in cui il Sig. Crukshens,
Pp 2 giovi
2OO

ins di grandi ſperanze nella ſcien poichè dopo di molte eſperienze inue
za anatomica, e ch' eſercita le fun tilmente tentate riuſcigli finalmente
zioni di inciſore preſſo di quell'dot di prender la natura ſul fatto, e due
to profeſſore , moſtrogli un vaſo, in volte fra le altre con un'acutiſſima
cui egli dicea conſervarſi un nervo lente egli vide chiaramente , a non
dell'ottavo paio di un cane, il quale, poterne più dubitare , in un nervo
dopo di eſſere ftato da lui tagliato , dell'ottavo pajo, ch'egli avea taglia
eraſi da ſe ſteſſo riprodotto. Diffatti to , e mutilato di alcune linee, la
per la lunghezza di circa un pollice, riproduzione non ſolo, e il ricongiun
quanto appunto aſſeriva il Sig. Cruk gimento della cellulare che lo rico
shens eſſere ſtata la porzione di quel priva , ma ciò che più importa , e
nervo portata via col taglio , vede decider dee la preſente quiſtione , la
vaſi il nervo medeſimo differente dal vera riproduzione e riunione de'cilin
reſto , comparendo ivi più groſſo , dri nervei primitivi, i quali prolun
più ſcabro, e più irregolare. La co gandoſi da ambe le eſtremità, s'in
ſa era affatto nuova, e degna di ogni contravano appuntino , per formare
attenzione . Due forti ragioni avea un tutto omogeneo, continuo ed uni
però il Sig. Ab. Fontana di dubitare forme. Non vi ha dubbio che la me
della verità del fatto. La prima ſi era dicina, e la chirurgia medeſima non
di non aver giammai nelle numero fieno per ricavar vantaggio da una
ſe eſperienze ch'egli avea fatte in . ſcoperta ſi intereſſante. Si capiſce per
Parigi ſul veleno della vipera, potu eſ. ora meglio di prima come il moto
to oſſervare una vera riunione di fi ed il ſentimento ſien potuti alcune ,
bre nervoſe nel nervo ſciatico , ch' volte ritornare in alcune parti, quaſi
egli avea pur tagliato le tante volte, intieramente diſtaccate dal corpo ani
La ſeconda, e queſta aveala egli co male ; cioè perchè i nervi in queſti
mune col medeſimo Sig. Dott. Hun caſi ſi ſono riuniti, ed han continua
ter, faceagli foſpettare che poteſſe to ad eſſere gl'iſtrumenti del ſenti
beniſſimo eſſervi un ricongiungimen mento, e del moto. Il chirurgo iſtrui
to di una parte coll'altra, ſenza che to in vari caſi di urgente neceſſità
ſi poteſſe però dire che ſi faceſſe una non avrà più d'ora inanzi tanto ri
vera riproduzione di fili nervei, a . brezzo di tagliare un qualche nervo
ſegno di formarne un nervo unico e particolare, e prenderà ſolamente cu
continuato, com'era prima . Rima ra di far sì che l'eſtremità tagliate
nevano dunque a riſchiararſi queſti poſſano comodamente abboccarſi l'una
dubbi, e prima di ciò la poſſibilità coll'altra &c. Ma ſe di queſta ſcoper
della riproduzione de'nervi non po ta la gloria non deeſi intieramente al
tea riguardarſi che come una ſempli Sig. Ab. Fontana, il quale n'ebbe ,
ce congettura . Ha avuto dunque la come ſi diſſe , la prima idea in un
gloria il Sig. Abate Fontana di aſſicu muſeo di Londra, non è lo ſteſſo del
rare anche alla ſcienza fiſiologica il le belle oſſervazioni che vengono in
poſſeſſo di queſta importante verità ; ſeguito intorno la primitiva ſtruttura
“ . . º º. - de”
3o 1
de' nervi, e di altre parti integranti tanti fili, e di tante fibre , laddove
del corpo animale . I più rinomati queſti medeſimi globetti ſi moſtrano
Autori non ci aveano tramandato che più groſſi nella midolla allungata e
pure, e mere ipoteſi ſu di queſti im nella midolla ſpinale, maggiori nel
portanti oggetti : le loro oſſervazio cervelletto, e più grandi ancora nel
ni erano ſtate contradette da altre o cervello, ed inoltre in tutte queſte
oſſervazioni, e dopo di un imparzia parti non ſono diſpoſti in linea ret
le eſame di tutto ciò che ſi è finora , ta, ma molto irregolarmente. Un abi
ſcritto ſu di un tale argomento , fa liſſimo profeſſore di Anatomia di Pra
d'uopo confeſſare che nulla ancora - ga, il Sig. Prochaska in due prege
ſapevamo di certo, e che la teſſitu voliſſime operette microſcopiche ch'
ra primitiva di quegli organi era tut egli non ha guari pubblicate, moſtra ,
tavia un ſegreto che la natura non di eſſere ſtato condotto dalle ſue oſ
avea per anche ai fiſici rivelato. Quin ſervazioni preſſo a poco alle medeſi
di è che il celebre Haller dopo di me concluſioni del P. della Torre, e
avere eſaminate le varie opinioni de ſole da queſti differiſce nel non am
gli anatomici circa la ſtruttura de' mettere la diverſa grandezza di que”
nervi, confeſſa ingenuamente che , globetti , e nel non volerli galleggian
tutte le noſtre cognizioni ſu di ciò ti, ma bensì inſieme uniti da una .
riduconſi a mere congetture, ed ap rete cellulare molto elaſtica, e traſ
pena egli oſa moſtrarſi inclinato a cre parente . Se potrà parere ad alcuni
dere che i nervi poſſano avere una alquanto ſpecioſa queſta ſtruttura de'
ſtruttura tubuloſa. Fra i fiſici che , nervi che pretendono di aver oſſer
hanno in queſti ultimi tempi con , vata il P. della Torre, e il Sig. Dott.
maggior diligenza eſaminata queſta , Prochaska , lo parrà certamente di
materia , meritano di eſſere con di più quella del Sig. Dott. Monro, il
ſtinzione nominati il noſtro P. della quale dice di aver trovato che il cer
Torre , ed il Dott. Monro di Edim vello, ed i nervi ſono compoſti non
burgo. Credette il primo di avere , già di fibre diritte, ma bensì di fibre
oſſervato che tanto le due ſoſtanze contorte, ſolide e non cave, e della
corticale, e midollare del cervello e groſſezza di circa -, sia di poll., ag
del cervelletto, quanto la midolla , giungendo di più che di queſte fibre
allungata, la midolla ſpinale, ed in ritorte come di parti primitive , ed
fine la ſoſtanza midollare de' nervi al elementari ſi compongono non ſolo
tro non ſono che un ammaſſo di in gli organi del ſentimento e del moto,
numerabili globetti traſparenti e gal ma tutte le altre parti ancora del cor
leggianti in un fluido diafano ; colla po animale , e perfino i vegetabili
ſola differenza, che queſti globetti ap e i minerali. Per quanto però poteſ
pariſcono molto più piccoli nella ſo ſero comparire paradoſſe queſte oſſer
ſtanza midollare de' nervi, e vi ſem vazioni, la giuſta fama di cui godo
brano collocati quaſi in linea retta , no i loro autori, e l'importanza del
ſicchè così preſentan l'apparenza di la materia ſteſſa non permettevano di
riget
3o2
rigettarle così a prima viſta, e ſenza rivano affatto quelle ſtriſce alternati
un grandiſſimo fondamento. Per aver vamente bianche ed oſcure, che cir
lo biſognava dunque ricorrere all'eſ colarmente o piuttoſto ſpiralmente ſi
perienza. Ma quanto queſta foſſe dif. avvolgevano attorno il nervo, e che
ficile a farſi nella preſente materia, invece di ciò il nervo denudato del
lo provava abbaſtanza la varietà , e la ſua veſte cellulare, compariva chia
la contrarietà medeſima de riſultati, riſſimamente compoſto di un numero
ai quali erano giunti tanti diligen indeterminabile di fili fra di loro paral
tiſſimi oſſervatori. Ne ebbe una nuo leli, tortuoſi e per così dire ondeg
va pruova ſopra di ſe ſteſſo il medeſi gianti. Egli era in poter ſuo di far
mo Sig.Ab.Fontana; poichè quantun comparire a ſua poſta ora le ſtriſce, ed
que egli vi adoperaſſe tutta quella , ora i fili tortuoſi , adoperando una len
diligenza ch'egli deve aver acquiſta te più debole o più forte, un mag
ta in un ſi lungo uſo di ſiffatte eſpe, giore o un minor lume. Quale di que
rienze, e che ciaſcuno in lui ricono ſte due apparenze dovea mai crederſi
ſce, credette ciò non oſtante per qual la vera ? Confeſſa ingenuamente il
che tempo di oſſervare ne' nervi una Signor Ab. Fontana di non aver giam
ſtruttura ed organizzazione aſſai ſingo mai tentata oſſervazione microſcopi
lare, la quale però diſparve finalmen ca, che gli abbia coſtato maggior fa
te al lume di una più minuta, e ſcru tica di queſta, e che ſia ſtata più di
poloſa oſſervazione. Credette egli adun queſta ſul punto d'ingannarlo . Ma
que alla prima di vedere che i nervi finalmente ne venne a capo, e non
eran formati di piccole ſtriſce più o potè più dubitare che quelle ſtriſce
meno regolari, alternativamente bian ſpirali alternativamente bianche, ed
che ed oſcure , e che avevan ſem oſcure altro non ſono che un'ottica
bianza di avvolgerſi ſpiralmente attor illuſione prodotta dagli accidenti del
no de' nervi, come farebbe un naſtro la luce rifleſſa in quell' ondeggiamen
attorno di un tubo. Ogni altro men to di fibre parallele, onde ſono ve
cauto oſſervatore avrebbe veduto in ramente compoſti i nervi. Lungo ſa
queſta apparenza una grande, ed im rebbe il riferire le eſperienze, colle
portante ſcoperta da annunciarſi alla quali procedendo oltre dopo di queſta
repubblica letteraria con faſto, e con prima fondamentale ſcoperta ſi con
ſicurezza. Il Sig. Ab. Fontana non vi vinſe il Sig. Abate Fontana che quel
vide però altro che un fenomeno di le fibre ondeggianti parallelamente o
cui ſi trattava di trovare la ſpiega ſono altrettanti cilindri traſparenti ,
zione. Raddoppiando adunque le ſue i quali ſembran formati di una ſotti
diligenze egli pensò di adoperarvi liſſima tunica , ripiena, per quanto
lenti più acute di quelle delle quali all'occhio ſe ne può giudicare , di
avea ſin allora fattº uſo. Ma qual fu un umor traſparente, gelatinoſo, ed
la ſua maraviglia, allorchè ſi accor inſolubile nell'acqua; che queſti ci
ſe che con queſte lenti più acute ſpa lindri ſono tutti ricoperti da una ſpe
Cle
3o3
cie di eſterna guaina compoſta di un ro voluto da Hunter , e negato da
numero immenſo di tortuoſi fili; che Albino, e da Haller &c. Nè queſte
un grandiſſimo numero di queſti ci ſono le ſole importanti ſcoperte che
lindri primitivi formano inſieme un ſi deſcrivono in queſte oſſervazioni ſul
piccoliſſimo nervo appena viſibile; e la primitiva ſtruttura del corpo ani
che molti inſieme di queſti piccoliſſi male . Molte altre ve ne ſono ſull'
mi nervi compongono i più groſſi ner organizazzione elementare di altre par
vi che ſi oſſervano negli animali. La ti, e fra queſte, ſe il timor di trop
medeſima ſtruttura è ſtata preſſo a . po dilungarci non cel vietaſſe , vo
poco oſſervata dal Sig. Ab. Fontana lontieri accenneremmo quelle che il no
ne tendini e ne muſcoli, e tutta la ſtro Autore ha fatte ſulla cellulare ,
differenza conſiſte nell'eſſere i cilin ch' egli trova tutta compoſta di tor
dri primitivi onde queſti ſono compo tuoſi fili cilindrici ; ſtruttura che il
fti molto più piccoli di quei che com noſtro Autore ha poi oſſervata gene
pongono i nervi, ed inſieme più ſo ralmente in quaſi tutti i corpi orga
lidi ed omogenei, e non ripieni, co nici de tre regni animale, vegetabi
me ſi moſtran ne' nervi, di una ſo le , e minerale . Il medeſimo amor
ſtanza differente. Siccome queſta ca della brevità ci forza a paſſar ſotto
ratteriſtica è ſufficiente a diſtinguere ſilenzio molte altre importantiſſime ,
i fili nervei dai carnoſi , e dai ten ricerche che s'incontrano nel ſupple
dinoſi , così per diſtinguere queſti mento, con cui ſi dà termine a que
due ultimi l'uno dall'altro baſterà ſta grand opera , e delle quali alcu
badare all'ondeggiamento delle fibre ne poche ſoltanto abbiamo di volo ac
parallele, il quale oſſervaſi ne'ſecon cennate, allorchè ci è caduto in ac
di , ma non ne primi . Molte volte concio di farlo. Non poſſiamo però
ne ha fatta la pruova il Sig. Abate fare a meno fra le molte che ommet
Fontana facendo porre ſotto il ſuo tiamo di mentovarne almeno due ,
microſcopio, ſenza ch'egli nulla ne che ci ſembrano più rilevanti delle
ſapeſſe, una qualche minima porzion altre. La prima ſi è la verificazione
cella di nervo, di tendine o di muſco del ſoſpetto che concepì il noſtro Au
lo , e dopo di un momento di eſa tore, ſiccome vidimo in uno de'pre
me egli ha ſempre indovinato qual foſ cedenti articoli, che il veleno della
ſe, ſenza giammai ingannarſi. Que vipera, checchè ne dicano in contra
ſti caratteri di diſtinzione, fra gli al rio il Redi, e tutti gli altri che do
tri uſi, poſſono aver quello di deci po di lui hanno ſcritto ſu di queſto
dere finalmente alcune queſtioni che veleno , eſſendo preſo per bocca in
tuttora ſuſſiſtono fra gli anatomici ſull' abbondante doſe , a ſomiglianza del
eſiſtenza , o la mancanza di alcuni veleno Americano, poteſſe anch'eſſo
muſcoli, o tendini in alcune parti del arrecare la morte. Fra le altre eſpe
corpo animale, come per eſ. del mu rienze vi è quella di un piccione ,
ſcolo orticulare di Ruiſchio nell'ute- -

il quale morì ſei minuti dopo di aver


inghiot
d4
istito un cucchiaio da caffè ri te Luigi XVI. benchè foſſero più di
pieno di queſto veleno ſpremuto dal 25. anni che vi era ſeminato. Viene
le veſchichette di otto teſte di vipe in ſeguito la Robinia Sinica Buc boz,
ra, ed in cui eſſendoſi aperto, ſi ma arboſcello di primavera , che forma
nifeſtarono internamente tutti i con bella ſpalliera ſu i muri , e rieſce a
ſueti ſegni di avvelenamento. L'al perfettamente ne' noſtri climi. La 3.
tra riguarda l'azione dell'opio, che pianta è l'Acacia Conſtantinopolitana,
a ſomiglianza di quella di tutti i ve albero di belliſſime foglie, e belliſſi
leni, de quali ſi è parlato in queſt' mi fiori . La 4. e la Thierry , la 5.
opera , ſi è trovata dal Sig. Ab. Fon la Willemetia, la 6. la Wachendorfco
tana eſſer nulla ſu i nervi , ed eſer sì denominate in onore di rinomati
citarſi tutta ſul ſangue. medici o botanici viventi, ed amici
del Sig. Buc'hoz. La 7. è la Comel
lia faponica, meglio deſcritta dal Sig.
P A R I G I . Buc'hoz , di quel che lo ſia ſtata dal
Linneo nelle ſue ſpecies, ed è quella
pianta , i di cui fiori ſi vedono ſi
Plantes nouvellement decouvertes ſpeſſo dipinti ſulle carte, e ſulle ſtof
c5 c. Piante nuovamente ſcoperte, re fe della Cina. L'8. e l' Aniſi ſtella
centemente denominate , e rappreſen to, oſſia la badiana , che creſce ſpon
tate in rame colle loro deſcrizioni dal taneamente in un terreno pantanoſo
Sig. Buc'hoz, medico di Monſieur, e preſſo di Penſacola, e reſiſte alle ge
membro di molte accademie . Preſſo late più forti. Il ſuo frutto è un ec
l'Autore 1782. in fol. cellente ſtomachico carminativo . I
due ultimi articoli di queſta decade o
ſono conſegrati al the della Cina ,
In queſta decade di piante compa ſulla di cui vegetazione, e traſpianta
riſce primieramente la Sophora Ludo zione in Europa molte curioſe noti
vicea XVI. Buc'hoz, albero della Ci zie ci dà in queſta ſua opera il Sig.
na, così denominato perchè fiorì la Bucº hoz .
prima volta in Francia ſotto il regnan

ºnes nesta e senas ,esenagºas nasenaSen astenasº nasº, e nºn Aºnºnº Nº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. XXXIX. 1782. Li 28. settembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . compiacenza reſa giuſtizia in queſti


noſtri fogli, è quello, che fa ora gli
Specimen variarum lectionum ſacri onori principali della nazione. Sareb
textus, ci - Chaldaica Eſtheris addi be in vero degna del maggior rim
tamenta cum Latina verſione, ac no provero l'Italia , ſe traſcuraſſe un .
tis ex ſingulari codice privata biblio tale ſtudio, quand'eſſa abbonda piuc
theca PI1 VI. P. O. M. , edidit, va - chè ogn' altra nazione di ſacri codi
riiſque diſſertationibus illuſtravit fo. ci Ebraici , come con paragrafo a .
hannes Bernardus de Roſſi publicus parte imprende a dimoſtrare il noſtro
in R. Parmenſi academia ſacraram , Autore, il quale ſolo , come abbia
e5- orientalium litterarum profeſſor , mo, altrove accennato , poſſiede più
ac theologica facultatis Vice- Praeſe s. codici biblici, che non ne poſſeggono
Accedit e juſtem auctoris appendix de inſieme uniti tutti i letterati , e le ,
celeberr. codice tritaplo Samaritano biblioteche d'Inghilterra, Irlanda ,
bibliotheca Barberina , 6- Cenſoris ed America ; il che dalla recenſione
7'heologi diatribe, qua bibliographia fattane dal celebre Sig. Kennicott è
antiquaria, cº- ſacra critices capita facile a riconoſcere. Tra i codici Ebrai-.
aliquot illuſtrantur - Roma 1782. ci d'Italia merita una particolare con
ſumptibus Venantii Monaldini biblio ſiderazione quello, che ſi conſerva ,
pola ; in 8. Art. 1. nella privata biblioteca del regnante
noſtro ſommo Pontefice, e Principe
E' un tratto di ſuperiore providen, liberaliſſimo Papa PIO VI., e che ,
za, che in mezzo alla corruttela de' ora il celebre Sig. Abate de' Roſſi è
noſtri tempi, ai deliri de'moderni fi . il primo ad illuſtrare per render noti
loſofanti , ed alle oppoſizioni per l' i pregi ſolidi, che in eſſo ſi racchiu
autorità delle ſante ſcritture ſiaſi reſo dono. E' diviſo queſto codice in due
ora così eſteſo, e così premuroſo lo volumi, e comprende l'intero corpo
ſtudio del ſacro teſto Ebraico del vec del teſto biblico Ebraico. Al teſto va
chio teſtamento. Non manca all'Ita anneſſa la maſora, ed i verſi del te
lia un sì bel pregio, ed il ch. Sig. ſto ſono alternati dalla parafraſi Cal
Gio. Bernardo de Roſſi , a cui tante daica , eccettuati pochi libri , che
volte abbiamo colla maggior noſtra - mancano della medeſima. Tutte le o
Q l rifleſ
3o6
rifleſſioni portate ſulle qualità del ca produce ſolo 4o. per un ſemplice ſag
rattere, e ſu tutti gli anneſſi concor gio della loro importanza , riſerban
rono a fiſſare l'età di queſto codice doſi a produrre le altre nella ſua im
non maggiore del fine del ſecolo XIV., menſa collezione delle varianti lezio
o del principio del ſuſſeguente; ſeb ni del ſacro teſto Ebraico, già da lui
bene eſſo ſia ſempre d'un particolar annunciata con un ſplendido manife
pregio, ſtantechè ſi manifeſta prove ſto , prontamente da noi riferito in
niente da teſto molto antico, ed eſat compendio nella noſtra Antologia .
to. Sembra , che il codice ſia ſtato Non è poi poſſibile, che i noſtri fo
ſcritto in Mantova, ove anche fu cor gli conſentino, ſtante gli anguſti lo
retto circa il principio del ſecolo XVI., ro confini, l'enumerazione di queſte
come coſta dalle memorie appoſte vi , varianti lezioni, benchè oltre la loro
e riferite diligentemente dal noſtro ſolidità poſſiamo aſſicurare, che ſono
Autore. Vi è pure una memoria, che illuſtrate con critiche oſſervazioni ,
ce lo moſtra venduto da un non ſo e confermate coll'autorità de nume
qual Gindeo ad un altro di Terraci roſi, ed egregi codici poſſeduti dall'
na, dalle mani del quale in altre pur Autore ifteſſo , come pure di altri
paſſando finalmente andò a fermarſi molti da lui conſultati con immenſa
in quelle del Card. Cammillo Maſſimi, fatica, e con fino diſcernimento in .
cd ha formato il pregio della biblio Roma, ed altrove, non che di an
teca di ſua famiglia, ſino che piacque tichiſſime verſioni , ed edizioni del
al moderno Marcheſe Cammillo Maſſi vecchio teſtamento. In verità , che
mi privarſene per farne un dono a . la ſtoria bibliografica per queſta parte
Sua Santità. Conobbe le prerogative è qui maneggiata col maggiore sfog
di queſto codice il celebre Bartoloc gio poſſibile di cognizioni, di diligen
ci , e dietro lui ne fece commemora za, e di critica , perchè gl'intelli
zione anche il Wolfio , accennando genti poſſano riprometterſi un pabulo
in iſpecie l'averſi in eſſo interlineare veramente amplo, e compito . Non
la parafraſi Caldaica al teſto Ebrai tralaſcieremo però di dire , come il
ce, il che è proprio di pochi codi noſtro Autore ha ſoggiunto una dia
ci, benchè di queſti il Sig. Ab. de' triba a parte ſulla parafraſi Caldaica,
Roſſi ne poſſegga dodici. Poichè fra che orna queſto codice, accennando
l'altre coſe, che diſtinguono queſto alcune varianti lezioni della medeſi
codice, vi ha un numero ragguarde ma, e giovandoſi della ſteſſa per con
vole di varianti lezioni intereſſantiſ fermare la ſpiegazione da lui data al
ſime, così fu cura principale del no celebre luogo preſſo Samuele (lib. I.
ſtro Autore il raccoglierle diligente cap. v . ver. 19. ) del maſſacro fat
mente ſino al riſpettabile numero di to de Betſamiti al numero di 5o. mi
circa 44o. Fece uſo di alcune di que la uomini, aſſerzione ſparſa d'un im
fte nel ſuo commentario de typogra portuno ridicolo dal Voltaire, ed im
phia Hebreo Ferrarienſi, già da noi pugnata dal Tyndal, ma reſa vera,
a ſuo tempo lodato , ed ora quì ne e credibile dal Sig. de Roſſi col tra
durre
- 3o7
durre queſto luogo dietro la lezione imprende a fare ſopra l'autore , ed
di vari codici, eſprimenti il caph di età di queſte aggiunte , l'antico li
comparazione , nel modo ſeguente : bro di Eſter ſcritto da Mardocheo ,
Percaſſit de populo LXX. viros , L. la prima lingua, in cui fu il mede
virorum millibus ſimiles , vel aqui ſimo ſcritto, e l'indole, e qualità di
parandos . Queſta giuſta interpreta queſte aggiunte Caldaiche , noteremo
zione, che già ci diede il noſtro Au ſolamente, come quì ora ſi riprodu
tore nel ſuo libro de Hebraica typo ce di nuovo queſta parte del libro di
graphia origine , e che noi riferim Eſter, ſecondo la Caldaica parafraſi,
mo pure eſattamente nelle noſtre Efe dopo, che ſecondo il codice Vatica
meridi, non è piaciuta a due lettera no l'avea già preſentata al pubblico
di Tedeſchi, il Sig. Hufnagel, ed il Monſig. Stefano Evodio Aſſemani nel
Sig. Cavaliere Michaelis, e perciò il 1. tomo de'codici Vaticani ; ma ſi
Sig. de Roſſi ſi è trovato in neceſſità riproduce ſecondo la lettura, che pre
di valerſi dell'autorità del codice e ſenta il codice pontificio, aggiugnen
pontificio, e della Caldaica parafraſi, do il Sig. de Roſſi la ſua Latina ver
che contiene , e che per queſto ſione, e le varianti lezioni de'codici
capo favoriſce il ſuo aſſunto , per Vaticano, ed Ambroſiano, e notan
confermare la ſua giudizioſa, e retta do ad un tempo le ſviſte della prima
iſpiegazione , e per impugnare le ob edizione, da lui rilevate colla nuova
bjezioni de' ſuoi due amici ſopradet conſultazione da lui fatta del codice
ti, il che eſeguiſce con tutto quel ri Vaticano. I lavori letterari del no
ſpetto, che e l'amicizia, e il meri ſtro Autore hanno tutti ſempre una
to letterario de' contendenti richiede. marca diſtinta della più deſiderabile
Perfine un altro pregio del tutto ra eſattezza. ( ſarà continuato. D
ro del codice pontificio, che richia
ma una particolare attenzione del Sig.
de' Roſſi , è il contenere le antichiſ s I E N A.
iſime aggiunte del libro di Eſter, che
abbiamo tradotte dai LXX. , e da . Le opere di 9. Orazio Flacco nuova
Teodozione, dall'interprete Siro, Ara mente tradotte. 7'omo II. Siena 1782.
bo , e Latino , e recate in parte da preſſo Vincenzo Pazzini Carli, e figli;
Giuſeppe Ebreo, benchè queſte man in 8.
chino in quaſi tutti i teſti Ebraici .
In fatti non ſono noti , che tre co Sin dall'anno 1778. uſcì dagli ele
dici , ne' quali eſſe ſi trovano ſecon ganti torchi de Signori Pazzini Carli
do la parafraſi Caldaica, cioè un Va di Siena il primo volume delle opere
ticano, già Urbinate, un Ambroſia di Quinto Orazio Flacco, il quale »
no antichiſſimo, ed il preſente , di contiene tutte le odi del medeſimo,
cui ſi parla. Noi tralaſciando noſtro tradotte in dolci verſi Italiani parte
mal grado tutte le critiche , ed eru dal defunto Dottor Franceſco Corſet
dite iſpezioni , che il Signor de'Roſſi ti, parte dal
Q lvivente
2
Padre Lettore
-eDoa
-
3o8
Don Aurelio de Giorgi Bertola Mona lorofo Padre Bertola ſopra tutte le ,
co Olivetano ; nè allora per noi ſi opere di Orazio ; ſiccome ſua ſarà
mancò di dare pronto ragguaglio del pure l'intera traduzione dell' accen
medeſimo in queſti noſtri fogli lette nato prezioſo poemetto. Per quanto
rari. Eccoci ora pertanto pronti ugual poi il noſtro editore ſi ſia guardato
mente ad annunciare la pubblicazio dal por mano ſopra una produzione
ne del ſecondo tomo ; il che faccia del Sig. Corſetti già poſſeduta dal pub
no tanto più volentieri, quanto più blico, pure non è rimaſto ora affatto
lunga è ſtata l'aſpettativa di vederlo inoperoſo. Ha egli rettificato il teſto
prodotto alla pubblica luce . ll ch. d'Orazio ſulle migliori edizioni, che
Padre Bertola, che premette una ſua abbiamo alla luce, e queſto è un pre
breve prefazione a queſto ſecondo vo gio di più per queſto pulito volumet
lume, è quello , che prende ſopra , to. Noi non abbiamo uopo di giudi
ſe ſolo tutta la colpa di queſt'indu care ora un'opera già nota da molti
gio ; colpa per lui glorioſa , come anni ; ma pure non tralaſcieremo di
quella, che conviene rinfondere nell' dire, che lo ſtile di queſta traduzio
impegno di produrre altre ſue opere, ne è , quale l'autore ſe lo prefiſ
opportunamente annunciate in queſti fe, piano, famigliare, e quaſi pro
noſtri fogli , e nel diſimpegno della faico, dove il teſto lo richiedeva, e
cattedra di geografia , e di ſtoria , ciò per uniformarſi al ſuo originale,
conferitagli dal Re delle due Sicilie poichè Orazio ſteſſo diceva di ſcri
nella fua reale accademia di marina vere ſermoni propiora. Simil manie
fondata in Portici. Siccome però que ra di verſificazione ſi ſono reſa leci
ſto ſecondo tomo nulla ha di fuo, per ta anche molti moderni fcrittori ce
chè contiene le ſole ſatire, ed epiſto lebri di commedie, che quaſi non ſi
le del Venoſino , già interamente o diſtinguono dalla proſa. Perfine av
tradotte dal lodato Corſetti , così vertiremo, che queſto ſecondo volu
egli ſi eſime dal fare più diffuſa pre me ſi diſtingue per il ſolito nitore o
fazione a queſto tomo, e prende an de' caratteri , e de' rami eruditi, ed
zi il giuſto ripiego di riprodurre quel alluſivi alla materia, che lo adorna
la prefazione medeſima, che il Cor-. no di tratto in tratto.
“ſetti ſteſſo premiſe all'edizione delle
ſatire ſuddette da lui verſificate. Già P A R M A . .
gli eruditi fanno, che egli pubblicò
le ſatire nell'anno 1759. , e nel 1764. Muſtafo, e Zanghire; tragedia ,
le piſtole ſotto il nome Arcadico di traſportata dal Franceſe in verſo ſciol
Oresbio Agieo. Alle ſatire, ed alle to Italiano . Parma dalla ſtamperia
piſtole ſteſſe appoſe alcune note, che reale 1782. in 8. -

ora quì ſi tralaſciano ; ma le più im


portanti fra queſte ſi avranno nel ter L'autore della preſente tragedia è
zo tomo dopo l'arte poetica fra le il Sig. de Chamfort, membro dell'ac
altre oſſervazioni, che prepara il va cademia di Marſiglia, e ſegretario del
Prin
3o9
Principe di Condè. Il buon ſucceſſo, 3, ginazione feconda. Ma perchè rin
che eſſa ebbe ſul teatro di Fontaine ,, creſcevami un oſtinato ſilenzio ,
bleau , ove fu rappreſentata il primo ,, ho pur voluto riſpondervi nel mi
dì di novembre l'anno 1776. al coſpet ,, glior modo, che per me ſi potea,
to delle loro Maeſtà , ne fece deſi , una traduzione all' originale ſoſti
derare la ſtampa, che fu eſeguita in ,, tuendo . Che ſe non puoſſi in tal
Parigi l'anno 1778. , e fu queſta de , genere aſpirare al merito dell'in
dicata alla Regina di Francia . Sog ,, venzione , può quello ottenerſi
giacque eſſa così all'univerſale ſeve , dello ſtile , della lingua , e del
ra iſpezione degl'occhi intelligenti , , verſo : nè immeritevole riputerei
e lungi dal patir critica , guadagnò ,, de glorioſi primi auſpici voſtri il
nuovi ſuffragi. Ciò fece naſcere va », tenue mio lavoro , ſe pregi così
ghezza nel Sig. Dottore Vincenzo la 9 o difficili l'adornaſſero . ,, In fatti
cobacci, uffiziale di ſegretaria di ſta il Sig. Jacobacci ha ben ottenuto per
to alla corte di Parma , di tradurla mezzo del numeroſo metro Italiano
in verſo ſciolto Italiano, e di dedi il vanto di eſprimere degnamente tut
carla al real Infante di Parma Fer te le varie, e forti paſſioni , che l'
dinando I., come al primo fautore, autore Franceſe ha introdotto nella
che abbia avuto la tragedia, e la com ſua azione , e di pareggiare così la
media in Italia. E'aſſai bello lo ſquar i bellezza dell'originale. Ma ſia bene
cio della lettera dedicatoria, con cui eſporre ai noſtri lettori lo ſcopo della
il Sig. Jacobacci rimarca queſt'epoca tragedia, di cui parliamo. Solimano
glorioſa , e che a noi piace di quì ſecondo, l'unico figlio dell'Impera
riportare : ,, Doleaſi queſta prima no tore de' Turchi Selim primo , ed il
,, drice d'ogni bell'arte ( l' Italia ) più celebre conquiſtatore de tempi
,, e mettea querele altiſſime, perchè ſuoi, ebbe due mogli. Dalla prima
», Melpomene, e Talìa , a cui fece nacque Muſtafo , e della ſeconda ,
», dapprima ſi corteſe accoglienza , chiamata Roſſelane, fu figlio Zanghi
,, aveſſero traſportato il ſoggiorno in re. Queſti due fratelli ſi ſegnalarono
,, clima ſtraniero; ed ora vede ſor pel loro valore, pei loro trionfi, ma
», gere in voi il primo , che le ri più per l'eſempio ſingolare d'una
, chiama al loro aſilo primiero , e magnanima fraterna amicizia. Roſſe
, per ritornarle all'onor priſco l'ih lane d'indole feroce, ed ambizioſa ,
», vito ne avvalora col guiderdone. di regnare tentò di porre ſul trono
,, Io forſe dovea pormi al cimento il ſuo figlio Zanghire ad eſcluſione
,, di camminare il ſentiero, che voi del legittimo erede dell'impero Mu
, diſchiudete : nè certo ſarei ſtato ſtafo; e per condurre a fine l' iniquo
s, muto , e ſcorteſe all'invito , ſe , diſegno, accusò queſti preſſo Solima
-, qual ebbi il cuore dalla natura , no di ribellione, e di lega ſegreta .
-,, e dalle vicende alla più tenera com con Tamaſſe padre di Azemira princi
,, paſſion temperato, aveſſi avuto del peſſa di Perſia , prigioniera alla cor
,, pari l'ingegno deſtro, e l'imma te di Solimano. Su queſto fatto iſto
rico

v
31 o
rico il valoroſo Sig. Chamfort ha teſ U D I N E.
ſuto una felice tragedia, nella quale
la fierezza , e l'ambizione di una . Della vita di Monſignor Gio. Ma
matrigna, e la poſſanza dell'amore ria Percoto della congregazione di S.
fraterno eccitano mirabilmente la com Paolo Miſſionario nei regni di Ava e
paſſione, ed il terrore. Ma per ſag di Pegà, Vicario Apoſtolico, e Ve
gio dello ſtile poetico del Sig. Jaco ſcovo Maſulenſe: libri tre ſcritti dal
bacci riferiremo l'ultima parlata, che P D. Michele Angelo Griffini della
fa a Roſſelane ſua rea moglie diſpe medeſima congregazione , e dedicati
rata Solimano, penetrato dal dolore agl' Illuſtriſſimi Signori Deputati del
della perdita di due figli , eſtinti in la città di Valine . Per li Fratelli
diverſe guiſe quaſi ad un iſteſſo tem Gallici alla Fontana 1782. in 4.
po, uno per i raggiri di Roſſelane
medeſima, l'altro uccidendo ſe ſteſſo L'Autore di queſta vita è già chia
per il rimorſo di eſſer ſtato miniſtro ro, e noto nella repubblica letteraria
dell'ingiuſto trucidamento fraterno. per altre ſue fatiche, e maſſime per
due libri diſteſi da lui in lingua La
... ........ AVò , moſtro , vivrai , tina; il primo de'quali ha queſto ti
Ma per pianger ſolo i tuoi delitti. tolo: Pro patrum eloquentia in morun
I ſuoi traſporti raffrenate : in queſti inſtitutione tradenda adverſus jo. Bar
Luoghi ſia poſta in ferri, e vigil cura beyracium diatriba. Bononiae ex 7 y
.S'abbia de'giorni ſuoi. Sì, tu vivrai pographia Lalii a Vulpe 1762. e il
Fra le catene , l'ignominie, e l'onte , fronteſpizio dell'altro è queſto: Ani
Di diſprezzo, e d'orrore oggetto vile madverſiones in Benedicti XIV. glo
Al più vil de mortali. In queſte ſtanze rioſa recordationis binas conſtitutiones
Abborrite vivrai, tinte del ſangue de non abſolvendo complice peccati
Dell'infelice figlio tuo. 7 e ſempre contra ſextum decalogi praceptum
2ueſt'orribile aſpetto incalzi, e prema. commiſi. Bononiae apud Longhi, 6
Il ciel vendicator t'allunghi il corſo a Vulpe Impreſſores Archiepiſcopales.
D'un'oſcura vecchiezza,e t'abbandoni 1773. Certo queſte due opere moſtra
All'ombre irate de'miei figli eſtinti. no, quanto egli ſappia a fondo quel
Ah!piaccia a lui, che a raddoppiar non le due nobiliſſime lingue , cioè la .
tardi Latina , e la Greca , e quanto ſia
L'ombra di Solimano i tuoi ſupplici, erudito, e quanto grande ſcienza ab
E li poſſa inventar sì crudi, e atroci, bia ſingolarmente delle dottrine, che
Che l'inaudita crudeltade adegui il dogma riguardano , e i criſtiani
L'odio mio, le tue furie, i mali miei. coſtumi, e la diſciplina eccleſiaſtica:
-
onde meritamente ſono ſtate approva
te, e commendate da tutti. Quella
maeſtrìa pertanto, che , latinamente
ſcrivendo , ha egli fatto conoſcere
d'ave

3I I
d'avere, ora l'ha fatta veder nè più coſa alcuna, che detta ſia affermativa
nè meno, ſcrivendo in lingua Italia mente, quando quella a ſole conget
na la vita del ſuddetto Monſignor Per ture s'appoggi, e non ſia certa, e
coto, uomo degniſſimo veramente º ſicura . Oltre a ciò in queſta mede
d'eterna memoria per la molta ſua ſima opera vi ſono come i ritratti di
dottrina , e per il ſuo apoſtolico ze molti altri riſpettabili uomini, e maſ
lo , e per la ſua rara magnanimità, ſime il compendio delle vite di due
e per li ſuoi ſanti coſtumi , ſicco gran Veſcovi della medeſima congre
me ognuno, leggendo queſta ſtoria, gazione di S. Paolo, cioè di Monſi
potrà conoſcere. Queſta vita è com gnor Pio Gallizia , e di Monſignor
poſta in iſtil grave, chiaro, e molto Paolo Maria Nerini, ſoggetti di alto
gentile, ed ha quegli ornamenti, che ſapere, e di grande animo, e di ſpi
a giuſti racconti delle coſe avvenute rito apoſtolico, e di ſanti coſtumi ,
ſi convengono. Le leggi della ſtoria e degni perciò dell'immortalità : il
in queſto lavoro ſono ſtate con ogni che conoſceſi, eſſere ſtato fatto, non
eſattezza oſſervate ; non s'incontran tanto perchè ſenza tali notizie male ,
do mai coſa alcuna , la quale gene avrebbono potuto molte azioni del
rar poſſa negli animi de'leggitori al Percoto apparire, e di parecchie al
cun ſoſpetto di parzialità , ancorchè tre , e quelle grandiſſime , dubitare
da uno amico compilinſi le azioni d' per avventura ſaria ſi potuto, ſe ſue
un altro amico . Concioſiacoſacchè fieno ſtate , come di vero ſono , o
d'ogni racconto alleghinſi o lettere au di alcun'altro: quanto eziandio affi
tentiche, o altre teſtimonianze degne ne di togliere , che coſa alcuna al
di fede, donde quello è tratto. S'av medeſimo Percoto non attribuiſſeſi ,
viene bensì leggendo talvolta in al la quale ad altri s'apparteneſſe ; il
cune doglianze, che le notizie man che ſenza diſcapito della verità non
chino o per la lunga diſtanza dalla . mai interviene. I lumi poi delle ſen
noſtra Italia di que paeſi , dove il tenze, che hanno dai veri fatti occa
Percoto l'apoſtolico miniſtero eſerci ſione, o che da quelli naſcono, ed am
tò : o perchè ſolo , ſenza compagni, maeſtrano i leggitori, e fannoli pruden
ei ſi rimaneſſe per buon ſpazio tra , ti in queſt'opera tratto tratto vi s'in
gente rozza , e barbara , che de'vir contrano, e ſono tali, che moſtrano
tuoſi fatti non cura ; o perchè, aven un uomo pieno di dottrina, e molto
do egli pur colà compagni , queſti ſperimentato in ogni coſa, e che ſo
nondimeno per le continue loro oc no di una vera regola per la vita cri.
cupazioni non poteſſero ogni coſa . ſtiana, e per ben correggere i popoli
notare , nè ſcriverla , o finalmente ſecondo lo ſpirito, e di radunare i mi
perchè, quando queſta ſtoria ſtendeafi, ſcredenti, e gl'infedeli, e condurli all'
coloro morti erano, i quali gli andamen ovile di Gesù Criſto. Le notizie an
ti di Monſignore ſapeano appunto: ma cora de viaggi terreſtri, e maritimi,
non mai fia, che alcuno s'incontri in che fare ſi ſogliono da coloro, i qua
- li
3 I2
li vanno a Regni di Pegò , e di Ava, P A R I G I .
e maſſime quelle, che a medeſimi re
gni appartengono, ſono di vero e Eſſais mathématiques & c. Saggi
nuove in tutto, e belliſſime da ſaper matematici I. Analiſi della ſcienza ,
ſi: che non pur i luoghi ſono deſcrit dell'eſtenſione, del Sig. Hole già re-.
ti , ma eziandio i coſtumi vi s'im gio profeſſore. Preſſo fombert 1781.
parano, e le origini di quelle lingue, in 8
e quale ſia la religione di que” po
poli, e ogni altra coſa, che a quel L'oggetto di queſta prima memo
li s'appartiene, talmente che e'par, ria ſi è di portar nuova luce nella ,
che nulla bramar ſi poſſa di più. Vi Geometria , oſſia nella ſcienza dell'
ſono anche corretti parecchi errori eſtenſione . Molti e molto gravi di
de' geografi , i quali o per inavver fetti trova il noſtro Autore negli ele
tenza, o per troppa credulità imma menti ſinora pubblicati di queſta ſcien
ginati ſi ſono ſino de' particolari re za, ſia relativamente ai principi, che
gni, che regni non ſono ſtati giam ſpeſſo ſono ineſatti od oſcuri, ſia ri
mai. Noi portiamo ferma opinione, guardo ai raziocini , che ſpeſſo pec
che l'amore della virtù, e la brama cano di paralogiſmo, o di petizion di
di belle, ed utili cognizioni , che , principio; ſicchè, ſecondo lui, non vi
vengono da' bei fatti , e dai grandi ha che un ſingolare compenſo di errori,
avvenimenti, invoglieranno molti al che forma la baſe,e il fondamento delle
la lettura di queſta vita ; e ſiamo an primarie verità elementari. Egli pro
che certi, che chiunque leggeralla , pone adunque un ſuo nuovo metodo;
non avrà mai a pentirſi d'averla . ſimile in parte a quello uſato dagli
letta. antichi, ma molto più ſemplice e più
rapido, e l'unico, ſecondo lui, che
poſſa riſchiarare, quanto ſi richiede,
le prime verità di queſta ſcienza, e
portarle al più alto grado di evidenza.

asvasaaaaas»asaesaessmasnas neanasºnºas nasnas nºnesses nas».

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e o


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno. -
Num. LX. 1782. Li 5, Ottobre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A . mentre dimorava in Roma , al qual
ſaggio va pur congiunta una lettera
Specimen variarum leftionum ſacri del ch. Padre Maeſtro Giorgi Agoſti
textus, c Chaldaica Eſtheris addi niano. Dell'uno, e dell'altra ſi die
tamenta cum Latina verſione, ac no de già da noi in queſti medeſimi fo
tis ex ſingulari codice privata biblio gli un'ampia contezza , perchè ora
thecac PIi VI. P. O. M. , edidit, va non abbiamo uopo, che di accenna
riiſque diſſertationibus illuſtravit jo. re le ſole emende, ed aggiunte, che
hannes Bernardus de Roſſi publicus ci preſenta il Sig. Abate de' Roſſi col
in R. Parmenſi academia ſacrarum , la ſolita ſua prodigioſa accuratezza,
& orientalium litterarum profeſſor , e ſagacità. Era già celebre queſto co
ac theologica facultatis Vice- Praſes. dice , oltre l'illuſtrazione de'due men
Accedit e juſdem auctoris appendix de tovati ſcrittori, per la menzione, ed
celeberr. codice tritaplo Samaritano uſo , che aveano fatto del medeſimo
Bibliotheca Barberina , 6- Cenſoris il Peireſc, Morino , Walton , Gaſ
2'heologi diatribe, qua bibliographia ſendo, Le - Long, Wolfio, Bianchi
antiquaria, di ſacra critices capita ni, Caſtelli, Hottingero, Kennicott,
aliquot illuſtrantur : Roma biblio
1782. e più modernamente il defunto Sig.Ja
ſumptibus Venanti Monaldini copo Giona Biornſthal svedeſe. Il Sig.
ola ; in 8. Art. 11. de Roſſi comincia dal dirci, che non
Il fronteſpizio ſteſſo ha potuto fare può riputarſi affatto ſconoſciuto il te
ben conoſcere, che non ſi ferma quì ſto di queſto codice, come pretende
ſolamente la fatica del ch. noſtro Sig. il Signor Biornſtahl, e dopo di lui il
Abate de' Roſſi. L'analogia dell'ar Sig. Hwiid, perchè un ſaggio del me
gomento gli ha perſuaſo di annettere deſimo ſi era già dato dal P. Bianchi
alla preſente ſua opera un appendiº ni, ed alcune altre voci da eſſo avea
de celeberrimo codice Samaritano tri pur deſunte, e prodotte l' Hottinge
taplo bibliotheca Barberina ; ſicco ro. Nota indi gli equivoci preſi da vari
me di un eccitamento maggiore gli è ſcrittori circa il poſſeſſore, e l'iden
ſtato il ſaggio, che di queſto ſteſſo tità di queſto codice. In appreſſo eſa
codice diede due anni ſono il dotto mina l'età del codice ſteſſo, e dopo
Sig. Andrea Criſtiano Hwiid Daneſe , d'aver eſpoſti gli abbagli di alcuni
- Rr biblio
l

ioriº circa alla medeſima , egli tore di queſta verſione, nè trovereb


be egli lontana dal vero quella, che
ſull'autorità , e fede del teſto mſ.,
che gli ha traſcritto fedelmente, e ne fa autore Saadia, giacchè dall'au
comunicato il noſtro Sig. Abate Ama torità di Abu - ſaid ſi rileva , che i
duzzi, e che quivi con tutta accu Samaritani facevano moltº uſo della .
ratezza ſi produce , vi riconoſce in verſione Saadiana , poichè l'ebbero
dubitatamente l'anno 887., il quale, eſſi corretta, e riformata ſul loro te
ſe s'intenda degli anni ſolari ſecondo ſto, ſebbene dopo, rigettata queſta,
il computo Samaritano , cade nell' un'altra ne compilaſſe il lodato Abu
anno di Criſto 15o8., o 15o9.incom ſaid, che era un dottore della nazio
pleto , oppur corriſponde all'anno ne . Ma poichè e per teſtimonianza
1482. , ſe degli anni ſolari vogliaſi di Pocock, e del Sig. Hwiid, il qual
intendere. Concilia poi egli ad un ultimo ne ha aſſicurato per lettera -
tempo ſteſſo inſieme un'era più re ſcritta da Parigi il noſtro Sig. Abate
cente, che quivi pure ſi ha , coll' Amaduzzi, queſta verſione Saadiana,
era più antica, e preſenta inoltre altre che fu ſtampata in Conſtantinopoli l'
epigrafi inedite nella loro foggia ori anno 1546. con caratteri Ebraici, è
ginale, e ſecondo la ſua Latina ver la ſteſſa, che quella , che leggeſi ,
ſione, quali tutte egli di più ci ſcuo ſebbene ſcorrettiſſima, nelle poliglot
pre eſſere in un dettato ritmico, ben te ( il che ha in appreſſo riconoſciu
chè ciò impugnaſſe il lodato Signor to per ſe medeſimo anche il Sig. de'
Biornſthal. Fa egli poſcia varie oſſer Roſſi addivenuto poſſeſſore di queſto
vazioni critiche ſul teſto Ebreo Sa pentateuco Conſtantinopolitano ); co
maritano, e ſulla verſione Samarita sì ſi è potuto pure ravvifare molta
na, che ſi ha nel codice Barberini, diſcrepanza fra queſta , e quella del
e moſtra, che il primo ſegue per lo codice Barberino. A chi dunque ſi
più il teſto Giudaico , e che molto dovrà attribuire queſt'ultima . So
vi ſi diſcoſta la ſeconda ; ſiccome fa ſpetta in primo luogo il Sig. de'Roſſi,
altre critiche oſſervazioni ſopra la che queſta eſſer poſſa lavoro dell'ac
verſione Arabico - Samaritana dello cennato Abu - ſaid ; indi non diſcre
ſteſſo codice, che il noſtro Autore o de, che poſſa anche ſpettare a Giu
reputa fatta ſulla ſemplice Samarita ſeppe Elſahebueſi di Iffa , o Iaffa ,
na teſtè mentovata, benchè ciò non un altro dottore Samaritano , che ,
ſi poſſa generalmente aſſerire, come già traduſſe in Arabo il pentateuco
già gli notificò un altro dotto lette Samaritano in Damaſco, e la di cui
rato Daneſe , il Sig. Jacopo Giorgio traduzione cita il Le Long come eſi
Criſtiano Adler , che ſi aſſunſe non ſtente nella biblioteca Wittiana. Poi
ha guari l'inſigne fatica di traſcri chè poi l' Herbelot mentova un altro
vere qui interamente queſta ſteſſa ver dottore Samaritano, nomato Ioſſuf,
fione Arabico - Samaritana. Diſcende o ſia Giuſeppe Mohadhebeddin , fi
dopoi il Sig. de Roſſi a numerare le gliuolo di Abi - ſaid Alſameri, il Sig.
diverſe opinioni de'dotti ſopra l'au de Roſſi non troverebbe affatto inve
riſi
31 5
riſimile , che queſto eſſer poteſſe lo fargli molto invidiare le ſcienze an
ſteſſo, che l'antecedente, tanto più cora che paiono le più dominanti, e
che l'Herbelot ſteſſo aſſeriſce , che più popolari. Fuori di alcune poche
queſto compì la ſua impreſa ſul pen coſe che poſſono trovarſi quà e là
tateuco, e morì inſieme l'anno dell' ſparſe per gli atti delle accademie e
egira 624 , che coincide nell'anno , noi non conoſciamo altra opera, in
in cui appariſce ſcritto, come notam cui ſiaſi preſa a trattare geometrica
mo di ſopra , il codice Barberini . mente la materia dell'intenſità del lu
Tutte queſte iſpezioni depongono ſem me ſennonchè la Photometria del Sig.
pre più del merito, e del valore in Lambert. Ha trovato ciò non oſtan
comparabile, che in queſto genere di te il noſtro Sig. Foſſombroni una ric
ſtudi rende affatto ſingolare il celebre ca meſſe a raccogliere nel campo già
Profeſſore Parmenſe , al quale noi viſitato da quel ſagaciſſimo geometra
ſempre rendiamo giuſtizia colla mag di Berlino, ſiccome lo moſtrano i nuo
gior noſtra compiacenza , perchè le vi e bei problemi , de'quali egli in
lodi ſono veramente figlie della veri queſto ſuo ſaggio ci preſenta per mez
tà . ( ſarà continuato. ) - zo della più profonda, ed elegante e
analiſi le ſoluzioni . Egli le deduce
A R E Z Z O. tutte da queſt'unico principio aſſai
ovvio, e facile a dimoſtrarſi: che l'
Saggio di ricerche ſull'intenſità del intenſità di un dato lume ſu di una
lume di Vittorio Foſſombroni Aretino data porzione infiniteſima di una qua
. . . . . . . ha c ego mecum lunque ſuperficie , la quale poſſa in
Compreſſis agito labris: ubi quid da conſeguenza riguardarſi come piana,
tur oti è in ragion compoſta del ſeno d'inci
Illudo chartis . . . . . . denza , e dell'inverſa del quadrato
Hor. Sat. IV. Lib. I. della diſtanza del lume; onde facil
Preſſo la vedova Bellotti Stampat. Ve mente ne deriva per immediato corol
ſco, all'inſegna del Petrarca 1781. lario , che conducendoſi dal punto
tra 4, del lume una perpendicolare ſul pia
no di quella porzione infiniteſima il
Una nuova produzione in fatto di luminata, ſiccome il ſeno dell'inci
ſublime Geometria è una coſa che , denza ſarà eguale alla ſuddetta per
ha cominciato a divenire oggi mai un pendicolare diviſa per la diſtanza del
pò rara in Europa, ed in Italia prin lume dal ſito illuminato, ſi potrà per
cipalmente . Quella che ora annun conſeguenza a maggior comodo del
ciamo è tale però da poter rinfran calcolo l'intenſità del lume dirſi an
care le noſtre ſperanze, e farci pre cora proporzionale a queſta medeſima
ſumere che queſto ſtudio nato , ed perpendicolare diviſa per il cubo del
allevato in Italia come quaſi tutti gli la diſtanza del lume dal punto fiſico,
altri poſſa avere tuttavia fra noi un di cui ſi vuol conſiderare l'illumina
numero di ſegreti coltivatori da non zione. Otto in numero ſono i proble
Rr 2 mi
-

16
i tutti egualmente belli ed intereſ. fra loro in ragione della potenza il
ſanti, che ſi ſciolgono con queſt'uni luminante di ciaſcheduno, e ſi trovi
co principio, e quaſi tutti danno oc il centro di gravità de peſi medeſimi:
caſione al noſtro Autore di fare mol ciò poſto ſi congiunga queſto centro col
te profonde , ed opportune analiti punto fiſſo del piano mobile per mezzo
che digreſſioni. Non il più difficile, di una linea, ed eſſendo il piano ſi
ma forſe di maggior uſo degli altri tuato ad angoli retti con queſta linea,
ſi è il primo in cui domandaſi di tro ſoddisfarà alla queſtione. Diffatti con
care in una data linea il punto in ſervandoſi le medeſime, in qualunque
cui va poſto il lume , perchè in un o ſituazione del piano mobile, le diſtan
punto dato di un piano comunque incli ze de' propoſti lumi dal punto fiſſo ,
nato a quella linea ne ſegua la maſ l'intenſità del lume che queſto rice
ſima illuminazione . Può eſſer utile ve da ciaſcheduno de' propoſti lumi ,
queſto problema per ſapere a quale e che ſecondo il principio generale di
altezza debba collocarſi un fanale in ſopra accennato è ſempre proporzio
una torre affine d'illuminare l'imboc nale alla forza illuminatrice moltipli
catura di un porto, o altro; e dal cata per la diſtanza del lume dal pia
la ſoluzione del noſtro Autore ſi ri no, e diviſa per il cubo della diſtan
cava immediatamente che in queſto za del lume dal punto illuminato,
caſo l'altezza del fanale debba ſtare ſarà nel caſo preſente ſemplicemente
alla diſtanza del ſito da illuminarſi proporzionale nelle diverſe poſizioni
come il lato del quadrato alla ſua dia del piano al prodotto della forza il
gonale. Ingegnoſa poi fra le altre è luminatrice moltiplicata colla diſtan
la ſoluzione del probl. V. in cui ri za del lume dal piano del punto il
cercaſi: Eſſendo dato un piano mobi luminato; oſſia, ſoſtituendo un pro
le in tutti i ſenſi ſopra di un punto porzionato peſo alla forza illumina
fiſſo, ed una moltitudine indefinita , trice , proporzionale al momento di
di punti luminoſi, i quali potranno queſto peſo. L'illuminazione adunque
ancora ſupporſi fra loro diſuguali in del dato punto ſarà proporzionale al
forza illuminatrice, trovare la ſitua la ſomma de momenti di tutti i peſi
zione in cui va poſto il detto piano, che s' intendono ſoſtituiti alle forze
acciò nel punto corriſpondente al pun illuminatrici, e che ſono ad eſſe pro
to fiſico ſia maſſimamente illuminato. porzionali. Ma ſecondo i principi del
La ſoluzione che ne dà il noſtro la ſtatica queſta ſomma di momenti ,
Autore , il quale non cerca di far è eguale al momento di tutti i peſi
vana pompa di calcolo fuor di propo conſiderati riuniti nel loro centro di
ſito, e ſolo per abbacinare gl'occhi gravità, epperò, rimanendo i mede
de' meno intendenti, è quanto mai ſi ſimi i peſi, è proporzionale alla di
può generale, e allo ſteſſo tempo ſem ſtanza del centro di gravità dal piano.
plice ed elegante. Si concepiſcano, dicº Dunque l'illuminazione del dato pun
egli , ſoſtituirſi in luogo de propºſti to fiſſo ſarà ancor eſſa proporzionale
lumi altrettanti peſi , i quali ſtiano a queſta medeſima diſtanza del centro
- di
3 17
di gravità dal piano ; e volendo in cioſe e rimarchevoli proprietà in eſſa
conſeguenza che queſt'illuminazione ſcoperte da Giacomo Bernoulli, che
abbia il maſſimo poſſibil valore , bi primieramente ritrovolla, e dal Con
fognerà che ſia maſſima ancora la di: te Fagnano , che tanta cura e tanto
ſtanza del dato centro di gravità dal ingegno poſe nell'analizarla, ha an
piano che paſſa per il dato punto fiſ che quella da altri finora non avver
ſo ; ciò che evidentemente accadrà tita di eſſere illuminata egualmente o
quando la linea che congiunge il cen in ogni ſuo punto da un lume ſitua
tro di gravità col dato punto fiſſo to nel centro di eſſa . Biſogna leg
ſarà perpendicolare al piano. Dunque gere nel libro ſteſſo gl'ingegnoſiſſimi
&c. Se non ha però voluto il Signor metodi d'integrazione coi quali per
Foſſombroni far molto sfoggiare in due diverſe vie il noſtro Autore per
queſto problema il ſuo valore anali viene alla nota equazione della Lem
tico, perchè ha voluto con ragione viſcata (yº +xº)*=xº-yº, e le ,
a queſta vana pompa preferire l'ele nitide ſoluzioni di varie difficoltà che
ganza della ſoluzione e della coſtru potrebbono opporſi alla generalità del
zione, ha trovato poi abbondante , le ſue ſoluzioni, ſiccome ancora mol
e molto opportuna occaſione di far te naturali rifleſſioni, e digreſſioni al
ciò nel probl. VII., il quale ſi pren le quali queſte danno occaſione . L'
de preſſochè la metà del libro , ed amore della brevità, e la natura del
in cui ſi domanda di trovare la cur la materia non ci permettono di dif
va , la quale ſia illuminata egual fonderci maggiormente. Queſta me
mente in ogni ſuo punto da un dato deſima brevità c'impone di paſſar ſot
punto luminoſo. Anche ſenza geome to ſilenzio il bello, e veramente filo
trìa ſi può da ognuno facilmente ve ſofico diſcorſo preliminare intorno
dere che a queſta queſtione ſoddisfa ai progreſſi delle matematiche, pre
il circolo, nel di cui centro ſia il pun meſſo dall'Autore a queſto ſuo ſag
to lucido; e co' ſemplici elementi di gio, ed in cui egli prende principal
Euclide ſi può anche agevolmente di mente a dimoſtrare , che non oſtante
moſtrare che il circolo ſoddisfa egual che ſempre ſi accreſca, e naturalmen
mente ſupponendoſi il lume colloca te debba accreſcerſi il numero delle
to nella periferia ; perchè anche in verità matematiche, pure ciò non .
queſto caſo archetti eguali ſottende arrecherà verun nocumento agli ul
ranno nel punto lucido angoli egua teriori progreſſi di queſte ſcienze; per
li , e riceveranno per conſeguenza - chè ſimplificandoſi ogni giorno più i
egual quantità di raggi. Ma il noſtro metodi d'inventare e di dimoſtrare,
Autore è ſtato il primo ad annuncia accadrà nell'avvenire ciò che per lo
re ai geometri ciò che forſe non ſi paſſato è accaduto, cioè che volumi
ſarebbe sì facilmente ſoſpettato, che intieri poſſano racchiuderſi in poche
oltre il circolo vi è un' altra curva righe .
già molto celebre e nota , cioè la . - - l

Lemniſcata, la quale fra le altre ſpe - - - - - - - - -

FIREN.
3 18
R I R E N Z E. nipote. S'avvisò queſti, che preſto
ſarebbe perita la memoria onorata del
Franciſci Roſſi furiconſulti Floren ſuo valoroſo zio, per quanto grande
tini monumenta poſthuma Latina, 6 foſſe ſtato l'applauſo che ſi era pro
Italica. Florentia 1781. ex typogra cacciato coll'eſercizio forenſe, e col
phia Bonducciana; in 8. diſimpegno delle ſue cariche civili ,
e per quanto diſtinto, e particolare
Vi hanno molti uomini pieni di ſpi foſſe ſtato il credito, e l'amore , che
rito, e di talento, i quali co' ſoli di. ſi era attirato colla ſua leggiadrìa ,
ſcorſi , che ſi ſperdono col vento , coll'eſtenſione del ſuo genio, e delle
deſtano l'ammirazione de circoſtan ſue cognizioni, e con un certo ſale
ti , e de' contemporanei , e reſtano Attico, con cui animava tutti i ſuoi
nel credito di uomini grandi per una famigliari ragionamenti , e rallegra
ſola fiacca, e breve tradizione. Ve va , ed inſieme inſtruiva le brigate,
n'hanno pur altri, che dotati di ugua ſe il pubblico dotto, ed erudito non
le ingegno , ma nemici della fama . aveſſe avuto ſott'occhio verun ſuo
poſtuma, ſcrivono in ſegreto per ſo prodotto , che foſſe come un'auten
lo ſuſſidio della loro memoria , o per tica del ſuo merito letterario, e che
rimedio dell'ozio , nè mai ſi deter aveſſe pur anche formato un depoſi
minano a dare alle loro produzioni to di teſtificazioni per i tardi nipoti.
quell'aſpetto decoroſo, con cui que Se la coſa ſi riguardi in queſto aſpet
ſte ſogliono eſporſi al coſpetto del pub to , chi vorrà condannare la pietà d'
blico; ond'è , che rimanghino ſem un conſanguineo, che ha cercato di
pre in una circoſcritta opinione di far vivere comunque nella memoria
poche perſone, e contrade. Gli ami degli uomini l'onore, e la gloria d'un
ci, ed i parenti, che mal ſoffrono di ſuo attinente? Che torto farà alla ri
perdere ad un tratto il bene, e la . putazione d'un uomo grande , che
memoria di ſimili uomini , quando contro la ſua intenzione ſi pubblichi
avvenga, che la morte li rapiſca al no alcuni ſuoi prodotti deſtinati o
mondo, cercano la maniera di riſar alla ſola iſtruzione ſua privata, o ad
cirſi in parte di ſimili perdite, di rac un puro ſollievo nella ſua ſolitudine
comandare alla poſterità nomi per lo campeſtre di val di Peſa ? Chiunque
ro sì cari, e di dilatare quella ripu pertanto leggerà queſti monumenti d'
tazione, che eſſi in vita non hanno ingegno dell' Auditore Franceſco Roſ
molto cercato . Un uomo di queſta . ſi , fieno i due ſuoi dialoghi Latini
tempra, tendente al diſprezzo d'una ſulla giuriſprudenza forenſe, e ſui
fama ſuperſtite, ſi ravviſi nell'Audi procuratori, ſieno le diſſertazioni ſo
tore Franceſco Roſſi, di cui ora an pra alcune leggi de'digeſti, o ſu qual
nunciamo queſti opuſcoli poſtumi; ed che particolar punto legale, e ſu qual
uno di que” intereſſati propagatori del che paſſo d'Omero, ſieno le due ſue
la gloria poſtuma de ſuoi attinenti ſi elegie Latine, fieno i ſuoi due canti
vegga nel Sig. Clemente del Pace ſuo eroico comici Italiani, ſieno le ſue
COil
I

conſiderazioni morali economiche, e tro eleganti elegie di ſopra indisi"


politiche, o ſia finalmente il ſuo ſpo Il fronteſpizio di queſti opuſcoli è
glio di alcune regole di ſalute eſtrat preceduto dal ritratto dell'Autore in
te da un manoſcritto del celebre Tad ciſo in rame, in cui appariſce, qua
deo Alderotti Medico Fiorentino del le egli fu , mediocre di ſtatura, di
ſecolo XIII. , tutto ſempre collime bello, e giocondo aſpetto, di tem
rà a far conoſcere l' eſtenſione delle peramento aſſai pingue , e di una
cognizioni del defunto , l'abilità di molta vivacità d'occhi annunciante
far coſe più perfette , e limate, ſe quella dello ſpirito. Altri rami orna
aveſſe avuto fantasia di farle , la ma no pure queſta edizione, la quale ,
niera di eſercitarſi in privato per tolti que” difetti , che abbiamo ac
iſtruirſi, e l'oneſto ripiego per allon cennato, avrebbe avuto tutto il ſuo
tanar l'ozio, ed il tedio della vita. merito.
Sarebbe però ſtato deſiderabile, che
aveſſe preſieduto alla correzione del V E R O N A.
la ſtampa perſona più perita , non .
tanto per evitare tanti errori tipogra Le opere di Giuſeppe Flavio dall'
fici, che regnano ſpecialmente nelle original teſto greco nuovamente tra
voci Greche, ma ancora per evita dotte in lingua Italiana, e illuſtra
re tanti errori di proſodia nelle ele te con note dall'Ab. Franceſco Angio
gie Latine, creati per quanto appa lini Piacentino. 7'omi quattro in 4.
riſce dal non aver ſaputo fra le caſe Verona per gli eredi di Marco Mo
ſature dell'originale ſeparare i pen 7°074 ,

timenti delle ultime lezioni , e dall'


avere anche preterite delle voci, che E' gran tempo , che la repubblica
fanno mancanza in quantità. Fra tan letteraria bramava vedere da penna
te di ſimili ſviſte forſe in luogo di leg Italiana un pò meglio trattato, che
gerſi alla pag. 77. già nol fu nel ſecolo decimo ſeſto, lo
Curia, cauſidici, 6 vos o jurgia ſtorico per ſe ſteſſo tanto famoſo Giu
litis, ſeppe Ebreo. Egli è vero, che uo
nell'originale ſarà ſtato ſcritto: mini rinomati in quel ſecolo s'occu
Curia, cauſidici ci vos nunc o jur parono per donarlo all'Italia tradot
3ia litis. to in ſua lingna. Ci ſi adoprarono
Così alla pag. 78. in vece del dirſi : intorno fra gli altri, e un Lauro e
AVec urbis faſtus, nec auri dira e un Bonelli, e un Baldelli. Ma le lo
cupido , ro verſioni, perchè animate da certo
potrà eſſerſi detto dall'autore, come ſpirito di tradurre troppo ſervile, che
uſa frequentemente Ovidio: più ſi cura di rendere il materiale »
AVeve urbis, faſtus, neve auri di della parola, che non il formale del
ra cupido. ſenſo, difetto troppo comune a tra
Lo ſteſſo potrebbe dirſi di moltº altri duttor di quel ſecolo, riuſcirono co
errori, che deturpano le due per al sì grette e malconce, che fra la pol
vere
26
i". dimenticate delle biblioteche la te difficiliſſime deſcrizioni, che ſono
ſciarono a poſteri un deſiderio viviſ ſparſe quà e là per l'opera, e dell'
ſimo di vederne ricomparire alla pub arca, e degli abiti ſacerdotali e del
blica luce l'originale recato di guiſa tempio co' ſuoi ornamenti, e d'eſer
in italico arneſe, che foſſe degno del citi , e di fortezze &c. ben danno
ſuo nobiliſſimo Autore. Tal deſiderio a conoſcere , quanto ſia innanzi il
fu a noſtro giudizio pienamente ap traduttore sì nelle lingue in cui tro
pagato dal Sig. Ab. Franceſco Angio vaſi ſcritto l'originale, sì in quella,
lini colla verſione , che fin da due in cui eſſo lo reca , qualità troppo
anni addietro egli ha data alla luce, eſſenziale, in chi vuol dare una giu
di tutte l'opere del ſoprammentova ſta , ed elegante verſione . Mettono
to Giuſeppe, benchè ſol ora compar compimento a queſta verſione note ,
ſe in Roma. Alla fedeltà, che richie aſſai belle, non già ſoverchie per trop
deſi in un traduttore, egli ha ſapu pa voglia di far l'erudito , ma ſolo
to accoppiare la ſpontaneità ad un . quante richieggonſi al riſchiaramento
tempo e la nobiltà dello ſtile , doti delle oſcurità , che s'incontrano in
che pur di rado ſi trovano ne' tra queſto ſcrittore, più però che baſte
duttori de ſecoli andati, e che met voli a dimoſtrare la molta perizia del
tono la preſente verſione in un grado traduttore non pur nelle lingue ſoprac.
da crederla a prima giunta un'ope cennate, ma nelle orientali eziandio
ra originalmente compoſta in Idioma e nell'Architettura . Se i più famoſi
italiano , non già recatavi da uno ſcrittor della Grecia foſſero ſtati sì
ſtraniero linguaggio. Così bene egli ben ſerviti nel cinquecento, come a
ſa adattarſi alle varie foggie di ſtile lo è ora Giuſeppe Flavio , non pe.
ora piano, or ſublime, or patetico, nerebbono gl'ineſperti del Greco, ſtu
or traſportato , con che va diviſando dioſi però di que ſommi Maeſtri , a
la ſua moltiplice ſtoria l'Ebreo ſcrit riſcontrarci per entro que pregi, di
tore. Il quarto tomo, che la diſtru cui ſi decantano a tutta ragione for
zione contiene di Geruſalemme , è niti: nè vinti da una ſegreta noja ,
fra gli altri una pruova continua di nel leggerli non ſe li laſcerebbono sì
quanto quì aſſeriamo . La proprietà di leggeri cader di mano, e uſcir dal
poi de' termini e delle fraſi , onde e la mente. Si trovano della riferita ,
in queſto, e ne tomi antecedenti ei verſione vendibili alcune copie preſſo
traſporta nella favella italiana le mol Michel Angelo Barbiellini a Paſquino.
Num. XLI. 1782. Li 12. Ottobre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A. critiques ſar la pureté ci - l'integrité


du texte original des livres ſaints de
Specimen variarum lectionum ſacri l'ancien teſtament. Queſta ſua diatri
textus, c - Chaldaica Eſtheris addi ba è diviſa in otto ſezioni , e ſono
tamenta cum Latina verſione, ac no talvolta altrettante diatribe le ſteſſe
tis ex ſingulari codice privata biblio copioſe, ed ample annotazioni, che
theca Pll VI. P. O. M. , edidit , va - ſono in piè di pagina. Moſtra il no
riiſque diſertationibus illuſtravit fo. ſtro Autore in ſul bel principio, quan
hannes Bernardus de Roſſi publicus to giovamento ridondi alla critica ſa
in R. Parmenſi academia ſacrarum , cra dalla cognizione, e confronto de'
& orientalium litterarum profeſſor , manoſcritti Ebraici , e dopo d'aver
ac theologica facultatis Vice- Praſes. encomiato il merito diſtinto , che ,
Accedit e juſdem auctoris appendix de in queſto genere di ſtudi ſi è fatto il
celeberr. codice tritaplo Samaritano ch. Sig. Abate de' Roſſi , ricco , ed
bibliotheca Barberina , 6 Cenſoris intelligente poſſeſſore di ſi fatti mſſ.,
7'heologi diatribe, qua bibliographia obbjetta al Sig. Kennicott l'inguria,
antiquaria, di ſacra critices capita che egli reca principalmente al teſto
aliquot illuſtrantur . Roma 1782. volgato Ebraico. Siccome poi intat
ſumptibus Venantii Monaldini biblio ta è ſinora l'iſtoria degli antichi co
pola ; in 8. Art. III. ed ult. dici Ebreo - Biblici, così imprende ,
ora il P. Fabricy a preparare i ſuſſidi
Dopo le erudite diſquiſizioni del per chi voleſſe incaricarſi di opera ,
celebre noſtro Sig. de Roſſi concorre così ardua, ed utile. Tende appunto
a rendere più ampio, e più intereſſan queſta ſua diatriba a diſcutere i cano
te queſto elegante volume Cenſoris ni, co' quali ſi può ſtabilire la paleo
2'heologi diatribe, qua bibliographia grafia Ebraica, o ſia l'enunciata ſto
antiquaria , cº- ſacra critices capita ria degli antichi codici Ebraici ; e s
aliquot illuſtrantur . Queſto teologo poichè il celebre Daniele Erneſto Ja
non è altri , che il dotto P. Maeſtro blonski propone per uno de'canoni,
Gabriele Fabricy , autore in iſpecie atto principalmente a definire la vera
dell'inſigne opera, des titres primi età di queſti codici, la non interrot
aifs de la revélation , ou conſiderations ta continuazione, e ſerie delle paro
Sſ le
3 22
le nella ſcrittura de medeſimi codici, lapidi, nelle tavole , e nelle meda
perciò il noſtro Autore s'accinge ad glie, trova ben ragionevole , che ,
eſaminare il valore, e la ſuſſiſtenza non diverſa ſia ſtata la maniera ſer
del ſuddetto canone. Per venire in . bata dagli amanuenſi per ſcrivere ſui
chiaro del ſuo propoſito trova neceſs codici. In ſeguito di ciò ſi fa carico
ſario indagare, qual foggia di ſcrive ſpecialmente de papiri Ercolaneſi, e
re ſerbaſſero i più antichi popoli di di un frammento Greco - Copto dell'
oriente: perſuaſo, che Mosè, e gli Evangelo di San Giovanni , e di al
altri ſcrittori de ſacri volumi avran tri frammenti ſolamente Copti , del
no non altrimenti, che quelli, ſerba quinto ſecolo almeno, che poſſiede il
to lo ſteſſo tenore di ſcrittura. Que ch. Monſig. Stefano Borgia , i quali
ſto ſuo diviſamento l'ha quindi porta tutti preſentano interpunzioni, e ſe
to ad eſaminare la più antica forma parazioni d'una parola dall'altra, e
delle lettere, e la diverſa , e varia moſtrano quindi, quanto ſia dubbio,
maniera di ſcrivere degli antichi, an ed incerto, e ſi potrebbe dire anche
che preſſo i popoli occidentali, con falſo, il ſopraenunciato canone di Ja
ſultando i ſcrittori più celebri , che blonski. S'aggiunga a ciò l'uſo an
ſi ſono occupati circa queſto argomen ticamente introdotto di ſcrivere i verſi
to. I primi monumenti pertanto, ſu ſeparati, e queſti di più diviſi in mem
quali egli porta le ſue conſiderazioni, bri, quando appunto trattavaſi di li
ſono le tavole Etruſche Eugubine; a bri ſacri non ſolo preſſo gli Ebrei ,
queſte ſuccedono le Greche iſcrizioni ma anche preſſo i primi Criſtiani. Pre
le più antiche, e particolarmente la meſſe queſte nozioni generali, che a
Sigea, che hanno le ſue interpunzio accompagnate dalla più ſcelta, e co
ni; e termina col celebre verſo di Eu pioſa erudizione formano come un ar
ripide, dipinto ſui muri di Ercolano gomento di forte illazione, diſcende
colle note proſodiache, e colle diſgiun poſcia il dotto noſtro Autore alla ma
zioni delle parole. Nel tempo mede niera particolare, che fi trova uſata
ſimo non diſſimula altri pure molto dalle nazioni ſteſſe d'oriente, e ſpe
antichi monumenti, che mancano d' cialmente dagli Ebrei, dai Siri , e s
ogni interpunzione. Ciò, che vedeſi dagli altri, qualora ſi trattava di ſcri
praticato nei monumenti degli Etruſ vere i ſacri volumi. Gli naſce quin
chi, de' Greci, e de Latini, non va di la neceſſaria opportunità di ragio
dubbio, che non abbia avuto origi nare dell'antichità de punti vocali ,
ne dai popoli dell'oriente. Frattanto ſi degli accenti, chiamati diſtinguenti,
fa a indagare le lettere primigenie, che e pauſanti, e delle note diacritiche;
ſtabiliſce XXII.,e tante appunto vuole e tutto ſempre coſpira a fargli ragio
eſſer ſtate le antiche Fenicio - Ebrai ne ſul punto di impugnare la preteſa
che, e le Greche nate da queſte ; e continuazione, e ſerie di voci prati
quindi dietro queſte, ed altre nozio cata dagli antichi Giudei nei loro li
ni eſaminate le epigrafi ſegnate nelle bri. Incalza egli in appreſſo lo ſteſſo
,
-- - argo
9

argomento rapporto agli ſteſſi codici devole, e prezioſo, ſi siasi


Ebreo - biblici, che è il punto prin che l'eleganza della ſtampa , ed il
cipale del ſuo aſſunto , e per riuſci nitore della carta, pregi non comu
re in ciò vittorioſamente impugna tut ni ad ogni ſorte di libri, che in così
te le obbiezioni contrarie degli eru enorme copia produce il noſtro ſecolo.
diti , ſpiega in ſuo favore un paſſo
di Elia Levita , dichiara il vero ſen N A P O L I.
timento degli antichi ſcrittori Giu
daici, ſieno Cabbaliſtici, ſieno Me Memorie degli ſcrittori del regno
draſchici, e confuta in iſpecie il fa di Mapoli raccolte, e diſteſe da Eu
moſo Sig. Kennicott . Queſte, ed al ſtacbio d'Afflitto Domenicano Cuſtode
tre coſe molte , che ſiamo coſtretti del Muſeo , e della Galleria de'
paſſare ſotto ſilenzio, concorrono tut aadri che ſono nel R. palazzo di
te ad atterrare il già eſpoſto canone Capodimonte. Tomo I. AVella ſtampe
Jablonskiano, che è il terzo . Ma , ria Simoniana 1782. in 4. Si vende
non laſcia intatti neppure gli altri ca da Gregorio Settari librajo al corſo
noni reſtanti, e ſul punto del deter all'inſegna d'Omero.
minare l'età de' codici mſſ. fiſſa cri
teri aſſai più certi di quelli, che avea Il P. Euſtachio d'Afflitto merita
no preſentati Jablonski, Houbigant, mente preſcelto da S. M. Siciliana per
Kennicott, ed altri eruditi . Tocca , l'impiego di Cuſtode del Muſeo, e
perfine il ch. Padre Maeſtro Fabricy della Galleria di Capodimonte , ri
aſſai rapidamente anche la materia de maſto vacante per la morte del cele
gli altri codici orientali, quali ſono bre P. della Torre , ſin dal maggio
i Siriaci, i Cufico-Arabici, gli Etio dell'anno 1778. avea manifeſtato al
pici, ed altri , e trova pure in eſſi pubblico il diſegno ch'egli avea d'il
manifeſtiſſimo uſo d'interpunzione , luſtrare , e far meglio conoſcere la
e diviſione coſtante delle parole; ma ſtoria letteraria, e la Bibliografia del
ciò, che ora ſu queſta parte di orien regno di Napoli, fecondo in ogni tem
tale paleografia non ha potuto più po d'illuſtri coltivatori delle più ſu
ampiamente eſporre, come egli deſi blimi ſcienze egualmente che della ,
derava, promette di eſeguire fra bre più amena letteratura . Queſto ſuo
ve tempo con un'appendice. Queſta programma riſvegliò una nobile riva.
poi non ſolamente perfezionerà l'in lità nell'animo di alcuni letterati Na
tero argomento dell' antichità de'mſſ. poletani, ſicchè quaſi contemporanea
Ebreo - biblici, ma comprenderà an mente non ſolo ſe ne videro uſcire a
che altri capi di ſacra critica , pe' molti altri, ne'quali o tutta o una
quali il noſtro Autore ſi trova pro qualche parte della bibliografia Na
veduto delle più rare, ſquiſite , e , poletana ſi promettea di volere illu
profonde cognizioni. Al valore de'due ſtrare, ma ſi pubblicarono ancora o
inſigni ſcrittori, che ſi ſono uniti per opere rimaſte fin allora inedite, co
rendere queſto volume più ragguar me quella del Chioccarelli de illuſtri
2 bus
324
bus ſcriptoribus regni AVeapolitani , cominciata , altrettanto prevediamo
che fu da noi a ſuo tempo riferita , dover riuſcire aſſai voluminoſa.
od anche opere nuove, come quella
del Sig. Abate Franceſco Antonio So V E N E Z I A.
ria ſu gli ſtorici di quel regno. Que
ſta rivalità dentro caſa, benchè ab Lettere Seneſi di un ſocio dell'Ac
bia aggiunta difficoltà all'eſecuzione cademia di Foſſano ſopra le belle ar
dell'opera - che meditava il Padre d' ti. Tomo I. In Venezia preſſo Giam
Afflitto, poichè ſe non altro egli ſi batiſta Paſquali 1782. in 4. -

vedea così privato di molti coopera E' impreſa degna de' Monarchi, che
tori , che gli avrebber ſenza queſto aſpirano al vanto di Auguſto, e di
preſtata la loro aſſiſtenza, non ha pe Aleſſandro il rivendicare alla noſtra
rò prodotto altro effetto ſennonchè patria parte de' ſuoi pregi antichi ,
quello di aggiugner nuovi ſtimoli al cercandone gli avvanzi prezioſi ſu
noſtro Autore per rendere il ſuo la le veſtigie del barbarico furore ,
voro più perfetto e limato, e più de e tra le rovine degli edifizi più riſ
gno di comparire in concorrenza di pettabili della Grecia, e dell'Italia.
altri. Noi ſiam certi che così ne giu E'impreſa degna degl'ingegni più fe
dicheranno inſieme con noi quei che lici, e dalle ſtorie, e dagli archivi,
vorranno prendere in mano queſto pri e dalle lapide , e dagli avvanzi me
mo volume per ammirarvi , ed aſſapo deſimi raccogliere i lumi neceſſari
rarvi le intereſſanti ed erudite noti per additare queſti monumenti ai prin
zie, che ci ſi porgono ſia nel teſto, ſia cipi, acciocchè eſſi maturando il frut
nelle opportune note colle quali il te to degli ſtudj del letterato, coll'ope
ſto viene arricchito in piè di pagina, ra loro autorevole riſorgano quelli
e che ſono principalmente dirette a . dall' oblivione, e tornino a porgere
rilevare molti e molto importanti ab giocondo ſpettacolo agli amatori , e
bagli preſi dal Mazzucchelli, o da al a preſentare modelli nuovi del ſapere
tri che in genere hanno ſcritto di bi degli antichi agli ſtudioſi del diſegno.
bliografia Italiana, e più ſpeſſo an Roma iſteſſa che era ſubentrata alla
cora per correggere quei che prima Grecia cadente nel vanto della pit
del noſtro Autore han trattato l'ar tura, ſcultura, e architettura, non
gomento de' ſcrittori Napoletani, co invidiava alla Toſcana , il pregio di
me il Tafuri, il Toppi, e il Chioc aver cooperato prima dell'altre par
carelli . Queſto I. volume non con ti del globo al riſorgimento delle tre
tiene che la lettera A. ( tanta è la arti ſorelle; e contenta dello ſpetta
copia de materiali , de quali l'Au colo ognora nuovo di nuove ſcoper
tore è dovizioſamente fornito per la te di antichi belliſſimi monumenti ,
ſua impreſa ); ond'è che noi gli au facilmente credette al Vaſari, che fu
guriamo lunga vita, e placido ozio perſuaſo doverſi quella felice rivolu
per condurre a fine un'opera, che a zione alla capitale della Toſcana iſteſ
quanto vediamo eſſere ſtata bene in ſa . Ora però eſſa gode nell'impre
ſa.
- 325
ſa del celebre , e dotto Padre Gu dre delle bell'arti , e infine ſpiegaſi
glielmo della Valle Minor Conventua a coſa ſi riduca la Filoſofia dell'arti
le , che dagli archivi, e da mſſ. e dai ſta. Si potrebbe opporre all'Autore,
monumenti medeſimi raccogliendo tut perchè alcuni bravi artiſti ſenza i lu
te le tracce della piccola luce, che mi dell'accennata Filoſofia ſiano di
a noi pervenne dal bujo de ſecoli di venuti celebri profeſſori dell'arte lo
mezzo, ſeppe addittare l'errore, in ro, e che all'oppoſto 'l più de'mo
cui ſinora ſtette l'Italia circa l'epoca derni con molte cognizioni non con
preciſa dell'arte, e circa le notizie di ſeguiſcano il pregio dell'opera: ma .
coloro, che coſpirarono al ſuo riſor l'Autore in parte in queſta lettera ,
gimento. A Piſa egli accorda in pri e in parte nelle ſuſſeguenti ſcioglie e
mo luogo queſto vanto ; indi a Sie queſte difficoltà. La natura, dice egli,
na, e per ultimo a Firenze. Quan è la prima maeſtra di Filoſofia, e o
tunque di tutte e tre le ſcuole To quando eſſa il vuole ſomminiſtra .
ſcane egli ragioni per incidenza, pure ad un artiſta tutte quelle felici diſpo
la mira principale dall'Autore è di teſ ſizioni, che l'arte non può creare ,
ſere la ſtoria della ſcuola Saneſe, che e che i precetti malamente dati invi
comincia dal ſecolo XII., e chiudeſi luppano piuttoſtochè ſviluppino ſenza
col XVII. Sarebbe deſiderabile, che l'apparato di logica , di metafiſica,
chi imprende a ſcrivere una ſtoria di e di fiſica. Siegue una lettera diretta al
belle arti foſſe veramente Filoſofo , Sig.Card. Giambattiſta Rezzonico ſopra
vale a dire , aveſſe tutte le cogni il meccaniſmo dell'arte ; in eſſa l'A.
zioni, o almeno moltiſſime ; perchè pretende , che i cattivi maeſtri più
ora ſi richiede il fiſico ad eſaminare di tutto abbiano dato luogo a quel
il meccaniſmo dell'arte, ora il meta detto : ars longa : vita brevis . Lo
fiſico ad analizzare le idee degli arti ſtile ſecco, minuto ed angoloſo di Pie
ſti relativamente à diverſi tempi , in tro Perugino, di Matteo da Siena, di
cui o bene, o male eſſi le ſpiegaro Maſaccio, e di Mantegna è da eſſo
no nelle loro produzioni; e così di riputato il migliore per formare de'
ſcorrendo. Il chiariſſimo Autore nelle bravi artiſti. Le loro opere ſono una
lettere preliminari, che ſono dirette ſcuola parlante di diſegno, e di no
a diverſi perſonaggi illuſtri d' Euro tomia eſatta, e ſcrupoloſa ; e ſono
pa, dimoſtra la vaſta , e profonda ſua la migliore grammatica dell'arte per
erudizione , ed acciocchè queſta non la ragione che ci detta eſſer più fa
ſia, come ſi ſuol dire, polvere get cile l'andar innanzi bene, caminan
tata negli occhj, cita bene ſpeſſo i do paſſo paſſo , che con paſſi incer
luoghi degli Autori più riſpettabili , ti , e ſpeſſo falſi dalla meta tornar
relativamente alle materie, delle qua addietro per coreggerli, giudica l'Au
li egli ſcrive. La prima lettera è di - tore eſſer più facile , che un giovi
retta al Sig. Principe Chigi, e in eſſa ne ſtudiando ſopra i citati artiſti, s'
ſi ſtabiliſce, che la Filoſofia è la ma accoſti a Rafaello, a Corregio, e fi-.
mili,
326
mili , di quello ſia , pigliando a un veſi il magnifico ſtabilimento di Pie
tratto queſti illuſtri pittori per modelli. troburgo deſtinato in parte ai giova
Dalla ſcelta de' materiali dipende la ni ſtudioſi del diſegno . Viene dopo
conſiſtenza delle produzioni dell'ar quella indirizzata al Sig. Commenda
te. Gli antichi vi ponevano , dic' tor fra Raimondo S. Martino di S. Ger
egli, ogni ſtudio, e i moderni che di. mano, e tratta della fiſonomìa. Seb
pingono in tela, vedranno paſſare ai bene a detta del più ſavio di tutti
poſteri le tavole di Guido da Siena, gli uomini il cuore dell'uomo ſia im
e di Giotto , mentre eſſe per la poca penetrabile agli occhi altrui ; pure l'
loro conſiſtenza corrono alla diſſolu Autore con oſſervazioni filoſofiche e
zione. L'Autore da fiſico eſamina il fatte ſopra l'uomo medeſimo non ci
meccaniſmo delle varie arti in queſta toglie di ſperanza di poterlo in parte
ſua lettera. La terza lettera è detta ſcoprire negli adulti, oſſervando ſul
ta dall'umanità al Sig. Linguet, men viſo di eſſi l'impreſſioni che ci la
tre egli ſtava nella baſtiglia di Pari ſciano le paſſioni predilette che ne
gi, e incomincia così. Voi non con formano il carattere. La quale ſco
cepiſte come i giganti del ſecolo il fol. perta tanto più è facile ne fanciulli,
le penſiero di cacciare Giove dal cie i quali non ſanno coprirſi . E' intereſ
lo , o di rendervi immortale come , ſante la lettera ſeguente, dedicata al
Eteroſtato, ardendo il tempio. Il ri Sig.Cardinale de Bernis.Eſſa tratta del
ſpetto, che moſtrate per la religione eſig. la compoſizione ; ma ſiccome queſto
ge da tutti coloro, che lº amano, un eſtratto creſcerebbe di troppo analiz
tributo di gratitudine &c. Si tratta quì zando ogni coſa, rimetteremo gli ama
dell'unione, e vicendevole ſoccorſo tori all'opera medeſima. Non poſſia
delle bell'arti: Paſſa quindi l'Auto. mo per altro diſpenſarci dal far men
re a trattare dell'utilità dell'accade zione delle più intereſſanti. Tale è la
mie , e oſſerva , che i motivi , per diretta a Monſignor Stefano Borgia .
cui da prima s'induſſero gli uomini alla Segretario di Propaganda , in cui ſi
ſocietà ſono preſſo a poco gl'iſteſſi, tratta delle vicende dell'arte dopo l'
per cui gli uomini colti ſtabilirono le era Criſtiana. Queſt'argomento da .
accademie per intrattenervi , come o altri toccato, ma non ſviluppato ab
ſcrive un celebre autore, quel fuoco baſtanza, laſciavaci ſe non nell'erro
che vi acceſero gli uomini di genio. re , almeno nell'incertezza del Vaſa
La lettera è indirizzata al ch. Signor ri , che il mondo per il giro di più
Ab. Gioacchino Pizzi cuſtode gene ſecoli ſia ſtato ſenz'arte, e ſenza ar
rale d'Arcadia . Segue un'altra lette tiſti, o almeno ſiano queſti ſtati così
ra indirizzata al Sig. Betzki, in cui meſchini, che di niun conto ſi deb
ſi tratta dell'educazione degli artiſti, bano riputare. L'Autore con monu
e per incidenza ſi fa l'elogio a Ca menti raccolti dalla ſtoria eccleſiaſti
terina II. Sovrana delle Ruſſie , alla ca, e da altri ſcritti dimoſtra che in
liberaliſſima umanità della quale de ogni tempo ſi ſcolpì, ſi fabbricò e ſi
v.
- dipin
327
dipinſe, bensì con diverſità notabile. ſa di S. Salvator all'Iſola ſeguita nel
Riconoſce egli queſt'effetto dalla ſtret 1oo I., la quale tuttavia eſiſte bene
ta unione, che queſt'arti hanno colla conſervata: entro di eſſa, e ſotto l'
religione : produce più d'un monaco altar maggiore vi è un baſſorilievo
che ſtudiò, e ſi applicò bene nelle arti. con un'iſcrizione , fedelmente inciſa,
Avvertiamo di paſſaggio gl'intendenti i di cui caratteri hanno una riſpetta
a non traſcurare la lettera diretta al bile antichità in fronte. Siegue una .
Sig.Conte di Tonengo Torineſe, in cui lettera al Sig. Abate Tiraboſchi, che
ſi tratta dell' influenza del clima, e contiene le notizie generali del duo
del governo ſu le belle arti , perchè mo Saneſe, che è uno dei più com
vi ſono delle pennellate piene di ve piti monumenti del medio evo, e in
rità , e ingenue ; il clima , dice l' ſieme dei più belli nel ſuo genere. L'
Autore, può di molto, ma più ne può Autore ſcrivendo al ch. Signor Don
il governo , e la legislazione . Ve Franceſco Daniele iſtoriografo di S.
getano appena i Turchi colà , dove M. Siciliana parla di Federico II. ,
fiorirono i Platoni , i Socrati , gli e ne riporta in fine il ſepolcro e o
Apelli, e i Fidia. Siccome quella al l'arco di lui eſiſtenti nella Sicilia .
Sig. Angelo Quirini ſopra l'utilità Queſti due rami ſono intereſſanti
de viaggi . L'Autore vorrebbe che non già per l'accuratezza del diſe
tutti gli artiſti di genio ſi fiſſaſſero gno , ma perchè provano il guſto
in Roma almeno per ſino a che non di Federico , e ci ſomminiſtrano il
foſſero eccellenti. Segue il proſpetto nome di un architetto Piſano poco
di Siena diretto al Sig. Marcheſe Gri men che ſconoſciuto . Di fatti Bar
ſella, Patrizio Caſalaſco , In eſſo ſi tolommeo Piſano non trovaſi nella .
tratta dell' origine di Sieha , del ſerie degli architetti del ſecolo XIII.
ſuo governo prima del ſecolo XIV. Al Signor Abate Carli s'indirizza ,
delle ſue vicende, del ſuo clima e ſuo la deſcrizione di due tavole , ripu
commercio ; ſi fa una breve apologia tate anteriori al ſecolo XII. Segue a
della crociata e dell'influſſo di queſte la deſcrizione di un Crocefiſſo getta
cauſe ſopra le belle arti . Al Signor to di bronzo coll'anno il 29 diretta
Cardinale Zelada ſono indirizzati gli al Sig. Guglielmo Antonio della Val
ſtatuti antichi de' pittori di Siena , le ; e in una al celebre Sig. Dottor
che offrono molte notizie curioſe, e Baldaſſari ſi dà la deſcrizione di al
intereſſanti: ſono ſcritti con dettatura cune chieſe del ſecolo XII. circa. La
di lingua toſcana grazioſa, e offrono lettera che tratta di Fontebranda è
un grandiſſimo numero di artiſti, go indirizzata al Sig. Conte Marco Car
vernati con leggi relativamente a tem buri. L'Autore prende occaſione di
pi ottime. La lettera diretta al Padre accennare i motivi , per cui alcuni
Maeſtro Vipera Generale de Minori ſcrittori, e ſpecialmente i Fiorentini di
Conventuali di S. Franceſco ſi raggi cono pazzi i Saneſi . Quella che ſe
ra intorno alla fondazione della chie gue è indirizzata al Sig. Cav. d'Agen
- COUlft
328
court Franceſe, e ſi raggira intorno A M S T E R D A M.
ad una tavola di Guido da Siena del
122 1. , e alcune altre Madonne an Ratio occurendi morbis a minera
tiche. Non ſono da diſprezzarſi i dub lium abuſa produci ſolitis . Auttore
bi dell'Autore intorno al riſorgimen 7'heodorico Petro Coels coll. med. Bru
to della pittura in Italia. Egli niega scell. Doci. Apud van Harvart 178i.
doverſi a Greci , eſſendovi circa al 12. in 8. -

ſecolo degl' Italiani migliori de'Gre


ci, i quali dopo lo ſcioglimento dell' I minerali de'quali in queſt'ope
Impero Romano diedero all'arie del retta ſi tratta, ſono l'oro, l'argen
le loro figure uno ſpavento incredi to, il rame, il ferro, il piombo, lo
bile , che dura quaſi inſino a noi . ſtagno, l'argento vivo, l'antimonio,
Nel muſeo pittorico del Sig. Avvo l'arſenico , gli acidi minerali , gli
cato Mariotti , che è in Roma , ſe alkali fiſſi minerali, le pietre e terre
ne vedono le pruove palpabili . Al calcaree , le pietre e terre geſſoſe ,
Sig. Don Ciro Minervino ſi accenna lo zolfo , e lo zinco. Queſta raccol
no i ſcolari di Guido da Siena , e ta di oſſervazioni ſugli effetti nocivi
gli altri artiſti del ſecolo XIII., del di queſti corpi ſia in ſoſtanza , ſia ,
qual ſecolo ſono indubitatamente gli nelle loro diverſe preparazioni , e
ſtatuti degli ſcultori Saneſi indirizza de' rimedi più adatti per ovviarvi, è
ti al Sig. Maccioni profeſſore di leg fatta con buona ſcelta, e moſtra che
gi in Piſa. Tutto ciò non è che un l'Autore ha ſaputo profittare delle e
cenno di queſt'opera intereſſante, e moderne ſcoperte , e riunire in un
piena di erudizione; e all'Autore noi piccol volume ciò che ſi trova ſpar
auguriamo ſinceramente un mecenate ſo in tanti altri. Si aggiunge infine
potente, non meno, che conoſcito di queſt'opuſcolo una breve appen
re, il quale faccia incidere, come a dice in cui ſi danno alcuni neceſſari
egli ſpera, i capi d'opera della ſcuo avvertimenti da praticarſi, ed averſi
la Saneſe, per cui ſi veggan ne'mo preſenti da quei che lavorano ne'luo
numenti iſteſſi le verità , che ſi an ghi ſotterranei per garantirſi dai per
nunziano colle lettere accennate. nicioſi, e qualche volta mortiferi ef
fetti delle minerali eſalazioni.
Num. XLII. 1782. Li 19. Ottobre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. che ha ſtabilito & c. ſieno conformi
in tutto a ciò che i Profeti avevano
Caratteri del Meſſia verificati in di lui antiveduto. Sono innumerabi
Gesù di Nazaret, fatti ſtampare in li le opere contro i Giudei quaſi ſi
Italiano dal Rev. Sig. Don Franceſco no da primi ſecoli della chieſa . Il
Rovira Bonet Rettore de Catecumeni o grande Euſebio Veſcovo di Ceſarea,
e Paroco del SS. Salvatore, e S. Pan fra gli antichi, e il celebre Uezio Ve
taleo a Monti. In Roma 1782. Per il ſcovo d'Auranches fra i moderni, ſa
Giunchi. Tomi 2. in 8. ranno ſempre riputati tra i primi ſcrit
tori, che abbiano trattato di queſta sì
Perchè queſt'ottimo trattato ſcritto importante materia , come ne fanno
originariamente in Franceſe dal Sig. una chiara pruova le famoſe loro ope
Clemence diveniſſe famigliare anche re, che portano il titolo di dimoſtra
nel noſtro idioma , non potea più ac zione evangelica. I Giudei però, ſeb
conciamente giungere in altre mani, ben convinti , pure infleſſibili nella ,
che in quelle del Sig. Rovira Bonet. loro pertinacia, hanno oppoſto i loro
Egli che quì in Roma preſiede all'im ſcrittori; ma per quanto ſi ſieno in
portante affare della converſione de' gegnati di ſoſtenere, che le profezie
Giudei, può avere tutto il diritto di ſieno oſcure, che il loro ſenſo ſoffra
giudicare dell'eccellenza di un ſiffatto qualche alterazione tra gl'interpreti,
libro ; ed avendocene procurata la . e per ſino ancora, che il Meſſia non
verſione, affidati nella di lui gran co ſia ſtato promeſſo , pure come dagli
gnizione della lingua Ebraica , e di altri confutatori, così dal noſtro Au
ſiffatte materie , non poſſiamo non ap tore ſi diſſipano tutte le nuvole ; e
plaudirne il penſiere, e lodarne l'eſe dandoſi una vera idea dell'inviato di
cuzione. Il titolo ſolo manifeſta ba Dio, ſi appoggia queſta ſopra diver
ſtantemente l'intenzione dell'Autore, ſe predizioni, per ricavarne i ſei prin
che in ſoſtanza non è altra , che di cipali caratteri, che ſembrano rende
far vedere che la condizione , nella re il Meſſia più particolarmente per
quale è comparſo Gesù di Nazaret, le cettibile nel corpo de'profetici ora
ſue qualità perſonali, le ſue azioni, il coli ; ciò che forma l'oggetto del
tempo in cui è venuto , la religione 1. libro ; quindi ſotto la ſcorta de'
- T t Vati
33 o - -

Vaticini di Giacobbe, di Daniele, di buono che ſi mettano loro nelle ma


Zaccaria, di Aggeo, e di Malachia, ſi ni cotai libricciuoli iſtruttivi, e faci
fiſſa nel 2. il tempo della naſcita di li allo ſteſſo tempo, qual è quello ,
Gesù ; e finalmente nel 3., applican- - che ora annunciamo -. Si-accennano
ſi a Gesù Criſto i caratteri del Meſ. in queſto gli argomenti , coi quali
ſia ſtabiliti nel primo, e giuſtificaſi co' evidentemente ſi dimoſtra che la chie
fatti notori cavati dagli Autori con fa non è collegio, ma ſtato . E'pro
temporanei , che in lui , e ne ſuoi prio de'collegi, che tutta la loro po
diſcepoli ſi ſono adempite tutte le , teſtà l'abbiano dal principe : or' la .
predizioni relative al Meſſia eſpoſte ne' chieſa ebbe tutta la ſua poteſtà non
primi due libri . Le pruove che ſer dagl' impetatori , o Re, ma da Cri
vono a corroborare l'aſſunto , ſono ſto, dal quale ebbe il Batteſimo, che
eſpreſſe colle più preciſe idee , ed il fa membro della medeſima, e tutti gli
raziocinio che è tutto appoggiato ſo altri Sacramenti , che uniti manten
pra i teſti della ſcrittura, e ſulla teſti gono i membri nella ſocietà della chie
monianza degli antichi traduttori, Pa fa : ebbe la fede , e tutti i precetti
rafraſti, e Dottori della Sinagoga, non della legge Evangelica , co' quali ſi
può eſſere più vittorioſo. Se il prin regge , e governa la Religione Cat
cipal merito dell'opera è dell'Auto tolica . Se la chieſa foſſe Collegio,
re Franceſe, non ſi potrà negarne una non ſarebbe più una , e cattolica o
gran parte anche al Sig. Rovira, tan univerſale, ma ſarebbero tante chie
to per aver regalato all'Italia que ſe, quanti i Principi, che comanda
ſta verſione, quanto per averla arric no ai fedeli criſtiani in tutto l' uni
chita di una lunga appendice, e di co verſo ; perchè diverſi ſarebbero i ca
pioſe note, tutte degne d'una penna pi , diverſi i riti e precetti ſecondo
criſtiana, ed erudita. l'arbitrio de governanti, nè i fedeli
A S I S I . d'un regno avrebbero unione con ,
Rreve eſpoſizione della giurisdizione quelli d' un altro , e ſoggezione ad
della chieſa, o ſia fondamenti del gius un medeſimo capo - Eſſendo la chieſa
canonico: Edizione ſeconda Qui pote ſtato, per neceſſaria conſeguenza de
ſtati reſiſtit, Dei ordinationi reſiſtit : ve avere podeſtà libera, ed indepen
qui autem reſiſtunt, ſibi ipſi damnatio dente ſopra le coſe , che ſono pro
nem acquirunt. Rom.Cap. 13. Per Ot prie del ſuo ſtato: e queſta podeſtà,
tavio Scariglia ſtamp.veſc. e publ. 1782. laſciando altri teſti , diede Criſto e ,
Si vende nella ſtamperia Salomoni ſul in modo ſingolare a S. Pietro, quan
la piazza di S. Ignazio . do gli diede le chiavi : C5 ego dico
Giacchè oggi mai quaſi tutti, ben tibi,quia tu es Petrus, ci tibi dabo cla
chè nulla ſappiano di teologia, e di res Regni Caelorum (Matth. 16. ) e
diritto canonico, vogliono pur diſcor comunemente agli Apoſtoli quando co
rere di punti ſpettanti alla giurisdi mandò lorò di promulgare la ſua leg
zione della chieſa, perchè ne diſcor ge in tutto l'univerſo. Data ei mi
rano meno male che ſia poſſibile, è bi omnis poteſtas in calo e in terra ;
d'll 2 td S
I

euntes ergo docete omnes leges. Matth. verſità di Macerata, riſardanti


28. S. Pietro, e gli altri Apoſtoli eſer nota intorno alla famiglia Grizi inſe
citarono con libertà , e independenza rita nella prefazione al primo 7'omo
la podeſtà data loro da Criſto col pre delle lettere di uomini illuſtri dal me
dicare, coll'adunare concili, col for deſimo Sig.Ab.pubblicate. Dalla ſtam
mar canoni, col fondar chieſe col crear peria Bonelli 1782. in 4. -

veſcovi, col congregarci i nuovi fede


li alla partecipazione de ſanti miſteri . Con queſta lettera ſtampata in Jeſi
Ma per la conſervazione e buon regola nella ſtamperia Bonelli, diretta al
mento della chieſa non baſta la poteſtà Sig. Ab. Giambattiſta Tondini e cor
direttiva e perſuaſiva, fa d'uopo anco redata da documenti incontraſtabili in
ra la poteſtà coattiva , ſenza di cui ſeriti nel fine della detta lettera , ſi
niuno ſtato può mantenerſi. Anche di prova d'avere errato il dotto signor
queſta ſi prevalſero gli Apoſtoli; e San Ab nell'aſſertiva che la famiglia Gri
Paolo ſcrivendo ai Corinti ſi proteſta zi è da qualche tempo eſtinta, e nella
che non perdonetà ai diſubbidienti, e ſuppoſizione che detta famiglia non
che uſerà con eſſi della podeſtà, che tragga la di lei origine dalla nobi
Dio gli ha dato: in promptu habentes liſſima de' Baglioni di Perugia , ma
alciſci omnem inoledientiam 2. Cor. 1o. paſsò in feſi da Monte Filattrano ter
cº- c. 13. Si venero iterum non parcam. . ra nobiliſſima della Marca . L'erro
ut non praſens durius agam ſecundum neità di queſte due ſuppoſizioni reſta
poteſtatem, quam dedit mihi Dominus - manifeſtata quanto alla prima coll'Ar.
Su queſti sì ſtabili fondamenti s'appog bore genealogico giuſtificato pieniſſi
gia il diritto, che ha la chieſa di ſtabi mamente , dal quale riſulta vigente
lire tutti i mezzi pertinenti al conſegui ancºra in Jeſi la detta nobiliſſima fa
mento del ſuo fine, come la predicazio miglia Grizi nella perſona del viven
ne, l'amminiſtrazione de'Sagramenti, te Antonio Grizi per retta linea diſcen
i Miniſtri, il culto eſteriore le pene ai ºente, e rieſce tanto più difficile a
traſgreſſori delle ſue leggi, e diverſi al ſcuſarſi un tal errore, perchè non po
tri, de quali ſi parla nell'eſpoſizione, teVº ignorare l'eſiſtenza del detto An
Soi ci rallegriamo collo ſtampatore Sig. tonio il Sig. Ab. Tondini, ſtato ſoſte
Ottavio Sgariglia per la pubblicazione nuto » ed aiutato nelle di lui circo
di un'operetta diretta a ſpargere anche ſtanze dal detto nobile uomo vivente
nelle perſone ordinarie così importanti Antonio Grizj, e dal quale ha avuto
verità, e vorremmo che ſempre ſi oc le lettere di Monſig. Grizi delle quali
cupaſſe in ſiffatte impreſe. egli il Tondini ſi fa merito nell'ope
ra ſua col traſcriverle . Quanto poi
J E S I.
alla ſeconda ſuppoſizione di non pro
Lettera a un amico al Sig. Abate venire cioè queſta famiglia Grizj dal
la nobiliſſima Baglioni di Perugia, ſi
Giambattiſta Tondini Briſighelleſe, dimoſtra, e ſi prova falſiſſima la ſup
pubblico lettore di eloquenza nell'uni poſizione quant'è veriſſima la detta .
Tt 2 pro
332
provenienza . Le prove addotte in ſte noſtre Efemeridi dell'anno 1778.,
queſta lettera, e gl'argomenti rileva che il noſtro Autore, dopo di avere
ti ſembrano convincentiſſimi e ci fanno in due tomi digerita tutta la materia
credere che il Signor Ab. Tondini non della polizia della chieſa, ſi accinge
avrà difficoltà ad emendare quegli sba va a riſchiarare ſeparatamente alcuni
gli, che poſſono oſcurare preſſo la re punti , che avean biſogno di mag
pubblica quel merito, ch' egli colla , gior luce o di maggior eſtenſione in
medeſima ſi è fatto , e che noi ab fette diſſertazioni, ed in alcune ag
biam procurato di rilevare nell'eſtrat giunte , ch'egli prometteva quanto
to che abbiam dato della ſua opera prima di pubblicare. Or ecco ch'egli
in uno de' proſſimi paſſati fogli. ha adempita queſta ſua promeſſa ne'
due volumi che ora annunciamo. Nel
N A P O L I. primo di eſſi intitolato parte I. del to
mo III. ſi contengono quattro di que
Alexii Aurelii Pelliccia de Chriſtia fte diſſertazioni , oltre ad uno Sche
ma Eccleſia prima media, di noviſſima diaſma, e due documenti inediti, che
etatis politia diſſertationes 7'om. II. Pars ſi riportano in fine. La prima di ſfer.
1. &- II. Ex officina Michaelis Mo tazione è de Euchariſtia infirmorum,
relli 1779. 178 . in 8. Si vendono dal materia non ſtata ſinora trattata ex
Sig. Gregorio Settari al corſo all'in profeſſo da veruno ſcrittore di Litur
ſegna di Omero. gìa , quantunque, ſecondo che giu
dizioſamente avverte il noſtro Autore,
Ci ſpiace non poco che per la com deſſa riſguardi non ſolo la liturgia per
binazione di varie circoſtanze ſiafi ri quel che può ſpettare alla forma de
tardato di annunciare in queſti noſtri gli antichi vaſi in cui riponevaſi il
fogli il compimento di queſta erudi pane eucariſtico , alla ſpecie in cui
tiſſima opera, di cui annunciammo a confervavaſi, e al modo con cui ſi am
ſuo tempo il piano, e il cominciamento. miniſtrava , ma intereſſa ancora in .
Ci ſpiace anche di più che la moltipli certa guiſa il fondo medeſimo della
cità degli oggetti che vi ſi trattano, e religione per le pruove che ci porge
la vaſtità medeſima dell'erudizione che del conſtante uſo in cui fu ſempre la
in ciò fare vi ſi diſpiega, fien tali da chiefa fin da primi ſecoli di ſerbare
non permettere veruna ſorte di eſtratto, l'eucariſtico pane per la comunione de
che poſſa in qualche modo ai noſtri gl'infermi o di altri ancora in adat
lettori far delibare il merito del libro. tati luoghi. Nella II. diſſertazione o
Appigliamoci adunque al ſolito parti che ha per titolo de viatico paniten
to che ci rimane in queſti caſi, qual tium, il Sig. Pelliccia dopo di avere
è quello di accennare, come ſuol dir con acconcia erudizione ſpiegata la
ſi , per fumma capita le principali voce ſteſſa viaticum, e la corriſpon
materie che vi ſono diſcuſſe, ed eſa dente voce greca sobsov , paſſa ad
minate. Già accennammo nel riferi eſporre la diſciplina tenuta dalla chie
re il II, volume al num, XLII, di que ſa relativamente alla comunione dei
peni
333
penitenti moribondi , facendo vedere un frammento di un'antica cronaca
coll' autorità del canone XIII. del I. della città di Troja rimaſta ſinora ine
Concilio Niceno, e con altre molte, dita, e l'iſtrumento autentico dell'in
che quantunque ne' primi ſecoli della venzione del braccio di S. Trifone nel
chieſa non foſſero ammeſſi alla comu borgo di Ceſarano. El'è coſa ben natu
nione quei ch'erano nello ſtato di pe. rale che l'erudizione del noſtro Au
nitenza , non ſi negò però mai ad tore sfoggi più che mai nella diſſer
eſſi il viatico, allorchè venivano ad tazione V. , con cui ſi dà principio
infermarſi mortalmente , e ſolamente alla II. parte del tomo III. , e che
ne' primi tre ſecoli, ed in alcuni luo ha per titolo de cameterio , ſive ca
ghi ſino al quinto ſi negò a quei , tachumba Meapolitana. Dopo di ave
che avendo diſprezzata ogni ſorta di re dimoſtrato la grande antichità di
penitenza in vita, vi ricorrevano ſo queſto ſotterraneo, e fatto vedere che
lo in punto di morte. La III. diſſer deſſo non fu opera de' Criſtiani , i
tazione parla de templorum origine , quali ſe ne approfittarono ſoltanto per
deque aris domeſticis paganorum atque eſercitarvi la religione ne'tempi di
chriſtianorum ; ove ſi fa vedere come perſecuzione , e ſe ne ſervirono po
preſſo tutte le nazioni, ed in tutte le ſcia di cimiterio, prima che colla ve
religioni le are domeſtiche foſſero an nuta de' Longobardi s'introduceſſe a
teriori ai pubblici tempi, quali foſſe l'uſo di ſepellir nelle chieſe, nè fatto
ro le parti , e gli attrezzi di queſte da Napoletani affine di cavarne il tufo
are domeſtiche preſſo gli antichi Ro per la coſtruzione de'loro edifici, e
mani, quanto di ciò riteneſſero le º dopo di aver reſo molto plauſibile la
are domeſtiche de' primitivi criſtiani, ſua congettura, che il medeſimo ſia
dopo di averne eliminato tutto quel ſtato eſcavato da Cimmerj antichi abi
lo che poteva in qualche modo ri tatori della Campania, preſſo i quali
i ſentirſi delle profane idolatriche ceri dall'autorità di molti antichi ſcritto
monie &c. Si preſenta nella l V. diſ ri ſappiamo eſſere ſtato in uſo di eſer
ſertazione una breve iſtituzione lapi citare la loro religione in ſiffatti ſot
daria criſtiana de primi e de'medjtem terranei, paſſa il moſtro Autore a fa
pi , ove ſi diſcutono tutte le princi re la più eſatta topografia del luogo,
pali queſtioni relative alla materia , conducendo il ſuo lettore quaſi per
delle iſcrizioni, e nulla vi ſi ommet mano per tutti gli andirivieni del me
te di ciò che può agevolare la loro deſimo, ed additandogli, e ſpiegan
lettura, e l'intelligenza della loro fra dogli tutti i monumenti Criſtiani di
ſeologia. Aggiungono infine ſingolar qualunque ſpecie che vi s'incontra
pregio a queſto volume uno ſchediaſma no, che altre volte vi erano, o che
dell'Autore ſu di una iſcrizione ri vi furono diſſotterrati. La diſſertazio
trovata nel cemeterio detto di S.Gen ne VI, che ſiegue è de rechriſtiano
naro poſto nelle vicinanze di Napo rum domeſtica, cioè degli uſi dome
li, e due monumenti de'tempi medi, ſtici de Criſtiani, in quanto queſti per
so quali ſi dà termine al volume, cioè l'influſſo della religione ſi allontana
VanO
334
i", dagli uſi gentileſchi. La VII. , mare il preſente ragguaglio. Tutta
ed ultima diſſertazione è de ſuperſti via ſperiamo poterne dir quanto baſti
tionibus chriſtianorum medjaevi , e a per rilevare il ſuo pregio. Nel dot
queſta ſi aggiungono due appendici, to, ed erudito diſcorſo preliminare »
colle quali ſi chiude l'opera, la pri eſamina l'Autore la natura e l'origi- -
ma cioè de templi, geſtatoriis veterum, ne de diverſi diritti a favore della
e la ſeconda de capella cº clero aulico corona ſopra i boſchi. La nota vigi
regni AVeapolitani. lanza della Grue fece sì , che preſſo
quella ingegnoſa nazione ſi chiamaſ
P A R I G I. ſero Gruyers gli uffiziali deſtinati a
vegliare per la conſervazione delle º
7'raite cº-c. 7'rattato della cultura, ſelve ; donde poi con ragione ſi ri
riparazione, e conſervazione de Bo chiama il regio diritto chiamato Grue
ſchi & c. vol. 2. in 12. 1782. rie . E'ingegnoſa la derivazione di
altro ſimile gravame detto grairie ;
L'anonimo Autore di queſt'opera giacchè quella nazione naturalmente
nel tempo ſteſſo, che ſi profeſſa gra nemica del c. , e molto inclinata al
to a tanti celebri ſcrittori , che lo la ſpeditezza , è credibile che for
precedettero nel preſente argomento maſſe quella voce alterandone una più
ſi luſinga aver reſo più ſemplici le º antica , che ſecondo l'Autore dovettº
loro rifleſſioni ; alle quali avendone eſſere Kerairie, o Cerairie. Or queſt'
aggiunte delle proprie , ſpera aver ultima ne fa facilmente riſovvenire a
formato un trattato, che giovar poſ dell'antico Cerarium , di cui parla
ſa per conſervare in quel regno i bo il gran Tullio in una delle Verrine;
ſchi , che ci rimangono, e rinnovare e che ſi sà eſſer ſtato un pedaggio
una parte de'diſtrutti. Non ſolo mol poſto dagli antichi Romani ſopra la
ti ſavi uomini della Francia veggono cera uſata per intonaco delle tavolet
con diſpiacere provedere in paeſi eſte te, che facevano le veci della carta.
ri il legname di coſtruzione, e di ogn' Un tal dazio cambiato ſotto gl'Im
altro genere ; ma molto più che in peratori per l'invenzione della carta
vari luoghi del regno ſiaſi già nella in quello detto chartiaticilm , conti
dura condizione di ardere l'erbe ſec nuò in Francia ſotto l' antica denomi
che , e gli eſcrementi degli animali nazione ſino al 1 669., in cui fu abo
per gli uſi più indiſpenſabili della vi lito, e veriſimilmente ſecondo l'Au
ta. Deſiderano eſſi , che il governo tore gli fu ſurrogato quello ſu'boſchi
ſi rivolga ad un'oggetto sì intereſ. chiamato grairie. Ma laſciando queſte
ſante per ovviare agli abuſi , che - minuzie, le quali pur moſtrano dili
attualmente ſi vanno commettendo , genza ed erudizione , paſſiamo a dir
e per riſtabilire una porzione tanto qualche coſa dell'eſſenziale dell'ope
neceſſaria de' prodotti della terra. A ra. Il noſtro Autore tratta I. di tut
noi rincreſce di non potere ſopra a te le cognizioni fino ad ora acquiſta
queſta medeſima importante opera for te ſopra l'economia vegetabile . II;
De”
335
De' differenti metodi per allevare un vare con una certa regola tutto l'in
gran numero di alberi a ſemenzaio , verno in un ſuolo di terra quelle º
tanto a fuſto elevato per trapiantarli ghiande , che dovranno poi in marzo
in viali, come per formarne delle fol feminarſi in un terreno forte ed argil
te boſcaglie III. Dimoſtra le diverſe loſo, come pure di ſeminare nel ca -
maniere di tagliare le foreſte, e ſti ſo di terra mezzana dell'avena inſie
mare il valore di una ſelva cedua , me colle ghiande, e ciò per non dar
o di altra natura , per riguardo all' luogo ad altrº erbe più vivaci, e no
età, alla qualità del terreno, e ſpe cive. Si è l'Autore dopo lunga eſpe
cie degl'alberi. IV. Finalmente i mez. rienza diſingannato di un errore, che
zi ſi ſuggeriſcono più convenienti a altronde potrebbe ſembrare coſa aſſai
traſportare, diſeccare, e confervare ragionevole; cioè che la miglior ma
il legname . E volendo noi individuar niera di ridurre un terreno ad uſo
qualche coſa , diremo primieramente di boſco ſia quella di ben ripulirlo e
che ſono molto giudizioſe le rifleſſio ben coltivarlo; quando che per ben riu
ni ſopra le ſelve cedue, dove ſpeſſo ſcire in queſta impreſa conviene imi
i nuovi germogli ſono di pregiudizio tar la natura, ſeminandovi ſpini e
agli altri alberi, ſenza che il loro le ceſpugli. Un terreno mezzo ricover
gname rieſca di buona qualità . E' to di ginepri ed eriche è già boſco
molto importante quanto ſi ragiona . per metà . Siccome la natura ſuole
circa il tempo di tagliare nelle ſel impiegare 2o. e 3o. anni per carica
ve cedue . Siccome ne primi anni il re di ſpini e ceſpugli un campo ab
legno creſce di bene in meglio, au bandonato ; quindi l'arte per l'ogget
mentando ſempre la creſcenza dell'an to preſente dovrebbe sforzarſi di far
no corrente ſopra quella del prece lo in uno, o due. A chi non abbia
dente, e ciò ſino ad una certa età , cognizione di agricoltura, deve riu
dopo la quale và diminuendo; quin fcir nuovo il metodo inſegnato dall'
di biſogna colpire un tal punto maſ Autore di tagliare gli alberi ſino a .
ſimo per trarre il maggior profitto . terra, qualora la pianta giovane ſten
Anche le ſelve chiamate di riſerva , ta a venire in un terreno forte, e ,
hanno biſogno di un tempo fiſſo pel ſerrato. Ma anche noi , che non ne
loro taglio, quali di 5o anni, quali ſappiamo , ci poſſiamo capacitare di
di 6o. e di 1oo. Il celebre Sig. Con una ſi ragionevole operazione. Mer
te di Buffon, che preſentò molte me cè di eſſa, tutta la forza del ſucchio
morie all'accademia delle ſcienze per portaſi alle radici , ne ſvolge tutt'i
la coltura e conſervazione de boſchi, germi , onde ſuperando la reſiſtenza
ſaggiamente riflette, che aſſai meglio della terra ſi apre nuove vie, e quin
ſia conſervare in magazzino il legna di traendo più copioſo nutrimento ,
me di uſo, che confervarlo in piedi, queſto ſi ſpingerà vigoroſamente al
dove ad una certa età non può laſcia di fuori, ed in un anno il tronco ri
re di alterarſi . Omettiamo di parla ſorgerà più vigoroſo, e più elevato
re del metodo vantaggioſo di conſer di quello foſſe già di tre anni. Tal
qua
336 -

metodo è ſingolarmente neceſſario , prima di tagliarli. L'alburno ſi raſ


qualora i geli offendono le novelle e ſoda quanto la parte più interna del
piante. Anzi l'Autore ſu l'autorità tronco, aumentando conſiderabilmen
del Sig. di Buffon aſſicura, che nien te di denſità ; ed inoltre i pedali di
te ſia più efficace a raddrizzare gli tali alberi così decorticati , non la
alberi, o per dar loro un fuſto drit ſciano di rigermogliare. I Tedeſchi,
to, quanto il taglio alla baſe. Se ſi che fanno tanto commercio di legni
voglia far ſemina per boſchi, ſarà be da falegname, non uſano altro ſegre
ne aſpettare un anno abbondante in to per dar loro quella qualità , che
ghiande, ſi perchè ſono migliori , ſi li rende tanto atti ad eſſere lavorati.
perchè gli uccelli trovando copia ne' Nella primavera, allorchè la cortec
boſchi, ſaranno meno nocivi a ſemi cia comincia a rilaſciarſi, ſi ſcorza -
nati. Ma tempo è di por fine con ag l'albero, e gli ſi laſcia paſſar l'an
giunger ſolo un metodo aſſai ſempli no: nella ſeguente primavera ei non
ce ed eſficace per aumentare la forza , getta che piccole foglie ; ſi laſcia .
e ſolidità del legname . A ciò ſi ri terminare queſt'anno , per tagliarlo
chiede il ſolo ſcorzare gli alberi, e poi nella ſtagione atta a tale opera
farli così morire, e ſeccare in piedi zione.

º nasonaSenesumasa MºnºSºnº nasºne nel basebaº), Nº, Nºnº ºbºnese),

Si diſpenſano da Gregorio Settari Libraio al Corſo a S. Marcello , e e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
a

Num. XLIII. 1782. Li 26. Ottobre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


e - -

R o M A. ſto vuoto, nel miglior modo che po


tea forſe deſiderarſi il Chiariſſimo P.
7’eorìa generale della terra eſpo M. Becchetti Bibliotecario Caſanaten
ſta all'accademia Volſca di Velletri. ſe , il quale non potea certamente ,
Per Paolo Giuvchi 1782. in 12. ſcegliere un ſoggetto in cui più ac
conciamente, e nella maniera ad un
Le nuove, ed ingegnoſe idee coſ religioſo più conveniente poteſſe far
mologiche del celebre Sig. Wallerio, uſo delle filoſofiche cognizioni delle
delle quali fecimo noi qualche cenno quali è corredato quanto queſto , in
nel decorſo volume della noſtra An cui principalmente ſi tratta di com
tologìa , unite al lodevole impegno battere tanti filoſofici deliramenti di
da eſſo moſtrato di non dipartirſi rettamente qual più qual meno con
dal divino teſto del moſaico raccon trari o ripugnanti alle ſacre carte .
to della creazione , ſembra che ab Egli divide queſta ſua operetta in 13.
bian ora riſvegliato e rimeſſo in cre lezioni dirette all'accademia Volſca
dito un genere di fiſiche ricerche al di Velletri, di cui egli è un de'prin
quanto ſcreditato , ed avvilito dai cipali ornamenti. Si ſchierano nelle
vaneggiamenti de filoſofi precedenti. prime due con rapida, e dilettevole
Mancava peraltro un libro, per co erudizione i romanzi coſmologici in
sì dire, elementare in queſta nobile ventati da più antichi filoſofi della
ed intereſſante parte della fiſica , il Grecia , e della magna Grecia non
quale brevemente e ſugoſamente met ſolo, ma dall'Egitto ancora, della .
teſſe al fatto di tutti i ſiſtemi ſinora Cina, e di quanti paeſi ebber mai
immaginati, e facendone rapidamen qualche fama di ſapere , e qualche
te oſſervare i pregi e i difetti , ve ſcrittore per tramandarne ſino a noi
niſſe finalmente a ſtabilire quello, che i loro fatti e penſamenti. Per ve
oltre all'indiſpenſabile requiſito di ac rità che ſe l'Italia può vantarſi di
cordarſi pienamente col I. capo del aver prodotti i più accreditati fra ,
Geneſi , aveſſe anche quello di eſſer queſti ſiſtemi , i quali poi paſſarono
più degli altri conſono ai principi in Grecia, non ha poi gran ragione
della più ſana fiſica, ed alle oſſerva d'inſuperbirſene; tanto ſono eſſi ſtra
zioni, Or ecco che ha riempito que vaganti, e ripugnanti allo ſteſſo buon
V V ſenſo.
338
io . Il moſtruoſo delirio del Pan lerio, che vuol diſtinguerſi a parer
teiſmo che Iddio confonde colla ma noſtro e per molte ragioni da tutte
teria , caratterizò primieramente la le altre, benchè contro di eſſa anco
ſetta Eleatica, così detta perchè fon ra non laſci il noſtro Autore di pro
data in Elea città della Lucania; Pi muovere alcuni dubbi. Qual bel con
tagora , il quale quantunque greco traſto non forma con queſti vaneggia
perfezionoſſi nelle ſcienze in Italia, menti degli uomini la maeſtà e verità
ed in Italia fondò la ſua ſcuola, cre della divina deſcrizione della creazio
dette ſecondo il comune errore degli ne del mondo laſciataci da Mosè, che
antichi filoſofi l'eternità del mondo, l'Autore prende ad eſporre nella le
e fu inoltre il primo a ſpiegare colla zione IV. aggiugnendovi parecchie
muſica la formazione dell'anima uma opportune dilucidazioni tratte da SS.
na, e di quanto il mondo contiene; PP., e confutando al medeſimo tem
e i più famoſi fra i ſuoi diſcepoli , po alcune interpretazioni, e fra que
Ocello nativo di Lucania , e Timeo ſte alcune del Wallerio, che al no
di Locri abbracciarono ancor eſſi i me ſtro Autore non ſembrano quadrare
deſimi ſogni, ed il ſecondo, di cui colla ragione o col ſacro teſto. La
fè tanto conto il gran Platone, che lezione V. che ſiegue è dell'antichi
volle intitolare dal ſuo nome quel ſuo tà del mondo, cioè di quella prete
celebre dialogo ſulla natura oſſia ſull' ſa antichità, che già vantarono i Cal
univerſo, aggiunſe di più alle follie dei e gli Egizi, e vantano ora i Ci
del ſuo maeſtro l'opinione di un'ani neſi , e che coi più autentici docu
ma del mondo . Ma pure queſti de menti ſi dimoſtra dal noſtro Autore
liri ſi troveranno in qualche parte quanto ſia illuſoria e niente fondata,
ſcuſabili, allorchè ſi rifletterà che i e di quell'altra più moſtruoſa ancora
moderni non oſtanti i grandi progreſſi che il Sig. di Buffon , indotto a ciò
delle ſcienze fiſiche, e ciò che fa - da un ſuo capriccioſo, ed affatto pre
maggior maraviglia , non oſtante il cario ſiſtema di Coſmogonìa , miſe »
lume ſuperiore della rivelazione, non fuori in queſti ultimi tempi. Il dilu
ſono rimaſti, almeno i più di loro, gran vio univerſale, che tanto influſſo ha
fatto indietro agli antichi ſul punto avuto nell'attuale ſtruttura del globo
di coſmologiche ſtravaganze - Nella terracqueo, porge la materia della VI.
III. lezione eſpone adunque il noſtro lezione , in cui dopo di eſſerſi dimo
Autore le più celebri coſmogonie ſtrato quanto ſia generale preſſo tut
de moderni, incominciando da quel ti i popoli della terra la tradizione
la di Carteſio, che tanti feguaci eb di queſta terribil cataſtrofe dell'uman
be a ſuo tempo, ed ora è tanto paſº genere, ſi paſſa a far vedere quanto
ſata di moda, e venendo poi a quel abbian traviato dal ſacro teſto , e ,
le di Scheuchzero, di Bourguet, di dalla ragione quei filoſofi che han pre
Burnet, di Whiſton, di Woodward, teſo di darne una fiſica ſpiegazione .
del Buffon, del Maillet , del Whi Le tre lezioni che vengono appreſſo
tehurſt, e finalmente a quella del Wal verſano ſull'origine , e ſui progreſſi
s - della
339
della Geografia , e ſulle cognizioni R I R E N Z E.
che ebbero gli antichi, e che tanto
hanno dilatate i moderni intorno la 7’eoria , e pratica delle reſiſtenze
vera grandezza, e figura della ter de' ſolidi ne' loro attriti, parte I. di
ra. Ma per quanto rimaneſſero indie viſa in libri III. dedicata a S. A. S.
tro a noi gli antichi nella cognizio Paolo Pietrowitz Gran Duca di Mo
ne della geografia matematica, e per ſcovia, ereditario delle Ruſſie, Du -
così dire ſuperficiale della terra, fu ca d' Olſtein & c. dall'Abate Leonar
rono anche più ignoranti di ciò che do Ximenes Matematico di S. A. R.
riguarda la geografia fiſica, cioè l'eco il Gran Duca di 7'oſcana, ſocio dell'
nomia fiſica del globo terracqueo, in accademia di Pietroburgo cº-c. 1782.
quanto eſſo coſtituiſce una maſſa for
mata di parti, che hanno inſieme una Il Sig. d'Amontons fu il primo,
vicendevole relazione . Oueſta Geo che negli atti della R. Accad. delle
grafia fiſica è il ſoggetto delle ulti ſcienze di Parigi all'anno 1699. pro
me quattro lezioni, che rieſcono più curò di ridurre a qualche regola la
di tutte le altre alla lettura dilette reſiſtenza degli attriti : prima di lui
voli, ed iſtruttive. Quivi ſi parla . i meccanici o traſcuravano il conteg
dell'eſtenſione, e giacitura de con gio di tale reſiſtenza , o volendolo
timenti e de'mari, de vari movimen introdurre, operavano totalmente a
ti ai quali queſti ſono ſoggetti , e caſo, e ſenza alcuna guida. Egli cre
della più probabile cagione di queſti dette pertanto di potere ridurre la .
movimenti, della diverſa origine, di preſente materia a tre leggi fonda
ſpoſizione, e teſſitura de'monti ſi pri mentali, cioè 1. Che ſtriſciando un
mari che ſecondari, de laghi , de' corpo ſopra di un altro, la reſiſten
vulcani, del gran numero che vi ha za dell'attrito doveſſe valutarſi di i
e vi ha avuto di queſti ſopra tutta della preſſione eſercitata ſul ſecondo
la faccia del globo, delle loro pro dal primo . 2. Che qualunque ſia la
duzioni &c. e ſopra tutti queſti ed materia di detto ſolido, e qualunque
altri analogi intereſſantiſſimi oggetti ſia la grandezza della ſuperficie del
non ſolo ſi riferiſcono le oſſervazio medeſimo applicata a ſtriſciare ſopra
ni, e le ricerche de' più rinomati na di un'altra , ſempre però il valore
turaliſti, ma molte ancora ſe ne ag della reſiſtenza dell'attrito equivaleſ
giungono, che appartengono in pro ſe al ſuttriplo della preſſione con te
prio al noſtro Autore , e che ſolo mue differenza. 3. Finalmente che ,
ci forza a paſſar ſotto ſilenzio la bre all'energia dell'attrito in nulla con
vità del noſtro inſtituto. tribuiſſe la velocità del moto. A que
- - -
ſta ſempliciſſima teoria Amontoniana
ſi uniformarono tutti i Meccanici che
vennero in appreſſo, tranne forſe il
ſolo Muſchembroek , il quale moſſe
alcuni dubbi ſulla prima legge, i qua
V V 2 li
34o - -

li non furono però gran fatto atteſi tore deſcrive da principio la macchi
per la piccolezza de'peſi, ch'egli ado na, con cui ha egli eſeguite le ſue
però ne' ſuoi eſperimenti . Ma la R. nuove eſperienze , e la quale è tal
Accad. delle ſcienze di Parigi , che mente compoſta da poter reggere all'
aveva avuto l'onore di fare i primi enorme peſo di libre 5ooo. Indi paſ
paſſi in queſt'ardua carriera vedendo ſa ad eſporre le numeroſe eſperienze
che vi reſtava ancora non poca oſcu con eſſa fatte , e ad additarne i ri
rità, e che la pratica non corriſpon ſultati . Queſti nella loro totalità ſi
deva pienamente in tutti i caſi all' accordano tutti mirabilmente a dimo
A montoniana teoria, propoſe l'anno ſtrare primieramente l'inſuſſiſtenza -
1779. il ſuo premio per la ſoluzione della prima legge Amontoniana, e ci
del problema intorno alle macchine fan vedere, che ſe queſta non ſi al
ſemplici, conſiderando in eſſe la re lontana gran fatto dal vero ne'più pic
ſiſtenza degli attriti, come pure quel coli peſi , ſe ne allontana però mol
la de' canapi, da rintracciarſi il tut tiſſimo ne' peſi maggiori , pe' quali le
to con ſperienze nuove. Le memo reſiſtenze dell'attrito giungono in al
rie preſentate alla medeſima l'anno cuni caſi più favorevoli appena alla
178o. poco ſoddisfecero alle ſue mi decima parte delle preſſioni de'mede
re , e fu ripropoſto lo ſteſſo proble fimi peſi. Dopo di queſto primo paſ
ma con doppio premio per l'anno 1781. ſo in una materia così ſcabroſa , do
Neppure delle ſeconde memorie eſſa vea naturalmente naſcer nel noſtro
reſtò totalmente appagata, e perciò Autore il deſiderio di fare il ſecon
ripartì il premio in tre memorie ch' do, cioè quello di rintracciare la leg
eſſa credette lo meritaſſero più delle ge o ſcala delle diminuzioni che ſuc
altre. Il gran numero di eſperienze cedono nelle reſpettive reſiſtenze de'
che ha dovuto fare, e ripetere il no peſi ſempre più grandi. Rigettata la
ſtro Autore per due anni continui ha ſcala triangolare , la quale ſi affac
ritardato la pubblicazione della ſua ciava la prima alla mente , perchè
memoria ſino all'anno corrente: ma troppo ripugnante alle reſiſtenze oſ
ſe le è mancato per queſta ragione ſervate, e fatti altri inutili tentati
il ſolenne ſuffragio di quella riſpet vi, finalmente riuſcì al noſtro Au
tabile accademia di Parigi , non le tore di ſcoprire che coll' ipoteſi di
mancherà però certamente quello del un ramo iperbolico aſintotico vengo
pubblico, il quale giudicherà che ſe no beniſſimo rappreſentate le reſiſten
il Sig.Ab.Ximenes non è ſtato il primo ze che vanno all'infinito diminuen
a far la ricerca delle leggi dell'at doſi, quanto vanno creſcendo le pref
trito, è ſtato però il primo a dirci ſioni de ſolidi reſiſtenti. Biſogna leg
qualche coſa di certo, e di veramen gere nell'opera ſteſſa le ingegnoſe ,
te utile nella pratica relativamente a ſoluzioni degli occorrenti problemi
queſte leggi. Queſta prima parte del per ritrovare in qualunque dato caſo
ſuo lavoro, che ora annunciamo , tanto la diſtanza dal centro, quanto
divideſi in tre libri. Nel primo l'Au la potenza iperbolica, affine di aſſe
gnare
- - e 34 I
gnare a qualunque dato peſo premen macchine ſemplici, e che l'Autore
te la riſpettiva fua reſiſtenza. Coll' fece fabbricare per alzare alcuni ca
ufo di queſti problemi egli calcola - terattoni deſtinati al regolamento del
ſulla fine del I. libro una tavola ge le acque del Lago di Bientina, che
nerale delle reſiſtenze , incomincian influiſcono in Arno. Ma l'idea che
do dalla preſſione di libre 1oo. , e noi poſſiam dare di queſt'opera non
terminando a quella di 1oooo. , e il è certamente ſufficiente per rilevar
conſenſo non può eſſer maggiore fra ne la ſua importanza in tutte le par
le reſiſtenze così calcolate , e le re ti della Meccanica, ed è perciò ne
ſiſtenze ſperimentali. Eſigendo poi il ceſſario che i lettori da ſe medeſimi
programma della R. Accad. di Parigi rcorrano tanti teoremi, e proble
che le leggi delle reſiſtenze vadano ap mi che ſono ſtati neceſſari per inet
plicate alle macchine ſemplici, deſti tere inſieme un'opera , che a buon
na perciò il noſtro Autore ad una diritto potrebbe intitolarſi Muova ,
tale applicazione i due libri che ſie Meccanica delle reſiſtenze.
guono; cioè il II. a calcolare la re
ſiſtenza dell'attrito nelle macchine-º
ſemplici nel caſo in cui la forza mo C R E M O N A.
trice non accreſce la reſiſtenza me
deſima colla ſua forza, come accade
per eſ. quando una potenza è appli 7'rattato de' fiori che provengono
cata a fare ſtriſciare un folido qua da cipolla , in cui ſi contiene tutto
lunque ſopra un piano orizzontale ; ciò ch'è neceſſario per ben coltivarli.
ed il III. ed ultimo libro ad eſami Seconda edizione. Per Lorenzo Ma
nare quell'altro genere di reſiſtenze nini regio ſtampatore 1782. in 12.
le quali ſi aumentano dall'azione ſteſ
fa della potenza che tende a ſupe
rarle, e che vogliono eſſer calcola Benchè la paſſione de' fiori non fia
te molto diverſamente dalle prime , mai giunta fra noi a quell'ecceſſo di
benchè i Meccanici abbiano ſpeſſo con furore a cui fu portata nel fecolo ſcor
fuſe le une colle altre , e trattate nel fco in Olanda, ove ſi arrivò alcune
medeſimo modo. Dopo di avere così volte a pagare una bella cipolla di
percorſe tutte le macchine ſemplici, tulipano dai 4oo, fino ai looo. e più
e di avere ſciolto relativamente ad zecchini, e dove finalmente fu forza
eſſe un gran numero di elegantiſſimi che il governo ſteſſo interponeſſe la ſua
ed utiliſſimi problemi, applica anco autorità per mettere un freno a queſta
ra il noſtro Autore le ſue nuove ſco rovinoſa ſtravaganza, pure queſta paſ
perte al calcolo delle reſiſtenze di pa ſione ha ancora, e merita ne' dovuti
recchie macchine compoſte più uſuali limiti di avere fra noi i ſuoi ſeguaci, e
e più ſcelte, e nominatamente di una la dolcezza del noſtro clima, e la ſua
in cui tutte quaſi ſi combinano le a ſingolare attitudine alla produzione
di
342
di queſti begli eſſeri della natura ſem quali però aſſai di rado , poſſono
bra invitarveli ſenza forza. Or ecco trovarſi riunite , e della maniera .
un libricciuolo che potrà eſſer ſom altresì di moltiplicare queſto fiore
mamente utile a qualunque claſſe di per via del ſuo ſeme . Procedono
fioriſti , perchè ſcritto con grande , quaſi col medeſimo ordine il trat
chiarezza e purezza non affettata di tato ſecondo e terzo, che ſono quel
ſtile, e tutto appoggiato ai più ſani lo del tulipano , cioè di quel fiore
e ſemplici principi della fiſica , ed ch'ebbe tanti fanatiei adoratori in .
ai lumi acquiſtati per mezzo di una Ollanda un ſecolo fa , e queſto del
lunga oſſervazione. Queſti pregi ſo ranuncolo, e dell'anemone ; poichè
no aſſai rari ne' comuni libri italia anche di queſti fiori, come del gia
ni di agronomia, ond'è che il pre cinto deſcrivonſi acconciamente le ,
ſente rendeſi vieppiù degno di eſſere particolari bellezze, di quelle ſpecie
da noi annunciato . Deſſo è diviſo almeno che ſono più in voga fra i
in quattro piccoli trattati, ciaſcuno fioriſti , e nulla ſi tralaſcia di ciò
de' quali ſuddivideſi in due o tre , ch'è neceſſario a ſaperſi intorno al
capi. Nel primo trattato parlaſi del la loro coltura , ſia per via di ci -
Giacinto, il più bello forſe fra i fio polla, ſia per via di ſeme. Il quar
ri che ornar poſſano un giardino, e to trattato infine diſcorre di tutti
di tutto ciò che vi ha relazione , quegli altri fiori , che provengono
tanto riguardo alla ſua cultura, che da cipolla , e che troppo lungo ſa
alle ſue malattie. Si accennano per rebbe di voler quì tutti nominare ,
tanto ordinatamente nel capo 1. di inſegnandoviſi ancora il modo di
queſto primo trattato tutte le avver rendere queſti medeſimi fiori tem
tenze neceſſarie ad averſi nella ſcel peſtivi, e primaticci . La maniera -
ta, e preparazione del terreno e del dilicata e gentile , onde il noſtro Au
concime, nella piantagione delle ci tore ſi ſerve nel dipingere queſti de
polle de giacinti, nell'eſtrazione di lizioſi oggetti , non può eſſere più
queſte cipolle da terra per ripiantar intereſſante,
le al ritorno dell'opportuna ſtagio
ne , nella cura da averſi per garan
tire queſti fiori dalle ingiurie del ge
lo , e de venti & c. dopo di che ſi
paſſa nel 2. capo a deſcrivere le
principali malattie che ſogliono in
ſultare alla conſervazione di que
ſti egualmente belli che dilicati fio
ri colla loro diagnoſi , prognoſi e
cura ; finalmente nel 3. capo ſi di
ſcorre delle qualità che ſi richieggo
no per formare un bel giacinto , le
ERLAN
- 343
E R L A N G A . li varietà peraltro non impediſcono
di riporle nella medeſima claſſe , e
di riguardarle tutte come una dirama
Deſcription & c. Deſcrizione di zione della numeroſa famiglia de'cor
molte nuove ſpecie di ortoceratiti, e pi marini teſtacei chiamati politala
di oſtraciti del Signor Picot de La mi . Dopo di ciò paſſa l'Autore a .
peyrouſe barone di Bazus c-c. Si deſcrivere alcuni nuovi oſtraciti pe
trova a Parigi preſſo Didot il giovi trificati compoſti di due valve , e ,
ne 1781. in fol. con figure. ſinora non avvertiti da naturaliſti .
In ſomma queſt'opera magnificamen
te ſtampata , ed arrichita di 13. ta
Appaſſionatoſi fin dalla ſua prima vole contenenti ciaſcuna diverſe fi
gioventù per lo ſtudio della ſtoria , gure eſattamente inciſe, e colorite ,
naturale, l'Autore ſi è principalmen con gran verità, ſarà certamente ac
te occupato intorno a ciò che il pae colta dal pubblico con quel gradi
ſe ov'egli abitava gli offriva in que mento che ſi merita un'opera che ,
ſta materia di più curioſo ed intereſ aggiugne qualche coſa all'importan
ſante, ed i Pirinei ſono ſtati ſoprat te, e ſcarſa ſcienza de'fatti.
tutto l'oggetto delle ſue ricerche, e
meditazioni. Fra le molte produzio
ni naturali , onde abbondano le vi C O P P E N H A G H E N.
ſcere di quelle montagne, egli fu ſin
golarmente colpito del prodigioſo nu
mero di petrificazioni, che vi ſi pre Eine Wahre c5 c. Deſcrizione ve
ſentarono ai ſuoi ſguardi . Egli ſi è ra, e ſoddisfacente de ſegni e della
principalmente ſtudiato di ben de cura dell'infiammazione dello ſtoma
ſcrivere alcuni ortoceratiti , che ſi co, e degl'inteſtini; da un pratican
preſentano ſotto la forma di tubi te te di medicina . Preſſo Hek 1781.
ſtacei petrificati, di figura conica, più in S.
-

o meno avvicinanteſi alla cilindrica ,


ora diritti, ora incurvati, ed inte. La prima edizione di queſt'opera
riormente diviſi in tutta la loro lun fu fatta nel 1777. e la lettera dedi
ghezza da alcuni tramezzi più o me catoria, la quale è indirizzata al prin
no denſi , fortemente aderenti alle º cipe ereditario di Danimarca trovaſi
interne pareti del tubo , e che ſono ſottoſcritta Guglielmo Hennigs. Que
attraverſati da parte a parte da un ſta nuova edizione ha di più della .
ſifone , che non comunica in veru prima un lungo diſcorſo preliminare,
na maniera colle concamerazioni - in cui ſi riſponde ad una fiera criti
Parla con gran preciſione il noſtro ca che ſi fece di queſt'opera nel nuo
Autore delle varietà di queſte ſingo vo giornale critico del 1778. Per da
lari produzioni della natura, le qua ra un cenno della dottrina del Sig.
Hen -
3 44
Hennigs , diremo eſſer di lui opinio rica &c. Egli condanna poi tutti i ri
ne che l'infiammazione dello ſtoma medj in uſo come fomenti , unzioni
co, e degli inteſtini ſia una delle , oleoſe, manna, ſiero, lavativi &c.
malattie meno conoſciute da medi e ſolo della conſueta cura egli ritie
ci, e che per ragione della loro mal ne il ſalaſſo, col quale ripetuto quan
inteſa cura coſtano a non pochi la , to ſia neceſſario , unitamente a un
vita ; che queſta ignoranza derivi pò di camfora ſciolta nella gomma ,
principalmente dal pregiudizio in cui arabica con acqua di fior di ſambu
ſono i medici che non poſſa darſi una co, ſal nitro, alcune gocce bianche
tale infiammazione ſenza il corredo di Hoffmann, e un qualunque ſiropo,
di tutti i ſoliti ſintomi , quando ch' egli promette quaſi infallibile la gua
egli non ſolo ſi è convinto del con rigione. Per coadjuvarne l'effetto ſi
trario, ma crede di più che ſi dia , farà uſo per bevanda comune di ac
un'infiammazione cronica anche ſen qua panata, limonada cotta, acqua
za febbre, che può avere la ſua ſe di tamarindi, o tiſana d'orzo ; ed
de ancora nel pancreas, e che è for eſteriormente di qualche fomento di
ſe più comune di quel che i medici olio di camfora, o di ſpirito di vino
poſſono figurarſi . Diffatti perchè ſi camforato, ed anche di panni caldi
formi un'infiammazione acuta fa d'uo inzuppati in qualche decotto emollien
po che l'irritazione ſi comunichi ſino te. Egli rigetta aſſolutamente gli eme
al cuore, e che il ſangue vi accor tici , quantunque ſembrino alcune ,
ra in maggior copia, e con maggior volte indicati dal vomito fecale e bi
frequenza dalla vena cava ; laddove lioſo ; e non vuol neppure lavativi
queſta accreſciuta irritazione non può o catartici, ſino a tanto almeno che
ſempre aver luogo nel caſo noſtro, il dolor riman fiſſo agl'inteſtini , e
eſſendo il ſangue dello ſtomaco, e , che non ſi annuncia uno ſcioglimen
degl'inteſtini carreggiato per la vena to di ventre per mezzo di borboriſ
porta. I ſegni adunque che il Signor mi. Egli ha adoperato in vero, qual
Hennigs ſtabiliſce per riconoſcere que che volta, i lavativi di tabacco, ma
ſta malattia ſono l'orripilazione ſe - ſolamente nel caſo di una pertinace
guìta immediatamente da dolori più coſtipazione. Ed ecco preſſo a poco
o meno ardenti dello ſtomaco , da . i precetti che dà il Sig. Hennigs ſulla
vomiti bilioſi, da rotti, da coſtipazio cura di queſto male, e noi voremmo
ne, da un abbattimento delle brac ſolamente , ch'egli ne aveſſe un po
cia, e delle gambe 8 c. la lingua ca co riſtretta l'applicazione.
Num. XLIV. 1782. Li 2. Novembre ,

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A . eſſi adattar meglio ai differenti affet
-
ti e movimenti dell'anima, che vo
7’avola d'armonici verſi italiani, glionſi eſprimere colle parole, o co'
nella quale oltre i già deſcritti da' ſuoni . Ma pure biſogna confeſſare
grammatici, ed uſati finora , molti che la noſtra lingua in queſta parte,
eziandio ſe ne accennano di nuova e come in molte altre ſiaſi rimaſta al
teſtura, che ad imitazione di parec quanto indietro alla latina , e alla .
chi greci e latini , ſopravanzano di greca. Non contandovi i verſi mar
lunghezza l'endecaſillabo, e che trat telliani, i quali non ſono che l'ac
ti ſono da un compiuto catalogo di tut cozzamento di due verſi di egual teſ
te le poſſibili permutazioni così di bre ſitura, ſcritti a guiſa di un ſolo, i
vi e di lunghe , come di ſemplici ed noſtri più lunghi verſi armonici non
accentuate ſillabe pe' verſi quantita oltrepaſſano la miſura di undici ſilla
tivi ed armonici , incominciando da' be, mentre gli eſametri, allorchè co
ſenari ſino ai ſedeſillabi, le quali già ſtano di cinque dattili ed uno ſpon
da vari anni ſono ſtate per proprio deo, giungono perſino al numero di
privato ſtudio ordinatamente raccolte diciaſette, come per eſ. il notiſſimo
ed eſemplificate da un moderno ama verſo Virgiliano -

tore della poeſia & c. Per Salomoni 2uadrupedante putrem ſonita qua
1782. in 4. tit ungula campum .
Direm forſe che la noſtra lingua non
Fra le ragioni che dimoſtrano la . ſia ſuſcettibile di una verſificazione
noſtra lingua italiana la più poetica, armonica più allungata di quella che
e muſicale di tutte le lingue viven è ſtata ſinora uſitata, o piuttoſto che
ti di Europa, e quella che più dav non abbian ſinora penſato a piegar
vicino può gareggiare colle antiche vela , e a farne la pruova i noſtri
lingue del Lazio e della Grecia, una verſificatori? Se la ſeconda di queſte
certamente ſi è quella di aver eſſa due coſe foſſe vera, e perchè privar
uſato e di aver potuto uſare nel li più lungamente la noſtra lingua , e
rico, e nel drammatico una grande la noſtra poesia di una nuova ſorgen
varietà di verſi armonici di diverſa te di bellezze poetiche e muſicali ,
miſura e lunghezza, onde poterſi con quale ſi avrebbe certamente in pa
Xx recchi
346 . . . . - - --

recchj verſi più o meno lunghi degli ti ſulle ſillabe indicano ove debba ,
endecaſillabi, che non ſono ſtati pes porſi l'accento, e la ſpranghetta ( ove
ranche poſti in uſo ? A queſt'arric debba farſi in recitando la pauſa. Se
chimento della noſtra muſica, e del qualcuno trovaſſe qualche difficoltà
la noſtra poeſia mira appunto il dot nel declamarli, dee riflettere che ciò
to Autore della preſente tavola di ſia da aſcriverſi piuttoſto alla novità
armonici verſi italiani, in cui ſi pre del verſo, che a mancanza di armo
ſentano al pubblico per modo di ſag nìa in eſſo; e che l'iſteſſa difficoltà
gio 1 io. differenti orditure di verſi s'incontra da chiunque non avvezzo
armonici, 15. delle quali ſono già uſa a recitar poeſia italiana , anche la .
te, 1o. meno imitate, ed ora in par più uſitata e nota , vi ſi prova per
te ringentilite, e le reſiduali 85. tut la prima volta.
te di nuova invenzione . Noi che - 3 6 9
abbiam più volte inteſo ragionare il Fiori ed erbe felici, i ſe Lesbia ,
degniſſimo Autore ſu di queſta ſua . 2, r s
nuova feliciſſima idea, dobbiam con paſſando vi preme,
feſſare di eſſere rimaſti vivamente col Fortunate capanne, ſe in voi ri
piti dalle ragioni, ch'egli ci ha ag covrarſi non teme.
giunte a voce , e che troppo lungo
fora di quì riferire ; e non poſſiamo B O L O G N A .
che rinnovare in pubblico l'incorag
gimento , che ci ſiamo ſtudiati di Illuſtrazione di un ſigillo della ,
dargli privatamente, perchè ſi riſol zecca di Orvieto . In Bologna nella
va a mettere alla luce quel più com ſtamperia di Lelio della Volpe 1782.
piuto catalogo, da cui la preſente , in 4. -

tavola è ſtata eflratta, ed in cui tut


te ſi regiſtrano le poſſibili permuta L'opera del Sig. Guido Zanetti ſo
zioni così di brevi e di lunghe, co pra le monete d'Italia , della quale
me di ſemplici e di accentuate filla ſi fono già da noi annunciati due o
be pe' verſi quantitativi ed armonici, volumi , va dando ſpeſſo occaſione
incominciando da binari ſino ai fe a nuovi opuſcoli eruditi , tendenti
deſillabi, unitamente a tutte le altre all'illuſtrazione di queſt'argomento
numeroſe oſſervazioni , ch'egli ha . tanto utile per la ſtoria de'tempi di
fatto ſull'artificio teorico, e pratico mezzo. Uno di queſt'opuſcoli è quel
dell'una e dell'altra ſpecie di verſi lo , che è lavoro del chiariſſimo Si
ficazione, e de vari componimenti, gnor Annibale degli Abati Olivieri
che derivano da eſſe. Frattanto per Giordani ; nome aſſai caro ai noſtri
chè i noſtri lettori abbiano un ſaggio fogli , ai quali egli è così ſpeſſo di
di queſta nuova poetica fcoperta , pabulo colle ſue letterarie produzio
preſenteremo loro due verſi di 16. ſil ni. Verſa queſto ſopra un ſigillo del
labe, che s'incontrano in queſta ta la zecca di Orvieto, quale il noſtro
vola, avvertendoli che i numeri ſcrit Autore crede , come tutte l' altre o
dello
347
dello ſtato pontificio, di origine non Stando così le coſe, ſtabiliſce, che
anteriore al traſporto della reſidenza non ſia, che opera della metà all'in
pontificia in Avignone ; checchè di circa del ſecolo XIV. il ſigillo, che
queſta zecca aſſeriſca il Monaldeſchi quì ora ſi pubblica. Diamo in prima
ne' commentari ſtorici di Orvieto. la leggenda del medeſimo: S. I.A BO
Per prova del ſuo aſſunto reca due RENTI. E. MONETARI. D. VR BIS.
monumenti tratti dall'archivio di Or VETERI. Il noſtro Autore legge: Si
vieto; uno de'quali è una riſoluzio gillum Laborerie Monetari de Orbis
ne conſigliare preſa nell'anno i 323. veteri; ma ſe l'interpunzione , che
ſul particolare della moneta da co ſi oſſerva nell'inciſione da lui data,
niarſi , ſiccome l'altro è pure un'al è giuſta, è anche piucchè manifeſto,
tra ſimile riſoluzione ſullo ſteſſo af che ſi debbe leggere : Sigillum La
fare dell'anno 1325. , tralaſciando borenti e Monetari, o Monetariis & c.
di produrne una terza , che ha la nel qual caſo avremo quì , non una
data dell'anno 1332., per eſſere com voce nuova di laborentia per la bo
cepita con le ſteſſe parole di quella rerium , ma avremo piuttoſto il no
del 1323. Reſta pertanto comprova me proprio d' uno de'zecchieri , o
to da queſti documenti , e ſpecial del capo de'zecchieri di Orvieto. Già
mente del terzo , che abbiamo ac è noto, che verſo la fine del ſeco
cennato, non aver avuto, che nell'anno lo XII. fioriva pure un Cardinale »
1332., la ſua eſecuzione l'ordine col nome di Laborante , nativo di
di batter moneta in Orvieto. In ap Pontormo in Toſcana, ed autore d'
preſſo ſi oſſerva, che in alcuni mo una raccolta di canoni . A foggia -
numenti recati dal chiariſſimo Monſig. poi dell'antica medaglia della gente
Garampi , ora Nunzio Apoſtolico in Cariſia , che ci ha ſerbata la forma
Vienna, nella ſua opera in parte im degl'iſtrumenti , co' quali a tempo
preſſa, ma non ancor pubblicata, che della repubblica Romana battevanſi
ha per titolo : ſaggi di oſſervazioni le monete , queſto noſtro ſigillo ci
ſulle antiche monete pontificie, ſi tro moſtra la forma dell'officina mone
va nel 1364. , e nel 1368. un Orvie taria d'Orvieto, che è coſtrutta con
tano maeſtro della zecca pontificia in due archi tondi, e di ſeſto acuto ,
Avignone , il quale chiamaſi Ligo come veder ſi ſogliono nelle opere e
Michaelis de Zrbe veteri magiſter di quel tempo, poichè alla metà ap
monetarum ſicle Domini noſtri Pape. punto del ſecolo XIV. cominciarono
Argomenta perciò il noſtro Autore in qualche luogo a laſciarſi gli archi
da queſto, che ſe un Orvietano giun di ſeſto acuto. Anche nella ſtupen
ſe ad eſſer maeſtro della zecca pon da fabbrica della cattedrale d'Orvie
tificia in Avignone circa l'anno 1364., to, che cominciò a edificarſi l'anno
forſe ſi era queſti prima addeſtrato i 29o. appariſcono perfettamente ton
nella zecca di ſua patria , ed eraſi di i grand'archi, che dividono dal
per tal modo reſo abile a ſervire an la navata di mezzo le laterali , e
che più da vicino il ſuo principe . perfettamente tondo è ancora il grand'
X x 2 arCO 3
348
arco, che chiude l'ornamento della non eſſendoſi potuta pubblicar pri
porta maggiore. In mezzo poi ai due ma a cagione di un'oſtinata infer
archi dell'accennata officina ſi vedo mità, onde il ſuo Autore è ſtato per
no due operai battenti il martello aſſai meſi travagliato . Il nome del
ſulle incudini , in atto cioè d'eſer Sig. Don Giuſeppe Daniele, fratello
citare la loro profeſſione. Ma a qual di altro chiaro , e nobil letterato ,
uſo avrà ſervito queſto ſigillo , che Franceſco Daniele, ci era già molto
come ſpettante ad officina monetale, prima aſſai noto per le belliſſime an
è il primo a venire alla pubblica lu notazioni al poema ſopra Caſerta -
ce ? Sarà ſtato uno per munire di pa del Sig. Orazio Capelli , poeta a
tenti gli operai della zecca, delle a quell'andar degli Alamanni, de'Ru
quali quì ſi recano molti eſempi, e cellai , de'Triſſini , e di quegli al
l'altro ſarà ſtato quello di aſſicura tri feliciſſimi riſtoratori nella noſtra ,
re coll' impronta del medeſimo la lingua del latino, e greco poetare.
cuſtodia , o la caſſa, in cui ripone Or la preſente diſſertazione verte »
vanſi ſotto doppia chiave le monete, ſopra una ſtatua, che il Signor Da
per ſino che non ne foſſe ſtato fatto niele porta opinione, che ſia di An
il ſaggio dal ſaggiatore deputato . nibale. La noſtra ſtatua, dicº egli,
Ecco quante notizie un ſol monumen o piuttoſto mezzo buſto , è di figura
to ha dato campo al noſtro Autore naturale , e reca un'aria ſua pro
di produrre. Ma anche non è nota , pria, e un tal fiero piglio, che quel
la ſua vaſta erudizione ? volto nè greco ſembra, nè italiano,
ma ſenza fallo barbaro, cioè ſtranie
ro: e'l chiaro pittore Domenico Mon
N A P O L I. do, che con raro eſempio tra di noi,
dapoichè fu uſcito dalla ſcuola dell'
immortal Solimena, andò a perfezio
Ragionamento intorno ad un'anti narſi nell'arte del diſegno in quella,
ca ſtatua di Annibale Cartagineſe e che eſſer dovrebbe la ſcuola di tutti,
di Giuſeppe Daniele Tenente del reg io dico nel Campidoglio , onde ha o
gimento infanteria Agrigento, e pro mirabilmente aſſuefatto l'occhio all'
feſſore di Geografia, e d'Iſloria nella antico, toſtochè la preſente ſtatua eb
R. Accademia militare 6 c. Vapoli be veduta, non dubitò punto di afº
178 1. fermare, ravviſarſi in quel volto aper
tamente un Affricano. Così egli, fa
cendo molto giudizioſamente baſe ,
ueſta diſſertazione picciola di mo e fondamento delle ſue erudite con
le , ma aſſai bella ed elegante, por getture il ſentimento , e l'autorità
ta veramente la data dell'anno ſcor di un Pittore tanto nobile e famige
ſo; ma noi l'annunziamo al preſen rato, quanto è il Sig. Domenico Mon
te , quando cioè è ſtata pubblicata» do ornamento della bella Partenope ,
- pro
349.
proſatore, e poeta coltiſſimo , e in chard, e Gravier libraj al corſo preſº
tendente al pari di qualunque altro ſo la chieſa di S. Marcello.
d'ogni maniera di erudita antichità.
Segue poi il Signor Daniele compro
vando con altre tutte belle , e ac Il ſoggetto di queſt'opera è quel
conce rifleſſioni il ſuo penſiere ; e a lo propoſto dalla R. Accad. di Mar
come è proprio de veri dotti, ſpar figlia per il premio dell'anno 1777.
gendo quà , e là molti nuovi lumi Il Signor Conte Giambattiſta Ghe
ſull'ittoria , e ſugli ſcrittori della , rardo d'Arco trovollo talmente di ſuo
vita di quel famoſo capitano . La genio , che quaſi ſenza avvederſene
diſſertazione ſi è detto , è di poche mettendo in carta i ſuoi penſieri e
pagine, ma pieniſſima di coſe; e noi rifleſſi intorno il medeſimo, venne a
non dubitiamo, che non ſia ſtata ac a teſſere la preſente diſſertazione; e
colta da ſuoi Napoletani con quella benchè non gli riuſciſſe di traſmetter
ſoddisfazione , che ſi ſperimenta nel la a quell'Accad., ſiccome i ſuoi amici
la lettura di ſimili lavori; e che non ne lo conſigliavano di fare, per non
abbia a far lo ſteſſo qualunque altro aver avuto il tempo di tradurla in .
la leggerà - Franceſe , potè però offrirla alla R.
Accad. di Mantova fin dal gennaio
dell'anno ſuddetto 1777. L'ultimo
riſultato delle ſue analitiche ricerche
C R E M O N A . - ſu di queſt'intricato, e quaſi intat
to argomento ſi è che anche in queſt'
affare , come in quaſi tutti gli altri

Dell'influenza del commercio ſopra . . . . . . . . . . . . . . Sunt certi deni


i talenti, e fu i coſtumi. que fines
9aos ultra citraque nequit conſi
ſtere rectum. -

............ oculiſque errantibus


alto Certamente che il commercio avvi
cinando gli uomini agli uomini, ſvi
Quaſivit coelo lucem , ingemuit luppando la loro attività ed induſtria,
que reperta . -
creando e facendo loro conoſcere e
nuovi biſogni e nuovi piaceri, pro
muove da principio in ſingolar modo
Virgil. Aeneid. la civilizazione , e dà un energico
e potente impulſo alla cultura di ogni
maniera di ſcienze, e di arti . M L.
Per Lorenzo Manini regio ſtampatore il m deſimo commercio divenendo in
1782. in 8. Si vende dai Signori Bou ſeguito troppo eſteſo e troppo lucro
fo,
35o
ſo, ed introducendo per conſeguen Romani, benchè tanto più poveri ,
za in una nazione eſorbitanti ricchez e più rozzi di loro: così non fu diſ.
ze, vi porta ancora neceſſariamente ſimile l'influenza che ebbe il com
allo ſteſſo tempo lo ſtravagante luſ mercio preſſo i Foceſi , e i Corinti
ſo, l'indolente effeminatezza, e la . i più celebri popoli commercianti fra
corruttela . Si conſultino gli annali i Greci. Che ſe Rodi, e Cartagine,
delle nazioni commercianti, e dive per non parlare che di antiche nazio
nute ſommamente opulenti col loro ni, ſi mantennero lungamente in uno
commercio , e ſi oſſerverà ſempre il ſtato fiorente , non oſtante le mo
medeſimo periodo coſtante ed unifor ſtruoſe ricchezze, che il commercio
me, benchè più o men rapido , di vi accumulava, ciò avvenne ſolo per
progreſſivo ingrandimento ſeguìto uni - la ſtraordinaria combinazione che ob
formemente da una ſucceſſiva propor bligò quelle due repubbliche a fare
zional decadenza . Vi ſi ammirerà una continua , e non mai interrotta
ſempre da principio la povertà con guerra difenſiva, che mentre mante
giunta alla laborioſità e alla virtù, a neva viva negli animi quell' attività
cui ſi vedrà tener dietro in un ſe e quella coſtanza , che il commer
condo periodo l'agiatezza unita all' ciò introduce ne'ſuoi eſordi, le ſpoglia
induſtria, e alla bontà de'coſtumi , va allo ſteſſo tempo di quelle ridon
che dan poi luogo in un terzo perio danti ricchezze, che il commercio vi
do all'arricchimento accompagnato andava accumulando. Conſolinſi adun
dall'inazione e dalla mollezza, e de que quei popoli , i quali ſebben di
generano finalmente in quella fatale qualche commercio godono, pur com
opulenza, che ſi traſcina ſeco lo sfar mercianti non poſſon dirſi, nè forſe
zo, l'effeminatezza, la ſcioperatez ſperare di divenirlo , e riconoſcano
za , e la corruttela . Così i Feni non eſſer poi infatti la condizion lo
ci, i più illuſtri fra i popoli com ro così infelice, nè luttuoſa, quan
mercianti dell'antichità , caddero in to a prima giunta potrebbe ad eſſi
una tale diſſolutezza di coſtumi , ed ſembrare , e benchè forſe meno co
in un tale avvilimento, che non eb ſpicua , eſſer però men travagliata ,
ber cuore di difendere la loro patria ed equivoca la loro eſiſtenza. Quel
contro Nabucco , il quale ottenne le nazioni poi che quantunque com
quindi agevolmente di ſmantellarla mercianti, non hanno però ottenuto
fino dalle fondamenta, benchè Tiro di eſtendere il proprio commercio ſi
per la ſituazione ſua ſi credeſſe in no a quel ſegno , cui l'ambizione ,
certo modo ineſpugnabile , eſſendo , e la cupidigia compagne animatrici
circondata , e faſciata dalle ac del dominante ſpirito di commercio
que: così gli Etruſchi, i più vetu vorrebbero forſe che perveniſſe, im
ſti popoli commercianti di Europa , parino a temperare queſta ſpecie di
furono facilmente ſoggiogati, e con orgaſmo , e a ſgombrare dagli ani
quiſtati prima dai Galli , e poi da' mi quell'irrequieta anguſtia che ac
COIm
35 I
compagna, e ſiegue la mala riuſcita alcuni pochi di quei più generali ri
de'propri tentativi . Qualunque po ſultati che ſi ſono preſentati al no
polo infine , ch'egli ſia o nò com ſtro Autore nel far l' analiſi dell'in
merciante, prenda quindi argomen fluenza del commercio ſu i talenti e
to di metterſi in guardia contro di ſu i coſtumi; e biſognerà che i no
quello ſpirito di commercio, che ora ſtri lettori , che di queſte nobiliſſi
da alcuni ſcrittori tanto ſi mira a . me ſpeculazioni ſi dilettano , ricor
promuovere, nè a voler tanto in eſ. rano all'opera ſteſſa per ammirarve
ſo confidare da abbandonare in gra ne moltiſſimi altri non meno impor
zia di lui l'agricoltura e le arti; e tanti relativi al commercio minuto,
ſi perſuada finalmente che l'oggetto o come dicono di economìa, a quel
proprio del commercio non è già quel lo ſpirito di venalità che ſignoreggia
lo di appropriarſi mercè l'induſtria - le nazioni commercianti , e diviene
o la guerra tutti i rami poſſibili del preſſo di loro il principio motore uni
traffico , che al ſoſtentamento pro verſale di tutte le azioni , a quello
veggono di quelle nazioni , che in sfrenato amore d'indipendenza , ed
forza della ſituazione loro per ſe odio di ogni ſoggezione , che fra ,
ſteſſe non poſſono farlo , ma bensì queſte nazioni ſuole ſempre introdur
di provvederſi l'un l'altro popolo ſi , a quella colliſione de' pubblici e
reciprocamente mercè il cambio de' privati intereſſi che ſpeſſo in queſte
prodotti a biſogni loro riſpettivi, e medeſime nazioni ſi ſuſcita , ſicchè
di procurare alle nazioni quella ſcam mentre gli uni richieggon per eſ. la
bievole partecipazione de piaceri , guerra, gli altri voglion la pace, o
comodi, e vantaggi, che ſolo può viceverſa, alla moltiplicazione delle
ottenerſi per mezzo di eſſo . L'op cagioni di guerra , che queſto ſpiri
poſizione fra queſte verità , e le º to di commercio ha ora prodotta in
maſſime correnti del noſtro ſecolo , Europa , ed altri tali rilevantiſſimi
e non già lo ſcoprimento di eſſe ha oggetti di morale pubblica e di po
indotto il noſtro Autore a premette litica economia , che ci obbliga a .
re al ſuo opuſcolo , e a ripetere in paſſar ſotto ſilenzio la brevità del no
fine di eſſo i verſi Virgiliani ſtro inſtituto.

............. oculiſaue erranti P A R I G I.


bus alto -

guaſivit calo lucem , ingemuitgue


reperta. Diſſertation & c. Diſſertazione ſu
i vantaggi dell'allattamento defin.
ciulli dalle loro proprie madri, la
Ma queſti che noi abbiamo così ra quale è ſtata coronata dalla facoltà
pidamente accennati non ſono che medica di Parigi, nella ſua pubbli
Ca
352 - - - - - -

ca ſeſſione dei 9. decembre 1779. del foſſe ommeſſo di accennare quelle ,


Signor Landais dottor di medicina - circoſtanze che poſſono in alcuni caſi
Preſſo Mequignon il vecchio 1781. renderlo nocivo e pregiudizievole ;
in 8. ed avremmo voluto dall'altro canto
che nell'eſagerarſi con tantº enfaſi
gl'inconvenienti, e gli ſcandali dell'
Noi non intendiamo in verun con allattamento mercenario , ſe ne foſ
to di contraſtare a queſta memoria , ſero rilevati alcuni di non lieve im
l' onore , che la facoltà medica di portanza , de quali non ſi parla nè
Parigi le ha fatto, nel decorarla col punto nè poco, come per eſ. la per
ſuo premio, e molto meno di rivo dita che cagiona allo ſtato un nume
care in dubbio il giudizio, e la de ro ſi grande di balie , le quali tra
ciſione della facoltà ſteſſa. Siam cer ſportandoſi alla città , non ſolo ab
ti e perſuaſi che queſta memoria ſa bandonano i lavori della campagna,
rà ſtata la migliore, e la più degna e la cura delle loro famiglie , ma ſi
di quelle che ſi ſono preſentate al rimangono inoltre infeconde per più
concorſo ; ma pure avremmo da un lungo tempo di quel che ſarebbero
canto deſiderato che parlandoviſi con alle caſe loro, e privano così lo ſta
maggiore imparzialità dei vantaggi to di un conſiderevole numero de'più
dell'allattamento materno , non ſi prezioſi cittadini. -

a 4 neºnasca e 4), Annes nasº a 4, Aºnasºn Nºaº A4 o Aºn Aºn Aº Nº Aº Nº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Libraio al Corſo a S. Marcello, e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.

(ECA NAS
o
ºRQ ONAA-,
la
-

& 080.
"Sº
Num. XLV. 1782. Li 9. Novembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. che ſi erano accinti a fare ſu d'eſ
ſi alcuni celebri uomini, quali ſono Sa
Deinſcriptionibus Palmyrenis, quae muele Petit, Jacopo Renferd , ed il
in muſeo Capitolino adſervantar inter vivente celebratiſſimo Sig. Abate Bar
pretandis epiſtola F. Auguſtini dato thelemy , il quale dietro i lumi de'
mii Georgii Eremita Auguſtiniani ad tre rinomati Ingleſi Dawkins, Vood,
eruditiſſimum virum Micolaum Cano e Bower, autori dell'opera intitola
nicum Fogginium Corſiniana biblio ta, les ruines de Palmyre, ſtampa
theca prefectum. Roma apud Anto ta in Londra l'anno 1753. , e con
mium Fulgonium 1782. in 8. Art. I. tenente i 3. inſcrizioni Palmirene, ed
8. di queſte con altre Greche a quel
ueſta dotta, ed erudita lettera fu le corriſpondenti , pubblicò in Pari
compoſta dal ſuo chiariſſimo Autore gi l'anno ſeguente le ſue reflexions
a ſolo oggetto di compiacere il cele ſur l'alphabet , ci ſur la langue o
bre Sig. Canonico Niccolò Foggini, dont on ſe ſervoit autre fois a Pal
mentre era impegnato ad illuſtrare i mira , e ſecondo l'alfabeto da lui in
monumenti antichi, eſpreſſi in baſſi gegnoſamente immaginato tentò ſpie
rilievi , del muſeo Capitolino , che gare anche le noſtre inſcrizioni del
formeranno il compleſſo del IV. to Campidoglio. Ma ſiccome deſunſe la
mo di quell'inſigne collezione. Quan prima dalla raccolta lapidaria del Gru
do ſarà di pubblica ragione queſto IV. tero , e da altre copie particolari ,
tomo, che già è terminato di ſtam e la ſeconda, parte dalle Miſcellanea
parſi, ſi vedrà , che queſta lettera è erudita antiquitatis dello Spon, par
una parte del medeſimo tomo, e che te dalla Paleſtina del Relando, e par
queſta edizione non è, che una for te anghe da un eſemplare ſuo priva
ma ridotta in 8. da quella in foglio, to, così lontano, come egli era , dal
acciò di queſta poteſſero profittare , luogo di queſti monumenti non potè
quelli, che non poſſedevano tutta la co” ſuoi propri occhi aſſicurarſi della
ſerie de volumi antiquari Capitolini. loro vera lezione, nè per conſeguen
Erano troppo noti queſti monumenti za la ſua interpretazione, per quanto
Palmireni, che ſono una parte di quell' ingegnoſa , potè eſſere la più ſicura.
inſigne muſeo , per le illuſtrazioni , L'occhio illuminato, e linceo del Sig.
Yy Jacopo
254 .. . . . .a.
Jacopo Giorgio Criſtiano Adler, let Stabiliſce nella terza ipoteſi , che la
terato di Altona , che per molti meſi ſua interpretazione tanto della prima,
ha dimorato quì in Roma per eſer quanto della ſeconda inſcrizione Pal
citarſi ſu i codici , e ſui monumenti mirena, ſarà la più genuina, ſe nel
di lingue orientali, ha potuto fiſſare la maſſima parte la prima corriſponde
la vera forma di ciaſcun apice delle rà alla Greca , che le è anneſſa , e
medeſime inſcrizioni, e quindi l'eſat la ſeconda corriſponderà alla Latina,
ta, e fedele copia ſua è ſtata la ba che pur l'accompagna . Finalmente
ſe, ſulla quale il dottiſſimo Religioſo nella quarta ipoteſi fiſſa doverſi ri
Agoſtiniano, ed eccellente poliglotto conoſcere per autori di queſte inſcri
Padre Maeſtro Giorgi, a cui altre , zioni Palmirene i Maghi , ſacerdoti
volte abbiamo noi reſa la più vera, del Sole, ed eruditi nella ſetta , e ,
e dovuta giuſtizia, ha fabbricata la nella ſcuola di Zoroaſtre . Chi non
ſua giudizioſiſſima interpretazione . confeſſerà, che quì noi ora abbiamo
Ma prima di accingerſi egli a preſen per le mani un antiquario, che ra
tare queſta ſua nuova interpretazio giona ? Ma diaſi ora l'interpretazione
ne, premette quattro ipoteſi , che , Latina della prima inſcrizione, giac
rendono ragione di quelle conghiet chè e per brevità , e per mancanza
ture, che egli ha dovuto pure inte di caratteri corriſpondenti, ſiamo co
reſſare nella ſua ſpiegazione, perchè ſtretti omettere gli eſemplari del teſto
rendeſſe un giuſto ſenſo. Poichè egli Palmireno, della verſione Greca an
trova , che la lingua Palmirena in tica , e della moderna riduzione ad
fondo è la ſteſſa, che l'Fbraica, de elementi Ebraici . Eſſa così dice :
tratta ſolamente qualche forma delle Aglibolo, cº- Malachbelo patriis Diis
lettere, così nella prima ipoteſi ſta etiam ( hoc ) ſignum confectum ex
biliſce , che ſe egli moſtrerà , che , argento de reditibus ſuis poſait cum
ciaſcuna lettera Ebraica nel valore , omni ornatu nobilis Palmyrenus filius
numero , e figura corriſponde con Antiochi ad ſalutem ſuam propriam ,
venevolmente a ciaſcuna lettera Pal c ( conjugis ) una ſecum viventis,
mirena, avrà pur moſtrato , che la 6- filiorum ſuorum in menſe ſchevat
ſua lezione, così regolata, come ſi anno ZM, cº- Ph. Non è poi poſ.
è detto, ſarà la vera, e quella, che ſibile , che noi teniamo dietro
deve a tutte l'altre anteporſi . Nella a ciaſcuna voce , che eſattamente ſi
ſeconda ipoteſi dichiara, che ſe nella eſamina col più ampio apparato di
ſua verſione le voci Ebraiche corri lingue eſotiche , ed in iſpecie dell'
ſponderanno ad altrettante voci Pal Ebraica , della Siriaca , dell'Arabi
mirene , e ciaſcuna paragonata coll' ca, della Greca , e della Copta, e
altra renderà un medeſimo ſenſo, allo col più ſquiſito corredo di antica , e
ra ſarà pur certo, che la ſua verſio rara erudizione. Solo diremo, come
ne è la più legittima , e quale ſarà nel vocabulo di Aglibolo trova egli
l' interpretazione delle voci Ebraiche, indicato il Sole, eſpreſſo pure in baſ
tale pur ſarà quella delle Palmirene. ſo rilievo nel monumento ; ſiccome
nellº
355
nell'altro vocabolo di Malachbelori. chè ſpeſſo ad eſſi tocca d' ornarſi del
conoſce il Dio Mitra, deità già no ſuo nome ) è quello, che ora ci re
ta. Soſpetta poi, che Antioco padre gala queſt'opuſcoletto di ſua patria
di quel nobile Palmireno , chiamato letteratura . Parlò egli già di queſta
nella corriſpondente verſione Greca Signora nel ſuo trattato ſopra la zec
Lucio Aurelio Eliodoro, ſia quel me ca di Peſaro , e poichè egli allora ,
deſimo, che Vopiſco chiama attinen ciò fece con qualche abbaglio ſulla
te di Zenobia. Nel meſe ſchevat ri di lei perſona , perciò ora s'ac
conoſce il meſe undecimo degli Ebrei, cinge a correggere queſto, e a darci
il quale corriſponde ſecondo il com inſieme tutte quelle maggiori notizie,
puto de' Perſiani al noſtro meſe di che d'eſſa ha potuto raccogliere, cor
gennaro , in cui ſi celebravano ap. reggendo gli ſcrittori tutti, che d'eſ
punto le feſte Mitriache in onore del ſa poco veracemente parlarono, ben
Sole. Per fine ci moſtra, che l'anno chè tutti concorrino nel farne ſom
indicato nell'inſcrizione non è altro, mi elogi. Noi non occupandoci pun.
che il DXLVII. dell'epoca de' Siro to delle impugnazioni degli altrui er
Macedoni, che corriſponde all'anno rori eſporremo ſolamente tutte quel
di Criſto CCXXXVI., che fu il pri le notizie certe , ed appurate , che
mo dell'impero di Maſſimino. ( ſa il noſtro Autore ci viene, dietro a .
rà continuato. ) ſodi raziocini, e a documenti irrefra
gabili, aſſerendo. E'certiſſimo adun
P E S A R O. que, che la noſtra Battiſta fu della
famiglia di Montefeltro , e che , e
AVotizie di Battiſta di Montefeltro ſcluſi tanti diverſi padri , che le fu
moglie di Galeazzo Malateſta Signor rono aſſegnati, meglio penſano que
di Peſaro . In Peſaro 1782. in caſa gli ſcrittori, che diſſero Battiſta eſſer
Gavelli ; in 4. figlia del Conte Antonio figliuolo di
Federico, e padre di Guidantonio ,
Ad un celebre poeta de'noſtri gior che ſono due de' falſamente ſuppoſti
ni, quale è l'elegantiſſimo Sig. Conte di lei padri . Queſta Battiſta oltre ,
Cammillo Zampieri Imoleſe , è me il fratello Guidantonio, che ſucceſſe
ritamente diretto queſt' opuſcolo , nello ſtato del padre, ebbe pure due
contenente le memorie d'una Italia ſorelle, una, di cui s'ignora il nome ,
na principeſſa , che coltivò le lette maritata in Galeotto Belfiore della ,
re , e la poeſia , cioè di Battiſta di famiglia Malateſta di Rimino, e l'al
Montefeltro, moglie di Galeazzo Ma tra per nome Anna , la quale reſtò
lateſta Signor di Peſaro . Il chiariſ. vergine. Battiſta poi ſi maritò ai 14.
ſimo Sig. Annibale degli Abati Oli di giugno dell'anno 14o5. a Galeaz
vieri Giordani intento ſempre ad ar zo Malateſta Signore di Peſaro, nel
ricchire di nuovi ſuoi parti la lette qual tempo avea già ceſſato di vive
raria repubblica (come dai noſtri fo. re il Conte Antonio di lei padre,
gli può anche a tutti apparire, poi ſebbene il matrimonio foſſe gia con
Yy 2 cluſo,
356
cluſo, lui vivente, giacchè morì ai li ſonetti, perciò anche Battiſta col
29. aprile dell'anno 14o4. Fu perciò tivò queſto ſteſſo genio per la poe
effa cognata di Cleofe figliuola di Ma ſia , e fu forſe nel tempo , in cui
lateſta, e ſorella del di lei ſpoſo, la eſſa ſtava rifugiata in Urbino , che
quale dopo d'eſſer ſtata allevata in ſcriſſe quella veemente canzone, che
Rimiro andò moglie in Grecia a Teo per ſaggio del di lei valore nella vol
doro Deſpota della Morea, figliuolo gar poeſia riportò il Creſcimbeni .
dell'Imperatore di Coſtantinopoli nell' Ma non ſolo nella volgar poeſia eſſa
anno 142o. Una ſola figliuola ebbe ſi diſtinſe , ma ſcriſſe ancora con,
Battiſta da queſto matrimonio l'anno molta eleganza l'idioma Latino. Si
14o7., nella quale rinnovò il nome ha di lei un'orazione Latina, che ,
di Eliſabetta ſua ſuocera , mancata . leggeſi ora interamente nel catalogo
di vita nello ſteſsº anno 14o5. , in de codici di San Michele di Murano,
cui ella ſi ſposò , e che fu poi ma compilato dal ch. P. Abate Mittarelli,
ritata a Pier - Gentile Varani Signo e che eſſa recitò avanti a Sigiſmon
re di Camerino. Queſta figliuola fe do Imperatore , il quale nel ritorno
ce la conſolazione della madre in . da Roma, ove avea ricevuta la co
mezzo alle infelicità , che ſofferſe , rona imperiale , fu in Urbino il dì
per la cattiva condotta, e per le cat 3o. agoſto dell'anto 1433. Appariſce
tive qualità del ſuo marito Galeaz da queſta orazione uno de' più forti
zo, il quale da Tobia Veroneſe nel diſguſti , che eſſa provaſſe in vita ,
la continuazione del cronico Rimine ſua , e che fu la prigionìa di Pier
ſe fu detto unas quidem indignus , Gentile Varano ſuo genero , e le ,
qui in catalogo principum Malateſta crudeltà in ſeguito uſate contro Eli
rum nominaretar . Con ciò venne º ſabetta ſua figliuola . Ma colpo più
Galeazzo ad agevolare a Battiſta il doloroſo ſenza meno fu per eſſa l'in
ſuo ritiro dal mondo. In fatti ( per tendere in appreſſo, come ſotto il dì
tacere di tantº altri di lei diſguſti cau 7. di ſettembre era ſtato decapitato
ſati dai triſti eventi del marito) eſſa in Recanati l'infelice ſuo genero .
ſi vide obbligata nell'anno 143 1. a Tra tante anguſtie ebbe Battiſta la .
rifugiarſi in Urbino dal Conte Gui conſolazione di vedere da Carlo ſuo
dantonio ſuo fratello inſieme col ma cognato dopo molto ſtento ricupera
rito ſteſſo , e con Vittoria Colonna to Peſaro , onde il ritorno de' Mala
moglie di Carlo , ſua cognata , all' teſti alla loro reſidenza ſeguì ai 24.
occaſione di eſſerſi la città di Peſa ſettembre 1433. Ma comecchè Batti
ro ribellata al ſuo ſignore ſtante i di ſta foſſe troppo perſuaſa della vanità
lui cattivi portamenti . Poichè ne' delle grandezze terrene , tornata a .
Malateſti fu famigliare la coltura del Peſaro in ſignorìa atteſe principalmen
le Muſe , e Malateſta padre di Ga te a diſtinguerſi in opere di pietà ,
leazzo ſteſſo fu un felice poeta per i ed a ſollevare la deſolata ſua figliuo
ſuoi tempi, ond' è , che fu perſino la Eliſabetta, aiutandola in iſpecie a
ehiamato per ſopranome Malateſta da nell'educazione dei di lei figliuoli
\, - pupil
357
pupilli, e l'una, e l'altra occupan Galeazzo , a cui noi ora ceſſeremo
doſi a proteggere , e governare il di tener più dietro ; ſoggiugnendo
nuovo monaſtero delle Clariſſe . La folo , come egli, ſentita la morte »
figlia ſecondò forſe le inſinuazioni del della moglie , ſi unì nell'anno ſe
la madre nell'ingreſſo in religione , guente 1449, in matrimonio con Ma
giacchè Eliſabetta profeſsò anche la ria Medici . Qui poi cadrebbe in .
regola del terz'ordine nell'accenna acconcio il riferire le varie produzio
to monaſtero. Frattanto ſi ſuſcitò una ni d'ingegno della noſtra Battiſta in
continua, e ruinoſa guerra tra Sigif. linea di belle lettere, ma tralaſcian
mondo Malateſta Signore di Rimino, do di ciò fare il noſtro Autore, per
ed il ſuddetto Galeazzo , ed in ſe chè s'accinge a pubblicare a parte
guito di queſta preſe Galeazzo la . in breve sì le opere di lei , come »
ſtrana riſoluzione di alienare per du quelle di Malateſta ſuo ſuocero, per
cati ventimila Peſaro con tutto il re ciò ancora noi ceſſeremo di farlo per
ſto del ſuo dominio, ed entrò quin ora. Solo avvertiremo, che molte ,
di ſignore di Peſaro Aleſſandro Sfor di queſte, per l'avanti ſconoſciute,
za dopo aver ſpoſata Coſtanza, na ſaranno al noſtro Autore ſomminiſtra
ta dalla ſuccennata Eliſabetta vedo te da un codice mſ. poſſeduto dal Sig.
va Varani , e figliuola di Galeazzo, Marcheſe Giuſeppe Loccatelli Patri
e Battiſta. Galeazzo poi ſi trovò ne zio Ceſenate, nel quale ſi hanno mol
ceſſitato a ritirarſi in Firenze , ove te opere della medeſima e in Latino,
conduſſe lungamente una vita forſe più e in volgare, e in proſa, e in ver
oſcura , che privata - Tutto queſto ſo. Finiſce pertanto il chiariſſimo Sig.
baſtò a decidere affatto la noſtra Bat Olivieri le ſue ricerche ſopra queſta
tifta per ſcioglierſi interamente da inſigne donna con riferire ciò , che
tutti i legami del fecolo , partendo di lei enunciò con ſomma lode il ce.
da Peſaro l'anno 1445. , andando lebre Campano nell'orazione funebre
a Urbino per alcun poco tempo , e di Battiſta Sforza di lei pronipote, e
trasferendoſi nello ſteſsº anno a Foli ciò, che pure aſſerì con pari enco
gno, ove ſi racchiuſe nel monaſtero mio Pandolfo Collenucci Peſareſe nell'
di Santa Lucia, veſtendo l'abito re orazione recitata nelle nozze di Co.
ligioſo ſolamente l'anno 1447. , e , ſtanzo Sforza Signore di Peſaro con
prendendo il nome di Suor Girolama. Cammilla d'Aragona, che il nobile
Eſiſte ancora colì il teſtamento di noſtro Autore conſerva preſſo di ſe
queſta Signora fatto in quel tempo, manoſcritta. E' pur coſa, che meri
ed il noſtro Autore ne da quì oppor ta particolar commemorazione, la .
tunamente un eſtratto . Però eſſa, lettera Latina, che corona queſta ſtam
ſecondo le più eſatte ricerche fatte a pa, ſcritta dalla noſtra Battiſta al Pon
dall'erudito Autore, non morì, che tefice Martino V. per raccomandargli
ai 3. di luglio del 1448. , cioè nel Cleofe ſua cognata , che abbiamo
ſecondº anno del ſuo monacato ; ſo, mentovata di ſopra, e che come buo
pravivendo alla medeſima il marito na cattolica ſoffriva mille inſalti dal
-. . .
- - ſuo
358
ſuo marito, lo ſciſmatico Teodoro, 2'num hoc maceror, ci doleo tibi
Deſpota della Morea. Queſta lettera deeſe, Terenti.
ſi produce ora per la prima volta dall' A giudizio adunque di Ceſare , uo
enunciato codice del Sig. Marcheſe , mo di quello ſquiſito e dilicato guſto
Loccatelli . Tutto ciò non fa , che in ogni genere di letteratura, che ,
confermare l'alto concetto , che il ognuno ben sà , faceva deſiderarſi nel
chiariſſimo Sig. Olivieri gode merita più eccellente, e famoſo fra i latini
mente da così gran tempo nella re comici una certa qualità della com
pubblica delle lettere , e a renderlo media preſtantiſſima, e tale che pa
ſempre più benemerito della mede re doverſi ſupporre che ne coſtituiſ
ſima . ſe l'eſſenza, non che la perfezione,
poichè per difetto di eſſa il gran Te
M A N T O V A . renzio , benchè fornito di tutti gli
altri pregi, vien dichiarato da Ceſare
Della forza Comica incapace di poter gareggiare del pa
- - - - utinam ſcriptis adjunSta fo
- - - ri coi più inſigni fra i Greci . All'
ret vis -

analiſi di queſta qualità caratteriſti


comica . . . . . . . . . a
ca, e diſtintiva della commedia, che
Caſar apud Svet. Ceſare, ſenza di finirla, chiama ſem
Preſſo Giuſeppe Braglia 1782. in 8. plicemente forza comica , è appunto
Si vende da' Sig. Bouchard e Gra deſtinato il preſente opuſcolo del Sig.
vier librari al corſo preſſo la chieſa Conte Giambattiſta Gherardo d' Ar
di S. Marcello. co , uomo già reſoſi celebre in Eu
ropa non che nella noſtra Italia per
Sonoci ſtati da Svetonio avventu tante altre ſue produzioni . Per pro
roſamente conſervati alquanti aurei cedere con piè ſicuro in queſt'ana.
verſi di Giulio Ceſare, ne' quali que liſi ſi comincia nel capo I. dal fiſſa
ſto non men celebre letterato che re lo ſcopo principale e caratteriſtico
capitano rivoltoſi a Terenzio, quaſi della commedia, che ſi dimoſtra eſſer
con lui ragionaſſe , così prende a - quello di concitare il piacere del ri
dire : ſo colla pittura delle ridicole contrad
dizioni, nelle quali le paſſioni anche
7'u quoque, tu in ſummis, o di le più innocenti fanno cadere, ſia per
midiate Menander il loro oggetto, ſia per l'ecceſſo lo
Poneris , cº- merito puri ſermonis ro, e per queſta via allontanar gli
amator , uomini da quei difetti, che ſono l'og
Lenibus atque ntinam ſcriptis ad getto di queſto loro riſo. La forza e
juntia foret vis comica adunque , in cui da Ceſare
Comica, ut a quato virtus polleret ſi coſtituiſce l'eſſenza , non che la
honore - perfezione di una commedia , deve
Cum Gracis, megue in bac deſpe conſiſtere in quell'attitudine e orga
ctus parte jaceres; mizazione di eſſa , che la renda più
che
359
che ſi può acconcia a far ſentir vi te nel capo V. ſi riſponde all'obbie
vamente, e dilettevolmente que” di zione, la quale potrebbe da taluno
fetti e que ſconci, per opera de'qua farſi, che l'ingentilimento e il ripu
li le perſone che poſſono anche eſ limento de'coſtumi del noſtro ſecolo
ſere d'altronde pregevoli e riſpetta non offre più quell'abbondante meſſe
bili, rendonſi ſovente oggetto di ri di ridicoli, che offrivano i ſecoli più
ſo, e di beffe. Da ciò ne ſiegue im rozzi ed inculti ai comici del loro
mediatamente ciò che ſi dimoſtra dal tempo ; facendoſi vedere che quan
noſtro Autore nel capo II., vale a tunque più coperti, ed inorpellati i
dire che acciò una commedia eſſer ridicoli de noſtri tempi non hanno
poſſa ſuſcettibile di forza comica, il che invidiare a quei dei tempi traſ
ridicolo debba eſſere come l'anima, corſi , e forſe anche li ſuperano at
e il principio motore di eſſa. Quin teſa appunto la maggior ſociale, e o
di è che potranno chiamarſi , come commercial corriſpondenza, colla quale
ſi vorrà, que'drammi romanzeſchi, che oggigiorno tutte le nazioni, e tutti
hanno avuto gran voga in Francia in i ceti ſi comunicano a vicenda più
queſti ultimi tempi ſotto l'improprio facilmente di prima i loro difetti e i
nome di comedies larmoyantes , ma loro capricci, e quella medeſima mag
commedie certamente non potranno gior cultura ed induſtria che ha tan
giammai a buon diritto nominarſi . to dilatato, ed eſteſo la sfera de'bi
Chi non rileverà altresì prontamen ſogni e piaceri fattizi della morbidez
te dall' enunciata di finizione della . za, e del luſſo . Ed ecco preſſo a .
commedia, che acciò eſſa abbia tut poco il tranſunto di queſto elegante e
ta quella forza comica, che aver può filoſofico opuſcolo del Sig. Conte d'
e dee , il ridicolo debba incontrarſi Arco, a cui noi auguriamo di cuo
nella medeſima azion ſua principale, re di poter ottenere il fine, ch'egli
e non già ſemplicemente ne'ſuoi epi ſi è propoſto con eſſo, cioè d'invi
ſodj; nel ſuo protagoniſta - e non già tare, ed eccitare gl'ingegni Italiani
ſoltanto ne' ſuoi attori ſubalterni . al riſtauro della vera commedia, che
Queſte due neceſſarie conſeguenze , già ebbero i Greci, i quali ſaran ſem
della giuſta idea della commedia fiſ pre i noſtri maeſtri in materia di guſto.
ſata nel capo I. ſi ſviluppano ampia . . . . . . . . . . Vos exemplaria
mente dal noſtro Autore ne capi III. gracca
e IV. , dimoſtrandoviſi come i comici AV fiurna verſate manu , verſate
Greci , Latini, e Franceſi a miſura diurna . -

º che ſi ſono più o meno conformati a Aggiunge infine ſingolar pregio


queſti precetti , han conciliato alle queſt'opuſcolo un'appendice , in cui
loro commedie una maggiore o minor l'Autore prende a dimoſtrare la di
doſe di quella forza comica, che Ce finizione da lui data del riſo nel ca
ſare cotanto deſiderava in Terenzio, po I. , cioè eſſer eſſo ,, una ſpecie
il quale forſe più degli altri da que” , di linguaggio pronto ed univerſa
precetti ſi è allontanato . Finalmen 3, le , mercè cui ha voluto la natu
35 l' a
36o -

», ra che gli uomini ſi manifeſtaſſero ſamente conoſciuto in Francia per le


», ſcambievolmente quella non ſo qual ſue ingegnoſe ed utili invenzioni, fra
», ſorpreſa che nell'animo loro naſce le quali il pubblico ha principalmen
, al riſcontro di un difetto , che , te ammirato i ſuoi nuovi mulini a .
,, incompatibile eſſendo colle qualità pedali ſtabiliti per ordine del gover
, pregevoli , con cui in uno ſteſſo no a Bicetre , e i ſuoi nuovi carri
, ſoggetto trovaſi congiunto , offre pe” i cannoni, che ſono ſtati adotta
», in queſto un contraſto bizzarro , ti in tutte le città militari di quel
, ſtrano ed inaſpettato ,,. Gran con regno, ed hanno meritata all'Auto
fuſione, e varietà di opinioni incontra re una penſione del re . Seſſanta ſo
ſi fra gli ſcrittori anche di grandiſſimo no le macchine deſcritte in queſto I.
nome che han trattato di queſta ma volume, ed inciſe in altrettante ta -
teria, alcuni de'quali han ſoſtenuto vole molto nitidamente , e nel modo
ogni riſo eſſer figlio della gioia e del più acconcio per farne rilevare la
piacere, altri naſcere il riſo da una ſtruttura, ed il movimento. La mag
maligna compiacenza di ritrovare in gior parte conſiſtono in diverſe ſpe
altri quel difetti e que ſconci , dai cie di mulini , fra i quali meritano
quali noi ci crediam liberi, ed altri al ſingolar attenzione il ſovraddetto mu
tre opinioni , molte nate dalla con lino a mano, o come egli lo chiama
fuſione che ſi è fatta delle altre mo mulino a pedali, il quale può eſſere
dificazioni dell'umana riſibilità con di grandiſſimo uſo in que paeſi, ove
quella di cui ſi tratta , cioè del ſor per ragione della ſiccità e delle ge
riſo, e del deriſo col riſo. late rimane ſpeſſe volte per meſi in
tieri interrotto l'uſo de mulini a .
P A R I G I . acqua, e ſi rincara perciò il prezzo del
La mechanique appliquée aux arts la farina, ſino a valere il doppio del
e5 c. La meccanica applicata alle ar grano, ed un altro mulino parimen
ti, alle manifatture, all'agricolta ti a mano per ſegare il legname, che
ra, e alla guerra ; opera arricchita può eſſere parimenti di grandiſſimo
di 12o. rami del Sig. Bertholot inge profitto in que luoghi, ove non po
gnere meccanico del Re. Preſſo l'Au tendoſi ſtabilire un mulino a acqua
tore, e preſſo Demonville ſtampatore per mancanza di una corrente, mol
e librajo dell'Accad. Franceſe. Tom. to legname và neceſſariamente in
1. 178 1. in 4. - perdizione.
L' Autore di queſt'importante ope
ra è già da gran tempo vantaggio
Num. XLVI. 178 2 e Li 16. Novembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A .
primo luogo ( per accennare pure ,
qualche coſa di queſte copioſe anno
De inſcriptionibus Palmyrenis, qua tazioni ) che le figure in baſſo ri
in muſeo Capitolino adſervantur inter lievo, che ſi trovano in queſto mo
pretandis epiſtola F. Auguſtini Anto numento Palmireno - Latino, corriſ
mii Georgii Eremita Auguſtiniani ad pondono pienamente al Sole, a cui pa
eruditiſſimam virum AVicolaum Cano rimenti queſta lapide , od ara , che
nicum Fogginium Corſiniana biblio ſia, è dedicata. Nell'uccello , che ,
theca prafectum. Roma apud Anto ſoſtiene il buſto radiato del Sole ,
nium Fulgonium 1782. in 8. Art. II. ravviſa l' Eoroſchaſpe, o ſia Simorg,
ed ult. . º
o Sinmorg de Perſiani, ſorte d'uc
Ma veniamo alla ſeconda inſcri cello favoloſo , corriſpondente all'
zione, della quale daremo la ſolita , aquila. Del cocchio, e de'cavalli, op
Latina interpretazione del noſtro Au pur grifi del Sole, che quì pur ſi han
tore, che è la ſeguente: Ara ſacra no, non ſerve parlare , eſſendo co
Malachbelo cauſa ſolvendi voti. Ma ſe abbaſtanza conoſciute , ſebbene ,
gi Antiſtites cohortium Calbienſium , non ſieno così ovvie le coſe , che a
c5- Palmyrenorum celebrarunt lubén queſto propoſito il N.A. ricava dai li
tiſſime ſolemnia conſecrationis . Poi bri di Zoroaſtro, riſguardanti la reli
chè ci è pur facile dare l'antica in gione pubblicati dal Sig. Anquetil. Ove
ſcrizione Latina , che è nel marmo poi il teſto Palmireno ha Movedim . il
in corriſpondenza alla Palmirena, re noſtro Autore vuol riconoſcere i Ma.
cheremo ancor queſta , ed eccola: bedan, o fieno Magovadan, accen
SOLI. SANCTISSIMO. SACRVM nati dal Sig. Anquetil, cioè i Magi,
TI. CLAVDIVS. FELIX. ET o ſieno ſacerdotes , o piuttoſto Ma
CLAUDIA, HELPIS. ET gorum antiſtites, praſales, od anche
TI. CLAVDIVS. ALYPVS. F. EORVM prafecti Solicola. Soſpetta egli quin
VOTVM.SOLVERVNT.LIBENS. MERITO
di , che queſti Maghi , quando ap
CALBIENSES. DE. COH. III
punto gli Ebrei dopo la ſchiavitù Ba
Queſto monumento pur anche ſi illu bilonica riedificavano Geruſalemme,
ſtra parola per parola colla ſteſſa ac e la dottrina di Zoroaſtre ſi incomin
curatezza, ed erudizione. Moſtra in ciava a ſpargere per l'oriente, coo
Zz peraſ
362
peraſſero a far eriggere in Palmira - rarois regagaaar , Galapaºgar rouaos.
un tempio al Sole. Alle coorti, nel guum hanc urbem ( Salomon D adi
le quali erano aſcritti gl'indicati ſog ficaſſet, ci manibus cinxiſſet validiſ
getti , che dedicarono la noſtra ara ſimis, Thadamoram appellavit , quo
del muſeo Capitolino, crede, che - nomine etiam nunc a Syris vocitatur:
appartenga l'ala ottava Palmyreno Graeci vero eam nominant IIaatuipar .
rum, che era ſotto il conduttiere del Appariſce pertanto , che queſta no
la Tebaide in Egitto , che è mento ſtra ara, per la doppia inſcrizione –
vata nella celebre AVotitia imperii . Palmirena , e Latina , che porta in
Quindi il dottiſſimo noſtro Autore ſi fronte, appartiene ai tempi poſterio
diffonde lungamente ſulla voce Cal ri ad Aureliano, che come le iſtorie
bienſes, ne'quali vuol riconoſcere un c'inſegnano, ſottomiſe Palmira, che
nome gentilizio, cioè popoli cultori prima era città libera, all'impero Ro
del Sole Malach - belo giuſta l'inſtitu mano, dopo che eſſa avea coraggioſa
to di Zoroaſtro, i quali ſecondo l'Hy mente reſpinto l'eſercito di Marc'Anto
de erano una ſpecie dei Curdi , che nio Triumviro, e ſi era collegata con
ora abitano il monte Libano , ed il l'Imperatore Aleſſandro Severo con
Curdiſtan , ſiccome il defunto Mon tro Artaſerſe . Ma noi non la finire
ſig. Giuſeppe Simonio Aſſemani men mo più per ora, ſe ci piaceſſe ſegui
tova certi Calbii, o Calbita , come re il noſtro dottiſſimo Autore in tut
popoli dell'Arabia , che potrebbono te le ſue profonde, ed affatto pere
forſe riferirſi ai noſtri Calbienſi , ma grine diſquiſizioni, e ſpecialmente ,
che ſecondo il noſtro Autore ſono piut nei ragionati canoni, che egli ſtabi
toſto popoli a noi più vicini, i qua liſce rapporto alle antiche lingue ,
li abitavano poco lungi dai monti Gor orientali ; e perciò invitiamo gl'in
diei, e corriſpondono ai popoli della telligenti di queſti ameniſſimi ſtudi a
Calibonitide , contermini appunto al volere guſtare tutto quanto in queſto
diſtretto di Palmira , i quali ſecondo elegante, e pulito volumetto , che
Eſichio aveano comunicazione coi Per ſinora noi abbiamo alla meglio eſpo
ſiani: ſoggiungendo in appreſſo anche ſto ne' ſuoi capi principali.
un'altra plauſibile conghiettura, che
fa derivare queſti popoli dalla regio F I R E N Z E,
ne Xaavgar, mentovata in Ezechiele
profeta. Perfine la voce , che corri Verſi di vario metro.
ſponde ai Palmireni eſpreſſi dal noſtro . . . . . neget quis carmina Gallo .
Autore nella ſua verſione, nel teſto AVella ſtamperia Bonducciana 1782.
ſi enuncia così : Thadmorai ; onde in 8. -

, i
rapporto a queſta voce egli oſſerva, -

come Giuſeppe Ebreo mette il tutto Queſti verſi di vario metro hanno
in chiaro, quando ci fa ſapere (lib. per Autore quel medeſimo Sig.Con
vi i 1. cap. I 1. ) quanto ſegue : 2 ir te Tana , che ſomminiſtrò il bell'elo
roos cino?oun'aas , «ai reixeir oxºgº gio del celebre P. Beccaria al decor
ſo
- 363
ſo volume della noſtra Antologia . che forſe per il loro pregio merite
Ora i verſi di un poeta che già ſi rebbero ſopra gli altri la preferenza,
accinſe ad encomiare in pubblico uno non potendoſi per la loro lunghezza
de'primi fiſici de noſtri giorni, e vi adattare alle anguſtie di queſti fogli,
riuſcì così lodevolmente , che noi ſiamo però coſtretti a contentarci di
non credemmo di poter meglio fare quì citare per modo di ſaggio uno
che di adottare per intiero quel ſuo de' ſuoi piccoli epitafi , ſpiranti tut.
elogio a noſtr'uſo, deggiono certamen ti la più felice ſpontaneità, e natu
te meritare una maggiore attenzione ralezza . Sceglieremo il primo ch'è
che quei della maggior parte de'co ſopra di un cortigiano : ex ungue
muni, ed odierni verſificatori . Al leonem. -

meno egli è certo che non vi manche Coſtui ſano di cor , ſano di mente,
rà per entro quella tinta filoſofica , I ſuoi giorni terminò
e quella tendenza al vero ed all'uti Tranquillamente.
le , ſenza di cui neſſuna produzion E'ver che tale elogio breve e ſchietto
letteraria, di qualunque ſpecie ella - Ad altrui deſtar non può
ſia, può aver pregio ed eſſer degna Stupor nel petto.
di lode. Diffatti , benchè conditi in Ma meraviglia deſterà aſſai forte,
molli e qualche volte ridevoli verſi , Allor quando ſi ſaprà
campeggiano in queſte poeſie del Sig. Che viſſe in corte.
Conte Tana ſodi , e ragionati pen E che dall'età prima alla ſenile,
ſieri. Mai celò la verità
Mè fu mai vile,
Omne tulit punctum qui miſcuit
utile dulci
Lettorem deleffando, pariterque e P I S A.
monendo .

Nulla vi ha di lambiccato nè nei con AVovi planeta obſervationes & theo


cetti nè nello ſtile di queſti verſi, i ria Auctore joſepho Slop de Caden
quali ſcorrono come le acque di un berg in Piſana Academia publico
puro, limpido, e dolcemente rumo Aſtronomia profeſſore, 6 Bononienſis
reggiante ruſcelletto. Per aggiunger ſcientiarum inſtituti ſocio . Excude
fede a queſte noſtre lodi vorremmo bat jacobus Gratiolius 1782. in 4.
qui riferire per intiero le dilicate »
ſtrofe ſulla Letizia, ſull'Alba , ſull' Da tempo immemorabile ſi era ,
Aurora &c. che ſi trovan ſul principio; ſempre creduto che ſette foſſero i me
oppure la Pindarica ode o finalmen talli perfetti e ſette i pianeti , ed era
te una delle due ingegnoſe metamor talmente invalſa una tal credenza ,
foſi dell'albero, e dell'aſino deſcrit che ſin da più remoti ſecoli i chimi
te in fluidiſſimi verſi ſciolti alla fine ci, e molto più gli alchimiſti per una
del libro. Ma queſti componimenti, certa ſomiglianza nel colore, che vi
Zz 2 ravvi
364 .
ravviſavano e per una da lor ſogna alle loro chiome ; e queſto ſoſpetto
ta relazione fra eſſi, erano giunti ad veniva vieppiù confermato dall'eſſerſi
indicare con nomi , e ſegni comuni per lungo tratto di tempo oſſervato
ſi gli uni che gli altri. Ora già ognun coſtantemente di 5. fecondi il ſuo dia
sà che i metalli perfetti non ſon più metro apparente ſenza verun ſenſibi
ſette dopo la ſcoperta che ſi è fatta le incremento, o decremento. Ma ,
nel Perù dell'ottavo metallo cono queſte congetture eran troppo ancora
ſciuto ſotto il nome di platina , o lontane dall'avere la forza di un'aſtro
oro bianco . Eſſendo pertanto ben , nomica dimoſtrazione . La gloria di
giuſto che i pianeti non foſſer da me aver formato il primo una ſiffatta di
no de metalli, ecco che ci ſi ſcopre moſtrazione era riſerbata al Sig. Ab.
un ottavo pianeta, non mai per l'ad Giuſeppe Slop di Cadenberg, il qua
dietro avvertito , in quella cometa le occupa ora sì degnamente in Piſa
che fu veduta la prima volta in In la cattedra che già tenne il celebre
ghilterra dal Sig. Hertſchel nel meſe Galileo, che tanto faticò per illuſtra
di marzo dell'anno ſcorſo, e di cui re l'Aſtronomia. Egli oſſervò per più
abbiamo già fatto più volte menzio di un anno queſta nuova ſtella con un
ne nella noſtra Antologia . Non è teleſcopio parallattico che aumenta
certamente neceſſario che noi quì av va cento volte il diametro apparen
vertiamo che le note caratteriſtiche te, allorchè la ſtella giugneva al me
di un pianeta , ond'eſſo diſtingue ſi ridiano di giorno, e con un quadran
da una cometa, ſono quelle di raggi te murale , allorchè vi giungeva di
rarſi in un'orbita pochiſſimo eccen notte. Munito così di un grandiſſimo
trica attorno il ſole , compreſa nella numero di longitudini e latitudini geo
così detta faſcia del zodiaco, e per centriche, egli ſi accinſe ad applicar
corſa con movimento diretto da oc vi qualcuno dei noti metodi per de
cidente verſo oriente , mentre le or durne la figura, e gli elementi dell'
bite deſcritte dalle comete ſono così orbita deſcritta dalla nuova ſtella.
eccentriche che poſſono conſiderarſi Suppoſela da prima ellittica, e tentò
ſenza grande errore a guiſa di para quindi di determinarla solle formole
boliche, e ſono poi dirette per ogni dimoſtrate per queſte tali orbite dall'
parte del cielo. Ora il vederſi la no Eulero, dal Sig.Tempelhoff, e da altri
ſtra cometa di Herſchel ſprovveduta geometri ſommi. Ma i riſultati di queſte
di ogni ſorta di coda o di chioma già formole male ſi accomodavano coll'op
facea preſumere a qualche aſtronomo poſizione della nuova ſtella accaduta il
che la ſua diſtanza dal ſole non an dì 2 1.decembre dell'anno ſcorſo, e con
daſſe ſoggetta a quelle enormi varia altre molte oſſervazioni fatte prima,
zioni , che facendo paſſare le come e dopo di quell'oppoſizione. Abban
te da un eſtremo raffreddamento ad donando adunque la ſuppoſizione dell'
un eſtremo riſcaldamento danno pro orbita ellittica, non gli rimane a ſen
babilmente origine alle loro code e nonchè di rivolgerſi a quella dell'or
- bita
365
bita circolare o parabolica , al che accuratezza, fennonchè dopo un gran
l'invitava maggiormente l'oſſervata numero di oſſervazioni molto diſtan
equabilità del moto eliocentrico, che ti fra loro. Queſt'orbita poi ſecon
chiaramente indicava o che la ſtella do i calcoli del noſtro Autore ſareb:
deſcriveva un circolo , o che era ſi be defcritta nello ſpazio di 82. anni
ritrovata in tutto il tempo delle oſ 74979. , oſfia di 3o224. giorni ed
fervazioni molto vicina al perielio di ore 2ci , ed avrebbe per raggio
un'elliſſi grandemente eccentrica, la o 4544 9. ſemidiametri della terra,
quale per confeguenza come parabo nell'ipoteſi che la parallaſſi ſolare ſia
la potea per quel tratto conſiderarſi. di 8", 6., dimodochè queſto nuovo
Dopo di aver dunque dimoſtrate due pianeta verrebbe a raddoppiare l'eſten
elegantiſſime formole, per mezzo del ſione del noſtro ſiſtema ſolare , e a
le quali colla ſoluzione di un equa diminuire grandemente quel vuoto
zione cubica ſi può ottenere il rag ehe ſupponevaſi fra Saturno e le a
gio vettore tanto nell'una che nell' ſtelle fiſſe, e che forſe coll'andar del
altra ſpecie di orbita per il momen tempo diminueraſſi ancor maggior
to dell'oppoſizione, e quindi dedur mente. Del rimanente oſſerva oppor
re tutti gli altri elementi delle due or tunamente il noſtro Autore non do
bite, il noſtro Autore ha preſo a . verfi far gran maraviglia che queſto
calcolare sì nell'una che nell'altra pianeta, il quale atteſa la ſua diſtan
i movimenti della nuova ſtella, per za e poſizione riſpetto al ſole deve
indi vedere in quale delle due ſi aveſ eſſere ogni anno viſibile per lo ſpa
ſe un maggior accordo colle oſſerva zio di più di 1o. meſi , ſia rimaſto
zioni. Queſt'accordo non poteva eſi ciò non oſtante inviſibile per tanti e
ſer maggiore nell'orbita circolare , tanti ſecoli, ed abbia aſpettato per
poichè non giungono che a pochi moſtrarſi ſino ai giorni noſtri; impe
ſecondi le differenze tanto fra le lon rocchè egli è diſficiliſſimo di vederlo
gitudini che le latitudini calcolate in a occhio nudo, e per giungervi non
queſt'orbita e quelle oſſervate; lad ſolo vi biſogna un cielo ſommamen
dove nell'orbita parabolica queſte º te ſereno , ma è ancora neceſſario
differenze vanno ſino a 16. e più mi che il ſuo deboliſſimo lume venga ,
nuti primi. Da un sì ſingolare con rinforzato dal lume di quelle minutiſ
ſenſo fra queſt'ipoteſi circolare , e , fime ſtelle , che chiaman teleſcopi
le oſſervazioni di più di un anno ſi che, le quali fenza moſtrarſi illuſtri
crede adunque baſtantemente autori ne maggiormente queſta parte del
zato il noſtro Autore a fiſſare queſt' cielo , in cui il pianeta ſi trova .
orbita circolare come proſſimamente Non è dunque ſtrano che di queſtº
quella ch'è veramente deſcritta dal aſtro non fiaſi avuta veruna contez
nuovo pianeta, ſicchè la ſua picco za prima di quella fortunata epo
liſſima eccentricità , e i ſuoi apfidi ca , in cui il noſtro Galileo rivol
“non poſſan determinarſi con qualche ſe gli ottici tubi alle oſſervazioni
del
366
del cielo . Che poi dopo di quell' cavaliere di S. Luigi , dell'accade
epoca non ſia ſtato neppur conoſciu mia delle ſcienze, belle lettere e ar
to, ed avvertito non parrà neppure ti di Aouen & c. A Parigi , e a
sì ſtraordinario a chiunque ſa che , Rouen preſſo Boucher il giovine 1781.
innumerabili ſono le ſtelle viſibili col 2. vol. in 8. 2 -

ſolo canocchiale, che non ſi trovan


peranche in verun catalogo aſtrono
mico regiſtrate . Ne' più copioſi fra
queſti cataloghi ſe ne contano appena Ogni arte ha la ſua teoria e la
4ooo. , mentre che il Signor de la ſua pratica , e preſto giugnerebbe
Caille con un ſemplice tubo, e nel alla ſua perfezione, ſe all'evidenza
lo ſpazio di un ſolo biennio ne oſſer de principi che nella prima ſi ſtabili
vò più di 1oooo. nel ſolo emisferio ſcono , andaſſe ſempre accoppiata ,
meridionale. Forſe che il noſtro pia nella ſeconda l'eſatta applicazione
neta trovaſi anche regiſtrato in qual de' principi ſteſſi. Ma quanto le no
che catalogo come una ſtella fiſſa , ſtre teorie ſono difettoſe per non po
eſſendo ſtata preſa per tale o perchè ter noi penetrare baſtantemente ad
ne ſia ſtato determinato il ſuo luo dentro nella recondita natura delle a
go in cielo con una ſemplice oſſer coſe , altrettanto la pratica rieſce
vazione , come appunto per lo più imperfetta per vizio od ignoranza di
ſuol farſi con queſte minutiſſime ſtel quei, che profeſſano quell'arte. Il Sig.
le credute di poca importanza ; o Muſtel, uomo già molto conoſciuto per
perchè , quantunque ſia ſtato più altri ſuoi ſcritti, preſenta ora al pub
volte oſſervato, o eſſo ſaraſſi trova blico in due volumi una nuova teoria
to allora ſtazionario, o il ſuo moto della più importante di tutte le arti,
ſarà ſtato così lento, che le piccole vale a dire dell'agricoltura, e pro
differenze ſaranno ſtate facilmente » mette di darne quanto prima altri due
attribuite agli inevitabili errori delle conſegrati intieramente alla pratica ;
oſſervazioni. -
appoggiandoſi in tutte le ſue aſſerzio
ni ſulle aſſidue eſperienze, ed oſſer
vazioni da lui fatte in Francia , in
P A R I G I, Germania, in Italia, in Olanda, e e
principalmente in Inghilterra . Egli
diſtribuiſce queſta ſua teoria in quat
7'raité hiſtorique di pratique & c. tro libri. Nel primo ſi comprende la
7'rattato iſtorico e pratico ſulla ve: notomia degli alberi, e qui vi ſi tro
vano molte nuove oſſervazioni ſull'
getazione, in cui ſi contengono mol
te nuove , e dimoſtrative eſperienze alburno, ſulle trachee, e radici del
ſull'economia vegetale, e ſulla cul le piante , ſugli occhi delle medeſi
tura degli alberi ; del Signor Ma me, ſulle loro foglie , ſulla caduta
ſtel capitano giubilato di Dragoni » di queſte, che ſecondo il noſtro Au
i - e tore
tore è dovuta non a mancanza di fiori, e frutti &c. terminando il li
fugo , ma piuttoſto ad una troppo bro coll'eſame della formazione del
ecceſſiva abbondanza di queſto liquo pero, e della mandorla, la notomia
re , di cui gli alberi rigurgitano in de' ſemi , e con alcune oſſervazioni
autunno e in inverno, e ſulla ten ſugli organi ſeſſuali delle piante, ſu
denza che ſempre moſtrano le mede i germi, ſulla ſingolar formazione
ſime foglie di rivolgerſi colla loro di certe piante, ed infine ſopra di
parte ſuperiore verſo il cielo, feno alcune nuove ſpecie , e varietà pro
meno che il noſtro Autore riguarda dotte colla meſcolanza de' pulviſcoli
come uno de più ſorprendenti della fecondanti degli ſtami . Il 3. libro
vegetazione. Egli prova altresì in preſenta alcune nozioni preliminari
queſto libro che il color verde del ſulle proprietà dell'aria atmosferica,
le foglie è dovuto unicamente alla . dell'aria fiſſa, della terra, dell'acqua,
combinazione del flogiſto ſommini del fuoco, ſull'azione , ch' eſercita
ſtrato dall' azione del ſole col color il calore, e la luce ſolare ſulle pian
giallo che è il color naturale e pri te &c. e tutto ciò relativamente al
mitivo delle piante; ed infatti le o ſiſtema che il noſtro Autore preten
piante che vengon private della lu de di ſtabilire intorno alla vegeta
ce di quell'aſtro non ſolamente non zione, e ai movimenti del ſugo nu
verdeggiano, ma anche ingialliſcono tritivo nelle piante . Impugna con -
da verdi ch'erano prima; e per con molte buone ragioni il Signor Muſtel
vincerſene baſta ricordarſi il modo di che queſto ſugo circoli nelle piante
cui ſi ſervono i giardinieri per im come il ſangue fa nel corpo anima
biancare il ſedano, l'indivia & c. Si le ; ed egli ſi ſtudia nel II libro di
leggeranno con ugual piacere le oſº dimoſtrare che deggionſi diſtinguere
ſervazioni che fa il noſtro Autore o due di queſti ſughi, cioè uno aſcen
ſulla ſingolarità de movimenti ſpon dente , che dalla terra per mezzo
tanei, che fanno alcune piante ſar delle radici portaſi ſino agli ultimi
mentoſe per inerpicarſi ſecondo qua rami in tempo di giorno, allorchè i
lunque direzione ſu i corpi da'quali paſſaggi trovanſi dilatati in virtù del
poſſono eſſere ſoſtenute, e che ſi tro calore ſolare , e l'altro deſcenden
vano nella loro maggior vicinanza - te che dai rami portaſi alle radici
Il ſecondo libro è conſecrato alla no in tempo di notte , ed altro non è
tomìa de' fiori, e de' frutti. Quindi che l'aria umida impregnata delle º
il noſtro Autore parla degli occhi de' particelle ſaline , ſulfuree ed oleoſe
frutti , de' fiori completi o ermafro che galleggiano nell'atmosfera. Cre
diti, e de loro calici, petali, ſtami, de il Signor Muſtel di eſſerſi aſſicu
pulviſcoli, e piſtelli ; de'fiori incom rato di queſto fatto , adattando ad
pleti , cioè che hanno una ſola par un buco fatto a bella poſta nel tron
te ſeſſuale ; de' fiori doppi ; delle , co di un qualche arboſcello un im
moſtruoſità che ſi oſſervano in certi buto ripieno di un liquor roſſo , ed
oſſer
369 - -

oſſervando poſcia nella diſſezione del ha ſcoperte molte altre verità im


medeſimo tronco , che allorquando portanti, che ſembrano al medeſimo
l'oſſervazione faceaſi di mattina , aſſai favorevoli, come per eſ. che a
il liquore veniva ſempre ſoſpinto in il fugo nutritivo non ſale nè per la
alto nell'inſinuarſi per entro il cor midolla , nè per la corteccia , ma ,
po dell'albero , e per lo contrario ſolamente per il corpo legnoſo; che
ſcendeva ſempre abbaſſo nelle oſſer queſto corpo legnoſo non è diſpoſto
vazioni iſtituite la ſera . Egli e na al medeſimo modo in ogni ſpecie di
turale che con queſto ſiſtema il Si albero &c. Finalmente il Signor Mu
gnor Muſtel debba rigettare l'opinio ſtel ha creduto di doverſi occupare
ne del Signor Ingen - houſz , cioè ancora intorno alle meteore , per la
che l'aria eſalata dalle piante , e relazione grandiſſima ch' eſſe hanno
maſſimamente da fiori ſia mefitica , coll'economia vegetale, ed un bel
e in conſeguenza pregiudizievole in trattato ſu di queſta materia dà com
tempo di notte; poichè ſecondo il pimento a queſta prima parte di un'
Signor Muſtel in tempo di notte le opera , di cui il pubblico non può
piante non eſalano punto. Colla mi ſennonchè con impaziente deſiderio
ra di ſempre meglio convalidare º aſpettare il compimento. -

queſto ſuo ſiſtema il Signor Muſtel - 1 -

es, as nasa esenas oasenese, assa assassensº, Asenese Asenºnº º ºnº

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello » e


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paolii dodici
5 - - - -
dodic l'Ann0 e
Num. XLVII. 1782. Li 23. Novembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R O M A. egli è uno di quei pochiſſimi , che ,
poteva condurre a perfezione un ſif
Araxgiovre Tni e ovuro stava iutatº fatto lavoro. Scorgeſi primieramente
gia, Anacreontis 7 eii convivalia ſemi in queſta magnifica edizione eſatta
ambia. Roma 1781. 7ypis Salomoni mente ricopiato, anzi per così dire
fol. pragrand. dipinto il teſto di Anacreonte, il qua
le è ſtato intagliato in 16. tavole ,
Niuno ci accagionerà di ſoverchia quante per l'appunto ſono le pagine
prevenzione per queſta dotta fatica del codice in guiſa che chiunque poſ
quando avrà avuta da noi contezza ſederà il preſente libro potrà appaga
del merito della medeſima , e della re la dotta ſua curioſità , come ſe a
ſomma diligenza uſata per eſſa dall' aveſſe per le mani lo ſteſſo originale
illuſtre ſuo editore. Tra codici Gre Vaticano. Il Barnes, e'l Pauw, ed
ci Palatini, che ſono nella bibliote alcuni altri editori di Anacreonte eb
ca Vaticana, è quello ſegnato col nu bero notizia del MS. , ma o che lo
mero XXXIII. , il quale contiene la aveſſero malamente ricopiato, o qual
celebre antologia, ed è il miglior eſem altra foſſe la cagione, il fatto è che
plare di quanti mai ve ne ha di ta i medeſimi ſembrano nelle loro inter
li materie . Verſo il fine vi ſono le petrazioni diſcoſtarſi talvolta in ma
odi di Anacreonte, le quali hanno niera dalle membrane , che dan ſoſ
una diverſiſſima diſpoſizione da quel petto di non averle vedute. L'altro
la, che oſſervaſi nelle ſtampate. Vi pregio dell'opera preſente ſi è, che
ſi ſcorgono inoltre delle lezioni aſſai vedeſi il teſto ſnodato da tutti i neſ
diſſimili, e frequentemente ve ne ſo ſi , e poſto nella prima colonna alla
no delle ottime, come ancora ve ne to della lezione pubblicata dal Bar
ha delle mediocri , ed anche delle o nes . Con ciò il noſtro Autore ha ,
cattive. Il Sig. Abate Spalletti ſcrit avuto in animo di agevolare la via
tore di lingua Greca nella Biblioteca per leggere il Greco ſcrittore ai me
Vaticana colla pubblicazione di que no eruditi, i quali aſſuefatti a vede
ſto prezioſo codice ci ha dato un re nelle moderne edizioni lo ſciogli
ſaggio delle ſue lunghe, ed oſtinate mento dei neſſi potrebbero facilmen
vigilie ſu quella dotta favella , ed te trovar degl'inciampi. Quanto gio
A aa vamen
37o
vamento poi ſia per arrecare agli ſtu Adeo doio quoque poeta hac ipſa
dioſi della Greca favela l'aver loro jacunda, -

poſta in viſta la forma dei caratteri Conviviiſ, ue, atque menſis,


del codice ognun ſel vede; e ſareb Et pracipue dionyſiacis ſollemnitati
be deſiderabile per eſſi , che vi foſ. bas. -

ſero altri dotati della ſteſſa intelligen 2uid enim abſque roſi fiat?
za , e della ſteſſa buona voglia del Roſeis - digitis quidem Aurora ,
noſtro Autore, i quali traeſſero dal Roſeſque cubitis Aymphae,
le miniere Vaticane ſomigliantiteſo Roſeaque cute Venus
ri , che ſi giacciono quivi ſepolti . A doctis poetis vocetur.
Molto rimarchevole inoltre è la ver Hac etiam agrotantibus epitulatur :
ſione latina fatta dall' Autore , il Hac vel mortuis auxiliatur.
quale ſiegue la lezione del codice, Hac di tempus vi - vincit ;
che quantunque nella maggior par Gratioſa enim roſarum ſenectus
te delle odi non ſia molto diverſa , ºfuventutis ſua retinet odorem. ,
dall'edite , ciò non oſtante in al Agedum originem illius dicamus:
cune ſono vi delle varianti tali , che Placido quando ex mari
hanno potuto dare un gran lume all' Rore - conſperſam venerem
erudito traduttore per reſtituire ad Parturiebat pontus e ſpuma, -

Anacreonte quella bellezza, che ve Bellicrepamque Minervam


devaſi molto deformata nelle già im E vertice ſuo oſtendebat jupiter
preſſe , come ſcorgeſi chiaramente a Formidandum ſpettaculum Olympo,
nelle odi 53, 54, 56, 57, 58, 59, fin 7'unc etiam roſarum ſuſpicienda rum
dove giunge il codice anzidetto. Per AVovam ſtirpem mirifice ornavit tellus,
ſaggio di ciò ſi poſſono confrontare i Operoſum admodum partum.
paſſi dell'ode 53. ſecondo il codice, Beatorum vero deorum concilium »
la quale il Barnes così traduce : Roſa quo feret, nectar -

2'na cum coronigero vere Intingens oriri fecit -

Cantu celebro roſam aſtivam. Magnificam illam e ſpina


Tu , ſodalis, adiuva cantilenam : Plantam immortalem Iyai.
Haec enim divorum halatior, Il noſtro Autore così la traslata.
Haec cº- mortalium oblectamentum , Teneram roſam ver coronantem cele
Gratiſ ue tropbaum, in temporibus bro ; ſodalis , tu cantum imple . Ha c
Floridulorum Amorum , -
enim eſt deorum ſpiraculum , bac &
Venereumque ludicrum. mortalium voluptas. Gratiarum bac
Haec & argumentum fabulis, decus eſt in floridulorum amorum tem
Gratioſa que planta Maſarum . peſtatibus, Veneriſque delicia, Hee
Dulcis vel facienti periculum poematum argumentum , gratioſa cº
In ſpinoſis ſemitis ; Mafis planta. Dulcis periculum fa -
Dulcis etiam ſumenti , ut foveat cienti in ſpinoſis ſemitis , dulcis cº
Mollibus in manibus leviter naribus levibus , tenelluliſſue manibus car
Admoventi Amoris florem .
-
-
penti, ut foveat Amoris fioren, ri ris
37 i
bus admovendo. Quocumque tempore lettore fatto campeggiare la ſua pel
ſapienti grata & in conviviis , legrina eleganza nello ſcriver latino.
in menſis, c in Bacchi ſollemnitati A noi però ſi fatto pregio non giun
bus . Quid abſque roſa feri poteſt ? ge nuovo, a noi che abbiamo am
Aurora quidem roſeos habet digitos . mirato altre produzioni del medeſimo
AVymphae roſeos cubitos. Venus colo così in proſa come in verſo , e maſ
re roſeo nonne laudatur a doctis ? ſimamente i ſuoi belliſſimi voti per
Hac & ipſis imperat morbis, hac & l'immortale noſtro Pontefice Pio VI.
ipſis mortuis opem fert , vincit & Non ceſſeremmo noi mai di encomia
ipſam atatem ; gratioſa vero roſarum re una così illuſtre fatica indirizzata
ſenectus juventutis ſervat odorem . ad un dottiſſimo Principe, ottimo co
Age igitur illius ortum celebremus. noſcitore di così fatte materie , co.
7'unc cum ex caruleo aquore, e ſpu me colui che forma di eſſe le ſue ,
ma pontus genuit rore aſperſam Cy ſoavi delizie , e pregheremo calda
theren , tunc cum Minervam praelia mente l'Autore a coronare il prege
cientem e vertice jupiter edidit ſpe voliſſimo ſuo lavoro colle illuſtrazio
fiaculum Olympo terribile, tune ro ni del poeta per mezzo del ſecondo
ſam mirandum novum germen prota tomo , con cui ſi renderà certamen
lit tellus elegantem partum . Beato te ſuperiore ad ogni critica.
rum vero Deorum concilium roſa ut
edita eſt nettare irrigans produxit C E S E N A .
ex ſpina plantam ſuperbam, immor
talemque Lyaco. -
saggio del Dottor Matteo Zacchi
Dalia diverſità delle anzidette verſio roli ſopra l'aria del Ceſenatico. Per
ni ſcorgeſi la utilità della preſente º Gregorio Biaſini 1782. in 8. -

edizione, e molto più ſi rileva dalle


altre odi , il cui confronto ſi trala Un profeſſore di medecina dotato
ſcia per brevità. Un ſi prezioſo mo del neceſſario amore dell'umanità ,
numento crede l'Autore eſſere ſtato e ſufficientemente fornito di quelle ,
ſcritto nel ſecolo decimo, o in quel cognizioni fiſico - chimiche alle quali
torno . Gli ornamenti eſtrinſeci di tutta ſi appoggia la teoria del ſuo
queſto libro ſono parecchi rami eſat nobil meſtiere , non ſolamente può
tamente diſegnati, e i caratteri tut renderſi utile ai ſuoi contemporanei,
ti nuovi , ed eſprimenti le ottime » ma anche ai più rimoti poſteri, coll'
forme de'più accurati calligrafi. Per indagare ed additar loro le cauſe lo
ciò poi che riſguarda il merito dell' cali de'morbi che più frequentemenº
erudito editore: oltre la ſomma ſua te affliggono la popolazione a lui af,
perizia della Greca favella, che am fidata . A queſto vanto potrà certa
miraſi in tutta l'opera , ha egli nel mente pretendere il noſtro Sig. Dot
la ſua dedicatoria al Reale Infante tor Matteo Zacchiroli degniſſimo fra
delle Spagne il Principe D. Gabrie tello del Sig. Franceſco Zacchiroli ,
le, e nella prefazione indirizzata al le di cui produzioni ſpettanti quaſi
A aa 2 ad
372 -

ad ogni genere tanto di amena che ludi per alluvione; eſpediente di cui
di profonda letteratura hanno tante find'ora già ſi vedono i benefizj e i
volte fregiato queſti noſtri fogli. Col vantaggi, checchè ne dicano in con
la ſcorta adunque delle più indubita trario alcuni puſillanimi cenſori ,
te , e recenti ſcoperte fatteſi nella , ai quali ſa però ben riſpondere il no
fiſica e nella chimica egli prende in ſtro Sig. Dott. Zacchiroli. Agli ſiroc
queſto ſaggio ad indagare ie cagioni chi e agli altri venti auſtrali biſogne
dell'attuale inſalubrità dell'aria del rebbe poi opporre una piantagione di
Ceſenatico, ove eſercita ora la ſua pro boſchi di pronta e ſollecita vegetazio
feſſione ; e dopo di aver eſcluſo da . ne ; e finalmente all'uſo di acque ,
queſto numero la vicinanza del ma crude e ſalmaſtre quello di un'acqua,
re e delle acque dolci correnti , le la quale viene additata dal noſtro
quali per lo contrario egli dimoſtra Autore, ſiccome quella che ha meglio
e colle più riſpettabili autorità, e coi reſiſtito ai ſaggi fiſico - chimici da lui
più irrefragabili fatti, e raziocinjeſ iſtituiti ſopra di eſſe . Noi ſiamo ſi
ſere favorevoli al miglioramento dell' curi che in leggendo queſto ſaggio
aria, conclude, che l'attuale inſalu del Sig.Dott. Zacchiroli, ciaſcuno di
brità del Ceſenatico ſia unicamente rà che
da ripeterſi dalla venefica meſcolan . . . . . . pour des coups d'eſſay il
za delle acque ſalſe colle dolci , e fait des coups de maitre.
dal riſtagno di queſte medeſime acque
che oſſervaſi dal Sud - eſt al Nord M A N T O V A . .
oueſt del Ceſenatico per lo ſpazio di AVotizie ſtoriche della città, e del
circa 3oo.tornature quadre;dai malefici lo ſtato di Mantova ſcritte da Gio
influſſi dello ſirocco , e di tutti gli vanni Battiſta Viſi Mantovano , to
altri venti meridionali , che poſſono mo primo dalla fondazione di Man
chiamarſi i dominatori del Ceſenatico; tova ſino all'anno di Criſto 989. e
e per fine dalla prava qualità delle o tomo ſecondo dall'anno di Criſto 99o.
ſue acque potabili, tutte ſalmaſtre e ſino all'anno 1783. Per l'erede di
paludoſe. Siccome poi cognitio morbi Alberto Pazzoni , Regio - Dueale ,
cognitio remedii, così rieſce facile al ſtampatore 178 i., e 1782. in 4.
Sig. Dott. Zacchiroli di ſuggerire i Si vende da Gregorio Settari librajo
mezzi di ovviare a queſti inconve al corſo all'inſegna di Omero.
nienti . Già riguardo alla prima ca La città di Mantova non è ſola
gione conſiſtente, come ſi diſſe, nella mente celebre per la naſcita del gran
miſcela delle acque ſalſe colle dolci, cantore di Enea, ma è ſtata in ogni
e nel riſtagno di queſte acque, ſi è età , e ſoprattutto ne'tempi di mez
preſo , per ſovrana provvidenza del zo , e in quei più proſſimi a noi il
regnante ſommo Pontefice PIO VI., teatro di molti grandi ed intereſſan
il quale avvalorò il progetto fin da ti avvenimenti . Quindi è che i più
- quando era Teſoriere, il ſavio eſpe eruditi indagatori delle coſe ſpettan
di ente di colmare quelle ſaline e pa ti alla ſtoria politica o letteraria d'Ita
lia
373
lia non hanno sdegnato d'impiegare le l' eſigerebbe una vera ſtoria , ed
le loro dotte fatiche nell'illuſtrare le anche per dar ad intender con quel
memorie di quella coſpicua città, e titolo , di voler egli eſcludere dalla
fra queſti , per non parlare che di ſua opera tutte le diſcuſſioni de'puri.
quei che furono a noi più vicini, ba ti troppo oſcuri o dubbioſi, dalle qua
fterà di nominare un Marcheſe Maf li niuna cognizione certa o almeno
fei, un Abate Bettinelli, un Padre probabile ne potrebbe derivare. Cer
Affò, ed un Abate Cavalier Tiraboſ tamente che uno ſcrittore meno tem
chi. Mancava dunque ſolamente che perante del noſtro Sig. Viſi molte pa
qualcuno fornito della neceſſaria eru gine avrebbe riempiute nel ragionare
dizione, e pazienza raccogliendo que” intorno a Manto Tebana , e al ſup
ſemi che quà e là ſi trovano ſparſi poſto di lei figlio Ocno che vuolſi il
ne' citati , ed in altri buoni e dili primo fondatore di Mantova ; avreb
genti ſcrittori ſi accingeſſe a compi be in ſeguito meſſo a tortura il ſuo
lare una ſtoria quanto foſſe poſſibile ſpirito per intendere, e ſpiegare a .
ſeguìta della città di Mantova, emen ſuo modo que” verfi di Virgilio
dando quanto ſenza il dovuto diſcer Mantua dives avis , ſed non genus
nimento fu ſcritto intorno ad eſſa , omnibus unum -

ne' tempi paſſati, e riempiendo le la Gens illi triplex , populi ſub gente
cune che ancora vi reſtavano coi più quaterni ci c.
autorevoli documenti o non ancora , e ci avrebbe forſe anche regalato una
veduti o non ben conſultati. Or ec lunga, e noioſa diſſertazione ſu quel
co che un'opera ſi lodevole, è ſtata la famoſa chiave di bronzo diſſotter
quaſi contemporaneamente, e ſepara rata in Mantova da fondamenti di un'
tamente intrapreſa da due eruditi Man antica torre nell'anno 173o. colla ſe
tovani , il Sig. Avvocato Franceſco guente epigrafe cioo. lII. V. MAN
Tonelli, e il Sig. Gio. Battiſta Viſi , TES TI RESIA E THEBA NORVM
i quali certamente colle dotte ricer FILIA A RCEM E REXIT REGENTE
che che han cominciato a pubblicare OCNO FILIO . Il giudizioſo noſtro
ne' primi volumi delle loro opere mo Autore abbandonando queſte erudite
ſtrano di non voler laſciar molto a . bagatelle a chi avrà voglia di occu
deſiderare intorno all'argomento che parſene, e contentandoſi di aver di
han preſo ad illuſtrare . Ma noi ora moſtrato in poche parole quanto ſia
non poſſiam parlare che del ſecondo probabile che Mantova debba la ſua
di cui abbiamo i due primi volumi prima fondazione agli Etruſchi rico
per le mani . Egli ha ſcelto per la veratiſi in quella forte vallura dopo
ſua opera il modeſto titolo di notizie la memorabile rotta che eſſi toccaro
ſtoriche, sì perchè egli vede e con no da Galli Celti preſſo al Ticino,
feſſa ingenuamente l'impoſſibilità che diſcende ſubito dopo poche pagine ai
vi ha , maſſimamente ne'tempi più tempi della Romana repubblica, e ad
da noi lontani, di poter teſſere una eſporre quelle poche notizie ſtoriche
ſerie continuata di avvenimenti, qua di Mantova che ci ſono ſtate traman
date
date dagli ſcrittori delle Romane co s'intereſſano alla illuſtrazione delle
ſe . Per la medeſima ragione di non in coſe italiane , la ſollecita continua
golfarſi in interminabili diſpute, ſul zione, ed il felice compimento.
le quali non è ſperabile di ottener
maggior luce, egli ſi aſtiene dal par P A R I G I.
-
-

-, º
lare della prima introduzione del cri
ſtianeſimo in Mantova, e de'primor Principes de philoſophie generale ci c.
dj della ſua chieſa veſcovile, e ſola Principi di filoſofia generale , di fiſi
mente all'anno di Criſto 8o4. comin ca, di chimica, e di geometria traſcen
cia a dire qualche coſa di queſta chie dente; del Sig. Beguin licenziato in
ſa cioè quel poco ſolamente, che è ne. Teologia. 1782. vol. 3. in 8.
ceſſario a metter in miglior lume al
cuni avvenimenti più ſingolari, e per Tutta la filoſofia non avendo, di
illuſtrare la ſerie de' Veſcovi Manto ce il Sig. Beguin, che queſti due og
vani non data con baſtante eſattezza, getti, cioè la materia e lo ſpirito ,
e ſincerità dall'Ughelli nella ſua Ita dovrebbe eſſa naturalmente e ſempli
lia ſacra. Con queſto metodo proce cemente dividerſi in fiſica , e meta
dendo egli percorre nel primo volu fiſica ; e ſiccome la fiſica per il ſue
me tutto quel periodo di tempo che oggetto è certamente più a portata
ſtendeſi dalla fondazione di Mantova di un giovine che l'aſtratta metafi
ſino all'anno di Criſto 9S9. , e nel ſica , dovrebbe perciò dalla prima ,
ſecondo , allorchè avvicinandoſi un cominciarſi ogni ſtudio di filoſofia .
poco più ai noſtri tempi i materiali Ci permetta il Sig. Beguin di fare ſo
cominciano ad eſſere un pò meno pra di queſto ſuo nuovo metodo filo
ſcarſi, uno ſpazio di un poco meno ſofico due piccole oſſervazioni . La
di due ſecoli, cioè dall'anno di Cri prima ſarà , che quantunque ſi poſſa
ſto 99o. ſino all'anno i 183. Gli ſquar agevolmente ridurre la logica ſotto
ci di ſtoria che più dovranno intereſ la claſſe della metafiſica, pure eſſen
fare in queſti due volumi, non ſola do incontraſtabile ch'eſſa abbia un
mente i Mantovani, ma i lettori an oggetto tutto ſuo e tutto proprio ,
cora di qualunque nazione , ſaranno qual è quello di formare il giudizio,
certamente nel I. la vita del gran Vir e dirigere il raziocinio , ed eſſendo
viglio, e nel II. la ſtoria della gran più che incontraſtabile poi che di que
Conteſſa Matilde e degli avi ſuoi, ſto ſano giudizio, e giuſto raziocinio
per quella parte almeno che queſta ſto vi ſia molto biſogno nello ſtudio del
ria ha relazione a quella di Mantova, la fiſica , ſiccome in quello di tutte
la quale fu ſoggetta alla dominazione le altre ſcienze , ſembra perciò che
di quella illuſtre Principeſſa. La ſoda ſia indiſpenſabile di premettere qual
erudizione e la ſana critica , che fa che principio di logica allo ſtudio di
campeggiare in queſt'opera il Signor qualunque altra parte della filoſofia .
Gio. Battiſta Viſi non poſſono ſennon La noſtra ſeconda oſſervazione ſarà
chè farne deſiderare da tutti quei che che non avendo la morale propria
Imente
375
mente per oggetto nè la cognizione . V I E N N A. -
delle proprietà de corpi , nè quella
delle proprietà dello ſpirito, ma bensì Geſchichte des tranſalpiniſchen ,
quella de' noſtri doveri , pare perciò Dacies & c. Iſtoria della Dacia Tran
che dovrebbe di eſſa farſene una claſſe ſalpina, cioè della Valacchia, della
a parte , e non confonderla colla me Moldavia, e della Beſſarabia & c.
tafiſica ; laſciando del rimanente la per ſervire d'introduzione ad una
libertà di farla ſtudiare prima o dopo, ſtoria generale della Dacia, accompa
purchè non ſia omeſſa o traſcurata . gnata da oſſervazioni critiche ; del
Con un metodo adunque , il quale º Sig. Franceſco Giuſeppe Salzer Capi
tanto ſi diparte dalle vie comuni il tano giubilato, ed uditore al ſervi.
Sig. Beguin dà principio al ſuo corſo zio delle LL. AI M. II. e RR. Preſſo
filoſofico con un corſo di fiſica ; e Groeffer 178 1. in 8.
per eſſer anche più nuovo comincia
queſt'ultimo con un trattato di chi Prima delle ultime guerre fra la
mica, il quale non ſappiamo quanto Ruſſia, e la Porta poco ſi conoſcevano
potrà eſſere inteſo da un giovinetto quelle infelici eſtremità di Europa ,
in quell'età in cui ſi ſuppone ch'egli che gemendo ſotto il barbaro domi
ſi accoſti alla filoſofia , e con quei nio del Turco , ſono come tutte le
lumi ch'egli può aver acquiſtato pri altre parti di quell'impero l'orribile
ma di quel tempo. Dopo la chimica ed odioſo teatro della miſeria, dell'
ſiegue lo ſtudio delle matematiche , ignoranza e dell'oppreſſione . Qual
nelle quali non ſi diffonde molto il più intrepido viaggiatore avrebbe a
noſtro Autore , rimettendo i princi avuto il coraggio d'internarſi in quei
pianti all'opera elementare del Sig. deplorabili paeſi governati da ſchia
Mazeas , ed aggiungendo ſoltanto per vi ſubalterni di un capriccioſo e ter:
modo di ſupplemento un breve trat ribil deſpota, ſempre pronto a punir
tato di calcolo infiniteſimale , della li, e i quali per conſeguenza di al
geometria delle curve &c. Comincia tro penſiere non ſi occupano che di
quindi a trattare della mobilità de' quello di opprimere altri ſchiavi, on
corpi, del loro peſo & c., e la manie de ammaſſar teſori per trattenere la
ra chiara con cui egli eſpone queſte ſpada che ſempre pende loro ſul ca
elementari nozioni ci fa deſiderare po, o moltiplicare i loro paſſeggieri
ch' egli voglia profittare del ſuo ozio godimenti ? Ma oltre le cognizioni
per togliere dalla ſua opera alcuni di quei paeſi, che abbiamo avuto in
nei, ſenza i quali eſſa potrebbe ren conſeguenza delle guerre che i Ruſſi
derſi molto più profittevole a quei vi han fatto in queſto ſecolo, vi ſo
per i quali è deſtinata . no anche ſtati alcuni uomini dotti ,
i quali vi han penetrato , e lunga
mente ſoggiornato , per potercene ,
dare più adequate deſcrizioni . Tali
ſono quelle del Sig. Carra e del Ge
neral
376 - “ -

neral Baver, e tale è quella del Sig. vendervi per 6. fiorini una vacca ,
Sulzer, che ora annunciamo. Que col ſuo vitello , e per 2o. fiorini il
fta ſua deſcrizione ſarà diviſa in due più bel paio di buoi; e che vi ſono
parti, la prima conſegrata alla geo de mercanti di ſevo, i quali a viliſ
grafia e la ſeconda all'iſtoria ; e , ſimo prezzo comprano un intiero ar
ciaſcuna di queſte due parti ſarà poi mento di buoi, ch'eſſi poi fanno in
ſuddiviſa in tre capitoli , due de' graſſare e bollire fatti in pezzi, e o
quali ſolamente ſi racchiudono ne'due con tutta la carne entro ad immenſe
volumi , che ſinora ſono uſciti alla caldaje , a ſolo oggetto di cavarne
luce. Dopo di alcune generali noti il ſevo, che vendono poi ai Turchi.
zie intorno ai limiti , e alla natura Con queſti ed altri molti conſimili
del clima della antica Dacia tranſal aneddoti ſi è ſtudiato il Sig. Sulzer
pina , paſſa immediatamente il Sig. di diſſipare l'aridità naturalmente ine
Sulzer a deſcrivere le moderne pro rente alla parte topografica della ſua
vincie di Valacchia , Moldavia , e deſcrizione , e per meglio giungere
Beſſarabia che hanno preſo il luogo a queſto e rendere viennaggiormente
di quella, dando minuto conto della intereſſante queſta ſua iſtoria egli ha
loro grandezza, confinazione , poſizio anneſſo al primo volume cinque car
ne geografica, ſorprendente fecondi te, la prima delle quali preſenta le
tà del loro ſuolo, e di altre tali par vedute delle città di Bukareſt, e di
ticolarità di quelle tre provincie, e Jaſſi, reſidenze ordinarie degli Oſpo
correggendo di quando a quando al dari di Valacchia, e di Moldavia, e
cuni abbagli preſi da quei che ne han le altre quattro la Dacia antica , la
parlato anteriormente : Per dare un Valacchia, la Moldavia, e la Bucko
ſaggio della gran fertilità di quelle wina, alle quali egli promette di ag
contrade , e forſe molto più della giugnere una carta generale della .
mancanza di commercio e di danaro Tranſilvania in qualcuno de' volumi
che vi ſi ſoffre, contentiamoci di di ſuſſeguenti.
re che il noſtro Autore ha veduto
Num. XLVIII. 1782. Li 3o. Novembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . analitico, nè qualunque, ſiccome fu


uſato anche per lo paſſato, ma quel
lo, che riſalga a ſemplificare le pri
Lo ſtudio analitico della religio me idee, d'onde le definizioni, e i
ne , oſſia la ricerca più eſatta della principi vengono a riſultare ; e per
felicità dell' uomo. Parte I. che ri evitare in queſta ricerca delle prime
guarda particolarmente l' idea più idee tutti gli enti di ragione imma
ſemplice da fiſſarſi intorno all'ogget: ginari , vuole che ſi cerchino, e ſi
to degli umani deſiderj . Quaerendi riconoſcano queſte idee nell'atto , e
C veri ) defatigatio turpis eſt , cum nelle maniere , onde ſono queſte ge
id, quod quaeritur ſit pulcherrimum. nerate nell'uomo. Queſto guado han
Cic. de fin. lib. 1. In Roma 1773. no incominciato a tentare il Locke,
nella ſtamperia di Paolo Giunchi : il Condillac, ed altri; ma certamen
e Par. II. t. 1. che porta l'analiſi più te non con tutto il deſiderabile ſuc
ſollevata delle idee neceſſarie per la ceſſo . Noi abbiamo avuto, ſiccome
più ferma, e preciſa teoria del gius in tutti i tempi, così anche in que
naturale , con note del Signor Ab. ſti ultimi, de'valenti ſcrittbri, i qua
Carlo Fea giureconſulto . In Roma li hanno ſaputo colla migliore ſinteſi
178 i. dalla medeſima ſtamperia - proporre, e difendere le materie del
Art. I. -
la religione , del gius naturale , e
pubblico. Reſtava, che qualcuno in
ſorgeſſe, il quale pieno di coraggio
La metafiſica di queſti ultimi tem inſpiratogli dalle più lunghe , e ſe
pi ha sfidato i filoſofi difenſori della rioſe meditazioni, accettaſſe la nobi
religione, e gli ſcrittori di gius na le anzidetta disfida , per turare così
turale, di Gius pubblico, e di Eco anche la bocca a tanti liberi, e mal
nomìa politica a non eſporre più le prevenuti penſatori , i quali ſpac
coſe loro per difinizioni , e principi; ciano, che ridotte le mentovate ma
e per riſolvere con tutta nettezza le terie al ſottiliſſimo feltro di coteſta ,
concluſioni quiſtionate, più non vuo analiſi , debbono perdere non poco
le metodo ſintetico , ma un metodo della vantata loro antica forza. Uno de'
Bbb filo
373
filoſofo meditativo , e coraggioſo di to al titolo di ſtudio analitico ci c.
cui abbiſognano queſti tempi , poſ Fa riconoſcere in primo luogo , che
ſiamo noi additarlo nella perſona di ſtudio di religione , e ſtudio di feli
un canonico R. Lateranenſe vale a di cità è poi in ſoſtanza lo ſteſſo, qua
re del P. D. Tommaſo Vincenzo Fal lora non ſi voglia laſciare indetermi
letti . Queſti già da qualche tempo nato, e vago queſto concetto di fe
addietro fece con ſuo manifeſto ſape licità, come purtroppo ſi laſcia co
re al pubblico d'aver eſſo, col con munemente, ma ſi voglia ridurre per
ſulto anche de' più acuti filoſofanti e analiſi razionale cavata da quell'in
in Italia, e fuor d'Italia, calcolato, timo primitivo , ed aſſoluto avvia
e ſcandagliato colla più ſollevata, e mento dell'uomo, il quale viene tra
preciſa analiſi delle prime idee, qua ſandato per ſolito dalla comune degli
le ſi poſſa più deſiderare in queſto ſcrittori, ſi voglia, dico, ridurre a
ſecolo, tutte le materie ſovraccenna tutta la ſua più ſottile , e più vera
te : e che perciò egli non dubitava di preciſione. Quindi è belliſſimo il ve
eſporſi al pubblico eſame di chiunque dere come l'Autore in diverſe ma
voleſſe con oneſta fede, e col debito niere proprie d' un' analiſi a ſe me
ſpregiudizio delle anticipate ſue idee deſima ſempre coſtante, e collo ſcio
conſiderare quanto ſarebbe egli an gliere le più forti obbiezioni, allegan
dato mano mano producendo , e con done anche opportuniſſimi paſſi filo
ſiderando con quelle replicate diligen ſofici del grande Agoſtino , viene a
ze , che certamente eſige da chiun far coſtare con tutta l'evidenza, che
que una nuova impreſa d'analiſi ra il vero punto di felicità umana non
zionale , ſpecialmente ſe chi legge può ſtare ſe non ſe in un oggetto,
non ſia ancora avvezzato a queſto che ſia aſſolutamente compitiſſimo ,
recentiſſimo guſto , che a molti da . ſtabilito fuori da ogni ſucceſſione, e
principio deve comparire inſipido, e limitazione locale, e temporanea, e
atto quaſi più a confondere , che a per conſeguenza più che efficaciſſimo
riſchiarare. Dopo adunque d'aver egli nell'iſpiegare vivaciſſimamente l'idea
pubblicati due argomenti previ l'uno delle coſe e ſenſibili, ed inſenſibili, e
intitolato meditazione filoſofica ſu l' reali , e poſſibili : e queſto oggetto
a teiſmo , e pirroniſmo antico , e mo dee dirſi il gran DIO dell'uomo. Ri
derno: e l'altro intitolato diſcorſo fi maneggiando poi, e rincalzando l'ar
loſofico ſu l'iſtoria naturale dell'ani gomento della meditazione filoſofica ,
ma umana (de quali furono dati ſu dà a dividere, che un tale oggetto
le noſtre Efemeridi gli eſtratti ) per dee per aſſoluto darſi realmente , e
far ſentire una nuova forza d'analiſi che la di lui eſiſtenza è fermamen
agli ateiſti non meno, che a mate te riconoſciuta nell'intimo di ogni
rialiſti incomincia ora a dar mano al uomo ; giacchè ciaſcheduno va inti
lo ſviluppo delle prime idee della re mamente perſuaſo che diaſi per cer
ligione, e della felicità umana, ſot to un tale che ineffabile, indeſcrivi
bile
bile da cui la ragione, il perchè d' ſerpeggiano . Piglia quindi ri"
zialiſſimo noſtro Autore l'occaſione
ogni che fiaſi coſa debba ripeterſi: e
coloro, che lo negano più degli al di moſtrare come ſi poſſa, e ſi debba
tri , ſenza avvederſene , in ſoſtanza una volta ſotto la ſcorta de' prefati
lo confeſſano , poichè lo negano ſot analitici lumi comporre le troppo gra
to al nome, e ſotto alla deſcrizione voſe quiſtioni, e i diſpareri de' teolo
che alla meglio delle umane noſtre gi anche della medeſima profeſſione.
maniere ſono obbligati a farne i teo Tutti gli amatori della pace non han
logi ; ma ſotto a quella fermiſſima . no ſaputo fin'ora proporre altro mez
indicazione , che eſſi pure ne hanno zo, che quello, che può venire ſot
d'un non ſo che di grande , e d' to all'indeterminato vocabolo di mo
ineſprimibile, vieppiù ſempre forte derazione . E' toccato al Falletti di
mente lo vogliono eſiſtente , di una farne colla ſua analiſi vedere il pun
eſiſtenza indicibile ſotto ai vaghi no to determinato , e preciſo , dove i
mi di caſo, di natura , e ſimili che teologi potranno chiamarſi moderati
in realtà non ſono poi altro che eſ a tenore de' ripetuti pontifici decre
preſſioni dell'ammirazione , e dell' ti . Conchiude poi che venendo con
ignoranza . E quì in una guiſa del queſte analitiche dottrine chiarificata
tutto nuova fa rilevare come anche a tutto rigore di ſcienza la ragione
nel ſelvaggio debbe campeggiare, ſeb di fine ultimo per l'uomo , viene ,
bene con de'modi , che nulla abbia pur anche ridotto finalmente a rigo
no di comune con quelli degli uo re di vera ſcienza quel punto , dal
mini culti, l'idea d'un Dio indeſcri quale aſſolutamente, e per primo di.
vibile, ma pur vero. In appreſſo vie pende tutta l'arte , e la prudenza ,
ne il ſempre acuto noſtro filoſofo a del vivere per chi voglia daddovero
ſtabilire la neceſſità che ha l'uomo e ſenza confuſione d'idee attendere
di formarſi , per ben procedere a al ſodo, e al pieno della ſua felici
tutta preciſione di vera ſcienza, due tà , ſecondo che eſſo notò fin da .
ſorta di teologia : l'una da chiamarſi principio con Cicerone ( lib. 5. de
puramente indicativa, e ſemplicemen Afinibus ) apportando fra l'altre quel
te razionale ; e l'altra umanamente la rimarchevoliſſima di lui ſentenza:
deſcrittiva, Moſtra che queſta diſtin Summum bonum ſi ignoretur, viven
zione ci viene ſegnata fino da tem di rationem ignorari neceſſe eſt ; ex
pi degli Ebrei ; e fa rimarcare come quotantus error conſequitur, ut quem
la deſcrittiva debba eſſere ſempre e in portum ſe recipiant , ſcire non
mai riportata all'indicativa - In di poſint. Ora eſſendo che queſta chia
fetto di ciò, trova eſſo quì la prima rificazione è ricavata ſenza la mini
razionale origine di tutti gli errori ma violenza dal ſiſtema cattolico ,
intorno alla divinità , che per ob fa opportunamente riflettere l'Auto
brobrio dell'uman genere hanno ſer re come ſubito per queſt'aſpetto mo
peggiato in tutti i ſecoli, e tutt'ora ſtri coteſto ſiſtema cattolico di por
Bbb 2 tar
39o
tar ſeco una filoſofia, che ſola poſſa per riſcuoter l'univerſale approvazio
dirſi degna dell' uomo : lo che ſi fa ne , ma ſibbene per deſtare negli
rà quindi vedere anche per tutti gli animi di quei che leggono, il diſio
altri ſoſtanziali aſpetti, i quali ſe ad al di renderſene egualmente degni. Ma
cuni compariſcono a prima giunta ſtra chi non conoſce il Signor France
ni, poſti al lume dell'analiſi razionale, ſco Zacchiroli ? La di lui Muſa ,
compariranno della maggiore giuſtez non ſi è mai vilmente proſtituita ,
za. Sono queſte le principali impor nè certamente è fatta per proſtituir
tantiſſime coſe, che il Falletti ci pre ſi ; quantunque queſta volta la gran
ſenta nella prima parte del ſuo ſtu dezza dell'argomento pare l'abbia ,
dio analitioo, la quale a tutta ragio renduto alquanto maggior di ſe ſteſ
ne è ſtata conſagrata con una vera ſo . Ne giudichino i noſtri lettori da
mente filoſofica dedicatoria ad uno queſti pochi verſi, i quali a noſtro
de più illuminati, che vanti il ſagro giudizio ſono di quei che
collegio , vale a dire l' Eminentiſſi
mo Signor Cardinale Giacinto Sigiſ
mondo Gerdill, già troppo celebrato Apparent rari nantes in gurgite e
nella repubblica filoſofica, e troppo ºvaſto. --

in conſeguenza capace di penetrare


il merito di queſt'impreſa, la quale . . . . . . .. Oh come mai
proſeguita, come in fatti proſegueſi, Picciolo è l'uomo ! e come un pun
e condotta a buon termine, farà ve to appena
dere , che l' Italia non ſa cedere all' Indarno il faſto ſugli avelli incide
eſtere nazioni e per la finezza del Laudi , che ſpeſſo fanno oltraggio
penſare, e per l'invenzione e l'im al vero ,
pianto d'ogni buon metodo ſcientifi E che ſoltanto a luſingar ſon atte
co , o ſi voglia ſintetico o ſi voglia La folle ambizion di chi rimane.
analitico. ( ſarà continuato. ) Sorride il tempo, che a gran paſſi
a Val Z120 5 - -

E i bugiardi orgoglioſi mauſolei


I M O L A. Con la ſicura man percuote e at
terra 3
In morte di ſua Eccellenza Reve 1 roveſciati avanzi a eternitade,
rendiſſima Monſignor D. Serafino Fi Ch'ei miſurar non può , gittando
langieri Arciveſcovo di AVapoli verſi in gola.
di Franceſco Zacchiroli. Imola preſ - Eternità! tremendo nome! im
ſo Giovanni dal Monte ſtampatore ve menſo
ſcovile , e del pubblico 1782. in 8. Abiſſo inſaziabile! profonda
Inacceſſibil ſpaventoſa altezza !
Lodi ſi ben meritate, e lodi ſi ben Mi volgo innanzi , e non ne ſcor
date ſono veramente fatte, non ſolo go il fine;
Ritor
38 i
Ritorno indietro , nè il principio M I L A N O .
io veggio.
Al mar ſimile,
Che per partirſi o per tornar di Memorie ſtorico - critiche intorno
fiumi le reliquie , ed il culto di S. Celſo
In ſua pienezza mai non ſcema , Martire, con un'appendice, nella ,
o creſce, quale ſi ſpiega un dittico d'avorio
Sempre uguale tu ſei , ſempre la della chieſa metropolitana di Mila
ſteſſa no. Milano 1782. appreſſo Giuſeppe
Senza meta e confin , ſenza miſu Galeazzi in 4. Art. 1.
ºra -

ASolo ſull'onde tue galleggia e nuo


l'a A leggere queſto titolo ſarebbe uno
Il merito ſicuro: e tu , che inghiot tentato di credere , che queſt'opera
ti , non doveſſe intereſſare , che i Mila
Ah tu aſſorbir non puoi , forza e neſi; ma e le coſe, che vi ſi tratta
non hai -
no, e la maniera, con cui vi ſi trat
Di annientar la virtude . Oh co tano, faran preſto vedere, che egli
Me a ZC0 gra ſtudioſi della eccleſiaſtica ſtoria, e i
Dopo di rotar di mille etadi e mil coltivatori de riti liturgici , e gli
le , -
amatori della ſacra antichità vi tro
Tutta l'eterna ognor luce ſerban veran tutti il più dilettevole paſcolo.
do , Autore di queſto eruditiſſimo tratta
Feſtano i nomi di color, che un gior to , benchè non ne appaja il nome
zºo nel fronteſpizio, è il Signor Gaeta
Onoraron col candido coſtume no Bugati dottore di quel collegio
Religione e umanitade - In mezzo Ambroſiano, che ha dati, e dà tut
Ai priſchi nomi, ſulla vaſta e che tora tanti valenti ſcrittori alla repub
ta blica delle lettere. Noi nel parlare »
Superficie immortal, qual aſtro nuo di queſta ſua eccellente opera ſegui
ºvo remo le tracce da lui medeſimo ad
Infra le antiche ſtelle , un altrº ditateci nella prefazione, ricorrendo
or ſorge nondimeno ſecondochè richiederallo
Vome felice . . . . . . . . . . una maggiore iſtruzione de noſtri leg
gitori, al libro ſteſſo . E prima che
il grande Arciveſcovo di Milano ſant'
Ambrogio ritrovaſſe i corpi de San
ti Martiri Nazario, e Celſo , non ,
può rivocarſi in dubio . Chiara è ſu
ciò la teſtimonianza di Paolino ſcrit
tore della vita del ſanto Arciveſco
vo
382
vo non ſolo contemporaneo, ma pre ne edificata una cappella , ove era
ſente ancora al felice diſcoprimento. diligentemente cuſtodito , e venera
Solo può cadere in controverſia, in to . Il culto del noſtro ſanto con -
qual anno queſto ſeguiſſe : e 'l noſtro quello di S. Nazario da Milano paſsò
Autore con buone conghietture la . ben preſto per tutta Italia , e nella
fiſſa al 396. nel giorno io. di mag Francia maſſimamente, ove come ab
gio, e non come vorrebbe il chiariſ biamo da un paſſo un poco oſcuro
ſimo Bollandiſta P. Pien ingannato da dal noſtro Autore felicemente di
Adone, e da un poco fedele tranſun chiarato di S. Gregorio Turoneſe ,
to di certo antifonario Ambroſiano aveano i ſanti Martiri e predicato,
dato fuori dal celebre P. Mabillone , e ſofferta perſecuzione ; ma reſtò il
a 12. di giugno . Ma la più grave ſuo corpo ſempre in Milano , e nel
diſputa è ſulla traslazione prima del ſecolo VIII. ſegnatamente ſi venera
corpo di S. Celſo. Dalla deciſione di va in una chieſa particolare ſituata
queſta controverſia dipende il perpe fuor delle mura , e diſtinta da quel
tuo poſſeſſo, che la baſilica al ſanto la , ove ripoſava il corpo di S. Na
Martire dedicata pretende di averne zario; di che ci fa irrefragabile te
avuto . Il Puricelli avea coll' auto ſtimonianza il coetaneo anonimo ,
rità del mentovato Paolino , e con che ci laſciò il famoſo ritmo in lo
altre ragioni, dichiarato, che ſant' de della città di Milano . Or queſta
Ambrogio avendo alla baſilica degli chieſa era appunto eretta nel luogo
Apoſtoli trasferito il corpo di S. Na medeſimo, in cui fu poſcia la nuova
zario laſciò quel di S. Celſo nell'orto edificata dall'Arciveſcovo Landolfo.
ove coll' altro aveal ritrovato ſepol A parer noſtro il più forte argomento,
to, contento di far ivi col ſuo cle che ſi poſſa di ciò recare è quello del
ro orazione, e riſerbandoſi ſenza dub le litanie triduane. Ma queſto argo
bio ad ergere in quel luogo ſteſſo mento obbliga l'Autore a diſamina
una baſilica ad onore di lui. Ma al re l'origine , e le varie vicende di
tri hanno preteſo , che il ſanto Ar tai litanie nella chieſa di Milano .
civeſcovo alla baſilica degli Apoſto Lo fa egli con un eruditiſſimo con
li inſieme col corpo di S.Nazario traſ, fronto di libri liturgici di queſta chie
feriſſe il corpo di S. Celſo , e que ſa, dal quale riſulta, che quantun
ſta opinione fu con grande impegno que l' Arciveſcovo Odelberto rifor
promoſſa dal citato Bollandiſta . Ora maſſe , ed ampliaſſe ne' principi del
il noſtro Autore prende a confutarla ſecolo IX. le litanie triduane già ſino
con forti ragioni, e a confermare la dal ſecolo quinto introdotte in Mila
contraria con invincibili argomenti . no , e provar non ſi poſſa con cer
Quindi colla ragione, e coll'autori tezza ch' egli non foſſe il primo a .
tà dimoſtra, che ſopra il tumulo ove il ſtabilire la baſilica di S. Celſo per
ſanto Martire fu ritrovato nell'orto, una delle chieſe da viſitarſi il terzo
fu poco appreſſo della ſua invenzio giorno di queſte litanie ; nondimeno
è in
28.
è incontraſtabile, che già nel ſecolo Gotofredo nell'arciveſcovato di i
IX. eravi queſta baſilica , e queſta . lano la rialzò da' fondamenti , e in
veniva in tale occaſion viſitata o per vicinanza di eſſa ereſſe un monaſte
ſconferma , o per iſtituzion di Odel ro, e lo dotò . Tanto abbiamo da .
berto. Pongano a ciò mente i con Arnolfo ſcrittore dell'undecimo ſeco
traddittori, i quali pretendono, che lo, e dal teſtamento , che a favore
Landolfo II. Arciveſcovo nel X. ſecolo di quel monaſtero fece Landolfo l'an
fabbricaſſe il primo a S. Celſo una baſi no 997. E allora fu , che -

lica, e da quella degli Apoſtoli ve ne Sacula Landulfus.... poſt plurima


traſportaſſe il ſacro corpo . Eccoli pra ſul
con ciò ſolo convinti di aperto er Vatibus adſcitis, viciniſgue undi
rore, e coſtretti a confeſſare, che a que turbis
almeno un ſecolo prima di Landolfo Latitia ſumma, ſtudio, ci certan
aveaci in Milano una particolar ba tibus omni
ſilica di S. Celſo, la quale perchè non 7'ranſlulit.
diremmo noi eſſere ſtata fabbricata. per la ſeconda volta il corpo del Bea
ſul luogo ſteſſo del ſepolcro di lui, to Martire Celſo alla nuova baſilica,
ſe non da ſant'Ambrogio ( che for ove fu dappoi anche ſepellito quell'
ſe dalla morte pochi meſi dopo l'in Arciveſcovo. ( ſarà continuato. )
venzione ſopravvenutagli ne fu im
pedito ) ma da alcuno degl'imme P A R I G I.
diati ſucceſſori di lui ? Non ſi op
pongano al noſtro Autore leggende, Cours d'operations de chirurgie
non ſi oppongan breviari e martirolo e c. Corſo di operazioni chirurgiche
gj ; egli dalla loro autorità brava dimoſtrate al giardino del re dal Si
mente ſi ſchermiſce, dimoſtrando con gnor Dionis , primo chirurgo delle
un copioſo novero , e critico para Signore Reali di Francia, e chirur
gone di tai monumenti , che o non go matricolato di Parigi, ottava edi
contrariano la ſua opinione , anzi zione riveduta , ed attentamente cor
vieppiù la ſtabiliſcono, o vanno ab retta , accreſciuta d' importanti
bandonati , come in altri punti han oſſervazioni, ed arricchita di figure
fatto dottiſſimi uomini , ed han in rame, che rappreſentano gl'iſtru
no altresì fatto due immortali, menti nuovi che ſono più in uſo, dal
Pontefici della Romana chieſa in . signor Giorgio de la Faye, regio pro
queſto ſecolo, dico i due Benedetti feſſore e dimoſtratore di chirurgia,
XIII. e XIV. Queſta primitiva chie chirurgo giubilato delle armate di
ſa eretta ſul luogo medeſimo , ove S. M. & c. Preſſo Mequignon il vec.
già il corpo di S. Celſo era ſtato ſe chio 1782. 2. vol. in 8.
pellito, durò ſei ſecoli. Ma nel 996.
Landolfo II. o ſia Landolfo da Car Queſt'opera è troppo ſuperiore ,
cano ſucceduto verſo l'anno 98o. a ai noſtri elogi, e troppo nota ai pro
feſſo -
384 . . ..
feſſori di chirurgia , perchè noi non quanti nuovi e più comodi iſtrumen
dobbiam parlare ſennonchè de van ti non ſi ſono inventati, e quante o
taggi che ha queſt'ottava edizione oſſervazioni non ſi ſon fatte che han
ſopra le precedenti . Queſti dunque ſervito a diſingannare di parecchi
conſiſtono in molti opportuni riſchia errori, che un troppo cieco riſpetto
rimenti di alcuni paſſi , che difficil per la veneranda antichità , e la .
mente o male da principianti pote. pratica univerſale avevano accredi
vano eſſere inteſi , e nella deſcrizio tati ? Tutte queſte nuove ſcoperte e
ne di molte operazioni e di molte a chirurgiche ſi trovano indicate con
ſcoperte, che ſonoſi fatte in chirur gran chiarezza nelle addizioni che il
gìa dopo il tempo che il Signor Dio Signor de laFaye ha fatte all'opera
nis ha dato il ſuo libro alla luce . del Signor Dionis , e noi invitiamo
Tutte le arti vanno ogni giorno più tutti i chirurgi che non aveſſero an
perfezionandoſi , e la chirurgia è cora nella loro biblioteca queſto cor
forſe una di quelle di cui per maſ: ſo di operazioni , a provvederſi di
ſimo benefizio dell'uman genere ſo queſt'ultima edizione , ſenza aver
no più ſenſibili gli avanzamenti . timore che il Signor de laFaye , il
Dopo il tempo in cui viſſe, e ſcriſ. quale è recentemente morto , poſſa ,
ſe il Signor Dionis, quante maniere tornare ad occuparſi di queſt'ogget
di operare non ſi ſono trovate più to un'altra volta, - - -

º
ſemplici, più ſicure e meno crudeli,
- -

e 4 negºnegº e ºnesta egea e Sea A&A, A4 neºn Agººsene º aºnº AAA, aº, casº ese/,

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num.XLIX. 1782. Li z. Decembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . felicità , ſe ha da ridurſi una vol


ta a ſcienza rigoroſa, che in ſoſtan
Lo ſtudio analitico della religio za poi ſarà la ſcienza del coſtume o
ne , oſſia la ricerca più eſatta della ſia del gius naturale, conviene che a
felicità dell' uomo. Parte I. che ri finalmente eſcluda, e bandiſca da'ſuoi
guarda particolarmente l' idea più principi tutti i termini vaghi, e che
ſemplice da fiſſarſi intorno all'ogget di per ſe ſteſſi non danno veruna idea
to degli umani deſideri . Qua rendi determinata : conviene per conſeguen
( veri ) defatigatio turpis eſt , cum za, che tutta l'analiſi razionale dell'
id, quod quaritur ſit pulcherrimum. uomo ſi riduca ad un pnnto della .
Cic. de fin. lib. 1. In Roma 1778. maggiore poſſibile ſemplicità , affin
nella ſtamperia di Paolo Giunchi : chè fiſſata , come di già fi fece dal
e Par. II. t. 1. che porta l'analiſi più noſtro Autore, l'idea ſempliciſſima, e
ſollevata delle idee neceſſarie per la preciſa del termine della ſoſpirata .
più ferma, e preciſa teoria del gius pieniſſima felicità dell' uomo , ſi fiſſi
naturale , con note del Signor Ab. un'idea ſempliciſſima del punto d'ini
Carlo Fea giureconſulto . In Roma zio con tutta preciſione; e dalle ſem
178 1. dalla medeſima ſtamperia - pliciſſime relazioni di queſt'idea con
Art. II. ed ult. quella ſi cavi una linea razionale -
retta, ſecondo l'etimologia del dirit
Proſegue infatti valoroſamente il to , vale a dire , una propoſizione
Falletti la ſua analiſi; e ci dà il pri ſemplice, ed univerſale inſieme, tut
mo tomo della ſeconda parte del ſuo ta ne' ſuoi concetti determinata , la
ſtudio analitico ſotto ai glorioſiſſimi quale debba ſervire di prima genera
auſpici ſovrani dell'immortale PIO VI. liſſima norma, fuori d'ogni oſcurità
il quale ſiccome ſa benignamente pro ed equivoco per l'umana condotta
teggere l'avvanzamento delle belle morale . Con queſto ſpirito entra il
arti, così prendeſi molto a cuore il penetrantiſſimo filoſofo noſtro a rile
fomentare l'incremento, e l'illuſtra vare in primo luogo l'inſufficienza ,
zione delle ſcienze più importanti per degli sforzi fin'ora fatti dal Grozio,
la religione, e per la repubblica dal Puffendorf, dal Budeo , dal To
L'arte del vivere per l'umana - mafio, dal Barbeyrac , e da ſimili al
Cc c tri
386
tri per illuſtrare la diſciplina del vi e li dimoſtra evidentemente generati
vere, o vogliam dire del gius nata tutti da un principio ſolo. Premette,
rale, e ridurla al rigore di vera fa e ſtabiliſce una regola di critica ra
coltà di ſcienza . Viene in ſecondo zionale , della quale dee dirſi o che
luogo ad oſſervare le analiſi raziona è ſempre sfuggita alle rifleſſioni de'
i li complicate , e conſeguentemente o filoſofi, o che ſe fu da tal'uno di que
inconcludenti , che fin'ora ſi ſono ſti veduta, fu del reſto leggiermen
fatte dell'uomo, e nominatamente dal te toccata , e non mai con giuſto
Sig. Ab. Genoveſi ; e fa vedere co metodo praticata. Queſta va di per ſe
me per la mancanza di queſta ſempli ſteſſa ad atterrare , e ſventare infini
cità nell'analiſi anzidetta ſiaſi cre ti litigi in tutte le ſcienze razionali,
duto impoſſibile il ridurre ad una , e ſpecialmente nelle materie più
ſemplice univerſale propoſizione la importanti di metafiſica . Ciò ſta
ſcienza del coſtume, mettendo in vi bilito , viene colla ſola filoſofia del
ſta gli enormi aſſurdi per coloro , che fatto a fiſſare i canoni di corriſpon
a queſta ſcienza pretendono di pre denza fra l'anima , ed il corpo
figgere più d'un principio generico, umano , facendo nel tempo iſteſſo
oſſia più d'una propoſizione univer conſiderare le difficoltà inſuperabili
ſale, ſpecialmente ſe queſti ſieno fi tanto de Carteſiani , quanto de'
loſofi cattolici , e coerentemente al Peripatetici , e Lockiani nel vo
ſiſtema cattolico, che ſolo è il vero lere , per inoſſervanza della prefata
vogliano ſtabilire una teoria chiara, e regola , proporre in un modo com
ferma di gius naturale ſenza pericolo prenſivo coteſto commercio dello ſpi
di dovere poi contraddirſi. Per fare in rito umano col ſuo corpo , dovendo
tanto, che la propoſizione, oſſia prin gli uni , e gli altri per conſeguenza
cipio univerſale del gias naturale , dare in manifeſte contraddizioni, e a
che vuol fermare il Falletti, per ap fingerſi un mondo , che certamente
poggiarviſi in tutte le poſſibili qui non daſſi . Su queſte tracce rieſce
ſtioni , e conſeguenze da tirarſi per gratiſſimo il contemplare tutto l'eſer
la norma dell'uomo o conſiderato in cizio dell'anima nel ſuo corpo ſotto
ſe ſteſſo, o conſiderato in tutte le , ad un ſolo ſempliciſſimo aſpetto , e
relazioni della politica, ed economi conſeguentemente il vedere levata ,
ca ſocietà, non ſia criticata, o come l'aria di filoſofico miſtero a tutta
non ricevuta dal fondo, a dir così, quella oſcura parte dell'uomo indica
dell'uomo ſteſſo, o come non ridot taci fin'ora coi ſoli nomi di paſſioni,
ta alla poſſibile maggior ſemplicità , di amore, di ſimpatìa, d'ira, d'av
in piega ben volentieri tutto il reſtan verſione, d'antipatia , d'iſtinti ani
te di queſto primo tomo della ſecon maleſchi, e d'iſtinti morali. Queſti
da parte del ſuo ſtudio analitico, a fenomeni ſi riducono tutti originaria
vedere colle più diligenti non ancor mente a vari modi onde l'anima fa
fatte oſſervazioni la generazione di quì un ragionare coperto , per dir
tutti i fenomeni razionali dell'uomo, così, ma veriſſimo - ſotto a varie º
- più,
387
più, o meno ſpiegate maniere d'eſ per l'eruditiſſime ſue oſſervazioni, e
preſſioni, delle quali dà il noſtro Au vindicie di giuriſprudenza, delle quali
tore l'analitica teoria. Apporta quin già abbiamo dato l'eſtratto. In queſta
di con altra belliſſima teoria il per occaſione abbiamo il piacere di aggiu
chè di tanti ſuoi coperti raziocini non gnere, che gli eruditi aſpettano con
poſſa dar un'aperto conto l'uomo impazienza la nuova edizione Italia
neppur a ſe medeſimo, ſe non quan na, che il medeſimo Sig. Ab. Fea ci
do coteſti raziocini cadono ſotto a . va preparando delle opere a tutto il
quella tal data ſpecie d'eſpreſſioni . mondo celeberime, cioè della ſtoria
Reſtano di quì meſſi alla più chiara, delle arte del diſegno di Giovanni
e più ſemplice luce i fenomeni della Winckelmann , della quale abbiamo
rifleſſione, e della memoria , contro già inſerito il manifeſto nella noſtra
a tante oſcure eſpoſizioni, che fin'ora Antologia , e dell'altra del Signor
ſi ſono fatte tra gli altri, anche dal Sig. Goguet, intitolata della origine del
Locke ; e reſta nel tempo medeſimo le leggi , delle ſcienze, delle arti,
ſciolta la quiſtione moſſa dall' Einec dei meſtieri, dei loro progreſſi, dei
cio: ſe la memoria ſia lo ſteſſo, che coſtumi, e uſanze degli antichi popo
l'immaginazione , ovvero fantasìa : li ; il quale arrichirà entrambe di mol
ſiccome quell'altra : ſe l'anima ſem tiſſime erudite note, nelle quali ſup.
pre penſi ; e ciò con importantiſſime plirà di molte notizie , e correggerà
rifleſſioni intorno all'ignoranza degli i non pochi abbagli degli Autori ,
uomini , e ſegnatamente de'ſelvaggi, rincontrandone inſieme le innumera
Paſſando poi ad aprire il metodo ori bili citazioni, delle quali molte ſono
ginario con cui l'anima ſi determina sbagliate .
ad operare , apre i due ſiſtemi fon
damentali di tutta l'umana condotta .
Apporta il neceſſario dilucidamento P E R U G I A .
ai termini di volontà , di velleità ,
di ſpontaneità, di parte ſuperiore, e Al fauſto ritorno dalla Germania
parte inferiore, ſecondoche s'eſpri di PIO Seſto Pontefice Maſſimo glorio
mono gli ſcolaſtici , di atti umani ſamente regnante applaude Lucilla ,
contradiſtinti da quelli, che ſi chia AMeomenica, e la Colonia Auguſta de
mano atti dell'uomo, di abito , e , gli Arcadi ragunata nella eſtiva ſua
ſimili; e finalmente chiude col rac ſede del Frontone. In Perugia 1782.
cogliere da tutto il dimoſtrato l'ana tra 4.
litica definizione dell'uomo neceſſa
riſſima per il più preciſo, e veramen Queſto è il titolo della magnifica
te ſcientifico iniziamento del gius na raccolta di poeſie già recitate in Pe
turale. Tutto queſto tomo viene il rugia dagli Arcadi della Colonia Au
luſtrato da note non ſolamente dell' guſta , e dedicate dalla nobiliſ
Autore , ma ancora del Sig. Abate ſima Lucilla Neomenica , Signora .
Carlo Fea Giureconſulto già cognito Marcheſa Anna Raffaelli Antinori al
C cc 2 re
-
388
regnante Pontefice PIO Seſto in oc liani. Fra le poeſie, che ornano un
caſione del ſuo fauſto ritorno dalla , sì ben impreſſo volume, oltre a ſo
Germania. L'edizione ſpira per ogni netti del Vice - Cuſtode della Colonia
parte luſſo tipografico per l'eleganza Auguſta Sig. Luigi Anſidei, del Sig
de' caratteri nitidiſſimi, per la copia Ab. Pizzi cuſtode generale d'Arcadia,
de' fregi e de'rami, fra'quali diſtin della Signora Marcheſa Antinori , e
gueſi quello del ſommo Pontefice d' di Monſignor Loccatelli Cameriere ſe
eccellente bulino . Tutto in queſto greto della Santità di N. S., voglionſi
bel volume corriſponde all'auguſta riferire con lode alcuni verſi ſciolti
maeſtà del ſoggetto ; e le virtù im brevi sì, ma robuſti del Sig. Abate
pareggiabili del noſtro amabiliſſimo Luigi Godard, un'ode latina elegan
Principe vi ſono per entro deſcritte tiſſima del Sig. Dottore Marcarelli ,
con mano maeſtra tanto da verſi di un poemetto ſimilmente latino del Sig.
molti bravi poeti, quanto dalla pro Conte Arrigo Oddi, e due canzonet
ſa d'un dicitore eloquente. Per dire te l'una del Sig. Ab. Cocchi, e l'al
rapidamente di alcune fra tante dot tra del Sig. Ab. Adriano Mariotti. L'
te produzioni contenute in queſta - egloga poi del Sig. Ab. Lodovico Piz
raccolta, giacchè la brevità de'no zi Saneſe per una certa facile ſempli
ſtri fogli non ſoffre , che di tutte e cità, e l'idilio del Padre Lettor Bri
poſſa farſi parola , ci rallegreremo ni Domenicano per la vivacità delle
primieramente coll'ormatiſſimo Signor immagini leggonfi con piacere; come
Conte Franceſco Baglioni Autore del pure alcune terze rime del Sig. Dot
veramente profondo, e ſenſato ragio tore Lodoviſi ſono piene di fuoco, e
namento. In eſſo abbiamo ammirato di fantaſtica evidenza Danteſca, e ,
gli ſpontanei colori, e la forza dell' alcune ottave rime e ſonetti del Sig.
eloquenza congiunta con la preciſio Dottore Annibale Mariotti annunzia
ne, col buon guſto, e con la ſubli no il letterato e il poeta , del quale
mità d'uno ſtile facondo, ed orato è pur parto la bella iſcrizione latina
rio. Il fuoben ragionato elogio mo inſerita nelle prelodate memorie del
ſtra da per tutto uno ſcrittore ani Sig. Brizj , e che noi qui riferiamo
mato da gratitudine, e che parla fi come un ſaggio del valore lapidario
lofoficamente il linguaggio del cuore del Sig. Dottor Mariotti.
e del ſentimento . Vehemens &- li PIO. VI. Pont. Max.
guidas, purcque ſimillimus anni fan Optimo. Principi
dit opes. Anco le memorie della Co Viennam. Auſtriae. ad. Caeſarem
lonia Auguſta , e della letteraria adu Profecio
nanza , che precedono il ragionamen Itum. ac. Reditum
to , ſono ſcritte dal Sig. Abate Brizj Feliciſſimum
ſegretario della Colonia con molta Gratulatur
erudizione e guſto di lingua , e mo Lucilla. AVeomenica
ſtrano un uomo eſercitato aſſai nella Ex. Caeta. Paſt. Arcad.
lettura de'neſtri migliori Autori Ita Col. Auguſtae
A dir
l
389
A dir corto tutta queſta numeroſa com tor poco noto, che altri ha falſamen
pilazione di verſi fa onore alla nobi te creduto eſſere Benvenuto da Imo
liſſima Signora Marcheſa Antinori , la, ma che dopo l'accurato eſame e
che l'ha umiliata all'immortal PIO fattone dal noſtro Autore vuolſi con
VI. glorioſamente regnante, e l'elo molta veriſimiglianza riputare quel
gio di tanti illuſtri Arcadi, che ſono Bencio di Aleſſandria rammentatoci
l'ornamento della celebre Colonia . da Guglielmo Paſtrengo, e citato in
Auguſta. più luoghi da Fr. Galvagno Fiamma ,
croniſta dello ſteſſo ſecolo XIV. Al
meno nel XV. ſecolo l'Abazia del
M I L A N O. monaſtero di S. Celſo era paſſata in
commenda , e uno degli Abati com
mendatarj fu nel ſecol ſeguente il Ve
Memorie ſtorico - critiche intorno ſcovo di Aleſſandria Pallavicino Vi
le reliquie , ed il culto di S. Celſo ſconte. Ora egli nel 152 1. volle ri
Martire, con un'appendice, nella e conoſcere il corpo del Santo Martire,
quale ſi ſpiega un dittico d'avorio e riconobbel di fatto a 2o. di aprile,
della chieſa metropolitana di Mila indi a 28. dello ſteſſo meſe ripoſelo
no. Milano 1782. appreſſo Giuſeppe con grande onore ſotto l'altar mag
Galeazzi in 4. Art. 11. ed ult. giore, donde era ſtato ſcavato. Ma
le oſtinate guerre di que giorni rovi
narono la badia, e in parte anco la
Il culto, che ſino a que tempi avea chieſa. Il peggio fu , che imputato
avuto S. Celſo non ſolamente in Mi il mentovato Viſconte Abate commen
lano , e nella dioceſi , ma in tutta datario di complicità del tentato omi
Italia, e fuori, ſpezialmente in Fran cidio del Duca Franceſco II. Sforza,
cia, aſſai ſi accrebbe preſſo i Milaneſi. venne nel 1523. fatto prigione, e i
Quindi parecchi laſciti, o donazioni beni della badia ugualmente che ,
nel ſecolo XI., proceſſioni, ſtazioni, quelli del veſcovato di Aleſſandria
e vigilie ne' ſecoli XII. e XIII. sì caddero in potere del Duca, e i mo
a io di maggio per la traslazione di naci andaron diſperſi. Paolo III. nel
S. Nazario dal luogo, ove già riposò 1549. introduſſe in detta badia i ca
con S. Celſo, sì a 28. di luglio, nel nonici regolari di S. Salvadore, i qua
qual giorno particolar feſta celebra li ſi diedero a riſtorare in varie ripre
vaſi di queſto dopo la feſta ad amen ſe la chieſa, e la badia. Ma la glo
due comune il dì precedente; di che ria di una perfetta riſtorazione di que
vari libri liturgici di que ſecoli c'iſtrui ſta inſigne baſilica era riſerbata alla
ſcono. Del culto continuato a S. Cel generoſa pietà , e magnificenza del
ſo in Milano nel ſecolo XIV. abbiamo P. Abate D.Guglielmo Biumi, il qua
una ſicura teſtimonianza in una cro le ne riſcoſſe un dolce frutto nella in
naca compilata nel 132o, da uno ſcrit venzione delle prezioſe oſſa dell'egre
gio
39o
gio Martire ſeguita con mirabile con li contiene l'immagine di S. Nazario
ſolazione di tutto Milano a 2. di ago l'altro quella di S. Celſo, veſtiti amen
ſto del 1777. Il noſtro Autore ce ne due di ſemplice tunica, e tenenti vi -
dà un'eſattiſſima relazione, e inſie. cino al petto un agnello con iſcrizio
me ad illuſtrare ſi prende con iſquiſi ni greche a caratteri un ciali , e aſſai
ta erudizione i ſacri monumenti nella vetuſti. L' A. confeſſa a pag. 83. di
detta ricognizione ſcoperti. Noi non ſentirſi aſſai inchinato a riconoſcere
poſſiamo ſeguirlo in tutte le ſue ri queſto baſſo rilievo per lavoro de'prin
cerche . Accenneremo poche coſe ſu cipi del quinto ſecolo, e lavoro fat
due di tai monumenti, che l'Auto to per ſervire di altare . Ottima men
re ha fatto incidere in rame. Il pri te, e noi gli applaudiamo. Ma ſi di
mo è un antico ſarcofago Criſtiano rà perchè mai non fare un paſſo più
figurato che ſerviva di ſeconda caſſa oltre, e riconoſcer qui la prima con
alla caſſa di piombo in cui ſtavan . trocaſſa poſta ſul cadere del quarto
rinchiuſe le oſſa del Martire invitto. ſecolo , o ſul cominciare del quinto
L'Autore lo va ſpiegando ſugli eſem al corpo di S. Celſo ? Le due imma
pi di ſomiglianti ſarcofagi illuſtrati gini de Santi Martiri ci conducon quaſi
dall' Aringhi , dal Buonarroti , dal per forza a ravviſarla. Però potreb.
Bottari , dal valoroſo P. Allegranza, beſi conghietturare, che nella nuova
e da altri. Indi propone il dubbio, ſe fabbrica della chieſa di S. Celſo fatta
il detto ſarcofago e la ſua controcaſſa da Landolfo avendo aſſai patito que
veniſſero adoperate a cuſtodia del ſan ſta contro caſſa , che ſerviva di men
to corpo ſubito dopo la prima inven ſa all'altar maggiore, ed eſſendo rotta
zione di eſſo, oppure poſteriormente in più pezzi, l'Arciveſcovo faceſſe la
allorchè fu ſolennemente trasferito altrove riporre, e nel ſarcofago, di
dall'Arciveſcovo Landolfo . Neila , cui ſi è parlato , collocaſſe il ſanto
quale queſtione noi volentieri ci unia corpo . Come poi perveniſſe queſto
mo al ſentimento di lui, che alla traſ frammento di altare alla ſcala, e git
lazione di Landolfo appartenga la col tato foſſe ne' fondamenti di quella ca
locazione della caſſa contenente le e nonica, non accade di ricercarlo. Ma
ſacre oſſa in queſto ſarcofago . Vor poſta da un canto l'antichità dell'al
rebbe forſe alcuno, che il dotto Au tare sì ben comprovata dall'Autore ,
e dimoſtrato eſſendo dall'altro che il
tore aveſſe quì fatto uſo di quel pez.
zo di antico altare di marmo di lui ſarcofago ultimamente ſcoperto deb
poſtoci ſotto gli occhi in rame , ed baſi a Landolfo attribuire, qual altro
egregiemente dichiarato . Fu queſto migliore, e più veriſimil uſo di quel
trovato a 26. di agoſto del 1776. nello marmo potrebbe immaginarſi , che ,
ſcavare , che vi ſi fece , ſotterra il quello di eſſere ſtato il primo depo
cortile della vecchia canonica di S. ſito , ove le ſacre oſſa del Martire in
Maria della ſcala . E' queſto marmo altra caſſa rinchiuſe dopo l'invenzio
diviſo in due quadri, il primo de'qua ne ſi collocaſſero ? Nondimeno per
quan
39 I
quanto plauſibil ſia queſta conghiet S. Celſo tanto per altro decantata da'
tura, il chiariſſimo Autore, che eb Greci , e da Latini ne' loro menei,
be il marmo ſotto degli occhi , e paſſionari, e in tali altri libri di uſo
potette, conſiderarlo con agio , avrà eccleſiaſtico . Perocchè dalla ocula
probabilmente oſſervato , che nella re oſſervazione di queſte reliquie e
metà mancante eſſere ci doveano al fatta da perito chirurgo ſiamo aſſi
tre immagini analoghe di altri ſanti, curati , che tutte quelle oſſa po
onde non v' ha luogo ad attribuire tevano aſſai ben con venire ad un
queſto marmo piuttoſto a controcaſ giovane adulto di XX. e più anni ,
ſa di S. Celſo, che di altro ſanto : ma non mai a fanciullo di otto in .
e ſenza ciò nella parte di cui parlia dieci , quale dai più venne S. Cel
mo, eſſendoci ancor l'immagine di ſo ſinora creduto . Potrebbe tutta
S. Nazario , come pretendere , che via fare qualche difficoltà un ſer
il marmo ſerviſſe ſolo per S. Celſo , mone in die natali SS. Martyrum ,
e non per l'altro ? Ma laſciam ciò . AVazarii , & Celſi, ſe foſſe o di S.
Il ſecondo monumento (che a que Ambrogio , come hanno creduto i
ſto è omai da paſſare ) è una croce primi editori, o di S. Maſſimo di To
di bronzo diviſa in due parti figura rino , come col Baſcapè ha penſato
te ( perocchè era vuota al di den il Cave. Ma il noſtro Autore fa chia
tro ) e ſimiliſſima a quella , che - ramente vedere , che queſto ſermo
abbiamo quì in Roma nel monaſtero ne non può eſſere ſtato ſcritto, ſe o
di S. Aleſſio al Monte Aventino. L' non nel nono ſecolo, o in quel tor
Autore minutamente ce la deſcrive, no , ſiccome avea giudicato il gran
ed illuſtra ſenza laſciare le lettere dC critico , che fu il P. Daniele Pape
che vi ſi leggono in cima. fra 'l ſo brochio. Oltracciò è molto oſſerva
le, e la luna ſovrappoſti ad un pic bile la bella ſerie di carte per la .
ciol rettangolo fegato da due diago più parte inedite, incominciando dall'
nali, che fa le veci del ſolito cartel anno 864 , la quale ſi ha da carte
lo . Noi tralaſciando per brevità ogni 2 l 1. ſino a carte 241. Ma ſopra tut
altra coſa diremo ſolo , che queſta to gli antiquari pregieranno un anti
croce ſervita già per encolpio, o cro co dittico d'avorio della chieſa me
ce pettorale non può eſſere poſterio tropolitana di Milano riportato in ra
re al ſecolo X., e però poſſiamo aſ me , ed egregiamente illuſtrato dall'
ſai ragionevolmente credere , che , Autore nell'appendice. Queſto è una
queſta pure ſia ſtata da Landolfo po bella giunta al teſoro de'dittici pub
ſta nel ſacro depoſito. Il noſtro eſtrat blicato dal Gori , e terminato dall'
to ſi affretta al ſuo termine, e non Uditor Paſſeri, l'uno e l'altro bene
dimeno aſſai coſe ci reſtano da ac merito di ogni maniera di antichità.
cennare . Una ſia la certezza , che Ci diſpiace di non poterne dir dav
da queſta ultima ricognizione abbia vantaggio, e ſolo avvertiremo, che
mo di eſſer falſa la fanciullezza di i ritualiſti avranno gran diletto a .
- leg
2

iere ciò che riguarda i particola mo di poterla preſto celebrare nelle


ri uſi di queſte tavole ſacre nella , noſtre Eſemeridi , e perciò preghe
chieſa Milaneſe . Dal ſin quì detto remmolo volentieri a non differirci più
potranno i leggitori raccogliere, quan oltre il piacere di vederla alla luce,
to ſtimabile opera ſia queſta, e quan che merita, ben ſicuri, che grandiſ
to degna di comparire al pubblico ſimi e ignoti lumi ne ritrarrà la ſcien
conſecrata all'ampliſſimo Cardinale, za rituale . Ma il ſaper noi , come
e Arciveſcovo di Milano il Signor ora ſta egli inteſo a ricopiare colla
Cardinale Pozzobonelli , che tanta maggiore accuratezza, e ad illuſtra
ha avuta parte nell'ultima ricogni re il famoſo ſcrittural codice Siriaco
zione di queſte venerabili reliquie . dell'Ambroſiana, fa sì , che noſtro
Ma noi aggiugneremo per fine una malgrado non dobbiamo volere, ch”
preghiera al dottiſſimo Autore . Egli egli interrompa una sì importante e
a carte 96. accenna di avere ſu pre ed util fatica, da cui potrà il ſacro
zioſi codici dell'antica liturgia Am teſto eſſere mirabilmente riſchiarato ;
broſiana, che ſi conſervano nella li ci contenteremo dunque di avanzar
breria della metropolitana , fatte e gli le noſtre anzi le comuni premu
moltiſſime ofſervazioni da ſe riſerba re , perch'egli in mezzo agli ſtudi
te ad altra opera aſſai più eſteſa , orientali non perda di mira le ſue o
che queſta non è. Noi ci augurerem ricerche liturgiche.

esºnesto e senese assassea Nsunasu, assesensº, agenage/oagenºa Aºne e ese, esea

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
-

Num. L. 178 2. -
Li 14. Decembre

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA


R o M A. . Italia quell'onore, che forſe non con
tanta i giuſtizia dagli oltramontani
L'eruditiſſimo Apoſtolo Zeno nel le ſi toglie ſe non riſguardo al pre
tomo XIV. pag. I 23. del ſuo giorna gio, almeno riguardo al numero di co
le diede contezza al pubblico dell'ap si fatto genere di produzioni. Fu dun
plauditiſſima Merope del Marcheſe , que eſeguita la detta opera la ſera -
Maffei allor quando fu la medeſima dei 2o. dello ſcorſo meſe di novem
rappreſentata la prima volta in Mo bre coll'aſſiſtenza di tutta la Roma
dena prima , che l'illuſtre Autore la na nobiltà, e di molti nobili, ed eru
rendeſſe pubblica colle ſtampe . Noi diti foreſtieri. Non ſi può con paro
ſeguendo le tracce di quell'immorta le eſprimere l'attenzione con cui fu
le ſcrittore di giornali annunziamo aſcoltata , e 'l ſincero e univerſale ,
all' Italia , e a tutta l'Europa lette applauſo che riſcoſſe la detta trage
rata un'epoca di quella niente meno dia , nella quale ha ſaputo l'Autore
felice. Avendo S. E. il Sig. Duca Gri con quattro ſoli interlocutori eccita
maldi Ambaſciatore di S. M. Cattoli re al ſommo grado gli affetti propri
ca preſſo la S. Sede con quella ſua. di così fatto genere di rappreſenta
nobile, ed obbligante maniera che , zioni , tener ſoſpeſi ſino al fine gli
forma l'incanto di tutta Roma , in animi degli ſpettatori , riſvegliare e
vitato una illuſtre brigata di Signori ſempre con nuovi accidenti l'attenzio-,
a voler nel corrente autunno rappre ne , e ottenere quell'effetto , che ,
ſentare nel ſuo palazzo tragedie , e con molto maggior numero di perſo
commedie , ed eſſendo le recite riu naggi la maggior parte delle tragedie
ſcite con quella perfezione , che ſi non ottengono . L'azione è tratta dal
doveva aſpettare da Attori forniti di libro XII. della Tebaide di Stazio .
ſomma erudizione, e di ſtraordinaria Partita d' Argo la tenera Argia per
coltura, il Sig. Conte Alfieri di Aſti rendere gli ultimi onori all'eſtinto ſuo
rimaſo incantato della perizia de'ſud ſpoſo Polinice s'avviene in Antigone
detti volle ai medeſimi affidare l'An e ſua cognata, la quale profittando del
tigone una delle ſue non poche ſor la notte , malgrado il divieto , con
prendenti tragedie, che quando avran cui Creonte aveva proibito , che ſi
no veduto la luce renderanno alla , bruciaſſero i corpi di Polinice, e de
Ddd gli
394
-,
gli Argivi, eſce dalla reggia per com a ſeparata dalla diletta cognata, ſia
piere un ſi pietoſo ufficio. Il loro in ricondotta a forza in Argo col dono
contro, il loro riconoſcimento , e 'l bensì delle ceneri dello ſpoſo, giac
racconto delle ſventure, che aveva chè ciò non oppone verun' oſtacolo
no oppreſſo la infelice famiglia di Edi alla ſua sfrenata ambizione di regno.
po , eccitano nel primo atto la più I vari violenti affetti, che moſtrano
viva, e inſieme la più piacevole com in queſt'atto gli attori ne produco
paſſione. Si accreſce queſta nel ſecon no ancora de' forti negli ſpettatori.
do per l'arreſto delle due donne ſor Giungono però queſti nel quinto all'
preſe dalle guardie di Creonte men ultimo grado, quando vengono ſepa
tre bruciavano il corpo di Polinice : rate a forza le due donne una per
inoltre la barbara politica del tiran eſſere ricondotta in Argo, l'altra per
mo, il quale eſulta di aver colto nella eſſere ſtraſcinata a morte, quando il
rete Antigone ( per disfarſi della qua tiranno cangiando parere per timore
le aveva promulgato l'ingiuſta leg dell'inferocito figliuolo invece di far
ge ) incomincia a deſtare l'orrore ſi ſepellir viva Antigone la fa uccidere
proprio della tragedia. Creſcendo nel nell'interno della reggia ; quando il
terzo l'azione creſce la commozione diſperato Emone con una ſchiera di
eziandio . Emone pietoſo figliuolo di ammutinati ritorna al padre per ri
Creonte per ſalvare Antigone ſe ne chiedergli a viva forza quella ſven
dichiara amante . Il che fa cangiar turata donzella, e queſti per atterrir
penſiero al tiranno , e proporre al lo gliela moſtra trucidata ; e finalmen
figlio Antigone per riſpoſa per mante te quando l'anguſtiato figliuolo per
nerſi coi diritti della medeſima ſul non uccidere il padre, come vorreb
trono di Tebe. Il rifiuto di Antigo be il ſuo altiſſimo sdegno, incrude
ne delle nozze di Emone malgrado liſce contro ſe ſteſſo dandoſi colle ,
l'amore che portagli , le ſmanie di - proprie mani la morte , e laſciando
Emone per liberare dalla morte quel il barbaro padre defolato, e punito.
la reale donzella , e le invettive , e E veramente può dirſi, che 'l teatro
le amare deriſioni del tiranno ſono non ha forſe mai veduto ſpettacolo
i tratti, con cui la tragedia va ſem più orribile, e più tenero di quello,
pre più tendendo al ſuo fine nel terzº che preſenta tutta la tragedia , e ,
atto. Prorompe nel quarto il diſpera ſpecialmente il quinto atto, nel qua
to Emone in alte querele, e minac le l'azione devº eſſere ſecondo le re
ce contro il barbaro genitore ad on gole giunta al punto del ſuo maggior
ta del riſpetto filiale , che gli ram intereſſe. L'Italia dev' eſſere grata .
menta la virtuoſa Antigone. Da ciò dltremodo al Sig. Conte Alfieri, che
non è punto commoſſo il tiranno, con queſta, e colle altre ſue ſtupen
ma ſempre più eſacerbandoſi condan de tragedie ammirabili per la condot
ma quella infelice ad eſſer ſepolta vi ta, per una purità , e preciſione di
va , e vuole inoltre , che la tenera ſtile, e di lingua, rariſſime a noſtri
Argia, la quale non vorrebbe eſſere tempi, e per la nobiltà de ſentimen
- -- -
t!
395
ti le ridona l'onore , che da molti - N A P O L I,
anni aveva ella perduto. Eſſa deve
eſſere altresì molto grata a S. E. il - Poeſie di Tommaſo Gargallo Mon
Sig. Duca Grimaldi, il quale col ſuo talto ſcritte nel ſuo viaggio d'Italia.
« - e . haec olim meminiſſe juvabit.
nobile genio ha preſentata al Signor º

Conte Alfieri una ſi bella, e favore Virgil. Aeneid lib. I.


vole occaſione di eſporre alla pruova l'anno MDCCLXXXII. in 8.
del teatro queſta ſua tragedia, onde
giova ſperare ch'egli ſiaſi animato a Quel medeſimo Sig. Baron Gargal
volervi eſporre parimenti le altre , e lo Montalto che regalò, non ha gua
a conſumare così quella felice rivo ri , alla noſtra Antologia quella ſpi
luzione nel teatro Italiano, ch' tutti ritoſa egualmente ch'erudita lettera
i buoni deſiderano, e ch'ha con que deſcrivente il delizioſo littorale di Meſ
ſta prima tragedia già preparato. Ma ſina, preſenta ora alle noſtre Efeme
e l'Italia, e il Sig. Conte Alfieri deg ridi queſta raccolta di ſue poeſie de
giono profeſſare ancora molta gratitu gne veramente di cedro. Deſſe furo
dine agl'illuſtri Signori, i quali rap no da lui ſcritte nel ſuo viaggio per
preſentando l'Antigone sì egregiamen l'Italia , in mezzo, com'egli ſi eſ
te ne fecero ſi vantaggioſamente rile prime, allo ſtrepito de caleſſi , e al
vare tutti i ſuoi pregi. L'intrepido, rumore delle grandi città , ſopra que
e nobile perſonaggio di Antigone fu gli argomenti che gli ſi andavan pre
eſpreſſo con quella dignità , che al ſentando per via , e particolarmente
medeſimo convenivaſi, da S. E. la Si in Roma, dove più a lungo ſi trat
gnora D. Ottavia Odeſcalchi Roſpi tenne , e dove , a ſuo dire , gli fu
glioſi Ducheſſa di Zagarolo. La te di non lieve ſtimolo il buon viſo ,
nera Argia, cioè S. E. la Signora D. che gli Arcadi facevano a quelle ch'
Caterina Giuſtiniani Odeſcalchi Du. egli vuol chiamare ſue bagattelle ;
cheſſa di Ceri ci traſportò tutti in ſicchè poteſſe ſpeſſo dire con Orazio:
Tebe col rappreſentar che fece a ma Roma principis urbium
raviglia i ſuoi caſi infelici. Il Signor Dignatur ſoboles inter amabiles
Conte medeſimo colla ſua ſingolare , Vatum ponere me choros,
e veramente ammirabile maniera di Et jam dente minus mordeor invido.
recitare ci dipinſe al vivo Creonte . Ma il Sig. Baron Gargallo non ha bi
E finalmente la ſolita energia di S. E. ſogno di mendicare indulgenza a que
il Sig. D.Baldaſſarre Odeſcalchi Duca ſte ſue poeſie , nè nella tumultuaria
di Ceri , che avvivò la perſona di ſituazione in cui egli ſi trovava com
Emone, fece riſaltare tutte le bellez ponendole, nè nella ſua verde età di
ze dell'opera. 2 I. anno, nè nel lodevole deſiderio
che gli nacque di laſciar un ricordo
di ſe nelle mani di que letterati, che
conobbe nel ſuo giro d'Italia, e che
gli avean fatto regalo di alcune loro
Ddd 2 pre
396
pregiate produzioni. Piaceſſe al cie Ed Aleſſandro menfaſtoſo e altero,
lo che molti provetti poeti nel ſilen Tu , diſſe, la mia brama, Arti
zio de loro gabinetti ſapeſſero fare » no , hai vinta ,
altrettanto ! Per dar fede a ciò che Per te ad Achille or non invidio
diciamo , vorremmo quì per intiero Omero.
traſcrivere o l'anacreontica ſua deſcri
zione del ratto di Europa che leggeſi
a pag. 2o., o qualunque delle ſue Pin M O D E N A .
dariche traduzioni di alcune fra le o d

più ſublimi odi di Orazio ; o i ſuoi


maeſtoſi verſi ſciolti da lui recitati Scheda ad catarrham ſeu taſſim
allorchè la prima volta preſentoſi nel quam Ruſſam nominant pertinens. 1782.
ſerbatoio di Arcadia, o infine (poi in 8. Si vende da Gregorio Settari
chè il noſtro Sig. Baron Gargallo è do librajo al corſo all'inſegna di Ome
gro e
ctus ſermones utriuſque lingua) la ſua
Properziana elegia preſentata all'im
mortale PIO VI. nel ſuo ritorno in
Roma da Vienna. Ma gli anguſti can Se noi mettiamo ſotto la data di
celli di queſti noſtri fogli vogliono Modena queſt'opuſcolo medico, quan
che noi ci contentiamo di un breve tunque eſſo non porti veruna data in
ſonetto, e noi ſceglieremo quello che fronte, ciò da noi ſolo ſi fa perchè ſap
il Sig. Barone compoſe in morte del piamo eſſere il medeſimo un parto del
gran Metaſtaſio. -
Sig. Cav. Roſa , profeſſore primario
i
-

di medicina nell'univerſità Modene


Sgombro l'illuſtre Artin dalle terrene ſe. Chi non ha inteſo parlare del co
Spoglie all'entrar nel fortunato sì detto catarro Ruſſo; o piuttoſto chi
Flifo, non ne ha avuto qualche tocco ? Dell'
Stuol d'eroi, e vati il volto d'im indole adunque e della ſtoria medica
proviſo di queſta ſi univerſale, e famigerata
Piacer dipinge, e incontro a lui ne toſſe ſi tratta appunto in queſta Sche
2'ieme . da , ſcritta veramente con tutta l'ip
Sol quei , per cui nelle notturne ſcene pocratica gravità , e ponderazione .
Aveva il Franco inumidito il viſo , Il Signor Cavalier Roſa non è cer
L'invido ciglio al ſuol tenevan fiſo, tamente il primo a ſcriver ſu di que
E con eſſi i tre (*) vati ancor d' ſto morbo , eſſendo egli ſtato in ciò
Atene. preceduto e da molti medici oltra
7'iro, Ciro, Adrian, Regolo, Aminta , montani, e da alcuni anche de no
Con quell'allor intorno a lui ſi fero ſtrali ; ma egli è ſicuramente il primo
Ond ei l' auguſta fronte aveagli a ſoſtenere con aſſai plauſibili ragio
cinta.
-
-
ni, che il male di cui ſi tratta non
ſia

(*) Eſchilo, Euripide, e Sofocle.


- 397
ſia ſtato altrimenti epidemico, pren tutte l'epidemie ( e queſto è un altro
dendo queſto termine nel ſuo ſtretto forte argomento di cui ſi vale il Sig.
e giuſto fignificato, ma bensì conta Cav. Roſa per il ſuo aſſunto) ſi è che
gioſo, Se il morbo, dic' egli, aveſ ovunque ſi affacciano , o fanno ceſ
ſe avuto la ſua origine da una coſti ſare ad un tratto tutti gli altri mor
tuzione epidemica dell'aria, ſi ſareb bi intercorrenti , o li fanno almeno
be eſſo ſucceſſivamente propagato dal partecipare della loro indole e natu
la Germania , ove prima che fra noi ra, per la ragione ch'eſſendo la me
manifeſtoſi, nelle provincie d'Italia deſima la latente cauſa morbifica in
alla Germania contigue, e quindi gra tutti i corpi, deggiono anche in tut
datamente avrebbe progredito alle e ti o i medeſimi o almeno ſimili ma
parti più meridionali di eſſa. Ma nò ; nifeſtarſi gli effetti ſuoi . Ma nulla ,
deſſo aſpettò per fare fra noi la ſua di ciò ſi vide in Italia , mentre il
prima comparſa, che i commercianti catarro Ruſſo vi ſignoreggiava ; poi
Tedeſchi ne portaſſero il primo germe chè vi furono le ſolite malattìe ſta
a Sinigaglia in tempo dell'annuale e zionarie , e perfino molte toſſi che ,
ſua fiera. Queſta fu la città d'Italia nulla parteciparono del catarro domi
ove prima che in qualunque altra ſi nante. Se queſte ed altre ragioni che
cominciò a toſſire con toſſe Ruſſa ; e ſono da vederſi in queſta dotta ſche
da eſſa come da centro ſi propagò da , eſcludono ogn'indole epidemica
poi il male a tutte le altre città , dal catarro Ruſſo, vi ſono per lo con
prima però alle più vicine o poi alle trario molte oſſervazioni che la pro
più remote, avanzando da quel cen vano d'indole contagioſa. Già una
troverſo di noi, e rifluendo contem ſe n' è veduta nella ſua maniera di
poraneamente verſo le città che fono propagarſi . Un'altra forſe anche più
alla Germania più vicine di Siniga ovvia , e popolare ſi è che queſto
glia , come Venezia &c. e lafciando catarro Ruſſo appena manifeſtavaſi in
frattanto intatte o quaſi intatte le , una caſa, o in un convitto, che con
campagne intermedie alle città ch'eſſo rariſſime eccezioni, affliggeva quaſi
andava ſucceſſivamente percuotendo , allo ſteſſo tempo tutti gl' individui
e che l'avrebber per certo egualmen ivi coabitanti . Una tale oſſervazio
te eſperimentato, ſe da una coſtitu ne era anche più parlante nelle co
zione epidemica dell'aria aveſſe avu munità religioſe, e principalmente ,
ta la ſua origine il male. Chi non . di monache , le quali o ſono andate
vede in queſta via da effo tenuta ne' intieramente eſenti dal comun malo
progreſſi che eſſo andò facendo in Ita re , o quaſi intieramente vi hanno
lia, che ſiccome i mercadanti Tedeſ ſoggiaciuto . Noi ſupponghiamo che
chi ne portarono a Sinigaglia il primo ſia Modena la città accennata dal no
germe, così i noſtri lo andarono poi ſtro Autore in una nota , in cui di
diſſeminando per tutta Italia , a mi I 1. monaſteri di vergini ſei non eb
ſura che ritornavano alle caſe loro ? bero il menomo cenno del catarro Ruſ
Una proprietà inoltre caratteriſtica di ſo, mentre gli altri cinque , ove il
e, º C ) :-
398
contagio trovò via d'introdurſi , eb 158o. e 1593. , de quali quello del
bero tutti i loro individui malati del 153o. che fu il più generale , e di
comun male , coll'eccezione di uno cui ci rimangono la più patetiche ed
o due, o di pochi più . E poi i me inſieme le più eſatte deſcrizioni, tran
deſimi ſintomi che ſolevano accompa ne alcuni più crudeli ſintomi , ed un
gnare, e tener dietro a queſto catar maggior pericolo , fu cotanto ſi
ro non erano per ſe ſoli baſtanti ad mile al noſtro in tutto il rimanente,
indicarne la ſua indole contagioſa ? che per ſervirci dell'eſpreſſione dell'
Diffatti che altro moſtravano quella Autore non ovum ovo ſimilius fore
ſubitanea e diuturna proſtrazione di videatur. -

forze, quei dolor articolare, quello


ſtillicidio corrodente le narici , quel
precoce e facile da principio , ed in C R E M O N A .
ſeguito lento e pigro ſudore , quel
fetore infine di queſto medeſimo ſu - Pºeſie di 7'icofilo Cimerio. Cremo
dore, della ſaliva e del fiato, ſe non na 1782. per Lorenzo Manini regio
che gli effetti di una ſomma altera ſtampatore in 8.
zione negli umori, e di una difficile
contagioſa eruzione ? Ma noi non ſe Chi legge i noſtri fogli ſa, che eſſi
guirem più oltre il noſtro Autore in parlano ſempre con compiacenza del
queſti ſuoi medici raziocini, e molto le eleganti , ed originali produzioni
meno ci arriſchieremo a tenergli die poetiche del valoroſo Ticofilo Cime
tro nelle plauſibili conghietture ch' rio, e ſa pur anche, che ſotto que
egli fa per difinire la propria, e pe. ſto Arcadico nome ſi naſconde il ce
culiare natura di queſto miaſma con lebre Padre Lettore Don Aurelio de'
tagioſo , e il luogo in cui dapprima Giorgi Bertola, profeſſore di ſtoria,
generoſi. Noi crediamo di averne e di geografia nella reale accademia
detto abbaſtanza per invogliare a leg di marina in Napoli. Lo ſdegno, che
gere queſta dottiſſima ſcheda . Ci ri qualcuno ſi prende delle lodi, che da
mane ſolo ad accennare la lunga no noi ſi danno a queſt'inſigne alunno delle
ta che trovaſi infine col titolo de ce - Muſe più amene, non potrà mai ſoffo
leberrimis tuſiam catarrhalium , vel care i noſtri favorevoli ſentimenti verſo
maxime popularium catarrhorum exem il medeſimo, nè ritenerci dal commen
plis, la quale pruova quanto il no dare la preſente edizione delle ſue poe
ſtro Autore poſſiede del pari che la ſie. Queſt'edizione appunto è un do
ſcienza anche la medica erudizione. cumento del pubblico ſuffragio , ed
Sin dal XIV. ſecolo egli trova degli una conferma de noſtri giudizi. Mol
eſempi di queſti catarri di carattere º te di queſte poeſie , e ſpecialmente
contagioſo, che hanno afflitto tutta le più proliſſe, e le più ſpecioſe, ſo
o buona parte di Europa; e nel ſolo no ſtate già da noi lodate al compa
ſecolo XVI. egli ne ha ripeſcati quat rire , che fecero la prima volta alla
tro accaduti negli anni 15 15. 1557. luce ; coſicchè ora potremo omet
tere
M A N H E I M .
399
tere di farne parola. Solo accenne
remo, come nella preſente edizione
v'hanno diverſe compoſizioni , che Conſiderations ſur les montagnes
ora per la prima volta addivengono volcaniques & c. Conſiderazioni ſulle
di pubblica ragione , circa le quali montagne vulcaniche, memoria letta
confermiano le lodi di purità di ſtile, in una ſeſſione dell'accademia Elette
di originalità di fantasia , e di leg rale deli e ſcienze, e belle lettere di
giadrìa di concetti, che abbiamo ſem Manheim dal Sig. Collini Segretario
pre attribuito all'altre già cognite in intimo, e direttore del muſeo di ſto.
avanti . Vorremmo eziandio fare una ria naturale di S. A. S. E. c) c. Si tro
particolar menzione di alcune favo va a Parigi preſſo Chuchet 1782. in 8.
lette , che ora il chiariſſimo noſtro
poeta per la prima volta azzarda al Di tutte le parti della ſtoria natu
pubblico ſindacato, e che ſono otto rale, poche ve ne ha che da trent'
in tutto . Noi ſiamo certi , che in anni a queſta parte abbian dato mag
queſte ſi troverà quella ſana, e giu gior occupazione ai mineralogiſti, e
ſta morale , che deve eſſere il riſul ai geologi quanto la formazione de'
tato delle medeſime , e quella natu monti. Qualche frutto certamente ſi
rale ſemplicità, che ne forma il ve ſarebbe ricavato da tante oſtinate ri
ro carattere. Si vedrà, che i Fran. cerche; ma la ſmania di generalizza
ceſi , gl' Ingleſi, e gli Alemanni, i re , e di fabbricar ſiſtemi ha guaſta
quali hanno precorſa queſta provincia, to ogni coſa. Il noſtro Sig. Collini,
non l' hanno però affatto eſaurita da che molto onore arroga al nome Ita
sbigottire un ltaliano poeta ad en liano ne paeſi oltramontani, non ri
trare in eſſa con quella fiducia, che nuncia per queſto alla ſperanza che
inſpira il talento animato da un eſtro ſi poſſa forſe un giorno arrivare a
ſpontaneo. Si vedrà perfine, che il qualche ſoddisfacente cognizione in
noſtro poeta ſenza aver biſogno de' queſta materia; e per queſto egli cre
materiali di Eſopo, e di Locman , a de che non vi ſia che una ſola ſtra
cui altri meno ubertoſi di immagina da , ch'è quella ch'egli ci vuol in
zione ſono ricorſi, ha ſaputo anche dicare in queſta ſua memoria , cioè
meritarſi la lode dell'invenzione ; lo di non rigettar tutti i ſiſtemi, nè di
de, che gli è tanto maggiormente » abbracciarne uno eſcluſivamente agli
dovuta , quanto egli lungi dal farſene altri , ma di combinarli inſieme nel
merito (il che è il carattere dei gran miglior modo poſſibile, appigliandoſi
di ſcrittori ) la chiama la meno dif. ora a quello, ed ora a queſto ſecon
ficil parte in queſto genere , come do l'eſigenza de fatti che ci ſono ma
egli appunto ſi eſprime nella lettera nifeſtati dalle più accurate oſſerva
al Sig. Ab. Gio. Criſtofano Amaduzzi zioni . Queſta ſua memoria divideſi
ſuo amico, che premette a queſte ſue in cinque capi. Nel primo ſi conten
eleganti , e grazioſe favolette. gono alcune notizie preliminari intor
no alle montagne, che il noſtro Au
tore
4oo
tore divide in tre claſſi , mettendo di queſta ſoſtanza e conchiglie , ed
nella prima le montagne granitiche altri tali corpi ſenza alcun indizio di
o primitive; nella ſeconda quelle di quell'alterazione che avrebber neceſ
ſchiſto corneo ed argilloſo, o ſempli ſariamente dovuta ſoffrire dall'azio
ci , o meſcolate con ſtrati di altre , ne violenta del fuoco. Nel II. capo
ſoſtanze terreſtri , come di porfido, è dov'egli eſpone queſti ſuoi dubbi,
di baſalto , di terra calcarea , deſti paſſando nel III. a proporre una ſua
tuita però di petrificazioni &c. ; e maniera di ſpiegare la formazione del
nella terza finalmente le montagne a baſalto, e ſoprattutto la ſua ſingolar
ſtrati regolari, orizzontali o poco in diſpoſizione colonnare per mezzo dell'
clinati all'orizzonte, e formate di di azione combinata del fuoco e dell'ac
verſe ſoſtanze, come argilla, ſabbia, qua, di quello cioè per ſomminiſtrar
marna , pietre calcaree infarcite di la materia, e di queſta per diſporla
petrificazioni &c. Queſte ultime deg a quel modo. Il IV. capo ſi aggira
giono evidentemente la loro origine ſopra quelle montagne, le quali han
alle acque del mare. Ma il noſtro Au no ſofferto veri incendi; e nel V. fi
tore non crede però nate nel mede nalmente ſi confuta un anonimo , il
ſimo modo quelle altiſſime, e frequen quale pretende di eſſere ſtato teſti
tiſſime montagne calcaree della ſecon monio oculare dell'incendio di un .
da ſpecie, che ſuſſiſtono ſenza verun nuovo vulcano nelle vicinanze di
veſtigio di animali marini; e la gran Worms, e di Darmſtadt preſſo le ri
quantità di miniere che vi s'incon ve del Reno. Sarà queſta una nuova
tra, e per cui vengono anche chia pruova della poca fede che ſi meri
mate montagne calcaree a filoni , e tano certi preteſi naturaliſti, i quali
il gran numero di vulcani, de quali ſpeſſo ſpacciano come realità i loro
ſopra di eſſe ſi vedon le tracce, lo ſogni . In forma di appendice ſi ag
inducono piuttoſto a conſiderarle co giunge in fine un abbozzo di un pro
me opera del fuoco . Non può però ſpetto generale delle montagne, di -
egli colla comune degli odierni natu retto principalmente a moſtrare quel
raliſti riguardare la produzione del le che ſono vulcaniche, ed in cui le
baſalto come un puro effetto della con medeſime ſi claſſificano ſecondo il con
flagrazione, per la ragione principal cetto che il noſtro Autore ſi è fatto
mente che incontranſi ſovente dentro della loro ſucceſſiva formazione.
Li 2 1. Decembre
Num. LI. 1782.

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . miſſione , e un apoſtolato ſtraordina


rio a un ſemplice prete, o ancora ad
Dell'apoſtolato , e dei ſuoi diverſi un chierico, compartendo loro una
gradi : due opuſcoli dell' Ab. Luigi vaſta giuriſdizione ſul corpo de'fede
Cuccagni Rettore nel collegio Iberne li in tutto ciò che non eſige la digni
ſe di Roma ad alcuni teologi della e tà veſcovile ; e perciò tanto l'uno che
Sorbona in riſpoſta alle obbiezioni fat l'altro eſſer poſſa in qualche maniera
tegli nella vita di S. Pietro con un opu ſucceſſor degli Apoſtoli, quei mondi
ſcolo Franceſe dei medeſimi , dedica meno che per vero diritto di ſucceſ
ti a S. Eccellenza Reverendiſſima Mon ſione nel luogo loro ſubentrano, ſono
ſignor Don Romualdo Braſchi Oneſti i veſcovi cº-c. Un dotto, e riſpetta
AMaggiordomo de ſacri palazzi Apo bile teologo Franceſe, nel leggere e
ſtolici, e nipote della Santità di Mo l'opera del Sig. Abate Cuccagni con
ſtro Signore Papa PIO VI. Wella quella ſoddisfazione che naſce dal pre
ſtamperia di Giovanni Zempel, ed a gio di eſſa , ſolo trovò qualche dif
ſpeſe di Giulio Barluzzi mercante di ficoltà in queſta, per lui nuova di
libri a Paſquino 1782. in 8. ſtinzione di apoſtolato e di epiſcopa
to ; onde temendo ſpecialmente che
Sono queſti due opuſcoli del ce. foſſe alquanto depreſſo l' apoſtolato
lebre ſcrittore della vita di S. Pie di S. Paolo, per elevare quello di S.
tro, Sig. Ab. Cuccagni , in riſpoſta Pietro, con compitiſſima lettera pen
a certe obbiezioni fattegli da alcuni sò di manifeſtare i ſuoi dubbi all'Au
teologi della Sorbona contro di alcu tore , il quale ſi fece un dovere di
ne propoſizioni contenute nella ſud ſubito riſpondergli per dileguarli con
detta vita . Avea ſcritto il Sig. Ab. altra ſua, e queſta riſpoſta forma ap
Cuccagni alla pag. 74 del Il I. volu punto il primo dei due opuſcoli an
me di quella vita: Dal fin quì detto nunciati. Queſta prima riſpoſta, nel
appariſce che ſebbene dalla chieſa, la quale il Sig. Ab. Cuccagni impren
e per eſſa dal ſupremo di lei paſtore, de a moſtrare , come dalla chieſa ,
in cui viene rappreſentata, o da quei dal corpo cioè de paſtori, e dal Ro
veſcovi, che ſono di concerto e di co mano Pontefice come ſupremo capo
munione con eſſo conferir ſi poſſa una di eſſa, dipender poſſa una porzione
Ee e v
di
4o2
di quell'autorità che hanno i veſco occaſioni ne' ſemplici chierici anco
vi , non fu baſtante a diſſipare ogni ra per tutto ciò che non eſige il ca
dubbio , dalla mente almeno di al rattere veſcovile , e che può ſoffrire
tri dotti teologi di Parigi, ai quali venne il loro grado. Di queſta diſtinzione,
con unicata , e che ponendola all'eſa e ſeparabilità dell'apoſtolato dall'epi
me ne diedero il loro giudizio , che ſcopato Gesù Criſto medeſimo ne die
venne poi ſpedito al Sig. Ab. Cucca de il primo eſempio quando ſul mon
gni da quel ſuo primo amichevole e te iſtituì l'apoſtolato in perſona dei
contradittore. Queſto parere appunto dodici ſcelti dal numeroſo ceto de ſuoi
di que” teologi nel ſuo originale idio diſcepoli molto tempo prima ch'ei gli
ma con allato la ſua Italiana tradu elevaſſe non ſolo all'epiſcopato, ma
zione , e la riſpoſta del Sig. Abate neppure al ſacerdozio da lui iſtituito
Cuccagni a queſto parere, riempiono nell'ultima cena . Il primo poi de'
il reſto di queſto libretto. E nell'una, veſcovi, il quale ſenza perdere l'in
e nell'altra riſpoſta il Sig. Ab. Cuc delebile carattere veſcovile decadette
cagni dimoſtra il ſuo valore nelle º ciò nonoſtante dal ſuo apoſtolato l'
materie teologiche, e ne'canoni, poi abbiamo nel perfido Giuda dopo il
chè non contento di diluire le diſfi ſuo tradimento. Ma biſogna ricorrere
coltà fattegli da ſuoi avverſari, tut al libro ſteſſo per vedere come l'Au
to prende a ſvolgere e riſchiarare º tore ragiona dei diritti del clero , e
ſin da' ſuoi principi , e fondamenti dei paſtori ſpecialmente di ſecondº
l'importantiſſimo argomento del cri ordine, per ammirarvi la grande ed
ſtiano apoſtolato , e delle ſue diverſe opportuna erudizione , colla quale ,
funzioni , e diramazioni . Egli pro il noſtro Autore ha ſaputo ſcegliere
cura di provare colle irrefragabili au da quaſi tutti i ſecoli della chieſa i
torità delle ſagre ſcritture, e de ſan più luminoſi eſempi, e di eſteſo apo
ti padri, e colla ſtoria della chieſa . ſtolato eſercitato da ſemplici preti ed
qual ſia la poteſtà originaria de'veſcovi, anche non tali, e di veſcovi ai qua
e come ſia diſtinta da quella che in li per giuſti motivi fu dalla chieſa o
lor deriva dall'autorità della chieſa, riſtretto, od anche intieramente ſoſpe
o del capo di eſſa, che la rappreſenta ſo l'eſercizio dell'apoſtolico miniſte
e come altresì vuolſi diſtinguere un ro . A noi baſta di aver accennato
apoſtolato interiore , e una podeſtà un argomento di tanta importanza ,
radicale ſopra il ceto do fedeli, che e trattato, come ci pare, maeſtre vol
ſono inſeparabili dall'epiſcopato, e mente ; tocca ai lettori a profittare
dal di lui eſſenziale, e indelebile ca di queſt'annunzio, onde fare acqui
rattere , da un apoſtolato eſteriore e ſto del libro.
cioè da un attuale eſercizio di pode
ſtà, e giuriſdizione ſopra il corpo de'
fedeli, che la chieſa per giuſte ragioni
può reſtringer ne'veſcovi, e per lo con
trario dilatarlo ne preti e in alcune PESA
4o3
P E S A R O. re la ſtravaganza di ſi fatta impugna
zione. Perciò un ſemplice atto di di
ſapprovazione , ſe non di diſprezzo
Diſſertazioni iſtorico - critiche intor baſtava a fare la confutazione di ſi -
no al traſporto delle Romane leggi mili ſentimenti , i quali abbandonati
delle XII. tavole dalla Grecia dell' alla loro inſignificanza cadono a terra
Abate Antonio Stramigioli Canonico per ſe medeſimi. Ma per quanto ſia
penitenziere dell'inſigne cattedrale di ciò vero, ſempre vi è qualche ſcrit
Peſaro; ſi aggiunge altra diſſertazio tore nemico del paradoſſo , che ama
me dello ſteſſo autore ſopra le corren impugnarlo , e vindicare dai ſofiſmii
ti grammatiche della lingua Latina. la verità. E chi è , che voglia im
In Peſaro 1782. dalla ſtamperia » pedire, che uno non ſcriva ſu ciò,
Amatina ; in 8. che più gli aggrada , e vada anch'
eſſo col ſuo ſenno a mercato ? Tal'è
l'erudito Signor Canonico Antonio
Vi ſono ſempre degl'ingegni intem Stramigioli, che dopo d'aver recita
peranti , o borioſi , che in vece di tato in comprova della provenienza
rintracciare il vero, ed il ſolido nell' delle leggi delle XII. tavole dalla ,
oſcurità delle coſe, rintracciano la . Grecia VII. diſſertazioni nella lette
novità, e l'applauſo nel paradoſſo . raria accademia Peſareſe, ha voluto
Giovanni Batiſta Vico , il Dottore e anche pubblicarle colle ſtampe, po
Emmanuele Duni, ed il Signor Fran nendole ſotto gli auſpici del chiariſ
ceſco Maria Ganaſſoni hanno in . ſimo Monſig. Giuſeppe Garampi Nun
queſti ultimi tempi ſegnalato i loro zio apoſtolico alla Imperial corte di
talenti nel cercare di perſuadere , Vienna . Perciò nella prima diſſerta
che non vadano creduti Tito Livio, zione dimoſtra contro l'opinione del
e Dionigi d'Alicarnaſſo, quando aſ Signor Ganaſſoni l'abuſo , che da .
ſeriſcono, che circa all'anno 3oo. di lui ſi fa della ragione nelle coſe di
Roma foſſero ſpediti ambaſciatori in puro fatto antico, e quindi prova, e
Grecia, e ſpecialmente in Atene dal difende , che le leggi delle Xl I. ta
Senato Romano, per i vi rintraccia vole furono in realta dai Romani rac
re , e recare poſcia ſeco le migliori colte in Grecia , ed applicate ai bi
leggi, che giovar poteſſero al ben , ſogni della repubblica . Verſa la ſe
eſſere della repubblica. Il ſolo rifleſ. conda diſſertazione ſul porre in ſalvo
ſo, che ſi abbia alla notabiliſſima di dalle cenſure dello ſteſſo ſcrittore l'au
ſtanza di queſti noſtri ſcrittori dai torità de due indicati antichi ſtori
tempi di Livio, e dell' Alicarnaſſen ci, e ciò col rilevare i loro pregi.
ſe , ne' quali o poteva eſſere ancor Si difende nella terza contro l'opi
vigente una tradizione, o conſervarſi nione dello ſteſſo, che Ermodoro Efe
una qualche antica iſtoria indi ſper ſino fu non autore , ma interprete ,
duta , baſta da ſe ſolo a far conoſce delle leggi da Romani Decemviri re
Eee 2 giſtra
4 O4 -

giſtrate nelle XII. tavole. L'oggetto nella diſperazione di dover ſudare »


della quarta è di rintracciare la vera tanto lungo tempo ſu del medeſimo.
origine della nautica appreſſo i Ro
mani per farſi indi ſtrada a dimoſtra
re eſſer falſo, che i Romani nel ccc. V E R C E L L I .
di Roma non conoſcendo l'arte di
navigare non poteſſero mandar lega
ti in Grecia per prendere le leggi . Sofonisba : 7'ragedia di Franceſcot
Nella quinta ſi ricerca , ſe debba , tavio Magnocavalli Conte di Va
o poſſa farſi il confronto delle leggi rengo. Preſſo Giuſeppe Panialis ſtam
delle XII. tavole colle leggi del ſo patore di ſua Eminenza, e dell' Illu
lo Solone al fine dal medeſimo auto Aſtriſſima città 1782. in 8.
re propoſtoſi . Quindi nella ſteſſa ſi
moſtra , che dal confronto dell' une
coll' altre riſulta, che quelle da que Ecco un'altra bella tragedia, che
ſte furono deſunte . Nè diverſo è l' ha pure per Autore un dotto Cava
aſſunto della ſettima, in cui ſi con liere Piemonteſe . La maggior peri
tinua , e ſi compie lo ſteſſo confron zia della lingua Franceſe, e la mag
to per il medeſimo effetto. Si termi gior cognizione de capi di opera .
na poi queſto volume con altra diſ di teatro che ſono ſcritti in quella
ſertazione filologico - critica, nella , lingua, han forſe contribuito ad ec
quale l'erudito Autore imprende a . citare l'emulazione della nazion Pie
moſtrare la vanità delle correnti gram monteſe , ed il nobile impegno di
matiche della lingua Latina , e la far sì che neppure in queſta parte la
barbara maniera d'inſegnare col mez letteratura Italiana debba cedere all'
zo di quelle ai fanciulli la medeſima oltramontana. Chi non conoſce il
lingua. La ſteſſa filoſofia è diſceſa . tragico fatto di Sofonisba ? Chi non
alla baſſa , ma utile occupazione di ſa che ſopra ſiffatto argomento il ce
proporre uſi migliori per giovare alla lebre Giovanni Giorgio Triſſino, do
tenera età nell'apprendimento della po il rinaſcimento delle lettere , e ,
lingua Latina, e per quanto ſi ſieno delle belle arti, diede al mondo la .
propoſti de metodi ſempliciſſimi, non prima regolata tragedia , veramente
ſi è veduta ancora quella generale e lavorata ſul guſto Greco, la quale è
convenzione , come ſarebbe troppo ſtata ed è tuttavia meritamente in .
neceſſaria, in un ſolo metodo credu cotanto pregio preſſo i letterati ? An
to il migliore. Queſto però ſi è ot che i Franceſi nell'aurora del loro
tenuto ſinora almeno , che il peg teatro, che fu però di aſſai poſterio
giore , qual era quello dell' Alvaro, re alla noſtra, ebbero ad imitazione
ſia ſtato affatto allontanato dalle ſcuo degl' Italiani le loro Sofonisbe ; e o
le a beneficio dell'odierna più for noi ci contenteremo di accennare
tunata gioventù ; mentre la noſtra fu quella del gran Corneille che trovaſi
-
- nell'
4o5
nell'ottàvo tomo dell'edizione fat ra ; e ſolo quando Cirta , l'antica
ta, e commentata da Voltaire nel 1764. reggia di Siface era già piena di Ro
Queſto commentatore però dopo di mani armati, quando il real palagio
aver detto nella prefazione che vi era da loro circondato , quando l'
ſono de' fatti iſtorici, che a prima armata di Scipione ſi avvicinava, e
giunta ſembrano capaci di tragedia , le ſchiere Numide aveano già depo
e poſcia eſaminandoli attentamente , ſte le armi nel campo, quando inſi
ſi veggono di riuſcita quaſi impoſſi ne non vi era altro mezzo di difen
bile , o almeno difficiliſſima , fra que dere la ſpoſa dalla ſchiavitù e dall'
ſti nomina ſpecialmente la cataſtrofe infamia , ci moſtra Maſſiniſſa dalla ,
di Sofonisba ; imperocchè , egli di ſomma diſperazione condotto al par
ce , Maſſiniſſa aſtretto o di vedere º tito di preſentare il veleno a Sofonisba,
la ſua ſpoſa condotta a Roma in e di avvelenarſi inſieme con eſſa .
trionfo , o per ſottrarla a tanta infa Sopragiugne intanto Lelio con ſegui
mia, di darle la morte , rieſce un to di armati a diſturbare queſta me
perſonaggio troppo ſpiacevole agli ditata cataſtrofe, in luogo della qua
ſpettatori. Ma conſervando l'eſſenza le Maſſiniſſa combattendo per la ſpo
dell' iſtoria , che conſiſte nella mor ſa, coſtretto di cedere alla forza, do
te che incontra Sofonisba , per non po di eſſere ſtato diſarmato ed in
divenire ſchiava di Roma , non ſi catenatoſi fviene da una parte, men
potea forſe, ſenza correre perciò ri tre Sofonisba dall'altra ſi dà la mor
ſchio di eſſerne biaſimato , alterare º te con un pugnale ch'ella portava ,
qualche ſua acceſſoria particolarità, naſcoſo a tal uopo . Non ſi potea ,
ſicchè ſi apportaſſe un rimedio a quel forſe indurre in queſto fatto ſtorico
difetto che in queſto argomento ri una più felice alterazione , perchè
trovava Voltaire, e che Maſſiniſſa da eſſo il maggior poſſibile tragico
in luogo di attirarſi l'indignazione effetto ne riſultaſſe. Queſto però è il
-

degli ſpettatori , otteneſſe piuttoſto ſolo pregio di queſta tragedia del Sig.
da loro un ragionevole compatimen Conte Magnocavalli, che in qualche
to ? Queſto appunto è ciò che ha modo ci ſia permeſſo di rilevare ;
tentato, e a parer noſtro molto fe poichè la purità e ſceltezza dello ſti
licemente eſeguito il noſtro Sig. Con le , la nobiltà ed elevatezza de'ſen
te Magnocavalli. In vece adunque timenti, il maneggio delle paſſioni e
di ſeguire rigoroſamente la ſtoria , tutte in fine quelle altre doti, che ,
per cui è noto che per le ſole eſor oltre alla compoſizione , in una tra
tazioni , e per qualche minaccia di gedia ſi richiedono, e che in queſta
Scipione, Maſſiniſſa ſagrificò Sofoniſ copioſamente campeggiano, non per
ba , egli ci rappreſenta Maſſiniſſa , mettono di eſſere eſpreſſe con paro
che rifolutamente ſi oppone a Lelio , le , e vogliono aſſolutamente eſſere ,
il quale viene a nome di Roma a . aſſaporate nella lettura della tragedia
domandargli quell'illuſtre prigionie ſteſſa. -

- - - - MILA
4o6
M I L A N O. e

conſervarle. Quindi naſce naturalmen


te la diviſione di queſta memoria in
Memorie ſulle farfalle, in cui ſi quattro capi. Già ognunº ſa che le ,
contengono a cune zozioni generali i farfalle ſi preſentano nel teatro della
ſulla ſtoria naturale delle medeſime , e natura ſotto le tre diverſe apparenze
ſul modo di raccoglierle, e diſtribuir di bruco, di criſalide, e di perfet
le in ordine ſiſtematico ad uſo di un ta farfalla, le quali apparenze ſegna
gabinetto, e ſulla maniera di conſer no come l' epoche principali della ,
varle ; dell'Abate D. Gio. Serafino loro carriera animale. Nel primo ca
l’olta Dottore di ſacra teologìa, ca po adunque ſi conſiderano queſti tre
nonico capitolare dell'Imperiale ba ſtati partitamente; eſponendoſi in pri
ſilica di Santa Barbara di Mantova, no luogo i caratteri onde i bruchi
e cuſtode del muſeo di ſtoria natura. diſtinguonſi dagli altri inſetti, cioè le
le nella R. 2niverſità di Pavia. Preſ. particolarità della loro organizazione,
ſo Giuſeppe Marelli 1782. in 4. e della loro maniera di vivere, ve
nendoſi quindi a deſcrivere le ſucceſ
Non vi ha forſe un ramo di ſtoria ſive mutazioni che i bruchi ſubiſco
naturale più dilettevole , e che più no per paſſare a quello ſtato di letar
ſi confaccia al genio delle perſone o gìa in cui vengono chiamati criſali
anche più dilicate e ſchizzinoſe, quan di ed in cui ſenza prender verum ci -
to lo ſtudio delle farfalle; ſia che ſi bo, e ſenza quaſi dare verun ſegno
conſideri la proprietà , e la bellezza di vita , duran ſovente un anno in
ſingolare di queſti brioſi animalucci , tiero, e terminandoſi finalmente colla
ſia che ſi riguardi la facile inſieme , deſcrizione delle parti eſteriori ed or
e feſtevole maniera di raccoglierle , ganizate delle farfalle, e coll' indica
ſia infine che ſi rifletta al poco im zione de' più rinomati naturaliſti che
barazzante, ed aggradevole tratteni di eſſe hanno ſcritto più diffuſamente -
mento che procura la loro prepara Nel II. capo ſi diſcorre della manie -
zione, e conſervazione. Queſta me ra di raccogliere le farfalle, cioè del
moria ſulle farfalle del Sig. Gio. Se, le varie ſuppellettili che ſi richiedo
rafino Volta è diffatti indirizzata ad no a queſt'uſo, de luoghi che deg
iſtruire in queſt'ameniſſimo, e quaſi gionſi frequentare , del modo
giocoſo ſtudio un giovine Cavalier di ſcorrerli per fare utilmente queſt'
Milaneſe, il Sig. March. Pompeo Cu - innocente ed erudita caccia, e final
ſani, additandogli colla maggior bre mente delle diligenze da praticarſi ſo .
vità, e perſpicuità poſſibile le princi pra le farfalle che ſi ſaranno raccol
ali nozioni ſulla ſtoria naturale del te , e portate a caſa con intenzione
le farfalle, ſul modo di raccoglierle , di conſervarle: e ſiccome gli ſtrumen
ſul modo di diſtribuirle in ordine ſi ti più uſitati per queſta caccia ſono
ſtematico ad uſo di un gabinetto, e la forbice d'Inghilterra , così detta
ſulla maniera infine di prepararle , e perchè molto ſomigliante ad una for
bice
-

- 407
bice comune, e il ſacco di Francia te di medicina nell'univerſità di Pa
ch'è una ſpecie di rete di cui ſi rviſſi via , ed il quale trovaſi eſpoſto in .
il primo il Sig. di Reaumur, perciò il queſta memoria , e preferito a tutti
Sig. Volta fa vedere brevemente qua gli altri ſinora praticati. Noi intanto
li fieno i vantaggi e gl'inconvenienti ci rallegriamo di cuore col Sig. Vol
dell'uno e dell'altro di queſti due º ta per queſto ſuo dotto lavoro ſopra
ſtrumenti , e il biſogno che vi è di di un oggetto che potrà parer picco
eſſer provveduto di tutti due , per lo agli occhi del volgo, ma non già
ſervirſene a tenore delle circoſtanze. a quei di un filoſofo , per cui nulla
Si paſſa quindi nel capo III. a dare vi ha di piccolo nella natura .
un'idea della claſſificazione ſiſtemati. • • • in tenui labor, attenuis
• • •

ca delle farfalle inventata dal Cava non gloria.


lier Linneo, e queſta viene accom
pagnata da alcune ſavie e modeſte e V I E N N A .
rifleſſioni, che ne moſtrano alcuni non
lievi difetti , e dal progetto di una Franciſci Meninski Lexicon Arabi
nuova claſſificazione immaginata dal co Perſico Turcianum. Tomas I.Apud
noſtro Autore , e che a lui parrebbe de Trattner 1782. in fol.
più ſemplice inſieme, e più naturale.
Finalmente il capo l V. ed ultimo ha In grazia di que pochi, de'quali
per oggetto d'inſegnare i metodi più noi vorremmo volentieri che ſoprat
acconci di preparare, e di conſerva tutto in Italia il numero foſſe mag
re le farfalle ne' loro tre diverſi ſtati giore, i quali ſi applicano all'impor
di bruchi , di criſalidi e di animali tantiſſimo ſtudio delle lingue orienta
perfetti, preferendoſi per i bruchi e li , noi annunciamo queſta riſtampa
le criſalidi l'imbalſamazione all'im di un'opera divenuta oggi mai aſſai
merſione conſigliata dal Sig. di Reau rara , e che molto può eſſer utile per
mur, ed inſegnandoſi per fiſſare i pul agevolare l'acquiſto di quelle diffici
viſcoli colorati delle ali delle farfal li lingue. La rarità però di queſt'ope
le un metodo nuovo, il quale a det ra non è che di freſca data, poichè
ta del noſtro Autore merita per qual non ha cominciato a conoſcerſi ſen
che ragione la preferenza ſopra di nonchè dopo l'ultima guerra fra la
quello che fu non ha guari ideato dal Ruſſia, e la Porta . Prima di queſt'
Sig. Cavalier Landriani, e di cui die epoca , non oſtante che ſe ne foſſer
dimo un breve cenno nella noſtra An - tirati pochi eſemplari nella prima ,
tologìa . In qualche foglio di queſta ed unica edizione che ſe ne fece nel
noi darem forſe luogo anche al nuo 168o. a ſpeſe e ſotto gli occhi dell'
vo metodo del Sig. Volta, unitamen autore, ſiccome queſti ſe n'era riſer
te al nuovo proceſſo per imbalſama bata la proprietà, e che i librari non
re i bruchi, e le criſalidi, dovuto al ſi dan mai gran moto per la vendita
Sig. Luigi Brugnatelli egregio ſtuden de libri che loro non appartengono,
1 po
4o8 -

i pochi coltivatori di queſti ſtudi po loro dialetti, ſulla ſtoria di quei fra
terono ſempre indirizzarſi agli eredi queſti dialetti che ſono parlati dagli
del Sig. Meninski, colla ſicurezza di Arabi , da'Perfiani, e da Turchi &c.
eſſere contentati. Ma finalmente per In fine di queſta diſſertazione ſi tro
la ragione anzidetta eſſendoſi intiera va un curioſo catalogo de'libri uſci
mente eſaurita quella prima edizione, ti dalla ſtamperia che ſtabilì in Co
il Sig. Klezl profeſſore di lingue e ſtantinopoli Ibrahim Effendi dal 1726.
crientali nell'accad.Imperiale di Vien ſino alla ſua morte, fra i quali i più
na ha formato il penſiero di riprodur intereſſanti ſono la ſtoria di 7'imur di
la , colle neceſſarie aggiunte e corre Nazmi Sadè, la ſtoria dell'Egitto an
zioni fatte da lui , e da altri dotti tico , e moderno di Saheil Effendi ,
profeſſori delle medeſime lingue. L' la geografia dell'Aſia, e gli Annali
opera porterà come per l'innanzi il degli Oſmani di Naima, Rashid Rf ,
titolo di 7'heſaurus linguarum orien fendi, e Dshelebi Sadè , due leſſici
talium , Arabica, Perſica , ci Tur &c. Una tale diſſertazione ſi potrà ,
cica , e ſarà come prima diviſa in tre anche acquiſtare ſeparatamente. Que
parti, cioè in un leſſico, che è quel ſto leſſico accompagnato da tre tavo
lo che ora annunciamo , e in un orto le , che preſentano gli alfabeti Arabi
maſtico, ed una grammatica , che º co, Perſiano, e Turco, è ſtampato
avran luogo nel II. tomo. Precede con tutta la poſſibile nitidezza , e ,
il volume preſente un'erudita diſſer baſti dire che i caratteri orientali ſo
tazione ſulle lingue orientali, ſulle e no tutti nuovi , e formati eſpreſſa
loro diverſe rivoluzioni, ſu i vantag mente per queſta edizione. -

gi che ſi poſſon trarre dallo ſtudio de'

asvasassaas»as assassins nasasons nºn sºnº nºnºs nasº


Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello, e e
l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
Num. LII. 1782. Li 28. Decembre
s

EFEMERIDI LETTERARIE DI ROMA

R O M A . al chiariſſimo Sig. Filippo Trenta, da


lui acquiſtatoſi degnamente nell'eru
dita opera da noi annunziata delle ,
Philippi 7'renta f. C. nobilis Aſcu ſue urbane quiſtioni. Queſta bell'ope
lani Limon , ſive urbanarum quaſtio ra reſta diviſa in due parti . Alla .
num libri tres . Roma apud Aloy prima, che contiene due libri di ſei
ſium Perego Salvioni typographum diſſertazioni per ciaſcheduno, aſſegna
Vaticanum 1782. in 4. il noſtro Autore i punti da lui
illuſtrati dell'antichità profana. So
no queſti o paſſi di Gellio, e di Plau
Lo ſtudio delle antichità così ſagre to non bene inteſi e però male ſpie
come profane o riſguardi a coſtumi gati ancor da' più celebri commenta
di que', che viſſero nell'età trapaſ. tori, o leggi ed uſanze Romane ca
ſate , o agli ſcritti rivolgaſi degli au pite , ed interpretate ſiniſtramente -
tori, che li regiſtrarono , o ſu mo La maniera , con cui egli prova le
numenti ſi arreſti, che ſopravviſſero ſue opinioni, fa ſempre ſtrada alla .
alla vorace lunghezza del tempo, è verità . Non diſſimula le oppoſizion
così non pur utile ma neceſſario , più gagliarde di quanti opinarono di
che ſenza di eſſo non può la ſtoria verſamente da lui, anzi con ſincerità
tenerſi in piede, non che cammina le regiſtra , quantº eſſe ſono, e le a
re ſicura e libera dagl'inciampi. Gran ſcioglie con forza e con evidenza ,
di obbligazioni pertanto ha la repub perchè appoggiato mai ſempre, e ad
blica delle lettere a quegli ſcrittori, autorità inconcuſſe o del medeſimo
che a pubblico benefizio argomentanſi autore di cui ſi tratta , o d'altri di
e coll'ingegno, e colla fatica e colle miglior tempera, e a ragioni di mol.
vigilie di trar dalle tenebre e ſparger to peſo. Sbarazzata la via dagl'in
di luce que punti, che e nell'una, e ciampi , che far potrebbero le altrui
nell'altra antichità ſi ebber da altri obbiezioni, paſſa co mezzi medeſimi
o per impoſſibili o per ſommamente dell'autorità, e della ragione a pian
difficili a riſchiarare . Un luogo tra tare la ſua ſentenza , e a fortificarla
queſti aſſai riguardevole ben ſi deve ed a renderla inſuperabile agli urti
F ff COn
4 Io
contrari. Ognun ben vede, che per non privo della filoſofia naturale ,
adoprar di tal modo egli è neceſſario quando non abbia in ſoccorſo la reii
aver ſempre alle mani ed erudizione gione verace , e non poter eſſere ,
profonda, che ſappia a ſuo tempo ri che divina la noſtra ſantiſſima reli
correre ad iſcrizioni, a medaglie, a gione, per cui da tante lordure , in
poeti, a ſtorici, ad oratori, ed in che ſi trovava l'uomo per proclività
gegno vivace , che mentre a nodi di paſſione volontariamente inveſcato,
più intricati ritrova il capo da ſvilup potè paſſare a quel grado di purità e
parli, dia alle ſue ſentenze quel lu di modeſtia, che fiorir vedeſi tra gli
me, che ſveſtale di quell'aria o di eſatti criſtiani. Queſta oppoſizion di
novità o di ſtravaganza , di cui ta: coſtumi, da cui riſulta onor ſommo
lora appaiono riveſtite. Tali appunto al noſtro divino legislatore , più di
ſon gli ornamenti, di cui rimane ab rettamente ſi ſcorge dalla ſeconda par
bellita queſt'opera. Per incidenza poi te dell' opera , che contiene un ſol
( benchè talvolta non ſembrino ab libro con ſei diſſertazioni , e in cui
baſtanza richieſte le digreſſioni, maſ prendonſi ad eſaminare parecchi pun
ſimamente ove i punti non ſon con ti delle antichità de'criſtiani. La mo:
troverſi ma di ſemplice ſtoria d'an le è picciola, ma n'è grandiſſimo il
tichi coſtumi già certa, come nella . pregio. Scopo del noſtro Autore non
ſeconda diſſertazione del libro I., ove è già il trattare, com'hanno pur fat
parlaſi delle vizioſe conſuetudini nel to con lode parecchi, gli antichi cri
le cene Romane) per incidenza poi, ſtiani coſtumi in genere, e le lor ſa
dico, vi ſi incontrano riſchiaramen gre uſanze . Prende ſoltanto ad eſa
ti ora paſſi difficili d'altri ſcrittori, minare certi riti , di cui e ne ſagri
or a uſanze non ben compreſe de' libri del novel teſtamento , e negli
noſtri giorni, or a monumenti d'an antichi ſtorici de primi ſei ſecoli del
tichità non ſaputiſi interpretare da' la chieſa ſi trova veſtigio , ma per
più celebri Autori. Quindi inutil fa lo più inoſſervato da noſtri moderni,
rebbe il volere impiegar gran parole N” è una prova aſſai chiara la diſ
in provare il vantaggio, di che la ſertazione ſeconda di queſto libro,
profana antichità è debitrice al cele di cui ora parliamo , ove il dotto
bre noſtro ſcrittore: vantaggio, che Autore trattando della gran propen
puote ancora ritrarſi dal lettor giu: ſione , che conſervavano per le ſu
dizioſo , laddove ( per neceſſità le perſtizioni gentileſche certi neofiti ,
più volte di non però neceſſario ar viene a trattare e del ſerpentello di
gomento ) ſi narra, di che indegni: bronzo , che ſcorgeſi tuttavia ſopra
tà s'imbrattavano dal gentileſimo i un'alta colonna nella baſilica di S.
bagni, le cene , e che ſo io . Con Ambrogio in Milano, e di un baſſo
cioſſiachè ſi poſſa indi dedurre util rilievo , che ſi conſerva nel muſeo
mente, ove alfine ſi laſci portare l' Veroneſe, e fa veder chiaramente ,
uomo, benchè ragionevole, benchè quanto n'andarono i granduomini,
s: a o , i Mura
- - 41 i
Muratori, e Maffei lungi dal vero in funerali , delle offerte & c. a molto
darne la ſpiegazione, e quanto ſia giu - miglior ragione ſi poſſa e con più vee
ſta quella, ch'eſſo produce. Nè me rità , a noſtro credere, riconoſcer l'
no dell'erudizione è da commendare origine nel levitico e in altri libri
lo zelo , con cui di tratto in tratto della ſcrittura , e nell' Ebree coſtu
ſi volge a moderni critici riformato manze, in cui nacquero i primi pro?
ri, che per non ſo qual penſare ſtra pagatori della chieſa, ciò nulla oſtan
volto tutto vorrebbon ridurre a co te , quando ancor foſſe vera l'opi
ſtumi, ed a riti de'primi ſecoli del nione del noſtro Autore, il quale ſtu
la chieſa. Se l'error di coſtoro ſi fer diaſi , quanto può , di munirla con
ma ſoltanto nell'intelletto, faccianſi buoni argomenti , non ne verrebbe
a legger di grazia , ma con atten alla noſtra ſantiſſima religione veruti
zione, queſta ſeconda parte , e ſin disdoro per la ragione teſtè accenna
golarmente la diſſertazione ſeconda ta . Potrebbe fors' altri ancor dire ,
di queſto libro, e non dubitiam pun che il noſtro Autore a rendere più
to , che amanti , come pur ſi pro compiuta la dotta ſua opera avrebbe
feſſano , della verità , non ſieno alla potuto o omettere del tutto qualche
fine per arrenderſi, ſcorgendo al con argomento, o in parte almeno piuttoſto
fronto, eſſere non meno regolate, nè che eſprimerſi con tanta leggerezza. Ma
men ſaggie, nè men ſante le cirimo: forſe la privazion di quell'ozio, cui
nie, la diſciplina, ed i riti , che la egli deſidera, e che le graviſſime ſue
chieſa già fatta adulta preſcrive a' occupazioni non gli conſentono, gli
ſuoi figli, di quelle che da principio han tolto l'agio di far più minute ,
preſcriveva. Che ſe talun ci opponeſ conſiderazioni, e più attente. -
- -
-

ſe , che il noſtro Autore nel rintrac - --- - -


-

ciare l'origine di tai riti fa poco


onore alla noſtra ſantiſſima religione in
volendoli per una buona parte a noi de B o L o G N A.
rivati dal gentileſimo, noi riſponde -
remmo primo , che di taluni in par
ticolare non puoſſi fare queſtione , Rachele, tragedia ſpagnuola di D.
avendo la chieſa, ſiccome i templi, Vincenzo Garcia de la Huerta pri
così ancora ſantificati parecchi riti mo uffiziale della biblioteca di S. M.
della gentilità , cangiandone il fine Cattolica cec. tradotta in verſi Ita
e l'oggetto, e migliorandogli ancor liani da D. Petro Garcia de la Huer
nel modo del praticarli. Diremmo in ta,
ſecondo luogo , che quantunque di . . . e . da. celſe
lui dedicata
gravi reall'
caſuautore.
: i
-
più altri , come a maniera d'eſem Decidunt turres, feriuntgue fum
pio, degli abiti ſacerdotali , della . 710 S - º - e -

qualità perſonali de ſacerdoti, del lo Fulmina montes. f .


ro ſoſtentamento , delle danze, de' - Hor. L. 2. Od. Io.
F ff 2 AMella
a

4I2
AVella ſtamperia di S. 7’ommaſo d'A s, ricordandoſi nè di ſe, nè del ſuo
quino 1782. in 8. », regno , nè di alcuna altra coſa .
, Allora ſi deliberarono alcuni ze
,, lanti del regno intorno la manie
Giacchè ora corre in Italia la ſta , ra di rimediare un fatto così ſcan
gione delle tragedie biſogna pure che , daloſo ed indegno , e ſi accorda
e letterati, e giornaliſti tutti alla cor », rono di ammazzarla , per così
rente moda ci uniformiamo . La na », riacquiſtare il loro ſignore, che ,
zione Spagnuola , ch'è ſtata la prima, », credeano perduto. Con queſto ac
dopo il rinaſcimento delle lettere , », cordo ſi portarono colà, ed entra
ad aver in Europa un teatro regola », rono dal Re dicendo che avean da
re, da cui tutti gli altri hanno pre », parlargli , e mentre alcuni parla
ſo poi norma , è ſtata anche più di », rono col Re, gli altri entrarono,
tutte le altre feconda in drammatici ,, ov'era quell' Ebrea in molto nobi
componimenti . Queſto che ora an , li camere, e la decapitarono ,, .
nunciamo non ſtarà certamente nelle La ſoſtanza del fatto è dunque trat
ultime claſſi, e non farà che aggiu ta intieramente dalla ſtoria; ma ap
gnere moltiſſimo alla fama letteraria, partengono totalmente all'Autore i
e poetica del Signor Don Vincenzo grandi caratteri del perſonaggi sì ben
Garcia del Huerta, delle di cui pro ſoſtenuti ſino alla fine, e poſti ſi be
duzioni ſi ſono già altre volte fregia ne in contraſto l'uno coll'altro , l'
ti queſti noſtri fogli. Il ſuo argomen economia e la condotta dell'azione,
to è tratto dalla ſtoria di Spagna, ed ed infine le ſublimi lezioni di morale
è veramente tragico quanto altro mai. che naturalmente derivano dall'azio
Ecco come il fatto viene preſſo a ne ſteſſa. Con qual artifizio egli ha
poco raccontato nella cronaca gene ſaputo renderci intereſſante , e quaſi
rale di Spagna part. 4. fol. 387. col.2. degno più di commiſerazione che di
,, Avendo dunque il Re D. Alfonſo condanna il perſonaggio del re Alfon
, VIII. ſofferti tutti queſti travagli ſo combattuto, e ſoggiogato a vicenda
», nell'incominciamento del regno , ora dall'impeto della ſua malnata paſ
, ed avendo preſo moglie partì per ſione , ed ora da quei ſentimenti di
,, Toledo con Donna Eleonora ſma dovere , e di onore che in lui pro
», conſorte : ed ivi dimorando s'in cura di riſvegliare il virtuoſo Ernan
, namorò altamente d'una Ebrea - do colle ſue energiche , ed inſieme
,, che avea nome Fermoſa, e dimen riſpettoſe rappreſentanze ? Quanto è
,, ticò la moglie, rinchiudendoſi con poi grande, nobile, ed iſtruttivo que
», l' Ebrea gran tempo , in guiſa che ſto medeſimo perſonaggio di Ernando,
, non ſe ne potea allontanare in al il quale mentre niega di proſtituirſi
,, cun modo, nè ſi appagava di al dinanzi alla dominante Ebrea, e non
, tra coſa: e viſſe rinchiuſo con lei ceſſa con riſpettoſa fermezza di far
, poco men di ſett'anni , non più chiara al re l'irregolarità della ſua
- e COn -
. : i
4I3
condotta , non ſi crede perciò auto in iſtato con queſta ſua verſione Ita
rizzato a ſcuotere il giogo della più liana di più comodamente aſſaporarla º
illimitata dovuta ubbidienza; che an
zi col riſchio della ſua vita corre a
placare o almeno a ſoſpendere per N A P O L I.
quanto ei può la furia degli ammu
tinati, e quando queſti reſi finalmen Diſcorſo pronunziato nella riaper
te ſordi alle ſue voci , colle quali tara della cattedra di economia poli
egli ſi ſtudia di ricordar loro i veri tica , e commercio nella regia uni
doveri di ſudditi, penetrano nel pa verſità degli ſtudi di Mapoli dal re
lazzo per trucidare l'infame Ebrea, gio profeſſore D. Trojano Odazi.
egli per ſalvare il decoro del re e Quam tu urbem hanc cernes! .. .
della caſa reale , giugne perſino a quae regna futura !
portarſi frettoloſo da quella ſcellera - Virg.
ta donna che tanto l'odiava , per MDCCLXXXII. in 4.
conſigliarle la fuga , e moſtrarle il
modo di effettuarla con ſicurezza ?
Quanto poi giugne inaſpettata , e La prima cattedra pubblica di eco
terribile inſieme la cataſtrofe di que nomia politica, e di commercio che
ſta tragedia , allorchè aſpettandoſi ſiaſi veduta in Italia , ed una delle
ognuno di vedere trucidata per le prime di Europa , è ſtata quella che
manl degli ammutinati la perfida Ra fondò in Napoli il Sig. Bartolommeo
chele, la quale rigettando i conſigli Intieri, e che occupò il primo l'Ab.
di Ernando vuole rimanere in palaz Genoveſi, i di cui ſcritti ſu di queſta
zo, ſi vedono in vece quei ſolleva materia, qualunque ne ſia il pregio,
ti giunti al di lei coſpetto disdegna ſono però certamente le prime opere
re di lordarſi del di lei ſangue , e riputate ragionate, che abbiamo ve
volendo pur conſumare il loro de dute comparire alla luce ln Italia ſu
litto , appigliarſi al partito di pro di sì rilevanti argomenti. Queſta -
porre al di lei confidente Ruben , cattedra, così onorifica per Napoli,
come unico ſcampo alla ſua vita, di dopo di eſſere rimaſta vacante un .
darle egli ſteſſo la morte , ciò che certo numero di anni , quanti cioè
difatti egli ſubito eſeguiſce. In ſom ne ſono decorſi dopo la morte dell'
ma queſta tragedia per la ſua con Abate Genoveſi, è ſtata recentemente
dotta, per il maneggio delle grandi conferita al Signor D. Trojano Odazj,
paſſioni, e per tutte infine quelle do il quale nel prenderne poſſeſſo recitò
ti che coſtituiſcono il pregio di ſiffat il veramente eloquente diſcorſo ,
te compoſizioni , ci ſembra degna - che annunciamo. Deſſo è ſcritto con
delle maggiori lodi; e uoi dobbiamo tutto quell'entuſiaſmo, di cui non ,
ſaper buon grado al Signor D. Pietro può eſſer privo chiunque tutto ſi de
Garcia de la Huerta, degniſſimo fra dica ad una ſcienza, che ha per uni
tello dell'Autore , per averci meſſi co ſcopo d'indagare i mezzi onde
2 CCre
4 i4
accreſcere l'agiatezza, l'opulenza e cominciato di già ad acquiſtare e
la proſperità degli uomini e delle godere: un popolo più induſtrioſo, a
nazioni, ed annuncia nel ſuo Auto cui i nuovi guadagni forniſcono nuo
re tutte quelle cognizioni che deg vi mezzi per nuove impreſe dovendo
giono guidare , ed illuminare un ſif per natural legge vincere nella dif
fatto entuſiaſmo. Animato da queſt' ficile pugna l'infecondo movimento di
entuſiaſmo, e guidato da queſti lumi un popolo incolto, ed inattivo, e ter
ci preſenta il Signor Odazi in queſto minare alla fine collo ſtrappargli di
ſuo diſcorſo il più grande, e lumino mano quei modi mal difeſi, e mal propa
ſo quadro delle ſcienze economiche gati di potere e di proſperità che il cielo
in tutti i loro aſpetti, in tutti i lo gli avea conſegnato. Così la vigile at
ro periodi, in tutte le loro dirama tenzione di ogni ſtato, ſotto l'irremiſi
zioni , e conneſſioni . Nell'infanzia bile pena di ſua rovina deve ſerbarſi
del mondo , e delle ſocietà politi tutta viva, e geloſa ſopra i progreſſi
che, piccole e limitate doveano eſ tutti, che in ogni tempo può fare in
ſer queſte ſcienze, e neppure potea ogni ſtrada del ſuo commercio, ed
no meritarſi un tal nome . Gran deg in ciò per conſeguenza che lo alimen
giando però gl'imperj, e divenendo ta e ſoſtiene, l'agricoltura, e le arti
ogni giorno più eſteſa la popoloſa fa Serva queſto piccolo tralcio come di
miglia degli uomini, divenne anche ſaggio della robuſta maniera con cui
ogni giorno più complicata l'agricol il Signor Odazi ha ſaputo pennelleg
tura, e biſognoſa del ſoccorſo di qua giare in queſta ſua breve orazione
ſi tutte le altre ſcienze; ſi moltiplica le fondamentali e più importanti ve
rono, e ſi reſero ſempre più neceſſa rità economiche , e moſtrarſi con i
rie, e più difficili le arti e le mani ciò ſempre più degno dell'onorifica
fatture, ed il commercio infine che cattedra che gli è ſtata deſtinata .
dà ed accreſce il valore ai prodotti Noi vorremmo a queſto aggiungere
di quella e di queſte, eſteſe per con l'altro in cui il Signor Odazi ci di
ſeguenza, e dilatò oltre modo la ſua pinge i benefici effetti del dilatato
sfera. Ma una delle più triſti , di commercio fra le nazioni relativa
ce-molto ſaggiamente il noſtro Signor mente all'ingentilimento de'coſtumi,
Odazi, ed inſieme delle più premuroſe ed alla maggiore ſtabilità della pace
verità che la ſcienza economica ricorda o almeno al minor orrore delle guer
alle nazioni tarde e neghittoſe , ſi è re fra i popoli, ovvero quello in cui
che come nelle vie della virtù il non egli ſviluppa la neceſſità delle finan
progredire è un neceſſario retrogra: ze, e la difficoltà di ben ſiſtemarle ,
dare , così nelle ſtrade dell'attività oppur quello in cui egli ſi fa ad in:
loro i popoli, ſe preſto non perven dagare le cagioni che hanno per sì
gono a quanto può eſſere nelle loro lungo tempo ritardato , non diremo
naturali forze d'imprendere, debba i progreſſi, ma la naſcita delle ſcien
tornare indietro perdendo ciò che avean ze economiche , coſicchè , tranne
-
-
-
alcuni
4 IS
aleuni piccoli e poveri germi che ſe tiſſima opera delle varianti lezioni ,
ne trovano in Senofonte , non ſiaſi deſunte dai più ſingolari codici Ebrai
cominciato a diſcorrerne con qualche ci del vecchio teſtamento, che pre
fondamento ſennonchè a noſtri gior para l'inſtancabile Sig. Ab. de - Roſſi ,
ni , mentre che tante altre ſcienze e che noi già annunciammo al num.
di eſſe aſſai meno importanti erano già XXXII. del tonno VIII. della noſtra
giunte all'apice del loro ſplendore Antologia. Anzi eſſo è l'elenco de'
& c. Ma ſe noi dove ſi mo cedere a . codici mſſ. , che egli poſſiede , e ,
queſto noſtro deſiderio , tutta do delle più rare, ed antiche edizioni,
vremmo quì traſcrivere queſta bella che ha pur raccolte, e da cui ſaran
orazione , che non è altro che un . no ſpecialmente eſtratte le accennate
teſſuto delle primordiali , e più rile varie lezioni del ſacro teſto Ebraico.
vanti verità economiche eſpreſſe col I codici , che il celebre autore ha .
la maggior energia, e poſte nel loro adunati , e che ha regiſtrati dividen
miglior lume. doli in IV. diverſe ſezioni, giungo
no al coſpicuo numero di 4 i 3., unen
dovi anche quegli otto, che egli ha
ſoggiunto fra le omiſſioni , ſiccome
P A R M A . le edizioni ſtampate formano il nu
mero di 159. , compreſe le due re
giſtrate nelle aggiunte . Noi ſiamo
- Apparatus Hebraeo - Biblicus, ſeu certi, che queſto numero riſpettabi
mſ, editique codices ſacri texus, quos le di codici mſſ. ecciterà l'ammira
poſidet, novaeque var. lectionum col zione de dotti, ſe ſi conſideri la fre
tationi deſtinat job. Bern. de Roſſi ſca età del noſtro Autore, la ſua pri
publ. in R. Parmenſi acad. or. litt. vata condizione, e la rarità , e pre
prof., ac theol. facul, vice praeſe s . zioſità de'codici ſteſſi. Il più antico,
Parmae ex regio typographeo 1782. che da lui ſi poſſegga , è un fram
in 8. mento membranaceo del Levitico, e
de'Numeri , che egli ſecondo il cri
terio dell'Ebraica paleografia riferiſce
Le produzioni del ch. Sig. Ab. de' al VII., o al più all'VIII. ſecolo.
Roſſi giungono a noi ſempre gradite Per quanto gli Ebrei fieno ſuperſti
per il loro intrinſeco merito di novi zioſamente ſolleciti di diſtruggere gli
tà , e di utile ; ma creſce in noi an antichi eſemplari dell'antico teſtamen
che il gradimento delle medeſime , to , conſunti dall' uſo , riponendoli
quando ci compariſcono impreſſe, co prima in un luogo appartato , che ,
me la preſente, per mezzo delle ni chiamano ghenizà, donde poi eſſi gli
tidiſſime forme Bodoniane . Queſto eſtraggono , per ſotterrarli nei loro
preſente apparato Ebraico biblico non luoghi ſepolcrali, e d'onde e queſto
è , che un prodromo della elabora ſteſſo frammento, ed altri codici ha
eſtrat
4i6
eſtratti pur anche il Sig. De Roſſi, da ſtamparſi. I ſcritti del Sig. Abate
non è però , che ſieno così inſoliti De' - Roſſi ſono ſempre una conferma
i vecchi eſemplari ſcritti a penna , della vantaggioſa riputazione , che
che non ſe ne trovino maggiori dell' egli ſi è guadagnata così eſteſamen
XI. , o XII ſecolo. Smentiſce que te nella repubblica delle lettere. Que
ſta ſuppoſizione non ſolo il citato ſta ſteſſa riputazione, e tutto queſto
frammento , ma anche altri codici grande apparato deve ripromettergli
del ſecolo IX. , o X. , che il noſtro una copioſa concorrenza di aſſociati
Autore parimenti poſſiede, e che quì alla ſua grand' opera, la quale per
pure regiſtra , aggiugnendo a quelli, chè non abbia maggior ritardo noi
che hanno maggior intereſſe, alcune eccitiamo , per quanto è in noi, i
ſue ſobrie, ma erudite, ed opportu letterati, e i mecenati de'ſtudj più
ne annotazioni . La ſtampa poi più ſodi a volerla accelerare col loro fa
antica Ebraica di tutto l'antico te vore; dipendendo molto da queſto il
ſtamento è del 1488. eſeguita in Son più ſollecito intraprendimento della
cino ; ſiccome l'edizione , che egli ſtampa. Ma la penſione già conſegui
abbia anteriore all'altre tutte di una ta dalla munificenza del Re Sardo
qualche parte ſolamente del ſacro te ſuo ſovrano , e l'accreſcimento di
ſto Ebraico , è quella del Salterio ſtipendi fattogli dal reai Infante di
col commento di Kimchi, che porta Parma debbono pur eſſere al Signor
la data dell'anno 1477. Anche que de Roſſi di un gran conforto , ed
ſte edizioni in iſtampa ſono diſtribui aiuto per il buon eſito di queſta in
te in tre acconcie ſpartizioni. A que ſigne opera, e di altre, che giova
ſto ſecondo elenco ſuccede un terzo ſperare dalla ſua indefeſſa attività, e
dei libri de'critici ſacri ſul teſto Ebrai dalle ſue vaſte , e profonde cogni
co, che egli ſi è procacciato, ed un Z10Ill ,

quarto delle ſue opere ſtampate , e

ai neo asſumeva asſºeſen º A4 º Agenas en AA a A4 a casº Alemaº Aº Aºnese, cºsa

Si diſpenſano da Gregorio Settari Librajo al Corſo a S. Marcello , e ,


l'Aſſociazione è ſempre aperta per paoli dodici l'Anno.
41 7
I N D I C E - 7
- - - ai

. Delle Opere enunciate in queſto undecimo Tomo. -

- A - ) Beccari Dott. Giacomo Bartolommeo ,


Gonſulti medici. 52. A
A Chard Sig. Opuſcoli chimico - fi - -

ſici . 222- o Becchetti P. Maeſtro Filippo eAngelico.


Adler Sig. Giacomo Giorgio Criſtiano. - Della ſtoria eccleſiaſtica &c. tom.
Muſeum Cuficum Borgianum. 137. e x1 1 1.81. 89.
. . I 45 e ) r-tom. XIV, 217. 225.
d' lito Tº. Euſtachio. Memorie de – Teoria generale della terra eſpo
gli ſcrittori del regno di Napoli, to - ſta all'accademia Volſca di Velletri.
mo I. 323. - 337.
Albergati Capacelli Marcheſe France Beguin Sig. Principi di filoſofia generale
ſco , e Zacchiroli Signor Franceſco - & c. 374. - - -

Continuazione delle lettere capriccio Bellini Can. Stefano . Sulla patria dei
ſe . Io 1. - o B. Clemente da Oſimo diſſertazione.
Alfieri conte Vittorio. Ragguaglio del - , i 93 , , , , ,
S la recita fatta in Roma dell'Antigo Bernardi P. Abate Pariſio. Maria; ri
- -

ne, tragedia. 394 - me si 18, - º - .

Amaduzzi Ab. Gio. Criſtofano . Piétuº Bertholot Sig. La meccanica applicata


rae antiquiſſimi Virgiliani codicis bi alle arti, alle manifatture, all'agri
bliothecae Vaticanae &c. 177. º coltura, e alla guerra. 36o.
di Amato Gaetano. Elementa metaphy Bertholom Sig. Memoria per determina
ſicae &c. pag. 33- ) - : re il momento della fermentazione
.Anacreonte. Convivalia ſemiambia. 368. r: neceſſaria del vino . 182. -

Angiolini Ab. Franceſco. Le opere di Bertola de Giorgi P. Don Aurelio. Le


Giuſeppe Flavio dall'original teſto -i zioni di ſtoria ſcritte ad uſo della
Greco nuovamente tradotte in lingu reale accademia di marina di Napo
- Italiana . 319. . o ) cili e 22o. -

d'Arco conte Gio. Batiſta. Gherardo . - Le opere di Q. Orazio Flacco


- Dell'influenza del commercio ſopra - nuovamente tradotte tomo II, 3o7,
i talenti, e ſu i coſtumi. 349. - Poeſie . 398, - ,
- della forza comica. 358. Bianchi Ab. Iſidoro. Elogio ſtorico del
Audierne Sig. Vedi Ozanam Sig. , , P. D. Giovanni Claudio Fromondº,
eAudiffredi P. Maeſtro Gio. Batiſta. Ve - 197. . e . . -
- º -
a
- “

di Bottone Sig. Giulio Ceſare. Bianchini Ab. Franceſco. Vedi Filaſſier


- Sig. 1. a . . . ... , º,
Albis Dott. Silvio. Saggio di poeſie Bonafede P. Ab. Don Appiano . Della
varie, 237. - ſtoria , e dell'indole di ogni filoſo
Baraldi Sig. Giovanni . Storia d'una co : fia - vol. VII. 163. . . . . ..
ſtituzione endemico-epidemica di feb Bonelli Dott. Giorgio. Memoria interao
bri petecchiali & c. 143. - all'olio di ricino volgare, 233.
Barotti Ab. Lorenzo. Serie de veſcovi, Bonomi Ab. Gio. Carlo. Synopſis de a
ed arciveſcovi di Ferrara. 26. locis theologicis, 8cc, 289. . . .
G gg Bor
418
Borgia Monſig. Aleſſandro . Del regnò ; Iria naturale delle provincie del Pa
di Maria omelie. 186. trimonio, Sabina , Lazio, Maritti
Borſa Dott. Matteo . Della educazione ma, Campagna, e dell'agro Roma
letteraria , e ſcientifica del medico nO - 29o.
-pratico a 85. e ) .A ti vi è Ceſarotti Ab. Melchiorre. Corſo ragio
Bortolomei Dott. Franceſco Stefano . - nato di letteratura Greca & c. 1o8.
Vedi Duri Sig. Gio. Batiſta. A de Chamfort Sig.Vedi Jacobacci Dott. Vin
Bottone Sig. Giulio Ceſare. Saggio di oſ. cenzo - . --

ſervazioni ſopra il diſcorſo premeſſo chigi Principe Don Sigiſmondo. Dell'


all'ordine della vita criſtiana del B, economia naturale, e politica, lib.
-
Simone da Caſcia. 171. - I. (poema ) . 15. -

Breitkopf Sig.Gottlieb Emmanuele. Sul Cimerio Ticofilo. Vedi Bertola de'Gior


la ſtoria della ſcoperta dell'arte ti -.
gi P. Don Aurelio. -

pografica &c. 95. - Clavigero Ab. Franceſco . Storia antica


Buchoz Sig. Iſtoria degl'inſetti nocivi del Meſſico &c. 92. -.

all'uomo, ai beſtiami, all'agricultu Clemence Sig. Vedi Rovira Bonet Sig.


ra, e al giardinaggio. 231. Don Franceſco . - -

– Piante nuovamente ſcoperte &c. Coels Sig. Teodoro Pietro. Ratio occur
304. . . . :: , e rendi morbisa mineralium abuſu pro
Bugati Sig. Gaetano. Memorie ſtorico duci ſolitis . 328.
critiche intorno le reliquie, ed il cul Collini Sig. Coſimo. Conſiderazioni ſul
to di San Celſo martire &c. 381. 389. - le montagne vulcaniche. 399.
C Coltellini Avvocato Lodovico. Vedi Pro
de C Aeſaris Ab.Angelo. Ephemeri ſperi P. Maeſtro Antonio. -

A a des aſtronomicae anni 1782. & Colucci Ab. Giuſeppe. De primi abita
1783. ad meridianum Mediolanenſem tori del Piceno - 58.
ſupputatae. 77. º -
corſetti Dott. Franceſco . Vedi Bertola
campano Giovanni Antonio. De digni de Giorgi P. Don Aurelio, ed Orazio
tate matrimonii. 282. Flacco. - - - - -

caprini Ab. Sebaſtiano . Del ſegretario Cretenſe Filandro . Vedi Cerati Conte
ſaggio, 129. 9 i 2 o il i 1 --- . Antonio . . -

Carli Conte Gio. Rinaldo . Le lettere » cromaziano Agatopiſto. Vedi Bonafede


Americane; nuova edizione corretta, Tº. Ab. Don Appiano.
ed ampliata &c. 68. - -
Cuccagni Ab. Luigi . Dell'apoſtolato,
Caſtelli Lancillotto Don Gabriello Prin eº de'- ſuoi diverſi gradi & c. 4o1.
-

cipe di Torremuzza. Siciliae populo


i rum , 8 urbium , regum quoque, Aniele Sig. Don Giuſeppe. Ragio
&tyrannorum veteres nummi & c. 62. namento intorno ad un'antica ſta
de la cepede conte . Saggio ſull'elet tua di Annibale Cartagineſe. 348.
e tricità naturale, ed artificiale. I 17. Denina Ab. Carlo . Storia politica , e
Cerati Conte Antonio . La magreide ; letteraria della Grecia; tomo 1. e 1 1.
ghiribizzo poetico, e l'ipocondria; I 1 - I9- 29. 34- 43 -
ſcherzo miſto di verſi, e di proſa. 93. - tomo I 1 1. 2o3. 21 I.
Cermelli P. Piermaria . Carte corogra Digeon Sig. Nuovi apologi Turchi , ed
ſiche, e nemorie riſguardanti la ſto Arabi &c. 87. -

- e º e Dio
419
G
rionis sig. Corſo d'operazioni chirure
- giche &c. ottava edizione accreſciu º Arcia de la Huerta sig. Don Vir
ta dal Sig. Giorgio de la Faye e 383. - cenzo, Rachele, tragedia Spagnuo
d • II e - - --- i
Duri Sig. Gio. Batiſta. De retractus ju -

i re civitatibus excludendo diſſertatio - ci Sig. Catechiſmo ſulle morti ap


I 95 e parenti &c. 94.
- F cardini P. Don Antonmaria ( ora Ve
ſcovo di Crema. D L'anima umana,
F Abricy P Maeſtro Gabriello. Vedi e ſue proprietà dedotte da ſoli prin
cipi di ragione . 235.
de Roſſi Ab. Gio. Bernardo - -----
Falletti P. Don Tommaſo Vincenzo . Lo - 4Gargallo Montalto Barone, Tommaſo .
ſtudio analitico della religione &e. Poeſie ſcritte nel ſuo viaggio d'Ita
parte I., e II. tom. 1. con note del lia . 395
Sig.Abate Carlo Fea. 377.485. --- Gilii Ab. Filippo Luigi. Memoria fiſica
Fantoni Conte Giovanni. Elogio funebre ſopra il fulmine caduto in Roma ſui
della S. R. M. di Maria Tereſa d'Au la caſa de PP. Filippini &c. pag. 41.
ſtria. 53. l - Proſpetto d'un'opera rappreſen
de la Faye Sig. Giorgio . Vedi Dionis tante i generi , e le claſſi de tre
“ Sig. - -
regni della natura. 2o9.
Fea ºata Carlo . Vindiciae, & obſer Gilii Ab. Filippo Salvatore. Saggio di
ºvations juris - vol. 1. 73. - ſtoria Americana &c. tomo III. 153.
– Note allo ſtudio analitico della re I 62. I 69. -

ligione . Vedi Falletti P. Don Tom Ciorgi P. Maeſtro Agoſtino Antonio .


maſo Vincenzo . De inſeriptionibus Palmyrenis, quae
Pederici P. Lettore D. Placido. Rerum in muſeo Capitolino adſervantur, in
Pompoſionarum hiſtoria &c. tom. 1. terpretandis epiſtola. 353.361. .
II 3. I 2 I- - Griffini P. Don Michelangelo. Della vi
Ferri Ab. Girolamo - Baltaſſaris Caſti ta di Monſig.Gio.Maria Percotto.31o.
lionii elogium &c. 99. -
H
Filaſſier Sig. L'amico della gioventù 8 c. Ennigs Sig. Guglielmo - Deſcrizio
opera tradotta dal Franceſe dal Sig. ne de ſegni , e della cura dell'
Ab. Franceſco Bianchini. 266. infiammazione dello ſtomaco, e degl'
Fineſchi P. Vincenzo. Notizie iſtoriche inteſtini. 343.
ſopra la ſtamperia di Ripoli &c. 166. Henri Sig. Tommaſo - Deſcrizione di un
Flavio Giuſeppe . Vedi Angiolini Ab. metodo di preſervar l'acqua dalla ,
Franceſco. putrefazione ne viaggi di mare. 192.
Fontana Sig. Felice . Trattato ſopra il Holè Sig. Saggi matematici. 312.
veleno della vipera &c. 243. 25o. I
258. 268. 276. 283. 292. 299. -Acobacci Dott. Vincenzo. Muſtafo ,
Pontana Sig. Nicola. Oſſervazioni in e Zanghire; tragedia traſportata dal
torno alle malattie , che attaccano Franceſe in verſo ſciolto Italiano -
gli Europei nei climi caldi , e nelle 3o8.
lunghe navigazioni 152. R.
Foſſombroni Sig. Vittorio. Saggio di ri E Lezl Sig. Vedi Meninski Sig. Fran
cerche ſull'intenſità del lume . 315. ceſco - » . . . - - -

G gg 2 L4ill
12ò
- il -
Mondo Sig. Domenico . Sonetti ſu i ſo
IL " Abate Saverio . Saggio
Il 4 ſtorico-apologetico della letteratu
prapporti da lui dipinti pel regal pa
lazzo di Caferta. 86. . .
ra Spagnuola &c. 42. º , Monti Ab. Vincenzio . Componimento
“de la Lande Sig.Aſtronomia; tomo IV.71. drammatico per feſteggiare la naſci
Landes Sig. Diſſertazione ſu i vantaggi ta del reale Delfino. 97.
dell'allattamento del fanciulli dalle , - Altro per la ſteſſa occaſione. Io 5.
loro proprie madri. 351. Morando P. Gaſpare.
Landriani Cav. Marſilio. Opuſcoli fiſi dalla ragione. 55. L'uomo guidato e

co-chimici. pag. 38. 47. - - L'arte di viver ſano , e lunga


Latham Sig. Giovanni. feriore ge. mente . 28o. - -

nerale degli uccelli. 159. Moreſchi Sig. Gio. Batiſta. Gli affetti,
Laviny Conte canzoni nuziali . 2 1o.
. Giuſeppe. Il paradiſo riac) -

quiſtato I 16. e,
– Muccioli P. Maeſtro Giuſeppe Ma
Lettieri Dott. Natale. Animadverſiones ria. Catalogus codd. mſſ. Malateſtia
in febres eſſentiales curandi metho nae Caeſenatis bibliothecae &c. 59.
dum &c. 132. - - Murray Signor De ſenſibilitate oſſium
Lind Sig. Giacomo. Memorie ſulle feb morboſa diſſertatio medica inaugu
bri, e ſui miaſmi eontagioſi .
M
ass, ralis D. Laurentii Brandelius ſub
-
- praeſidio D. Murray . 2o7. -

/ Agnocavalli Conte di Varengo Muſtel Sig. Trattato iſtorico, e pratico /


Franceſcottavio. Sofonisba, tra ſulla vegetazione. 366. -

5
gedia . 4o3. -
-

Mahon Milord. Principi di elettricità &c. Berthàr Sig. Canonico. Opera SS.
tradotti dall'Ingleſe dal Sig.Ab.N.144. patrum Latinorum,volumen III.&c.
Malvezzi Monſig. Floriano . Orazione T28. - - -

in morte di Pierfranceſco Peggi.289. odazi Sig. Don Trojano. Diſcorſo pro


Martin Sig. Ab. Elementi di matema nunziato nella riapertura della catte
tiche &c. 134. - --
dra di economia politica , e com
Martini P. Maeſtro Gio. Batiſta. Storia mercio nella regia univerſità degli
della muſica; tomo III. 14c. 148. ſtudi di Napoli. 413.
- Lettere. Vedi Zanotti Dott. Franceſco dall'olio Ab. Giuſeppe. Elementi delle
Meckel Sig. Gio. Federico. Nova expe ſeggi civili Romane lib. I. 2o1.
rimenta de finibus venarum , ac va Olivieri degli Abati Giordani Sig. An
ſorum lymphaticorum in duétus , vi nibale. Lettera ſopra un medaglione
ſceraque excretoria. 175. non ancor oſſervato di Coſtanzo Sfor
Meninski Sig. Franceſco. Lexicon Ara za Signore di Peſaro - 67- -

bico - Perſico - Tarcianum , tomus I. – Illuſtrazione di un ſigillo della


(cum additamentis Domini Klezl lin zecca d'Orvieto . 346.
guar. orient.profeſſ in acad. Viennen -Notizie di Bat.diMontefeltro moglie
ſi - ) 4o7. di Galeazzo Malateſta Sig.diPeſaro355.
Menuret Sig. Saggio ſull' azione dell' Orazio Flacco . Le opere nuovamente
aria nelle malattie contagioſe. pag. 7. tradotte, tomo II. 3o7.
Molina Ab. Gio. Ignazio . Saggio ſulla Ortiz Ab. Giuſeppe Franceſco . Abaton
ſtoria naturale del Chili 229. - - - reſeratum & c. 9. - - - - -

Oza
42 I
e zanam Sig. Metodo per fare una pian da Rocha Cardozo Signor Don Manuele
ta, ed una carta tanto terreſtre, che Diſſertazione apologetica di S. Maria
marittima &c. riordinato, ed accre Maddalena. 239.
ſciuto dal Sig. Audierne. 216. Roſa Dott. Michele . Scheda ad catar
P -

rhum, ſeu tuſſin, quam Ruſſam no


Araſcandolo Ab. Baldaſſarre. Let minant, pertinens . 396.
tera I. ſull'antica città di Aequa. Roſſi Auditore Franceſco . Monumenta
1 23. -º poſthuma Latina, 8 Italica. 318.
Tariſi.Ab. Franceſco - Elementi gram De Roſſi Ab. Gio. Bernardo . Specimen
maticali della lingua Latina &c. 1. variarum lectionum ſacri textus, &
- Compendio della ſtoria ſanta ad Chaldaica Eſtheris additamenta cum
uſo del fanciulli. 281. Latina verſione , ac notis ex ſingu
Tarrot Sig. Criſtofano Federico. Diſſer lari codice privatae bibliothecae Pii
tationis phyſicae de aqua ſe&tio pri VI. P. M., accedit appendix de ce
ma . 247. . . - leberr. cod. tritaplo Samaritano bi
TPelliccia Ab. Aleſſio Aurelio. De afri bliothecae Barberinae , & cenſoris
ſtianae eccleſiae primae, mediae, & theologi diatribe, qua bibliographiae
noviſſimae aetatis politia diſſertatio antiquariae, & ſacrae critices capita
nes, tom. lI. pars I. & II. 332. . aliquot illuſtrantur - 3o5. 313.321.
Tºichi Abate Girolamo - Raccolta delle a- Apparatus Hebreo-biblicus , ſeu
più divote memorie ſpettanti alla ba mſſ. , editique codices ſacri textus
ſilica Vaticana & c. 129. - &c. 415.
Picot de Lapeyrouſe Barone di Bazas. -Rovira Bonet Sig. Don Franceſco. Ca
Deſcrizione di molte nuove ſpecie ratteri del Meſſia verificati in Gesù
di ortoceratiti, e di oſtraciti. 343. di Nazaret, fatti ſtampare in Italia
TPigonati Cav. Andrea . Memoria del nO - 329- - -

riaprimento del porto di Brindiſi &c.


5o. - -
S" TP. Gaſpero. Hiſtoria ec
Tºingeron Sig. Deſcrizione dell' iſola , cleſiaſtica; tomus IX. 265. 273- .
della Giammaica. 287. Sacchi P. Giovenale. Vedi Zanotti Dott.
Troſperi T. Maeſtro Antonio . Due ra Franceſco. -

gionamenti ſopra la città di Fuligno Scarlatti Signora Maria. Trattato di al


&c. con in fine una diſſertazione epi gebra ridotta in aritmetica. 17.
ſtolare ſopra una antica lapide del del Signore Sig. Pier Lorenzo. I marmi
Sig. Avvocato Lodovico Coltellini Riccardiani difeſi dalle cenſure del
&c. 187. Marcheſe Maffei. 2.
Tºutney Sig. Riccardo. Proſpetto gene Slop de Cadenberg, Dott. Giuſeppe. No
rale degli ſcritti del Cav. Linneo . vi planetae obſervationes, & theo
I 35. ria. 363.
R Soria Signor Franceſcantonio - Memorie
Aſpe Sig. R. E.Saggio critico ſulla ſtorico-critiche degli ſtorici Napoli
pittura a olio. 119. - tani. tom. I. 242. -

Roberti Ab. Conte Gio. Batiſta. Annota Spagni Ab. Andrea. De ideis humanae
zioni ſopra la umanità del ſecolo de mentis, earumque ſignis &c. 25. -
cimottavo . 5. - ..º
Spallanzani di Lazzaro . Diſſertazio
-
m1
422
ni di fiſica animale, e vegetabile ; Ferri Cavaliere Aleſſandro. Le avvenº
tomo II. 98. 1o6. 114. È rure di Saffo poeteſſa di Mitilene &c.
Spalletti Abate Giuſeppe . Vedi Ana 22 e - - . . . . . . "
Creonte e - Villetti Abate. Pratica della curia Ro
Stramigioli Can. Antonio. Diſſertazioni mana &c. 57.
iſtorico-critiche intorno al traſporto Piſi Sig. Gio. Batiſta . Notizie ſtoriche
delle Romane leggi delle XII. tavo della città, e dello ſtato di Manto
le dalla Grecia. 4o3. va . 372.
Subleyras Ab. Luigi . Tavola d'armo volta Ab. Don Gio. Serafino - Memorie
nici verſi Italiani & c. 345. ſulle farfalle. 4o6.
Sulzer Sig. Franceſco Giuſeppe. Iſtoria Folta Sig. Leopoldo Cammillo. Dell'ori
della Dacia Tranſalpina &c. 373. gine della zecca di Mantova, e del
T le prime monete di eſſa. 18o.
Ana Conte Agoſtino. Verſi di va
rio metro. 362. X Imenes.Ab.Leonardo. Teoria, e pra
tica delle reſiſtenze de ſolidi ne'lo
Thomſon Sig. Aleſſandro. Ricerche ſul
la natura, le cauſe, e la cura delle ro attriti, parte I. 339.
malattie de'nervi. 288. Y -

Thorkelin Sig. Vedi Vafthrudnir. a Riarte Sig. Don Tommaſo. Favo


Thouvenel Sig. Memoria fiſico-medica, le letterarie . 254.
in cui ſi dimoſtrano gli evidenti rap Z
rti che paſſano fra i fenomeni del Accaria Ab. Franceſco Antonio -
a bacchetta divinatoria, del magne De rebus ad hiſtoriam , atque »
tiſmo, e dell'elettricità . Io2. antiquitates eccleſiaſticas pertinenti
Tipaldo Sig. Giovanni. Metodo di analiz bus. 178.
zare le acque minerali & c. 65. zacchiroli Sig. Franceſco . Lettere ca
Tiraboſchi Ab. Girolamo - Storia della priccioſe . Vedi Albergati Capacelli
letteratura Italiana ; tom. IX. 126, March. Franceſco .
- Biblioteca Modeneſe & c. tomo 1.
-
- In morte di Monſig. Serafino Fi
199, -
langeri Arciveſcovo di Napoli verſi -
Tondini Ab. Gio. Batiſta. Delle lettere 38o. -, -

degli uomini illuſtri pubblicate per Zacchiroli Dott. Matteo . Saggio ſopra
la prima volta. 298. l'aria del Ceſenatico - 371.
Touſſaint Barety Sig. Memoria ſopra di Zanotti Dott. Franceſco, Martini P.Gio.
un dente-albifico , ed antiſcorbutico Batiſta, Sacchi P. Giovenale. Lette
nuovo &c. 271. -
re ſulla diviſione del tempo nella
Trenta. Ab. Filippo . Limon, ſive urba muſica, nel ballo, e nella poeſia &c.
narum quaeſtionum libri tres . 4o9. 26I.

V Afthrudnir. Canto, o ſia ode Iſ A N O N I M I.


- - landeſe &c. 32e
della Valle P. Guglielmo. Lettere Seneſi - - Logi ſtorici di Criſtofano Colom
ſopra le belle arti, tomo I. 324. bo, e di Andrea Doria - pag. 1 ,
Vendettini Conte Antonio . Del ſenato v Oſſervazioni economiche a vantaggio
Romano opera poſtuma - 249. - dello ſtato p
pontificio
9 - 13 Della
423
Della formazione de coſtumi, e dello Raccolta di opuſcoli fiſico-medici volu
ſpirito &c. 24. -
me XXII. 2o2. - -

Proſpetto di una traduzione Italiana » Per le nozze del Sig. Cav. Giuſeppe
del dizionario di chimica di Monſieur Lavalle Fargna, e della Signora Con
Macquer &c. 49. - teſſa Maddalena Baglioni componi
Proſe , e poeſie degli accademici Due menti poetici & c. 241.
cali Diſſonanti di Modena &c. 53. Collettion des peintures antiques &c.
Giornale delle arti, e del commercio; 257. - -

tomo IV. pag. 74. - Giornale per i commercianti. 296.


Dizionario delle maraviglie della na Proſpetto d'una riſtampa di tutte le º
tura. 8o. i
opere di Benedetto XIV. 297.
Rifleſſione , confutazione , lettera di Breve eſpoſizione della giurisdizione
riſpoſta , e parere intorno all'uſo, della chieſa. 33o.
che dee farſi dell'acqua benedetta Lettera d' un amico al Sig. Ab. Gio.
anche nei giorni di giovedì , e di Batiſta Tondini riſguardante la fami
venerdì ſanto & c. di G. C. 13o. glia Grizi. 331.
Stato civile delle terre pontificie dopo Trattato della cultura, riparazione, e
la venuta del Card. Albernozzi in conſervazione dei boſchi. 334.
Italia &c. in confutazione del Ragio Trattato de' fiori, che provengono da
namento dell' origine, e prerogative cipolla &c. 341. - i
di Macerata circ. 1 55. Al fauſto ritorno dalla Germania di PIO
Raccolta di opuſcoli medico-pratici; vo VI. applaude Lucilla Neomenica, e
lume V. 158. i la colonia Auguſta degli Arcadi .
Compendio di precetti rettorici ad uſo 387. . . . -.
delle ſcuole pie. 185.

IN DICE DELLE DATE.


A
Mburgo. 296.
A A Amſterdam. 328. E Rlanga 247. 343
Arezzo. 315.
Aſſiſi 187. 33o. R.
Avignone. 287. Aenza 18.
E - - Fermo 58.
B Erlino 175. 222. - Ferrara 26. 195.
Bologna 52. 85. 14o. 148. 18o. Firenze 2. 158. 166. 2o2. 243. 25o.
21 o 229. 289. 346.41 I. 258. 268.276 283.292. 299. 318.
339.362. -

C a l - - -

Fuligno 155, 178.


Eſena 59.92. 129.371.
. . . . . . . . . Gº
Coppenaghen 32, 343.
Coſmopoli 171. -

Cremona 68. 197. 341. 349. 398. - G -e Ieſi


424 .
117. 167. 2ì 6. 231. 27t. 312, 334.
Eſi 33 1. 351.36o. 366.374.383
Imola. 38o. Parma. 11. 93.3o8. 415.
Perugia. 13o. 387. -
Ipſia. 95. Peſaro - 67. 355. 4o3.
Lisbona . 239. Piſa. p. 363. R
Livorno. 152.
Londra. Io2. 119. 135. 144. 159.192. Oma. 1. 9. 17.25. 33-41.49 57
283. 65.73.81.89. 97. 1o5. I 13- 12 I
ILucca. 53. 163. - -- e
129. 137. 145. 153. 161. 169. 177e
- iM - 185. 193. 2o1. 2o9. 217. 225- 233
Acerata . 7a. 266. 241.249. 257- 265. 273.281- 289
Madrid.
Manheim. 399.
ſi -
t
297. 3o5. 313. 32 I. 329 337-345
353- 361- 377. sº 393- 4o1 - 4o9
i » ) .
Mantova . 99. 368.372. -
-

Milano - 38. 47. 77. 261. 331. 389.


4o6. -
S iena. 3o7. - .
. , T
Modena - 53.98. 1o6. 114. 126. 143.
199. 396. orino. s. 11. 19. 29, 34, 43- 55
Montpellier. 182.238. 2o3.21 1- 28o.
N - Dine. 31o.
Nf Apoli . 5o. 86. 123. 132. 22o. Velletri. 186.
242-29o.323-332.348.395. 413 Venezia. 13. Io 1. 324- -

Vercelli . 116. 237. 4o4


P Verona. 3 19.
) Adova, 22. 1o8. 235. - -
Vienna. 375.4o7.
Palermo . 62. Vpſal. 2o7. - - -- - - -

Parigi - 7- 15. 24-71. 8o. 87. 94 NWirtzburg. 128

I N R o M A MDcclxxxII. ,
NELLA st AMP E RIA DI GIov ANNI zEMP E L.
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, con licenzº de' superiori. . . . . .


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A. PANDINAGLIO
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