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COLONIA DE ROMANI RAPPRESENTATAIN DISEGNO COL
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DELLE cosE PIV NoTABILI APPARTENENTI AD EssA,
ETDEI RITRATTI NATvRALI DE DvcHLETIveHEssE
TI MILANO. E COMPENDIO DELLELOR VITE
DA ANTONIO CAMPO PITTORE E CAVALIER CREMONESE
AL POTENTISSIMO. E FELICISSIMO
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SACRA CATHOLICA.
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D FILIPPO IV.
NOSTRO SIGNORE
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$/ Rai. A preſente Iſtoria (SACRA
º i CATHoLICA MAESTA)
| adorna deglorioſiſsimi geſti di
" ºi due Eroi incomparabili Aui
º ºff della M. V. con altra impreſ.
PS S ſione eſce di nuouo alla luce.
Non è contenta di quel primoi 2 ſplendore;
aſpira
aſpira ambitioſa ad accreſcimento di luce,
onde dalla oſcurità dell'oblio ſicura, goda vna
eterna chiarezza. Ricorre però alla M. V.
Sole della Catholica Monarchia, dal cui pieniſ.
ſimo lume ſpera la perennità , che deſidera.
Si degni la M. V. benignamente mirarla, Sc
in eſſa gradire con l'animo ſuo Reale vn mi
nimo oſsequio di chi in ſegno di fedeliſsima
ſeruitù ardiſce preſentarlo, e con diuotiſsimo
cuore la prega lungamente felice noſtro Mo
narca. Milano il primo di Genaro 1645.
D. V. S. C. R. M.
R E C A T H O L I C O.
è 6 SN Auendo io, per la Diogratia, con quanta più diligenza ho
potuto ſotto breue compendio ſcritta l'Hiſtoria della città
Mº) di Cremona mia Patria, o per darle quella maggior va
ghezza, che da meſi poteua, adornatala della figura del
ſito di eſſa,ci del ſuo contado inſieme, con le naturali effi
gie de'Duchi, o delle Ducheſe di Milano, da me con
ogni diligenza poſſibile poſte in diſegno, ſi come è queſta
| mia fatica mi moſse prima vn'intenſo deſiderio di preſen
tarla d V. M. coſi hora à queſto inuecchiato, ci ardente ,
º Agusºn
- - -- 4 e , affetto mio, quaſi a voto ſolenne ſodisfacendo, ho voluto
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D. V.S. R. C. M.
Humiliſſimo Seruo
'AMORE, ch'io porte ogn'hera, & l'obligo ch'io tengo alla Patria mia,
hanno nutrito del continuo in me vn'ardente deſiderio d'operar coſa, col
mezo della quale io mi faceſſi conoſcere per cordial Cittadino, cosi già
diſpoſi di far di Bronzo vina Statua d'Ercole in forma di Coloſſo, la quale
ſi doueſſe riporre nel mezo della Piazza ſepra vn Piediſtallo di marmo
bianco, ornato dai lati di quattro tauole di Bronzo, fatte di mano mia,
d'iſtorie di baſſorilieuo, pertinenti a fatti illuſtri di molti antichi Heroi
Cremoneſi, 8 già ne moſtrai nel voſtro Conſiglio il modello adi . I v.
d'Agoſto dell'anno M D. LXXIV. come di quel famoſo Heroe, da cui ſi
" la Città noſtra di eſſere ſtata già tanti ſecoli ſono, valoroſamente
iberata, 8 magnificamente riſtorata; Ma vedendo poi per moltiſſimi
eſſempi, che nè fabriche, nè ſtatue, nè opera alcuna d'incudine, è di mar
tello, è d'altra manual arte per grande,S magnifica, che ſi ſia poſſono dal
l'ingordo tempo ſaluarſi, onde in tutto ne viene eſtinta la memoria, ſe da varii,& diuerſi Libri,quaſi da coſa
ſacra,nonvien conſeruata,8 mantenuta, non hò voluto contentarmi dell'arte mia,del mettere in diſegno che
hò preſo ancor fatica,la quale inuero auanzale deboli forze del mio ingegno a ſcrivere, 8 a trattare dell'an
tichità,8 nobiltà di queſta Città noſtra di Cremona, delle guerre, 8 calamità patite da lei, così ſotto diuerſi
Imperadori,8 altri, come nelle diſcordie, 8 ſeditioni ciuili, & finalmente dello ſtato, in che hora per parti
colar beneficio d'Iddio, ſotto il Catolico, Inuitto, & feliciſſimo Rè di Spagna F I LI PP O d'AVSTRIA
l I. ella ſi troua. Etaccio che l'opera rieſca più grata, 8 di maggior vaghezza, l'hò abbellita col diſegno
della ſua propria pianta, del ſuo contado, de confini, 8 di tutta la Dioceſi, ornandola di natutali Ritratti de'
ſuoi Principi cittadini,3 de'Duchi,8 Ducheſſe di Milano che dopòloro a quella dominarono, ordinatamen
se di tempo in tempo ſin'aldi d'hoggi, con vn breue compendio delle lor vite; Vihò etiandio poſii Ritratti
d'alcuni illuſtriſſimi Prelati, i quali hanno reſo,8 rendono tuttauia chiariſſima la fama di queſta loro Patria.
Nehò voluto tralaſciare il diſegno di molti altri luoghi, per più chiara intelligenza di quell'opera, ne menº
di quel Carroccio più volte di me,8 da molti altri scrittori nominato, & a quei tempi tenuto per così
neceſſario negli eſerciti, che ſenza eſſo non erano ſoliti d'vſcire quaſi mai in campagna in tempi di guer
ra; &tutte le ſudette coſe ho io fatto intagliare in ame, fenza riſparmio alcuno di fatica, è di ſpeſa, dandole
alle Stampe con ordine tale, che quaſi con vi girar d'occhi potrà da ciaſcuno, 8 eſſer letta l'Hiſtoria, 8 ve
duta la forma del ſito della Citta, 8 di tutte le parti più notabili d'eſſa, & ſi come nello ſcriuere dell Hiſtoria
hò cercato di non mi ſcoſtar ponto dalla verità, così nel far de'diſegni ho poſto ogni diligenza poſſibile per
appreſentare il vero, facendo nella pianta della Città, vedere non ſolo tutte le contrade, 8 i nomi loro, ma
anche, per quanto m'è ſtato lecito in così picciolo ſpatio,le Chieſe,i Monatteri, il Caſtello,il Palazzo publico,
& quaſi tutte le caſe rappreſentate da i nomi, 8 cognomi de'Citadini che le poſſiedono, si come poi nel di
ſegno del Cremoneſe ſi veggono tutte le Ville,le Terre Feudali, ſeparate, 8 non ſeparate, 8 i Nauigli delle
cuilarghe, 3 feconde acque tutto queſto paeſes'adacqua, 8 diuiene fertile,S ameniſſimo. Tutte le predere
coſe, con le molte altre, che qui taccio per breuità, riſerbandomi però di farle vedere al luogo lor proprio,
ſi come ſaranno (s'io non prendo errore) dolciſſimo oggetto della voſtra viſta, così ſpero, ch apporteranno
nonmen vtile,che diletto,nontanto a quelli, che hora i godono di queſto noſtro fauoreuole Cielo, quanto
anche à coloro, che dopò noi verranno, R parimente ſpero, c'hauuto riguardo alla molta fatica noia, & a tal
mia opera, 8 inſieme al pronto deſiderio,8 ſuiſcerata carità, la vi debba eſſer più grata,S più accetta & tan
to maggiormente,ciò cosi attendo per hauerlaio conſecrata al voſtro gran Re, a cui con ſingolar tede,S di
uotione,8 con l'ottimo reggimento. Voi, 8 felicemente conſeruate queſta Città,8 imponete efficaciſſima
obligatone alla ſua Real gratitudine d'hauerla tra tutte l'altre Patrie per ſingularmente fedele, 8 cariſſima;
inſomma preſentando io queſta mia fatica alla Maeſtà ſua, quaſi vn raccolto di tutto quello, che contiene la
Città noſtra vengo i preſentarle principalmente Voi nobiliſſimi Cittadini ſuoi in particolare, ne'quali come
in figliuoli diletti,viue,& ſi và generoſamente propagando queſta antica pietoſa, 8 tenera Madre; Cosi Dio
inſieme con lei vi feliciti ſempre. Di Cremona il di 1 1. Qennaro. M D. LXXXV. -
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ET ARCHITETTO CREMONESE.
IL I B R O P R I M O.
erano per le riue del Pò,dell'Adda, 8 dell'Olio, laonde eſſi in memoria di tanto
benneficio gli edificarono vn Tempio douehora è la Chieſa Maggiore, ergen
dolivna ſtatua di marmo,la quale vogliono alcuni, che ſia quella che hora ſi dice
di Giannino, 8 ( come atteſta il predetto Frate Pietro ) l'anno di noſtra ſalute
M. cccc. xv11. fù eſtratta diſotto terra, eſſendo ſtata ſepolta per infinito
tempo, ritrouandoſi all'hora Podeſtà di queſta Città Antonio Barattiero Pia
centino, 8 fu ripoſta là doue anche à tempi noſtri ſi vede, nella facciata del
Duomo, nel mezzo d'vn Leone, 8 d'vn Toro, che ha vn ſol corno, ſegni di due
fatiche d'Hercole, cioè quando egli ammazzò il Leone, 8 vinſe Acheloo. Vo
gliono poi che per l'incendio ſeguitoui foſſe in proceſſo di tempo queſto Caſtel
lo chiamato Cremona. Sicardo Caſalenſe già Veſcouo di eſſa Città, 8 Bentio
Aleſſandrino auttori grauiſſimi, e degni di fede, vogliono che nel tépo che Del
bora era Giudice del Popolo Hebreo (il che fù ſecondo alcuni M. ccc. Xxix. anni
inanzi la natiuità di CHRIsro) ella foſſe edificata da Brimonio Troiano, 8 dal ſuo
nome detta Brimonia, ma poſciamutate alcune lettere nominata Cremona.
Scriuono altri che ella haueſſe il ſuo principio dai Galli Senoneſi, detti hora -
della Pomerania, è Marchia di Brandeburg: Crede nondimeno Aſconio Pe
diano ſcrittore antico, 8 dottiſſimo, ch'eſſa foſſe più toſto rifatta, 8 accreſciuta,
che edificata dai detti Galli. Sono anche alcuni i quali affermano, che foſſe,
queſta Città primieramente edificata da Cremone Troiano compagno di Paris
venuto in queſte parti dopò il grande eccidio di Troia, alla cui opinione allude
l'Illuſtriſs. Cardinale " Sfondrato nel ſuo grauiſſimo, 8 vaghiſſimo
poema heroico della rapita d'Helena. Ma troppo longo ſarei ſe tutte le opinio
ni addur voleſſe che dell'antichità, del nome, 8 de'conditori di queſta Città ſi
ritrouano; oltre che alcune ne ſono, che è troppo affettatione moſtrar potreb
bono, è dà alcuni fauoloſe eſſere tenute. Affermerò adunque anch'io quello
ſolamente, che da niuno di ſano giudicio può eſſer negato, Cremona eſſere,
vna delle nobili, 8 antiche Città d'Italia, ſoggiugnendo ch'ella da Romani fà
principalmente illuſtrata, i quali liberandola da que barbari che oppreſſa late
neuano, & ſua nobil Colonia facendola (il che in quei tempi ſi recaua à grandiſ
ſimo honore, & riputatione ) per accreſcerla d'habitatori vi mandarono due
volte gran numero de'lor propri Cittadini. Fù ella fatta Colonia la prima vol
tainanzi la venuta d'Annibale in Italia, cozv 1. anni prima che naſceſſe CHRIsro
noſtro Redentore,eſſendo Conſoli (come dice Tito Liuio) Lucio Emilio Paolo,
& Marco Liuio. Ma ſecondo Aſconio Pediano, 8 Cornelio Tacito, ciò fà eſ
ſendo Conſoli P. Cornelio Scipione, 8 T. Sempronio Longo, 8 vi furon man
dati ſei mila Cittadini Romani, fra quali (come afferma il medeſimo Aſconio)
fù di miſtieri che vi foſſero molti dell'ordine Equeſtre, i quali col loro valore,
faceſſero contraſto è i Galli,che habitauano in queſta parte d'Italia. Ne fà man
data queſta Colonia per ſciemare la moltitudine della plebe in Roma, s" alle
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P R I M O, 3
volte erano ſoliti di fare; ma, perche Cremona da queſta parte del Pò, & Pia.
cenza che fù dedotta Colonia nell'iſteſſo tempo dall'altra parte, ſoſſero (come
dice Tito Liuio) à guiſa di due fortiſſime Rocche in difeſa del loro Imperio,
contra l'impeto, 8 ferocia de'Galli, 8 d'altre ſtraniere nationi,8 perciò amplian
dola la cinſero anco di foſſe, 8 di mura; Etfù queſta la prima Colonia che man
daſſero i Romani oltra il Pò. Non laſcierò di dire, ch'alcuni, bramoſi di farſi
chiari più toſto col contendere, che col ſapere, oſtinatamente affermano, Cre
mona hauer hauuto in queſto tempo il ſuo principio, indutti forſi dalle parole di
Polibio, o di Cornelio Tacito,il quale parlando della ruina di queſta Città,dice.
Hic cxitus Cremonam habuit, anno colksxvi. à primordio ſui conditam.T. Sempro
mio, c Cornelio Coſs. & Polibio, parlando d'amendue le dette Colonie, (ſecondo
la traduttione del dottiſſimo Veſcouo Sipontino)coſi dice. 2ge citra Padi edif.
cata Placentia, que vltra Cremona appellata. Le quali voci condita, 8 edificata,
non ſignificano in queſto luogo altro che la voce deducia,ne vogliono altro dire,
ſe non, che queſte due Città furono all'hora fatte Colonie; Percioche molto
prima erano edificate, 8 fondate, come facilmente ſi ſcorgerà da qualunque,
perſona leggerà attentamente, 8 con diritto occhio Liuio nel primo della terza
Deca, le cui parole tralaſcio per meno faſtidire i Lettori. E' poſta queſta Città
in ſito ameniſſimo, tutto piano, fertiliſſimo, S. per natura, 8 per la copia dell'ac
que che lo irrigano, ma molto più per l'induſtria degli habitatori il Pò fiume fa
moſiſſimo che anticaméte le paſſaua raſente le mura,ma peraltro letto di quello
che à giorni noſtri habbiamo viſto, grandiſſimo commodo, &non poco vtile gli
apporta per la nauigatione; percioche ſcendendo egli ncl mare Adriatico, vi ſi
conducono alloinsù groſſiſſime naui cariche di mercatantie, ne poco giouamen
tole recano anche l'Ollio, l'Adda,S il Serio fiumi non ignobili. Scopriuaſi ella
altre volte à guiſa di Reina nel mezo del ſuo territorio, eſſendoui ſottopoſti ol
tre il Pò quarantaquattro luoghi, frà Caſtella, 8 Terre groſſe, che ſono poſſedu
ti hora per la maggior parte da Signori Pallauicini; Quiui l'aria è ſalubre, e
temperata, 8 il Cielo benigniſſimo,atto à produrre (come fà di continuo) inge
gni nobili nelle lettere, nell'arme, 8 in ogni altra egregia, 8 eccellente virtù, di
che certiſſimo inditio è il numero grande degli huomini famoſi, 8 illuſtri in
ogni ſcienza, che ne'tempi paſſati ne ſono vſciti, &tuttauia vſcire ſi veggono.
Hà queſta Città publiche, 8 priuate fabriche ſontuoſiſſime, 8 fatte con belliſſi
ma architettura; riguardeuoli ſono principalmente i ſacri Tempij, i venerabili
Monaſteri, gli Hoſpitali, 8 gli altri luoghi pij, ne' quali, con grandiſsima ſoddiſ
fattione de poueri ſi eſercitano aſsiduamente l'opere di carità: ha le ſtrade am
pie, & ſpatioſe: & già di belliſsime mura era cinta, le quali per il tempo, 8 per
le guerre ſono quaſi del tutto cadute à terra: Sono anche ruinati i borghi i quali
à tempi de noſtri Padri erano fuori delle mura, 8 con la grandezza, 8 vagliczza
loro raſſembrauano quaſi vn'altra Città: La onde Benedetto Lampridio leg
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4 L I B R O
nemici. In oltre fù dal Senato mandato vin bando, che tutti quelli, ch'erano
Cittadini Piacentini, o Cremoneſi, frà certo termine ſe ne doueſſero ritornare
alle lor Colonie, il che fù eſſeguito.
Moſtrò il Senato Romano quanta ſtima faceſſe di queſta ſua Colonia, quando
eſſendoſi l'anno D l1111. dalla fondatione di Roma ribellati di nuouoi Galli In
ſubri, i Boi,8 i Cenomani, 8 ſolleuatiſi con loro i Selini,gli Iluati,8 altri Popoli
della Liguria, fecero loro Capitano Amilcare Cartagineſe, aſſalendo all'impro
uiſo Piacenza, 8 ſaccheggiatala, la diedero a fuoco, e fiamma, e credendoſi far
il ſimile di Cremona paſſarono il Pò con incredibile preſtezza, ma andò lor falli
to il penſiero, percioche, reſiſtendo i Cremoneſianimoſamente ſoſtennero l'im
peto di coſi grande Eſercito,Schauendo inteſo il Senato l'Vna delle due Colonie
eſſer preſa, e ruinata, 8 l'altra ritrouarſi attorniata da numeroſiſſimo Eſercito,
ordinò incontanente à Lucio Furio Purpurione Pretore di Rimini, che vi andaſ
ſe in ſoccorſo coll'Eſercito di Gneo Cornelio Conſole, il che eſſeguì egli facen
dolo marchiare con grandiſſima preſtezza,e dato auiſo à gli aſſediati del ſuo arri
uo, alloggiò la notte preſſo l'Eſercito inimico, & il giorno ſeguente attaccò la
battaglia, eſſendoſi ſeco inſieme vniti i Cremoneſi vſciti con gran cuore dell'aſe
ſedio; & combattendo tutti valoroſamente, coſtrinſero finalmente gli inimicià
voltar le ſpalle, vecidendone più di trenta mila, frà quali reſtò anche morto
Amilcare contrèaltri Capitani principali de' Galli,8 ne fecero prigioni da cin
quemila; Guadagnarono anco da ſettanta inſegne militari, e più di ducento
carriaggi carichi d'ineſtimabile preda. Liberarono intorno due mila prigioni
Piacentini rimandandoli alla loro Colonia: Vedeſi ancora è tempi noſtri il luo
go doue ſeguì queſto gran conflitto preſſo San Sigiſmondo, sù la ſtrada che va i
Caſalmaggiore, diſcoſtovn miglio dalla Città, 8 chiamaſi ſino al dì d'hoggi il
Battaglione. Sentì il Popolo Romano tanta allegrezza della nuoua di queſta
così gran vittoria, & della liberatione di così fidele Colonia, che ſubito per De
creto del Senato ſi fecero per trè giorni continui le ſupplicationi in Roma. Ne
ſi moſtrarono ingrati i Cremoneſi al ſuo liberatore, atteſo, che due anni dopò :
eſſendo per publico conſenſo ſtato conceduto il Trionfo a Gneo Cornelio (ſi
come riferiſce Liuio ) & eſſendo condotti inanzi al carro Trionfale molti nobili
Galli Inſubri, & infinite ſpoglie, quello che più inuitò gli occhi de riguardanti
fù il vederui grandiſſima moltitudine de Cremoneſi, 8 de Piacentini,i quali tut
ti allegrico'capelli in teſta in ſegno della lor liberatione) ſeguiuano il Trionfa
tore. Ma grata, e fedele ſi moſtrò all'hora Cremona al Popolo Romano tutto,
quando eſſendoſi ribellate dodici Colonie alla Repub. & dubitando (non ſenza
ragione ) il Senato, che l'altre non faceſſero il ſimile, ſi mantennero in fedei
Cremoneſi, oſferendo alla Repub. non ſolo i ſoliti aiuti: ma anche molto mag
i" ; e perciò ne meritorno, 8 dal Senato, & dal Popolo eſſer publicamente
QCidt.1 . . - -
Non
6 L I B R O
Non fù minor ſegno del gran conto che teneuano i Romani, & di Cremona,
& di Piacenza, quando l'anno D Lx 111, dopò Roma edificata, eſſendo venuti
meno, quaſi tutti gli habitatori per le continue guerre, 8 per la peſtilenza, non ,
hebbe coſì toſto cio inteſo il Senato dagli Ambaſciatori dell'wna, e l'altra Colo
nia, i quali (ſi come atteſta Liuio nel terzo lib. della quarta Deca) furono da Lu
cioAurunculeio Pretore introdotti in Senato, il quale diede ſubito ordine à Gaio
I.elio Conſole, che di nuouo deſcriueſſe ſeimila famiglie Romane, le quali s'ha
ueſſero è compartire egualmente frà amendue le Colonie, 8 al detto Auruncu
leio fù dato carico di creare i Triumuiri, per condur la ſeconda volta i nuoui
Coloni, e furono queſti Marco Attilio Glabrione, Lucio Valerio figliuolo di
Publio Flacco, 8 Lucio Valerio Tappo. -
Hebbe poi Cremona di molti trauagli per le guerre ciuili, dopò che da con
giurati fu ammazzato Giulio Ceſare, il quale tenne l'Imperio (ſecondo il Pane
uini ne' ſuoi Faſti)anni quattro,meſi due, 8 giorni quindeci; ma poſcia che Otta
uiano l'anno D cc x11. dal principio di Roma, hebbe vinto Caſſio, 8 Bruto, 8.
che ſi conuenne con Lepido, S. Marc'Antonio al Ponte à Laino, frà Modena,
e Bologna, oue ſotto nome del Triumuirato, ſtabilirono l'oppreſſione della Re
ublica Romana, con quella abomineuole, & non mai è baſtanza deteſtata pro
i" ; ſentì anch'eſſa da così gran caduta grauiſsima percoſſa; Percioche,
hauendo i Cremoneſi dato ricetto ai Soldati di Caſſioè Bruto,è di M.Antonio
Conſole, che con eſſi all'hora teneua la difeſa della Repub. ſentirono l'ira del
vittorioſo Ottauiano, il quale dicde in preda, 8 la Città, 8 il Contado di Cre
mona à ſuoi Soldati, i quali, fatti inſolenti per le vittorie, 8 per la licenza con
cella
P R 1 M o. 7
ceſſa loro dal ſuo Generale non laſciarono parte alcuna di queſto Paeſe,che non
ſentiſſe la loro furioſa violenza, la quale apportò anche non poco danno è iPo
poli vicini, 8 particolarmente à Mantouani; La onde il Principe de'Poeti Vir
glio, dolendoſi (come afferma Seruio ſuo Commentatore) non meno delle ſcia
gure di quella Città, nella quale egli poco dianzi haueua dato opera alle lettere,
& preſaui la toga virile, che delle miſerie della propria Patria; hebbe occaſione
di dire, Mantua va miſere nimium vicina Cremone. Durò queſto Triumuirato
in continue guerre, 8 ciuili, & ſtraniere per vndici anni, 8 noue meſi. Final
mente l'anno o cc, x1111. dalla fondatione di Roma, peruenne il Dominio del
la Repub. ad Ottauiano ſolo, nell'anno xv. del cui Imperiola Glorioſiſſima Verº
gine Ma R1A Madre di Dio nacque di Ioachino, 8 di Anna (come riferiſce il
Paneuini) nella Città di Nazarette in Galilea; Et l'anno xxv 1111 del detto
Imperio, eſſendo tutto l'Vniuerſo in pace, nacque dell'iſteſſa Vergine MARIA il
Saluatore del Mondo N.S. GIEsv CHRisro. Dalla cui ſantiſſima Natiuità com
puteremo da quìinanzi gli anni. - •
Hebbe Cremona in queſti tempi Marco Furio Bibaculo Poeta celebre, e
Quintilio Caualiere, e Poeta nobile, 8 molto famigliare di Virgilio, 8 di Hora
tio, al cui giudicio ſottoponeuano le loro compoſitioni. Fanne honoratiſſima
mentione il medeſimo Horatio nella ſua Poetica in que verſi. -
2gintilio ſi quid recitares corrige ſodes, Hoc aiebat,ò hoc. Et il reſto che ſegue
L'anno Terzo dalla Natiuità di N.S. Pub. Alfeno Varro Cremoneſe ottimo
Giureconſulto, Auditore già di Seruio Sulpitio, fù creato Conſole di Roma, in
ſieme con Pub. Vincio,ei in molta ſtima preſſo ad Ottauiano,il quale gli diede
il carico principale della guerra contra Germani. Morì egli l'anno V. di noſtra
ſalute, e gli furono fatte dal Senato, e Popolo Romano del publico ſolenniſſime
eſſequie. -
popoli vicini, sì felicemente fioriua, & che per l'adietro dall'arme ſtraniere era
ſtata ſerbata intatta; fù poi nelle guerre ciuili miſerabilmente oppreſſa, è ruina
ta,l'anno ce l . «xv 1. da che era ſtata eretta Colonia. Tanto diſpiacere appor
tò la ruina di coſi nobile, 8 ricca Città a tutte l'altre d'Italia, che ſi conuennero
di non comperare coſa alcuna da Soldati d'Antonio, il quale, ſentendoſi biaſima
re da ogni vno per la crudeltà vſata, fece mandare via bando, che tutti i prigioni
foſſero laſciati liberi, 8 che la Città foſſe riedificata, al che fare non badarono
que miſeri Cittadini, ch'erano auanzati alleſpade, 3 al fuoco, aiutati non poco
dai Popoli circonuicini. Ne ſtette ella guarià ritornare alla ſua primiera gran
-,
coſi graſſo, laſciando illoro ſterile, 8 infruttuoſo, promettendo loro anche ogni
ſuo aiuto, &induſtria, perche ſe ne faceſſero patroni. Perſuaſi dunque coſtoro
dalle parole di così famoſo Capitano l'anno ol» v111 ſotto la ſcorta d'Alboino
primóRè loro in Italia, ſi partirono di quei Paeſi più di ducento mila huomini,
con le mogli, e figliuoli; & hauendo nel primo arriuo preſa,S: diſtrutta Aquileia,
in breuiſſimo ſpatio di tempo ſoggiogarono quaſi tutta l'Italia, trauagliando con
uerre continue quelle poche Città, che ſotto l'Imperio ſi mantennero; obeden
oà gli Eſarchi, frà le quali fù Cremona, che à viua forza per ziz anni diuota
all'Imperio ſi mantenne,
Regnando in Italia il ſopradetto Alboino,fù portata in Cremona(come narra
Giacomo Redenaſco eſſer affermato da Sicardo Veſcouo) quella Tauola, che fù
poi ripoſta nella Chieſa di Sant'Agata, oue anche hora ſi ſerba, 8 con ſomma
veneratione ſi portane grandi incendi, contra i quali ſi è trouata ſouente eſſer
ſingolarrimedio; Portaſi anche queſta Tauola è tempi noſtri proceſſionalmente
ogni anno intorno la Città alli v. di Febraro giorno ſolenne per la feſta di Sant'
Agata. - -
P R I M O. - 13
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redibitiones
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Il
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l
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Creſcendo tuttauia i ſemi della guerra frà Cremoneſi, e Milaneſi, il che era
cagione di tenere in continua diſcordia tutta la Lombardia, eſſendo confederati
alcune Città a Cremona,accoſtandoſialtre Città a Milano, perciò l'anno MGxxxIv.
fù da Lothario Imp. mandato S. Bernardo Abbate per acquetari tumulti, ma
non pote egli però giamai piegare alla pace gli animi de Cremoneſi, di che ſi
duole quel venerabile, e ſant'huomo in vna ſua Epiſtola dicendo. I Cremoneſi
ſono indurati,e ſi perdono nella lorfelicità,ſpreºAano i Milaneſi,e ſi laſciano ſedurre
dalla propria confidenza. Hanno questi ingannata la mia ſperanza hauendo poſta
tutta la loro nelle Torri, e ne Caualli, et la mia fatica hanno fatta diuenire vana.
Non poteuano ſopportare i Cremoneſi, che Crema la quale, come di ſopra
dicemmo, eſſendo nella giuridittione, e Dioceſi di Cremona, alienandoſene ſi
cra data à Milaneſi, ſe ne paſſaſſe ſenza caſtigo; e perciò, ritornando Lothario
Imp. di Roma,ouehaueua preſo la Corona Imperiale, ſeppero tanto fare, che
l'induſſero a citare, 8 condannare i Cremaſchi, S&à moucre loro guerra; E così
l'anno M cxxxv 11, inſieme co Cremoneſi poſe l'aſſedio a Crema; Ma,inten
dendo poi il grand'apparecchio, che facceuano i Milaneſi, 8 i Breſciani per
ſoccorrerla, ſe ne parti ſenza hauer fatto nulla, venendoſene à Cremona, 8 po
co dopò(che che ſe ne foſſe la cagione)ſdegnato ſe n'andò alla volta di Soncino,
& di S. Baſſiano caſtella del Cremoneſe, 8 inſieme con alcuni altri luoghi gli
ſpianò, ritornandoſene poſcia in Alemagna.
Partito l'Imperatore, ritornarono i Cremoneſi ſopra Crema l'anno Mczxxvm.
ma gli ſucceſſe queſta fattione poco felicemente, percioche da Milaneſi, 8 altri
ſuoi confederati non ſolamente furono sforzati a retirarſi; marotti anco preſſo
Riuolta, infiniti ne reſtarono morti, 8 molti prigioni.
Oberto Veſcouo di Cremona l'anno M cx L I. conſacrò l'Altare di S.Stefano,
riponendoui di molte reliquie ſante, frà le quali ſono dei veſtimenti di Maria -
Vergine, del legno della Croce, del ſepolcro di noſtro Signore, della "a
Clla
- gp R I MI O. 2i
della quale fu veſtito N.S. & altre infinite, le quali per breuità tralaſcio.
Seguì l'anno Mc x L v11. vna peſtilenza grandiſſima per tutta l'Italia, & igi
Cremona fece grandiſſimo progreſſo, morendo infiniti huomini, &animali.
Eſſendo andati i Piacentini a danni de'Parmegiani ſopra Tabiano, i Cremo.
neſi prontamente vi corſero l'anno M cx L1x. in ſoccorſo de'Parmegiani, che
ſuoi confederati erano, 8 attaccataſi la battaglia, i Piacentini hebbero la peg
giore, eſſendone condotti da ſeicento prigioni à Cremona. I
McL. Ritrouandoſi i Cremoneſi accampati intorno a Caſtelnouo bocca,
d'Adda, contra i Piacentini, i Milaneſi vennero per dar loro ſoccorſo, 8 ve
nuti alle mani alli v. di Luglio i Cremoneſi reſtarono ſuperiori, e i Milaneſi
rimanendone più di mille, e cinquecento prigioni furono coſtretti laſciare il lor
Carroccio di dietro, come ſcriue il Redenaſco; & ritrouo anche in vna Cronica
ſcritta è penna ſenza nome, ancor che altri ſcriuano queſto fatto altramente..
Vedendo i Piacentini poter far poco profitto contra i Parmegiani, mentre ha.
ueuano contra i Cremoneſi, cercarono d'accordarſi reſtituendo loro Caſtelno,
uo bocca d'Adda, ſecondo che afferma Frate Omberto Locate Piacentino, ma
er quello, che ſe ne vede per contratti, che ſi ſerbano nel noſtro "
blico, fù queſto caſtello comperato da Cremoneſi, del meſe di Decembre, eſi
ſendone però ſeguito prima l'accordio.
Fatta la confederatione frà Cremoneſi, e Piacentini andaronovnitamente
contra Parmegiani, e preſero la Medeſana, 8 altri luoghi, l'anno Mcl 11 del
meſe di Luglio. . , i
Mc 11v, eſſendo andati i Lodigiani in Germania è Federigo Imp. à dolerſi
delle ingiurie riceuute da Milaneſi, furono non poco aiutati dagli Ambaſcia
tori di Cremona, 8 di Pauia, i quali preſa occaſione cercarono d'inimicar loro
quanto più foſſe poſſibile l'Imperatore, narrando anch'eſſi l'inſolentie, & cru
deltà de Milaneſi, 8 i danni da loro riceuuti.
Venuto che fù in Italia l'Imperatore Federigo Primo, conceſſe à Cremoneſi
facoltà di far battere moneta, priuandone i Milaneſi. Serbaſi nel publico Ar
chiuio il priuilegio, di cui metteremo ſolamente quella parte, che à queſto pro
poſito ſcrue,laſciando il reſtante, che poco,ò nulla rilieua. Et quia Cremonenſis
Ciuitas pre candtis Italia Vrbtbusfide, et probitate, omniq; honeſtate ſemper flo
rentiſsima, et in rebus militaribus expertiſsima nobis, ct preceſſoribus noſtris Di
uis Imperatoribus, ac Regibus fide, deuotione, et indefeſſa probitate ſeruiueriteorii
merita dignè remunerare volentes, Ius facienda monete, quo Mediolanenſes pri
uauimus, Cremonenſibus donauimus, Hoc quoqi noſtra eis Imperiali audtoritate in
perpetuum confirmamus. Vt ergo hac noſtra donatio omni euo rata, et inconcuſa
remaneat, hanc paginam indeſcribi, et noſtre imaginis claritate tuſsimus inſigni
ri, etc. Altum in territorio Veronenſi apad Inſulam Acemenſem. Anno Dom. Incar
nazioni Mcl v. Inditione tertia. Regnantez, Imperat. Federico, Anno Regni
ſui I I I I. Imperiverò primo. M ci v1.
2 è L I E R O
comfilum iam aliâorum parabola vt fpra legitur data. Et, fi hoc imfra pr«.
aliófum tempus fex menßum facere mom potuerit , debeat mittere filiam /aam ,
vel aliquem de Primcipibus cum trecemtis militibus vltramoatamis imfra iam ,
diâum terminum fime fraude im adiutorium Cremom.e, exceptis his Lomgobar.
dis, qui /umt ex parte, et im adiutoruum Cremom.e. Et poffea imtra ammi /ja
tium 2 tempore requifitiomi* , aut idem Imp. ve! filium /aam mittere debeat.
pa aliquem de Priscipibus cum /eptimgemtis militibms ab/jue iam diáis preceat.
£is im adiutorium, mec imde recedere , wec praemomivaeo * militer dimittere ade
beat, fime parabola iam ali&orum Com/ìlum vt /^pra data ; Item, /3 Lomgobara;
ad pacem cum Imp. mom vemerimf v/g; ad kal. Iumj proximas mille milites vt
£ramentanos exceptis Longobardis im adiutorium Cremomæ facia* vemire, ß Lom
gobardi cum Cremoma in dißordia, vel gwerra permam/erime. Ef, /? ante kal.
/&praferipta r Iwmj Lomgobardi exercitum comtra Cremomam cellegerimt, vel eidem •,
jierram fecerint, boma fide, et fine fraude , quàm citius poterie eam iuuare
debebit. Item, quòd faciet filium /um Regem Henricum iurare infra ammum,
à fempore, quo fibi requifitum ex parte Coafulum, Cremoma fuerit, ex quo ammoa
quattuordecim idem filius habuerit , /erware, et attemdere ommia prædiz7a.
quæ legwmtur /apra, vt comtimemtur im praediäis iuramemtis, et hoc fime
fraude. Et quòd faciet iurare idem Imp. im/ per vigimti de /ùis Prim
cipibus , quales elegerimt, vel dixerimt Com/àles Cremomae , fcilicee
ßoma fide, et fime fraude operam dare , vt praediâa ommia , que
«omtimemtur im Imp. /acramemto , quæ legumtur /pra firmiter
eb/eruemtur, et attemdamtur, /icut /criptum e/%/%pra •.
Aάum e/? hoc ammo D. N. M c lxx v 1. etc.
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D E L LH I ST O R 1 A
D I C R E M O N A
D A N T O N I C C A M P O
C A v A LI E R O, PI TT o R E,
E T A R C H IT E TT o C R E M o N E SE.
L I B R o S E c o N D o.
adietro non hò fatto, aiutato in ciò non ſolo da maggior copia de'Scrittori,
i quali le coſe di quei tempi deſcriſſero, ma anche da molti priuilegi, & altre,
ſcritture, parte de'quali hò cauato dagli originali iſteſſi, che nello Archiuio di
eſſa Città con diligente cuſtodia ſi ſerbano; Ma ſeguendo hora il mio inſtituto
darò principio è queſta narratione.
Fù Gerardo Carpaneta il primo à cui nella Città di Cremona foſſe dato il ti
tolo di Podeſtà, ma ſoprauiſſe in queſto ſupremo grado di dignità ſe non ſet
te meſi, atteſo che oppreſſo da graue infirmità ſe ne morìalli 111r. d'Agoſto
del ſudetto anno McLxxx. e fù honoreuolmente ſepolto in vn'auello di mar
mo,nel veſtibulo della Chieſa Maggiore, in luogo di cui fù eletto Podeſtà Man
fredo figliuolo d'wn'altro Manfredo nobile Modoneſe, il quale ſupplì non ſola
mente al tempo di Gerardo, ma perſeuerò anche nel gouerno l'anno ſeguente,
m clxxx1. Edificò queſti ſul Cremoneſe non molto lontano da Cremona vn
nobile Caſtello, chiamandolo dal ſuo nome Manfredo, il quale, come poco ap
preſſo diremmo, fù poſcia da Federigo diſtrutto, 8 ruinato.
McLxxx11. Dopò Manfredo fù diuiſo queſto Magiſtrato, & dato à due con
l'iſteſſa auttorità, i quali percioche nobili, 8 potenti Cittadini Cremoneſi erano,
credo io che non col nome di Podeſtà, ma de' Conſoli foſſero nominati. Furo
queſti Guazzo figliuolo di Albrigone de Guazzoni, & Gerardo Douara, ma eſ
ſendo queſto vltimo ſtato ammazzato davn Scudiere dell'Imp. reſtò a Guazzo
ſolo tutta l'amminiſtratione: venuto poi anch'egli poco dopò à conteſa con al
cuni miniſtri Imperiali, che Cercatori ſi nomauano, fù depoſto dell'officio; ma
eſſendoſi poco dopò pacificati per mezo del Cancelliero dell'Imperatore, fà
con alcuni altri creato Conſole. Scriuono alcuni ( frà quali è Donato Boſſio
Milaneſe) Crema queſt'anno eſſere ſtata riedificata da Federigo in diſpreggio
de Cremoneſi, perche eſſi per inuidia (come egli dice) che'l detto Federigo, 8
Arrigo ſuo figliuolo faceſſero di molti fauori à Milaneſi, non vollero mandare
i ſuoi Ambaſciatori a Milano à congratularſi della nuoua Spoſa, la quale Arrigo
ſopradetto haueua preſo: vuole anco l'iſteſſo Boſſio,che i Cremoneſi foſſero rot
ti,&fracaſſati dal medeſimo Federigo ſotto Crema, reſtandone infiniti prigioni,
eſſendo nondimeno liberati, 8 riceuuti in gratia per opera di Sicardolor Veſco
uo, il che non poter eſſer vero poco di ſotto euidentemente moſtraremmo.
Mc L xxx 111. Eſſendoſi pacificati (come dicemmo) gli miniſtri Imperiali
con Guazzo, fù egli creato Conſole inſieme con Alberto Fodri, Pagano Me
dollato, 8 Ottone Armarico. Mandarono i Cremoneſi i ſuoi Ambaſciatori è
Piacenza, doue ſiragunarono tutti gli Ambaſciatori dell'altre Città della Lom
bardia, della Marca, 8 della Romagna, inſieme con gli Ambaſciatori dell'Ini
peratore, 8 del Rè Arrigo ſuo figliuolo nelle calende di Maggio. Fù conchiuſo
in queſta ragunanza, che tutte le dette Città doueſſero mandare i ſuoi Amba
ſciatori alla Dieta in Coſtanza Città principale dell'Alemagna per ſtabilire la
2 pace
28 L I B R O
pace trattata frà eſſo Imperatore, e le fudette Città, il che poco dopò fù eſegui
to, e così fu nella detta Dieta alli xxv. di Giugno ſtabilita, 8 fermata queſta
ace tanto ſolenne, e celebre, la quale dal nome della Città,la pace di Coſtanza
fin'hora ſi denomina; non ſarebbe forſe fuor di propoſito, ch'io quì regiſtraſſi il
tenore di detta pace, nondimeno poi che ella ſi troua regiſtrata nel libro de'feu
di, &il dottiſſimo Sigonio molto più correttamente la recita nel fine del quarto
decimo libro delle ſue Hiſtorie del Regno d'Italia; non ne farò per hora altro
motto; dirò ſolamente che Cremona nella detta pace è nel numero di quelle,
Città, le quali come amiche, e fedeli allo Imperio teneuano la parte di Federi
go. Furo anche nella ſudetta Dieta di Coſtanza accordate alcune differenze
irà Cremoneſi, Piacentini, & Pontremoleſi. - -
forfe da lui in parte ſeguito, quando dice. L'anno McLXxxm. fatta la pace in cs.
sianza trà Federico,e le Città Lombarde,ù perſuaſione di Henrico Rè di Germania
ſuo figliuolo, il quale deſideraua coronarſi, fu da Federico ordinato, che ſi riedificaſ.
fe Crema. Et ciò fece egli in diſpregio di Cremoneſi,eſſendo ſdegnato contra di loro,
per non hauer eſsi mandati Ambaſciadori (come hauenano fatto l'altre Città di
Lombardia) à Milano ad allegrarſi della coronatione, ci delle nozze di Henrico ſuo
figliuolo. Et perche ſapena l'Imperatore non poter fare maggior diſpetto a Cremo.
meſi, che riſtorar Crema; la qualhaueua diſtrutta è perſuaſion loro, volle che ella
ſi chiamaſſe Friſſora de Cremoneſi, Ma non hebbero così toſto Cremaſchi dato prin
cipio alla Rocca, che vi gionſero adeſſo Cremoneſi con molta gente, e gettarono è
terra laprincipiata fortezza: Entrato però l'Imperatore con Milaneſi, di Cre
maſchi nel Cremoneſe gli fece grande ruina. Fà all'hora abbruſciato Soncino, di
ſpianato Caſtel Manfredo, c erano Cremoneſi per farla male, ſe non ſi foſſero nel
fine inchinati è Federico, chiedendole perdono per mezo di Sicardo lor Veſcouo.
Benche partitoſi poi l'Imper. ritornaſſero è trauagliarci di maniera, che fù meſtie.
2 0"i, dalla fabrica ſino all'anno Mcl Xxxv. Tutto queſto riferiſce il Fino nel
ſecondo libro della ſudetta Hiſtoria. Hora (laſciato da parte, ch'egli à ſe ſteſſo
pare contrario, percioche non può ſtare, che Federigo è perſuaſione di Arrigo
ſuo figliuolo, il quale deſideraua coronarſi,ordinaſſe, che foſſe riedificata Crema
in diſpregio de Cremoneſi, perche non haueſſero mandato gli Ambaſciatori è
rallegrarſi della coronatione, che ancora non era ſeguita, ma ſolamente deſide
rata; dico anche ciò eſſere euidentemente falſo, atteſo che non del Mc1 xxx111.
fù coronato Arrigo, ma ſi bene del McLyxxiv. Si come di ſopra habbiamo mo
ſtrato col teſtimonio grauiſſimo del Sigonio. Ne meno può ſtare, che "
s'adiraſſe, perche non ſi rallegraſſero delle nozze del ſudetto Arrigo, atteſo che
(come hor hora diremmo) non erano ancora ſeguite; Inoltre io non veggo che
dell'anno McLXxxIII. Federigo veniſſe in Italia, talmente che non sò vedere co
me poſſi eſſer vero quanto egli riferiſce della rotta de Cremoneſi, 8 della ruina
di Soncino, 8 di Caſtel Manfredo. - .
qui fait ſextus intrante menſe Iuly. Henricus Dei gratia Romanorum Rex Inui
diſsimus Auguſtus recepit Odonem de Comite, et Diaconum de Perſico è parte, et
nomine totius communis Cremone, et prodiuſo,ſeu vice ſingularum perſonarum in
plenitudinem gratiae ſue, et remiſit eis nomine communis, et diviſim omnes offen
Iſiones, et damna, et maleficia, et indignationes, et ibi loci predictus Rex Henricui
fecit iurare Vgellinum........... et ſuper ſuam animam quod apud ſe cauſa hu.
ius Cremon. de offenſionibus, damnis, maleficiis, Imperio, vel Federico Patriſuo,
vel ſibi è parte communis Cremone, vel diuiſin illatis, et quod propter hoc, quod
olim contigit interd. Imperatorem, et Cremonenſes, vel interſe, et Cremonenſes,
non inquiret contraeos Cremonenſes in his, quepoſsident, neque in locis, neque in
in aljs. Actumſub temptorio Regis Henrici feliciter, quando erat in obſidione e
Vrbis veteris. Interfuerunt ibi testerrogati ab ipſo Rege, Philippus de Bolanda,
Golferamus de Petra, otto Frangeſpanem Prefectus Rome, Gulielmus de Barce
filius Salienbene, Valla de Pallatio, Ido de Derthona, Vrcellinus Valbus, Ruffinus
Tortus, Bertoldus de Camio. Ego Albertus ſacri Palati predictis interfui, etro
gatus ab ipſo D. Regeſcribere ſcripſi. Vedeſi dunque per la ſcrittura fatta da Fe
derigo, che Caſtel Manfredo non era per ancor diſtrutto, come afferma il Fino,
il Boſſio, 8 alcuni altri, poiche vi era à campo. E' ben vero, che fù per com
mandamento di eſſo Federigo diſtrutto queſt'anno ſino da fondamenti. Mu
toſſi in queſto tempo il gouerno della Città, ritornandoſi di nuouo alla ellettio
ne del Podeſtà, il qual Magiſtrato, ſi come peradietro ſi incominciaua nelle ca
lende di Genaro, all'hora ſi cominciò a calende di Luglio, eſſendo eletto a tal
grado Alberico Sala nobile Breſciano, che perfeuerò in quel Magiſtrato ſino al
Luglio dell'anno ſeguente McLXxxv 1. Cinſe queſti mentre durò il ſuo go
uerno la Città di mura; riduſſe le Porte in miglior forma che prima non erano,
fece eſcauare le foſſe, 8 edificò alla deſtra ſponda del fiume Ollio il Caſtello di
Robecco, che ancora ritiene il nome, benche ſia ſmantellato. Furono anche
del ſudetto anno Mc1 xxxv 11. confirmati i priuilegi à Sicardo Veſcouo di
Cremona da Gregorio VIII. Sommo Pontefice, che lo riceuèanco ſotto la
protettione della Santa Sede Apoſtolica alli i 1. diNouembre. -
oltre il mare, contra Saladino Prencipe de Saraceni,il quale del Mc1 xxxvi r.
inaueua tolto a Chriſtiani la ſanta Città di Gieruſalem. Lothario Cremoneſe,
Dottore Eccellentiſſimo de Leggi, fù da Bologneſi condotto a leggere publica
mente nel ſtudio. Atteſta ciò il dotiſſimo Sigonio ne' ſuoi libri delle Hiſtorie
d'Italia, il quale mette anche la forma dell'elettione, cauata dall'originale che
ſi ſerba nell'Archiuio di Bologna.
M cxc. Di nuouo (tanta era la inſtabilità del gouerno di quei tempi) ſi ri
duſſe la Città a Conſoli, i quali furono Odone de' Conti, Gerardo Sommi,Prete
de Vecchi, Petratio Mannara, 8 Ottone Borghi. Sotto il gouerno di coſtoro
ſi fece confederatione frà Cremoneſi, 8 Bergamaſchi. Arrigo Rè figliuolo del
l'Imperatore Federigo, venne la prima volta a Cremona inſieme con la Regina
Coſtanza ſua moglie, mentre andauano a Roma, per eſſere coronati dell'Impe
piale Diadema da Celeſtino Sommo Poatefice; & da Cremoneſi furono riceuuti
con realiſſime pompe. -
ſendo Geroldi; Fù queſt'anno grandiſſima inondatione del Pò, & altri fiumi, la
uale causò grandiſſimi danni al territorio Cremoneſe. Andando l'Imperatore
i nella Puglia fece rilaſciare tutti i Soldati Cremoneſi, 8. Lodegiani, che
da Milaneſi erano tenuti prigioni. Seguì frà Cremoneſi, 8 Breſcianialli x1,
d'Aprilevna concordia di reſtituirſi vicendeuolmente quanto s'haueſſero occu.
pato ne'tempi di guerra.
M cx cv. Fù eletto Podeſtà Pocobello de Vigolo Cittadino Comaſco, ma,
eſſendo egli poco dopò morto, furono creati Conſoli, Gerardo Zanebono, Ta
lamaccioGaidoldo, Odone di Medollati Cremoſano Oldoino, & Adamo di
Careghini; Si riduſſe ſotto coſtoro il principio del Regimento à calende di Ge.
naro. Queſt'anno anche l'Imperatore inueſtii Cremoneſi di tutto quello, che
per adietro gli haueua conceduto: Ne mi par fuor di propoſito mettere in que
"
ſto luogo la forma di tal inueſtitura, l'originale della ritrouaſi nell'Archi
uio della Città. Anno Dominica incarnationis Milleſimo, centeſimo, nonageſimo
quinto, die Martis, quifuit ſextus dies entrante menſe Iuny, Indifione tertiade
cima, in maltorum hominum preſentia, nomina quorundam inferius deſcribentaº
D. Henricus Dei gratia Rom. Inuitiſ. Imperator, et ſemper Augustus, et Rex,
Sicilia, cum lancea, et confaneno, quam in ſua manutenebat, inuestiuit honorifieè
Gerardum de Zanebonis, et Talamatium de Gadolais, et Odonem de Medollate
Coſi'. Communis Ciuitatis Cremone, nomine ipſius Communis, de hoc quod ipſi
Communi de derat, et de hoc, quod in priuilegio ipſius communis cremona contine
tur. Et hanc inueitituram fecit ipſe D. Imperator in platea, que eſ ante portanº
Cuman e Ciuitatis, que vocatur porta Teris. Confanonus verò, cum quo eos in
meſtiuit erat rubeus habens crucem albam intus. Huic inuetiture interfuerunt D.
Bonifacius Marchio Monti sferrati; et de Cumis, D. Jordanus Vicedominus, et D.
Arealdus frater eius, Albertus de Carcano, Marchiſius de Madrixto, Iacobus de Ter
ri, Aliprandus filius quondam D. Pocobelli de Vico, Ioannes de Papa, Arealdns de
Deriuo, Vallus Ficca, Lotterius Ruſca, Gerardus Belenzonus, Guido de Bulgare de
Laude, Durus de Cauazzo, et Presbyter de Seloriano de Papia, Gaiferrus ſembar
di, et Bucca de Oſſa, Galfredas de Turricella, de Cremona,Comes Albericus, Bello
tus Bonſerius, Anzilerius de Burgo, Petraccius Mannaria, Presbyter Vegius, Al
bertus Struſſus, Leonardus de Babo, Comes Egidius, Ioannes de Perengo, de Ber
gamo, Brunolus Aduocatus,Guglielmus de Maſello,multi alj Longobardi,et Theu
tonici,ci D. Sirus Salimbenus de Papia ſimiliter interfuit. Ego Oſpinellus Iudex,
qui decor de Lematio interfui. Fgo Guido Iudex.ſcriba Conſulum Cumi interfui,
c ſcripſi. Queſto iſteſs'anno il Beato Alberto nato ſu'l Bergamaſco nella Villa
Ogna,ma venuto ad habitare nella Città di Cremona,reſe lo ſpirito al ſuo Crea
tore, e fù alli v11. di Maggio ſepolto nella Chieſa di S. Matthia, oue ſino al di
d'hoggi ſi conſerua con molta veneratione il ſuo corpo;interuenne alle ſue eſſe
quie (come afferma Bartolomeo Peregrino nella ſua vigna ſacra di "
- CIitta
34 L I B R O
ſcritta latinamente) S. Huomobono il quale poco dopò come appreſſo direm
mo, reſe anche egli lo ſpirito al Signore, affermano molti che'l Beato Alberto
eſſerciſſe l'arte di portarvino, e perciò anche à noſtri tempi quelli, che tale arte
eſſercitano, i quali noi chiamiamo Brentatori, oſſeruano con molta ſolennità la
feſta. Si leggono di queſto Beato huomo alcuni miracoli, che ſono deſcritti
nella ſua leggenda, la quale mi ha fatto vedere il Reuer.Sacerdote Bono Lamo,
Rettore della ſudetta Chieſa di Santo Matthia. -
i Cremoneſi, 8 Paueſi con altri ſuoi confederati, 8 venuti alle mani reſtarono
vinti i Milaneſi, 8 Piacentini. Fù anche più volte combattuto frà Cremoneſi,
& Piacentini con vario ſucceſſo. Seguì etiandio dopò la feſta di San Michele
vn'altro conflitto frà Cremoneſi, 8 Milaneſi a Caſtelnuouo bocca d'Adda, ne
vi fù molto auantaggio frà gli vni, & gli altri. Fù queſt'anno ſciſma nell'Impe
rio,eſſendo dopò la morte d'Arrigo VI. ſtati eletti Filippo, 3 Ottone IIII. le
parti di cui ſeguirono i Cremoneſi.
Mcc. Eſſendo ſtati creati Podeſtà Lanfranco de Ruggieri, 8 Belbano Ric
cola, amendui Cittadini Bergamaſchi, i Milaneſi co Breſciani lor confederati,
oſero l'aſſedio è Soncino, ma non vi ſtettero più che otto giorni, percioche
fi i Cremoneſi mandato le lorgenti col Carroccio, non furono coſi
toſto à Giouenalta, che i Milaneſi leuarono il Campo; &i Cremoneſi, da Gio
uenalta ſe n'andarono contra Piacentini, i quali ſi trouarono a S. Andrea, 8 è
Buſſeto, terre all'hora ſottopoſte à Cremona, 8 eſſendo fra loro ſeguito conflit
to, reſtaronvinti i Piacentini, 8 furono per la maggior parte fatti prigioni quaſi
in vn medeſimo tempo diedero i Cremoneſi à fuoco, e fiamma molti luoghi de'
Breſciani; & alli xvi. di Settembre (giorno ſolenne per la feſta di S. Cornelio,
& Cipriano) gli diedero vna rotta preſſo a Quinzano, facendone prigioni ſet
tantaſette de principali Nobili Breſciani, 8 d'indià quattro giorni andaro i Sol
dati Cremoneſi ſul Piacentino, a S. Lorenzo, 8 Caſtello Arquà in ſoccorſo de'
Parmegiani, i quali eſſendo ſtati ſuperati nella zuffa ſeguita frà di loro, & Pia
centini, furono con queſto ſoccorſo recuperati, reſtando vinti quelli, che poco
prima erano vittorioſi. Seguì fra eſſi Cremoneſi, 8 Mantoani vna confedera
tione per venticinque anni, ſerbaſi nell'Archiuio della Città publica ſcrittura di
queſto accordio, che fu giurato da mille huomini di credenza, coſi chiamauano
all'hora quelli del Conſiglio generale, che dalla Città teneuano cura, la forma
della concordia (per ſodisfare anche in queſto à chi è curioſo di ſimile lettione,
è tale. Egoiuro ad Sanita Dei Euangelia, quod bona fide guardabo, ci ſaluabe
homines Cremona, ci Epiſcopatus Cremona, ci qui per Cremonam diſtinguntur in
auere, ci perſonis, in mea Ciuitate, c Epiſcopatu, di diſtrictu, o aqua, nec in ſua
terra, vel aqua, vel aliena, mec in aliena eos ſtudiosè offendam, ci de guerra ,
aam commune Cremona habet, vel hahiturum eſt cum Placentia, ci Brixia, cº
Mediolano, di Crema, vel Ferraria adiunabo Cremonam meis expenſis, c meis
perditis ſecundum hoc, quod determinatum fuerit infra, & de predictis guerris
non faciam pacem, nec treguam, nec guerram reuedutam abs4 parabola data è
communi Cremone, in credentia ſonata per campanam, aut in concione, et hoc ſine
fraude, ci hoc attendam ſecundum predidi e Ciaitates, vel aliqua illarum mouerit
guerramaduerſus Cremonenſes,ſiue Cremonenſes contra preaidian Ciuitatem, cº
koe attendam quotieſ ungue petitum fuerit per Reciores Cremona, ſcilicet Poteita
tem, vel Communis, vel Iustitia ſecundum corum voluntatem, ci meam poſſibili
E 2 dai 4 fº
36 L I B R O
tatem ſinefraude, e bona fide operam dabo, vt cremonenſes habeant gratiam Sè.
reniſſimi Philippi Regis, 6 aſta, quod pro hoc ſacramento Mantuani non ſint di
ſtriti contra Reginos,et Rauennates,et omni anno debent iurare Rectores vtrius di
Ciuitatis hanc concordiam, ci ſocietatem firmamtenere, ci obſeruare, ci hanc ſo
cietatem, concordiam tenebo, vs4 adviginti quinque annos, c ſingulis decem »
annis debeat renouari, ſi requiſitum fuerit per Redfores, ci ſi aliquod additum, vel
diminutum fuerit in concordia Relforum ſupraſcriptarum Ciuitatum habita cum
Conſilio, vel Credentia Communis Ciuitatis, ita tenear obſeruare, ci hac totum
debeat obſeruari, ſaluo honore, di fidelitate Imperatoris,ſeu Impery, vel Regis.
Aétum eſt hoc in Epiſcopata Mantua iuxta Sandtun Veverium. Anno Dominica
incarnationis Mcc. Indiſtione tertia die Mercuri ſecundo intrante Auguſto cre.
Per gli Mantouani giurorno Quiliano Viſdomini, Ottone di Vguccione, 8c
Prete Sacca, tutti trè Conſoli. E per gli Cremoneſi il ſudetto Beltramo di
Riuola Podeſtà. Fù celebre in queſti tempi Giouanni Boſſiano noſtro Citta
dino, famoſiſſimo interprete delle Leggi, 8 (fecondo che afferma l'Abbate,
Trittemio) precettore di quel gran lume della ſcienza legale Azzone Bologne
ſe; Ne giouò ſolamente il Boſſiano coi leggere publicamente ne' più famoſi
Studijd'Italia, ma fece anche il nome ſuo immortale col dare in luce vna Som
ma ſopra le Pandette, 8 vna Lettura fopra il Codice, diuiſa in noue libri, 8 al
cune altre opere preclare. Non fù di minore ſplendore alla noſtra Città nell'.
iſteſſo tempo Martino della medeſima famiglia Boſſiana, Lettore anch'egli pu
blico della profeſſione Legale nella Città di Bologna. Queſt'iſteſſo anno Huo
mobono Moriſio, il quale publicamente nella noſtra Città leggella la ragione
Ciuile, ſe ne paſsò a miglior vita, e fu con honoreuole pompa ſepolto nella ,
Chieſa di S. Gulielmo fuori della Città.
M ce 1. Perſeuerarono nel Magiſtrato gli ſudetti Lanfranco, 8 Beltramo, ſi
vnirono queſt'anno i fuoruſciti di Breſcia, co Cremoneſi, contra la propria Pa
tria; I Milaneſi prefero Oſcafale terra del Cremoneſe, 8 la diſtruſſero; I Bre
ſciani furon rotti da Cremoneſi l'ultimo di Luglio a Gauardo, &la vigilia di S.
Lorenzo a Calcinato, doue perdettero anche il Carroccio, che fù condotto è
Cremona con infiniti prigioni. Andarono i Cremoneſi con la loro Caualleria
in ſeruitio de Mantouani, contra Veroneſi appreſſo a Marmirolo, 8 ne ſeguì la
pace frà detti Mantouani, & Veroneſi, giurando i Veroneſi di ſtar à quanto
gli foſſe impoſto da Cremoneſi, i quali queſt'iſteſſo anno ſtettero pervn meſe à
“Campo a Firenzola ſul Piacentino, ne la potero però hauere.
Mcc 1, Fù ſtabilita tregua per cinque anni da Cremoneſi, 8 Parmegiani
lorconfederati davna parte, 8 Piacentini dall'altra; Interuennero per Cre
moneſi, Giacomo Sordolor Podeſtà, Alberto Sommo, Alberto Struſio, 8 Pietro
Tinto,tutti trè Ambaſciatori. Per i Parmegiani, Guido Lupo Marcheſe di So
ragna &lor Podeſtà, inſieme con altri; & per Piacentini Azzo º "e 1Cialtº,
er S E C O N D O. 37
Vidalta, & Carneuafe Fontana, Conſoli della lor Communità; Si conchiuſe
queſta tregua appreſſo al Seno nel territorio Piacentino allix. di Giugno, 8 alli
x 1. fù giurata dai Magiſtrati, 8 da quelli di Credenza nella Città di Piacenza,
Furono in eſſa tregua compreſi anche i Bergamaſchi, 8 gli huomini di Borgo S.
Donino, confederati de Cremoneſi. Nell'iſteſſo tempo fecero anche tregua
i Cremoneſi, 8 Bergamaſchilorconfederati co Milaneſi. Ritrouanſi nel pu
blico Archiuio di Cremona le ſcritture autentiche de' ſudetti accordi. Non ,
laſciarò di dire, che l'Auttore, che ha ſcritto latinamente la Cronica di Cremo.
na, mette queſt'anno eſſere ſtati Conſoli Oddo de Conti, Guariſco de Micara,
Giacomo Sordo, 8 ImerigoDodemo;nondimeno nella ſcrittura della Tregua coi
Piacentini, il detto Giacomo Sordo vien nominato Podeſtà, 8 può eſſere che
foſſe, 8 l'vno, & l'altro, per le tante mutationi che faceuano in que tempi infe
lici per le ſeditioni, & diſcordie Ciuili. Queſto iſteſſo anno alli xxv. di Giu
gno fù trasferito con grandiſſima ſolennità, 8 diuotione il ſacro corpo di S.
Huomobono di donde prima era ripoſto, &in luogo più honoreuole collocato,
pur nell'iſteſſa Chieſa, intrauenendoui il Vener. Veſcouo Sicardo. Fù laſciato
ſopra l'Altare per otto giorni continui, con boniſſima cuſtodia, concorrendoui
grandiſſimo numero di perſone, non ſolo di Cremona, ma anco di altre Città,
e luoghi circonuicini, operando il Signore di molti miracoli per mezo di queſto
ſuo Santo.
Mc ci 11 Ottone de Vidali Bergamaſco, fù Podeſtà, il quale fece fare la
foſſa della Città, che è trà porta Noua, &la porta della Moſa, e perche fù fatta
à ſpeſe de Religioſi Secolari della Città,8 del Contado, i quali Preti ſinomi
nano, perciò fà detta la foſſa de'Preti.
M cerv. Eſſendo Conſoli, Ognibene Orſolario, 8 Mareſcotto Borgo,fù nel
giorno del Giouedì Santo alli x 1 1. di Aprile da Chriſtiani, 8 per principal
opera di Venetiani preſo Coſtantinopoli, doue erano andati in ſuſſidio più di
mille Soldati Cremoneſi. -
º
Mcc vrri. Fù eletto Podeſtà Aſſagito Sannazaro Paueſe. Fece queſto
erraà Breſciani, e preſe Ponteuico, il quale fù però poco dopò recuperato
da detti Breſciani; edificò anche a ſpeſe de Cremoneſi ſopra il fiume Ollio vn
ponte à Grimone, &vn'altro alla Binanoua. Eſſendo queſt'anno ſtato vcciſo
.
filippo, reſtò l'Imperio è Ottone ſolo: -
hà fatto divenire tanto pazzi, che ſenza vera na occaſione vogliate darallegrezza
di voi è voſtri nemici ? A queſto modo sì; che ſenKa lorfatica riportaranno di voi
il deſiato trionfo, ci ſenzapunto ſudare hora colle voſtre proprie armi, come ſe de'
nemici foſſero, conſeguiranno ciò, che giamai per adietro con ſpargimento di molte
ſangue loro non hanno potuto ottenere. Non dormono ſiate certi coloro, che la vo.
itraruina tramano, anzi, che per meglio sbranarui aggiongeranno anche alle ve
re mani le lorforze, e forſe, che quando hauerete aperti gli occhi, non potrete coſe
di facile diſtricar le voſtre mani congionte, ci intricate con le loro; Ma forſe vi
vien à noia il godere lietamente molto tipofà della bramata proſperità,la quale per
fauore, e preghi di Santa Chieſa, a cui ſete ſtati obedienti, hauete ottenuta, e vole
se dar il luogo alli voſtri auerſari, perche ſi publichi poi ad ogn'vno, che quanto ha
nete ſin hora fatto, tutto è ſtato per opera d'altri, di la gloria della voſtra ruina -
(dalla quale Nostro Signor DIo vi guardi)ſia attribuita falſamente à voſtri ne
mici. Ripigliate dunque figliuoli cariſſimi il ſolito cuore, e laſciate le diſcordie,
ci gli odg fraterni, i quali il Demonio frà di voi ha procurato; Epsiche non può ſe
non eſſere la ſalute, doue è molto conſiglio, penſate dunque con miglior conſiglio ſo
pra i caſi voſtri, perche nell'auuenire non ſiate ogn'hor ſcherno,fauola, e canzone
ad ogn'vno; Vi preghiamo dunque tutti vniuerſalmente conferuore, vi ammonia
mo, ci eſortiamo, commandandouianco per queste lettere Apoſtoliche, che ſe vi è
caro l'honor voſtro, o ſe vi è a cuore la gratia del Signore, d la noſtra, dobbiate
incontamente proporre al governo di questa voſtra Città vn Podeſtà, è Conſoli, è
Rettore, il quale poſſa dar fine ad ogni lite, e gara frà di voi nata; Dimoſtrando
con queſto effetto di quanta ſtima ſiano ſtati i noſtri preghiappò voi,c che bramate
di trouar Noi così pronti nelle voſtre occoren Ke,come voi prontamente farete, quan
to per la voſtra ſalute vi preghiamo. E ſe per caſo vi teneſte obligati per qualche
giuramento, frà di voi poco auedutamente fatto potrete ſopra di ciò in tempo debitº
ricercarne il parere, e conſiglio Noſtro, che ci trouarete pronti a dare medicinaſa
lutare alle voſtre ſpirituali infirmità, si è procurare con ogni itudio la pace, dº
ſalute voſtra. -
Dat. nel Laterano alli xv111. di Febraro l'anno primo del Noſtro Pontificato.
Potero tanto appò i Cremoneſi l'eſortatione, e preghi di queſto Santiſs. Pon
tefice, che laſciati incontamente gli odij, &le diſcordie, crearono Podeſtà Rai
mondo Vgoni Cittadino Breſciano, il quale vedendo che i Milaneſi col ſuo Eſ
ſercito, 8 Carroccio (che contra la conſuetudine d'Italia haucuano rifatto,
dopo l'hauerlo perſo) ſe ne erano entrati nel territorio Cremoneſe accompa
gnati da Piacentini, Lodegiani, Nouareſi, Aleſſandrini, Tortoneſi, 8 co Sol
dati del Conte di Saluzzo, 8 Marcheſi Maleſpine tutti ſuoi confederati, 3 ha
neuano abbruſciato Trigolo, Soreſina, Grontardo, il Borgo di Caſalmorano,
S. Vito, il Borgo di Giouenalta, Azzanello, Zignone, Bordolano, 8: molte al
prc Terre,ſi poſe, anch'eſſo all'ordine coll'Eſercito de Cremoneſi, Parmegiani,
- F 2 Reggiani,
44 L I B R O
dedicata a S. Guglielmo fuori della città, contigua però alla porta, che ſi
chiamaua porta de'Tintori, doue ſi fabricarono vn Monaſtero, ſendoui ſtati
mandati due Vener. Padri amendue Cremoneſi, l'Vno Orlando, 8 l'altro Mo
neta nominati, de quali altroue con miglior occaſione parleremo.
M ccxx 1x. Furono nel principio di queſt'anno forſe per qualche diſcor
dia, creati Conſoli per ſei meſi, Giacomo Borgo, Vgone Arrigagnola, Ottone
Diuitiolo, & Alberto di Marabotti, 8 nel principio di Luglio fù fatto Podeſtà
Vgone Lupo Marcheſe di Soragna, il quale andò coll'eſercito Cremoneſe,
in ſoccorſo de Modoneſi, contra Bologneſi, che erano all'aſſedio di caſtello
Ceſareo, il quale non potero però ottenere, anzi appiccataſi la battaglia reſta
rono ſuperati i Bologneſi. Sopportauano mal volontieri i Milaneſi, che tutta
uia ſe andaſſero aumentando le forze de Cremoneſi; e perciò, congregata vna
Dieta de ſuoi confederati a Verona, fecerovnione, elega contradetti Cremo
neſi, co quali erano confederati i Modoneſi, 8 Parmegiani.
Mccxxx. Eſſendoſi ridotto il principio del Magiſtrato a calende di Luglio
r la creatione de Cóſoli perſeuerò il ſudetto Marcheſe di Soragna nel gouer
no della città, 8 à calende di Luglio in ſuo luogo fu eletto Bernardo de Orlado
Roſſo Parmegiano, il quale nelli vltimi meſi del ſuo gouerno diede principio è
cingere la città di mura, cominciando dalla porta di San Guglielmo verſo la
porta d'ogni Santi, douehora ſi dice il mercato de Buoi, il che ſi vede in vna
tauola di marmo, nella quale è la ſeguente iſcrittione. In nomine Domini
Amen. Anno Domini MccKxx1. Tempore Domini Bernardi Rolandi Rubei Po
teſtatis Cremona hic murus ſpacio xL. dierum in menſibus Madi, ci Iungfuit
inceptus, atti finitus ccccixx 1. brachia longus,pretio Dcccc. librarum Imper.
Si ſcoperſe queſto marmo l'anno MDLxxx1. eſſendo del meſe di Fcbraro caduto
à terravn pezzo di mura. -
Mccxxxi. Hauendo Federigo Imperatore nel fine del ſudetto anno chia
mata vna Dieta in Puglia, i Cremoneſi vi mandorono Ferrato Cane Paueſe,
eletto Podeſtà con ſedeci Nobili, 8 principali lor cittadini, il ſimile fecero
anche l'altre città di Lombardia al detto Federigo deuote, mandandoui Par
megiani, Guglielmo Amato Nobile Cremoneſe i, Podeſtà con otto de ſuoi
cittadini; Paueſi, Quaglia Coazzano con ſei Nobili; Modoneſi, Gerardo, Al
bino con otto Cittadini; Tortoneſi quattro, 3 Genoueſ Vgolino Roſſi Parme
f" lor Podeſtà con ſei de ſuoi principali Cittadini,Si rinouò in queſta Dieta
a lega fra l'Imperatore, 8 le Città, 8 volſe Federigo, che niuna d'eſſe Città
poteſſe elegere Podeſtà delle Città nemiche; Il detto Ferraro de Cani entra
to, che fù al poſſeſſo del ſuo regimento nelle calende di Luglio, ſecondo la con
ſuetudine, fece fare la porta della Città, che andaua ſopra la ſtrada di Pauia, &
credo foſſe quella, che già ſi chiamaua di S. Croce, doue hora è il caſtello.
Mcc xxx 1 1. Nacquero nella Città di Cremona ſeditioni, e ciuili "
CliCIlCO
/
S E C O N D O, 45
mani i Cremoneſi co Breſciani appreſſo Ponteuigo, & gli Orzi, gli ruppero, S.
mandarono in fuga sammazzandone molti, 8 facendo prigioni molti de prin
cipali di Ponteuigo, &alquanti altri di quelli degli Orzi. Mandarono anche
gli iſteſſi Cremoneſi cinquecento Soldati in fauore de'Modoneſi contro Bolo
gneſi, 8 fecero di molto male, dando il guaſto al territorio Bologneſe, doue
mentre erano col detto Arrigo lor Podeſtà, i Breſciani meſſo inſieme vn'eſſer
cito, nel quale anche erano cinquecento Milaneſi, fatta la maſſa a Moſo, ſe ne
vennero ſu'l Cremoneſe, 8 abbruſciarono Riuarolo di fuori, 8 alcune altre
terre; laonde i Cremoneſi ragunata anch'eſſi la lor militia ſe gli fecero incótra,
& attacata la zuffa fra Riuarolo,& Bozolo alli xx 1 1. di Maggio in Mercordi,
gli poſero in fuga, 8 gli ſeguitarono ſino a Moſo; ammazzandone infiniti, 8.
reſtandone prigioni più de ducento de più nobili, 8 potenti. L'Imperatore
Federigo andandoſene di Puglia in Alemagna,mandò a Cremona vn'Elefante,
& due Cameli. -
G 2 McCKXxvII.
52 1. I B R O
- reſtituirono il Locarno con tutti gli altri prigioni Milaneſi. Solii Genoueſi fu
rono maltrattati, percioche furono condotti à Lodi, oue ſi trouò l'Imperatore,
t il quale fece crudelmente cauarvn'occhio, 8 troncare la man deſtra è molti di
- loro. Venne dopò queſto ſucceſſo Federigo è Cremona, oue intendendo che
t à Parma ſi trattaua mouimento contra di lui, colà volando coll'Eſercito Cre
moneſe ſe n'andò. Et Arrigo raccolti anch'egli nel Cremoneſe nuoui ſoldati,
ſe n'andò contra Piacentini dando il guaſto al loro Paeſe.
M ccxxxxv 1. Già era diuiſa la Città di Cremona per le fattioni, 8 perciò
diſcordando i Cittadini, & preualendo la parte Ghibellina, fù dall'Imperatore
l Federigo fatto Podeſtà Rinaldo de Machilone. L'iſteſſo Federigo perſeueran
| do in eſſer contumace, 8 rubello di Santa Chieſa, fù dal Sommo Pontefice nel
. la Città di Lione in Francia, doue ſi era ritirato, 8 haueua congregato il Con
l cilio, ſcommunicato, 3 priuato dell'Imperio, e perciò gli Elettori in ſuo luogo
i eleſſero Arrigo Duca di Turingia detta da Latini Caſuarij Populi.
Mccxxxxv 1r. Creſcendo tuttauia le fattioni ſi diuiſe di nuouola Città in
due parti, tenendoſi la Città vecchia dai Ghibellini fauoriti, & aderenti di Fe
derigo Imperatore ſciſmatico, 8 la Città nuoua della parte Guelfa, che teneua
l con Santa Chieſa; e perciò furono queſti da Innocentio IIII. Sommo Ponte
fice riceuuti ſotto la protettione della Sede Apoſtolica, come appare in vna ſua
Bolla, l'originale della quale ſi ſerbanell'Archiuio de Monaci Oliuetani in S.
Lorenzo, il cui tenore nella noſtra lingua è tale. Is No ce N 1 o Veſcouoſeruo
di ſerai di Dio, alli diletti figliuoli i Nobili Corrado de Caualcaboui, c Amato de
gli Amati, ſalue, c Apostolica benedittione. Perche (come habbiamo inteſo) voi
con tutti quelli de voiri Parentadi,c colle famiglie de Guazzoni, de Sommi, dei
Conti, d'oldoini, di Caſanoua, di Perſicani, d'oldroandi,de Mannari,de Piperari,
vs. de' Pinicioli, de Citroni, de'Capellani, de' Bottaci, cº alcuni de' Borghi, acceſi di
fi telo della fede, ci di diuotione, vi ſete deliberati di congiongerui, ci vmuru cer
pio affetto alla Santa Madre Chieſa, laſciata del tutto la Tirannide di Federigo già
Imperatore, nimico di Dio; c di Santa Chieſa, ci volendo noiperciò con ſpecial
gratia fauorir voi, ci li ſopranominati, con gli altri vostri aderenti; Per tenore di
queſte noſtre riceuiamo ſotto particolarprotettione della Santa Sede Apostolica, ci
noſtra, le vostre, ci le loro perſone con tutti quei beni che di preſente vi trouate, ci
nell'areuenire ragioneuolmente poſſedereti, ordinando, che perſempre tutte le pre
dette coſe reſtino integre, di quiete ſotto la protettione dell'iſteſa Santa Sede.
Non ſia per tanto lecito ad alcuno di opporſi con temerario ardire, è queſte noſtre
Lettere di protettione, cº- quelli che ciò tenteranno, ſiano certi, che ancorrerannº
nella indignatione dell'onnipotente Dio, c de ſuoi Santi Apoſtoli Pietro, 6 Paolo
Dae. in Lione alli x 1 1. di Genaro l'anno IIII. del noſtro Pontificato. Il Rè Arrigo
chiamato dalli fuoruſciti di Breſcia andò coll'Eſercito de Cremoneſi è Quin
zano ; e vi poſe l'aſſedio, ma inteſa la ribellione de'Parmegiani, ſe ne ritornº
incontamente
56 L I B R O
incontamente à Cremona oue era aſpettato dal Padre; Quiui conſultato il mo)
do di ricuperare quella Città, ſe ne andarono con l'Eſercito, é Carroccio de'
Cremoneſi à porui l'aſſedio, 8 per meglio ſtringerla fece Federigo nel luogo
ſteſſo degli alloggiamenti edificare vina Città, chiamandola vanaméteVittoria.
Mc cxxxxvi 1 1. Perſeuerando Federigo co Cremoneſi nell'aſſedio di
Parma, auucnnevn giorno (ſi come afferma Riccobaldo Hiſtorico Ferrareſe)
che eſſendo andato Federigo alla caccia d'vccelli, reſtò egli l'Vccellato, percio
che Gregorio di Montelongo Ferrareſe Veſcouo Tripolitano, 8 Legato Apoſ
tolico, il quale era entrato in Parma con groſſo ſoccorſo de Milaneſi, de quali
era Captano il Baſalupo, hauendo inteſo dalle ſpie l'abſenza di Federigo, 8 la
poca guardia che nella nuoua Città Vittoria ſi trouaua, riſpetto che gli Alema
ni vſcitiſine erano itidepredando ſin ſotto le mura di Parma, valendoſi dell'oc
caſione, fatte più ſquadre delle ſue genti vſcì di Parma, 8 attaccata la battaglia
con gli Alemani, i quali aſſaliti all'improuiſo, &(arriuando ancomolto per tem
ſoccorſo a Parmegiani da Colorni) tolti in mezo furono quaſi tutti veciſi,
fuggendoſene alcuni pochi, i quali cercando di ſaluarſi nella nuoua Città, furo
no ſeguiti da Parmegiani, che entrarono anch'eſſi dentro gli alloggiamenti, S&
quiuirinouando l'Vcciſione, fecero ſtrage grandiſſima degli Imperiali. Era
nella vanguardia dell'Eſercito Parmegiano, il Legato, e Filippo Vicedomini
Piacentino Podeſtà di Parma, con vna groſſa banda de'Genoueſi, queſti pene
trando ſino al padiglione di Federigo, veciſero Taddeo da Seſſa, che vi era alla
cuſtodia con vna Compagnia de Soldati, 8 ſacchegiarono la guardarobbalm
periale, piena di prccioſiſſimi arneſi, 8 nella quale era la Corona con gli altri
ornamenti Imperiali. Venne per ſorte la Corona nelle mani d'wn ſoldato Par
megiano, che per eſſere piccolo di ſtatura Curtopaſſo ſi chiamaua. Queſti i
ſuoi Cittadini la donò, da quali fu tenuta per molti anni. Furono fatti prigioni
più di due milla Cremoneſi. Reſtò anche il Carroccio in poteſtà de'nemici,
che à Parma lo conduſſero, e per memoria di queſta vittoria, vi fu tenuto mol:
to tempo. Rimaſonor:utti i carriaggi in preda ai vincitori, e fù attaccato il
fuoco alla nuoua Città Vittoria; La onde eſſendo viſto di lontano il gran fumo
da Federigo, s'auisò di quello era auuenuto, & arriuatogli poco dopo vn meſſo,
con la certezza di così gran rotta, ſe ne fuggì con gran fretta è Cremona, oue
raccolto in ſe ſteſſo, s'auisò che frà l'altre coſe hauea perſo anco il proprio ſu
gello, e perciò ne diede di ſubito auiſo à tutti gli amici, e ſuoi confederati, per
che non foſſe fatto loro qualche inganno. Ragunò anche di nuouo ſoldati Cre
moneſi appreſſo a quelli che erano auanzati nel conflitto, co quali a Parma ſe
ne ritornò, & ritrouato che i Parmegiani haueano poſto buon preſidio nella
4Città di Vittoria, gli diede l'aſſalto, & per forza la preſe, con veciſione grande
de'nimici; ne reſtarono anche molti prigioni, frà quali fà Bernardo de Roſſi,
Nobile, 8 potente Cittadino Parmegiano, già ſtato Podeſtà in Cremona -
E percioche
S E C O N D O. 57
E percioche egli era parente di Papa Innocentio, & era ſtato vino de principali
auttori della ribellione di Parma, gli fece Federigo tagliar la teſta, 8 gli altri è
Cremona furono condotti. Hebbero queſt'anno i Cremoneſi per Podeſtà Pace
Peſanigola nobile Bergamaſco; Gio. Buono Geroldi Archidiacono della Chie
ſa Maggiore di Cremona, eletto Veſcouo di detta Città fece fabricare è ſue,
ſpeſe la Chieſa del SS. dodeci Apoſtoli fuori della Città, dotandola d'aſſai buo,
na rendita. Habitano hora in eſſa i Frati Capuccini. -
queſto tempo, per memoria della ſopradetta vittoria, per eſſer quell'animale
inſegna del Parmegiani. E' durata queſta vſanza, è più toſto abuſo, ſino all'an
no M. p. L xxv, nel qual anno eſſendo venuto in Cremona Carlo Borromeo
Cardinale di Santa Chieſa, Arciueſcouo di Milano, e Viſitator Apoſtolico, per
far la viſita della Chieſa Cremoneſe, fù per riuerenza(mi credo) di tant'huomo
intermeſſa, 8 laſciata del tutto. Andò anche il Pallauicino co'Cremoneſi àRiuer
garo infauore del Popolo di Piacenza,il quale era ſolleuato contra i Nobili,che
in quel luogo s'erano ritirati.Queſto medeſimo anno Amato degli Amati, Gu
glielmo dell'iſteſſa famiglia,Oldroando degli Oldroandi, & Raimondo Perſico
con molti altri Nobili de Guazzoni, & de Ponzoni, furono reſtituiti nella ,
Patria, di donde s'erano partiti per eſſere della fattione Guelfa, che all'hora
nella Città era meno potente della Ghibellina, e giurarono fedeltà nelle mani
del Pallauicino à nome di Federigo Imperatore, il quale nel fine di queſt'anno
alli x 111. di Decembre ſe ne morì in vn Caſtello nella Puglia, detto Fiorenti
no, mentre da Foggia a Nocera (detta dai Latini Luceria) ſi trasferiua. Scri
uono alcuni che egli moriſſe impenitente, afferma nondimeno il Calco nella
ſua Hiſtoria di Milano, che veggendoſi Federigo preſſo al fine della vita,
fece chiamare a ſe l'Arciueſcouo Panormitano, 8 molti altri Prelati,
alla cui preſentia deteſtò publicamente i ſuoi errori, dando
grandiſſimi ſegni di vera penitenza, e comandò nel ſuo
teſtamento, che foſſe reſtituito a Santa Chieſa tutto
ciò ch'egli per adietro violentemente gli
haueua vſurpato.
- ee
sº se mi - - - - - l i - se nulla. -
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D E LL H I ST O R I A
DI CREMONA
D A N T O N I O C A M P O
- CAVALIERO, PITT o RE,
E T A Rc H IT E TT o cK E M o N E s E.
L I B R o T E R z o.
E ss1Ma coſa è veramente nelle Città la diſunione
de Cittadini, percioche qual mortifera peſtilenza
A può loro apportare maggior danno della diſcordia è
t/, Queſta non ſolamente le nobili, é illuſtri famiglie
ſi manda in ruina, ma eſterminando anche le potenti,
7" & famoſe Città, ad eſtrema perditione le conduce.
i Nevi è Principato, o Regno, tanto ſtabile, è tanto
i ben fondato, che ella non lo poſſa iſcrollare, 8 ſuel
i lere. Concioſia, che ſi come tutte le coſe ſi manten
i gono,8 accreſcono mediante la concordia, coſi tutte
- ancora mediante la diſcordia vanno in precipitio.
E perciò eſſendo interrogato Tireſia di Normandia da Africano, di donde pro
cedeſſe, che la Città di Soria (detta da Latini Numantia) la quale da principio
ineſpugnabile ſi moſtraua, foſſe ſtata dopò coſi facilmente preſa, e disfatta, gli
riſpoſe prudentemente, che l'Vnione apporta la vittoria, &la diſcordia parto
iſce la ruina. E Liguro che diede le leggi à Lacedemoni, ricercatovna ie
-d
T E R Z O, 6I
da ſuoi Cittadini del modo col quale haueſſero potuto reſiſtere a ſuoi nimici; fe
frà voi non ſarete diſcordi, gli diſſe. Da che ſi può facilmente conchiudere,
che poco gioua alle Città l'eſſere piene di Popolo, non vi ſi trouando l'unione,
ſenza la quale egli è impoſſibile che ſi poſſano conſeruare. Imperoche non può
eſſer più corpo quello da cui ſono diſgiunte le membra; E le membra diſunite
dal corpo non ſolo perdono le forze, ma reſtano ancopriuate della loro natura
le bellezza. Di che ci può ſeruire per eſſempio, quello che ſi legge di Ciro Rè
di Perſia, il quale ſdegnatoſi fuor di modo, perchevn ſuo Paggio ſi foſſe affoga
to nel paſſare dell'Eufrate,fece partir eſſo fiume in poco meno di trecento rami,
di modo che quel gran Torrente, il quale, mentre haueua l'acquevnite, ſi ren
deua formidabile à chiunque di valicarlo faceua meſtiere, dopò l'eſſer diuiſo in
tante parti, diuenne tale, che anco i piccioli fanciulli giuocando per ſcherzo lo
paſſauano. Ma ſenza andare cercando eſempi altroue, purtroppo chiara teſti
monianza ce ne fà la noſtra Italia, la quale di Donna,e Reina di tutto il Mondo,
dopò infiniti incendi, ſacchi, ſtragi, ſuuerſioni, e ruine, finalmente per la diſcor
dia de ſuoi figliuoli è diuenuta ſerua, &ancella. La Città di Cremona anch'eſſa
(per venire alla noſtra particolare intentione) per la diſunione, e difcordia patì
danni intolerabili, 8 vltimamente perdè la libertà, venendo in potere di Vber
to Pallauicino, il quale preſa cecaſione dalle controuerſie, le quali ogni dì più
s'andauano aumentando ne Cittadini diſuniti, e diuiſi in diuerſe fattioni de
Guelfi, de Ghibellini, de Capelletti, de Barbaraſi, & de Maltrauerſi, l'anno
Mcc 11, di Podeſtà ſe ne fece aſſoluto Signore, e Patrone, aiutandolo in ciò
i Ghibellini, i quali nella Città vecchia erano molto potenti.
L'anno ſopradetto Sozzo Viſtarino, Nobile, 8 de principali della Città di
Lodi, tenne alla guardia della ſua perſona vna Compagnia de Soldati Cremo
neſi, & eſſendo poi ſtata cacciata tutta la famiglia Viſtarina dal Popolo Lo
degiano, cercò Papa Innocentio di rimetterla, ma non volendo i Lodegianiac
cettare conditione alcuna di pace, ancorche molto loro foſſero offerte, dopò
l'eſſer ſtati interdetti, furono anche sforzati da Milaneſi, e Cremoneſi, i quali
vnitamente gli fecero guerra, ad accettare i Viſtarini nella Città. Nel fine
dell'iſteſſo anno il Marcheſe Pallauicino dimandato dal popolo di Piacenza
contra i Nobili fuoruſciti, andò con molti Cremoneſi all'aſſedio di Riuergaro,
doue i detti Nobili s'erano ritirati. Corrado IIII. eletto Imperatore, eſſendo
venuto in Italia, ſe ne venne à Cremona, oue fù con folenne pompa riceutito
Ancora che Vberto Pallauicino non ſia ſtato legitimo Signore di Cremona-,
nondimeno hauend'io da Sforza Marcheſe Pallauicino al preſente Generale
della Signoria di Venetia, hauuto la ſua effigie cauata davn ritrato,qual ſi ritro
ua dipinto è freſco nella Rocca di Cortemaggiore ſottovna loggia, non hò vo
luto laſciare di porla in queſto luogo. -
- i
-
- -
M cc 1 1 1.
Mcci 11. I Cremoneſi ch'erano intorno a Riuergaro, coſtrinſero i Nobili
Piacentini a renderſi,e fù quel Caſtello diſtrutto inſieme con alcune altre Terre
groſſe. Il Pallauicino non contento d'eſſerſi impatronito di Cremona,aſpiraua
anco à farſi patrone di Piacenza, e perciò diede aſſai che fare a Franceſco Pa
ueſe Podeſta di quella Città. Scriuono alcuni, frà quali è il Redenaſco, che
Boſſio Douara, & Azzolino dell'iſteſſa famiglia, hebbero il dominio di Cremo
na; e può eſſere che haueſſero tenuto il dominio di Città noua.
M cc L1 11. Vberto Pallauicino fù da Piacentini creato Podeſtà,ma º".
Q
r T E R Z o, 63
do le coſe di Cremona, laſciato in Piacenza ſuo Vice Podeſtà Guidone Scarſo,
Paueſe, quà ſe ne venne per accommodarle.
Mcc L 1v. Il Marcheſe Pallauicino dopò l'hauerraſſettate le coſe à modo
ſuo in Cremona, ſe ne ritornò è Piacenza, e fà per fauore de Ghibellini creato
perpetuo Gouernatore, 8 Signore di quella Città. - -
M cc Lv1 1 1. Scriue il Calco che'l Pallauicino a cui era reſtata ſe non Cre
mona, ricuperò queſt'anno il dominio di Piacenza, 8 di Pauia. Crema anch'eſ
ſa venne in potere del Pallauicino, e de Cremoneſi, per mezzo d'alcuni princi
pali Cremaſchi, i quali hauendo chiamati in aiuto i ſudetti Cremoneſi, ſi ſotto
poſero loro volontariamente, dopò l'hauer ſcacciati quelli della fattione con
traria. Leggeſi ciò in certa Cronica Latina de'fatti notabili ſeguiti nella Marca, -
& nella Lombardia, ſcritta à mano, & ſenza nome dell'Auttore, il quale credo
io però che ſia Orlandino da Padoua. Il Fino nondimeno nella ſua Hiſtoria di
Crema dice, ritrouarſi ne'libri vecchi del Monaſtero di S. Benedetto,che guer--
regiando i Cremoneſi co Milaneſi, Vbcrto Pallauicino per il mezzo di Boſſio
Douara, entrò nel meſe di Luglio in Crema con le genti Cremoneſe, 8: cinque
cento fanti della Marca, 8 pigliate le torri, e fortezze, coſtrinſe il Popolo
Cremaſco è giurargli vbbidienza, ma ciò poco importa; baſta che in queſto
tempo ella venne in poteſtà de'Cremoneſi. Aſpirauano Ezelino da Romano,
Vberto Pallauicino, & Boſſio Douara potente, 8 nobiliſſimo Cittadino Cremo
neſe, alla occupatione di tutta la Lombardia; E perciò haueuano fra di loro
ſtabilito quaſi vn nuouo Triumuirato. Et perche penſauano, che potendo oc
cupare la Città di Breſcia, foſſe loro poi ſtato ageuole ºsses" "
- - i queſti
64 L I B R O
di queſta Prouincia, perciò riuolſero tutti i ſuoi penſieri contra quella Città.
Il Pallauicino dunque, 8 il Douara, hauendo poſto inſieme del meſe d'Agoſto
vn potente Eſercito, ſe ne paſſarono incontanente l'Ollio, e preſero alcune ca
ſtella. Se gli fecero incontra animoſamente da principio i Breſciani, con cui
erano i Mantouani, & i fuoruſciti di Verona; ma non ſi toſto hebbero veduto
l'Eſercito Cremoneſe, congionto con quello di Ezelino, che ſpauentati per il
numero grande denimici, voltando le ſpalle ſenza pur trar l'arme, ſi poſero in
fuga. Fù il numero de prigioni infinito, frà quali reſtarono anco preſi, Filippo
Fontana Nobile Ferrareſe, Arciueſcouo di Rauenna, & Legato Apoſtolico,
Beaquino Cumino Eletto di Verona,3 il Podeſtà di Mantoua,i quali furono ci
dottià Cremona.Dopò queſta vittoria la Città di Breſcia venne di ſubito nelle
mani d'Ezelino,del Pallauicino, & del Douara, i quali métre che ſenza alcun ſoſ
petto ſe ne ſtauano in quella Città, il perfidiſſimo Ezelino, a cui né piaceua l'ha
uer compagni nella Signoria, ſapendo molto bene, il Pallauicino per le gradiſſi
me ricchezze,eſſere aſſai più potente delPouara,tiratolo vn giorno di diſparte,
& d'vno in altro ragionaméto entrando finalmente gli diſſe:Se forſe in Cremo
aà foſſe ſtato alcuno, che à ſuoi diſegni ſi foſſe potuto oppore, à cui il Pallauici
no accennando al Douara,non alcun'altro gli riſpoſe che coſtui; E perche dun
que(gli replicò il ſcelerato) non cerchi di aſſicurarti nella Signoria, leuandoti
dauanti coſi grand'Emulo? Ma ſoggiongendo il Marcheſe Vberto, non eſſerne
all'hora il tempo, egli che pieno di mal talento era, e per ogni modo volcuare
ſtare ſolo nel Dominio di quella Città, tentò ſe forſe ſotto coperta di volere
lonorare Boſſio, le foſſe venuto fatto, di leuarſelo d'appreſſo: La onde comin
ciando a fargli carezze ſtraordinarie, vn giorno con parole humaniſſime lo pre
gò à volere accettare il gouerno di Verona, con titolo di Podeſtà. Ma il Do
uara che huomo accorto era, 8 già non poca ſoſpitione haueua preſo, per le
;arezze inuſitate, rifiutò quella dignità, ancora che honoreuoliſſima foſſe, 8 da
di in poi le comparue ſempre dauanti armato, è accompagnato da vna ſchie
ra di valoroſi giouani Cremoneſi. Inoltre fece con bel modo conoſcere al Pal
lauicino il pericolo grande in che ſi trouauano amendue, e replicando ſouente,
uel verſo, che già diſſe Polidoro al Troiano Enea, Heufuge crudeles terras,
age littusauarum. Lo conſigliò a volerſi ritirare ſeco inſieme à Cremona.
Accettò il Pallauicino il concilio fidele dell'amico; Si partirono dunque di
Breſcia laſciandola alla ſola poteſtà dell'empio Ezelino, e poſcia che furono ar
riuati à Cremona, riandando nell'animo le offeſe riceuute, & gli inganni, e fro
di tramate loro contra da quel ribaldo, s'acceſero contra di lui d'odio immorta
le, non penſando ad altro ſe non à farne giuſta vendetta,
Mcc 11x. Hormai il crudeliſſimo Ezelino, a Dio, 8 à gli huomini per la ſua
fiera maluagità,era fatto odioſo.Il Sommo Pontefice che all'hora eraAleſsadro
lIII, di queſto nome, con gli interdetti, 8 Eccleſiaſtiche cenſure, l'haueua
ſeparato
T E R Z O. 65
feparato dal grege de fideli,nominandolo anche particolarmente come empio,
e ſcelerato, in quella ſacroſanta Bolla della Cena del Signore, che ogni anno ſo.
gliono publicare i Sommi Pontefici nel Giouedì Santo. In oltre mandò quel
Santo Ponteficevn nuouoLegato in queſte parti. Finalmente tutte le Città della
Lombardia,3 della Marca Triuigiana fecero lega inſieme contra quel fiero mo
ſtro di Natura. Si conchiuſe anco principalmente per opera del Douara pace frà
Milaneſi, e Cremoneſi. Serbaſi nel noſtro Archiuio publico il contratto della
confederatione fatta frà Vberto Marcheſe Pallauicino, Boſſio Douara, &la.
Communità di Cremona davna parte, 8 Azzone Marcheſe di Eſte, 8 d'An
cona, Lodouico Conte di Verona, 8 le Città di Mantoua, di Ferrara, 8 di Pa
doua dall'altra parte. Il contenuto di queſta Lega haueua io ridotto in breue
Sommario volgare, percioche parendomi la ſcrittura de Capitolivn poco lon
ga, mi era nato dubio, ch'ella forſe haut.ſſe potuto apportare qualche noia è i
Lettori. Nondimeno conſiderando poi meglio che in eſſa molte coſe ſono, le
quali apportaranno (mi credo) non poco piacere à chi dell'antichità ſi diletta,
non hò voluto laſciare di regiſtrarla in queſto luogo, è dunque tale. Hac eſº
forma ſocietatis, amicitia, ci vnionisfaciende, e firmande, ci ineunale inter Ill.
virum D. Vbertum Marchionem Palauicinum, Dominum, e Poteſtatem Cremone,
c Egregium virum D. Boſium de Douaria,c Commune Cremona,ſcilicet parten
Barbaraſorum que modo eit Commune Cremone, ci regit Cremonam, proſe, ci om
nibus amicis eorum, ci diafi Communis Cremone, ex vna parte, e Ill virum D.
ARomem Dei, c Apestolica gratia Eſtenſem, c Ancona Marchionem, di Mag. vi
rum D. Ludouicum Comitem Verone, c Communia Mantua, Ferrariae, c Padua,
ſcilicet partem ipſorum DD. Marchionis, c Comitis, c que nunc regunt ipſas Ci
uitates, c Communia, proſe, ci omnibus eorum D.D. c di forum Communium
amicis ex altera: ad honorem, ci reuerentiam Omnipotentis Dei, o glorioſe Virgi
mis Marie, ci ad honorem, ci augmentum, ci exaltationem predtéforum DD. ci
Communium di farum,Ciuitatum, ci defenſionem, c bonum itatum omnium ami
corum predictorum DD. & Communium Ciuitatum predicfarum. In primis vi
delicet quod DD. Marchio Eſtenſis, c Comes Verona, & Communia Mantua, Fer
rarie, o Padua habeant ſemper, teneant, c foueant Excellentiſſimum D. Man
fredum Regem Sicilie, in amicum, ci dent operam quod dictus D. Rex ad concor
diam reducatur cum Eccleſia. Item quod parentela fant, interpredictum D.Mar
chionum Estenſem,ci D. Marchionem Pelauicinum, predictum, c D. Boſium de
Douaria, ci etiam inter Ciuitates Mantua, di Cremona, ci alios qui fu rint in
concordia, ſuper quibus parentelisfaciendis itatim, ci continuo procedatur; Item
quod inter ipſum D. Vbertum Marchionem Pelauicinum, ci dictum D Boſi um, cº
Commune Cremone ex vna parte, ci D. Marchionem Eſtenſem, Ludouicia Coni
tem Verone, c Communia Ferrari e, Mantua, ci Padue, ex altera, proſe, ci alus
amici veri ſque parti, in Lombardia, Tuſcia, c Marchia Triuixiana l ci ſpe
ci Altl tr ,
66 L I B R O
T E R Z O. 69
Ferrarie , et Paduæ, demt operam totis viribus, bomaffae, effimefraude per/?, es
faos Numtio*, et Amba/éiatores eorum,cum requifitifuerimt per ip/ùm D. Marchio.
mem Pelauicimum, et commune Cremomæ, quod ipß, et commume Cremome, et om.
mes, et finguli ciuitatis , et Epiféopatus Cremom.e, tàm Laici, quàm Clerici, cuiu/
cumque eomditiomis, et digmitatis, exhumamtur, extrahamtur, et ab/oluamtur ab
ommibus, et fingulis excommunicatiomibus, et imterdiáis, et depofitiombur, et ir
regularitatibus, etfemtemtjs comtra eos faâis, vel latis, feu illatis per Sedem Apo
folicam, feu per Legatos gemeralcs , vel/petiales Sedis Apoßolicæ;/?aper aliquam
Ecclefiajitcam perfomam,e? quod im tffum ßatum reffituamtur ex integro per Scdem
Apoííolicam, et im gratiam ipfius Sedis Apoßolice reducamtur, et quod ommes immu
rie, et offemfomes, et excommumicatiomes faife, et damma illata pcr ipßs DD. Mar
chiomem Pelauicimum, Bojium de Douaria, et commume Cremom e,/eu per aliquam
fingularem per/omam ciuitatis , vel diffrtáfus Cremom.e , alicui Eccle/ie, vel Ecclc
faffice perfòme , vel alicui alj occafiome prgfemti* guerre per Sedem Apoßolicam ,
mulio dato, liberè remittamtur: Et quod ele&iome.r , /eu promiffiomes /uper ele£fio
mibus faéìis per Capitulum Cremomæ, et alias Eccl. /?a/?tca ;per/ìmas, feu Capitula
comfirmätur per Sedem Apoßolicam; et quod littere impetrate à Sede Apoßolica,/?*
eius Legatis fuper aliqua Eccle/ìa , /eu bemefitio Cremovem/* Diæce/ r caffemtur,
et irritemtur, ad volumtatem diéfi D. Marcbiomis pelauicimi , et D. Boßj, et com
m umis Cremowg, et partis Barbara/orum. Item quod Ezerimus de Romamo, et Al
£ericus, et fui hæredes, et/aifautores excludamtür quod mumquam poffint recipi ad
hame /ocietatem. Item quod ommibus amicis prediãforum Did.et commumium,qui
recipiemtur ad hanc/ocietatem qui voluerimt dicere /e habere ia* im aliquibus po^
feffìomibur.feu iuribus per aliquos alicuius partis detewtis, quod fiat ratio per arbi
tros communiter eleäos. Item quodfruges dimittamtur per D.Marchiomem Effen
fém, et commume Ferrarie, DD. Henrico, et Swximello de Rambertis, et Iacobo de
Gomtardi r, et aljs de domibus eorum, et/uis homjmibus, et Vaffallis, ipßs valenti
bus ;tare im Cremoma, et Cremomeae/î, et mem vemiemdo im Mamtuam, vel Mawtw4
mam, vel im Ferrariam, vel di#riéfum himc advmum ammum, et ab iwde recipiam
uurim ciuitate Ferrarie/per/uis poffeffiomibus,cum/ecuritate paremtele,et iura
mátorä:ad hoc vt ßmt amici,et fideles D.Marchiomis Efex/îs,et cómmemis Ferrariæ,
habemdo Numtior/wor/àcietate iurata im Ferraria, et diffriôfae, qui colligant fra
ge* /ua*, et procuremt eorum megotia, Item quod prgdiâa/ocietas, et omnia, e*
Jimgwla qug im ea commimemtur perpetuo rata, et firmìa permameamt, et inuiolabiliter
debeamt obferuarj ; Et quod mom petatur, mec accipiatur aliqua abßlutio/ea licem
tia/ per prediêfis, vel aliqua eorum, à D. Papa, vel Imperatore , fèu aliqua ali4
per/oma , qae comceffionemj, vel ab/olutiomenw poffe, facere / per pradiät* ; Et %
comceßa, vel data fuerit ; rom valeat, wec recepiatur ; Et ctiam ß datafuerit, mi.
hilomimus atäe partes adprediáa omnia, et fimgula temeamtur, et/e teneantgi
ajfriêfe per hoc /acramemtäm , pro quibus omnibus prediáis attemdendi*, 7, fèr*
- ·4 #4?415,
7o L I B R O
.
è
T E R Z O, 73
Noniſtette guari dopò queſta vittoria la Città di Breſcia a venire nelle mani
di Vberto Pallauicino, il quale non sì toſto l'hebbe, che incominciò anch'egli è
perſeguitare quelli che con Santa Chieſa erano confederati, e perciò ancora
che dal Sommo Pontefice foſſe più volte ricercato è voler rilaſciare il Legato
Apoſtolico,non vollevbbidire, e perciò fa con le cenſure Eccleſiaſtiche di nuo
uo interdetto. Et il Legato corrotte le guardie finalmente ſe ne fuggi. Il Beato
Rolando Cremoneſe Frate dell'Ordine di S. Domenico queſt'anno eſſendo nel
la Città di Bologna carco d'anni, e di meriti, ſe n'andò à miglior vita. Scriue il
P. F. Serafino Razzi, che eſſendo il Beato Rolando ammalato dell'wltima ſua in
firmità, il Lettore del Contenuto vidde in viſione il P. S. Domenico, che in vn
libretto ſcriueua à lettere d'oro queſti trè caratteri R. R. L & gli pareua oltre
ciò d'eſſere inſieme con Frate Rolando in vna camera ornatiſſima:S: pochi gior
ni dopò morirono il Beato Rolando ſopradetto, col Bcato Ridolfo da Faenza,
3 il Beato Lamberto Bologneſe, da che egli inteſe quello che le trè lettere d'o-
rovoleuano ſignificare. - - -
-
78 L I B R O.
Mcclx v1 1 1. Corradino Sueuo Nipote di Corrado Imperatore eſſendo
chiamato da Ghibellini contra i Guelfi, andando da Verona a Pauia paſsò per
il Cremoneſe con grandiſſimo Eſercito de Tedeſchi, accompagnandoſi ſeco
vna moltitudine infinita de Ghibellini. Fù Podeſtà della noſtra Città per ſei
meſi Rocco della Torre Milaneſe. . . . . . si -
, Mcc L xix Vberto Pallauicino hauendo perſo la Signoria delle principali
Città della Lombardia, infelicemente morì in Siſaligo ſuo caſtello, nel quale era
aſſediato da Parmegiani,e Piacentini. Hebbe la Podeſtaria di Cremona per ſei
meſi Guglielmo Riuola nobile Bergamaſco, ſotto il cui Reggimento la Rocca
di Boffio da Douara venne in poteſtà de Cremoneſi Guelfi, i quali all'hora do
minauano nella Città, 3 ciò fù alli xxiv. di Luglio. Succedette al Riuola
Adengerio degli Enzoli di Parma per gli altri ſei meſi, è ſotto il gouerno di
queſto i Cremoneſi vnitico Milaneſi diedero il guaſto al Lodegiano, 8 è d'au,
uertire che incominciauano l'anno del meſe di Marzo. Fùanco queſt'anno ſpia
nato il caſtello di Mozzanica, che è ne confini frà Cremoneſi, e Bargamaſchi,
er eſſer ſtati condennati gli habitatori dal ſanto Officio, come heretici pertina
ci; Et Egidio Conte di Cortenoua, e Signore di detto caſtello, humiliandoſi,
& promettendo di vbbidire à quanto gli foſſe ſtato impoſto per penitenza, fu
riceuuto in gratia,
Mccl xx. Boſsio Douara co'Ghibellini Cremoneſi fuoruſciti, andò in fauo
re di Napoleone della Torre, da altri chiamato Napo, contra i Lodegiani ſuoi
nimici; ma eſſendo poi ſeguita fra di loro pace, fù commandato al Douara, 8 è
ſuoi ſeguaci, che frà il termine di ſei giorni s'haueſſero a partire del territorio di
Lodi. Fù Podeſtà di Cremona Giouanni Confaloniero nobile Piacentino, ſotto
il cui Reggimento fù da Guelfi poſto l'aſſedio alla Mancaſturma caſtello lonta
no otto miglia da Cremona, oue fù fatta veciſione grandiſsima de Cremoneſi,
coſi di quelli che vi erano dentro, come di quelli di fuori. Liguro Sommo Cit
tadino nobiliſsimo noſtro, fù Podeſtà di Piacenza. Incominciarono i Cremo
neſi queſt'anno del meſe di Nouembre à creare i Capitani del Popolo. -
Mccl xxi. Eſſendo Podeſtà della noſtra Città Iacopino Rangone nobiliſ
ſimo Cittadino Modoneſe, alli xxiv. di Maggio fu preſa, e diſtrutta la Manca
ſturma. Filippo Rè di Francia figliuolo di Lodouico Santo, in queſto tempo
eſſendogli morto il Padre in Africa, doue ſi trouò anch'eſſo, ritornando d'Afri
ca venne à Cremona, e viſtette molti giorni;e fu anco incontrato quiui da Fran
ceſco della Torre accompagnato da vintiquattro gentil'huomini de principali
di Milano. Eſſendoſi fabricato certo portico dirimpetto della Chieſa di Sant'
Agata, contra la volontà del Preuoſto, e Canonici d'eſſa Chieſa,il Legato Apo
ſtolico che era in Piacenza, ſcriſſe à i Conſoli, e vicini di quella Parochia alcune
Lettere del ſeguente tenore. Vicedominusſola Dei miſeratione Aquenſis Archie
piſcopus, Apºſtolicae Sedis Legatas. Nobilibus, c diſcretis Viris Conſalibas, c
- - “L'i C1/2 l J'
v
T E R : Z O. 79
vicinis vniverſi, Paroehie Eccleſie S. Agath e ad Romanam Eccleſiam nullo media
pertinenti, ſalutem in Domino. Ex parte Religioſorum, o diſcretorum virorum
Prepoſiti,c Canonicorum Eccleſie S. Agatha Parochie vetra nobis eſt conqueren,
domonſtratem quodvos in ſolo ipſius Eccleſie eis renitentibus, o per denuntiatio,
nem noui operis reclamantibus quandam porticum erexiſts,in eorum preiaditium,
ci gravamen; Cum ita4 ex offici noſtri debito teneamur Eccleſias, d iura Eccles
ſiaſtica, totis conattbus defenſare. Diſcretioni veſtre quafungimur auctoritate
mandamus quatenus porticum ipſam totaliteramouentes ab inferendis ipſi Eccleº
ſe, ae perſonis iniurijs, di moleſti/s adeò pacificè deſtatis, quod non oporteat, quod
contravos propterea procedamus, qui predittis Eccleſie, di perſonis in ſua deeſe
iuſtitia ſalua conſcientia non poſſemus. Dat. Placentie x. kal. Decembris, Pon
tificatus D. Gregorij Pape X. annoprimo. Queſte Lettere non operarono però
coſa alcuna,anzi queſto portico viſtette ſino all'anno MD vir, nel quale anno fà
poi lcuato d'ordine di Paolo Emiliano Podeſtà,8 di Paolo Capello Capitano,
i quali all'hora gouernauauo la noſtra Città a nome della Signoria di Venetia a
Tutto ciò ho io cauato dalle ſcritture, che nell'Archiuio di detta Chieſa ſi ſere
bano. Teneuano Crema(ſecondo che riferiſce Triſtano Calco)in queſti iſteſsi
tempi, alcuni noſtri Cittadini i quali haueuano certi oblighi verſo la Patria, ma
non volendo oſſeruargli, fu loro moſſo guerra dalla noſtra Città, preſtandogli
aiuto Franceſco della Torre co Milaneſi, 8 i Mantouani, i Veroneſi, i Piacene
tini, &i Breſciani; gli mandò anche Carlo d'Angiò ſettecento caualli. Con
queſti aiuti dunque i Cremoneſi poſero l'aſſedio a Crema, che durò dal meſe di
Giugno ſino al Settembre, ſeguendo dopò l'eſſerſi reſi quelli che dentro Crema
erano, vna tranquilla pace, che fù con diuerſe parentele confirmata. i
I Cremoneſi della fattione Guelfa diedero aiuto è quelli della Torre contra Ot
tone,8 gli altri Viſconti, co quali era poi Boſsio Douara della fattione Ghibel
lina,il quale diede aſſai che fare ai detti Torriani. Il Beato Faccio Veroneſe di
cui auanti s'è fatta mentione,reſe queſt'anno lo ſpirito al Signore alli xv 1, 1 di
Cenaro, nel qual giorno ſi celebra nella noſtra Città la ſua feſta, 8 l'iſteſſo diſi
predica in ſua memoria nella Chieſa Maggiore, doue è ſepolto il ſuo corpo,
doperò il Signore di molti miracoli per mezo di queſto Beato, i quali longo ſa
rebbe à volergli narrare in queſto luogo, potrebbeſi forſivn giorno publicare la
ſua vita, e coſi ſodisfare è chi è deſideroſo di ſaper le ſante operationi fatte dal
detto Beato, mentre che viſſe, 8 i miracoli ſeguiti dopò la ſua glorioſa morte.
Mcc1 xxx1. I Cremoneſi, 8 i Parmegiani, volendo ſcancellare la memo
ria delle ingiurie fattiſi ne'tempi paſſati, ſi reſtituirono i Carrocci, che già s'ha
ueuano tolti; E così conduſſero i Cremoneſi a caſa con grandiſſimo giubilo, e
trionfo il loro Carroccio con lo ſtendardo; ne minor feſta fecero i Parmegiani
nel condurre il loro a Parma. Stabilirono ancotrà eſſivna ſtrettiſſima confede
ratione, nella quale entrarono ancoi Modoneſi, 8 i Reggiani, 8 il Marcheſe
d'Eſte; Fù principalmente conchiuſo in queſta lega, che s'haueſſero d'aiutare
i Lodegiani ch'erano moleſtati da Milaneſi, che fauoriuano le parte de Viſcon
ti, de'quali era Capitano il Marcheſe di Monferrato. E così poſto all'ordine
aſſai potente Efſercito ſi riduſſero è Picighitone; ma ritrouandoſi il Marcheſe di
Monferrato a Milano, anche i Cremoneſi co'ſuoi confederati ſe ne ritornarono
à caſa. Boſſio Douara, & Gabrino di Monza, i quali erano anch'eſſi della fat
tione del Viſconte, entrarono in Crema con quattrocento Soldati a cauallo, &
altretantià piedi, eſſendo fuggiti i Guelfi. - -
dagl'iſteſſi noſtri Cittadini, i quali cſſendo ſtati fuoruſciti, per eſſer della fattio
ne Ghibellina, cercauano con ogni crudele maniera di vendicarſi delle riceuute
ingiurie; Era dunque la noſtta Città piena di miſerie, rubauano egualmente i
Tedeſchi, e gli Italiani, non ſi vdiua altro che violenze, veciſioni, rapine, 8:
eſtorſioni, 8 i più ricchi erano fatti rei, e gli veniuano confiſcati i beni. Vlti
mamente l'Imperatore alli x. di Maggio ſe ne venne la mattina nel Palagio pu
blico, & poſtoſi à ſedere ſopra il poggiolo che riſponde verſo la Piazza grande,
fece publicarevna ſeueriſſima ſentenza, nella quale condannò i Cremoneſia pa
gare centomila fiorini d'oro, confiſcò le rendite del publico,ordino che le mu
ra, & i borghi della Città foſſero del tutto ruinate, e foſſero ſpianate le foſſe.
Purono accettate sì dure conditioni, & giurata l'oſſeruatione d'eſſe da Federigo
Artezaga, Sindico del commune di Cremona, di cui reſtò il gouerno alla fattio
ne de Ghibellini, fauorita,3 eſaltata dall'Imperatore, il quale laſciato quiuivn
ſuo Vicario ſe ne partì. All'hora i Guelfi vedendoſi si malamente trattare, fe.
cero anch'eſſivna confederatione, 8 chiamarono in loro aiuto Roberto Rè di
Puglia; Entrarono in queſta Lega tutte le Città di Romagna, 8 di Toſcana, e
furono delle principali, Fiorenza, Luca, e Siena, e di quelle di Lombardia, Bo
logna, Reggio, 8 Parma, ſignoreggiata all'hora da Giberto di Correggio,vien
trarono anche i Torriani, 8 i Caualcabò col reſtante de'fuoruſciti Milaneſi, 8
Cremoneſi. Queſtivniti tutti inſieme dopò l'eſſerſi impadroniti del ponte di
Doſſolo ſopra il Pò, preſero anche Caſalmaggiore, ſcacciatine i Ghibellini.
Mcc cx 1 1. Hauendo inteſo Guglielmo Caualcabò, che Giouanni Caſti
glione Podeſtà di Cremona a nome dell'Imperatore, ſe n'era andato con la mi
f" Pozzobaronzo, luogo ſul Cremoneſe, nel quale erano i Guelfi, valendoſi
dell'occaſione ſe ne venne con preſtezza mirabile à Cremona, 8 entrato nella
4Città per la Porta della Moſa, arriuò ſenza contraſto ſino alla Piazza, oue ſe gli
fecero incontra Galeazzo Viſconte, 8 Manfredino Pallauicino, ma non poten
do ſoſtenere l'impeto de Soldati del Caualcabò, non ſenza molta veciſione de'
Ghibellini, fra quali fu ammazzato Giacomo Redcnaſco, ſi poſero in fuga, e ſi
ſaluò Galeazzo in Crema. Non molto dopò dubitandoſi in Cremona di ſolle
uamento, Giberto di Correggio ſe ne venne da Parma quiui, oue fù riceuuto
con ſegni di grandiſſima allegrezza, 8 dopò l'haueracquetate con molta pru
dentiale controuerſie, ſtabilì il Caualcabò nella Signoria d'eſſa Città, facendo
ne Podeſtà Quirico Sanuitale ſuo genero. Non andò molto che i Soncinaſchi
hauendo anch'eſſi ſcacciato il Gouernatore Imperiale, ſi diedero al Caualcabò,
il quale temendo che vi ſi accampaſſero inimici, colà ſe n'andò ſubito con Ven
turino Benzonc capo de' Guelfi Cremaſchi, 8 con Venturino Fondulo de prin
cipali di Soncino. Ma hauendo i Barbuoi anch'eſſi Soncinaſchi di fattione con
traria, fatto ſapere ciò all'Imperatore; egli donò Soncino al Conte Guarnero
d'Ombergo, è d'Iſpruch ( come lo chiamano altri) ſuo Generale in tutta -
- - Lombardia;
-
T E R Z O. 89
M ccc x 111. Paſſarino della Torre hebbe il gouerno di Cremona con titolo
di Vicario di Roberto Rè di Puglia. Arrigo VII. nimiciſſimo della fattione ,
Guelfa ſe ne morì alli xxiv. d'Agoſto a Buonconucnto luogo diſcoſto da Siena
dodeci miglia. E perche in alcune Croniche della noſtra Città ſcritte a penna,
ſi ritroua che egli morì di veleno datogli da vn Padre dell'Ordine di S. Dome
nico. Io non voglio tacere, che ciò eſſer falſo dimoſtra con argomenti chiari
Frate Serafino Razzi, nel Libro delle vite de Santi, e Beati dell'Ordlne de'Pre
dicatori, doue deſcriue la vita del Beato Giacopo Venetiano. -
Mcc cxv 1. Ponzino Ponzone, e tutti gli aderenti ſuoi, hauendo fatto Lega
con Cane della Scala Signore di Verona, 8 con Paſſarino Buonacoſſi Signore
di Mantoua, ſe ne vennero a Cremona, e del meſe d'Agoſto gli poſero l'aſſedio,
ma furono dal valore di quelli di dentro ributtati; fecero nondimeno di molti
danni nel territorio. Seguì non molto dopò la pace, è più toſto apparenza di
pace, fra quelli ch'erano nella Città, 8 i fuoruſciti, e fu di commune conſenſo
deputato al gouerno della Città Egidiolo Piperaro,con titolo d'Abbate del Po
polo, e così ritornò nella Città il Ponzone con tutti i ſuoi partegiani.
M c cc xv I 1 -
T E R Z O. 9I
M cc cxv 11. Alli xv1. di Maggio ſileuò tutta la Città in arme, per opera
di Giacopo, & di Luigi ci , & di Gregorio Sommo, & altri ſuoi parte
giani della fattione Guelfa, co quali erano anco i Bruſati Signori di Breſcia,con
tutti i loro ſeguaci; queſti entrati nella Piazza grande di Cremona ammazzaro
no Egidiolo Piperaro, il quale era aſceſo ſopra l'arengherio per acquetare il tu
multo, furono etiandio ammazzati Lionardo, e Baldaſſare detto Baccanino,
amendue di Picenardi, nonoſtante che Lionardo foſſe cognato di Luigi Caual
cabò; vcciſero anco Gritio di Pedecani, Giouanni Malombra, & Egidiolo de
li Alemanni, con infiniti altri nobili, 8 popolari della fattione Ghibellina, la
quale fù ſcacciata affatto della Città, fuggendoſene il Ponzone, con alcuni altri
de principali Cittadini, che con lui teneuano. Fù il ſudetto Ponzone riceuuto
in Soncino da Filippone Barbuò, & ottenne anche poco dopò Caſtellione, e
furono ſcacciati di quei luoghi tutti i Guelfi. Haueua il Ponzone (che prima
teneua la parte Guelfa) ſuſcitato vna nuoua fattione, che ſi chiamaua de'Mal
trauerſi, di cui egli era capo, 3 in poco tempo s'impadronì di quaſi tutto il Cre
moneſe, hauendo preſo oltre li ſudetti dui caſtelli, anco Bordolano,Giouenalta,
Caſtelnouo bocca d'Adda, Piadena, Gazzo, con molti altri luoghi. Finalmen
vete eſſendoſi vniti inſieme i Ghibellini, 8 i Maltrauerſi, è fatto lor capo il ſudet
to Ponzino, ſi riſtrinſero di nuouo in Lega con Cane della Scala Signore di
Verona, con Paſſarino Buonacoſſi Signor di Mantoua, e con Matteo Viſconte
Vicario generale di Milano; Vennero dunque in aiuto de Ghibellini, e Mal
trauerſi, contra i Guelfi che nella noſtra Città erano; Cane, e Paſſarino con le
loro genti, 8 Matteo gli mandò Luchino ſuo figliuolo con la caualleria, 8 fan
teria Milaneſe, con cui erano alcune compagnie de'Paueſi, de Piacentini, de'
Parmegiani, de Bergamaſchi, de Comaſchi, de Nouareſi, de Vercelleſi, de'
Cremaſchi, 8 del Monferrato; vniteſi inſieme queſte genti s'accamparono alli
xxv 1 1 r. di Settembre in Mercordi attorno a Cremona, piantando i loro allog
giamenti in diuerſi luoghi; I Mantouani, i Veroneſi, 8 i Parmegiani ſi poſero
dietro la Moſa, 8 nel Borgo di S. Creato. Luchino co Milaneſi, Bergamaſchi,
& quelli di Crema, di Lodi, di Nouara, di Vercelli, e Monferrato ſi fermarono
dietro il Nauiglio, diſtendendoſi a S. Cataldo, a S. Stefano, a S. Zeno, 8 a S.
Franceſco. I Paueſi, &i Piacentini, erano longo la ripa del Pò diuerſo la Ga
bella del ponte di detto fiume; & i fuoruſciti Cremoneſi s'accomodarono ap
reſſo la Pupia ne'caſamenti della Reſurrettione, & del Ceppo. Stettero que
ſte genti all'aſſedio di Cremona per ſpatio di xxv 11. giorni ſenza far coſa al
cuna di momento, ſe non che andauano depredando il territorio, 8 ruinando i
luoghi de Guelfi. Fù all'hora abbruſciata la Terra di Longardore, da Ghilino
Diuiciolo, & Morino, e fratelli di Natali; Haueuano quelli di dentro, cinque,
ò ſei giorni prima che arriuaſſe l'Eſercito nimico ruinati i Borghi di S. Ambro
ſio, di S. Guglielmo, 8 della Moſetta; Haueuano oltre di ciò auclenati tutti i
pozzi de Borghi della Città. M 2 Mcccxviu.
92 L I B R O
M cc cxvi 11. Alli 1x. d'Aprile, nel far del giorno il Ponzone hauendo rot
tele mura dirimpetto alla Chieſa di S. Baſſiano,ſe n'entrò co Ghibellini,e Mal |
trauerſi in eſſa Città, 8 arriuarono ſino alla Piazza ſenza eſſere punto ſentiti;
La onde i Guelfi sbigottiti ſe ne fuggirono, 8 con loro Giacopo Caualcabo, &
Gregorio Sommo. Haueua Giacopo il ſuo Palagio appreſſo la Chieſa di S.
Ilario, oue fece anche fabricare vina Capella di cui a ſuo luogo ſi dirà. Vedeſi
in detto luogo dipinta a freſco l'effigie naturale del detto Giacopo, poſto in gi
nocchione, Szio haucua diſegnato di porla in queſto luogo, ma non l'hò potuta
hauere à tempo dal macſtro che l'haueua da intagliare in rame. Il Ponzone,
queſt'iſteſs'anno alli x1 1 1. di Luglio in Giouedì fù gridato Signor di Cremona
da i Ghibellini, e Maltrauerſi, e la Domenica ſeguente fù di nuouo gridato Si
gnore, & condotto nelle caſe della Mercantia di eſſa Città. Nell'iſteſſo tempo
i partegiani de'Caualcabò preſero Robecco; Andarono etiandio è Olmeneta
luogo diſtante da Cremona otto miglia, & ruinarono certa Torre de Zucchelli
nella quale era Nicolò Borgo con alcuni altri della fattione del Ponzone,il qua
le inteſa la perdita de' ſuoi amici ſe n'andò con molti ſoldati in detto luogo, e
fece molta ſtrage delle genti del Caualcabò.
Mc ccx1x. Alli xx1 1 1. di Nouembre, Giberto Correggio Capitano gene
rale della Lega Guelfa, che ſi chiamaua di Toſcana, inſieme co Caualcabò, e
tutti quelli della loro fattione rotte le mura della Città doue già era vna porta
che ſi chiamaua di S. Croce, 8 hora vi è il Caſtello, entrarono di naſcoſto in eſſa
Città, e per forza d'armi ſcacciarono i Ghibellini, 8 Ponzino Ponzone con la
Lega de'Guelfi Maltrauerſi.
M cc cxx1. Il Ponzone, 8 Galeazzo Viſconte figliuolo di Matteo,S.Signor
di Piacenza, con la fattione Ghibellina entrarono per forza d'arme in Cremo
na, e ne ſcacciarono i Caualcabò con tutti i Guelfi loro partegiani. Fù poſcia in
nome del ſudetto Galeazzo mandato vin bando, che foſſe lecito ad ogn'vno di
qual ſi voleſſe fattione, habitare nella Città di Cremona, eccettuati però i Ca
ualcabò,3 certi altri Cittadini ſoſpetti d'hauer tenuto vn trattato contra del ſu
detto Galeazzo, e ſuoi partegiani.
M cc cxx1v. Alberto Scotto Piacentino capo de' Guelfi, preſe il caſtello di
Malamorte, che era longola riua del Pò dirimpetto alla Città di Cremona, e
furonovcciſi meglio di trecento Ghibellini, che vi erano dentro. Queſt'Iſteſſo
anno Raimondo Cardona, il quale da Papa Giouanni XXII. era ſtato mandato
in Italia con potente Eſercito in aiuto de Guelfi,che teneuano con Santa Chic
fa, hauendo ragunati i Guelfi di Milano, di Cremona, & di tutte l'altre Città di
Lombardia, andò contra Galeazzo Viſconte, 8 lo rinchiuſe in Milano ponen
doui l'aſſedio.
M cc cxxv 11. Lodouico IIII. Bauaro Imperatore adiratoſi contra Giouan
ni Sommo Pontefice, fece creare Papa, è per dir meglio Antipapa, vn certo
Pietro
A
T E R Z O. 93
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liceat omnibus, & ßngulis perfònis liberè, &/ecurè famtibus, & habitamtibus,/ew
(e reducemtibus im ciuitate Cremomae, vel Terris obedtemtibws commuwi Cremomæ,
vel imde /e mouemtibus , mauigare per flumem Padi cum per/omis, & rebus ad eorum
liberam volumtatem, dummodo mom pojimt, nec debeamt defeemdere, meo exire de
mauibus vltra padum im aliqua parte intra pradiéfa flumima Tarri, & Larde ; Ee
faluo quod aliqua perfoma mom audeat mauigare àpratis de Malumbris imfra, mec â
&acca Tarri/ùpra perflumem Padi fine lizemtia diâi D. Gregorj /aluo,et adduto di
άo capitulo. Quod ommes,& fiagule per/om e/?amtes,& habitamtes,& reducemtes
fe im ciuitate Cremom.e, & obedientes diáo communi Cremom.e poffìmt , & eis lici
tum fit mauigare, ire,& redire per Padum,imtra diäaflumuma Tarri, c* Larae cum,
perfòmis , ab r% eo quod temeamtur habere lucemtiam mawigamdi à di&o D. Grcgorio
Jecumalum quod im diéfis capitulus comtinetur ; dum tamem ex ipfis mauubus cum_»
quibus ita mauigaremt mom fìmt, mec comducamtur aliquæ res, de quibu*/olui debeat
aliqua Gabella; F4ciemdo promißiomem D. Pomzimo de Pomzomibus, cum quattuor
de melioribus ciuitatis Cremomem. prout ei videbitur comaemire, quod per ip/o*
exiffemter im ipfis maaibus mom fiet, mec comducetur aliquid comtra capitula diéfe
Treguae. Item quod Terra Sablometæ, & homines ibi habutamter , & Cafali/maio
ris , & Martigmamae , & aliarum Terrarum extffemtium â Sablometa citrapejumt,.
& eis liceat effe ad di&#am Treguam. Et quod diäas D. Gregorias po/sit habere,
& temere homtme *, qui fimt laboratores terrarum im Terra Sablometæ, qui poßint
laborare Terras quas habet ib, duäus D. Gregorius /îme aliquo impedimemto com
amatmis Cremomæ, meafùbieéforum diéft commumis, aec homim/um Sablometæ .. Item
quod hamime* /?amtes , & /è reducem:es im Caítro Plebts , /eu Terris obedientibus
ipß D. Gregorio vltra Padum im Territorio Cremomae, poß}»t, & et s liceat afeemde
re, et de/èendere, jtare, et habitare , et laborare AMeXamiho* /ìros im flumime Padi,
ad eorum liberam volumtatem. Et quod aliqui//amtes,habitamtes,/ea/e reducem
tes im ciuitate ,/eu di$triâfu Cremom.e, mom auaeamt diâos MeXamimos afeemdere.
Item ß accuderet aliqua damma im perßmis, et rebus dart, vel inferri comtra capi
twla diéfe Tregae,quod pars que dederit diäum dammum,/eu damma,/eu pro cuius
parte data fuerimt ip/a damma , temeatur umfra decem dies mumeramdor â die moti
ficationis faife de ip/ì dammis, emendare, & reßituere im totum ip/a damma, parti
que paffa fuerit, ip/a, /eu illis perfamis quae /a/?imuerimt,vel receperimt ip/a damna,
vel malefaäores qui dederimt ipfa damma dare in fortiam parti paffe damma prae
diâa, & mibilominus damtes damma hinc imde pojimt licitè,& tmpmwè offendi rea
Jiter, & per/0maliter per illum,/eu illos de illa parte cui daremtar ip/à damma. Item
quod diófa Tregua duret, et durare habeat v/jue ad /ex ammos proximè vemturos.
Saluo femperprecepto D. Romani Imperatoris, /éa eius Vicarj im Lombardia, quod
præceptum mortffcari debeat per vmum mea/em amte, diáo /5. Gregorio amtequam
rumpatur ip/a Tregua. Et è conuerfò per ip/ùm D. Gregorium communi Cremom.e,
motuficari debeat. Item quod diafur D. Gregorius poßit mamdare boues /aos , ct
- - - - homimes
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M cc cxxxx11. Il Pò, crebbe, 8 allagò queſto Paeſe più che ſi faceſſe gia
mai per memoria d'huomini, per il che s'affogarono infiniti huomini, è incredi
bile moltitudine di beſtiame, 8 ruinò molti edifici.
M cc cxxxxv. Fù in tutta queſta Prouincia della Lombardia vna crudele
peſtilenza, per la quale perirono in particolare infinite donne grauide, fù etian
dio grandiſſima careſtia di viuere. -
di Milano, & Cremona, & di molte altre Città acquiftate per virtù delfudet.
to Luchino. Haueuano, & Giouanni, & Luchino ottenuto da Benedetto XII.
Sommo Pontcfice, titolo de Vicarij dellaSanta Sede Apoftolica.
M ccc L. Bernabò,& Galeazzo fratelli dc' Vifcontinipoti diGiouanni Arci
uefcouo, & Signor di Milano, & di Cremona,prefero ambidue moglie,il primo
fposò Regina dclla Scala figliuola di Maftino Signore di Verona,& di Vicenza,
& Galeazzo vna Sorella del Duca di Sauoia, chiamata Bianca.
M ccc l 1 v. Giouanni Vifconte Arciuefcouo, & Signore di Milano, dopò
hauer moltoampliato il fuo ftato morialli v. d'Agofto in Dominica,lafciati he
redi Matteo, Bernabò, & Galeazzo figliuoli di Stefano fratel del detto Arciue
fcouo. Fù egli fepolto nel Duomo diMilano, oue fi vede fino al dìd'hoggiil
fuo fcpolcro di marmo, pel quale fono intagliatii feguentiverfi.
V A M faßus, quam pompa leuis, quam gloria mundi
Sit breuis, & fragulis humamapotentia quam fit,
Collige ab exemplo qui tramfir, perlege, differ,
.2gi/?m, qui fuerim, licet qui marmore claudor
Samguime clarus eram Vicecomes /?irpe Ioammes,
*: Præ/al eram Pa/forófui baccalum % gerebam
Ἀomiae, mullus opes pojidebat latius orbe,
Imperio, titulo % meo, mihi M E D 1 ol A N 1 s.
Vrbs fubieófafuit, L av d e, & P l ac s N r 1 a grata
Aurea P A R M a, boma B o N o N 1 a, pulcra C Re M o N a,
Β Ε R G a M a magma/atis, lapidofis momtubus altis
E R 1 x 1 a magmipotem *, B ob I E N s 1 s terra, tribus %
Æximj* dotata bomi* T E R D o N a vocata,
C v M A R v M tellus, moaa£ A I. ex a N D R 1 A, pimguis
£t V Ε R c E L la R v M tellus, fimul atg, N ov A R 1 A, & A l • A,
A s τ quoque cam Caffris pedemomtijiuffa fùbibant, -
42si
T E R z o. 99
N. 2 Mccclxx.
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Mcc clxxv 11. La Verde figliuola di Galeazzo fù maritata nel figliuolo del
Marcheſe di Monferrato,il quale eſſendo giouane di coſtumi ferigni, fu da ſuoi
ſudditi ammazzato; la onde ella di nuouo, con diſpenſa del Sommo Pontefice,
fù dal Padre maritata la terza volta in vn figliuolo di Bernabò. Gregorio XI.
ritornò la Sede Apoſtolica di Francia à Roma, nel principio dell'iſteſſo anno.
M cc c1 xxviii. Galeazzo venne à morte, laſciati dopò ſe dui figliuoli,Gio.
Galeazzo Conte di Virtù, 8 Azzo; il quale Gio. Galeazzo, che era il primoge
" d'età, d'anni vintiquattro in circa, ſuccedette al Padre nel Dominio dello
t3tO -
Mcc ci xxx 1v. Regina della Scala moglie di Bernabò Signore di Cremo
na, venne à morte del meſe di Giugno, e fu ſepolta in S. Maria detta della Sca
la, per hauerla ella fatta edificare,S dotata; Fece queſta Regina di molte con
ceſſioni alla nobile famiglia de'Barbuò della noſtra Città, 8 è gli habitatori
della Calzana. - -
Monte, 8 eſſendogli andato incontra Bernabò co detti ſuoi figliuoli, gli fece
prendere tutti trè da ſuoi ſoldati, e fù mandato Bernabò nel caſtello di Trezzo,
oue poco dopò del meſe di Decembre dell'iſteſs'anno ſe ne morì,come ſi tenne,
di veleno mandatogli dal nipote. Fù Gio. Galeazzo ſubito accettato da Mila
neſi per Signore, 8 i Cremoneſi anch'eſſi alli x1 1 1. di Maggio ſpontaneamen
te ſi diedero è Giacopo Virino Capitano, e Conſigliero d'eſſo Gio. Galeazzo, e
poco dopò mandarono a Milano ſedeci Ambaſciatori co' Capitoli, i quali da
eſſo furono confirmati d'uno in vno,con alcune limitationi.Conteneua il primo
Capitolo la noſtra Città eſſerſigli data volontariamente, e di commune concor
dia di tutto il Popolo. A ciò fu riſpoſto eſſer ſtata conoſciuta la buona, e pron
tavolontà, 8 rendergliene gratia. Tralaſcie gli altri Capitoli perche troppo,
longo ſarei a volergli porre tutti in queſto luogo. 7.
- Mcc c1 xxxv1. Haueua Gio. Galeazzo poco dopò c'hebbe hauuta la Si-.
gnoria di Cremona, fatto publicarevn Decreto gratioſo per i banditi d'eſſa
Città,8 ſtatuitogli termine di trèmeſi à poterſi liberare, ottenuta prima la pace,
da ſuoi auuerſari. Hora eſſendo paſſato detto termine, gli prorogò altri due
meſi di tempo, frà quali haueſſero di procurare la liberatione loro.
M ccc L xxxvi 1. Hauendo i Cremoneſi ottenuto di riformare i Statuti, e
farne de noui, & ridurli in vn volume, furono è ciò fare eletti dal Conſiglio ge
nerale,coll'interuento d'Aron Doria Genoueſe,Podeſtà di Cremona,li ſottono
minati Sapienti, e Statutari, cioè. Chriſtoforo Stanga, Bartolomeo Pozzo,
Guglielmo Mozzanica, Giouanino Sordi, e Gratiolo Stauolo, tutti cinque Dot
tori di Legge, 8 Nicolino Foſſa, Antoniolo Gambino, Tomaſino de'Trepini,
e Zucchellino de Zucchi nobili, 8 honorati Cittadini.
Mccc LXxxv 1 1 1. Bianca madre di Gio.Galeazzo venne à morte, 3 la Va
lentina figliuola d'eſſo Gio. Galeazzo, 8 d'Iſabella ſua prima moglie, fu marita
ta à Lodouico Duca d'Orliens fratello di Carlo VI. Rè di Francia. Eſſendo riti
rato Gio. Galeazzo con Caterina ſua Conſorte à Abiagraſſo, per la peſte. »
che in Pauia faceua di gran male, gli nacque della ſudetta ſua Conſorte vn
figliuolo nel meſe di Settembre, e gli fu poſto nome Gio. Maria. Fù da Gio.
Galeazzo fatto vn Decreto, che li Capellari di Cremona foſſero obligati ogni
anno mandargli dodeci Capelli di paglia, nella feſta della Reſurrettione di N.S.
& ſcriſſe al Podeſtà di eſſa Città, che faceſſe regiſtrare cotale Decreto nel volu
me degli Statuti. Fece inoltre publicare vn'altro Decreto contra i pazzi, i
quali andauano per la Città facendo di molto male, e comando a ſuoi Oificiali
ne faceſſero diligente inquiſitione, coſtrigendo i loro parenti ad hauerne cura,
& caſo, che non haueſſero beni propri da potergli nutrire, foſſero poſti in pri
gione, e gli foſſero fatte le ſpeſe d'elemoſine, imponendo anco pena di cento
fiorini a chi ne aſpettaua la cura, caſo che detti pazzi haueſſero offeſo alcuno:
Ordinò etiandio che niuno poteſſe hauere Vfficio di Podeſtà, di " , di
- 1lCil CC
I C2 L I B R O
Giudice del Criminale, ouero d'Aſſeſſore in quelle Città in cui quel tale ha
ueſſe parenti. Fù Podeſtà in Cremona Copino Suardo, &hebbe per Vicario
Guglielmo Ingegneri, -
perche non foſſero preda degli inimici, ma volendo i Daciari fargli pagare per
cotali beſtie, ſcriſſe il Principe al Podeſtà, 8 al Referendario di Cremona, che
non laſciaſſe dar loro moleſtia. S'incominciarono ad oſſeruare i Statuti della
noſtra Città,riformati,8 approbati dal Conte noſtro Signore. Alli 1 1. di De
cembre di queſt'anno iſteſſo,Vgolotto Biancardo Cremoneſe Capitano ſtrenuo,
fù dal Conte mandato con buon numero de ſoldati contra Veroneſi, che ſe gli
erano ribellati, da cui fù ricuperata la detta Città, e data a ſacco.
Mcc cxci. Frate Guglielmo Centuaria noſtro Cittadino dell'Ordine di S.
Franceſco, Theologo celebre, e ſingolare, fù da Bonifacio IX. Sommo Ponte
fice, fatto Veſcouo di Piacenza, 8 hauendolo con ſomma vigilanza gouernato
otto anni, fà dal medeſimo Pontefice aſſonto al Veſcouato di Pauia. Scriſſe a
" venerabile Padre alcune preclare opere di Theologia, & in particolare
opra i quattro libri delle ſentenze, non ſono però queſti libri vſciti in luce, ma
ſe ne trouano alcuni ſcritti à penna in cartapecora, appreſſo a Frate Aurelio
Nouarino Cremoneſe, a cui ſono peruenuti i libri di Frate Paolo Faerno pari
mente Cremoneſe, che è morto mentre io ſcriueua queſte coſe della noſtra e
Città ; e veramente mi ſpiace, che ſimili libri i quali apporterebbono è gli Aut
tori eterna memoria, &alla noſtra Città ſarebbono di non poca lode,ſi tengano
ſepolti nelle tenebre. Vedeſi nella Chieſa di S.Franceſco di Cremona l'effigie
di queſto Reuerendiſſimo Veſcouo ſcolpita in marmo nel monumento, che per
opera di ſuo fratello gli fù eretto.
Mcc cx c1 1. Filippo Maria ſecondogenito di Gio. Galeazzo, nacque in
Milano è Xx1 1 1. di Settembre. Fù publicato vn bando in Cremona, che non
ſi poteſſero fare Fortezze alcune, ne riedificare le già ſmantellate.
M cc cx c1 11. Oltre alle molte angarie, e carichi, che pagauano i Cremo
neſi al Conte di Virtù loro Signore, egli viaggionſe anco il Dacio de'contratti,
ordinando che tutti quei contratti per cui non foſſe ſtato pagato il Dacio foſſero
nulli, 3 di niſſuno valore imponendo anco pena alli Notari, i quali non haueſſe
ro notificato i contratti da loro ſtipulati. Fece etiandio il detto Conte publi
carevn Decreto, che gli Vificiali delle Città è lui ſottopoſte, mentre erano in
vfficio non poteſſero fare alcuno contratto, ne contrahere matrimoni con quel
li, che foſſero ſtati ſottopoſti al loro viſicio. - -
Popolo di Cremona per queſte genti, e molti facendo penitenza degli errori
commeſſi svnirono con coſtoro, i quali ſe n'andarono verſo Roma, ma arriuati
appreſſo a Viterbo, ſi disfece queſta Congregatione, per eſſer ſtato preſo d'or
dine di Papa Bonifaciovn Sacerdote capo, 8 auttore d'eſſa, il quale condotto è
Roma, & conuinto per propria confeſſione, di ſuperſtitione, 8 hereſia,fù publi
camente fatto morire. Nell'iſteſſo anno ſi ſcoperſe nella noſtra Città la peſte, la
quale poſcia aumentandoſi durò più di due anni.
M cccc. La Città di Perugia venne in potere del Duca, e ſe ne fece feſta in
Cremona, ancor che perſeueraſſe la peſte. Hauendo il medeſimo Duca con,
ceduto a Piacentini di riſtorare lo Studio publico, intermeſſo per la peſte. Scriſ,
ſe al Podeſtà di Cremona, che faceſſe publicare vn'Editto, che niuno ſuddito
poteſſe andare ad altro Studio fuor che à quello di Piacenza, al quale ſi doueua
dar principio à calende d'Aprile; & è queſta lettera data in Pauia alli x v1 1 1. di
Marzo. Diede l'iſteſſo Duca l'auttorità di conferire il Dottorato al Reueren
diſſimo Frate Guglielmo Centuaria Cremoneſe Veſcouo di quella Città, di cui
poco di ſopra hauemmo parlato. Ritrouo che furono Lettori in quel Studio.
vn Bettino alla Lettura ſtraordinaria della Prattica, 8 vn Giouanni alla Lettura
delli Auttori, amendue Cremoneſi. Credo foſſero anche Cremoneſi Ambro
gio Boccolo, e Raffaello Raimondo, amendue Lettori ſtraordinari dell'Infor
tiato, & Antonio Reſta Lettore della Fiſica.
M ccc c1. Fù in nome del Duca publicato vn Decreto, per cui s'annullaua
no tutte le promeſſe, che per publiche ſcritture erano ſtate fatte da alcuni, di
ſeguire ſempre la fattione Ghibellina, dando libertà ad ogn'vno di ſeguir qual
fattione più gli piaceſſe, o Guelfa, è Ghibellina, il che dicde occaſione di molti
| trauagli alla noſtra Città, riſuegliandoſi di nuouo quelle maledette partialità, le
quali pareuano del tutto ſopite, 8 eſtinte.
M c cc c1 1. Hauendo il Duca ottenuta la Città di Bologna,ne diede la nuo
ua a Cremoneſi, ſcriuendoal Podeſtà, al Capitano, al Referendario, S&alli De
putati al gouerno della Città, che ſi faceſſero per trè giorni continui ſegni d'al
legrezza,e riuocò perciò il Dacio de contratti, ſi come nella lettera ſi contiene,
che è del tenote ſeguente. -
E'cauata queſta lettera dai Commentari delle coſe di Cremona, ſcritti lati
namente da Gio. Franceſco Mariani mio amiciſſimo, che mi ha fidato il libro
ſcritto à penna, e datomi licentia di ſeruirmene in tutto quello pareſſe à mene
ceſſario nel ſcriuere di queſta mia opera. Auanti che la ſudetta Città di Bolo
aſi deſſe al Duca, apparuevna terribile Cometa, che ſi vedeua giorno,e not
te, e durò quaſi per tutto il meſe di Maggio, e di Giugno, il che ſi credette eſſer
ſtato preſagio della morte dell'iſteſſo Duca, il quale, queſto medeſimo anno alli
1 1 1. di Settembre venne a morte, ancor che Donato Boſſio Hiſtorico Milane
ſe ſcriua eſſer morto il Duca alli 1 1 1. di Maggio, percioche, ciò eſſer falſo di
moſtrano le lettere di Gio. Maria Anglo figliuolo del Duca Gio. Galeazzo, è
cui egli ſucceſſe nel Ducato, ſcritte alla noſtra Città, da Milano alli x. di Set
tembre, le quali ſono regiſtrate ne' ſudetti Commentari, oltre che vi è vn De
creto fatto dall'iſteſſo Duca Gio. Galeazzoalli xv 1. d'Agoſto, dato in Mele
gnano,oue egli poco dopo venne à morte nel qual decreto cgli concedette licè
zaà tutti i ſuoi ſudditi che habitauano oltre il Pò, di poter andar al Studio gene
rale di Bologna, non oſtante la prohibitione fatta, che niſſuno ſuddito poteſſe
andare ſe non allo Studio già ſolito farſi a Pauia, & che all'hora ſi faceuain Pia
cenza. Apportò la morte di Gio. Galeazzo grandiſſimo trauaglio all'Italia, 8 in
articolare alla noſtra Città, come nel progreſſo di queſto libro ſi dirà. Del
meſe di Nouembre appreſſo il fine, ſi leuò di notte vn tempo ſpauentoſo, con .
tuoni, lampi, folgori, e ſaette, e venne latempeſta groſſiſſima, che fece molto
danno; & nel principio di Decembre ſi publicò nella noſtra Città la pace frà
Gio. Maria Anglo Duca di Milano, 8 il Signor di Padoua. Non vò laſciare
di dire, che lo Stato del Duca Gio. Galeazzo,fù diuiſo frà il ſudetto Gio. Maria,
che hebbe il titolo di Duca, & Filippo Maria ſuo fratello, a cui toccò ſolamen
te la Città di Pauia, & la Città di Verona, e perciò ſi chiamaua Conte di Pauia,
e Signor di Verona.
Mcc cc1 11. Sorſero di nuouo le fattioni in queſta Prouincia, per le quali
ne nacquero ſeditioni, diſcordie ciuili, & rebellioni,
-
dietrºcagione
che
io. Maria
Gio. Maria Duca Secondo di Milano perdeſſe lo Stato così amplo, che dal Pa
dre egli era ſtato laſciato. Percioche eſſendo nata ſeditione fra Milaneſi del
meſe di Giugno, ſcacciarono Franceſco Barbauara Luogotenente Ducale, il che
inteſo dall'altre Città, tutte ſi ſolleuarono, ſcacciando gli Vfficiali del Duca; era
all'hora in Cremona Giouanni Caſtiglione Milaneſe, con titolo di Vicario Du
cale,il quale fu ſcacciato è furore di Popolo;8 nell'iſteſſo tempo Giouanni Pon
zone, 8 Vgolino Caualcabò Marcheſe di Viadana, nobiliſſimi, 8 potentiſſimi
Cittadini, & i della fattione Guelfa, e Maltrauerſa, ſcacciarono i Ghibellini
della Città, è ſe ne fecero eſſi patroni. Seguirono in queſti tempi infiniti ho
micidij, & incendij,così nella Città, come nel contado, non vi eſſendo Villa al
cuna, in cui non foſſero le parti, onde i contadini iniſcambio di coltiuare i cam
fi & adoperare gli aratri, le vanghe, e le zappe, adoperauano ſpiedi, picche,
aleſtre. Del meſe di Luglioli Guelfi di Caſtellione furono ſcacciati da Ghi
bellini; Hebbero anche i Guelfi, e Maltrauerſi di Cremona vna rotta ſotto
l'Iſola de'Douareſi, doue erano andati a campo. Et del meſe d'Agoſto i Ghi
bellini Breſciani congiontico Ghibellini di Cremona,eſſendo capo loro Pietro
Gambara, preſero Gazzo, terra del Cremoneſe, e gli diedero il fuogo,ammaz
zando molte perſone. Venne l'iſteſſo Gambara con quattro mila perſone ſot
to Cremona, e fece forza d'entrare nel Caſtello di S. Croce, ma da Giorgio
Criuello Milaneſe, che à nome del Duca vi era Caſtellano, fu ributtato. S'ar
rendè nondimeno poco dopò il detto Criuello, a Vgolino Caualcabò, il quale
fece attorniare detto Caſtello dalle ſue genti, de'quali era Capitano Cabrino
Fondulo, huomo valoroſo, 8 nella diſciplina militare molto prudente, per il cui
º mezo preſe ancola Rocca di S. Luca, 8 il caſtello di S.Michele, che fù poi dall'
iſteſſo Caualcabò fatto gettarà terra.Hebbe etiandio il Caualcabò il caſtello di
Picighittone per mezo del ſudetto Fondulo, che vi andò co ſoldati Guelfi, e
vi ammazzarono meglio di quattrocento perſone della fattione Ghibellina.
Del meſe di Nouembre ſi fece vna Congregatione del Popolo nel Duomo, oue
orando con molta vehemenza Leonardo Sommo Cittadino nobile, e potente,
perſuaſe al Popolo che voleſſe accettare per Signore, e patrone Vgolino Caº
ualcabò, e così fu di commune conſenſo accettato,contentandoſene anche Gio
Ponzone, il quale poco dopò venne à morte,e ſi credette foſſe velenato ; Si che
reſtò il º", aſſoluto Signore di Cremona, 8 delle ſottonotate Terre, e
caſtella, ne quali era la fattione Guelfa, e Maltrauerſa, cioè. Picighitone, Ca
ſtellione, la Mancaſtorma, la Bina, San Gio. in Croce, il Caſtelletto, Bozzolo,
Riuarolo, Viadana, Tezole, Pozzobaronzi, la Capella, Vedeſeto, e la Guſſola,
Il reſtante delle Terre, e Caſtella del Cremoneſe teneuano col Duca. Hauen
do i Guelfi di Crema fatto ricorſo ad Vgolino, per eſſer ſoccorſi contra i Ghi
bellini,egli gli mandò Cabrino Fondulo con parecchi fanti,8 quattro ſpingarde
(così chiamauano all'hora certipezzi d'Artiglieria) & ſi adoprò in modo il
s
-
. O 2 Fondulo,
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Fondalo, che furono ſcacciati tutti i Ghibellini, con la morte di Gentilino So
ardo da Bergamo capo loro, Franceſco Cremoneſe della nobile famiglia de
Regazzi, Frate dell'Ordine di S. Franceſco, Theologo, e Predicatore eccellen
tiſſimo, e peritiſimo delle trè più famoſe lingue, latina, greca, 8 hebraica, fù
queſt'anno del meſe di Febraro affonto al Veſcouato di Bergamo, e ſantiſſima
mente lo reſe per ſpatio di trentaquattro anni, 8 alcuni meſi. Hcbbe queſto
illuſtre Padre in particolare diuotione la Beatiſſima Vergine Maria,è cui dedicò
anco alcune Chieſe, frà quali fu la Chieſa di S. Maria delle Gratie nella detta
Città di Bergamo, 8 ciò ad inſtanza del Beato Bernardino da Siena, riformato
re, & inſtitutore dell'Ordine di S. Franceſco detto d'Oſſeruanza.
M ccc civ. Vgolino Caualcabò hauendo occupato il Dominio di Cremo
na, entrato in ſoſpetto d'alcuni Cittadini principali, gli fece del meſe di Giugno,
decapitare, come colpeuoli di hauer tenuto va trattato contra di lui, e d'hauer,
voluto reſtituire la Città al Duca i nomi de'Cittadini fatti morire ſono i ſeguen
ti. Giouanni,e Bartolomeo amendue della famiglia San Pietra, Giorgio,e Ma
fenino Oldoini; Giouanni, e Marchino Sfondrati; Pietro Cauuccio; Giouanni
Pauaro;Antonio Lachè, & Bettino Mola. Il Duca Gio. Maria diuentando ogni
di più crudele,fece incarcerare la propria madre Caterina Viſconte,nel caſtello
di Monza, e del meſe d'Ottobre la fece ſtrangolare nella prigione. Fù careſtia
nella noſtra Città, valendo il formento ſoldi trentacinque lo ſtaio, che prima ſi
daua per otto; Venne anche la peſte per la quale peri più del terzo de'Citta
dini, & degli habitatori del contado. Vgolino ſudetto eſſendo venuto è batta
glia con Eſtore Viſconte à Manerbio ſul Breſciano alli x1 1 1. di Decembre fù
preſo, inſieme con Marſilio, e Ceſare Caualcabò, & con molti altri Cittadini
della fattione Guelfa; Fù il detto Vgolino condotto a Soncino, e poſcia è Mi
lano, oue ſtette molti meſi prigione. E Cabrino Fondulo ſuo Capitano ſi ſaluò
in quel conflitto, fuggendoſene à Cremona. Inteſa la prigionia d'Vgolino,
Carlo dell'iſteſſa famiglia de Caualcabò, occupò il Dominio della noſtra Città.
Mccecv. Del meſe di Genaro Franceſco Gaſoni Caualiere, già Podeſtà di
Cremona per Vgolino, e poi da Carlo ſuo ſucceſſore fatto Capitano generale
nell'iſteſſa Città,fù decapitato per eſſergli ſtata data imputatione di hauer tenu
to trattato con EſtorcWiſconte.Del meſe di Maggio fu publicata inCremona la
lega fatta frà Carlo Caualcabò, Pandolfo Malateſta,il Vignati Signor di Lodi,
e Bartolomeo, e Paolo Benzoni Signori di Crema. Alli xxviii di Nouembre
i" Caualcabò preſe Piadena, 8 da Guglielmo Picenardo gli fu conſegnato
la Rocca. - - - - -
Vigolino riceuuto nel Caſtello, ma non sì toſto hebbe il piede dentro la porta,
che fù fatto prigione. Poco dopò Cabrino hauendo fraudolcntemente riceuu
toſeco à cena nel Caſtello della Mancaſtorma Carlo, 8 Andreaſo Caualcabò,
li fece amendue prigioni, e come vogliono alcuni li fece crudelmente ammaz
zare; & venutoſene poſcia a Cremona con molta gente armata, di cui era capo
vn certo detto per ſopranome Sparapane, entrò nel caſtello di S.Croce allixxvi.
di Luglio, 8 hauute anco le altre fortezze s'impatronì della Città, 8 di tutte le
Terre, e caſtella poſſedute da Caualcabò, fuorche di Viadana, che non ſe gli
volle ſottomettere. Fece Cabrino, poco grato a quella famiglia da cui era ſtato
inalzato è gradi honoreuoli, guaſtare tutte l'Arme de Caualcabò, ch'erano in
publico, 8 in oltre fece ancomorire miſeramente Vgolino, di cui egli era già
ſtato Capitano. Nel fine di queſto iſteſs'anno fù tolto il caſtello della Manca
ſtorma al Fondulo da Giouanni Vignati Signore de Lodi, pervn trattato tenu
to per mezo d'vn Belino Bergamaſco, e perciò diuenneronimici Cabrino, 8 il
Signor di Lodi. - i
M c cc cv 1 1. Del meſe di Genaro apparuevna Cometa, che durò alquanti
giorni. Del meſe di Giugno il Fondulo fece decapitare due figliuoli di Brocar
do Picenardo, nella Piazza di Cremona; &alli xxIII. di N" fece crudel
mente gittare viui giù del Torrazzo due della famiglia de'Barbuò, e furono
gittati di verſo la Piazza maggiore,oue apunto ſtanno i Fruttaruoli. Alli xr 11.
di Decembre nacquevn figliuolo al detto Cabrino à cui fù poſto nome Pandol
fo. Fece il detto Cabrino fabricare queſt'anno il caſtello di S. Giouanni in s
Croce. La Tregua fatta trà il Duca di Milano, 8 eſſo Cabrino Signor di Cre
mona, ſin del meſe d'Agoſto, fù nel finire di queſt'anno rinouata peraltro quat
tro meſi.
M e ccc v111. Gio. Maria Duca di Milano ſposò nella Città di Breſcia An
tonia Malateſta, figliuola di Malateſta il giouane, Signor di Rimini. Del meſe
di Settembre Cabrino fece arderevn Giouanni da Seſto, & fece ſepelire viuo
vn Giouanni Lantero, l'vno per hauer fabricato monete falſe, e l'altro per ha
uer ſparlato d'eſſo Cabrino. Fcce anco poco dopò impiccare Lorenzo Guaz
zoni, &à Rubertino dell'iſteſſa famiglia fece tagliare la teſta, percioche s'erano
trouati nella Terra di Gazzo, che ſe gli era ribellata. -
- M cc cc.X1 t.
1 Ie L I B R O
Mcce cx11. Gio. Maria Viſconte Duca di Milano, fù alli xvi di Maggio,
mentre vdiua Meſſa veciſo da Ambruogio Triuulcio, Guerrino, e Baruchino
amendue de'Maini, & alcuni altri congiurati, degli Aliprandi, de Badaggi, 8:
de'Mantegazzi,e fù dalli detti congiurati gridato Signore Eſtore Viſconti,figli
uolo di Barnabà Auo materno di Gio. Maria; ma fù egli ſcacciato da Filippo
MariaSignor di Pauia, fratello del Duca morto, che entrò in Milano con le gen
ti di Facino Cane, 8 eſſendo il detto Eſtore fugito à Monza,fù da Filippo ſegui
tato, &aſſediato, in quella terra, 8 poco dopò ferito in battaglia, venne à mor
te; la onde Filippo Maria fù publicato Duca di Milano, ſposò egli alli xx1v. di
Luglio Beatrice moglie già di Facino Cane, valendoſi de'danari che ella gli
diede in dote, e delle genti che già haueuano militato ſotto il detto Facino,che
gli furono di grandiſſimo giouamento in recuperare lo Stato dalle mani de'Ti
ranni che dopò la morte del padre l'haucuano occupato. Nel fine di queſt'anno
fù fatto Tregua frà il Duca Filippo Maria, e Cabrino Fondulo, & nell'iſteſſo an
no Coſtanzo Fondulo parente di Cabrino fù fatto Veſcouo della noſtra Città.
Mccccx1 11. Pandolfo Malateſta Signor di Breſcia venne con le ſue genti
armate ſul Cremoneſe,e preſe Robecco con molti altri luoghi. Cabrino Fon
dulo Signor di Cremona hebbe titolo di Vicario Imperiale della ſudetta Cit
tà, da Sigiſmondo eletto Imperatore, il quale è inſtanza dell'iſteſſo Cabrino
concedette anche alla noſtra Città la facoltà di rinouare, & rimettere lo Studio
generale, come per il priuilegio che nel noſtro Archiuio publicoſi ſerba, appa
re; dato in Vdene nel Friuli, alli v1 1 1. di Maggio di queſto medeſimo anno, &
è regiſtrato ne'ſopranominati Commentari di Gio. Franceſco Mariani, di donde
hò cauato l'eſempio ſeguente. -
S1G1 smoN D vs Dei gratia Romanorum Rex ſemper Auguſtus & c. Sanè pro
parte Magnifici Cabrini de Fondulis Marchioni, Caſtellionis, di Comitis Soncini,
Noſtri, di Imperi Sacri Cremona Vicari, ac Nobilium, ci honorabilium ciuium ,
ciuitatis Cremona, noſtrorum, di Imperij Sacrifidelium dilectorum, oblata noſtre
Maieſtati ſupplex petitio continebat, quatenus in eadem ciuitate Cremonen. ad
inſtar aliarum vrbium,de inſtaurando generale itudii in facultatibus quibuſeung,
gratiam, o priuilegium de benignitate Romana Regia concedere dignaremur. No,
attendente multiplicia di fi Cabrini faelitatum, d obſequiorum genera, mecnon
raclara di forum Ciutum, acpredeceſſorum ſuorumpreheminentem deuotionem,
refulgentem i conſtantie virtutem, quibus ipſpre ceteris Italia nationibus Diuos
Romanorum Imperatores, d Reges noſtro pradeceſſores à longis retroactis tempo
ribus exquiſite diligenti e ſtudio honorarunt; Nosſ & Imperium honorant, ac in
futurum honorare ſatagent, poterant, c debebant; Animo deliberato, di non per
errorem, aut improvide,ſedſano Principum, Eccleſiaſticorum, ci ſecularium, co
mitum, Baronun, Procerum, Nobilium, aliorum 4 noſtrorum, ci Impery Sacri fide
lsum dilectorum accedente conſilio; Auctoritate Romana Regia, ac de certa noſtra
- - - - -- - ſcientia,
T E R Z O. I I
Mcc e cxv1 11. Alli x1 11. di Settembre Filippo Maria Duca di Milano fece
tagliare la teſta à Beatrice Tenda ſua moglie, non per altro,ſe non perche eſſen
dovechia l'era venuta è noia, ancora che egli gli deſſe imputatione d'adulterio.
M ccccx1x. Il Conte Carmagnuola ritornò ſul Cremoneſe coll'Eſercito
Ducale, e preſe Caſtellione, e quaſi tutte le caſtella del Territorio Cremoneſe;
Diede anco il guaſto alle vigne, 8 alle biade, venendoſene infino ſotto Cremo
na; la onde Cabrino Fondulo vedendo non poter reſiſtere alle forze del Duca,
tentò di voler vendere la Città di Cremona a Pandolfo Malateſta, e ne reſtò
anche d'accordio con eſſo lui, e perciò il Duca mandò il medeſimo Carmagnuo
la ſul Breſciano, 8 in poco tempo hebbe tutte le fortezze del Breſciano in ſuo
potere. Vedendoſi dunque Cabrino mancare l'aiuto del Malateſta, incomin
ciò per mezo del Carmagnuola a trattare d'accordio con Filippo Maria,il quale
conoſcendo quanto difficile foſſe illeuare queſta Città al Fondulo,che potente,
i ſagaciſſimo era, ſi conuenne finalmente con eſſo lui nel principio dell'anno
C9UlC'IltC . . -
il libero, 8 aſſoluto poſſeſſo di eſſa Città. Etalli xxv 1. del medeſimo meſe fà
gridata la pace frà eſſo Duca, 8 la Repub. Fiorentina. San Bernardino capo,
e riformatore de Frati Minori detti Zoccolanti, predicò queſt'anno in Cremo.
no per ſpatio di cinquanta giorni continui, concorrendo alle ſue predicationi
tutta la Città, ri prendeua egli iviti e peccati con tanto feruore di ſpirito, 8 con
tanta vehemenza, che infiniti peccatori ſi riduſſero dalla rea alla buona, e ſalu
tare via. Nell'iſteſſo anno ſi fece allegrezza ſolenne nella noſtra Città per ha
uere il Duca ricuperata la Città di Parma.
M cccc xx1. I Cremoneſi fecero queſt'anno ſolenni proceſſioni,Scaltri ſe
gni d'allegrezza per le vittorie acquiſtate dal Duca, da cui fu ricuperata Geno
ua, Albenga, Sauona, e Breſcia. -
La Bianca Maria figliuola del Duca, 8 di Agneſe del Maino nobile Milane
ſe, nacque l'iſteſſo anno a ccc cxxv. à Settimo ſu' Paueſe. -
ambidue queſti Efſerciti ſul Cremoneſe per trè meſi continui ſcaramuciando
ogni giorno inſieme, convcciſione di molte perſone dall'una parte, º dall'altra.
--
roue col Marcheſe di quella Città, con Nicolò Picinino,3 con molti altri Signo
ri, e Baroni, fecero vna Dieta per le coſe della guerra contra Venetiani. Ten
taua Filippo ogni via per render ſoſpetto à Venetiani il Conte Fräceſco Sforza,
la onde mandò la Bianca a Cremona, accompagnata dal Marcheſe di Ferrara,
il quale la conduſſe anco ſino a Ferrara, e poſcia fece eſſo Marcheſe intendere
allo Sforza in nome di Filippo, che ſe voleua alienarſi da Venetiani, il Duca gli
hauerebbe mandata la detta Bianca douunque egli haueſſe voluto, ma non gli
riuſcì, percioche Franceſco non volendo renderſi punto ſoſpetto, fece di ſubito
ſapere il tutto alla Signoria. - -
in modo, che ſi paſſaua ſicuramente co'carri, & co’caualli carichi, e venne anche
tanta neue, che paſsò trèbraccia d'altezza, patirono perciò molto le viti, 8 gli
arbori fruttiferi. -
con groſſo Eſercito ſotto le mura della Città, cingendola d'aſſedio il primo
giorno di Maggio. Non ſi ſpauentarono perciò i Cremoneſi, anzi dando ani
moſamente di piglio all'armi, ſecondo, che dal Salerno gli fu impoſto, preſero
la guardia della Città. Fece il Salerno, il quale oltre il valore del corpo, 8 la
longa prattica della guerra, ſaggio, e prudente era, vna cerna de più valoroſi
ſoldati, 8 ſotto diuerſi capi gli poſe alla guardia delle porte; Vedendo il Pici
nino, che niuno profitto faceua, dopo l'eſſer ſtato trè giorni indarno, aſpettan
do,che ſi leuaſſe qualche tumulto nella Città, perſa la ſperaza di poterla hauere,
leuò il campo, 8 ſe n'andò à Soncino, 8 con non molta difficultà l'hebbe; Eteſ.
ſendogli di nuouo data ſperanza dal Schiauo di potere hauer Cremona, vi ri
conduſſe l'Eſercito, &vi poſe l'aſſedio per terra, & per acqua, hauendo fatto
piantare in certa Iſola del Pò alcune machine murali con cui gettauano nella
ſcittà groſſiſſime palle di marmo, non ſi perdendo perciò d'animo iCremoneſi,
à quali venne in ſoccorſo Angelo Simoneta Ambaſciatore del Conte preſſo a
Venetiani,con molti fanti, che haueua aſſoldati nel territorio di Breſcia, mentre,
chel Picinino ſtette à Soncino. Vſciua ogni giorno il Salerno a ſcaramucciare
contra le genti del Duca rapportandone ſempre vittoria ; diſperato percio
Franceſco Picinino, di nuouoleuò il campo, e ſe n'andò a Caſtellione,S: lo pre
ſe, & di là ſe ne venne à Caſalmaggiore, oue ſi fermò hauendo inteſo, che l'Eſ
ſercito de Venetiani veneua contra di lui; Percioche intendendo il Conte, in
quanto trauaglio foſſe la ſua Città, mandò Oratori è Venetia a chiedere aiuto a
quella Signoria. Mandarono i Venetiani incontamente à Cremona ſeicento
caualli, &altretanti fanti con Gerardo Dandolo; Dicdero oltre di ciò ordine
à Micheletto Attendolo loro Capitano, che ragunaſſe tutte le loro genti ſul
Breſciano, 8 le conduceſſe in aiuto de Cremoneſi. Fù ciò poſto in eſecutione
con ſomma celerità da Micheletto, il quale hauendo paſſato l'Ollio, ricuperò
quaſi tutti i luoghi, ch'erano ſtati preſi dal Picinino; & finalmente venuto a bat
taglia co'nimici appreſſo a Caſalmaggiore gli ruppe, e preſe tutti i carriaggi, &
quaſi tutti gli huomini d'arme; Queſta vittoria fece inſuperbire in modo i Ve
netiani, che cominciarono ad aſpirare di farſi Signori di tutto lo ſtato di Filippo
Maria,e coſimandarono il ſudetto Micheletto oltre l'Adda coll'Eſercito,il qua
le diede molto che fare a Filippo, il quale già fatto vecchio, e diuenuto cieco,
tardi s'accorſe d'hauer fatto male à perſeguitar il genero, e perciò gli mandò
Ambaſciatori a pregarlo, che quanto prima veniſſe à ſoccorrerlo; Cercarono
etiandio i Venetiani di tor con tradimento la Città di Cremona al ContcFran
ceſco, & ciò col mezo di Gerardo Dandolo, il quale come dicemmo ſi trouaua
in Cremona; Tentò egli per mezo d'alcuni Guelfi fuoruſciti d'hauer la Città
nelle mani, e fingendo d'andarſene a Breſcia per affari d'importanza, andò è
trouare Micheletto, facendogli ſapere quanto egli tramaua; La onde Miche
lettoragunato l'Eſercito ſe ne venne con molta preſtezza nel Cremoneſe, S.
- - - fatta.
T E R Z C. - A2 i
li fatta la ſcelta de più valoroſi ſoldati, s'accoſtò alla Porta d'ogni Santi della mes
ir. ſtra Città, ſperando, che di dentro ſi doueſſe tumultuare, &aprirgli la Porta,
i" Ma Foſchino Attendolo, 8 Giacomazzo Salerno, a quali il Conte hauea data
pºi, ilgouerno di Cremona, di ſubito preſero l'armi, 3 mutate le guardie, 8 occu
ſi
pando i luoghi, oue maggior appareua il pericolo, leuarono ogni ſperanza è
io".
Micheletto, & al Dandolo di poter conſeguire detta Città, i quali aggiratiſi in
ſi torno alle mura per buona pezza del giorno, ne ſentendo di dentro alcun tu
si: multo, paſſando in Ghiara d'Adda, ſe ne tornarono di donde s'erano partiti.
iti. Diedero il Salerno, 8 il Foſchino incontanente la nuoua di queſto ſucceſſo al
nºi Conte,il quale perciò s'alienò del tutto da Venetiani, e ſi deliberò di ſoccorrere
i il Suocero, 8 riparare anco alle coſe ſue. Accordatoſi dunque col Suocero, è
i cui ſperaua di douer ſuccedere nello ſtato, era pervenirſene in Lombardia: ma
ti fù interrotto dagli emuli, i quali diedero è diuedere à Filippo, che Franceſco
i venendo in Lombardia con tante genti armate, era per priuarnelo dello ſtato
à cui, come eſſi diceuano, egliardcntemente aſpiraua, la onde Filippo, che per
ſi i
natura ſoſpettoſiſſimo era, credendo è queſti maligni, non mandò al genero le
)" f" prouigioni de danari, il che diede occaſione à Venetiani di mandare
i anno ſeguente groſſiſſimo Eſercito nel Cremoneſe, oue fecero di molto male,
i Fù celebre in queſto tempo Nicolò Cauitello Giureconſulto, Conſigliere di
ſi Leonello da Eſte Marcheſe di Ferrara; fu egli figliuolo di Remondino Lettore
in Perugia, in Pauia, & in Ferrara, che compoſe anche alcuni volumi nella ſua
ri: profeſſione.
Mccc cxlv11. I Venetiani dopò l'hauer ridotto ſotto il loro Domihio quaſi
tutte le caſtella del Crcmoneſe paſſando l'Adda a Caſciano, andarono depre
dando infino ſotto Milano; La onde il Duca auuedutoſi finalmente, non eſſer
miglior ſcampo alle coſe ſue, che far venire il Conte ſuo genero in Lombardia,
is gli mandò Scaramuccia Balbo Ambaſciatore, acciò lo pregaſſe à paſſarſene a
quanto prima coll'Eſercito in queſte parti; Franceſco,che niuna altra coſa più
deſideraua, che venirſene in Lombardia, vendè la Città di Ieſi à Nicolò Som
i;
a
mo Pontefice, per trentacinque milla fiorini, per valerſene nel condurle genti
in quà ; Hauendo poſcia mandato a Cremona Galeazzo Maria, & Ippolita ſuoi
figliuoli, accompagnati da Corrado da Fogliano, ragunò tutte le genti ſue alfiu
me della Foglia; & eſſendo poi alli xv. d'Agoſto venuto inſieme con la moglie
etº'
ſi à Cotignuola, e fermatoſi quiui due giorni per rifreſcare le genti, hebbe di ſu
bito nuoua, che'l Duca ſuo Suoceroalli xIII, dell'iſteſſo meſe è hore trè di notte
-
cra paſſato di queſta vita, il che gli fu ſecretamente fatto ſapere da Lionello
Marcheſe di Ferrara, Partiſi dunque il Conte con Madama Bianca da Coti
gnuola,e ſe ne venne con le ſue genti à Cremona,oue furono riceuuti con gran
diſſima allegrezza di tutta la Città. Non iſtette Franceſco ſe non due giorni in
Cremona, ma laſciate tutte le ſue genti quiui egli ſi partì ſolamente i ſua
- guardia,
I 22 i - La I B R Oi - - -
r 24 L I B R O
M cccc Li. Incominciò la peſte à ſcoprirſi nelle noſtre parti, la quale però
fece maggior progreſſo in Milano, che in alcuna altra Città dello Stato. Con
cedette il Duca a Bartolomeo Gazzo nobile Cremoneſe, di cui egli ſi era ſerui
to nelle paſſate guerre, alcune poſſeſſioni poſte nel luogo della Bina, & di Scan
dolara riua d'Ollio nel Cremoneſe,le quali erano ſtate di Artemiſio Confalone
ro già rubelle del Duca Filippo Maria, è il priuilegio di queſta conceſſione ſot
toſcritto di man propria del Duca, ſotto il dì , xv. di Marzo, nel qual giorno,
era apunto l'anno, ch'egli era ſtato aſſonto alla dignità Ducale. Queſt'anno fù
eretto l'Hoſpital maggiore della noſtra Città, per l'eſortationi, e predicationi
del Reuerendo P. Don Timoteo Maffei, Canonico Regulare Lateranenſe dell'
Ordine di Santo Agoſtino, - - - - - - i
M ccccl. 1 t. I Venetiani aſpirando all'Imperio di Lombardia, vennero in
diſcordia col Duca, il quale per diuerſe occaſioni fà sforzato a moucrgli guerra,
articolarmente per vendicarſi delle ingiurie, che ogni dì gli faceuano. Ragu
nò perciò il Duca molti ſoldati nel Cremoneſe, e fece grandiſſimo apparecchio
di carriaggi, di guaſtatori, di maeſtri da legname, 8 altre coſe neceſſarie alla
guerra, coſtituendo ſuo Commiſſario generale Bartolomeo Gazzo noſtro Cit
tadino, di cui puoco fà hauemmo fatta memoria; Ne mi par fuor di propoſito
il mettere in queſto luogo alcune parole delle lettere patenti del Duca apunto,
come ſtanno; Dice egli adunque nel principio delle dette lettere, che ſono vol
gari. Deliberando noi d'vſcire in campo per odiare alle nequitie, di inſidie degli
emuli noſtri, quali dì, ci notte cercano di turbare la ſalute, quiete, ci tranquillità
º - del ſtato, cºſidditi noſtri, ci il bene di tutta Italia,hauemmo fatta certa prouſione
de carrezzi,guaſtatori, maeſtri de legnami,et altri lauoratori eſpedienti al meſtiere,
ci eſercitio militare: ma perche le predette coſe ſariano nulle, ſe non gli è buon or
dine, e non gli ſia deputato qualchuno, quale habbia la cura, gouerno, c admini
ſtrattone delle predette core. Confidando adonca pienamente della fede, ci deua
tiene a noi, ci al ſtato noſtro del prouido e diſcreto huomo Bartolomeo GaAXo da Cre
ºa neſtro diletto famigliare, di conoscendo con quanta cura, ſtudio, diligentia,
-
v ºpera, cºſolicitudine ſempre ſi è adoperato, di adopri in liſeruigi noſtri,c rendedoſº
5 º » che ogni cosa quale gli commettiamo, ſia importante quanto ſi esi , ſarà
cat,
rzo L I B R O
bene, di fedelmente gouernata, ci eſequita per lui; Per tenore dalla presente ſi º
cemmo, coſtituemmo, ci deputiamo il prefato Bartolomeo, del" ci confidiamo,
come di noi ſteſſi, noſtro generale Commiſſario, e quel che ſegue. Baſtandomi
queſta parte di lettere, che furono date in Milano alli x v. di Maggio, hauer mo:
ſtrato in quanta ſtima foſſe queſto noſtro nobile Cittadino appreſſo il Duca, il
quale puoco dopò ſe ne venne nel Cremoneſe, 8 ragunato tutto l'Eſercito è
Giouenalta, & fatto fare vn pöte ſopra l'Olio paſsò nel Breſciano,8 in due gior
nipreſePonteuico caſtello molto forte preſe anche alcuni altri luoghi;&l'Eſſer
cito de Venetiani di cui era capitano il Picinino, che era nel Lodigiano, venne
nel Cremoneſe, e preſe Soncino, Romanengo, 8 molti altri luoghi, depredan
do il Paeſe, 8 riempiendo ogni coſa di tumulto; nacque queſt'anno alli 1 1 1,
d'Agoſto vn figliuolo al Duca, e gli fu poſto nome Lodouico.
Mcccc1 111. Il Duca venne à Cremona nel principio dell'Eſtate, oue ragu
nò quanta più gente d'arme puote hauere, & ſe n'andò ſul Breſciano per ſoccor
rere i ſuoi, che da Venetiani erano moleſtati, 8 ruppe gli inimici a Ghedo;
Renato Rè di Prouenza venne con groſſo Eſercito in ſoccorſo del Duca, 8 fù
in Cremona del meſe d'Ottobre in circa, Del meſe di Nouembre fù ricupera
to Soncino dal Duca, da cui fù anche preſo il caſtello degli Orci nuoui. Nicolò
Amidano Cittadino Cremoneſe, di Veſcouo di Piacenza, fatto Arciueſcouo di
Milano, in capo all'anno reſe lo ſpirito al Signore,e fù ſepolto nel Duomo auan
ti l'Altare maggiore, 8 ſopra la ſepoltura era vn marmo, nel quale era ſcolpita
di baſſorilieuovna ſtatua in habito Archiepiſcopale, con i ſeguenti verſi,
Fomam Pontificis qui nomine revit, c idem
ſi Placentina Presal in vrbe prius,
- Dehinc cathedra Ambroſi reſidens, Amidanus in vrna
Hac Nicolaus inest pulchra Cremona tuus.
Ille animo inuiétus, docfa probitate, fi 24
Aequabat priſcos, c pietate patres.
Impia mors nimium Paſtorem tollere nobis
Aeu properas, qualem ſecula rara ferunt.
queſto ſepolcro, per la nuouafabrica fatta dal Cardinale Borromeo è ſtato
à tempi noſtri leuato, e perciò tanto più volontieri ne ho io quì poſto l'iſcrittio
ne, per tener viua la memoria di così raro huomo. Antonio Ferraro Cremone
ſe in queſto iſteſſo tempo morì in Roma nientre era à ſeruigi di Papa Nicolò è
cui egli fù gratiſſimo. - -
Milano Bartolomeo Gazzo, per lettere patenti ſottoſcritte di mano propria del
Duca, ſotto il dì «rx. di Nouembre. -
di rimediare à tanti mali, 8 di ridurre l'Italia in pace, inuitò con ſue lettere tutti
i Principi Chriſtiani è voler mandare a Roma Ambaſciatori nelle calende di
Nouembre, per conſultare, e conchiudere di commune concordia quanto pa
reſſe neceſſario per la pace, e quiete d'Italia; Et ancora che il Duca noſtro
Gio. Galeazzo haueſſe appreſſo ſua Santità Antonio Triuultio ſuo Conſigliere,
e Prothonotario Apoſtolico,vi mandò nondimeno anco Leonardo Botta noſtro
Cittadino, Caualiere,e Conſigliere Ducale, inſieme con Branda Caſtiglione.
Veſcouo di Como, dando loro ampliſſima autorità, di proporre, trattare, e con
chiudere tutto quello foſſe loro parſo biſogneuole.
M cc cc 1 xxx1. Bartolomeo Sacco detto il Platina Cremoneſe, morì queſt'
anno in Roma di peſte. Fù il Platina dottiſſimo in ogni ſcienza, Filoſofo,e Re
tore molto celebre, d'ingegno acuto, e viuaciſſimo, 8 d'animo ſaldo, e coſtante.
Era egli già ſtato Abbreuiatore Apoſtolico fotto Paolo Papa II. il quale eſſen
do poco amico de letterati, e virtuoſi, lo perſeguitò, e fece incarcerare inſieme
con molti altri dotti huomini,e lo priuò dell'Vfficio,Stette queſto valent'huomo
prigione mentre che viſſe il predetto Papa Paolo, e morto lui fù da Siſto Pon
tefice di S. memoria liberato, come innocente ch'egli era. Si riſentì honeſta
mente il Platina contra di Paolo, deſcriuendo in lingua latina la ſua vita, e fa
cendo noto al mondo di quai coſtumi egli foſſe dotato. Laſciò queſto dottiſſimo
huomo molte opere latine dopò ſe, che gli hanno data fama immortale. Scriſſe
vn volume delle vite de'Pontefici dedicandolo a Papa Siſto. Vn'altro della na
tura delle coſe,3 vn'altro di Epiſtole à diuerſi; Scriſſe ancovn volume d'Hiſto
rie dei ſuoi tempi, di cui fà memoria Triſtano Calco Milaneſe nelle ſue Hiſtorie;
& inoltre mandò in luce diuerſi Dialogi,Orationi,eTrattati picni di eruditione.
M ccc crxxxri. Alli x. di Maggio Lodouico Sforza Zio, e Gouernatore
generale del Duca, venne à Cremona per abboccarſi col Duca d'Vrbino, che vi
era arriuato poco dianzi. -
M cc cc 1 xxx 1 11. Del meſe di Genaro ſi fece vna Dieta in Cremona, oue
interuennero Franceſco Gonzaga Cardinale, Legato Apoſtolico à nome di
Papa Siſto IIII. Alfonſo Duca di Calabria, Aſcanio, e Lodouico fratelli Sfor
za in nome del Duca di Milano. Lorenzo de Medici per la Republica di Fio
renza. Hercole Duca di Ferrara. Federigo Marcheſe di Mantoua. Giouanni
Bentiuoglio a nome de Bologneſi, e molti altri Signori, 8. Ambaſciatori, ſi con
chiuſe in queſta Dieta nel fine di Febraro Lega contra Venetiani, e fù dechiara
to Generale dell'Eſercito d'eſſa Lega il Duca di Calabria. Del meſe di Luglio
ſi riduſſero di nuouo in Cremona tutti gli Confederati, oue di nuouo fù ſtabilita
la Lega contra Venetiani, e fù confirmato Generale ſupremo il predetto Duca
di Calabria.
ºccer Xxxrv. Si fece allegrezza in Cremona per eſſer ſtato cteato
Cardinale Aſcanio Maria Sforzazio del Duca,alli xvii. di Marzo º"- - S l1tO
134 L I B R O -
Siſto IIII. Di nuouo fù ſtabilito dal Conſiglio del Duca di proſeguire la guerra
contra Venetiani; e perciò il Duca di Calabria alli xxv. d'Aprile con molte,
genti d'arme venne à Cremona, 8 alli v. di Maggio vi arriuò Lodouico col
l'Eſercito Ducale, di cui rinontiata c'hebbe la cura al Duca di Calabria ſudetto,
ſe ne tornò a Milano. Finalmente poi alli v1 1. d'Agoſto fù publicata nella no
ſtra Città con molti ſegni di letitia la pace, frà il Duca, e Venetiani, nella quale
concorſcro quaſi tutti gli altri Potentati d'Italia; e perciò fà dalla noſtra Città
ordinato à perpetua memoria, che ogni anno nel giorno predetto ſi faceſſe vn'
offerta di ſei libre di cera alla Chieſa di S. Donato, per celebrarſi da S. Chieſa
la ſua feſta quel giorno, nel quale fù etiandio ſtatuito, che non ſi doueſſe tener
ragione, ma foſſe feriato. -
Mcc
tanto cc xc,
grande cheDel meſe
le vite d'Ottobre
diuennero nel giorno
ſterili di S.ſeguente.
per l'anno Franceſco venne vngelo - s
i maritata Anna ſua ſorella è Alfonſo figliuolo del Duca di Ferrara. Si trouaro
º no à queſte nozze reali infiniti nobiliſsimi perſonaggi, così huomini come don
g: ne, frà quali furono i principali, Franceſco Gonzaga Marcheſe di Mantoua con
ir, Iſabella ſua Conſorte, Leonora moglie del Duca di Ferrara, e madre di Beatri
º ce, & Alfonſo ſudetto ſuo figliuolo. La Ducheſſa Iſabella alli xxx di Genaro
r: in Domenica partorivn figliuolo a cui fù poſto nome Franceſco.
Ci M ccc cxc1 1. Vedendo Iſabella Ducheſſa di Milano, donna di ſpirito vi
ſº uaciſſimo, con quanta ſtrettezza foſſe trattata lei, 8 il Duca Gio. Galeazzo ſuo
C marito, poiche dal nome di Duca in poi,nò haueano altro maneggio dello Stato
:::. di Milano (vſurpandoſi il Zio Lodouico, non ſolamente l'aminiſtratione del
gouerno, ma anche l'entrate, le quali ſpendeua à modo ſuo) ſi riſoluè di ſcriuere
al Duca di Calabria ſuo Padre, con fargli ſapere, che Lodouico non più come
. Gouernatore, ma come Duca, e padrone aſſoluto, maneggiaua queſto Stato.
i Mandò il Duca Alfonſo due Ambaſciatori è Lodouico, ma nulla potero opera
Rcf: re, e de quì hcbbe principio la ruina dello Stato di Milano, e di Lodouico, &
- anche degli Aragoneſi Rè de Napoli.
M cc cc xc1 i 1. Del meſe d'Aprile fu publicata la confederatione ſeguita
i frà Aleſſandro VI. Pontefice, il Senato Veneto, & il Duca Gio. Galeazzo, che
i s'obligò inſieme co Venctiani, a mandare incontanente dugento huomini d'ar.
i me à Roma per ſicurezza dello Stato Eccleſiaſtico. Bianca Maria Sorella del
I Duca Gio. Galeazzo, fù promeſſa per moglie à Maſſimigliano Imperatore, con
- dote di trecento mila ducati d'oro, adoperandoſi in ciò con grande aſtutia Lo
douico ſuo Zio, il quale ricercò dal ſudetto Imperatore per mezo d'Eraſmo
Braſca, d'eſſere inueſtito del Ducato. Alli 1 1 1. del meſe di Decembre ſi partì
di Milano la nuoua ſpoſa Bianca Maria per andar in Alemagna dall'Imperatore
ſuo marito, accompagnandola frà gli altri Giorgio Gazzo gentilhuomo Cremo
neſe, datogli da Lodouico per Secretario. - - -
- laſtCC1GQ
e ,
. A a
m -
T E R Z : o. 13;
Franceſco Mariani, da me altroue ricordati, ma per eſſerlonghiſsimo, mi ba
º ſtarà mettere ſolamente quella parte, la quale è quaſi vn'epilogo, è breue de
º ſcrittione delle ſue honorate attioni. Ma ſentiamo horamai quello che dice,
Maſsimigliano. Max 1 MILIAN vs Dvx Ms D 1o LAN1, crc. Proximè in Du
satum Mediolani, di Statum noſtrum benignitate omnipotentis, cº- clementiſſimi
Dei reſtituti, animum noſtrum non nunquam ad ees vertimus, qui bona memoria
Illustriſ. D Ludouico Vicecom.Sforti e genitori noſtro vi Gallorum expulſo, c poſtea
in Statam ſuum reuerſo, dum vixit; & poſt eius obiti,nobis in Germania,ci-Flan
dria, patrian, d bona ſua deſerentes aſſiduè,6 faleliter, cum magnis periculis, ci
intenſis laboribusſeruierunt: Interceteros autem plerumquè occurrie Mag. Eques
zo. Andreas Burgus Cremonenſis, Conſiliarius, di orator Caſ Maieſtatis apud noe
reſidens: 2già prima adoleſcentia alitas, di educatus eſt in Cancellaria primaria
Genitori noſtri; Cuius opera ſemper idem Genitor noiter, antequam Galli Statun
sius perturbarent, c mox potiſſimum in Germania penes Maieſtatem Ceſaream ,
mecnon poſº reditum ſuum in Italiamſemper in ardius rebus vſus eſt. Qui 4 obſin
gularem fidem, di beneuolentiam erganos, & Illustriſſimam domum noſtran, eo de
funito profugus, d exul, Gallos fugiens, ad Sereniſ. Imp. Maximilianum ſe contu
litici nunqua deſtititprafati Genitori noſtri libertatem apud euuden procuraregia
tantum M.Caſbeneuolentiampremeruit,ſolertia prudentia, vigilantia intolerabili,
acfide ſincera,vt ab ipſa Ceſ M.miſue ſit ciSereniſcº dilettiſſimo filieſuo Philippe
caſtilie,et Hiſpaniarum Rege,acArchiduce Burgundie,ad adminiſtrationem prefati
Regni. Et deinde illo repentina morteſublato,multas,cº- lonorandiſſima legationes
panes Sereniſſimos Regem Catholicum, Regem Anglie, c alios potentatus M. caſi
nomine geſit.ggibus temporibuiſcinus euna ſua erga nord. Illuſtriſs.domum no
ſtram innata fide,et effectione non deuiaſe, ſedſemper his inſtitiſſe,que ad dignita
sem, amplitudinè,et commodun noſtri pertinerèt ; quemadnodum nunc Dei ausilio
omnibus palam fa fumettidum ſuperioribus menſibus Reuerendiſ. D. Mattheo Epi
ſcopo Gurcenſi, di Locumtenenti Imperiali in Italia generali, in eius ad Summume
Pontificem oratoris etiam Caſarei munere fungens, Roma, ci alibi tàmpro rebue
M. Caſquàm pro noſtra reſtitutione, ſemper in eius Comitatu, ci ſeruitjsaſtitis,
donec Statum noſtrum paternum,id quodſemper optauit, Diuina fauente clementia,
recuperauimus: ci inpreſentiarum orator nomine Caſ. M. penes mos, pro eius con- -
T E R Z o. r41
meſi, &alli 2o. d'Agoſto ne partorìvn'altro, ma morto più groſſo che il primo.
I Franceſi fecero gettare à terra porta Aliberta di Cittadella, con tutte l'altre
porte antiche, che ancora reſtauano in piede, benche la città foſſe ſtata molto
tempo prima aggrandita;erano queſte porta Natale, porta Pertuſa, & di S. Lo
renzo. Furono aggionti al caſtello due Torrioni rotondi, per ordine del Rè.
M. D. «x1. Ritrouauaſi l'Italia in pace, ma pace però piena di ſoſpicione,
quando fù fatta Lega fra Leone X. Pontefice maſſimo, 8 Carlo V. Imperatore
d'eterna memoria, il quale non potendo patire che l Rè di Francia godeſſe lo
Stato di Milano, che per antica ragione apparteneua all'Imperio,fenza hauerne
non pure impetrata, ma neanche ricercata l'inueſtitura,3 i debiti titoli, preten
deua hauer giuſta cagione di mouergli guerra. La fomma di queſta confedera
tione fù,che con l'armi, e ſpeſe communi ſi ſcacciaſſero i Franceſi d'Italia, rom
pendo la guerra nello Stato di Milano in quei tempi, e modi, che inſieme conue
neſſero, 8 acquiſtandoſi,n'haueſſe à hauere il Pontefice Parma, e Piacenza, 8 nel
reſtante dello Stato s'haueſſe à mettere in poſſeſſo Franceſco Sforza Viſconte,
che ſi trouaua allhora eſule à Trento, e pretendeua ragione in queſto Stato, per
hauerne Lodouico ſuo padre ottenuta l'inueſtituta da Maſſimigliano, come al
troue dicemmo, 8 anche per la rinontia del fratello. Eſſendoſi dunque com
giunti inſieme l'eſercito Eccleſiaſtico, 8 Imperiale, poſero il campo a Parma.
Alli2 1. di Giugno Monſignor de Leſcuto,ò come lo chiamano altri, dello Scudo,
e Theodoro de Triuulci, partirono di Cremona con parte dell'eſſerciro France
fe per andare a ſoccorrere Parma, e poco dopò vennero molte compagnie º
Suizzeri in Cremona, oue di già era anche venuto Monfig de Lautrec generale
del Rè di Francia. Patì molto la noſtra città per queſti tumulti bellici, eſſendo
egni di sforzati i cittadini a ritrouare danari per pagare i ſoldati. Si vide per
molti giorni vna Cometa;apparuero anche molti prodigi; Fù oltre di ciò inter
detta la città per riſpetto che alcuni cittadini ricuſauano di pagare certe penſio
nià non sò chi Sacerdoti.Si ſcoperfe ancovn trattato tenuto " Nicolò Varolo
cittadino molto potente, e di gran feguito,maallhora eſule. Furono perciò preſi
Marco de Lanci,Andrea Rouerè,Gio. Antonio Ballarino, 8 Vincenzo Pauaro,
conſci di quel trattato, & con attrociſſimi ſupplici fatti morire, queſti due vlti
mi, poſti ignudi ſopravn carro, 8 con tanaglie infuocate longamente tormen
tati, vltimamente furo iſquartati viui, gli altri due furono anche loro viui poſti
nelle fiamme. Nel principio d'Ottobre paſsò l'eſercito Eccleſiaſtico nel Cre
moneſe, Szalloggiò a Caſalmaggiore, ouc venne anco il Cardinale Giulio de
Medici, che fù poi Papa Clemente VII. Indi paſſando per il Cremoneſe non
(º
fecero coſa di momento, ſe non che à Corte de Frati i Tedeſchi, e Spagnuoli
vennero frà di loro è conteſa, e reſtarono morti molti Tedeſchi, Da Cor
; º andò il medeſimo eſercito ad alloggiare è Robecco; Et Lautrec laſciati
ºrriaggi a Cremona andò ſpeditamente à S. Martino, che è sù la "
-
- - - Cile
136 L I B R O
gueſta impreſa, e vi fà poi per ordine del Duca noſtro prepoſto Annibale Pice
rs nardo Capitano, 8 Cittadino Cremoneſe. Del meſe di Febraroi Franceſi che
crano nel detto caſtello s'arrendettero, 8 il Picenardo vi entrò Caſtellano in
tºrri
-
º
nome del Duca. I Cremoneſi furono da Clemente VII. aſſoluti dall'obligo di
:: trouarſi preſenti alla Meſſa, e Predica, nel giorno di S. Benedetto, impoſto loro
ti da Papa Benedetto, per il fauorehaucuano preſtato a Lodouico Bauaro Impe
i tatore, ſi come altroue dicemmo, & ciò fù alli xx v. di Febraro; ſerbaſi la Bolla
i nell'Archiuio publico. Eſſendo morto Maino del Maino Gouernatore di Cre
::: mona, fù dal Duca poſto in ſuo luogo Tomaſo fratello del detto Maino. Fù an
che nell'iſteſſo tempo impoſta vna Taſſa de vinticinque mila ſcudi alla noſtra ,
ni, Città. Franceſco Rè di Francia ritornò con groſſo Eſercito in Italia, oue non
it: fù sì toſto arriuato, che ottenne la Città di Milano, trauagliata allhora fuor di
li modo della peſte. Aſſediò poi l'iſteſſo Rè la Città di Pauia. Soſtennè perciò la
noſtra Città grauezze intolerabili,percioche fù coſtretta del meſe di Nouembre
pagare altre vinticinque mila ſcudi, 8 poco dopò altri ſeimila, i quali ſi pagaro
no in tanti panni, e fuſtagni, per non ſi ritrouare danari, oltre che di continuo,
3 nel Contado, 8 nella Città s'alloggiauano i ſoldati è diſcretione.
M. D. xxv. Penſando il Rè Franceſco di occupare Cremona, oue non era .
reſtato molto preſidio, eſſendoſi ridotto l'Eſercito Imperiale à Marignano, per
andare a ſoccorrere Pauia, aſſoldò Gio. Lodouico Pallauicino,il quale con quat
trocento caualli,S duo mila fanti, paſſando il Pò à Caſalmaggiore, occupò quel
la Terra, 8 per non eſſerui mura vi ſi fortificò dentro con ripari; occupò etian
dio S. Gio. in Croce, 8 di là andaua ſcorrendo per tutto il Contado Cremone
ſe , la onde il Duca Franceſco, il quale ſi trouaua in Cremona, vi mandò Aleſ
ſandro Bentiuoglio Bologneſe, Aleſſandro Stampa Milaneſe, 8 il Capitano Ba
rone Somencio Cremoneſe, con mille, e quattrocento fanti aſſoldati in Cremo
na, & con alcuni pochi caualli di Ridolfo da Camerino, 8 co'caualli della ſua
propria guardia. Vſcì il Pallauicino confidatoſi nell'hauer più genti che i noſtri,
e s'attaccò con loro, ma combattendo le noſtre genti valoroſamente, i ſoldati
del Pallauicino ſi poſero in fuga, 8 egli dopò l'hauer combattuto buona pezza
con molto valore, finalmente fatto cadere da cauallo fù da Baldeſſare Superto
“Cremoneſe fatto prigione, 8 condotto a Cremona alli xx di Febraro. Etalli
x x 1 v. dell'iſteſſo meſe, giorno ſolenne per la feſta di S. Matthia Apoſtolo, 8 il
medeſimo giorno natale dell'Imperatore Carlo V. ſi fece il fatto d'arme ſotto
Pauia, frà l'Eſercito Imperiale, &l'Eſercito Franceſe, nel quale furono rotti i
Franceſi,con vcciſione de più d'ottomila di loro,e fù anche fatto prigione il Rè
Franceſco, col Rè di Nauarra, il Baſtardo de Sauoia, e molti altri Signori, e
!
Principali Baroni di Francia, & anche alcuni Italiani, frà quali fù Federigo Gon
tifº ºsada Bozzolo, 8 Galeazzo, e Bernabò Viſconti. Furono anche ammazzati
Più de venti Signori principali Franceſi; Fù etiandio infelicemente ammazzato
cº
- - - - Ti il
i
v .
-
146 L I B R -O
148 L ' I B R O -
alla batteria,che durò per tutto il Martedì ſeguente, temendoſi molto nella Cit.
tà,che quella notte non s'haueſſe à darli l'aſſalto, il che però non ſeguì, forſe per
la molta pioggia che venne. Dettero però fuori quelli del caſtello, 8 ſcaramu
ciarono co Spagnuoli, e fù ammazzato vn loro Capitano,S al Maeſtro del cam
po furono portati via i diti d'vn piè dal colpo d'una colobrina. Alli 1x d'Ago
ſto ſileuò il campo dalla Moſa, e venne alla volta del caſtello, incominciando è
farla batteria da quella parte, che fù di più di duemila tiri, non ceſſando quelli
di dentro di far ripari co' legnami d'ogni ſorte,terra, biſacche di lana, e di gotto
ne, e ſimili altre coſe, 8 erano sforzate à lauorare ogni ſorte di perſone, e nobili,
e plebei,infino anche le donne, 8 i fanciulli, ne andarono eſenti i Religioſi, per
cioche nel fine del detto meſe fü loro fatto comandemento à pena la " , che
andaſſero a lauorare, è mandaſſero vn'opera per cadauno di loro; e furono i pri
mià andargli i Canonici del Duomo, e quelli di S. Agata, e ſi tenne foſſe opera
d'vno de Canonici del Duomo, il quale depoſto l'habito Sacerdotale militana
ſottoli capitani Imperiali. Non era la noſtra città manco moleſtata da quelli di
dentro, che la foſſe da quelli difuori; percioche ognidi erano dai ſoldati rubate
qualche botteghe, 8 ammazzato qualche perſona, e frà gli altri fù ammazzato
Gio. Battiſta Ali cittadino nobile, davn ſoldato per non hauer così preſto potu
to prouederli di vino, di cui in queſto aſſedio fà grandiſſima careſtia, vendendoſi
il guaſto ſino a ſette, e otto lire la miſura, è il mediocre vinti, e vinticinque lire.
Il primo giorno di Settembre Pietro Paolo Roma cittadino nobile fù ammazza
to davn colpo d'artiglieria da quelli difuori. Alli v. Lucio Colonna nobile,
Romano ſcaramuciando ſopra la piazza del caſtello, fù davn colpo d'artiglieria
vcciſo, furono etiandio ammazzati molti altri,e Spagnuoli,e Tedeſchi. Queſto
meſe ancora, che nella noſtra città molto ſi patiſſe di vettouaglie, grandiſſima fà
nondimeno la penuria del vino,poi che il guaſto ſi vendè dui ſcudi, e più la miſu
ra, &il buono fù pagato infino a trenta lire. Finalmente vedendo gli Imperiali
non poterſi tenere più,cominciarono a trattar d'accordio con quelli della Lega,
che fù conchiuſo alli xxiv. del ſudetto meſe, le conditioni furono,che non eſſen
do ſoccorſi gli Imperiali nel termine di diece giorni laſciaſſero Cremona libera,
e ſi partiſſero ſenza ſuono de tamburri, 8 con le bandiere piegate. I Tedeſchi
ſe ne tornaſſero in Germania, e li Spagnuoli non poteſſero pervn'anno militare
ſotto i capitani Imperiali nello Stato di Milano. In queſto iſtante il Duca Fran
ceſco venne à Cremona, & andò nel caſtello. Alli 2. poi del ſeguente meſe di
Nouembre Corradino conſegnò le chiaui della città a Piotro da Cà Peſaro, Pro
ueditore generale della Signoria di Venetia, il quale fece incontamente aprire
la porta di S. Michele, per donde vſcirono i Lancichenecchi, de quali il ſudetto
Corradino era Colonello; Furono queſti da mille, e quattrocento fanti d'ordi
nanza, i quali haueuano meglio di cinquecento perſone inutili alla guerra, cioè
donne, e ragazzi, è anco più di ducento caualli; Dui giorni dopò partì il
- - Colonello
T E R z o. - r t9
Colonello Corradino con quaranta caualli. Et di là ad altro quattro giorni parti
Guido Vaini con la ſua compagnia de caualli. I Spagnuoli furono gli vltimià
partirſi, i quali vſcirono di Cremona alli x 1. d'eſſo mefe; erano queſti da ſette
cento caualli, & quattrocento fanti. Si fece per la liberatione della Città feſta
grande, ſonando tutte le campane d'allegrezza. Entrarono nella Città il Duca
d'Vrbino, & il Proueditore Peſaro, 8 poſto buon'ordine, 8 le guardie doue era
il biſogno; ſi partì il Duca d'Vrbino, eſſendogli già entrati da mille,e cinquecen
to fanti del Venetiani nella Città, de'quali erano capitani Guido Briſighella, Se
Gentile da Foligno,vivenne ancoMatteo de'Mari da Buſſeto cd trecento fanti,
i quali egli conduceua in nome del Duca noſtro. -
M. D. xxv 11. Furono queſt'anno impoſte molte grauezze alla noſtra Città,
eſſendo il Duca sforzato a grauarci contra ſuo volere per pagare i ſoldati, e per
ciò fù prima impoſta vna Taſſa de quindeci mila ſcudi d'oro, 8 poſcia vn'altra
de ſoldi cinque per ogni ſoldi vinti d'Eſtimo. Concedette il Duca l'immunità
dai carichi,e grauezze ſtraordinarieà Marco Tarteſſio noſtro Cittadino,huomo
letteratiſſimo, e peritiſſimo della greca, e latina fauella, e publico Lettore d'hu
manità, di cui facendo il Duca honoratiſſima teſtimonianza, nel priuilegio della
conceſſione, che fù eſpedito in Cremona ſotto il dì primo di Febraro, non hò
voluto laſciare di metterlo in queſto luogo per memoria di quell'huomo rariſſi
mo nella ſua profeſſione. FRA Nc1 sc vs II. Sfortia Vicecomes Dux Mediol.crc.
Solent optimi Principes ſubditorum quorumcunſ rationem habere; ſedillorum in
primis quorum virtus statui ſuo, ci honori eſº, ci emolumento, nos eorum veſtigi/r
inherere volentes, quantum vires noſtre patientur idem facere conabimur, feci.
mus 4 quoad licuit, meliori fortuna, felicioriº carſa, ſecundioriº aura ratis no
stravehebatur: Quo fit vt cum nuperrime nobilis Marcus Tarteſius, vnus ex
Academici, iſtius noire vrbis Cremone vtrius 4 lingue peritiſimus immunitatem
ſappliciter à nobis efflagitanerit, non potuerimus nuſ libentiſſimè aſſentiri, idque
multiplici de cauſa: partim vt liberius offitio ſuo vacare poſit, quo ſubditis noſtris,
ci prefertim iſtius noſtre vrbis maxima percipitarvtilitas; partim vt ei morem s
geramus, qui non ſolum nominis noſtri ſtudioſas eſt, ſed pre ceteris amantiſſimus:
Et idcirco tenore preſentium diffum Marcum,6 eius fillos, necnon eoruna bona,tàmi
mobilia, quàm imobilia, preſentia, cº-futura, Maſſariosſi, Colonos, Inquilinos, Me
S: zadros, Fictabiles, c Penſionarios ſuos,immunem, c exemptum, ac immunes, ci
º exemptosfacimus, ci declaramus ab hodierna die vſquè in perpetuum, ab onnibas
Pati, imbotatura bladorum, vini, fant, taleis mutui, preſtitis, ſebſidys, impoſi
sº tionibus,fodris, focolaribus, carrigis, ci alis oneribus, tàm realibusperſon-invas.
il Tºm mixtis cuiuſuis generis,ci maneriei impoſtis;& de cetero imponendis: onere
iº ramen ſalis, taxis equorum, c Datifs, cº- Gabellis ordinarys ſemper ſeraats, ita'
(14, o ºf anodo in antea è quocunque Datto, ac onore, exceptisſapradictis preſersentar.
ºpiº e Prºſeruati eſſe intelligantur, co modo, qua al exempti, ci inoun ha entrº
sº - - preſervati,
15o L I B R O -
" aſſalì nei principio di Febraro la peſte,che per molti meſi incrudeli in modo,che
ſi nella Città (come apparue per il conto, che da Prefetti della ſanità fu tenuto)
ti mancò più del terzo delle perſone. Non reſtarono perciò i Miniſtri Ducali,ol
tra tre litrè mila ſcudi, che ſi pagauano ordinariamente ogni meſe, d'imporcivna
li Taſſa de ſoldi dodeci per ogni ſoldi vinti d'Eftino. Venne oltra di ciò grandiſ
i fima inondatione d'acque, che cagionò danno grandiſſimo. Madama Renez
ri figliuola di Lodouico Rè di Francia morto di già alquanti anni, la quale era ſtata
i maritata è Hercole Prencipe di Ferrara, andando a Reggio oue era dal marito
i" aſpettata per celebrare le nozze, arriuò à Cremona alli vi i 1. di Nouembre,ac.
il compagnata da infiniti Baroni, e Signore, & alloggiò nel palaggio de Trecchi,
i nobiliſſimi,e principali Cittadini della noſtra Città,oue poi che fù dimorata due
roſa giorni partiaccompagnandola tutta la nobiltà Cremoneſe. -
152 IL I B R O
i; ſeguente tenore. Tenemo per certo vi debba eſſerstato gratiſſimo hauer inteſo il
li matrimonio noſtro,perche in ogni tempo ſempre ſete ſtato deſideroſo dell'honore,com- .
i modo, ci ſtabilimento noſtro, così vi ringratiamo, dicendoui che ſperiamo ſotto
i l'ombra della Ceſarea Maeſtà, mediante etiandio detto matrimonio, le coſe noſtre,
i e dello Stato noſtro debbano pigliar miglior forma, di quella è ſtata ſin al preſente,
ro, il che preghiamo Noſtro Signore Dio ci conceda per beneficio noſtro, ci de noſtri
mir. Sudditi. Dio vi conſerui di Milano alli 15. di Luglio ore. Et è la lettera di man
in propria del Duca. -
º
2
- V 2 M. D. xxxiv.
- -
156 L I B R O
M. D. xxx 1 v. La Sereniſſima Ducheſſa Chriſtierma eſſendo venuta è Ma
rito, fece l'entrata ſolenne in Milano alli 3. di Maggio in Domenica, con tanta
mpa, & trionfo quanto dir ſi poſſa; Fù ella accompagnata di Fiandra ſino è
Milano da Monſig.di Prata,fauoritiſſimo dell'Imperatore. Il Signor Gio.Paolo
Sforza fratello naturale del Duca l'andò a incontrare fuori della Porta accom
pagnato da tutti i gentilhuomini di Milano beniſſimo veſtiti, 8 fu accompagnata
da tutto il Clero, che gli precedeua proceſſionalmente. Era la Ducheſſa ſopra
vna belliſſima Chinea, 8 haueua à man ſiniſtra il Cardinale di Mantoua, alla -
ſtaffa gli caminauano dodeci gentilhuomini principali dello Stato, veſtiti con
giubbe di ſeta alla Franceſe, l'accompagnauano anco tutti i Dottori di Milano
à piedi, da quali fu portato il Baldochino ſotto cui ella era, 8 dopò l'eſſer ſtata
nel Duomo, fù condutta al caſtello, oue dal Duca era aſpettata; & il giorno ſe
guente la ſpoſsò ſolennemente, eſſendoui preſenti l'Illuſtriſſimo Cardinale di
Mantoua, il Veſcouo Verulano Nontio del Papa, il Veſcouo di Vigeuano, &
quello di Modena, che diſſe le parole ſolite à dirſi ne' Sponſalitij, &infiniti altri
Signori. Si fecero perciò anche nella noſtra Città ſegni d'allegrezza, con fuo
chi, artiglieria, & altri ſimili. Si fece queſt'anno in Cremona vn magazino pu
blico de grani, così hauendo ordinato il Duca. - -
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M. D. xxxxv.
T E R Z O. 167
preclariſſimis viris honoris cauſa tributum fuiſſe non vno in loco legatur, tunid
maxime hoc tempore euenit, quo fideliſſima M. V, ſeruitrix ciuitas Mediolanen
fisiam aliquot annis Magnifici Iureconſulti,ac clariſſimi senatoris D.Io. Baptiſta
schiti maximum ingenj acumen, maximam prudentiam, ſummam legum peri,
tiam, ci multiplicem variarum diſciplinarum cognitionem admirata, tum in ge
rendis pertrattandis 4 negotis aſſiduum laborem promptitudinem,vigilantiam, in
conficiendis verò decteritatem, acfaelicitatem experta,id totis viribus procurare,
acſatagere decreuit, vtà M. V. queid tribuereſolet, impetraret, vt eum ciuem
ſuum efficeret, id4 nonſolumipſi conferret, ſed eius cauſa etiam Magnifico D. Fe
derico eius fratri in ampliſſima forma concederet: guapropter ad M. V, prafate
siuitatis Vicarius, ci duodecim viri eiuſdem Decuriones recurrere deliberaue
runt, ſupplicando, vt illa dignetur pref clariſſimum D. Io. Baptiſtam Schitium ,
ac Magnificum D. Federicum eius fratrem, eorumſ filios, ac deſcendente sciaita
tis Mediolani ciues creare ita vt non ſoli pro veris, ac originarijs ciuibus habean
tur, ac traitenturyed etiam illis omnibus priuilegijs, prerogatiuis, immunitati
bus, exemptionibus gaudeant, 6 fruantur, quibus veri, legitimi, ac originari ci.
nes frui,ci gaudere ſolent,c poſant. Fù iſpedito il priuilegio della Ciuiſita con
forme alla ſupplicatione ſotto il dixx 11.di Febraro. Non andò poi molto, che
il predetto Gio. Battiſta Schizzo fu chiamato dall'Imperatore in Iſpagna coti
tolo di Regente dello Stato di Milano, 8 di conſigliero ſupremo di ſua Maeſtà.
Queſto iſteſs'anno l'Imperatore è prieghi della noſtra città, ornò del grado, e
dignità di Senatore di Milano, Paolo Ali, preclariſſimo Dottore de Leggi, 8.
dotato dalla natura di mirabile ingegno, de ſuauiſſimi coſtumi, e di valore, &
bontà ſingolare. Fece queſt'anno gran perdita la noſtra città, per la morte di
Huomobono Offredo ſuo cittadino, Filoſofo, 8 Dottore di Medicina nobiliſſi
mo,& illuſtre,alla caſa di cui, come ad albergo,8 porto ſicuriſſimo di ſanità,ſi ri
correuanò ſolamente da noſtri cittadini,màanco da tutte le parti d'Italia: eſſen
do egli chiamato alla cura de diuerſi Signori, 8 gentilhuomini grandi con mol
to ſuo vtile, & honore, & con non poca riputatione della patria. Apportò non
poco ſplendore a queſta nobiliſſima famiglia anche Apollinaro Filoſofo, 8
Medico preclariſſimo, il quale ſcriſſe alcuni dottiſſimi Commentari ſopra la Po
ſteriora, 8 altri libri d'Ariſtotele. Sono ſtati riſtampati queſti Commentari mé
tre io ſcriueua la preſente opera & dedicati a Veſpeſiano Gonzaga Duca di
Sabbioneda, nuouo Mecenate de letterati, e virtuoſi, in queſti noſtri tempi.
Fiorì Apollinaro intorno l'anno M cccc x L nel qual tempo riſplendè ancovn'
altro gran lume della noſtra città, fù queſti Gerardo Sabbioneda Filoſofo, Aſ
trologo, 8 Medico eccellentiſſimo, 8 peritiſſimo di tutte le più eccellenti lin
uc;alla cui dottrina deuono molto tutti i profeſſori della Medicina, poiche egli
fù il primo che per commodo, 8 vtile vniuerſale portaſſe dall'Arabica nella la
tina lingua,Raſi, Auicenna, 8. Almáſoro;Scriſſe anche alcune coſe d'Aſtrologia,
il che ho voluto ricordare quiui,per né hauer potuto dirlo al ſuo luogo. Illuſtrò
etiandio la predetta famiglia Offreda il Veſcouo di nome, e di cognome
-
".O»
T E R z o. 175
"illini
ſtia,
do, chehebbe il Veſcouato di queſta noſtra città, 8 ſua patria intorno l'anno
Mc L xx1x.
i li M. D. 11111. Anſelmo Tinto celeberrimo Dottore de Leggi, hauendote
frlº nuto la Podeſtaria di Milano da forſe vintinoue meſi, con ſomma ſodisfattione
ſf i
di quella nobiliſſima,8 ampliſſima città;fù dal Senato amplamente lodato della
Ahlſsi
buona giuſtitia amminiſtrata, 8 ciò dopò l'eſſer ſtato ſottopoſto al Sindicato ſe
'rtiti
ſh, il
condo gli ordini di queſta Prouincia. E' la Famiglia Tinta nobile nella noſtra -
li
città già più di quattrocento anni ſono, 8 hebbe origine da quel Tinto di cui
facemmo memoria nel primo libro di queſta noſtra opera, ſotto l'anno Mc1 x.
pi Chiamauaſi egli Tinto Muſa Gatta, è Muſo di Gatta, e perciò ſi veggono an
ſºli
cora alcune arme antiche di queſta famiglia, nelle quali è dipinta vna teſta di
bili.
Gatta;Fù coſtuihuomo di molto valore,S eccellenza nell'Archittetura,S peri
Il
tiſſimo nel fabricare macchine, é iſtromenti da guerra, e perciò fu gratiſſimo è
is
Federigo Primo Imperatore, che di lui ſi feruì in molte occorrenze, 8 parti
Ighli,
colarmente nell'eſpugnatione di Crema; Laonde ne rapportò premij honora
ini, tiſſimi da quello Imperatore il quale lo creò Conte con ampliſſima poteſtà con
iº cedendoli in Feudo Imperiale per lui, e ſuoi heredi, e ſucceſſori tutte le poſſeſ
i fioni,che eſſo Tinto poſſedeua, & che nell'auenire foſſe per poſſedere, come ſi
miti vede in vn priuilegio iſpedito a Marignano ſotto il dì vi I.di Maggio dell'anno
M Mc L 1 x.nel quale ", deſcritti per teſtimoni due Veſcoui, cioè quello di Bam-.
ri burg, e quello di Praga, Corrado Palatino fratello dell'iſteſſo Imperatore, Fe
". derigo figliuolo del RèCorrado, 8 vn'altroFederigo, 8 Ottoneamendue Pala
i tini, & due noſtri nobiliſſimi cittadini, cioè Marſilio Perſico, 8 Guglielmo Boc
io: ca di Torcolo. In oltre le fece dono del Contado dell'Iſola Fulcheria, che horà
di diciamo la Ghiara d'Adda, come ſi vede nel priuilegio dell'inueſtitura,iſpedito
i ſotto Cremaalli xxx. di Decembre Mc Lx. che è tale, Federicus Diuinafa
i uente clementia Romanori Imperator ſemper Auguſtus..guamuis omnibus qui Im
mº peratori e libertatis fili eſſe dignoſcitur tutele Imperialis iure debeamus preſidii,
toſº quadam tamen ſpeciali prerogatiua dile 7tonis illi a nobis ſunt ampleifendi,quori,
fo, c deuotio in argumentumfidei magis ſi cognita, ci fidelitas ipſa ad exaltandam
lº Corone noſtre gloriam amplia; eſt operibus comprobata , ea propter motum facimus
ir vniverſis per Italiam Imperj nostrifidelibus tam preſentibus,quàmfuturis quali
si terfideli noſtro Tinto Cremonenſi, qui dicitur Maſa de Gatta, pro magnis, c pre
( ri claris eius obſequijs hanc grattam indulſimus quodeum de Comitatu Inſula Fut
cherie, ſicut in terminisiſtis continetur, videlicet, De Picighitono,vſquè ad Pon
pº tirolum ſicati eit infra Abduam, 3 Serium, quidquid ad nostrum tus pertinet, per
iº rectum Pheudum iure Comitatus inuesttuimus, cum omnibus eiuſdem Comita
tus pertinentiis videlicet, Caſtris, villis, Mercati, curadjs,terris cutti, ci incul
i; tis paſeuis pratis,molendinis,aquis,aqaarumſ di curſibus pontibus piſcationibus,
-
v
ripatici, pedaggi, albergarijs, diſtrictis,batalys placitis, ſiluis, campi, vaſſallis,
Artmannis, Fodris, iure Comitatus ad Comitem pertinenti bus, ci cum omnibus
S pertinentis , que ad ipſum Comitatum de iure pertinere dignoſ untur. Et vt ha
ſº
2 beat
176 L I È R O
beat ius dandi tutores,restituendi minore,conſtituendi Mondualdos, c alios legi
timos aſfus. Preterea quoniam Mediolanenſes hoſtes Imperiſ iudicati ſunt, 6 bo
na eorum publicata predicto fideli noſtro Tinto Caſtrum Prade, et quidquid Allodi
Mediolanenſes habebant in eius pertinentis,per inueſtituram Pheudi conceſſimus,
aſſiſtente, ci conſenſum prebente auunculo noitro Duce Valphone. Ha cautem om
mia ſapradićfa predito Tinto,ci eius haredibus maſculis,cºfaminis,concedimus,
e autoritate noſtra confirmamas. Quicunque autem huius noſtri priuilegi vio
latoreſe preſumpſerit ſciatſe compoſiturumauri optimi libras ducentas,dimidium
Camera noſtra, ci dimidium predicto Tinto Comiti Muſa de Gatta, vel eius he
redibus. Huius vero Inueſtiture teſtes ſunt. Hezricus Dux Bau.c Sax. Conra
dus Palatinus Comes de Rheno. Henricus Dux de Carantana. Bertaldus Dux de
Ceringa. Comes Vgo de Achsburch. Comes Valters.Comes Federicus de Eppa. Bur
cardus de Aſemburch. Gubertus de Bornado Iudex Curie nostre. Tutto ciò hò io
voluto riferire quiui incidentemente, non hauendo potuto parlarne al fuoluo
go, per non hauer hauuto i predetti priuilegi à tempo. Hebbe altreſi queſta
famiglia Gio. Chriſtoforo, il quale per la rara ſua dottrina, fù cariſſimo a Papa
Innocentio VIII, che gli conferì il Veſcouato di Parma, oue eſſendo egli ve
nuto per pigliar il poſſeſſo del Veſcouato, morì né ſenza ſoſpetto di veleno,da
togli per la via. Hà etiandio hauuto à noſtri giorni Gio. Giacopo Capitano di
molto valore, il quale, 8 nel Piemonte, 8 in molti altri luoghi diede honorato
ſaggio di ſe. Eſſendoſi l'anno inanzi ribellata Siena dall'Imperatore, & dataſià
Franceſi, fù da Ceſare deſtinato Generale à quella impreſa Giacopo Medici
Marcheſe di Marignano, 8 in quella guerra ſeruirono otto Capitani di fanteria
Cremoneſi, i primi che hebbero l'iſpeditione furono Lodouico Borgo con vna
compagnia, 8 il titolo,c grado diMaeſtro del Campo;Oſcafale Oſcaſali, 8 Gio.
Battiſta Perſichello, il quale ſino dal principio di queſta guerra ſi trouò có la per
ſona del predetto Marcheſe. Fù il Borgo poſto al gouerno del forte di S. Mar
co con quindeci compagnie di fanterie Italiane, fra le quali erano le trè Cre
moneſe,e ſtettero nel detto forte ſino al fine di quella impreſa. N6 molto dopò
viandarono Pier Franceſco Trecco Colonello di due compagnie, vna delle
quali haueua Vincenzo Trezzona, Gio. Battiſta Ali con vna compagnia,
Marc'Antonio Fauagroſſa, il quale rinonciò poſcia la compagnia è Giulio
ſuo figliuolo, 8. Sebaſtiano Picenardo, che rinonciò anch'egli la compagnia
à Gio. Battiſta ſuo figliuolo, feruendo nondimeno anch'egli colla propria
perſona;fi fecero in quella guerra diuerſe belliſſime fattioni,nelle quali le com
pagnie Cremoneſe s'acquiſtarono grandiſſimo honore, e riputatione, Etinº
vna ſcaramuccia, che ſi fece al predatto forte di S. Marco, vi fu ammazzato di
vna archibugiata in vn fianco SebaſtianoPicenardo Capitano alleuato fino dal
la pueritia nelle guerre, nelle quali s'acquiſtò fama immortale; Era egli ſtato
Capitano del Duca Franceſco, che ne fece ſempre grandiſſimo conto, e ſtima,
ſi dilettaua queſto valoroſo Capitano d'hauer ſempre nella ſua compagnia ſol
dati ſperimentati, non ſi curando d'hauerne molti in numero, ma più toſtopo
- N. - chi,
T E R Z O- - 177
i chi,e valoroſi, Noavò tacere,ch'eſſendo egli nel principio di queſta guerra ſta
i to accuſato al Duca Coſimo di Fiorenza da certo Capitano di poco valore,che
ita egli non haueſſe nella ſua compagnia il numero deſtinato del ſoldati, confeſsò
ſu intrepidamente il Picenardo ciò eſſer vero, ma che ſi offeriua à far vedere è Sua
in Eccellenza, che cento de ſuoi fanti hauerebbono combattuto con trecento de
ſia quelli dell'Accuſatore, colla quale riſoluta riſpoſta ſodisfece in modo è quel ſa
º mijſſimo Prencipe, che lo tenne poi ſempre molto caro ſi trouò etiandio a quel
ri la guerra Gio. Lodouico Trecco con via compagnia d'Huomini d'Arme Cre
ti, moneſi di cui egli era Luogotenente, 8 nella giornata delli 1 1. d'Agoſto, nel
.Cr. la quale fü rotto il Strozzo, che fù quaſi il fine di quella impreſa, combattè il
li Trecco colla detta compagnia molto valoroſamente, Pietro Zignano ſoldato
ti nobile,e valorſo, che allhora haueua il Stendardo di quella compagnia fece an
º". ch'egli mirabil proue nel dì della predetta giornata. Mentre che in Toſcana ſi
i , guerreggiaua, il Prencipe di Spagna ſi era trasferito in Inghilterra, per darcò
i pimento al maritaggio ſeguito fra eſſo Prencipe,e Maria Regina di quel Regno,
oue gli fu dall'Imperatore ſuo Padre mandata l'Inueſtitura del Regno di Napo
ti: li, dicendo che à tal Reina non ſi conueniuamarito meno d'un Rè. Fù perciò da
i eſſo Rè mandato Ferrante Franceſco Daualo Marcheſe di Peſcara a pigliare il .
i poſſeſſo del Regno di Napoli, e Don Luigi de Cordoua venne à pigliare il
li poſſeſſo di queſto Stato del meſe d'Ottobre; ſi fecero per queſta nuouanella
i noſtra città molti ſegni d'allegrezza. Gio. Battiſta Buſſetto Medico eccellen
M: tiſſimo di Chirugia, & ſingolariſſimo nel cauarle pietre della veſica, s'acquiſtò
i": in queſti tempi molta fama, non ſolo in Cremona ſua patria, ma etiandio per
0". tutta Italia,hauendo fatte cure belliſſime à diuerſi Prencipi,e perſone grandi.
&G, Vennero queſto medeſimo anno i Sindicatori à Milano per ſindicare i Miniſtri
i di Don Ferrando Gonzaga, il quale dall'Imperatore era ſtato chiamato in Iſpa
.Mi gna à giuſtificarſi, come fece honoratiſſimamente dalle calonnie dategli preſſo
Sua Maeſtà Ceſarea, da alcuni Emuli. Laſciò Don Ferrando in ſuo luogo, al
-
-
gouerno di queſto Stato Don Giouan Figueroa. -
: M. D. Lv. Del meſe di Gennaro ſi fecero nella noſtra città per trè giorni
continui proceſſioni ſolenni, 8 altri ſegni di publica allegrezza, per la nuoua -
che ſi hebbe,che'l Regno d'Inghilterra era tornato alla diuotione di S.Chieſa.
Don Ferrando Aluarez Duca d'Alua, il quale dopò Don Ferrando Gonzaga -
era ſtato deſtinato Luogotenente generale, S. Gouernatore dello Stato di Mi
lano, non sì toſto fù iſpedito, che mandò in queſte partià far preparamenti per
la guerra del Piemonte; Laonde per tutte le città ſi aſſoldarono genti da piedi,
e da cauallo,& in Cremona furono iſpediti di nuoto per quella impreſa li ſotto
rotati Capitani, cioè,Gio. Paolo Zaccaria,Gio. Battiſta Matto, Gucrrero Cel
lano, Girolamo Borgo, Paolo Botto, il Conte Ceſare Perſico, Renolfo di Re
nolfi,8 venuto poi il predetto Duca d'Alua à Milano s'inuiò con tutto l'Eſſer
cito alla volta di Volpiano per vettouagliargli,il che gli riuſcì nolto bene. Nel
l'iſteſſo tempo il Capitano Lodouico Borgo fu mandatº con vna compagnia e
- RSE
r78 L I B R o
per Gouernatore di Borgo S. Donino ſul Parmegiano,3 il Capitano Gio Bat
tiſta Perſichello fù mandato collaſua compagnia in Caſtel Guelfo,luogo non
molto lontano da Parma. Il Rè Filippo di moto proprio fece libero dono d'un
molino con trè ruote nel luogo di Fieſco territorio Cremoneſe, è Federigo
Schizzo, fratello di Gio. Battiſta Regete dello Stato di Milano, come appare in
vn priuilegio dato in Bruſelles di Barbantia, ſotto il dì v. di Decembre. Del
predetto meſe paſsò all'altra vita Antonio Maria Agoſto noſtro cittadino Can
celliero della Communità,huomo letteratiſſimo, 8 nella poeſia latina rariſſimo,
Laſciò egli à ſuoi figliuoli molte coſe da lui ſcritte, 8 fra l'altre vn belliſſimo
poema della vita di Maria Vergine con titolo di MARADos. Opera veramente
degna d'eſſer data in luce,S non di eſſer tenuta ſepolta.
M. d Lvi. Eſſendoſi rotta guerra fra il Pontefice Paolo IIII. Caraffa, 3 il Rè
Filippo noſtro Signore, il Duca d'Alua ſe n'andò nel Regno di Napoli, 8 al go
uerno di queſto Stato di Milano fu mandato dal Rè, ChriſtofaloMadrucio Carº
dinale di Trento. Don Giouanni di Luna Caſtellano di Milano,vno delli accu
ſatori di Don Ferrando,dubitando di eſſer caſtigato per le falſe querele haucua
dato al predetto Don Ferrando, ſe ne fuggì con ſuo gran biaſmo in Francia.Eſ.
ſendoſi accommodate le differenze fra il Rè Filippo, 8 Ottauio Farneſe, fù ad
eſſo Ottauio dato il poſſeſſo di Piacenza dal Cardinale di Trento in nome del
Rè,ritenendoſi nondimeno il caſtello per il Rè. Furono perciò leuate le compa
gnie del Capitano Lodouico Borgo, 8 del Capitano Gio. Battiſta Perſichello,
da Borgo S. Donino, 8 di Caſtel Guelfo, oue erano in preſidio. Apparue queſt' l
annovna ſpauenteuole Cometa, che ſi vide per ſpatio d'wn meſe. Daneſe Fi º
liodoni Piacentino, Senatore, & hora Gran Cancelliero dello Stato di Milano, i
M. D. Lv 111. Sentì la noſtra città eſtremo dolore per la morte di Gio. Bat
tiſta Schizzo Regente, il qual laſciò queſta vita alli xiii di Febraro, in Bruſ
ſelles, oue fù ſepolto honoreuoliſſimamente nella Chieſa principale, 8 al ſuo
ſepolcro fu poſta la ſeguente iſcrittione.
-
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IO. O. M.
i O. B A P 7 I ST Ae S C H IT I o C RE M O N E N SI V I RO CLARISS.
ui inter Mediolanenſes primum Senatores deinde interprimos Car. V. Aag.
ci Regis Phil.etas filj Conſiliarios. Cum integritatis, Fidei,et Praden
tie gloria, per quinquennium verſatus eſt Fratri Benemerenti
- Federicas Frater maſtiſs. P.
objt Bruxelle omnibus maximum ſui deſiderium relinqaeas An. Agens
x1 v1 1 1. Id. Feb. M. D. Lv 1 1 1.
Moſtrò il Rè noſtro tener viua memoria di quel rariſſimo huomo, poiche
oco dopò inueſtì, e fece libero dono è Federigo fratello del predetto Regen
te, del Feudo di Caſtel Didone nel Cremoneſe, il quale era ricaduto al Fiſco
Reg. Duc. per la morte di Gaſparo Triuulci, facendoli ſopra ciò ſpedire il pri
uilegio in ampliſſima forma, ſotto il dì «r 1. di Maggio in Bruſſelles, nel qual
priuilegio fà il Rè nobiliſſima teſtimonianza delle preclare virtù del Schizzocò
le ſeguente parole. Nos Animo reaoluentes di 7i Regentis preclaras virtutes,at
què ſingulares eius animi detes, non vulgarem rerum geſtarum experientian, ati
illius ſolida, cº- prompta conſilia, atti operam quam in noſtri decus, Regnorum , 6
Statuum noſtrorum commodum, c quietem concernentem, omnicum studio, fide,
di vigilantia magno etiam eius perſona incommodo nobisſemperpreſtitit &c.
Conſaluo Ferrante Duca di Seſſa nipote di quel famoſiſſimo Conſaluo detto
per la ſua gran virtù il Gran Capitano, fu dal Rè Catolico prepoſto al gouerno
del Ducato di Milano, con grandiſs. contento di tutte le città del Ducato pre
detto. Fù queſt'anno infauſto per la morte di molti Prencipi Chriſtiani, in parti
colare per la morte del Pontefice, di Carlo V. 8 di Maria Catolica Regina,
d'Inghilterra, moglie del Catolico Rè noſtro Signore. -
tore facondiſſimo, come ſi vede per alcune ſue orationi latine fatte in diuerſe
occaſioni, quali egli diede alla ſtampa, e perciò da Sebaſtiano Corrado huomo
dottiſſimo de'noſtri tempi, viene annouerato, & inuero meritamente, frà gli
Oratori celebri,8 eccellenti.
M. D. L x 1. Gabriele Faerno cittadino Cremoneſe, huomo eccellente,
nelle lettere greche, 8 latine, 8 di ſomma bontà di vita, morì queſt'anno in
Roma, non i" diſpiacere di Pio IIII. Sommo Pontefice a cui fù egli cariſ
ſimo, non ſolamente per la rara ſua dottrina, ma anco per la ſimplicità, 8 inno
cenza della vita. Era il Faerno di già molti anni ſtato riceuuto frà i più intimi
famigliari di quel Sommo Pontefice, anche auanti, che foſſe aſſonto al Papato,
ne haucua perciò egli ſpeſo il tempo ocioſamente, anzi poſtoſi ad emendare
i buoni auttori della lingua latina, ſcorretti, è per l'antichità, è per difetto del
Stampatori, s'acquiſtò in queſta maniera di ſcrivere non poca lode; mandò egli
in luce alcune poche coſe in ſimile materia, ancorche molti n'haueſſe incomin
ciate, le quali non potè finire. Fù etiandio dolciſſimo nella poeſia, la onde
ſcriſſe molte fauole morali in verſi elegantiſſimi, ma perche preuenuto dalla
morte, non hebbe tempo di mandar in luce quelle che di già haueua rcuiſte,
e preparate per darle fuori, il Pontefice veramente Pio, per tener viua la me
moria di quel dottiſſimo huomo,& per beneficio viniuerſale de Studioſi, ne fece
ſtampare in Roma vn volume il cui titolo è tale. FA sv LAE CENTvM Ex ANTIQyts
A v croR I B vs D E L E cr AE, &à Gabriele Faerno, CR E M o N E N sr CARMINEvs
Ex P 11 car AE. Nell'iſteſſo tempo perdè la noſtra città vn'altro dottiſſimo ſuo
cittadino, fù queſti Gio. Muſonio peritiſſimo della lingua greca, e latina, il qua
le per la fama dell'eſquiſita ſua dottrina, fù dalla Repub. di Ragugia condotto
con honoratiſſima prouigione, per leggere publicamente, 8 inſegnare alla
giouentù lettere; morì egli eſſendo ſtato richiamato a caſa dalla noſtra città,
con diſpiacere infinito di tutti i Litterati. Scriſſe il Muſonio molte coſe in
proſa, 3 in verſo, ancora che non poteſſe dar in luce coſa alcuna. E ſomma
mente lodata fra l'altre ſue compoſitioni,la belliſſima Tragedia a cui egli dicde
titolo di Mv sr a Fa' dalla morte di Muſtafa figliuolo di Solimano Imperatore
de' Turchi,fatto crudelmente ammazzare dall'iſteſſo padre. Dubitandoſi dell'
armata Turcheſca furono mandate nella Corſica alcune compagnie di fantaria
Italiana, delle quali era Colonello Sigiſmondo Gonzaga, e fra eſſe ne furono
trè de Cremoneſi, i Capitani furono Guerrero Cellano, Camillo Bonetto, S.
Antonio Coſta.
M. D. 1 x 11. Nel principio di queſt'anno ſi diede anco principio al Sacro
ſanto Concilio viniuerſale nella città di Trento, oue ſi trouò, e ſtette ſino al fine
anche il predetto Nicolò Sfondrato Veſcouo della noſtra città.
M. p. 1 x 11. Paolo Ali, il quale come poco diſopra dicemmo, era ſtato
fatto Senatore in Milano, con ſommo contento della noſtra città, paſsò del
meſe di Luglio all'altra vita, con graue dolore dell'iſteſſa città, anzi di tutto lo
Stato di Milano, percioche, e per la rara, 8 eſquiſita dottrina, e per la bontà,
- - - - - - - - - - - - & innocenza
'T È R z O. 183
& innocenza della vita era egli cariſſimo a tutti vniuerſalmente, Fù portato
il ſuo corpo da Milano à Cremona, 8 con ſolenniſſima pompa funerale ſepolto
nella chieſa Maggiore, nel ſepolcro de' ſuoi maggiori. Non mancarono i Cre
moneſi di moſtrargli tutti que ſegni di gratitudine che à così honorato loro
cittadino, 8 tanto benemerito della Patria ſi ricercauano, facendogli fare del
publico honoreuoliſſime eſſequie nella predetta chieſa Catedrale, oue fecero
fabricare nella nauata di mezovn Catafalco alto braccia 28. e largo 12. con -
quattro artificioſe Piramidi, che dalle loro ſummità mandauano fuori fumo di
precioſiſſimo incenſo; era la pianta di " Catafalco quadra, ma alciandoſi
poi finiua in ottauo, per ogni angolo delle quadre erano due ſtatue di quegli
antichi Decemuiri Romani, è i cui piedi erano ſcritti i nomi; e perche foſſe
compiuto il numero de dieci, ne furono poſte due nel mezzo della quadra, che
riſguardaua verſo l'Altare Maggiore. Su'l baſamento nel mezzo era poſta vna
ſtatua del defunto, rappreſentante l'iſteſſo naturale, poſta à ſedere ſopravna
fedia guarnita di velluto pauonazzo, 8 ſopra il capo eravna figura della Fama
in atto volante, é con due trombe, fatta molto artificioſamente, il che tutto fù
fatto con Architettura di Martire Sabioneda Pittore Cremoneſe, in ſimili in
uentioni molto prattico, 8 eſperto. Per ogni quadra era vna iſcrittione, ma
io laſciando le altre, per attendere alla breuità, metterò ſolamente quella, che
era poſta nella quadra, che riſguardaua verſo la porta principale della chieſa,
che era tale.
ID. O. M.
PAV L o A L AE 9 r 1 o B I V. c I. E x1 M 1 AM PRr D E N TI AM
in Senatum Mediol.cooptatus eum Magiſtratum ea fide grauitate abſtinentia
caste integre, ci ad Priſca probitatis laudem geſut vt longe maiores
a Rege ſperare debuiſſet, ſed heu dum Reip. dignitati enixe priuatorum ſi
commodis benignè ſtudet ſuis parun conſulens perdita valetudine –
diu vſas vita ceſſit ſuo magis quam alior tempore Fix. Ann.
IL. M. X. Ciuitas Cr. Decreto Sepulcro ſumptu Pub.
Ciui B. M. parentaait.
In luogo dell'Ali, fù dal Rè Catolico fatto Senatore Sigiſmondo Picenardo
eccellentiſſimo Giureconſulto della noſtra città, ſentendone i Cremoneſi vni
nerſalmente grandiſſimo contento, 3 allegrezza, per eſſer'egli(laſciamo l'eſqui
ſita dottrina) di natura tanto benigno, gentile, humano, 8 affabile, che più dir
non ſi potrebbe. Fù il predetto Picenardo riceuuto a ſedere nel Senato l'ulti
mo giorno di Decembre, eſſendogli ſtato ſpedito il priuilegio alli 15. del pre
cedente meſe di Nouembre. Alli2 1. di Decembre, giorno ſolenne per la feſta
di S. Tomaſo Apoſtolo, vennero in Cremona Rodolfo che hora è Imperatore,
& Herneſto ſuo fratello,hora Cardinale,figliuoli di Maſſimigliano Imperatore,
allhora molto giouanetti, i quali andauano in Iſpagna dal Rè Filippo ſuo Zio,
accompagnandoli l'Illuſtriſſimo CardinaleTruchſes d'Auguſta, con infiniti
altri Signori, e Baroni Alamani. Gli riceuettero i Cremoneſi con grandiſſimo
Z 2 apparato,
184 L I B R O
apparato, non laſciando adietro coſa alcuna a loro poſſibile, per honorare quei
Sereniſſimi Prencipi; Furono primieramente incontrati da alcune compagnie
di caualleria leggiera, 8 dagli huomini d'arme, tutti beniſſimo in ordine, e per
che per la mala ſtagione del tempo le ſtrade non erano molto buone, fecero
far le tagliate per i campi; Conſaluo Ferrante Duca di Seſſa, che dal Sereniſ
ſimo Filippo Rè Catolico haueua il gouerno dell'arme, 8 degli Stati d'Italia, il
quale da Milano era venuto quiui per riceuergli à nome del Rè predetto, con
vna nobiliſſima ſchiera de Feudatari dello Stato, & Don Emanuel di Luna Ca
ſtellano, 8 Gouernatore di Cremona, con Girolamo de Monti Milaneſe Se
natore,e Podeſtà dell'iſteſſa città,accompagnati da tutta la nobiltà Cremoneſe,
andarono ad incontrarli ſino oltre il Borgo di S. Lazaro, lontano quafivnmi
f"niſſimo
dalla in
porta della città, nel medeſimo luogo era da trè mila fanti Cremoneſi
ordine, i quali poſti in battaglia fecero belliſsima moſtra di ſe alli
predetti Prencipi, i quali ſi fermarono a riguardarli con molto diletto ; queſte
fanterie, delle quali era capo Antonio Oſcaſale gentilhuomo de principali
della noſtra città, e Capitano di molto valore, dopò fatte alquante belliſsime
falue d'archibugiaria; s'auuiarono in ordinanza dinanzi ai Prencipi, venendo
nella città,oue con grandiſſima magnificenza erano fatti in diuerſi luoghi Archi
trionfali, con ſtatue de tutti gli Imperatori dell'Auguſtiſsima caſa d'Auſtria,
e con motti, 8 iſcrittioni belliſsime, furono gli Archi fatti con mia inucntione,
& Architettura. Alloggiarono i Prencipi, 8 il Cardinale con quelli della loro
corte nel nobiliſsimo palagio de Pier Franceſco Gio Lodouico, & Sigiſmondo
fratelli de'Trecchi, i Sant'Agata, doue erano le ſtanze apparate con regal
pompa; Et per dare a queſti Sereniſsimi Prencipi qualche piaceuole tratteni
mento la ſera del giorno ſeguente nella corte del medeſimo palagio ſi fece à
lume di torcievoa Barrera a campo aperto, la quale, 8 per l'inuentione, 8 per
la vaghezza fu giudicata coſa belliſsima, e piacque fopra modo a que”Sereniſ
ſimi Prencipi, che perciò la vollero anche in ſcritto. Eraui davna parte vna
Balena grandiſsima poſta nell'acqua, fatta con gran maeſtria, dal cui ventre
vſciuano per la bocca i Venturieri, all'incontro era vn Serpente diſmiſurata
randezza, che gettaua fuoco dalla bocca, 8 quel che pareua mirabile era, che
nell'Vſcir, che faccuano i Venturieri armati, e con grandiſsimi cimieri di piume
dalle fauci di queſto Serpente, che s'apriuano, e chiudeuano con mirabile arte,
vſciuano tante fiamme, che eravn ſtupore, &inoltre ſe gli vedeua nel corpo
tanto fuoco, che pareua vn Mongibello; Davn'altra parte era vin'altiſsima
Montagna piena di lumi talmente bene accommodati, che facendo ſcoprire
vna belliſsima proſpettiua di caſe, 8 di verdura, rendeuano grandiſsima va
hezza, 8 da queſta deſcendeuano huomini armati, per vna via, che ſcopren
doſi di lontano faceuan belliſsima moſtra, all'incontro di queſta Montagna, era
vna nuuola fatta con belliſsimo artificio, di donde vſciuano parimente huomini
armati, furono queſte coſe interpretate per i quattro Elementi principali, cioè
fuoco,aria,acqua,e terra,e furono fatte con inuentione del predetto sti",
CIlC
T E R Z O. 185
che perciò ne fù molto lodato. Si trouarono a queſto belliſsimo ſpettacolo le
più nobili,e principali gentildonne della città. La mattina ſeguente partirno i
Prencipi per Piacenza e paſſarono il Pò à Maraſco diſcoſto trèmiglia da Cre
mona, fin doue Ottauio Farnefe Duca di Piacenza, e Parma gli venne ad in
contrare accompagnato da tutti i ſuoi Feudatari & davna nobiliſsima ſchiera
di gentilhuomini. Vincenzo Campo mio fratello ritraſſe di naturale queſti
Prencipi, 8 ancor che haueſſe così poco tempo di vedergli, furono nondimeno
giudicati da tutti vniuerſalmente belliſsimi.
M. p. Lx1v. Elio Giulio Crotto Cremoneſe huomo letteratiſsimo, 8 ce
lebre non ſolamente nelle poeſie latine, ma anche in tutte l'altre arti liberali,
diede in queſti tempi in luce alcuni libri di poeſie diuerſe, che moſtrano la
prontezza del ſuo belliſsimo ingegno; Fù egli religioſo ſecolare, e viſſe in Fer
rara con molta ſua riputatione, 8 caro à tutti i Letterati. Eſſendoſi ribellata la
Corſica da Genoueſi, vi furono mandate molte genti Italiane, fra le quali fu
rono due compagnie de Cremoneſi, l'Vna ſotto il Capitano Girolamo Ariber
to,e l'altra ſotto il Capitano Antonio Coſta, il quale fù etiandio Sergente mag
giore di tutte le compagnie Italiane, che erano ſotto il Colonello Don Loren
zo di Figuerra Spagnuolo. \
2V I c VM 21 i P 9 l 1 D I N E G R E G1 º M H o Mr N EM
laudis dici poteſº in eun beneficio nat. fuerie collatum immort.
erat dignus niſi natura communis conditio obititiſee viuit
stamen adhuc apud nos via etſ eternum ad poſteros
benef iucundiſi. ad perpetua recerdatione.
2 V I o M N I B Vs E RG A GR E GE M SI B I c o Miss VM
officis fundtus pietat charit.fide conſº. preclarus omnibus carus
nemini nocius à nobis diſceſteſao magisquam aliorum tempore.
AQP I No N S o LVM PIE, ET SANCTE D E VA c o LV 1 r,
ſed ita etiam cecinie, vt in Cuelo locum vhi beatus euo ſempi
Aterno fruatur, c in terris eternam ſibi gloriam maximo
amnium mortalium frutta compararit. -
Hà laſciato il Vida molte opere, che lo rendono immortale, non ſenza ripu
tatione, e lode della noſtra città, di cui egli meritamente diſſe quel Poeta Fer
rareſe, Mater Nobilium Cremona vatum, poiche ella ha ſempre hauuti ingegni
nobiliſſimi nella Patria, 8 ancora che le opere di queſto Illuſtriſſimo noſtro cit
tadino ſiano note à tutto il mondo, come quelle, che ſono ſtate riſtampate in
, finite volte, e in ogni parte, 8 alcune ſiano anco ſtate tradotte non ſolamente
nella noſtra lingua Italiana, ma anconella Spagnuola.ionondimeno non voglio
laſciare di mettere qui i titoli di tutte quelle, che egli viuendo diede alla ſtam
pa, che ſono i ſeguenti. Ci Risri ad os Liz v1. D E AR re Po Erica
L1 e. 1 1 1. D E B o M e Y cv M Cv R a Ac Vsv Li B. 1 1. D E Lvdo ScHaccoRvm
L1s. 1. H xM N 1 DE SAN cris. O D AE, BvcolicA, & tutti i predetti ſono in
verſi; Scriſſe anche trè libri in proſa con molta cloquenza, il titolo de qualie,
Dia Lo G1 D E R E IP. D1G N 1 rare.
M. D. L xvi 1. Carlo Infante di Spagna, figliuolo maggiore, 8 vnico del
Rè Catolico Signor Noſtro, giouane di viuaciſsimo ſpirito, ſi morì queſt'anno
con infinito diſpiacere di tutta la chriſtianità; Paſsò etiandio della preſente
vita Iſabella Valeſia Regina, terza moglie del predetto Catolico Rè Filippo,
il quale amandola ſommamente per l'eccellenti, 3 rariſſime qualità ſue, ne ſentì
eſtremo
T E R Z O. - 187
eſtremo dolore, conformandoſi nondimeno alla volontà del Signor Dio, ſop
portò con grandiſſima fortezza d'animo ambidue queſti così grauiaccidenti.
M. D. L xv 1 1 1. Si celebrarono del mefe d'Ottobre i funerali dell'Infante,
Don Carlo di ſopra nominato, nella città di Milano, oue interuennero ſecondo
il ſolito i Feudatari, e gli Ambaſciatori di tutte le città del Ducato, ritrouan
douiſi per la città di Cremona Anſelmo Tinto Dottore, da me più volte ricor.
dato, e Sforza Picenardo Capitano di molto valore, & di molta riputatione.
Del meſe di Decembre poi ſi celebrarono nella medeſima città di Milano i fu
nerali della Sereniſſima Reina Iſabella, con pompe veramente regali, interue
nendoui per la noſtra città il predetto Dottore Tinto, & Gaſparo Oſio Capi
tano per il ſommo ſuo valore molto ſtimato.
M. D. L xix. Eſſendo ſtata fatta la riforma delli Frati Humiliati, nefcapi
tolo generale di quell'Ordine, fatto in Cremona nel meſe di Maggio del
M. D. Exv 1 1. per mezzo di Carlo Borromeo Cardinale di S. Praſſede, Arci
ueſcouo di Milano, 8 Protettore del predetto Ordine degli Humiliati, 8 ciò
in virtù d'una Bolla del Santiſſimo Pontefice Pio V.Et eſſendo poſcia pervn'al
tra Bolla del predetto ſommo Pontefice ſtato del tutto eſtinto il predetto Or
dine, per vina congiura haueuano fatto alcuni capi principali di quella Religio
ne, contra la perſona del ſopranominato Cardinale Borromeo, e perciò ſtatigli
anco leuati i Benefici Eccleſiaſtici, che poſſedeuano; Fù leuato loro queſt'anno,
dal medeſimo Pontefice la Chieſa, e Prepoſitura di S. Giacopo di Cremona,
& inſieme con le rendite la diede à i Chierici Regolari detti di S. Paolo De
collato, i quali vi vennero ad habitare del meſe di Febraro, e vanno tuttauia
perſeucrando. Fù queſt'anno vina careſtia vniuerſale per tutta Italia,eccettua
tane la città di Piacenza, oue ſi trouò tanta copia di frumento, che ne diede à
Milano, a Venetia, à Genoua, & à molte altre città vicine, e lontane; Et Ca
millo Caſtiglione allhora Podeſtà di Cremona, ne mandò anch'egli à compe
rare per mezzo d'alcuni particolari per farlo vendere quiui in ſeruigio della
pouertà; non patì però molto la noſtra città per quella penuria, la quale fù aſſai
minore di quella del M D. 11x nel qual'anno ſi vendè il frumento lire dieci lo
ſtaio, &la ſegale ſino è vintilire il ſacco, 8 l'hauerebbe allhora fatta male la
noſtra città, ſe non foſſe ſtata la buona cura, e diligenza di Giulio Claro, che vi
era Podeſtà, il quale fece venire dell'Aleſſandrino(era egli d'Aleſſandria) quan
tità grande di riſo, che fù di grandiſſimo aiuto a tutto il popolo; Et eſſendo io
allhora nella città di Lodi, oue ero ſtato chiamato da que cittadini a dipingere
la Capella del Choro della Chieſa Maggiore, fui pregato da quei gentilhuo
mini che erano Deputati ſopra le coſe della città, a voler andare ſino a Milano,
e vedere di ottennergli qualche quantità di grano, perciò che molto ne pati
uano, e così viandai, e col mezzo di Daneſe Filiodoni allora Preſidente del
Magiſtrato Eſtraordinario, col quale io teneua, e tengo ſtrettiſsima ſeruitù, ne
ottenni dugento moggia, i quali furono tolti fuori del caſtello di Piacenza, S.
condotti a Lodi con grandiſsima ſodisfattione di quel popolo.
• D, l X Mo
188 L I B R O
T E R Z O, 189
& la Repub. Venetiana, contra il commune nimico della Fede di Chriſto;
E perciò ſi aſſoldauano in tutte le città d'Italia genti per mandarle ſopra l'Ar
mata della Santiſsima Lega; & nel Cremoneſe furono fatte molte compagnie.
Gio. Battiſta Matto nobile Cremoneſe, Capitano di molto valore, andò a ſer
uire i Venetiani, & hebbe primieramente la carica di cinquecento fanti, 8:
Luogotenente di Camillo da Correggio Colonello, e poſcia fù fatto anch'egli
Colonello di mille fanti; ma non sì toſto hebbe il grado, che caduto in infer
mità vi laſciò la vita. Eſſendoſi ribellati i popoli del Finale dal Marcheſe ſuo
Signore, e dubitandoſi che gli Vgonotti di Francia non vi ſi annidaſſero, il Rè
Filippo Noſtro Signore volle, che in ſuo nome ſi pigliaſſe quella fortezza, e
così vi furono mandate molte genti, e frà gli altri Capitani ne furono ſpediti
per quella impreſa cinque Cremoneſi, quattro cioè ſotto il Colonello Sigiſmon
do Gonzaga, che furono Gaſparo Oſio, con carica di cinquecento fanti, 8
Luogotenente del Colonello; Antonio Coſta convna compagnia, &Sergente
maggiore; Pellegro Bonfitto, 8 Gio. Giacopo Bonetto con vna compagnia
i" ciaſcheduno di loro; il quinto, che fù il Capitano Tomaſo Perſichello, heb
evna compagnia appartata di quattrocento fanti; Eſſendo poi ſtato preſo il
Finale (oue fu ammazzato il predetto Capitano Antonio Coſta, Soldato di
molto valore,il quale coll'armis'haueua acquiſtato quel grado, 8 era per aſcen
dere à molto maggiori, ſe morte non vi ſi interponeua, il Capitano Gaſparo;
&il Bonfitto colle loro compagnie furono mandati ſopra l'Armata Regia, oue
ſtetteroſino che fù ſeguita quella memorabile giornata delli 7. d'Ottobre, frà
l'armata della Santiſſima Lega, di cui era ſupremo Generale Don Gio. d'Auſtria
fratello dell'Inuittiſſimo Rè Filippo, 8 l'armata Turcheſca, nella qual giornata
hebbero i Chriſtiani quella feliciſſima, 8 importantiſſima vittoria, di cui non fù
la maggiore per molti Secoli prima. Rodolfo, 8 Herneſto d'Auſtria, i quali
come dicemmo del M. D. Lx 111. andarono in Inſpagna, queſt'anno ritornan
doſene in Alemagna, paſſarono di nuouo per Cremona alli 7. d'Agoſto,accom
pagnati da Don Gabrielle della Cueua Duca d'Alburquerque, il quale dopò il
Duca di Seſſa haucuahauuto il gouerno dello Stato di Milano, 8 Ceſare Gon
zaga figliuolo di Don Ferrando, Signor di Guaſtalla, 8 Capitano generale,
delle genti d'arme del Re Catolico, 8 da infiniti altri Baroni, e Signori. Non
ſi fermarono que Sereniſſimi Prencipi quiui ſe non la ſera, ne vollero che ſi
faceſſero trionfi. Nel fine d'Ottobre eſſendoſi hauuta la felice nuoua della vit
toria conſeguita dall'armata Chriſtiana contra la Turcheſca, ſi fecero per trè
giorni ſolenniſſime proceſſioni, con tanto concorſo di popolo, quanto maggio-.
re dir ſi poſſa, ſonando tutte le campane d'allegrezza; Nelle Parochie ſi fecero
parimente per trè ſere fuoche, & il Caſtello diede anch'egli ſegno d'allegrezza
con infiniti tiri d'artiglieria. Si fecero etiandio grandiſſimi trionfi del meſe di
Decembre, per eſſer nato vn figliuolo al Sereniſs. Filippo Rè Catolico Noſtro
Signore, di Anna d'Auſtria figliuola di Maria Auguſtiſſima Imperatrice ſua
Sorella, 8 dell'inuittiſſimo Maſsimigliano II. Imperatore, la quale egli con
- Aa diſpenſa
-
9o - L I B R O
diſpenſa del Sommo Pontefice, haueua ſpoſata dopò la morte d'Iſabella ſua
terza moglie. Fù à queſto fanciullo poſto nome Fernando. Don Aluaro Sandè
Caſtellano di Milano, 8 che allora per la morte del puca d'Alburquerque i
teneua il Gouerno di queſto Sato, per maggior ſegno d'allegrezza fece publi
care vn Decreto gratioſo, perdonando a tutti i banditi, e condannati, mentre i
però che non foſſero banditi per homicidio commeſſo con animo deliberato; i
Ne foſſero tampoco compreſi in queſta publica gratia quelli, che foſſero incorſi i
ne delitti di leſa Maeſtà, di ribellione, di hereſia, di fabrication di monete, 8
di ſodomia; Il predetto Decreto fù publicato alli 18. di Deeembre. Hauen.
do io poſto in diſegno il Cremoneſe con quella maggior diligenza ch'io ſeppi, i
& perpublico commodo fattolo ſtampare, 8 dedicatolo alla città di Cremona, i
ne fui da queſta Illuſtre Patria mia honoratiſsimamente ricompenſato, che i
perciò mi conceſſe anco l'eſſentione de tutti i carichi ordinari,8 eſtraordinari, i
Eperch e ſi vegga quanto grata ſia la città noſtra, verſo quei ſuoi cittadini, che i
ſi adoprano " vò laſciare di regiſtrare in queſto luogo il priui- i
legio che mi fù conceſſo. D E CVR ION ES CONSILII GENERALIS i
CIVITATIS C REM ON AE, Semper Preceſſoribus inſitum cordifuit, i
Illospotiſſimum diligere, quos ipſa virtus commendatos reddit, Inter quos ſplen ,
det, ci eluceſcit Antonius de Campo Pitor Cremonenſis eximie virtutis, qui
intercetera per eum mirificè fatta, breui tabula Immaginariam Ciuitatem i
nostram, ci agrum eiuſdem per vicos, di loca, cum intercapedine ab ipſa Vrbe
aperte edidit. Vnde meritò inducimur eum munificentia noſtra completi, vt
etiam omnibus innoteſcat, quanti virtutes apud nos magnifiant, Cum ergo in
Curiam noſtram conueniſemus pro negotis publicis pertraitandis ad preſentiam
Multum Ill. R. D. Senatoris D. Camilli Castellionei honorandi Pretoris Ciuitatis i
noſtra poſito legittimè partito ad formam ordinum, Decreuimus ipſum Antonium,
ci familiam ſuam eius vita durante tantum, ci bona ſua ab omnibus oneribus a
realibus, ci perſonalibus, ordinarijs, & extraordinarijs atq, mixtis, per Ciuita a
tem noſtram Imponendis Inmunem reddere, prout reddimus, Incipiendo è Calen i
dis menſis Ianuari proximè futuri in antea accedente tamen Illuſtriſ. Principis -
Nostri,aut Excellentiſſimi Senatus Preſentis. Diplomatis approbatione. In quori ,
testimonium, omnia ha e in alta referri iuſimus , c Signo Reipublicae ſolito in
ſignirt curauimus. Dat. Cremone die Lune 23. Menſis Iuli Anni M. D. l xxi. º
M. D. L xx 11. Scorrendo il Mare l'armata Turcheſca, che dopò la gran rot
tas'era con ſtupore del mondo rimeſſa in ordine, i Venetiani andauano proue- ,
dendo à tutti i luoghi loro, e perciò oltre l'armata, che ſotto il Proueditore :
Soranzo haueuano in eſſere, mandarono anche molte genti nell'Iſola di Can- ,
dia, oue andarono frà gli altri Mondinaro Remenolfo nobile Cremoneſe Co- i
lonello di mille fanti, S. Gio. Pietro Mariano anch'egli nobile cittadino della
noſtra città, Capitano d'wna compagnia. Del meſe di Maggio ſi fece alle i
grezza publica, per la creatione di Papa G R E G o Rio XIII. il quale dopò la
morte di Pio Quinto di ſanta memoria era ſtato aſſorato al Pontificato i
- - - - -- - - - - Parthemia
l
T - R 2 O, I 91
A A RG A R E T AE s Pf N E T AE º ES 7 A L 'S C A RM E L 17 AN AE,
qua Christo ſponſo anno trigintaquinque ſumma corporis, ac animi inte
gritate in ede Diui Antonini incluſa ſeruiuit ab Affinibus procura
tum monumentum Fixit Anno 67.objt die 2o, luly M. D. xxviii.
E' ſtata etiandio tenuta in gran ſtima di ſantità Valeria Borga Fondatrice del
nobile Monaſtero delle Reucrende Angeliche di Santa Marta, di cui parlere
moaltroue più diffuſamente. Non è ſtata men chiara pure à noſtri tempi Giu
lia Sfondrata, Sorella dell'Illuſtriſsimo Cardinale Franceſco Sfondrato, donna
di molto valore, la quale dopò eſſer ſtata maritata in vin nobiliſsimo gentilhuo
mo di caſa Gonzaga in Mantoua, ſprezzate le ricchezze, 8 tutti gli agi, e com
modi mondani, ſi fece Monaca nel Monaſtero di S. Paolo Decollato nella città
di Milano, oue viſſe ſantamente ſino al fine di ſua vita; Non ſono diſsimili da
queſta honoratiſsima donna trè ſue nipote ſorelle dell'Illuſtriſsimo Cardinale,
e Veſcouo noſtro Nicolò Sfondrato, le quali ſono anch'eſſe nel predetto Mo
i naſtero delle ſacre Vergine Angeliche di S. Paolo, oue per le rare loro virtù,
gº e ſanti coſtumi ſono tenute in molto pregio, l'vna delle quali, cioè l'Angela An
ſi ronia Maria, è peritiſsima della lingua latina, 8 hà tradotte le opere di S. Ber
nardo, e credo non andarà molto tempo, che ſi vederanno alla ſtampa; le altre
due : cioè l'Angelica Paola Antonia, &l'Angelica Paola Maria, ſono anch'eſſe
ſ" intelligenti della lingua latina, e donne di grandiſſimo valore. Non voglio
º
º
laſciar addietrovn'altra ſacra Vergine Cremoneſe, la quale nella predetta città
li
di Milano, per la ſantità della vita, 8 per le molte ſue virtù, e particolarmente
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192 L I B R ) -
(per l'eccellenza della Muſica d'ogni ſorte, è tenuta in grandiſſima ſtima; E que
ſta donna Corona Somenza, che fù figliuola d'Agoſtino Somenzo Senatore, è
del Conſiglio Secreto dell'wltimo Franceſco Sforza Duca di Milano; viue ella
nel Monaſtero delle ſacre Vergini detto il Monaſtero maggiore. Grandiſſimo
bonore hanno etiandio recato alla città di Cremona, ſei nobiliſſime ſorelle,
figliuole d'Amilcare Anguſciola, 8 di Bianca Ponzona, la prima è Sofonisba
eccellentiſſima nella Pittura, nella quale ella è riuſcita tale, che l'opere da lei
fatte ſi ponno agguagliare a quelle di qualſivoglia Pittore de più famoſi, e rari,
fù queſta per il merauiglioſo ſuo ingegno chiamata in Iſpagna alla Corte delCa
tolico Rè Filippo, per ſeruire la Catolica Reina Iſabella a cui Sofonisba, 8 per
l'eccellenza della Pittura, 8 per molte altre nobiliſsime parti che in lei ſono, fù
cara fuor di modo; fù ella maritata ad vn nobiliſsimo Barone Siciliano, dal
predetto Rè Catolico, da cui, oltre i molti doni le fù anche aſſegnatavna ren
dita di mille ſcudi l'anno mentre viue, morto poi il marito, ella ſi è rimaritata
in vn gentilhuomo Genoueſe, & di preſente viue in quella nobiliſsima città
bonoratiſsimamente, 8 con grandiſsima riputatione, eſſendo non ſolamente
amata, ma anco per le rare ſue virtù ammirata dalle principali gentildonne di
uella inclita città. Helena la ſeconda anch'eſſa virtuoſiſsima laſciato il mon
o ſi è conſecrata alla religione nel Monaſtero delle ſacre Vergini di S. Vin
cenzo di Mantoua, oue ella di continuo ſi và eſſercitando nelle ſante virtù.
Lucia, e Minerua amendue Verginelle di grandiſſima ſperanza (perciochela
prima daua ſaggio di riuſcire eguale, e forſi ſuperiore alla Sofonisba nella Pit
tura, & l'altra di douer'eſſere eccellentiſſima nelle lettere latine, e volgare)
nel fiore della loro giouentù furono da morte acerba oppreſſe. Morì etiandio
Europa molto eccellente nella Pittura, era queſta maritata à Carlo Schinchi
nello, gentilhuomo de principali della noſtra città, il quale amandola ſopra
modo ſentì eſtremo dolore della ſua morte. Viue hoggidìanco Anna Maria
non meno virtuoſa dell'altre Sorelle, la quale moſtra anch'eſſa il ſuo belliſsimo
ingegno nella Pittura, 8 particolarmente ne ritratti naturali, ne'quali ella
rieſce perfettamente. E'congionta Anna Maria in matrimonio con Giacopo
della nobiliſsima famiglia de Semmi, che l'ama, 8 oſſerua come meritano le
virtù di lei. Non poca gloria ha apportato alla Patria anche Anna de'Sinibal
di, figliuola di Giouanni Maeſtro di Muſica, la quale per eſſere eccellentiſsima
nella Muſica, così de'canti, come dei ſuoni, fù poſta al ſeruigio dell'Auguſtiſ.
ſima Imperatrice Maria, moglie già di Maſsimigliano II. 8 Sorella del Rè
Noſtro Signore, che l'hebbe molto cara, e dopò l'eſſeruiſtata alquanti anni, fa
cendole quella Sereniſsima Imperatrice di molti doni la maritò è Pietro Palea
ri Cremoneſe, Fiſcale della città di Lodi, oue morì queſta virtuoſa giouane,con
non poco dolore del marito. Vltimamente in queſti noſtri tempi ha dato gran
ſegni di ſanta vita Margherita Schizza nobiliſſima gentildonna, la quale dopò
l'eſſer ſtata riccaméte maritata, eſſendo morto il marito, 8 laſciatele anco molte
rºdite oltre la ſua dote,eſſendo anco di età molto giouanile,ſi ritirò in " dal
pnoſi dO,
T E R Z O, 193
mondo, che ſprezzando tutte le vanità hà viſſuto ſino al fine vinavita ritirata,
e molto eſſenplare. Queſto iſteſs'anno nel meſe di Marzo (per ritornare alla
prima narratione) paſsò a miglior vita Giulio Campo mio fratello, Pittore,
(ſiami lecito a dire il vero) de principali dell'Arte, ſi come dimoſtrano le mol
te, e quaſi infinite eccellenti opere da lui fatte in Cremona, in Milano, 8 in
l
molte altre principali città, e luoghi d'Italia. Fù egli portato alla ſepoltura
con honoreuoliſsima pompa funerale; Non vò io tacere che Don Emanuel di
Luna Gouernatore di Cremona, il quale amaua ſommamente Giulio, volle ,
anco dopo morte honorarlo, accompagnando inſieme con molti gentilhuomi
ni, & non ſenza lagrime, il cadauero ſino alla chieſa di S. Nazaro, oue fù ſepol
to nel ſepolcro dei noſtri maggiori; Hà Giulio fatte molte, e quaſi infinite »
opere, le quali rendono teſtimonianza di quanta eccellenza egli foſſe nell'Arte
della Pittura, di che ne ponno anche far fede (oltre la noſtra Patria) la città di
Milano, & di Piacenza, e molti altri luoghi; Laſcio d’annoucrare in queſto
luogo l'opere da lui fatte, perche troppo longo ſarei, e forſe vn giorno lo farò
con miglior occaſione. Dirò ſolamente, che in queſti noſtri tempi, ne quali
pare che la Pittura ſia ridotta alla vera perfettione, egli ſi può annouerare frà
i più chiari lumi, che habbihauuto queſta nobiliſſima Arte, così per la bontà
del diſegno, come per la vaghezza del colorire. Hà egli hauuto molti diſce
poli, i quali colla buona loro riuſcita gli hanno recato, e recano molta fama, 3c
honore; Frà quali Lattantio Breſciano detto il Gambara diuenne molto ec
cellente, ſi come per l'opere da lui fatte nel Duomo di Parma, 8 altroue chia
ramente ſi vede, queſto ſolo hò io voluto nominare in queſto luogo percioche
i de Cremoneſi parlerò altroue. Venne queſt'anno al gouerno dello Stato di
i Milano per il Rè Catolico Don Luigi de Requeſens Commendatore maggio
i re di Caſtiglia, huomo di molto valore, e di ſomma prudenza, appreſo di cui
fù Oratore per la noſtra città Gio. Franceſco Perſichello Dottore de Leggi
molto eccellente, che haueua hauuto due anni prima il medeſimo gradoap
º preſſo il Duca d'Alburquerque. Era egli etiandio ſtato Giudice delle Appel
i lationi con molta ſua lode nella città di Mantoua, ſino dell'anno M. D. E 11 r.
º e dopò Vicario generale nello Stato di Veſpaſiano Gonzaga Duca di Sabbio
R: Reda. -
lietiſſima fronte riceuuto, e moſtrò d'hauerlo molto caro, facendomi fare vn,
dono degno della Reale ſua liberalità. Fù queſto medeſimo anno preſa la
città di Tuniſi dall'armata Turcheſca, oue morì il Capitano Chriſtoforo Caſa
to detto di Belli, il quale come dicemmo l'anno paſſato vi era andato con vna
compagnia, & con titolo, e grado di Sergente maggiore, ſotto la condotta del
Marcheſe di Caſtiglione, 3 eſſendo ſtate mandate l'altre compagnie in Sicilia,
era egli colla ſua reſtato in Tuniſi. Morì anche à Meſſina Tomaſo Galerato
Capitano, e Luogotenente del Colonello predetto, Capitano degno vera
mente di più longa vita, per le rare ſue qualità. Paſsò etiandio di queſta vita
quaſi nel medeſimo tempo il Capitan Aluaro Piaſio, fù queſti figliuolo di Bat
tiſta capitano ſtrenuo, & che ſotto i Duchi di Milano fù molto ſtimato. Ap
portò grandiſſimo ſplendore alla famiglia de Piaſi, & alla noſtra città, Battiſta
Piaſio Auolo paterno del predetto capitano Battiſta, Fiſico, é Aſtronomo per
ritiſſimo. Leſſe egli Filoſofia, & Aſtrologia con ſua grandiſſima lode nello ſtu
dio di Ferrara, oue fù chiamato da Leonello Marcheſe di quella nobiliſſima e
città; Rende ampliſſimo teſtimonio della dottrina di queſto eccellentiſſimo
huomo Pio Papa II. nelle ſue Hiſtorie, 8 Frate Giacopo Filippo Heremitano
nel ſuo ſupplimento delle Croniche; Scriſſe frà l'altre coſevna belliſſima oper
ra in difeſa di Gerardo Sabbioneda,contra Giouanni di Monteregio Alemano,
e molte altre coſe, che ſi ſerbano ſcritte à penna appreſſo Nicolò Piaſio,figli
uolo del predetto capitan Battiſta. Morì queſto eccellentiſſimo huomo l'anno
m. cccc. L xxxx11 e fù ſepolto in Sant'Agoſtino, oue gli fà eretto vn belliſ
ſimo ſepolcro di marmo, di cui ſi parlerà nella deſcrittione della predetta chie
ſa di Sant'Agoſtino, baſtandomi hauer quiui ricordata la memoria di così fa
moſo, & eccellente huomo. Ritrouandoſi l'armata Turcheſca all'eſpugnatio
ne della Goletta, furono ſpediti ſotto la condotta del predetto Sigiſmondo
Gonzaga, il già più volte nominato Gaſparo Oſio coll'iſteſſo grado di Capita
no di cinquecento fanti, e Luogotenente; Lodouico Borgo con due compa
gnie, vna de quali hebbe Maſſimigliano Ferrari; Lodouico Chirolo, Gaſparo
Strada, 8 Eucherio Palletto,tutti trè con vna compagnia per ciaſcuno di lero;
ma non potè l'Armata noſtra andare à tempo di ſoccorrerla, la onde fu preſa
con graue danno della Chriſtianità. - - -
196 L I B R O
grandiſſima aſpettatione, che morì " auanti finiſſe il biennio di quell'
Officio. Hebbe Paolo per il valore della ſua virtù, e ſomma eſperienza delle
coſe del mondo, molte impreſe honoreuoliſſime dalla noſtra città, percioche
fù mandato primieramente Oratore a Carlo V. Imperatore di feliciſſima me
moria nella Fiandra, e poſcia fu mandato Oratore à Milano appreſſo il Gouer.
natore dello Stato, 8 appreſſo il Rè in Iſpagna; Fù etiandio Podeſtà di Lodi,
& s'egli foſſe viuuto, ſi tien per fermo che ſarebbe aſceſo è gradi ſupremi.
Carlo Borromeo Cardinale di S. Praſſede, & Arciueſcouo di Milano, Paſtore
di pietà, di religione, 3 di vita eſemplare, venne del meſe di Giugno è Cre
mona, mandato dal Santiſſimo Pontefice GR E o o R 1o, à viſitare la Chieſa,
Cremoneſe, 8 alli 12. dell'iſteſſo meſe egli cantò Meſſa ſolenne nella Chieſa
Maggiore, & dopò l'eſſerſi fatta vna proceſſione generale, poſe nell'iſteſa
chieſa l'Oratione delle Quarant'hore, oue andarono a far oratione tutte le
Parochie proceſsionalmente ſecondo l'hora deputata. Alli 16.poi diede prin
cipio alla viſita dopò l'hauer celebrato Meſſa nella predetta chieſa. Eſſendo
nato tumulto, c riuolutione nella nobiliſsima città di Genoua, & eſſendone
vſciti molti de principali nobili, i quali non vedeuano poterui ſtare ſicuramen
te, & ridottaſi la coſa all'arme, furono aſſoldate da Nobili fuoruſciti ſei com
pagnie de Cremoneſi ſotto Sigiſmondo Gonzaga, delle quali furono Capitani
“Gaſparo Oſio Luogotenente del Colonello, Antonio Oſcaſale ſuo cugnato
Sergente maggiore, Gaſparo Strada, Girolamo Mucio, Oratio Santino, 8.
Girolamo Beſana; Fù etiandio ſpedito Tiburtio Benzone con vna compagnia,
colla quale ſeruì in quella" alcuni meſi; Haueua anche hauuto carica di
cinquecento fanti Franceſco Maria Regio, huomo ſtrenuo nell'arte militare, 3.
nipote del Cardinale Girolamo Morone, Decano del Sacroſanto Collegio de
Cardinali, ma eſſendo acquetati i tumulti per mezzo del predetto Illuſtriſsimo
Cardinale, che vi fà mandato Legato a Latere, & degli Ambaſciatori dell'Im
eratore, 8 del Rè Catolico, non partì altrimenti il Regio colle ſue gentile
quali haucua in eſſere. Nel fine di queſto iſteſs'anno "all'altra vita Ber
nardo de Gatti detto il Sogliaro, Pittare dei principali del noſtri tempi, le cui
opere ſi ponno agguagliare a quelle di qual ſi voglia più eccellente Pittore,
moderno, 8 antico. E veramente, che ſi come ha ſempre hauuto la noſtra
città huomini celebri, e famoſi, i quali è con le lettere, è con l'armi l'hanno
reſa, e rendono illuſtre, così ha ella anco hauuto nella nobiliſsima arte della
Pittura huomini, che le hanno dato non poco ſplendore; percioche da cento
anni in quà (per non andare più adietro) vi ſono ſtati in queſta honoratiſsima
arte maeſtri, che hanno fatto opere lodatiſsime, è degne di pareggiarſi à qual
ſi voglia opera de più famoſi Pittori de ſuoi tempi; f" onde non ſarà graue
à i Lettori, ch'io ne nomini in queſto luogo alcuni, i quali hanno fatto honore
à ſe, all'Arte, 8 alla Patria. Vi furono adunque ne' tempi più adietro Chri
ſtoforo Moretto, Bonifacio, S. Gio. Franceſco amendue di Bembi, Giacopo
Pampurino, e Boccacino Boccacio, le cui opere degne di lode ſi veggono in
- - molti
T E R z o: 197
riſolti luoghi della noſtra città,8 in Milano, e ne ſono anche in Roma d'alcuni
di loro. Seguirono a queſti Tomaſo Aleni detto il Fadino amiciſſimo di Ga
leazzo mio Padre, Se tanto ſimile a lui nel dipignere, che non ſi ſapeuano diſcer
nere l'opere di l'uno da quelle dell'altro. Bernardino Ricca detto il Ricò, Al
tobello Melone, Galeazzo Piſenti detto il Sabbioneda, & Galeazzo Riucllo
detto della Barba, di cui fu figliuolo Giuſeppe, il quale oltre la Pittura ſi di
lettaua anco molto di Poeſia volgare, nella quale riuſcì non mediocre, l'opere
dc quali ſono ſparſe in diuerſe Chieſe, e luoghi della noſtra città, 8 altroue;
A noſtri tempi poi, ne quali pare, che la Pittura ſia ridotta al colmo della per i
fettione, ſono ſtati eccellenti, e molo famoſi Camillo Boccacio, Gio. Battiſta
Lodi, Giulio mio fratello, 8 il poco fà nominato Bernardo Sogliari, le cui ec
cellentiſſime opere ſono tenute in grandiſſimo pregio, non ſolamente nella no
ſtra città, (come poco auedutamente afferma Giorgio Vaſari, è chia ſuo nome
hà ſcritto le vite de'Pittori) ma etiandio per tutta Italia, &anco nella Spagna,
e nella Francia, ouc ſono ſtati mandati de quadri loro a donare a Prencipi, e
Signori, come coſe veramente pretioſe, e rare. Vi ſono ango ſtati Franceſco,
e Vincenzo fratelli Sabbionedi Pittori molto ragioneuoli, furono queſti figliº
voli di Galeazzo Sabbioneda ſopradetto. Non è molto, che morirono due gio
uani di grandiſſima ſperanza, ne quali ſi vedeua vna grandiſſima viuacità, &
cccellenza nell'operare, l'uno fà Chriſtoforo Magnano da Picighitone rariſſi
mo nel ritrare dal naturale, e l'altro fù Franceſco Somenzo. Riceueanco la
noſtra Patria non poca fama da i Pittori, che hoggidì viuono, frà quali è vino
de principali Bernardino Campo, le cui opere hanno recato materia à Aleſ.
ſandro Lamo di farne vn prticolar volume, il quale è ſtato dato alla ſtampa,
e perciò non occorre ch'io m'eſtenda in lodarle, poich'egli con più purgato
ſtile del mio, le hà meritamente inalzate ſino alle ſtelle. Vi è Vincenzo mio,
fratello minore, il quale non manca col continuo operare, di procacciare fama
à ſe, &alla Patria, oue ſono le ſue opere non meno pregiate di quello, che ſi
ſiano in Milano, 8 infiniti altri luoghi d'Italia, Scanco in Iſpagna, doue molte
ne ſono ſtate mandate. Gio. Battiſta Trotto giouane molto ſtudioſo dell'arte,
Iſi và anch'egli tuttauia acquiſtando fama, e ſi moſtra in queſta ſua verde età di
douer arriuare al colmo della perfettione. Ha fatto anche Andrea Mainardo
molte lodcuoli Pitture à Oglio, 8 a freſco,ne ceſſa di affaticarſi, moſtrando nel
ſuo operare molta diligenza, 8 induſtria. E' molto conoſciuto anche Geruaſo
Gatto per la vaghezza del ritrare di naturale, hauendo ritratto infiniti Signori,
Prencipi,e gentilhuomini, 8 altre tante Signore, & gentildonne. Fanno anche
non poco honore all'arte, Gio. Paolo, Giuſeppe, e Galeazzo Sabbioneda, &
Coriolano Malagauazzo, Giulio Coronaro, Luca Cattapane diſcepolo di Vin
cenzo mio fratello,Ippolito Storto, S. Gio. Battiſta di Belliboni ambidua mici
creati, e tutti giouani amatori dell'arte, nella quale hanno fatto aſſai buon pro
fitto con molti altri, i quali per non eſſer tedioſo tralaſcio; D'vn ſolo ſon sfor
zato far memoria,che è ſtato mio allieuo,il qual'intendo con mio gran contento. -
Be che è
-
198 L I B R O
che è tenuto in molto pregio nella Sicilia, oue fù condotto dal Marcheſe di
Peſcara, e queſti Gio. Paolo Fondulo, che ſino da fanciullo daua ſegno di douer
riuſcire perfetto, ſi come intendo che è riuſcito. Tralaſcio la non mai a ba
ſtanza lodata Sofonisba Anguiſſola colle Sorelle, per hauerne fatta memoria
altroue; Hora qual ſi ſia in queſta profeſſione l'auttore della preſente opera,
egli ne laſcia far il giudicio ad altri. E poiche l'Architettura, e la Scultura,
& altre ſimiglianti arti ſono come ſorelle della Pittura, hò penſato eſſer ſe non
bene ricordar breuemente in queſto luogo i nomi d'alcuni valenti artefici,
i quali hanno anch'eſſi apportato non poca gloria alla Patria. Sono dunque
ne'tempi de noſtri auoli, e padri ſtati chiari nell'Architettura, Bernardo da
Lera, che fece il palagio di marmo dei Raimondi, Paolo, e Giuſeppe padre,
e figliuolo dei Sacca amendue Architetti ragioneuoli,8 eccellenti nell'intaglio
di legname; vi fù etiandio inanzi li predetti Gio. Maria Platina rariſſimo nell'
intagliare in legname,nella qual'arte ſono anche ſtati di molto valore Euange
liſta Sacca, Chriſtoforo Mantello, 8 non è guari, che viſſe Franceſco Dattaro
detto il Pizzafuoco Architetto eccellente. Viuono hoggidì Pietro, e Fran
ceſco Capri, Benedetto Barbari, Franceſchino Lorenci, Giuſeppe Dattaro,
& Gio. Franceſco Viſiolo, eſpertiſſimi nell'Architettura; Et nell'intaglio
s'acquiſtano non poca fama, Martire Sabbioneda Pittore, 8 Architetto, e ri
trouatore di nuoue, e vaghe inuentioni,Giuſeppe Mantello, Domenico Capra,
& Gio. Maria Zermignaſo, il quale ancora che non facci queſta profeſſione,
e non lauori ſe non per ſuo diporto, è veramente mirabile nel far Crocifiſſi,
Ma di quanti artefici ha hauuto la noſtra Città, niuno più l'ha illuſtrata di Lio
nello Torriano, huomo nato baſſamente, ma dotato da Iddio di così ſublime
ingegno, che ha fatto ſtupire il mondo, 8 è ſtato riputato da ogn'vnovn mitº:
colo di Natura, poiche non hauendo giamai imparato lettere, parlaua dell'
Aſtrologia, & dell'altre arti Matematiche tanto profondamente, 8 con tanto
fondamento, che pareua non hauer giamai atteſo ad altro ſtudio, haueua egli
imparato Aſtrologia ancora che non ſapeſſe pur leggere, inſegnandoli Giorgio
Fondulo Dottore di Medicina, 8 Filoſofo, e Matematico preclariſſimo, che
molto l'amaua,conoſcendolo d'ingegno ſopranaturale, percioche haueua Lio
nello fabricato (à guiſa d'wn nuouo Archita) vccelli, i quali non ſolo dibatte
uano l'ali, ma cantauano anche, con merauiglia d'ogn'vno, come ſe viui foſſero
ſtati, fù cgli nel tempo, che Don Ferrando era Gouernatore dello Stato di Mi
lano mandato in Iſpagna à Carlo V. Imperatore, a cui fabricò vn'horiuolo di
grandiſſimo magiſtero, 8 artificio, nel quale (come già nel Cielo di Bronzo del
famoſiſſimo Archimede) ſi veggono tutti i moti dei Pianeti, 8 reuolutioni delle
sfere celeſti, di che quel glorioſiſſimo Imperatore reſtò ſtupefatto, e lo chiamò
perciò Prencipe degli Artefici, e volle che ne priuilegi ſe gli daſſe ſempre
così honorato titolo; Conduſſe oltra di ciò Lionello l'acqua in Toledo Città
i" ſopravn monte, fabricando vn'edificio di grandiſſimo magiſtero nel
ago famoſo Fiume della Spagna, che paſſa al piè del monte, col
-
si" 1 iClla
-
T E R Z O. 199
ſi leua l'acqua ſino alla ſummità, entrando in Toledo con grandiſſimo commodo
di quel popolo, che molto ne patiua; laonde ſù detto di lui quel bel verſo,
In terris carlos, in celos flumina traxit. Hà fatto queſto nuirable huomo in
finite opere alla Maeſtà dell'Imperatore, 8 al i" Rè Catolico N.Signore,
à cui è egli ſtato non men caro, di quello, che ſi foſſe al Padre, e perciò dall'uno,
e l'altro è ſtato premiato in modo, che è diuenuto ricchiſſimo, 8 in grandiſſima
ſtima in tutta quella nobiliſſima Prouincia.
M. ». L xxv 1. Il Santiſſimo Pontefice G RE o o Rro Paſtore vigilantiſſimo,
e zelantiſſimo della ſalute de'fedeli, è preghiere anco di Nicolò Sfondrato no
ſtro Veſcouo, concedette à tutti i fedeli Chriſtiani habitanti nella città, 3 Dio
ceſi di Cremona l'iſteſſo Giubileo,che fù l'anno Santo proſſimo paſſato in Roma,
mentre che veramente contriti, e confeſſati deuotamente, 8 riuerentemente
viſitaſſero la chieſa Catedrale, 8 trèaltre chieſe, da eſſer deputate dal predetto
Reuerendiſſimo Veſcouo, c ciò per quindeci giorni continui, è interrotti; dan
li do facoltà all'iſteſſo Veſcouo di poter reſtringere il numero d'eſſi quindeci gior
;
nià quel minor numero, che le pareſſe, ſecondo la qualità, conditione, 8 età
delle perſone, 8 ſpecialmente per li Dioceſani, poueri, infermi, vecchi, donne
º; grauide, vergini, vedoue, &altre perſone legitimamente impedite, con molte
altre facoltà, che per attendere alla breuità tralaſcio; Le chieſe deputate ad
effetto di conſeguire il Sacro Giubileo furono il Duomo, S. Bartolomeo chieſa
de' Frati Carmelitani, S. Luca chieſa de' Frati Minori di San Franceſco Oſſer
uanti, e S. Michele vecchio, chieſa de Preti Secolari. E' incredibile il concor
ſe grande, che ſi faceua à queſte chieſe, e perche fù più volte prorogato il tem
po di queſto S. Giubileo, talmente che andò quaſi continuando tutto l'anno
intero, vi fu tanto maggiore il concorſo, venendogli tutti i Dioceſani proceſſio
nalmente, è veſtiti de ſacchi, con ſegno di tanta diuotione, che più dir non ſi
potrebbe,erano queſti riceuuti,& alloggiati nelle caſe de cittadini con grandiſ
ſima humanità, e carità, facendo ogn'vno a gara per hauerne in caſa; ma ſopra
tutto gran diuotione rendeua il vedere la notte le ſchiere d'huomini, 8 anco di
donne co lumi acceſi andarſene co piedi ignudi, etiandio nel freddiſſimo ver
no, à pigliare il Santiſſimo Giubileo, cantando Salmi, Hinni, e Litanie con ,
grandiſſima diuotione; vi andò etiandio il noſtro Reuerendiſſimo Paſtore più
volte nel maggior freddo a piedi ignudi, 8 veſtito alle volte di ſacco, con vna
compagnia de nobili, ſimilmente veſtiti di ſacco, e ſcalci; Queſta nobile com
pagnia hauendo poi preſo il titolo di compagnia della Pace, và tuttauia perſe
uerando, ſi come perſeuera anco quella di S. Paolo Heremita co'veſtimenti di
cilicio, 8 quella di S. Corona Spinea, le quali hebbero principio queſt'anno;
Andauano queſte, 8 tutte l'altre antiche compagnie co' ſuoi habiti, ſcalci, e
molti di loro percotendoſi co'flagelli di catene, 8 chi con corde; ma troppo
longo ſarei ſe ogni coſa minutamente voleſſe recitare, oltre che Giacopo Mai
noldo Galerato Dottore de Leggi, di cui hauemmo parlato poco di ſopra,nchà
ſcritto vin libretto particolare. Si ſcoperſe queſt'anno la peſte in Milano, eſſen
i) e 2 - doſi
(
2oe L I B R O
M. p. 1 xxv 111. Eſſendo horamai per Diuina gratia ceſſata, 8 eſtinta la pe:
ſte nella città di Milano, il Reuerendiſſimo noſtro Paſtore trasferitoſi cola nel
principio di queſt'anno, fecevn ragionamento di congratulatione à quel popo
lo nella chieſa Metropolitana, il quale fù veramente in ogni parte graue, dilet
teuole, pieno d'vffici di carità, e degno in ſomma di così raro Prelato, quale
egli è. Non ceſſando gli heretici, e ribelli di Santa Chieſa, di trauagliare col
armi il paeſe della Fiandra; Il Santiſſimo Paſtore Papa G RE o o R1 o XIII. co
noſcendo ottimamente quanto efficaci mezzi ſiano a placare l'ira del Signore,
le orationi, i digiuni, e le elemoſine, publicò nel fine di Lugliovna Bolla, ricer
cando con ogni maggior affetto di carità tutti i fedeli dell'wno, e l'altro ſeſſo,
in ogni parte, e luogo del popolo Chriſtiano; che la prima,e ſeconda ſettimana
dopò l'hauerhauuto notitia della predetta Bolla, è Lettere Pontificali, voleſſe
roconuertirſi al Signore con humile, & contrito cuore, & fatto diligente eſſa
me delle loro conſcienze, confeſſaſſero i loro peccati è vin'idoneo Sacerdote
approbato
T E R Z O, - 2O :
ſtato d'innocentia nel ſuo celeste Regno : accioche intendendolo voi in queſto
modo, come ſi deue Christiana, c Catolicamente, prouediate, che non ſi faccia in
cotesto Stato, ne in generale, ne in particolare dimoſtratione alcuna di triſtezza
eſteriore, d'honori, di lutto, è d'altra ſimil coſa: ma in lor vece diuote proceſſioni,
ci orationi publiche: dandogli gratia di queſto,ci ſapplicandolo con molta humiltà,
che plachi l'ira ſua, non riſºuardando le colpe, ci offeſe, che ſi commettono contra
Sua Diuiua Maestà. Et perche queſto ſi faccia più degnamente, e le piaccia di
volgere i ſuoi occhi di miſericordia a i trauagli, ci afflittioni, che patiſce la
Chieſa ſua, ci ilpopolo Chriſtiano, procurarete, per quanto s'appartiene a noi, º
à voi, come è Miniſtro noſtro, che ceſſino i peccati, o gli ſcandali, con che Sua
Maeſtà tanto s'offende, accioche ceſſando parimente l'era ſua, come effetto di
quelli, ſi faccia con queſto la ſua ſanta volontà, ci ſia nelle ſue creature eſaltato,
ci glorificato il glorioſo nome ſuo. Di Madrid, orc, Fù queſta Lettera publicata
dal Rcuerendiſſimo noſtre Veſcouo, il quale appunto l'ultimo giorno dell'anno
fece nel noſtro Duomo vin belliſſimo, 8 affettuoſiſſimo ragionamento, eſortan
do il ſuo popolo all'oratione, S alla diuotione, ſi fecero perciò nel principio
dell'anno ſeguente proceſſioni ſolenni, & orationi publiche, aſtenendoſi ogni
vno nel Carnouale di far feſte, 8 dall'immaſcherarſi, attendendoſi general
mente alle diuotioni, alle orationi, & altri ſimili atti di pietà.
M. D. Lxx1x. Pietro Martire Ponzone Giureconſulto preclariſſimo della
noſtra città, huomo di grandiſſimo ingegno, di ſuauiſsimi coſtumi, 8 di valore,
e bontà ſingolare, dopò l'hauerhauuto gradi, 8 vifici honoreuoli,8 degni della
virtù di lui, eſſendo ſtato Vicario di Giuſtitia in Milano, ſotto Paolo Foſſa poſcia
Podeſtà dell'iſteſſa città, 8 vltimamente vno de'Maeſtri delle Regie Entrate,
ordinarie in queſto Stato; Fù queſt'anno eletto dal Sereniſsimo Rè N. Catoli
co, nel ſublime ordine Senatorio, con grandiſsimo contento, non ſolamente,
de Cremoneſi,ma criſidio Nitutte l'altre città dello Stato, alle quali egli era per
l'eccellenti ſue qualità notiſsimo. E' la famiglia Ponzona in queſta città, non
ſolamente nobile, ma anche antichiſsima, e per molti centenaia d'anni ci ſono
ſtati huomini ceccllenti in ogni profeſsione, che l'hanno illuſtrata, frà quali vno
ne fù Pontio, che ſino dell'anno M. cc. Lxxx. fù Veſcouo di Cremona; & Ponzi
no(è anch'egli chiamato Pontio da alcuni) che fù quello che diede principio al
Nauiglio della Communità, 8: hcbbe etiandio il Dominio di queſta ſua
Patria, ſi come già dicemmo, e perche in quel luogo non potei
mettere il ritratto di naturale di così eccellente, e valoroſo
huomo; hora hauendolo hauuto da chi haucuo dato la
cura d'intagliarloin rame, non hò voluto laſciare
di porlo in queſto luogo.
Franceſco
-
2o3
9 l I CV M M A GN A V IR E S S E T IN T E G R I T A T E,
ci innocentia, cum 4, Iur. Ciu. ſcientia, atº omni prudenti e genere
preſtaret, ſummum non modo dignitatis in Senata, ſed etiam
gratiae apud Hiſpan. Regem, locum tenuit - -
eſſendo ſtato prina due anni Fiſcale di Lodi; & mentre che ancor giouanetto
daua opera à i ſtudi de Leggi nella famoſiſſima città di Bologna, hebbe nella
detta città l'Vfficio di Rettore, è Giudice de Mercanti della Lana, ne'quali
Vffici egli ſi è portato in modo che ſe n'hà acquiſtato non poca lode. Eſſendo
ſtate aſſoldate alcune compagnie di fanteria in queſto Stato per andare in Fian
dra, oue perſeueraua la guerra contra i rebelli di Sua Maeſtà Catolica, per cui
viera Generale dopò la morte del Sereniſſimo Don Giouanni d'Auſtria Aleſ
ſandro Farneſe Prencipe di Parma, e di Piacenza; Furono iſpedititrè Capitani
Cremoneſi, cioè Gio. Angelo Galerato, Girolamo Oſio, che vi reſtò morto, 3:
Roberto Guazzone, co quali andarono molti nobili giouani, alcuni de quali
dopò l'eſſer ſtate caſſe le predette fanterie, vi ſcruirono anche molti meſi come
Venturieri. Maria II. d'Auſtria Auguſtiſsima Imperatrice la maggiore di quante
ne ſiano ſtate ſino è queſti noſtri tempi,eſſendo ellanata di CarloV.Imperatore,
che per l'heroiche ſue virtù meritò da Papa Paolo III, titolo di Maſſimo, 8 ha
uendo Filippo Rè, il maggiore, e più potente c'hoggidì habbia la Chriſtianità,
ch'egli è fratello, e Genero, oltre l'eſſer ſtata Nuora di Ferdinando Imperatore,
fratello del padre di lei, &eſſer'etiandio ſtata Cugina,e moglie dell'Imperatore
Maſſimigliano, dopò la cui morte clla vede hora con molta felicità tener l'Im
i" Romano Rodolfo ſuo primogenito, laſciando che veggaetiandio gli altri
gli ornati di ſupreme dignità ſpirituali, e temporali, 8 che Carlo IX. Rè di
Francia le ſia ſtato Genero. Queſta dico così grande Imperatrice, partendo
queſt'anno di Praga, per ridurſi in Iſpagna appreſſo il fratello, e paſſando per
l'Italia, arriuò alli 3. d'Ottobre à Scncino Caſtello nobiliſſimo del Cremoneſe,
oue la noſtra città mandò ſei gentilhuomini del principali à far riuerenza à Sua
Maeſtà; Furono queſti Lodouico Affaitato Conte di Romanengo, e di Gru
mello; Baldeſſar Stanga; Gio. Giorgio Dati; Franceſco Peſce; Fabio Ali; &
Giuſeppe Lodi; i quali furono con lietiſſime dimoſtrationi raccolti da Sua Mac
ftà. Fù Sua Maeſtà incontrata nel detto Caſtello di Soncino è nome del Rè Ca
tolico da Ranutio Farneſe, giouanetto d'aſpetto, 8 maniere Reali, primogenito
d'Aleſſandro Prencipe di Parma, e di Piacenza; Venne Ranutio invece del
Duca Ottauio ſuo Auo, che dal Rè Catolico haueua hauuto la cura di riceuere,
& accompagnare quella glorioſiſſima Imperatrice ſino a Genoua, ma per eſſer
egli infermo di gotte non puote ciò eſſequire,come era ſuo deſiderio; Vi ſi tro
uò etiandio Don Sanchio di Gueuara, e Padiglia, Caſtellano di Milano, e Go
uernatore allhora di queſto Stato, con infiniti Nobili, e Feudatari, 8 con tutta
la Caualleria del Ducato. Stette l'Imperatrice la ſera, 8 anche il giorno ſe
guente in Soncino, per eſſer la feſta di San Franceſco, percioche ella per riue
renza, e diuotione, non faceua viaggio alcunone di feſtiui, e la mattina della e
predetta feſtavdì Meſſa, che fù celebrata dal Reuerendiſſimo Nicolò Sfondrato
noſtroVeſcouo, il quale era anch'egli andato a farle riuerenza, e fù da eſſa
molto carezzato; Partitaſi da Soncino ſe n'andò à Lodi alli 5. del predetto
meſe, oue il ſudetto Duca Ottauio fatta forza all'infermità andò a farle ri
UCI CIlZ3, Cc 2 M. D. L xx X i 1.
sº
2o3 L I B R O
M. p. Lxxx11. Anno notabile per la riforma dell'Anno, fatta dal Santiſſimo
Paſtore Papa GR E G o R1o XIII. per ridurre la celebratione della Paſca di Re
ſurrettione al ſuo vero giorno, ſecondo l'antico rito di Santa Chieſa, per il che
fare, Sua Santità ordinando che nell'auuenire l'Equinotio di Primauera ſi ridu
ceſſe à i 2 1. di Marzo, doue fù già fermato per il Concilio Niceno primo cotan
to celebre, leuò dieci giorni al meſe d'Ottobre, 8 oltre à ciò diede vna perpetua
Regola da ſeruarſi; come ſi vede particolarmente nella Riforma di Sua Santità,
intitolata CA L E N D A R1 v M GR e o o R1 a N vM Ps R P er vv M. Giuliano della
nobile, è antica famiglia Mariana; huomo d'ingegno acutiſſimo, Fiſico nella
Filoſofia, nell'Aſtrologia, & nelle ſcienze di Medicina celebre; & eccellente,
paſsò di queſta vita alli24. di Febraio, con grandiſſimo diſpiacere della noſtra
città, oue era molto adoperato nelle cure di Medicina; Fù egli per l'eccellen
za delle ſue virtù chiamato è leggere nello ſtudio publico di Pauia, oue con buo
niſſima prouigione, è ſuo grande honore, hebbe la prima Catedra di Logica,
e vileſſe molti anni, e ſino alla ſua morte. Hebbe la predetta famiglia Mariana
Franceſco Fiſico anch'egli, e Filoſofo Molto Illuſtre, il quale per l'eccellenza
della ſua dottrina,fù accettato anche nel Collegio de' Medici in Pauia, oue leſſe
publicamente nello ſtudio per vinti anni continui, Logica, Fiſica, e Metafiſica;
Ma eſſendo poi aſſediato quella città da Franceſi l'anno M. D. xxv 11, egli fu
con honoratiſſima prouigione condotto è Pirano in Iſtria, oue dell' anno
M. D. xxv 111 paſsò a miglior vita, 8 il ſuo corpo fù da Gio. Battiſta ſuo fratel
lo fatto portare nella Patria, & ripoſto nel comune ſepolcro della famiglia, che
è nel primo Clauſtro del Monaſtero di S. Domenico, con la ſeguente iſcrittione
iIl Iſla III O e - - -
F RA N CI SC V S M A RI AN V S A R T. ET M E D I CI N AE D 0 C T.
in Collegium Phyſicorum Cremona, cº- Papi e cooptatus primum in 7icinenſi
Gymnaſio Logicen, Phyſicen, c Metaphyſicen ann. 2o. publicè legit, dein
de ea vrbe à Gallis obſeſſa Piranum 7 ſtrie optima conditione accerſtus,
Medicinam egregiè exercens objt ann. M. D. xxv 1 1 1, Transla
tus 4 a Io Baptiſta Fratre in com. Familia ſepulcro Iacet.
F. B. M. M. D.
M E Lc H 1 o RI AI M o I. c. C LA R1 ss 1 M o, 2 p 1 o B EGREGIAS
eius virtutes, c ſingularem in Patriam pietatem, non minori ciuibus ſais
commodo, di ornamento fuit, quan Ioannes, Balthaſar, di M. Antonius .
eius maiores, qui cum in iure Ciuili excellerent, ſu e vtilitatem pa- -
M. D. L xxxi 11. Nel giorno di San Mattia Apoſtolo ſi fece in Cremona vna
ſolenniſſima proceſſione, per la morte del Sereniſſimo Prencipe Don Diego
;º
figliuolo, 8 herede giurato de tutti i Regni, e Stati del Rè Noſtro Catolico, il
1 quale ancora che ſentire queſto così graue colpo appreſſo tanti altri ſimili, con
eſtraordinario affetto, non volle però che ſi faceſſero, ne in generale, ne in par
ticolare dimoſtratione alcuna di triſtezza. Del meſe di Maggio la Santità di
Noſtro Signor Papa GR E G o Rio XIII. fauorendomi di ſpecial gratia, mi creò
Caualiere ſcrittendomi vn Breue del ſeguente tenore. ,
G R E G o R1 vs PP. XIII. Dilectè fili ſalutem, c Apoſtolicam benedizionem.
Iaaaafi ſincera fide tua 4 erga mos, c Sedem Apoſtolicam deuotione perſonam ,
taaº pecialis honoris, c gratia prerogatiua, digniori 4 nominis titulo decorare
o -
- cenſutmus;
2 Io L I B R O
ara L I B R O
- -
o
º
2 r4 I. I B R O
Morì queſto iſteſs'anno Bartolomeo Scaluo noſtro cittadino, ſtudioſiſſimo
della lingua latina, 8 della volgare, huomo Laico, 8 che haueua moglie, ma
dato tutto alla vita ſpirituale, nella quale quanto profitto egli faceſſe lo dimo
ſtrano alcune opere, ch'egli viuendo diede in luce; Scriſſe primieramente con
ſtile latino purgatiſſimo vin libro di ſante meditationi ſopra il ſacro Roſario, il
cui titolo è Rosa RIAE PR E css, E pocò dopò lo diede alla ſtampa nella lin
gua volgare, nella quale lingua ſcriſſe altri quattro piccioli libri, co' ſeguentiti
toli,cioè. R 1 co R di D'vN PADRE DI FAMIG itA. M E dirA T1osi Sona
La V E RA VI rs. IN FIAMMA T o R1o D E L L'AM o R D 1v 1 No. EccrrAMENro
D E LL'ANIMA. Haueua il Scaluo ſeruito per Secretario il Reuerendiſſimo
Girolamo Vida Veſcouo d'Alba, è cui egli fà gratiſſimo; Hebbe anche dalla
noſtra città l'Vfficio di Conſeruatore degli Ordini, & hauerebbe hauuto altri
Vffici ſe non foſſe ſtato sforzato andarſene in Alba colla moglie, che di quella
città era, oue non iſtette guari, che vi laſciò la vita. - -
amati, & tenuti frà i principali gentilhuomini della ſua Corte. Gio Battiſta
Ali poco di ſopra nominato, in ricompenſa de molti ſeruigi fatti, 8 da lui me
deſimo, 8 da tutta la famiglia Ala, all'Imperiale, e Catolica Caſa d'Auſtria,
hebbe queſt'anno dal Rè Filippo Noſtro Signore l'Vfficio ſopra le Vittouaglie
della noſtra città, del quale ſi cauano da trecento ſcuti di rendita ; Era queſt'
Vfficio prima del Capitano Marc'Antonio Fauagroſſa, è cui fù donato da Fran
ceſco II. Sforza Duca di Milano, 8 dall'Imperatore Carlo V. gli fù confir
mato etiandio in vn Succeſſore, e perciò dopò lui l'hebbe il Capitan Giulio ſuo
figliuolo, il qual ſeruendo Sua Maeſtà Catolica con vna compagnia di trecento
fanti ſopra l'armata di Spagna, per la guerra di Portugallo, è morto queſt'iſteſs'
anno in quelle parti, ſi come diſſi anche poco di ſopra. Vincenzo Locadello
noſtro nobile cittadino, capitano di molto valore, & eccellente nella profeſsio
ne d'Ingegniero, queſto medeſimo anno fù dal Rè Noſtro Catolico con hono
ratiſsima prouigione fatto Generale della militia, & ſopraintendente delle for
tezze del Regno di Sicilia, oue ſi troua anco Franceſco ſuo fratello, il quale è
Maeſtro Rationale del Conſiglio di Sua Maeſtà Catolica, grado principale in
quel Regno; & già fù Secretario di Franceſco Ferrante Daualo Marcheſe di
Peſcara, mentre che ſtette al gouerno di queſto Stato per il Duca d'Alua, &
ſino che viſſe, e le fù per le ſue molte virtù cariſsimo. Aleſſandro Lamo gioua
ne di belliſsimo intelletto, & eccellente nella Poeſia volgare, nella quale egli
hà datto alla ſtampa alcune coſe molto lodate, ritrouandoſi in queſto tempo in
Iſpagna con Lodouico Tauerna Veſcouo di Lodi, 8 Nuntio Apoſtolico ap
preſſo il Rè Catolico, é ſeruendogli per Secretario, mandò in luce vn belliſsi
mo diſcorſo intorno alla Scoltura, 8 Pittura, che è ſtato ſtampato nella noſtra
città, è queſto nobile i" per le ſue virtù molto amato in queſta ſua Patria,
&io in particolare gli ſono amiciſsimo. Ceſare Porta ſi rende anch'eſſo chiaro
in queſti tempi con le Poeſie volgari, nelle quali egli ſi moſtra di douer fare e
gran riuſcita; hà cgli dato in luce la vita di Sant'Huomobuono in ottaua rima,
& dedicatala all'Illuſtriſsimo Cardinale noſtro, ha anche dato alla ſtampa alcu
ne ſtanze, ſopra i quindeci miſteri del Santiſsimo Roſario, 8 hora è per dare in
luce la D E le a Tragedia belliſſima, la quale ha dedicato inſieme con le ſopra
-
::
7.
dette ſtanze à Ottauiano Cantullo,giouane nobile, e generoſo, il quale non ſola
mente ſi diletta della volgarfauella, ma attendendo anche a ſtudi più graui, và
procacciando d'acquiſtarſi quella vera gloria, che alla ſola virtù ſi deue; ne reſta
perciò d'impiegarſi ne' publici negoti qualunque volta gli vien dato carico da
queſta ſua Patria, da cui eſsedo ſtato eletto non è molto, per vino de'Prefetti alla
Fabrica del Duomo, 8 altre volte per Regente dell'Hoſpitale maggiore, & ad
altri Vifici, ſi è diportato in modo nel maneggio d'eſſi, che fattoſi conoſcere,
per diligente, e prudente inſieme, moſtra di non hauer'à degenerare da ſuoi
ntaggiori; Frà quali già furono preclari, Adamo Cantullo, che del M. c. xxxviii.
fu Canonico della Chieſa maggiore; Ambroſiocco, & Acerbo Cantulli, i quali
dell'anno M. c. lv 111 gouermandoſi allora la noſtra città a Republica, furono
- - - - IO D 2 ambidue
2 I6 L I B R O
ambidue Conſoli, della qual dignità, che in que tempi era ſuprema,fù di nuoto
honorato il predetto Acerbo dell'anno M. c. 1 x111. & Ottone Cantullo, fu in
molta ſtima intorno il M. cc. x L. Età noſtri tempi è ſtato celebre Giouanni
Cantullo, che ſotto il Pontificato di Papa Pio IIII fu Caſtellano d'Imola. Et
hora viuono molto honoratamente Gio. Franceſco Cantullo Padre d'eſſo Ot
tauiano, 8. Franceſco Cantullo ſuo parente, l'Vno, e l'altro Conſiglieri di queſta
città, 8 miei amiciſſimi. Romano Borgo gentilhuomo, e per l'antico ſplendo
re dei ſuoi maggiori, 8 per la chiarezza della propria virtù, ſenza alcuna con
trouerſia nobiliſſimo, và in queſti ſteſſi tempi acquiſtando fama è ſe, & a queſta
ſua Patria di Cremona, perciochehauendo egli la cognitione di molte ſcientie,
è così eccellente, 8 nell'inuentioni,3 nello ſtile della belliſſima lingua Italiana,
che, e nelle Poeſie, e nelle Proſe ſi può agguagliare a qualunque ſi ſia Scrittore
de'noſtri tempi in queſta lingua, ancorche egli, per eſſer di natura modeſtiſſimo,
non habbi laſciato ſin'hora vedere al mondo ſe non poche ſue compoſitioni
(non eſſendo fuori del ſuo, ſaluo che alcuni pochi, ma belliſſimi Sonetti, e Call
zoni,8 la Vita, 8 Morte, e Miracoli del Beato GE Roldo, in oratione ſciolta)
non poſſo però credere, ch'egli non ſia per laſciar vn giorno vſcire in luce le
honorate ſue fatiche. Gran gloria recano anche hoggi alla noſtra città Luigi
della nobiliſſima, 8 antichiſſima famiglia Douara, & Flaminio ſuo fratello, am:
bidue chiariſsimi nell'arte militare; Sitrouò Luigi con la propria perſona del
Rè Noſtro Catolico nell'impreſa di Portugallo, nella quale egli fu de principali
Conſiglieri di Sua Maeſtà,e mentre ſi trouaua in Iſpagna, è ſtato tenuto vino de
primi Perſonaggi di quella Corte Catolica; & per ricompenſa de ſeruigi fatti,
gli ſono ſtati aſſegnati mille ſcudi di rendita all'anno, da quel Rèveramente
Catolico, oltre l'eſſer anche ſtato creato Conſigliero di guerra, in tutti i Regni,
e Stati di Sua Catolica Maeſtà, 8 hora e ritornato è Fiorenza, oue ſi trattiene
in molto credito, e riputatione appreſſo di Franceſco Medici Gran Duca di
Toſcana, appò cui è anco in molta eſiſtimatione Flaminio l'altro fratello, che
per il ſuo valore ha hauuto da quel Gran Ducavna compagnia di Caualleria:
Giacopo Offredo anch'eſſo dei principali della noſtra città, è in queſt'iſteſo
tempo molto ſtimato nella predetta Corte del Gran Duca, eſſendo egli depri
mi Caualieri di San Stefano, 8 per hauer ſeruito molti anni fà al Gran Coſimo,
& ſeruendo hora al preſente Gran Duca, da cui è per le rare ſue qualità molto
“fauorito. Fù etiandio molto fauorito dal predetto Gran Duca Coſimo, Fran
ceſco Sommo, Caualiero anch'eſſo di San Stefano, 8 Capitano della Guardia
di Sua Altezza, ma eſſendo egli ſtato sforzato a retirarſene per vin'accidente di
queſtione occorſagli con vno de principali di quella Corte, che da lui fu am
mazzato, ſe ne venne in queſte parti, 8 queſt'anno è paſſato è miglior vita i
Era il Sommo molto intendente delle Matematiche ſcientie, & raro nelle coſe
del fortificare, & nell'altre pertinenti all'Ingegniero. Giouanni Botta celeber
rimo Dottor de Leggi, communicando al mondo parte de'frutti del ſuo fecon
dointelletto, diede queſt'anno in luce il primo volume dei ſuoi conig"
T E R Z O, 217
fù ſtampato in Venetia da Franceſco Ziletto; Hà hauuto queſto preclaro Giu
reconſulto gradi honoreuoli, non ſolamente in queſta illuſtre Patria ſua, ma
etiandio in altre nobiliſſime città,percioche l'anno M. p. Lx11. & il ſuſſeguente
egli fù Podeſtà della città di Pauia, oue per l'integrità ſua, e per la bene ammi
niſtrata giuſtitia s'acquiſtò gran fama, e gloria, & del M. D. 1 xv. ſotto il Ponti
ficato di Pio IIII. di ſanta memoria,con non minore ſua lodehebbe il gouerno
di Rimini. Ne è merauiglia che'l Botta in queſta nobiliſſima profeſſione ſia ,
tanto eccellente, atteſo che la ſcientia legale gli è quaſi hereditaria, hauendo
hauuto Aſcanio ſuo Padre, e Leonardo ſuo Auo,ambidue dottiſſimi, e clariſsimi
Dottori di Legge, de quali altroue ſi è fatta honoratamemoria; parmi di non
tacere in queſto luogo, che il predetto Aſcanio oltre la ſcientia legale, era anco
eccellente nella lingua volgare, & dell'anno M. D. xxxv. diede alla ſtampavn
vaghiſsimo libro intitolato il RvRA LE. Compoſe etiandio vn'altro libro in
ottaua rima D E L lo SE crEro AM o RE D'Ao RIF o NT E, ma preuenuto dal
la morte non lo diede in luce. Il Conte Pietro Martire Ponzone RegioSena
tore, di cui altroue facemmo memoria, fù queſt'iſteſs'anno chiamato dal Sere
niſsimo Rè Noſtro Catolico in Iſpagna, per Conſigliero, 8 Regente di queſto
Stato, e ſi ſpera che per l'eccellenza delle ſue virtù debba aſcendere è gradi
ſi molto maggiori. E perche dal Collegio dei Dottori ha la noſtra città riceuuto
ſempre non poco ſplendore, non ſarà graue à i Lettori, ch'io in queſto luogo ne
faccia memoria. Tiene queſto Venerando Collegio ſenza alcuna controuerſia
il primo luogo nella noſtra città, percioche non vi ſi accettano dentro perſone
ignobili , ma è neceſſario è chi vuole entrarui, che oltre l'eſſere idoneo, e ſuffi
ciente per la dottrina, vi concorri anche la nobiltà, 8 che ne lui, ne il Padre,
ne l'Auo paterno habbino eſercito arte alcuna vile,ò reproba. Ogni anno nel
la Vigilia dell'Aſſontione della Beatiſsima Vergine M a R1a, ſi eleggono dui
Abbati, l'Vfficio de quali è di procurare che l'entrate del Collegio ſi diſtribuiſ
cano in opere pie, & che tutti i danari dell'iſteſſo Collegio vadino nelle mani
del Teſoriero Deputato; ſono etiandio tenuti di proporre nelle Congregatio
ni quelle coſe, che pare loro ſiano d'vtile, & honore del Collegio, oltre gli Ab
bati ſi elegge anchevn Protettore, la cui principal cura è di difendere a tutto
ſuo potere l'auttorità, e riputatione del Collegio, d'auiſare gli Abbati ſe ſi vede
che d'alcuno de Dottori non ſiano ſeruati gli Ordini, 8 di riſcuotere ancole
pene da quelli, che contrauengono a detti Ordini, e Statuti, e ſopratutto ha da
guardare con ogni diligenza, che chi vuole entrare nel Collegio, habbile con
ditioni, che per i Statuti ſe gli ricercano. Hà il predetto Collegio molti altri
belliſsimi Ordini, i quali dell'anno M. D. L xxv. furono approbati dal Senato, e
furono dati alla ſtampa. Di queſto Collegio, come di cauallo Troiano, ſono
continuamente vſcitihuomini molto eccellenti, non ſolamente nella profeſsio
ne legale, ma etiandio in ogni altra preclara ſcientia,e perche a tempi de'noſtri
Padri, &anco a noſtri giorni ve ne ſono ſtati alcuni, i quali con l'eccellenza
della loro dottrina hanno molto
º
illuſtrato queſta ſua Patria,mi parrebbe mancar'
s
218 IL - I B R O
al debito mio quando non ne faceſsi memoria, non hauendoli altroue nominati,
frà quali fù molto celebre Gio. Franceſco della nobile, 8 antica famiglia de'
Valuaſori, che ſi chiama hora communemente da tutti, degli Argenta, il quale
hebbe molte honorate legationi à diuerſi Prencipi per la Patria, che fù anco da
lui ſeruata nel tempo, che ella era ripiena di tumulti bellici, particolarmente,
da Franceſi, i quali erano per darla à ſacco, ſe dalla eloquenza di queſto hono
rato cittadino non erano placati; Morì egli non ſenza dolore della noſtra città
l'anno M. D. xxv 111 e fu ſepolto in San Domenico, 8 al ſuo ſepolcro fu poſta
la ſeguente iſcrittione
D. O. M.
Io. FRAN c1 sco P AL VAssoR I A RG EN T. 1. c. I P ST IT IA,
fide, pietate, ceterisq; animi virtutibusclariſſimo . Regnauit in Iudicis,
Patrtam à Gallis ſeruauit, Domi omnibus muneribus, foris legatio
nibus ad Reges egregiè functus eſt, difficilibus Reip. tempori
ſbus intempeſtiuè deceſſit. Io. Galeatius Frater opt. atq,
B. M. Pos. Vix. Ann. xL v1 1 1. M. x1. Objt
v11. Id Septemb. M. D. xxvi 11.
Chiariſsimo fianco nell'iſteſo tempo Stefano Sfondrato, che morì però va
poco prima dell'Argenta ſopranominato, 8 è anche egli ſepolto nella detta
Chieſa di S. Domenico, è al ſuo ſepolcro è il ſeguente titolo.
M. D. X X. AP R. XXII. H AE C ST E P H AN I S F O N D RA I I I. C,
ampledittur oh quanti luminis vrna capax. Vix. Ann. L I I.
Ne ſono ſtati men celebri Lodouico Cauucio, i cui Conſulti erano riputati
come detti dell'Oracolo, e Filiberio Lodi, che per l'eccellenza della dottrina
era ſtato fatto vno de Maeſtri dell'Entrate Ordinarie di queſto Stato,ma fù pre
uenuto dalla morte auanti che di Spagna gli foſſe portato il priuilegio. Gio,
Battiſta Mainoldo è anch'egli ſtato a noſtri giorni vn lume chiariſsimo della
ſcientia legaie. Nè è ſtato men chiaro Tomaſo Manna, il quale eſſendo ſtato
chiamato a Mantoua per Capitano di Giuſtitia, da Guglielmo Gonzaga Duca
di Mantoua, e di Monferrato, mentre era per andarui, vna ſera nel ritornarſene
dal Palagio publico (oue era ſtato nel Conſiglio Generale) à caſa, fù da alcuni
micidiali veciſo, & ciò fu nel fine del M. D. l xx v. Et non è molto che laſciò
queſta vita Ceſare Brumano, che non ſolamente ſù peritiſsimo delle leggi Ciui
li, e Canoniche, ma fà etiandio preclariſsimo in molte altre ſcientie, & peritiſ
ſimo della lingua Greca, Latina, 8 Hebraica;ſi dottorò egli ancor gioueniſsimo,
& dopò l'eſſer ſtato accettato nel Collegio, hebbe in Pauiavna Lettura, ma an
datoſene poi a Roma, 8 datoſi a vita Religioſa, fù fatto Chierico di Camera,
& fù cariſsimo a Papa Pio V. di ſantiſsima memoria, da cui egli fu si Pre
- CttO
T E, R Z O. 2 19
s fetto dell'Annona, 8 vno de' Conſiglieri della guerra, che per opera principa
le di quel Sátiſsimo Pontefice ſi fece dallaSanta Lega contra il Turco;ne fù men
s grato al preſente Pontefice G RE o o Rio XIII. da cui hebbe mentre viſſe de'
principali gradi nella Corte Romana. Hà recato anche molto ſplendore à que
ſto Collegio, 8 alla Patria, Aleſſandro Picenardo, il quale oltre l'hauer dato in
luce dottiſsime interpretationi ſopra alcuni titoli dell'Inſtituta, eſſendo ancor
giouanetto fù chiamato a Genoua, oue ſtette Auditor di Rota Ciuile, e Crimi
ſi nale, e Podeſtà, con grandiſsima ſodisfattione di quella eccelſa Republica, Se
ſe da immatura morte non foſſe ſtato ſoprapreſo, egli di certo era per aſcendere
à gradi ſupremi; E' ſepolto il ſuo corpo nella Chieſa di San Domenioo di Ge
noua, oue dal Padre gli fu fatto porrevn marmo, con honorata memoria di così
cccellente giouane. Et vltimamente è paſſato à miglior vita Gio. Battiſta Ra
gazzi prudentiſsimo Giureconſulto, che già fu Vicario di Sigiſmondo Picenar
do, mentre fù la prima volta Podeſtà in Pauia. Si ritrouano hoggi deſcritti in
queſto Collegio trentadue Dottori, i nomi de quali perche reſtino nella me
moria de'poſteri, io non voglio laſciare di regiſtrarli in queſto luogo, non oſtan
te che di già io n'habbia nominato alcuni, nel che fare ſeruarò l'ordine, col qua
le ſi trouano deſcritti nel detto Collegio, di cui Paolo Emilio Regio è il più an
tico, è queſti Auditore del Referendario, 8 Giudice ordinario degli Hebrei,
Vfficio che già parecchi anni ſono è da lui eſercitato con molta integrità. Gio.
º Franceſco Perſichello, il quale come dicemmo altroue nel preſente volume, ha
hauuto, & nella Patria, e fuori Vfficij honoreuoli. Gio. Battiſta Bonetto peri
tiſſimo delle Leggi, 8 rariſſimo nell'Vfficio dell'Auuocare, particolarmente,
nelle coſe Criminali, nelle quali niuno è più adoperato di lui nella noſtra città,
ouehà anche hauuto tutti que gradi honoreuoli che à pari ſuoi darſi fogliono
da queſta Illuſtre Communità, perſeruigio di cui è anche ſtato più volte manda
to a Milano è trattare negoti molto importanti co Gouernatori dello Stato.
; Giouan Botta di cui poco di ſopra hò fatto memoria. Antonio Maria Paueſe,
º che dopò l'eſſer ſtato molti anni in Roma, ſe n'è tornato nella Patria, oue con a
molta quiete d'animo attende à ſuoi honorati ſtudi. Il Conte Pietro Martire
Ponzone Senatore, & hora (come ſi è detto poco fa) Regente dello Stato ap
preſſo Sua Maeſtà Catolica. Aleſſandro Schinchinello Canonico, e Prelato
del Duomo, 8 che già ſotto Pio Papa IIII. hebbe l'Vfficio di Referendario
Apoſtolico, è queſti nella noſtra città molto ſtimato, non tanto per la nobiltà
della caſa, che è delle principali, come anco per la eccellenza della dottrina, S&
per la purità de'coſtumi. Lodouico Aimi Senatore di Milano, di cui à ſuo luo
go ſi è fatta honorata memoria. Gio. Giacopo Torreſino rariſſimo nella ſcien
tia delle Leggi, 8 in ogni altra eccellente dottrina, & peritiſſimo della lingua
latina, oſſeruatore dell'Hiſtorie, 8 diligentiſſimo inueſtigatore dell'antichità
della ſua Patria, nella quale rare ſono quelle famiglie, che non habbiano hauuto
da queſto preclariſſimo Dottore l'Arbore della diſcendenza loro; Non perdo
ma egli ne è ſpeſa, ne è fatica per ritrouare la verità delle coſe, 3 vi fà ſtudio
- - - - - - -- -- grandiſſimo,
-
22e L I B R &
grandiſſimo, &vn giorno ſpero, ch'egli, apprendo il teſoro delle ſue virtù, ſia
per farci vedere frutti degni del ſuo mirabile ingegno, Lodouico Maggio, ol
tre à gli Vffici che hà hauuti (ſi come dicemmo al ſuo luogo)è anche queſt'anno
ſtato fatto Luogotenente del Viſitatore Generale, il quale già quattro anni ſo
no, fu mandato dal Sereniſſimo Rè Noſtro Catolico, in queſto ſuo Ducato per li
molti diſordini, che intendeua Sua Maeſtà eſſerci per colpa d'alcuni ſuoi Mini
ſtri, & Vfficiali. Girolamo Pozzo, Conte, e Caualiere, ſi come di già s'è detto
poco di ſopra, è hora Protettore la ſeconda volta del Collegio. Gio Battiſta
Goldone eccellentiſſimo nel Conſultare, & nell'Auuocare, & molto adoperato
per l'eccellenza della ſua dottrina. Sigiſmondo Foſſa, che è ſtato Oratore molti
anni della noſtra città a Milano, nel qual'Vfficio egli moſtrò molta prudenza,
& grandiſſima diligenza. Gio.Clemente Schizzo dopò l'eſſer entrato nel Col
leggio, ſi fece Prete, é hebbe vn Canonicato nel Duomo; E'Prelato di nobi,
liſſimi coſtumi, 8 tenuto in molta ſtima, non ſolamente in queſta ſua Patria, ma
etiandio nella Corte Romana,oue di già molti anni ſi trattiene, 3 oue per lege
tiliſſime ſue maniere è tenuto in molta riputatione, 8 amato particolarmente e
dall'Illuſtriſſimo Cardinale Sorbellone; Si moſtra veramente Gio. Clemente
degno Nipote di Gio. Battiſta ſuo Zio, già Senatore, & Regente dello Stato di
Milano appreſſo l'Imperatore Carlo V. & al preſente Rè Catolico Noſtro Si
gnore, à i quali fùtanto caro, come già dicemmo. Gio. Battiſta Lodi, figliuolo
di Filiberto poco fà nominato, e per la dottrina, e per la bontà della vita molto
riputato. Girolamo Fondulo di già molti anni và fuori in Vfficij honoreuoli,
è egli ſtato Podeſtà di Buſſeto Terra nobiliſſima del Parmegiano, che da Papa
Paolo III. 8 da Carlo Imperatore, hebbe priuilegio di città; Ethora è Pode
ſtà di Caſtiglione delle Striuere, Marcheſato di Ferrando Gonzaga. Franceſ
coTinto degno figlio d'Anſelmo, che fù anch'egli Dottore di Legge celeberri
mo, ritrouaſi hora in Milano Oratore per la Patria appreſſo l'Eccellentiſſimo
Duca di Terra Nuoua, Gouernatore di queſto Ducato. Vincenzo Mainoldo
er dottrina, e per coſtumi degno d'ogni honore, ſi trouahora in Vſficio à Ro
uerè luogo dell'Arciduca Ferdinando d'Auſtria. Franceſco Cauzzo, che per la
viuacità, e prontezza dell'ingegno, è tenuto in molta eſiſtimatione. Gio. Bat
tiſta Picenardo Nipote di Sigiſmondo già Senatore tanto celebre, ſe ne viue,
hora con molta ſua riputatione in Roma. Pietro Barbuò è tenuto per l'eccel
lenza della dottrina in molto pregio, 8 dalla noſtra città è ſtato molte volte
adoperato in negotij d'importanza, 8 in ſomma egli ſi moſtra degno ramo di
di queſta nobile, 8 antica famiglia, la quale per centinaia d'anni ha hauuto huo
mini di molto valore, che l'hanno recato molto ſplendore, &à noſtri giorni vi è
ſtato Daniele Religioſo dell'Ordine de'Predicatori di San Domenico, il qual
fi l'eccellente ſua dottrina fu gratiſsimo all'Imperatore Ferdinando, 8 da -
apa Pio III. l'anno M. D. L x 11 t. fu creato Veſcouo di Pedina, 8 Gio. Batti
ſta, che fù anch'egli molto caro al predetto Imperatore Ferdinando, da cui fà
creato Caualiere l'anno predetto. Daua gran ſaggio di douer'apportare molta
riputatione
v
T E R Z O. 2 . I
Palagio, il quale per l'eccellenza dell'Architettura è vino de più belli che ſiano
in Italia. Fioriſce dunque hora più che mai la caſa Affaitata, la quale oltre,
l'affinità, è congiontione di ſangue con molte principaliſſime famiglie d'Italia,
e di Spagna, è ſempre ſtata copioſa di nobiliſſimi perſonaggi, e per non ritrar.
mi molto adietro, ricordarò ſolamente Pietro Martire huomo di grandiſſime
ricchezze, il quale ne tempi che la noſtra città era trauagliata dalle parti, fu
capo principale della nobiltà Guclfa, e per il ſuo molto valore s'acquiſtò tanta
gratia, &auttorità appreſſo il Rè di Francia, il quale allhora s'era impadronito
dello Stato di Milano, che gouernandoſi queſta città ſecondo il ſuo volere, ne
pareua quaſi egli il Signore. Et alla noſtra età è ſtato vn chiariſſimo lume della
detta caſa Affaitata, Gio. Carlo Affaitato, il quale ritrouandoſi in Fiandra, oue
era ricchiſſimo, 8 Signore de luoghi d'importanza, fece di molti rileuati ſerui.
gi all'Imperatore Carlo V. hauendolo ſouuenuto infinite volte, non ſolamente
de'cinqanta, e de centomila, ma ancor di trecento mila, e più ſcudi per volta,
di modo ch'era Gio. Carlo il porto ſicuro nelle occorrenze maggiori, e ne più
ſtretti biſogni di Sua Ceſarea Maeſtà. Hà laſciato Gio. Carlo ineſtimabili fa
coltà à ſuoi figliuoli, che viuono anche hoggidì; Gio. Franceſco primogenito
è Conte d'Inſt, il quale ſe ne ſtà hora in Cremona, oue hà preſo per moglievna
nobile, e belliſsima gentildonna; è huomo di ſublime intelletto, è che di gran
dezza, e generoſità d'animo è molto ſimile al Padre, Fà egli già della Compa
gnia della Calza in Venetia, la qual Compagnia è ſolita di farſi alle volte in
quella nobiliſsima città, con tanto ſplendore, che i primi Prencipi d'Europa ſi
recauano a grandiſsimo honore l'eſſerui è riceuuti, o inuitati. Coſimo, e Ceſa
re ſe ne ſtanno in Fiandra, il primo è Barone di Ghiſtello, 8 l'altro di Lana
chenſachc,che ſono Baronie principali in quelle parti. Non voglio tacere che
il Conte Aleſſandro, 8 il Conte Gio.Battiſta fratelli del predetto Conte Lodo
uico, il quale come poco di ſopra dicemmo, è morto in Iſpagna, dauano ſegno
di douer riuſcir grandi, ſe da morte non foſſero ſtati ſoprapreſi. Morì il Conte
Aleſſandro nella guerra di Francia contra gli Vgonotti, nell'aſſedio di Pottiers,
& il Conte Gio. Battiſta morì ſopra l'Armata del Rè Noſtro Catolico, l'anno
che ſi fece quella gran giornata contra l'Armata Turcheſca, 8 ne ſegui quella
memorabiliſsima vittoria, che ſarà ſempre celebre. La notte precedente il
quarto giorno di Nouembre, intorno alle trè hore ritrouandomi io à Milano,
Carlo Borromeo Cardinale di S. Praſſede, & Arciueſcouo della città di Milano,
reſe lo ſpirito al Signore; laonde l'Illuſtriſsimo Cardinale noſtro incontanente
ſe ne venne à Milano, per rouarſi alle eſequie, che ſe gli fecero alli 7. con tan
to concorſo del popolo, quanto ſi poſſa imaginare, piangendo vniuerſalmente
tutto quel popoloper hauer perſo così raro, e così zelante Paſtore, e Padre; vi
ſi ritrouarono oltre il noſtro Cardinale il Veſcouo di Vigevano,e quello d'Aleſ
fandria, & il Veſcouo Cittadino; C'interuenne il Duca di Terra Nuoua, il Sc
nato, e tutti i Magiſtrati; Il Padre Franceſco Panigarola dell'Ordine di San
Franceſco d'Offeruanza, fece l'Oratione, è Sermone funebre
-
" il corpo.
. D, L XX X V
-
T E R Z O. 225
M. D. L xxxv. Gio. Franceſco Bonhuomo Veſcouo di Vercelli, venne nel
principio di queſt'anno a Cremona, ritornando d'Alemagna,oue era ſtato Naa
tio; Fù egli incontrato da infiniti nobili, 8 andò a ſmontare a caſa di Pietro
Bonhuomo ſuo fratello. E'queſto nobiliſſimo Prelato, 3 per la chiarezza del
ſangue, 8 per l'eccellenza della dottrina, 8 per l'integrità della vita, vm lume
chiariſſimo di queſta ſua Patria ; Era egli ſopramodo amato dal poco fa nomi
nato Cardinale Borromeo, laonde non ſi fu così toſto Dottorato in Canonico,
e Ciuile, che fù da quel gran Prelato l'anno M. D. 1 x chiamato a Roma, e per
tutto il Pontificato di Pio IIII. ſeruì al detto Cardinale per Auditore, nel qual
tempo fà fatto Referendario dell'wna, e l'altra Signatura, Vicario di S. Maria
Maggiore, 8 Protonotaro Apoſtolico; Et quando fù creato Cardinale Monſig.
Boncompagno hora Papa G RE G o R1 o XIII. gli ſucceſſe nella Signatura, che
ſi chiama del Conceſſum ; la quale è ſolita darſi ſolamente ad vn Cardinale, 8.
ad vn Prelato della Corte. Nel principio del Pontificato di Pio V. non ſola
méte hebbe la confirmatione della detta Signatura, ma fà etiandio fatto Reffe
rendario di Penitentiaria, dal predetto Cardinale Borromeo, che allora cra
ſommo Penitentiero. Laſciò poi Roma l'anno M. D. L xv 1 r. hauendogli l'iſteſ
ſo Cardinale reſignata la Badia di Nonantola, della quale fü Commendatario,
ſino che dell'anno M. D. L xx 11 del meſe d'Ottobre, fu da Papa GR E o o Rio
XIII. creato Veſcouo di Vercelli; Et l'anno ſeguente fu fatto Viſitatore Apo
ſtolico di Nouara, e di Como, ma viſitò ſolamente Como, andando per tutti i
luoghi di quella Dioceſi ſoggetti a Suizzeri, e Griſoni, 8 viſitando in particola
rela Valtellina, oue per quaranta anni adietro non era ſtato Veſcouo alcuno;
Non puote finire la viſita, percioche del M. D. L xx1x. fu dal Pontefice manda
to Nuntio Apoſtolico alli Suizzeri, e Griſoni, 8 hauendo viſitato tutti i Can
toni Catolici, fù anche in tutti i Cantoni Heretici, e da trè volte in Coria per
accommodare le differenze ch'erano trà'l Veſcouo, e que Signori, e l'anno ſe
guente gli fu aggionta ſotto quella Nuntiatura tutta la Dioceſi di Coſtanza, e di
Baſilea; L'altro anno che fu del M. D. L xxxi. dopò l'eſſer ritornato a Coria,
& dato fine alla ſopradetta controuerſia, per nuoua commiſſione di Sua Santità
andò Nuntio all'Imperatore, che è vno de più importanti Vifici, che ſia ſolita
dare quella Santa Sede, di quà dal Cardinalato. Hora mentre ſtette à quella
Alve Corte, fù alla Dieta d'Vngheria, che ſi fece nel principio del M. D. L xxx 11. 3.
alla Dieta Generale dell'Imperio, che ſi fece del meſe di Giugno, dopo la quale
ritornato a Vienna ſcorſe la Schiauonia, da Leppaglaua, ſino a Zagalia, viſitan
do al meglio che puote, per la breuità del tempo quella Prouincia; Nel princi
pio di Febraio del M. D. 1 xxx 111 partì per Colonia, mandatoui dal Santiſſimo
Pontefice, per l'apoſtaſia di Gebardo Trucchſes, di doue ritornato il meſe di
Settembre partendo l'Imperatore di Vienna per Praga, egli ſcorſe la Morauia,
e la Sileſia, & prouide à diuerſi diſordini di que' Capitoli, e Chieſe di Olmuzzo.
e di Vvratislauia; Viſitò etiandio l'anno ſeguente diuerſi luoghi della Boemia ;
Ethora ſe ne và Nuntio Apoſtolico nella Germania inferiore, detta da noi vol
- garDACnte
2 26 L I B R O
Carlo
T E R Z O , 227
Carlo Maggio. PaganinoVgolano.
Gto. Franceſco Capellano.
Gio. Franceſco Picenardo.
Pietro Luigi Scaccabarozzo.
1565 Sebaſtiano Douara. n
; 1572
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º 574
Gio. Fraceſco Lanzoni Tolentino. I 567 ſente oratore della Città di
Girolamo Pozzo Dottore, ci Ca-R Cremona appreſſo il Prencipe, i
ualiero. }
1567 C3 Gouernatore dello Stato di
Pietro Franceſco Oſcaſale. Milano. -
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IL FINE DEL TERZo LIBRo.
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se VCCESsE à così gran Padre queſte GIC MARIA; il quale nella effigie non dimo
) ſtra la fiera, 8 inhumana conditione dell'animo ſuo, per la quale liberò da colpa non ſolo:
54 la fortuna, che gli fu tanto aduerſa, ma ancora quei tanti Condottieri, 8 quei Gouernatori
delle Città,8 delle genti ſue da guerra, i quali rotto il ſacramento della militia, & della fe.
de, ſi ribellarono a lui; Onde maggiormente infiammata la ſua natural crudeltà, venneè
tale, che con diletto ſtaua mirando gli huomini innocenti lacerarſi da cani, nutriti, 8 am
º maeſtrati a così beſtiale, 8 horribile vfficio. Per queſto, &per la dapocaggine ſua, 8 per
le molte grauezze impoſte a ſudditi ſuoi, fatto odioſo a Dio, 8 al mondo, fu meritamente veciſo da alcuni
nobili, 8 da altri ſuoi famigliari Milaneſi, andando alla Meſſa nella Cortevecchia di Milano, rimanendo
il corpº ſuo per patio d'alcunehore quiui abbandonato, 8 lordo di ſangue, fina tanto che da alcuni della
º" baſsa conditione della famiglia ſua fu portato nel Duomo, doue da vinavilliſſima Meretrice congrandiſ
ma quantità di Roſe freſche gli furno coperte le ferite, il qual ſegno d'humanità fu poſcia gradito, & ri
" "mae dal fratello ſuo ſucceſſore. Dominò poco meno di dieci anni, ma ſempre con
Fabioſa crudeltà.
E la ſua effigie di Scoltura nella Certoſa, di donde s'è canata la preſente -
--
ANT C
Q V A R Ts O. - 5
FILIPP o
g ILIPPO MARIA morto il fratello Gio:Maria ancora che ebpochiſſime forze. Se ſenza ricchezze,
º, anzi ſimile è prigioniero ſi trouaſſe nella Rocca di Pauia, fù in guiſa fauorito dalla fortuna, che ſi
2: può dire, che con l'aiuto de nimici ſuoi foſſe poſto nello Stato paterno, percioche Facin Cane
Mlgº morendo,e raccomandandolo a ſuoi Soldati, 8 Beatrice Tendaſua moglie con ambition femini
luº58 le bramandolo,3 ottenendolo per marito principalmezo, che racquiſtaſſe il Ducato,3 che po
ſcia con caſtigo d'alcuni ſuoi ribelli ricuperaſſe molte città, facendo impiccare Gio: Vignati, 8 decapitare
Gabrin Fondulo,Tiranni,quello della Città di Lodi e queſto di Cremona. S'inſignori di Genoua. Pù pruden
tiſſimo,liberale, e clementiſſimo, ma di natura inſtabile,e troppo facile a credere a calonniatori; " fù ab
bandonato da Carmagnuola,& vi mancò poco ch'egli non mandaſſe in ruina Franceſco Sforza ſuo Genero,
addottato da lui in figliuolo. Gli apportò molta infamia l'hauer ingiuſtamente fatta decapitarla moglie già
vecchia calonniandola d'adulterio. Mà parue che cancellaſſe ogni biaſimo, quando con magnanima corteſia
non ſolo accarezzò come amici i Rè di Napoli, 8 di Nauara fatti prigioni in battaglia nauale, ma ancora gli
rimandò a loro Stati liberi, 8 honorati di ricchiſſimi doni. Allogiò con pompa realiſſima in caſa ſua Papa
Martino,e Sigiſmondo Imperatore. Mori hauendo regnato xxxv anni, & alcuni meſi, non laſciando ſe non
vna figliuola naturale maritata a Franceſco Sforza.
E' cauato queſto ritratto da una Medaglia di Proſtero Viſconte nobile Milaneſe.
BEATRI
--
FRAN
- RANCESCO SFORZ A fù figliuolo di SF O R 2 A ATTEN D OL O famoſo, 8 va.
lº, loroſo Capitano,preſe il cognome dal padre, dal quale imparò la diſciplina militare, & fartedi
f Spº gouernargli eſerciti. Giouane ancora ruppe legetiBracceſche,fattione emula degli Sforzeſchi.
Da FILIPPO MARIA Duca di Milano fà addottato per figliuolo, 8 inſerto nella fami
Sº 52 gliade viſconti. Dal detto FILIPPO hebbe per moglie Bianca Maria ſia figliuola, &la
città di Cremona in dote. Morto il Suocero dopò l'hauer ſeruito per Capitano Generale Milaneſi, 8 Vene
ciani,poſe l'aſſedio a Milano, ſeguendo l'impreſa con animo coſtantiſſimo, ancor che Milaneſi ſi foſſero con
Federatico Venetiani, di ſorte che da Milaneſi medeſimi fà finalmente chiamato, 8 admeſſo alla Signoria di
quella Città, della quale fu creato Duca, due anni ſei meſi, è quatordeci giornidopò la morte del Suocero.
fece rifare il caſtello di Milano. Ereſſe,8 dotò l'Hoſpital grande di detta Città,8 quello della Città di Cre
mona. Hebbeil Dominio della Città di Genoua. E come Prencipe, 8 Soldato ſali per tutti i gradi al ſupre
mo della militia,con tanto valore, che al ſuo" hebbe pochi pari. Morì d'età d LXV. anni, hanendone
regnato XVI. & gouernò il ſuo Stato con ſingolar giuſtitia, temperantia, & humanità, in guiſa, che sa
ninici era formidabile per lo terrordellarmi a ſudditi, S&a gli amici era ſommamente caro per bontà di
vita. Laſciò ſei figliuoli maſchi, e due femine, 8 fi ſepolto in Milano con eſſequie Reali.
Pedeſi la ſua effigie armata in queio nºbile
- r --- -
modo inMilaneſe.
una medaglia che è appreſſo Proſpero riſconti
-
BIAN
IANCA MARIA figliuola di Filippo Maria Viſconte, Terzo Duca di Milano, eſſen
º do ſtata di qualche tempo prima promeſſa per moglie à FR A NC BSCO SF O R ZA,
fù finalmente da quello ſpoſata d'intorno a vn miglio fuori della Città di Cremona, nelli
chieſa di San Sigiſmondo, dell'anno MCCCCXXX XI. a X1v. di Ottobre. Et gli fa
dato dal Padre la Città di Cremona in dote. Pù Donna di coſtumi reali, 8 d'animo virile.
Moſtrò ella particolarmente il ſuo valore, quando eſſendo Cremona ſtretta grauemente da
- Venetiani, che nel Pò haueuanovna groſſa armata;vſcitaſene co Soldati Cremoneſi,de'quali
ºrº capo Giacomazzo Salerno, fuori della porta della Moſa; non fù ſitoſto vicina a nemici, che ſentendo via
Soldafo Venetiano gridare ad alta voce Marco, Marco, riuoltaſi a coſtui,ellali lanciò vna piccola hata,8:
nella bocca apunto gliela conficcò, &attaccata la zuffa inanimo di modo i Cremoneſi, che valoroſamente
ºpmbattendo ottennero la vittoria. Amò ſingolarmente il ſuo Conſorte, benche non ſenza qualche ſouer,
chia g eloſia. Fù d'animo pio, 8. religioſiſſimo. Fondò il nobiliſſimo Monaſtero del Corpo di Chriſto
nella Gittà di Cremona. Viſſe, &ſopportò con animo forte, 8 virile, l'ingiuriefattele da Galeazzo Maria
ſuo figliuolo dopo la morte del marito, -
º ººº ºº º effigie di Bianca Maria da vnapittura di naturale, fatta in S.Agoſtino di Cremona,da Bonifaciº
le mi o Cremoneſe, - - - -
- -
- -
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- - -. -
- - - - -
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- - - - - - - - - - - TB G A
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| chiaramente detto, che pertal venuta ella vilaſciarebbe lo Stato, S&egli il capo.
- .
E'canata questa effigie dall'iſteſſa tauola dous è dipinta quella del Marito -
- - B 2. GIO,
-
ſ
I2
IO: GALE A ZZ O era fanciullo dinoue anni, quando il Padre fivcciſo, 8 benchein
così tenera età foſſeſolennemente coronato comeDuca & ſucceſſore dello Stato; Non heb
º be però mentre che viſſe altro, che'l nome vano di Duca, eſſendo ſtato tenuto ſotto preteſto
è, di tutela, quaſi ſotto cuſtodia, &non ſolo negatagli ogni commodità divſar forte alcuna di
S ſplendidezza, che lo poteſſe render caro a ſudditi, ma quello, che più importa, parte per
ſciocchezza della madre; ma totalmente poi per maluagità del Zio,eſſendogli ſtato vieta
to l'imprendere, 8 l'eſercitare quell’artieccellenti, che conuengono a Prencipi ne'tempi
della pace,e della guerra; &auegna, che giongeſſe all'età dixxv anni, &haueſſevna figlia d'AlfonſoRèdi
Napoli per moglie, 8 dileivn picciolo Figliuolino, non potè egli però mai hauer in mano le redine dello
Stato ſuo,nè dar di ſeſaggio alcuno.Fù "i queſto giouane veramente miſero,S&infeliciſſimo,quaſi ſopra
d'ogn'altro Prencipe Mà l'etate acerba, 8 la qualità della education ſua, non gli laſciò così a pieno com
prendere la miſeria della ſua conditione. Dicono però, che trouandoſi in Pauiainfermo, 8 vicino a morte,
eſſendo viſitato da Carlo Rè di Francia, gli diſſe, che ſentiua la violenza del veleno, che glitoglieualavita.
Onde come a Rè parente, 8 Signor ſuo, con tanto affetto gli raccomandò il ſuo picciolo figliuolo, che gli
traſſe le lagrime dagli occhi, nè fù vana in tutto tal raccomandatione, poiche dalle medeſime arme Franceſe
fù aſpramente vendicata la morte di quello innocente. - - . -
I C Do -
ODOVICO SFORZ A viuendo il Nipote Gio: Galeazzo contitolo di Tutore, go.
uernò per alcuni annilo Stato di Milano,ancorche quel ſuo gouerno foſſepiù toſto aſſoluto
a Principato ; Mà ſoſpettando poi che non gli foſſe moſſo guerra da Alfonſo Rè di Napoli,
Suocero di Gio:Galeazzo, per liberare il Genero dalla ſtrettezza in che lo teneuaeſolo
º douico, leuò di vita l'infelice Nipote con veleno, il che non ſolamente fù da tutt'Italia cre
Sì duto, ma publicamente affermato da Teodoro da Pania Medico Regio, qualſitrouò pre:
ſente alla viſita che in Pauia gli fece Carlo VIII. Rè di Francia. Morto Gio: Galeazzo di
cui era rimaſovn picciolo figliuolo di cinque anni, da principali del Conſiglio Ducale, daluiſubornati ſì
gridatoduca,conpreteſto che in tempi pericoloſi lo Stato doveſſe porſi in mano di perſona atta a difenderlo,
ienne adunque per alcuni anni lo Stato contitolo di Duca, adoperando l'aſtutia,8 l'ingegno più che l'armi:
Et per liberarſi in tuttodel ſoſpetto c'haueua del Rè Alfonſo, corrottico doni,e " iBaronidi
Carlo VIIL Rè di Francia induſſe quel Rè bellicoſo, 8 inquieto, a calare in Italia all'acquiſto del Reamedi
Napoli; il che aperſe la porta alle infinitecalamità, le quali ſenti poſcia l'Italia, 8 finalmente cauſòla total
ruina d'Alfonſo, & di ſe ſteſſo, poiche in poco ſpacio di tempo quegli rimaſe ſpogliato del Reame, &eſſo
priuo dello Stato di Milano, fà condotto in Francia doue ſi morì miſeramente prigione.
vedeſi la ſua effigie nella tauola dell'Altar Maggiore in S. Ambroſio al Nemo, in Milano,
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RANCESCO figliuolo di Lodouico Sforza era fanciullo di tre anni quando il Padre da Fran
ceſi fà ſpogliato della libertà, 8 dello Stato, fuori del quale ſtette da coſi tenera età final
xxiv, anno in continuo trauaglio d'animo, 8 in pouera fortuna. Fù rimeſſo nello Stato con
l'armi di Papa Leon X. & di Carlo V. Imperatore. Ne perciò terminarono i trauagli ſuoi,
maſſimamente con l'occaſioni dell'armi moſſe contra di lui da Franceſi, alle quali volendo re
ſiſtere era aſtretto a grauare i ſudditi, la qual coſa ſi conobbe ch'egli ficio ioio.
tieri, che ſpeſſe volte ne fù veduto lagrimare. Paſsò gran pericolo quando da Bonifacio Viſconte fù ferito
trà le ſpalla, 8 il collo, 8 da Marc'Antonio Fauagrolla Capitano Cremoneſe gli fu ſucciata la piaga della
quale toſto ſi riſanò. Vinſe principalmente per l'aiuto degli Imperiali Monſig. Lotrecco in battaglia alla
Bicocca. Vinſe parimente l'Armiraglio Gofferio al fiume Seſia,3 vltimamente preſe Genoua. Nella guerra
imoſſagli da Franceſco Rè di Francia dopò la rotta denimicià Pauia; &la preſa del detto Rè non ſenti
" alcuno di tal vittoria, anzi accuſato di tradimento all'Imperatore fu aſſediato nel Caſtello di Milano,
e ſpogliaro di quaſi tutto lo Stato. Vltimamente ad inſtanza di Papa Clemente, e di Venetiani fà rimeſſo
nello Stato da Carlo V. che gli diede per moglie CHRISTI E RN A figliuola d'vna Sorella ſua, ma non
ſoprauſſe ſe non poco più divn anno. Et coſi la Signoria degli Sforceſchi, che cominciò in vn Franceſco,
hebbe fine invn'altro dopò lo ſpatio di circa cv. anni. Queſta effigie è dipinta di man di Titiano,
che è appreſo è Mario Amigone Mil. - CHRI
M22es HR ISTIERNA figliuola di Chriſtierno Rè di Dacia, nata d'gna Sorella di
z e N i CARLO V. Imperatore, fanciulla di quindeci anni, fà maritata à FRANCES
Q: S
Sisi)
CO II. SFORZA vltimo Duca di Milano, quando vltimamente il detto Im
5 peratore l'anno M. D. XXX in Bologna lo rimeſſe nello Stato, onde perguerra
era ſtato rimoſſo; ma venendo è morte quel Duca per poco più d'wn'anno ſtette
z NS As N con lui in quel Principato. Fù poſcia rimaritata con alquanto minore infelicità à
FRANCESCO Duca di Loreno. Per molta bellezza di corpo,S di coſtumi è ſtata, 8 è ama
biliſſima, maſſimamente per Regale liberalità, S&perhumaniſſima manſuetudine. Ella vltima
mente s'èridotta in Italia nella Città di Tortona nello Stato di Milano, doue al preſente ancora ſi
troua in vitavedouile molto ſplendida, é honorata. - - - --
E cauata la ſua effigie davn quadro a oglio che è appreſo è Don Antonio Londonio
Preſidente del Magistrato ordinario di Milano.
C 2 CAR
s: AR LO V. Imperatore di glorioſiſſima, 8 eterna memoria, 3 il
fiS; maggiore di quanti ne furono mai prima di lui. Nacque di Filippo
º Arciduca d'Auſtria l'anno ſolenne del Giubileo, a o nella Citta di
fè Gant - La madre fù Giouanna figliuola, S. herede di Ferdinando,S.
zès Zsº d'Iſabella Rè, & Reina di Spagna. Reſto ſenza Padre l'anno M.D.vi.
Fù da picciolo fanciullo alleuato nella Corte di Maſſimigliano Imperatore ſuo
Auolo paterno, dopò la morte di cui l'anno M. D. xix. alliv. di Luglio fù dagli
Elettori nella Città di Francfort dichiarato, 8 pronontiato Imperatore;& eſſen
dopublicata la elettione dall'Arciueſcouo di Maganza nella Chieſa di S. Bar
tholomeo, oue era ridotto tutta la nobiltà, 8 tutto il popolo di quella Città, fu
rono fatti grandiſſimi ſegni d'allegrezze con miracoloſo plauſo di gridi, & ro
ITMQI
QL V A R T O. 2r
mori demani. Hebbe nondimeno gran contraſto da Franceſco primo di tal no
me Rè di Francia, il quale aſpirando ardentiſſimamente ad ornarſi dello ſplen
dore di tanta dignità, non laſciò mezzo alcuno per tirare a ſe gli animi degli
Elettori. Paſsò CA RL o di Spagna in Fiandra per mare, 8 nel paſſare toccò in
Inghilterra per abboccarſi con quel Rè. Di Fiandra poi andato in Allemagna
riceuè in Acquiſgrana la prima Corona dall'Arciueſcouo di Colonia nel meſe
d'Ottobre del M. D. xx. Per occaſione dello Stato di Milano guerreggiò col det
to Franceſco Rè di Francia, & per mezzo de'ſuoi Capitani ſotto Pauia lo vinſe,
& fece prigione l'anno M. D. xxv. nel qualanno egli preſe per moglie Is A B E L LA
di Portogallo di cui al ſuo luogo ſi parlerà. Sentì queſto religioſiſſimo Impera
tore grandiſſimo diſpiacere quando l'anno M. D. xxv 1. inteſe eſſer ſtata preſa
Roma da Soldati del Duca di Borbone, 8 Clemente VII. Pontefice Maſſimo
eſſer ſerrato come prigione nel Caſtello di S. Angelo. Faceuanſi all'hora gran
diſſime feſte in Iſpagna per hauer l'Imperatrice Is A B E L 1 a partorito poco
dianzi FILIP e o hora glorioſiſſimo Rè di Spagna, 8 Signor noſtro, ma ſentita
coſi triſta nuoua, comandò incontamente il diuotiſſimo Ceſare, che s'intermet
teſſero i giuochi,e le feſte. E ſpedì con celerità mirabile meſſi in Italia per la li
beratione del Santiſsimo Pontefice, da cui fà poſcia ſolenniſſimamente Corona
to della Corona Imperiale nella Città di Bologna l'anno M.D. xxx. Hauendo So
limano Imperatore de Turchi condotto del M. D.xxx1 r. nell'Vngheria vn'Efſer
cito quaſi innumerabile, 8 ſpingendolo verſo l'Auſtria, ſe gli oppoſe l'Inuittiſſi
mo CARLo, con animo; & forze tali,che veggendoſelo Solimano perſonalméte
à petto con eſercito coſì potente, ſi ritirò vergognoſamente verſo Conſtantino
poli, ſenza voler far proua delle forze di Ceſare, il quale ritornando in Italia s'ab
boccò di nuouo con Papa Clemente nella Città di Bologna. Paſsò del M.D.xxxv.
in Africa con groſsiſsima armata, ne vi fù appena arriuato, che eſpugnò la Go
letta, 8 poſto in fuga Ariadeno Barbaroſſa, che ſe gli era fatto incontra co più di
cinquanta mila combattenti, preſe la Città di Tuniſi, liberando vna infinità di
ſchiaui Chriſtiani che vi ſi trouauano,& rimettendo in quel Regno Muleaſſe che
n'era legitimo Rè, facendolo ſuo Tributario. Ritornato poi in Italia ſi fermò per
alcuni meſi à Napoli, 8 d'indi l'anno ſeguente venuto a Roma,fù da Papa Paolo
III. come trionfante riceuuto,& richieſta vna publica audienza,alla preſenza del
Pontefice, 8 de'Cardinali ſi querelòagramente del Rè di Francia, taſſandolo di
fede rotta. Paſsò poſcia per mare in Francia, all'impreſa di Prouenza con poten
tiſsima Armata, mandando anche à quella volta Antonio de Leua, il Marcheſe
del Vaſto, 8 Ferrante Gonzaga con groſsiſsimo eſſercito per terra, e fece ogni
opera per tirare il Rè à battaglia, ma né potendo ciò ottennere, ne potendo più
per la mala ſtaggione del tempo tenerui l'eſercito, ſe ne paſsò da Prouenza è
Genoua, & di là in Spagna, hauendo prima pronontiato il Marcheſato di Mon
ferrato appartenerſi à Federigo Gonzaga I. Duca di Mantoua. S'abboccò del
M. D. xxxv 1 1 1. col Pontefice Paolo III. a Nizzà di Proucnza, oue ſi trouò anche
il Rè di Francia,frà quali fu conchiuſa vina Tricgua per dicci anni. Eſſendoſegli
ribellata la Città di Gant ſua patria, del M. D. xxxx, paſsò egli in Fiandra per la
via di Francia, & da --
Franceſco
-
Rè fù con gratiſsime accoglienze "
--- --- - - -- -Anda..do
-- -- - - -
9
2 2 L I B R O
Andando l'anno M. p. x L 1. all'impreſa d'Algieri in Africa per ſcacciarne i Cor
ſali, & gli Infedeli nimici de Chriſtiani s'abboccò di nuouo cò Papa Paolo nella
Città di Lucca. Hebbe Ceſare in queſta impreſa la fortuna auerſa, percioche
dopò l'eſſer arriuato in que paeſi, 8 poſto in terra buona parte delle genti, ſi
leuò coſi grande tempeſta nel mare, che gli sbattè, & conquaſsò in modo l'arma
ta,che non ſolamente non potè mandarin eſſecutione il pio ſuo intento, ma con
pericolo anche grandiſſimo della propria perſona fù sforzato a ritirarſi in Iſpa
gna,eſſendoſegli ribellato Guglielmo Duca di Cleues. Si partì CARL o di Spa
gna, è venuto in Italia s'abboccò la quarta volta col Pontefice Paolo III. a Buſ
ſetto Terra nel Parmegiano,della Dioceſi di Cremona. Andatoſene poi in Ger.
mania, ragunato potentiſſimo eſſercito ſe ne paſsò nel paeſe di Giuliers, & dopò
l'hauer preſa la città di Dura,coſtrinſe il ſudetto Duca à chiedergli perdono,che
gli fù conceſſo dal clementiſſimo Ceſare per mezzo dell'Arciueſcouo di Colo
nia. Dopò l'hauer conchiuſa la pace con Franceſco Rè di Francia, ſi trasferì
CARL o nell'Allemagna piena di riuolutiomi l'anno M. D. xLv 1. & hauendo l'an
no ſeguente ſuperati i ſuoi nimici, & fatti prigioni Federigo Duca di Saſſonia
Elettore, 8 Filippo Langrauio d'Heſſia, ſoggiogò finalmente quella grandiſſima
Prouincia. Mà troppo proſontione ſarebbe la mia, quando penſaſſi di raccorre in
così picciol ſpatio tutti i glorioſi fatti di CARLo V. de'quali ſono pieni i volu
mi grandiſſimi di tutti gli Hiſtorici del noſtri tempi. Baſtimi dunque hauerne
accennati alcuni; dirò ſolamente, che queſto prudentiſſimo Imperatore dopò
infinite vittorie, ſatio delle coſe del mondo, poi c'hebbe nella città di Bruſſelles
l'anno M. D. Lv1. rimontiato à F111P P o ſuo vnico figliuolo i Regni di Spagna, e
di Sicilia, 8 tutti gli altri ampliſſimi Stati, 8 a FERDINAND o ſuo fratello l'Im
perio. Si ritirò in Iſpagna riducendoſi à vita priuata, & quaſi religioſa. Due
anni dopò alli xx1. di Settembre nel Monaſtero di S. Giuſto, dell'Ordine del
Monaci di San Girolamo, paſsò a miglior vita. Tenne Caa1 o l'Imperio
xxxv 1 1 1. anni, e ne regnò in Iſpagna xxxx1v. Hebbe il giorno di S. Mattia,
che è allixx1v. di Febraro feliciſſimo, percioche in quel giorno nacque, hebbe
la vittoria ſotto Pauia contra Franceſco Rè di Francia, & nell'iſteſſo dì fù
Coronato a Bologna.
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contentezza d'ambedue le parti, e con ſomma allegrezza di tutta la
Chriſtianità.
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ll Ritratto di queſto gran Rè è tolto da vn'altro, ch'è appreſſo di Carlo
A menuello Duca di Sauoia. -
- D - 2 MARIA
È A Rta figliuola di Giouanni Rè di Portogallo, fù la prima moglie
l del Rè Filippo al preſente noſtro Signore.Fù marauiglioſamente
i bella, ſauia, & amabile. Hebbe gratioſiſſima maniera di parlare,
è compoſto d'acutezza, 8 di grauità; mà il cielo,che l'hauea data, to
º ſto ſe la ritolſe nel fiore de ſuoi verdi anni. Laſciò di ſe vn ſolo
figliuolo detto il Prencipe CaRio.
I. A
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Coreggio verde.
1 mc , -
Cazzuolo Caſtello,
Di Gio. Battiſta Castaldo. Terre Feudali della Dioceſi di Belforte.
Piadena. Cremona nel Parmigiano Doſſolo.
Caluatorie. oltre il Po.
Drizzona. Di Sforº a Marcheſe Di Veſpaſiano Gonzaga Duca
Caſtel Franco. - T'allauicino. - - ſi Sabioneda t
Colombarolo. -
de Secchi. | Reggazzuola.
-
T A v o L A
Delle coſe più notabili contenute nella
preſente opera.
. . . . º -
na. * -
- -
Agoſtino Somenzo Senatore in Milano. - 192 Andrea Mainardo Pittore Cremoneſe. 197
Alfonſo Rè di Napoli prigione. - - 116 Antonio Trecco Senatore, S del Conſiglio ſe
Alfonſo Bonetto. - - - 214 creto di Lodouico Sforza. - 2o6
Alariolo Malfiaſtro Conſole di Giuſtitia. 95 Antonio Trecco Preuoſto di Santa Agata. 2o6
Aleſſandro fratello di Franceſco Sforza dà Pe Angelo Mariano Caualliere della Gartiera.2o8.
ſaro alla Chieſa. - - I 19 Andrea
cia.
Pozzo Veſcouo di Marſilia in Fran
, lo 2 IO
Almofo Donato condotto prigione à Cremo
“ Iºa - - - - - I2 Antonio Pozzo. 2 IO
Aleſſandro Colletta Cremoneſe Secretario p" Antonio Maria Paueſe Dottore de Leggi. 219
cale. 129 Antonio Beliſello Dgtore de Leggi. 2.2 [
Alfonſo d'Aualos Luogotenente Imperiale nel Antonia figliuola di Malateſta Signore di Ri
lo Stato di Milano. : 157, 167. mini, 8 moglie di Gio. Maria Viſconte. V.
Aluaro Piaſio Capitano Cremoneſe. 194.195. Annibal Picenardo Caſtellano di Cremona.ziz.
- 1 - a 2 Anna
-- - ri
T A v o LA D E L L E --
Apollinare Offredo Filoſofo, 8 Medico Cre Bernardo de Roſſi Parmegiano Podeſtà di Cre
moneſe. 17 l'IlOna , 56
º" fatti nella venuta di Filippo d'Auſtria Beato Alberto Bergamaſco more in Cremo.
Cremona. 168 ma e
Arnolfo Veſcouo di Cremona depoſto dal Ve Belbano Riccola, 3. Lanfranco de Rugieti pi
ſcouato da Gregorio Settimo. i5 deſtà di Cremona. 35
Armannino Perſico Cremoneſe Podeſtà in Mi Beato Huomobono Cremoneſe more, 8 viene
lano, 85 CaſaOn1ZatO . 35
Ariberto Arciueſcuo di Milano ottiene Cremo-,
fia - r3
ºi rotti in battaglia, 8 preſi da Cremo
nell,
chi. I 24 -
Bando de immunità publicato nella Città i
Architrionfali fatti nella venuta dell'Imperator Cremona. -
l O2
Carlo à Cremona. 158 Bartolomeo Gazzo. I 25. I 26
Arrigo Cremoneſe Monaco Cluniacenſe. 16 Bartolomeo Sacco detto il Platina. I 33
Arrigo II II. Imperatore viene a Cremona. Bartolomeo Oſio. 181
18. & 19. Bartolomeo Scaluo. 2 I4
Arrigo figliuolo di Federigo Imperatore viene à Baron Somenzo. I 45, 169
Cremona. - 3 2. Battiſta Pelliciolo detto il Matto. I 37. I 46
Arrigo Imperatore fà dono a Cremoneſi della Battiſta Piaſio Fiſico, 8 Aftronomo peritiſſi
I9
Città di Crema, S dell'Iſola Folcheria. IlO » 32 -
Arrigo Rè di Sicilia viene in guarnigione àCre Beatrice da Eſte moglie di Lodouico Sforza.
mOma . . - 53 i 34. XV. - -
Arrigo Rè di Sicilia preſo da Milaneſi vien libe Beatrice Tenda moglie di Filippo Maria Vi
rato da Cremoneſi. - 54 ſconte. VII.
Arrigo figliuolo di Federigo Imperatore more Benedetto LanmpridioCremoneſe. I 56
in Bologna prigione. 57 Benedetto Barbari Architetto- 198
Arrigo Imperatore viene a Cremona. 87 Benedetto Conti Dottore di Medicina. 222
Arrigo Imperatore condanna Cremoneſi è pa Bernardo Veſcouo di Cremona. I 2.
- Brocardo Perſico Conſigliero di Filippo Maria | Cagnino Picenardo cap. Cremoneſe. . .. 17º
Viſconte. - 188 Caſo pericoloſiſſimo occorſo alla Città di Cre
ImOIla , 17o
Cr
C Camillo del Peſce CapitanoCremoneſe. 173
Cardinale di Trento Gouernatore nello Statº
C Arlo Magno Rèdi Francia ottiene il tito
lo d'Imperatore Romano.
di Milano.
Camillo Bonetto Capitano Cremoneſe:
178
82
Carlo Secondo Imperatore conferma li priuile Carlo figliuolo maggiore di Filippo RèdiSpº:
gijalla Chieſa di Cremona. I 2. gna more. 186
Carrocchio vſato da Qremoneſi in guerra. 16 Carlo Regonaſco Capitano Cremoneſe i 88
cio di Picighitone fabricato da Cremone Careſtia viniuerſale in tutta Italia.
1- 2O
187
Cardinal Carlo Borromeo viene à Cremona
Caſtelnouo comperato da Cremoneſi. 2. I I 96. more 2o4.
Caſtel Manfredo edificato da Cremoneſi. 27 Camillo Boccacio Pittore Cremoneſe. 197
Caſtel Manfredo diftrutto. 3I Caſo notabile occorſo in Cremona. . . 295
Caſtello di Robecco edificato da Alberico Sala Caſtello di Cremona percoſſo dal fulmine. 2o4
Breſciano Podeſtà di Cremona. 3. Caſtelfranco edificato da Cremoneſi. 53
Caſtellione edificato da Cremoneſi. 3( Caterina Viſconte moglie di Gio Galeazzo Vi
Carroccio tolto à Milaneſi. ſconte. e
4o.&43.
Careſtia grandiſſima in Cremona. Ceſar Brumano. - 218
Capitano de Milaneſi preſo da Cremoneſi. 54 Ceſar Porta. 2I 5
Carrocchio cominciò a diſuſarſi in guerra. Si Città circonuicineà Cremona. a - 4
Caſtellione preſo da Guelfi. 89 Cicco Simonetta Tutore teſtamentale di Gio
Cauallette venute nel Cremoneſe. 99 Galeazzo Sforza. I 32.
Caterina figliuola di Bernabò Viſconte. 1co Corpo di S. Archelao portato da Romaà Cre
Carlo Caualcabò occupa il dominio di Cremo fIlona. - 12 -
Corradino Sueuo paſſa per il Cremoneſe con Corrado IIII. Imperatore viene à Cremona.6i
grandiſſimo eſſercito. à
8 | Confraternit con titolo della Pace, 199
Concorſo grandiſſimo al corpo di Santo Huo- i Confraternità contitolo di Santa Corona. I99
mobono. IO4 Cometa apparſa. 2OO
Caſtello di Mandello dato in Fcudo alla nobil Chriſtierna moglie del Duca Franceſco Sforza
famiglia de Mandelli. - 2.2
viene à Cremona. 2o1.XIX.
Chieſa maggiore percoſſa dal fulmine. Claudio Borgo Dottore de Leggi. 22. I
24
Concordia ſeguita frà Federigo Imperatore, S. Cremona Colonia de Romani. 2.& 3
le Città di Lombardia. - 24 Cremoneſi, 8 Piacentini mandano Ambaſcia
Concordia ſeguita frà Cremoneſi, S. Breſcia torià Roma. - - 4
ill, - - - - 33 Cremona ſi moſtra fedeliſſima alla Republica,
Confederatione frà Cremoneſi, S& Mantoua Romana. r - - - 5
ml , 35 Cremona preſa, Scruinata dall'eſſercito di Lu
Carrocchio de Milaneſi condotto a Cremona dio Antonio. 8
con infiniti prigioni. 4O Cremona ſecondo alcuni riceue illume della
Coſſa di Fabri, Oſpinello Sommi, Cantelmo Fede da S. Barnabà. 7 -
moneſi nate per cauſa de confini ſono ac Cremona viene in potere de Gothi. 1o
quietate. Cremona ſaccheggiata ,S: diſtrutta da Attila Rè
= - , 47 - - 10
Conte Lantelmo Caſſina Lodegiano Podeſtà di degli Vnni. . .. . -
Conte Pietro Martire Ponzone Regente in Spa Cremoneſi andati in aiuto de Lodegiani ven
gono ſuperati da Milaneſi. 3 l.
gna - -
- - - 18; Ie
C O S E N O T A B I L I.
Cremoneſi riceuuti ingratia da Federigo 3O.
Impe Cremoneſi ſeruono de dinari al Marcheſe del
TatOre. - 32 Vaſto per pagarSoldati. - 165
Cremoneſi ſconfitti, S. preſi da Breſciani. 32.49 Crudeltà notabile di Bernabò Viſconte. 199
5o. -
ficano il Palagio, quale è dirimpetto alla Decreto di Gio. Galeazzo circa li Pazzi 1 º i
Chieſa di Santa Agata. . 63 Decreto ſopra le fattioni Guelfe, & Ghibelli
-
iº.º
. Inc 82 Dieta fattà in Cremona dalle Città confede:
Cremoneſi perdono il ſuo Carroccio toltole da IC, . - SO
Parmegiani. 56 Dieta fatta in Cremona centra Alberto Scot
Cremoneſi interdetti, 8 ſcommunicai. 93 tO -
Cremoneſi riformano gli ſtatuti della Città. Io 1 Dieta fatta inCremona frà molti Prencipi d'Ita
Cremoneſi ſcacciano Gio. Caſtellione Vicario lia. I 33
Ducale. - 1o7 -
T A V O L A D E L L E
natore di Cremona. 184 ſcouo di Cremona. 21;
Don Gabriel della Cueua. 189 Effigie di Gio. Galeazzo Viſconte Primo Duca
Don Luigi de Requeſens. 193 di Milano. ll.
Don Antonio de Guſmano. 194
Effigie di Caterina Viſconte moglie di Gio. Ga
Dono fatto dall'Auttore à Arrigo Terzo Rè di leazzo. III.
Francia. i 94
Effigie di Gio. Maria Viſconte Duca di Mila
Domenico Capra. 198 mO, IV.
Don Gioanni d'Auſtria more. 2o1
Effigie diAntonia Malateſta moglie di Gio.Ma
Don Carlo d'Aragon Duca di Terra Nuo ria. - V.
lla , 2 I4
Effigie di Filippo Maria Duca di Milano. VI.
Drago Dordone Capitano Cremoneſe. 19; Effigie di BeatriceTenda moglie di Filippo Ma
ria. VII.
E
Effigie di Franceſco Sforza Duca di Milano.
VIII.
Ccliſſe grandiſſimo del Sole. 53 Effigie di Bianda Maria moglie di Franceſco
Egidio di Donna Agneſe Parmegiano Po Sforza. IX.
deſta di Cremona. 47
Effigie di Galeazzo Maria Sforza primo Duca
Egidiolo Piperaro deputato alGouerno di Cre di Milano. X.
mOna. 9o
Elefante condotto a Crennona. 172
Effigie di Bona moglie di Galeazzo Maria Sfor
Za , XI.
Elio Giulio Crotto Cremoneſe. I85. Effigie di Gio.Galeazzo Sforza Duca di Mila
Euſebio Cremoneſe diſcepolo di Santo Hiero no XII.
nimo. 9
Euangeliſta Lodi Capitano Cremoneſe. 188.
Effige di Iſabella Aragona moglie di Giocº
leazzo Sforza. XIII.
Europa Anguſciola. I 92. Effigie di Lodouico Sforza Duca di Milano.
Eucherio PallettoCapitano Cremoneſe. 195 IV,
Eſſercito decremaneſi rotto da Milaneſi ſotto
Riuolta. 2O
Effigie di Beatrice da Eſte moglie di Lodouico
Sforza. XV.
Eſſercito de Milaneſi ſconfitto da Cremoneſia Effigie di Maſſimiano Sforza Duca di Mila
Caſtelnuouo bocca d'Adda, perde il Car nO - XVI.
roccio. 2.O
Effigie di Franceſco Sforza Secondo Duca di
Eſſequie fatte da Cremoneſi è Paolo Ali Sena Milano. XVIII,
tOrc - 182
Effigie di Chriſtierna moglie di Franceſco Sfor
Eſercito de Milaneſi poſto in fuga da Cremo Za . . XIX.
Effigie di Carlo Quinto Imperatore. XX.
i"
Eſſercito di-. Federigo Imperatore rotto da Par
- 44
Effigie de Iſabella moglie di Carlo Quinto.
megiani. 57 XXIII.
Eſercito de Parmegiani rotto da Cremoneſi & Effigie di Filippo Rè di Spagna. XXIV.
toltole ilCarroccio. 59
Effigie di Maria di Portugallo prima moglie di
Eſſercito de Franceſi ſuperato da Imperiali Filippo Secondo Rè di Spagna. XXVIII.
ſotto San Quintino. 179 Effigie di Maria d'Inghilterra ſeconda moglie
Effigie di Vberto Pallauicino. 62 di Filippo Rè di Spagna. XXIX.
Effigie di Ezelino. 72 Effigie di Iſabella figliuola di Henrico Rè di
Effigie di Boſſio Douara. 77 Francia terza moglie di Filippo Re di Spa
Effigie di Cabrino Fondulo. i 15 na XXX.
Effigie di Hieronimo Vida Cremoneſe Veſco Effigie di Anna figliuola di Maſſimiano Impe
uo d'Alba. l55
ritore vltima moglie di Filippo Rè di Spa
Effigie di Ponzino Ponzone. 2o3 gna - XXXI.
Effigie del Cardinal Franceſco Sfondrato Cre Ezelino inſieme col Pallauicino, S il Douata
moneſe. . . 166 occupano Breſcia. 6;
Ezelino da Romano, Vberto Pallauicino, S& Ezelino conſulta il Pallauicino à far ammazza
Boſſio Douara aſpirano vaitamente alla Si reil Douara. 64
noria di tutta Lombardia. 63 | Ezelino ſcommunicato da Papa Aleſſandro
Effigie di Guglielmo Caualcabò. 9 2.
Quarto. - - , 64
Effigie del Cardinale Nicolò Sfondrato, Veſ - Ezelino paſſa all'improuiſo con l'eſercito è Mi
lano,
C O S E N O T A B I L I.
Milano, 8 Moncia. 71 moneſe contra Parmegiani. 55
Ezelino abbruſcia li Borghi de Incino, 8: di Federigo Imperatore ſcommunicato,S priuato
Trezzo. 71 dell'Imperio. 55
º Ezelino ferito, 8 prigione condotto a Soncino Federigo Imperatore ſi riduce à Cremona. 36
IllOIC , 7I Federigo Imperatore fa tagliare la teſta à Berna
bò de Roſſi. 56
F Federigo Imperatore more. 59
i Federigo Imperatore fa dono dell'IſolaFolche
F Amiglia Viſtarina ſcacciata dal popolo fuo
ride Lodi. 6I
º ria à Tinto Muſagatta. I75
Feudo di Caſtel Didone donato dal Rè Filippo
Fachetto Marcheſe di Canoſſa Vicario lmpe à Federigo Schizzo. "
riale rifiutato da Cremoneſi. 87 Fernando figliuolo di Filippo Rè di Spagna.
Fabrica del Battiſtero di Cremona. 23 I 9O. 2OI.
Fabrica del Belloardo di S. Michele principia Filippo Maria Viſconte naſce in Milano. 1o;
tO - I 59
Filippo Maria Viſconte publicato Duca di Mi
Fattionide Guelfi, Ghibellini, Capelletti, Bar lano. I IO
baraſi,S Maltrauerſi in Cremona. 6I
Filippo Maria prende per moglie Beatrice già
Federigo Imperatore concede à Cremoneſi, moglie di Facino Cane. I IQ
i che poſſino creare li Conſoli de ſuoi propri Filippo Maria fà troncar la teſta à Beatrice ſua
Cittadini. 22, moglie - I 13
- Federigo In:peratore finita la Dieta di Ronca Filippo Maria ricupera Genoua con altre Città
glia viene a Cremona. 2.2. inſieme. I I4
Federigo Primo Imperatore concede facultà à Filippo Maria prende per moglie Maria figliuo
Cremoneſi di battere Monete. 2 I - 22.
la del Duca di Saudia. 1 16
; Federigo Imper. prende, S& ruina Crema. 22 Filippo Maria conduce al ſuo ſoldo Franceſco
Federigo Imperatore fa libero dono di Crema, | Sforza, I 16
& del ſuo Territorio à Cremoneſi. 2 3 Filippo Maria rompe Venetiani nella Ghiarra
Federigo Imperatore riedifica Crema. 28 d'Adda. I 17
Federigo Secondo eletto Imperatore in loco di Filippo Maria ha vna memorabile vittoria in
Ottone ſcommunicato. 39 mare contra Alfonſo Rèdi Napoli, qualreſta
Federigo Secondo Imperatore confirma molte prigione inſieme con Gioanni Rè di Nauar
conceſſioni à Cremoneſi. 45. 47 Ia , I 16
Federigo Secondo Imperatore coronato in Ro Filippo Maria dà noua à Cremoneſi di così ſi
Iſla e 4 l gnalata vittoria. I 16
Federigo Secondo Imperatore manda a Cre Filippo Maria riceue regiamente in Milano Al
mona vno Elefante, con due Camelli. 51 fonſo Rè di Napoli, S. Gioanni Rèdi Na
Federigo Secondo limperatote viene à Cremo uarra condotti prigioni, rilaſciandoli poi li
Ila - 52 beri ſenza taglia,ne conditioni alcune. 116
Federigo Imperatore prende Vicenza. 52 Filippo Maria promette Bianca Maria ſua figli
Federigo Imperatore confina Arrigo ſuo figli uola per moglie à Franceſco Sforza. II6
uolo in Puglia. - , . 52 Filippo Maria tenta di rendere ſoſpetto Fran
Federigo Imperat. prende il Caſtello di Mon ceſco Sforza a Venetiani. I 18
techiaro, S& lo1uina, 52 Filippo Maria moue guerra contra Franceſco
Federigo Imperatore in pericolo di annegarſi Sforza ſuo genero. II9
nel Pò fiume. 53 Filippo Maria tenta di leuare Cremona è Fran
Federigo Imperatore ſi ritira à Cremona. 53 ceſco Sforza. I 19
Federigo Imperatore confirma à Cremoneſi la Filippo Maria manda Franceſco Picenino collº
conceſſione di Roncarolo fattale da Arrigo eſſercito a Cremona. I 19
ſuo figliuolo. 54 Filippo Maria prende in ſoſpetto Franceſco
Federigo Imperatore và coll'eſſercito contra Sforza ſuo genero. I2I
Milaneſi dando il guaſto à molti luoghi. 54 Filippo Maria manda Scaramuccia Balbo è
Federigo Imperatore fa cauar vn occhio, S& Franceſco Sforza per aiuto. I 2. I
troncare la mano deſtra è molti Soldati Ge Filippo Maria Duca di Milano more. I2I
Galeazzo Campo Pittore, S& padre dell'Aut. Gio. Galeazzo Viſconte accettato Cremoneſi
tOrc . 197 per loro Signore. I OO
Galeazzo Piſente detto il Sabioneta Pittore , Gio.Maria figliolo di Gio.Galeazzo naſce to I
Cremoneſe. 197 Gio. Galeazzo Viſconte ottiene il titolo di Du
Gerardo Carpaneta primo Podeſtà di Cremo ca di Milano da Vencislao Imperatore. Io2
Ila e 27 Giacopo d'Appiano vende Piſa al Duca Gio.
Gerardo Douara, 8 Guazzo Guazzoni Conſo Galeazzo. - IO4.
li di Cremona. 27 Gio. Galeazzo Viſconte acquiſta il Dominio di
Gerardo Conte di Camiſano Cremaſco Pode Siena. IO4
ſtà di Cremona. 3i Gio. Maria Viſconte ſuccede allo ſtato pa
Gerardo Zanebono, Talamaccio Gaidoldo, tCInO e 1o6
Odone de Medollati,CremofanoOldoino,S& Gio. Vignati prende il Caſtello della Manca
Adamo de Careghini Cóſoli di Cremona. 33 ſtorma. Io9
Gerardo Douara Cremoneſe Podeſtà di Pia Gio.Maria Viſcòte Duca di Milanovcciſo. 1 Io
Ccn23 , 46 Gio. Franceſco Gonzaga toglie per forza Via
Gerardo Terzo de Cornazzano Parmegiano dana,S& Riuarolo alli Caualcabò. II3
Podeſtà di Cremona. - 4 Giacomazzo Salerno Cremoneſe Gouernatore
Gerardo Abbate di S. Lorenzo vcciſo al Lago di Cremona. i 23
Scuro. S Giacomazzo Salerno Cremoneſe mandato a
Gerardo Sabioneta Medico peritiſſimo Cre Piacenza per guardia di quella Città. I 24
moneſe. I 74 Gio. Galeazzo Sforza ſuccede al padre nel Sta
Giuſtino Imperatore manda Flauio Longino cò to di Milano. I3 I
titolo di Eſſarco in Italia. IO Gio. Antonio della Torre Milaneſe Veſcouo
Gilio Douara, & Ottone Perſico molto fauoriti di Cremona. I 34
da Federigo Imperatore Primo. 23 Giorgio Gazzo Cremoneſe Secretario di Bian
Gilberto de Foismore, & viene ſepolto in Cre ca Maria moglie di Maſſimiano Imper. 135.
1T1OIma - 17 Gio. Galeazzo Sforza more. I 35
Giouanni Boſſiano Cremoneſe. 36 Girolamo Triuiſano Veſcouo di Cremona. 14o
Giacopo Sordo Podeſtà di Cremona, 37 Girolamo Morone fatto prigione da Antonio
Giacopo Bernardi Bologneſe Podeſtà di Cre Leuaà Nouara. 146
mona fabrica il Palagio della Communità.37 Gio. Battiſta Ali Cremoneſe ammazzato. 148
Giacopo Borgo Cremoneſe Podeſtà di Pia Gio. Battiſta Speciano Cremoneſe Capitano di
CCIAZa , 46 Giuſtitia in Milano. 152. I 67
Giacopo Borgo, Vgone Arigagnola, Ottone , Girolamo Vida Cittadino Cremoneſe Veſcouo
Diuitiolo, & Alberto de Malabotti Conſoli d'Alba, S& Poeta eccellentiſſimo. I 54
, di Cremona. 48 Girolamo Fondulo peritiſſimo nella Greca, S&
Gio. Bono, Geroldo Veſcouo di Cremona fa Latina lingua. I 56
brica la Chieſa degli Apoſtoli fuori della Gio. Battiſta Caſtaldo Caſtellano di Cremo
Città. - 57 Tla » 157
b 2 Giro
T A v o L A D E L L E
Girolamo Silia capitano. 165 Gio. Maria Zermignaſo, 198
Gio. Battiſta Schizzo Cremoneſe Senatore in Giorgio Fondulo Medico eccellente. 198
Milano. 167. 174. 179 Giubileo dell'anno Santo in Cremona. 199
Gio.Battiſta Armenzone Cremoneſe molto let Giuliano Mariano Filoſofo, S. Medico eccel
tCratO - 168. lefte. 2c8
Gio. Lodouico Trecco Capitane de Caualle GiouaniCantulloCremoneſe Caſtellano d'Im
ria leggiera. 17o mola. 2 16
Gio. Battiſta Picenardo Capitano. 176 Gio. Franceſco Valuaſori Argenta. 218
Gio.Battiſta Buſſetto Medico eccellentiſſimo de Gio. Battiſta Picenardo Dottore de Leggi. 22o
Chirugia. 177 Gio. Battiſta Barbuò creato Caualiere da Ferdi
Gio Battiſta Matto Capitano. 177.185.189 . nando Imperatore. 220
Gio.Paolo Zaccaria Capitano. 177 Giulio Bagarotto Giureconſulto. 2.2. I
Gio. Franceſco Oſcaſale Capitano. 179 Gio Battiſta Succio Dottore de Leggi. 12t
Giouanni Muſonio Cremoneſe peritiſſimo nel Girolamo Mainoldo Dottore di Medicina. 221
la lingua Greca, S& Latina. 182 Gio. Battiſta Macagno Dott. di Medicina. 221
Girolamo Ariberto capitano. Girolamo Tarteſio Dottore di Medicina. 222
Girolamo Oſio capitano. I94 Guglielmo Lupo Dottore di Medicina. 222
Gio. Angelo Galerato capitano. 185.194 Gio. Carlo Affaitato Cremoneſe. 224
Gio. Maria Dolce capitano Cremoneſe. 188 Gio. Franceſco Affaitato Conte de Inſt. 224
Gio. Giacopo Bonetto capitano. 189 Gio. Franceſco Bonhuomo Cittadino Cremo
Gio. Pietro Mariano capitano. I 9O neſe Veſcouo de Vercelli. 215
Giouanna Viſella Cremoneſe di ſomma San Gothi prendono, ſaccheggiano, S. ruinano
tità. 19 i Cremona. IO
Giulia Sfondrata Monaca diSanta vita nel Mo Gonzaga luogo nel Mantouano aſſediata da
naſtero di S. Paolo Decollato in Milano. 19 I Cremoneſi. 45
Gio. Franceſco Perſichello Dottor de Leg Gouerno di Cremona nelle mani della fattione
gl e I 93.2 I 9 Gibellina. 88
Gio. Paolo Sordo capitano Cremoneſe. 193 Guazzo Guazzoni, Alberto Fodri, Pagano
Giacopo Mainoldo Giureconſulto. I 94 Medollato, Ottone Armarico Conſoli di
Giubileo dell'anno Santo in Roma. 195 Cremona. 27
Girolamo Muccio capitano. I 96 Guglielmo Bellotto,Ghiberto Mondinari,Con
Girolamo Beſana capitano. I 96 te Gherardo Camiſano, Ruggiero Biacchi
Gio. Franceſco Bembo Pittore. I 96 Conſoli di Cremona. 32
Giacopo Pampurino Pittore. I 96 Guglielmo Maſcaglia Cremoneſe Podeſtà del
Gio. Battiſta Lodi Pittore. 197 la Città nuoua. 38
GiulioCampo Pittore,S& Architetto Cremone Guerra ciuile fra Cremoneſi, 38
ſe fratello dell'Auttore. 197Guglielmo Perſico Conſole di Cremona. 4o
Gio. Paolo Sabbioneta, S&fratelli Pittori. 197 Guglielmo LendenaraVeroneſePodeſtà diCre
Giulio Coronaro Pittore. 197 IllOna. 47
Giuſeppe Sacca Architetto, S eccellente inta. Guglielmo de Foiano Parmegiamo Podeſtà di
gliatore delegnami. 198 Gremona. 49
Giuſeppe Dattaro Architetto. 198 Guglielmo dell'Andito Piacentino Podeſtà di
Gio. Franceſco Viſiolo Architetto. 198 Cremona. 52
Guglielmo
C O S E N O T A B I L I.
Guglielmo Iſembardo Paueſe Podeſtà di Cre Immunità conceſſa da Gio. Galeazzo a Cre
Innona, 53 moneſi. IO2,
Lega conchiuſa fià il Rèdi Napoli, Fiorentini, Lodouico Sforza prende il gouerno dello Stato
&il Duca Galeazzo Maria. I 2.9 di Milano. I 32
Lega fabilita fra Cremoneſi, 8 altre Città vici | Lodouico Sforza fà imprigionare Cicco Simo
ne contra Federigo Imperatore. 23
neta Calabreſe. I 2 .
Leonardo Capellino, Riboldo Borgo, Rauano | Lodouico Sforza sabbocca col Duca divi
Bellotto, & Bclingero Maſcali Conſoli di noin Cremona. I 33
Cremona. 39 Lodouico Sforza inueſtito del Ducato di Mila
Lega fatta frà Cremoneſi, 8 Mantouani. 39 no da Maſſimiano Imperatore. I 36
Leonardo Botta Cittadino Cremoneſe,S&Con Lodouico Sforza gridato Duca di Milano rice
ſigliero Ducale mandato àRoma da Gio.Ga ue le impreſe Ducali. I 35
leazzo Sforza. I 33 Lodouico Sforza preſo Milano ſi ritira in Ger
Lega conchiuſa in Cremona da molti Potentati mania. 136
d'Italia contra Venetiani. I 34 Lodouico Sforza ritorna in Italia. 137
Lega ſtabilita frà Papa Aleſſandro, Venetiani, Lodouico Sforza mandato in Francia prigio
& Gio. Galeazzo. I 35 T1C e I
Leone di marmo percoſſo dal fulmine in Cre LodouicoRè di Francia viene in Cremooa.1 ! ;
Il 1OIma - I 37
Lodouico Balbiani Conte di Belgioioſo Go
Lega affermata frà Leone Decimo, S. Carlo V. uernatore in Cremona. 157
contra Franceſi. I 4 I Lodouico Borgo Capitano. 172.173.176.177
Lega frà Papa Clemente, Carlo Quinto Impe LodouicoborgoGouernatore diCorreggio.179
ratore, Venetiani, S&il Duca di Milano con Lodouico Chirolo capitano. I95
altri Potentati d'Italia. I 54 Lodouico Maggio Dottore de Leggi. 2CO
Milaneſi fanno Lega con altre Città contra, Nicco caſtello nel Cremoneſe donato dal Duca
Cremoneſi. Filippo Maria à Oldrado Lampugnano. I 14
ilaneſi con altri ſuoi confederati aſſediano Nicolò Picenino Capitano del luca Filippo
Borgo San Donino. 44 Maria. I 16
“ilaneſi ruinano la Torre di Buſſeto, S. San Nicolò Triuiſano Proueditor Generale dell'ar
Imata
l
T A V O L A D E L L E
mataVeneta rotta dalle genti del Duca ilip Nomi, & cognomi de nobili Cremoneſiman
po Maria. I l6
dati dalla Città a Soncino per far riuerenza a
Nicolò Picenino rompe l'eſſercito di Venetiani Maria Seconda Imperatrice. 207
ſul Breſciano. - I 17 Nomi, Sc cognomi de Conſiglieri Cremoneſi,
Nicolò Cauitello Giureconſulto Cremoneſe,S& che di preſente viuono. 216
Conſigliero di Lionello da Eſte. I 2 I
l guerra contra Germanià Publio Alfeno Cre Parma ſi ribella all'Imperator Federigo. . 55
moneſe, 7 Parmegianitogliono in battaglia il Carroccio à
Ottone veciſo Galba per tradimento ſi vſurpa ,
l'Imperio Romano.
Cremoneſi,
7 Peſanigola Pace Bergamaſco Podeſtà di Cre-s
Ottone rotto il ſuo eſſercito alla Bina dalliſol - InOna e
56
56
dati di Veſpaſiano,fugge à Berſello,oues'am Parmegiani priuati del Carroccio combatten
IſlaZZa» 8 do da Cremoneſi. 5
Ottone il Magno coronato Imperatore in Ro Palagio edificato dirimpetto alla chieſa di S.
ma da Papa Giouanni Decimo Secondo vie Agata. 63
ne à Cremona. 13 Paolo Emiliano Podeſtà, 8 Paolo Capello ca
Ottone il Magno Imperatore manda Luitpran
| pitano di Cremona. 79
do Veſcouo di Cremona Ambaſciatore à Parmegiani, S& Cremoneſi ſi reſtituiſcono l'un
Papa Giouanni. I3 l'altro li Carrocci. - 8o
Ottone Terzo Imperatore coronato in Roma Pace ſtabilita fra l'Arciueſcouo Viſconte, 8 i
da Gregorio Quinto viene à Cremona. 13 fuoruſciti. 82.
Qttone Quarto, & Filippo eletti Imperatori. 35 Pace ſeguita frà Milaneſi, 8 Cremoneſi. 82
Ottone de Vidali Bergamaſco Podeſtà di Cre Papa Benedetto Decimo Secondo ribenedice
ºnlona e 37 li Cremoneſi prima interdetti da Papa Gio
Cttone Quarto Imperatore coronato da Inno uanni Vigeſimo Secondo. 97
centio Terzo, 38 Papa Giouanni Vigeſimo Terzo inſieme con
Ottone Quarto Imperatore ſcommunicato da Sigiſmondo eletto Imperatore vengono è
Innocentio Terzo. 38 Cremona per conſultarſi con Cabrino Fon
Ottolino de Sommi creato Podeſtà della Città dulo. 1I2
nuoua da Guelfi. 57 Papa Giouanni Vigeſimo Terzo andando al
OttoneViſcontefàLega col Marcheſe di Mon Concilio di Coſtanza paſſa per la Città di
ferrato. 8o Cremona. I I2,
Ottone Viſconte fa pace con Cremoneſi per Pandolfo Malateſta viene ſotto Cremona con
mezo degli Ambaſciatori della Città di Pia numeroſo eſercito. Il 2
cenza,8 di Breſcia. 81 Pace frà Cabrino Fondulo, S&Pandolfo Mala
Ottone Viſconte fà confederatione con Cre teſta. - I I3
mona, & altre Città. 82 Pauia viene ſotto il dominio di Franceſco
Ottauio Farneſe hà il poſſeſſo della Città di Pia Sforza. - I 2.2,
CCIAZa e 178 Pace conchiuſa frà il Duca Franceſco Sforza,S&
Ottobone Foſſa Dottore de Leggi. i 95 Venetiani . 126
Ottauio Marni Commiſſario delle genti d'arme Pace ſtabilita frà il Duca Franceſco Sforza, S&
nel Stato di Milano. 2.OO Venetiani, per il che fù ordinata vn'offerta di
Ottauiano Cantullo. 2I5 di libre ſei di cera da farſi ogni anno dalla a
Ottone Cantullo. 2I5 Città di Cremona alla Chieſa di Santo Do
Cttauio Affaitato. 223 InatO , I 34
Pauia aſſediata da Franceſco Rè di Francia. 145
P Pauia preſa da Franceſi. I ſro
Paolo Lonato Caſtellano di Cremona. 153
ACE di Coſtanza fermata ſolenniſſima Pace ſeguita frà CarloQuinto Imperatore, Se
ImCnte , 27 Franceſco Rè di Francia. 165
ace frà Cremoneſi, 8 Bergamaſchi con Bre Partemia Gallerata Mainolda. I91
ſciani. - 32. Pace ſtabilita frà Filippo Rèdi Spagna, 8 il Rè
Pace frà Mantouani, & Veroneſi. 36 di Francia. 18o
Palagio della Communità fabricato. 37 Paolo Ali Senatore in Milano. 174 183
Pace concluſa in Lodi frà Milaneſi, 8 Cremo. Paolo Botto capitano Cremoneſe. 179
neſi. 45 Paolo Foſſa Giurecòſulto Cremoneſe. 194.195
Pace frà nobili, 8 popolari Piacentini. Paolo Sacca Architetto Cremoneſe, S& Inta
Padri Predicatori vengono ad habitate in Cre. liatore di legname. 198
Paolo Sfondrato Barone del SacroImperio.2 12
C Paolo
T A V O L A D E L L E
Paolo Emilio Regio Dottore de Leggi. 219 Pocobello daVigolo cittadino Comaſco Pode.
Peſte grandiſſima in Cremona. 21. & IoS ſtà in Cremona. 33
Peſte grandiſſima ſcoperta in Cremona, 8 in Ponteuico caſtello preſo da Cremoneſi. 38
tutta Italia. 99. & 1o 5 Pò fiume aggiacciato. 19.5o.8r.
Peſte ſcoperta in Cremona, per il che fù edifica Porte del palagio publico di bronzo fabrica
ta da Cremoneſi la Chieſa di S. Rocco fuo tC . 54
ri della Porta della Moſa. l 32 Pontio Amato Ambaſciatore de Cremoneſi a
Peſte venuta in Cremona ſeguita per trè anni Milano. 44
COIlt1null . - 137 Pontio Amato Cremoneſe Podeſtà di Mila
Peſte crudeliſſima in Cremona. I5I mO » 79
Penſione de ſcudi ducento fatta a Lodouico Ponzino Ponzone con tutta la fattione de Ghi
Borgo capitano Cremoneſe . 178 bellini ſcacciati da Cremona. 91
Tellegro Bonfitto capitano Cremoneſe. 189 Ponzino Ponzone capo della fattione detta de
Piacenza ſaccheggiata da Amilcare " Maltrauerſi. 9I
neſe. 5.Aſſediata del March.di Möferrato. 85 Ponzino Ponzone gridato Signore di Cremo
Piacentini rotti da Cremoneſi àTabiano. 21 Tla - 92
Piumaco Caſtello de Bologneſi preſo da Cre Ponteuico caſtello preſo dal Duca Franceſco
moneſi. 47 Sforza . 126
Piacentini fuoruſciti ſconfitti da Cremoneſi Pontio Ponzone Veſcouo di Cremona. 2o2
nella Valle del Tarro. 5o Publio Alfeno Varro Cremoneſe Conſole in
Pietro Tiepolo Podeſtà di Milano codotto pii Roma. 7
gione in Cremona, 52 Puricardo Veſcouo di Cremona. I2
Mariani,Bernero Maftallio, Redotto Arden Tomaſo Aleni detto il Fadino Pittore. 197
go,& Amico Caimo Conſoli di Cremona. 41 Tomaſo Manna Dottore di Leggi. 2 18
Tagliata fatta da Cremoneſi per diuertire il Pò Trèmila famiglie Romanenandate la ſeconda
fiume. 45 volta ad habitarin Cremona. 6
Tagliata fatta da Cremoneſi per diuertire l'Ol Tregua frà Cremoneſi, Piacentini, S& Parme
liofiume. - 5o giani- 36
Tregua
c o s E N o T A B I L 1.
Francia. I 36
Tregua frà Cremoneſi, 8 Bergamaſchi, con
Milaneſi. 3 Venetiani entrano al poſſeſſo di Cremona. 136
Triunuirato ſtabilito frà Vberto Pallauicino, Venetiani confinano alcuni Nobili Cremoneſi
Boſſio Douara,S& Ezelino da Romano. 63 fuori della Città . 137
Troilo de Roſano,S. Pietro Brunoro capitani di Venetiani hanno per tradimento nelle mani il
Cardinale Aſcanio Sforza Veſcouo di Cre
Franceſco Sforza ſi ribellano. I I9
Trattato di Nicolò Varolo ſcoperto in Cremo mona, qual viene mandato prigione in Fran
cia. 137 ,
Trè Soli, 8 trè Lune apparſein Cremona. 14o Vittoria Città edificata vicino a Parma da Fe
Tremendo, 8 notabil caſo occorſo nella chieſa derigo Imperatore. 56
-
di S. Sebaſtiano nei Borghi della Città. 136 Viſconte Palauicino, &il Lando ſcacciati di
Tregua per dieci anni ſtabilita frà l'Imperatore Piacenza. 8
Carlo Quinto, S. Franceſco Rè di Fran Violante figliuola di Galeazzo Viſconte mari
cia. 1 77 tata à Lionello figliuolo del Rèd'Inghilter
Ia , 99
V Vittoria nauale di Filippo Maria Viſconte con
tra Alfonſo Rè di Napoli. I 16
e-ma-a - amme e
ſtati intagliati in Rame dal detto Carazzi, il quale è a noſtri tempi rariſſimo in
queſta profeſſione.
sm- - - -
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v…
I N M I L A N O,
•-• * •_- - -ye_, _•_•