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Bibliotheca S. J.
Les Fontaines
CHANTILLY
Ribliotheca S. J.
Les Fontaines
CHANTILLY
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PAVLVSJV.P.M. DXATETANVS Thunaw.
HISTORIA
DELIA RELIGI(kE
DE'PADRI CHERICI
ilEGOIARI
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D.GIO.BATTISTA DEL TVFO
VESGOVO DELL'ACERRA
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Imprimatur si videbitur R.P.M.Sacri Palatij Apostolici,
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ALLI MOLTO RR. PP. M I E I O S S E R.
I PADRI CHERICI
i REGOLARI-
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di lei, non meno per dottrina chiari,che per bontà famofi , non senza
ingiuria dell'istesla Religione, l'hanno tenute ascose , e quafi sotto vn
profondo silentio , inrîno à quest' hora fepclre . Nel quale stato , si
potea ageuolmerite dubitare,che andando elleno in obliuione , perla
lunghezza de' tempi , ancor la ricordanzaloro , e la gloriosa fama di
tanti Prelati e altri Padri , veri serui di Dio,e délie religiosiíïime at-
tioni loro , veniíse facilmente meno ; i quali , ouero dalla Religions
assunti, hanrio lasciatoescmpio à gli altri Padri eFratelli, mentre-
che in guisa di lucerne accese , sopra i Candelieri délie lor ChieííL ,
non meno che con la dottrjna , i' hanno lodeuolmente efruttuoía-
mente amrnioistrate ; ouero íoao ftati eíêrapio di profonda humilia*
non volendo , cosi le Degnità délia Chiesa , corne altri honori del
Mondo, in guisa veruna accettare . Onde hauend' io sempre satto
professione d'elíere à queita Religione , corne à nostra comune Ma
dre, írrettissimamente obligatg j per lo cui mezo , noi semo tutti, nèl-
la profession de' tre Religiosi voti , in grembo di lei , à Christo Si-
gnor Nostro , rigenerati e rinati , e come Mose nella íìscella in pre
Exod. 2. da del Fiume Nilo , dais ingorde acque del Mar di questo Mondo ,
ricouerati e íaluati j íbstenendo di mala voglia , che la memoria di
taflíj segnalaii Padri e Campioni délia famiglia nostra , restasse estin
ta, e J,e Jprgloriose attioni , nell'obliuione perpetuamente sepolte j mi
sgn sempre sentito, non solo dal desiderio molto stimolato , maetian-
djp p'all'amor loro,soauemente spinto à procurar di cauarle dalle tene-
kfe,jn cui elle sono stare tanto tempo ascose , e allaluce délia cogni
riondcj Mondo, con la diligenza mia palesarle . Ilche mi parea as-
sai conùeneuolmente richiedersi, non tanto per sodisfare a'molti me
ritj départi Padri , di cui faremo memoria , seguendo Io ítile dell*
Eccl. 44. Eçele/ìastiçp , che dice : Laudemus viros gloriosos & Parentés no-
strps in generatione sua : ma molto più pergiouare , così a' presenti ,
Cpme à tutti coloro , che dopo noi verranno; ne' cui pettijgl'esempij
de' passati3 saranno come fecondo seme , per farui nascer l' émulation
délia vjrtu e délia gloria : hauendo maggior forza ne gli animi de'
mortali,gli esempij délie persone illustri , di destare in loro il deside
rio délia virtù , che rïon hanno le sempjici parole . Onde quel santo
veçchip e fortissimo Maccabeo Mattatia , per infiammar i suoi fi-
gjí'upli all'osseruanza délia legge,proponendo loro 1' attion de'passati
i. Mac. 2. | Padri, e la santa émulation délia virtù, solea dire : Aemulatores esto-
. te kgis, & daté animas vestras pro testamento Patrum , & memen-
- rote operum eorum , quœ feceruntin generationibus fuis , & accipie-
tisgloriam magnam , & nomen seternum . L'isteho stile fu osseruato
çjaj fuo ngliuolp Giuda Maccabeo , valorosifsimo Capitano , mentre-
; nell'impreíê di guerra desideroso di vedere il valor de' suoi solda-
tl
ti , nella prodezza dell'armi , aggiugnendo loro, quasi come sproni a-'
fianchi , l'attioni Eroiche e virtuose de gli antichi Padri , dicea^ir
Mementote qualiter silui facti sunt Patres nostri. E questo è stato 1. Mac. 4.
l'vnico fine, che m'ha singolarmente mosso, à dedicar questa mia fati
ca à Voi , Religiosissimi Padri , accioche imitando l'opere virtuose, ,
l'osseruanzae la santità de' passati Padri ; cerchiate di caminar fer-
uentemente dietro alle vestigia loro, dimostrandoui meriteuoli fi
gliuoli di questa nostra cotanto degna e osseruante Religione : arfine-
che non essendo ella nelle mani vostre , al Mondo meno esemplare ,
e nella Chiesa di Christo men fruttuosa all' anime , che nelle mani
de'passati: i Religiosi che dopo voi verranno, habbiano occasione
di fare à gara nell'imitation della vita , e de gli esempij vostri , e nel-
l'osseruanza deH'jstessa Religione , per l'orme vostre felicemente ca-
minando , la conseruino in guisa di rugiadosa e fresca pianta , ripie
na sempre di fiori, di frondi, e di frutti ; di fiori per l'odor della buo
na fama , per poter dire con San Paolo Apostolo j Bonus Christi o- 2. Cor. ì.
dor sumus , di frondi,per la fruttuosa prédication del Vangelo, predi
cando con l' istesso Apostolo , Christo Crocifisso , e finalmente de' I. Cor. 1,
frutti della salute dell'anime , che dee essere il fine de' Predicatori E-
uangelici, e buoni lauoranti nella vigna di Christo .
Degninsi addunque le Paternità Vostre , di gradire questo picciol
saggio dell'affetto sincero dell'animo mio j il quale essendo stato sem
pre grandissimo verso la nostra comune Madre Religione j infino da'
più freschi anni della mia giouentù , mi spronò amorosamente à met
ter insieme queste mie poche fatiche , cosi in seruigio della Maestà
Diuina , come per vtile , egiouamento della medesima Religione.
Lequali , auuengache nella Latina lingua , già molti anni addie
tro , fossero da me scritte, come molti de'Padri si compiacquero di
vedere , e alcuni di loro prendersene copia : nondimeno consideran
do dipoi,che della notitia loro, non solamente i fratelli laici , sariano
rimasi priui, ma molte altre diuote persone j mi deliberai , à honor di
Dio e consolation di questi tali , di distenderle ( come ho fatto ) nel
la materna lingua volgare. Nella cui Stona non m'allontanando dal
lo stile de gli altri Scrittori, e particolarmente del Padre Maestro Fr.
Ferdinando del Castillo dell' Ordine di San Domenico , nelle Cen
turie dell'Historia della sua Religione 5 non m'è paruta cosa disdice-
uole, vsar qualche digressione, non solamente nell'occasion delle no
stre Case di Napoli , ma etiandio d'alcune altre ; per dar notitia alle
persone lontane,d'alcune cose notabili, appartenenti non meno all'i-
stesse Città, che alla Religione . Nelle cui lodi , per breuità, non mi
par di douermi più lungamente distendere: conciosiacosache da que
sta narratione dell' attioni e fatti de' Padri , ciascun lettore, potrà in_
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j>arte,i meriti e ía grandezza di lei , non mai'à bastanza lodata , age- 1
uolmentfc comprendere.- Piaccia alla Maestà Diuina di conseruare.
questa•"fruttuosa pianta Raccroche piouendoui sopra nuoua rugiada-
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l'intera cognitione e certez^z^a 3 che richiede la verità dell'Hi-
Horia , non m e paruto di douernefar menttone . In tanto pren
dete quefio picciolfaggio del desiderio che io ho di giouarui, con gli
esempii di quesia Religione, assicurandoui che nel tempo auueni-
re , crescendo ella di giorno in giorno, nonfilo vi votarà con /V-
[/èmpio e con la dottrina ; ma darà ancora occasione à chi vorrà
Xfcriuere, dipo terni con iHifioria maggiormente giouare ,
DELL' ORIGINE» E PRINCIPIO
della Religione de Padri Cherici Regolari nella Città di Roma , e
della maniera di viuere , sotto la commune Regolare osseruanza , e
professione de' tre solenni voti, da'primi Fondatori di lei ordinata..
Cap. I.
nu
De Padri Cherici Regolari. Cap. i
3
rità di viuersotto'lsoaue giogo d'Vbbidiëza,Pouertà,e Castità,come ne'têpi de
■gli Apostolijin Gierusaléme,e in Alessandria santamente s'osseruaua.E alììneche
questa loro Religiosa impresa,e lodcuole proponiméto,si recasse più ageuolméte
|ad effetto; volle la Maestà di Dio,con questa occasione particolarméte fauorir-
gli.Percioche, ritrouandosi in quei tempi nella Città di Roma vna Compagnia,
posta nella Chiesa diS.Dorotea,sotto nomináza,e titolo del Diuino amore,nel- Compagnia
del Diuino a*
la qual s'attendea singolarmente à gli cssercitij spiritualii vi concorreuano con more nella_j|
gran concorso non solo molte priuate persone , cosi di laici , come similmente d' Chiesa di S.
Dorotea , e
Ècclesiastici;ma ancora molti nobili,c degni Prelati.I quali,mossi da vero zelo di suoi eserciti] . I
sincera Religione,e Christiana pietà,attedeuano con grande spirito,aH'essercicio
de' santissimi sagramenti,con maggior frequenza, che non faceuano l'altre perso
ne secolari di quel tempo.Quiui s'esercitauano,con le meditationi,sermoni,esor-
tationi,e con altri simili intertenimenti spirituali,che sembrano vera diuotione,e
pietà , e a'perfetti Christiani veramente conuengono.Dimanierache,da questa..
Compagnia,vsciron gran personaggi,non meno in dottrina samosi,che per bon-
tà,e santità di vita illustri,e segnalarle come da chiarissima,e viuace fontana,ne
scatoriron fuori,infìniti riuoli,di purissimi esempi d'humiltà,di carità,e d'ogni al
tra virrù,ne'soggetti, che noi diremo, i quali nel successo di poco tempo, furono
Esercitio del
al Mondo , delle vere virtù Christiane,esempio , e specchio.Et essendo naturai la virtù inca-
proprietà della virtù, d'incaminar i virtuosi, e suoi alleui,in guisa di buona Ma- mina sempre i
virtuoli all' ac
dre,ogni dì à maggior perfettione : conciosiacosache costoro fossero, dal fuoco qui sto di mag
dell'amor Diuino mirabilmente infiammati, e da quel superno lume , che ci pre- gior perfet
uiene,nelle Diuine virtù ci conferma, diuinamente illuminati,considerando pru- tione.
dentemente,quanti lacci tien sempre apparecchiati il Demonio infernale,per in
cappiar coloro,chesi trouanonel profondo,e procelloso pelago del Mondo,ede-
svderan veramente di seruir à Dio , per isuilupparsi da cotanti lacci 5 e suggendo
francamente ogni mondano intoppo, voltare in tutto,e per tutto le spalle al seco Deliberatone I
de' primi Isti
io: li determinarono d'istituire , e fondar vna nuoua Religione di vera osseruaza tutori di fon
Regolarc,in cui al culto d'Iddio totalmente dedicandosi,douessero co la promesj dare vna nuo
sa,e osseruanza di pronta Vbbidienza,volontaria Pouertà,epura Castità,che so ua Religione -
sotto l' habito
no i tre essentiali voti della Religione,alla Maestà sua perpetuamente seruire.U riformato dell
qual istituto,e modo di viuere veramete Religioso, ritrouandoil in quei tépi nel Clero secola
re.
Chericato secolare alquanto tralasciatole scorso,parea che no più fuor delle clau
sure siorisse,ma solodétro a'Chiostri,coside Monache Canonici RegoIari,come
degli altri Religiosi claustrali,si fosse singolarmente ritirato,e ristretto. Onde fat Pouertâ vera
ta cotale diliberationejhauendo sempre à questo al to segno tesa la mira della lor mente reli-
iosa>chccon I
Christiana,e Religiosa prudenza,e con quella sidaza, ch'eglino haueano in Dio, da di viuere |
di tutte le facoltà, e sostanze terrene interaméte spogliádosi; si contentauano di sotto 1' ale_»
della Proui-
quel poco,che da'fedeli di Christo,per mera necessità dell'vib comune , era loro dczua Diuina. I
volontariamente osserto.Dimanierache,cosilibcri,e sciolti da ogni inquietudine
e cura humana,à sembianza di quello,che faceuano gli Apostoli,e successori loro
nella primitiua Chiesa,ricordandosi,che la Maestà di Dio,nó lasciò perir misera-
méte di fame il S. Profeta Elia,mentreche ritirato dalla frequeza degli huomini, ia pasciuto 1
da Dio per
iè ne staua per ordine suo nel torrente di Carit.-ma per mezo de'corui pascédolo, mezo del Cor|
la mattina, e la sera di pane,e di carne il prouedea à bastáza,equádo per lo deser uo, e dell'An
gelo.
to rugghia la persécution delle mortalissime minacce dell'empia Gezabella, per Î.Reg.17. 19.
jmano dell'Angelo gli mádò del pane,e deJl'acqua,e che per mezo d'Abacuc prò Daniello fra'
Leoni è satol
uidde da mágiar al suo seruo Daniello,etiádio nel lago de'Leonijoue per satollar lato per raczo
l'ingorda fame di quei ferocissimi animategli era stato posto,e che S.PaoIopri d'Abacuc.
moRomitOjhauédo sessanta anni cótinui habitato neIl'Eremo,era solito di riceuer S- Dan. 14.
Paolo primo I
ogni dì vn mezo pane dalla copiosa mano della prouidéza diuina, la quale nella Romitoriceuel
il pane dal
A 2 visita coruo.
Historia délia Religione
i 4
£. Girolamo visita di S.Antonio,raddoppiádo aTuoi buon serui Ja prouisione, per mezod'vn
nella vita di
6. Paolo pri Coruo,mádò loro il pane intero: íî deJiberarono, appoggiati alla certezza délia
mo Romico, prouidenzadi Dio,di viuer poueramente,e senza aodar mendicando,aspettare,
quasi sottol'ale deH'istessa proretrion Diuina>d'esser à bastanza sostentati , e pa-
íciuri,mediante quel solo aiuto,che da'fedeli di Cnristo fosse loro spontancamen
La pouertà di tedonato. Dimanierachc il poíïederentrate,e benistabiii,non maieralecito, nó
íjuesta Rdi-
gione nó per solo in particolare,cojiíe tutti di concordia cóuennejp,à essempio di tuttel'altre,
mette béni sta cosi anriche corne moderne ReJigjoni osseruáti,ma nè purin cómune,fe non con
bilii nc anche quella limitation ch e detta.Ma questa nuoua,e disusata maniera di viuere , la_,
in commune .
quai parea,che lptana da ogni sicláza dç gji aiuti,e mezi humani, nella íbja spe-
ráza délia Diuina prouidenza singolarmente cófîdasse;si corne per Ji tépi addie-
tro fu quasi fenza esempio,ò paragpn verunojcosi recò à quella CÓpagma del Di
uino amore,cotáta marauiglia,e stuporeiche frà táti buon srarelli,e serui di Dio,
di cosi nobil Cópagnia,e di Prelati,e di priuate persone,e di numero,e di merito
ragguardeuoli molto,e venerabilijiquali desiderádo d'esser partecipi di questo
publico bene,cóçorreuano à gara có molto spirito,alla fondation di questa nuo-
ua Religione,non si trouò chi s 'affleurasse d'eíporsi al manifesto pericolo délia fa
me,rimettendpsi alla volonfà,e arbitrio di quelle períbne, che nelle nécessita loro
Quattro soli
delja Compa si fossero compiaciute di sopuenirg!i:ma solamétc quattro di loro, fermádosi nel
gnie del Diui- la certa speranza délie promesse di Chrifto/i risoluerono di rinouarc quell'antica
no a mort-, son Apostolica forma di viuere,fondando vna nupua Keligione. Qnde,cpnciosiacosa
dano questa_»
Rcl jgioae . che la perfettione,e Iodç délia virfùjnon nel numero di molti,ma nel merito délie
persone piu degne,singplarmente consisra,quátominore,e più sceltofu il numero
de'primi Autori,táto più meriteupli, e più degni di Iode s estimaráno dalla Reli-
gionejcome Capi,e Fondatori di quella, Per cui douendosi fare elettion di quai
che habito Regolarejauengachç non mancasse lorp in quei tepi l'escmpio di mol
te Religioni,di persone Claustrali,cosi di Monaci,come di Frati, i quali viuendo
Elettion dell' con somma lodc,e molto religiosamente,attendeuano à quella buona osseruanza
habito rifor- délie RegoIe,e Costitutioni,cJie da gli antichi Padri çrano state loro ordinate , e
ma to del Cle- lasciate: nódimcno, conciosiacosache il Chericato secolare fosse molto trascorso,
ro secolare .
variato dal suo antico,e diritto istituto,per darsi alla riforma di quello , deter-
minarono di douersi vestire,eprëdcr quell'habito de'Cherici (corne cómunemérc
Laur. Surius si dicç)Riformati.Perçipche,conosçendo questi serui di Dio, il Clero secolare es-
comment.rerí serridotto in quel cattiuo stato,chc riferisce Lorézo Surio nel Cómentario rerû
in orbe gesta-
rum:, ' ' in orbe gestarú,sotto l'nnp i j 1 7,c che di quella rilassatipne , 1p fcelerato Martin
Lutero si seruia per bestarlo , e metterfo in vil considérations appresso al volgo
(per lo quai termine egli andaua nella sua falsa dottrina sempre mai più crescen
do) si diliberaron di viuer cosi religiosamente,procedendo in questa vita Chéri
cale riformata: il quai modo di viuere,non solamentç fosse salutifero per ranime
loro,Ma anche seruissç per esempio dcgli altri del Clero secolare, si nel culto Di
uino,mediante la diligenza,c politia degli Altari3e délie Chiese,e recitado i Di-
uini vfficiji corne nell'amministration de'santissimi Sagramcti,co quella solieci-
tudine,e zelo che cóuiene,e fenza intéresse verunp>e con maggior frequéza, che
non si costumaua in quei tépl;essendp molto rassreddata, c tralasciata questa lo-
deuole,e religiosa vsanza:similmente,per dar esépio al Clero seeolare,d'attender
à gli studij délie sacre lettere,e délia prédication del Vangelo,come già per gra-
tia Diuina,e neH'vno,e neIl'altro,feJicem,6te è succeduto,e có euidéte frutto dell'
anime,e seruigio délia Maestà Diuina,Cckioílacosache3nauédo questi Padri Che
riciRegolari,di tutte queste cose,come d'víficij degni di veriReligiosi fatto,sépre
particolar professione;n e risultato notabUissimo lèruigio alla Chiesa Cattolica.
Nella quai maniera di viuere , dopp Tistitution di guetta Relig, ne son state fon-
date,
De Padri Chenci R.egokrfî.1 Cap. î
Francia cótro in Francia I'anno 12 08. cótro gli Heretici Albigensijcosi i primi Fondatori di que-
gli Heretici
Albigensi. sta Religione hebbero intentione di ouuiare non solamente à gli abusi del Popolo
Chrisriano; ma ancora alla pestilentiale influenza deirhcreíìe, che già nella Ger-
rnania,e nell'Inghilterra nate,incominciauano à germogliare , stendendo i rami
Padri Cappuc suoi etiandio per l'Italia. Questa medeíìma intentione, c religioso sine hebbero i
cini Risorma
tori délia Re- Pacjri di S.jFrancesco,i quali moslìdaN. Signor'íddiojabbracciandopoccKiopo,
ligiocc del cioè I'anno 15? 5,.çpn la nuoua rifotma dell'habito Cappuccino, vna pouertà e-
glorioso P*--
dre S. Francc- sere^^ieguendo le vestigia del glorioso P.S.Francesco,çon molta aufterità,del-
ftó. ' r]^bita,e d^elîa vitftyollpn chiarire jl.mondo, quantos'ingannaíîeio gl'iíteísi He
retici, predicando lalibertà délia carne,e del senso. A queiVistesso rine suron son-
datepoco appresso molte.altre Religioni di Cherici Regolari,fra le quali la pi ima !
B
firquesta^di cui.si scriuealpresente;ma tutte àbeneficio vnitiersale délia Chicfa,ej
Ifi Ueli ìom confusion degli HereticirPerciochele Religioni dalla santa Sedia approuate, íonoj
fòrîo rieI
chi>saTcome|st?tecprne tante scuple , fondate dalla Maestà di Dio nella sua Chiesa Militante,
sc-estr m"1" e ^atc a'Cat;tolici Pylore edificatione,e ammaestrarnento,per mantenerfí nel gré
fr'riftgHf" bo délia S.Chiesa Romana,Cotto il soauislìmo giogo dell'vbidienza di coíi buona
j.BuoneRcfcgio Madre^ e.del Poritefice, comune Padre de'Fedeli. Onde noi veggiamo per l'espe
nia gli"—- ■■ - . r r
odioie. , _
diose,corrwî..|pecianTiente nelie Prouincie3Reami,e Stati,oue per opéra del Demo
Jriiojtnaligniíîimo seminator deîla zízania,regnanorheresiejrestrema bestialità, e
malignità degli Heretici çomincia dalla distruttione,e rouina de'Monasteri,e Ca
se de'Religi,oíi, cercando d'estinguerele Religioni, le quali aiutano grandemente
(Jà mantencr in questo Mondo, acceso il âiain lume délia fede Cattolicainsino al
I.la spargimento del proprjp langue, corne hanno fatto,tanti secoli addietro,molti
^Benedetto $a bupn.Pa^cofìdeU'anticiié Religioni osseruanti, de'Monacidi S.Benedetto,co
s. Domefliço. me délie piyi mpderne.di S,Domenico,e di S.Francescose d*altri,e in questi vltimi
S" dr^deHal, 'ne^'WejC altre par** rimore,similmente i Padri délia Cópagnia di Giesu.
xiòpì&i 'Gieijï! Questo .ci può tcstimoniarela misera Germania5i cui Herçtici,seguendo il pazzis-
siroo furore delFempio Martin Lutero, velenosissimocapodi quell'insatiabiridra
di tante tesle i attesero sempre alla rouina de'Monasteri , e alla persécution délie
Eorico 8.Rt-» persone Religiose . Cosi fece pochi anni fono in lnghiltcrra Enrico V III. il quale
íwú^xmii r°uii>ando trecento settantasei Monastcri d'ottimi Religiosi,per estinguer'insieme D
$Monastm del tutte le Religioni,hauea,spesso quest'empio,e baibaro detto in bocca3i nidi de'cor
suo Rcinie. 1 uj doyejfi jn tutto, e per tutto disfare afïïneche non mai più venisse lor voglia di
LisabettaRei- tornare ad habitarui dentrp . Cosi fece, dopo lui Lisabetta sua figliuola; la quale
"a rouiua'tu" v*nta dalsistesso fur°r d'heresia;rouinò nella vicina Scotia,tutti i Monasteri délie
tii Monasteri persone Religiose ; mentreche ella teneua in prigionelaSerenissima Reina Maria
délia scotia. 1 5tuartj VCra, e légitima Padrona dell'vno, e dell'altro Regno,à cui ella toise vlti-
Ne' maggior mamente,con insinita ingiustitia,insiemecol Regno etiandio l'istessa vita. Fu ad-
mah dei Mor dunque in piacer dcll'insinita Clemenza , e bontà d'Iddio , che ne'maggior mali
do. Iddio tro
ua sernprealb del;Mondo trouò sempre alla sua Chiesa conueneuoli rimedij , di dar principioà
sua Chiesa cò qjuesta nuoua Religione, qnando appunto J'empio, e maluagiísimo mostro infer
ueneuoli jimt
di). nale.Martin Lutero, venuto quasi dall'inferno, hauendo in guisa di furia inferna
Maluagità dj le pochi anni addietro,cioè I'anno 1 5 1 7. che fu il quarto del Pontesicato di Léon
Martin Luter.
X, cominçiato à mandarfuori l'ardentislìme fiamme delTodio mortale contro la
Santa Madre Chiesa; raccoltç tutte l'antiche bestemmie degli Heretici}già ne'se-
coli addietro , dalsiste/sa Chiesa condannate , e publicatane vna nuoua in Sasso-
nia : poich'egli hebbe col mortifero vomito deH'heresia,tutta la Germania auue-
lenata , per colmare il façco délie sue maluagità , si deliberò alla fine quest'istes
Qu,ando s'in-' so anno 1534. quanck) hebbe principio questa Religione, spogliandosi J'habito di
stituisce la Re
ligion de'Che S. Agostino, ch'egli hauea. indegnamentç portato çanti anni, di partiríi publica-
ria Regolari,
men-
De Padrì Cherici Regolari. Gap.
mente ancora dalla confession délia Fçde Cattqlsca , e vbbidienza dçlla Chiesa^ Lutero eett«.
via rhaBiep
Romana; eapostatando insiememente dall'vna, e dall'altra,voltar le spalle à Dio, dçlla. lua.
Jdicenda U gloriosò, Marthe S. Cipriano : Alisnus est, pvofanw est, hostts est, baberc^, De vnit, kccl
iam non poíesïDeum patrem, qui Eccle/ìam non habet mxtrem. Onde COminciandofiLReligion de'
[K,ricl Ketr
Cherici Rcg
à fpargere i\ suo veíeno per tinta Eqropa , par che la Macstà Diuina, facesse aprir jnuoua scuoií
'ncîfa lua, Chiesa Militante, vna nuçua scuoía per fedele ammaestramento de'Cat-,^*^^
tôlicij e seuero martello degli Heretiçi(come nel suçceíso di questa historia si po^l
trsL ageuolmente vedere) facendo i Padri profession di Prçdicarori del Vangelo,
jlecui parole,si corne son fuoeo, per infiâmar gli affetti de'buon CattoIici,cosi son
jduri martelli,per ispezzar la contumaeia,e ostination degli Heretici^dicedo Iddia
g in Geremia.-Af«w^tt/^ non vetba meafunt qmfiigni*\& qua/i malleus cuterçs petrast Hier, jj.
^Eaccioche tali foíscro i Padri di questa ReligionejGio PietraCarafa,primoAu- Gio PietroCa
tore,Capa,e Fondator dUei,daU'opere si sece conoscere seuero martello d'Hère- ' rasa martello,
tici ; percioche non solaroente , mentrech egli fîi. Cardinale di S.Chiesa, essendo degli Herec.
Capo délia Congreg.del S. Vssicio dellVniuersale Inquisitione,ressercito cô ardé-
tissimo zelo, procedendo rigorosamente contra i delinqueptije molto più eslèndo
aísunto alla Catedra di S„Pietro, e gouerno délia Chieía vniuersale5lasciò dòpo se
persettislîmi ordini contro à questa pestilentiale influenza dell'Heresiaji quali,in^
rìno al présente , inuiolabUmente nella Chiesa s'ofleruano ( come nella vira di lui Cap.t7.
distesameute si dirà) ma ancora i suoi figIiuoli,e Padri delTisteífa Religioneià imi
tation del lor primo Capo,e Pastore, ino°rti occasione, hanno sempre dimostra-
to,e con le parokj, e co'fatti,d'hauer sommamente in horrore qualunque nuoua1
ò erronea opinione,c'habbia pur apparenza di faIsità,contro la verità délia fede,e
fana dottrinaa come nel proprio luogo disfusamente diremo.Nella sondatione ad- Cap.yj.
dunquedi questa nuoua Rcligione, ordinata per riforma del Chericato SecolarCi
e nuo.ua scuoía per ammaestramento de'buqn Ça.ttolici , contro glierrori de'mo-
demi Hereticiji primi Fondatori,e Capi,i quali in guisa di fortissime colonne,do-
uean sostentar questa nobile edisicio, rurono Monsig, Gio.Pietro Carasa nobtile_-» Gio.PietroCal
rasa primo Fó-
NapoJetano,airhoraVesçouo di Chietijche da Papa Paolo IIl,fucreato Cardina datore.
le ,esuccedendanel Ponresicato (come al proprio luogo più à lungo si dirà) voile Cap 5. 1». 17.
ester chiamato Paola IV. il P.D^Caetano Tiene nobile Vicentino3 Dottor nell'v- D. Caecano
Tiene Fonda- 1
najeneiraltraLeggeje vno de'sette Protonotarij ApostoUci,il quai numero à té- tore.
no di Papa Sisto, V.fu accreseiutOjinfino al numero di dodici,come ancora al pré-
lente si cótinua;il P,D,Bonifatio di Colle nobile d'AIessandria délia Paglia;e'l P, D. Bonisatio
di Colle, e D.
D.Paolo Consigliero nobile Romano,che fu fratello del Card. Gio.Battísta Con- Paolo Con si -
sigliçrojla quai famiglia ç la medefíma che la Ghisileria, di cui nacque Papa Pio glierc Fódato- \
V.comeperIkeuedellHstestoPontesicejn'appariscediçhiarationejfattal'an,.! 572. FamigliaCon»J
ilehe anche disfusamente riferisce il Padre Maestro Fr.AlfonsoCiacconejnella vi- sig'iera,eGhi-J
ta deU'istestb Cardinale, sotto'í Pontesicato di Papa Paolo IV, il quai P^ D.Paolo. siseria vn'i
visse sempre con grandissima puritàjcome chiaramente apparue dalle sueíleíse_^> AlfXiac.li.».|
parole : percioche essendo nell'età decrepita , venuto al fin délia vita sua , e quasi de vitis>& ge-
stis su m. Pont.
ncirvltimoarticolOjvicinQà réderl'animaal Creatore,có occasion di ringratiar- Purítá del P.
lo d'altri benefîcij riçeuutijconfèssòreligiosamented'hauerobligo patticolare al D.Paulo Con
figure.
la Maestà sua Diuina» ch'ella íhauesse taìmente preseruato, che neU'istesso stato di
puritàjch'egli era vscito del ventre di sua madre5se n'andaua à sepoltura(per rife-
rir le proprie parole di lui ) mostrando d'hauer grandissima contento che N. Si-
gnor lddio, l'hauesse da qualunquî raacchia difragilità, ò impurità, per sua gra-
tia 5 preseruato . Questi furono addunque i quattro primi Autori , e Fondatori di. Qualità de'j
primi quattro]
questa Religione,huomini veramente sceltij,anzi Apostolici, e non meno per bon- : Fondatori di
tà, e feruor di spirito segnalati, che per dottrina,e prudenza dell'attioni humane questa Relig.
molto chiari,e famosi> non solamente nel mondo per sangue molto nòbilmente—»
nati
Historia della Religione
nati. DeiriIIustrissima Famiglia Carafa del P.D.Gio. Pietro, non si dice aItro,es-
sendo in ogni luogo ben conosciuta . Della Famiglia nobilissima Tiene del P. D.
Caetano, e de' Personaggi di quella, e degnità,e carichi nelle persone della me-
jdcsima famiglia, se ne dirà à lungo nel cap. 7 i.con l'occasione del luogo,e Chie
sa ottenuti da'nostri Padri nella Città di Vicenza, patria deli'istesso P. D.Caeta-
no. Dell a nobilissima Famiglia di Colle del P. D.Bonifatio,della Città d'Alessan
Cap 7 i-foglio dria della Paglia , se ne fa nobil mentione nel medesimo cap. e della sua antica
177. e. a 7 8,
nobiltà3e de'ibggetti nobilissimamétc impiegati, in occasione cosi di pace, come
di guerra, e della Ior pietà,e liberalità nell'antica fondatione,e dotatione di mol
ti luspatronati . E dellìllustre famiglia Consigliera de].P.D.Pao!o,già s'è detto,
e chiaramente apparisce esser ristessa che laGhisileria , della quale nacque Papa'
Pio V. il quale tanto maggiormente nilustrò,e fece per sempre chiarissima,e lllu-J
strissima in tutto il mondo . E essendo stati i Fondatori tanto chiari, e famosi nel!
mondo, non solo per le loro rare virtù, e esemplar vita , ma anche illustri per san
gue; non è marauiglia che infìno al giorno d'hoggi tanto numero di persone no
bili,e illustreméte nate^jnuitate dal loro esempio si sian fatte Religiose,nelfistessa
Religione.Spogliandosi dûque tutti quattro de'proprij beni,poichedi concordia
n'hebbçro scelta quella parte,cheparealoro cóueneuole, e fattone dono alla Co
munità, accioche seruendo all'vso cómune,fosse,alle necessità di ciascuno in parti
colare alla giornata distribuita,e dispensata;à dì y.di Settembre dell'anno 1 5 24.
Testamento di
MonsigorGio. Monsignor Carafa fece vn restamento,rogato da Stesano d'Amandis Notaio di
Pietro Carafa Campidoglio, nel quale si vede disteso vn proemio, dettato dairistesso3moko di-
uoto, christiano, e pio; e appresso l'istitutione deH'herede,e vltimaméte i legati;e
non molto dopo,cioc à dì 13. dell'istesso mese,e anno,il medesimo Carafa, insie-1
me co'Padri D.Caetano, e D.Bonifatio, per atto publioo di donatione irreuoca
bile tra'viui, stipolata dall'istesso Notaio, per la gratia ottenuta,conformeaI Bre-
ue, spedito sotto i 24. di Giugno deH'istesib anno; donarono , come a'poueri di
Christo,à questa Religione,che da loro si douea fond are, alcuni beni i quali eran
rimasi dalle dispositioni , e distributioni già fatte; come si può vedere dall'istesso
testamento : le quali scritture si conseruano nel publico Archiuio dell'Vlficio di
Campidoglio , che non solamente hò vedute , ma ancora per maggior sodisfat-
tione, hauendone voluto le copie fedelmente ricauate da'loro originali , le tengo
appresso di me . E per sine di questo Capitolo , auertisca il Lettore , quel che ri
Diego Paiaa ferisce Diego Paiua Andradio Portughese nel primo libro delle sue elplicationi
I Andradio Por
I tughese. Cattoliche; oue parlando dell'istitutione, cosi di questa Religione breuement€_->,
come di quella de'Padri della Compagnia di Giesu, e de'iuoi primi Fondatori
assai diffusamente ; riferisce quiui , quanto si sia ingannato vn certo Martino
Errdr di Mar Chemnicio Heretico , il quale non facendo differenza veruna fra queste due_>
tino Chemni- Religioni, ouero più tosto confondendo l'vna con l'altra , disse, che la prima ori
cìq .Heretico
circa l'origine gine de'Padri della Compagnia di Giesu, era stata da Don Gio. Pietro Carafa_f
di quella Re in Venetia, che fu poi Papa Paolo IV, errando non solo nella persona del Fonda
ligione.
Diego Paiua, tore, ma nel tempo, e nel luogo : percioche quella (come riferisce l'istesso Paiua,
e Nicolò San- Nicolò Sandero, e gli altri Autori cattolici, che ne trattano) hebbe principio se
dero. •
dici anni dopo l'istitution di questa de'Cherici Regolari , sotto'l Ponteficato di
Papa Paolo Terzo, santa memoria, l'anno 1 540. dal B. Padre Ignatio Loiola, in
compagnia d'altri noue dall'istesso Autore nominati ; quando per la scisma d'En
rico Ottauo Re d'Inghilterra, e per la maluagità degli Heretici, tutte l'antiche.^
Religioni furon cacciate fuori di quel Regno; ma questa de'Cherici Regolari,
hebbe origine l'anno 1524. sotto Clemente Settimo , com'è detto, e come si di
rà nel seguente Capitolo»
Monsi-
■ r*1 ', ■ - .i i u .... r mmmt m „-_ui_
sa-ancorche hoggi sia di gran cura;tuttauia molto maggiore era quel gouerno ,
quando l' istesso Monsignor Gio. Pietro Carafa l'amministra ua : conciosiacosa
Chiesa di Lan che-in successo di tempo,nó solamente ne fu smembrato con tre vilIaggi,Lancia
ciano smem
brata da Ciui no,il qual fu fatto Vescouado , e poi da Papa Pio Quinto Arciuescouado: ma 1'
ta di Chieci, e istesso Pontefice Pio, volendo far Città ancora Ortonamare ; la tolse dall'antica
fatta Arciue
scouado. giuri sdit ione dell'istessa Chiesa di Chieti , la quale rinuntiata dal Carafa , e dal
Ortonamare Pontefice Clemente Settimo accettata, questi quattro Padri, e primi Fondatori
nuouo Vesco-
nado. della nuoua Religione , hauendo ascoltato la Messa,del Vescouo di Caserta, all'
Solenne pro Altare, e Cappella di santo Andrea Apostolo , nell'antica,e famosissima Chiesa
fessione de* di S.Pietro di Roma,e riceuuta per man dell'istesso Prelato la santa Comunione;
3uattro Fon*
atori • s'auuiarono processionalmente all'Aitar maggiore , oue i Corpi de' gloriosissimi
Principi degli Apostoli giaccion sepolti; e quiui per ordine del Pontefice,nelle_-;
mani del medesimo Vescouo di Caserta, sedente alianti l'istesso Altare , come
Commessariojda sua Santità,à quest'effetto specialmente deputato,tutti di con
cordia fecero la lor solenne professione , come nelTistromento , che sarà qui ap
presso, chiaramente apparisce. Nella qual professione,obligandosi eglino solene-
mente alla Diuina Maestà,con la promessa de'tre solenni voti, Vbbidienzà , Po-
uertà, e Castità, à sembianza di quelche fanno tutti gli altri Religiósa , di qua
lunque Reiigione,dalIa santa Sedia approuata,diuennero veri Religiosi,Capi, e
Fondatori di questa nuoua Religionc.Dipoi,fatta in questa fòrmaja lor profes-
sione,e di tutta questa attione,fattone i'istesso giorno,e nell'istessa Basilica Va-|
ticana,publico istrumento , per man del medesimo Stefano de Amandis,publi-
co Notaio di Campidoglio , da noi poco fà nominato ; elessero i tre altri Padri
Il P. D. Gio- vnitamente,e di comune consentimento, per lor primo Prelato , e Proposto, il P.
Pietro Carafa
eletto primo Don Gio. Pietro Carafa, come si può aistintamente vedere nella copia dell'
Proposto . istrumento originale, di tutta questa attione,che farà qui sotto registrato. Nel
qual'istrumento , farà ancora inserto, e registrato il Breue dell' istesso Pontefice,
per la fondation di questa Religione,e prima concessione, fattale da sua Santità,
di molte grafie, e priuilegij ; il cui originale^ conserua nell'Archiuio di Campi-
dogliojfra l'altre scritture della Città di Roma; donde è stata cattata fedelmen
te la copia , la quale m'è paruto di douer qui sotto inserire, e darne notitia in
quest'Istoria , per maggior sodisfattionc del pio, e diuoto lettore , come simil
mente per certezza del fatto •
Copia deH'Istrumento .
Die i-f.Septembris 1 5 24.1n nomine Domini Amen.In presentia mei Nota-
rij, &c.personaliter constituti in Ecclesia sancti Petri de Vrbe,audita mis-
sa,celebrata per Reuerendum Parrem Dominum Episcopum Caserranum, supra
Altare Cappella? sancti Andrea*,ReuerendiPatres,DominusIoanncs Petrus Ca
rafa de NeapoIi,Epifcopus Teatinus,Dominus Caetanusde Tienis Protonota-
rius Aposto^us , ac Iuris vtriufque Doctor de Viccntia,Dominus Bonifatius de
CoIliSjClericus Alexandrinus,& Dominus Paulus de Consiliarijs Clericus Ro-
manus , precedente comunione eorumprocessionaliter de dicta Cappella acce-
dentes ad Altare maius sancti Petri, sedente dicto Episcopo Casertano, sanctissi-
mi Domini nostri Papa* Commissario , viua> vocis oraculo spécialiser ad infra-
scripta , vt asseruitjdeputatOjcathedraliter in pede dicti Altaris prxfatus Rcue-
rendus Pater Dominus Ioannes Petrus Episcopus , praefentauit eidem Domino
Episcopo Casertano , quasdam literaS Apostolicas in forma Breuis , fanctissimi
Domini Papa» ClementisSeptimi, quas ea qua'decuit reuerentia recepit, illasq.
praefatus Dominus Epifcop'us Casertanus pubiicè legendas mihi Notario tra-
didit,huiusmodisub tenore.
• , .... ... .. A tergo ,
I
A tergo . Venerabili fratri Ioanni Petro Episcopo TheatinO , & dilecto fílip
jCaieiaao Presbytero Vicentino,ac eorum socijs,& successoribus. Intus verò .
a vo-
12 Historia délia Religione
D E così con questo feliciflîmo principio , e saldo fondamento délia lor nuoua
Religione,essendosi eglino dedicati con ardentissimo zelo , e con interno , e cal
do afFetto,all'onnipotente Iddio,e culto délia sua santa Chiesa , con sincera di-
uotione; quanto più s'erano allontanati da gli affetti, e contenti di questo Mon-
jdo , gettandosi dietro aile spalle, ogni pensiero, e cura degli affari, einteressi hu-
mani , tanto più gustauano , e godeuano délie delicie , e dolcezze spirituali délia
Diuina gratia . E rispondendo in loro, il culto esteriore , all'interna diuotion del
cuore i attendeuano dì,c notte , à lodar continuamente Iddio,occupandosi non-
solo negli vfficij Diuini délie settehorc Canoniche, ecclebrando il santissimo
sacrifício dell'Altare j ma esercitandosi etiandio con le celesti meditationi , o-
rationi , lettioni , e studij délie sacre lettere j si godeuano d'impiegarsi in_»
quclla maniera , e forma di viuere , che da loro s'estimaua più similç.^,
e più proportionata , all'antica puritàdel Sacerdotio,contentandosidi uiuer
poueramente , di quel poco , che per carità délie persone diuote , era lor [iPadri Che-
volontariamentc donato . Onde spirando di già l' odor délia lor buona fa- II sono rici Regolari,
i primi,
ma,eviuer Religiosité peruenendo à gli orecchi del Pontefîce Romano, voile icfae rinouanol
che si chiamalsero Cherici RegoIari.Cóciosiacosache,eísend'eglino stati i primi , jnel CleroSe-
colarc, la ma-
che rinouaron nel Chericato secolare,il zelo délia Reîigionc,e l'antica osseruáza j niera del vi-I
uer Apoíio-
B degli lico.
14 Historia délia Religione
de gli Apostoli di Christo, meriteuolmente hebbcro questa nominanza , cosi as- ' A
solutamence , eper antonomasia , di Cherici Kegolari . Onde tutte l'altre ReJi-|
gion di Pretijche alcuni anni dopo,furon successiuamente isticuite , non hebbero
questo assoluto cognome; ma tutti con Ja loro aggiunta furono distintamente_>
Diuerse Reli nominati . Onde i Padri Bernabiti son chiamati Cherici Regolari di San Paolo
gionide'Padri
Cherici Rego Decollato; quelli délia Congrégation dcU'opere , son detti Cherici Regolari di
lan. Somasco ; i Padri délia Compagnia di Giesu , tali sono propriamente chiamati;
i Padri minori, c'hebbero principio nel Ponteficato di Papa Sisto V. nella Città
di Napoli , nella Chiesa di Santa Maria délia Misericordia , suor délia porta_*
délie Vergini , si chiamano Cherici Regolari Minori; e sinalmente gli vltimi, si
chiamano Cherici Regolari, Ministri dcgl'infermijsi come nelie fondationi loroj
e ne'Breuijspediti à lor sauore,chiaramente si vede.
Addunquesotto questo titolo, e nome di Cherici Regolari , incominciarono
adhabitare vna picciola Chieïa , con vn luogo à quella congiunto, chepochi
giorni auanti,haueanper qucst'afsare eletta,e preparata nel monte Pincio , nelT
istessa Città di Roma,vicino al Monastero, c Chieíà délia Trinité de'Monti , de'
Frati Minimi di S.FrácescodiPaoIa;e quiui ne'seruigi d'lddio,có viuo,e cordial
affetto occupandosi, à gliessercitij délia lor Religione aísiduamente attendeua
no.Doue se ingannato il Dottor Nauarro.-huomo di moka virtù,e talento ; per-
Errore del
Dottor Nauar cioche hauend'egli creduto à chi non hauea cognition di questo farto,tenne,che
roincorno à la lor prima Chiesa fosse quella di S.Siluestro nel Quirinale,come riferisce l'istes
questo fatco.
sonel terzo libro de'suoi consigli,nel titolo de Conlecratione Ecclesia?,vel Alta
ris,inquegli stampati in Roma l'anno 1590. e ne gli altri stampati in Venetia_.
l'anno ï6oï. nel primo lib. del primo tomo,al titolo de maioritate,& obediétia,
al consiglio nono.In questa Chiesa addunquc del monte Pincio, viueuanoquesti
Padri molto santamente, di vita quasi Angelica,dando tanto buon esempio,e ta
Ic edificatione al PopoIo,e alla Corte Romana , che l'istesso Ponteíïce Clémente
Vll.haucndo lor conceduto molti,e gran priuiIegij5come il diuoto lettore haue-
rà potuto chiaramente conofcere,dalla copia del sopradetto Breue, inserto nell'i-
strumento délia prosession da lor fatta ; s'indusse perciò con moka beoignità 3 e
cópiacquesi liberalmente di concedere alla Religione akre nuoue gratie,e priui
Delle tantt_, |legij,come similmente à esempio di lui,per le lprp Religiose qualità,e virtù,anco-
gracie conce- ra gli altri Pontefici suoi successori,di mano in mano si son cópiaciuti,à benesicio
duce da' Ponte
fici i questa di questa Religione,arricchirla di molt'altre gratie,e.priuilegij,de'quali parlan
Religione , lî do l'istesso Dottor Nauarro,a'tempinostrihuomo célèbre, per la bontà,e dottri
kiarauiglia il na(come ne'suoi chiari,e dotti scritti,à benesicio del Cbristianesimo tutti posti in
Naiurro.
luce,e tante volte ristampati,si può agcuolmenteconoscere)conmaiauiglia pro
ruppe in queste formali parole:7#/w quia ista Congregafio habetplurima , &gran-
dijjìma priuilegia Summorum ?ontificum->qu<t vix credidijjem, tiijì ea legiflem. On
de no douera parere scóueneuole,e suor di proposito, s'ío farò partecipi i lettori
dcquello,che da pcrsona cosi graue,e degna,fu tato stimato;accioche cosi pretio-
si tesori,nÓ restinoin tutto ascosi aile persone pie,ancorche Religiose nó siano.Ha
Gratie conce-
duce alla Reli uendo addunque questo Pont.Clémente VII.có affetto di paterno amore,questa
gione da Papa nuoua Religione,caraméte abbracciata,e giudicádo dalla íua rnoko eseraplare,
Clémence vij. e lodeuol vita,ch'ella si fosse per gouernar bene>e lodeuolmente,e che perciò do-
uesse ester di grá giouamcto,erecar grand'vtiie alla Chiesa vniuersa.le;le cocesse
ch'ella fosse escnte da ogn'akco superiore , e sotto la spécial prptertion délia S.
Sedia immediatamente soggetta,okre al gouerno ordinaJ-jp del Propostp,e supe
rior dclsistessa Religione . Dipoi voile , che foseer.0 chiamati per proprio nome
Cherici Regolari,vsádo nel Breue Apost.quest'istesse yìwìvsubq.îjomixei&nun-
cupatione Clericorû regulariû ; che viuesserp in córnuae, ch.e pptessero riceuer ail'
appro-
De Padri Cherici Regolari. Cap. 2.
e nel-
1
De Padri Cherici Regolari. Cap. 3 . i7
gnor veramente religiosissimo^ dalla natura, e da Dio dotato di tal virtù, e ma-
niere,che dall'istessa Maestà fu giudicato degno d'esser suo Viceré , e Capitan.
Generale nel Regno di Napoli . Nel qual tcmpOjessendomi occorso di venir se
co in dimestico ragionamento di questo caso , e riferendomi quanto di sopra io
ho detto , mi certificò dell' ecceifiuo dolore , che la Maestà dellìmperadore, di
questo particolare eccesso del Borbone,s'era preso, come egli n'hauea fatto di-
mostratione à tutto'lMôndo. Ilche intesi da questo Signore , primache dal suo
Re richiamato, se ne tornasse a quella Corte i oue per grada dell'istcssa Maestà,
fu satto non solo suo Maiordomo maggiore , ma etiandio Aio. del Serenissimo
Principe figlio , il quale gli successe poi ne'suoi felicissimi Reami , sotto nome di
Filippo Terzo,e hoggi felicemente viue , e regna , che Nostro Signore Iddio il
conserui per lungo corso d'anni. Partiti addunque per questo sinistro caso,i no
stri Padri di Roma,col fauore,e compagnia di quell'Ambasciadore, si trasferirò
Errore di D.
Pietro Ricor
dati^ del Pin no(com'è detto)in Venetia,e non in Verona,comefcriuono,malinformatU'Au-
nino. toredell'Historia Monastica, Padre Benedettino,di cui poco sopra dicemmo , e
Onofrio Panuino nella vita di Papa Paolo Quarto ; e giunti in Venetia,hebbero
I Padri otten
gono in Vene- per loro stanza da habitare,la Chiesa, e luogo di S. Nicolò di Tolentino ; ou^
tia la Chiesa infino all' anno 1606, hanno dimorato continuamente , facendo sempre gran
di S. Nicolò . frutto neiranimc,non meno con l'esercirlo continuo d'esortationi , di lèrmoni, e|
di prediche,che con la frequentissima amministrarion de' sagramenti , oltre 1' as
sidua sollecitudine del buon seruigio , giorno, e notte , nel culto Diuino in quella
Chiesa,dando di loro continuamente viui esempi) di virtù, e di Religione. Onde
per questi religiosissimi portamenti, sono stati ièmpre in grandissima riputation
di quella Città , infino al detto anno 1606. quando partirono, per Io ccasion
dell'interdettOjdi quella Republica,e suo Dominio (come si dirà al proprio luo
Cap. «6.
go) oue insiemementcsi farà mcntione ancora della tornata,cessato l'interdetto.
Nella qual casa,oltreal frutto,c'hanno fatto nell'anime , in beneficio di quclla_i
I Cherici Re Città ; sono stati ancora buona cagione , insieme co' Padri della Compagnia di
golari, co'Pa Giesiijdella riforma dell'ha bito Ecclesiastico,neI Clero secolare ; essendo, stati i
driGiesuiti,
son buqna ca primi,tanto i Padri Giesuiti , "quanto gl'istessi Padri Cherici Regolari , à intro
gione della_i durre in quella Serenissima Città la lodeuole, e religiosa vsanza di portar in te
riforma dell"
habito Eccle sta le berrette da Prete , à quattro canti , secondo l'vso Romano , Dal cui buon
tiaftico , nella esempio inuitati , e à imitation loro,g!i altri del Clero secolare, han cominciato
Città di Ve pochi anni sono à portar le berrette da Prete , alla Romana i essendo stato per
netia .
l'addietro nell'istessa Città i'habito delle persone secolari,e del Clero indistinto:
pcrcioche portando veste lunga,cosi i laici, come i Cherici secolari , vsauano si->
milmente gli uni, e gli altri le berrette tonde, senza differenza veruna . Onde__j
LorenioPrio- Monsignor Lorenzo Priolijdignissimo Patriarca, e Cardinal di Santa Chiesa_i i\
h Card, e Pa
■marca di Ve giudicando cosa conueneuole , per ogni riipetto , che si come l'ufficio del Sacer-
ncua , dote,da quel del secolare è molto differentiato,e diuerso,cosi nel suo Clero seco
lare apparisse la distintione,non solo nella uita, e ne'costumi , ma etiandio negli
habiti esteriori; fece di manicra,che nel tempo auuenire, i Preti hauessero à usa
re la già detta diltintione, non uolendopromoùcre alcr.no , che non portasse Ia_»
berretta da Prete , secondo l'uso Romano, parendogli cosa disdiceuole , che nè
pur ne' Sacerdoti , e Curati apparisse distintion ueruna d'habito, ondedallO
persone secolari fossero conosciuti , come la riuerenza , e dignità del grado , c
I Padri edifi dell'ufficio , giustamente richiede. Quanto poi à quel che appartiene al gouerno
cano in Vene- della uita temporale^ Padri hanno comperato sito bastante,facendo di tempo in
tia vna Chie
tempo molti edifici;, per loro habitatione , e ultimamente hanno sabricato da*
sa da* fonda-
mentis fondamenti una nuoua Chiesa , molto più rrobile,e più capace della prima^. .
Il qual edificio , si come vniuersalmente è cómendato , e lodato ; cosi ancora fu
hono-
De Padri Cherici Regolari. Cap. 3. i9
honorato non solo da Monsignor Lorenzo Prioli Cardinal di santa Chiesa, e Pa-
triarca,che l'anno i S9 i.a'sette di Nouembre,vi pose la prima pietrajma etiandio
da Pasqualc Cicogna Doge,con tuttoqucl Senato,e moki Nobili dell'istessa Re- PasquaJe Ci-
cogna Doge
publica;i quali nó meno per l'aftetto,che portano à qucsta Religione,che per có- di Venecia .
piacimento di cosi buon'opera , alla Rcligiosa cerimonia presentialmcnte inter-
uenncro . La fabrica di qucsta Chiesa , che su recata à fine con la spesa di qua-
rantamila scudi , íènza'l suo pauimento, la sacciata di fuori,e la Sagrestia; non-
solo è riuscita bella, ma nobile, e capace,à sembianza di quella,che fbtto'I titolo
del Redentore,da quella Serenislîma Signona,fu già sabricata,per sodisfacimé-
to del voto fattOjhauéd'hauuto gratia dalla Maestà di Dio, d'eslcr iiberi dalsin-
fluenza délia peste,l'anno 1576. Perdarfinalmcnte à questa Chiesa, con l'vl-
tima sacra cenrnonia,iI suo compimento , Tanno 1 602. à di 2 9. d* Ortobre con
grandiísimo concoríb di gente, coíi délia Nobiltàj corne del Popolo d' ogni sta-
to, grado, e conditione ; su solcnnemente consagrata da Monsignor Patriarcat
Matteo Zanne, fìgliuolo di Girolamo Zanne, chefu Capitan General di quel MatteoZanne
Patriarca di
la Serenislîma Si^noria ail' Armata Nauaie délia Lega,e per memoria di questa Vcnctia*
Consagratione n apparisce neU'istessa Chiesa la seguente Iscritrionc .
Copia della lettera degli Eletti della Città di Napoli al.P.D.Gio.Pietro Carafa.
•
De Padri Cherici Regolari. Cap.4. l l
A di belliflSma aere>dalla tuiba sequestrato, & là doue délia vera sapientia , che v.oi
seguite , si può ièguire il camino . Siate però contento di sodisfare quefta nostra
diuotione;Perche Tassai lungo eíèrcitio di vastre virtù, non partendosi da voi ,
nè che voi lo vogliate , si va palesando per tutto . Con messer Tizzone > il quale Cap.7-
certoèbuono ipirito , potretc mandare quelli che vi piaceranno , almeno vn
paro , perche Nostro Signore ne mandarjiiegli altri , e quefta Citrà posta rjpo-
nere deTuoi tesori nel Cielo , per sare neJIa vostra pouertà pascer Chriíto . Non
i
ce defraudate dunque di queíto santo desideriorraccomandando nòi}e la Città
humilmente aile Tante orationi vostre , e de'vostri fratelli inChristo congregati.
Da Napoli a 4. d'Qttobre 1532,
D. Y. §. Reuerendislima ,
B Aflfettionatissimi Seruitorì
L'Eletti délia Cittàdi Napoli, '
Paulus Palmerius Secrçtarius .
C
T 7 Enerabilis frater , & dilecti siiij salutem , & Apostolicam benedicìionem , Breue,
y Exponi nobis nuper fecistis, vos per hoc fermè quadriennium , a nónullis
dcuotis,etiamnobilibuslaicis,ex CiuitateNeapolitana, crçbris pulíatis pieci-
bus; ac demum ab ipsa Cíuitate,publicis litteris,vehementius fuisse rogacos , vc
illuc aliquos ex vesrris Clericis mitteretis > quilocum in cadem Ciuitate , iam
nomini vestro constructum>recipcre>atque inibi, Domino famulari valerent,vos-
què itineris Jonginquitate , ac diíficultate deterritos, simul& de vobis ipsishu-
militer sentientes j nec ad satisfaciendum illoruni expectationi , vos idoneos
cognoscentcsjhactenus illorum precibus acquiçsccrediltulisse: sed cura hinc tam
deuota? Ciuitatis, vel preces conremnere 5 vel deuotionem fraudare, vel certe
liberalitatem aspernari, durumj&inhumanum/illinc tantovos itineri crcdere,
D
tam longe posita loca recipere , quod maius eft,tantam opinionem, expectatia-
nemque íuítinere , audax nimium,& supra vires vestras,vobis esse videatur, hs-
retis in ancipiti ; nec omnino 5 vel aliquid statuatis3vel quod petcntibus,respon-
sum detis , inuenire poteftis . Quapropterdiuino auxilio, afíìduis orationibus / -
inuocato,ad nos tandem confligiendum putastis, nobisque pro vestra in nos? &
hancsanctamsedempietate, humiliter supplicare fecistisSvt quodcunque nobis
super eo videretur, vobis paterne coníulere , dç solita. sedis Apostoliea? beni-
gnitate dignaremur. Nos igitur deuotioni vestrae satis&cere , quantum cura
Domimo possumus cupientes , consultation!, ac petitioni vestra: taliter respon-
demus.Quod cum ex Domini prajcepto, nos omni pctenti tribuere, atquc anga-
rianti mille passus , alia duo simul pergere debeamus j Cumque nos Paulus Apo-
E
stolus,non quç nostra,sed quœ Iesu CÎjristi sunt,quçrere docear,qucmadmodum
ipse,nô quod sibi esset vtile, sed quod multis,vt salui fièrent se qua?siss e testatur,'
debetis y& vos aliquid laboris aífumere, vt iuxta Domini prasceptum , valcatis
■ t. „
proximórum vtilitatibus inseruire: quodsiqua vobis exponi contigerit , qua»
uires grauare uideantur ; non debetis, in uirtute uesira considère , sed in eo , qui
diues çst in roisericordia,& qui dat omnibus affluenter,& non impropcrat , &i
dat
22 Historia della Religione
<
De Padri Cherici Regolari. Cap.4. 23
per H honorati , e religiosissimi talenti , di cui non meno dalla natura , e dal Si
gnor Iddio , che da'buoni habiti della Religione , furono singolarmente dotati :
vno'fli il P.D.Michele Mazzalorso di Monopolijl'altro il P.D. Pietro da Verona^ D. Michelet
Mazzalorlò
Il primo mentreche habitò inS. Paolo, vi stette sempre con tanta fama, e repu da Monopol
tatane della bontà e virtù sua, che per Io continuo concorso,e frequenza delle e D.Pierro da
genti,chc negli essercitij di carità,amministration de'Sagraméti, e cósigli'in aiu Verona.
to dell'anime , e confidenze loro , il teneano aifiduamente occupato ; appena gli
auanzaua tanto tempo, che a' consueti esercitij della sua Religione, in compa
gnia Urrgii altri Padri potesse intcruenire . Onde essendo egli stato per Ubbi
dienza trasferito in S. Nicolò di Venetia, vltimò quiui i giorni suoi con opi
nione vniuersale d'ottimo Religioso. 11 P.D.Pietro da Verona,huomo per bontà,,
B e per dottrina di grand' affare 4 rese l'anima à Dio in S. Paolo, con grand'opinion ! c 10.
di santità l'anno 1 5 5 1 . come diremo al proprio luogo. E la prima Chiesa,che su !
data alla Religione, e che cominciassero i Padri ad n'abitare, e vfficiare , fu santa j dJ^ifìiS
Maria della Misericordia , posta fuor della Porta di S. Gennaio, appresso le mura ! gione.
della Città . Per la cui ristauratione , e per alcune commodità necessarie , cosi al
Culto Diuino , come per habitatione,e comodità de'Padri; compiacquesi Gio.
Antonio Caracciolo, come molto affezionato alla virtù,eamatorde' buonReli-,^10' Ant"nio
giosi,e ieruidi Dio,difarui vna nobile lpesa.Anzi dubitando che i Padri in suc- 1 come d'Oppi
cesso di tempo , non potessero senza certa rendita nella Città di Napoli mante-r°^n^atto
nersi , e parendogli che l'istessa Città non gradisse questo nuouo modo di vi- ReligiosijTde'
uere sènza haucr proprio , e non cercaci' limosine, offerì loro vna rendita sicura, e ! poueri.
basteuole per loro sustentamento,c fece più uolte viua istanza,che l'accettassero,
ancorché da'Padri non solamente non fosse accettata, ma ne pure ascoltata ,per
hauer eglino collocata ogni lor fidanza nell'infallibile Prouidenza Diuina , la
quale hauendo particolar cura de'serui suoi (come sensatamente si vede^quan
tunque habbino hoggi tre luoghi,e molto numerosi,particolarmente i due di S.
PaoIo,ed^'SS. Apostoli , più d'ogni altro che l'istessa Religione habbia in qua
lunque altraCittà ; nondimeno viuono religioiàmente , sotto le grandi ale dell'
istefsa Prouidenza Diuina, tanto è grato,e fruttuoso in Napoli il religioso modo
di viuer loro.Non hauendo dunque i Padri accertato tal rédita,l'istesso Conte d'
Oppido, che fu sempre cosi per dote della natura, come singolarmente per fauo-
reipeciale della Diuina gratia liberali/Timo donator de'suoi beni, e diípeníator
della roba sua a'poueri di Christo , restandone molto edificato , non seppe mai
ccssare,non solo mentre che visse,di far partecipi i Padri della nostra Religione,
della sua liberalità ; ma ancora alla morte, facendo vn nobilissimo legato, lasciò
tanti maritaggi perpetui , di tremila ducati l'vno , per ciascuna Donna della fa
miglia Caracciola, e tante piazze perpetue di sei ducati il mese, per aiuto,c sou-
uention di tanti poueri gentilhuomini,e gentildonne dell'istessa famiglia; volen
dole quando pur non ci fossero Caraccioli, in beneficio d'altri poueri Nobili ,
nell'isteiso modo si compartissero .
Auuenne in successo di poco tempo, che accorgendosi i Padri , non essere à-DeHberarion
proposito, il tener per la Religione questa Chiesa della Misericordia, fuor delle ç*^*1 d Ia
mura della Città,si deliberarono di lasciarla. Conciosiacosache, quantunque^ !sa'dis* Maria
hoggi in capo à tanti anni, questa Contrada sia tutta habitata,e di Palagi , e di della Miseri-
Nobili habitationi'd'ogn'intorno circondata; nientedimeno, essendo il luogo in |coniu'
quel tempo molto rimoto , e solitario, lontano dalla frequenza del popolo ; non]
v'era speranza veruna,di poter far nell'anime quel frutto, che dalle Religioni Luogo di Ma-
specialmente si richiede . Onde i Padri si trasferirono dentro alle mura deUa^ 1
Città , in vn luogo vicino à santa Maria del Popolò , che fu donato loro da vna dri dentro al-
diuotissima , e virtuosissima Gentildonna , chiamata Madama Longa,di Natione 1* mu.ra dl
; . D Napoli.
Spa- -|
s
:
f
dclla virtù sua,il dichiarò Cardinal di Santa Chiesa; il quale , corne principalis-
simo mcmbro,e Capodi questa Rcligione,ricordeuole de'suoi Fratelli, e íïgliuo -
li,edcsiderosod'esserloro gioueuole appresso la Santa Sedia , malsirnamentc ne'
beni spirituali, ottennedal Pontefice alcune gratie , e Priuilegij perlo buongo-
uerno délia sua Religione. Ondel'annodi nostro Signore 1537. che fu il
quarto del suo Ponteíìcato , à iítanza deU'isteíso Cardinale , còncessc viuae vocis
oraculo,alcuncparticoIari gratie intorno al buon gouernodella lor Congrcgatio
ne,lequali nella Bolla délia confermation de'Priuilegij di Papa Pio V.sonta me
moria,sotto l'anno 1 565.sono tutte distintametc regiserate.ondc per fuggir la so-
uerchia lunghezza,nó è bisognodiriferirle in questo luogojancorche in progresj
so di tëpojcrescédo sépre à poco à poco la Religione,cosi per la mokiplicaticn de'
luoghi,come per Io cresciméto délie persone,à honor,e ícruigio di Dio,notabiIislï
mo aiuto,e proíìtto dciranimc,c có grád'ediíîcation de'prossimiji Padri giudica
rono necessariojchesidouesser mutarealcuni di quegli ordini,i quali per progresj
so délia Religione.furon da principio santamente fatti.Concioíìacosache, quella
forma di gouerno , la quale era già buona , mentreche la Congregatione , corne
C picciola
26 Historia della Religione
Àrendc molto nobile,e ricca quella facciata dell'edifìcio, più di qu'al si voglia
altra, che sia in qualunque Chiesa, della Città di N apoli . Nel cui mo.-
derrto Architraue di questa Porta,si legge vn'elegante, e Religiosa rscrittione ,
impressaui da questi Padri,cheper sodisfare al pio,e curioso,ancorche lontano,
lettore,m e paruta cosa conueneuole di lasciarne qui appresso la copia , che è
questa . -—
■ • . ' ■ ■
Ma,accioche i Padri,per beneficiò del Culto Diuino,circa l'esercirio de'San •
tissimi Sagramenti, e delle Predicationi, potessero esser più Jiberi,e più spediti , Tnslation
Ideila cura dell
e al Sig. Iddio,e allalor Chiesa più liberaméte seruire^euádosi da dosso la cura I l'anime alla ^1
di quella Parochia,che si folca esercitare nelf vltima parte di questa ChiesaJspe.r Chiesa di Sa»?
gratia,e beneficio del Pont. Paolo IV. si trasferì in capo à pochi anni, in vn'al- Giorgitello.
tra Chiesa di S. Giorgitello, e con la pienezza della potestà sualeili vnita La
quai trailatione , e vnione , ancorché in vita di questo Pontefice fosse eseguita ;
nientedimeno per le molte liti , che l'Abbate Lionardo Angrisano mosse a]
Padri , per inquietargli^ fece vna conuentione,e accordo, che in vii canto della'
Chiesa , nell'altra parte da man sinistra , si facesse*vna Cappella , bue gli vrfici/;
appartenenti alla Parochia , e cura d'anime, à suo piacere esercitasse. La quai
Coaacntion
I Cappella, ancorché l'annodi Nostro Signore 1 577. solfe da lui fatta ; nondi con l'Abbate
meno non hauendo appena cominciato à viaria , venuto l'istesso' anno, anzi 1' Angrisano per]
la craslation
istesso Mese à morte , altro non vi îì fece in quel tempo, che battezarui vn si- della Cura.
gliuolo.Onde accioche i Padri,più liberamente possedessero la detta Chiesa^ j
Don Paolo Arezzo , Cardinal di Piacenza , in quel tempo Arcitiéscouo di Na
poli , Padre della medesima Religone f come si dirà al suo luogo ) volle , che
|D losseruata l'ordinaria forma de'sacri Canoni , cioè col consentimento di Fran La trislanonj
della cura d'a|
cesco Lombardo , ch'allora n'era Abbate , successore dell' Angrisano , e gli suoi j nime s'esegui
fìglianida vna parte, e i Padri Chetici Regolari dall'altra , fosse irreuocabil-j sce coi vn_»
breue di Papal
mente eseguita quella traslationc , e vnione ; c he Papa Paolo IV.con la pienez Gregorio xiij.
za della potestà, pervn Breue Apostolico hauea giàfatta. La quale esegutionc,
per maggiore stabilità , e fermezza , da Papa Gregorio XIII. con vn Breue.-»
fu vltimamente confermata . E cosi sgrauano'oíi i Padri , insin dal principio.,
dell'obiigo dell'aninie,e allargandosi quanto al ifito del luogo, e crescendo ogni
giorno più,cosi nel numero delle persone , come ne'meriti , e nella riputarion
della Religione ; in questa Città di Napoli, hanno sempre fatto gran frutto peli'
anime:c con l'odor delle virtù loro, e con la vita molto esempIare,hanno mante
nuta la Religione in tanta openione ; eh' elle stftta sempre , ed c hoggi più che
mai nella Città cara ,e amata molto . Dimanierache moltiisimi Nobili,e Citta
dini , fi fon vestiti di queft'habito, cosi dell'istessa Napoli,come similmente dell'
altre Città del RegnOiOnde crescendo in questa maniera,quanto al numero delle
periòne,che végono alla ReIigione,nó è marauigliase questo luogo di S.Paolo,di
tépo in tépo,c stato di staze per habitation de'Padri,moIto ampliato,e cresciuro.
• sAlla quai opera,nó mácò di cótribuire,la S.mcmoria di PP.Paolo 1 V.cótétandòsi
con
• w -
con la sua libéralisa , d'hauerci parte. Percioche ejg(j qrdinò al Nuntio dcl
A
Rcgno di Napoli , che , per dar prineipiç alla fabriea di $u.esta Casa , donaíse_>
alcunc ccntinaia di diicati , c la Ciiesa è stata ri.&!tê da" fondamenti c
ncbilitata molto , e ï anno 1603. eonsagrata ( ep,mç apprefTp al proprio
Cap S r.' luogo si dira ) ma particoJarmente de' tespri snirjtuaJi àejl' Indulgenzc_j
arricchita . Percioche , oltre all'altrc à qucsta Chiela ancicamcnte conccdute ,
conccdute al di cui , cosi per traditionc , çome per lo concorso dei popolo 3 s'haueâ cogni-
la Chiesadi
S-Paolo dijfa tione i Papa Paolp IV, il primq anno $e\ fuo Pqnte^eafo, cpnçessc àtufti i fe-
Poli , dcli , coíi huominijcqme donne,indulgenza pjenaria , cla durar p'erpetuamcntc ,
per ciascun Venerdì di Marzo> dajnascimento, insihe ai tramontar del Sole i
purcjie contriti , visitando la Cbicsa di San Paqlq , prcgassero Iífdio pçr l'esal-
tation diS.. Chicsa3estirpaçipndell'heresie, vqione pppacefra' Prinçipi Chri-
#!
ítiani, E Iafanta memórja di Papa Pio QuintOjséhtendo ii grandifiîmo con
corso , aîfineehe celoro>che desidcf-auano ai conseguis- tanto telbro spirituale ,
1 nonne restasseropriuii voile, ampliando l'istessa gratia, chc la potesle godcre
chiunque visitandola , ancora auanti giorno , facesse l'istessc orationi , infino à
quai si sia hora dclla notte . Òltre à questi tesori soirituaíi , f istèssa__,
Chiesaè stata ancora arricchita di moite lante, c segnalate IieJiquie , di cui
essendoucnc in buon numero , sono ancora diuotamente tenute, e di npbili or
namenri adornate,
■• ' ■ • ■ - • r ..... Jt .. .....
\
S S E N D O staro íl P, Don Giouaími di Abrianè VffletUpp. fra'
M v&§&7 Prjmi'c piùsegnalati Padri di questa Rçjigionc, epçrl' dcmpio D
JQ Wffîh deJ!a vica Regolarc , Rcligioso. rapjtp degno d'csser imitatp i mi par
frffj^fjfl cola conucntuo^c 1 scgucndo l'ordine dell' Historia , di non-j
tacere in qucsro luogo, vn attp délia virtù , e bontàsua, mol
to Religioso.E quátunque nel succeslodeiristefta Hiftq4a,pivi volte ci s' habbia
à porgere occasionc,di cómendajei meriti,e le virtiì sue,Hiplto Eroiche, c íìngo-
lari , hauendomaslìmamente co/iesempio disusatOj prarp di profonda humiJti ,
c corne poco vago délie grande;zze , e degnità di. questo Mondo, risutato l'Ar-
ciuelçouadodi Napoli , con grandiflìma-resistenza fatta à Papa Paolo IV. per
non acccttarlo ; ed eísendo st?tto tuttorimesspijìDíQ, nplle neceíruà cprporali
délia sua Religione , appoggiajro tutto alla Diuinaprpyidçnza : njcntep'imeno ,
nell'occasion d'vn Fratello,pafsato quest'annp 1 J4?.à ipìgíior vipa,np mi par di E
douernc taccre^in questo Capitolo vn esempioiafcníche i lettpri,facen(io à gara
nell'imifation de'nostri antichi PadriyhabbianppcçíiîìQne , di cpBquiítar|aper-
settipne , e viaù sua , e mjaiïìma mente quel buonp spiritp , cbç lo guidaua, e in^
drizzaua nel gouerno de'Padfi , e Fratelli ftoj faúditx , cpro? deila paçienza , e
v ■ • ■' íbromession de' sudditi ,/iel soft ener le mortification! , eie çorre;tjppi della^
buona disciplina Regolaretper mr:no dc'lorSuperiori, Essendo addunqueil P.D.
• Giouanni Propofto délia Casa di S. Paolo , haue» vn fuddifo, ottimp Religiosp?
il quale
«—r
De Padn Cherici Regoiari. Cap./. 29 •
sta vita ? in vn Capitolo Generale tutti noi , che v'interuenimmo , con molta ta-
rità,edi concordia,cedemmo à beneficio della Casa di San Siluestro quellasom-
ma, che à ciascun'altra Casa della Religione,fosse in successo di tempo peruenu-l
ta,per la sua rata,dopo la morte d'essa Sjgnora , in virtù della cessione sarta da*'
Padri in quei Capitolo,tutta quella quantità di danari , che se n'hebbe, andò à
beneficio del luogo di S. Siluestro ,
con vn
34- Historia della Religione
perso-
De Padri Cherici Regolari. Cap. ì o. 37
A persone amabile, e gratioso . Anzi per la gran riputation ch'egli hauea acqui-'Ilbllonsllcces
stato in Napoli; era in tanto crcdito,che su attribuito in quei tempi, a'molti me-Jfode'romori
riti delle sue oraìioni , che non fi tosto egli hebbe resa l'anima al Creatore , paAÍ^'J^JÇ?11
sandoà miglior vita, incapo à pochissimi giorni , si vidde seguir la pace, e là1 riti dei p. d.
tranquillità di tutta Napoli , la quale come fedelissima al suo Signore , per mo-i Ciccano,
strar conl'attioni esteriori, la prontissima vbbidienza,che ella douea alla Catto
lica Maestà del suo naturai Padrone , e a'Miniitri suoi , ponendo sine à tutti i ro-
morijsi mostrò al Viceré tutta ossequiosa,e vbbidiente . La qual dcliberatione,e
Iodeuolerisolutione presa dalla Città,ancorche fosse molto conforme alfobligo,
ch'ella hauea al suo Rè Cattolico Carlo V. inuittissimo Imperadore : nientedi
meno , non si sapendo che fine fossero per hauere questi tanto rouinosi tumulti
B ! già nati; molti Signori Napoletani l'attribuirono , alsintcrceffioni e meriti di
questo deuotissimo , e ottimo Padre, credendo piamente, che quel buon_»
Religioso , il quale mentrech'era in q uesto mondo , vestito di carne mortale , con
tanto suisccrato affetto di carità, desiderò e procurò la quiete, eia pace di
quella Città j quello ch'egli non fu basteuole à ottener per lei , mentreches
anima staua congiunta al corpo, sciolta poco dopo da quei legami, e pre
sentata auanti la Maestà di Dio , e con maggior carità supplicandola , come
più liberaci poteste ageuolmente ottenere .
D truai
?8 Historia della Religione
tiuajsi difende dall' imputationi , che gli erano date, per hauer lasciata vna
Chiesa Curata, con vna Degnita, che egli haueain Verona, eleggendo lo
stato della Religione . Di cui dimostrandosi egli amantissimo ; proua cosi con
la dottrina de' Padri } come con V autorità dell' Istorie Ecclesiastiche, e con gli
esempi; degli huomini Santi , d'hauer fatto ottima deliberatione , à elegger lo.j
statjo della Religione , lasciando gl'infiniti pericoli della vita passata . Fece_<>
Componinien anche altri dotti componimenti > in materia de' sacri Canoni, e in particolare ,
ti dçl P. D. Pi e n'ho Ietto vnomoltovtile,in materia beneficiale, de Pluralitate, & incompa*
tro Veronese
in materia de' tibilitate beneficiorum ; la quai materia , ne' tempi ch'egli scrisse , non era an
lacri Canoni . cor dilucidata , come dopo , per le determinationi fatte nel sacro Concilio di
Trento . Le cui religiose , e honoreuoli fatiche , essendo à gli studiosi gio-
ueuoli ; saria stata cosa conueneuole , non tenerle sepolte, come per la loro hu-
miltà e modestia , hanno fatto i Padri per l'addietro,cosi di queste, come d'altre
degne fatiche di molti di loro,che meritauano d'esser poste in luce . Crescen
do addunque molto più nella Religione il nome di questo religiosissimo Pa-
dre^e la fama della virtù sua,mentreche regnaua in Francia l isteíTò Rè Frances
co , il quale demeriti della virtù , e bontà sua , hauea particolar relatione , esti
mandolo soggetto , com'egli era , di gran valore , il nominò à Papa Paolo 1 1 1.
per vn Vescouado di quel Regno , del cui nome , per la differenza , e diuersitàn
fîumilràdelP. dell'Idioma Francese, non è rimasa nella Religione ricordanza , quantunque
D. Pietro Vç- il fatto stesso molto certo sia, e notorio. Ma questo Religiosissimo Pàdre,il quale,
] ronde. come humilissimo 5 e buon seruo di Dio1, e amatpr della virtù,, era insiememente
desideroso di viuer nella sua Religiosa quiete, continuando diseruiralla Mae-»
stà Diuina,mediante I'oiseruanza Regolare, e riputando quello stato, senza com
paragone, molto più sicuro 5 non volle mai , in guisa veruna accettarlo , ma rin
Non accetta.» granando la Maestà di quel Rè,si mantenne libero, e scarico dal peso della Cura
il Veseouado, dell'anime. Del quai successo, essend'io stato fedelmente inforroato,per relation
offertogli da di quei Padri suoi compagni, ch'erano viui ih quei tempi , ch'io entrai in questa
Francelco Rè
di trancia , Religione,i quali haueuan questo Padre conosciuto, e praticato molti anni in S.
Paolo di Napoli'jne posso dar sicùràmente in questa Istoria ragguaglio . Ne fer-
mossi qui là virtù singoiar di quest'ottimo Padre ,hauendo con attion di proson
da humiltà quel Vescouado humilmentc rifiutato : perciochc, essend'egli stato
nella Religione vn nobilissimo soggetto , quasi di tutte quelle virtù adornato, le
quali rendono vn Religioso à Dio grato,e à gli huomini degno d'^sser'ammira-
to e amatogli guisa di nobile e pregiato vaso,ripieno dipretiosi liquorijnelia có-
uersation de'suoi Padri, e Fratellijpiraua delle virtù:e della vitasua,vnsoauissi-
mo odore. Intorno al qual soggetto,ancorche co S.PaoIo Apostolo, egli hauesse
potuto dire,come perfetto seruo di Dio. Bonus Chrifiiodorsumus , nientedimeno,
vÇot.í, .
oltre à tutte l'altre virtù , che in lui specialmente risplendeuano , egli era tanto
Vago della la vago della vita appartata,e della solitudine degna di re!igiosò,che alla medita-
mudine , tione,e all'oration mentale,specialmente dedito , nell'essercitio di Maria , si com-
piaceua talmente,che tutto'Hempo, il quale dalla frequenza del Coro , da' suoi
bisogni corporali, da tutti i consueti eserciti) dejla sua Religione,e in somma da
tutte l'occupation di Marta,giorno e notte gli auSzaua;neIla meditatione,c ora-
tione sruttuosamctc lo spédca»NellaquaI manierale modo di viuerc-hauend'egli
perseuerato,có grand'eièmpio, e lode di semedesimo,anzi co edificationc e am-
miration di tutti i suoi Padri,e Fratelli di quella Casa di S PaoIo,infino à morte:
no mi parendo di poterete di douer giustamente tacere il particolar successo del
suo felicissimo passaggio all'altra vitajmi son rispluro,di darne in questa Historia
breuemente relatione . Conciosiacosachc, essendosi egli ammalato la Domenica
della Settuagefima , d'vna nonsdamente lunga infermiti , d> più di due mesi
<\ ma molto
I
D a dellc I
40 Historia della Religione
A Gio. Maria dal Mónte, Vcsco 110 Cardinal PrcncstinOje volle hauer nome Giulio Papa Giulio
I Terzo, Il qual Pontefice Tanno 1551. confermò alla Religione tutti i Priuilegij Terzo.
' attenuti da gli altri Pontefici , à istanza del P. D.Bonifatio di Colle, Nobile d'
Alessandria della Paglia,che fu vno de'quattro Fondatori della Religione, huo- D. Bonifatio
di Colle ortie
mo osseruantissimo,e di bontà singolare, il quale in questo tempo era Proposto ne la conser-
di San Nicolò di Tolentino, nella Città di Venetia; ouc, essendo per li molti . macina k de* Pri
della
meriti delle sue religiosissime qualità , singolarmente accetto , e nella salute > ' Relígíoine.
dell'anime , spendendo con gran profitto de'prossimi , l'eminente talento , che'l
Della nohilti
Signor Iddio gli hauea conceduto, facea gran frutto in quella Città 3 cornea c .incielici
dotato dalla Maestà sua,di tutte quelle dote, che fanno vn Religioso mirabile—; della Ami
gli! di Colle,
in seruigiosuoDiuino,e della Religione . Di cui hauendo lasciato a'posteri,ot- vedasi à c.irr
B timi esempij , degni d'esser imitati ; fu specialmente tanto amator della quiete, 177.H. 178
dell'osscruanza della vita Regolare, c'hauendo suggito tutte quell* occasioni ,
che l'hauesser potuto,dal suo corso di buon Religioso distrarre ; ne racconterò
in questo luogo vn esempio solo , per saggio della bontà sua . Percioche, essend' D. Bonifacio
inuitato àRo
egli stato molto amato da Papa Paolo Quarto , nel principio di quel Pontefica- ma da Papa_i
to , fu chiamato da sua Santità à Roma , e molto benignamente inuitato per Paolo IV.non
consence di
istarsene in sua compagnia , si come erano stati compagni , e con ottima corri cambiar
spondenza fra loro,nella fondation della Religione . E mentreche il P. D. Boni- qu'ere della
fatio,mal uolentieri si potea persuadere , d'hauer à priuarsi dell'amata quiete.^ Religione per
l'inquietudine
della sua Cella,seguitando di replicare il Pontefice l'istesso amoreuole vrficiodi delia Corte.
farlo chiamare à Roma; poiché questo Padre,in quei due anni , e pochi mcsi,che
visse,dopò l'assuntiondel Ponteficc,fu molte volte chiamato,vsando col Papa la
sua religiosa modestia,fece sempre scusa con sua Santità, per non andare à Ro
ma : ma lasciandosi co' suoi Padri liberamente intendere^ icea , che non gli tor-
naua bene , cambiar la quiete della sua Religione, peri' inquietudine della_j
Corte . In oltre aggiugnea , ch'essendo vna volta vscito di quella Città , non_»
' gli piaceua di tornarui di nuouo , ricordandosi particolarmente , cosi delle per
cosse hauute da quei licentiosi , e fieri soldati, l'anno 1527. nel mese di Mag
gio , quando con le piattonate , e altri più graui oltraggi , fu da loro tanto mal
trattato , come dell'altre superchieuoli indegnità , vsate verso gli altri Padri ,
suoi compagnie particolarmente della crudeltà più che barbara, contro al P. D.
Caetano Ticne,di cui è detto sopra. Hauendo addunque il P. D.Bonifatio otte Morte 'del P.
D nuto di restarsene in S.Nicolò di Venetiajseguì di viuer quiui nella consueta os- □ .Bonifacio .
seruanza della sua Religionc,infino à dì 5.del mesed' Agosto 1557. E passando
allora à miglior vita , lasciò esempio di santità, à tutti coloro , che l'hauean co
nosciuto , e seco dimesticamente conuersato, non solo suoi Padri, e Fratelli , ma
anche ad altre persone dell'istessa Città di Venetia,oue in tant'anni fu sempre te
nuto in openion d'ottimo Religioso,di vita molto esemplare, e incolpata. A re-
quisitione addunque di questo buon Padre,ristesso Papa Giulio , confermò per
BreueApostolico,sottoladatade'io.di Giugno,l'anno sopradetto, tutti i Priui
legij,e le gratiecócedute alla Religione,da Papa Clemente Vll.eda Papa Pao
lo III. (santa memoria)suoi predecessori , come di sotto più distintamente si dirà
nell'anno 1 jó^.ouc si racconteranno tutti i Priuilegij,alla Religion conceduti,ejcap. »f.
confermati da'Pótefici Romani, conl'occasion della confermationc,ottenuta da
PP.Pio V.e di quelle gratie,che l'istesso Pont, in quei tépi benignaméte cócesse
L'anno terzo addunque di questo Pótefice,che fu della nostra salute il 1 5 5 2. «fi*-
nel mese d'Aprile,fu consagrato il Cimitero di San Paolo di Napoli , da Monsi- Scipion Rebì-
gnor Scipione Rebiba , Vescouo di Motola, allora Vicario Generale di Gio. ^y^0"^
Pietro Carafa, Cardinal Teatino, Arciuescouo di Napoli. 11 qual Vescouo di sagra il clmí-
MoroIa,l'anno 15/5. fu creato Cardinale dall'istcsso Papa Paolo IV. e chiamossi te"° di San
i Paolo .
D 3 Car- I
42 Historia della Religione
per essere stato il Cardinal Carafa?Creatura di Papa Paolo Terzo ; dal suo Ni
pote Alessandro Cardinal Farnese , fu singolarmente aiutata, e fauorita , e chia-
mossi forse per questa riçordáza,e gratitudine de'beneficij riceuuti da CasaFar-
pde3Paolo IV. No il ritenne il nome di Pietro; no che egli non iàpeste d'esser di Pontefice Ro
mano , di de
degnità , e di potestà eguale : ma perche si conoscea di meriti grandemente in gnata eguale à
feriore. Addunque la prossima seguente Domenica , nel solito luogo auanti la_, ^Pietro, di
meriti jr/fe-
porta di San Pietro, da Francesco Cardinal Pisano Nobile Venerano, fu coro- nore.
nato. E come colui , che nella sua altissima mente,hebbe sempre innato vn natu
rale^ ardente desiderio di giouare,e massimamente in materia di Religione,alla Zelo del Pa
pa di ridur
Chiesa Vniuçríàie> di cui allora egli era Pastore;ricordandosi in quanto cattiuo re in Inghil
stato si ritrouaua il Reame dTnghilterra,per cagion della Scisma d'Enrico Vili, terra U Reli
e delle molte Heresie, che. nel tempo d'Edouardo Sesto suo Figliuolo, erano sta gion Chiistia-.
na in migliare1
te introdotte in quel Regno; e desiderando di ridurui la Religione in qualche stato',
buono stato,con la prouision di Vescoui Cattolici ; il Mele seguente, dopo la sua
elettione al Ponteficato , dichiarò Vçscouo di S, Asaph,ChiesadiqueIîlegno D. Tommaso
Goulduello
il P.D. Tommaso Goulduello , persona Nobile di quella Natione , della Città Cherico Re
di Conturbia > e Cherjco Regolare della nostra Religione, il quale, per giouare golare Velco-
uo di Sant'
à quelle misere anime, hauea già due anni, che se ne staua in quel Reame . Peìr- Afaph,
cioche , dopo la morte d'Edouardo Sesto , giouanettodi sedici anni,sotto il cui Edonardo VI.
gouernojper vitio d'Edouardo Seimero,suo Zio,e protettore in quel Regno,egli Re d* Inghil
era stato d'Heresia tutto infetto,e macchiato.-essendo venuto quei gouerno,nelie terra heretico
mani della Serenissima Maria Reina Cattolica , ed ella hauendo chiesto à Papa
Maria Regina
Giulio Terzoni Cardinal Reginaldo Polo, Nobilissimo Signore di quella Natio d'Inghilterra.
ne, di Real sangue nato , per Legato Apostolico di quel Regno ,acciocheegli, Reginaldo
co l'autorità sua, riducesse quella Chiesa, sotto I'vbbidienza delia santa Sedia,e Card. Polo le»
Pontefice Romano, assoiucndola dalle Censure , in cui cli'era stata tanti anni se sfato Aposto-
icoin Inghil
polta : questo medesimo Padre Inglese, Don Tomaso Goulduello, per ordine.^» terra .
dell'istesso Pontefice Giulio Terzo , coi compiacimento de'Padri della Nostra
Religione, fu mandato in compagnia del Legato Apostolico , in seruigio della
sua Natione. Conciosiacosache,essend'egIi naturale di quel Regno,e perciò in
tendente della materna lingua ; potea molto meglio d'vn forestiero , impiegar le
forze sue in quel seruigio,spendendo il suo eminente talento in honor di Dio , e
salute di quelle misere anime, da gli Heretici tanto pçrnitiosamente idganhate .
D Percioche essend'egli,non solo delle Lettere di Filosofia più che mediocremente Dottrina, bon |
ornato,ma ctiandio nella sacra Teologia molto ben ammaestrato;oltre alla mol :a.e zelo di
ta cognition della dottrina de'PadrijC della sacra scrittura;potea per Ja salute di Monsignori}.
TomruasoGo-
qucll anime, mediante l'amministration de sagramenti,e con resortationi,e pré ttlduello ,
dications suoi talenti assai conueneuolmente impiegare. Onde perla pratica.,
continua, che n'haueano i Padri della Religione, e per la spcrienza fatta di lui ,
ne'loro Ecclesiastici eserciti; , e per la cognition che s'hauea di lui j ancor nella
Corte Romana , esend'egli riputato vn segnalato Religioso , dotato da Dio, non
solo di bontà singolare, e d'vn sincero afsetto,e zelo dejl'honor Diuino* e della
salute dell'anime , ma di gran prudenza , e destrezza d'ingegno nell'attioni hu-
mane : fu giudicato da Papa Giulio III. per buon istrumento di nostro Signor
Iddio , in aiuto di quelRegno,e da Papa Paolo lV.degno Pastor del gouerno di
quella Chiesa di Santo Afaph. Nella cui amministratione,ancorche Don Tom Nel gouerno I
dell'anime D.l
maso Vescouo, facesse gran frutto nel gouerno dcli'anime,amministrando , e di- Tommaso Go-|
/pensando loro i santissimi sagramenti , e particolarmente nel principio del feli ulduello fa
gran frutto ini
cissimo reggimento della Reina Maria ( di felice memoria) raccogliendo infinite Inghilterra .
ànime dalla seccia, e sporcitia dell'Heresia,e della Scisma,le quali,nel tempo d*
Enrico VIH.e d'Edouardo VL suo Figliuolo, v'erano miseramente cadute3 e sta
te molti
f ■
te molti anni sepolteje riccuendole con la potestà delle chiaui, nel grembo della A
santa Madre Chiesa , e poi in tutco'l rimanente del suo ottimo reggimento , che
fu cinque anni,e quattro mesi .-nientedimeno succedendo in quei misero Reame
[Lisabetta Rei Lisabcttajche ben tosto fi scoperse hereticajin capo à poco tempo,fu talc,c tanta
na d'Inghil-
crra , perse- la persecutione, e l'odio dc'Ministri di lei,contro a'Cattolici;che nonsolamente i
! gai ta i Catto sagramenti non si potean più amministrare , ne celebrar la Messa ; ma , e i'istessa
I liei del suo Re
jgno . Messa,e i Sagramenti,e le Corone,e le Medaglie,e i Grani benedetti^ gli Agnus
Dei>e l'Imagini d'ogni sortè,e tutte l'altre cose,c'hanno sembiante di Religione,
e di Fede , e di pietà Christiana , erano state da loro ridotte, à delitti capitali d'
offesa Maestà; fu necessario, non v'essendo più rimasa speranza veruna,di potere
etiandio con lo spargimento del sangue proprio giouare à quell'anime , di partir
del Regno . Percioche hauendo questa Reina, per seguir le mortali/lime pedate) £
Lisabetra Rei d'Enrico VlII.suo Padre Heresiarca,pubIicato vn Editto,per cui ella volta esser
na , si fa chia
mar Gouerna chiamata soprema Gouernatrice di quella Chiesa , escludendo da quel Reame la
trice di quella potestà del Pontefice Romano, hauea ordinato, che tutti i Prelati delle Chiese,e
Chiesa . specialmente iVescouijsoscriuendo questo mostruoso,empio, e profano titolo, la
cófessassero,e riconoscessero per tale; E si come Enrico suo Padre , tagliò la testa
al Santissimo Vescouo,e Cardinale Rossense,il più santo huomo,e'l più letterato,
Giouannì Fi-
fero Vescouo che fosse in tutto quel Regno, e à Tommaso Moro gran Cancelliere del medesi
Roffenfe,e Tó mo Reame , il più segnalato frà i laici,e'l più letterato, e dall'istesso Rè lingolar-
maio Moro ,
moiono per la mente,e caramente amato , solo perche non si vollon bruttar con questa abomi-
di fension del ncuole, e sozza macchia di Scisma , ed' Heresia, chiamando vn Laico supremo
la sede.
Capo di quella Chiesa ; cosi elia,ch'era siglia,hauendo nel principio del suo go-
uerno,pubìicato questo tanto profano Editto,enon volendo il buon Prelato Don
Vescouo Goul Tommaso Vescouo GouIduello,in compagnia di dodici Vescoui , e altri Prelati
duello.con do Ecclesiastici,à vn impictà tanto enorme, e cosi brutta risolutione,in guisa veru
dici altri Ve- na consentire , nè dir con giuramento ( com'era lor comandato ) di riconoscerj
scoui non con
sente di con lei soIa,per soprema Gouernatrice,e Capo della Chiesa d'Inghilterra ; tutti colo
fessar Lisabet ro, i quali erano huominiletteratissimi,e non meno digiuditio, e di grauità , che
Ita Capo di
quella Chiesa di bontà, e di zelo singolare; furono,da questo degno Tommaso impoi,deposti,e
de'gradi loro , e di qualunque Degnità,c honore, da lei ingiustamente priuati.
Onde come ottimi Prelati,con grand'esempio di pacienza , e di costanza , forni-
Dodici Vesco ron le vite loro in diuersi tempi nelle prigioni/olamente per testimoniar la Cat
ui Cattolici ,
per la perse tolica fede di Chrisro,non volendo confessar vna semina Gouernatrice di quella |D
cution dclla_. Chiesa . I cui santissimi nomi,aíïineche la ricordanza loro non venga meno , e la
sede , priuati memoria de'meriti non si perda , m'è paruto di lasciargli qui sotto scritti , e fon
da Lilabetta
delle lor De questi . Nicolò Arciuescouo Eboracense, e poco prima Cancellier del Regno d'
gnici . Inghilterra ,de'quali honoreuoli gradi , e degnità dell'istesso Regno , quello e'I
primo frà gli Ecclesiastici, e quest'altro il primo de'laici . Dipoi Edmondo Ve
scouo di Londra, Tonstallo Vescouo di Durrham , Giouanni Vescouo di Vuin-
cestre,Tommaso Vescouo di Lincolnia, Thurlbeo Vescouo d'Eli , Turbauillo
Vescouo d' Esseter, Burno Vescouo di Bathè, Polo Vescouo di Peterboruc,
Bayno Vescouo di Litchfeild, Cuthberto Vescouo di Cestre, Oglethorpo Ve
scouo di Carleel , e Tommaso Goulduello Vescouo di Santo Asaph , Cherico
Regolare . Il quale hò voluto serbar nell'vltimo luogo, non ch'io l'habbia giudi
cato inferior di meriti , à niuno de gli altri , i cui gloriosi esempij , come de' pri-
mi,e più segnalati Pastorr,e Prelati di tutta l'Inghilterra, hebbero sorza,e virtù ,
di mouercla miglior parte del Chericato , à seguir le lor pedate , e molti c'ha-
uean le prime Degnità , e le principali Prebende delle Chiese , se non ne furon
priuatijvolótariamentelerinuntiarono, epartiron di quel Reame,Iaseiando tut
ti i lor beni in preda de gli Heretici : ma perche hauendo egli hauuto gratia da
De Padri Cherici Regolan Cap. i 2. 4>
^ Dio d'vscir di quel Regno,dou era in quei tcmpi, cosi strerta clausura,che senza
■ la licenza in scriptis di quellempia Reina > non si daiia il paíso à niuno naturale
Ingleseibisogna direj.che'1 Signor Iddio se ne volesse seruire , in benefìcio délia
isua Réligione de'Cherici Regolari ; hauend'egli hauuto gratia di tornarci , e di
ímonrle in braecia,spregiate niaslSmamenterosterte di quella Reina,la quale gli
'prometieamigliore e più ricco Vescouado , purch'cgli hauesse consentuo di ri- Mons. Asafen
se non accer-
ceuerlo,ed'accettarlo da lei ,comeda soprema Goucrnatrice di quella Chiesa . tan^o da Lisa-
Alla quai oíferta non consentendo il buon Prelato,prese per partito, e ne su dalla betta vn Ve-
scouado p ù
Maestà di Dio fauorito,mutato l'habito,di partir occultamente dcl Regno. E tor~ riccoi se
nato inltalia,se ne ritirò nella sua natiua Casa di San Paolo di Napoli, oue egli rorna in Icaiia
era già stato riceuuto all'habito délia Réligione , c dopo il tempo délia sua pro-
B batione,hauea ancor fatto la soierie profcíïìonejdonde íîmilmente era già partito,
quandosumandatoin Inghilterra. E in questa Casa , ancorche fosse Vescouo,
viueua nondimeno nella sua humiltà ,-come se fosse stato priuata persona , e non
siscordandomaideU'inselicestatOjincuisiritrouaua la miíera Inghilrerra,natu-, i s ^
raie sua Patria , sotto l'abomineuolc , e duro giogo dels Heresia , dal DeraoniOj j^tóUeon
tiranneggiata; nè potendo tener celato l'ardente zelo, che corne zelante Pastore uersion de gli
Heretici alla
egli haueua>di quelle pouere anime,maslimamente délie pecorelle alla sua Cura Fede. Cattoli-
jcommessejancor ne'consueti ragionamenti,mostraua l'ardente sete,ch'egli hauea jca.
délia conucrsion di quel Regno , alla materna fede Cattolica , e vbbidienza del
'Pontefice. Onde venendo spesse uolte,per diuerse occaíìoni,in simil ragionamen-
to, e meco dimesticamente ragionandone ,• solca dirmi , chene'maggior trauagli
di quella sua Patria , non haueria mai presa questa risolutione , di tornarsenein
Italia , lasciando quelle misère anime in preda de gli Heretici , e specialtnentç_^
quelle del suo Vescouado , in guisa di pecorelle in preda de'Lupi ; se gli fosse ri-
masasperanza alcuna, di potergiouar loro3lasciádoui etiandio có lo spargimen
to dcl proprio sangue , l'istessa vita , corne molri altri délia sua Natione , haueari
giàfatto,gloriosamenremorendo.Ma veggendosi chiusa affatto ognistrada , da
'poterriscarrar queU'anime , dalle mani del Diauolo , nemico di Christo, e deîla
sua santa Chieía: li deliberò di tornarsene alla Casa délia sua Réligione , oue Y
anno i56i.diGennaiOjnclCapitoIo celebratoin SanSiluestrodi Koma (délia
cui fondatione sidirà appreíïo ) fu fatto Propostodi quel luogo di San Paolo di Cap. r*" ■
\i. Tomniaso
Napoli. Ilquale vfficio, esercitò paternamente,con gran carità,e prudenza, e con Vescouo, Pro-
intero, e totale sodissacimëtodc'íuoi Padri efratelli, scguitádoin quelgouerno r»A\o di S Pao
lo.
infin'à Marzo, ò Apnle ; quando da Papa Pio I V.fu mandato có gT Illustrissimi
Signori Cardinali , e Reuerendislîmi Vescoui,alla Cirrà di Trento,per inrerueni- Mandaro al
Còc.diTréto.
re alfacro Concilio,oueegli stette con gli altri insino alla sine.Dipoi tornato , il
B.Carlo Borromeo Cardinal di S. Prasiede, Arciueícouo di Milano, il fece suo Vicano del B.
Carlo B^rro;
Vicario Generale di quella Cirtà,e Arciuescouado.Nelqual vrficio,si portò mol meii nell'Arci
to Iodeuolmente, e coninteraiodisfattione.Ma alla fìnc,come buon Padre deíi- uescouido di
Milano.
derosodella quiete,e vita Religiosa , e amator délia sua Réligione , in cui egli s'
era hormai auezzo tanti annU se ne tornò in San Siluestro di Roma . E dopo , da DaPana Pio v.
PapaPioV.eGregorioXIII.su fatto Vicario di San Giouanni JLaterano. Ma.eGreg xiii. í
Vtcano
veggendo,che quei Canonieï non gradiuano il suo gouerno,iI quale per lo buon q-^iI
ftruîgio del DiuinCuIto di quella Chiesa,eraveramente lodeuole;si deliberò di terano.
ritirarícne, e lasciando fînalmente di continuare in cotai seruigio , se ne tornò
ail' otio délie sacre lettere,di cui egli era moltovago;c allora glifu commesíò 1'
vfficiodi Suffraganeo, perGiacomo Cardinal Sauello, Vicario del Papa E con- 3a*?S*?£ del Cara.Sa
cioíìacoíâche in uita sua, egli hauesse íèmpre, insicme con vn'ardenrislînio desi- ueiiX°vicari<
derio,ancor lasperáza,di poter vn giorno giouar alla sua misera Narione,richia- dcl raP*
mandola , cosi co le predicationi, corne có lapotestà dclle chiaui , nell' ammini-
stration
I
1
ft 9
I
48 Historia délia Religionc
allanotitia de'mortali , gli pose, corne trionfi del Cielo, sopra'J carro délia gran-
dezza di questo Mondo . U íimigliantc dice elser'auucnuto à lui , il quale cíïèn-
doíiritirato nella solitudine délia Keligione ,pcresser buon perse ítefíb ; ïddio
voile , che la bontàsua fosse gioueuole à moki. La radiée deila bontà sua fu po
sta in Italia , ma i ramidi quella pianta,íi sparsero insin nell' Inghilterra , e i
srutti vlcimamente furon colti da tutto '1 Mondo. Imperoche,lìtalia il secc Ves-
cotio,!' Inghilterra l'hebbe , ma non bastando questo alla virtù sua , Iddio per
mise, chel'Jnghilterra ripudiandolo non l'haueíse per Vcscono ,accioche tutto
il Mondo,neH'istessa Degnirà l'honorasse. Conciosiacosache,i Sacerdots, ch'egli
hauea con le me mani coníagrati , essendo ítato luífraganeo in Roma ( com'è
detto ) eran già íparsi per l'Italia , per ringhilterra,per la Francia , e per la Spa-
gna , íiche délia virtù sua, tutto '1 Mondo si potea spintualmente godere . E scu- B
sandosi vltimamente,che non dice questo per adularlo ; si dichiara,che intende
di predicar nella gloria sua Iddio. Ma accioche dall'istcsse parole di questo elo-
quentissimo Oratore,i lettoripiù ageuolmente comprendano la mente dello
Scrittore , e l'opcnion ch'egli hauea , délia bontà , e grandezza di questo buon
Prclato, hò giudicato di douerne lasciar qui appresso la copia .
Ricordeuole Papa Paolo IV. délia sira Religîone , di cui égli era-
B stato già Fondatorc , non solarnence conferma a'Padri i Priuilegij
da'Pontesici suoi predeccssori octenuti , ma ne dona loro ancora-
degli altri. Cap. XIIJ. \
E dc^t
L
Historia della Religione
L anno
De'Padn Clierici Regolari. Cap. 1 4.
t
L'anno poi 1 5 66. il dì primo di Fcbraio , questa Chiefa col suo maggior Al- q»- sa-rrario-
tare , fu consagrata da Monsignor Don Tommafo Goulduello , Vescouo di S. délia chic
Asaph ( di cui è dctto ibpra) dipoi l'anno 1 5 97. a' preghi del P. D. Eliseo Nar- stro' S' Sl,uc
dini Generale , Papa Clémente Ottauo ( santa memoria) pcr vn Breue , íòtto la Cap.'xîí.
data de'cinquediSettembre,conccsse a'Padri,che potesser Gelcbrar la Dedica-lp0""^^'
tion di quella Chiefa, ela sua Ottaua,in altre giornate , corne si sa, hauendoIa_,l te vrii.dTc*
trasferita all'vltimo giorno d'Agosto, per continuaria Jodeuole confuetudine ^P*
di queíja Religione, di digiunaria Vigilia délia Purificatione , come dal Breue questâ°chicía
dciristesso Pontesice apparisce . Ma nell* occasion di rifare il nuouo Coro, in
succeslb di tempo , e accrescerlosimilmente di sito, occorrendo ancora di muo-
uerl'Alrar Maggiore, l'anno 1583. à dì 14. di Settembre , che è la festa dell* Nuoua Con sa
B lEfaltation délia Santa Crocejfu nuouamente consagrata dall'istesso Monsignor gratioae Illtil , ,u(dcll"
ilteffo Altar
diSant'Asaph , col segucncc scritta, che si conscrua nella cassetta dcllc Reli-'MaSS"»-
quie, cioèí .. j
Ego Thomas Goulduellus Epifcopus Asaphensis , natîone Anglus , conse-j
çrauihoc Altarcin honorcm Dei, & gloriosar Virginis Maria?, ad nomen, &mc-
moriam Exaltationis Sanctae Crocis, & Sancti Siluestri Papa? ;&de LignoSan-
cta? Crucis,dc rcliquijs Beati Apostoli Andrear , & aliorum Sanctorum in eo in-
clusi,singulisChristirîdelibps,hodie,ôíineius die anniuerfario, ipfum visi-
tantibus, quadraginta dies de vera Indulgentia , informa Ecclesia: confueta^
concédera w c * '
II luogo, e ChieTa,ancorche fosse Parocchiale* e d' Afcanio Sforza , Cardinal
|Ç |diSantaFiore,primoDiacono;nondimenocolfuo consentimento , e autorità
del Pontesice, fu alla Religione liberamente donata , e la Cura dell' anime tra Traflacion de'
sferita, facendone vnione allaParochiale de' Sánti Apostoli , de'Frati Minoridi la cura dcll
San FrancefcoConucntualijComeell e rimasa infino aldi d'hoggi vnita.Con- anime . *
ceduta áddunque con autorità del Pontesice questa Chiefa di San Siiuestro al
la Religione , ne fu prefo attualmente il possesso , dal P. D. Bernardino Scotti , il
quale era stato poco prima , per ordine di Nostro Signore, chiamato da San
Nicolò diTolentino,epocodopo,fu fatto Cardinale, e chiamoísi il Cardinal di
Trani . Cifu ancora il P. D. Gio, Antonio Praro Milanefe,il quale da'suoi Supe-
riori era stato mandatodaNapolià Roma , tosto che m quella Città furon sch-
titigli auuisi,che Papa Marcello Secondo fsanta memoria ) era statoassunto alj
Affetríoa di
D | Pontesicato^con intendimento d'esporre à quel Pontesice , l'ardente voglia,che Papa >iarcel
haueano i Padridi rihauer nuouamente vn luogo e Chiefa in Roma , donde_^> , loj áqucsta_j
Religione .
dall' anno 1 5 27. con occasion del sacco, s'erano necesiariamente partiti . Per-
ciochc, quanrunqiie la Religione , hauesle fempre hauuto gran desideriodi
tornare in quella Città, se ne staua nondimenocon Ja spcranza,aspettandol'oc-
casione , la quale non parue mai a'Padri , che fosse venuta migliore , che in quel
Pontesicato di Marcello Secondo . Percioche , per quella singolar beneuo-
lenza, e affettuofo amore , che l'istcsso Marcello hauea íempre alla Reli
gione manifestamentemostrato, e per quella sincera amistà , c cordiale asset-
toch'egli hauea hauuto, mentreche era Cardinale conGio. Pietro Carafa_# >
Cardinal Teatino, i Padri délia Religione , cosi in questo assare, oue ha
uea singolarmentc la mira il lor maggior desiderio , come in ogn' altra loro
occorrenza , haucrebbon sempre sperato di douer essere dalla Santità fua_#
benignamente aiutati . Ma poichc Papa Marcello ( fanta memoria ) da cosi
acerba morte preuenuto , hauea vltimato i giorni fuoi , essendosi compia-
ciuta la Macftà Diuina , di chiamare al Pontesicàto Papa Paolo Quar
to.* il quale , eome Fondatore di questa Religione , 1' hauea fempre^
con molto affetto amata ; c cercando di giouárle , e di portarla auanti,
E * s*cra
r
í'era per lei singolarmente adoperato : per la sicurtà ch'ella hauea con la Santi
tà sua, non fu malageuole impresa ottener questo luogo nella Città di Roma :
anzi l'istesso Pontefice, non solo donò a'Padri la Casa , e Chiesa già detta , ma_,
per benignità sua, e maggior commodità loro , e per la capacità dell' habitatio-
ne , comperò vn'alcra Casa,che v'era contigua,à quella di San Silueilro imme
Monsign Gio,'diatamente congiuntala quale era di Monsignor Giouanni Dellacasa, Arciue-
^ucuouo di' fcouo & Bcneuento . Ma quantunque i Padri hauesser preso l'attuai possesso di
|Be*pQ«uto, | questa Casa , e Chiesa » e quiui habitassero di continuo ; nientedimeno non po
tendo in questo principio, per lo poco numero, esercitar tutte l'osseruanzc della
Religione , e culto di Dio cosi commodamente , non l'vfficiauano per ancora dì
e notte,in quella maniera,che sogliono le lor Chiese vssiciarc,fin al dì 2 5 .d'Apri
le , che è la festiuità di San Marco Euangelista dell'anno 1 5 60. AiIora,cssendosi
B
fatta assai conueneuole prouision di goucrno, con la création di Proposto , e al
tri Padri mandati dal Capitolo Generale,celebrato in San Nicolò di Vcnctia-.
l'anno 1560. nel mese di Febraio , per lo viuer di Casa Regolare> e osseruante^»
maniera della nostra Religione , si cominciò similmente , à dar principio à gli
eserciti)' Ecclesiastici , attendendo assiduamente, cosi ali'vfficiatura della Chie
sa , recitando le sette Hore Canoniche , come all'amininistration de'Sagramcn-
ti . E da quel tempo in quà , andandosi agumentando questa Casa , c con ac
crescimento continuo di quantità di Padri , e con la muraglia de gii edifieij, co
si della Chiesa, la quale in varij tempi è stata non solo nobilitata , ma ancora..
|per lo culto, eseruigio di Dio, di ricchi paramenti , aliai conueiteuolraentO
adornata ; come ancora della Casa,la quale è stata da'Fondamenti edificata^. ,
e in diuersi tempi ampliata, e cresciuta, e già à vna molto nobile , e capace
habitation de'Padri commodamente ridotta . La quai impresa , era imponìbile,
Edificio di S. che fosse condotta al termine ch'ella si vede,se non fossero state le molte limosi-
Siluestro , con
l'aiuto di noi ne delle persone caritatiue , e amoreuoli della Religione ; e massimamente de'
ce limosine_j» sommi Pontefici (come diremo ) ma singolarmente della santa memoria di Pa
oiasliBiamence
de'Poncefici. pa Paolo Quarto > il quale, hauend'hauuto sempre lingolarissimo affetto à questa
recate a fine, sua Religione , ch'egli hauea da principio ordinata , e fondata , e non solo con
le fatiche, e co'sudori,ma con le grafie, e co'Priuilegij molto arricchita : quando
fu assunto al Pontificato , ne fece co'fauori strasordinarij pubicamente dimo-
stratione . Conciosiacosache , compiacendosi oltremodo, che dopo'l sacco di
D
Roma i Padri hauessero,in capo à tant'anni questa Caia ; volle singolarmente
PP. Paolo ir, honorarla, non solo con la presenza sua alloggiandoui dentro, ma etiandio di
honora U ca
sa di S. Siine tutto'l Sacro Collegio , facendoui Concistoro due volte, per quanto io hò ti-
ftro con la-* tratto, non solamente per relation d'alcuni Padri, che in quel tempo v'habita-
presenza > fa
cendovi Con uano , ma anche del Cardinal di Pisa , e d'Antonio, che fu poi Cardinal Carafa,
cistoro, e al e d'altre persone degne di fede,che vi furon presenti , e viuono hoggidì alcuni
loggiandoui
di coloniche se ae ricordano. Onde per questa paterna assettione alIaCasa_j
Disegna di Pa di San Siluestro , sua Santità hauea disegnato , che questo luogo fusse vn
pa Paolo 1 giorno commoda stanza , quanto all'habitatione de'Padri, e vna nobilissima,
per commodi-
ri della Chie e ricca Chiesa,per gl'eserciti) ,che'l culto di Dio giustamente richiedePercioche
sa di S. Siine volendo far vna spesa , degna di Pontefice,hauca disegnato di far la porta mag
irò. giore,^ quella parte del giardino, che guarda verso la piazza di S.Marco,e de'
Santi Apostoli con vna nobilissima scala per l'entrata della Chiesa é à sembian
za di quella d'Araceli ; la quale , da San Siluestro arriuasse infjn'al piano della
piazza de'Santi Apostoli . Ma percioche questo disegno , parea ad alcuni Padri
Modestia de*
Padri Onerici che fosse di grandissima,c souerchia spcsa,e l'edificio troppo superbo, e allo stato
Regolari j di cui essi fanno professione,poco conueneuole; il P.D.Geremia da Salò Cherico
Rrgolare,il quale era intimo al Papa? e come molto vago, d'osseruare ancor d
fuori
De'Padri Gherici Regolari. Cap. 1 4.
53
A fuori quel decoro,chela poucrtà Religiosa richiede, quésti ricchi,e superbi edi-
f ficij di notabilissime spelè , non solo nó gradiua,ma più tosto n'hauea dispiacere:
procurando sempre di differir V escgutione , attendea continuamente à tener
in dietro l'impresa , con pensiero, ch'ella restasse del tutto impedita . Onde riuol-
gendo il pensier suo , all'edificio del giardino, cercaua di distoglier da quel pri
mo disegno il Pontefice, al cui compiacimemto,s'era già cominciato à fare , vna
nobile Fabrica di mattoni , con magnificenza veramente Pontificia, come si
vede . E l'haucrcbbc ancora recata alla sua fine, se la guerra non fosse stata
cagiône,onde questa , e molt'altrc cose , senza comparation di maggior impor-j^Fesa.de]la
uerra, impe
tanza , che '1 zelantissimo Pontéfice, intendeua di fare, per seruigio di Dio,c be- dimento di
nesicio di tutta la Christianità, non fossero state in questa maniera impedite . molti beni ,
ch'intcndeua
Ti ì Anzi per mostrar maggiormente i quanto sosse ben volto l'animo suo, verso que farcii Pùnte
sta Religione , volendo fabricar vna nuoua, e gran Chiesajhaueua dato ordine , ' ficc.
che si facesse, per seruigio,e vso di lei, vn Tabernacolo di custodia , per lo santis-J
fimo Sagramento , opera veramente molto nobile , da maestreuole mano fabri-
cata di bronzo . Ma percioche fopraggiongendo la morte,l'opera era per ancora li Tabernaco
lodi custodia
rimasa nelle man del Maestro,Papa PioIV.chegli successe immediatamente nel disegnato per
Ponteficato, giudicando , che questo Tabernacolo, fosse de'più nobili di qual si la Chiesa di
S. Siluestro, lì
voglia Chiesa d'Italia , e fra'più nobili di quei tempi il primo j forse à diuotion colloca nel
del B. Carlo Borromeo , Cardinal di Santa Prassede , suo nipote,e Arciuescouo Domo di Mi
lano .
di Milano , il fece collocare sopra'l maggiore Altare della Catedrale dell'istessa
Città sua Patria . Per la qual risolutione , la Chiesa di San Siluestro , restò priua
d'vn nobilissimo dono , per tener il santissimo Sagramento . Ma per tornare alla
fabrica di questa Casa, quantunque con la Religiosa diligenza , e sollecitudine
di quei Padri, che l'hanno gouernata,in successo di molti anni,eila sia stata sem
pre recata auanti :tutwuia l'anno 1 581. e i due seguenti, d'edifici;le di stanze
commode , fu molto accresciuta, e ampliata. Percioche allora fu fatta la fabrica
di quella quarta parte,che guarda verso San Pietro,eì nostro Giardino . Il qual
^ffetro di Pi
edificio, fu fatto per gratia , e liberalità di Papa Gregorio XIII. santa memoria , pa G reg. xiij
come al suo luogo diremo , e per l'assetto che portò sempre alla Religione , e per à questa Relr
gionc.
la voglia,ch'egli haueua, che quest'impresa hauesse la sua fine, e perfettione; do Cap. 54.
nò a'Padri quattromila scudi , d'oro in orojsi come Sisto V. santa memoria , che [Amoréaokt- 1
-i- /-'/*•_: 1 ti„_..c„.» i_ j-v j!7p za di PP.Sisto
gli successe immediatamente nel Ponteficato > con la commodità dell'acque V. alla caia di]
D Felici, che sua Santità haueua condotte à Roma; nonsòlam ente fece beneficio , S.Siluestro..
e ornamento all'istessa Città , ma etiandio al Giardin di San Siluestro , donan
done à quei Padri vna parte , à di 28. d'Aprile l'anno 1588. che fu il terzo, del
suo Ponteficato , come appresso Papa Gregorio XIV. amantissimo di questa Re
PP.Greg.xiv-
ligione , per maggior commodo deli'istesso giardino , à imitation del suo Prede amantissimo
cessore ,con particolar liberalità, ne donò loro due altre once. Della cuiamore- di questa Re-
uoiezza , apparisceil Breue, sotto la data de'i 2. di Settembre l'anno 1 59 1 . VI- limone". '' :
j
timamente , con la carità, e liberalità di Camilla Cafrina Lomcllina , Nobile Carità, e libe-t
di Palermo , l'anno del Giubileo 1600. furon forniti tutti questi edifici; , essen ralità di Ca
dosi fatta quella quarta parte del nuouo Rcfettorio,e delle stanze di sopra . Per milla Cafrina
Lomcllina.
cioche , non contenta di molt'altrelimosine, fatte alia Casa di Santo Siro di Ge-
noua (com'ella fa continuamente) donò a'Padri di San Siluestro per quest'
effetto sei mila scudi .
E 3 Cono-
Historia della Religione
T4
to
De Padri Cherici Regolari. Cap. i y,
paTsÒ
Historia délia Religione
! : . , - !
passòdaquesta vitaa' ventinoue d'Agosto 1565. ePapaPio V. cfae fu crcato A
Papa , a'sei dcl prossimo mese di Gennaio 1 5 66. gli fecevn rumulo di marmol
molto nobilc , con proportionato Epitasio , nella sua Catcdrale, apprcsso FAltar '
m ag giore, cbe sarà qui sotco deseritto •
non
1
De'Padri Cherici Regolari. Cap. 1 7.
61
nonhauendo maihauuto altro desiderio, che di veder in questa santa Sedia »
cosi buon Pontefice . La qual dcliberatione, piacque tanto , e lasciò tanta edi-
ficatione ne gli animi de grillustrissimi Cardinali ,essendos'eg!i fatto il primo à
muouersi ad adorarlo , e con tanta prontezza , e sincerità d'animo , che questa
lodeuole , e generosa risolutiOne , fçce grand'impreísione nelle menti de' princi
pali di loro. Onde essendo fra pochi giorni morto il Papa ; si deliberarono
di metter il gouerno della Chiesa vniuersale nelle mani sue. E tutto questo suc
cesso l'ho saputo per relation di Francesco Maria Tarugi Cardinal di Siena, il Fâncesco Ma-
quale si trouò presente in quel Conclaue,come Conclauista di Roberto Cardi- ì "",3""
Card.di Siena
nal de Nobili suo parente , da cui ancora Cesare Cardinal Baronio , mi ri
ferì,hauer hauuto dell'istesso fatto,certissima informatione , amendue Signori di
B tanta verità,e riputatione , e per li meriti della bontà , e delle virtù loro degni
di tanta fede , che della verità del fatto non si può dubitare. E vltimamente mi
ha confermato riflesso fatto,Roberto Cardinal Belarmino,nipote del medesimo
Roberro Can.
Papa Marcello, signore parimente di molti meriti , e degnissimo di fede_j . dinal Belar-
Ma le dimostrationi della mente sua sincera , e netta d'ogni macchia d'ambitio- mino.
Altre dimo-
ne,e d'ogni pretension del Ponteficato,non hebbero fine in quest' attione , dell' strationi, del
adoration del Papa,publicamente fatta ; ma molto più palesemente nel segreto la lua sincera,
di casa,ragionandoco'Nipoti , ne fece manifesto sembiante . Perciochè , vscito mente .
di quel ConcIaue,e standosene poco dopo co'suoi dimestici di casa ; Dòn Anto-
nioCarafa , che fu poi Marchese di Montebello, e Don Carlo Carafa , che fa
Cardinal di Santa Chiesa,amendue suoi Nipoti,ragionando dimesticamente col
C Zio,e mostrandosi molto dolenti, che egli no foste stato in quella Sedia vacante,
eletto Papa,e dolendosi d'essere stati desraudati,della salda speranza , che di ciò
haueuano i dopo molti ragionamenti di condoglienze , e cordogli ; il Cardinale
gli conso!aua,con parole ordinaric,e comuni,dicendo,che'l tutto si douea pigliar
dalla man di Dio,e che quell'attione dell' elettion del Pontefice, non la fanno gl
huomini,ma vien tutta dallo Spirito Santo,che muoue gli Elettori à esser eségu
tori della volontà sua Diuina: e replicando continuamente i Nipoti i soggiunse
alla fine il Cardinale: Orsù tacete, e s'io fossi stato cagion della vostra roui I
na? Acuì i Nipoti risposero: Se V.S. Illustrissima fosse stata assunta, non so
lamente non sarebbe stata la nostra rouina , ma l'esaltation delle persone^ ,
dituttala casa nostra. Allora il Cardinale finalmente ributtandogli , dis
se lor liberamente : Ncscitis quid petatis . Lasciamo disporre del gouerno della
Santa Chiesa al Signor Iddio, che con somma prouidenza il tutto diiponO,
e massimamente il gouerno di lei , che sopra ogn'altro affare della Maestà
sua gli è sommamente à cuore. Con queste , e altre somiglianti parole^»,
per testimonianza dell' animo suo molto sincero , reprimendo la souerchia
voglia de' Nipoti , gli fece finalmente tacere , Tutto questo discorso , e ri
D. Antonio
sposta di quel degnissimo Cardinale , me stata più volte riferta, dall' istesso Carafa, Mar-
Don Antonio Marchese di Montebello, per cui si conosce, che'I Cardina chef* di Mon
tebello.
le volendo in qucll' occasione far tacere i Nipoti ; in guisa di Profèta ,
predisse loro, quasi tutto quello y che seguì nel suo Ponteficato . Percioche__>
allora , priuandogli de gli honoreuoli vfficij , eh' eglino haueano nella
Corte Romana , e cacciandogli di Roma , per li molti richiami , e rumo
ri , che Sua Santità hauea di loro vltimamente sentiti ; e per quello cht^j
auuenne nel seguente Ponteficato , quando alcuni d' essi furon più seuç-
ramente puniti; si può dir con verità, che fosse la rouina loro.
Finalmente le sue molte doti d' animo , e gì' infiniti meriti della virtù AlTunto al Pó-
sua , 1' inalzarono al supremo grado del Ponteficato . Conciosiaco— tesicato.impie
sache vacando pochi giorni dopo , la Santa Sedia , per la morte di ! "i tutte le lue
a ' forze al la Ri-
,. , ——iforma delli_»|
Mar- Ichicsj. I
62 Historia della Religione
A de' buoni , zelanti , e intendenti Prelati , come si può vedere nell'esempio dell*
|istesselettere,cheíonquesteeheseguono» '
PAVLVS PAPA Q V À R T V S,
Scanislao Hosio Episcopo Varmiensi. Epistola xviij.
B AD hoc grauilfimum Sacerdotij munus, sine vllis meritis nostris 3 à Domino J Prima lettera
vocati,propositum hoc nobis iam inde ab initio habuimus,vt xgrè,& gra<- dcl Papa.
uiter laboranti> ipsius Ecdesiae,idonea,& maximè necessaria remédia adhibere-
mus . Quamobrem, & fìliorum mores corrigerc , atque omnia, quae prauis iam
pridem exemplis in consuetudinem adducta fuerunt , & h#refes tam longé 5 Ia-
tequè disseminatas extirpare , & harum rerum causa Concilium celebrare , Deo
admuante statuimus . Quan quidem consilia nostra exequendi , cum iam matu*
rum tempus sit, liiblatis belli impedimenus^quaî nobis antiqúus hostis obicce-
rat, optimum esse duximus, priusquam Synodum congregemus^aliquot Vene-
rabiJium Fratrum nostrorum accerfere , quorum & consilium, &operam, ad ea-
dem exêquerìdá'iri prìmts vtilia nòbis fore arbitrabirhur . « Inter cœreros autem ,
cum Fraternisas tua nobis in.mcntem venerit,ac de ce meritò ita sentiamus , vt
praescntiam tuam maximo ad has res vsui nobis fore considamus , & simul dicer
rç etiam intelligamus, aliquem ex isto Regno Episcopum;in consilium tantarum
rerum adhibere : hortamur in Domino Fraternitatem tuam, & quamuis necesse
esse non putemus,tamen in virtutc sanctx obedientiae, pra»cipicndo mandamus
vt postquam has literas nostras acceperis, compositis Ecclesia: tu*, rébus , & ij.s,
qua» ad iter necessaria sunt , comparatis, ad charissimu'm ih Christo siiilim no-
strum Sigismundum Augustum,Polonia* Regem illustrern, te conseras,& hteris,
quas ad illumscribimus, quas ipsas,& carum exemplum cum hisaccipies,ei red
ditis,exponas nostro nomine,ea quae de consilijs nostris ,tuaeque ad nos prose -
ctionis causa scripsimus , atque hoc oflìcio vbi functus fueris, ipso salutato , iter
D ad nos quamprimum ingrediaris , quibus Fraternitàris tu.c aduentus gratus
admodum est futurus . Romae 8. Martij M D L V 1 1 1 . Pontisicatus nostri
anno tertio. , *
P A V L .Y S PAPA Q^V A R T V S,
Stanislao Hosio Episcopo Varmiensi . Epistola xix.
A ( altri. Onde il Popolo Romano, riceuendo con animo grato la gratia, eresse à sua_, Amoreuolez
za derPopolo
Santità vna statua di marmo in Campidoglio>eordinoílc vna nobile compagnia di Romanoáquc
100. Gentilhuomini,i quali alla persona del Papa seruendo, le stessero per guardia sto Pontefice.
assistenti; amoreuolezza del Popolo Romano verso alcun altro Pontefice non mai Impresa delia
guerra,sugge-
più sentita.Onde volendo sua Santità,con qualche egualcontracambio,vna cotale rira dal Dciuo|
amoreuolezza benignamele gradirejtutti quei loo.GentilhuominicreòCaualieri. nio.
Dell'imprese della guerra,in cui sua Satità mise le mani, e del turbolento successo Come deside-
di Jei,nó dirò altro rimettendomene à coloro,! quali la vita dell'istesso Pontef.háno r-oso della pa
ce, concilia_»|
più distesaméte scritta ; se no che ella fu più tosto suggerita per opera del Demonio col mezo di le |
(come dalle due lettere dell'istesso Pont.à Stanislao Vesc. Varmiése,le cui copie fon gati Apostoli
ci due Gran-* i
£ jpoco sopra,si può facilméte vedere)e alla Santità sua,fù notabile impediméto,on- Coione.
d'ella non potesse mettere in esegutione la sua santa mente , effettuando l'impresa
d'attendere alla riforma,e maggior bene della Christianità,e particolarmente alli
continuatione intermessa del Concil.di Trento,come sua Santità intendea di fare»
Fù sèmpre vago della pace , e desideroso di conseruarla fra'Principi Christiani.
onde sentendo la pòca inteíligenza,ch*era nelsuo tépo fra'due gran Re,di Spagna,
e di Francia,spedì Legato alla Maestà di Filippo II.Re di Spagna,il Card.D.Carlo
Carafa suo Nipote, e'I Card. Antonio Triuultio,à Enrico Re di Francia, per desi
derio ch'egli hauea, di riconciliare insieme queste due gran Corone . E finalmen
te, per sua opera, e diiigenza,si condusse à persettione, e si conchiuse con parenta
do, per maggiore stabilità e fermezza , la pace fra amendue . Nelle cui nozze, fa
cendosi vna giostra, oue riflesso Re Enrico hauea lungamente giostrato, auucnne
à caso, che ferito in testa di colpo di lancia, vltìmò i giorni suoi . Per la pace, fra
questi due gran Re seguita, il Pontefice (come costumò sempre di fare) perringra-|
tiamento alla Maestà di Dio, ordinò che si facessero le solenni processioni ( cornei
si fece) con publiche seste, e allegrezze della Città di Roma. ■».'■>;,♦.;■■
Ma sopra ogn'altro assare,di quella S.S.edia,hauendo sempre hauuto sómamente Recando inani
ziilSant'Vffi-l
à cuore il S.Vfïïcio dell'vniuersalc Inquisitione, e attendendo con zelo singolare à ciojerea Som- 1
tenerlo in autorità, e riputatione.-creò sommo Inquisitore il Card.Alessandrino,il mo Inquisito
re fra Miche- 1
quale morto Papa Pio IV.su assúto alPóteficato,e chiamossi PioV.E volle ch'ogni le Card.Aks-|
GiouedUaCongregatione dell'istesso S.Vfficio,si facesse alla presenza della Satità fandrino.
D Cógregation
sua : il qual ottimo stile , è stato sempre da tutti gli altri Pontefici , suoi successori, del Santo Vf-j
infino à questi giorni continuamente osseruato . E quantunque in tutti gli altri ficio.ìnpresé»
suoi negotij fosse molto véhémente ; nondimeno tanto più era seuero, e véhémen za sua.
te, nell'attioni appartenenti ài S. Vfficio dell'Inquisitione ; che non gli si potea far
maggior offesa, che raccomandargli qualche persona inquisita, e di macchia d'he-
resia in qualunque modo imputata.Di manierache,quand'egli hauea volto l'animo
suo all'occupatione di simili affarino parea che io grauasseil pensiero delle Città,
delle Prouincie , ò de'Regni , a'cui pericoli si saria potuto ageuolmcnte rimediare.
Con questo santo zelo, per rimetter in vso l'osseruanza de'satri Canoni,contro Escgutiort di|
la perfidia de gli heretici , che nel Regno d'Inghilterra,per colpa d'Enrico Vili, e ce contra o Ponte-
I á
d'Edouardo VI. suo figliuolo, amendue heretici,e scismatici era già dismessa, volle Tomaso Cran
che Tomaso Cranmero Arciues.diConturbia, fosse publicaméte abbruciatoci qua mero Arciue-
scouo nemi
le oltre all'heresia,e altre sozze maluagità,di cui era macchiato,hauea all'istesso Re co in Inghil •
promesso,per esser Arciuescouo,di sententiare in fauor di lui,nelk causa del suo di- terra pubiica-
mente abbru
uortio,cótro alla Reina Caterina,sua légitima mogIie,anzi contro all'ordine dell'i ciato.
stesso Pont.PaoIoIII.come empiamele fece.E cosi per giusto giuditiodi Dio, come
per osseruáza delle leggi Eccles.essendo abbruciato nella famosils.Città d'Oslonioj
mori impenitente nella sua pertinacia. E per l'escgution di questo giusto castigo à
si enormi delitti del Cranmero, il Pontefice si valse di Filippo lì. e di Maria, Re, e Fi!ippo,e Ma
ria,Rè, e Rei
Reina dell'istessi Inghilterra, religiosiss. e affettionatiss. alla vera Cattolica Relig. na d'Inghilterj
E non solamente in questa grauissima punitione,e castigo dell'Arciues. di Con- ra.
F 3 turbia,
—T
66 Historia della Religione
turbia, fece al mondo scorgere il vero e ardente zelo , ch'egli haueua della purità
della vera Religione e santa fede Cattolica, ma anche in tutte l'occorrenzc,e par
ticolarmente nò hauendo risguardo à personaggi di qual il sia dignità,percioch'el-
lendogli arriuato aH'orecchie,che Bartolomeo Caranza Arciu.di Toledo,e prima
to,ne'Reami di Spagna fosse sospetto di falsa dottrina,procurádo la Sátità sua d'ha
uer cognitione,e certezza della verità p proueder di rimedio conueneuole e opor-
tuno, essendo negotio tanto graue, e importante, e in persona di tanta autorità,e
così grand'amministration, e cura, con vn suo Breue à 7«di Gennaio 1559. cómttè
il negotio à Ferdinando Arciues. di Siuiglia sommo Inquisitore ne'Regni di Spa
gna, con potestà d'inquirere, sormar processive carcerar,come fece,con raguagliar
fa Santità sua,e trasmetter la persona,e'l processo in Roma, ma per la grauezza del
negòtio,e morte del Pótefice nò si terminò la causa, alla cui cognitione fece anche
attender Papa Pio IV. e Papa Pio V. il quale lo fece venir in Roma nel Castello òi
5ànt*Angelo, e poi nel Ponteficato di Papa Gregorio XIII. con molta maturità, e
[consideratione si venne alla detcrminatione di quesra causa,come tutto ciò più di
stintamente apparisce dalla sentenza . E con l'istesso santo zelo si mosse il medesi
mo Pontefice Paolo nell'altre occasioni in Italia con altri dell'istessa degnità orna
ti, e d'altra anche degnità maggiore,per far l'vfficio di buon Vicario di Christo in
terra, e proueder di basteuol rimedio à cosi gran male. - ,
• In dice de* li A questo medesimo fine del Sant'Vfsicio , e mantenimento della vera Religion
bri proibiti, c
sua Congrega Cattolica, fece l'Indice de'libri prohibitif i quali nè leggere, nè tener si poreflèroi'
rione. e non solo di quegli,che contenessero manifesta heresia,i cui Autori si comprendon
nella prima Ciasse ; ma etiandio di quegli , che ne fossero in minima parte sospetti;
la quale molto lodeuole, e degnissima impresa , hauendo hauuto principio sotto'í
suo Porftesicato, si conosce sensatamente , quanto per lo scruigio di Dio, e della-.!
santa Chiesa, ella sia stata vtile : conciosiacosa che tutti gii altri Sommi Pontefici
suoi successori, non solamente l'hanno commendata, e Iodata i ma hauuta tanto à
cuore, e con tanta diligenza recata auanti,che per lo studio,e mantenimento del
l'Indice, hanno istituito, e creato vna nuoua Congregationed'lllustrissimi Signori
Cardinali, i quali fossero sopraintendenti à questo cotanto graue,e importantissi-
Jmo negotio . Nella qual Congregatone , vollono appresso, che v'interuenissero
ancora altre pei Ione Regolari, di varie, ediuerfe Religioni, lett/eratissimi Teologi,
come hoggi s'osserua.
Ordine córro E desiderando contro l'abuso della.bcslemmia,che la santissima Trinità, il glo
all'abuso del rioso nome di Nostro Signor Giesu Christo,la Diuinità,e Humanità iua, nella per
la bestemmia
sona del Verbo hipostaticamente congiunta, la sua Natiuità, e morte, la perpetua
Verginità della Beatissima Maria Vergine,sua Madre nostra Signora,fosseda'Chri-
stiani(come conuicne)honorata,eriuerita:fece vn seuerissimo ordinc,contro à tut
ti coloro,che temerariamente hauessero hauuto ardimento di bestemmiare.
I Regolari, só Ordinò ancoraché tutte le persone Claustrali,le quali per qualsiuoglia cagione,
richiamaci fot e sotto quai si fosse pretesto, stessero fuor de'Chiostri , e dell'vbbidienza delle lor
co l'vbbidien Religioni, ritirandosi sotto la consueta vbbidienza, e cura de gli ordinarij Superio
/a Jc'loi Supe
riori. ri, a'ior Conuenti, ò Monasteri, douesser tosto tornare.
Priua 1 N 'po Ma se mai questo Pontefice, nelle sue nobili imprese, e attioni molto eroiche^
ti de ll.i Dee; ni meritò lode, oltr% quelle poche , le quali in questo luogo , quasi per digressione ,
:à,e vsfidilo
ro,cacciando io hò breuemente narrate , rimettendomene à quegli Scrittori , c'hanno fatto
gh di Roma , professione di scriuer distesamente la vita sua ,* ne lascerò qui scritta vna sola, per
: la quale , appresso à ogni persona graue, e zelante, meritarà sempre lode immor-
'tale. Pcrcioche scntend'egli molti romorì , e richiami delle cose mal fatte , ede'i
cattiui portamenti de'suoi Nipoti , sotto'l cui maneggio tutto lo stato , non sola
mente di Roma, ma della Chiesa, allora si trouaua , nel sacro Concistoro de'Car-
dinali, con edificationc,e sodisfacimentp di tutti i buoni, priuò il Cardinal Carlo
Cara-
De Padri Chenci Regolari. Cap. 17
7
Carata della Légation di Bologna, D. Giouanni Carata , Conte di Montorio, del
Generalato dell'Esercito EccIesiastico,e delle Galere di Santa Chiesa,e Don Anto
nio Carafa Marchese di Montebello , medesimamente nipote , della guardia del
Palagio, e del gouerno di Borgo . Nella squale attione, accendendosi il Pontefice
in quel Concistoro contro di loro, e con vehemenza di grauissime parole, e&ggc-
randoi lor misfàttijdetestandooltremodoje biasimando i Iicentiosi costumi, e delr
le lor poco degne attioni,seueramente riprendendoglieli cacciò di Roma,priuan-
do de gli vfficij tutti coloro, che da essi dipendeuano.
Di più Ieuò alcune gabelle dello Stato della Chiesa ; e non volendo più seruirsi
,del maneggio, e amministration de'Nipoti , da'quali della buona openion che di
g loro hauea si trouaua oltre modo ingannato : fece vna Congregatione d' alcuni Nuoua Con-
Cardinali, sopra'I gouerno dello Stato EccIesiastico,à cui non potea egli steslo,cosi gregatione_»
sopra'I gouer
per la veechiaia,come per l'indisposition della sanità interamente attendere. .j no dello staro
Ecome colui,che infìn da'più freschi anni della sua giouentù , dilettandosi sem Ecclesiastico .
Diletto della
pre de gli eserciti)" della Chiesa , s'era tutto per quello affare dedicato à Dio , per pulirla delle
seruirlo in simiglianti maneggi di cose Ecclesiastiche, e sacres come estendo desi cose sacre.
deroso della Riforma del Chericato Secolare, hauea ordinata vna nuoua Religio
ne osleruante; cosi viuendo in quçlla,si dilettò sempre grandemente della politez
za delle cose sacre , e de'paramcnti delle Chiese della sua Religione, giudicando
che molto più si richiegga nelle veste e paramenti delle Chiese,che fon dedicate,e
consagrate al culto di Dio,che ne'vestiti,e biancherie,delle priuate case,che seruo-
'no alla commodità de'corpi nostri . E se i Signori, e gcntilhuomini,nelle case loro,
• fon tanto desiderosi della politia , per seruigio de'corpi loro , quanto più le perlone
Ecclesiastiche,come dedicate al icruigio,e culto Diuino,debbon dilettarsi della po
litia de paramenti sacri,ordinati à gli esercitij della Chiesa,e casa di Dio?Onde non
estendo dissomiglianti le mébra dal corpo,nè i figliuoli dal padredaReligion de'Che Religion de'J
rici Regolari,iéguendo le vestigia del Padre,è stata sempre vaga non solamente del Cherici Reso j
lari à serobiá
la medesima politia nelle sue Chiese ; ma imitando gli esempij graui, e l'imprese di za del primo I
maggiorimportanza,in questo breue spatio d'ottantaquattr'anni,non solo ha fatto Padre, vaga_ r
della pu]itia_
grandissimo frutto, conforme alla santa intention di cosi zelante Pastorei ma à gui nelle Chiese:!
sa di fruttuosa pianta,nascente da quel fecondo seme, quasi per tutte le principali
e più famose Città d'Italia, s'è allargata in tanti rami;che germogliando,e fioren
do^ fruttificando, insino al dì d'hoggi ella ha prodotto al Mondo tantihuomini,e
per bontà, e per lettere segnalati , e Predicatori del Vangelo, e della parola di Dio,
che accompagnando con la dottrina della predicanone, l'esempio della lor religio
sa vita, ammaestrano il Popolo Fedele , della vera maniera del culto Diuino , e vi-,
nere veramente Christiano, oltre à tanti Prelati , che -in guisa di feconda Madre_^,
ell'hà partorito in seruigio della Chiesa militante di Christo. Ma per tornare all'or
dine deU'Historia , seguendo questo Santo Pontefice , neH'amministratione , e go
uerno della Chiesa Vniuersale , se bene per tutta la vita sua discorrendo , si può a-
£ Igeuolmentc conoscere, inquanto pregio, gli altri Pontefici suoi Successori, habbia-
;no hauuto l'attioni , e ordini fatti nel suo Ponteficato , i quali, come ottime pro-
uisioni , di singolar giouamento alla santa Sedia , infino al dì d'hoggi inuiolabil-
mente s'olseruano : nondimeno quell'emendatone , e riforma del Breuiario Ro L' emcJationl
del Breuiario J
mano, che da sua Santità, con soprema diligenza sii incominciata,non solo da'Pa- Romano, nonj
dri del Sacro Concilio di Trento , fu commendata , ç lodata , ma da' due Ponte solo dal Con
fici suoi Successori, che furono i due Pij, fi insiememente accettata , e con la nuq- cilio di Tren
to lodata , mal
ua Stampa dclsistesso Breuiario recata àsine , e con molte lodi di questo Pontefi da'due Pij Pò]
ce , à tutra la Chiesa publicata , e comandata . Conciosiacosache hauendo com- resici accetta
la.
prelo i Padri di quel sacro Concilio , il faticoso negotio , in cui questo Pontefice^
. ■ hauea incise le mani, il quale da Papa Pio IV. (santa memoria) era stato loro man
dato di Roma,e la degnissima,eRcligiosa fatica di sua Santità,sommamente Iodata,
e te-
68 Historia délia Religione
MEMORIAE AETERNAE
PAVLI IV. PONT. OPT. MAX.
CHRISTIANAE LEGIS ANTISTITIS, RELIGIONIS
VIND1CIS , LIBERTATIS ASSERTORIS,
S ANCTI-S S IM I, AC PIISSIMI PRINCIPIS,
PATRIS PATRIAE , D. N. CLEMENTISSIMI .
Q^VOD IVSTISSIMA EIVS SENTENTIA,
ANTIQ^VATIS SVPERIORVM PRINCIPVM
DECRETIS , VATICANAE BASILICAE,
' VETE RI S PAT RI MON II PRAEDIA,
q_V A E TEMPORVM I N I V R I A ,
INI VST O I M P E R I O D E T I NEBANTVR,
S V N T RESTITVTA. '
PRINCEPS O R DO CANONICORVM, OMN1B VS
IN CORCILIO IDEM DECERNENTIB VS ,
DECREToIN TABVLAS REL^ATO,
AC VOTIS COMMVNITER SVSCEPTIS
COMMVNIQJVE AERE COLLAT O,
AD AVGENDVM LOC1 GRATIAM,
S T A T V A M COLLOCAVlT.
OVOT-
De' Padri Cherici Reg-olari, Cap. 1 7.
7 \
QJOTANNISQVE X. KAL.IVN1I CHtUSUANO
MORE, RITVQjVE, S A C R I F I C I V M
FIERl CENSVIT.
E O QV E F A C T O , A B A S I L 1 C AE VECTIQALlVM
QVAFSTORE, PECVNIA PARATA BASIL1CANIS,
Q^V I S A CRI S PRAESTO FVERIHT,
PRO S ACERDOTII G R A D I B VS VIRITIM
D, A R l CONSTITVIT^
I
De Padri Cherici Regolari. Cap. 17. 73
di non entrar in camera > assicurandolo che delia venuta sua , il Papa si lana»,
facilmente turbato i e persuadendolo che* 1 negotiar con sua Santità , e otte
ner cosa alcuna à suo gusto , saria stato fuor di tempo :il Cardinale perle pa
role del P.Don Geremia , fatto del vero capace , si deliberò di non entrare in
camera. E finalmente il P.Don Geremia chiusi gli occhi al Pontefice, se ne tor Religioso amo
nò alla sua Religione, riportandone seco, come amator della pouertà , e ottimo re del r.D. Ge
ReIigioso,quegl'istessi vestimenti , i quali egli hauea in dosso , quando chiamato rrmu alla san
ta pouertà .
nel principio di quei Ponteficato,andò à seruir in Palazzo,come al suo luogo più
Cap 40.
distesamente diremo.
Il corpo di questo Pontefice,fu sepolto con semplice,e priuata sepoltura in $an Semplice se
Pietro in Vaticano,nel cui Palazzo egli era morto.Ma in capo à sette anni , per poltura del
Papa .
B ordine di Papa Pio Quinto di santa memoria, l'anno secondo del suo Pontefica-
to , fu trasferito con io!enni,e sontuose esequie,di tutto'l Clero Regolare , e se
Traslatorie
colare , alla Chiesa della Minerua de'Predicatori,nella Cappella del Cardinale idei corpo di
■ PP.
r»r\ r». I _ IV.
ti
Oliuiero Carafa , e per ordine del medesimo Pontefice Pio,il corpo su dato à por Paolo
alla Chiesa»,
tare a* Padri Cherici Regolari di S.Siluestro, hauendo la Santità sua giudica- della Minerua
to,e detto conuenirsi à loro,come siglU'impresa di portar il corpo del padre, più
che ad ogn'altro . 11 quale fu collocato in vn nobilissimo sepokhro di marmo,
con la statua della sua naturale immagine,sotto la quale per ordine dell'istesso Pa
pa Pio,fu intagliato questo Epitafio,che sarà qui trascrittOjdoè :
Ma non si fermò qui l'affetto di questo Pontefice, conciosiacosache, per far 1'
vfficio di pietà, intero e compiuto , dopo la sepoltura del corpo,ordinò ancora.., Affetto di PP.
Pio V.alla mei
i'Essequie dell' Anniuersario , che si douessero celebrare ogn'anno in quest' moria di Papal
istcíïa Cappella , adì diciotto d'Agosto, oue gl'Illustrissimi Cardinali del Paolo IV.
la Congrégation del Sant'Vssicio , personalmente interuengono , con gli altri
di quel Tribunale, facendo i Padri della Minerua , conforme all' obligo , so Card.del S.Vf
ficio.interuen
pra ciò fatto dalla Santa memoria dell' isteslb Papa Pio Quinto, il quale_; gono all' anni
costituì loro à questo fine vn entrata di censo perpetuo di die^i luoghi di mon uersano di Pa
pa Paolo IV.
ti della Fede; arfineche l'vlficio anniuersario ogni anno si celebrasse, co
me si fa. Piacque similmente à questo Santo Pontefice , che'l corpo di Pa
pa Paolo Quarto , fosse sepolto nella già detta Chiesa,come cala della sua Reli-
G gione
■ Il ' ' Hi.!"' .i ,.—
74 Historia della Religione
gionc,c nella Cappella d'Oliuiero Cardinal Carafa, non solo per esser egli stato
di quell'istessa famiglia, ma per rinouarui Ja memoria di questo segnalato Car
dinale, il quale oltre alle molte e virtuosiifime qualità, che à quella Degnità l'e-
Religiose me saltarono,hauea lasciato memoria del nomesuo,non solamente in Roma,oue, ol
morie de! Car
din. Oliuiero tre à questa CappelJa,egli edificò vn Chiostro,con altre parti del Conuento del-
Carafa, in di- Ja Mincrua ; e alla Chiesa della Pace,de'Canonici Regolari , della cui Religione]
uersi luoghi
di fcoma , egli era Protettore , occorrendo loro vltimamente vscir di S.Giouanni Laterano
donò il suo PalazzOjche l'era contiguo,edifìcandoui il Chiostro da'fondamenti,
come al presente anche si vedeje la Chiesa d'Araceli, con nobile spesa in gran
parte riparò.Fece similmente la ricca soffitta di S.Lorenzo fuor delle mura , c,on
altri ornamenti di dipinture; e in S.Pietro in VincoIa,e altre Chiese, e luoghi di
Roma,oue l'armi della sua famiglia,dimostreranno ancora a' posteri la liberalità
singolare di questo Signore, ma specialmente nel suo Arciuescouado di Napoli
Memorie di fece cose di singoiar memoria . Percioche oltre le nobilissime spese, fatte per lo
Oliuiero Car. culto Diuino,sotto l'Aitar Maggiore dell'istessa Chiesa,egli edificò, di candido
Carafa >' nel
Duomo di Na e finissimo marmo vn'altra Cappella,per la varietà , e ornamento di diueisc scol-
poli. ture>molto vaga,e ragguardcuole,opera degna d'vn animojcom'era il suo, vera
mente generosilfimo,e pio.E per arricchir maggiormente questo nobile edificio ,
dotollo di tante entrate,che bastassero per l'obligo di certo numero di Meise,che
ciascuna mattina, vi si douessero perpetuamente celebrare . E volle che queste»^
Cappellanie,fossero Padronaggi de'siioi descendenti , a'qualiè rimaiala ragion
di presentare i Cappellanijsi come hoggi appartiene ad alcuni della Jsua caia , e
specialmente al Duca d'Andria,Signor di questa famiglia, e Vincenzo Carafa_>,
Prior d'Vngheria,epoi di Capua,della Religione Gerosolimitana, del consiglio
di Stato,nel Regno di Napoli ,
vna dolorosa , e intensa pena di sciatica . Nella qual infermità,si può veramente
Pacienza nell' dire, che quanto egli era più compassioneuole , e pietoso degli altrui mali, e
infermità cor trauagli i tanto maggiormente potea in lui la pacienza per sofferirgli , con tran
porali • quillità^ allegrczza,in se stesso, sostenendo specialmente questa dolorosa infer
mità , che quantunque noiosamente il trauagliasse, e molestasse oltremodo,non-
dimeno la toleraua con tanta tranquillità , e piaceuolczza ; che riputandola.,
quasi come dimesticajmcntreche per cagion di Jei,non si potea muoucr di lerto ,
la chiamaua sua sorella . Anzi, quantunque gl'istessi medicamenti , ordinati dal
Medico , ò di loro natura , ò per inauuertenza delfinfermiero , gli fossero mol
to dolorosi , tuttauia accettandogli con allegrezza ; della pena, e del dolore ,
Esempio di sin che gli rccauano,non facea motto veruno . Ne riferirò vn esempio solo , per non
golar paciéza esser con la souerchia lunghezza noioso , c'hauend'ordinato i medici , che sopra
quella parte dalla sciatica ossesa,si mettessero alcune tele incerate,e tuffate nell'
olio caldo ; ancorché l'infermiero, ò per< desiderio di guarirla più presto , aspet
tando dal medicamento più caldo , miglior effetto, ò forse per iuapoca auuerté-
za , ui ponesse sopra , le pezze tuffate nell' olio ta nto caldo, e boIlito,che cocen-
dogli la coscia,Ia pelle diuenne com'vna crosta,scorticandosi poco appresso:non
dimeno il pacientiifimo infermo,come se in ogni altro corpo,folse stato il dolore,
non solo non mostrò di sentire pena verunajma ne pur ne fece alcun sentimemto.
lac r.
E hauendo imparato da S. Giacomo Apostolo, come buon Religioso, quanto
vana sia la Religion di colui, che non sa raffrenarla lingua, la quale, ancorché
picciol membro , ha forza di macchiar tutto '1 corpo:fu osseruato,in tutto'l tem
Modestia nel po ch'egli stette nella Religione,e conosciuto per Religioso,cosi moderato e mo-
I freno della_> desto nel fauellarejche dalla bocca sua,non fu mai sentito ragionamento alcuno,
! lingua .
non solo di cose Secolari, ò mondane, ouero alla professione, e stato di buon Re
ligioso poco conueneuole : ma nè tampoco vna minima parola , c'hauesse appa
renza d'otiosa,ò vana.Onde desiderando di non sentir ancor nell'altrui bocche il
contrario;quando gli occorrea talhora, per aiuto dell'anime, di trattar con per
sone Secolari ; se i ragionamenti loro fossero stati di cose di Mondo , ingegnan
dosi il buon Padre, d'interromper simili discorsi,gIi tiraua destramente in qual
che miglior ragionamento , impiegandogli in cose vtili , e spirituali . Ma doue
pure, per qualunque accidente, non gli sosse riuscito questo suolodeuole, e vir
tuoso desio : fu molte volte osseruato, da'Padri,ch'erano in sua compagnia,che'i
P. D. Giouanni,conofcendodi non poter far frutto,con vn subito silentio,muta-
Neil* aspetto to quasi in vn altro, parea che dal sonno,fosse subitamente occupato . E non es
corporale.gra sendo questo buon Padre, ne'ièmbianti di fuori, diuerso dall'affettioni naturali,
uee diuoto
della sincerità,Iealtà,e schiettezza dell'animo suo : si come egli era dentro, tutto
schietto,e sincero;cosinell'aspetto venerando del corpo,non solamente sembraua
Per li casi au" diuotione , e grauitàj ma dimostrandosi sempre talmente gratioso,e lieto, che la
ueríî non si sua faccia, non fu mai veduta turbatale per qual si fosse accidente,dal suo con
perturba .
sueto stile in minima parte mutata : parea , che in lui fiorisse , la naturalezza del
buon Religioso; il quale hauendo sempre in sua compagnia, la giustitia,e la gra
fia ; perla tristezza di qualunque sinistro ,ò noioso accidente , non si conturba.,
Prouer. i ». giammai, dicendo Salomone ne'Prouerbij.-iVo» contristabit iuiìum quicquid ci
acciderìt .
E si come in se stesso egli era tutto feruente dello spirito,e dell'amor di Dio;cosi
ne'consueti ragionamenti,non solo co'suoi Padri,c sratelli,ma etiandio con qua
Gratìa nella
predicanone • lunque altra persona,g!i occorrea di pratticare,ne facea sempre dimostratione ,
e specialmente nella publica predicanone , porgea i suoi concetti spirituali non
solo con feruor di spinto , ma con voce tanto argentina, e sonora ; che parea co
sa disusata,c degna di marauiglia, che nell' età sua , per la vecchiaia, horamai
•assai
De' Padri Cherici Regolari, Cap. r 9. Si I
assai graue jil tuondclla voce, si fosse in lui conseruato infínàqueJl'hora , colì
chiaro esonord.Ikhesipuòcrederejchenon fosse íènza ípecial gratia delSi-
gnorlddio , corne in altri assari délia vita sua , fu più volte osscruato ; ma par-
ticolarmcnte ritrouandosi egli vna volta infermo ; mentreche da moki Padri
era attualraente visitato,si conobbe in vn subito venir meno,e tramortire : dima-
nierache , credendosi che '1 Padre fosse per morir allora , suron chiamati gli altri Estaíî, o rateo
Padri, c Fratelli , per aiutarloà passar ail' altra vita . Nondimeno suegliandoíi
quaíi dal consueto lònno , e tornato ne' sentimenti : fece à quei Padri vn bel-
lislïmo sermon e , tutto pienodi tanto spirito , eferuore,edi tanta vtilità,a'
circostanti Padri, e Frarelli.-che non senza ragione fu reputato, che quello acci-
dente,che parue vn naturale suenimento,ò mancamento di vita , fosse stato più
tostoestasi, òratto .
Et essendo stato molto zelantc délia commune vita Regolare,e osscruante, si
Amitor délia]
comefu sempreamator délia communità; colUa singolaritàhebbe sempre sin-> vita comune .
golarmente in odio . Onde ingegnandosi d'imprimer questo lodeuole stile , ne'
cuori di tutti i suoì Padri, e Fratelli, nonsolamente con le parole ne'consueti ra-!
gionamenti spirituali , ma molto più có l'esempio délia vita sua : imitaua srà gli
altri buon Padri deU'antiche Religioni, il diuotissimo Monaco S. Bernardo ; il
qualc hauendo tanto singolarmente à cuore , il comune viuer regolare , quanto
egli odiaua nellc persone Religiose , la singolarità ; hauea spesseuolte in bocca_j
quel detto:Q#/facit quod nemoymirantur omnes , Addunquecon questo ardente
zelo délia vita ReIigiosa,il P.D.Giouanni s'affaticò sempre , cosi nell'osseruanza
délia vita Regolare , corne nell'aiuto dell'anime , corne ottimo Religioso , finche
carico di molti meriti ( com'è detto sopra , e diraífi ancora appresso^íînì com'vn
Santo . E hauendo riceuuto tutti i santissimi Sagramcnti, fece neli'vltimo vn'ef-
ficaciísima,e caritatiua csortatione à tutti i suoi Padri, e Eigli diS.PaoIo,insiam
mandogli con caldiísimo zel©, al seruigio di Dio. Nella quale esortatione,si sen
ti una diuotiífima côsiderationc,e meditatione aile cinquepiaghe di GiesùChri-
sto , la quale tutti i circostanti Padri intenerì, e singolarmente commosse . Onde
sentendosi quanto ell'era allô spirtiogusteuole, e dolce, questo.scrmone fuscrit-
toparola per parola,daI P. D. Saluadpr Caracciolo, Cherico Regolare,vno de'
circostanti , huomo e di moka dottrina, c di vita escmplare, il quale fu poi Arci-
uescouo di Consa,come si dirà . E questa meditatione io Vho veduta,e Ietta,con
Cap.j».
particolar consolation dell'anima mia. Nella quale volend'egli persuadei e i cir
costanti Padri,e Fratelli suoi,à non temere,ma sperar nel Signor Iddio , gli chia- Religiosi aa-
maua Fratelli eletti ante Mundi constitutionem . E raccomandando loro molto ucrtimenci la-
sciati a'íuoiPj
efficacemente la carità,e vnion fraterna, gli auertiua che fra di Ioro,non confen- <?rì9ntl tempo
tisseromai, che vinascessela zizania, che '1 commune nemico délia semenzadi 4dla morte ,
Nostro Signor Giesu Christo, va sempre cercando di seminarc . Nella quai con-
sideratione,si seruia délie parole di Christo: Hoc est praceptum meum , &c. Dipoi
Auuertirr.ëro
si riuolsc a'PadriConfpssori,rammentádo loro per documento,chcfuggissero sem p«r le Mona-
pre, e schiuassero lasouerchia dimestichezza co'Secolari, dicendo loro ,Nimia chedel Monal
familiarisasparit contemptum. Percioche col Secolo conuien trattare in mo- stero dellaSa-1
pienza .
do,che si faccia conosecre al Pénitente l'error suo, afrìneche egli n'habbia dolo-
re, mescolando sempre negli auuertimenti spirituali qualche parola di compas-
sione. Dipoi si riuoltò al P.D.Paolo Arezzo,e raccomandadogli le monachc del
Monastero délia Sapienza (percioche nella lunga infermità di questo buon ser-
uo di Dio,aH'istesso P.D.Paolo,n'era stata commessa la cura di confessarle)l'csor
tò alla compassione , e carità verso quelle Suore , corne Donne, le quali per ser
uigio Diuinojs'crano volontariamente riserrate,in perpetuo carcere,separanàoíi
da ogni forte dipiacerdiMondo,e assetto di fangue: eperciò erandegned'esser
amtate,
82 Historia della Religione
, ditant' j
De Padri Cheria Regolari. Cap. 1 9. 8?
senti : percioche
1 da vna (_?
gran finestra dell'antico Cqró sisentiua in Cella sua
;—
distintamente quanto si cancaua ,• se bene in successo di tempo,mutandosi il mo
dello dell'istesso Coro,e facendosi il nuouo, conuenne murar la finestra. Morto
addunque questo degnissimo, e diuotissimo seruo di Dio ( come detto ) a' 1 3.
di Dicembre di questo anno 1562. mentreche egli era Proposto di S. Paolo di
Napoli,in luogo suo fu eletto da'Padri del Capitolo rappresentante di S. Ni
P. D. Paolo A colò di Venetia, il P.D. Paolo Arezzo, il quale nel Mese d'Ottobre di quell'istes-
rezzo Propo
Ito di S. Paolo so anno,fu presentato all' Arciuescouado di Brindisi , dal Cattolico Re diSpa
gna,comepoco sotto diremo .
Cap.t0.4j.
P I V S PAPA QJV A R T V S.
Ri spolia del
P.D.Paolo A' J-J Onestam hominum opinionem de alicuius vita, qua?non magis experientia
rezzo «1 Ere- quam rumore quodam,ob nescio quid excitato, coníìderatur plerumque_->j
OC Sanctissime Pater,falli est tamceitum>quamquodcertiífimum . Quem enim latet
populum, non delectu aliquo,aut sapientia,sed impetu nonnunquam. & temeri-
tate quadam ad iudicandum inducit? at illud non poslum non magnopere admi-
rari , prxclaros quoque viros,qui nihil sine circumspectione;& accurata conside
rationeagunt,hacinresa?penumerodecipi5 hisce sidem rébus tribuendo, qua?
ex vulgi sermonibusoriuntur. Sed quorsum hoc? Vt scias Sanstislìme Christi in
terris Vicari>quod superius commemoraui,mihi ipsiaccidisle . Cum enim multa
sint in me,qua? viruperatione non mediocri.potius quam lande aliqua digna so-
rent,cœperunt homines,ncscio qua re d uctijde me bene existimarc, adeoque hçc
creuit opinio,vr plerilque grauitatc>& prudentia prar stantibus viris , prarter om-
nemtamenrationemjillud idem sit quoque visum. Quid enimaliud Philippum
Regem virum virtute cognita,& ípectata side ampliíTìmum, tuamque Sanctitaté
commouit,vt me in Episcoporum numerum rooptandum este censerct,nisi homi
num fama,& probitatis opinio,quae in me falsò conserturí Sed in hoc ('bona tua,
ac praeclaiislimi Régis venia dixerim) maxime erratur , siquidem rébus illis om
nibus omninoeareo ,qua; adhocsuscipiendumonus expetuntur. Namcaeteris
omislîs , vbinam mihi est acris cura , atque diligcnria , qua; iri curandis
ouibus Christi requiritur ? Vbi prudentia in rébus agendis ? Vbi expe
rientia > Vbi litrerarum scientia , & doctrina ? Vbi charitas , vittus
ad quietè viuendum aptissima , quç maxime necessaria est , ijs qui alijs
prçsunt ? Quid de corporis viribus Joquar? Iam inde víque à puero ,tenui,
: . aut
~— T »' ' ; ' ■- I I ì - ■■— -- - -r
A aurnulla valetudine-fui : ícd nunc me vires, vt cum maxime ob fere -exactam a?-
tatemdesicere cçperunr. Quare,si onus suscepislem,propter animi , corporiíque
imbecillitatem , mihi deponendum, si sieri posset , censerem , quoties ad me de
hac re detulerunt,ipse semper me òneri ferendo, idoneûm non esse dixi: & in hac
fenrentia iemperpermansi^non suscipere onus oíficij, quodnon possim mstinere '.
At nunc,cum denuo à tua òanctitate,ad hoc suscipiendum inuicor, essusa» sent ad
Deum optimú maximû de hac rc piç preces,& à me,& à compluribus viris Reli-
giosis,idemque meoinhaçrere cordi,quod antea sentio,imomagis clare}aperteq«
cognosco , fíonus recipererasnec miht,nec alijs profururum ; hocque pacto , nec
tua? Sanctitati,nec Regi,nec oiuhus mihi committendis, posse vnquara satùfacc-
re . Oro te igituiv& obtestor (qua? tua est prudentia3& in omnes benignitas^ vt
B mihi humillimo seruo tuo3& ouihus illis coníulas,onus hocalij impoAéndo,qué
tibi,& Regi,Deus oprimus maximus, sua ipsius picrate, & démenti» ostendet ,
qui nugis me idoneus eri.t.. Accipequajso Sanctiísimc Pater meam excuíationé,
melque rniíèrere,qui quidem omni quiçte,animique tranquillitate carerem «. Si-
quidem meafConfcientije angore , & íoliicitudine continue vexarer, sicque vi-
tam degerem vnus omnium miserrirnam,ac parui,& inali essent dies mei. Non te
moueat studium tuum,Regis desiderio satisfaciendi, cui quid em optime sarisfc-
ceris,si in hocei minimeconsenseris.Estenim patris in filîos, & amiçorum inter
se officium non consenrire,quç quisq ue vult,sed q uod magis rectum, honestumq.
estjiiJtidfaciendum. Tantumqueabçit,vt ilieid moleste serat,vt obid eumtib.
maxime fore dcuinctum,veritateçognica hauddubitcs. Quare Sanctislìmc Pa
ter,cognitai& audita mei animi,corporisquç imbçcillitatc, pcrspecloque dam-
no,quod ijs,qui iuuandi sunt, inde accidere poíset ; îe etiam , atque etiam rogo ,
vt communem ipse meam , illorumque cauía*n , bénigne accipias, Deo Oprimò
Maximopergfatumfacturus,siipsorum paritcr,ôç meoesaluti consules. Bene
valcat tua Sanc~titas,çamque Dominus longiflîmo tempore Ecclesia: sua? sanctç
scruet incolumcm.Ego illi humillime pedum plantas exoscuior, Neapoli in Aç-
dibusSancti Pauli xj. Kal.Nouembris MDLXII,
Tu* Sanctitacis
Deditistlmusjpcrpetuufque seruus
Presbvter Paulus Clericus Regularis.
H ái
Historia della Religione
da Papa Pio V.sanra memoriajl'anno 1 5 68, terzo del suo Ponteficato , di tutti i
Priuilegij>che gode questa Religione,potrà il pio lettore nei cap.a 5 .di quest 'Hi
storia hauer piena notitia delle tante gratie con molta benignità dalla S. Sedia,
e Rom.Pontefici concedute à questi Padri Cherici Regolari, di cui cosi lodeuol-
mente si seruiuano in seruigio Diuino,e benefìcio del prossimo, le quali fon tali,c
fantesche marauigliandosene(comc di sopra è detto)il Dottor Nauarro,huomo
Cap. »,
di tanta dottrinai bontà,e ammirando la singoiar liberalità,e clemenza de gl'i-
stessi Pontefici, a'molti meriti di questa Religione,dice particolarmente,cheappe
na il crederia,s'egli non l'hauesse con gl'occhi propri; veduti,e letti.
Santità sua scriucssc al P.D. Paolo esortádolo etîìcaceméte ad accettar con cari
tà il carico,di cui la Città il richiedea.U P.D.PaoJo riceuute le lettere del Card,
B. Carlo Borromeo, in.cui,ancorcheoltr a quello ch'egli hauea in nome di sua'
Santità scritto, con cinque righe di proprio pugno, sotto li due di Maggio, à
quell'impresa l'esortasse: nientedimeno non contenendo le lettere comandamen
to , nè ordine espresso di Nostro Signorina solo esortatione,e licenza ; non giu
dicò perciò di douersi muouere,non gli essendo espressamente comandato, come
si potrà chiaramente vedere,cosi nell'istessa lettera del Cardinale B. Borromeo,
come in vn breue capitolo d'vn' altra , dell'Ambasciador residente appresso sua
Sátità,al Viceré di Napoli. Di cui,per chiarezza del vero,m'è paruto di douerne
lasciar qui sotto vn esempio,che dall'originale è stato fedelmente parola per pa
rola ricopiato . 1
à trattar
De Padri Cherici Regolari. Cap. 22. 9l
Copia
Historia della Prigione
9*
Copia della seconda Iettera,delB. Cardinal Borromeo,aIP. D. Paolo, nella A
quale, in nome del Papa gli commanda , sotto precetto d'vbbidienza, la gita dij
Spagna .
I Risposta del
Allaqual letterali P.D.Paolo mostrandosi,come buon ReIigioso,prontissimo
P.u. Paolo.
all'vbbidienza, oppose a'Maggiori solamente vna difficoltà , facendogli consa-
peuoli, qualmente non era tutta la Città, vnita cosi di concordia,à eleggerlo per
Replica ìn no cotal carico. Alla qualoppositione,il Papa,con vn'altra Iettera,deH'istessoB.Car
me del Papa_- lo Cardinal Borromeo, gli fece, in nome suo,con I'istesso precetto , in virtù della
ali opposicion
del P.D.Paolo medesima santa vbbidienza comandare, che non ostante qnal si fosse difficoltà
da lui addotta; si risolucsse, il più tosto eh' era possibile, à far questo seruigio
alla Città di Napoli, la quale, nella bontà , e prudenza sua, cotanto confidaua ,
non parendo alla Santità di NQstroSignore,chc i rilpetti,i quali da cotal impre
sa il distoglieuano , e ritraeuano indietrojond'egli non eseguisse vn negotio tale
in benefìcio della Città , e seruigio di Dio , com'era questo fossero basteuoli , nè
chela sodisfattione,e openion d'vn Seggio solo, s'haucsse à preferire al comune
Affettion del benefìcio di tutto quel Popolo . Nella quallertera,accennandoil Cardinale ta
Pana al P. D. citamente 1' affettion di sua Beatitudine ; gli dice più specialmente,che passando
Paolo .
per Roma, ella il vedena volentierije I'istesso Cardinal B.Carlo Borromeo, scris
Mcnsig Nico se à Monsig. Nicolò Fiesco,Vescouo di Sauona,allora Nuntio Apostòlico nel Re
lò Fielco, Ve
scouo di Sauo gno di Napoli, c'haueua mádato al Viceré vna lettera,ch'andaua aJ PJD. Paolo
na Nuntio A- de'Cherici Regolari, in cui,per ordine del Papa gli si comandaua in virtù della
postolicoia_>
Napoli . santa vbbidienza , che douesse prontamente accettare , e similmente eseguire il
carico , che la Città gli hauea già dato , di trasferirsi per li publici negotij, alla
Corte del Re Cattolico; e che dicesse à detto Padre, per conformità di quest'
ordine di N ostro Signore,che non fosse più renitente,ma come buon Religioso,si
lasciasse piegare,all'vbbidienza di sua Santità,con quella prontezza, e sollecitu
dine,che richiede Io stato Religioso, e che dicesse al Viceré , d'haucr ordine» di
fare in ciò,mtto quello ch'à sua Eccellenza fosse in piaiere.E per.sodissattion di
chi leggerà quest' Historiaje per maggior certezza, e testimonianza della verità,
ho giudicato bene , di lasciar qui sotto, la copia d'amendue queste lettere , dal
pro-
De Pacîri Cherici Regolari. Cap. 2 2.
93
(proprio originale, parola per parola fedelmente ricopiate. E tutte qucste_j
" j quattro lettere io l'ho più volte vedute,e lette, percioche elle si cóieruano dall'
anno 1 567.insin al presente appresso di me;il quale mi fon sépre dilettato di co
se degne di consideratione, e d'esser conferuate,à perpetua memoria de'posteri;
e come amantissimo della mia Religione, con singoiar affetto ho custodito que
ste , e altre fcritture,e ricordanze honoreuoli , e degne di lei. E quest e la copia
dell' vltima lettera scritta al P. D. Paolo, circa 1 negotio commessogli , dal suo'
originale fedelmente ricauata .
"n Euerendo in Christo Padre honorando. A N. S. non pare , che li rifpetti,che 3. Lettera
vi fanno andar ritenuto in accettare il carico,che vi vuol dare quella Cit-
tà,di andare al Re Cattolico, siano tali,che dobbiate preferire la fodisfatione d'
vn Seggio solo à tutto il resto di quel Popolo . Però sua Santità m'ha detto, eh'
io scriua di nuouo,e vi cornetta , come so , da parte sua, in eadem virtute sancta»
obedientia» , che non ostante qualsiuoglia cosa , vi risoluiatc di fare quanto pri
ma il detto viaggio .
Se passarete per qua, sua Beatitudine vi vedrà voIentieri,& io ancora in quel
che potrò, sarò pronto à farui ogni piacere .
Vescouo Afa*
Quanto al Vescouo Asafense , sua Santità ha pensato di mandarlo ne li Paesi sente.
di Fiandra,doué potrà pure far qualche seruitio alla sua Chicsa,se bene non del
tuttOjCome sarebbe di bisogno . Però hauerete patientia , se non può venir costà
in luogo vostro. Christo N. S.vi conceda sempre laiiia santa gratia. Di Roma a'
27. di Maggio 1564. >
Tutto vostro
Il Cardinal Borromeo*
D
AI molto Reuerendo Signor come Fratello Monsignore II Vescouo Fiesco, à tergo, i
Nuntio di Nostro Signore à Napoli
Facendosiîn questa Icttera mention del Bieue délia Santità di Papa Giulio
IH.ho giudicato conuenicntejper íodisfare à chi guítarà di leggerIo,inícrirlo pa-
rola perparola . * '. ".
Dilccto Filio nostro Pctro, Tituli Sancta; Balbina? Presb.Card. Pacecco nun-jàtcrgo.
cupato , Cassarea: Maiestatis in Regno ,Neapolitano LocumtenentiGenerali .
su ris.
c)6 Historia délia Rcliçionc
Il P. D. Paolo Essendosi addunque fpedito il P. D. PaoIo,e fecondo '1 bifogno del suo viag-
parte per la_>
Corte Carto- gio interamente accommodato , e con rutte le prouiíìoni, chc alla sua Ambasce-
lica . ria conueneuolmentesi richiedeuano, à bastanza proueduto,e fecondo Ja mode-
stia di Religioso,meísosi in assetto : prese seco vn compagno deJIa nosrra Religio
P.D.FíerroCa ne,il P. D. Pietro Caputo, dotato da Nostro Signor Iddio di bontà, dottrina, e
puro Cherico prudenza, che poi Tanno del Giubileo 1575. pagando il debitoalla natura, in
Regolare.có- San Paolo di Napoli,hauendo riceuuto tutti i santiíïîmi Sagramenti , i quali per
pagno del P.
I D. Paolo . me stesso gli ministrai ,*eííendo io Proposto di quella Chiesa, e luogo, se ne passò
religiosamente à miglior vita, Tvltimo giorno d'Agosto , dopo vna lunga,e
penosa infermità d'idropiíìa di molti mesi , neila quale diede buon saggio di pa
cienza , e consormità col voler Diuino . Ma per continuare il viaggio del P. D.
Paolojal principio diLugliodell'istess'anno 1 5 64. imbarcossi, hauendo in quel
tempo la commodità dclle galee, Je quali andauano all'impresa , e conquisto del
Pignonein Barberia,nel Reamedi Fez,eMarrocco, la qualfortczza perallora
cra posseduta da!Mori . Con quella commodità dclle Galee , hauendo insinoà
Nizza di Prouenza prosperamente nauigato ; sbarcò quiui con disegno di fornir
tuttoilrimanente di quel viaggio per terra . E poi che moite giornate hebbe
caualcato per la Francia , e poi ancora per la Spagna , giunsc fìnalmente in Ma-
Giunro il P. drid,oue quella Maestà,facca reíìdenza in quel tempo . E fràbreue spatio,essen-
D. Paolo alla doJtatointrodottoall'audienzadelRejnonsolofuda quella Maestà ben gna-
Cortc Carto- mentc,e con buon occhio raccolto,e ben veduto.-ma di prima giunta , hebbe sin-
lie a,è graco à
quclla Macstá golar gratia , di sentir di bocca dclsistesso Re, qualmente gli era stato grato di
uederlo.Fra tanto intertenendosi per alcuni mesi in quella Corte,per maneggiar
destramente , con desideriodi buon succeslb, il negotio; hebbe commodità di
trattar più volte con la Maestà sua . E di tuttoquello, che per seruigio della_j
Città con quella Maestà Cattolica,aIla giornata negotiaua: si come non manca-
ua di darne all'istessa Città , fecondo che gli parea particolar auiso:cosi la Città
non mancaua di mandar à lui di continuo nobilislîmo aiuto,accompagnato sem-
pre con molti rendimenti digratie, e preghiere di continuar neírvfficio, per
ottener buon fine al negotio . Onde fra moite altre lettere scritte dalla Città à
suaPatemità,nelascerò qui appreflo la copia d'vna sola, dal proprio originale
fedelmentc ricauata , affineche chi leggerà quest'Historia , ageuolmente cono-
fea , in quajitopregio si tenga, edi quant'honore s'estimi degno,chi mette lç_>
mani
De Padri Cherici Regolari. Cap. 23. 97
mani nelle publiche imprese,à gloria di Dio,in scruigiodi cosi nobile, e honora-
ta Patria ; per la cui sodisfationc, il P.D.Paolo,seppe con tanta destrezza,e pru
denza negotiare>e con tanto senno maneggiar col Re Cattolico , e co'suoi Reali
Ministri,ilnegotio dalla Città commessoglijche dopo molte accoglienze, hauu-
te dalla Maestà sua in quella Corte, facendogli grafia di tutto quello, che egli
volle; all'istesso su commesso,che ne desse alla Città risposta.E mentrcche dimo
rò in quella Corre(come nelCapitolo della vita sua più distcsamete dircmo)die- Cap. 4J.
de tanto buon esempio,e vi lasciò cosi buon odore della sua esemplar , e religio
sissima vita,che nella mente di quella Maestà,e degli altri Signori della Corte ,
restò tale impressione della bontà,e virtù sua , che dopo ritornatosene in Italia ,
mentre viueua nella medesima Religione, l' istessa Maestà più volte gli scrisse, La MaelUCat
tolica.più voi
B honorandolo con sue affettuose , e honoreuolissime lettere ; ;Ie quali io non solo te con sue let
ho veduto,quando mi furon date à conseruare le scritture dell'istesso P. D. Paolo, tere honora_i|
il P.D. Paolo.
essendo fatto Proposto di S.Siluestro , dal P. Don Andrea Aueliino, che nella_,
Propositura di S.Paolo gli successe , ma anche le viddcro,ve lessero l'istesso P. D.
Haucn-
v
5>8 Historia della Religione
Nel '
De Padri Cherici Regolari. Cap. 2 4. ^
t
100 Historia della Religione
Casa di Pjdor la cui morte,non volendo i Padri della Religione crearui vn'altro Proposto i ri
ua, íj riduce*
Vicariato, iressero il luogo sielso , come Vicariato , sotto la cura d'vn Padra , la cui auto
rità e goueroo.dipendesse dal Proposto di S.Nicolò di Veneria . Il qual ordine ,
Traslation «W durò jnrjn'aU'anno della nostra salute 1574. quando questa Chiesa di Padoua
luogo di I>ado
ila, alla Chic nel mese di Settembre , fu trasferita in vn'altra,iotto'l titolo di S.Francesco pie
ìadi S.SiuWP colo,altTÌmcnti de'Santi Apostoli Simone,c Giuda ; come luogo più commodo
c Giuda.
coii a' Padrijcorric aTecolari,per attendere à gii escrcitij della nostra Religione,
cosi nell'amministratione, e frequenza de' Sagramenti ,come nell' vfo continuo
della predicatione,c di tutto'l rimanente del culto Diuino. La quaj commodità
non si potea,nè da'Padri,nè daTecolari,neIl'antica Chiesa di S.Saluadore , in_.
guisa veruna godere ; essendo ella posta neH'vltime,e più rimote parti della Cit
tà di Padoua. Trasferiti addunque i Padri da S. Saluadore, l'anno 1574. alla
Chiesa di S.Simone e Giuda,non ci fu creato alcun Proposto, per lo poco nume
ro de'Padri , che y'habitauano, durando questo goucrno , infin' all' anno 1 5 77.
quando nel Capitolo celebrato in S.Siluestro di Roma , vi fu creato il Proposto.
E allora l'antica Casa col suo giardino, fu venduta tremila ducati , de' quali la
metà douea essere de'Padri di S.Nicolò,e l'altra metà si douea spender nella fa-
Chiesa di P».
doua f abricar brica,(.he si facea,della nuoua Casa di S. Simone,e Giuda. La qual muraglia ti
ta da' fonda, rata auanti con le limosine de'fedeli,e amoreuoli della Religione, à poco à poco
menu. se condotta à perfcttiorje,poiche s e fabbricata da'fondamcnti vna nobile,e bel
la Chiesa,fatra in ottangolo , come quella di S.Maria di Candape Noue , della
Città di Pauia,de'Padri Bernabiti,e nell'edificio,il Cardinal di Padoua Corna-
ro,pofe la prima pietra,e l'Arciucscouo d'Vrbino la consagrò, come n' apparisce
i* ilcrittione seguente ;
Morto
De Padri Cherici Regolari. Cap. 2 y. / 1 Ol
— 1 I 11 . .1. . '1 1. 1 ,1. ■ . 1 1 ... 1 >, ) i a ',1 1 , . j, 1 1. 1 mrm ■ i i i . I ■
Morto Papa Pio IV. Pio V. che nella Santa Sedia gli succede im~
mediatamente a non solo conferma alla nostra Religione, tutte le
gratie, e Priuilegij,conceduti da gli altri Pontefici suoi predeces-
sori,ma ne concede ancora de gli altri. Cap. XXV,
l'altro
I02 Historia della Religione
.l'altro Iorluogo,e Chiesa di S. Andrea, Papa Siilo Quinto concesse à quei Padri
l'istessa immunità.
Esention di Vn'altra singolarissima gratia, concesse questo Pontefice a' Padri della Reli-
quest* Reli- gione;faccndogli per l'auuenire esenti, e liberi perperuamente,dall'obligo d'an
jne dalle
dare alle publiche processioni,e < he in alcun tempo giammai, potessero esser a-
publiche prò
stretti à interuenire ad alcuna di quel!e,ancorche generali e solenni,che si faccia
no in qualunque Città,oue i Padri haueranno luogo, ouero ouunque occorresse
loro,cosi incidentemente ritrouarsi,nel medesimo modo,ch'era stato già conce
duto dal sacro Concilio Tridentino,à coloro ch'osseruano perpetua clausura^ .
E con l'esempio loro,pocodopo i Padri della Compagnia 4i Giesù, ottennero fi-
stessa graria.Onde l'vna,e l'altra di queste due tato degne, e osseruáti Religioni,
innanzi al sacro Concilio di Tréto, hauea cotale prerogatiua pacificarréte godu
tojla quale essendo poi per ordine e disposition del medesimo sacro Concilio,tol-
ta generalmente à rutti,fuor che à quelli,ch,,osseruano clausura perpetua , e con
seguentemente restando i Padri obligati à interuenire alle medesime Processio-
nijcome ossequiosi,e vbbidientiflxmi alla Santa Sedia ApostoIica,vbbidiron sem
pre, finche di nuouo furono redintegrati nel primo lor Priuilegio , e ali'istessa_>
prima grafia benignamente ammessi, con la confermation di tutti i Priuilegij ,
ottenuta dal P.D.PaoIo Arezzo , che fu poco dopo Vescouo di Piacenza , Car
dinal di Santa Chicsa,e Arciueicouo di Napoli(come si dirà nel seguente Capi
toloJe col fauor d'Vgo Cardinal Buoncompagno,aI quale poiché fu assunto al
Pontefìcatojcol nome di Gregorio XIII. non parue a' Padri di douer chieder la
confermation degI'istessiPriuilegij;conciosiacosache,à sua intercessione ( come
Cap. 14. J4- è dettoJella s'era poco prima da Papa Pio Quinto ottenuta,ancorche per l'otti
ma inchinatione, e molta assettione, chela Santità sua dimostrò sempre ancor
co' viui essetti,alla nostra Religionc,i Padri n'hauessero potuto giustamente spe
rare , non solo questa amoreuolezza , ma ancora ogn 'altra maggior grafia . Nè
si taceranno al luogo suo, molte dimestrationi della liberalità di questo Pon
tesicc, verso l'istesla Religione , che dalla Santità sua, in tutto quel Pontifi
cato s'ottennero .
Corte
De' Padri Clieriq Regolari. Cap. 2 6. I OJ
Corte Romana,rinuntiando l' Arciucscouado di Brindili , à cui egli era stato dal
Cap. 20.
Re Cattolico nominato , acquistato buon nome t e poco dopo , hauendo la fama
della virtù sua , molto più confermata , nella resistenza fatta , non solamente al
la Città di Napoli,e all 'isteiso Vicerè,ma etiandio à Papa Pio IV. per non accet
tar l'vificio d'Àmbasciadore alla Maestà Cattolica,di cui egli era stato da quel* Cap. »i.
la Città con infinito honore , e riputationsua , istantemente richiesto: la Corte Rifiutando il
Romana , n'hebbe particolare edificatione, estimando che Don Paolo per l'hu- P. D. Paolo le
Degniti , e
miltàsua,fosse degno di questa e d'altra maggior Degnità . Il quai pensiero , era Grandezze j
tanto più viuo , nella mente , e nel openion del Pontefice Pio V. e degli UIustris| dell' humilr.ì
sua la Corre
fimi Cardinali ; quanto l'istesso Pontefice , era di questo parere più d'ogn'altr'- Romana ha
huomo , che le Degnità Ecclesiastiche , si douessero dare à chi humilmente grand'edifica-
tione .
fugge , e non à chi le cerca: e che quanto l'ambition rendela persona indegna di Opinion di
qualunque Degnità Ecclesiastica : tanto l'humiltà del P. D. Paolo,il rendeste di Papa Pio V.
circa 'L meri
questa , e di qualunque altra , più degno sempre, e più meriteuole . Venendogli to delle De
addunque quest'auuisojgli recò gran perturbation d'animo,e trauaglio di men- gniti Eccle
te,parendogli che à lui interuenisse , quasi come interuiene à colui , ch'hauendo siastiche .
poco fa , campato vn manifesto pericolo di percuotere in vno scoglio,e rompere
in mare, appena è sicuro di quello, che pensando di godersi la sua quiete , tosto
si vede sopraggiunto da vn altro , che molto maggiormente l'affligge , e pertur
ba • Cosi si conoscea il P.D. Paolo,dalle cure e gouerni dell'anime, tanto noio
Trauaglio di]
samente combattuto , che appena s'era poco fa , nelle mani di Papa Pio IV. dal D. Paolo peri
pericolo d'vn Arciuescouado sgrauato ; ed ecco che mentre si pensa di potersi cagion delle
Degnici .
godere il riposo della mente, nella sua Religione, si lente da Papa Pio V.col peso
del Vescouado di Piacenza, tosto, e inaspettatamente sopraggiunto . Per la qua
le inaspettata nuoua, diuenuto tutto turbato,e dolente oltremodo , e deliberato
in se stesso,di non volere in guisa veruna accettare: fece risolutione d' andarsene
a'santiilimi piedi del Pont.estimádo sempre di potersene sgrauare , come poco fa,
dell'Arciuescouado di Brindisi s' era ageuolmente sgrauato . E con quest* animo Cap. io.
deliberato , preso per suo compagno il P. Don Vincenzo di Masso , Padre di gra- P.D.Vincenzo
uità e di riputatone , cosi appressoja Religione,come etiandio appresso la Cor di Masso .
te Romana , se ne andarono amendue di concordia , sollecitamente à Palazzo.
Oue essendo ammessi all' audienza del Papa, prostrati a'santissimi Piedi,comin-
ciandoil P.Don Paolo,à spiegar con caldissimo assetto, la gran temenza, che egli
hauea , di non si grauar la coscienza , mettendo le mani nella cura dell'anime ;
supplicaua la Santità sua, che si degnasse di fargli grada, di non forzarlo à pren
der la cura, e gouerno di quel Vescouado. E accioche il Pontefice il doucsse più Ragion del P.
D.Paolo,3 pie
ageuolmente contentare; facendo il paragone,frà'l carico dell'anime, ricompre di del Papa
col sangue di Christo , e le forze della virtù sua ; dicea con grand'essicacia, esser per non e(?er
grauato dell.-;
infinitamente più graue quel peso , che le forze sue cosi fpirituali,come le corpo cura dell'ani
rali^ che non era atto , nè idoneo à gli esercitij delle cose Ecclesiastiche ; anzi me .
più tosto inesperto del maneggio di simiglianti gouerni. Conciosiacosache_->
essend'egli venuto alla Religione, nell'età assai matura, non gli parea d'esser
tanto atto,all amministratione,e gouerno delle cose Ecclesiastiche, nè alla cura
Pastorale de'fedeli di Christo,tanto habile,quanto la Degnità , e grado del Ves-
couo , necessariamente richiede, anzi ricercandosi tanta carità nel Pastore verso
le sue pecorelle , che in ogni euento, egli sia apparecchiato , à mettere etiandio
la vita propria per loro,e tanta prudenza,quanta ne richiede il gouerno di quel
la famiglia , per cui Christo ha sparso il proprio sangue, affinechenè purvna ne
perisca ( che questa è la differenza srà'l Pastore , e '1 Mercennario) non gii pa
rea di sentire in le, nè quella carità,nè quella prudéza,nè quel zelo,nè molte al
tre virtù ,chc'l gouerno del Vescouado , per ben guardar la Greggia di Chri
sto,
104 Historia delta Reiigione
Nel
m
Pignatello Napoletano (di cui si dirà)intesi gli auuisi del Capitolo, si messeroin
Cip. 44.47.4»
assetto . E tutti di concordia , soljeciti all'imposta loro vbbidienza , senza indu
gio eseguire,partirono di San Nicolò; e nella sine di Maggio, giunti in Milano ,
insieme con gli altri Padri venuti di Napoli , e di Roma ; incominciarono con
gran femore , e sollecitudine, à dar principio al culto Diuino,con gli eserciti;
Religiosi , circa '1 seruigio di quella Chiesa , vfficiandola assiduamente > e con Ï
amministration de'Sagramenti, secondo la lodeuole vsanza della lor Religione ,
con grand'esempio della buona vita, e con singolare edificatione, non-solo della]
AfTetion del Città , ma specialmente del B. Carlo Cardinal Borromeo Arciuescouo.il quale ,
B.Carlo Car
«linai Borro per l'affetto che portò sempre alla nostra Religione, e peri' ardente desiderio,
meo a* Padri ch'egli hauea di dar loro questa Chiesa in Milano,per aiuto deH'anime,alla sua
Chetici Re Pastoral cura commesse ; non solamente hauea mandato ducento scudi , che ser- B
golari . .
uissero perlor viatico,cioè per le spese necessarie in quel viaggio; ma accioche
eglino trouassero comoda stanza da poter habitare,hauea già fatta tutta la spesa
di suo, Gosine'fornimenti della Casa, per quello ch'era necessario a'Padri per
habitare , come nella prouision della Chiesa, per 1' esercitio del culto di Dio ,
La partita del amministration de'Sagramenti. Mapercioche l'hauer leuatoil P.D. Geremia
P.D. Geremia
di Venetia, ca da Salò di San Nicolo di Venetia , cagionò qualche perturbatione , e dispiacere
giona di ; pia in quella Città , oue per le sue ottime qualità, e per lo frutto ch'ei sacca nell'ani
cere in quella
Città . me , era à tutti grarissimo, eper la sua esemplare, e grauissima conuersationeri
spettato , amato , e tenuto in grandissima riputatone , e honore; ma particolar
mente , percioche nel suo sermoneggiare molto fruttuoso , recaua grand' edi
LaRepub. di ficatione , e giouamento à tutti i suoi ascoltanti: che la Serenissima Republica ,
Venetia , fa_ non solamente ne fece risentimento, e se ne lamentò co'Padri della Religione,nó
istanza appres
so al Papa , le parendo cosa conueneuole , ch'vn Padre , mentreche à loro era tanto grato,
riauere ìlP.D e in quella Città spendendoli suo talento ,facea gran frutto nell'anime, con la
Geremia .
sua esemplar vita , e con le prediche , e sermoni di molto femore , e lpiriro,fosse
tolto loro, per darlo altrui, e mandarlo altroue , lasciando 1' euidente , e mani
festo frutto de'scdeli di Christo,per l'incerto : ma ricorrendo ancora à Roma , ne
Michel Soria fecero caldissimo vfficio , per mezo di Michel Soriano, Ambasciadore residente
no Arrbascia-
dor in Roma, della lor Serenissima RepubIica,con Papa Pio V. supplicando ancora sua San
tità , che si degnasse di comandargli , che douesse ritornare in San Nicolò di
Papa Pio da Venetia . E su supplicato con tanta istanza, e fatto cosi buon vfficio , e con tanta
ordine, che caldezza mostrato al Pontefice il frutto che quel Padre facea nell'anime ,• che D
P.D.Geremia,
se ne torni sua Santità diede ordine , che '1 P. D.Geremia,il più tosto che fosse possibile , se
Venetia .
ne tornasse prontamente à Venetia , per attender à seguire ne'suoi consueti eser-
citij spirituali , giouando, e facendo srutto in qucH'animcche con tanto deside
rio , procurauano istantemente d'hauerlo . La qual deli beratione, e ordine di
il B.Card nò sua Santità , non peruenne si tosto alla notkia del B. Cardinal Borromeo , chç_^
consentendo , sentendone particolar dispiacere, non consentì in guisa veruna, che egli partisse ,
che'lP. D.Ge
remia parta di ma ieriuendone in dietro al Pontefice, e informando sua Santità,di quanto gio
Milano , ne_ uamento fosse questo Padre,e quanto la presenza sua fosse vtile all'anime , nella
scriue al Papa
Città di Milano,edei frutto notabiIe,chedi già in cosi poco tòpo egli hauea in
cominciato à fare3c di quel che tutta la Città n'aspettaua,e ipcraua, dall'vtilissi-
ma opera del suo fecódo,e ricco talento nella predicanone del S. Vangelo : fup-
plicaua lua Beatitudine,che per quel buon zelo, ch'ell'hebbe sempre della salu
te de'fedeli, ricompri col sangue di Christo,si degnasse di farlo restare . Concio-
siacosache partendo egli di Milano , la partenza sua , saria stata di gran danno ,
cessando ilfrutto,ch'egli haueua già intominciaro àsare, cosi col suo procedere
molto esemplare , graue e degno di buon Religioso , come , e massimamente col
suo vtilissimo sermoneggiare , in quella Città , oue questa Religione , era pianta
nouella.
De Padri Cherici Regolari. Cap. 2 9. 109
nouclla . Questa dimanda del B. Cardinal Borromeo, à cui sua Santirà intera Il Papa , alle
mente credea,hebbe tanta forza appresto al Pontefice, che contentandosi diri- preghiere del
uocar l'ordine già dato,per compiacer la buosta intention del Cardinale, ordinò B. Carlo con
iente che"lP.
nuouamente , che'l P. D. Geremia restasse in Milano , seguitando col suo buon D. Geremia
zelo,negli eserciti) spirituali di quella Chiesa,espendédoil suo taIçto,in benefì resti in Ml»|
Uno.
cio di quella Città.Onde có questa risolutione,il P.D.Geremia continuò nel go
uerno della sua Propositura in Milano,e ne gli esercitij di quella Chiesa, atteíe à
fruttisicar in quell'anime, particolarmente con li suoi sermoni,de'quaIj compia
cendosi grandemente il B.Cardinal Borromeo, lo faceua andare à sermoneggia
re spesse volte nell' Oratorio del suo Palazzo, per sua spiritual consolatione,e be
nefìcio dell'anime della sua famiglia., per il molto fruttuoso modo di dire , con
B tanta ef£cacia,fernore,e spinto di questo' Padre, il qualecontinuando 1' vìficio
suo per tre anni continui,ne'quali da'Padri della Religione , in tutti i Capitoli ,
che in quel tempo si celebrarono,nella Propositura,d'anno in anno fu conferma
to . E non si curando d'interuenire à quei Capitoli , come huòmo ritirato , se ne
stauacon grande assiduità all'esercitio della sua cura , aspettando ogn'anno d'e
seguir la volontà de'suoi Superiori^ con singoiar prontezza d'vbbidienza.,recar/
sollecitamente ad essetto tutto quello che gli fosse stato comandato . Onde com-^ IlP.t). Gere-I
piuto in questa maniera il triennio della sua Propositura di Milano , i Padri del mìa 1 corna ài
Venetia .
Capitolo GeneraIe,desiderosi di compiacerne la Città di V.enetia, da cui egli e-
ra stato tanto affettuosamente desiderato>iI trasferirono, e fecero Proposto del
la Chiesa di San Nicolò,dondc egli era stato tre anni prima leuato , di dui più
volte in altre occasioni ftdirà. Intanto crescendo ogni dì più la buona fama di
Cap 11.40.
questi Padri, e spargendosi alla giornata il buon odor della vita loro molto e Frutto chi.
semplarc e fruttuofa,erano sempre più accetti e più grati j e non meno à tutta la fanno i Padri
nell'anime del
Città vniuersalmenre vrili , che all'istesso B. Cardinal Borromeo singolarmente la Città di Mi
cari , seruendosi dell'opera loro,cosi in aiuto dell'anime alla sua cura commesse, lano.
come in compagnia degli altri suoi Ministri, nelle publiche Congregationi , che
per suo ordine,per lo buon gouerno , e reggimento della sua Chiesa in sua pre-
senza,assai spesso ivfaceuano.E dappoiché la Religione hebbe questo luogo,ipenr
dendo fruttuosamente i suoi talcnti,hà fatto conoscere il gran frutto e giouamé-
to,c'hanno fatto questi buon Padri in quegli anni,nell'anime,in questa Città di
MiIano,e'l buon profitto,neH'occasion ditrasferirsi,dalla Chiesa diS. Maria di
Cap.44.
D S.Calimcro,à quella di S.Antonio,l'anno i 5,77. come si dirà.
K dal b,ar-
1
I 10 Historia délia Religione
-
I
DePadri Cherici Regolari. Cap/2 9/ 1 1 1
e con-
De'Padn Gherici Regolari. Cap. j 2. / 1 i j
questo luogo eChieia, perla frequenza de'Nobili e Cittadini, i quali con fon
damento di buono spirito , frequentano i saiuilfimi Sagramenri , e ascoltano gli
vlíicij I )iuini,le prediche e i sermoni; questa Chielà è stata in pochi anni,agu-
mentata insieme col luogo,e accresciuta. Oode con l'aiuto continuo delle lor
Amoreuolez- frequenti Jimosine, i Padri, non solamente hanno commoditàdi poter secondo
Za della Citr.ì
di Piacenza à la profession loro,poueramentc viucre;ma hauendo dato principio alla fabbrica
questa Kelig. della nuoua Chiesa,per hauermaggiorcommodità d'amministrare alla Città il
verbo di Dio,e i santissimi Sagramenti, e fatte etiandio commode stanze per loro
habitatione , sono stati necessariamente forzati ., massimamente per maggior ca
pacità della Chiesa,di comperar molti siti. Onde questa nobile e diuota Città,
ha dato a'Padri delia Religione in questo luogo, tanto aiuto di limosine , che_^
chiúque vedrà le fabbriche,cosi della Chiesa,come della Casa,haucrà grand' oc
casione di lodarla Maestà di Dio, da cui ogni perfetto dono, e ogni creato bene ,
lac. i. nelle sue creature copiosamente deriua. Ma-per tanti beni , che la Maestà di
Dio , per arricchir i suoi fedeli , dona loro ampiamente ; quella Città resta à
questa Religione tanto più obligata: percioche il Cardinal suo e nostro D.Paolo,
per arricchir le sue anime, e pecorelle di quella sua Greggia, de'verì beni, e del
le vere virtù,che fanno l'huomo à Dio grato; non contento d'hauer fatto proui-
sion della nostra Religioncper ricchezza spirituale di quella Città, v'introdusse
l! Card, inrro ancora i Padri Cappuccini , facendoui sondare vn nuouo luogo, per quei buon
duce in Piace serui di Dio . E mentreche stette in quel Vescouado , impiegando sempre le sue
za i Padri Cap
pulcini. entrate in aiuto de'buon RcIigiosi,gli souuéne cótinuamente, e del suo amoreuol
méte aiutogli. Anzi no si íermádo qui questo buon Pastore, ma dcsiderádo,il suo
Vescouado di iim ili luoghi di Religione maggiormére arricchirei ócesse vn'alti a
Cherici Rego Chiesa c luogo per habitation de' Padri Cherici Regolari della Congrégation
lari di Sema- di Somasco. E finalmente edisicandoui vn Monastero di Donne Monache,che si
sco.
Monastero del chiamassero Conuertite; delle sue entrate non mancò mai d'aiutarle,come sacca
le Conuertite similmente,in beneficio del Seminario,da lui in quella Città eretto, e medesima
Seminario di
Piacenza. mente di tutti gli altri luoghi pij,deH'istessa sua Città di Piacenza , nella quale
Jistituì alcune Confraternite,per seruigio Diuino,c altre opere buone e pie (come
Cap.*;. al proprio luogo della sua vita,più distuiamente si dirà) recandole sempre auan
ti,mcntrechefu in piacer della Santa Sedia, eh' egli , come Pastore , gouernasse
quella sua Greggia , che fu infin'all'anno della nostra salute millecinquecento
settantasei , quando Gregorio Decimoterzo Pontefice , per far parte de' molti
meriti delle virtù sue, specialmente alla Città di Napoli, leuatolo da quella-,
IlCard.diPia
cenza è fatto cura della sua prima Spola , non senza dispiacer e disgusto , cosi suo , come del
Arciuescouo Clero,e di tutto'i popolo di Piaccnza,creoilo Arciuescouo di Napol^comepoco
di Napoli.
appresso diremo •
Patti
De Padri Cherici Regolari. Cap. 3 1.
Fatti alcuni ordini , per buon gouerno della Religione , nel Capi
tolo celebrato quell'anno 1 57Z, in San Silucstro, i Padri inuitati
dall' Arciuescouo di Genoua , col consentimento di quella Repu-
blica , accettan quiui la Cbieili di Santa Maria Maddalena , e ne
prendono il poisesso Cap, XXXI. \
157* ENTRECHE Papa Pio V. entrato nel settimo anno del suo
Pontesitato,e desideroso d'vltimar i giorni suoi , acquistando alla
Chiesa di Christo, centro a'nemici della Santa fede, qualche se
gnalata vittoria, aspiraua sempre à maggior imprese,in beneficio ,
e vtile della Santa Sedia: hauendo 1' anno passato conchiusa_,
quella gran Lega,frà la Chiesa, la Maestà Cattolica, e la Republicadi Venetia,
D. Gìooanni laquai sotto '1 gouernodi Don Giouanni d'Austria General dell'Armata Chri
d'Austria Ge stiana , e di Marcantonio Colonna General delie Galee della Chiesa , e Luogo
neral della Le
ga,e Marcan tenente General dell'istessa Lega; à dì sette d'Ottobre di quel medesimo anno
tomo Colon» 1571. mentreche il Turco , con vna fortissima Armata di più di trecento Vele ,
na Luogote
nente . parca che facesse tremare il Mondo , venuta seco alle mani , nel Golfo di Le
Vittora de' panto , dopo vna ferocissima zuffa di più di cinque hore, ne riportò la maggior
1 Chr li uni nel
{Golfo di Le i vútoria,che mai più,nè prima nè poi si sappia,che sia seguita inMaremon hebbe
I paino. I
si tosto
De' Padri Chetici Regolari. Cap. 32. 1 17
i-si tosto il Pontefice riceuuti gli auuisi,chc rendendone alla Maestà di Dio infi
nite gratie;sei mesi dopo fornite queir allegrezze , questo stesso anno 1 572. pas
sando il primo di Maggio à miglior vita, fu eletto l'istesso mese, Vgo Cardinal Assuntiòn dì
Papa Grego
Buoncompagno, e chiamossi Gregorio X 1 1 1.I1 quale non fu fi tosto assunto al rio XII Lai
Pontesicato , che nella suprema cura del suo reggimento dell'vninersal Chiesa Pontesicato .
di Christo,dauendo far prouision di Pastori e Vescoui,i quali per io reggimento,
e gouerno delle Chiese particolari , sossero meriteuoli ; |e ricordandosi che la
Opinion, c'ha
Religion de'Cherici Regolari , era di somiglianti soggetti , atti cosi per la bontà ueaPapa Gre
delia vita , come per la sufficienza delle buone lettere, alla Cura Pastorale dell' gorio XIII. di
questa Re Ir
anime > assai copiosa ; vacando specialmente nel principio del suo Pontesicato , gione.
nel Reame di Napoli , l'Arctuescouado di Consa,per rinuntia del Cardinal Al
fonso Gesualdo ; elessenel sacro Concistoro per Arciuescouo di quella Città ,
il P. D. Saluador Caracciolo Napoletano, Cherico Regolare . Il quale non so dor IlP.D. Silua-
Carac-
lamente pei- la Nobiltà del sangue, ma molto più per bontà della vita sua, e ciolo,Arc!iies
couo di Con
per sufficienza di lettere,era soggetto di quella degnità assai meriteuole. Percio- fa. ■
che mentrech'egli era Proposto di S.Siluestro di Roma,e co singoiar sodisfarion Me.ri.ti del P.
di quei Padri , attendea al gouerno cosi temporale, come spiritualè di quella D.Saluador
Caracciolo.
Caia e Chiesa ; era la vita sua e la conuersatione , auanti à gli occhi di tutt'i
Padri di quella Caia tanto esemplare, accompagnando in tutte le sue attioni ,
con vna profondiflìma humiltà , cotanta carità verso i suoi Padri e Fratelli , e nel
gouerno procedea tanto giuditiosamente , e con tanta prudenza ; che la fama
della sua buona vita , e de'molti meriti delle virtù sue singolari, non poteastar
là dentro tanto occultamente ascosa , ch'ella nonne mandassi fuori l'odore.-» ,
etiandio perla Corte di Roma. E'in fin da'primi,e più freschi anni della sua gio- Sufficienza di
uentù , hauend'egli atteso sempre , à gli eserciti; delie buone lettere , diuenne in lettere .
breue tempo,nelle Greche e Latine tanto intendente,crescendo in lui, mediante
Io studio insieme co gli anni, ancora l'acquisto delle scienze,e facendosi ogni dì
■ più letterato : che nel successo di pochi anni fece gran profitto nella cognition
della Filosofia,.deIla Teologia , é dottrina de'Santi Padri . Nelle quali scienze\ IlB.CarlòCar
di. si ferue del
egli era cosi intendente e iperto,che habitando nella Città di Milano, nella P.D.Saluado-
Casa di Santa Maria di San Calimero,il B;CarIo Cardinal Borromeo, che cono re . nelle con
suete Congre
scea la molta dottrina sua , e l'eminente bontà, s'era seruito di lui , come dell' gationi.
altre persone letterate di quella Città,neIIe consuete Congregationi , che per
buon gouerno , e reggimento della cura Pastorale , alla presenza sua continua
mente si faceano . E quantunque , come buon Religioso , se ne stesse ritirato à
goder la quiete , e la pace della sua Cella , pascendosi fra l'oratione , e medita
tone , dell'otio e studio delle sacre lettere.-nientedimeno Papa Gregorio XIII.
che delle molte virtù,c de'molti meriti suoi era ben'informato , il fece Arciue
scouo di Confa. Ma il P. D. Saluadorc , come buon Religioso , il cui pensiero era
da simili Degnità lontanissimo , auuengache pensasse non accettando cotal De IlP.D.Sattia
dore, non po
gnità , dal carico della cura d'anime ageuolmente sgrauarsi,e contutrelcsue tendo ottene-
forze,ed etiandio con molte lagrime,s'ingegnasse d'impetrar grafia , di non esse nere di non
re à cotai gouerno forzato;nientedimeno nongli riuscendo il disegno, perla vo esser grauato
del gouerno ;
lontà deliberata del Pontefice , fu costretto alla fine , ancorché con suo infinito acetta l'Arci-
dispiacere e disgusto, tutto afflitto e dolente ( come ne posso dar relationeìo udcouado .
slessojil quale essendomi trouato presente in San Siluéstro, il tutto intesi e viddi)
mettendo.'! collo sotto '1 giogo deH'vbbidienza,patientemente accettarlo.Onde
stimolato dall'obligo della sua cura Pastorale, à trasferirsi sollecitamente e
quanto prima,alla residenza della sua Chiesa, e cura delle sue anime ; à di venti
cinque di Noucmbre, il quai giorno è dedicato alla festiuità di Santa Caterina
Si consagra_j
Vergine , e Martire , su consagrato dal Cardinal Alfonso Gesualdo nell'istessa in S.Siluestro.
Chiesa
íi 8 Historia della Religione . '
Chiesa di San Siluestro,di cui egli era Proposto , e nel seguente mese di Dicern- A
brc,di tutte l'altre sue faccende sbrigatosi , con dispiacere e dolore de'suoi Pa
Prende il pos- dri e Fratelli, parti di Roma . E perla via di Napoli giunto al suo Arciuescoua-
seslo della sua
Chteia. do di Consa,e con particolar allegrezza e contento,cosi del suo Chericato,come
del Popolo riceuutojnon hebbesi tosto preso ilposseflb di quella Chiesa, che
cominciando con feruente zelo della salute delle sue anime à gouernarla ; aflsa-
ticossi sempre dì e notte,perseruigiodi Dio,e amor delle sue pecorelIe,come sin
golarmente desideroso di condurle , cosi col buon esempio della vita sua , come
con la dottrina, e co'Sagramenti à felice porro di salute . E cosi esercitandosi as
siduamente, nell'amministration di questa sua cura infino à morte , con vfficio di
Vfficfo degno
di buon Fa buon Pastore , procurò sempre la salute di quella sua Greggia . E hauendo già
ttore* dato principio alla visita del suo Arciuescouado;mentreche in guisa di lucerna B
accesa , e posta sopra 'ICandeliero della Chiesa , si come con Io lplcndor della.»
dottrina , ne'suoi consueti sermoni spirituali , e fruttuosi ch'ei facea ogni festa ,
hòra in vn luogo,hora in vn altro della sua Diocèse , infègnaua alle sue anime
la strada del Cielo,ilIuminando loro gl'intelletti, alla cognition di Dio ; cosi con
Morte delP. l'esempio della vita sua rehgiosa,all'amordeiristessa Maestà Diuina, insiamma-
|D. Saluador
I Arcmescouo. ua lor singolarmente gli affetticin capo à diece.mesi,afraticatosi oltremodo nella
cura , e gouerno delle sue pecorelle ; con dolore vniuersale di tutti coloro,i quali
l'haucan già cominciato à conoscere , e con openion di santità , passo à miglior
vi tralasciando alla sua Chiesa,con desiderio del suo gouerno,amore,e aftettione
ILa Morte del a'molti meriti della bontà sua. Dimanierache questo buon Padre e Prelato , fu
P.D. Saluado-
Arciuefco- pianto generalmente da tutti i buoni amatori della virtù,non meno del ilio Che
ooj dal Popò ricato che del Popolo,conoscendo eglino d'hauer fatto perdita di cosi buon Pa
lo, e dal Oc
re e general dre e Pastore. Passata addunque l'anima à miglior vita; il corpo ancorché per
mente pianta. alIora,fosse nella sua Chiesa Catcdrale honoreuolmente sepcllito : nientedimeno
i parenti desiderosi d'hauerlo in Napoli , ottennero per Breue Apostolico, pochi
Traflation del anni dopo la morte di lui, di poterlo trasferire alla Chiesa di San Paolo dell'
Corpo à San
PaoldiiNapo- istessa Città , luogo della nostra Religionemella qual Casa egli hauea preso l'ha-
li. bito, e fatta la sua solenne professione.Celebrato addunque l'eièquie, con vn
nobile,e solenne funeralejvltimamente su sotterrato, nel comune Cimitero della
Religione , e alle sue esequie interuennero tutti i Padri e Fratelli,non solamente'
di San Paolo , ma etiandio , de' Santi Apostoli ; non v'essendo ancora il luogo
di Santa Maria de gli Angioli fondato . D
ammira-
De Padri Cherici Regolari. Cap. } 3. 115)
to mcrito,c di quanta sicurezza, lo stato dclla Religione, più che quello di qua-
lunque Principe mondano ; e quanto più íicura la strada , di seruire à Dio > me-
diante l' osleruartza de' consigli , che caminar per la piana, e coníueta via del
secolo , oue per diuerse occasioni , ne'varij sentieri degli appetiti humani,
molto più speslo s'inciampa,si cade, si giacc , e dal vitio con difficokà si riforge :
auuedutosi Franccseo dell'inganno, e deirerror suo tutto pentito:ricercò istante-
mente i Padri,che si degnastero,'non mirando al faIlosuo,d'accettarlo, riceuen-
dolo nuouamente alla Religione . I Padri , hauendo chiaramente compreso,che'i
giouane délia risolutione vlrimamenteprcsa ,non era molro colpeuole, non ha
uendo mancato di seguir la sua prima deliberatione , e vocation Diuina,pcr
istabilità, ò leggerezza d'animo,nè per élection délia propria volontà,ma per in-
ganno, c per fraude del Demonîo,n'era ílato iniquamente^istolto, gli diederol B
nuoua lettera per li Padri di Napoli , accioche quiui lo riceuessero alia Religio
Arriuato Fran ne . Ed egli deliberato di fuggir l'occasione , onde poco fa , hauea vn altra volca
cesco in Na- intoppato , per non vrtar la seconda vòlta in vn simigliante scoglio : lasciata , à
poli,è nccuu-
to di quci Pa» sembianza de'Magi la prima strada di Roma, e facto elettion d'vnaltra ;.per lo
dri alla Rcli viaggiodelI'Abruzzo s'incaminò alla voltadi Napoli . Oue in breue spatio sol-
gionc.
lecitamente giunto , non solo fu da quei Padri con gran carità riceuuto ; ma an-
Esempio di cora deila compagnia Ioro benignamentc compiaciuto . Nella quale ., hauendo
gtád' humiltà fatto,dopo'l consueto tempo délia probatione,ìa sualolcnne profcsiìonerconuer-
sò sempre fra' suoi Padri e frarelli, con tant'eíempio d'humiltà , che contentan-
dosi di viuer nella Religione corne sempliceCherico, senza esscr mat» promoís»
à gli ordini sacri; si compiacque sempre d'attcnder à gli esercirij rciigiosi , non
solamcnte délia Chiesa , intorno al seruigio , e culto Diuino; ma etiandio à tutti
gh ahri più dimestici délia Casa,i quali in seruigio de'suoi Padri , e FraicHi , par
che lèmbrino maggior humiltà . Nella quai maniera, e modo di viuere, hauend'
PetTeueranïa
nell 'eícrcicio cgli insino à gli vltimi anni dell'età sua già decrepita , con grand.ífimo esempio
délie virtù délia sua profonda humiltà,carità,e vbbidienza santamente perseuerato:ii dimo
lance •
ítrò íempre, aile consuete fatiche délia Religione tanto pronto, e indefesso>e ail'
opère di carità in seruigio délia Cala tanto sollecito ; che la vita sua , degna di
buon Religioso recauaseco insiemeedisicatione e marauiglia , non solamente
a'íuòi Padri , eFratelli, i quali dell'attion délia carità, humiltà, eperfetta vbbi
dienza sua più dimesticamente godeuano: ma etiandio à gristessiíècolari ,chc!
ne'publici eiercitij il conofceuano . Nelle quali attioni délia vita sua , insino ais , D
età decrepita sempre incolpata , fece à tutta la Religione manifeítamente cono-
scere , che quando nel principio délia sua vocatione, fu dal ben fare suiatoi non
nacque da mácamentodi buona volórà,nè dapoca stabilisa délia suanatura,ma
per lòla istigation diabo!ica,fu per quel breue spatio,daIIa sua honorata impresa
distolto . Onde mostrando d'ester atta,cosi al Regno di Christo,come al seruigio
Luc*.
délia Religione,rimise tosto la mano aU'aratro,e aífaticádosi giorno e notte,nel-
1 ' osseruanza délia disciplina Rcgolare ; poiche egli hebbe in questa vita, non
solamente i più frcschi anni délia sua giouentù vtilmente spesi , ma etiandio s
età piu matura délia viriltà ,.insinoalIa vecchiaiafruttuosamente adopírato; s'
assa ticaua tanto volentieri,e con esempio di tanta carità ehumìjrà,per aiíior de'
suoi Padri esratelli, chenonsistancandogiammai,nèpurneH'vitimàetàsua
decrepita,continuò sempre di tener la cura deila dispensa,e del vitto de'Padri e
Frareili di San Paolo . Nel quai vfficio, non volendo in guiía verunà-H)stenere ,
che akun'altro, per solleuamenrodelle sue fatiche, s'ingerifle à porgcrgli aiuto,
l'esercitò sempre insino à gli vltimi giorni dclla vita íua, quando il buon vec-
chio, carico horamai d'anni , e per le moite fatiche durate , délie forze corporali
singolarmentesiacco,ritrouandoíì per lungo spatio di tempo dali'asima tanto
noiosa-
DePadri Cherici Regolari. Cap. 3 4. 1 21
L co'ta-
122 Hiífam della Religione
tionc
-■"-i И
De Padri Chcrici Regolari. Cap. 3 4. _,21
■ ■ 1
- die de-
DePadri Cherici Regolari. Cap. 3 f. 125-
diedero loro vna Chiesa ParrocchiaIe,posta nel quartier della piazza di Capua-
na,che si chiama la Chiesa de'Sanri Apostoli . La quai fu accettata nel Capito
lo celebrato in Roma quest' istess' anno 1 5 74. Percioche essend'ella Padronag- Co! a neon io
giodi ColantonioCaracciolo,Marchesedi Vico, e di Donna Maria Gcsualda_» Caracciolo , e
D ManaGe-
Marchesa sua moglie , e sorella di Don Alfonso Cardinal Gesualdo , che fu poi tualda Marche
Arciuescouo di Napoli , e Decano del Sacro Collegio ; gl'istessi Marchesi, con_. si di Vico, do
molta liberalità^ col consentimento dell'Ordinario , e dell'Abbate , la donarono nano a' l'adri
li Chicli de' I
a'Padri Cherici Regolari.Che se ben in quel tempo che la Chiesa fu alla Religio ss.ApollolL
ne offcrta,e nel Capitolo acccttata,il Marchese era in Venetia: tuttauia questa_»
Sig.Marchesa,la quale hauea la procura generale e amplissima, l'offerse a'Padri,
e donolla loro, con saputa e consentimento del Marchese suo marito ; e nel mese
B di Dicembre deU'istels'anno 1 5 74. se ne fece strumento. Di poi per potersi allar
gare^ farui commoda habitatione, si cóperarono alcune casepicciole vicine,per
valuta di dumila e settecento ducati, accommodandoui per allora alcune stan
zette ò celle,per habitation dc'Padri, per modo di prouisione, nella miglior ma
niera che fu possibile,e con poca spesa . Dipoi satta questa prouisione per poter
habitare,l'anno seguente, che fu l'anno del Giubileo 1 5 7 5 . à dì due di Giugno ,
che fu la vigilia del santissimo Sagramento, vi vennero i Padri di San Paolo , co
minciando ad habitarla,e la Chiesa similmente , secondo la lor lodeuole manie
ra c modo,con gl'eserciti) dell'istessa Religione,incomiticiarono à vfficiare . Ma_.
non consentendo i Padri di tener la cura dell'anime, essendo questa Chiesa Par Traslation deli
ucuradeH'a-|
rochia, col consentimento del Pontefice Romano Gregorio XIII. e col fauor d' nime alla Ca-|
Alfonso Cardinal Gesualdo , restando beneficio semplice , e Padronaggio come cedrale.
prima dell'istessa casa ; fu trasferita la cura della Parrochia.facendone vnionc^
con la cura,ches'eserciraua nella Chiesa Catedrale. Dipoi l'anno 1586. quando
la traslation di questa Parrocchia,hebbe il suo totale effetto, i Padri de' Santi A-
postoli, per quel commodo , che nascea loro , leuandosi quel peso dell* ammini
stration dell'anime dalla lor Chiesa , pagarono nouecento sessanta ducati, i qua
li si douessero spendere per là fabbrica dcll'habitation del Parrocchiano deli'Ar-
ciuescouado , obligando per istrumento publico , quattro di quei Canonici ,
che cosi fosse della somma de' danari , fedelmente eseguito , col consentimento
Anibale di Ca
einteruentodi Monsignor Anibale di Capua, allora Arciuescouo di Napo pua Arciucíc.
li, e fratello di Ferdinando Duca di Termoli. Il quale in quegl'istessi tempi di Napoli , e
Nuntio al Re|
D da Papa Sisto Quinto fu mandato Nuntio residente alla Maestà di Cesarea di Polonia .
Baftorio,Re di Polonia . Il qual vssicio esercitò nobilmente per seruigio della_>
Santa Sedia, tenendo il decoro che conueniua. E dopo la morte di quel Re,
s'affaticò per la création del nuouo Re successore , e nella dieta , che si fece ap
presso , procurò similmente col nuouo Re Sigismondo , figliuolo del Re di Sigismondo fi]
Suetia, che fu poi successore nel Regno paterno ; adoperandosi per la libération gho del Re di |
Succia succe
dell'Arciduca Massimiliano-, il quale era stato fatto prigione da Giouanni Zan- de nel Regno]
coschi suo gran Cancelliere . Ma per tornare all' Historia della nostra Religio pacerno .
ne, nelle compre de' siti, e edificio molto nobile di questa Casa de' Santi Apo
stoli , come nell' altra di San Paolo , si sono spesi/ com' è detto ) molte_^
migliaia di ducati , tutti di tempo, in tempo , hauuti à poco à poco per
limosina, da varie e diuerse persone pie , c diuote de' Padri di questa Reli
gione. La qual impresa è stata singolarmente fauorita da Nostro Signor Id
dio-, spirando bene spesso, molte persone diuote à porgerle aiuto. Dima-
nierache, col fauor della grana Diuina,e con questi mezi delle limosine__-,
i nostri edifici;Idi Napoli, fon riusciti nobili c degni, si per la bellezza del-
l'istesse fabriche,comc per Tornamcnto , e ricchezza de'paramcnti delle Chiese ,
e quelche più importa , alla salute delTanime>per lo molto concorso, e frequenza
h 3 del
12É> Historia della Religione
dei Popolo,e della Nobiltà,che sempre l'ha frequctate.per ascoltare i Diuini vf-
ficij,esortationi>e Prediche>come per nceuere i santissimi Sagramenti, che quiui
con gran diuotion di spirito,e pietà veramente Christiana e religiosa, assiduamé-
Luoghi pijdi te si frequentano . E quelche reca gran maiauiglia si è che questi edificii, ie ben
Napoli» inco
minciaci con furon già cominciati con poche forze: tuttauia con ristesse forze delle limosine ,
poche forre, e d'hora in hora sèmpre mai più cresciuti e raddoppiati,si sono alla fine nobilmen
in breue rem te compiuti . Ancorché questo istesso,le più volte íuole auuenire , nell'imprese ,
ponotabílitlî-
mamenreac. che si fanno per edificarci luoghi pij, i quali si fondano à gloria di Dio, e mas
cresciuti. simamente nella Città di Napoleone si veggono molti simiglianti edifici;,! qua
li dopo mediocri , anzi piccoli e deboli principi) , hanno riceuuto dalla Maestà
Diuina,con nobilissimi progressive notabilissimi accrescimenti,perfetto fine. E ho
fidan7a,che à ciascun Christianoepio lettoteli raccontarne qualcuno , recherà
più tosto piaccuole e spirituale allegrezza e contento,che noia, ò malageuolezza
veruna. Anzi intendendo alcune marauigliose opere della Maestà di Dio , qui de
nihilo fecit omnia,s'inferuorerà ancor egli, e riscalderassi all'amor di quest' ope
re pie e religiose, cercando d'esser buon mezo, e d'hauer parte in attioni tanto
Jodeuoli,e veramente Christiane. Il fondamento di questo mio pcnsiero,chia-
ramentesi vede nella Santa Casa dell' Annuntiata,e in Santa Maria dei Popolo ;
delle quali la prima hauendo circa settantamila ducati d'entrata,è stata solita di
{penderne a'f empi nostri centomila, e molto più ò meno, secondo l'occorrenze ;
l'altra n'hauerà circa ventiquattromila , e ne spende intorno à quarantamila , e
Monte della più . Il Monte della Pietà, che fu cominciato pochi anni sono , con l'indirizzo e
Pieci.
aiuto d'Aurelio Paparo,e di Gio.Domenico di Lega,persone di gran bontà , con
debolissimo principio,possiede hoggidì vnagrana'entrata,e ha fatto vn edificio
molto nobiJc,con vna spesa di circa ottantamila ducati,ouc si tien Banco,ilquale
non è inferiore à nessun de gli altri di Napoli , e similmente vi si conseruano i pc
gni, ne'quali egli tiene impegnati di continuo , più di centomila scudi, in aiuto
del prossimo , pagando à sue ipese tutti i ministri e seruenti, senza contribuire tá-
poco in cosa minima , à coloro che impegnano . Dopo la fondation di questo
primo Monte , per la molta pietà,che regna in questa Città di Napoli, ne fu eret
to pochi anni sono vn'altro nel Palazzo della Vicaria, e vitimamente il terzo , in
S.Giacomo de gli Spagnuoli,di cui poco appresso diremo . Nè lo che in aJtra_,
Città d'Italia ò fuori, sia tanta commodità per prestar gratiosamente,come que
Casa dello Spi
rito Santo . sta . I a Casa dello Spirito Santo, che fu principiata l'anno 1 563. essendo Ar-
ciucscouo di Napoli il Cardinal Alfonso Carasa,figliuoIodi Don Antonio, Mar
chese di Montebello , mentreche era Viceré Don Parafan di Ribera,Duca d'Al-
calà,quasi di niente , ma solo con le limosine de'fedeli; hà riceuuto in questi po
chi anni,cosi notabile accrescimenro,che hoggi vi si vede edificata da'fondamé-
ti,vna spatiosissima enobil Chiesa , circa al culto diuino, molto ben vfficiata e
semita ; la quale ha appresso vn capacissimo edificio, per conseruatorio di Zitel-
Je,le quali ascendono al numero di trecento e più,delle quali se ne maritano ogni
anno molte,e vi si sono accresciute,e continuamente s'accrescono \' entrate viue
e certe,le quali s'impiegano in mantenimento di quelle figliuole,, come nellc->
Luogo di S. spese, e buon seruigio di quella Chiesa . Il luogo di S. Eligio,da pochi.anniin
Eligio. qua è stato di maniera agumétato e migliorato^ di sito e di fabbricai d'alcune! E
migliaia di ducati d'entrata,che hoggi vi si nutriscono quattrocento Zìtelle,e se
ne maritano ancora molte, e v'è vn pubiico spedale per le donne malate . E
doue trentasei anni addictro,ve n'erano solamente centocinquanta,nè possedea
più di tre,ò quattromila scudi l'anno,hoggi ve ne fono in molto maggior nume
ro , ascendendo à quattrocento , e possiede circa settemila ducati d'entrata-»,
oltre à quello che se speso ne'siti,enellc fabbriche, e per lo comune vitto , c
vestito
De Padri Cherici Regolari. Cap. 5 6.
vestito di quelle figliuole , che quiui dimorano , e per le dote di quelle , che-'
Isison maritate. Nel cui notabiliJli.no accrescimento, giouò grandemente la
! diligenza, che con molta pietà,vsòil Consigliero Cesare Vitello, il quale_> Confìglier Vi
per molti anni , come ministro Regio , fu soprantendentc à questo luogo cello.
pio.Non mancano nella Città di Napoli molt'altri luoghi ,con picciole e de
boli forze principiati , ma con miggior aiuti agumentati , e forniti con_»
buona sine, à gloria di Dio, benefìcio e salute del prossimo; e non solamente Lunghi pii <*el
da'Napoletani fondati, e agumentati , ma anche da' Signori della Natione_^ la Nations»
SpagnuoU in
Spagnuola , come S.Giacomo lor Chiesa,la quale è nobilissimamente seruita nel Napoli. 1
culto Diuinoje mantiene vno Spedale per gl'infermi dell'isteiTa Natione . E vlti-
mamente pochi anni fono vi fondarono vn Monastero per le loro Donne Mona
che, alle quali religiosamente proueggonodi quanto sa lor bisogno . E hanno
aperto vn publico Banco di molto concorso, ed eretto vn Monte, per impegnare
gratiosamente , senza tampoco minima contributione,da coloro che impegnano
perle spese de'Ministri . E per le molte opere di pietà, che in questo luogo s'eser
citano , ottennero dalla Santa Sedia,moltegratie, e segnalati Priuilegij : come
anche pochi anni sono edificarono la Chiesa,e Conseruatorio delle Zitelle del
la Soledade,haucdo ottenuto molti priuilegij da Papa Sisto V.à fauor dell'istcs-
so pio luogo . Molti altri luoghi vi sono , i quali ( per non digredir tanto ) si la
sciano . E poiché nell' occasion de'nostri luoghi di San Paolo , e de' Santi Apo
stoli, con questa breue digressione, ho ragionato de gli altri i hora ripiglio i\
silo dell' Historia della nostra Religione .
fimi-
I
г ■ ■- -— - -
NclJa seconda cassa , era vn'altra Medaglia similmente di piombo , con que-
fte Iettere feritta- ■ ■ " ■ '
• M. S,
I
entrata de'Padri su ritrouato „ II quai luogo è stato molto vtile alla nostra Con
gregationc,conciosiacoiache di questa Città di Genoua , come molto diuota , e Luogo di S. Si I
u vtile, e la
dedita alla Religione,molti si sono di quest'habito vestiti,cosi della Nobilrà,co- Cicca dtuoca ,
me de'Cittadini , e forse in maggior numero che negli altri luoghi , fuor che in e dedica alla. |
quegli della Città di Napoli, oue i molti soggetti che si fon vestiti, auanzano di Religione.
Padri di Na-
gran lunga ogn'altra Natione.Ilchesi può attribuire, cosi al numero delle case , poli.auarzano]
hauendoui la Religion tre Juoghi,come all'antichità del tempo,onde i Padri in- 111 numeYo o •
gn'altra Na-
sino dall'anno 1 5 3 3 . vi cominciarono ad habitare . Del qual beneficio , la_. cione.
Religion de' Cherici Regolari , continuando di bene in meglio nel seruigio Diui
no,e aiuto dell'anime di quella Città,sarà sempre obligara alla buona memoria-,
di Giouanni Cardinal Moronc,Legato Apostolico,il quale hauendo aiutato il ne
B gotio nostro, assineche hauessimo questo luogo e Chiesa di Santo Siro ; seguitan Con la prude •
do dipoi nell'vtficio della suaLegatione , conchiule con gran destrezza d'inge za del Card.
Legato si con
gno, e valor d'animo,la pace e concordia , fra ì' antica Nobiltà eia moderna , chiude la pa
con ibdisfattion vniuersaledi tutta la Città,facendosi intorn' à questo negotio ce di Genoua. I
nuoui e stabilissimi ordini,da douersi perl'auuenire perpetuamente osseruare_y,
per la (labilità degli accordi già fatti,chc si chiamaron le leggi del Gariberto.
Della qual ottima fine e delibcratione, restaron sodisfatti e -contenti , non sola
mente i Nobili e Cittadini di Genoua,ma etiandio tutti i Principi, Republiche,
Sodisfactione
e Stati d'italia,anzi tutti i maggior Principi della Christianisa , e massimamente di cucci i Pnn
il Re Cattolico Filippo Secondo , e la Maestà dell' Imperador Massimiliano . cipiChristiani
iella concor
qualijcome amatori della pace e tranquillità dell'Italia , furon solleciti à procu dia seguica in
rare,cheiromori e le discordie di quella Città, il più tosto che fosse possibile si Genoua.
quietassero , con qualche buona fine di concordia e di pace, come con sodisfar
tione di tutti,e massimamente del Pontesice,à cui il negotio della concordia , più
che à nessun altro era à cuore,prudentemente si conchiuse.
Eragià stata questa Chiesa,trecentosettanta anni addietro consagrata , cioè
Ancichiff. con j
l'anno 1237. à dì noue d'Agosto, da Monsignor GirordoPatriarcha di Gerusa sagration del
lemme,da Monsignor Ottone Arciuescouo di Genoua, da Monsignor Opizzone la chiesa di
S. Sito.
Arciucscouo (il cui titolo per l'antichità della carta non si può leggere ) da_,
Monsignor Giouanni Vescouo Pafense Ciprioto, da Monsignor Giacomo Ve
scouo di Turino , e da Monsignor Verafco Vescouo del Marrocco , Padre dell'
Ordine di San Francesco; interuenendoui Rubaldo Proposto , Maestro Giouanni
D Arcidiacono , con tutto' 1 rimanente del Capitolo dell' istessa Metropoli
tana di Genoua, e in compagnia dimoici altri Prelati , Daniello Abbate.^
di Santo Siro , con tutti i Monaci di quel Monastero . Della qual Consa-
gratione , apparisce infin' al dì d' hoggi , publico istrumento in carta peco [strumento pu]
ùlico,dell' an- 1
ra , sigillato con sei sigilli, attaccati con alcune cordelle di seta rossa e gial cichiss. Confa- [
la , rogato da Pietro di Musso Notaio publico , con l'attestatione e incr gration di que|
sia Chiesa.
uento de' testimoni) , cioè Maestro Giouanni Arcidiacono dell' Arciuescoua-
do di Genoua, Ambrosio Cappellano deU'istessa Chiesa , e Guglielmo Ar
ciprete della Picue ; presenti tutti i Padri del Monastero , con moki alrri
Preti , Cherici , e laicir. :Il qual istru mento si consenta infino al presente.-*
con 1' altre scritture dell' istessa Chiesa di Santo Siro , da' Padri Cherici
'Regolari, che vi dimorano. I quali attendendo quiui con particolar sodis- IPP.nellaCiil
Ifattionedi quella Città , à ' gloria di Dio e salute de' prossimi , all' osseruanza cidi Gepoua,'
cresciuti in poi
della Religione , e al culto di quella Chiesa; in successo d' alcuni anni, era co tempo, nel
no grà non -solo nella riputatióncenel merito della lor buona fama , mac- numero, e nel
tiandionel numero talmente cresciuti , c' hauendo bisogno , per loro maggior merito .
comtnodkà d' ampliare. alquanto quell' habitatione ; comperarono vna casa
icon vn giardino , la quale era loro contigua . Ma essendo nata sopra di
M ciò
Historia della Religione
1 K
ciò non so che lite , conciosiacosache vn'altro conuicino haueria voluto l' istessa
Casa con suo giardino,per la medesima commodità comperare . Papa Clemente
Papa Clemen Ottauo, abbracciata con affetto paterno la causa di questa Religione; affinechei
te vii), con vn
suo Breue, rac Padri hauesseroquiui quella commodirà,con vn Breue Apostolico , segnato con
comanda que l'anello del Pescatore,» dì 1 2.di Giugno,al Serenissimo Doge,ch'era in quel té-
sta Relig. alla
Rep. diGcno- po Matteo Senerica , e al Senato di quella Republica raccomandò molto calda
ua. mente questa Religione , e mostrando la Santità sua, d'esser informato de' buoni
Cùntenutodel
Brcuc Apost portamenti dc'Padri,e non meno della vita loro esemplare , che del frutto fatto
nell'anime di quella Città,gli loda e commenda specialmente del buon odor che
rendono della conuersation loro religiosa,nonsolo in quella Città, ma etiandio
in Roma,e in ogn' altro luogo,edisicando con gran frutto dell'anime la Santa Ma
dre Chiesa Militante di Christo,e della fedeltà,diligenza , e sollecitudine , nella
Vigna delSignore,dicendo che questi Padri,sonbuoni,fedeli,diligenti,e solleci
ti lauoranti,spendendo con le fatiche,e co'sudori,l'opera loro fruttuosamente,nel
la Vigna della Chiesa,con l'assiduo e continuo esercitio de'lor talenti riceuuti
dal gran Padre di famiglia. Del qual religioso e molto lodeuole successo , massi
mamente in quella Città,dicendo il Pontefice d'hauerne hauuto piacere j poiché
£ode del P.D, egli ha raccomandato à quella Serenissima Republica la Religione e Casa loro
£lileo Nardi-
no Generale di Genoua: raccomanda e loda nominatamente la persona del P. Proposto Ge
di quest» Rei) nerale, che era il P.D.Eliseo Nardini,come huomo,non solo à sua Santità molto
carola per pietà,per prudenza,e per ReIigione,degno d'esser commendato e lo
dato. Il quale andando in quel tempo, per lo consueto obligo e carico dell'vffi
ciò suo à Genoua,e portando seco il Breue ApostoIico:non fu si tosto giunto nel
la Città,che fattolo presentare al Doge , quando gli paruc tempo opportuno, se
n'andò in Senato, per far vfficio di compimento con quei Signori . Da'quali non
solamente su ben veduto , ma riceuuto con molte accoglienze , e con particolar
dimosti adone di cortesie accarezzato,facendolo honoreuolmente sedere. E ri
spondendo al Breue Apostolico, dopo vna breuissima mention del contenuto di
lui,ragguagliato il Pontesice,dell'honorate e religiose qualità de'Padri, deH'vti
lira segnalarcene ne riceue quella Città dell'opera loro, i quali procurando d'i
mitare la maniera del viuer Apostolico,di cui dice S.Paolo Apostolo , tamquam
nibil habet?tes,& omnia poJftdentes\ viuendo poueramente senza posseder beni , no
manca loro cosa niuna, assicurano sua Santità,che'l Breue Apostolico,sarà da lo
ro fra le publiche scritture di quella Republica,parola per parola registrato , co
me si potrà veder qui appresso , doue per sodisfattion de' lettori habbiam posto
cosi ilBreue Apostolico,come la risposta di quella Serenissima Republica fedel
mente ricopiata .
|T""\ Ilecti silij Nobiles viti , falutem & Apostolicam benedictionem \ Paterno
JL/ charitatis assectu , complectimur in Domino Religionem Clericorum Re-
gularium,qui & Roma? & vbiq. locorum in Ecclesia Dei. bonus odor sunt Christi,
atque vt fidèles & strenui Christi operarij,in Vinea Domini prò sua virili parte,
Dei
I De Padri Cherici Regolari. Cap. 3 6. 1 35"
Dei adiutricc gratia viriliter laborant ; audimus,& quod in ista primaria Ciuica
te,vbi multa est meífîs,multo curn fpirituali fructu>& bonorum omnium edifìca-
tione,ta!enta à summo Patrefamilias cis crédita exercent . Qua ex re , pro nostra
Pastorali cura , proque ea propensione,quam erga vospracipue gerimus,magná
in Domino coepimus voluptatem . Quare tanto impensius candem Reiigionem,
& domum illam, qua» apud vos est,commendatam vobis esse cupimus, nunc veiò
nominatimperhasnostraslitteras,placuitcommendaredilectumFilium Prxpo-
situm GeneraJem eiufdem Religionis,qui Genuam vcnit,íanè pium , & prudente
hominem,& nobis carum,quamquam ita de vestra pietate, & rcligiositate íenti-
mus,vt seruos Dei,in quibus Deus ipse honorarur,nequaquam apud vos comme
datione indigere existimemus: omni enim charitate fouendi íunt Religiosi homi
nes,qui Sanctis Sacrificijs,Diuinis laudibus,assiduis precibus & orationibus, irá
Dei,quamnimisprouocantmuItorum peccata,placare,& bona omnia impetra-
restudent . Quare pergratum nobis erit,vtPra;positum , & Clericos Regulares,
ita Nobilitates vestra;, sua beneuolentia & patrocinio tueri pergant , vt & ipsis
vicistìm multa cum quiete & tranquillitate,Deo altissimo seruire, & pro vobis o-
rare liceat . Datum Romae apud S. Petrum íub anulo Piscatoris , die i ». Iunij ,
1596. Pontiíîcatus nostri anno quinto .
Siluius Antonianus.
REddita» funt nobis Sanctitatis vestrae littera», quibus Clericorum Régula- Rispost* délia
rium domum,quae apud nos est,& nominatim Generalem eorum Pi aposi- Rep.al Brcue.
tum5accuratc fané nobis commendat . Quam quidem commendationem cùm_.
gratissimam fuisse nobis,íîcuti debuit fatemurjtùm illud adiungere non veremur,
hac illos apud nos}vt etiam Sanctitas vestra rectè iudicauit,non indigere.Cum_.
enim hi Patres noua diligentia,& fummo Ecclesiae nostra; commodo atque fplen
dore , diuinis rébus inferuiant,& incenfa Diuini amoris charitate ad animarum_j
falutem inuigilent; ita sibi Ciuitatis animos conciliarunt , vt eos , <5c publicè &
priuatim tùm valde amemus,tùnrcaros in primis habeamus. Atque hanc volun-
D tatem nostram multa testantur, sed hoc non in postremis,quod xdem habent no
bilissimam,in ipso vrbis sinupositam,quae totius penè huius nobilitatis frequen
tia cohonestafur,atqne ita primariorum Ciurum fubsidijs , ac patrocinijs fouen
tur , vt cum nihil habeant, nihil tamen desiderare videantur . Sed tametsi ita
in eos afsecti fumus,vt ad nostram in ipfos propensionem nulla iam sieri possc ac
ceíïìo videatur ; in dies tamen magis beneuolentia amplectemur , cum praîfertim
ad id faciendum,Sanctitatis vestra» coho'rtatione atque exemplo excitemur,&
quam erga vniuerfam illam Religionem,voluntatcm gerimus,eam totam , vni ei-
demque Generali Pra»positodeferemus,sicuti iam profectodetulimus , quemvi
rum príestantem,atque omni honore dignum cognouimus,cum ipse nosadijt,at
que ea prudentia: & pietatis signa,de quibus nos Sanctitas vestra commonefe-
cit,praefenti fermoncfuo,in mentibus nostris fixa reliquit . Atque id facimus , vc
omnes inteIligant,Rempublicam hanc nostram Sanctitati vestra; esse deditilfimá,
cuius Sanctislìmos pedes humiliter deofculamur. Datum Germa: die 19. Iu
lij 1596. * •
Sanctitatis Vestra»
Obseruantissimi,& obfequentiflimi silij,atque feruî
Dux,& Gubernatores Reipublicx Genuensis
M Con
\}6 Historia délia Religione
Padri ossequio Conforme à questa risposta délia Republica , hauendo i Padri Cherici Rego-
si a'Prelaci, in lari>perparticoIarproprietà délia lor religiofa osseruanza , d'ester osscquioíì a
aiuto dcll* ani
Prelati, e in aiuto de gl'istem" e deil'anime alla Jor cura commesle singolarmente
me.
pronti,non solamente nella prima entrata in questa Città , furon riceuuti e acca-;
Mons.Cipria rezzati molto,da Monsignor Cipriano Pallauicino Arciuescouo>ma molto più da
no Pallauici- Monfignor Antonio Sauli,al présente dcgnissimo Cardinal di Santa Chiesa, e
no, Arciuefc.
di Gcnoua. Vescouo d'Albano, che gli íuccesle in qucll' Arciuescouado, furon benignamen-
AntonioCard. te veduti, e con singolar amoKeuoIezza abbracciati. U quale , corne vigilante^
SauliíArciues.
deir istefla_, Pastor di quella Greggia,hauendogli con particolar affetto,nel seno dell'amore-
Genoua_, , e uolezza ecaritàfua riceuuti ; fece conofcer al mondoilpaternoamore,che por-
Veíc. d' Alba
no. taua loro , riconoscendo l'vrile, che riceueua per cotai feruitù di si buon ferui di
Dio . I quali porgendogli aiuto,cosi con I'amministration de'Sagramenti, corne
con la prédication del Vangelo,à fostener il peso di quella cura , e corne buon_*
ReIigiosi,affaticandosi sollecitamente nella Vigna del Signorc , per lo fuo frutr
tuoso Jauoro; non mancano di spendere i lor talenti, inseruigio délia Maestà di
Dio, e salute de'suoi fedeli. £ scguendo sempre nell'istess'openion délia buona
fama,e degna di veri ferui di Dio , non furon men grati à Monsignor Aleslan
Aleslandro Cc dro Centurione,Cherico di Camera,chc in quella Chiesa gli fucccsle. Con si-
turione,Arci- mile amoreuolezza e bcneuolenza , furono accarezzati , e trattati dal fucceslbrc
ues. dclla me-
desima Cittá. Monsignor Matteo Riuarola . E vltimamente Monsignor Oratio Cardinale Spi
Matteo Riua* nola, e Arciuefcouo delI'istessaGenoua , da che fu eletto à quel góuerno, insino
rola, Ardues,
dell'istessa Cit al présente, si corne è stato sempre zelante délie sue pecorelle , e vigilante alla_,
tâ. cura délia salute loro ; cosi ha sempre gradito le religiose fatiche, e la sollecitu-
Oratio Card.
Spinola, Arci- dine di questi Padri, in aiuto deil'anime del suopopoIo,e tenendogli molto cari ,
uel.diCrcnoua gli ha sempre benigríamente abbracciati .
come il corpo dall'istess' anima riccue la vita, bisogna confessare , cb'ella molto
più sia presente à Dio , come prima causa , da cui riceue la vita , che al corpo à
cui comunica l'essere , essendo la carità vero fonte di uita . Adunque essendo l'a
nima di Mauro(merce dell'amore) più in Dio , che nel proprio corpo, non è ma-
rauiglia s' egli restaua cosi scolorito e smorto.Onde procurádo io di saper da lui,
come Superiore,la cagion di questa sua pallidezza,nè sapendo egli renderne ra
gion niunajcercai d'hauerne qualche information da quelPadre,c'hauea la cura
dc'Nouitij. Il quale vsando strasordinaria diligéza d'osseruar lo stile della visita
sua , e dubitando forse di qualche souerchia , ò indiscreta penitenza ; mi riferì
finalmente, che'l Fratello Mauro per l'esercitio troppo assiduo nell'oration men
tale, tenendo la mente soperchiamente, e di continuo occupata ^hauca quella
pallidezza in faccia, e macilenza nel corpo , à poco à poco contratta . Onde per B
ouuiar à qualche noiosa infermità,in cui parea che'l giouane potesse ageuolméte
incorrere ; fu vsata diligenza,per distoglierlo da quella tanto assidua,e continua
application di mente.Dalla quai dihgenza,non si vedendo succedere quel buon
essetto che si desideraua ; gli fu comandato, che pigliasse partito , per temperar
questo tanto lungo e continuo csercitio della mente,da'sensi alienata,come cosa,
alla sanità corporale manifestamente nociua. Allaqual vbbidienza , Mauro co
Per sodisfare me sempre vbbidientissimo,desiderando sommamente di sodisfare, ancorché con
all' vbbidien-
Zi , Mauro $ ogni prontezza d'animo, e di volontà,accettasse di recar ad essetto, tutto quello
ingegna di di che gli era stato imposto; nientedimeno, si come coIui,che nel male si troua per
smetter la me-
ditatione . lungo tempo habituato,corre precipitosamente e senza sreno al vitio;cosi Mau
ro nella virtù della meditatione , per la frequenza di molti atti, lungo tempo
assuefatto , non sene potcua in guisa veruna astenere . Fu deputato à diuersi ser-
uigi di Casa , e nell'istesso tempo , che Mauro se ne staua in quegli occupato col
Per l'occupa corpo; la mente da'sensi lontana, a'suoi consueti afïari della contemplation delle
tion delle co
se corporali cose Diuine,tosto si vedea sequestrata . Gli fu commesso , come per altri tempi ,
la mente d al mestiero del sarto auuezza,che per seruigio di suoi Padri, e Fratelli, aiutasse à
Mauro non si cuscirc le vesti,e all'altre faccende,appartenenti all'ufficio delVestiario.E quan
parte dalla_j
còtemplation tunque abbracciando volentieri l'imposta vbbidienza, prontamente l'eseguisse:
delle Diuine . tuttauia mentreche à questi simigliami eserciti) manuali, s'impiegaua sollecita
mente col corpo;non potea pcrò,l'esercitio dell'animo, e l'application della men-
te,dalla meditatione delle cose d'Iddio interrompere , come con euidente danno
della sua sanità corporale , edisicatione , e marauiglia di tutti i Padri e Fratelli , D
sensatamente si conoscea . Finalmentcper far l'vltima proua,se alla salute sua, si
potea prouedere con qualche rimedio gioueuole; dal Maestro de'Nouitij , e da
me, per l'obligomio,come Proposto di quella Casa,gli fu espressamente proibi
ta, quell'assiduità continua, dell'application della mente alla meditatione. A
cui Mauro, comeall'vbbidir prontissimo , con singoiar prontezza della volontà
sua , offerendosi all'osscruanza di quel comandamento , promise di volersene
in tutto distogliere. E cominciando à farsi maggiormente forza, auuengacheall*
attioni de gli eserciti; corporali , gli paresse d'applicar col corpo etiandio l'ani
mo, e la mente: nondimeno non se n'accorgendo , si trouaua subitamente con 1'
application dell'animo allontanato , e alla contemplation delle cose diuote tutto
impiegato , e riuolto . Il quai successo,nonsolamente da coloro che Ioconsidera-
uano e l'osseruauano , sensatamente si conoscea ; ma etiandio egl'istesso , dal suo
Padre Confessore , della verità ricercato , confessaua ingenuamente , e con ogni
semplicità, che conoscea di ritrouarsi in quelle meditationi,e diuote conside-
rationijma che non conoscea,e non s'accorgea d'applicami la mente . Conciosia-
cosache con la prontezza della volontà sua,era tutto desideroso , e d'animo dili-
berato d'eseguire , cioche da'suoi Maggiori gli eia per vbbidienza imposto .
Onde
De' Padri Cherici Regolari. Cap. 3 8. I4I
Dopo
De' Padri Cherici Regolari Gap. 3 9.
do miglior risolutone per lui, il dar principio al suo Nouitiato , nella Cafa_* A
Gcn il. di San Siluestro: gli dicea quell'isicsse parole, che disse Iddio ad Àbramo'
Egrederede terra tua , & de cognatione' tua , esortandolo à recare il suo proponi
mento sollecitamente ad effetto , con quella caldezza, e senior di spirito» che
à lui era molto propria , e l'impresa dell'ideilo Christosano , conuencnclmcnte
richiedea,la quale essendosi trattata co'Padri Cherici Regolari , furon d'accor
do di riceuerlo in San Siluestro.Oue accetrato,prese Fhabito e fece il Nouitiato,
ChriftofanO
prende l'Iubi con loro particolare edifìcatione e contento . Perciochc oltre alla prefettissuna
to, in San Sii. osseruanza de'tre essentiali Voti, esercitandosi molto assiduamente nell'altre.-»
ueltro. sante virtù, degne di buon Religioso,e con l'osseruanza della sua Religione , ca-
Esemtio Re
ligioso , cosi minando di giorno in giorno , con gran scruor di spirito , nel profitto della vita
netre Voti Religiosa;facea conoscere a'Padri , quanto fosse desideroso d'acquistar la perfer-
come nell'ai
tre virtù sante tion Euangelica . E mentreche egli stette in San Siluestro di Roma, fu sempre.^
tenuto , non solo da'suoi Padri e Fratelli , in ottimo concetto, ma da tutti i Pre
lati della Città di Milano sua Patria , e di quello Stato , e particolarmente da
Francesco Francesco Cardinal Alciato,suo Compatriota, i quali nella Corte Romana,allo-
Card. Alci ato
ra dimorauano,e nella Città di MiIano,l'hauean già nell'amministration dell' vf-
Christofanosi sicio suo conosciuto^ dopo questa mutation del suo stato , veggendolo nella Re
scuopre Erico ligione^ seco talora trattando , com'esempiarc e perfetto Religioso l'ammiraua-
no.Fattaaddunque,al consueto tempora sua solenne professione, e di poi diue-
nuto infermojsi scoperse Etico.Onde i suoi Padri desiderosi di prouedere alla sa
lute di lui corporale,nella fine dell'anno del Giubileo i ,%•] 5 .cosi per ordine dell'
Si trasferisce vbbidienza,come per configlio de'Medici, fu trasferito in San Paolo di Napoli ,
da Roma a
Napoli , e po: con ferma fperanza,che la mutation deH'aria,airindisposition dell'infermo , do-
alla Torre del uefs'esser gioueuoIe.Onde i Padri, à qu estosine, il mandarono alla Torre del
Greco .
Greco,oue per la bontà , e amenità dell'aria, altro che miglioramento e folleua
Testimonian mento all'infermità sua , sperar non si potea. Conciosiacosache,infin ne'tempi di
za di Galeno, Galeno,l'ai ia di questo luogo,era in tanto credito,che l'isteiso Medico Galeno,
:rla falubii-
ta di queU' a- soleainlìndi Romamandarui à curare i suoi infermi, i quali di questa noiosa
na. infermità etica , conoscea esser infestati.RitroUandosi addunque l'infermo , cosi
Carità tiua a
in NapoIi,come alla Torre del GrecoiDonna Isabella Gonzaga Marchesa di Pe
morcuolezza
della March? scara, Vedoua di Don Ferrante Francesco d'Aualos d'Aragona, cosi per la co-
sa di Pescara , gnition ch'ella hauea hauuto di lui in Milano, mentreche il suo Marito dimora-
nell'infermità
di Christo- ua quiui Gouernator di quello Stato; come, e molto più per la diuotion ch'ella_.
sano. hauea , alla sua religiosissima , e virtuosa vita,mentrcche durò quella sua infer-
Carità di Lui mità,ogni giorno il mandaua à visitare e regalare. A cui non furono nell'assettion
gi Carafi,Pr:n e amoreuolezza diChristiana carità infcriori,Luigi CarafaPrincipedi Stigliano
cipe di Sciglia c la Piincipessa sua moglie,Donna Lucretia del Tufo,sigIia di Gio.Girolamo del
no,c di D.Lu
creria del Tu Tufo, Marchese di LaueIlo,del Consiglio di Stato nel Regno di Napoli. Percio
fo Principessa chc mentre l'infermo, con l'occasion della sua noioia infermità , se ne staua , col
sua Moglie,al
l'infermo . merito dell'vbbidienza, alla Torre del Greco, oue questi Principi,come Padroni
dell'istessa Terra, in quel tempo habitauano ; nella sua infermita,non solo il sou-
ucnnero,e continuamente il presentarono, facendolo in nome loro giornal
mente visitarejma perlosingolar concetto,c'hauean di lui, comedi perfetto Re-
ligioso,e huomodi (anta vitaigl'istessi Principi, marito e moglie, v'andauan tal
V infermo $' ora amendue personalmente à visitarlo c consolarlo. Ma percioche egli era ve
aggraua nel
male. nuto il tetnpo,quando la Maestà di Dio , chiamandolo à miglior vita, gli volea
dar la mercede , riserbata a'suoi cari amici , eserui fedeli,nella gloria del Ciclo:
l'infermità mortale , prese nel suocorpo tanta forza e vigore , che , nè l'amenità
dell'aria , nè i consueti medicamenti , nè la molta cura de' Medici , rè l'estrema
diligenza dc'Padri, ne l'infinite amoreuolezze di quei Signori, furon baiìcuoli
•: à cam-
De Padri Cherici Regolari. Cap.40. / i 4y
stesso, c della, propria vita e salute corporale; con l'aiuto d'alcuni forestie
ri, venuti in quella Casa , per souuenir à gì' infermi , nelle necessità loro
A'Padri appe corporali ; cominciò tosto à metter le mani nel gouerno loro , i quali cran
statuii P.O.Ge
remia, è buon tutti manifestamente appellati . E poiché egli hebbe esortato rutti gli altri ia-
ministro , cosi nùall'opera di Carità,accioche facessero il somigliante, procurando indifferen
de'medicarré«
ti corporali , temente la salute così de'corpi , come dell'anime , non solamente gli gouernaua,
come degli porgendo loro i cibi e medicamenti che eraposfibile,perla sanità corporale; ma
spirituali i hauendo ctiandio la principal consideratione e zelo della salute dell'anime, voi •
l'essere ancora à ciaschedun di loro,amoreuole ministro de' santissimi Sagrarne»,
cosi della penitenza e del viatico,come ancora con eccesso di carità,dell'estrema
vntione . E finalmente, per non dismetter cosa niunaauuengache minima, di
"quel che appartiene alla salute dell' anime , de'suoi fratelli é figliuoli , sapendo
». Mac.7.
esempio della ch'vn bel morir tutta la vita honora , si come la santa Maccabea , poiché in di
Maccabei . spregio della vita.propria,con animo piuche virile , e con parole d'amor diuino
infocate,hebbe infiammati isuoi figIiuoli,à morir coraggiosamente per zelo del
la legge Diuina,comesecero;ancor ella eleggendo per l'istesso zelo la morte,no-
uissime consumpta est, cosi scordatosi questo buon Padre, in tutto e per tutto,del
la salute e vita propria» non mancò mai etiandiodopo la Vita disperata di riascù
di loro,d'aiutargIi, eccitargli,e infiammargli all'amor Diuino; arrìneche in quel}'
vltimo passaggio deH'anima,quando il Demonio adoperando i suoi acuti e più
pungenti strali,dellesue tentationi, cerca di guadagnar l'anima, ciaschedun d
loro fosse jnaggiormente aiutato con l'opera sua,à passar Christianamenteà mi
glior vita,con morte degna di buoni e veri Religiosi^ fedeli serui di Dio , come
felicemente fecero . Onde auuenne finalmente , che questo buon Padre, per la
fi P. D. Gere
mias' ammala gran carità,e amoreuolezza vsata verso i suoi Padri e Fratelli , mentreche per la
di peste . salute loro, giorno e notte s' assaticaua esudaua , cadde ancor egli per l'istessa
influenza ammalato . E finalmente di quella medesima peste morendo, vn parti
colare accidente, nella sua felicissima morte auuenuto , non mi par di douere in
guisa veruna tacere. Percioche , essendo già morti fra le sue mani di questa_.
Nelle mani
del P.D.Gere- mortifera infettione , sette di quei Padri , e alcuni altri ritrouandosi di già prò
mia , lette Pa strati,e dall'istessa contagione talmente impediti e ritenuti nel Jetto,che in quel
dn muoioa di la misera Casa,perla tirannia della peste,non era rimaso alcuno, che potesse cor
peste.
rispondere aH'amoreuoIezza,e carità d j questo buon sèruo di Dio , aiutandolo in
quest'vltimo passaggio,come egli hauea caritatiuamente satto à tutti quegli al
tri , insino alla raccomandation dell'anima nell'vltjma agonia della morte ( con^
ciosiacosache quei forestieri , da cui fu fatta relation a' Padri , di tutto'l successo
della peste,l'hauean seruito ne'bisogni suoi corporali ) per singoiar gratia del Si
gnor Icfdio , doue mancò l'aiuto humano , il fauor dell'aiuto Diuino , sì conob
Il P. D. Gere be hauer mirabilmente supplito . Percioche,venendo egli alla sua fine , e cono
mia, venuto a) scendosi horamai vicino à spirar l'anima , per renderla al suo Creatore , e ver
la liu finccpu
/ingoiar diuo- gendosi mancar l'aiuto, che al ben morir si richiede , ritrouandosi in ceruello e
tione , racco di buon senno ( ilche rare volte suoi auuenire à coloro che muoiono di cotal
manda per se
steflo l'anima infermità pestilentiale) raccomandandosi da se stesso l'anima, e desiderando
3 Dio. le buono , e felice passaggio: con animo inuitto , e molto coraggiosamente chia-
maua in aiuto la Maestà Diuina , à cui con interno e sincero assetto egli
hauca tanti anni di puro cuore sinceramente seruito r E prendendosi viu
Crocifisso in mano, con volto tutto lieto gli raccomandaua cordialmente.-»
e assettuosamente l'anima , pregando la Maestà sua , che la riceuesse in luo
go di salute , E conoscendo, e dicendo, ch'ell'era in procinto di separarsi, e far
partenza dal corpo , con quella singoiar fidanza , eh' egli hebbe sempre nel
la misericordia di Dio, e con quelli costanza, che dalia Maestà sua gli fu!
1-
DePadri Cherici Regolari. Cap.40. j 1 47
l
somministrata in quel1 punto ;. alla
-il . clemenza
„i e„ benignità
1 : sua.. , affettuosamen
_ nr r I
te la raccomandaua . E poco dopo,in breuissimo spatio,pagando il debito alla_>
naturala sua benedetta anima si separò dal corpo i e passando ancor egli à mi
glior vita,la rese al suo Creatore.La qual tutta colma e carica di molti meriti, se
ne volò al Cielo,come d'vn Padre tanto buono,zelante, e religioso si può crede
rejC come fermamente credeano,c sperauano in quel tempo tutti coloro', i quali
hauean considerato la sua osseruantissima vita , ch'egli hauea nella Religione di
continuo menata j la qualopenione, con tanto maggior fondamento si può cre Esempio di sin
golar carica,
der per vera , hauend' egli con singoiar esempio di carità , stimato cosi poco la_, con pericolo
propria vita,espònendola per seruigio di Dio e aiuto dell'anime de' suoi fratelli, della propria
com'ei fece,aH'euidente e certissimo pericolo della morte . Per Jo qual saggio d' lalute procu
rar l'altrui.
ardente carità,si può ageuolmente sperare,che Nostro Signor Iddio , largo rimu-
nerator dell'opere de'suoi serui fedeli , gli habbia dato il premio e la corona., Il premio, che
che a'meriti della virtù sua giustamente conuenia ; hauendola egli guadagnata, si può sperare
c nabbia rice-
à sembianza di quei buon Sacerdoti,! quali(come si legge nel Martirologio Ro- uuco in ciclo
mano,sotto'l dì vcntotto di Febraio)pare,chc nel numero de gli altri Martiri pia PD. Gere
mia.
mente si comprendano,hauendo nel tempo della peste, in seruigio degl'istessi ap Riuetéfa por
pcstati,esposto le vite loro alla morte. Per la cui feruentissima carità,i fedeli Re tata a quei Sa
cerdo:i,che io
ligiosi di quei rempi,tencndogli in veneratione,vsarono di riuerirgli come Mar seruigio degli
tiri,si come scriue San Dionisio Vescouo d'Alcssandria,e riferisce Eusebio Cesa- appeirati.eli'O
riense; e come in simil occasione più diffusamente si diià appresso . Haucndo ad- lerole vite lo
ro aliamone.
dunque questo buon Padre, co tanto esempio di carità, lpregiata la vita propria Euseb. hi Ih li
in seruigio de'suoi fratelli appestati , ministrando loro in tutte le necessità, cosi 7. c. 16. Si 17.
Cap. 47.
dell'animccome de'corpi, si può piamente credere , che dalla Maestà Diuina_>
n'habbia riccuuto ricco premio e mercede,oItre à gli altri meriti delle molte vir
tù sue,degne d'ottimo Religioso. Imperoche, essendosi nella Vigna del Signo Virtù e meriti
re nentun'anno,moltofruttuosamcte e vtilmente affaticato, dappoiché egli si ve del P.D.Gere
mia.
stì dell'habito della Religione,sempre con profondissima humiltà, perfetta vbbi
dienza,e prontissima carità fra'suoi Padri e FratelIi,insino à morte conuersando,
fu sempre come vn chiarissimo esempio e specchio, di quelle e di tutte l'altre vir Esempio dell'
tù,che in lui singolarmente riluceuano , ma spezialmente d'vn estrema pouertà, estrema pnucr
ti del P.D.Ge
la quale si come da lui su sempre osseruata e caramente amata : cosi nella perso remia.
na sua si vidde sempre singolarmente risplendere, e massimamente sotto'l Ponte
ficato di Papa Paolo<^uarto. Percioche hauendo questo Pontefice conosciuto
Segretario e
la virtùje i meriti di cosi buon Religioso e seruo di Dio , per hauerlo appresso di Camerier se
I
se, chiamatolo da San Nicolò di Vcnetia à Roma , se ne volle sempre seruire in creto di Papa
Paold IY.
fino à morte,per Segretario de'più intimi negotij, e Camerier segreto . Ed egli
seruendo il Ponteficccon vera sincerità d'ottimo Religioso par suo, gli corrispo Sincerità del
P. D. Geremia
se sempre, non volendole la Santità sua restasse mar defraudata del buon con-: in seruigio del
tetto , ch'ella hauea della gran bontà e fedeltà di lui ; non hauend' egli mai ac Papa.
utamente hauuto altro fine,che la sincera seruitù dell'istesso Papa, riputandola
vnita co! ièruìgio Dìuino . Della qual cosa ne referirò vn sarto particolare,cioè
che non solamente egli stesso , come buon Religioso , e sincerissimo e fedelissimo
Riferisce libe;
seruìdore , riferì liberamente al Papa , quello , che dell'attioni de' Nipoti di sua rameute al Pa
Santità , e del proceder loro semplicemente intendea ( ikhc non gli era inhTn a pa i cattiui
portamenti
quelfhora peruenuto airorecchie)ma l'istesso Papa si seruì della persona del P. dcNipoti.
D.Geremia,pcr informarsi^ certificarsi della verità de'misfatti,ecattiui porta-,
menti de gl'ìstessi Nipoti,per proueder di conueneuole rimedio,comesua Santità
Il Papa priua
prudétem£te fece.Perciochc certificatosi per buon mezi cosi di lui, come ancóriaJ ti i Nipoti de
d'altre persone della verità del fatto, nó solamente priuòin Concistoro gristessijgti vitìcci loro
Nipoti de gli vssicij ch'eglino haueano alloraimanon ascoltando que,Cardinali>i|lò^ccliJl
= N che j
148 Historia della Religione
che s'accostarono à sua Santità pregandola per loro: tutti tre,cioè D.Carlo Car
dinale,D.Giouanni Conte di Montorio,e D.Antonio Marchese di Montebello ,
cacciò di Roma con le lor mogli e famiglie: e ordinando eh' andassero separata
mente I'vn dall'altro,in alcuni luoghi dalla Santità sua loro assegnati , volle che
ilor carichi, e gouerni dello Stato Ecclesiastico , fossero in altre persone impie
gati . Della verità di questo fatto , oltre alla certezza che io n' ho , potrà eia-
Gio.Battista_> lcun lettore , veder quello . che ne scriue nell'Historia de'suoi tempi Gio. Bat
Adriani testi
monia la buo tista Adriani Gentilhuomo Fiorentino nel libro 1 5. sotto sanno 1 s 5 8. Il quale
na e santa vi Scrittore,oltrealla narratione diquestofatto,facendo breue, ma honorata men-
tadelP.D.Ge
remia. tione del P.Don Geremiadi nomina con queste puntuali parole: persona di buo
na e di santa vita : come da tutti coloro,che seco dimesticamente trattauano,ò
per qualunque assarp il conosceuano , egli era comunemente riputato e tenuto
per tale , e ancora appresso ^ristessi Nipoti del Pontefice . Onde il medesimo
giorno che sua Santità era per passare à miglior vita,essendo venuto in Roma D.
Carlo Cardinale^ giunto in Palazzo,e di già arriuato infìno all' anticamera del
Papa , per visitarlo , e negotiare ; della venuta sua niun altro fece motto veru
Prudenza del no,!^ solo il P.Don Geremia gli si fece incontro coraggiosamente, e pregandolo
P.D.Gerernia, con buone maniere,e molto effkacemente,che non entrasse , per non perturbarla
mente del Pontefice,il fece alla fine tanto capace,ch'egli non saria stato à tempo
per ncgotiare,ma più tosto haueria recato perturbatione,e disgusto à sua Santi-
tà,che'ICard.Carafa,lasciatal'impresa,sc n'andò a' suoi affari, com'è detto so
Cap.17.
pra nella vita dell'istcsso Pontefice. Addunque mentreche questo buon Padre
stette nella Corte del Papa , della suasingolar pouertà(per tacer le molte altre
virtù , di cui egli era in quella Corte chiarissimo specchio ) questo particolare^
esempio ,fuquiui specialmente osseruato,che dopo quattr'anni e mesi, ch'egli
hauea al seruigio della Santità sua,nella Corte di Roma, in tal grado di seruitu
consumati,oue giustamente non gli potea mancar cosa niuna , che per la persona
sua,eglihaucsse desiderato e voluto: tuttauia,percioche volontaria e non forza
ta era la pouertà sua;in quell'istessa maniera se ne tornò à Venetia in S. Nicolò,
Casa della Religione,dopo la morte del Papa,cioè con quegl' istessi vestimenti ,
ch'egli hauea in dosso,quando chiamato dal Pontefice partì di Venetia per Ro
ma , non hauendo mai vestito di paonazzo,come gli altri della famiglia del Papa.
Rigoroso per E quantunque nella Religione fosse sempre per la persona sua,di rigorosissima a-
la persona sua stinenza,e nel vitto di singoiar parcità;nondimeno era insieme dotato di tanta.»
ma dilcreto
nel gouerno discretionc e giuditio,nel gouerno de'suoi fudditi,e fratelli , che quando gouer-
per le necessi naua le case dellafteligione,spogliandosi affatto del peso dell'Economiajà qual-
tà de gli altri.
cun'altro Padre di quella casa,ne commetteua in tutto e per tutto il gouerno.
La grauità e modestia in tutte le sue attioni era tale, che per quanto comuneme
te da'Padri fu osseruato in tanti anni, non si vidde mai se non vha sola volta sor
ridercene fu incontrandosi in S.Antonio di Milano,mentre egli era Proposto,coI
P.F.Mattia da Salò Cappuccino,suo compatriota,famoso Predicator di quel tem
Vigilanza alla po,moko buon Religioso e seruo di Dio.Era in oltre vigilantissìmo,in modo , che
meditatione ej
contemplano di continuo si Ieuaua ogni notte alcune hore prima che sonasse il Matutino , an
ne de' misterii corché fosse di complessione fiacca e debole; e questo stile continuò ancora nel
diurni •
la vecchiaia insino à morte/pendendo quel tempo si nella lettion de' libri sacri,
come nella meditatione e contemplation de'mistcrij Diuini,a'quali csercitij egli
era tanto assiduo e decjito,che leggendo,e meditando, e contemplando , la con-
templatione gli s'era fatta talmente cónaturale,che se ben egli staua in altri eser
citij corporali occupatomódimeno hauédo la cóuersation della sua mente in Cie
rhii.;j. lo, come dice S.PaoIo Apost.noncelTaua mai dalla méditation delle cose celesti.
Onde non è marauiglia, se le sue orationi erano eificaci,per ottener gratie ancor
per
De Padri Gherici Regolari. Cap.40. I 1 45
N
1 Historia della Religione
Il Card.di Pia sto,à qucll'clettione internamente mosso.Ma il Card.di Piacéza, che come humi
cenza da gli lissimoseruodi Dio,nó meno alle Degnità della Chiesa, che à glihonori e Gradi
ihonori>c de
diti, fi ritirò di questo módo,si rese sempre difficile,có quell'innata humiltà , che gli su sempre
mpre. ; inogni sua attione connaturale;si come mentreche egli era priuato Religioso, di-
Iettandosi oltremodo della quiete della sua cella,e deH'Qtio.dolcissjmp 4eTuoi sa
cri studij,fece sempre resistéza,non solamente alle Degnità Ecclesiastiche , ma e-
tiandio à gli honori téporali di questo mondo,nÓ consentendo mai di metter le ma
zìi in simigliárimaneggi,sinchc da gl'istessi Pontesici,nó era col precetto dell'vb
bidienza forzato;cosi al presente attendendo alla cura dellasua Chiesa diPiacé-
za,oue col precetto di Papa Pio V.egli era stato già deputato , non consentì mai!
in guisa veruna, di voler quest'altra Degnità della sua Patria accetrare,nèj
Letrera della IL sommo valore , e la grancje autorità di V.S. Illuftriss. che nasce dal merito
Città di Napo singolare delle sue rare virtù,farebbe ben potente ad ottenere ogni gratia da
li al Car. Gua sua Beatitudine. Hor quanto maggiormente potrà da lei impetrare, che quella s*
ftauillano .
è degnata già farne,mossa tanto più dall'istinto delIoSpirito Santo che la gouer-
na,che da se sola habbia il suo solito effetto , e non ne sia impedita , o trattenuta
in modo veruno . Ecco che tutta questa Città se le fa incontro ; e si come non_»
haue sperato mai poco del suo benigno fauore , cosi laisupplica già che le giuste
domande sogliono dare maggiore ardire a'Seruitori di ricorrere à i loro Patro
ni, che poiché con somme preghiere haue impetrato dalla Dwina protlidenza
riHustrissimo,& Reuerendissimo Cardinale di Piacenza per suo PastorO »
De' Padri Cherici. Regolari. Cap.4 1.
& la Beatitudine di Nostro Signore quasi presaga di questo commune voto , <5e
desiderio di tutti ce 1' ha concessq,vogiia interponere tutte Je sue parti à sine che
habbia presto à godere della sua speranza ; poicia che si consida tanto in yostra
Signoria lllustrisfirna,che con la intercessione sua potente , & efficace , non potrà
riuscir vano questo suo desiderio , se ella farà di modo appresto sua Beatitudine ,
che non sia dato orecchio aJl'escusatione del Cardinal e,che secondo il suo solito
và sempre fuggendo cosi fatti pesi,mà resti stabile e sermo il beneplacito diDio,
$c Nostro Signore . Il che facendo non solo ne le restaremo tutti con obligo per
petuo , ma anco dal Cielo ne riceuerà quella eterna mercede, con che sogliono
essere premiate simili imprese à gloria dj Dio,e beneficio dell'anime.-Con questo
restiamo baciandole le mani,supplicando!a che s'ella giudicarne possiamo cosa
B alcuna in suoseruitio, che ne commandi. Da Napoliliij. d'Ottobre
D.V,S .Illustrissima , e Reuerendissima .
Aifettionatissimi serui
L'Eletti della fedelissima Città di Napoli Gio. Vincenzo Pignone,
Vespasiano Carafade Malitia,Luisc della Marra, Gio. Vincenzo di
Ligorio, Vincenzo Brancaleone. ■
L'altre tre lettere , fon tutte non solo dell'istesso tenore, ma mutati solamente
i nomi e cognomi delle persone, con ristesse parole distese,cioè .
Il medesimo giorno ,1'istessa lettera al Signor Cardinal San Sisto .
Il medesimo giorno, l'istessa lettera al Signor Cardinal di- Pisa . '
Il medesimo giorno , l'istessa lettera al Signor Cardinale di Santa Seuerina .
Cosi si ritrouano queste lettere , ne'libri dell' Archiuio deli'istessa Città , in San
Lorenzo puntualmente registrate. Onde , per non dir che gli Scrittori,habbiano
hauuto penuria di concetti e di parole, scriuendo à personaggi di tanta qualità ,
e di negotiotale: bisogna dire, che la fretta ne sia stata cagione.
SCriuemo à Sua Beatirujdine supplicandola che ci faccia grada non amettere 1 Letrera de gli
scusa alcuna afy' Illufaiffimo Cardinal d' Arezzo S già che ci ha fatta.* fletti T.çf«îs
grana darcelo per Pastore » E di più scriuemo à quattro Cardinali , cornea Gaae°t"sco il
ViS;vederà dalle date di dette lettére,che ci ha parso de incómendare il nego-
tio che V.S.in nome di questa Città sidelissima contegni le lettere à sua Beatitu
dine, & al li Illustrissimi Cardinali,^ sollecitare ilnegotiocon la caldezza solita,
che luole trattare i negotij di questa Città,& restamo prontissimi al suo seruitio.
Da Napoli li 13.d'Ottobre 1576. . , • >
. Ai comando di V. S. L' Eletti della Città di Napoli.
Marius Paganus prò Secretano*
;:;u : y .1 -
If4 Historia della Religione
1
De Padri Cherici Regolári. Cap.4 2.
nella sua Chiesa: oue con infinito applauso , e allegrezza di tutta quella Città
fu amoreuolmente, come Padre raccolto, e come amoreuolissimo Pastore,neI me
zo della sua cara Greggia , anzi come Angelo, che dal Cielo fosse stato manda
to , honoreuolmente riteuuto . E con quell'ardente zelo , eh' egli hebbe sempre
della salute deirannne,alla sua cura commesse ; hauendo dato buon principio à Buoni e scelti
quell'amministrationc,fu tanto diligente nella prouision di buoni,e degni Mini- ministri , del
Card, di Pia.
stri,atti al buon gouerno di quella vigna; che fra gli altri , da lui scelti , e mena cenza.
ti seco dalla suaChiesa di Piacenza,tre di loro , ne furono eletti,alla Degiutà-? e
gouerno di tre Veicouadi, cioè Monsignor Gasparo Sinngardi , suo General Vi- Gaspaso SirÌB
cario,aJ Veicouado prima della Ripatransona,c poi di Modona: Monsignor Gio gardi .
seppo Mascardi che fu fatto Vescouo di Mariana in Corsica,il quale ha composto
B e mandato in luce,vn opera de probationibus,in tre Voluiru,non meno vtile che Gioseppo Ma
dottare '1 Conte Girolamo Bentiuogli, assunto al Vescouado di Montesiascone . scardi,. ,'.t
Conte Giro:
11 quale fu successore d'Alesandro Cardinale Sforza,e predecessore diPaolemiV lamo Bencjuo
lio Zacçhia Cardinal San Marcello . Alcuni altri ve n'hauea delj'istessa sua fa- gli. .
miglia,i quali ancorché non sossero à Degnità veruna assunti;tuttauia furon perr
sone molto meriteuoli 9 e non solo per merito della bontà loro , ma etiandio per
lettere segnalati > come Scipion d'Aftiitto , dottor dell'vna e dell'altra legge , il
Scipion d' Af
Padre Maestro Gio.Batista da Gubbio Agostiniano, suo Teologo, il qual Padre, ditto .
era in tanta opcnione , che da Papa Gregorio XIII. fu nominato al Generalato di Maestro c\o.
quell'Ordine, con due altri dell 'ìstessa Religione : Nicolò Mortone Inglese, eh' JjJ?*-d*ub
era stato Penitentiero di S. Pietro , primache quella Penitenzeria , fosse data da ( Nicolò Morto
Papa Pio V. a'Padri della Compagnia di Giesù , per maggior feruigio Diuino , i A^Jsjf^0'
e'1 Padre Alessandro Boria, Sacerdoti amendue di grandissimo spinto, carità, e ; porla.
talento;con altri buon soggetti , i quali in compagnia di questi,egli hauea nella
sua famiglia . Oltre a'quali , si seruiua similmente d'alcuni altri ministri, ch'egli
hauea nell'istessa Città di Napoli ritrouati, i quali non molto dopo , perii meriti
della bontà e virtù Ioro,furono dalla santa Sedia,reputati degni d esser assunti, à Paolo Tasso, e
Carlo Bald' no
diuerse cure Pastorali ; come fu particolarmente Paolo Tasso , e Carlo Baldino , Arçiuescoui
amendue Canonici della sua Çatedrale , il primo eletto Arciuescouo di Lancia " ■ !. -
no , e di 3orrento il secondo , tacendo di molti altri che Jo meritauauo .
- Onde j quantunque il Cardinale fosse sicuro , che dalla prouision di cosi buon
D
ministri , non potesse seguir nel suo Arciuescouado , se non vn otrirr o gouerno ,
nell'amministration della giustitia; nondimeno per quel buon zelo , ch'egli heb
be sempre,della sua cura, e carico di coscienza, non si fidando della sua pruden
za, e giuditio proprio , neH'elettionde'ministri; si come egli haupa particolar
auuertenza,di fare spedir le cause,con quellla sollecitudine, che giustamente si
richiede : cosi procurando il beneficio di i ciascheduno, volea che si prouedesse ,
con egual diligenza,che lepartinon patissero danno veruno. A questo n~ne,per
saper le cause,che alla giornata si trattauano; di tutto quello che nuouaméce oc-
correa, due volte il giorno ? yolea esser dal suo Vicario General informato : cioè
la mattina dopo pranzo, facendosi ragguagliar di quel ch'era successoral gior
no pafsato,insin'à queH'hora,e la fera dopo ccna;ricercando particolarmente , se
v'eran sopraggiunte querele di delitto alcuno , ouero seguita carceration d'al
cune persone; e finalmente di tutte le speditioni, in quel tempo fatte,volea esser
minutamente informato. E dimostrando in simili occasipni,che per iscarico dell'
vfficiofuo,àIui appartenea cotal diligenza vsarc ; solca spesse volte dire ( com'è
vero ) Episcopus tenetur prò \icario , in vtrpqueforo .
E auuengache nelle consuete Congregationi\chesi faceuano per Io stato, e
buon gouerno della sua Chiesa , non mancasse d'interuenire; nondimeno in quel
le specialmente, nelle quali si trattauano le cause appartenenti al Santo Vfficio ,;
ancorché
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t56\ Historia della Religione
"I
ancorché egli , si trouasse perla sua Diocese,ci voJea esser sempre presènte . E si A
come generalmente, tutti gli altri Processi volea per sestesso vedere i cosi
molto più particolarmente quelli dell'istesso Santo Vtficio . E come buon Reli
gioso Claustralejch'egli era stato,si come era molto caritatiuo delle Monache , e
desideroso del buon gouerno de'Monasteri i cosi fu sempre molto zelante della
lor buona e religiosa osseruanza Regolare . Onde hauendo dato principio alla
visita de' Monasteri i trasferì le Monache di S. Arcangelo , da quel Monastero
(come nel Capitolo della sua vita, più distintamente si dirà Jk imitation di quel
Cad.a?.' 10 , che in altra occasione, hauea facto Alfonso Card.Carafa , del Monastero di
S.Festo,ealtrijCome similmente fece appresso l'Arciuescouo Anibale di Capua,
Card, di Pia
cenza , primo del Monastero di S. Maria d'Agnone .
Arciuescouo Dipoi permetter qualche freno a licentiosi e difcoIi,che senza ritegno corron B
che mette in precipitosaméte al male, Iasciádosi scorrere per la soucrchia sensualità nel vitio ,
vso l'osseruan
M de'Casi ri fu'l primo Arciuescouo, che mettesse in vso in quella Girtà e Regno,labuon'os-
sentati in Na< seruáza de' Casi reseruati à se stessojsi come ancor nella Lombardia,il primo fu il
poli.
B.Carlo Card. Borromeo. E per buona prouision di questa lodeuole osseruanza,
elesse ancora alcuni Penitentieri Maggiori e minori , distribuendogli non solo
nella suaCatedraIe,ma etiádio in alcun altreChiese,di varie e diuerse Religioni.
La qual ottima osseruanza, de' casi riseruâti, ancor dopo lui da gli altri Arciue-
scoui suoi Successorie stata continuata, si come ancora il vigilantissimo Arciue
OttanioCard. scouo , Ottauio Acquauiua degnissimo Cardinal di Santa Chiesa, infino al pre
Acquauiua . sente l'osserua .
C
Ma mentrechecon infinito spirito, e ardente zelo della salute di quelle sue
anime , egli attendea all'amministratione e gouerno della sua nobilissima Chie-
sa,c procurando sollecitamente, con singoiar vigilanza , e senza riipiarmo delle
sue fatiche ,1'honore e riputatfone di cosi nobile e degna Sposa,tutte le forze di
quella sua vltima vecchiaia,in beneficio e salute delle sue anime amoreuolmen-
II Cardin. D. te spendea : appena egli era viuuto vn anno e mezo, nella residenza della sua_,
Paolo passa à Chiesa; che volendo nostro Signore Iddio,come giustissimo Giudice, e dispensa-
miglior vit».
tor di quella Corona di giustitia, che si promette à coloro,i quali in questa vita
Iegitimamente combattendo, l'hanno giustamente guadagnata , i molti meriti ,
dell'Eroiche e gloriose attioni , di questo suo fedelissimo seruo rimunerare , il
chiamò afe steslo, rimanendo quella Greggia cosi tosto priua di sì buon Capo e
Pastore. Percioche essendosi infermato à morte,poiche con quello spirito e diuo-
tione,ch'egli hebbe sempre in questa vita, con buon conoscimento , hebbe preso
11 Santissimo Viatico e l'estrema vntione,ch'io gli ministrai di mia propria mano,
a' 17. di Giugno dell'anno 1 578.edeiretàsuaé7.santamétemorendo,rese l'ani
ma al suo Signore , lasciando nella sua Chiesa , con infinito desiderio di sestesso,
grand'odore j e oppeniondi Santità, come nel seguente Capitolo della sua_,
vita diremo.
-
• »
Della !
De Padri Cherici Regolari. Cap.43.
1 J7
^"fo di S? m^ftrat0 : ^ono ftat* buoni istrumenti ; onde questo luogo, caminandodi
' ^ ° bene in meglio, è stato in pochi anni, molto migliorato e accresciuto. 11
Cesare Vitelli ' cire s e manifestamente
" -
veduto sotto'l " Gonfigli ere Cesare Vi
gouerno del
Consigliere.
Cap.Jf. telli ( come di sopra è detto ) € ancora ne gli anni che n'hebbe la mede-
Vincenzo de 'sima cura , il Consigliere Vincenzo de Franchi , seguendo nell' istessa so
Franchis. CÓ- '
fgU,eVe.ePre^iPt'antendcnza , etiandio quando fu Presidente del Consiglio di Santa Chia-
fidente. |ra innVà morte, come similmente, è stato con prudenza ben árnminîstráto ,
FuIuìq di Co sotto'l presente gouerno di Fuluio 'di Costanzo , Marchese di Coroleto , De
stanzo, Mar cano del Regio Collaterale, poiché egli tornò dalla Corte Cattolica , Reg
chese diCoro-
le.to,Decano gente del Consiglio d'Italia . f _ _
del Reg. Coli. Ma per tornare à Scipione , occorrendo a Don Ferdinando di Toledo,
Ferdinando di Duca d'Alua, in quel tempo Viceré di quei Regno, vscir fuor di Napoli,
1" Na'oi?"* I anc^ar all'esercito, fece elettione di lui, mentreche egli era Consiglic-
legge^Scidio- 're, per suo General Auditore, in quel tempo che gli occorreua star fuori,
pe per suo Ge lasciando i Reggenti del Kegio Collaterale , per l'ordinario gouerno in Na
perai Audit.
poli . E allora Scipione , che per innata proprietà, e inchinatione , così
Scipione scu della virtù, come della natura sua, fu sempre amator della iòlitudi ne,
sandosi col Vi
cerc.nop ac della vita ritirata ( come dalle molte attioni della vita sua , di cui è det
cetta. to sopra , s'è fatto astai ben conoscere ) baciando gentilmente le mani à
quel Principe, di cotanto fauore ringratioHo, scusandosi humilmente perla
debolezza della sua compi essione c poca sanità . Il che fece con tanta_>
elficacia , vsando così buon termini ^:on quel Viceré; ch'egli ottenne quel
lo che ardentemente desidcraua . Onde -quel Signore ammettendo beni
gnamente 'la scusa; elesse in vece sua, per quel carico d'Auditore , il Con
<5io. Battista
Manzo, Audi sigliere Gio. Battista Manzo, dell' istesso Consiglio di Santa Chiara , sog
tor del Viceré getto inuero di gran valore, e non meno per intelligenza e cognition del
in vece di Sci-
pi ie cose humanc, che per integrità e sincerità di vita , come égli stesso, e
nel gouerno di quel càrico , e similmente nell' vfficio 4i Consigliero , con
jl'esperienza delle sue attioni, e della dottrina, si fece sensatamenre cono
scere. Ma Scipione in questo tempo , auucngache nell'vrficio suo fosse mol
to assiduo ; non si lasciaua però da' negotij del Mondo , tener talmente oc
cupato; che qualche buona parte del giorno, non ispendesse nell'orario*
ne , e in altri intertenimenti spirituali , appartenenti al viuer Christiano ,
Scipione sre Onde frequentando in Napoli la Chiesa di San Paolo , era solito di con
quenta i Sagra fessarsi molto spesso , al Padre Don Giouanni di Marionò Venetiano , de'
pienti nella_.
Chiesa di S. Cherici Regolari, huomo di grande spirito, il quale in quel tempo, era_t
Paolo. in tanta riputatione appresso la Città di Napoli ; che comunemente, egli
era estimato , di vita santa ( come dall'attioni sue di vita e di morte , di
Cap. T.M.IS.
19. cui è detto sopra ) si può facilmente conoscere . Per lo cui consiglio e
Per consiglio persuasione, Scipione del Mondo horamai infastidito , e risoluto di voltar
del P. D. Gio. gli in tutto e per tutto le spalle t si deliberò di dedicarsi interamente al ser-
Scipion si deli
bera di dedi uigio di Dio,
carsi al seruir pipoi con infinito esempio e vnfuerfal edisicationedi tutta la Città di Napoli
gio di Dio.
ritirandosi da quelfyrficio , che con tanta lode e vniuersale sodisfattion€__>
Rif-ratofi dal egli escrcitaua , e risoluendosi di seruire à Dio nella Religione; l'anno del
l'vfRcio di Có
sigliere .eleg la nostra salute mille cinquecento cinquantasette , e dell' età sua quaranta
ge lo stato de} jsei , à dì venticinque di Gennaio , si vestì Religioso con grande spirito'
fa Relig-
le feru ore , riceuendo l'habito della Religione de' Cherici Regolari , nella_>'
Riceuéde l'ha
bito de' Cheri Chiesa di San Paolo, per man dell' ísteísô Padre Deli Giouanni di Marionò;
ci Regolari si Proposto . II quale gli pose nome Paolo per San Paolo Apostolo e Dottor ,
chiama D.P10 delle genti , della cui miracolosa conuersione la Santa Chiesa celebra in que^'
lo. I
I giorno i
DePadri Chcrici Regolari. Cap.43. 1 5*9
giorno Ja festa . Nè si può creder per vero , quello che dal Padre Maestro
Frate Alfonso Ciaccone è stato nella sua vita scritto, che hauendo Scipio Errore del P.
M.Fr.Alfonsol
ne, ment rechc egli era Giudice del Criminale, vn Reo, in virtù della sua Ciaccone.
confessione, sementiate giustamente à morte; e querelandosi forte ilmelchi-
no, e gridando di riceuere gran torto, e di morir ingiustamente , concio-
siacosache per forza de'tormenti hauea confessato quel che non era vero , e di
cui, egli non era in guisa veruna colpevole: Scipione non si potendo far à
credere, ch'vno per forza de'tormenti, si confessasse reo e colpeuole, di quel
che non era , e volendo farne la pruoua ; fu tosto e segretamente alla sua_>
stalla. Oue ammazzata la mula , e imputatone il seruidore , che lagouer-
naua,il fece mettere in prigione. 11 seruidore non fu si tosto posto a' tor
B menti , che non potendo alla pena resistere ; confessò in effetto d'hauer am
mazzata la mula, la quale come ritrosa gli hauea tiratoi calci. E hauendo
Scipione ageuolmente compreso , esser vero , che vno estimato reo, ancorché
innocente , per forza de' tormenti , confessi d'hauer fatto , quelche non è
vero , e quanto sia pericoloso lo stato de* Giudici ; hauendo ricompensato
il danno del serub , e postolo in libertà, si deliberò, lasciato 1' vrficio d'ab
bandonar il mondo e farsi Religioso. Non si può ( dico) creder per vero,
e io che so di certo questo fatto non èsser vero, essendomene certificato , per
relatione hauuta dall'istesso Padre Don Paolo: mi marauiglio assai, che il Pa
dre Alfonso Ciaccone , non solamente habbia creduto à chi non n' hauea_.
piena cognitione, ma che l' haMua ancora publicato alla stampa. Hauen
do addunque il Padre Don Paolo con questa deliberatione dato principio al
la sua molto buona intentione, risoluendosidi íèruir à Dio , mediante l'os-
seruanza della Religione, ede'tre Voti religiosi , in tutto'l tempo del suo No
uitiato, attese sempre con le sue attioni molto virtuose, à corrispondere alla
vocation Diuina , con singoiar esempio di molto buon Religioso , e a'duc di Fc
braio, l'anno seguente mille cinquecento cinquantotto ,fece la sua soienne_>
Nonitiato del ]
prosessione , nelle mani del medesimo Proposto Padre Don Giouanni di Mario- L'.D.Paolo.
nò, nel giorno che Santa Chiesa celebra la festiuità della Purificatone della
Gloriosa sempre Vergine Maria ; continuando di bene in meglio nell' eserci-
tio delle religiose virtù , ma specialmente con vna profondissima humiltà,
pronta e sollecita vbbidienza, interna e sincera diuotionc,* ma nel suo poue-
D roe abietto vestito, con pouertà piuche ordinaria. Nel quai amore della
sua religiosa pouertà, egli perseuerò sempre con tanto assetto , che di tuefo Amore di D.
[>aolo alla po-
quello che circa i vestimenti della persona sua, era necessario di racconciare, uerca religio-|
non hauerìa grauato altrui; ma per se stesso humilmente e poueramente il fa- fa.
cea . Onde mi ricordo, d'hauerlo più volte veduto racconciare e ricucire; Religiosa po
con le sue proprie mani , non solamente í panni e vestimenti di dosso , ma alcu uertà, có pro
fonda humiU
na volta , etiandio Iescarpe ; auuengàche ascosamente , e con molta segretezza ti congiunta . |
il facesse, come buon Religioso, della pouertà particolare amatore . La qua
Pouertà con
le si vedeua in lui singolarmente rilucere , non solo nella persona , ma anche_^ pulitezza, con |
nella Cella , accompagnata sempre con tanta pulitezza, che egli poteua con forme al det
to di S. fiera.
verità dire, quelche San Bernardo di se stesso dicea : Paupertas setnper mihi
placuit, sordes autem nunquam. Percioche nella sua semplicissima Cella non
tenne mai altro che vn inginocchiatoio, con vn Crocifisso sopra , per commodità
delle sue orationi , vn vaso di terra per V viò dell' acqua santa , vna semplice se
dia di legno, vna tauolettaper potere seri uere, senza fcantia con vn libro ò
due . E se bene egli era per natura studiosissimo , e di varie e diuerse scienze ,
molto intcndentc,e di belle lettere ornato ; nondimeno come particolar amatore
delia S. pouertà, quando gli occorreua di studiare in qualunque materia, dalla
comu-
—-~—i ., „ , 'ii 4
comune libreria , si prendea quel libro , eh* egli hauea di bisogno , e quello
per allora studiato, il riportaua, prendendone vn' altro per esercitio del suo
studio j da quel tempo impoi , che nella comune libreria , si fermaua à stu
diare . Dopo lo studio e oratione,e gli altri eserciti) del giorno , per dar
riposo al corpo la notte, hauea ancora vn lertuccio, con vn pouero e leggier
materazzino , di pochissima lana , vna lucerna, vn vaso di terra per tener
acqua, e non altro. E questi erano tutti i fornimenti e le commodità della
sua poucrissima cella, mentreche fu Religioso ila cui estrema e semplicissima^
pouertà,fu oiseruata da' Padri, non senza loro edificatione, e io stesso ne
posso far certissima testimonianza . E non solamente nella sua età più viri
le, per amor della pouertà,era amatore ancor della fatica , facendo volcn
tieri quel che per se stesso sapeae potea : ma etiandio quando egli era vec
chio e men sano , tutti gli affari e bisogni della persona sua , per se stesso facea j
non volendo sostenere , che altre persone , nè pure alcun de' fratelli laici ( che_^
nell'altre Religioni si chiamanConuersi, . ò Commessi) ci mettessein suoser-
uigio le mani. Nella quale humilissima maniera di viuer religioso, per-
seucrò sempre in vndici anni e mesi, cioè sinché fu assunto'al Vescouado ,
A gli Ordini
Sacri è prò l'anno 1568. come si dirà più appresso. Nella Religione addunque, fu pro
moijo per vb- mosso à tutti gli Ordini Sacri da Monsignor Fra Giulio Pauese Dominicano ,
bidienza spe
ciale de* Supe Vcscouo di Motola , Prelato di molti meriti, essendo egli in quel tempo Vi
noti. cario del Papa nell'Arciuescouado di Napoli, che ancor vacaua per la sua-,
assuntione al Pontesicato,e nel medesima tAipo Nuntio Apostolico in quel
Regno, il quale poi morì Arciueseouo di Sorrento ; e ogni volta à gli Or
dini fu promosso, non consentendo egli di riceuergli per propria elettione_^>,
ma sempre per fòrza dell' vbbidienza dels istcsso Padre Don Giouanni Propo
sto . Conciosiacosache egli desiderasse , per sua humiltà di restarsene sem
plice Cherico, nè promouersi in guisa veruna, à gli Ordini Sacri, per non_»
venir al Sacerdotio . E tennesi sempre questo proponi mento e pensiero nella-,
mente sua tanto impresso, ch'io mi ricordo che nell'occasione d'esser chiama
Ter openione to alle Prelature e Degnità di Santa Chiesa, solea spesse volte dire: Dio per
del P. D.Paolo
le Prelature, e doni alla santa anima del Padre Don Giouanni, il quale volle pur farmi ordi
Degnirá gli nare , e farmi Sacerdote ; che s'io fossi restato Cherico , non haueria queste tri-
ion tribola-
tioni. bolationi (che cosi l'intendea) chiamando tribolationi l'esser chiamato , e
nominato all' Arciuescouado di Brindesi , epoial Vescouado di Piacenza-..
Percioche, come vago, e amator della pace e quiete della vita religiosa-»,
della frequenza della sua Cella , de' gusteuoÛ intcrtenimenti spirituali, e
de' sacri iiudii , a' quali , mentreche egli stette nella Religione , attese sempre
con grand' assiduità e piacere, e dilettandosi specialmente cosi della Filososia,
come della Teologia , e dottrina de' Padri j estimaua per tribolationi , tutte
quelle occasioni , che la sua buona mente , da cotali esercitii religiosi , V
hauessero potuto noiosamente distrarre . Ma non era però tanto amatore
della propria quiete , che doue l'vbbidienza de' Maggiori il sorzaua , e la
carità de' suoi fratelli il richiedea , di spendere in seruigio loro il talento
hauuto da Dio , posponendo la propria sodisfattione , ancor ne' publici go-
Nella sua Re uerni della sua Congregatione , non si fosse tutto impiegato . Onde in quei
ligione, sette
volte e fatto pochi anni ch'egli stette nella Religione , sette volte fu fatto Proposto ; E quan
Proposto, tunque ogni volta contro sua voglia , nondimeno con grandissima mansuetudi
ne, piaceuolezza , e carità, gouernò sempre i suoi sudditi . Percioche nel Ca
pitolo celebrato in Venetia 1' anno mille cinquecento sessanta , nel mese di
Fcbraio , essendo assente , fu fatto Proposto la prima volta, della Chiesa , e luo
go di S.Paolo di Napoli,e nel principio dell'anno mille cinque cento sessantatre
..... nel
t
De Padri Cherici Regolari. Cap.43. 1 6 1
nel mese di Gennaio dal Capitolo Rapprcsentante,il quale esercitaua, e tcnea il,
luogo,e facea l'vlficio di Generale,esscndo similraentc assente,f*u fatto Proposto,
la seconda volta , di San Paolo,in vece del P.Don Giouanni di Marionò , il qua
le , nella sine del precedente anno , cioè nel mese di Dicembre era passa
to à miglior vita, e con sodisfattione vniuersa!e,esercitoIlo infino al profil- Cap. i^.
mo Capitolo.E nel Capitolo celebrato in Roma l'anno mille cinquecento sessan
taquattro , nel mese d' Aprile , fu fatto nell'istessa Chiesa , e Casa di San Pao- 5
10 nuouamentc Proposto , ancorché aslente. Nelqual gouerno, mentreche_->
con gran sollecitudine, e carità , e prudenza egli attendea à quella cura , e con
grand'esempio della vita sua, procuraua digiouarealla Religione, e a* suoi fra-,
telli: dall'istessa Città di Napoli fu elettoper Ambasciadorealla Corte del Re £"sportila
B Cattolico, accioche egli ottenesse gratia appresso à quella Maestà, eh' ella non Corte Catto,
grauasse quella Città e Regno di Napoli dei Sant'Vificio dell' Inquisitione^,'1^*'^
secondo quella manierarne ne'suoi Reami di Spagna,tigorosamente s'esercita-.. 1
Ilqual vmcio,auucngache il Padre Don Paolo non consentisse in guisa veru
na d'accettare , tuttauia per l'ardente desiderio c'haueala Città di Napoli, Non consente
che quel negotio non fi trattasse per altre mani che per le sue , per haucr d'accettar V
Ambasceria.
buon successo : atfineche Don Paolo , dalla suprema potestà del Papa sor
zato, volesse risoluersi à prender sopra di se questo carico ; si seruì del fa-
uore del Ducad'Alcalà Viceré. II quale desiderando j chela Città fosses La Città per
compiaciuta, s'adoperò grandemente con la Santità di Papa Pio Quarto, farlo accetta
re , ricorre al
11 quale facendogli ieriuere dal B. Carlo Cardinal Borromeo caldiiSmamen- Vicerèjil qua
te l'esortò à compiacerla Città, prendendo sopra di se questo peso , com£_^> lenelcriue al
Papa.
se per proprio seruigio di sua Santità, gli fosse stato imposto. Ma inrispo Il B. Card.Bor
sta di questa lèttera , scusandosi il Padre Don Paolo , sua Santità gli fece nuo- romeo , ferme
uamente scriuere , forzandolo col precetto dell' vbbidienza à compiacer Ia_. à D.Paolo in
nome del Pa
Città, di quanto .egli era richiesto, il Padre Don Paolo riceuuto il precetto pa.
del Pontefice , rispose essere all' vbbidire prontiflìmo ; ma non esser vero , che Risposta del
P.D.PaoIo.
tutta la Città concorresse di concordia à far della persona sua elettione . E [L Papa lo sor
allora in rispostagli venne vn'altra lettera dcll'istcsso Cardinale, in nome di za col prece:-
:o.
sua Santità, che non era giusto, che la sodisfattione d'vn Seggio solo, à tutto'l Replica del P,
rimanente della Città , s'hauesse à preferire . Onde in nome di sua Santità,con D.Paolo.
Risposta del
l'istesso precetto , gli comandaua, che si risoluesse, à recare il desiderio della Cit B. Borromeo
D tà ad essetto. Allora il Padre Don Paolo veggendosi d.il precetto forzato ; jl P.D. Paolo.
preso per suo compagno il Padre Don Pietro Caputo dell'istcssa Religione, si
mise sollecitamente in viaggio . E partito di Napoli alla fine di Giugno 1 5 64. [ l P. D. Paolo
si mette in vi-
insu le Galeccheandauano al Pignone, nauigò infîn à Nizza di Prouenza_» .
Oue smontato interra, seguitando il suo viaggio per la Francia, giunse alla
sine nella Spagna. E arriuato in Madrid , fra breue spatio ammesso all' au- Ammesso all'
audienia del
dienza del Re Cattolico , non solo fu da quella Maestà ben veduto , ma ascol Re.ottien ciò
tandolo benignamente (come riferì il Padre Don Pietro suo compagno) gli che desidera.
disse j c'hauea hauutocaro di vederlo, come anche allora comunemente si
seppe . Onde hauendo con quella Corona , la commeflìon della Città , felice
mente negotiata , trouò tanta gratia appresso à quella Maestà ; che non sola
mente ottenne, tutto quello per cui egli era stato mandato, e che da lui somma
mente si desideraua ; ma la risposta dell'Ambasceria fu tutta rimessa in lui,come
di sopra al proprio luogo dell'anno mille cinquecento sessantaquattro più diste Cap.ij:
samente è detto . E mentrecheegli stette à negotiare in quella Corte, lasciò
Odore della
tal odor di se stesso , e tanta fama della vita sua esemplare e modesta j ch'egli bontà e virtù
fu riputato , non solo per la bontà della vita , segnalato Religioso , ma e- sua nella Cor
ce Cattolica.
tiandio per la dottrina e prudenza delle cose humane,e per destrezza nel trattar
O 3 ine- I
y
v6z Historia della Religione
pro-
Historia délia Religione
\6a
propria di persona táco graue,c tâto vniuerfalmente stimata , e honorata angora
da'Romani Pontefíci j c tanto piu, conoscentiolo non lolamente vtile a'comraer-
tij humani, ma inolto conforme alladeteiminatione di PapaGregorio Decimo-
terzonella medesimamateriade'CensijChea'prieghi délia Maestà del Re Fi-
lippoSecondo, e dell'isteflo Regnodi Sicilia, sece il secondo anno del suo
Pontcficato,confermando la Costitutione di Papa Nicolò V. con alcuna dichia-
ratione,nonostantela Costitutione di Papa Pio V. e cosiper benignitá della_,
Santa memoria di Papa Gregorio , restò quel Regno moko consolato , e benefì-
cato, corne il Lettore dal suo contenuco potrà chiaramente vedere . E à coraune
benesicio,essendo materia molto praticara in que'Regni, ho voluto qui lasciarne
la copia, fedelmente ricopiata • non si ritrouando in stampa ne'Bollarij iníîeme
con le Costitutioni dç 'Sommi Pontefici ,