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Etcon l'aggiunta delle Vitedeviui, & de morti
- Dall'anno 15o inſino al 1567.
Prima, e Seconda Parte.
con leTauole in ciaſcun volume, Delle coſepiu Notabili,
De Ritratti, Delle vite degli Artefici, Et dei
Luoghidoue ſono l'opere loro:
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Eccellentia Illuſtriſſima, le vite de
piu celebri Pittori,Scultori,eteAr
chitetti, che elevi tornano innan
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zi, non pure del tutto finite, ma
tanto da quello che ellerano immutate, 63 in guiſa piu
adorne e ricche dinfinite opere, delle quali inſino allora,
io non haueua potuto hauere altra cogni(ione, che per
mio aiutonoſipuo in loro,quanto a me,alcuna coſa deſi
derare. Ecco dico che dinuouovi ſipreſentano Illuſtris
ſimo, e veramente 8ccellentiſſimo Signor Duca, con
l'aggiunta daltrinobili, e molti famoſi artefici, che da
quel tempo inſino a hoggi ſono dalle miſerie di queſta
paſſati a miglior vita e daltri che anchorchefranoi vi
auano, hanno in queſte profeſſioni ſi fattamente operato
che degniſſimi ſono deterna memoria. E di vero è a
molti stato di non picchola ventura, che io ſia per la
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Obligatiſs.seruitore
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ALLo ILLvsTRIss, ET ECCELL.
S. IL s. cos IM o D E MED Ici
Dvca Di Fioranza -
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ià Sºs in cio l'orme degli Illuſtriſsimi ſuoi pro
li º - º genitori: & da la naturale magnanimir
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uorire, & d'eſaltare ſorteceſſa
ogninon
3 spinta di far
di virtù
douunque ella ſi truoui: & ha ſpezialmente protezzio
ne dell'arti del diſegno,inclinazione agli artefici des
ſe:cognizione, 8 diletto delle belle, 8 rare opere loro,
penſo che non le ſara ſe non grata queſta fatica preſa
da me di ſcriuer le uite,i lauori,le maniere, 8 le condi»
zioni di tutti quelli, che eſſendo gia spente,l'hanno pri
mieramente riſuſcitate,di poi di tempo in tempo accre
ſciute,ornate,8 condotte finalmente a quel grado di
bellezza,3 di maeſta doue ella ſi truouano a giorni
dhoggi: Er percioche queſti tali ſono ſtati quaſi tutti
Toſcani&la piu parte ſuoi Fiorentini, e molti d'eſsi da
gli Illuſt. antichi ſuoi con ogni ſorte di premi, 8 di
honori incitati,8 aiutati a mettere in opera; ſi puo dio
re che nel ſuo ſtato anzi nella ſua feliciſsima caſa ſiano
rinate:& per benefizio de'ſuoi medeſimi abbia il mon
do queſte belliſsime arti ricuperate, 8 che per eſſe nobi
litato,e rimbellito ſi ſia. Onde per l'obligo che queſto
ſecolo, queſte arti, & queſta ſorte i , debbono
comunemente agli ſuoi, & a lei come erede della viro
a
tu loro,8& del loro patrocinio ucrſo queſte
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& per quello che le debbo io particularmente peraue,
re imparato da loro, per eſſerle ſuddito, per eſſerle deo
uoto,perche mi ſono alleuato ſotto Ippolito Cardina
le de' Medici, 8 ſotto Aleſſandro ſuo anteceſſore,
& perche ſono infinitamente tenuto alle felici oſſa del
Mag.Ottauiano de'Medici, dal quale io fui ſoſtentato
amato, & difeſo mentre che e' uiſſe, per tutte queſte co
ſe dico:& perche da la grandezza del ualore, & della
fortuna ſua uerra molto di fauore a queſt'opera, 8 dal
l'intelligenza ch'ella tiene del ſuo ſoggetto meglio che
da neſſuno altro ſara' conſiderata l'utilita' di eſſa, 8 la
fatica, & la diligenza fatta da me per condurla, mi e
arſo che a l'Eccellenza V. ſolamente ſi conuenga di
dedicarla:& ſotto l'onoratiſsimo nome ſuo ho uoluto
che ella peruenga a le mani degli huomini. Degniſi
- adunque l'Eccellenza V. d'accettarla, di fauorirla, 8 ſe
da l'altezza de'ſuoi penſieri le ſara conceſſo,taluolta di
leggerla, riguardando alla qualita delle coſe che vi ſi
trattano, 8 alla pura mia intenzione: laquale e' ſtata
non di procacciarmi fode come ſcrittore, ma come are
tefice di lodar l'induſtria, e auuiuar la memoria di que
li, che auendo dato uita, & ornamento a queſte proe
i" meritano che i nomi, 8 l'opere loro ſiano
in tutto, coſi come erano, in preda della morte, 8 della
obliuione. Oltra che in un tempo medeſimo, con l'ese
pio di tanti valenti huomini,8 con tante notitie di ti
te coſe che da me ſono ſtate raccolte in queſto libro,ho
penſato di giouar non poco a profeſſori di queſti eſer
cizi,& di dilettare tutti gli altri che ne hanno guſto,
&uaghezza. Ilche mi ſono ingegnato di fare con lo
la accuratezza,8 con quella fede, che ſi ricerca alla ve
rita della ſtoria, 8 delle coſe che ſi ſcriuono. Ma ſe la
ſcrittura per eſſere incolta, 8 coſi naturale com'io "
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uello,non è degna de to orecchio di V. Eccellenzia,
ne demeriti di tanti chiariſsimi ingegni:ſcuſimi quan
to a loro, che la penna d'un diſegnatore, come furono
eſsi ancora, non ha piu forza di linearli, 8 d'ombrega
farli. Er quanto a lei mi baſti che ella ſi degni di gra
dire la mia ſemplice fatica, conſiderando che la necesſi
tá di procacciarmi i biſogni della uita, non mi ha cone
ceſſo che io mi eſerciti con altro mai che col pennel»
lo. Neanche con queſto ſon giunto a quel termine,al
quale io mi imagino di potere aggiugnere ora che la
fortuna mi promette pur tanto di fattore, che con piu
cómoditá,& compiti lode mia, & piu ſatisfazione alo
trui potro forſe coſi col pennello,come anco con la pe
na,ſpiegare al mondo i concetti miei qualunque ſi ſiae
no. Percioche oltra lo aiuto, & la protezzione che io
debbo sperarda l'Eccellenza V. come da mio Signor
re,& come da fautore de poueri virtuoſi:è piaciuto alo
la diuina bontà d'eleggere per ſuo vicario in terra il
santisſimo, 8 beatisſimo Iulio terzo Pontefice Masſi
mo, amatore,3 riconoſcitore d'ogni ſorte uirtu, & di
queſte Eccellentiſsime, 8 difficiliſsime arti ſpetialmen
te. Da la cui ſomma liberalità attendo riſtoro di mol
ti anni conſumati,8 di molte fatiche sparte fino a ora
ſenza alcun frutto. Et non purio, che mi ſon dedicato
perſeruo perpetuo ala Santità S. ma tutti gl'ingegno
ſi artefici di queſta età, ne debbono aſpettare onore, e
premio tale, 8 occaſione d'eſercitarſi talmente, che io
gia mi rallegro di vedere queſte arti, arriuate nel ſuo
tempo al ſupremo grado della lor perfezzione,8 Roo
ma ornata di tanti,8 ſi nobili artefici, che annouerano
doli con quelli di Fiorenza che tutto giorno fa metteo
re in opera l'Eccellenza V. spero che chi uerra dopo
noi hara da ſcriuere la quarta eta del mio volume,doo
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tato d'altri maeſtri, d'altri magiſteri che non ſono i
deſcritti da me, nella compagnia de'quali io mi uopre
parando con ogni ſtudio, di non eſſer degli ultimi.
In tanto mi contento che ella abbia buona ſperanza di
me, & migliore opinione di quella che ſenza alcuna
mia colpa n'ha forſe conceputa. Deſiderando che ella
non mi laſci opprimere nel ſuo concetto dell'altrui ma
ligne relazioni,fino a tanto che la uita, & l'opere mie,
moſtrerranno il contrario di quello che e'dicono.. ci
Ora eon quello animo che io tengo d'onorarla, 8 di
ſeruirla ſempre, dedicandole i mia roza fatica,co
me ogni altra mia coſa,3 memedeſimo l'ho dedicato,
la supplico che noi ſi sdegni di auzrne la protezzione, o
di mirar almeno a la deuotione di chi gliela porge: &
alla ſua buona grazia raccomandandomi,vmilisſima»
' mente le bacio le mani,
Di U.Eccellenzia umiliſſeruitore e
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. A LETTORI.
ERcHE ſempre mai interviene, per " che l'huomo
i ſia,infacendo qualche coſa commettere dell errori: a noi anco
)| ranon è venuto fatto meglio che all altri. Perciò delcomune e
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È lº S. rorenondouerremoanco eſſere piu delli altri incolpati:mapiutor
sto meriteremo che con la piacevolezza e varietà di tale historia ſi compenſºſi
ogniriprenſione di errore in che ſuſſimo incorſialli quali non hubbi è chia
i li occhi deltutto,nemancato con quella diligenza,cheanoiper la ſcarſità del
tempo era poſsibile notarne alcunipiu importanti, laſciati al giuditio de prudenti
lettoriglialtri che faciliſſimo a conoſcerli e che non impediſino di molto la co
gnitione della ſtoria e quelli ſono gli infraſcritti con le coretioni loro a rincontro
ſcome vedete. ºi
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293 roſſori roſoni - ,
327 13o3 14 o3 - v.
421 hebbe arme ºbebbe nome
432 ſcatori a baſſo ſenatori a baſe
43i sºno annutre uno numero -.
454 maſaico smuſaico
485 1388 s4sº.
428 nel prime neltrine
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La lettera P.ſignificaprima parte, 9.S. la ſeconda. -
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Lenzis. º 238
Samaldoli di fiorenza p.23o.237, 5oo Machiauelli e , 218
Camposanto di Piſa P 7.toº.izi.14o 14;. -,
Martini p. 136
I6 o 17.182.2o7.217.233.s.4o7. Mariſcotti s. ) 424
Campiglia p. 17 Orlandinis. 4 o5
Camei P, -- - 41 Portinari p. - , 5I
9ampanile di Piſa pende p.9o.118.89 Peruzzi i - 12O
Campaldino rotta p. I17 Paganelli p. - 2o1
Campanile di san Marco p. 89 Puglieſe p.zzr.s.269.493
Campanile di s.Maria del Fiore p.129.15o. Puccio di Maggio s. 266
ISI. s.254.262.33o. Pino buonaccorſi s. 342.
Campana grande di Fioren.p. - 173 Pellegrini di Verona s. 4 OI
Cipora Monaſt.preſſo a Fiorp. roo.s.493 Ricci p. rºa.s.458
Canaco,8 calamide ſcul.antichis. 246 Rucellai s. 368
Capella della incoronata in Piſap. 112,
Roſsi di bologna s. 424
Sapella in piazza di Siena p. 2 o4 Spinelli p. 12 o
Sapel di Nicalla ſala del Pp.in rior. P.213 Strozzi p. 182.185
Capella del crocifiſſo in s.Miniato s. 26; Soderini p. 196
Capel.del card.di Portogallo in s. Min.s.265 Toſinghip. I2o
Capel di Siſto s.393.4 38.449.458.472.528. Calimara Arte,S. Magiſtrato di fioren. P.138
Capella de pittori in Siena s. 4.IT Cane della ſcala p. 125
Sapel del Sacraméto in s.Lor.di rior.s. 417. Capitolo di s.croce di fiorenza s. 313
Capella della B.Fine.in s.Gimig. 464 capanna pittores. 4X2,
Sapel.mag di s.Maria Nouella s. 458 capitolo di s. Marianouella p. 173
Capella ſul fiume di Terzolla. 461 carcere Tulliano p. 24
-- --
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INDICE DELLE cose
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Cardinale delli Acciaiuoli.p. 187, cione
- . . . . . maeſtro
. . . . di ceſello p. - l
. it -. * 131
Cardinale di Portogallo ſua cappella insan cipòlacció ietra p. .– . º -
s Caſtello Olmo à caſtello Giardino del Du e compagnia della Madonna in Arezzo s.451,
ca Coſimo.s. - 471. compagnia della Nuntiata in Arezzo s.525.
Caſtello della Pieue.s. 515. compagnia di santa caterina in Arezzo,
Caſtello dell'Vuouo.p. 89.126. S.527.
Caſtiglione Aretino.s. . 45o.527. compagnia di san Hieronimo, 8 di sanrri
.
Cartoni in che modo ſi fanno p. 46 ceſco in Bologna s. 5o5
Caſa del Mantegna in Mantoua.s. i 491. scompagnia, 8 chieſa di san Giorgio in rio
Caſa di Gio.Veſpucci, 8 de Pucci.s. 271. rCnza S. 4 o5 - -
Cecca architet.s.381.44 1 ſua morte .s. 447 cònij di medaglie di vari perſonaggi s.5o3
Celeſtino iiij. Papa.p. , iio. conte Vgo di Madeborgo p. 77.s.421
Cennino da colle.p,176.198. eonte di Poppi p. 92,
Cenacolo nel refettorio d'Ogniſanti.s. 456. sconte di capo di liſta s. 332 -
P IV N O T A B I L I
Cofimo de Medici uecchio p.176.s.28o. sua Diſputa dell'huouo s. sto
pietà s.312.rifece san Lorenzo di Fioren Diſcepoli di donatello s. - 336.
. za.319 in eſilio s.339.riuocato s.34o. Diſcordie ciuili in Fiorenza s. 275
coſimo Duca.uedi Duca Coſimo. Diotiſalui Neroni s. 421
coſme da Ferrara pittores. 255.
Domenico Bartoli pittore p. 234
coſimo Bartoli propoſto di san Giouanni s. Domenico da Venetia s.355.397
, 364.367. Domenico Beccafumi pittore p. 59
coſimo Rucellai ſuo palazzo s. 368' Domenico della Rouere card.s. 393
coſimo Roſſelli pittore s. 437. Domenico Garganelli s. 425.426
coſtume de Fiorentini s. 3o9. Domenico Pecori pittore ſue opes. 451
cupola del duomo di Fiorenza s. 246. Domenico Grilandaio grande diſegnatore
s.463. p.58.182.s.381.456. -
- Piſputa qual ſia piu nobile la ſcultura è la, Elia compagno di san Francesco P: 91
.Pittura P. I. Empoli p. - - 194
INDICE DELLE Cose
itaffio di rilippo di Serbrunel s ... 3*5, Fineſtre di vetro in san Piero di Roma fatte
i" di " fatto dal Politia dal M Coſimo de Medici s. 344
no º - - 39 Fiorenza p. - 112,
Epigramma in campo santo di Piſa per be Fior ſi mangia ifigl.ſi come fa il tépo s. cs
nozos. . . . . . - - 4o7 Foiano terra s. - 52.
Epigrima del politiano ſopra eiºttº P 133 Folco Portinari fidò lo ſped di s.M.N.p.23s
Ermafrodito ſtatua in parione di Roma Fötane alla ſaluatica, come ſi faccino p. za
Fontane & loro ornamenti p. 8
1"
- lo p.
coloſſo di marmo del bandinel
- - I6
Fontana di Perugia p.
Fontana in " di Siena p,138.s. 251
rov
Ercole pittore Ferrareſe s. - 42.426 Fontana nel palazo del Duca di fioren.s. 331
Errore di Paolo Vccello nella proſpettiva s. Fontana di s.M.degli Angeli da Sceſis 3,
i 271.cauallo.171 . -
Fontana di marmo in caſa Medici s. 413
Errore corretto con facilità da Donatel Födamenta del Duomo di fioren.p. 94
lo s. 2.6 o
-
Forzore di Spinello orefice p.138.218.s. 294
Errore d'alcuni " P, I72. Foraboſchi famiglia p. vy
Eremo di camaldoli p.214.s.387.449 Forteza della Giuſta in Lucca p. 125.
Eſcuſatione dello autore P. 9, Forteza di vice piſano s. 313
Eſarchato di Rauenna p. , 75 franceſco del fadda intaglia il porfido p.it
Eſercito de Saneſicotro a Fiorentinis. 249 Franceſco del Maeſtrogiotto p. 13t
Etcrnità del Muſaico s. - 453 Eric di Giorgio scul.pio4.s.: 46.41o.
Eugenio iiij.Papa P,238.s.345.387 Franceſco Pittore fiorentino p. 231
Euſebio Sangiorgio pittores. 16 Franceſco di Marco prateſe p. 23r.
e - e ,a Franceſcobacci Aretino p. 23s.
E -
Franceſco Zoppo predicatore si sia
Franceſco Sforza i a Coſimo de Medici
Fabio ſegnis. - 47; uno palazo s. 345
Fabbiano Saſſoli maeſtro di vetriate S. 37t Franceſco Peſelli pittores. 404
Fabri, mirabili delli antichi di triuer p. 16 Fric.Gonzaga Marcheſe di Mantouas, 424
Fabrica nuoua di Magiſtrati in fior p. 2. O Franceſcobrini pittore fiorentino s. 454.
Fabriche di pietra forte in fioren.p. 2.O Franceſco Tornabuonis. 458.
Facciata di s.Lorenzo di fioren.p. I6
Franceſco Saluiati pittores. 477,
Facciata di s.Croce di fioren. P. 236. Franceſco Piccol huomini Card.s., 49s
Facciata di s.Maria Nouella s. 368 Franceſco francia pittore bologneſe s: io,
Facciata di s.M.Nuoua.spedales. 382-454 Franceſco bonſignori pittores, 523.
Facciata del Duomo di Siena s. 463 Franceſco Caroto pittores. 523.
Facetia di Paolo Vccello s. 2.7o Franceſco Torbidos, 423
Faenza città p. , IOo
Franceſco dell'Indaco pittores. 525
Farinata Vberti p. II 6.
Franco bologneſe miniatore p. 214.
- --
Federigo Imperado.p. 9O.93.98 Franco Sacchetti p.13L 154.158
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39
Feſte, 8 rappreſentationi nelle proceſsioni fuoco a caſo in una rappreſentatione in Are
in fiorenza s. 442, zo doue perirono ottanta perſone. - -
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Ficherolo caſtello in ferrareſe p. 94
Fieſole città p.19.s. 243.42o , G . -
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Filippo di Serbrunelleſco architet p.18.6o
s.3oI.P.94.s. 246.325
Filippo di fra filippo pittores. 39o Gabella poſta in fiorenza, per la fabbrica dei
Fineſtre di marmo traſparenti in san Minia Duomo p. 94
to a monte P. 15 Gabriello Maria Viſconti p. si
Pol V N Q T A B:I.L:I
Gaddo" pittore p.III.1o9.113.176. cio.Tornabuoni ſua caſa s.343.458
Gaddi famiglia fiorenuina ſua origine p.179 cio. Rucellais. 368
195.198 cio.Bellini pittore Venetianos. 43o
Galante da bologna pittore p. 224 Gio.della caſa s. 436
Galaſſo, 8 altri pittori del ſuo tépo s... 255 cio.batiſta del baua Abate Volter.s. 463
Gattamelata ſua ſtatua in Pad. opera di Do cio.buonconſiglio s. -518.513
Ilat.S, 332. cio.batiſta da conigliano ſue opere s. 522
Gentile da fabriano pittore ſue opere s.4or Gio.Manſueti ſue opere s. 323
363 ccio.Paolo baglioni s. 528
Gentile bellini pit venetianos. 434 cio.Roſti Fiamingos 516
Gentile da Vrbino Veſcouo d'Arezos. 373 Giouanetto cordelagi s. 513
a O cio. Franzeſe ſcultore p. r3
cile di camaldolis. 449
ciottino p. 142.189
Gcri d'Arezos. 48o siotto mutò la pittura dalla greca alla Lati
Gerino da Piſtoia pittores. 515 ma p.199.s.2,43
9eſio da fermare che fa preſa s. 43i Girolamo campagnola s.275.518.488
“Gherardo ſtarnuni pittore p. -2o8 cirolamo Padouano detto vante miniatore
AGherardo miniatores. ,453 s.452.
Gieſuati conuento belliſsimo rouinato per ..Girolamo della cocca s. 479
la guerra di fioren.s. 5o9 Girolamo Bomaninos. 52.3
Gieſuati conuento di Piſa s.462.457 oiuditio dello Autore ſopra la diſputa tra la
- Giardino del Duca coſimo p. -a8 ſcultura,8 pittura p. 7e
Giardino de Pazzi famiglia P. 332. giuliano da Maianes.35o.383. -
cio-Bentiuoglis.25o.5o4 - - -
guittone d'Areze p. 23o
cio, de Medici s. - 157 uerra inimica dell'Arti-s- 2-14
ºº-Acuto capitano de Fior.s. 27, guardaroba del Duca dvrinos. 334
- gio batiſta Donis. 334 guidobalde pri.Duca d'urbipos- i 334
INDICE DELLE Cose
Guerrino Veroneſes, - 4o3 Iſpiritelli come erano fatti si -o º
Guardaroba del Duca coſimo s. 417.474 tſido ro Montaguti Monaco negro si º
Italico ordine d'architettura p: r. , 15
Guido Bologneſe pittores. a 42.8
Guarriero da Padoua pittore p.518 ſue ope suditte ſtatua di bronzo di Donato s. 33,
2 - - i
re ºi L . . )
Guaſparo,8 Girolamo Miſceronis, 523 - -
- -
-
. - -
-
Iacopo della quercia poi detto della fonte Lanzilago padouano pittores. 495
s.248.251. tv Lapi famiglia in fiorenza p.94.s.317 -
Lauorare in freſco p. , e ie
.
ai5.116 , l. . . . .
Iacopo capponi s- . . i: 334 Lauorare tauole,8 telep, 47
Iacopo del sellaio pittore,ſue opere s. 399 Laurentino Aretino Monaco di Montevii
Iacopo cozerello ſcultorese oi 4º º ueto p. . 38
Iacopo Mezzone pittores ... Laude della pitturas.
436 Lauo e 386
ri di niello s., - io3
Iacopo da Montagna pittores. 435 iLaude d'un buon o relig ioſo p. 2
ne
Iacopo Squarcio pitto Padore uano s 487
Iacopo d'Auanzo Veroneſe pittore ſue ope Le coſe quanto piu s'accoſtano aluero fan
ºre 518.52o.523. ,
to ſono più perfette p. - -- - º
Iacopo Vannucci Veſcouo di cortona s,527 Leggie in fiorenza sopra la pietra del foſſa
Iacomello venetiano p. i 139 top. - 1. 9
Iacobello da slore pittore ſue opere s. 518 Leom batiſta Alberti p. 17
Leone X.Papa P. . 3i.s.367
52o.523 e - - - - 1 -
334
Inſtruméti neceſſaria ſcultori,8 pittori p.5 ame ne lauori, fa vergogna al mae
Intentione dell'Autore p. 8.s:I4I ſtros.
Leonico Timeos.
476
488
Intagliare a ruota p. 4o
Libreria di san Lorenzo di fiorenza P; 6o
Innocenti o 1ii. Papa p. - 9O
Inſcritione latina nel Duomo di Piſap. 98 Libreria di san Giorgio maggiore ss. 34o
Inſcritione volgare in Piſap, libreria di san Marco di fiorenza si
5 o6 sa;
Incendio in Roma p. . 112 , Libreria maggiore in Roma si
- - - : 393 - -
Inue nzio ne di Leonb atiſt a Alber tis. 368 Libre ria di Papa Pio ii, in Siena si 498
libro di Lorenzo Ghiberti si 2.75;285
Inuidia è tra gli artefici s. 428
Ingegni ſi uſauono perla feſta della Nuntia tibro del Filarete da cdifitsis: 349
ta1n F1otenza S: 442. Libri minia
ti in san Domenico di ri:
Imagini per boti,& deuotionis: r 485 , les: - , - - - - - - 359
Innocentio vill. Papas: 49o libri da coro miniati nel Duomo di fioren
Innocentio cibo cardinales: 5oo - za s; - - .q o o . 344
Inferno di Dâte miſurato dal Raggio s; 493 ippo fiorentino pi 2.22:19s
Inqual parte del mondo li huomini ſi fan iPPo stemmi pittore Saneſe p. 175
no eccellenti s; -- - 5o8 , tion ardo da vincip: 54:5:48s
Lino Saneſe p.: og
Indaco pittore fiorentino si 24 Lionardo di ser Giouanni Orefice p: 1o»
omo
In ogni ſtato l'hu con la biogr atia ſi
puo ſaluares: : 359
-
Lionardo maeſtro di ceſello fiorenti
ia
1ſtor come vuole eſſer e dipin ta p. 45 nop: 139 -
p IV N OT A B I L I
lioni di pietra a canti del palazo de Signo Madonna delle gratie in Arezo s. 479
riopera male inteſa P. 187 Madonna del Latte a s.Giouanni di Val
Lionardo Aretino s. 255.29o darnos. 515
Lionardo Dati Generale di san Domeni Madonna d'Oruieto s. gus
C0 S. 28o Maglione architettore p. loo
lienardo Salutati Veſc.s. 42,2 Malateſti d'Arimino p. I1,6
Lite tra Domenichini, & Silueſtrini Malgiuditio di chi in ſe non ha religio
per il conuento di s- Marco s. 342 nes. 361,
Lodouico Marcheſe di Mantoua p. 177.32 I Marmo roſlo,& nero p. - ty
368 Marmo come ſi lauori p. -
Lodouico degli Albizi s. 28o
Marmo greco, 8 modo di lauorarlo p. 15
Lodouico Capponi s. 389 Marmi cipolloni, saligni, campani p.1s
lodouico Malino pittore Ferrareſe s. 425 17
modello del tempio delle lachrºme d'A : muſaico del Grillandaio al Duomo di
rczo S. - 452.
Fioren.s. . . . o 463
Model come ringrandiſchino
li ſi p. : 35 e i2 . . o o
modelli per le ſtatue con qual ordinc ſi - N. . . . . . .
fanno p. 37.47 -
modello d'un monaſterios. 2,9I Nanni d'Antonio di Banco s. 25»
modello della Chieſa di s.Spirito di Fior. Nanni Groſſo,8 ſuoi coſtumis. 484
di Filippo di Serbrunell. Napoli città Reale s. 2 - 351
modello del palazo de Medici, 8 ſuoi ap Napoleone Orfino Cardinale p. 138
partamenti s. 339 Naue di muſa
-
ico opera di Giotto p. 124
modello della reſtauratione del palazo Neri di Gino Capponi s. 32,4
deSig.da l'autore s... 342.341 Neroccio Architettore Saneſe p. 173
Modello della Chieſa di ſan Franceſco
d'Ariminos. 368
Neroni famiglia di Fioren.s. 318
-
faceusnes - 44-443. -
; -
- - C) - - P -
- -
-
-
ti
44e
a
INDICE DELLE COSE
Palazo di san Sebaſtiinmamroua.s. 489 Piero Saccone p.125.127.136
Palazo di m. Gio Bentiuoglis. 5o4 Pietro Bembo s.263.384.436
Palazo di Sciarra Colóna s. 513 piero di coſimo de medici s.. 264
Pandolfo malateſti p. 174 Piero del Donzello,3 polito pit.s. 351
Panteon in Roma p. 24.25 piero da caſtel della pieues. 35y
Paolo Papa iii.p.6o.91.s.344.512 piero Bologneſe s. - 357
Paolo Vccello Fiorentino pit.s.268.249 º pietro paolo da Todi scul.s. 392,
Paolo Aſtrologo p. 194.s.304 piero di coſimo pittores. 439
Paolo Orlandini monaco p. 231 pieropollaiuolo d'orefice pit. s. 46r
Paolo ſchiauo pittores. 288 pitti giardino p. 13.14
Paolo ii.papa s.252.383.384.392. -
piſa reſtaurata dal Duca cofimo p. 17
IPaolo Romano ſcul.s. 392. piperno pietra p. 18
Palco della ſala depugento in Fior. s. 478 piſani p.78.s.474
Palagio del papa p. 2.89 piſcopio di Napoli p. 89.s.512
Palla grande " la cupola s. .483 pieue d'Arezop.9o.121.r45.225.s. 285.293
Paragone pietra negra p. su 5 - 449 451
Pauimenti di terra inuetrata,3 di muſa Tiaza di s.Gio. di rior.alzata p. 22,
ico p. :29 ipilo belliſs.in piſap. 98
Pauiméti di mattoni coloriti ſenza uetria ſpieue di prato p. ro6.388
stura p. dso pittura;& ſua nobilta p. 3-44
Pauimento del Duomo di Siena p. 224 pittura ha piu mébra che la ſcul.p. 3»
i Pauimento della loggia del papa s. 266 pit:8 ſculsépre fiorirno inſieme p. 148
i Paradiſo di ſan Felice in piaza di Fiorenº pitturein Fiorenza in infamia d'alcuni
zza s.321 - ribelli p. - 19o
Paramenti ricchiſs.dis.Gio.di Fior. s. 469 pitture a freſco non uogliono eſſere ri
Parri Spinelli pitsAretino s.289.29o.p.i18. tocchep. 2o3
rarri Spinelli pit paura grandiſs.s. 294 pippo Spanos: 258
'Paſquale papaii.conſacrò la chieſa di santa pittura è una tacita poeſia s. 263
': maria maggiore di Fiorenza P. 213 pitture di ſanti vorrieno eſſere fatte da per
paolo da Verona ricamatore s. 469 ſone ſante s. 36a
pergami di bronzo ins. Lorenzo di Do pioii.papa s.392.41o
natello p.36.s.333 piſano pittore veroneſe s.
Pelagio papa p. 89 pienza fatta città, prima detta corſigna
pergami in piſa,3 in Siena p.1or in piſtoia no se
- Ritratti per ordine dell'alfabeto poſti a 3. Crocedi Lucca,8 ſuo Tempietto s. 252
una tauola ſeparata. s.Clemente in Romas. 298
- Rodi iſolahebbe gia piu di trentamila s.Croce fuora di piſa s. 4os
ſtatue p. 69 s.Domenico fondatore dell'ordine p. 9s
, Roſſellino ſcultores. 347 s.Domenico in Perugia p.1o5.233.s.39o
- Roma, 8 Romani inbaſtardirno in Bizazio 4o1.5o1 “ “
Rondinello da Rauennaſue pitture s. 43s s. Domenico in Bologna p. 1o4.s.454
i Ruggieri da Bruggia p. 51.6o 494 - - - - -
I L F I N E.
ciry- zery,
- Si4 - 3 -
- - --
-
-
TAvo LA D E RITRATTI
- CHE soNo NOMINATI
In queſta Prima, 63 Seconda parte ,
A
3,9
GN o L o caddi p. 199 Carmignuola s. 355
Agnolo Acciaiuoli s. 456 Caſtruccio p. 183
- Agnolo Polstiano s. 461 Caterina Regina s. 43o
l sg)
A - Aleſſo Baldouinetti
Aleſſandro Papavi. s.s. 46o
goo cecco d'Aſcoli p. 184
chiaro beato s. 359
- Alberto Magnos. 35» cimabue p. 174.87
Alfonſo Re di Napoli s. 352. cino da Piſtoia p. 157
Amerigo veſpuccis. 456 coſimo vecchio de Medici s. 345.47a
Antonino Arciueſcouo,& ſantos. 361.356 coſimo Roſſelis. 439
Antonio Brancaccis. 299 corſo Donati p. 12.0
Antonio Colonnas. 335.4o7 coſta pittores. 425
Antonio Roſſellino ſcultore s. 413 chriſtofano Landino s. 46 I
Antonio Pollaiuoli s. 493 D
Argiropilos. 4o3 Dante p. Il 9.3.23O.399
V
Sandro Botticelli s. 423
Simone Memmi p. 174 Veſcouo Vngheros. 429
Siſto Papa IIII. s. 398 Vincenzio Confeſs. s.
Spinello Aretino p. a19 Vguccione della Faggiuola P. 189
Spcdalingo s. 398 Vgo Cardinale s. 359
168
Starnina P. azi Vrbano v. rapa p.
Vrbano vi. P. 388
T
2
Tomaſo d'Aquino ſanto p. 187
Tomaſo Marzi s. 357 Zanobi Stradis
I L F I N E.
s
T A v o LA D E L L E v I T E
- D E GLI A RT E F 1 c 1,
TDeſcritte nella Prima,65 Seconda parte ,
-- -
--
A -
D
-
Cimabue pittore 33 I
Chimenti Camicia ſcultore s. 392,
Cerca ingegniere s. 44o Iacopo di Caſentino pittore p. II9
Cofimo Roſſellino pittores. 437 Iacopo della Quercia ſcultores. 442
Iaco
R I T R A T T 1,
Iacopo Indaco pittores. 524
Iacopo Bellino pittores. 429 P -
I L F I N E.
iSi, i
ºi":
T A v o L A D E L V O G H I,
DovE soNo L'OPERE DESCRITTE
Nella prima, 8 ſeconda parte -
-: -
ANCONA. La tauola dell'altar grande Giorgio Va
ſari p. I49
pitture della Tribuna grande Pier Lau
L modello del palazzo del rati p. I46
º 9 Gouernatore. Margarito Cappella di s.Maria Maddalena.Giouan
- ne Aretino p. I16 ni Toſsicani p. I91.
ºS s. Chiriaco, il modello, il Storia di s.Matteo ſotto l'organo. Iaco
“: med. po di Caſentino p. 2.It
La Cappella di s.Gioſeppo Vn s.Biagio di terra, nella Cap.dis.Bia
pier della Franceſca s. 356 gio.Niccolo d'Arezzo s. 254
s.Niccola, figure ſopra l'altar maggiore. Vna tauola grande d'vna N.Donna.Do
Simone, 8 Lippo Memmi p. 173 menico Pecori s. 451
s.Aguſtino,ſepoltura di fienone. Moc s.Domenico, 8 s. Franceſco di naturale
cioSaneſe p. 2o5 a vna colonna.Giotto p. 121
Cappella di s.Franceſco, il medeſimo
Cappella deraganelli, Berna Saneſe p. 2o1
A R E zzo.
D VOMO -
Tauola dell'altare di s. Chriſtoph Pier
Laurati p. i4i,
La Cappella di s.Bartholomeo. Spinel
Il modello. Iacopo Tedeſco p. 92, lo p. 2.13
Tauola dell'altar maggiore. Giouanni Vns.Rocco alla Cap.de Lippi. l'Abba
Piſano p. I46 tC S, 449
La ci, de Gozzari. l'Abbates. 449
La Cappella principale. Iacopo di Ca s. DoM E NIco.
ſent. p. - Io
s. Lo RENzo.
s. DoM E NIco.
Alcune ſtorie di noſtra Donna. Spinel
lo p. 2 16 Il modello della chieſa. Niccola Piſa
1a cappella di ſanto Andrea. Signorel no p. Io
lo . 526 Facciata deſtra dell'altar maggiore. Par
spedaletto il portico,Spinello p. 216 ris. ays
Spedale dello spirito santo. piu pitture Cappella di s.Niccolo.il med.
nella facciata.Spinello p., 213. Cappella,3 tauola de Bragomanni. Lu
casaneſe p. - loº
vn Crocifiſſo grande nel mezzo della . tauola nella capp. del Roſsi il medeſimo
; chieſa.Giotto p. . 125 - ,
compagnia di s.Angelo.vn Crocifiſſo, 8 i
vns. Michele. Antonio Pollas. 468 s. DoM EN Ico.
s.Chriſtoph.vna capp. Parris. 2.91
“il ſegno della compagnia di s.Catheri Modello del Comuento,8 chieſa.Nicc.
na.Signorello s. 527 Piſano R. si
. - --
l'arca di s.Domenico. il medeſimo -
-
S A R GI A N O. “ capp maggiore,altare,3 tauola.Gio.
Piſano p. Ic4
4 t2
ftft 2 FIRENZE
T A V O L A D E L2V C G H I
t - -
- DV o M o , Il modello.Giotto p. 128
Due ſtatue uerſo la Canonica. Nicc.d'A- .
Il modello di ſanta Maria del Fiore.Ar rCZZO S. .244
nolfo " 94 Quattro figure grande nella facciata di- ,
La Cupola.Philippo Bru.s. 313 nanzi.Donat-s. 33e
la palla della Cupola.And.Verroch.s. 483 vn Abraam ſopra la porta del campan
Il Crocifiſſo ſopra l'altar grande. Bene le.il med.
detto da Maianos. 478 vn propheta. il med, -
BADIA DI FIRENze. -
• 1 o R s. M (ch E LE.
Il mod.della chieſa,S campanile. Arnol
93
La loggia dors.Michele. A rnolfo p. 93 - --
-
Fuligno, il medeſimo - La tauola dell'altar grande. Niccolò
r
la N. Donna,3 i ſanti, che ſono ſopra la Alunno s, got
º
Porta di Fuligno, il medeſimo
tabernacolo ſul canto de Geri, Paolo F V R L I.
º Schiauos. - 288
tabernacolo di marmo dirimpetto a or La cap. iore. Guglielmo da F li».
erºsº" iti
“T A V O L A D E L V O G RI I
il v C c A: .N A P O L I.
DvoMo. Modello di Caſtelnuoue. Gio.Piſa
no 9, Ior,
Vna tauola con un Crucifiſſo, 8 alrre modello di s.Maria della Nuoua. il med,
figure.Giotto p. 125 palazzo di Poggioreale. Giulian da
tauola di s.Piero,8 s.Paolo. Domeni Maiano s. 351
co del Grillandaio s. 462. monte Oliueto. vna Pietà di terra. 5
tempietto di s.Croce.Matteo Lucc.s. 252 Modanino s. 351
la ſtoria della Croce della facciata a mi vna tauola d'una Aſſunta. Pinturic
ritta. Coſimo Roſs. s. 433 chio s. goo
yn Chriſto depoſto di croce ſopra la Piſcopio,tauola dell'altar maggiore.
porta a man manca.Nicc. Piſano p. 99 PierPerugino s. ,511
sepoltura di marmo dirimpetto al sa
gramento.Pagno Partig.s. 345
C) R V I E T Q.
s.Fridiano.vna tauola di marmo. Ia
copo della Quercia p. 25o
vna tauola.Franceſco Belog. yo5 Cappella grande del Duomo. Ambr.
s.Regolo.vna tauola.Matteo Luccs. . 252, San p. 14;
s. Michele.vna tauola.il medeſimo
nella facciata di fuora,le ſtorie del giu
vna N. Donna di marmo, il medeſimo dicio, del paradiſo, 8 dell'inferno.
s.Ponziano.vna tauola.Filippino s. 494 Niccola Piſano p. Ier
pitture della capp.del corporale. Pie
M A N T O V A. ero Cauallo p. Iero
il pozzo d'Oruieto Antonidas.Gullo p.24
- siSilueſtro, raa tauola.Lorenzo Co P A D O V A.
as, 445
M O NR E A L E IN
P A R M A.
S I c. 1 l I A.
e sepoltura di Federigo Imperatore.la San Giouanni,la tauola di un Chriſto
sepo Tedeſcº P. 73 - Franceſco Bologs. - 5
-- -- - . ºssa
SN E S o N L' o p e R.E.
I E R V G l A. P E S A R O.
i quattro " della capp. mag i duoi Angeli di bronzo ſu l'altar gran
de.Franceſco di Giorgio s. 41e'
“giore, il medeſimo ,
mºdello di s.Maria del Popolo. Bac vn s.Giouan. Battiſta di bronzo. Do
cio l'intellis, B93 nat.s- 333
s.Apoſtolo tribuna dell'altar mag vna noſtra Donna ſopra la porta del
giore.Melozzºs, 4os l'opera del Domo. Simon uem
miello della Chieſa di s. Apoſtolo mi p. 171
Raccio Pintellis. 393 le ſtorie di bronzo intorno al batte- -
º, modello.
no 2,
Marchione Areti
9r
ſan Giouanni,8 ſuo diſegno, il mede
ſimo
ries diſegno
no
del palazzo di ſan s.Maria,8 ſuo diſegno.Agoſtino,3 A
Marc6.Giulia da Maianos. 352, gnol Saneſe p. si 37
ſan Clemente. vma cappella. Maſac ſan Franceſco,vna tauola.Pier Perugi
º diiOS, - - 2.98 nors, Ila
ſan Paolo.il Crocifiſſo di ſanta Brigi il modello della Chieſa,S. Conuento.
da Pier Caual.p. tes Agoſtino,S. Agnolo Saneſi p. 135
ſan marco.Storia di due martiri allato s.Agoſtino pitture del capitolo. Am
al sagramento, Pier Peruginos. 513 bro.San.p. 165
º ino.vna cappella. Iacopo In pitture della facciata, il medeſimo
vna tauola d'un Crocifiſſo. Pierreru
gino S. f12
I -L F I N E.
&#
-
- :
º
- - -
-
- i
- -
-
V
- - -
P R O E M I O DI T V T T A
- L' O P E R A.
ole AN o gli ſpiriti " in tutte le azioni lo
ro, per unoacceſo deſiderio di Gloria, non perdona
readalcuna fatica, quantunche grauiſsima, per
condurre le opere loro a quella perfezione, che
º le rendeſſe stupende, 6 marauiglioſe a tutto ilmò
do: Nelabaſſa Fortuna di molipoteuaritarda
re i loro sforzi,dalperuenire a ſommigradi , ſi per
viuerehonorati, 6 ſi per laſciare ne tempi auene
re eterna Fama d'ogni rara loro eccellenza. Etan
cora che di coſi laudabile ſtudio & deſideriofuſ
ſero invita altamente premiati dalla liberalità de Principi, 6 dalla virtuoſa am
bizione delle Republiche,º dopo morte ancora perpetuati nelcoſpetto delmondo
con le teſtimonanze dellestatue,deleſpulture, delle medaglie, altre memorieſi
mili; La voracità deltemponondimeno ſi vede manifestamente che non ſolo ha
ſcemate le opere proprie,et le altruihonorate testimonanze di na gran parte, ma
cancellato& ſpento i Nomi di tutti quelli, che ci ſono ſtati ſerbati da qualunque al
tra coſa, che dalle ſole viuaciſſime & pietoſiſsime penne delli ſcrittori. La qualco
ſa piu volte meco ſteſſo conſiderando, 6 conoſcendo non ſolo con l'eſempio degli
antichi,made moderni ancora, che i nomi di moltiſsimi Vecchi, 9 Moderni Ar
chitetti,Scultori, 9 Pittori inſieme con infinite belliſſime opere loro,in duerſepar
ti d'Italia ſi vanno dimenticando & conſumando a poco apoco, º di una manie
raper il vero,che ei non ſeme puogiudicare altro che una certa morte molto vici
na; Per difenderli il piucheiopoſſo da questa ſeconda morte, º mitenergli piu
lungamente che ſia poſsibile i memorie deviui,hauendo ſ"
moltiſsimo tem
po in cercar quelle, yſatodiligenziagrandiſſima in ritrouare la Patria,l'origine,cº
leazzioni degliArtefici, 6 con fatica grande ritrattole dalle relazioni di molti
huomini vecchi, 9 da duerſi ricordi & ſcritti, laſciati dagli heredi di quelli inpre
da dellapoluere,6 cibo detarli. Etriceuutone finalmente es ytile & piacere ho
giudicato conueniente, anzi debito miofarne quella memoria che il mio debole in
gegno, º il poco giudizio potrà fare. Ahonore dunque di coloro che gia ſono
morti, 9 benefizio di tutti gli ſtudioſi principalmente di queſtetre.Arti eccellen
tiſsime A Rca 1TEtTvR A, scv LTvRA, & PitTvR A, ſcruerrò le
Vitedelli. Artefici di ciaſcuna, ſecondo i tempi,che ei ſono ſtati di mano in mano
da CIMA Bve inſinoahoggi, Non toccando altro degli antichi ſe non quanto
faceſse al propoſito nostro per non ſenepoterdrepiu che ſenehabbino detto quei
tanti scrittori che ſonoperuenuti alla era noſtra. Tratterò bene di molte coſe che
ſi appartengono al Magiſtero di qual ſi è l'una delle Arti dette, ma prima che io
venga a ſegreti di quelle o alla Hiſtoria delli. Artefici, mipargiuſto toccare in par
te na diſputa, nata 6 nutrita tra molti ſenza propoſito,delprincipato,cº nobil
A 1.1,
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2, i p Ro E M ro
tà,ni dell'architettura, che questa hino laſciata daparte, ma della scultura, e della
Pittura,eſſendo perl'una,el'altraparte addotte,ſenò tutte,almeno molte ragioni de
gne di eſſerudite,epergl'artefici loro coſiderate. Dico dique che gli scultori,come
dotati forſe dallanatura,e da " dell'arte di miglior cipleſione dipiusigue,
e dipiu forze,eperqstopiu arditi,e animoſi de'Pittori, cercido d'attribuirilpiuho
morato grado all'arte loro,arguiſcono,eprouano la nobiltà della Scultura primiera
mite dall'antichita ſia per hauerilgrideIddiofatto lhuomo,chefu la primaſcultu
radicono, che la Scultura abbraccia moltepiuarti come cogeneri,e ne ha moltepiu
ſottopoſte,chela Pittura, come il baſſoriliuieuo,ilfar di terra,di cera,o di ſtucco,di
legno,d'auorio,ilgettare de metalli,ogni ceſelamento,illauorare d'incauo,odirile
uo,nellepietre fini, e negl'acciai,etaltre molte,lequali e di numero, e di maestria a
"
uanzano quelle della pittura:et allegido ancora che quelle ,cheſi difendono piu
e meglio dal tipo,epiuſi conſeruano all'uſo degl'huomini, a benefizio,eſernizio de
quali eleſon fatte, ſono ſenza dubbiopiu ytili,e"degne d'eſſer tenute care,et ho
norate, che non ſono l'altre: Affermano la Scultura eſſer tantopiu nobile della Pit
turaquitoella è piu atta a còſeruare,e ſe,et il nome di chi è celebrato dalei,nemar
mi,ene bronzi contro a tutte l'ingiurie deltipo,e dell'aria, che non è eſſa Pittura,la
quale di ſua naturapure,noncheper gl'accidenti di ſuora periſce nellepiuripoſte,e
piu ſicure ſtanze,c'habbino ſaputo dar loro gl'architettori. Vogliano eziandio,che
ilminor numero loro, non ſolo degl'Artefici eccellenti, ma degl'ordinari riſpetto all'
infinito numero de Pittori arguiſca la loro maggiore nobiltà,dicendo,che la sculta
ra vuole ma certamigliore diſpoſizione,e d'animo, e di corpo, cheradoſi truoua
congiunto inſieme, douela Pittura ſi contenta d'ogni debole copleſionepur ch'hab
bilaman ſicuraſe non gagliarda. Et che questo intendimento loro ſpruouaſimil
mente da maggior pregi citati particolarmete da Plinio,dagl'amori cauſati dalla
marauglioſa bellezza di alcune statue,edalgiudizio di colui che fece la ſtatua del
la Scultura d'oro,e quella della Pittura diargento,epoſe quella alla deſtra,et quella
alla ſiniſtra. Nelaſciano ancora dallegare le difficultà prima dell'hauer la materia
ſubiettacome i Marmi,ei Metalli,e la valuta loro riſpetto alla facilità dell'hauere
le tauole,le tele,eti colori,apiccoliſ pregi,et in ogni luogo. Dipoi l'estreme, ergra
ui fatiche del maneggiari Marmi,eti Broxiper i. grauexaloro,et dellauora gli
per quella deglſtrumenti, riſpetto alla leggerezza de'Pennegli,degli ſtili, 6 delle
Penne,diſegnato,e carboni,oltra che di loro ſi affatica l'animo con tutte le parti del
corpo. Et è,coſagrauiſs riſpetto alla quieta,e leggiere opera dell'animo, e della ma
moſola del Dipintore. Fanno appreſſograndiſ. fondamentoſopra l'eſſere le coſetan
topiu nobili, piu perfette, quanto il.ſi accostanopiu albero, 6 dicono, che la
Scultura imita la forma vera, 6 mostra le ſue " intorno a tutte le ve
dute, Douela Pitturaper eſſere ſpianata con ſempliciſsimi lineamenti di pennello.et
non hauere,che pnlume ſolo non moſtra che mma apparenza ſola. Nehannori
ſpetto adire molti di loro, che la scultura è tantoſuperiore alla Pittura, quanto il re
ro alla bugia. Ma per la mitima,epiu forte ragione adducono,che allo scultore è ne.
ceſſario
D E L L' O P E R A. 3
ceſſrionò ſolamentela " del giudizio ordinaria, come al Pittore, ma aſſo
luta,eſibita,di maniera,che ella conoſaſin dentroamarmil'intero apunto di quel
la figura,ch'eſſi intendono di cauarne: Erpoſa ſenzaaltro modello, prima farmol
tepartiperfette,che e le accompagni,et uniſca inſieme, come ha fatto duinamente
Miche agnolo. Auuigache mancando di queſta felicità di Giudizio, fanno ageuol
mente,eſpeſſo, di quel inconuenienti,che non hanno rimedio; et che fattiſon ſem
preteſtimoni deglierrori dello ſcarpello,odelpoco giudizio dello scultore. Laqual
coſanò auuiene a Pittori percioche ad ogni errore dipennello,o mancamento di giu
dizio,che veniſſe lorfarto, hanno tempo, conoſcendogli daper loro, oauuertiti da
altri, a ricoprirli, e medicarli con il medeſimopennello, che l'haueuafatto,ilpuale
nelle man loro ha questo uantaggio dagli scarpelli dello ſcultore,ch'egli non ſolo ſa
ma come faceua ilferro della lancia d'Achille, ma laſcia ſenza margine le ſue ferite.
Allequali coſerſpädendo i Pittorini, ſenza sdegno,dicono primieramente, che uole
dogli scultoricòſiderare la coſa in"prima nobiltà e la loro: e che gli scul
toris'ingannano di gran lunga a chiamareopera loro la statua delprimopadre, eſº
ſendo stata fattadi terra, l'arte dellaqualoperazione medite il ſuo leuare, eporre,
nöè manco de Pittori, che d'altri:et fu chiamata Plaſtice da Greci,e Fittoria da La
tini;etda Praſſiteleſugiudicatamadre della Scultura,delCetto,e del Ceſello, coſa,
che fa la ſcultura ucramétenipote alla Pittura, cocioſa che la Plaſtice, e la Pittura
maſchino inſieme,eſubito dal diſegno Eteſaminata fuori diſagreſtia dicono, che ti
i iuarie l'opinioni detipi,che maleſipuò credere più a luna,che all'altra:e
conſiderato finalmente questa nobiltà douee'uogliono,nell'uno de luoghi perdo
mo,e nell'altronóuincono,ſi come nel Proemio delle vitepiu chiaramente potrà e
derſi. Appreſo per riſcotro dell'articongeneri,eſottoposte alla ſcultura dicono, ha
nerne moltepiu di loro perchelapittura abbraccia l'inuenzione dell'Iſtoria,la diffi
ciliſs.artedegli ſcorti,tuttiicorpi dell'Architettura, per poter far icaſamenti, e la
proſpettiua,lcolorireatipera,l'arte dellauorare in freſco, differente, e uario da tut
tagl'altri,ſimilmenteillauora a olio,in legno,inpietra,intele,etilMiniare arte dif
ente da tutte, lefinestre di vetro,il Muſaico deuetri,ilcômetterletarſie di colori
facedoneistorie con i legni tinti,ch'è Pittura, lo sgraffire le caſe conil ferro, ilniello,
e le tipe di rame,mebri della pittura,gli smaltide i" cômetter loro alla da
maſchina, il dipigner le figure inuetriate,eſareneuaſi di terra ſtorie,etaltre figure,
che régono all'acqua,ilteſſeri broccati colefigure,e"la belliſ inuèzione degl'
-AraSi teſſuti, chefa còmodità,e grandezza,potédoportarla pittura in ogni luo
go,eſaluatico,e domeſtico ſenza che in ogni genere,che biſogna eſercitarſi, il Diſe
gno, che diſegno noſtro ladopra ognuno si chemolipiumebri ha la pittura, etpiu
arth, chenon ha laſcultura. Non nieganol'eternita poi che coſi la chiamano, delle
ſculture. Ma dicono queſto nò eſſer pruilegio che faccia l'artepiunobile,ch'ella ſi ſia
di ſua naturaper eſſer ſemplicemente della materia. Etcheſe la lunghezza della ui
1a deſſe all'anime nobiltà; il Pinotra le piante,etil Ceruio tragi'animali, harebbon.
l'anima oltranodopiunobile, che non ha l'huomo. Nonostante che eiº ad-.
- - vA 2 tºrre
4 P R O E M l o
piu tempo inona ſola figura,che non fanno eſsi in molte, é molte; per ilcheap
pariſcano i pregiloro"piu della qualità,6 durazione dieſamateria, degl'aiu
ti,che ella vuole a condurſi, 9 deltempo che viſimette a lauorarla; che dell'eccel,
lenza dell'arte ſteſſa. 6 quando queſta non ſerua,neſitruouiprezzomaggiore,
"
come ſarebbe facil , a chi voleſse diligentemente conſiderarla; Truounovn
prezzo maggiore de marauiglio o,bello,6 viuo dono,che alla virtuoſiſsima, cº
eccellentiſſima opera d'Apelle, fece Aleſſandro il MAGNoi donandogli non teſo
rigrandiſsimi,oſtato,ma la ſua amata, 3 belliſsima Campſaſpe. & auuertſchino
di piu,che Aleſſandro eragiouane,innamorato di lei,co naturalmente
di Venere"poſto,
i"
9 Re inſieme & Greco, cº poi ne faccino quel giudizio,
che piace loro. Agli amori di Pigmalione, ºdi quelli altri ſceleratinòdegni piu,
d'eſſere huomini, citatiperpruoua della nobiltà dell'arte, non ſanno,cheſiriſponde
resſe da yna grandiſsima cecità di mente,et dayna ſopra ogni naturalmodo sfre
mata libidine, ſi può fareargumento di nobiltà. 6 di quel non ſo chiallegato da
gli Scultori d'hauer fatto la ſcultura d'oro, 6 lapittura d'argento come diſopra,
conſentono che ſe egli haueſse dato tanto ſegno digiudizioſo , quanto di ricco, non
ſarebbe da diſputarla. 6 concludono" l'antico yello dell'oroperce
lebrato che e ſia, non vesti però altro, che vn Montone ſenza intelletto; perilche
nè ilteſtimonio delle ricchezze,nè quello delle uoglie diſoneste, ma delle lettere,del
l'eſercizio,della bontà,6 del giudizio ſon quelli a chi ſi debbe attendere. Nè ri
ſpondono altro alla dificulta dell'hauerei Marmi, i Metalli, ſe non, che queſto
naſce da lapouertà propria, º dal poco faure depotenti, come ſi è detto, non
dagrado di maggiorenobiltà. All'estreme fatiche delcorpo, ºa pericoli pro
pri,6 dell'opereloro,ridendo, ſenza alcun diſagio riſpondono, che ſe le fatiche
- Gº
D E L L' o P E R A, º
e ipericoli maggiori arguiſcono maggiore nobiltà, l'arte del cauare i marmi delle
viſcere demoni per adoperare iconi,ipali,e le masse ſarà piu nobile della scul
tura; quella del Fabbro auanzera l'orefice; et quella del murare l'Architettura,
& dicono appreſſo, che le vere difficultà stannopiunell'animo, che nel corpo,onde
quelle coſe, che di lornatura hanno biſogno di studio,6 di ſapere maggiore ſonpiu
nobili,º eccellenti di quelle che piu ſi ſeruono della forza del corpo: & che va
lendoſii Pittori della virtu dell'animo piu di loro,questo primohonore ſi appartie
ne alla Pittura. Agli scultori baſtano le Seſte,ole squadre artrouare, ripor
tare tutte le proporzioni, 6 miſure, che egli hanno di biſogno: a Pittorre neceſſa
rio oltre al ſapere benadoperarei ſopradetti strumenti, ma accurata cognizione
di proſpettiva, per hauere aporre mille altre coſe, che paeſi,o caſamenti, oltra che
biſognahauermaggior giudicio per la quantità delle figure in nastoriadouepuò
naſcer piu errori, che in yna ſola statua. allo scultore baſtahauer notizia delle ve
re forme, fattezze dei corpi ſolidi, 9 palpabili, º ſottoposti in tutto al tatto
& di quei ſoli ancora che hanno chigli regge. Al Pittore è neceſſario non ſoloco
noſcere le forme di tutti i corpiretti,6 nonretti; ma di tutti i traſparenti,6 im
palpabili: & oltra questo biſogna che ſappino i colori, che ſi couengono a detti cor
pi,la multitudine, 6 la varietà dequali quanto elaſia yniuerſalmente, é proce
da quaſi in infinito, lo dimoſtranomeglio,che altro i fiori, 9 i frutti,oltreaminera
li; cognizione ſommamente difficile adacquiſtarſi,º a mantenerſi per la infini
tayarietà loro. Dicono ancora,che doue la ſcultura" l'inobbedienza,cº imper
ione della materia non rappreſenta gli affetti dell'animo ſe non con ilmoro, il
quale non ſi stende però molto in lei, 3 con la fazione ſteſſa demembri, ne anche
tutti i Pittori gli dimoſtrano con tutti " con la fazione di tut
te le membra per ſottiliſſime che elleſiano: ma chepiu? con il fiatos" e con gli
ſ" della piſta º che a maggioreperfezione deldimoſtrare non ſolamente
paſſioni, 6 gl'effetti dell'animo, ma ancoragl'accidenti a venire, come fanno i
naturali, oltre alla lungaſ" dell'arte biſogna lorohaueryna intera cognizio
medeſſa Fiſionomia, della quale basta ſolo " Scultore la parte che conſidera la
quantità, 6 forma de membri, ſenza curarſi della qualità de'colori, la cogni
3ione dequali, chi giudica dagli occhi, conoſce quanto ella ſantile, º neceſ.
ſariaalla vera imitazione della natura, alla quale chi piuſi accoſta, èpiu perfet
ro. Appreſſo ſoggiungono che doue la ſcultura leuando a poco a poco in 5 nme
deſimo tempo da fondo, º acquista rilieuo a quelle coſe, che hanno corpo di lor
natura; 9 ſerueſi del tatto, del vedere: i Pittori in due tempi danno rilieuo, et
fondo al Piano con l'aiuto di nn ſenſo ſolo,la qualcoſa quando ella è stata fatta da
perſona intelligente dell'arte, con piaceuoliſsimo inganno ha fatto rimanere molti
grandi huomini per non dire degli animali, il che non ſi è mai veduto della ſcultu
rapernonimitare la natura in quella maniera,che ſi poſa dire tanto perfetta qui
to è la loro. Erf" ente per riſpondere a quella intera, 6 aſſoluta perfezzio
medi giudizio, cheſi richiede alla ſcultura, per non hauer modo di aggiugnere do
tge
6 P R O E M 1 O
iº Tem
fiumano. Ma egli è ,
i-. . .
-- - - - po di venire a lo
- effetto.
- Il Fine del Proemio. -
- - -
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IN TR O D V Z Z I O N E
DI M. GIORGIO VASARI
-
--
PITT o RE A RETI No, -
dentro gran numero di figure. Vedeſi ancora ſulla piazza della Ritondavna,
belliſſima caſſa fatta per ſepoltura,laquale è lauorata con grande induſtria st
fatica; & è per la ſua forma, di grandiſſima grazia, 8 di ſomma bellezza, 8
molto varia dall'altre. Et in caſa di Egidio, 8 di Fabio Saſſone ſoleua eſſere
vna figura a ſedere di braccia tre, & mezo condotta è di noſtri con il reſto del
altre ſtatue in caſa Farneſe. Nel cortile ancora di caſa la Valle ſopravna fine
ſtravna lupa molto eccellente, 8 nellor giardino i due prigioni legati del
medeſimo porfido, i quali ſon quattro braccia d'altezza l'uno,lauorati dagli
antichi con grandiſſimo giudicio, i quali ſono hoggi lodati ſtraordinaria
mente da tutte le perſone eccellenti, conoſcendoſi la difficultà, che hanno
bauuto a codurli per la durezza della pietra. A di noſtri non s'è mai condot
to pietre di queſta ſorte a perfezzione alcuna, perhauere gli artefici noſtri per
duto il modo del temperarei ferri, 8 coſi gli altri ſtormenti da condurle. Ve
roè, che ſe ne va ſegando con lo ſmeriglio rocchi di colonne, 8 molti pezzi,
er accomodarli in iſpartimenti per piani, 8 coſi in altri vari ornamenti per
fabriche, andandolo conſumando a poco a poco con vna ſega di rame ſenza
denti tirata dalle braccia di due huomini: laquale con lo ſmeriglio ridotto in
poluere & con l'acqua, che continuamente la tenga molle, finalmente pur lo
ricide. Etſe bene ſi ſono indiuerſi tempi prouati molti begli ingegni, per tro
uare il modo di lauorarlo,che vſarono gli antichi, tutto i" in vano E Leó,
Battiſta Alberti, il quale fu il primo, che cominciaſſe a far pruoua di lauorare,
lo, non però in coſe di molto momento, non truouò,fra molti, che ne miſe in
f" tempera, che faceſſe meglio, che il ſangue di becco, perche ſe
ene leuaua poco di quella pietra duriſſima nellauorarla,e sfauillaua ſempre
fuoco,gli ſerui nondimeno di maniera, che fece fare nella ſoglia della porta
Principale di ſanta Maria Nouella di Fiorenza, le diciotto lettere antiche, che
aſſai grandi & ben miſurate ſi veggono dalla parte dinizi in vn pezzo di por
fido, le quali lettere dicono BERNARD o O R 1 ce l La Rio. E perche il ta
glio dello ſcarpello non gli faceuagli ſpigoli, nè daua all'opera quel pulimen,
ro, e quel fine che le era " farevn mulinello a i" có vn mani
coaguiſa di ſtidione,che ageuolmente ſi maneggiauaapontandoſivno il det
to manico al petto, e nella inginocchiatura mettendo le mani per girarlo. E
nella punta,doue era o ſcarpello,o trapano, hauendo meſſo alcune rotelline
di rame, maggiori,8 minori, ſecondo ilbiſogno, quelle imbrattate di ſmeri
glio,con leuare a poco a poco,e ſpianare faceuano la pelle, 8 gli ſpigoli, men
tre con la mano ſi giraua deſtramente il detto mulinello. Ma con tutte queſte
diligenze, non fece però Leon Batiſta altri lauori: perche era tanto il tempo,
ſche ſi perdeua,che mancando loro l'animo, non ſi miſe altramétemano a ſta
gue,vaſi,o altre coſe ſottili. Altri poi, che ſi ſono meſsi a ſpianare pietre, & ra
pezzar colonne, col medeſimo ſegreto hanno fatto in queſto modo. Fannoſi
per queſto effetto alcune martella graui, & groſſe con le punte d'acciaio tem
perato fortiſsimamente col ſangue dibecco &lauorato a guiſa di punte di dia
manti, con lequali picchiando minutamente in ſul porfido. & ſcantonandoa
lo a poco a poco il meglio,che ſi puo,ſi riduce pur finalmente oa todo, o apia
ºnº,come Piu aggrada all'artefice con fatica, & tempo non picciolo ma né gia
a forma di ſtatue, che di queſto non habbiamo la maniera, X ſigli da ilpulie
- -- - - - 2, nocnto
1i. D E L L A
mento c5 lo ſmeriglio,e col cuoio ſtrofinandolo, che viene di luſtro molto pu
litamente lauorato,efinito. Et ancorche ogni giorno ſi vadino piu aſſottiglia
dogl'ingegni humani,e nuoue coſe inueſtigando, nondimeno anco i moder
ni che in diuerſi tempi hanno, per intagliar il porfido prouato nuoui modi,di
uerſe tempre, &acciai molto ben purgati, hanno come ſi diſſe disopra, inſi.
no a pochi anni ſono faticato invano. E pur l'anno 1553 hauendo il ſignor
Aſcanio Colóna donato a Papa Giulio 111.vna tazza antica di porfido belliſſi
ma larga ſette braccia: il Pontefice, per ornarne la ſua vigna, ordinò, mana
candole alcuni pezzi, che la fuſſe reſtaurata: perche mettendoſi mano all'ope
ra,& prouandoſi molte coſe, per conſiglio di Michelagnolo Buonarroti,ed'
altri eccellentiſsimi Maeſtri, dopo " lunghezza di tempo, fu diſperata l'
impreſa, maſsimamente non ſi potendo in modo neſſuno ſaluare alcuni can
tiviui,come il biſogno richiedeua. E Michelagnolo, pur auezzo alla durezza
de ſaſsi,inſieme con gl'altri ſe ne tolſe giu,ne ſi fece altro. Finalmente, poiche
niuna altra coſa in queſti noſtri tempi mancaua alla perfezzione delle noſtrº
Arti, che il modo di lauorare perfettamente il porfido, accioche neanco que
ſto ſi habbia a diſiderare, ſi è in queſto modo ritrouato. Hauendo l'anno i 55
il ſignor Duca Coſimo codotto " ſuo palazzo,egiardino de Pitti, vna belliſ
ſima acqua nel cortile del ſuo principalepalazzo di Firenze per faruivnafon
te di ſtraordinaria bellezza,trouati " i ſuoi rottami alcuni pezzi di Porfido
aſſaigrandi, ordinò, che di quelli ſifaceſſe vna tazza col ſuo piede per la detta
fonte; & per ageuolar al maeſtro il modo di lauorar'il porfido,fece di non ſo
che herbe ſtillar'vn'acqua di tanta virtu,che ſpegnendoui dentro i ferri bollé
tifalorovna tempera duriſsima. Con queſto ſegreto adunque, ſecondo l di
ſegno fatto da me,conduſſe F" TA D DA intagliator da Fieſole
la tazza della detta fonte, che èlarga due braccia,e mezzo di diametro,Scinſie
me il ſuo piede,in quel modo, che hoggi ella ſi vede nel detto palazzo. IlTad
da,parendogli, che il ſegreto dategli " Duca fuſſe rariſsimo, ſi miſe a far pro
ua d'intagliar alcuna coſa, egli riuſcicoſi bene, che in " tempo ha fatto in
treouati di mezzo rilieuo grandi quanto il naturale il ritratto d'eſſo S. Duca
Cos 1mo, quello della Ducheſſa Leonora, 8 vna teſta di Gieſu Chriſto con
tanta perfezzione,che i capegli,e le barbe, che ſono dificiliſsimi nell'intaglio,
ſono condotti di maniera, che gl'antichi non ſtanno punto meglio. Di queſte
opere ragionando il S.Duca con Michela " S.Ecc.fuinRomagnò
voleua creder'il Buonarroto, che coſi fuſſe: perchehauendo io d'ordine del
Ducamandata la teſta del Criſto a Roma,fu veduta con molta marauiglia da
Michelagnolo,il quale la lodò aſſai, 8 ſi rallegrò molto di veder netépino
ſtri la Scultura arrichita di queſto rariſsimo dono, cotanto invano inſino a
hoggi diſiderato. Ha finito vltimamente il Tadda la teſta di Coſimo vecchio
de Medici invno ouato, come i detti diſopra, & ha fatto, 8 fa continuamen
te molte altre ſomiglianti opere. Reſtami a dire del porfido,che p eſſerſi hog
gi ſmarrite le caue di quello, è per cio neceſſario ſeruirſi di ſpoglie, 8 di fram
menti antichi, e di rocchi di colonne,Se altri pezzi: Et che però biſogna a chi
lolauoraauuertire ſe ha hauuto il fuoco: percioche quando l'hahauuto, ſe
bene non perde in tutto il color,ne ſi disfa,manca non dimeno pure aſſai di
quella viuczza, che è ſua propria, 8 non piglia mai coſi bene il pulimento,co
- - ne
A R CH IT TV R A t3
me quando non l'hahauuto & che è peggio, quello che hahauuto il fuoco ſi
ſchianta facilmente quando ſi lauora. E da ſapere ancora, quanto alla natue
ra del porfido,che meſſo nella fornace, non ſi cuoce, e non laſcia interamena
te cuocerle pietre, che gli ſono intorno, anzi quanto a ſe incrudeliſce, come
ne dimoſtrano le due colonne, che i Piſani l'anno 1117. donarono a Fiorenti
ni, dopo l'acquiſto di Maiolica,le quali ſono hoggi alla porta principale del té
pio di ſan Giouanni,non molto bene pulite, e ſenza colore per hauerehauu
to il fuoco,come nelle ſue ſtorie racconta Giouan Villani. Succede al Porfido
il serpentino, il quale è pietra di color verde ſcuretta alquanto, con alcune
crocette dentro giallette & lunghe per tutta la pietra, dellaquale nel mede
ſimo modo ſi vagliano gli artefici, per far colonne & piani per pauimenti per
le fabriche, ma di queſta ſorte non s'è mai veduto figure lauorate, ma ſi bene
infinito numero di baſe per le colonne, 8 piedi di tauole,& altri lauori piu
materiali. Perche queſta ſorte di pietra ſi ſchianta anchor che ſia dura piu
che l porfido;& " alauorarlapiu dolce & men faticoſa che i porfido; &
cauaſi in Egitto, 8 nella Grecia e la ſua ſaldezzane pezzi non è molto grande.
Concioſia, che diSerpentino né ſi è mai veduto opera alcuna in maggior pez
zo di braccia tre per i" verſo,e ſono ſtate tauole, e pezzi di pauimenti ſi è
«rcuato ancora qualche colonna, ma non molto groſſa, nelarga. E ſimilmen
tealcune maſchere,emenſole lauorate ma figure non mai, queſta pietra fila
uora nel medeſimo modo, che ſi lauora il porfido.
Piu tenera poi di queſta è il Cipollaccio, Pietra che ſi cauain diuerſi luoghi,
il quale è di color verde acerbo, 8 " ha dentro alcune macchie ne
re quadre.picciole & grandi, 8. coſi bianche alquanto i" & ſi veggo
no di queſta ſorte in piu luoghi colonne groſſe, 8 ſottili, 8 porte & altri ora
namenti, ma non figure. Di queſta pietra è vina fonte in Roma in Beluedere
cioèvna nicchia invincanto del " ſono le ſtatue del Nilo, e del Te
uere la quale nicchia fece far papa Clemente ſettimo col diſegno di Michela
gnolo, per ornamento d'un fiume antico,accio in queſto campo fatto a guiſa
di ſcogli,appariſce, come veramente fa, molto bello. Di queſta pietra ſi fanno
ancora,ſegandola,tauole,tondi,ouati,8&altre coſe ſimili, che in pauimenti, e
altre forme piane fanno con l'altre pietre belliſsima accompagnatura, e mol
tovago componimento. Queſta piglia il pulimento come il porfido, Scilfera
pentino; & ancora ſi ſega come l'altre ſorti di pietra dette di ſopra, e ſe ne tro
uano in Roma infiniti pezzi ſotterrati nelle ruine,che giornalmente vengo
no aluce, 8 delle coſe antiche ſe ne ſono fatte opere moderne,porte, & altre
ſorti d’ornamenti; che fanno doue elle ſi mettono ornamento, 8 grandiſsi
ma bellezza. Eccivn'altra pietra chiamata Miſchio dalla meſcolanza di diuer
ſe pietre congelate inſieme, 8 fatto tutt'vna dal tempo, 8 dalla crudezza dela
l'acque. Et di queſta ſorte ſe ne troua copioſamente in diuerſi luoghi, come
ne'monti di Verona,in quelli di Carrara, 8 in quei di Prato in Thoſcana, S&
ne monti dell'Imprunetta nel contado di Firenze. Mai piubegli, & migliori
ſi ſono trouati, non ha molto,a ſan Giuſto a Monterantoli,lontano da Fioren
zacinque miglia Etdi queſti me n'ha fatto il S.Duca Coſimo ornare tutte le
ſtanze nuoue del palazzo in porte, e camini, che ſono riuſciti molto belli; E p
logiardino de Pitti ſe ne ſono del medeſimo luogo cauate colonne di " Ctte
rº D E , L ,L A .
ſettebelliſsime.Etio reſto marauigliato, che in queſta pietra ſi ſia trouata tan
taſaldezza. Queſta Pietra, perche tiene d'albereſe " belliſsimo pulimenº
to, e trae in colore di paonazzo roſsigno, macchiato di uene bianche, 8 giale
licce. Ma le piu fini ſono nella Grecia, 8 nell'Egitto, doue ſon molto piu due
ri, che i " Italiani, Et di queſta ragion pietra ſe ne troua di tanti colori,
quanto la naturalor madre s'è di continuo dilettata & diletta di condurre a
perfetione. Di queſti ſi fatti miſchi ſe ne veggono in Romane'tempi noſtri
opere antiche, 8 moderne, come colonne, vaſi,fontane, ornamenti di porte,
& diuerſe incroſtature per gli edifici, 8 molti pezzi nepauimenti. Se ne ve
dediuerſe ſortidi piu colori, chi tira al giallo, 8 al roſſo, alcuni al bianco &
al nero,altri albigio & al bianco pezzato di roſſo, 8 venato di piu colori: coſi
certi roſſi verdi neri, 8 bianchi, che ſono orietali e di queſta ſorte pietran ha
vn pilo antichiſſimo largo braccia quattro e mezzo il Signor Duca al ſuo Giar
dino de'Pitti,che è coſa rariſſima, per eſſer come s'è detto orietale di miſchio
billiſſimo, e molto duro alauorarſi. E cotali pietre ſono tutte di ſpecie piu
dura, 8 piu bella di colore, 8 piu fine, come ne fanno fede hoggi due colonne
di braccia dodici di altezza nella entrata di San Pietro di Roma, lequali reg
i" le prime nauate, &vna n'è davna banda. l'altra dall'altra. Di i.
orte quella ch'ène monti di Verona, è molto piu tenera che l'orientale infi
nitamente, 8 ne cauano in queſto luogo d'una ſorte, ch'è roſſiccia, 8 tira in
color ceciato, &queſte ſorti ſi lauorano tutte bene a giorni noſtri con le tem
i" & co ferri,ſi come le pietre noſtrali, & ſe ne fa & fineſtre, 8 colonne, 8.
ntane, & pauimenti, 8 ſtipidi per le porte, 8 cornici, come ne rende teſti
monanza la Lombardia, anzi tutta la Italia. i
di San Pietro non habbiano delle ſpoglie, che hanno trouato, meſſe in opera,
fatto ſi, che con le tempere deferri, che ci ſono al preſente, hanno ridotto le
colonne, 8 l'altre coſe a quella ſottigliezza c'hanno voluto, & datolibelliſſi
mopulimento come al porfido. Di queſto granitobigio è dotata la Italia in
molte parti,male maggiori ſaldezze, che ſi trouino,ſono nell'iſola dell'Elba,
douei Romani tennero di continuo huomini a cauare infinito numero di
queſta pietra. Et di queſta ſorte ne ſono parte le colonne del portico della Ri
toda, lequaliſon molto belle, 8 di grandezza ſtraordinaria, vedeſi,che "
A R C H IT E T Tv R A. r;
la caua, quando ſi taglia è piu tenero aſſai, che quando è ſtato cauato, & che
vi ſi lauora con piu facilità. Vero è che biſogna per la maggior parte lauerar
lo con martelline, che habbiano la punta, come quelle del Porfido, 8 nelle
gradine vna dentatura tagliente dall'altro lato. D'un pezzo della qual
forte pietra che era ſtaccato dal maſſo, n'ha cauato il Duca Coſimo vna Taz
za tonda di larghezza di braccia dodici, per ogni verſo, Etvna Tauola della
medeſima lungezza, per lo palazzo, e giardino de'Pitti.Cauaſi del medeſimo
Egitto, & di alcuni luoghi di Grecia anchora certa ſorte di pietra nera detta
Paragone,laquale ha queſto nome, perche volendo ſaggiar l'oro s'arruota ſu
quella pietra, 8c ſi conoſce il colore, 8 per queſto paragonandoui ſu vien det
to Paragone.Di queſta è vn altra ſpecie di grana, 8 divn altro colore pchenò
ha il nero morato affatto, 8 non è gentile: che ne fecero gli antichi alcune
di quelle ſphingi,8 altri animali, come in Romain ,luoghi ſi uede, &
di maggior ſaldezzavnafigura in Parione d'uno Hermaphrodito accompa
gnata da vn'altra ſtatua di Porfido belliſſima. Laqual pietra è dura a inta
gliarſi, ma è bella ſtraordinariamente, 8 pigliavn luſtro mirabile. Di queſta
medeſima ſorte ſe ne troua anchorain Thoſcana ne'monti di Prato, vicino a
Fiorenza ax. miglia,S&coſine'monti di Carrara, dellaquale alle ſepolture mo
derneſe neveggono molte caſſe, 8 dipoſiti per i morti, come nel Carmine
di Fiorenza alla capella maggiore, doue è la ſepoltura di Piero Soderini(ſebe
ne non vi è dentro)di queſta pietra:S&vn padiglione ſimilmente di paragon
di Prato tanto ben lauorato, et coſi luſtrate, che parevn Raſo di ſeta,etnou
vn ſaſſo intagliato, e lauorato.Coſi ancora nella incroſtatura di fuori del tem
pio di Santa Maria del Fiore di Fiorenza, per tuttolo edificio è vna altra ſore
tedi marmo nero, 8 marmo roſſo, che tutto ſi lauora in vn medeſimo mos
de. Cauaſi alcuna ſorte di marmi in Grecia, e in tutte le parti d'Oriente,
che ſon bianchi,e gialleggiano,S traſpaiono molto, iguali erano adoperati
dagli antichi per bagni, 8 per ſtuffe, & per tutti queluoghi,doueil vento
teſſe offendere gli habitatori.E hoggi ſe neveggono ancora alcune fineſtre
nella tribuna di San Miniato a monte, luogo de monaci di Monte Oliueto
inſule porte di Firenza, che rendono chiarezza, 8 né vento. Etcon queſta
inuentione riparauano al freddo, 8 faceuano lumeallehabitationi loro. In
queſte caue medeſime cauauano altri marmi ſenza vene, ma dei medeſimo
colore, del quale eglino faceuano le piu nobili ſtatue. Queſti marmi di tiglio
i 8 di grana erano i , & ſe ne ſeruiuano anchora tutti quegli, che inta
gliauano capitegli, ornamenti, S&altre coſe di marmo per l'architettura: Et
si era ſaldezze grandiſſime di pezzi, come appare ne giganti di monte Caual
lo di Roma,8 nel Nilo di Beluedere,e in tutte la piu degne, e celebrate ſtatue.
Et ſi conoſcono eſſer Greche,oltra il marmo, alla maniera delle teſte, 8 alla
acconciatura del capo, 8 a inaſi delle figure, quali ſono dall'appiccatura del
le ciglia alquanto quadri fino alle mare del " . Et queſto ſi lauora coi ferri
ordinarij, & co i trapani, 8 ſigli dà illuſtro con la pomice & col geſſo di Trie
poli col cuoio, 8 ſtruffoli di paglia: - :
Sono nelle montagne di Carrara, nella Carfagniana vicino ai monti di
Luni, molte ſorti di marmi, come marmineri, & alcuni che traggono in bi
gio,&altri che ſono miſchiati di roſſo, 8 alcuni altri, che ſon convene º".
“Cime
-
16 D- E L L A
che ſono croſta ſopra amarmi bianchi, perche non ſon purgati, anzi offeſi
dal tempo, dall'acqua, 8e dalla terrapiglian quel colore. Cauanſi anchora al
tre ſpecie di marmi, che ſon chiamati Cipollini, 8 Saligni, & Campanini, Sc
miſchiati, 8 per lo piu vna ſorte di marmi bianchiſſimi, 8 lattati,che ſono
ntili,e in tutta perfezzione per farle figure. Et vi s'è trouato da cauare ſala
i" grandiſſime, 8 ſe n'ècauato anchora a giorni noſtri pezzi di noue brac
cia per far giganti; & d'un medeſimo ſaſſo, ancoraſene ſono cauati a temps
noſtri due,l'uno fu il Dauitte, che fece Michelagnolo Buonarroto, il quale è
alla porta del palazzo del Duca di Fiorenza, e l'altro l'Ercole, eCacco, che di
mano del Baudinello ſono all'altro lato della medeſima porta. Vn'altro peza
zone fu cauato pochi anni ſono di braccia noue,perche il detto Baccio Bandi
nello ne faceſlevn Nettuno, per la fonte che il Duca fa fare in piazza: Maeſ
ſendo morto il Bádinello è ſtato dato poi all'Ammanato ſcultore Ecc. perche
ne faccia ſimilmente vn Nettuno. Ma di tutti queſti marmi quelli della caua
detta del Poluaccio, ch'è nel medeſimo " có mäco macchie, e ſmeri
gli,e ſenza que nodi,e noccioli, che il piu delle volte ſogliono eſſer nella gran
dezza de'marmi,e recarnó piccola difficultà achiglilauora,e bruttezza nell'o
re,finiti che ſono le ſtatue. Si ſono ancora dalle caue diſerrauezza in quel
di Pietraſanta hauute colonne della medeſima altezza, come ſi puo vedere
vna di molte, che haueuano a eſſere nella facciata di San Lorenzo di Firenze,
quale è hoggi abbozzata fuor della porta di detta Chieſa: doue l'altre ſono
parte alla caua rimaſe, S& parte alla marina. Ma tornando alle caue di Pietra
Santa dico che in quelle s'eſſercitarono tutti gli antichi: &altri marmi, che
queſti non adoperarono per fare que maeſtri, che furon ſi eccellenti, le loro
ſtatue, eſſercitandoſi di cotinuo,métre ſi cauauono le lorpietre pſar le loro
ſtatue,infare ne ſaſſi medeſimi delle caucbozzedifigure: come anchorabog
gi ſe ne veggono le veſtigia di molte in quel luogo. Di queſta ſorte adunque
cauanohoggi i moderni le loro ſtatue, 8 non ſolo per il ſeruitio della Italia;
ma ſe ne manda in Francia, in Inghilterra,in Hiſpagna,e in Portogallo, come
appare hoggi perla ſepoltura fatta in Napoli da Giouan da Nola ſcultore ec
celente a Don Pietro di Toledo Vicerè " quel regno, che tutti i marmi gli
furon donati & condotti in Napoli dal Signor Duca Cos1 M o de i"
ci. º" ſorte di marmi ha in ſe ſaldezze maggiori, 8 piu paſtosi & mor
bide alauorarla, & ſe le da belliſſimo pulimento, piu ch'adaltra ſorte di mar
mo. Vero è, che ſi viene talvolta a ſcontrarſi in alcune vene domandate da
gli ſcultori ſmerigli, iguali ſogliono rompere i " marmi ſi abboza
zano convna ſorte di ferri chiamati ſubbie, che hanno la punta a guiſa di pa
li a facce & piu groſſi & ſottili; & di poi ſeguitano con ſcarpelli i calca
gniuoli; iguali nel mezzo del taglio i" vna tacca, 8 coſi con piu ſottili
di mano in mano, che habbiano piu tacche, 8 gli intaccano quando ſono ar
ruotati con vno altro " . Et queſta ſorte di ferri chiamano gradine,
perche con eſſe vanno gradinando & riducendo a fine le lor figure; doue poi
con lime di ferro diritte & torte vanno leuando le gradine, che ſon reſtate
nel marmo: & coſi poi con la pomice arrotando a poco a poco gli fanno la
pelle che vogliono & tuttigli ſtrafori che fanno, per non intronare il marmo
-
gli fanno con trapani di minore & maggior grandezza, 8 dipeſo di º" 1ore
A Rc H IT E TT v R A 17
librel'uno, º qualche volta venti, che di queſti ne hanno di piu forte, per
far maggiori & minori buche, 8 gli ſeruon " per finire ogni ſorte di
lauoro, 8 condurlo a perfettione. Demarmi bianchi venati di bigio gli ſcul
.
º
tori & gli architetti ne fanno ornamenti per porte, 8 colonne per diuerſeca
ſe ſeruonſene per pauimenti, 8 per incroſtatura nelle lor fabriche; & gli
adoperano a diuerſe ſorti di coſe: ſimilmente fanno di tutti i marmi miſa
chiati. I marmi Cipollini ſono vn'altra ſpecie di grana, 8 colore differente,
& di queſta ſorte n'èanchora altroue che a Carrara; &queſti il piu pendono
inverdiccio: & ſon pieni divene, che ſeruonoper diuerſe coſe, 8 non per fie
gure. Quegli che gli ſcultori chiamano Saligni, che tengono di congelatio
ne di pietra, per eſſeruique luſtri ch'appariſcono nelſale, è traſpaiono alqua
to; è fatica aſſai a farne le figure: perche hanno la grana della pietra ruuida
&groſſa: & perche ne'tempi humidi gocciano acqua di continuo,overo ſu
dano. Quegli che ſi dimandano Campanini,ſon quella ſorte di marmi, che
ſuonano quando ſi lauorano; & hanno vn certo ſuono piu acuto degli altri,
queſti ſon duri, & ſi ſchiantano piu facilmente, che l'altre ſorti ſudette; & ſi
cauano a Pietraſanta . A Serauezza ancora in piu luoghi, 8 a Campiglia ſi
cauano alcuni marmi,che ſono perla maggior parte boniſsimi per lauoro di
; quadro,e ragioneuoli ancora alcuna volta per ſtatue, 8 in quel di Piſa,almö
teas.Giuliano, ſi caua ſimilmétevna ſorte di marmo bianco, che tiene d'albe
reſe e di queſti è incroſtato di fuori il Duomo, 8 il campoſanto di Piſa,oltre a
molti altri ornamenti, che ſi veggono in quella città fatti del medeſimo. Etp
schegiaſi conduceuano i detti marmi del monte a S.Giuliano in Piſaco quale
che incommodo, 8 ſpeſa: Hoggi hauendo il Duca Coſimo, coſi per ſanare il
º paeſe, come per ageuolare il condurre i detti marmi, 8 altre pietre, che ſi ca
uano è que monti, meſſo in canale diritto il fiume d'Oſoli,& altre molte ac
que, che ſorgeano in que piani con danno del paeſe; ſi potranno ageuolmen
te per lo detto canale condurre i marmi,o lauorati, o in altro modo con pic
cioliſsima ſpeſa, 8 con grandiſsimo vtile di quella città, che è poco meno, che
tornata nella priſtinagrandezza,mercè del detto S.Duca Coſimo, che non ha
cura, che maggiormentelo prema, che d'aggran dire, & rifar quella Città, che
era aſſai mal condotta innanzi, che ne fuſſe ſua Eccel. Signore,
Cauaſivn altra ſorte di pietra chiamata Treuertino, il quale ſerue molto
per edificare, & fare anchora intagli di diuerſe ragioni, che per Italia in mol
ti luoghi ſeneva cauando, come in quel di Lucca, 8 a Piſa, 8 in quel di Siena
da diuerſe bande, ma le maggiori ſaldezze, 8 le migliori pietre, cioè quelle
che ſon piu gentili, ſi cauano in ſul fiume del Teuerone a Tigoli, ch'è tutta
i" di congelatione d'acque, & di terra, che per la crudezza, 8 freddezza
da non ſolo congela, 8 petrificala terra, mai ceppi,i rami,8 le fronde degli
alberi. Et per l'acqua, che riman dentro,non ſi potendo finire di aſciugare,
quando elle ſon ſotto l'acqua, vi rimangono i pori della pietra cauati, che pa
reſpugnoſa, & buccheraticcia egualmente di dentro, 8 di fuori. Gli antichi
di queſta ſorte pietra fecero le piu mirabili fabriche, 8 edifici che faceſſero;
come ſono i Coliſei, &l'Erario da San Coſimo & Damiano, S molti altri edi
ci, & ne metteuano ne'fondamenti delle lor fabriche infinito numero; &
lauorandoli non furon molto curioſi di farli finire, ma ſeneſeruiuano ruſti
C -
13 D E L L A
I! lauoro chiamato Ruſtico è piu nano, &di piu groſſezza, che tutti gl'altri
ordini per eſſere il principio, 8 fondamento di tutti; 8 ſi fa nelle modana
ture delle cornici piu ſemplici, e per conſeguenza piu bello, coſi ne capitelli,
e baſe, come in ogni ſuo membro. I ſuoi zoccoli,opiediſtalli, che gli vogliam
chiamare,doue poſano le colonne, ſono quadri di proporzione, con l'hauere
dapie la ſua faſcia ſoda,e coſi vin'altra di ſopra,che " in cambio di cor
nice. L'altezza della ſua colonna ſi fa di ſei teſte, a imitatione di perſone nane,
& atte a regger peſo; & di queſta ſorte ſe ne vede in Toſcana molte loggie pu
lite,è alla ruſtica con bozze, 8 nicchie fra le colonne, 8 ſenza, 8 coſi molti
portichi, chegli coſtumarono gli antichi nelle lor ville; & in Campagna ſes
nevede anchora molte ſepolture, come a Tigoli, &a Pozzuolo Seruirenſi di
queſto ordine gli antichi per porte, fineſtre, ponti,acquidotti,Erarij, caſtelli,
torri, 8 rocche da conſeruar munitione,8& artiglieria, & porti di mare, pria
i" fortezze doue ſi fa cantonate a punte di diamanti, ea piu facce belliſ
me. E queſte ſi fanno ſpartite in vari modi, cioè obozze piane, per non fare
con eſſe ſcala i ; perche ageuolmente ſi ſalirebbe, quando le boz
zehaueſſono, come diciamo noi troppo agetto, o in altre maniere, come ſi ve
de in molti luoghi, e maſsimamente in Fiorenza nella facciata dinanzi, e prin
cipale della cittadella maggiore, che Aleſſandro primo Duca di Fiorenza fece
fare: laquale per riſpetto dell'impreſa de Medici, è fatta a punte di diamante,
& di palle schiacciate,el'una, e l'altra di poco rilieuo. Il qual compoſto tutto
di Palle,e di diamanti vno allato all'altro,è molto ricco, e vario,e fa belliſsimo
vedere.Etdi queſta opera n'è molto per le ville de'Fiorentini, portoni,entra
te, & caſe, 8 " evilleggiono; che non ſolo recano " & or
namento infinito a quel contado,mavtilità,8& commodo grandiſsimo ai cit
tadini. Ma molto piu è dotata la citta di fabriche ſtupendiſsime fatte di boz
ze,come quella di caſa Medici, la facciata del palazo de Pitti, qllo degli Stroz
zi, & altri " ſorte di edifici tanto quanto piu ſodi, & ſemplici ſi
fanno, 8 con buon iſegno, tanto piu maeſtria, e bellezza vi ſi conoſce détro,
et
2-2, D E L L A
ea è neceſſario,che queſta ſorte di fabrica ſia piu eterna e durabile di tuttelal
tre,auuenga che ſono i pezzi delle pietre maggiori, et molto migliori le com
mettiture,doue ſi và collegando tutta la fabrica convna Pietra, che lega l'al
tra pietra.Et perche elle ſon pulite, e ſode di membri, non hanno poſſanzai
caſi di fortuna, o del tempo, nuocergli tanto rigidamente, quanto fanno alle
altre pietre intagliate e traforate,ocome dicono i noſtri, campate in aria dala
la diligenza deg i intagliatori.
L'ordine Dorico fu il piu maſsiccio, c'haueſſeri Greci,e piu robuſto di fortez
za,e di corpo,e molto piu " loro ordini collegato inſieme, e non ſolo i
Greci,mai Romani ancora dedicarono queſta ſorte di edifici a quelle pſone
che erano armigeri, come Imperatori d'eſerciti conſoli,epretori; ma agli Dei
loro molto maggiormente; come a Gioue, Marte, Hercole,Scaltri,hauendo
ſempre auuertenzadi diſtinguere,ſecondo illor genere, la differenza della fa
brica,o pulita,o intagliata,opiuſemplice,o piu ricca, accioche ſi poteſſe cono
ſcere dagli altri il grado,e la differenza fra gl'Imperatori, o di chi faceua fabri
care. E per ciò ſi vede " feciono gl'antichi eſſere ſtata vſata molta
arte,ne componimenti delle loro fabriche, e che le modanature delle cornici
doriche hanno molta gratia,ene membrivnione,e bellezza grandiſs.Etvede
ſi ancora,chela proporzione ne fuſi delle colòne di diſta ragione, è moltoben
inteſa, come quelle che non eſſendone groſſe groſſe, ne ſottili ſottili, hano
forma ſomigliante, come ſi dice alla pſona d'Hercole,moſtrandovna certa ſo
dezza molto atta a regger il peſo degli architraui,fregi, cornici,e il rimanente
di tutto l'edificio, che va ſopra. E perche queſto ordine, comepiu ſicuro, e piu
fermo degl'altri e ſempre piacciuto molto al S.DucaCoſimo, egli ha voluto,
che la fabrica, che mi fa far con grandiſsimo ornamento di pietra per tredici
Magiſtrati ciuili della ſua città,e dominio a canto al ſuo palazzo inſino al fiu
med'Arno, ſia di forma Dorica, onde per ritornare in " il vero modo di fa
bricare,il quale vuole, che gl'architrauiſpianino ſopra le colonne, leuádo via
la falſità degirare gl'archi delle logge ſopra i capitelli, nella facciata dinazi,ho
ſeguitato il vero modo,chevſarono gl'antichi, come in queſta fabrica ſi vede.
Et perche queſto modo di fare è ſtato dagl'architetti paſſati fuggito, percio
che gl'architrauidi pietra, che d'ogni ſorte ſi trouanoâtichi, e moderni ſi v
gono tutti,o la maggior parte, eſſere rotti nel mezzo, nonoſtante,che i -
tel quartabuono in contrario, che ricreſca di dentro,accio ſi ſtri nga nel Dado,
º
i
collarino in ſu,la cornice ſua col fregio, 8 architraue appiccata, riſaltando a
ogni dirittura di colonna con que canali, che gli chiamano Tigrifi ordinaria
mente,che vengono partiti fravn riſalto, 8 l'altrovn quadro,dentrouio teſte
di
44 D E L L .A
di buoi ſecche,otrofei,o maſchere,otarghe,o altre fantaſie.Serral'architraue
riſaltando con vnaliſtairiſalti,8 dapie favn pianetto ſottile, tanto quanto
tiene il riſalto; apie del quale fanno ſei campanelle per ciaſcuno, chiamate
Goccie dagli antichi. Et ſe ſi ha da vedere la colonna accanalata nel Dorico,
vogliono eſſere venti facce in cambio de canali: & non rimanere fra canale, e
canale altro, che il canto viuo. Di queſta ragione opera n'è in Roma al foro
Boario,ch'è ricchiſsima, 8 d'un'altra ſorte le cornici, S&gli altri mébri al Tea
tro di Marcello, doue hoggi è la piazza Montanara, nellaquale opera non ſi
vede baſe, 8 quelle che ſi veggono ſon Corinte. Etè openione,che gli antichi
non le faceſſero, 8 in quello ſcibio vi metteſſero vin dado tanto grande, qua
to teneua la baſe. Et di queſto n'è il riſcontro a Roma al carcere Tulliano, do
ue ſon capitelli ricchi di membri piu che gli altri, che ſi ſian viſti nel Dorico.
Di queſto ordine medeſimon ha fatto Antonio da San Gallo il cortile di caſa
Farneſe in capo di Fiore a Roma,il quale è molto ornato,ebello, benche con
tinuamente "veda di queſta maniera tempijantichi, 8 moderni, e coſi palaz
zi; iquali per la ſodezza, 8 collegatione delle pietre ſon durati,8 mantenuti
piu,che non hanno fatti tutti glialtri edifici. L'ordine Ionico per eſſer piu
ſuelto del Dorico fu fatto dagli antichiaimitatione delle perſone, che ſono
fra il tenero, e il robuſto:8 di queſto rende teſtimonio l'hauerlo eſsi adopera
to & meſſo in opa ad Apolline, a Diana,e a Bacco, 8 qualche volta a Venere,
Il zoccolo, che regge la ſua colóna lo fanno altovn quadro,emezo elargovn
quadro; & le cornici ſue di ſopra, 8 di ſotto ſecondo queſto ordine. La ſua co
lonna è alta otto teſte, 8 la ſua baſe è doppia con due baſtoni, come la deſcri
ue Vitruuio al terzo libro al terzo capo, &il ſuo capitello ſia ben girato con le
ſuevolute,o cartocci,o viticci, cheogniun ſegli chiami; come ſi vedeal Thea
tro di Marcello in Roma ſopra l'ordine Dorico: coſi la ſua cornice adorna di
menſole, 8 di dentelli, 8 il ſuo fregio con vn poco di corpo tondo. Et volédo
accanalare le colonne,vogliono eſſere il numero de canali ventiquatro, ma
ſpartiti talmente, che ci reſti fra l'un canale, e l'altro la quarta parte del cana
le,che ſerua per piano. Queſto ordine ha in ſe belliſsima gratia &leggiadria,
& ſe ne coſtuma molto fra gli architetti moderni. Illauoro Corinto piacque
vniuerſalmente molto a Romani,8 ſe ne dilettarono tanto, ch'e fecero di que
ſto ordine le piu ornate,8 honorate fabriche per laſciar memoria di loro; co
me appare nel tempio di rigoliin ſul reuerone, 8 le ſpoglie del tempio della
pace,S&l'arco di Pola, & quel del porto d'Ancona. Ma molto piu è bello il Pa
theon, cioèla Ritonda di Roma; il quale è il piu ricco, el piu ornato di tutti
gli ordini detti di ſopra. Faſsi ilzoccolo, che regge la colonna, di queſta ma
niera,largovn quadro, 8 due terzi, 8 la cornice di ſopra, 8 di ſotto a propor
zione, ſecondo Vitruuio faſsi l'altezza della colnnna noue teſte, con la "
ſa & capitello, il quale ſarà d'altezza tutta la groſſezza della colonna da pie:
& la ſua baſa ſarà la metà di dettagroſſezza, la quale vſarono gli antichi inta
gliarein diuerſi modi. Et l'ornamento del capitello ſia fatto co ſuoi vilucchi,
& le ſue foglie, ſecondo che ſcriue Vitruuio nel quarto libro; doue egli fari
cordo eſſere ſtato tolto queſto capitello dalla ſepoltura d'una fanciullaCorin
taSeguitiſi il ſuo architraue,fregio, 8 cornice con le miſure deſcritte da lui
tutte intagliate con le menſole, 8 vuoli, & altre ſorti d'intagli ſotto il
-
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A R C H I T E T T V R A º
latoio. Eiftegidi queſt'opera ſi poſſono fare intagliati tutti con fogliami, Sc
ancora farne de puliti,o vero con lettere dentro, come erano quelle al porti
codellaRitonda di bronzo commeſſo nel marmo. Sono i canali nelle colon
nediqueſta ſorte a numero ventiſei, béche n'è di manco ancora; & è la quar
taparte del canale fra l'uno,S l'altro, che reſta piano: come beniſsimo appa
rein molteopere antiche & moderne miſurate da quelle.
L'ordine compoſto, ſe ben Vitruuio non ne ha fatto menzione, non facendo
egli conto d'altro che dell'opa Dorica, Ionica,Corinthia, &Toſcana: tenendo
troppo licentioſi coloro, che pigliado di tuttequattro dgli ordini ne faceſſero
corpi,che gli rappreſentaſſero piutoſto moſtri, che huomini; per hauerlo co
fumato molto i Romani, & a loro imitazione i moderni, non mancherò di
queſto ancora, accio ſe n'habbia notizia dichiarare,eformare il corpo di que
ſta proportione di fabrica. Credendo queſto, che ſe i Greci,e i Romani for
marono que primi quattro ordini, 8 gli riduſſero a miſura, 8 regola genera
le, che ci poſsino eſſere ſtati di quegli,che habbino fin qui fatto nell'ordine
Compoſto, & componendo da ſe delle coſe, che apportino molto piu grazia,
che non fanno le antiche. E che queſto ſia vero ne fanno fede l'opere che Mi
chelangnolo Buonarroti ha fatto nella ſagreſtia, e libreria di S. Lorenzo di Fi
renze, douele porte, i Tabernacoli, le baſe, le colonne,i capitelli, le cornicile
méſole, &in ſomma ogni altra coſa hanno del nuouo, e del compoſto da lui, e
nondimeno ſono marauiglioſe non che belle. Il medeſimo, e maggiormen
te dimoſtrò lo ſteſſo Michelagnolo nel ſecondo ordine del cortile di caſa Far
neſe, e nella cornice ancora, che regge di fuori il tetto di quel palazzo. E chi
vuol veder quanto in queſto modo di fare habbia moſtrato la virtu di queſto
huomo,veramente venuta dal cielo, Arte, diſegno, e varia maniera, conſidea
ri quello, che ha fatto nella fabbrica di S. Piero, nel riunire inſieme il corpo
di quella machina,e nel far tante ſorti di vari, 8 ſtrauaganti ornamenti, tan
tebelle modanature di cornici, tanti diuerſe tabernacoli, & altre molte coa
ſe tutte trouateda lui, e fatto variatamente dall'uſo degl'antichi, perchenius
no puo negare che queſto nuouo ordine compoſto,hauendo da Michelagno
lo tanta perfettione riceuuto, non poſſa andar al paragone degli altri. E dive
ro la bonta, e virtu diqueſto veramente Ecc. s" Pittore, & Architetto
ba fatto miracoli douunque egli ha poſto mano, oltre all'altre coſe, che ſono
manifeſte,e chiare come la luce del Sole, hauendo ſiti ſtorti dirizzati facilmen
te,e ridotti a perfezione molti edifici,8 altre coſe di cattiuiſsima forma, rico
prendo con vaghi, e capriccioſi ornamenti i difetti dell'arte, e della Natura,
Lequali coſe non " con buon giudicio, e non le immitando, han
no a tempi noſtri certi Architetti plebei prosòtuoſi, & ſenza diſegno fatto qua
fi a caſo, sézaſeruardecoro, Arte,ò ordine neſſuno,tutte le coſe loro moſtruo
ſe, e Peggio, che le Tedeſche. Ma tornando a propoſito, di queſto modo di
lauorare è ſcorſo l'uſo, che gia è nominato queſto ordine da alcuni compoſto,
da altri Latino, 8 per alcuni altri Italico. La miſura dell'altezza di queſta co
lona vuole eſſere dieci teſte: la baſe ſia per la metà della groſſezza della colon
na, & miſurata ſimile alla Corinta, come ne appare in Roma all'arco di Tito
Veſpaſiano. E chi uorrà far canali in queſta colonna, puo fargli ſimili alla
Ionica, o come la Corinta; o come ſarà l'animo di chi li l'architettura"
queito
16' D E L L A .
queſto corpo, ch'è miſto con tutti gli ordini. I capittelli ſi poſſon fare ſimili a
i Corinthi, ſaluo, che vuole eſſere" la cimaſa del capitello; &le volute, o
viticci alquanto piu grandi: come ſi vede all'arco ſuddetto. L'architraue ſia
tre quarti della groſſezza della colonna, 8 il fregio habbia il reſto pien dimé
ſole: &la cornice, quanto l'architraue, che l'agerto la fa diuentar maggiore:
come ſi vede nell'ordine vltimo del Culiſeo di Roma: & in dette menſole ſi
ſſon far canali avſo di tigrifi, e altri intagli ſecondo il parere dell'architetto:
& ilzoccolo, doue poſa " colóna,ha da eſſere alto due quadri, 8. coſi le ſue
cornici a ſua i" , o come gli verrà in animo di farle. Vſauano gli antichi
o per porte,o ſepolture,o altre ſpecie d'ornamenti, in cambio di colonne,ter
mini di varie ſorti, chi vna figura c'habbia vna ceſta in capo per capitello: al
trivna figura fino a mezo, & il reſto verſo la baſe piramide, o vero bronconi
d'alberi;&di queſta ſorte faceuano virgini,ſatiri,putti, & altre ſorti di moſtri,
o bizarie che veniualor comodo, e ſecondo, che naſceua loro nella fantaſia le
metteueno in opera. Eccivn'altra ſpecie di lauori,che ſi chiamano Tedeſchi,
iquali ſono di ornamenti, 8 di proporzione molto differenti dagli antichi,
& da moderni, nehoggi s'uſano per gli eccellenti, ma ſon fuggiti da loro con
me moſtruoſi,e barbari: Diméticando ogni lor coſa di ordine, che piu toſto
confuſione,o diſordine ſi " chiamare, auendo fatto nelle lor fabriche,che
ſon tante,channo ammorbato il mondo, le porte ornate di colonne ſottili &
attorte a vſo di vite, le quali non poſſono auer forza a reggere il peſo, di che
leggerezza ſi ſia; & coſi per tutte le facce, 8 altri loro ornamenti faceuano
vna maledizione di tabernacolini l'un ſopra l'altro, con tante piramidi, 8 pſi
te, & foglie, che non ch'elle poſſano ſtare, pare impoſsibile ch'elle ſi poſsino
reggere. Ethanno piu il modo da parer fatte di carta, che di pietre, o di mar
mi. Et in queſte opere faceuano tanti riſalti, rotture,menſoline, 8 viticci, che
ſproporzionauano quelle opere, che faceuano; & ſpeſſo con mettere coſa ſo
pra coſa,andauano in tanta altezza, che la fine d'una porta toccaualoro il tet
to. Queſta maniera fu trouata dai Gotthi, che per hauer ruinate le fabriche
antiche, 8 morti gli architetti per le guerre,fecero dopo coloro che rimaſero
le fabriche di queſta maniera; i quali girarono le " con quarti acuti, S&
riempierono tutra Italia di queſta maledizione di fabriche: che per né hauer
nea far piu,s'é diſmeſſo ogni modo loro Iddio ſcampi ogni paeſe da venir tal
li ordine di lauori,che per eſſere eglino talmente difformi allabele
dellefabriche noſtre, meritano che non ſe ne fauelli piu, che queſto. Et
però paſsiamo a dire delle volte. -
cantoni, 8 per tutto con terra, accioche la miſtura non coli ſotto, quando ſi
getta. E coſi armata ſopra quel piano di tauole ſi fanno caſſe di legno, che in
contrario ſiano lauorate,douevn cauorilieuo,& coſi le cornici, ei membri,
che farci vogliamo ſiano in contrario;accio quando la materia ſi getta,vene
gadou'è cauo di rilieuo & doue è rilieuo, cauo, & coſi ſimilmente vogliono
eſſere tutti i membri delle cornici al contrario ſcorniciati. Se ſi vuol fare pulie
ta,o intagliata medeſimamente è neceſſario hauerforme di legno, che formi
no di terra le coſe intagliate in cauo;& ſi faccin d'eſſa terra le piaſtre quadre
di tali intagli, 8 quelle ſi commettino l'uno all'altra ſu piani, o gola, o fregi,
che far ſi vogliono diritto per quella armadura. Etfinita di coprir tutta degli
intagli di terra formati in cauo,& commeſsi gia di ſopradetti, ſi debbe poi pi
gliare la calce, con pozzolana,orena vagliata ſottile ſtemperata liquida,Sc li
" ; & di quella fare egualmentevna incroſtatura p tutte, fin che
tutte le forme ſian piene Etappreſſo ſopra coi mattoni farla volta alzando i
gli & i" che la volta gira, 8 dicontinuo ſi conduca con eſ
i; creſcendo,ſino ch'ella ſia ſerrata. Etfinita talcoſa ſi debbe poi laſciare fare
preſa, 8 aſſodare, fin che tale opra ſia ferma, 8 ſecca. Erda poi quando i pun
telli ſi leuano,&la volta ſi diſarma,facilmente la terra ſileua; & tutta l'opera
reſta intagliata, 8 lauorata, come ſe di ſtucco foſſe condotta, 8 quelle parti,
che non " venute, ſi vanno con lo ſtucco riſtaurando,tanto, che ſi riducano
a fine. Et coſi ſi ſono condotte negli edifici antichi tutte l'opre, lequali hanno
poi di ſtucco lauorate ſopra a quelle. Coſi hanno ancora hoggi fatto i moder
ni nelle volte di S. Pietro: & molti altri maeſtri per tutta Italia.
Hora volendo moſtrare, come lo ſtucco s'impaſti, ſi fa con vn'edificio in vino
mortaio di pietra peſtare la ſcaglia di marmo: ne ſi toglie per quell'altro, che
la calce, che ſia bianca fatta o di ſcaglia di marmo,o di treuertino; & in câbio
di rena ſi piglia il marmo peſto, 8 ſi ſtaccia ſottilmente, 8. impaſtaſicò la cal
ce, mettendo due terzi calce,S&vn terzo marmo peſto, 8 ſe ne fa del piu groſe
ſo, & ſottile, ſecondo che ſi vuollauorare groſſamente,o ſottilmente.Et "
ſtucchi ci baſti hor queſto; perche il reſtante ſi dirà poi, doue ſi tratterà del
mettergli in opra tra le coſe della ſcultura. Allaquale prima, che noi paſsiamo
diremo breuemente delle fontane, che ſi fanno per la mura, Sc degli ornamé
ti vari di quelle. - .
A R C H I TET TV R A 29
Mauorano iſte coſe, è il medeſimo, che inanzi habbiamo ragionato, e per la pre
fa fatta con eſſa rimangono murate.a queſte tali fontane di frombole, cicè ſaſſi
di fiumi tondi, 8 ſtiacciati ſi fanno pauimenti murando quelli per coltello, e
a ondeavſo d'acque, che fanno beniſsimo. Altri fanno alle piu gentili pauimé
tiditerracotta a mattoncini con varijſpartimenti, 8 inuetriati a fuoco, come
invaſi di terra dipinti di vari colori, 8 con fregi, 8 fogliami dipinti, ma ques
ſta ſorte di pauimenti piu conuiene alle ſtufe,8 abagni, che alle fonti.
Del modo di fare i Pauimenti di commeſſo, Cap. VI.
Vtte le coſe, che truouarſi poterono,gli antichi ancora che con difficul
"i tà in ogni genere,ole ritrouarono, o di ritrouarle cercarono, quelle di
º co, ch'alla viſta degli huomini vaghezza, 8 varietà indurre poteſſero;
Trouarono dunque fra l'altre coſe belle, i pauimenti di pietre iſpartiti con va
rijmiſti di porfidi, ſerpentini, &graniti, con tondi, 8 quadri, 8 altri ſparti
menti, onde "i poteſſero fregi,fogliami, & altri anda
ri di diſegni & figure. Onde per poter meglio riceuere l'opera tallauoro,tri
sauano i marmi; accioche eſſendo quegli minori poteſſero, per lo campo, 8.
piano con eſsi rigirare in tondo, 8 diritto, S a torto,ſeco " che veniualor
meglio: & dal commettere inſieme queſti pezzi lo dimandarono Muſaico.
Etnei pauimenti di molte loro fabriche ſe ne ſeruirono: come ancora vega
: giamo all'Antoniano di Roma, 8 in altri luoghi, doue ſi vede il muſaicola
uorato con quadretti di marmo piccioli, conducendo fogliami,maſchere, &
altre bizarrie, 8 con quadri di marmo bianchi, S altri quadretti di marmo
nero fecero il campo di quegli. "" ſi lauorauano in tal modo.
Faceuaſi ſottovn piano di ſtucco freſco di calce, 8 di marmo, tanto groſſo,
che baſtaſſe per tenere in ſei pezzi commeſsi fermamente, ſin che fatto preſa
ſi poteſſeroi diſopra, perchefaceuano nel ſeccarſi vna preſa mirabile,
&vno ſmalto marauiglioſo,chene l'uſo del caminare,nel'acqua non gl'offen
deua. Onde eſſendo queſta operain grandiſsima conſideratione venuta, gli
ingegni loro ſi miſero a ſpeculare piu alto, eſsendo facile avna inuézione tro
uata aggiugner ſempre qualcoſa di bontà. Perche fecero poi i musaici di mar
mi piu fini; & per bagni, & per ſtufe i pauimenti di quelli, 8 con piu ſottile
magiſtero, 8 diligenza quei lauorauano ſottiliſsimamente, facedoſi peſciva
riati, & imitando la pittura con varie ſorti di colori atti a cio con piu ſpecie di
marmi; meſcolando anco fra quegli alcuni pezzi triti di quadretti di muſaico
di oſſa di peſce,channo la pelleluſtra. E coſiviuamentegli faceuano, che l'ace
ua poſtauidi ſopra,velandogli, purchechiara foſſe, gli faceua parere viuiſ
imi nei pauimenti,come ſe ne vede in Parione in Roma in caſa di M.Egidio,
S& Fabio Saſſo. Perche parendo loro queſta vna pittura da poter reggere all'ac
que, &a i venti,8 al i" per l'eternità ſua; Et penſando, che tale opra molto
meglio di lontano, che dappreſſo ritornerebbe, perche coſi non ſi ſcorgereb
bono i pezzi,chelmuſaico dappreſſo favedere, ordinarono per ornarle volte
Scle pareti dei muri,doueta coſe ſi haueuano a veder di lontano. E perche
luſtraſſero, 8 dagli humidi, & acque ſi difendeſſero pesarono talcoſa douer
fi fare di vetri, e coſigli miſero in opra:& facendo cic belliſsimo vedere, ne
Orn al Qº
3o D E IL L A
ornarono i tempijloro, 8 altri luoghi, come veggiamohoggi ancora a Ro
ma il tempio di Bacco, 8 altri ralche da quegli di marmo deriuano queſti,
che ſi chiamano hoggi muſaico di vetri. Et da quel di vetri s'è paſſato al muſai
co di guſci d'huouo;& da queſti al muſaico del farle figure, e le ſtorie di chia
roſcuro pur di commeſsi, che paiono dipinte, come tratteremo al ſuo luogo
nella pittura. - - - - - --
. cetto la "collo, 8 l'altezza del piede, che con queſte tornanoue. Perche
due ſono gli ſtinchi, due dalle ginocchia a membri genitali, 8 tre il torſo fi
no alla fontanella della gola, 8 vn'altra dal mento all'ultimo della fronte, 8c
vna ne fanno la gola, 8 quella parte,ch'è dal doſſo del piede, alla pianta, che
ſono noue. Le braccia vengono appiccate alle ſpalle, 8 dalla fontanella all'
appicchatura da ogni banda è vna teſta; S&eſſe braccia ſino ala appiccatura
delle mani ſono tre teſte, 8 allargandoſi l'huomo con le braccia apre apunto
tanto quanto egli è alto. Ma non ſi debbe vſare altra miglior Miſura, che il
Giudicio dello occhio, il quale ſe benevna coſa ſarà beniſsimo miſurata, S&
egli ne rimanghiotteſo, non reſterà per queſto di biaſimarla. Però diciamo,
che ſebene la Miſura è vina retta moderatione da ringrandire le figure talmé
te,chele altezze, 8 le larghezze,ſeruato l'ordine, faccino l'opera proportio
E 2
36 D E L L A
Detafi,er demezziRilieui, la difficultà delfargli, e in checonſiſta il con
durgli a perfezzione. Cap. X.
Qi figure, che gli ſcultori chiamano mezi rilieui, furono trouate già
dagli antichi, per fareiſtorie da adornare le mura piane: & ſe ne ſerui
rono ne'teatri, & negli archi per le vittorie, perchevolendole fa
re tutte tonde, non le poteuano ſituare ſe non faceuano primavna ſtanza,ò ve
rovna piazza, che fuſſe piana. Ilchevolendo sfuggire trouaronovna ſpecie,
chemezo rilieuo nominarono, 8 è da noi coſi chiamato ancora: ilquale à ſi
militudine d'una pittura, dimoſtra prima l'intero delle figure principali,ò me
ze tonde,ò piu come ſono; & le ſeconde occupate dalle prime, 8 le terzedal
le ſeconde, in quella ſteſſa maniera, che appariſcono le perſone viue, quando
elle ſono ragunate,8 riſtrette inſieme. In queſta " di mezo rilieuo,per la
diminuzione dell'occhio, ſi fanno l'ultime figure di quello,baſſe come alcune
teſtebaſsiſsime, 8 coſi i caſamenti, 8 i paeſi, che ſono l'ultima coſa. Queſta
ſpecie di mezi rilieui da neſſuno è mai ſtata meglio, ne con piu oſſeruanza fat
ta, ne piu proporzionamente diminuita, è allontanata le ſue figure l'una da
l'altra, che dagli antichi. Come quelli che imitatori del vero, 8 ingegnoſi,
non hanno mai fatto le figure in tali ſtorie, che habbino piano, che ſcorti, è
fugga; Mal'hanno fatte copropri piedi, che poſino ſu la cornice di ſotto; Do
ue alcuni de'noſtri moderni animoſi più del douere, hanno fatto nelle ſtorie
loro dimezorilieuo,poſarele prime figure nel piano, che è di baſſorilieuo,&
sfugge, 8 le figure di mezo ſul " in modo che ſtando coſi non poſa
noi piedi con quella ſodezza, che naturalmente douerebbono; la onde
ſe " ſi vede le punte depiè di quelle figure che voltano il didietro, toccar
i"
ſi gli ſtinchi delle gambe, per lo ſcorto che è violento. Et di tali coſe ſe ne ve:
de in molte opere moderne, 8 anchora nelle porte di ſan Giouanni, & in più
luoghi di quella età. Et per queſto i mezi rilieui, che hano queſta proprietà,
ſono falſi, perche ſe la metà della figura ſi caua fuor del ſaſſo, hauendon'afa
realtre dopo quelle prime, vogliono hauere regola dello sfuggire, e diminui
re,& co’piedi in piano, che ſia piu inanzi il piano, che i piedi, come fa l'occhio
e la regola nelle coſe dipinte;& conuiene che elle ſi abbaſsino dimano in ma
no a proporzione, tanto che venghino a rilieuo ſtiacciato, S& baſſo: &ſi
queſta vnione, che in cio biſogna; è difficile dar loro perfezzione, 8 condur
li: atteſo che nel rilieuo ci vanno ſcorti di piedi, 8 di teſte; ch'è neceſſario
fi grandiſsimo diſegno, a volere in cio moſtrare il valore dello artefice.
Ettanta perfezzione ſi recano in queſto grado le coſe lauorate di terra, 8 di
cera,quanto quelle di bronzo, S. di marmo. Perche in tutte l'opere che hara
nole parti, ch'io dico, ſaranno i mezi rilieui tenuti belliſsimi, S dagli artefici
intendenti ſommamente lodati. La ſeconda ſpecie, che baſsi rilieui ſi chiama
no, ſono di manco rilieuo aſſai, ch il mezo,& " almeno p la metà
di quegli, che noi chiamiamo mezo rilieuo,e in queſti ſi puo con ragione, fa
re il piano, i caſamenti, le proſpettiue, le ſcale, 8 i paeſi, come veggiamo ne
pergami di bronzo in ſan Lorenzo di Firenze, 8 in tutti i baſsi rilieui di Dona -
to; il qualein queſta profeſsionelauorò veramente coſe diuine con grandiſ
ſima oſſeruazione. Et queſti ſi rendono a l'ochio facili, 8 ſenza eroi ò bara
ariſmi
S C V L TV R A 3y
bariſmi; perche non ſportano tanto in fuori che poſsinodare cauſa di errori,
è di biaſimo. La terza ſpezie ſi chiamano baſsi, è ſtiacciati rilieui,i quali non
báno altro in ſe,chel diſegno della figura, con amaccato, & ſtiacciatorilieuo.
Sono difficili aſſai, atteſo, che e'ci biſogna diſegno grade,e inuézione. Auuen
ga, che queſti ſono faticoſia dargli i" amor de'contorni.Etin queſto
genere ancora Donato lauorò meglio d'ogni artefice con " in
uenzione. Di queſta ſorte ſe n'è viſto nevaſi antichi Aretini aſſai figure, maſ
chere, & altre ſtorie antiche, 8 ſimilmente, ne'Cammei antichi, 8 ne conij
da ſtampare le coſe di bronzo per le medaglie; & ſimilmente nelle monete.
Et queſto fecero perche ſe foſſero ſtate troppe di rilieuo, non harebbono potu
to coniarle,ch'al colpo del martello non ſarebbono venute l'impronte,douen
doſi imprimere i Conijnella materia gittata, la quale quando " po
cafatica a riempire i caui del conio. Di queſta arte vediamo hoggi molti ara
tefici moderni che l'hano fatta diuiniſsimamente; & piu che eſsi antichi coa
me ſi dirà nelle viteloro pienamente Impero chi conoſcerà ne'mezi rilieui la
perfettione delle figure,fatte diminuire con oſſeruatione; & ne'baſsi la bon
tà del diſegno, per le proſpettine, é altre inuenzioni; &nelli ſtracciati, la neta
tezza,lapulitezza, 8 labella forma delle figure, che vi ſi fanno; gli farà eccela
lentemente, per queſte parti, tenere, è lodeuoli, è biaſimeuoli, 8 inſegnerà
conoſcerli altrui.
Come ſi fanno imodelli per fare di bronzo le figure grandi cripicciole; e come le forme,
per buttarle; come ſi armino diferri,c come ſi gettino di metallo; ordi
tre ſorti bronzo; crcome gittate ſi ceſelino, crſtrinettino, or
come mancando pezzi, che non fºſſerouenuti, s'inneſtia
mo, o commettino nelmedeſimo bronzo,
Cap. Xl,
ricoprendo, che la cera non ſivegga, & perogni cauo, & pertugio la veſte be
ne di queſta materia. Dato la cenere,rimette i perni atrauerſo, che paſſano
la cera, 8 l'anima,ſecondo, che gl'ha laſciati i figura; percioche queſti ha
no a reggere l'anima di dentro, 8, la cappa di fuori, che è la incroſtatura del ca
uo fra l'anima, 8 la cappa,doueilbrózo ſi getta. Armato cio, l'artefice comin
cia a torre della terra ſottile ci cimatura, 8 ſterco di cauallo, come diſsi battu
ta inſieme; & con diligenza favna incroſtatura per tutto ſottiliſsima, 8 quel
la laſcia ſeccare, 8 coſi volta per volta ſi fa l'altra incroſtatura, con laſciare ſec
care di continuo fin, che viene interrando, 8 alzando allai" di mezo
palmo il piu. Fatto cio, que ferri, che tengono l'anima di dentro, ſi cingono
con altri ferri, che tengono di fuori la cappa; & a quelli ſi fermano, 8 l'un, &
l'altro incatenati, 8 ſerrati fanno reggimento l'uno a l'altro. L'anima
di dentro regge la cappa di fuori, &la cappa di fuori, regge l'anima di den
tro. Vſaſi i certe cannelle fra l'anima, 8 la cappa, le quali ſi dimanda
no
S C V L T V R A 39
. di legno intagliate nel cauo,di quegli ſteſsi intagli, che tu vuoi fare. Et ſi pi
i"ſtucco, che ſia non ſodo ſodo,ne tenero tenero, ma divna manierate
gniente, 8 ſi mette ſul'opra alla quantità della coſa, che ſi vuol formare, S&
vi ſi mette ſopra la predettaformaintagliata,impoluerata di " di mar
- - -
mo,& picchiandoui ſu convn martello, che il colpo ſia vguale, reſta lo ſtuc
do improntato;ilquale ſi va rinettando, 8. i" poi accio venga il lauoro
diritto, 8 vguale. Ma volendo, che l'opera habbia maggior rilieuo allo in fuo
ri ſi conficcano,doue el'ha da eſſere i
chiodi,o altre armadure ſi
mili,che tenhgino ſoſpeſo in aria lo ſtucco, che fa con eſſe preſa i";
come negli edifici antichi ſi vede,ne'quali ſi truouano ancora gli ſtucchi, 8 i
i ferri conſeruati ſino al di dhoggi. Quando vuole adunque l'artefice, condur
i re in muro pianovn'iſtoria " cóficca prima in quel muro i chio
ui ſpeſſi,doue meno, 8 doue piu in fuori, ſecondo che hanno a ſtare le figure,
& tra quegli ſerra pezami piccoli di mattoni,o di tufi,a cagione che le punte,
º capi di quegli,tenghino il primo ſtucco groſſo, 8 bozzato, & appreſſo lo va
finendocon pulitezza;& con pacienza,che e ſi raſſodi, Etmentre che egli in
duriſce l'artefice lo va diligentemente lauorando, 8 ripulendolo di contino
suo copennelli bagnati, di maniera,che e lo conduce a perfettione, come ſe e
fuſſe di cera o di terra. Con queſta maniera medeſima di chioui,8 di ferramé
rifatti apoſta, 8 maggiori, 8 minori ſecondo il biſogno, ſi adornano di ſtuc
- chi le volte, gli ſpartimenti,8 le fabbriche vecchie, come ſi vede coſtumarſi
" per tutta Italia, da molti maeſtri, che " dati a queſto eſercizio. Ne ſi
debbe dubitare di lauoro coſì fatto, come di coſa poco durabile. Perche e ſi º
- - - - - F e
42 D E L L A
feruainfinitamente º induriſce tanto nello ſtarfitto,chee diuenta coltemi
pocomemarmo i
r. iº so
conºſconducono lefgredilige e del goſlabuonoafrie. -
cap. XIIII,
pELLA
- i 43
D E L L A PI T T v R A
checoſiſtadiſegno,er con ſfono e ſconoſconotebuon ritirerada e
dell'inuenzione delle ſtorie. Cap. XV,
E RCHE il Diſegno, padre delle tre Arti noſtre, Architettura,
Scultura, S& Pittura, procedendo dall'Intelletto, caua di molte
coſe vn giudizio vniuerſale, ſimile avna forma, overo Idea di
Cºl tutte le coſe della natura,laquale è ſingolariſſima nelle ſue mi
l=º ſure; di quì è,che non ſolo nei corpi humani, & degl'anima
li; ma nelle piante ancora, 8 nelle fabriche, 8 ſculture &pitture cognoſce la
proporzione,che ha il tutto con le parti, 8 che hanno le parti fra loro, 8 col
tutto inſieme. E perche da queſta cognitione naſcevn certo concetto, & giu
dizio, che ſi forma nella mente quella tal coſa, che poi eſpreſſa con le mani ſi
chiama " ; ſi puo conchiudere, che eſſo diſegno altro non ſia, che vna
apparente e preſſione, 8 dichiarazione del concetto, che ſi ha nell'animo, S&
di quello, chealtri ſi è nella mente imaginato,efabricato nell'Idea.E da que
ſto per auuentura nacque il prouerbio de'Greci, dell'ugnavn Leone, quana
do quel valente huomo,vedendo ſculpita in vn maſſo l'Vgna ſola d'un Leo
ne, copreſe con l'intelletto da quella miſura,e forma le parti di tutto l'Aiale,e
dopo il tutto inſieme, come ſe l'haueſlehauuto pſente,edinaziagl'occhi. Cre
dono alcuni che il padre del Diſegno, 8 dell'Arti fuſſe il " l'uſo, 8 la
ſperienza, come balia, & Pedagogolo nutriſſero cil'aiuto della cognitione,e
del diſcorſo, ma io credo, che copiu.verita ſi poſſa dire il caſo hauer piutoſto
dato occaſione, che potersi chiamar padre del diſegno. Ma ſia come ſi voglia,
queſto è ſegno ha biſogno, quando caua l'inuézione d'una qualche coſa dal
giudizio, che la mano ſia mediante lo ſtudio, 8 eſercizio di molti anni, ſpe
dita, & atta a diſegnare, 8 eſprimere bene qualunche coſa ha la natura crea
to con penna, con ſtile, con carbone,con matita,o con altra coſa;perche quan
do l'intelletto manda fuori i concetti purgati, & con giudizio; fanno quelle
mani, che hanno moltianni eſercitato il diſegno conoſcere la perfezzione, e
eccellenza dell'arti, &il ſapere dell'Artefice inſieme. E perche alcuni ſcultori
talvolta non hanno molta pratica nelle linee,ene dintorni, onde non poſſoa
no diſegnare in carta; eglino in quel cambio con bella proporzione, 8 miſu
ra,facendo con terra, o cera huomini, animali, 8 altre coſe i rilieuo, fanno il
medeſimo, che fa colui,ilquale perfettamente diſegna in carta,o in ſu altri pia
ni.Hanno gli huomini di queſte arti, chiamato, o vero diſtinto il diſegno in
vari modi, 8 ſecondo le qualitàde'diſegni che ſi fanno. Quelli, che ſono toc
chi leggiermente,S&apena accennati con la penna, o altro ſi chiamano ſchiz
zi, come ſi dirà in altro luogo. Quegli poi, che hanno le prime linee intorno
intorno ſono chiamati profili,dintorni,olineamenti. E tutti queſti,o profili,
o altrimenti, che vogliam chiamarli,ſeruono coſi all'Architettura, 8 Scultu
ra, come alla pittura, ma all'Architettura maſſimamente, percioche i diſe
gni di quella non ſono compoſti ſe non di linee, il che non è altro, quanto al
Architettore, ch il principio,e la fine di quell'arte,perche il reſtante, media
tei modelli di legname,tratti dalle dette linee, non è altro, che opera di ſcarº
2, pellini,e
44 D E L L A
pellini,8 muratori. Ma nella ſcultura ſerue il diſegno di tutti i contorni, per
che a veduta, per veduta ſe ne ſerue lo ſcultore, quando vuol diſegnare quel
la parte,cheg f törna meglio,o che egli intende di fare, per ogni verſo, o nel
la cera,o nella terra,o " altra materia.
Nella pittura ſeruono i lineamenti in piu modi, ma particolarmente a dintor
nare ogni figura ; perche quando eglino ſono ben diſegnati & fatti giuſti, S&
a proporzione; l'ombre, che poi vi ſi aggiugono,& i lumi ſono cagione, che
ihneamenti della figura, che ſi fa ha grandiſsimo rilieuo, e rieſce di tutta bon
tà e perfezzione E di quì naſce, che chiunque intende,e maneggia bene que
ſtelinee,ſarà in ciaſcuna di queſte arti mediante la pratica, 8 il giudizio eccel
lentiſſimo chi dunque vuolebene imparare a eſprimere, diſegnando i cocet
ti dell'animo,è qualſivoglia coſa,fa di biſogno, poi chehauerà alquanto aſue
fatta la mano, che per diuenir piu intelligente nell'arti ſi eſerciti in ritrarre fi
gure di rilieuo,o di marmo di i" di ſaſſo,overo di quelle di geſſo forma
te ſul viuo,o vero ſopra qualche bella ſtatua antica, o ſi veramente rilieui di
modelli fatti di terra,o nudi, o con cenci interrati addoſſo, che ſeruono per pa
ni,&veſtimenti. Percioche tutte queſte coſe, eſſendo immobili, 8 ſenza ſen
timento fanno grande ageuolezza,ſtando ferme a colui, che diſegna,ilchenò
auuiene nelle coſeviue,che ſi muouono. Quando poi hauerà in diſegnando
ſimili coſe fatto buona pratica, 8 aſſicurata la mano, cominci a ritrarre coſe
naturali; & in eſſe faccia con ogni poſſibile opera, e " zavna buona, e ſi
cura pratica, percioche le coſe, che vengono dal naturale ſono veramente il
le,che fanno honore a chi ſi è in quelle affaticato, hauendo in ſe, oltre a vna
certa grazia, & viuezza, di quel ſemplice, facile,e dolce, che è" naz -
tura, & che dalle coſe ſue simpara perfettamente, 8 non dalle coſe dell'arte a
baſtanza giamai. E tengaſi per fermo, che la pratica, che ſi fa con le ſtudio?
di molti anni in diſegnàdo,come ſi è detto diſopra è il vero lume del diſegno,
& quello, che fa gli huomini eccellentiſſimi.Hora hauendo di ciò ragionato
abaſtanza,ſeguita, che noi veggiamo, che coſa ſia la Pittura. "
El'è dunque vin piano coperto di campi di colori, in ſuperficie, o dita
uola, o di muro, o di tela, intorno alineamenti detti diſopra,iquali pervir
tu di vn buon diſegno di linee girate circondano lafigura. Queſto ſi fatto pia
no,dal pittore con retto giudizio mantenuto nel mezo,chiaro, 8 negli eſtre
mi, & ne fondi ſcuro,S& accompagnato tra queſti, 8 quello da colore meza
no tra il chiaro, 8 lo ſcuro; fa che vnendoſi inſieme queſti tre campi, tutto
quello, che è tra l'uno lineaméto,& l'altro ſi rilieua,& appariſce tondo, e ſpie
cato, come s'è detto. Bene è vero, che queſti tre campi non poſſono baſtare ad
ogni coſa minutamente atteſo, che egli è neceſſario diuidere qualunche di lo
ro almeno in due ſpezie; faccendo di quel chiaro due mezi, & di quell'oſcu
ro, due piu chiari, 8 di quel mezo due altri mez, che pendino, l'uno nel ſ"
chiaro; & l'altro nel piu " queſte tinte d'un color ſolo, qualun
che egli ſi ſia ſaranno ſtemperate, ſi vedrà a poco a poco cominciare il chiaro,
& poi meno chiaro, 8 poivn poco piu ſcuro, di maniera ch'a poco a poco tro
uerremo il nero ſchietto. Fatte dunque le meſtiche, cioè neſcolati inſieme
i ueſti colori,volendolauorare,o a olio,o a tempera,o in freſco; ſi va copren
illineamento, & mettendo a ſuoi luoghi i chiari, 8 gli ſcuri, 8 i mezi, &
gli
P IT T V R A 44
gli abbagliati de'mezi,8 delumi, che ſono quelle tinte meſcolate de tre pri
mi,chiaro,mezano, & ſcuro; iguali chiari, 8 mezani, & ſcuri, 8. abbagliati ſi
cauano dal cartone,overo altro diſegno, che per tal coſa è fatto, per porlo in
opra; il qual'è neceſſario, che ſia condotto con buona collocazione,e diſegno
fondato; & con giudizio, 8 inuentione,atteſo, che la collocazione non è al
tro nella pittura, che hauere ſpartito in quelloco,doue ſi favnafigura,che gli
ſpazij ſiano concordi al giudizio dell'occhio,8 non ſiano disformi,che il cam
o ſia in vn luogo pieno, 8 nell'altro voto, la qual coſa naſca dal diſegno, e da
hauere ritratto,o figure di naturale viue,o da modelli di figure fatteper ql
lo che ſi voglia fare il qual diſegno non puo hauere buon'origine, ſends'ha
dato continuaméte opera a ritrarre coſe naturali; & ſtudiato pitture d'eccel
lenti maeſtri, 8 di ſtatue antiche di rilieuo, come s'è tante volte detto. Ma ſo
pra tutto il meglio è gl'ignudi degli huomini viui,&femine, 8 da quelli haue.
re preſo in memoria, per lo continouovſo i muſcoli del torſo, delle ſchiene,
i" gambe,delle braccia, delle ginocchia & l'oſſa di ſotto, & poi hauereſi
curtà, per lo molto ſtudio, che ſenza hauerei naturali inanzi, ſi poſſa formare
di fantaſia da ſe attitudini, per ogni verſo; coſi hauer veduto degli huomini
ſcorticati, per ſapere come ſtanno l'oſſa ſotto & i muſcoli, 8 inerui, con tut
ti gli ordini, 8 termini della Notomia; per potere con maggior ſicurtà,e piu
rettamente ſituare le membra nell'huomo, & porre i muſcoli nelle figure.
Etcoloro, che ciò ſanno,forza è che faccino perfettamente i contorni " fi
i,ure, le quali dintornate come elle debbono, moſtrano buona grazia, 8 bel
maniera. Perche chi ſtudia le pitture, 8 ſculture buone, fatte con ſimilmo
do,vedendo, 8 intendendo il viuo,è neceſſario chehabbi fatto buona manie
ra nell'arte.Etda cio naſce l'inuenzione,laquale fa mettereinſieme in hiſto
riale figure a quattro,aſei,a dieci a venti, talmente, che ſi viene a formare le
battaglie, 8 l'altre coſe grandi dell'arte. Queſta inuenzione vuol'in ſevna cô
tteneuolezza formata di concordanza,ed obedienza, che s'una figura ſi muo
ue per ſalutare vn'altra; non ſi faccia la ſalutata voltarſi indietro, hauendo a
riſpondere; & con queſta ſimilitudine tutto il reſto.
La iſtoria ſiai coſeuariate, 8 differenti l'una dal'altra, ma a propoſito
ſempre di quello, che ſi fa, 8 che di mano in mano figuralo Artefice, il quale
debbe diſtinguerei geſti, 8 l'attitudini facendo le femmine con aria dolce, ce
bella, 8 fimilmente igiouani; Mai uecchi graui ſempre di aſpetto, 8 i ſacer
doti maſsimamente, 8 le perſone di autorità. Auuertendo però ſempremai,
che ogni coſa corriſponda ad un tutto della opera, di maniera, che quando la
pittura ſi guarda, ui ſi conoſca una concordanza unita, che dia terrore nelle
furie,8 dolcezza negli effetti piaceuoli; Et rappreſenti in un tratto la inten
zione del Pittore, 8 non le coſe, che e'non penſaua. Conuiene adunque per
queſto, che e'formi le figure, che hanno ad eſſer fiere, con mouenzia, &conga
gliardia; Etsfugga quelle, che ſono lontane dale prime, con l'ombre, 8 con i
colori appoco appoco dolcemente oſcuri; Di maniera che l'arte ſia accompa
gnata ſempre con vnagrazia di facilità, è di pulita leggiadria di colori; Etcó
dotta l'opera a perfezzione, non con vno ſteto di paſsione crudele, che gl'huo
mini, che cio guardano habbino a patire pena della paſsione, che in tal'opera
neggono ſopportata dallo Artefice; Ma i ralegrarſi della felicità, che la ſua
mano
46 D E L . L A
manohabbiahauuto dal Cielo quella agilita,che renda le coſe finite ceniſtua
dio,& fatica ſi, ma non con iſtento; tanto, che doue elle ſono poſte, non ſiano
morte,ma ſi appreſentino viue, &vere achile conſidera. Guardinſidale crua
dezze. Et cerchino, che le coſe, che di continuo fanno,non paino dipinte; ma
ſi dimoſtrino viue, & di rilieuo fuor della opera loro; Et queſto è il verodiſe
gno fondato, 8 la vera inuenzione, che ſi conoſce eſſer data da chi le ha fatte,
alle pitture che ſi conoſcono,e giudicano come buone.
Degli ſchizzi diſegni, cartoni,er ordine di proſpettive; & per quel che ſi fanno,c a quel
lo che i Pittori ſe ne ſeruono. Cap. XVI,
- Come ſi debbino unire i colori a olio,afreſco,ò a tempera; e come le carni,i panni, ertute
to quello che ſi dipigne, uenga nell'opera aunire inmodo che lefigure non ucn .
ghino diuſe e habbinorilicuo,e forza,e moſtrino l'opera ,
chiara,c aperta. Cap. XVIII. -
ſtri, ſi ſono vedute le coſe a tempera, conſeruate centinaia d'anni, con bellez
za,& freſchezza grande. Et certamente e ſi vede ancora delle coſe di Giotto,
che ce n'è pure alcuna in tauola, durata gia dugento anni, 8 matenutaſi mol
to bene. E poi venuto illauorar'a olio, che ha fatto per molti mettere in ban
do il modo della tempera, ſi come hoggiveggiamo, che nelle tauole, & nelle
altre coſe d'importanza ſi èlauorato; & ſi lauora ancora del continouo,
V Vogliono i pittori, che il chiaro ſcuro ſia vna forma di pittura, che trag
V
gapiu al diſegno,chealcolorito, perche cioé ſtato cauato dale ſtatue di
º 7 marmo, contrafacendole & dale figure di bronzo, 8 altre varie pietre,
Et queſto hanno vsato di fare nelle faciate de palazzi, 8 caſe, in iſtorie, mos
ſtrando,che quelle ſiano contrafatte & paino di marmo, o di pietra con qu
le ſtorie intagliate,o veramente contrafacendo quelle sorti di ſpezie di mare
mo,& porfido, è di pietra verde, 8 granito roſſo, 8 bigio, o bronzo, o altre
pietre, comei" meglio, ſi ſono accommodati in piu ſpartimenti di que
ſta maniera,laqualèhoggi molto in vſo per fare le facce delle caſe, 8 de palaz
zi,coſi in Roma, come per tutta Italia. Queſte pitture ſi lauorano in due mo
di prima infreſco, che lavera; o in teleparchi, che ſi fanno nell'entrate de
principi nelle città e ne trionfi,o negli apparati delle feſte, e delle Comedie;
perche in ſimili coſe fanno belliſsimo vedere.Trattaremo prima della ſpezie,
º ſorte del fare in freſco, poi diremo del'altra. Di queſta ſorte di º" ſi
- l anno
S C.V L T V R. A 95
fannoi campi con la terra da fare i vaſi, meſcolando quella con carbone ma
cinato,o altro nero per far l'ombre piu ſcure, 8 bianco di treuertino c5 piu
ſcuri,8 piu chiari, 8 ſi lumeggiano colbianco ſchietto, 8 convltimo nero a
vltimi ſcuri finite; voglionohauere tali ſpecie fierezza diſegno,forza,viuaci
tà & bella maniera, 8: eſſere eſpreſſe convna gagliardezza, che moſtriarte,Se
, non ſtento,perche ſi hanno a vedere, 8 a conoſcere di lontano. Et con queſte
ancora s'imitino le figure di bronzo,le quali col campo di terra gialla, 8 roſ
ſo, s'abbozzano, 8 con piu ſcuri di quello nero, 8 roſſo, 8 giallo ſi sfonda
no,& con giallo ſchietto ſi fanno i mezi, 8 con giallo, 8 bianco ſi lumeggia
no. Et di queſte hanno i Pittori le facciate, 8 le ſtorie di quelle con alcune ſta
tuetramezate, che in queſto genere hanno grandiſſima grazia. Quelle poi che
ſi fanno per archi,comedie,ofeſte, ſi lauorano poi che la tela ſia data di terret
ta, cioè di quella prima terra ſchietta da farvaſi, temperata con colla, 8 biſo
gna che i telaſia bagnata di dietro, mentre l'arteficela dipigne,a ciò checo
quel campo di terretta,vniſca meglio li ſcuri, 8 i chiari dellaopera ſua. Et ſi
coſtumatemperare i neri di quelle, con vn poco di tempera. Etſi adoperano
biacche per bianco & minio per dar rilieuo alle coſe, che paiono di bronzo,
& giallolino per lumeggiare ſopra detto minio.Et per i campi, 8 per gli ſcua
i medeſime terre gialle, 8 roſſe,S i medeſimi neri, che io diſſi nellauora
tea freſco, i quali fanno mezi,& ombre. Ombraſi ancora con altri diuerſico
lori altre ſorti di chiari, 8 ſcuri; come con terra d'ombra,allaquale ſifalater
retta di verde terra; &gialla, 8 bianco; ſimilmente conterranera,che è va'-
altra ſorte di verde terra, 8 nera, che la chiamonoverdaccio. . . .
I -
-
re vi le Grotteſche nelle mura. i ier
- - e r
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.
c :
.
Anno i Pittorivn'altra ſorte di pittura, che è Diſegno, & pittura inſie
me; &queſto ſi domanda Sgraffito,S.nonſerueadaltro, che per orna
menti di facciate di caſe, 8 palazzi, che piu breuemente ſi conducono
, COn º" reggono all'acque ſicuramente. Perche tutti i lineaméti,
invece di cre diſegnati con carbone, o con altra materia ſimile, ſono trat
teggiati con vn ferro dalla mano del Pittore. Il che ſi fa in queſta maniera, i
Pigliano la calcina meſcolata con la renaordinariamente, 8 ci paglia abbru
ciata la tingono d'uno ſcuro, che venga invn mezo colore, che trae in argen
tino & verſo lo ſcurovn poco piu,che tinta di mezo, & con queſta intonaca
no la facciata.Etfatto cio, & pulita col bianco della calce di treuertino, l'im
biancano tutta, 8 imbiancata ci ſpoluerono ſui cartoni:o vero diſegnano
quel che ci " fare.Etdipoi agrauando col ferro,vanno dintornando,
& tratteggiando la calce, la quale eſſendo ſotto di corpo nero, moſtra tutti i
f" del ferro, come ſegni di diſegno.Et ſi ſuole ne campi di quegli radere il
ianco; & poi hauerevna tinta d'acquerello ſcurretto molto acquidoſo; &
di quello dare per gli ſcuri, come ſi deſſeavna carta; il che di lontano favn
belliſſimo vedere ma il campo,ſe ci è grotteſche,o fogliami,ſi sbattimetaſcio
èombreggia con quello acquarello.Et queſto è illauoro, che per eſſer dal fer
rografiato, hanno chiamatoi pittori sgraffito. Reſtaci hora ragionaredele
grot
56 D E L L A
grotteſche, che ſi fanno ſul muro dunque quelle che vanno in campo biaco.
non ci eſſendo il campo di ſtucco, per non eſſere bianca la calce, ſi dà per tut
so ſottilmente il campo di bianco: & fatto cio ſi ſpoluerano, 8 ſi lauorano in
freſco di colori ſodi, perche non harebbono mai la grazia,c'hanno quelle, che
filauorano ſu lo ſtucco. Di queſta ſpezie poſſono " groſſe, e ſot
tili, le quali vengono fatte nel medeſimo modo, che ſi lauorano le figure afre
ſco,o in muro. .
Come ſi lauorino le grottescheſi, lo ſtucco. Cap. XXVII.
- :
Delmodo del mettere d'oro abolo,ora mordente, o altri modi. cap. XXVIII.
-
; ti,& di olio cotto con la vernice dentroui; Et daſſi in ſul legno, che ha hauu
to prima due mani di colla. Et poi che il mordente è dato coſi, non mentre,
che egli è freſco, ma mezoſecco,vi ſi mette ſul'oro i foglie. Il medeſimo ſi puo
fare ancora con l'orminiaco, quando s'ha fretta, atteſo che mentre ſi da è buo
no Et queſto ſerue piu a i" arabeſchi, 8 altri ornamenti, che ad altro.
Si macina ancora di queſti fogli in vna tazza di vetro con vn poco di mele, S&
di gomma, che ſerue ai miniatori,8 a infiniti, che col pennello ſi dilettano
fare profili, 8 ſottiliſsimi lumi nelle pitture Et tutti queſti ſono belliſſimi ſe
greti,ma per la copia di eſsi, non ſe ne tiene molto conto.
º Del Muſaico de'uctri,ora quello, che ſi conoſce il buono,cr lodato. Cap. XXIX.
; Sſendoſi aſſai largamente detto di ſopra nel vi.Cap. che coſa ſia il Muſai
I Cco,& come e ſi faccia; continuandone qui, quel tanto che è propio dela
la Pittura diciamo, che egli è maeſtria veramente grandiſſima, condurre
i ſuoi pezzi cotanto vniti,che egli appariſca di lontano, per honorata pittura,
& bella. Atteſo, che in queſta ſpezie di lauoro biſogna, 8 pratica, 8 giudizio
grande, con vna profondiſſima intelligenza nell'arte del " . perche chi
offuſca ne'diſegni il muſaico,con la copia, & abbondanza delle troppe figure
nelle iſtorie, e con le molte minuterie de pezzi, le confonde. Et però biſogna,
che il diſegno de'cartoni, che per eſſo ſi fanno; ſia aperto,largo,facile, chiaro,
& di bontà,8 bella maniera continuato. Etchi intende nel diſegno la forza
degli sbattimenti, 8 del dare pochi lumi, 8 aſſai ſcuri, con fare in quegli cer
te piazze,o campi,Coſtui ſopra d'ogni altro la farà bello, 8 bene ordinato.
Vuole hauere il muſaico lodato,chiarezza in ſe:con certavnita ſcurità verſo
l'ombre, & vuole eſſere fatto con grandiſſima diſcrezione, lontano dall'oc
chio,acio che lo ſtimi pittura, 8 non tarſia commeſſa. La onde i muſaici, che
haranno queſte parti, ſaranno buoni, 8 lodati da ciaſcheduno; & certo è che
il muſaico è la piu durabile pittura che ſia. Imperò che l'altra col tempo ſi ſpe
gne; & queſta nello ſtare fatta di cotinuo s'accende Etin oltre la Pittura ma
ca, & ſi conſuma per ſe medeſima;Oueil Muſaico, per la ſua lunghiſſima vita,
ſi puo quaſi chiamare eterno.Perloche ſcorgiamo noi in eſſo, nonH ſolo la per
58 D E L L A
fezione de Maeſtri vecchi, ma quella ancora degli antichi, mediante quelle
opere, che hoggi ſi riconoſcono dell' età loro. Come nel tempio di Bacco a S.
Agneſa fuor di Roma,doue è beniſſimo condotto tutto quello, che vi è lauoa
rato. Similmente a Rauenna n'è del vecchio belliſſimo in piu luoghi. Eta Vis
nezia in ſan Marco. A Piſa nel Duomo, 8 a Fiorenza in ſan Giouanni la tribu
na. Ma il piu bello di tutti è quello di Giotto nella naue del portico di S.Piero
di Roma, perche veramente in quel genere è coſa miracoloſa. 8 ne moderni
quello di Domenico del Ghirladato ſopra la porta di fuori di ſanta Maria del
Fiore, che va alla Nuntiata. Preparanſi adunque i pezzi da farlo;in queſta ma
niera. Quando le fornaci devetri ſono diſpoſte, 8 le padelle piene di vetro,ſe
li vanno dando i colori a ciaſcuna padella il ſuo;Auuertendo ſempre, che da
vn chiaro bianco, che ha corpo, 8 non è traſparente, ſi conduchino i piu ſcu
ri di mano in mano, in quella ſteſſa guiſa, che ſi fanno le meſtiche de'colori,p
dipignere ordinariamente. Appreſſo, quando il vetro è cotto, & bene ſtagio
nato,8 le meſtiche ſono condotte, è chiare, & ſcure, & d'ogni ragione, con
certe cucchiaie lunghe di ferro ſi caua il vetro caldo.Et ſi mette in ſuvno mar
mo piano, 8 ſopra con vn'altro pezzo di marmo ſi ſchiaccia pari & ſe ne fan
no rotelle, che venghinovgualmente piane, e reſtino di i la terza par
te dell'altezza d'wn dito. Se ne fa poi convna bocca di cane di ferro pezzetti
quadri tagliati;& altri col ferro caldo lo ſpezzano inclinadolo a loro modo.
I medeſimi pezzi diuentano lunghi, 8 con vno ſmeriglio ſi tagliano; il ſimile
ſi fa di tutti i vetri, che hanno dibiſogno.Et ſe n'empiono le ſcatole, S. ſitégo
no ordinati, come ſi fa i colori quando ſi vuole lauorare a freſco, che in varij
icodellini ſi tiene ſeparatamente la meſtica delle tinte piu chiare, & piu ſcure
er lauorare Eccivn'altra ſpezie di vetro, che ſi adopra per lo campo, 8 per i
fi depanni, che ſi mette d'oro, queſto quando lo vogliano dorare, piglia
no quelle piaſtre di vetro, che hanno fatto; & con acqua di gommabagnano
tutta la piaſtra del vetro,S: poi vi mettono ſopra i pezzi d'oro. Fatto ciomer
tono la piaſtra ſu vina pala di ferro, 8 quella nella bocca della fornace, coper
ta prima convn vetro ſottile tutta la piaſtra di vetro, che hanno meſſa d'oro,e
fanno queſti coperchi,o di bocce,o a modo di fiaſchi ſpezzati, di maniera, che
vn pezo cuopra tutta la piaſtra; Et lo tengono tanto nel fuoco, che vien quaſi
roſſo,8 in vn tratto cauandole, l'oro viene covna preſa mirabile a imprimer
ſi nel vetro,S& fermarſi, e regge all'acqua, 8 a ogni tempeſta;Poi queſto ſi ta
glia,& ordina come l'altro di ſopra. Et per fermarlo nel murovſano di fare il
cartone colorito, & alcuni altri ſenza colore, il quale cartone calcano, o ſe
gnano a pezzo a pezzo in ſu lo ſtucco;& di poi vanno commettedo appoco ap
poco quanto vogliono fare nel muſaico. Queſto ſtucco per eſſer poſto groſſo
in ſu l'opera gli aſpetta duoi di, & quattro ſecondo la qualità del tempo:E faſ
ſi di treuertino,di calce, mattone peſto, Draganti, & chiara d'uouo,e fattolo,
tengono molle con pezze bagnate, coſi dunque pezo, per pezo tagliano i car
toni nel muro, & lo diſegnano ſulo ſtucco calcando fin, che poi ci certe mol
lette ſi pigliano i pezzetti degli ſmalti;& ſi commettono nello ſtucco, et ſilu
meggiano i lumi,etdaſsi mezi amezi,et ſcuri agli ſcuri; contrafacendo l'om
bre,ilumi,eti mezi minutamente, come nel cartone; et coſi lauorando con
diligenza ſi conduce appoco appoco a perfezione. Etchi piu lo conduce "i
[O, 11
p I T T V R A 59
to ſi che e'torni pulito,et piano, colui è piu degno di loda, 8 tenuto da piu de
gli altri. Impero ſono alcuni tanto diligenti al muſaico, che lo conducono di
maniera, che egli appariſce pittura a freſco. Queſto, fatta la preſa,induratala
mente il vetro nello ſtucco, che dura in infinito, come ne fanno fede i muſai
ci antichi, che ſono in Roma, 8 quelli che ſono vecchi; &anco nell'una, S&
nell'altra parte i moderni ai di noſtri n'hanno fatto del marauiglioſo.
Dell'iſtorie,er delle figure,cheſi fanno di commeſſo ne Pauimenti, ad mitazione del
le coſe di chiaro,o ſcuro. Cap. XXX.
A
loro,ſebenee foſſe ſtato di Piu di mille. Lauorarono però di queſto gli anti
chiancotanelle incroſtature delle pietre fini, come apertamente ſi vede nel
portico diſan Pietro,doue è vna gabbia convn'vccello in vn campo di porfi
do,& d'altre pietre diuerſe, commeſſe in quello con tutto il reſto degli ſtaggi
&delle altre coſe. Ma per eſſere il legno piu facile, 8 molto piu dolce a que
ſtolauoro, hanno potuto i Maeſtri noſtri lauorarne piu abbondantemente,
&in quel modo,che hanno voluto. Vſaronogia per far l'ombre, abbronzare
le col fuoco davnabanda: il che bene imitaual'ombra, ma gli altri hanno va
ſato di poi olio di zolfo, S&acque di ſolimati, 8 di arſenichi, con le quali coſe
hanno dato quelle tinture, che eglino ſteſſi hanno voluto; Come ſi vede nel
l'opre di fra Damiano in ſan Domenico di " Et perche tale profeſſio
ne conſiſte ſolo ne diſegni, che ſiano atti a tale e ercizio, pieni di caſamenti, S&
di coſe chehabbinoilineamenti quadrati; & ſi poſſa per via di chiari, 8 di
ſcuri dare loro forza, 8 rilieuo; hannolo fatto ſenpre perſone, che hanno ha
uuto piu pacienza, che diſegno Etcoſis'è cauſato, che molte opere vi ſi ſono
fatte.Èt ſi ſono in queſta profeſſione lauorate ſtorie di figure,frutti, 8 anima
li, che in vero alcune coſe ſono viuiſſime; ma per eſſere coſa che toſto diuen
ta nera, 8 non contrafa ſe non la pittura, eſſendo da meno di quella, S poco
durabile per i tarli, & per il fuoco,è tenuto tempo buttato invano, anchora,
che e'ſia pure, S&lodeuole, & maeſtreuole,
i Da dipigure le fineſtre diuetro;& come clieſi conduchino copionbi,e coſtrridafie
nerleſenzaimpedimento delle figure. Cap. XXXII.
Del Niello,e come per quello habbiamo leſtampe diramese come s'intaglino glargia
ti,per fare gli smaltidi baſſorilicuo,erſimilmente ſi ceſelino
le groſſerie. Cap.XXXIII.
64 D E L L A
L Niello,il quale non è altro, che vn diſegno tratteggiato, 8 dipinto ſu lo
argento, come ſi dipigne, 8 tratteggia ſottilmente con la penna, fu troua
to dagli Orefici fino al tempo degli antichi, eſſendoſi veduti caui co'ferri,
ripieni di miſtura negli ori, 8 argenti loro. Queſto ſi diſegna cò lo ſtile ſu lo
argento, che ſia piano & s'intaglia col bulino, che è vn ferro quadro tagliato
avnghia,da l'uno degli angoli a l'altro perisbieco, che coſi calando verſo vino
de'canti,lo fa piu acuto, & tagliente da due lati,8 la punta di eſſo ſcorre,e ſot
tiliſſimamente intaglia. Con queſto ſi fanno tutte le coſe, che ſono intagliate
ne metalli, per riempierle, o per laſciarlevote,ſecondo la volontà dell'artefice,
quando hanno dunque intagliato, 8 finito col bulinospigliano argento, 8.
piombo, 8 fanno di eſſo al fuoco vina coſa, che incorporata inſieme è nera di
colore, & frangibile molto, & ſottiliſſima a ſcorrere. Queſta ſi peſta, & ſi pone
ſopra la piaſtra dell'argento dou'è l'intaglio, il qual'è neceſſario, che ſia bene
pulito; & accoſtatolo a fuoco di legne verdi, ſoffiando co'mantici, ſi fa, che i
raggi di quello, percuotino doue è il Niello. Il quale per la virtù del calore fon
dendoſi, 8 ſcorrendo, riempie tutti gli intagli, che haueua fatti il bulino.Ap
preſſo, quando l'argento è raffreddo; ſi và diligentemente coraſchiatoi leuá
do il ſuperfluo; & con la pomice appoco appoco ſi conſuma, fregandolo,e có
le mani, & convn quoio tanto, che è ſi truoui il vero piano; & che il tutto re
ſtipulito. Di queſto lauorò mirabiliſſimamente Maſo Finiguerra Fiorétino,
il quale fu raro in queſta profeſſione, come ne fanno fede alcune paci di niel
lo in ſan Giouanni di Fiorenza, che ſono tenute mirabili. Da queſto intaglio
di bulino son deriuate le ſtampe di rame;onde tante carte,e Italiane, e Tedee
ſcheveggiamo hoggi per tutta Italia, che ſi come negli argenti s'inprontaua,
anzi che fuſſero ripieni di niello, di terra, 8 ſi buttaua di zolfo, coſi gli Stampa
tori trouarono il modo del fare le carte ſule Stampe di rame col torculo, co
me hoggi habbiam veduto da eſſi imprimerſi. Ecci vn'altra ſorte di lauori in
argento,o in oro, comunemente chiamata Smalto, che è ſpezie di pittura me
ſcolata con la ſcultura.Etſerue doue ſi mettono l'acque, ſi che gli ſmalti reſti
no in fondo. Queſta douendoſi lauorare in ſu l'oro, ha biſogno d'oro finiſſia
mo.Etin ſu l'argento, argento almeno a lega di Giulij. Et è neceſſario queſto
modo, perche lo ſmalto ci poſſa reſtare, & non iſcorrere altroue, che nel ſuo
luogo, biſogna laſciarli i profili d'argento,che " ſian ſottili e non ſi veg
ghino Coſi ſi fa vn rilieuo piatto, & in contrario a l'altro, accioche, mettedo
ui gli ſmalti,pigli gli ſcuri, 8 chiari di quello dall'altezza, 8 dalla baſſezza del
intaglio.Pigliaſi poi smalti di vetri di vari colori, che diligentemente ſi fermi
no col martello.Et ſi tengono negli ſcodellini con acqua chiariſſima, ſepara
ti,& diſtinti l'uno dal'altro. Et quegli che ſi adoperano a loro, ſono differenº
ti da quegli che ſeruono per l'argento. Et ſi conducono in queſta maniera.
Con vna ſottiliſſima Palettina d'argento ſi pigliano ſeparatamente gli ſmalti;
& con pulita pulitezza ſi diſtendono a luoghi loro;& vi ſe ne mette & rimet
te ſopra ſecondo, che ragnano, tutta quella quantità, che fa di meſtiero. Fatto
queſto ſi preparavna pignatta di terra, fatta a poſta, che per tutto ſia piena di
buchi, & habbia vna bocca dinanzi; Et vi ſi mette dentro la Mufola, cioè vin
coperchietto di Terra bucato, che non laſci cadere i carboni a baſſo; & dalla
Mufola in ſu ſiempie di carboni di cerro, 8 ſi accende ordinariamente. Nel
VO TO»
P I T T V R A 6;
che è reſtato ſotto il predetto coperchio,in ſu vna ſottiliſsima piaſtra di ferro,
ſi mette la coſa ſmaltata a ſentire il caldo a poco a poco,etvi ſi tiene tanto, che
fondendoſi gli ſmalti, ſcorrino per tutto quaſi come acqua. Ilche fatto ſi la
ſcia rafreddare; & poi convnafraſsinella ch'è vna pietra da dare filo ai ferri,e
con rena da bicchieri ſi sfrega, S& con acqua chiara, finche ſi truoui il ſuo pia
no. Et quando è finito di leuare il tutto ſi rimette nel fuoco medeſimo, acciò
" illuſtro nello ſcorrere l'altra volta vada per tutto. Faſſene d'un'altra ſorte a
mano, che ſi puliſce con geſſo di Tripoli, 8 convn pezzo di cuoio; del quale
non accade fare menzione; ma di queſto, l'ho fatto, perche, eſſendo opra di
pittura, come le altre, m'è paruto a propoſito.
DellaTauſta, cioè Lauoro ala Damaſchina. Capitolo. XXXIIII.
ſti
Anno ancora i moderni ad imitazione degli antichi rinuenuto vna ſpe
H zie di comettere ne metalli intagliati d'argento, o d'oro,faccendo in eſsi
lauori piani, o di mezo,o di baſſo rilieuo; Et in cio grandemente gli hanno
auanzati.Etcoſi habbiamo veduto nello acciaio lopere intagliate ala Tauſia
altrimenti detta a la Damaſchina, per lauorarſi dicio in Damaſco, 8 per tut
to il Leuante eccellentemente. La ondeveggiamo hoggi di molti bronzi, 8.
ottoni, & rami commeſsi di argento, & oro, con arabeſchi, venuti di que pae
ſi: Et negli antichi habbiamo veduto anelli d'acciaio con meze figure, & fo
gliami molto belli.Et di queſta ſpezie di lauoro ſeneſon fatte a di noſtri arma
dure da combattere lauorate tutte d'arabeſchi d'oro commeſsi, 8 ſimilmen
te ſtaffe, arcioni di ſelle, 8 mazze ferrate, Ethora molto ſi coſtumano i fora
nimenti delle ſpade, depugnali,de'coltelli, 8 d'ogni ferro che ſi voglia ricca
mente ornare, & guernire, & ſi fa coſi. Cauaſi il ferro in ſotto ſquadra, S&
per forza di martello ſi commette l'oro in quello, fattoui prima ſottovnata
gliatura a guiſa di lima ſottile, ſi, che l'oro viene a entrare ne caui di quella,
& a fermarueſi. Poi con ferri ſi dintorna, o con garbi di foglie, o con girare
di quel che ſi vuole, 8 tutte le coſe cofili d'oro paſſati per filiera ſi girano per
il ferro, & col martello samaccano; & fermano nel modo di ſopra. Auuerti
ſcaſi nientedimeno, che i fili ſiano piu groſsi; & i proffili piu ſottili, a ciò ſi
fermino meglio in quegli. In queſta profeſsione infiniti ingegni hanno fatto
coſe lodeuoli, & tenute marauiglioſe: & però non ho voluto mancare di far
ne ricordo, dependendo dal commetterſi, è eſſendo ſcultura, S& pittura,
cio è coſa che deriua dal diſegno.
Dele Stampe di legno; o del modo di farle, e del primo Inuentor loro; crcome
contre ſtampe ſi fanno le carte, che paiono diſegnate; & moſtrano
illume,ilmezzo,e l'ombre. Cap. XXX v.
L primo inuentore delle ſtampe di legno di tre pezzi, per moſtrare oltra il
diſegno, l'ombre, i mezi, & i lumi ancora, fu Vgo da Carpi, il quale aimi
tazione delle ſtampe di Rame, ritrouò il modo di queſte, intagliandole in
legname di pero, o di boſſolo, che in queſto ſono eccellenti ſopra tutti gli al
tri legnami. Fecele dunque di tre pezzi, ponendo nella prima tutte le coſe:
I prof
66 D E L L A P I T T V R A.
profilate, 8 tratteggiate: Nella ſeconda, tutto quello, che è tinto a canto
al profilo con lo acquerello per ombra, Et nella terza ilumi, 8 il campo, la
ſciando il bianco della carta invece di lume, & tingendo il reſto per campo.
Queſta, doue è illume, & il campo ſi fa in queſto modo. Pigliaſi vna carta
ſtampata, con la prima, doue ſono tutte le proffilature, 8 i tratti, 8 coſi freſca
freſca ſi pone in ſu l'aſſe del pero, 8 agrauandola ſopra con altri fogli, che no
ſiano umidi, ſi ſtrofina, in maniera, che quella che è freſca laſcia ſu l'aſſela
tinta di tutti profili delle figure. E allora il pittore piglia la biacca a gomma,
& dà in ſul pero i lumi; I quali dati, lo intagliatoregli incaua tutti coferri ſe
condo, che ſono ſegnati. Etqueſta è la ſtampa, che primieramente ſi
ra, perche ella failumi, &il campo, quando ella è " di colore ad olio:
"
& per mezo della tinta, laſcia per tutto il colore, ſaluo, che doue ella è incas
uata, che iui reſta la carta bianca. La ſeconda poi è quella delle ombre, che è
tutta piana, & tutta tinta di acquerello, eccetto che doue le ombre non han
no ad eſſere, che quiui è incauato il legno. &la Terza, che è la prima a for
marſi, è quella, doue il proffilato del tutto è incauato per tutto, ſaluo, che
doue e non hai proffili tocchi dal nero della penna. Queſte ſi ſtampano al
torculo, & vi ſi rimettono ſotto tre volte, cioè vna volta per ciaſcuna ſtampa
ſi che ellehabbino il medeſimo riſcontro. Etcertamente, che cio fu beliſsima
inuenzione. Tutte queſte profeſsioni, 8 arti ingegnoſe ſi vede che deriuano
dal'diſegno: il quale è capo neceſsario di tutte: & non l'hauendo non ſi ha
nulla. Perche ſe bene tutti i ſegreti, 8 i modi ſono buoni; quello è ottimo,
per lo quale ogni coſa perduta ſi ritroua, &ogni difficilcoſa, per eſſo diuen
ta facile, come ſi potrà vedere nel " le vite degl'artefici, i quali dal
- la natura, 8 dallo ſtudio aiutati, hanno fatto coſe ſopra humane
er il mezo ſolo del diſegno. Et coſi faccendo qui fine alla
introduzzione delle tre Arti, troppo piu lungamen
te forſe trattate, che nel principio non mi
penſai, Me ne paſſo a
ſcriuere le
- Vite,
PR O E MI O D E L L E
V I T E.
o non dubito punto,che nonſia quaſi di tutti gli ſcrittori com
mune, 6 certiſsima opinione, che la ſcultura inſieme con la
pittura fuſero naturalmente dai popoli dello Egittoprimiera
" mente trouate; Eche alcun’altri non ſiano, che attribuiſchino
ºi a Caldei leprime bozze demarmi; & iprimi rilieui delleſta
tue; come danno ancoa Grecilainuenzione del pennello, 6'
delcolorire. Ma io dirò bene, che dell'una, º dell'altra Arte il diſegno, che
è il fondamento di quelle, anzi l'iſteſſa anima, che concepe,cº nutriſce in ſeme
deſima tutti i partidegli intelletti, fuſe perfettiſſimo inſulorigine di tutte l'altreco
ſe. Quando l'altiſſimo Diofatto.ilgran corpo del mondo, º ornato il cielo deſuoi
chiariſſimi lumi, diſceſe con lintellettopiu giu nella limpidezza dell'aere, & nella
ſolidità della terra, formandolhuomo," con la uagainmenzione delle co
ſe, laprima forma della ſcoltura, º della pittura, dal quale huomo amano ama
mopoi (che non ſi dedire il contrario) come da uero eſemplarefurcauate le ſtatue,
e&leſculture, º la difficulta dell'attitudini, e dei contorni, 6 per le prime pit
ture (qualche eleſi fuſero)lamorbidezza,l'unione, º la diſcordante concordia,
che fanno i lumi con l'ombre. Coſi dunque ilprimo modello,onde uſci la"i ima
gine dell'huomo ſu una " di terra; & non ſenza cagione:percioche il duino
Architetto del tempo, 6 della natura, comeperfetiſsimo uole mostrare nella im
perſezione della materia,lauia,delleuare, & dell'aggiugnerei nel medeſimo mo
docheſogliono fare i buoni ſcultori, pittori, i quali ne'lor modelli, aggiungendo,
& leuando, riducono le imperfette bozze a quelfine, 6 perfezione che uoglio
no. Diedegli colore uiuaciſsimo di carne, doues'è tratto nelle pitturepoidaleMi
miere della terra gli ſteſsi colori, per contraffare tutte le coſe, che accaggiono nelle
Pitture. Bene è uero, che e'non ſi può affermareper certo, quello, che adimitazio
me di coſi bella opera ſifaceſsino gli huomini auanti al Diluuio in queste arti; auue
gna, cheueriſimilmentepaia da credere, che eſſi ancora, 6 ſcolpiſſero, 6 dipi
gniſſero d'ogni maniera; Poiche " del Superbo Nebrot circa.cc.anni
adiº ilDiluuiofece fare la statua,dondenacquepoi la Idolatria; 6 la famoſiſsima
nuora ſua semiramis Regina di Babilonia, nella edificazione di quella città poſe
tra gli ornamenti di quella, nonſolamenteuariate, 6 due ſeſpezie di animali ri
tratti, 69 coloriti di naturale, Ma laimagine di ſe steſſa, o di Ninoſo marito,
6 le ſtatue anchora di bronzo del ſuocero, o della ſuocera, º della autiſuocera
ſua, come racconta Diodoro,chiamandole conomi de'Greci, che ancora non era
no, Gioue,Giunone, 6 ope, Dale quali ſtatue appreſeroperauuenturat Caldei, a
2, l- º
68 - P R O E M 1 o
E fra
7» . P R O E M I O
Etf agli Archi dalle bande i"ſono molto goffi & ſfatti, che ſipuo
credere fermamente, che inſino allora,l'Arte della Scultura haueua cominciato a
perdere del buono. Etnon dimeno non erano ancora venuti i Gotti, 6 l'altrena
zioni barbare, 2 straniere, che diſtruſono inſieme con l'Italia tutte l'Artimiglic
ri. Ben'è vero, che ne detti tempi haueua minor dannoriceuuto l'Architettura,
che l'altre arti deldiſegno fatto non haueuano;perchenelbagno, che fece eſſo Go
ſtantinofabricare a Laterano, nell'entrata delportico principale ſi vede, oltre alle
colonne di porfido, i capitelli lauorati di marmo,elebaſe doppietolte d'altroue be
miſsimo intagliate: che tutto ilcompoſto della fabrica è beniſsimo inteſo. Doueper
contrario lo stucco,ilmuſaico,º alcune incrostature delle facce, fatte da maeſtri
di queltemponò ſono a quelle ſimili, che feceporre nel medeſimo bagno,leuate, per
la maggiorparte dai tempi degli dide gentili. Il medeſimo, ſecondo, che ſi dice,
fece Goſtantino delgiardino d'equizio,nel fare il tempio, che egli dotòpoi,et diede
a ſacerdoti chriſtiani. Similmente il magnifico tempio di San Giouanni Laterano
fatto fare dallo steſſo Imperadore,può far fede del medeſimo,cioè, che al tempo ſuo
eradigia molto declinata la ſcultura:perchel'imagine del Saluatore,e i dodici A
poſtoli d'argento,che egli fece fare, furono ſculture molto baſſe, e fatte ſenza arte,
& con pochiſmo diſegno, oltre cio,chi conſiderà con diligenza le medaglie d'eſ
ſoGostantino,6 l'magineſua,6 altre statue fatte dagli ſcultori di quel tempo,
che hoggi ſono in Campidoglio, vede chiaramente, ch'ele ſono molto lontane dalla
perfezione delle Medaglie º delle ſtatue degl'altri Imperatori: leguali tutte coſe
moſtrano, che molto inanzi la venuta in Italia de'Gotti,era molto declinata la ſcul
tura. L'Architettura, comeſi è detto, sandò mantenendo,ſe non coſi perfetta,
in miglior modo,nè di cioè damarauigliarſi: perchefacendoſigl'edifizi gridi qua
ſ"
ſi tutti di era facile agli Architetti nel fare inuoui imitare in gran parte i
vecchi, che ſemprehaueuano dinanzi agl'occhi. E ciomolto piu ageuolmente, che
non poteuano gli ſcultori,eſſendo mancata l'arte,imitare le buonefiguredegl'anti
chi. E che cio ſia vero,è manifeſto, che il tempio delpricipe degli Apostoli in Va
ticano non era ricco, ſe non di colonne, di baſe,di capitegli,d'architraui,cornici por
te,cº altre incroſtature, ornamenti, che tutti furono tolti di duerſi luoghi, 6
dagl'edifixistati fatti inanzi molto magnificamente. Il medeſimo ſi potrebbe dire
di S.Croce in Geruſalemme,laquale fece fare Gostantino apreghi della madre He
lena. Di S. Lorenzo fuor delle mura, di S.Agneſafatta dal medeſimo archie
ſta di Goſtanza ſia figliuola. Etchinonsi,che ilfone,il quale ſeruiperlo batteſi
mo di coſtei,cº d'una ſua ſorella fututto adornato di coſe fattemolto prima? Epar
ticolarmente di quelpilodiporfido,intagliato di figure belliſsime,o d'alcuni cande
lieri di marmo,eccellentemente intagliati di fogliami, 9 d'alcuni putti di baſſo ri
leuo, che ſono veramente belliſsimi? Inſomma per queſta, o molte altre cagioni
ſi vede quantogia fuſe al tempo di Gostantino venuta albaſſo la ſcultura,eco ja
inſ nelalrearti migliori. E ſe alcuna coſa mancauaall'ultima rouma loro, pen
me loro data copiutamente da partirſi Goſlantino di Roma per andare apº, º 7
4 t il ti
D E L L E V I T E 73
ſiyeggiono. Et perche tutte queste coſe erano, alcune piccole, alcune grandi,
& altre mezzane, fu grande il giudizio, 6 la virtù di Buſchetto "
commodarle, 6 nel fare lo ſpartimento di tutta quella fabbrica, dentro, 3
fuori molto bene accommodata: Etoltre all'altre # nella facciata dinanzi con
gran numero di colonne accommodò ildiminuire del fronteſpizio molto ingegno
ſamente, quello di vari, 6 diuerſi intagli daltre colonne, 6 di statue antiche
ſi
adornando, come anco fece le porte principali della medeſima facciata: fra le
quali, cioè allato a quella delcarroccio, fu poi dato a eſſo Buſchettohonorato ſe
polcro contre Epitaffi,deguali è queſto no, in verſi latini, non punto disſimi
li dall'altre coſe di que tempi. -
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32
Parte Prima.
! GIOVANNI
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83
VITA DI CIM A BVE PITTORE FIORENTINO.
-
84 P R I M A P A R T E
detta chieſa, donde eſſendo poi leuata, per dar quel luogo alla tauola, che v'è
hoggi di Aleſſo Baldouinetti, fu poſta in vna capella minor della Nauata ſini
ſtra di detta chieſa. Lauorando poi in freſco allo ſpedale del Porcellana, ſul ci
to della via nuoua, che va in borgo Ogniſanti nella facciata dinanzi, che ha
in mezola porta principale,davn lato la Vergine Annunziata dal'Angelo, 8.
dal'altro Gieſu Chriſto con Cleofas,& Luca, figure grandi quanto il natura
ie; leuò via quellavecchiaia,facendo in queſt'opra i panni, &le veſti, el'altre
coſe vn poco piu viue,& naturali, 8 piu " la maniera di quegreci
tutta piena di linee,e di proffili, coſi nel muſaico, come nelle pitture; la qual
i maniera ſcabroſa, 8 goffa, 8 ordinaria haueuano, non mediate lo ſtudio, ma
Per vna cotal vſanza inſegnato l'uno all'altro, per molti, 8 molti anni, i pitto
ridique tempi, ſenza penſar mai a migliorare il diſegno, è bellezza di colori
to,ò inuentione alcuna,che buona fuſle. Eſſendo dopo queſt'opra richiama
to Cimabue dallo ſteſſo guardiano,chegl'haueua fatto l'opere di S.Croce,gli
fece vn Crocifiſſo " in legno, che ancora hoggi ſi vede in chieſa,laqua
le opera fu cagione parendo al guardiano eſſer ſtato ſeruito bene, che lo con
duceſſe in S.Franceſco di Piſa loro cauento, a fare ivna tauolavn S. Fräceſco,
che fu da que popoli tenuto coſa rariſſima,conoſcendoſi in eſſo vin certo chè,
piu di bontà,e nell'aria della teſta, e nelle ieghede panni, che nella maniera
greca non era ſtata vſata in ſin'allora da i haueua alcuna coſalauorato, né
Pur in Piſa,ma in tutta Italia. Hauendo poi Cimabue, per la medeſima chieſa
fatto in vina tauolagrande,l'immagine di noſtra Donna col figliuolo in col
losº con moltiangeli intorno, pur in campo d'oro,ellafu dopo non molto té
Poleuata di doueell'era ſtata collocata la prima volta per farui l'altare di mar
mo, che vi è al preſente; e poſta dentro alla chieſa allato alla porta, a man mi
ca. Per la quale opera fu molto lodato, 8 premiato da Piſani. Nella medeſima
città di Piſa,fece a richieſta dell'Abbate allora di S. Paulo in Ripa d'Arno in
Vna tauoletta vna S.Agneſa,8 intorno a eſſa di figure piccole tutte le ſtorie
della vita di lei, la " è hoggi ſopra l'altare delle vergini in detta
chieſa. Per queſte opere dunque, eſſendo aſſai chiaro per tutto il nome di Ci
mabue, egli fu " in Aſceſi città dell'Vmbria,doue in compagnia d'al
cuni maeſtri greci dipinſe nella chieſa di ſotto di S.Franceſco parte delle vola
te,e nelle facciate la vita di Gieſu Chriſto,e quella di S.Franceſco Nellequali
pitture paſsò di gran lunga que pittori greci: onde creſciutogli l'animo, co
minciò da ſe ſolo a dipigner afreſco la chieſa di ſopra, e nella tribuna maggio
refece ſopra il choro in quattro facciate alcune ſtorie della noſtra Donna,
cioè la morte, quando è da Criſto portata l'anima di lei in cielo ſopravntro
no di nuuole; & quando in mezzo avn coro d'Angeli la corona, eſſendo da
Piegran numero di ſanti,eſante hoggi dal tempo, e dalla poluere conſumati.
Nelle crociere poi delle volte di detta chieſa, che ſono cinque, dipinſe ſimil
mentemolte ſtorie; Nella prima ſopra il coro fece i quattro euangeliſti mag
giori del viuo,e coſi bene, che ancor hoggi ſi conoſce in loro aſſai del buono s
&la freſchezza de'colori nelle carni,moſtrano,chelapittura cominciò a fare
Per le fatiche di Cimabue grande acquiſto nellauoro a freſco. La ſeconda cro
ciera fece piena di ſtelle d'oro in campo d'azurro oltramarino. Nella terza fe
ce in alcuni tondi Gieſu Chriſto,la Vergine ſua madre, S. Giouanni Battiſta,
-
&
V I T A D I C I M A B V E 8;
&S. Franceſco, cioè in ogni tondovna di queſte figure, &in ogni quarto del
lavoltavn tondo. E fra queſta, e la quinta crociera, dipinſe la quarta di ſtelle
d'oro, come diſopra in azurro d'oltramarino. Nella quinta dipinſe i quattro
Dottori della chieſa, 8 appreſſo a ciaſcuno di loro,vna delle quattro primere
ligioni, opera certo faticoſa, 8 condotta con diligenza infinita. Finite le vol
telauorò pure in freſco le facciate di ſopra della banda manca di tutta la chie
ſa,facendo verſo l'altar maggiore fra le fineſtre, & inſino alla volta otto ſtorie
del teſtamento vecchio, cominciandoſi dal principio del Geneſi, eſeguitando
le coſe piu notabili. Et nello" che è intorno alle fineſtre inſino a che le
terminano in ſul corridore, che gira intorno dentro al muro della Chieſa die
pinſe il rimanente del teſtamento vecchio in altre otto ſtorie. E dirimpetto a
queſta opera in altre ſedici ſtorie,ribattédo quelle,dipinſe i fatti di noſtra dé
na, e di Gieſu Chriſto. E nella facciata da pie ſopra la porta principale, e intor
no all'occhio della Chieſa, fece l'aſcendere di " in cielo, et lo ſpirito ſanto,
che diſcende ſopra gl'Apoſtoli. La qual opera veramente grandiſſima,8 ricca
& beniſſimo condotto,douette per mio giudizio,fare in que tempi ſtupire il
mondo,eſſendo maſſimamente ſtata la pittura tanto tempo in tanta cecità. &
a me, che l'anno 1563. la riuidi parue belliſſima, penſando come in tante tenee
bre poteſſe veder Cimabue tanto lume. Ma i tutte queſte pitture (al che ſi
deue hauer conſiderazione)quelle delle volte, come meno dallapoluere,e da
gl'altri accidenti offeſe,ſi ſono molto meglio, che l'altre côſeruate. Finite que
ſte opere, miſe mano Giouanni a dipignere le facciate diſotto, cioèquelle che
ſono dalle fineſtre ingiu,8 vi fece alcune coſe, ma eſſendo a Firenze da alcua
ne ſue biſogne chiamato, non ſeguito altramente illauoro; malo finì, come
al ſuo luogo ſi dirà,Giotto, molti anni dopo. Tornato dunque Cimabue a Fi
renze,dipinſe nel chioſtro di S.Spirito,doue è dipinto alla greca da altri mae
ſtri, tutta la banda di verſo la Chieſa, tre Archetti di ſua mano, della vita di
C R H 1 s T o, & certo con molto diſegno. Et nel medeſimo tempo man
dò alcune coſe da ſe lauorate in Firenze, a Empoli, lequali ancor hoggi ſono
nella pieue di quel caſtello tenute in gran venerazione. Fece poi per la Chi.
eſa di Santa M A R 1 a Nouella la Tauola di Noſtra Donna, che è poſta in
alto fra la capella de'Rucellai,e quella de Bardi da Vernia; Laquale opera fu
di maggior grandezza, che figura, che fuſſe ſtata fatta inſin'a quel tempo. Et
alcuni Angeli, che le ſono intorno, moſtrano, ancorche egli haueſſe la manie
ragreca, che s'andò accoſtando in parte allineamento, 8 modo della moder
na. Onde fu queſta opera di tanta marauiglia ne popoli di quell'età, per no ſi
eſſer veduto inſino " meglio, che da caſa di Cimabue fu con " feſta,
& con le trombe alla chieſa portata con solenniſſima proceſſione, 8 egli per
cio molto premiato, & honorato. Diceſi, & in certi ricordi di vecchi pittori ſi
legge, che métre Cimabue la detta tauola dipigneua in certi orti appreſſo por
ta S.Piero, che paſsò il Re Carlo il vecchio d'Angiò per Firenze, et che fra le
molte accoglienze fattegli da gl'huomini di queſta Città,e lo conduſſero a ve
dere la tauola di Cimabue.E che per non eſſere ancora ſtata veduta da neſſu
no, nel moſtrarſi al Revi concorſero tutti gl'huomini, 8 tutte le Donne di Fi
renze con grandiſſima feſta, 8 con la maggior calca del mondo. La onde per
l'allegrezza,chenhebbero i vicini, chiamarono quelluogo Borgoallegri, il
ImO
S6 - p R I M A P A R T E
quale col tempo meſſo fra le mura della città, ha poi ſempre ritenuto il medeſi
monome. In S.Franceſco di Piſa, doue egli lauorò, come ſi è detto diſopra,al
cune altre coſe,è di mano di Cimabue nel chioſtro allato alla porta, che entra
in chieſa in vn cantone,vna tauolina a tempera,nella quale è vinchriſto in cro
ce con alcuni Angeli a torno, i quali piangendo pigliano con le mani certe
parole, che ſono ſcritte intorno alla teſta di Chriſto, e le mandano all'orec
chie d'una noſtra Donna, che a man ritta, ſta piangendo, e dall'altro lato a ſan
Giouanni Euangeliſta, che è tutto dolente a man ſiniſtra: E ſono le parole al
la Vergine; Mv L 1 ER E cc e F1 L 1 vs Tvvs, e quelle a ſan Giouanni: E c
c e Mar ER Tv A. E ille, che tiene in manovn'altr'angel'appartato: dicano
exilla hora accepiteam diſcipulus in ſuam. Nel che è da conſiderare, che Ci
mabue cominciò a darlume, 8 aprire la via all'inuenzione, aiutando l'arte ci
le parole, per eſprimere il ſuo concetto; Il che certo fu coſa capriccioſa,e nuo
ua Hora, perche, mediante queſte opere, s'haueua acquiſtato Cimabue con
molto vile grandiſsimo nome, egli fu meſſo per Architetto in compagnia d'
Arnolfo Lapi, huomo allora nell'architettura eccellente, alla fabrica di S.Ma
ria del Fiorin Fiorenza. Ma finalmente, eſſendoviuuto ſeſſanta anni paſsò
all'altra vita l'anno Milletrecento,hauendo poco meno, che reſuſcitata la pit
tura. Laſciò molti diſcepoli,e fragl'altri Giotto, che poi fu Ecc. pittore, Ilgua
le Giotto habitò dopo Cimabue nelle proprie caſe li ſuo Maeſtro nella via
del Cocomero. fu ſotterato Cimabue ins. Maria delfiore con queſto epitaf,
fio fattogli da uno de Nini. -

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Condotto poi Buono dagl'Aretini nella loro Città, fece l'habitazione vec,
chia de ſignori d'Arezzo, cioèvn Palazzo della maniera de'Gotti, & appreſſº
a quello vina Torre per la Campana; Ilguale edificio, che di quella maniera
era ragioneuole,fugettato in terra, per eſſere dirimpetto,e aſſai vicino alla for
tezza di quella Città, l'anno 1533 pigliando poi l'arte alquanto di miglioramé
te per l'opere d'un Guglielmo di nazione (Credo io) Tedeſco, furono fatti
alcuni edifizi di grandiſsima ſpeſa,e d'un poco migliore maniera: perche que
ſto Guglielmo,ſecondo, che ſi dice, l'anno 1174. inſieme con Bonanno Scul
tore fondò in Piſa il Campanile del Duomo,doue ſono alcune " intaglia
--
9o P R I M A : P A R T E
te, che dicono A.D.Mc 74 Cápanile hocfuit fundatum, Menſe Aug Ma non
hauendo queſti due Architetti molto pratica di fondare in Piſa, e percio né
palificando la piatea,come doueuano, prima, che fuſſero al mezzo di quella
fabrica ella inchinò davn lato, & piegò in " debole, di maniera, che
il detto Campanile pende ſei braccia, & mezzo,fuor del diritto ſuo, ſecondo,
che da quella banda calò il fondamento;& ſe bene cio nel diſotto è poco, e al
l'altezza ſi dimoſtra aſſai con fare ſtar altrui marauigliato, come poſſa eſſere,
che non ſia rouinato, e non habbia gettato peli;la ragione è, perche queſto
edifizio è tondo,fuori, e dentro,e fatto a guiſa d'ua pozzo voto, e collegato di
maniera con le pietre, che è quaſi impoſsibile, che rouini, e maſsimamente
aiutato dai fondamenti, che hanno fuor della Terra vn getto di tre braccia,
fatto come ſi vede, dopo la calata del Campanile, per ſoſtentamento di quela
lo. Credo bene, che non ſarebbe hoggi,ſe fuſſe ſtato quadro, in piedi, percio
che i cantoni delle quadraturel'harebbono, come ſpeſſo ſi vede auuenire,di
maniera ſpinto in fuori, che ſarebbe rouinato. E ſe la Cariſenda, Torre in
Bologna e quadra,pende, e non rouina,cio adiuiene perche ella è ſottile, e né
pende tanto non aggrauata da tanto peſo a vn gran pezzo, quanto queſto Cá
i" è lodato,nò perchehabbia in ſe diſegno o bella maniera, ma ſo
amente p la ſua ſtrauaganza, non parendo a chi lo vede, che egli poſſa in niu
na guiſa ſoſtenerſi. E il ſopradetto Bonanno mentre ſi faceua il detto Cam
l" fece l'anno 118o. la porta Reale di bronzo del detto Duomo di Piſa, nel
aquale ſi veggiono queſte lettere: Ego Bonannus Pis, mea arte hanc portam
vno anno perfici tempore Benedicti operarij.Nelle muraglie poi, che in Ro
ma furono fatte di ſpoglie antiche a S.Ianni Laterano ſotto Luzio terzo, 8 Vr
bano terzo pontifici,quido da eſſo Vrbano fu coronato Federigo Imperator
fivede, che l'arte andaua ſeguitando di migliorare perche certi tempietti,eca
pelline fatti, come s'è detto, di ſpoglie hanno aſſai ragioneuole diſegno, 8 al
cune coſe in ſe degne di conſiderazione,e fra l'altre queſta, che le volte furon
fatte, per non caricare le ſpalle di quelli edifizi, di canonni piccoli, 8 con cer
tipartimenti di ſtucchi, ſecondo que tempi, aſſai lodeuoli. E nelle cornici, S&
altri membri, ſi vede, che gl'artefici ſi andauano aiutando per trouare il buo
no. Fece poi fare Innocenzio Terzo in ſul monte Vaticano due palazzi, per
quel, che ſi è potuto vedere di aſſai buona maniera, ma perche da altri Papi ſu
rono rouinati, e particolarmente da Nicola quito, che disfece, e rifece la "i
gior parte del palazzo, non ne dirò altro, ſe no che ſi vedevna parte d'eſsi ne
Torrione Tondo,e parte nella Segreſtia Vecchia di S.Piero. Queſto Inno III.
ilqual ſedette inito e ſi dilettò molto di fabricare,fece in Roma molti edifizii,
e particolarméte,col diſegno di Marchiòne Aretino, architetto, et ſcultore la
torre decòti,coſi nominata dal cognome di lui, che era di qlla famiglia. ll me
deſimo Marchionne finii anno, che Innocenzio terzo mori la fabrica della
pieue d'Arezzo, e ſimilmente il Cápanile, facendo di ſcultura nella facciata di
detta Chieſa tre ordini di colonne, l'una ſopra l'altra molto variatamente né
ſolo nella foggia de'capitegli, e delle baſe, ma ancora nei fuſi delle colonne,eſ
ſendo fra eſſe alcune groſſe, alcune ſottili, altre a due a due, altre a 4 a 4. liga a
te inſieme. Parimente alcune ſono auolte a guiſa di vita,S: alcune fatte diuen
tar figure, che reggono co diuerſi intagli. Vi fece ancora molti aiali di diuerſe
forti,
V I T A D'A R N O L F O -
forti, che reggono i peſi col mezo della ſchiena, di qſte colóne, e tutti chlepin
ſtrane,eſtrauaganti inuenzioni, che ſi poſsinoimaginare, e non pur fuori del
buono ordine âtico, ma quaſi fuor d'ogni giuſta, e ragioneuole proporzione.
Ma con tutto cio, chi va bene conſiderando il tutto, vede, che egli andò sfora
zandoſi di far bene, e pensò per auuentura hauerlo trouato in quel modo di
fare,e in quella capriccioſa varietà. Fece il medeſimo di ſcultura nel'arco, che
è ſopra la porta di detta Chieſa, di maniera barbara, vn " con certi
Angeli di mezzo rilieuo aſſai grandi. E nell'arco intagliò i dodici meſi, ponen
douiſotto il nome ſuo in lettere tonde, come ſi coſtumaua, &il milleſimo cio
l'anno Mcc Xv 1. Diceſi, che Marchionne fece in Roma, per il medeſimo Pa
pa Innocenzio terzo in borgo Vecchio l'edifizio antico dello ſpedale, e Chie
ſa di S. Spirito in Saſsia, doue ſi vede ancora qualche coſa del Vecchio: Eta
giorni noſtri era in piedi la Chieſa antica, quando fu rifatta alla moderna con
maggiore ornamento, e diſegno da Papa Paulo terzo di Caſa Ferneſe:
Èt in Santa Maria maggiore, pur di Roma, fece la Capella di marmo doue è
il preſepio di Gieſu Chriſto, in eſſa fu ritratto da lui Papa Honorio terzo di
naturale, del quale anco fece la Sepoltura con ornamenti alquanto migliori
e aſſai diuerſi della maniera,che allora ſi vſaua per tutto Italia comunemente,
fece anco Marchionne in que medeſimi tempi la porta del fianco di S Piero
di Bologna, che veramente fu opera in que tempi di grandiſsima fattura, per
i molti intagli, che in eſſa ſi veggiono, come leoni tondi, che ſoſtengono Coa
lonne & huomini a vſo di fachini & altri Animali, che reggono peſi, e nel
l'arco di ſopra fece di tondo rilieuoi dodici meſi,cò varie fantaſie, 8 ad ogni
meſe il ſuo ſegno celeſte,laquale opera douette in que tempi eſſere tenuta ma
rauoglioſa. Nei medeſimi tempi, eſſendo cominciata la Reglione defrati mi
nori di S. Franceſco, la quale fu dal detto Innocenzio terzo Pontefice confer
mata l'anno 12.c6. Crebbe di maniera, non ſolo in Italia, ma in tutte l'altre
parti del mondo coſi la diuozione, come il numero de'frati, che non fu quaſi
alcuna Città di conto, che non edificaſſe loro Chieſe, 8 conuenti di grandiſ
ſima ſpeſa,e ciaſcuna, ſecondo il poter ſuo. La onde hauendo frate Helia due
anni inanzi la morte di S. Franc. edificato, mentreſſo S. come Generale era
fuori a predicare, 8. egli guardiano in Aſceſi,vna Chieſa col titolo di Noſtra
Donna, morto che fu S. Franceſco concorrendo tutta la Chriſtianita a viſita
ril corpo di S.Franceſco, che in morte, e in uita era ſtato conoſciuto tanto a
mico di Dio, etfacendo ogni huomo al S. luogolimoſina,ſecódo il poter ſuo:
Fu ordinato, che la detta Chieſa cominciata da frate Helia, ſi faceſſe molto
maggiore, e piu Magnifica. Ma eſſendo careſtia di buoni Architettori, 8 ha
uendo l'opera, che ſi haueua da fare, biſogno d'uno Ecc. hauendoſi a edificar
ſopravn colle altiſsimo, alle radici delquale caminavn Torrente chiamato
Teſcio, fu condotto in Aſceſi dopo molta conſiderazione, come migliore di
uanti allora ſi ritrouauano,vn Maeſtro Iacopo Tedeſco;ilquale conſiderato
il ſito, & inteſa la volontà de padri, iguali fecero percio in Aſceſivn Capitolo
Generale, diſegnò vn corpo " cóuento belliſsimo:Facédo nel model
lo tre ordini vno da farſi º, terra; egl'altri per due Chieſe, vna delle quali
ſul primo piano ſeruiſſe per piazza, convnportico intorno aſſai grande,l'altra
Perchieſa e che dalla prima ſi ſaliſſe alla ſeconda, per vn ordine comodiſsimo
- M a
g2 P R I M A P A R T E
di ſcale, lequali giraſſono intorno alla capellamaggiore, inginochiandoſi in
due pezzi,per condurre piu agiatamente alla ſeconda Chieſa, alla quale diede
forma d'un T. facendola cinque volte lunga quanto ell'elarga, e diuidendo
l'un vano dall'altro, con pilaſtri grandi di pietra, ſopra i i poi girò Archi
gagliardiſsimi, e fra l'Vno, el'altro,le volte in crociera. Con ſi fatto dunque
Modello ſe fece queſta veramente grandiſsima fabrica, e ſi ſeguitò in tutte le
arti,eccetto, che nelle ſpalle di ſopra, che haueuano a mettere in mezzola tri
i" capella maggiore,e fare le uolte a crociere, perche non le fecero come
ſi è detto, ma in mezzo tondo a botte, perche fuſſero piu forti. Miſero poi di
nanzi alla capella Maggiore della chieſa di ſotto l'altare, e ſotto quello quan
do fu finito, collocarono coſolenniſsima traſlazione il corpo di S. Franceſco.
E pche la propria ſepoltura che ſerba il corpo del glorioſo Sato è nella prima,
cioè nella piu baſſa chieſa doue nòva mai neſſuno, e che ha le porte murate,
Intorno al detto Altare, ſono grate di ferro grandiſsime con ricchi ornamen
ti di marmo, e di muſaico,che laggiu riguardano. è accompagnata queſta mu
raglia dall'uno delati, da due ſagreſtie,e davn Campanile altiſsimo, cioè cin
i" volte alto quato egli è largo, Haueua ſopravna piramide altiſsima, a otto
cce,ma fu leuata perche minacciaua rouina. Laqual opera tutta fu condote
ta a fine nello ſpazio di quattro anni, e non piu dall'ingegno di Maeſtro Iaco
poTedeſco,e " ſollecitudine di frate Helia:dopo la morte del quale, per
che tanta machina p alcun tépo mai non rouinaſſe, furono fatti intorno alla
Chieſa di ſotto 12. gagliardiſsimi torrioni, 8 in ciaſci d'eſsivna ſcala a chioc
ciola, che ſaglie da terra inſino in cima.Et col tempo poi vi ſono ſtate fatte mol
te capelle,S&altri richiſsimi ornamenti, de quali non fa biſogno altro raccon
tare, eſſendo queſto intorno a cio per hora abaſtanza, & maſsimamente pos
tendo ognuno veder quanto a queſto principio di maeſtro Iacopo,habbiano
aggiunto vtilità,ornaméto,e bellezza molti ſommi Pontefici,Cardinali, Prin
cipi, & altri gra perſonaggi di tutta Europa. Hora per tornare a maeſtro Iaco
po, Egli mediante " opera ſi acquiſtò tanta fama per tutta Italia, che fu
da chi gouernaua i" la Città di Firenze, chiamato, e poi riceuuto quanto
piu non ſi puo dire volentieri, ſe bene ſecodo l'uſo, che hanno in Fiorentini,
e piuhaueuano anticaméte d'abbreuiare i nomi, né Iacopo,ma Lapolo chia
marono in tutto il tempo di ſua vita, perche habitò ſempre con tutta la ſua fa
miglia queſta Città, Etſe bene andò in diuerſi tempia li molti edifizi per
Toſcana, come fu in Caſentino il palazzo di Poppi a quel Conte, che haueua
hauuto per moglie la bella Gualdrada, etin dote il Caſentino: Agl'Aretini
il Veſcouado, 8 il palazzo Vecchio designori di Pietramala, fu nondimeno
ſempre la ſua ſtanza in Firenze:doue fondate l'anno 1218. le pile del ponte al
la Carraia, che allora ſi chiamò il ponte nuouo, le diede finite in due anni, 32
in poco tempo poi fu fatto il rimanete, di legname, come allora ſi coſtumaua.
Et l'anno 1221. diede il diſegno, 8 fu cominciata con ordine ſuo, la Chieſa di
S. Saluadore del Veſcouado,e quella di S. Michele a piazza Padella, doue ſo
no alcune ſculture della maniera di que tempi. Poi dato il diſegno di ſcolare
l'acque della Città, fatto alzare la piazza di S. Giouanni, e fatto al tempo di
M Rubaconte da Mandella Milaneſe il ponte, che dal medeſimo ritiene il no
mei e trouato l'utiliſs, modo di laſtricare le ſtrade, che prima ſi º"
- Ce
V I T A D' A R N O L F O 93
fece il modello del palagio hoggi del Podeſta, che allora ſi fabricò per gl'Ana
ziani. E madato finalmente il modello d'una ſepoltura in Sicilia alla Badia di
Möreale,per Federigo Imperadore, e d'ordine di Manfredi, ſi mori,laſciando
Arnolfo ſuo figliuolo, herede, n5 meno della virtu,che delle facultà paterne.
Ilquale Arnolfo, dalla cui virtu, non manco hebbe miglioramento l'architet
tura, che da Cimabue la pittura hauuto s'haueſſe, eſſendo nato l'anno 1232.
era qfi il padre mori di trenta anni, 8 in grandiſs.credito, percioche hauendo
imparato non ſolo dal padre tutto quello, che ſapeua, ma appreſſo Cimabue
dato opera al diſegno per ſeruirſene anco nella Scultura, era in tanto tenuto
il migliore Arthitetto di Toſcana, che non pure fondarono i Fiorentini col
parere ſuo l'ultimo cerchio delle mura " Città l'anno 1284. e fecero
ſecondo il diſegno di lui di mattoni, & con vn ſemplice tetto di ſopra la log
gia,& i pilaſtri d'OrS. Michele,doueſivédeua ilgrano: ma deliberano pſuo
conſiglio il medeſimo anno, che rouinò il Poggio de Magnuoli;dalla coſta di
S. Giorgio ſopra S. Lucia nella via de'Bardi, mediate vn decreto publico, che
in detto luogo non ſi muraſſe piu, ne ſi faceſſe alcuno edificio giamai, atteſo
che per i relaſsi delle pietre, che hanno ſotto gemiti d'acque, ſarebbe ſempre
pericoloſo qualunche edifizio vi ſi faceſſe. laqualcoſa eſſer vera, ſi èveduto a
giorni noſtri con rouina di molti edifizi, e magnifiche caſe di gentilhuomi
ni. L'anno poi i 285 fondò la loggia, e piazza de'Priori:e fece la capella maggio
re, & le due che la mettono in mezzo, della Badia di Firenze,rinouádo la "
ſa, & il coro, che prima molto minore haueua fatto fare il Conte Vgo fondato
redi qlla Badia, e facendo per lo Cardinale Giouanni degl'Orſini, legato del
Papa in Toſcana, il campanile di detta chieſa, che fu, ſecondo l'opere di que
tempi,lodato aſſai, come che non haueſſe il ſuo finimento di macigni, ſe non
poi l'anno 133o. Dopo cio fu fondata col ſuo diſegno l'anno 1294 la Chieſa
di S.Croce,doue ſtanno i frati Minori; laquale conduſſe Arnolfo tato gran
de nella Nauata del mezzo, e nelle due Minori, che co molto giudizio, non po
tendo fare ſotto i tetto le volte,perlo troppo gran ſpazio,fece fare Archi da pi
laſtro,a pilaſtro,e ſopra quelli i tetti a fronteſpizio, per mandar via l'acque pio
uanecã docce di pietramurata ſopra detti archi, dando loro tanto pedio,che
fuſſero ſicuri, come ſono i tetti dal pericolo dell'infracidare.laqualcoſa, qua
tofu nuoua,& ingegnoſa,tanto fu vtile, e degna d'eſſere hoggi conſiderata.
diede poi il diſegno de primi chioſtri del conuentoVecchio di quella Chieſa;
& poco appreſſo feceleuare d'intorno al tempio di S. Giouanni, dalla banda
di º, tutte l'Arche,e ſepolture, chevi erano di marmo,e di macigno, emet
terne parte dietro al Campanile nella facciata della Calonaca, allato alla co
pagnia di S.Zanobi e rincroſtar poi di marmi neri di prato, tutte le otto fac
ciate di fuori di dettto S. Giouanni,leuandone i macigni che prima erano fra
ue marmi antichi. Volendo in queſto mentre i Fiorentini murare in Val
arno diſopra il caſtello di S.Giouanni, e caſtel Franco, per commodo della
Citrà, e delle vettouaglie,mediante i mercati, ne fece Arnolfo il diſegno l'an
no 1295. E ſotisfece di maniera coſi in queſta, come haueua fatto nell'altre co
ſe, che fu fatto Cittadino Fiorentino. Dopo queſte coſe, deliberando i Fioré
tini, come racconta Giouan Villani nelle ſue Hiſtorie di farevna Chieſa prin
non ie
cipale nella loro Città,e farla tale, che per grandezza, e magnificenza, pote
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di modo, che ſe ne veggiono ſolamente alcune reliquie ſparſe per la Chieſa,
E hauendo nel medeſimo tempo i perugini dal Monte di Pacciano lontano
due miglia dalla città, condotto per canali di piombo un'acqua groſſiſſima,
mediante l'ingegno, 8 induſtria d'un frate de'ſilueſtrini;à fu datofarà Gio. pi
ſano tutti gl'ornamenti della fonte, coſi di bronzo, come di marmi,onde egli
ui miſe mano, fece tre ordini di Vaſi, due di marmo, 8 uno di Bronzo. il pri
moé poſto ſopra dodici gradi di ſcalee à dodici facce: l'altro ſopra alcune co
lonne, che poſano inſul piano del primo Vaſo, cioè nel mezzo; S& il terzo che
è di bronzo, poſa ſopra tre figure, 8 ha nel mezzo alcuni grifoni pur di Bron
zo, cheuerſano acqua da tutte le bande. E perche à Giouanni parue hauere
molto ben in quellauoro operato, ui poſe i ſuo. Circa l'anno 156o
eſſendo gl'archi, ei condotti di queſta fonte la quale coſtò cento ſeſſantami
la ducati d'oro, guaſti in gran parte, 8 rouinati. Vincentio Danti perugino,
Scultore, & con ſua non piccola lode ſenza rifargl'archi, il che i" ſta
to di grandiſsima ſpeſa, riconduſſe molto ingegnoſamente l'acqua alla det
ta fonte nel modo, che era prima finita queſta opera, diſideroſo Giouanni di
riueder il padre vecchio, 8 in diſpoſto, ſparti di perugia, per tornarſene à Pi
ſa; ma paſſando per Firenze, gli fu forza fermarſi, per adoperarſi inſieme con
altri all'opera delle mulina d'Arno, che ſi faceuano da ſan gregorio, appreſſo
la piazza de'Mozzi. Ma finalmente hauendo hauuto nuoue, che Nicola ſuo
padre era morto, ſen'ando à piſa, doue fu per la uirtu ſua, da tutta la città con
molto honore riceuuto, rallegrandoſi ognuno, che dopo la perdita di Nicola
fuſſe di lui rimaſo Giouanni herede coſi delle uirtu, come delle faculta ſue.E
uenuta occaſione di far pruoua di lui non fu punto ingannata la loro opinio
ne:perche hauendoſi à fare alcune coſe nella picciola ma ornatiſſima chieſa di
ſanta Maria della ſpina furono date à fare à Giouanni, ilquale meſſoui mano,
con l'aiuto d'alcuni ſuoi giouani conduſſe in molti ornamenti di quell'orato
rio à quella perfezzione, che hoggi ſi vede. laquale opera, per quello, che ſi
puogiudicare, douette eſſere in que tempi tenuta miracoloſa, e tanto piu ha
uendoui fatto in una figura il ritratto di Nicola di Naturale come ſeppe meglio
veduto ciò i piſani, iguali molto inanzi haueuano hauuto ragionamento, e
uoglia di fare un luogo per le ſepolture di tutti gli habitatori della città, coſi
nobili, come plebei,ò per non empiere il Duomo di ſepolture, è per altra ca
gione, diedero cura à Giouanni di fare l'edifizio di campo ſanto, che è in ſulla
piazza del Duomo uerſo le mura, onde egli con buon diſegno, 8 con molto
giudizio lo fece in quella maniera, & con quelli ornaméti di marmo,e di quel
la grandezza, che ſi uede, e per che non ſi guardò a ſpeſa neſſuna, fu fatta la co
perta di piombo: E fuori della porta principale ſi ueggiono nel marmo inta
gliate queſte parole: A. D M.C CLXXVIII, tempore Domini federi
gi Archiepiſcopi piſani, & Domini firlatti poteſtatis, operario orlando ſardel
la, Ioanne Magiſtro edificante. finita queſta opera l'anno medeſimo 1283
Andò Giouanni à Napoli,doue per lo Re Carlo, fece il caſtelnuouo di Napo
li, e per allargarſi, e farlo piu forte, fu forzato a rouinare molte caſe e chieſe,
e particolarmente un conuento di frati di S. Franceſco, che poi fu rifatto mag
giore e piu Magnifico aſſai, che non era prima, lontano dal caſtello, 8 col ti
tolo di ſanta Maria della nuoua: le quali fabriche cominciate, e tirate aſſai be
. ne
- VITA DI NICO LA E T GIOVANNI to;
neinanzi,ſi parti Giouáni diNapoli ptornarſene in roſcana ma giunto aſeua
ſenza eſſere laſciato paſſare piu oltre,gli fu fatto fare il Modello della facciata
del Duomo di quella citta, 8 poicò eſſo fatta la detta facciata ricca, 8 magni
fica molto. L'anno poi 1286,fabricandoſi il veſcouado d'Arezzo, col diſegno di
Margaritone Architetto Aretino, fu condotto da ſiena in Arezzo Giouanni
º
iº
da Guglielmino vbertini, veſcouo di quella città doue fece di marmola tauo
la dell'Altar maggiore, tutta piena dintagli di figure, di fogliami, S&altri or -
namenti, ſcompartendo per tutta l'opera alcune coſe di Muſaico ſottile, eſ
malti poſti ſopra piaſtre d'Argento, commeſſe nel marmo con molta diligenza
Nel mezzo è una N.Donna col figliuolo in collo, e dall'uno delati S.Gregorio
Papa(il cuiuolto è il ritratto a Naturale di Papa Honorio quarto) e dall'altro
un S. Donato Veſcouo di illa città, e protettore il cui Corpo, co qlli di S.An
tilia d'altri ſanti e ſotto l'iſteſſo altare ripoſto. E pche il detto altare è iſolato
intorno, e dagli lati, ſono ſtorie " di baſſorilieuo della uita di San Do
nato: & il finimento di tutta l'opera, ſono alcuni tabernacoli, pieni di figure
tonde di marmolauorate molto ſottilmente. Nel petto della Madonna detta
è la forma d'un Caſtone d'oro, dentro alquale, ſecondo, che ſi dice, erano gio
ie di molta ualuta,lequali ſono ſtate, per leguerre, come ſi crede, dai ſoldati,
che non hanno molte uolte, neanco riſpetto al ſantiſsimo ſagramento, porta
teuia, inſieme con alcune figurine " che erano incima, e intorno a quel
l'opera, Nella quale tutta ſpeſero gl'Aretini, ſecondo che ſi truoua in alcuni
ricordi, trenta milia fiorini d'oro: Ne paia cio gran fatto percio che ella fu in
quel tempo coſa, quanto poteſſe eſſere, prezioſa e rara onde tornando Fede
rigo Barbaroſſa da Roma, doue ſi era incoronato, e paſſando per Arezzo,mol
ti anni dopo, ch'era ſtata fatta la lodò, anzi ammirò infinitamente, 8 in uero
a gran ragione, perche oltre all'altre coſe, ſono le comettiture di quel lauoro
fatto dinfiniti pezzi, murate, 8 commeſſe tanto bene, che tutta l'opra, a chi
non ha gran pratica delle coſe dell'arte, la giudica ageuolmente tutta d'un pez
zo fece Giouáni nella medeſima chieſa la Cappella degl'Vbertini, nobiliſsima
famiglia, e ſignori,come ſono ancora hoggi,e piu giafurono di caſtella,cò mol
ti ornaméti di marmo, che hoggi ſono ricoperti da altri molti e gradi ornamé
ti di Macigno che i qlluogo col diſegno di Gior. Vaſariláno 153; furono poſti
p" d'un organo, che ui e ſopra di ſtraordinaria bonta,e bellezza.
cce ſimilmente Giouanni piſano il diſegno della chieſa di S. Maria de'ſerui,
che hoggi èrouinata inſieme con molti palazzi delle piu nobili famiglie della
città per le cagioni dette di ſopra. Non tacero, he eſſendoſi ſeruito Giouanni
nel fare il detto Altare di marmo, dalcuni Tedeſchi, che piu per imparare, che
per guadagnare s'acconciarono con eſſo lui, eglino diuennero tali ſotto la di
ſciplina ſua, che andati, dopo quell'opera, a Roma, ſeruirono Bonifatio ot
tauo in molte opere di ſcultura, per ſanpiero; & in Architettura quando fece
Ciuità caſtellana. furono, oltre cio, mandati dal medeſimo a ſanta Maria d'or
uieto, doue per quella facciata fecero molte figure di marmo, che, ſecondo
quètempi furono ragioneuoli. Ma fraglialtri, che aiutarono Giouanni nelle
coſe del Veſcouado d'Arezzo, Agoſtino, S. Agnolo Scultori, 8. Architetti ſa
neſi, auanzarono col tempo di gran lunga tutti gl'altri, come al ſuo luogo ſi.
dira. Ma tornando è Giouanni, partito, che egli fu d'oruieto, come a "
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1 e4 p R I M A P A R T E -
Eſſendo ſtata gia molti anni nella pieue uecchia della terra di Prato, ſotto l'Al
tare della Cappella maggiore, la Cintola di N. Donna, che Michele da Prato
tornádo di terra Santa,haueua recato nella patria l'anno 1141.et conſegnata
la à Vberto propoſto di quella pieue, che la poſe doue ſi è detto, e doue era ſta
ta ſempre con gran uenerazione tenuta: L'anno 1312 fu uoluta rubare da un
prateſe huomo di malisſima uita, e quaſi un'altro ſer Ciapelleto. Ma eſsedoſta
to ſcoperto fu per mano della Iuſtizia, come ſacrilego, fatto morire. Da che
moſsi i prateſi, deliberarono di fare, per tenere piu ſicuramente la detta Cina
tola, un ſito forte, e bene accomodato, onde mandato per Giouanni, chegia
era uecchio,feciono col conſiglio ſuo nella chieſa Maggiore, la Cappella,doue
hora ſta ripoſta la detta Cintola di N.Donna. E poi " del medeſimo
feciono la detta chieſa molto maggiore di quello,ch'ell'era, e la incroſtarono
di fuori di marmi bianchi,e neri, e ſimilmente il Campanile, come ſi puo ue
dere. finalmente eſſendo Giouanni gia vecchiſsimo ſi mori l'anno 132 o dopo
hauere fatto, oltre à quelle, che dette ſi ſono, molte altre opre di Scultura, e
d'Architettura. E nel uero ſi deue molto à lui,età Nicola ſuo padre, poi che in
tépi priui di ogni b&ta di diſegno diedero in tante tenebre non i lume al
le coſe di queſt'arti, nellequali furono in quell'età ueraméte eccellenti. Fu ſot
terrato Giouanni in Campo ſanto honoratamente nella ſteſſa arca doue era
ſtato poſto Nicola ſuo padre, furono diſcepoli di Giouanni molti,che dopo
lui fiorirono, ma partticolarmenre Lino Scultore, &Architetto Saneſe,lqua
le fece in PiſalaCapella doue è il corpo di s Ranieri in Duomo, tutta ornata di
marmi,e ſimilméte il vaſo del batteſimo, ch'è in dettoDuomo col nome ſuone
ſi marauigli alcuno che faceſſero Nicola,e Giouanni, tante ope,pche oltre che
uiſſono asſai,eſſendo i primi maeſtri,in il tépo, che fuſſono in Europa, non ſi
fece alcuna coſa d'importàza, alla quale non interueniſſono,come,oltreà ille,
che dette ſi ſono, in molte inſcrizzioni ſi puo uedere.E poi che c& l'occaſione di
queſti due Scultori, 8 Architetti ſi è delle coſe di ri non taCc
rò, che in ſu le ſcalee di uerſo lo ſpedale nuouo, intorno alla baſe, che ſoſtiene
un Leone &iluaſo che è ſopra la colonna di porfido, ſono queſte parole.
Queſto el Talento,che Ceſare Imperadore diede à Piſa, conloquale ſi miſura
ualo cenſo,che à lui era dato loquale è edificato ſopra queſta colonna, e Leo
ne, nel tempo di Giouanni roſſo, operaio dell'opera " M. Maggiore di
Piſa A. D.M. CCCXIII indictione ſecunda di Marſo. - -
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Viſſe Gaddo anni ſettatatre, emori nel 1312. Etfu in S. Croce da Taddeo ſuo
figliuolo honoreuolmente ſepelito.E ſe bene hebbe altri figliuoli Taddeo ſo
lo,ilquale fu alle fonti tenuto a batteſimo da Giotto,atteſe i" pittura imparan
doprimamente i principi da ſuo padre, S. poi il rimanente da Giotto. Fudin
ſcepolo di Gaddo,oltre a Taddeo ſuo figliuolo, come s'è detto, Vicino pittor
Piſano, ilquale beniſsimo lauorò di Muſaico alcune coſe nella tribuna mag
giordel Duomo di Piſa, come ne dimoſtrano queſte parole, che ancora in e
ſa tribuna ſi veggiono. Tempore Dominijlohannis Roſsi, operarij1ſtius Ec
deſia,Vicinuspictor incepit & perfecit hanc imaginem beata Maria, ſed ma
ieſtatis,8 euangeliſte, per alios Incepta ipſe compleuit & perfecit. Anno chi
132ideméſ ſeptemb. Benedictiſ, nomen di Dei noſtri leſu Chriſti Amen.
Il ritratto di Gaddo è di mano di Taddeo ſuo figliuolo nella Chieſa medeſi
madi S. Croce, nella capella de'Baroncelli in vino ſpoſalitio di N. Donna, 8.
atanto gli è Andrea Tafi. E nel noſtro libro detto di ſopra è vna carta dimano
diGaddo, fatta avſo di Minio, comequella di Cimabue, nella quale ſi vede
quanto valeſſe nel diſegno. -
lºra perche in vin libretto antico, delquale ho tratto queſte poche coſe, che
di Gaddo Gaddi ſi ſono reccontate, ſi ragiona anco della edificazione di S.
Maria Nouella, Chieſa in Firenze de frati predicatori e veramente magnifi
º & honoratiſsima, non pi con ſilenzio, da chi, 8 quando fuſſe edifica
ta. Dico dunque, che " beato Domenico in Bologna, 8 eſſendogli
conceduto il luogo di Ripoli fuor di Firenze, egli vi mandò ſotto la cura del
ºtºGiouanni da Salerno,dodici frati,iquali, non molti anni dopo venne
ºi Fiorenza nella chieſa, 8 luogo di S.Pancrazio, e li ſtauano, quido venu
to eſſo Domenico in Fiorenza,n'uſcirono, 8 come piacque a lui andarono a
ſtare nella chieſa di S.Paulo. Poi, eſſendo conceduto al detto beato Giouani
il luogo di S. Maria Nouella, con tutti i ſuoi beni dal legato del " , & dal
Veſcouo della città, furono meſſi in poſſeſſo, 8 cominciarono ad abitare il
detto luogo, il di vltimo d'Ottobre 1221. Et pche la detta chieſa era aſſai pic
sola e risguardando verſo occidete,haueua l'entrata dalla piazza vecchia, co
ºciarono i frati eſſendo gia creſciuti in buon numero, C. hauendo gra cre
ºla città,a P,nſare d'accreſcerla detta chieſa, 8 conuen" Ondeliaué
114 D R I M A P A R T E
do meſſo inſieme grandiſſima ſomma di danari & hauendo molti nella cita
tà, che prometteuano ogni aiuto, cominciarono la fabrica della nuoua chieſa
ildi di S. Luca nel 1278. mettendo ſolenniſsimamente la prima pietrade fon
damenti il Cardinale Latino degl'Orſini legato di papa Nicola III. appreſo
i Fiorétini,furono Architettori di detta chieſa fra Giouanni Fiorentino & fra
Riſtoro da Campi,conuerſi del medeſimo ordine,iquali rifeciono il ponteal
la Carraia, &quello di S. Trinita,rouinati pel Diluuio del 1264, il primo di
d'Ottobre, la maggior parte del ſito di detta chieſa, 8 conuento fu donato a
i frati dagli " di M. Iacopo Caualiere de'Tornaquinci, la ſpeſa, come ſi
è detto,fu fatta parte di limoſine,parte de danari di diuerſe i che aiu
tarono i ; & particolarmente con l'aiuto di frat Aldobradino
Caualcanti,ilquale fu poi Veſcouo d'Arezzo, 8 è ſepolto ſopra la porta della
Vergine. º" dicono, che oltre all'altre coſe, meſſe inſieme co l'induſtria
ſua tutto il lauoro,e materia, che andò in detta chieſa, la quale fu finita,eſſen
do priore di quel couento fra Iacopo Paſſauante, che pciò meritò d'hauervn
ſepolcro di marmo inanzi alla capella maggiore a man ſiniſtra. Fu conſecrata
iueſta chieſa l'anno 142o. da papa Martino V. come ſi vede in vin'epitaffio
marmo nel pilaſtro deſtro della capella maggiore, che dice coſi.
A. Dfi1 14io. Dieſeptima Septembris Dfis Martinus diuina prouidentia
papa V. perſonaliterhanc " conſecrauit, & magnas indulgentiastó
tulitviſitantibus eadem. Delle quali tutte coſe, e molte altre ſi ragiona inva
na cronaca dell'edificazione di detta chieſa,laquale è appreſſo i padri di Sita
Maria Nouella. & nelle hiſtorie di Giouanni Villani ſimilmente, 8 io non
ho voluto tacere di queſta chieſa, 8 conuento queſte poche coſe,
ſi perche el'è delle principali,e delle piu belle di Firen
ze,e ſianco perche hano in eſſa, come ſi di
rà diſotto molte eccellenti ope
refatte da piu famoſi
artefici, che ſia
10 -

Fine della Vita di Gaddo Gaddi,
VITA DI MARGA RITONE 115
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Frate,dſ'egli,piuridon le carte - - - -
è che pennelleggia Franco Bologneſe, e - e
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mano per quello che, ſi conoſce, nella medeſima Chieſa, la C pella disaa
- Martino, e le ſtorie di quel santo, lauorate in freſco per lo º" Gentia
le. Vedeſi ancora a mezza la ſtrada nominata portica un Chriſto alla Colon
na, &in un quadro la Noſtra Donna, e santa chaterina, e santa chiara, che la
mettono in mezzo, ſono ſparte in molti altri luoghi opere di coſtui, come in
Bologna vna Tauola nel tramezzo della Chieſa, con la paſsione di Chriſto, e
ſtorie di san Franceſco:E inſomma altre che ſi laſciano per breuita. Diro be,
ne, che in Aſceſi, doue ſono il piu dell'opere ſue, e doue mi pare che egli aiu
taſſe a Giotto a dipignere, ho trouato, che lo tengono per loro cittadino, 6:
che ancora hoggi ſono in quella Citta alcuni della famiglia de'Capanni.On
defacilmente ſi puo credere, che neſceſſe in firenze, hauendolo ſcritto egli,e
che fuſſe diſcepolo di Giotto: ma che poi toglieſſe moglie in Aſceſi, che quie
ui haueſſe figliuoli,ehoraui ſiano deſcendenti. Ma perche cio ſapere apunto,
non importa piu, che tanto baſta che egli fu buon maeſtro. -
Diceſi, che ſtando Giotto, ancor giouinetto con Cimabue, dipinſe una uol
tain ſul naſo d'una figura, che eſſo Cimabue hauea fatta, una moſca tanto ma
vurale, che tornando il maeſtro perſeguitare il lauore ſi rimiſe piu d'unauolta
a cacciarla ci mano,penſando che fuſſe uera, prima,che s'accorgeſſe dell'erro
re.Potrei molte altre burle fatte da Giotto,e molte argute riſpoſte raccontare:
º la voglio che queſte le quali ſono di coſe pertinenti all'arte, mi baſti hauea
- ' ' - - -- - - -- - - - - - -- -- - -- - - - - e
VITA DI GIOTTO. 233
re detto in queſto luogo. Rimettendo il reſto al detto Franco, 8 altri.
Finalméte, pche reſtò memoria di Giotto non pure nell'opere, che vſcirono
delle ſue mani, ma in qlle ancora, che vſcirono di mano degli ſcrittori di que
tépi eſſendo egli ſtato quello, che ritrouò il vero modo di dipingere ſtatopdu
toinanzi a lui molti anni, onde per publico decreto, 8 per opera, Sc "
zione particolare del Magnifico Lorenzo Vecchio de si ammirate
le uirtù di tanto huomo, fu poſta in Santa Maria del Fiore, l'effigie ſua
ſcolpita di marmo da Benedetto da Maiano ſcultore Ecc con gi
uerſi fatti dal diuino huomo M. Angelo Poliziano, accio che quelli, che ueniſ
fero Ecc. in qual ſi uoglia profeſsione, poteſſero ſperare d'hauere a conſe
guire da altri di queſte memorie, che meritò, & conſeguì Giotto dalla bontà
ſua largamente,
rile ego ſum,per quem Pittura extintareuixit.
cui quam rettananas,tamfut,er facilis.
Natura deerat,noſtre quod defuitarti,
Plus licuitnullipingere,ncc melius.
Miraris Turrin egregiam ſacro ereſonantem -
E perche poſsino coloro, che uerranno uedere dei diſegni di man propria
di Giotto, e da quelli conoſcere maggiormente l'Ecc di tanto huomo, nel no
ſtrogia detto libro ne ſono alcuni marauiglioſi,ſtati da me ritrouati con non
minore diligenza, che fatica, e ſpeſa, -
-
-
-
- , i finedellavita di Giotto,
134
.
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2.
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Fiorenza, a Napoli, per far al Re Ruberto alcune coſe in S.Chiara, 8 altri luo
hi di quella città: onde paſſando Giotto nell'andar là,da Oruieto, per veder
f" da tanti huomini vi ſi erano fatte,efaceuano tuttavia, che egli vol
leueder minutamente ogni coſa. Et perche piu, che tutte l'altre ſculture gli
piacquero i profeti d'Agoſtino, 8 d'Agnolo Saneſi, di quì venne, che Giotto
non ſolamente gli comendò,egli hebbe, con molto loro contento, nel nume
ro degli aimici ſuoi, ma che ancora gli miſe per le mani a Piero Saccone da
Pietramala,come migliori di quanti allora fuſſero ſcultori, per fare, come ſi è
detto nellauita d'eſſo Giotto, la ſepoltura del Veſcouo Guido, ſignore, & Ve
ſcouo d'Arezzo. E coſi adunque,hauendo Giotto veduto in Oruieto l'ope
re di molti ſcultori,e giudicate le migliori quelle d'Agoſtino, 8 Agnolo Sane
ſi,fu cagione, che fu loro data a fare la detta ſepoltura in quel modo però, che
egli l'haueua diſegnata, 8 ſecondo il modello, che eſſo haueua al detto Piero
Saccone mandato. Finirono queſta ſepoltura Agoſtino, 8 Agnolo, in iſpa
zio di tre anni, 8 con molta i" la conduſſono,e murarono nella chies
ſa del Veſcouado d'Arezzo, nella capella del ſagramento.Sopra la caſſa, fagua
le poſa in ſu certi menſoloni intagliati piu, che ragioneuolmente, è diſteſo di
marmo il corpo di quel Velcouo,e dalle bande ſono alcuni Angeli, che tirano
certe cortine aſſai acconciamente. Sono poi intagliate di mezo riliere in qua
dri,dodici ſtorie della vita,efatti di quel Veſcouo convn numero infinito di
figure piccole Il contenuto dellequali ſtorie, accio ſi veggia con quanta pa
cienza furono lauorate, e che queſti ſcultori ſtudiando, cercarono la buona
maniera, non mi parrà fatica di raccontare.
Nella prima è quando aiutato dalla parte Ghibellina di Milano, che gli mi
dò quattro cento muratori, e danari: egli rifa le mure d'Arezzo tutte di nuo
uo,allungandole tanto piu,che non erano, che dà loro forma d'una galea.
Nella ſeconda è la preſa di Lucignano di Valdichiana. Nella terza quella
di Chiuſi. Nella quarta quella di Fronzoli, caſtello allora forte ſopra Poppi,e
l" dai figliuoli del Conte di Battifolle. Nella quinta è quado il caſtel
di Rondine,dopo eſſere ſtato molti meſi aſſediato dagl'Aretini, ſi arrende
finalmente al Veſcouo. Nella ſeſta è la preſa del caſtello i Bucine in Valdara
no. Nella ſettima è quando piglia per forza la rocca di Capreſe, che era del Cº
te di Romena,dopo hauerle tenuto l'aſſedio intorno piu meſi. Nell'ottava è
il Veſcouo,che fa disfare il caſtello di Laterino, 8 tagliarein croce il poggio,
che gliè ſopra poſto,accio non vi ſi poſſa far piu fortezza. Nella nona ſi vede,
che rouina,8 mette a fuoco,e fiamma il monte Sanſouino, cacciandone tut
tii" habitatori. Nell'undecima è la ſua incoronazione, nella quale ſono con
ſiderabili molti begli habiti di ſoldati a piè,8 a cauallo,ed'altre genti. Nella
duodecima finalmente ſi vedegli huomini ſuoi portarlo da Montenero, do
ue ammalò, a Maſſa,edili poi, eſſendo morto,in Arezzo. Sono anco intorno
a queſta ſepoltura in molti luoghi l'inſegne ghibelline,el'arme del Veſcoue,
ºcheſono ſei pietre quadre d'oro in campo azurro, con quell'ordine che ſtino
le ſei palle nell'armede Medici. Laquale arme della " del Veſcovio fu de
ſcritta da frate Guittone,caualier,e poeta Aretino, quando ſcriuendo il ſito
del caſtello di Pietramala,onde hebbe quella famiglia origine, diſſe:
Douse
Z
VITA D'AGOST: ET A GNO, 137
- Dove ſi ſcontra il Giglion con la chieſa -
;
lfi
Iui furono i miei anteceſſori
cheincampo azurro,d'orportan ſei ſaſſa.
f Agnolo dunque, S. Agoſtino Saneſi conduſſono queſta opera con migliorir
te&inuenzione, 6 con piu diligenza,che fuſſe in alcuna coſa ſtata condotta
mai a tempi loro. E nel vero non deono ſenon eſſere infinitamente lodati, ha
uendo in eſſa fatte tante figure,tante varietà di ſiti,luoghi,torre, cauagli, huo
; mini & altre coſe, che è proprio vna marauglia. Et ancora, che queſta ſepol
turafuſſe in gran parte guaſta da Franzeſi " Duca d'Angiò,iquali per vene
dicarſi cºla parte mimica d'alcune ingiurie riceuute, meſſono la maggior par
te di quella città aſacco,ella non di meno moſtra, che fu lauorata con boniſsi
mo giudizio da Agoſtino, 8 Agnolo detti,iquali v'intagliarono in lettere aſ
ſai gradi queſte parole. Hoc opus fecit Magiſter Auguſtinus, & Magiſter An
i" us deSenis. Dopo queſto lauorarono in Bologna vna tauola di marmo p
chieſa di S.Franceſco, l'anno 1,29. con aſſai bella maniera, 6 in eſſa, oltre ai
l'ornamento d'intaglio, che è ricchiſsimo, feciono di figure alte vn braccio, S&
mezzo,vn Chriſto, che corona la noſtra Donna, e da ciaſcuna banda tre figu
re ſimili, ſan Franc.ſan Iacopo, ſan Domenico,S.Anto. da Padoa,S. Petronio,
efan Giouanni euang. E ſotto ciaſcuna delle dette figure e intagliata vna ſto
ria di baſſorilieuo della vita del ſanto, cheè ſopra. Et in tutte queſte hiſtorie
tvn numero infinito di mezze figure, che ſecondo il coſtume di que tempi,
fanno ricco e bello ornamento. Si vede chiaramente, che durarono Agoſti
no, & Agnolo in queſta opera grandiſsima fatica, e che poſero in eſſa ogni di
ligenza, 8 ſtudio per farla, come fu veramente, opera lodeuole & ancor, che
ſiano mezzi conſumati,pur vi ſi leggono i nomi loro, 8 il milleſimo: median
se ilquale,ſapendoſi quando la cominciarono, ſi vede, che penaſſono a fornir
laotto anni interi. Ben'è vero, che in quel medeſimo tempo fecero anco mol
tealtre coſette in diuerſi luoghi, 8 a varie perſone. Hora mentre, che coſto
rolauorauono in Bologna, quella città, mediantevn legato del papa, ſi diede
liberamente alla chieſa, e il papa all'incótro promiſe, " anderebbe ad habi
tarcon la corte a Bologna, ma che per ſicurtà ſua voleua edificaruivn caſtello
overo forteza.Laqualcoſa eſſendogli coceduta dai Bologneſi,fu cô ordine, e
diſegno d'Agoſtino, 8 d'Agnolo toſtamente fatta, ma hebbe pochiſsima vie
ta: percioche conoſciuto i Bologneſi, che le molte promeſſe del papa erano
del tutto vane, con molto maggior preſtezza, che non era ſtata fatta, disfece
to,erouinarono la detta fortezza, Diceſi, che mentre dimorauano queſti due
ſcultori in Bologna, il Po con danno incredibile del territorio Mantoano, &
Ferrareſe, 8 con la morte di piu, che diecimila perſone,che vi perirono, vſcì
impetuoſo del letto,e rouinò tutto il paeſe all'itorno per molte miglia, e che p
ciò chiamati eſsi, come ingegnoſi, 8 valenti huomini, trouarono modo di ri
metter quel terribile fiume nel "
ſuo,ſerrandolo con argini, & altri ripa
rivtiliſsimi,ilche fu con molta loro lode, 8 vtile,perche,oltre,che n'acquiſta
ronofama, furono dai ſignori di Mantoa,e dagl'Eſtenſi, con honoratiſsimi
premij riconoſciuti. Eſſendo poi tornati a Siena l'anno 1338. fu fatta con ordi
ne,e diſegno loro la chieſa nuoua di S.Maria appreſſo al duomo vecchio ver
s
ſo Piazza Manetti, e non molto dopo, reſtado molto ſodisfatti Saneſi di tut
te
138 p R I M A P A R T E,
te l'opere, che coſtoro faceuano, deliberarono con ſi fatta occaſione di mette
re ad effetto quello di che ſi era molte volte, ma invano inſino allora, ragio
nato, cioè di " vna fonte publica in ſulla piazza principale, e dirimpetto al
palagio della ſignoria: perchedatone cura ad Agoſtino, 8 Agnolo,eglino ci
duſſono per canali di piombo e di terra,ancor che molto difficile fuſſe, l'ac
qua di quella fonte,laquale cominciò a gettare l'anno 1343.adi primo di Giu
no,con molto piacere, e contento di tutta la città, che reſtò per cio moltoo
i" alla virtù di queſti due ſuoi cittadini. Nel medeſimo tempo ſi fece la ſa
la del conſiglio maggiore nel palazzo del publico: & coſi fu con ordine, e col
diſegno dei medeſimi,condotta al ſuo fine la torre del detto palazzo l'Anno
134, e poſtoui ſopra due campane grandi, delle quali vnahebbono da Groſ
ſeto,& l'altra fu fatta in Siena.Trouandoſi finalmente Agnolo nella città da
Aſceſi,doue nella chieſa di ſotto di ſan Franceſco,fecevna capella,evna ſepol
tura di marmo pervm fratello di Napoleone Orſino,ilquale eſſendo Cardina
le,e frate di ſan Franceſco,s'era morto in quelluogo: Agoſtino, che a Siena
era rimaſo per ſeruigio del publico,ſi morì, mentre andaua facédo il diſegno
degl'ornamenti della detta fonte di piazza,e fu in duomo horreuolmente ſca
pellito. Non ho gia trouato,e però non poſſo alcuna coſa dirne, ne come, ne
quando moriſſe Agnolo, ne manco altre opere d'importanza di mano di co
ſtoro,S però ſia queſto il fine della vita loro , . .
; Hora perche ſarebbe ſenza dubbio errore, ſeguendo l'ordine del tempinº
fare menzione d'alcuni, che ſe bene non hanno tante coſe adoperato, che ſi
poſſa ſcriuere tutta la vita loro, hanno non dimeno in qualchc coſa aggiunto
commodo,ebellozza all'arte, 8 al mondo,pigliado occaſione da quello, che
di ſopra ſi è detto del Veſcouado d'Arezzo, e della pieue,dico, che Pietro, 8
Paulo orefici Aretini,iquali impararono a diſegnare da Agnolo, 8 Agoſtino
Saneſi,furono i primi, che di ceſello lauorarono opere grande di qualche b&
tà; percioche per vin'Arciprete della pieue d'Arezzo, conduſſono vna teſta
d'Argento grande quanto il " quale fu meſſa la teſta di ſan Donato
Veſcouo,e protettore di quella città. Laquale opera non fu ſenon lodeuole, i
perche in eſſa feciono alcune figure ſmaltate aſſai belle, 8 altri ornamenti,e
perche fu delle prime coſe, che fuſſero, come ſi è detto, lauorate di ceſello. ,
Quaſi ne'medeſimi tempi,o poco inanzi,l'arte di Calimara di Firenze fece fas
rea maeſtro Cione orefice eccellente, ſenon tutto,la maggior parte dell'Alta
re d'argento di ſan Giouanni Battiſta, nel quale ſono molte ſtorie della Vita
di quel ſanto,cauate d'una piaſtra d'argento,in figure di mezzo rilieuo ragior
neuoli Laquale opera fu,e per grandezza, e per " coſa nuoua, tenuta da
chiunche la vide,marauiglioſa. Il medeſimo maeſtro Cione l'anno 133o eſe
tendoſi ſotto le volte di s. Reparata trouato il corpo di ſan Zanobi,legò in vna
teſta d'argento gride quanto il naturale, quel pezzo della teſta di quel ſanto,
che ancora hoggi ſi ſerba nella medeſima d'argento, 8 ſi porta a proceſſione:
La quale teſta fu allora tenuta coſa belliſſima, e diede gran nome all'artefice
ſuo,che non molto dopo, eſſendo ricco, 8 in gran reputazione, ſi morì.
Laſciò maeſtro Cione molti diſcepoli, e fragl'altri Forzore di Spinello A
retino, che lauorò d'ogni ceſellamento beniſsimo, ma in particolare fu Eccel
lente in fare ſtorie d'Argento a fuoco ſmaltate,come ne fanno fede nel V".
va
VITA D'AGOSTINO, ET A GNO Lo 139
uado d'Arezzo Vna Mitera con fregiature belliſsime di ſmalti, 8 vn paſtura
le d'Argento molto bello. Lauorò il medeſimo al Cardinale Galeotto da Pie
tra Mala molte argenterie, le quali dopo la morte ſua rimaſero ai frati della
Vernia, doue egli volle eſſere ſepolto, e doue, oltre la muraglia, che in quel
luogo il Conte Orlando Signor di chiuſi,picciol caſtello ſotto la Vernia, ha
i fare; edificò egli la chieſa, e molte ſtanze nel conuento, e per tutto
quelluogo, ſenza farui l'inſegna ſua,o laſciarui altra memoria. Fu diſcepolo
ancora di maeſtro Cione, Lionardo di ſer Giouanni Fiorentino,ilquale dice
ſello,e di ſaldature, & con miglior diſegno, che non haueuano fatto gl'altri
inanzi alui,lauorò molte opere, e particolarmente l'altare, e tauola d'argeto,
di ſan Iacopo di Piſtoia nella quale opera, oltre le ſtorie, che ſono aſſai,fu mol
to lodata la figura, che fece in mezzo alta piu d'un braccio d'un ſan Iacopo, t3
da,elauorata tanto pulitamente, che par piu toſto fatta di getto, che di ceſel
lo. Laqual figura è collocata in mezzo alle dette ſtorie nella tauola dell'altare,
intorno alquale è vn fregio di lettere ſmaltate, che dicono coſi. Ad honorem
Dei, & lancti Iacobi apoſtoli, Hocopus factum fuit tempore Dfii Franc.Pagni
dićtae opera operarijſub anno 1371 per me Leonardú ſerlo. de Floréaurific.
Hora tornando a Agoſtino, e Agnolo,furono loro diſcepoli molti, che do
o loro feciono molte coſe d'Architettura, e di ſcultura in Lombardia, & al
tri luoghi d'Italia, e fra gl'altri maeſtro Iacopo Lanfrani da Vinezia, il quale
fondò ſan Franceſco d'Imola,e fece la porta principale di ſcultura,doue inta
liò il nome ſuo, 8 il milleſimo, che fu l'anno 1343. & in Bologna nella chie
a di ſan Domenico il medeſimo maeſtro Iacopo fece vna ſepoltura di mar
mo per Giouan Andrea Calduino,dottore di li ſegretario di Papa Cle
mente ſeſto; & vn'altra pur di marmo,e nella detta chieſa, molto ben lauora
ta,perTaddeo Peppoli conſeruador del popolo e della Iuſtizia di Bologna:&
il medeſimo anno, che fu l'anno 1347, finita queſta ſepoltura,o poco inizi, an
dando maeſtro lacopo a Vinezia ſua i" la chieſa di ſant'Antonio,
che prima era di legname,a richieſta d'uno Abate Fiorentino dell'antica fami
f" degl'Abati,eſſendo Doge M.Andrea Dandolo. Laquale chieſa fu finita
anno mille trecentoquaranta noue. - -
|
È
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5TE FA NOTFTTTORT A 7
r I e R E N rl N o - dei -è
con qualche piu ordinata, e regolata maniera. Onde certo grande obligo ha
" deeà Stefano perche chi camina al buio, e " la via rincuora
gl'altri, è cagione, cheſcoprendoſi i paſſi dificili di quella, dal cattiuo cami
no, con ſpazio di tempo ſi peruenga al diſiderato fine. In perugia ancora nel
la chieſa di san Domenico cominciò è freſco la cappella di ſanta chaterina,
che rimaſe imperfetta. Viſſe ne'medeſimi tempi i Stefano, con aſſai buon
nome. Vgolino pittore ſaneſe ſuo amiciſſimo, ilquale fece molte Tauole, e
cappelle per tutta Italia, ſe ben tenne ſempre in gran parte la maniera greca,
come quello che inuechiato in eſſa, haueua uoluto ſempre pervna certa ſua
caparbita tenere piutoſto la maniera di cimabue che quella di Giotto, laqua
le era in tantauenerazione.E opera dunque d'Vgolino la Tauola dell'Altar
maggiore di santa Croce, in campo tutto d'oro, &vna Tauola ancora, che
ſtette molti anni all'Altar maggiore di santa Maria Nouella, & chehoggi é
nel Capitolo doue la Nazione Spagnola fa ogni anno ſolenniſſima i"
ſtail di di san Iacopo. & altri ſuoi uffizi, e mortorij. Oltre à queſte, fece
molte altre coſe, con bella pratica, senza uſcire però punto della maniera del
ſuo Maeſtro. Il medeſimo º" in un pilaſtro di Mattoni della loggia, che La
pohauea fatto alla piaza d'or san Michele, la N. Donna, che non molti anni
poi,fece tanti miracoli, che la loggia ſtettegran tempo piena d'Imagini, e che
ancora hoggi è in grandiſsima venerazione. Finalmente nella capella di M.
Ridolfo de Bardi, che è in S. Croce, doue Giotto dipinſe la vita di S. France
ſco,fece nella Tauola dell'Altare a tempera,vn crucifiſſo,evna Madalena, Se
vn S. Giouanni, che piangono: con due frati da ogni banda, che gli mettono
in mezzo. Paſsò Vgolino di queſta vita, eſſendo Vecchio l'anno 1349.e fu
ſepolto in Siena ſua patria horreuolmente. i -
!! !
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vITA DI PIETRO LAvRATI PITTORE
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Per e
5NE IETRO Laurati eccellente Pittor Saneſe, prouò viuédo
uanto gran contento ſia quello dei veramente virtuoſi,
i à sè
- che ſentono l'opere loro eſſere nella patria, e fuori in pre
r- gio,e che ſi veggiono eſſere da tutti glihuomini diſiderati:
º SN
º percioche nel corſo della vita ſua fu pertutta Toſcana chia
i EN mato,e carezzato,hauendolo fatto conoſcere primieramé
te le ſtorie, che dipinſe a freſco nella Scala,ſpedale di Siena,
nellequali imitò di ſorte la maniera di Giotto diuolgata p tutta Toſcana, che
ſi " gran ragione, che doueſſe, come poi auuenne, diuenire miglior
maeſtro, che Cimabue,e Giotto, e gli altri ſtati non erano: perciochen i" fia
gure
VITA DI PIETRO LA V RATI 145
gure,che rappreſentano la " quando ella ſaglie i gradi del tempio, ac
compagnata da Giouachino, e da Anna, e riceuuta dal ſacerdote; e poi loſ
i ſalizio, ſono con bello ornamento, coſi ben panneggiate,e ne loro habiti ſem
plicemente autolte,chelle dimoſtrano nell'arie delle teſte maeſtà,e nella di
ſpoſizione delle figure belliſſima maniera. Mediante dunque queſta opera,la
quale fu principio d'introdurre in Siena il buon modo della pittura, i"
lume a tanti belli ingegni, che in quella patria ſono in ogni età fioriti, fu chia
mato Pietro a monte Oliueto di chiuſuri,doue dipinſe vna tauola a tempera,
che hoggi è poſta nel paradiſo ſotto la Chieſa. In Fiorenza poi dipinſe, i
petto alla porta ſiniſtra della chieſa di Santoſpirito in ſul canto, doue hoggi
ſtà vn beccaio,vt tabernacolo, che per la " delle teſte, e per la dol.
cezza, che in eſſo ſi vede, merita di eſſere ſommamente da ogni intendente ar
stefice lodato. Da Fiorenza andato a Piſa,lauorò in campo ſanto, nella faccia
ta, che è a canto alla porta principale, tutta la vita de'ſanti radri, con ſi viui af,
fetti, e con ſibelle attitudini, che paragonando Giotto, ne riportò grandiſſi
malode: hauendo eſpreſſo in alcune teſte col diſegno, e con i colori tutta qla
laviuacità, che poteua moſtrare la maniera di que tempi. Da Piſa trasferito
ſi a Piſtoia,fece in ſan Franceſco in vna tauola a temperavna noſtra Donna,
con alcuni Angeli intorno molto bene accommodati; Et nella predella, che
andaua ſotto queſta tauola in alcune ſtorie, fece certe figure piccole tanto pró
te,e tanto viue, che in que tempi fu coſa marauiglioſa: onde ſodisfacédo non
..meno a ſe,che agl'altri,volle porui il nome ſuo con qſte parole. PetrusLau
ratide Senis. Eſſendo poi chiamato Pietro l'anno 1355 da M.Guglielmo Ar
ciprete,e dagl'opai della pieue d'Arezzo,che allora erano Margarito Boſchi,
& altri in quella chieſa,ſtata molto inanzi condotta, con migliore diſegno, 8.
maniera, che altra, che foſſe ſtata fatta in Toſcana inſino a quel tempo, 8 ore
nata tutta di pietre quadrate, 8 d'intagli, come ſi è detto, di mano di Margari
tone,dipinſe afreſco la tribuna, 8 tutta la nicchiagrande della capella dell'-
altar maggiore, facendouia freſco dodici ſtorie della vita di noſtra Donna ci
" grandi quanto ſono le naturali: & cominciando dalla cacciata di Zac
eria del tempio fino alla natiuità di Gieſu Chriſto. Nelle quali ſtorie, lauo
ratea freſco ſi riconoſcono quaſi le medeſime inuenzioni, i lineamenti, l'arie
delle teſte, e l'attitudini delle figure, che erano ſtate proprie, et particolari di
Giotto ſuo maeſtro. E ſe bene tutta queſta opera è bella, è ſenza dubbio mol
to migliore, che tutto il reſto, quello, che dipinſe nella volta di queſta nichia;
perche doue figurò la noſtra Donna andare in cielo; oltre al far gl'Apoſtoli
di quattro braccia l'uno,nel che moſtrò grandezza d'animo, e fu primo a tema
tare di rigrandire la maniera; diede tanto bella aria alle teſte, e tanta vaghez
za aiveſtimenti che piu non ſi ſarebbe a que tempi potuto diſiderare. Simil
mente nei volti d'un coro d'Angeli, che volano in ariaintorno alla Madona,
e con leggiadri mouimenti ballando, fanno ſembiante di cantare i dipinſe va
naletizia veramente angelica, e diuina; hauendo maſſimamente fatto gl'oca
chi degl'angeli,mentre " diuerſi in ſtrumenti, tutti fiſſi, 8 intenti in
vn'altro coro d'Angeli, che ſoſtenuti da una Nube,in forma di mandorla,por
tanola Madonna in cielo, con belle attitudini,e da celeſti archi tutti circoda
ti. La quale opera, perche piacque, e meritamente, fu essi, che gli fu data
a fare
º
144 p R I M A P A R T E
a fare a tempera la tauola dell'altar maggiore della detta pieue: doue in cinqi
quadri di figure grandi quanto il viuo fino al ginocchio, fece la noſtra Donna
col figliuolo in braccio; & ſan Giouanni Battiſta,eſan Matteo dall'uno della
ti, e dall'altro il Vangeliſta,e ſan Donato, con molte figure piccole nella pre
della,e diſopra nel fornimento della tauola: tutte veramente belle,8 condot
te con boniſſima maniera. Queſta tauola, hauendo io rifatto tutto di nuouo
a mie ſpeſe, e di mia mano,l'altar maggior di detta pieue,è ſtata poſta ſopralo
altar di ſan Chriſtofano a piè della chieſa. Neuoglio, che mi paia fatica di dire
in queſto luogo, con " occaſione, e non fuor di propoſito, che moſſo io
da pietà chriſtiana, 8 dall'affezzione, che io porto a queſta veſi, Chieſa colle
giata, & antica, e per hauere io in quella apparato nella mia prima fanciulleza
zai primi documenti, e perche in eſſa ſono le reliquie demiei paſſati, che moſ
ſo dico da queſte cagioni, et dal parermi, che ella fuſſe quaſi derelitta,l'ho di
maniera reſtaurata, che ſi puo dire ch'ella ſia da morte tornata a vita; perche
oltre all'hauerla illuminata, eſſenda oſcuriſſima, con hauere accreſciutelefi
neſtre, che prima vi erano, e fattone dell'altre; ho leuato anco il coro, cheeſ
ſendo dinanzi occupaua gran parte della chieſa, e ci molta ſodisfazione di
ſignori Canonici,poſtolo dietro l'altar maggiore. Il quale altare nuouo, ei
ſendo iſolato, nella tauola dinanzi ha vn º" che chiama Pietro, 8 Ama
drea dalle reti, e dalla parte del coro, è in un'altra tauola ſan Giorgio, che occi
de il ſerpente. Dagli lati ſono quattro quadri, &in ciaſcuno d'eſsi due Santi
grandi quanto ilnaturale. Sopra poi,e da baſſo nelle predelle, è una infinità
d'altre figure, che per breuità non ſi raccontano. L'ornamento di queſto alta
re è alto braccia tredici, e la predella alta braccia due.E perche dentro è voto
cviſiva con una ſcala, per vinovſcetto di ferro molto bene accommodato, vi
ſi ſerbano molteuenerande reliquie, che di fuori ſi poſſono vedere p due gra
te,che ſono dalla parte dinanzi, e fra l'altre vi è la teſta di ſan Donato Veſco
uo,eprottettor di quella città; & invna caſſa di miſthio di braccia tre.laqua
le ho fatta fare di nuouo,ſono l'oſſa di quattro ſanti. È la predella dell'altar,
che a " nelo cinge tutto intorno intorno,ha dinanzi il tabernacolo,
overo ciborio del ſagraméto di legname intagliato, e tutto dorato,alto brace
ciatre in circa ilquale tabernacolo è tutto tondo, e ſi vede coſi dalla parte del
coro,come dinanzi. E perche non ho perdonato ne a fatica, ne a ſpeſa neſſu
na,Parendomi eſſer tenuto a coſi fare in honor di Dio, queſta opera, per mio
giudizio, ha tutti quegli ornaméti d'oro d'intagli, di pitture di marmi, di tre
nertini, di miſchi, 8 di porfidi, ed altre pietre, che per me ſi ſono in quel luo
gºPotuti maggiori. Ma tornando horamai a Pietro Laurati; finita la tauola,
di cui ſi è diſopra ragionato,lauorò in ſan Piero di Roma molte coſe, che poi
ſono ſtate rouinate per farela fabrica nuoua di ſan Piero. Fece ancora alcu
ne ºpere in Cortona; & in Arezzo, oltre quelle, che ſi ſon dette, alcun'altre
nella chieſa di Santa Fiora e Lucilla,monaſterio de monaci neri, 8 in partice
lare invna capellavn ſan Tommaſo, che pone a Chriſto nella piaga del petto
la mano. - - - I , al, i ' ' , - -
ºn
fu diſcepolo
altri di Pietro
luoghi d'Italia Bartolomeo
lauorò Bologhini
molte tauole. Et in Saneſe
Fiorenzailquale in mano
è di ſua Siena, il
8
la,che èin ſull'altare dellacapella di ſan Salueſtro in S.Croce, Furono le pit
- tur e
VITA DI PIETRO 147
ture di coſtoro intorno agl'anni di noſtra ſalute 135o, & nel mio libro tante
volte citato, ſi vedevn diſegno di man di Pietro,douevn calzolaio, che cuce,
con ſemplici, ma naturaliſſimi lineamenti, moſtra grandiſſimo affetto, 8 qual
fuſſe la propria maniera di Pietro: il ritratto delquale era di mano di Bartolo
meo Bologhini in vna tauola in Siena, quando non ſono molti afini, lo rica
uaida i" nella maniera, che diſopra ſi vede.
Fine della vita di Pietro Laurati.
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FN ON fiori mai per tipo neſſuno l'Arte della pittura, che gli
Vºil ſcultori non faceſſino il loro eſercizio con eccellenza, etcli
cio ne ſono teſtimonija chi ben riguarda, l'opere di tutte
l'età, percheveraméte queſte due arti ſono ſorelle nate in
vn medeſimo tempo, e nutrite, e gouernate davna mede
ſima anima. Queſto ſi vede in Andrea Piſano, ilquale eſer
citando la ſcultura nel tempo di Giotto, fece tanto miglio
ramento in tal arte, che,e per pratica,e p ſtudio fu ſtimato in qlla pfeſsione il
maggior huomo, che haueſsinchauuto inſino ai tempi ſuoi i Toſcani e maſ
ſimamente nel gettardi bronzo per lo che da chiunque lo conobbe furono
in modo honorate, e premiate l'opere ſue, e maſsimaméte da Fiorentini,che
non gl'increbbe cambiare patria, parenti, facultà, & amici. A coſtui giouò
molto quella difficultà,chehaueuano hauuto nella ſcultura i maeſtri, che e
rano ſtati auanti a lui, le ſculture de'quali erano ſi rozze, e ſi dozinali, che chi
le vedeua a paragone di quelle di queſt'huomo, le giudicauavn miracolo, e
che quelle prime fuſſero goffe, ne fanno fede come s'è detto altroue alcune,
che i" ſopra la porta principale di S. Paulo di Firenze, 8 alcune, che dipie
tra ſono nella chieſa d'ogni Santi, le quali ſono coſi fatte, che piutoſto muo
uono a riſo coloro, che le mirano, che ad alcuna marauiglia, o piacere. Et
certo è, che l'arte della ſcultura ſi puo molto meglio ritrouare, quando ſi pera
deſſe l'eſſer delle ſtatue,hauendo gl'huominiilviuo,&il Naturale, che è tuta
to tondo, come vuolella che non puo l'arte della pittura, né eſſendo coſi pre
ſto,e facile il ritrouare i bei dintorni, e la maniera i" metterla in luce.
Le quali coſe nell'opere,che fanno i pittori, arrecano Maieſta,bellezza,grazia
e ornamento. Fu in vna coſa, " d'Andrea fauoreuole la fortuna:
pche eſſendo ſtate condotte in Piſa,come ſi è altroue detto, mediate le molte
vittorie, che p mare hebbero i Piſani, molte anticaglie,epili, che ancora ſono
intorno al Duomo, 8 al Campo Santo,ellegli fecero tanto giouamento, e die
dero tanto lume,che tale non lo potete hauer Giotto, per non ſi eſſere conſer
uate le pitture antiche tanto quanto le ſculture. E ſe bene ſono ſpeſſo le ſtaa
tue deſtrutte da fuochi, dalle rouine, e dal furor delle guerre, e " c
traſportate in diuerſi luoghi, ſi riconoſce nondimeno da chi intende, la dife
ferenza delle maniere di tutti i paeſi, come per eſempio, la Egizzia è ſottile e
lunga nelle figure,la greca è artifizioſa, e di molto ſtudionegl'ignudi, elete
ſte hanno quaſi un'aria medeſima. E l'antichiſsima Toſcana iº ne'cas
pelli,e alquanto rozza. De Romani, (chiamo Romani, per la maggiorpare
te quelli, che poi, che fu ſoggiogata la Grecia, ſi " a Roma, "
cioche era di buono,e di bello nel mondo fu portato) queſta dico è tanto bel
la per l'arie. Per l'attitudini, permoti per gl'ignudi,e per i panni, che ſi puo di
reche egl'habbiano cauato il bello da tutte altre prouincie, e i. 1n
vna ſola maniera, perche la ſia com'è,la miglior,anzi la piu diuina di tutte l'al
tre. Lequali i maniere, 8 arti, eſſendo ſpente al tempo d'A "
- quel
V IT A D'AN D R E A - 14 )
quella era ſolamente in vſo,che dai Gotti, e da Greci goſſi, era ſtata recata in
toſcana, onde egli, conſiderato il nuouo diſegno di Giotto, e quelle poche
Antichaglie,che gl'erano note,in modo aſſottigliò gran parte della groſſezza
diſi ſciaurata maniera col ſuo giudizio, che cominciò a operar meglio, 8 a da
remolto maggior bellezza alle coſe, che non houeua fatto ancora neſſun al
º rro in quell'arte,inſino ai tempi ſuoi. Perche, conoſciuto l'ingegno, e la buo
na pratica,e deſtrezza ſua, fu nella patria aiutato da molti, e datogli a fare,eſº
ſendo ancor giouane,a S. Maria a Ponte alcune figurini di marmo, che gli re
carono coſi buon nome, che fu ricerco con inſtanza grandiſsima di venire a
; lauorare a Firenze per l'opera di S. Maria del " haueua, eſſendoſi con
minciata la facciata dinanzi delle tre porte,careſtia di Maeſtri, che faceſſero la
ſtorie,che Giotto haueua diſegnatopel principio di detta fabrica. Si condui
ſe adunque Andrea a Firenze in ſeruigio dell'opera detta. Et perche diſide
rauano in quel tempo i Fiorentini renderſi grato, &amico papa Bonifazio ot
tauo, che allora era ſommo pontefice della Chieſa di Dio, vollono, che inizia
a ogni altra coſa Andrea faceſſe di marmo,e ritraeſſe di naturale detto ponte
fice. La onde meſſo mano a queſta opera, non reſtò, chehebbe finita la iura
del papa, 8 vn ſan Piero, 8 vn ſan Paulo, che lo mettono in " tre
figure furono poſte, e ſono nella facciata di ſanta Maria del Fiore, racedo poi,
Andrea pla porta del mezo di detta Chieſa in alcuni Tabernacoli, overnica
ehie certe figurine di profeti, ſi vide ch'egli haueua recato gri miglioraméro,
all'arte, 8 che egli auanzaua in bontà,e diſegno tutti coloro, che inſino alloa
rahaueuano per la detta fabrica lauorato. Onde fu riſoluto, che tutti i lauori
d'importanza ſi deſſono a fare a lui, e non ad altri: perche non molto doppo
gli furono date a farele quattro ſtatue de principali dottori della Chieſa, ſan
Girolamo, ſanto Ambruogio,ſanto " ſan Gregorio. E finite que
ſte, che gli acquiſtarono grazia,e fama appreſſo gli operai, anzi appreſſo tutta
la città, gli furono date a far due altre figure di marmo della medeſima grana
dezza, che furono il ſanto Stefano, 8 ſan Lorenzo, che ſono nella detta i"
ta di ſanta Maria del Fiore in ſull'ultime cantonate. E di mano d'Andrea ſia
milmente la Madonna di marmo alta tre braccia,emezzo,col figliuolo in col
lo, che è ſopra l'altar della chietetta & compagnia della Miſericordia in ſulla
piazza di ſan Giouanni in Firenze, che fu coſa molto lodata in que tempi, 8.
maſſimamente hauendola accompagnata con due A " che la mettono in
mezzo, di braccia due e mezzo l'uno. Allaquale opera ha fatto a giorni noſtri
vnfornimento intorno di legname molto ben lauorato maeſtro Antonio det
to il Carota,e ſottovna predella piena di belliſſime figure, colorite a olio, da
Ridolfo figliuolo di Domenico Ghrillandai Parimente quella mezza noſtra
Donna di marmo, che è ſopra la porta del fianco pur della Miſericordia nella
facciata de Cialdonaiè di mano d'Andrea, e fu coſa molto lodata, perhauere
egli in eſſa imitato la buona maniera antica,fuor dell'uſo ſuo, che ne fu ſeme
pre lontano, come teſtimoniano alcuni diſegni, che di ſua mano ſono nel no
ſtro libro,ne quali ſono diſegnate tutte l'hiſtorie dell'Apocaliſſe. Erperche
haueua atteſo Andrea in ſua giouentu alle coſe d'Architettura, venne accan
ſione di eſſere in cio adoperato dal comune di Firenze: perche, eſſendo more
to Arnolfo,ºcGiorto aſſente gli fu fatto fare il diſegno del caſtello di Scarpe
I12
15o P R I M A P A R T. E'
ria, che è in Mugello alle radici dell'Alpe. Dicono alcuni (non l'affermarei
gia" vero)che Andrea,ſtette a Vineziavn'anno,e vi lauorò di ſcultura alcu
ne figurette di marmo, che ſono nella facciata di ſan Marco, è che al tempo
di M.Piero Gradenigo Doge di " il diſegno dell'Arſenale: ma
perche io non ne ſo fenº quello, che truouo eſſere ſtato ſcritto da alcuni ſem
plicemente,laſcerò credere intorno a cio,ognuno a ſuo modo, Tornato da
Vinezia a Firenze Andrea,la città, temendo della venuta dell'Imperadore, fe
ce alzare con " cio Andrea, vina parte delle mura, a
calcina otto braccia,in quella parte, che è fraſan Gallo, e la porta al prato; &
in altri luoghi fece baſtioni ſteccati,Scaltti ripari di terra, e di legnami ſicu
riſsimi. Hora perche tre anni inanzi, haueua con ſua molta lode moſtrato
d'eſſere valente huomo nel gettare di bronzo, hauendo mandato al papa in
Auignone, per mezzo di Giotto ſuo amiciſsimo, che allora in quella corte di
moraua,vna croce di getto molto bella. Gli fu data a fare di bronzo vna delle
porte del tempio di ſan Giouanni, della quale haueuagia fatto Giotto vn dia
no belliſſimo; gli fu data,dico, a finire, per eſſere ſtato giudicato,fra tanti,
chehaueuano lauorato inſino allora,il piu valente il piu pratico, e piu giudi
zioſo maeſtro, non pure diToſcana, ma di tutta Italia. La onde i Innano
con animo deliberato di non volere riſparmiare ne tempo,nefatica,ne diligº
za per condurrevn'opera di tanta importanza gli fu coſi propizia la ſorte nel
getto,in itépi, che non ſi haueuano i ſegreti, che ſi hanno hoggi, che in termi
ne diventidue anni la conduſſe a quella perfezione, che ſi vede: &quello, che
è piu,feceancora in quel tempo medeſimo non pure il tabernacolo dell'alta
re maggiore di ſan Giouanni, con due Angeli, che lo mettono in mezzo,iqua
li furono tenuti coſa belliſſima, ma ancora, ſecondo il diſegno di Giotto il
le figurette di marmo, che ſono per finimento della porta del campanile disi
ea Maria del Fiore, & intorno al medeſimo ca " in certe mandorle i ſet
tepianeti, le ſette virtu,ele ſette operedella i mezzo rilieuo in
figure piccole, che furono allora molto lodate. Fece anco nel medeſimo tem
" le tre figure di braccia quattro l'una, che furono collocate nelle nicchie del
etto campanile ſotto le fineſtre, che guardano,doue ſono hoggi i pupilli,cio
è verſo mezogiorno; le quali figure furono renute in quel tempo piu, che ra
gioneuoli. Ma per tornare onde mi ſono partito,dico, che indetta porta di
i" ſono ſtoriette di baſſo rilieuo, della vita di ſan Gio Battiſta, cioè dalla
naſcita inſino alla morte, condotte felicemente, é con molta diligenza. E ſe
bene pare a molti, che in tali ſtorie non appariſca quelbel diſegno, ne quella
i" e arte che ſi ſuol porre nelle figure, non merita però Andreaſenonloa
e grandiſſima per eſſere ſtato il primo, che poneſſe mano a condurre perfet
tamentevn'opera che fu poi i" altri, che ſono ſtati dopo lui han
no fatto quanto di bello, e di difficile,etdi buono nell'altre due porte, e negli
ornamenti di fuori al preſente ſi vede. Queſta opa fu poſta alla porta di mez,
zo di quel tempio,eviſtette inſino ache Lorenzo Ghiberti fece quella chevi
è al preſente; perche allora fu leuata,epoſta dirimpetto alla Miſericordia, do
tre ancora ſi trona. Non tacerò, che Andrea fu aiutato in far queſta porta da
Nino ſuo figliuolo, che fu poi molto miglior maeſtro, che il padre ſtato né e
ra,e che fu finita del tutto l'anno 1339, cioè non ſolo pulita,erinetta del tutto
ai IIla
VUTA D'ANDREA 151
rma ancora dorata a fuoco; & credeſi,ch'ella fuſſe gettata di metallo da alcuni
maeſtri Viniziani molto eſperti nel fondere i metalli; e dicio ſi truoua ricor
done libri dell'arte de mercatanti di Calimara.guardiani dell'opera di s.Gio
uanni. Mentre ſi faceua la detta porta,fece Andrea non ſolo l'altre opere ſoa
pradette, ma ancora molte altre, e particolarmente il modello del tempio di
ſan Giouanni di Piſtoia, il quale fu fondato l'anno 1337, nelquale annomeda
ſimo adixxv.di Gennaio,fu trouato, nel cauare i fondamenti di queſta Chia
ſa,il corpo del beato Atto, ſtato veſcouo di quella città;ilquale era ſtato in il
luogo ſepolto centotrentaſette anni. L'architettura dunque di queſto Te
pio,che e tondo,fu ſecondo que tempi ragioneuole. E anco di mano d'An.
drea nella detta città di Piſtoia nel tempio pricipale,vna ſepoltura di marmo,
piena, nel corpo della caſſa di figure piccole con alcune altre diſopra maggio
hº ri. Nella quale ſepoltura è il corpo ripoſto di M.Cino d'Angibolgi, Dottore
r di legge, e molto famoſo litterato ne'tempi ſuoi, come teſtimonia M.Francos
ſco Petrarca in quel ſonetto; - - a
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DI BvoNAMIco BvFFALMACco
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Dellaquale opera, eſſendo hoggi quel monaſterio rouinato, non ſi puo altro
vedere,chevna carta tinta,nel noſtro libro de diſegni di diuerſi, doue è ques
ſta ſtoria di man propria di eſſo Buonamico diſegnata. Nel fare queſta opera
alle gia dette donne di Faenza,pche era Buffalmaccovna perſona molto ſtrat
ta,& a caſo,coſi nel veſtire, come nel viuere,auuenne, non portado egli coſi
ſempre il capuccio,S il mantello, come in que tempi ſi coſtumaua,cheguare
dandolo alcuna volta le monache, per la turata, che egli hauea fatto fare, con
minciarono a dire col Caſtaldo, che non piaceua loro vederlo a quel modo,
in farſetto; pur rachetate da lui, ſe ne ſtettono vn pezzo ſenza dire altro. alla
per fine, vedendolo pur ſempre in quel medeſimo modo,e dubitando, che né
fuſſe qualche garzonaccio da peſtar colori,gli feciono dire dalla badeſſa, che
hauerebbono voluto vedere lauorar il maeſtro, e non ſempre colui. A che ti
i" Buonamico, come piaceuole, che era, che toſto, che il maeſtro vi fuſſe,lo
arebbe loro intendere, accorgendoſi non di meno della poca cofidenza, che
haueuano in lui. Preſo dunque vn deſco,e meſſouene ſopravn'altro, miſe in
cimavn Brocca,o vero mezzina da acqua, e nella bocca di quella poſe vnca
puccio in ſul manico: & poi il reſto della mezzina, coperſe con un mantello
alla ciuile,affibbiandolo bene intorno ai deſchi; et poſto poi nel beccuccio,
donde l'acqua ſi trae acconciamente un pennello, ſi partì; le monache, torna
do a veder il lauoro, per uno aperto, doue hauea cauſato la tela, uidero il po
ſticcio maeſtro in pontificale, onde credendo, che lauoraſſe a piu potere, S&
fuſſe per fare altro lauoro, che quel garzonaccio a cattafaſcio non faceua,ſene
ſtettono piu giorni, ſenza penſar ad altro. Finalmente, eſſendo ellenouenute
in diſiderio, di ueder, che " coſa haueſſe fatto il maeſtro, paſſati quindici
giorni, nelquale ſpazio di tempo Baonamico non ui era mai capitato, una not
te, penſando, che il maeſtro non ui fuſſe,andarono a ueder le ſue pitture, S&ri
maſero tutte confuſe,S roſſe, nello ſcoprirvna piu ardita dell'altre il ſolenne
maeſtro, che in quindici di non haueua punto lauorato. Poi conoſcendo che
egli haueua loro fatto illo, che meritauano,e che l'opere, che egli haucuafat
te,non erano ſenon lodeuoli,fece richiamar dal Caſtaldo Buonamico, ilqua
le con grandiſſime riſa, e piacere ſi riconduſſe allauoro, dando loro a cogno
- " differenza ſia dagli huomini alle brocche,8 che non ſempre aiue
ſtimenti ſi deono l'opere degli hucmini giudicare. Hora quiui, in pochi gior
ni,finì una ſtoria, di che ſi contentarono molto,parendo loro in tutto le pare
ti da contentarſene; eccetto, che le figure nelle carnagioni pareuano loro an
- Z1
V ITA DI BV ON AMICO BVFFA LM ACCO 157
zi morticce,e pallide, che no. Buonamico ſentendo cio, & hauendo inteſo,
che la badeſſa i" una vernaccia la miglior di Firenze, la quale, per lo ſagri
fizio della meſſa ſerbaua,diſſe loro, che auolere a cotal difetto rimediare, né
ſi poteua altro fare, che ſtemperare i colori con uernaccia, che fuſſe buona; p
che,toccando con eſſi, coſi ſtemperati,legote, & l'altre carni delle figure, elle
diuerrebbono roſſe, 8 molto uiuamente colorite. Cio udito le buone ſuore,
che tutto ſi credettono,lo tennonosépre poi fornito di ottima uetnaccia mé
tre durò illauoro; & egli godendoſela, fece daindi in poi con i ſuoi colori ora
dinarijle figure piu freſche, 8 colorite, -
Finita queſta opera dipinte nella Badia di ſettimo alcune ſtorie di San Iacopo
nella Cappella,che e nel chioſtro è quel Santo dedicata, nella uolta della qua
le fece i quattro Patriarchi & i quattro Euangeliſti, fra i quali è notabile l'at
CO, i San Luca nel ſoffiare molto naturalmente nella penna, perche ren
dal'inchioſtro. Nelle ſtorie poi delle facciate, che ſon cinque, ſi uede nelle
figure belle attitudini, & ogni coſa condotta con inuenzione, e giudizio. E
perche vi ſtaua Buonamico per fare l'incarnato piu facile di campeggiare, co
meſi uede in queſta opera, per tutto " di ſale, ilquale fa col tem
povna ſalſedine, che ſi mangia, & conſuma il bianco, egl'altri colori, non
emarauiglia e ſe queſt'opera è guaſta &cóſumata,la doue molte altre che furo
no fatte molto prima ſi ſono beniſsimo conſeruate. Etio, che gia penſaua,
che à queſte pitture haueſſe fatto nocumento l'humido,ho poi prouato per eſ
perienza, conſiderando altre opere delmedeſimo, che non i humido, ma
da queſta particolare uſanza di Buffalmacco,è auenuto, che ſono in modo gua
ſte, che non ui ſi vede, ne diſegno, nealtro; e doue erano le carnagionilnon è
altro rimaſo, che il paonazzo. Il qual modo di fare non dee uſarſi da chi ama
che le pitture ſue habbiano lunga vita. Lauorò Buonamico, dopo quello,
che ſi è detto di ſopra, due r", tempera ai Monaci della Certoſa di Firen
za: delle quali l'una è douettanno per il choro i libri da cantare,e laltra di ſot
to nelle Cappelle vecchie. Dipinſein freſco nella Badia di Firézela Capella de'
Giochi e Baſtami alato alla Cappella maggiore.Laquale Cappella ancor, che
poi fuſe coceduta alla famiglia de'Boſcoli, ritiene ledette pitture di Buffalmac.
coinſino a hoggi, nelle quali fece la paſsione di Chriſto con affetti ingegnoſi
ebelli, moſtrando in Chriſto quando lauai piedi ai diſcepoli humiltà, 8 má
ſuetudine grandiſſima. E ne giudei, quando lo menano ad Herode fierezza,
e crudelta. Ma particolarmente moſtrò ingegno, e facilita in vn Pilato, che
vidipinſe in prigione, 8 in Giuda apiccato avn'Albero, onde ſi puo ageuol
mente credere quello, che di queſto piaceuole pittore ſi racconta, cioè, che
quando voleuavſar diligenza, e affaticarſi, il che di rado auueniua, egli non
era inferiore a niun'altro dipintore de ſuoi tempi. E che cio ſia vero l'opere,
che fece in ogni Santià freſco doue è hoggi il cimitero, furono con tanta di
ligenza lauorate, & con tanti auuertimenti, che l'acqua, che é piouuta loro
ſopra tanti anni, non le ha potuto guaſtare, ne fi che non ſi conoſca la
bonta loro. Sº che ſi ſono mantenute beniſsimo, per eſſere ſtate lauorate pu
ramente ſopra la calcina freſca. Nelle facce dunque ſono la Natiuita di Gieſu
Chriſto, e l'adorazione de Magi, cioè ſopra la ſepoltura degl'Aliotti. Dopo
queſt'opera, andato Buonamico à Bologna, lauoròà freſco in San re"
- nella
rss - P R I M A P A R T. E
nella Cappella de'Bolognini, cioè nelle volte alcune ſtorie, ma da non ſo che
accidente ſoprauenuto non le fini Diceſi che l'anno 13o2 fu condotto in Aſce
ſi, e che nella chieſa di San Franceſco dipinſe nella capella di santa chateri
na tutte le ſtorie della ſua vita in freſco le quali ſi ſono molto ben conſeruate,
eviſiveggiono alcune figure, che ſono degne d'eſſere lodate finita queſta
Capella, nel paſſar d'Arezzo il Veſcouo Guido, per hauere inteſo, che Buon
amico era piaceuole huomo, evalente dipintore, volle, che ſi femaſſi in quel
la città, eg" Veſcouado la Capella doue è hoggi il Batteſimo.
Ruonamico meſſo mano a lauoro n'haueua gia fatto buona parte quando
'auuennevn caſo il piu ſtrano del mondo: eſu ſecondo, che racconta Franco
Sacchetti nelle ſuo trecento nouelle, queſto Haueua il Veſcouovn Bertuca
cione il piu ſollazzeuole, 8 il piu cattiuo, che altro, che fuſſe mai; Queſto
animale, ſtando alcuna volta ſul palco è vedere lauorare Buonamico, haueua
ſto mente à ogni coſa, ne leuatogli mai gl'occhi da doſſo quando meſcola
uai colori, traffinaua gl'alberelli, ſtiacciaualuoua per fare le tempere, & in
ſomma quando faceua qual ſi voglia altra coſa.Hora hauendo Buonamico vn
ſabato ſera laſciato d'opera, la domenica mattina queſto Bertuccione, non
oſtante, che haueſſe apiccato ai piedi vn gran Rullo di legno, il quale gli face
ma portare il Veſcouo, perche non " coſi ſaltare per tutto, egli ſali non
oſtante il peſo, che pure era graue in ſul palco, doue ſoleuaſtare Buonamico
à lauorare:e quiui recatoſi fra mano gl'alberelli, roueſciato che hebbe luno
i" ſeimeſcugli, e ſtiacciato quante uoua v'erano, cominciò è
nell'altro, e
imbrattare con i pennelli quante figure vi erano, e ſeguitando di coſi fare,
non reſtò ſe non quando hebbe ogni coſa ridipinto di ſua mano,cio fatto di
nuouo fece vn meſcuglio di tutti i colori, che gli erano auanzati, come, che
pochi fuſlero e" ſceſo del palco, ſi parti. Venuto il lunedi mattina, tornò
Buonamico al ſuo lauoro, doue vedute le figure guaſte, gl'alberelli roueſcia
ti, & ogni coſa ſotto ſopra, reſtò tutto maranigliato, & confuſo. Poi hauen
do molte coſe fraſe medeſimo diſcorſo, penſo i , che qualche Are
tino,li inuidia, o peraltro haueſſe cio fatto: onde, andatoſene al Veſcouo
li diſſe come la coſa paſſaua, e quello di che dubitaua:di che il Veſcouorima
i" turbato, pure fatto animo è Buonamico, volle che rimetteſſe mano
allauoro,e cio che ui era di guaſto rifaceſſe: E perche haueua preſtato alle ſue
parole fede,le quali haueuano del veriſimile, gli diede ſei de ſuoi fanti arma
ti che ſteſſono cofalcioni quando egli non lauoraua, in aguato, & chiun
che veniſſe, ſenza miſericordia talgliaſſenoa pezzi. Rifatte dunque la ſecon
da volta le figure, vn giorno che i fanti erano in aguato, Ecco, che ſentono
non ſo che rotolare per la Chieſa; e poco apreſſo il Bertuccione ſalire ſopra
l'aſſito, 8 ivn baleno fatte le meſtiche veggiono il nuouo Maeſtro metterſi
à lauorare ſopra i ſanti di Buonamico: " chiamatolo emoſtrogli il male
fattore, 8 fnſieme con eſſo lui ſtando auederlo lauorare furono per crepar
delle riſa,e Buonamico particolarmente, come che dolore gliene veniſſe, non
poteua reſtare di ridere, ne di piangere per le riſa. Finalmente licenziati i fan
ti, che con falcioni haueuano fatto # guardia, ſe ne ando al Veſcouo, egli diſ
ſe: Monſignor voi volete, che ſi dipinga avn modo, 8. il voſtro Bertuccione
vuoleà vn'altro. Poi, contandola coſa,ſoggiunſe,non iſcadeua, che voi man
- daſte
VITA DI BV ON AMICO BV FF A LM ACCO 159
.s daſte per pittori altroue ſe haueuate il Maeſtro in caſa. Ma egli forſe non ſa
paua coſi enfare le meſtiche: horſu, hora che ſa, faccia da ſe, che io non ci
ſon piubuono:Et conoſciuta la ſua virtu, ſon contento, che per l'opera mia
--
e non mi ſia alcuna coſa data, ſe non licenza di tornarmene a Firenze. Non po
teua, vdendo la coſa il Veſcouo, ſe bene gli diſpiaceua, tenere le riſa, e maſſi
mamente conſiderando, che vna beſtia haueuafattovna Burla à chi era il piu
burleuole huomo del mondo: pero poi che del nuouo caſo hebbono ragiona
to, e riſo a baſtanza, fece tanto il Veſcouo che ſi rimeſſe Buonamico la terza
volta all'opera,ela fini.E il Bertuccione per caſtigo,epenitéza del comeſſo era
rore fu ſerrato in vna grá gabbia dilegno,etenuto doueBuonamico lauoraua
inſino a che fu quell'opa interaméte finita:nella quale gabbia non ſi potrebbe
niuno imaginari giuochi, che quella beſtiaccia faceua col muſo, con la perſona
& conle mani, vedendo altri fare, e non potere ella adoperarſi. Finita l'o-
pera di queſta Capella ordinò il Veſcouo, o per burla, è per altra cagione,
che egli ſelo faceſſi, che, Buffalmaccogli dipignesſe in una facciata del ſuo
palazzo vin'Aquila addoſſo avn leone, ilquale ſahaueſſe morto. Laccorto
dipintore, hauendo promeſſo di fare tutto quello, che il Veſcouo voleua, fe
ce farevn buono aſſito di Tauole, con dire non uolere eſſer ueduto dipigne
.
revna ſi fatta coſa. E cio fatto, rinchiuſo, che ſi fu tutto ſolo la dentro, di pin
ſè per contrario di quello, che il Veſcouo uoleua, vn Leone, che sbranaua
vn Aquila. E finita l'opera, chieſe licenza al Veſcouo d'andare a firenze à pro
cacciare colori, che gli mancauano Etcoſi ſerrato con vna chiaue il tauola
to, ſe n'andò à Firenze, con animo di non tornare altramente al Veſcouo: il
quale veggendo la coſa andare in lungo, è il dipintore non tornare, fatto a
prire ilTauolato, conobbe che piu haueua ſaputo Buonamico, che egli, per
che moſſo da grauiſſimo ſdegno gli fece darbando della vita il che hauendo
Buonamico inteſo, gli mando a dire che gli faceſſe il peggio, che poteua,on
de il Veſcouolo minaccio da maladetto ſenno, pur finalmente, conſideran
do chi egli ſi era meſſo a volere burlare, e che bene gli ſtaua rimanere burla
to, perdonò a Buonamico l'ingiuria, e lo riconobbe delle ſue fatiche liberaliſ
ſimamente. Anzi, che è piu, condottolo indià non molto di nuouo in Arez
zo, gli fece fare nel Duomo vecchio molte coſe, che hoggi ſono per terra,
trattandolo ſenpre come ſuo familiare, e molto fedelſeruitore. Il medeſimo
dipinſe pure in Arezzo, nella Chieſa di San Iuſtino la nicchia della Capella
maggiore. Scriuouo alcuni, che eſſendo Buonamico in Firenze, e trouando
ſi ſpeſso con gl'amici, 8 compagni ſuoi in bottega di Maſo del ſaggo, egli ſi
truouò con molti altri a ordinare la feſta che in didi chalen di Maggio fecio
no gl'huomini di Borgo San Friano in Arno ſopra certe barche, 8 che quan
doi ponte alla Carraia, che allora era di legno rouinò, per eſſere troppo ca
rico di perſone, che erano corſo è quello ſpettacolo, egli non ui mori, come
molti altri feciono, per che quando apunto rouinò il ponte in ſulla machina
che in arno ſopra le barche rappreſentana l'inferno, egli era andato a procac
ciare alcune coſe che per la feſta mancauano.
Eſſendo non molto dopo queſte coſe condotto Buonamico a Piſa, dipinſe
nella Badia di ſan Paulo a ripadarno allora de monaci di Vallombroſa, in tut
talacrociera di quella chieſa da tre bande,e dal tetto inſino in treni hi
- OT1e
-
166 P R I M A P A R T E
ſtcrie del teſtamento vecchio, cominciando dalla creazione dell'huomo, e ſi
guitando inſino a tutta la edificazione della torre di Nebroth. Nella quale oa
pera, ancorchehoggi per la maggior parte ſia guaſta, ſi vedeviuezza nelle fi
gure,buona pratica, 8 vaghezza nel colorito, e che la mano eſprimeua molto
bene i concetti dell'animo di Buonamico, ilquale non hebbe però molto di
ſegno. Nella facciata della deſtra crociera,laquale è dirimpetto a quella doue
è la porta del fianco,in alcune ſtorie di ſanta Naſtaſia, ſi veggiono certi habi
ti,& acconciature antiche molto vaghe, 8 belle, in alcune donne, che vi ſono
con grazioſa maniera dipinte. Non men belle ſono quelle figure ancora, che
con bene accommodate attitudini, ſono in vna barca, fra le quali è il ritratto
di Papa Aleſſandro quarto,ilquale hebbe " ſi dice, da
Tafo ſuo maeſtro, ilqualehaueua quel pontefice ritratto di Muſaico in S. Pie
ro. Parimente nell'ultima ſtoria,doue è il martirio di quella ſanta, ed altre,
eſpreſſe Buonamico molto bene nei volti il timore della morte, il dolore, e lo
ſpauento di coloro, che ſtanno a vederla,tormentare,emorire, mentre ſtale
gata a un albero, e ſopra il foco. Fu compagno in queſta opera di Buonami
co, Bruno di Giouanni pittore, che coſi èchiamato in ſul vecchio libro della
compagnia; il quale Bruno, celebrato anch'egli, come piaceuole huomo dal
Boccaccio,finite le dette ſtorie delle facciate, dipinte nella medeſima Chieſa
l'altar di ſanta Crſola con la compagnia delle Vergini, facendo in vna mano
di detta ſantavno ſtendardo con l'arme di Piſa, che è in campo roſſo vinacro
ce bianca: & facendole porgere l'altra a una femina, che ſurgédo fra due mé
ti,e toccando con l'uno de piedi il mare, le porge amendue le mani in atto di
raccomandarſi. Laqualefemina figurata per Piſa,hauendo in capovna coro
na d'oro, 8 in doſſo un drappo pieno di todi, e di aquile, chiede, eſſendo mol
to trauagliata in mare, aiuto a quella ſanta. Ma perche nel fare queſta opera
Bruno ſi doleua,chele figure, che in eſſa faceua,non haueuano il uiuo, come
quelle di Buonamico: Buonamico come burleuole per inſegnargli a fare le
figure, non puruiuaci,ma che fauellaſſono,gli fece far alcune parole, che uſci
uano di bocca a quella femina che ſi raccomanda alla ſanta: e i riſpoſta della
ſanta a lei; hauendo cio viſto Buonamico nell'opere, che haueua fatte nella
medeſima città Cimabue, Laqual coſa, come piacque a Bruno,e agl'altri huo
mini ſciocchi di q tépi; coſi piace ancor oggi a certi goffi,che in cio ſono ſerui
ti da artefici plebei,come eſsi ſono. E di uero paregran fatto, che da diſtoprin
cipio ſia paſſata in vſo una coſa, che per burla, e non per altro fu fatta fare, ci
cioſa, che ancovna gran parte del campoſanto,fatta da lodati maeſtri ſia pie
na di queſta gofferia. L'opere dunque di Buonamico, eſſendo molto piacciu
te ai Piſani,gli fu fatto fare dall'operaio di Campoſanto quattro ſtorie in fre
ſco,dal principio del mondo inſino alla fabrica dell'Arca di Noe, 8 intorno
alle ſtorie un ornamento, nelquale fece il ſuo ritratto di naturale, cioè in un
fregio, nel mezzo delquale, 8 in ſulle quadrature ſono alcune teſte, fralequa
li, come ho detto ſi uede la ſua, con un capuccio, come apunto ſtà quello, che
di ſopra ſi uede. E perche in queſta opera è un Dio, che con le braccia tiene i
cieli,egl'eleméti,anzi la machina tutta dell'uniuerſo,Buonamico per dichia
rare la ſua ſtoria con verſi ſimili alle pitture di quell'età,ſcriſſe a piedi in lette
re maiuſcule di ſua mano, come ſi puo ancouedere, queſto ſonetto, ilquale p
l'antichi
VlTA DI BV ON A MICO BVFFA LMA CC o 161
l'antichità ſua, 8 per la ſemplicità del dire di que tempi, mi è paruto dimette
re in queſto luogo, come che forſe per mio auiſo,non ſia per molto piacere, ſe
nò " coſa, che fa fede di quato ſapeuano glihuomini di ql ſecolo.
& opere fatte da queſti antichi, come, che coſi perfette non ſiano; &in che
i" utile,8 commodo ſi poſſa trarre dalle coſe loro; hauendocieglino aa
pertalauiaalle marauiglie,che inſin'ahoggi ſi ſono fatte, e ſi fanno tuttauia.
Mentre,che Bruno faceua queſta opera,uolendo un contadino, che Buona
mico, gli faceſſe un ſan Chriſtofano, ne furono d'accordo in Fiorenza, Se
conuennero per contratto in queſto modo, che il prezzo fuſſeotto fiorini, &
la figura doueſſe eſſer dodici braccia. Andato dunque Buonamico alla chie
ſadoue doueua fare il ſan Chriſtofano,trouò,che per non eſſere ella ne alta,
nelunga,ſe non braccianoue,non poteuane di fuori,ne di dentro accommo
" preſe partito, perche non ui capiua ritto
darlo in modo, che bene ſteſſe,
di farlo dentro in chieſa a giacere: ma perche ancocoſi non vi entraua tutto,
fu neceſſitatoriuolgerlo i ginocchia in giu nella facciata di teſta. Finita l'
opera, il contadino non voleua in modo " " dice
ua d'eſſer aſſaſſinato: perche andata la coſa agl'Vfficiali di graſcia,fu giudica
to, ſecondo il contratto,che Buonamico haueſſe ragione. A ſan Giouanni fra
l'arcore eravna paſſione di Chriſto, di mano di Buonamico molto bella, e fra
l'altre coſe, che vi erano molto lodate,vi era un Giuda appiccato a vin'Albero
fatto con molto giudizio,e bella maniera. Similmente vn vecchio che ſi ſof
fiaua il naſo era naturaliſſimo, e le Marie dirotte nel pianto, haueuano arie,e
modi tanto metti, che meritauano,ſecondo quell'età, che non haueua anco
ra coſi facile il modo d'eſprimere gl'affetti dell'animo col pennello, di eſſere
grandemente lodate. Nella medeſima facciavn ſanto Iuo di Brettagna, cha
ueua molte vedoue,e pupilli a 1 piedi era buona figura, e due angeli in Aria,
che lo coronauano,erano fatti con dolciſſima maniera. Queſto edifizio,e le
pitture inſieme, furono gettate per terra l'anno della guerra del 1529 .
In Cortona ancora dipinſe Buonamico, per M.Aldobrandino Veſcouo di
quella città, molte coſe nel Veſcouado,e particolarmente la cappella, e tauo
la dell'altar maggiore, ma perche nel rinouare il palazzo, e la chieſa, andò o
gni coſa per terra,non accade farne altra menzione. In ſan Franceſco nondi
meno, & in ſanta Margherita della medeſima città, ſono ancora alcune pittu
re di mano di Buonamico.Da Cortona,andato di nuouo Buonamico in Aſce
ſi, nella Chieſa di ſotto di ſan Franceſco dipinſe a freſco tutta la cappella del
Cardinale Egidio Aluaro Spagnuolo, e perche ſi portò molto bene, ne fu da
eſſo Cardinale liberalmente riconoſciuto. Finalmente,hauendo Buonamico
lauorato molte pitture per tutta la Marca, nel tornarſene a Firéze ſi fermò in
Perugia, e vi dipinſe " di S.Dome.infreſcola cappella de'Buontépi,
facendo in eſſa hiſtorie della uita di S. Caterina uergine, 8 martire. -
E nelle chieſa di San Domenico Vecchio dipinſe in vna faccia pur a freſco,
quando eſſa Caterina figliuola del Re Coſta, diſputando conuince,& conuer
te certi filoſofi alla fede di Chriſto. E perche queſta ſtoria è piu bella, che al
cune altre, che faceſſe Buonamico giamai,ſi puo dire con uerita che egli aua
zaſſe in queſta opera ſe ſteſſo. Da che moſsi i perugini ordinarono, ſecondo
che ſcriue franco ſacchetti, che dipigneſſe in piazza Santo HercolanoVeſco
uo, e pretettore di quella città; onde conuenuti del prezzo fu fatto nel luogo
doueſ haueua à dipignere, vnaturatadi Tauole, e di ſtuoie, per che non fuſ
ſe il Maeſtroveduto dipignere. E cio fatto miſe mano all'opera: ma non i
- - to
vuTA DI BvoNAMIco Bv FFALM Acco 16,
ſarono dieci giorni, dimandando chiunche paſſaua, quando ſarebbé cotale
pittura finita penſando, che ſi fatte coſe ſi gettaſſono in pretelle, che la coſa
venneà faſtidio a Buonamico: perche venuto alla fine del lauoro ſtracco da
tanta importunita deliberò ſeco medeſimo uendicarſi dolcemente dell'impa
cienza di quepopoli, egli venne fatto, perche finita l'opera inanzi, che laſco
priſſe la fece veder loro, e ne fu interamente ſodisfatto. Ma volendò i perugi
nileuare ſubito la turata diſſe Buonamico, che per due giorni ancora lala
ſciaſſono ſtare, per cioche voleua ritoccare à " alcuno coſe: & coſi fu fat
to. Buonamico dunque ſalito in ſul ponte, doue egli haueua fatto al Santo
vna gran Diademad'oro, e come in que tempi ſi coſtumaua di rilieuo con la
calcina, gli fece vna corona, è vero ghirlanda intorno intorno al capo tutta
di LA SCHE: E cio fatto, vna mattina, a cordato l'hoſte ſene venne à Fi
renze. Onde paſſati due giorni, non vedendo i perugini ſi come erano ſolia
ti, il Dipintore andare attorno, domandarono l'hoſte, che fuſſe di lui ſtato:
& inteſo che egli ſe n'era a Firenze tornato, andarono ſubito a ſcoprire il la
uoro; & trouato il loro ſanto Hercolano coronato ſolennemente di laſche,
lo fecion intender toſtamétea coloro che gouernauano. I quali ſe bene mada
rono cauallari in fretta a cercare di Buonamico, tutto fu in uano, eſſendoſene
egli con molta fretta a Firenze ritornato, preſo dunque partito di fare leuare
à vn loro dipintore la corona di laſche e rifare la " al Santo, diſſono di
Buonamico, e degl'altri Fiorentini tutti que mali che ſi poſſono imaginare.
Ritornato Buonamico à Firenze, e poco curandoſi di coſa, che diceſſono ipe
rugini, atteſe à lauorare, efare molte opere, delle quali, per non eſſer piu lun
go, non accade far menzione. Diro ſolo queſto, che hauendo dipinto à cal
cinaiavnaN. Donna è freſco col figliuolo in collo, colui, che gliele haueua
fattafare, in cambio di pagarlo gli daua parole, onde Buonamico, che non
era auezo à eſſere fatto fare ne ad eſſere uccellato, pensò di valerſene ad ogni
modo. E coſì andatovna mattina a Calcinaia, conuerti il fanciullo, che i"
ueua dipinto in braccio alla Vergine, con tinte ſenza colla,o tempera, ma fatte
con l'acqua ſola, in uno orſacchino la qual coſa non dopo molto vedendo il cô
tadino, che l'haueua fatta fare, preſso, che diſperato ando à trouare Buonami.
fgadolo, che di grazia leuaſſe l'orſacchino, e rifaceſſe vn fanciullo come pri
ma, perche era preſto à ſodisfarlo: Il che hauendo egli fatto amoreuolmente
fu li prima, e della ſeconda fatica ſenza indugio pagato: e baſto a raccon
ciare ogni coſavna ſpugna bagnata. Finalmente, perche troppo lungo ſarei,
ſe io voleſſi raccontare coſi tutte le burle, come le pitture, che fece Buona
mico Buffalmacco, e maſsimaméte praticando in bottega di Maſo del ſaggio
che eravn ridotto di Cittadini, e di quanti i" huomini haueua Firen
ze è burleuoli. porro fine a ragionare di lui ilquale mori d'anni ſettantotto, e
fu dalla compagnia della miſericordia, " eglil" hauendo
piu ſpeſo, che guadagnato, per eſserevn'huomo coſi fatto, ſouenuto nel ſuo
male in Santa Maria Nuoua, ſpedale di Firenze, e poi morto, nell'oſsa (coſi
chiamanovn chioſtro dello ſpedale o vero cimitero)come gl'altri poueri, ſe
pellito l'anno 134o furono l'opere di coſtui in pregio mentre uiſse, e dopo ſo
suo ſtate, come coſe di quell'eta, ſempre lodate. -
A M BR V O GI O LO RENZETTI
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ſiane di mano di queſto Piero, e di vero non poſſono piu ſomigliare l'una l'al
tra di " Fra le figure, che fece in S.Marco detto di Fiorenza,
fu il ritratto di papa Vrbano quinto, con le teſte di S.Piero,e S.Paulo,di natu
rale,dalqual ritratto, ne ritraſſe fra Giouanni da Fieſole quello, che è in vna
tauola in S. Domenico pur di Fieſole, 8 cio fu non piccola ventura, perche il
ritratto, che era in S.Marco, con molte altre figure, che erano per la chieſa in
freſco,furono,come s'è detto, coperte di bianco, quando quel conuento fu tol
to ai monaci, che viſtauano prima,8 dato ai frati predicatori, per imbianca
re ogni coſa, con poca auuertenza, 8 conſiderazione. Paſſando poi, nel tora
narſene a Roma, per Aſceſi,non ſolo per vedere quelle fabriche, e quelle coa
ſi i dal ſuo maeſtro, 8 da alcuni de ſuoi codiſcepoli:map
laſciarui qualche coſa di ſua mano; dipinſe a freſco nella chieſa di ſotto di S.
Franceſco, cioè nella crociera, che è dalla banda della ſagreſtia, vna crocifiſſo
ne di Gieſu Chriſto,con huomini a cauallo armati in varie foggie, &cò mol
tavarietà d'habiti ſtrauaganti, e di diuerſe nazioni ſtraniere. In aria fece alcu
ni Angeli, che fermati in ſu l'Ali in diuerſe attitudini, piangono dirottamen
te; & ſtringendoſi alcuni le mani al petto, altri incrochiandole, 8 altri batté
doſi le palme, moſtrano hauer eſtremo dolor della morte del figliuolo di Dio:
e tutti dal mezzo in dietro,o vero dal mezzo in giu ſono conuertiti in aria.
In queſta opera, che è bene condotta nel colorito, che è freſco, e viuace, e tana
to bene nelle comettiture della calcina,ch'ella pare tutta fatta in vn giorno,
ho trouato l'arme di Gualtieri Duca d'Athene: ma per non vi eſſere ne mila
deſimo,nealtra ſcrittura, non poſſo affermare, che ella fuſſe fatta fare da lui;
Dico bene, che oltre al "p fermo da ognuno,ch'ella ſia di mano di rie
tro,la maniera non potrebbe piu di quello, che ella fa, parerla medeſima, ſen
za, che ſi può credere,eſſendo ſtato queſto pittore nel tempo che in Italia era
il Duca Gualtieri,coſi che ella fuſſe fatta da Piero, come per ordine del detto
Duca. pure creda ognuno, come uuole, l'opera come antica, non ſenò è lode
uole,e f, maniera, oltre la publica voce, moſtra ch'ella ſia di mano di coſtui.
Lauorò a freſco il medeſimo Piero nella chieſa di S. Maria d'Oruieto, doue è
laſantiſſima reliquia del corporale,alcune ſtorie di Gieſu Chriſto, 8 delcore
po ſuo con molta diligenza, e ciofece, per quanto ſi dice per M.Benedetto di
M.Buonconte Monaldeſchi, ſignore in quel tempo,anzi tiranno di quella cit
tà. Affermano ſimilmente alcuni, che Piero fece alcune ſculture,e che gli riu
ſcirono,perche haueua ingegno iu qualunche coſa ſi metteua a fare, beniſſi
mo; e che è di ſua mano il crucifiſſo, che è nella gran chieſa di S.Paulo fuor di
Roma,ilquale ſecondo, che ſi dice,e credere ſi dee, è quello, che parlò a ſanta
Brigida l'anno 137o. Erano di mano del medeſimo alcune altre coſe di quella
maniera,lequali andarono per terra quando fu rouinata la chieſa vecchia di
fanpiero per rifar la nuoua. fu pietro in tutte le ſue coſe diligente molto, &
cercò con ogni ſtudio di farſi honore, & acquiſtare fama nell'arte. Fu,no pu
re buon chriſtiano, ma diuotiſſimo, 8 amiciſſimo " per la botàſua
amato non pure in Roma ſua patria, ma da da tutti coloro, che di lui hebbo
no cognizione, o dell'opere ſue.E ſi diede finalméte nell'Vltima ſua vecchieza
za con tanto ſpirito alla religione, menando vita eſemplare, che fu quaſi tenu
to ſanto. La onde non è da marauigliarſi,ſe non pure il detto crucifiſſo di ſua
- -- mano
PIETR o CA v A LLINI t69
mano,parlò, come ſi è detto, alla ſanta; ma ancora ſe ha fatto, & fa infiniti mi
racoli vnaNoſtra Donna di ſua mano,laquale per lo migliore non intendo
di nominare,ſeben'è famoſiſſima in tutta Italia, e ſebeneſo piu che certo, 8:
chiariſs per la maniera del "
nere ch'ell'è di mano di Pietro, la cui lodatiſ
fima vita, 8 pietà verſo Dio,fu degna di eſſere da tutti gl'huomini imitata.
Ne creda neſſuno, per cio che non è quaſi poſſibile, e la continua ſperienza ce
lo dimoſtra, che ſi poſſa ſenza il timor,e grazia di Dio, e ſenza la bontà de'co
ſtumi ad honorato grado peruenire. Fu Diſcepolo di Pietro Cauallini,Gio
uanni da Piſtoia, che nella patria fece alcune coſe di non molta importanza.
Mori finalmente in Roma d'età d'anni ottanta cinque di mal di fianco preſo
º
nellauorare in muro, per l'humidità,8 per lo ſtar continuo a tale eſercizio,
Furono le ſue pitture nel milletrecentoſeſſanta quattro,fu ſepolto in San
Paulo fuor di Roma honoreuolmente, e con queſto epitaffio. -
Ouantum Romana Petrusdecus addiditurbi Pittura, tantum dat decus ipſe polo.
Il ritratto ſuonò ſi è mai trouato,p diligéza,che fatta ſi ſia, però non ſi mette.
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vITA DI SIM o NE sAN Es E
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VITA. DI TADDEO GADDI FIOREN, : -
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- : i i b . - - - . . - -
mune di Firenze. Laquale opera, perche ſi finiſſe l'arte di porta ſanta Maria, a
cui era ſtato dato cura della fabrica, ordinò,che ſi pagaſſe " gabella della piaz
za,e mercato del grano, 8 alcune altre grauezze di piccoliſſima importanza:
Ma il che importò molto piu,fu bene ordinato con ottimo conſiglio, che cia
ſcuna dell'arti di Firenze faceſſe da per ſe un pilaſtro, 8 in quello il santo Au
uocato dell'arte, in vina nicchia: & che ogni anno per la feſta di quello,i Con
ſoli di quell'arte andaſſino a offerta,eui teneſſino tutto quel di lo ſtendardo
con la loro inſegna, ma che l'offerta nondimeno fuſſe della Madonna, per ſou
uenimento de poueri biſognoſi. E perche l'anno 1333 per lo gran diluuio l'ac
quehaueuano diuorato le ſponde del ponte rubaconte, meſſo in terra il ca
ſtello alta fronte, 8 del ponteuecchionò laſciato altro, che le due pile del me
ra
r zo,& il ponte a ſanta Trinita rouinato del tutto, eccetto una pila, che rimaſe
-
tutta fracaſſata, e mezzo il ponte alle carraia, rompendo la peſcaia d'ogni ſana
ti, deliberarono quei, che allora la città reggeuano,non uoſer, che piu quegli
d'oltr'arno haueſſero la tornata alle caſe loro con tanto ſcomodo, quanto il
lo era d'hauer a paſſar per barche: perche chiamato Taddeo cº per eſſere
178 P R I M A P A R T E
Siotto ſuo maeſtro andato a Milano gli fecero fare il modello, e diſegno del
ontevecchio, dandogli cura,che lo faceſſe condurre a fine piu gagliardo, S&
piu bello, che poſſibile fuſſe,ed egli non perdonando,nea ſpeſa, nea fatica, lo
fece con quella gagliardezza di ſpalle, e con quella magnificenza di volte tute
te di pietre riquadrate con lo ſcarpello, che ſoſtiene hoggi ventidue botteghe
per banda, che ſono in tutto quarantaquattro, con grand' vtile del comune,
che ne cauaua l'anno fiorini ottocento di fitti. La lunghezza delle volte davn
canto all'altro è braccia trentadue, 8: la ſtrada del mezzo ſedici, 8 quella del
le botteghe da ciaſcuna parte braccotto: per la quale opera, che coſtò ſeſſan
tamila i d'oro, non pur meritò allora i" infinita, ma ancora
hoggi n'è piu,che mai comendato, poi che oltre a molti altri diluui non è ſta
to moſſo l'anno 1557.adi 13.di Settembre, da quello, che mandò a terra il pon
te a ſanta Trinita,di quello della Carraia due archi,e che fracaſsò in gran par
te il Rubaconte, e fece molt'altre rouine, che ſono notiſſime. E veramente né
è alcuno di giudizio, che non ſtupiſca,non pur non ſi marauigli, conſideranº
do,che il detto ponte vecchio in tanta ſtrettezza ſoſteneſſe immobile l'impe
to dell'acque, del legnami,e delle rouine fatte di ſopra, e con tanta fermezza
Nel medeſimo tempo fece Taddeo fondare il ponte a ſanta Trinita, che fu fia
nito manco felicemente l'anno 1346.con ſpeſa di fiorini ventimila d'oro, dia
comen felicemente, perche non eſſendo ſtare ſimile al ponte vecchio, fu inte
raméte rouinato dal detto diluuio dell'ano 1557. Similmente, ſecodo l'ordine
di Taddeo ſi fece in detto tempo il muro di coſta a s. Gregorio copali a caſtel
lo,pigliando due pile del ponte, per accreſcer alla città terreno verſo la piazza
de mozzi,e " fecero a far le mulina,che vi ſono. Mentre,che
con ordine,S: diſegno di Taddeo ſi fecero tutte queſte coſe, perche non reſtò
per queſto di dipignere,lauorò il tribunale della mercanzia vecchia, douecó
poetica inuenzione figurò il tribunale di ſei huomini, che tanti ſono i princi
i" di quel magiſtrato, che ſta a veder cauarla lingua alla bugia, dalla uerità,
" è veſtita di velo ſu lignudo, &la bugia coperta di nero,co queſti vere
11OttO e - -
TADDE O GAD DI
titudine diſagioſa, aſpettando la volta ſua, 8 ſi dimoſtra tanto bramoso di ti
rare,che non pare che eſenta il diſagio, l'altro inarcando le ciglia, con la boc
ca,e con gl'occhi aperti,guarda i Dadisper ſoſpetto quaſi di fraude: & chiara
mente dimoſtra a chi lo conſidera il biſogno, e la voglia,che egli ha di vincea
re. Il terzo, che tira i Dadi, fatto piano della veſte in terra, col braccio tremo
lante par che acenni,ghigando voler piantargli. Similmente per le faccie del
la chieſa ſi veggono alcune ſtorie di S. Giouanni Euangeliſta; e per la Città
altre coſe, fatte da Taddeo, che ſi riconoſcono, per di ſua mano da chi ha giu
dizio nell'arte. Veggonſi ancora hoggi nel vi" dietro all'altare mag
gior alcune ſtorie di S. Giouanni Battiſta,lequali con tanto marauiglioſa ma
niera, e diſegno ſono lauorate, che lo fanno tener mirabile. In S. Agoſtino,
alla capella di S. Sebaſtiano,allato alla ſagreſtia, fece le ſtorie di quel Martire
& vna diſputa di Chriſto con i Dottori, tanto ben lauorata, e finita, che è mi
racolo a vedere la bellezzane cangianti di varie ſorti, e la grazia ne'colori di
queſte opere finite per Eccellenza. In Caſentino nella chieſa del Saſſo della
Vernia dipinſe la capella,doueS. Franceſco riceuette le ſtimmate, aiutato nel
le coſe minime da Iacopo di Caſentino, che mediante queſta gita diuéne ſuo
diſcepolo. Finita cotale opera inſieme con Giouanni milaneſe, ſe ne tornò a
Fiorenza,doue nella Città,e fuori fecero Tauole,e pitture aſſaiſsime, e d'im
portanza, e in proceſſo di tempo guadagnò tanto, facendo di tutto capitale,
che diede principio alla ricchezza, 8 alla nobiltà della ſua famiglia eſſendo
tenuto ſempre ſauio,& accorto huomo. Dipinſe ancora in ſanta Maria Noe
uella il capitolo,allogatogli dal prior del luogo, che gli diede l'inuenzione.
Bene è vero, che per eſſere il lauoro grande, 8 per "i ſcoperto, in quel tés
i".
po, che ſi faceuano i ponti, il capitolo di ſanto ſpirito, con di
Simone Memmi, che l'haueua dipinto,venne voglia al detto priore, di chia
mar Simone alla metà di queſt'opera, perche conferito il tutto con Taddeo,
lo trouò di cio molto contento, percio che amaua ſommamente Simone, per
eſſergli ſtato con Giotto condiſcepolo,e ſempre amoreuole amico, e compa
gno. Ohanimi veramente nobili,poi che ſenza emulazione, ambizione, o ine
uidiav'amaſte fraternamente l'un l'altro,godendo ciaſcuno coſi dell'honor,
spregio dell'amico, come del proprio. Fu dunque ſpartito il lauoro,& dato
ne tre facciate a Simone, come diſſi nella ſua vita, 8 a Taddeo la facciata ſini
ſtra,e tutta lauolta,laquale fu diuiſa da lui in quattro ſpicchio quarte ſecon
dogl'andari d'eſſauolta. Nel primo fece la reſurrezzione di Chriſto,doue pa
re,che e voleſſe tentare,che ſo ſplendor del corpo glorificato faceſſe lume,co
, me appariſce in una città,8 in alcuni ſcogli di monti; Ma non ſeguitò di far
lo nelle figure,e nel reſto, dubitando forſe di non lo potere condurre, per la
difficultà,che ui conoſceua.Nel ſecondo ſpicchio fece Ieſu Chriſto, che libe
raſan Piero dal naufragio; douegl'Apoſtoli, che guidano la barca, ſono cer
tamente molto begli; e fra l'altre coſevno,che inſulariua del marepeſca a le
za; coſa fatta prima da Giotto in Roma nel muſaico della naue di san Piero,è
eſpreſſo con grandiſſima, 8c uiua affezzione. Nel terzo dipinſe l'aſcenſione di
Chriſto, & nell'ultimola uenuta dello ſpirito ſanto,doue nei Giudei, che alla
porta cercano volere entrare,ſi ueggono molte belle attitudini di figure.
Nella faccia di ſotto ſono le ſette ſcienze con i loro nomi, è con quelle "
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to, quando ſi fondò, e fece la torre, & porta di ſan Pierogattolini, e ſi dice, che
fùrono di ſua mano i quatro i di pietra, che furon meſſi ſopra i quat
tro cantoni del palazzo principale di Firenze tutti meſſi d'oro. La quale opea
ra fu biaſimata aſſai,p i" meſſo in luoghi ſenza ppoſito piu graue peſo,
. che per auuentura non ſi doueua, & a " ſarebbe piaciuto, che i dettiMar
zocchi ſi fuſſono piu toſto fatti di piaſtre di rame, 8 dentro uoti; e poi dora
ti a fuoco poſti nel medeſimo luogo, perche ſarebbono ſtati molto meno gra
ui,& piu durabili. Diceſi anco, che è di mano del medeſimo il cauallo, che è
in ſanta Maria del Fiore di rilieuo tondo, 8 dorato ſopra la porta, che va alla
compagnia di ſan Zanobi; ilquale ſi crede, che vi ſia per memoria di Piero
Farneſe capitano de'Fiorentini, tutta uia non ſapendone altro, non l'affera
merei. Nei medeſimi tempi Mariotto nipote d'Andrea fece in Fiorenza a fre
ſco il paradiſo di s.Michel Biſdomini nella via de Serui,& la tauola d'una Nú
ziata, che è ſopra l'altar. E per Mona Cecilia deboſcolivn'altra Tauola con
molte figure, poſta nella medeſima chieſa preſſo alla porta, Ma fra tutti i di
ſcepoli dell'Orgagna,niuno fu piu Ecc. di Franceſco Traini, ilquale fece per
vn Signore di caſa Coſcia, che è ſotterrato in Piſa nella capella di S. Domeni
co, della chieſa di S.Caterina in una tauola in campo doro, un San Domenia
co,ritto di braccia due,e mezzo, con ſei ſtorie della vita ſua, che lo mettono in
mezzo molto pronte, e viuaci, e ben colorite, e nella medeſima chieſa fece nel
la capella di S. Tommaſo d'Aquino vna Tauola a tempera con inuenzinoe
capriccioſa, che è molto lodata,ponendoui dentro detto S. Tommaſo a ſeder
ritratto di Naturale, dico di naturale perche i frati di quel luogo fecero veni
revn'immagine di lui, dalla Badia di Foſſa Nuoua;doue egl'era morto l'anno
1323. Da baſſo intorno al S. Tommaſo, collocato a ſedere in aria con alcuni
libri in mano, illuminanti con i razzi,eſpéldori loro il popolo chriſtiano, ſtan
no inginocchioni,vn gran numero di Dottori,e Cherici
- - - -
" A
ſorte,Veſco
2
188 P R I M A P A R T E
ui,Cardinali,e Papi. fra i quali è il ritratto di Papa Vrbane ſeſto:Sotto i pie
di di S. Tommaſo ſtanno Sabello, Arrio, & Auerrois, & altri Heretici & Fi
loſofi con i loro libri tutti ſtracciati. E la detta figura di S. Tommoſa è meſſa
in mezzo da Platone, che le moſtra il Timeo,ed'Ariſtotile, che le moſtra l'He
tica. Di ſopra vn Gieſu Chriſto, nel medeſimo modo in aria, in mezzo ai
quattro Euangeliſti, benediceS.Tommaſo, e fa ſembiante di mandargli ſo
pralo ſpirito ſanto, riempiendolo d'eſſo, e della ſua grazzia. Laquale opera
finita, che fu,acquiſtò grandiſsimo nome,elodi a Franceſco Traini,hauendo
egli nellauorarlaauanzato il ſuo Maeſtro Andrea nel colorito, nell'wnione,
e nell'Inuenzione, di gran " . Ilquale Andrea fu molto diligente ne ſuoi
diſegni, come nel noſtro libro ſi puo vedere. - -
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di quella di Stefano ſuo padre, laqualcoſa gli venne coſì ben fatta che ne ca
tuò, oltre alla maniera, che fu molto piu bella di quella del ſuo Maeſtro, il ſo
pranome di Giottino, che né gli caſcò mai. Anzi fu parere di molti, e per la
maniera e per lo nome,iquali però furono in grandiſsimo errore, che fuſſe ſi
gliuolo di Giotto. Ma in vero non è coſi, eſſendo coſa certa, o per dir meglio
credenza, (non potendoſi coſi fatte coſe affermare da " ) che fu figliuo
lo di Stefano pittore Fiorentino. Fu dunque coſtui nella pittura ſi diligente
e di quella tanto amoreuole, che, ſe bene molte opere di lui non ſi ritrouano
si nondimeno, chetrouate ſi ſono, erano buone, e di bella maniera. per
cioche i panni, i capegli,le barbe, e ogni altro ſuolauoro furono fatti, evniti
con tanta morbidezza, e diligenza, che ſi vede, ch'egli aggiunſe ſenza dubbio
l'unione a queſt'arte,e l'hebbe molto piu perfetta, che Giotto ſuo maeſtro,
& Stefano i" padre hauuta non haueano. Dipinſe Giottino nella ſua gioua
nezza in s.Stefano al ponte vecchio di Firéze,vna capella allato alla porta del
fianco, che ſe bene è hoggi molto guaſta dalla humidità, in quel poco, che è ri
maſo, ſi vede la deſtrezza, é l'ingegno dell'Artefice.Fece poi al canto alla ma
cinenefrati Ermini,is Coſimo, 8 Damiano, che ſpenti li tempo ancoreſe
ſi,hoggi poco ſi veggono.E lauorò in treſcovna capella nel vecchio s.Spirito
di detta città,che poi nell'incendio di quel tempio rouinò. Etin freſco ſopra
la porta " della chieſa, la ſtoria della miſſione dello ſpirito ſanto, Sc
ſu la piazza di detta chieſa, perire al canto alla Cuculia,ſul cantone del conué
to quel Tabernacolo,che ancora vi ſi vede,cola N.Donna, e altri ſanti dattor
no, che tirano, e nelle teſte, e nell'altre parti ſorte alla maniera moderna:pche
cercò variare, 8 cangiare le carnagioni, & accompagnare nella varietà de'co
lori, e ne panni, con grazia, 8 giudizio,tutte le figure. Coſtui medeſimamé
- -
-
- telauorò
-
19e P R I M A P A R T E
telauorò ins. Croce nella capella di s. Silueſtro l'hiſtorie di Coſtantino con
molta diligenza,hauendo " conſiderazioni nei geſti delle figure, &
poi dietro a vn'ornamento di marmo, fatto per la ſepoltura di M. Bettino de
Bardi, huomo ſtato in quel tempo in honorati gradi di milizia,fece eſſo Meſe
ſer Bettino di naturale armato,che eſce d'un ſepolcroginocchioni, chiamato
col ſuono delle trombe del giudizio, da due angeli, che in aria accompagna
novn Chriſto nelle nuuole molto ben fatto. Il medeſimo in spancrazio fea
ce,all'entrar della porta a man ritta,vn Chriſto, che porta la Croce, 8 alcuni
ſanti appreſſo, che " no eſpreſſamente la maniera di Giotto. Era in s. Gal
lo,ilqualconuento era fuor della porta, che ſi chiama dal ſuo nome, 8 furo
uinato per l'aſſedio,in vn Chioſtro dipinta a freſco, vna pietà, dellaqualen'è
copiains.Pancrazio gia detto,in vn " alla capella maggiore.
Lauorò a freſco in s.Maria Nouella alla capella dis.Lorenzo degiuochi, en
trando in chieſa, per la porta a man deſtra, nella facciata dinanzi, vn ſan Coſi
mo,&s. Damiano; &in Ogniſantivns.Chriſtofano,evns.Giorgio, che dal
la malignità del tempo, furono guaſti, 6 rifatti da altri pittori, per ignoranza
d'un propoſto poco di tal meſtierintendente. Nella detta chieſa,è di mano
di Tommaſo rimaſo ſaluo l'arco che è ſopra la porta della ſagreſtia, nel quale
è a freſcovna N.Donna col figliuolo in braccio, che è coſa buona, per hauerla
egli lauorata con diligenza. Medianti queſte opere,hauendoſi acquiſtato tan
to buon nome Giottino, imitando nel diſegno, 8 nelle inuenzioni, come ſi è
detto, il ſuo maeſtro, che ſi diceua eſſere in lui lo ſpirito d'eſſo Giotto, per la
viuezza de'colori,8 per la pratica del diſegno; l'anno 1343.adi 2. di Luglio,
quando dal popolo fu cacciato il Duca d'Athene, & che egli hebbe con giura
mentorenunziata, é renduta la ſignoria, &la libertà ai Fiorentini, fu "
to dai dodici Riformatori dello ſtato, 8 particolarmente dai preghi di M.
Agnolo Acciaiuoli, allora grandiſſimo cirtadino, che molto poteua diſporre
di lui,dipignere, per diſpregio, nella torre del palagio del podeſtà, il detto Du
ca, & i ſuoi ſeguaci, che furono M.Ceritieri Viſdomini,M. Maladiaſſe, il ſuo
ſconſeruadore,e M.Ranieri da scimignano; Tutti con le mitere di Giuſti
zia in capo vituperoſamente. Intorno alla teſta del Duca erano molti anima
li rapaci, 8 d'altre ſorti, ſignificanti la natura, & qualità di lui. Etvno di que
ſuoi conſiglieri haueua in mano il palagio de'Priori della città,8 come dislea
le,& traditore della patria,glielo porgeua. E tutti haueuano ſotto l'arme, S&
l'inſegne delle famiglie loro, 8 alcune ſcritte, che hoggi ſi poſſono malamé
teleggere,p eſſer coſumate dal tépo. Nellequale opa, per diſegno,ep eſſer ſta
tacódotta con molta diligéza, piacivniuerſalméte a ognuno la maniera del
l'artefice. Dopo fece alle Campora,luogo de monaci neri,fuor della porta a s.
Piero gattolini,vns.Coſimo, 8 s.Damiano, che furono guaſti nell'imbiacare
la chieſa. Etal ponte a Romiti in Valdarno, il tabernacolo, che in ſul mezzo
murato,dipinſe a freſco con bella maniera di ſua mano. Trouaſi per ricordo
di molti, che ne ſcriſſero,che Tommaſo atteſe alla ſcultura, &lauorò vna figu
radi marmo nel campanile di s.Maria del Fiore di Firéze, di braccia quattro,
verſo douehoggi ſono i pupilli. In Roma ſimilmente conduſſe a buon fine in
s.Giouanni Laterano vina " figurò il papa in piu gradi.laquale hog
gi ancora ſi vede conſumata,e roſa dal tempo. Etin caſa degl'Orſini vna ſala
piena
TOMMASO DETTO GIOTTINO 191
iena d'huomini famoſi; & invn pilaſtro d'Aracelivn ſan Lodouico molto
ello a canto all'Altar maggiore aman ritta. In Aſceſi ancora nella chieſa di
ſotto di S.Franceſco dipinſe ſopra il pergamo, non vi eſſendo altro luogo,che
non fuſſe dipinto, in vn arcola coronazione di N. Donna, con molti A ngeli
intorno,tanto grazioſi, 8 con bellarie nei volti, 8 in modo dolci, e delicati,
che moſtrano, con la ſolita vnione de'colori, il che era propio di queſto pitto
re,lui hauere tutti gl'altri inſin allora ſtati paragonato. E intorno a qſto Arco
fece alcune ſtorie di S. Niccolo. Parimente nel Monaſterio di S. Chiara del
º la medeſima Città,a mezzo la chieſa, dipinſe vna ſtoria in freſco nella quale
è S. Chiara, ſoſtenuta in aria da due Angeli, che paiono veri, laquale reſuſci
tavn fanciullo, che era morto: mentre le ſtanno intorno tutte piene di mara
uiglia, molte femine belle nel viſo, nell'acconciature de'Capi,e negl'habiti,
che hanno in doſſo di quetempi molto grazioſi. Nella medeſima Città d'A
- ſceſi fece ſopra la porta della Città, che va al Duomo, cioè in vn'Arco dalla
parte di dentro,vna N. Donna col " in collo, con tanta diligenza, che
are viua:& vn S. Franceſco, S&vn'altro ſanto belliſsimi,lequali due opere ſe
ſi la ſtoria di s.Chiara non è finita, per eſſerſene Tommaſo tornato a Firé
ze amalato, ſono perfette, 8. d'ogni " digniſſime: Diceſi, che Tommaſo
fu perſona maninconica,e molto ſoletaria, ma dell'arte amoreuole, & ſtudioa
ſiſſimo, come apertamente ſi vede in Fiorenza, nella chieſa di san Romeo,per
vna tauolalauorata da lui a tempera, con tanta diligenza, 8 amore, che di ſuo
non ſi è mai veduto in legno coſa meglio fatta. In queſta tauola, che è poſta
nel tramezzo di detta chieſa è man deſtra, è vin Chriſto morto con le Marie in
torno, e Nicodemo,accompagnati da altre figure, che con amaritudine,etatti
dolciſſimi, 8 affettuoſi piangono quella morte, torcendoſi con diuerſi geſti
di mani, & battendoſi di maniera, che nell'aria de'uiſi ſi dimoſtra aſſai chiara
mente l'aſpro dolore del coſtar tanto i peccati noſtri. Et è coſa marauiglioſa è
conſiderare, non che egli penetraſſe con l'ingegno a ſi alta imaginatione, ma
che la poteſſe tanto bene eſprimere col ennello là onde è queſt'opera ſoma
mamente degna di lode, non tanto per i" ſoggetto, 8 per l'inuenzione; qua
toper hauere in eſſa moſtrato l'Artefice in alcune teſte, che piagono: che an
cora, che illineamento ſi ſtorca nelle ciglia,negl'occhi, nel naſo, 8 nella boc
º ca di chi piagne, non guaſta però, ne altera una certa bellezza, che ſuole
molto patire nel pianto, quando altri non ſa bene valerſi dei buon modi nel
l'arte Manò è gran fatto, che Giottino coduceſſe queſta tauola con tanti auer
timenti eſſendo ſtato nelle ſue fatiche i" di fama,e di glo
ria, che d'altro premio,o ingordigia del guadagno, che fa meno diligéti,e buo
ni i Maeſtri del tempo noſtro. E come non proccacciò coſtui d'hauere gran
richezze, coſi non andò anche molto dietro ai commodi della vita; Anzi vie
uendo poueramente,cercò di ſodisfar piu altri, che ſe ſteſſo, perche gouerná
doſi male, e durando fatica, ſi mori di Tiſico d'età d'annixxx 1 1. E da paren
ti hebbe ſepoltura fuor di S. Maria Nouella alla porta del Martello allato al
ſepolcro di Bontura. -
Furono diſcepoli di Giottino,il quale laſciò piu fama, che facultà, Giouan
niToſsicani d'Arezzo, Michelino, Giouanni dal ponte, e Lippo; iguali furo
no aſſai ragioneuoli Maeſtri di queſt'arte, Ma piu di tutti Giouanni Toſsica
192 PRIMA PARTE
ni, Ilquale fece, dopo Tömaſo di quella ſteſſa maniera di lui molte opere, per
tutta Toſcana, e particolarmente nella pieue d'Arezzo la capella di S. Maria
Madalena de Tuccerelli, e nella pieue del caſteld'Empoli in vn pilaſtrovn S.
Iacopo: Nel Duomo di Piſa ancora lauorò alcune Tauole, che poi ſono ſtate
leuate per dar luogo alle moderne. L'ultima opera, che coſtui fece fu invina
capella del Veſcouado d'Arezzo, per la Conteſſa Giouanna, moglie di Tarla
to da Pietra Mala,vna Nunziata belliſsima, e S. Iaco.eS. Filippo. Laqual'ope
ra, per eſſere la parte di dietro del muro volta a Tramontana, era poco meno
che guaſta affatto dall'humidità, quando rifece la Nunziata Maeſtro Agnolo
di Lorenzo d'Arezzo, Epoco poi Giorgio Vaſari, ancora Giouanetto, i ſanti
Iacopo, e Filippo, con ſuo i" hauendo molto imparato, allora, che
nonhaueua commodo d'altri Maeſtri, in conſiderare il modo di fare di Gioa
nanni, &l'ombre, ei colori di quell'opera coſi guaſta com'era. In queſta ca
pella ſi leggono ancora, in memoria della Conteſſa, che la fece fare e dipigne
reinvno epitaffio di marmo queſte parole. Anno Domini 1335. De menſe
Auguſti,hanccapellam conſtitui fecitNobilis Domina Comitiſſa Ioanna de
ſancta Flora, vxor Nobilis Militis Domini Tarlati de Petra Mala ad honoré
beata Maria Virginis, -
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Fine della Vita di Tommaſo detto Giottino,
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El Ebene non èuero il prouerbio antico, ne da fidarſene mole
ato, che a Goditore non manca mai roba, ma ſi bene in con
trario èueriſsimo, che chi non viue ordinatamente nel gra
do ſuo,invltimo ſtentando viue, e muore miſeramente, ſi
vede nondimeno, che la fortuna aiuta alcuna uolta piuto
ſto coloro, che gettano ſenza ritegno, che coloro, che ſono
- in tutte le coſe aſſegnati,eratenuti. E quando máca il tauo
re della fortuna ſupliſce molte volte al difetto di lei, e dei malgouerno degli
huomini, la Morte, ſoprauenendo quando apunto cominciarebbono cotali
huomini, con infinita noia a conoſcere, quanto ſia miſera coſa hauere ſguaza
zato da giouanese ſtentare in vecchiezza,poueramente viuendo, e faticando:
BB
VITA DI GIOVANNI
come ſarebbe auuenuto à Giouanni da Santo Stefano a ponte di Fiorenza, ſe
dopo hauere conſumato il patrimonio, molti guadagni, chegli fece venire nel
i"
le mani piu toſto la fortuna, che i meriti,e alcune heredita, che vennero da
non penſato luogo:non haueſſe finito in vil medeſimo tempo il corſo della vi
ta,e tutte le faculta. Coſtui dunque che fu diſcepolo di Bonamico Buffalmac
co, e l'immito piu nell'attendere alle commodita del mondo che nel cercare
di farſi valente pittore, eſſendo nato l'anno 13o7,egiouanetto ſtato diſcepolo
di Buffalmacco,fece le ſue prime opere nella pieue d'Empoli a freſco, nella Ca
pella di San Lorenzo, dipignendoui molte " della vita d'eſſo Santo, con
tanta diligenza, che ſperandoſi dopo tanto principio miglior mezzo,fu con
dotto l'anno 1344 in Arezzo,doue in San Franceſco lauorò in vna Cappella,
l'aſſunta di Noſtra Donna. E poco poi, eſſendo in qualche credito in quella
Città, per careſtia d'altri pitttori, dipinſe nella pieuelaCapelladi Santo Hono
frio e quella di Santo Antonio, che hoggi dalla vmidita è guaſta, fece ancora
alcune altre pirture, che erano in Santa Iuſtina, 8 in S.Matteo, che con le det
te Chieſe furono mandate per terra, nel far fortificare il Duca Coſimo, quel
la Città, quando in quel luogo apunto,fu trouato a pic della coſcia d'un pon
te antico, doueallato a detta santa Giuſtina entraua il fiume nella citta, vna
Teſta d'Appio cieco, &vna del figliuolo di marmo belliſſime, con vnoepi
taffio antico, e ſimilmente belliſſimo, che hoggi ſono in guardaroba di detto
ſignor Duca eſſendo poi tornato Giouanni a Firenze in quel tempo, che ſi
fini di ſertare l'arco di mezzo del ponte a S. Trinita, dipinſe in vha Cappella
fatta ſopra una pila, e intitolata a S. Michelagnolo dentro, e fuori molte º -
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Muſaico.La onde,eſſendo ſtati dal tempo conſumati molti di quennarmi,che
cuoprono l'otto faccie del tetto di san Giouanni, e percio hauendo l'humi
do, che penetraua dentro,guaſto aſſai del Muſaico, che Andrea Tafi haueua
gia in quel tempo lauorati, deliberarono i Conſoli dell'arte de'Mercatanti,ac
cio non ſi guaſtaſſe il reſto, di rifare la maggior parte di quella coperta, di mar
mi, e fare ſimilmente racconciare il Muſaico. Perche dato di tutto ordine, e
;
li
commiſſione a Agnolo: Egli l'anno 1346, fece ricoprirlo di marmi nuoui, e
fopraporre, con nuoua diligenza, i pezzi nelle commettiture due dita l'uno
all'altro; intaccando la metà di ciaſcuna pietra inſino a mezzo. Poi cometten
º dole inſieme con ſtuccho fatto di maſtrice, e cera fondute inſieme, l'accomo
do con tanta diligenza,che da quel tempo in poi non ha ne il tetto nele uolte
alcun danno dall'acque riceuuto. Hauendo poi Agnolo racconcio il Muſaie
co, fu cagione, mediante il conſiglio ſuo, e diſegno molto ben conſiderato,
che ſi rifece in quel modo che ſta hora,intorno al dettotempio, tutta la corni
l ce di ſopra di marmo, ſotto il tetto,laquale era molto minore, che non è, emol
to ordinaria. Per ordine del medeſimo furono fatte ancora nel Palagio del po
deſta le uolte della ſala, che prima era a tetto, accioche,oltre all'ornamento, il
fuoco, come molto tempo inanzi fatto hauea,non poteſſe altra uolta farle da
no. Appreſſo queſto, per conſiglio d'Agnolo furono fatti intorno al detto pa
lazzo i merli, che hoggi ui ſono,i quali prima non ui erano di niunaſorte. Mé
i tre che queſte coſe filauorauano, non laſciando del tutto la pittura, dipinſe
nella Tauola,che egli fece dell'altar maggiore di San Brancazio,a tempera,la
Noſtra Donna, san Giouanni Battiſta,S il vangeliſta, 8 appreſſo san Nereo,
Archileo,e Pancrazio fratelli,con altri santi. Ma il meglio di quel'opera, anzi,
quato vi ſi vede di buono, è la predella ſola, la quale è tutta piena di figure pic,
cole,diuiſe in otto ſtorie della Madona,e di santa Reparata. Nella rauola poi
dell'Altar grande di santa Maria Maggiore, pur di Firenze fece per Barone Cai
f" nel 1348 intorno a una Coronazione di Noſtra Donna, un ballo d'Ange,
i ragioneuole Poco poi nella pieue della terra di Prato ſtata riedificata con orº
dine di Giouanni i l'anno 1312,come ſi è detto diſopra, dipinſe Agnolo,
º nella Capella a freſco doue era ripoſta la Cintola di Noſtra Donna, molte ſto
rie della vita di lei, e in altre Chieſe di quella Terra, piena di Monaſteri, e con
uenti honoratiſsimi, altri lauoriaſſai. in Fiorenza poi dipinſe l'Arco ſopra la
porta di san Romeo;&lauoro a tempera in orto ſ.Michelevna diſputa di dot.
tori con Chriſto nel tempio. E nel medeſimo tempo, eſſendo ſtate rouinate:
molte caſe per allargare la piazza de ſignori, e in particolare la Chieſa di san
to Romolo,ella fu rifatta col diſegno d'Agnolo, li ſiveggiono in deta;
ta città per le Chieſe molte rauole di ſua mano,e ſimilmente nel Dominio ſi
riconoſcono molte delle ſue opere,lequali furono lauorate da lui con molto o
ſuo vtile ſe bene lauoraua piu per fare come i ſuoi maggiori fatto haueano, M.
che per voglia che ne haueſſi,hauendo egli indiritto l'animo alla mercanzii
Cine
– 198 - R I M A P A R T E
che gli era di migliore vile come ſi vide, quando figliuoli non volendo pin
viuere da dipintori, ſi diedero del tutto alla mercatura tenendo, per cio caſa
aperta in Vinezia inſieme col padre, che davn certo tempo in la,non lauorò ſe
non per ſuo piacere, e in vn certo modo, per paſſar tempo. In queſta guiſa dun
que mediante i traffichi, e mediante l'arte ſua hauendo Agnolo acquiſtato
grandiſſime faculta,mori l'anno ſeſſantatreeſimo di ſua vita, oppreſſo davna
febre maligna, che in pochi giorni lo fini. Furono ſuoi diſcepoli Maeſtro
ANTONIO da Ferrara, che fece in san Franceſco a Vrbino, e a città di Ca
ſtello molte bell'opere; E ſtefano da verona,ilquale dipinſe in freſco perfettiſ
ſimamente come ſi vede in Verona ſua patria in piu luoghi, 8 in Mantoaan
cora in molte ſue opere. Coſtui fra l'altre coſe fu Eccellente nelfare con bel
liſſime arie i volti deputti, delle femmine, e devecchi come ſi puo vedere nel
l'opere ſue,lequali furono immitate, e ritratte tutte da quel Piero da Perugia
Miniatore, che minio tutti i libri, che ſono a Siena in Duomo nella libreria di
Papa Pio, e che colori in freſco praticamente. fu anche diſcepolo d'Agnolo,
Michele da Milano, e Giouanni Gaddi ſuo fratello,ilquale nel chioſtro di san
to Spirito, doue ſono gl'Archetti di Gaddo, e di Taddeo, fece la diſputa di
Chriſto nel tempio con i Dottori,la purificazione della Vergine, la Tentatio
ne di Chriſto nel diſerto, &il batteſimo di Giouanni, e finalmente eſſendo in
eſpettatione grandiſſima ſi mori imparo dal medeſimo Agnolo la pittura Cé
nino di drea Cennini da colle di valdelſa, ilquale, come affezionatiſſimo dela
arte ſcriſſe in un libro di ſua mano, i modi del lauorare, a freſco, a tempera, a
colla &agóma, & Inoltre, come ſi minia, & come in tutti i modi ſi mette d'o
ro. Ilquallib.è nelle mani di Giuliano oreficesaneſe ecc.maeſtro, e amico di i
ſt'arti E nel " di dſto ſuo libro trattò della natura decolori, coſiMine
rali, come di caue,ſecondo, che imparò da Agnolo ſuo Maeſtro,volendo, poi
che forſe non gli riuſciimparare a perfettamente dipignere, ſapere almeno le
maniere de'colori, delle tempere, delle colle,e dello ingeſſare, e da qualicolori
douemo guardarci, come dannoſi nel meſcolargli, 8 inſomma molti altri au,
uertimenti,de quali non fa biſogno ragionare, eſſendo hoggi notiſſime tutte
quelle coſe, che coſtui hebbe per gran ſecreti, e rariſſime in que tempi. Non,
laſcerogia di dire, che non fa menzione, e forſe non doueuano eſſere in vſo,
d'alcuni colori di caue,come, Terre roſſe ſcure,il cinabreſe,e certi verdi in ve
tro.ſi ſono ſimilmente ritrouate poi, la Terra d'ombra, che e di caua, il giallo
Santo,gli ſmalti a freſco, 8 in olio & alcuni verdi, e gialli in vetro, de quali,
mancarono i pittori di quell'età. Tratto finalmente de Muſaici,del macinare
i colori a olio,per far campi,roſſi azurri,verdi e d'altre maniere: E de'morden,
ti, per mettere d'oro, ma non giap figure. Oltre l'opere, che coſtui lauoro in
Fiorenza col ſuo Maeſtro: E di ſua mano ſotto la loggia dello ſpedale di Boni
fazio Lupi, vna Noſtra Donna con certi Santi di maniera ſi colorita, ch'ella
ſi èinſino a hoggi molto bene conſeruata. Queſto Cennino nel primo Capi
tolo di detto ſuo libro, parlando di ſe ſteſſo, dice queſte proprie parole.Cenni
no di Drea Cennini da colle di valdelſa fu informato innella detta Arte dodi
ci anni, da Agnolo di Taddeo da Firenze mio Maeſtro, ilquale imparò la det
ta Arte da Taddeo suo padre: Elquale fu battezzato da Giotto, e fu ſuo diſce
- i polo
VITA DI GIOVANNI no9
polo anni uentiquattro. El quale Giotto rimuto l'arte del dipignere di gre
coin Latino, e riduſſe al moderno, e lebbe certo piu compiuta, che haueſſe
mai neſſuno. Queſte ſono le proprie parole de Cennino, alquale parue,ſico
me fanno gradiſſimobenefizio quelli, che di greco traducono in Latino alcu
na coſa, a coloro, che il greco non intendono: che coſi faceſſe Giotto, in ri
ducendo l'arte della pittura, d'una maniera non inteſa ne conoſciuta da neſ
ſuno (ſe non ſe forſe, per goffiſſima) a bella, facile, e piaceuoliſſima manie
ra,iteſa,e conoſciuta phuona dichiha giudizio,epúto del ragioneuole.iqua
li tutti diſcepoli d'Agnolo gli fecero honore grandiſſimo, 8 egli fu dai figli
uoli ſuoi, ai quali, ſi dice laſciò ilvalere di cinquantamila fiorini o piu,ſepel
lito in Santa Maria Nouella, nella ſepoltura, che egli medeſimo haueua fatto
perſe,e perideſcendenti l'anno di N" ſalute M. CCCLXXXVII.
Il ritratto d'Agnolo fatto da lui medeſimo ſi vede nella Capella degl'Alber
ti in Santa Croce, nella ſtoria, doue Eraclito Imperatore porta la
Croce, allato a una porta dipinta in profilo convn po
º co di barbetta, e con un cappuccio roſato in
capo ſecondo l'uſo di que tempi.
. Non fu Ecc.nel diſea
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i per quello che moſtrano alcune carte che di ſua
mano ſono nel noſtro libro, i i
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V IT A D E L B E RN A SAN E S E PIT T.
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data, º altre coſe che furono coſumate dal miſerabil Incendio di quella chie
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2o2 PRIMA PARTE
ſa.In S.Gimignano di valdelſa lauorò a freſco nella pieue alcune ſtorie delTe
ſtamento Nuouo,lequali hauendo gia aſſai preſſo alla fine condotte, ſtrana
mente dal ponte a terra cadendo, ſi peſtò di maniera dentro, e ſi ſconciaméte
s'infranſe, ch'in ſpazio di due giorni,cò maggiordano dell'arte, che ſuo, che a
miglior luogo ſe n'andò,paſsò di queſta vita. E nella pieue predetta i S. Gimi
gnaneſi,honorandolo molto nell'eſſequie, diedero al corpo ſuo honorata ſe
poltura; Tenendolo in quella ſteſſa reputatione morto, che viuo tenuto l'ha
neuano, e né ceſſando per molti meſi d'appiccare intorno al ſepolcro ſuo e
pitaffijlatini, e vulgari, per eſſere naturalmen
diti
" di quel paeſe de
" buone lettere. Coſi dunque all'honeſte fatiche del Berna reſero pre
mio conueniente, celebrando con i loro inchioſtri chigl'haueua honoraticò
le ſue pitture. -
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Dicono a Siena che Duccio diede l'anno 1348 il diſegno della capella, che è in
piazza nella facciata del palazzo principale, e ſi legge che Viſſene'tempi ſuoi,
e fu della Medeſima patria Moccio ſcultore, 6 Architetto ragioneuole, il
“quale fece molte opere per tutta Toſcana, e particolarmente in Arezzo nella
chieſa di s. Domenico, vna ſepoltura di marmo per vno de'Cerchi, la quale
fepoltura fa ſoſtegno, 8 ornamento all'organo di detta chieſa, e ſe a qualcu
ne pareſſe,che " non fuſſe molto Ecc. opera,ſe ſi conſidera, che egli la fece
eſſendo giouanetto l'anno 1356.ella non ſara ſe non ragioneuole. ſeruì coſtui
nell'opera di s. Maria del Fiore, per ſotto Architetto;& per ſcultore, lauoran
ido di marmo alcune coſe per quella fabrica: & in Arezzo rifece la Chieſa
dis. Agoſtino, che era piccola, nella maniera, che ell'è hoggi, e la ſpeſa fecero
gl'heredi di Piero Saccone de'Tarlati, ſecondo, che haueua egli ordinato pri
ma, che moriſſe in Bibbiena Terra del Caſentino. E perche Moccio "
ſe queſta chieſa ſenza volte, e caricò il tetto ſopra gl'archi delle colonne, egli
ſi miſe avn gran pericolo, e fu veramente di troppo animo. Il "
ce la chieſa, 8 conuento di s. Antonio, che inanzi all'aſſedio di Firenze era al
la Porta a Faenza, et chehoggi è del tutto rouinato: e di ſcultura la porta di
- s.Ago
D V C C I O S A N E S E zo;
s. Agoſtinoin Ancona, con molte figure, 8 ornamenti, ſimili a quelli, che ſo
no alla porta di s. Fräceſco della Città medeſima. Nella quale chieſa di s. Ago
ſtino fece anco la ſepoltura di frazenone Vigilan " Generale i
l'ordine di detto ſanto Agoſtino. E finalmente la loggia de'Mercatanti di
quella Città, che dopo ha riceuuti, quando pervna cagione, e quando per vn'
altra,molti miglioramenti alla moderna, é ornamenti di varie ſorte. Lequa
li tutte coſe, come, che ſiano a queſti tempi molto meno, che ragioneuoli, fus
r6 allora, ſecondo il ſapere di quegl'huomini, aſſai lodate. Ma tornando al
noſtro Duccio,furono l'opere ſue intorno agl'anni di noſtra ſalute. 135o.
Fine della Vita di Duccio pittore saneſe.
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2o6
VITA DI ANTONIO VINIZIANO
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vITA DI IACOPO DI CASENTINO
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SsEN D os 1 gia molti annivdita la fama, 8 il rumore delle
pitture di Giotto,ede diſcepoli ſuoi; molti deſideroſi d'ae
º quiſtar fama, & ricchezze, mediante l'arte della pittura, co
y minciarono, inanimiti dalla ſperanza dello ſtudio, 8 dalla
f inclinazione della natura,a caminar verſo il miglioramée
to dell'arte, con ferma credenza, eſercitandoſi, di douerea
º uanzare in eccellenza,e Giotto,e Taddeo, 8 gl'altri pittoa
ºi fra queſti fu vno,Iacopo di Caſentino,ilquale, eſſendo nato come ſi lega
º geºdellafamiglia di M. Chriſtoforo Landino da Pratouecchio; fu da un fri
te di Caſentino, alloraguardiano al Saſſo della Verna, acconcio con Taddeo
y Saddi,mentre,egli in quel conuento lauoraua, perche imparaſſe il diſegno,
º colorito dell'arte, Laqual coſa in pochi anni gli riuſcì in modo, che, con
IO r R I M A :P A R T E -
dottoſi in Fiorenza,in compagnia di Giouanni da Milano ai ſeruigij di Tad
deo loro maeſtro, molte coſe i" , e gli fu fatto dipignere il Taberna
colo della Madonna di Mercato Vecchio, con la tauola a tempera, e ſimilmée
te quello ſul canto della piazza di S. Niccolo della via del Cocomero, che po
" fu rifatto da peggior Maeſtro, che Iacopo né era.
chi anni ſono l'uno, e
Eta itintori quellº, che è a S. Nofri ſul canto delle mura dell'orto loro, di
rimpetto a S. " . In queſto mentre, eſſendoſi condotte a fine le volte
d'Or S. Michele, ſopra i dodici pilaſtri, e ſopra eſſe poſto vn Tetto baſſo al
la ſaluatica,perſeguitare quando ſi poteſſe la fabrica di quel palazzo, che ha
ueua a eſſere il granaio del comune; fu dato a Iacopo di " Conca
perſona all'hora molto pratica, a " quelle volte:con ordine, che egli
vi faceſſe, come vi fece,cò i patriarci, alcuni profeti,e i primi delle Tribu, che
furono in tutto ſedici figure in Campo Azurro d'oltramarino, hoggi mezzo
guaſto; ſenza gl'altri ornaméti.fece poi nelle facce di ſotto, e nei pilaſtri mol
ti miracoli della Madòna, e altre " ſi conoſcono alla maniera. Finito
queſto lauoro,tornò Iacopo in Caſentino, doue poi che in Pratouecchio, in
Poppi, e altri luoghi di quella valle hebbe fatto molte opere, ſi coduſſein A
rezzo, che allora i; gouernauadale medeſima, col conſiglio di ſeſſanta Citta
dini de piu ricchi, e piu honorati,alla cura de quali era commeſſo tutto il re
gimento; doue nella capella principale del Veſcouado, dipinſe vna i
S. Martino; e nel Duomo Vecchio, hoggi rouinato, pitture aſſai,fra lequali
era il ritratto di Papa Innocenzo ſeſto, nella capella Maggiore. Nella chieſa
poi di S. Bartolomeo, per lo capitolo de Canonici della pieue, fece la facciata
dou'è l'Altar maggiore, e la capella di S. Maria della Neue. E nella Compa
f" vecchia di S. Giouanni de Peducci fece molte ſtorie di quel ſanto, che
oggi ſono coperte di bianco Lauorò ſimilmente nella chieſa di S. Domeni
cola capella di S. Chriſtofano, ritraendoui di Naturaleil beato Maſuolo, che
libera dalle carcerevn mercate defei, che fece far quella capella:ilquale Beato
neſuoi tempi, come profeta prediſſe molte diſauenture agli Aretini. Nella
chieſa di S. Agoſtino fece a freſco nella capella, e all'Altar de Nardi, ſtorie di
S. Lorenzo con maniera e pratica marauiglioſa. E perche ſi eſercitaua anche
nelle coſe d'Architettura, perºrdine dei ſeſſanta ſopradetti Cittadini, ricon
duſſe ſotto le mura d'Arezzo l'acqua, che viene dalle radici del Poggio di po
ri, vicino alla Città braccia;oo. laqualè acqua al tempo de Romani era ſtata
prima condotta al Teatro,di che ancora vi ſono le veſtigie, e da quello, che
erain ſul monte doue hoggi è la fortezza; al Amfiteatro della medeſima Cit
tà, nel piano,iquali edifizi e condotti furono rouinati, e guaſti del tutto dai
Gotti. Hauendo dunque come s'è detto, fatta venire lacopo queſt'acqua ſot
tolemura;fece la fonte, che all'hora fu chiamata fonte Guizianelli, e che ho
ra è detta, eſſendo il vocabolo corrotto: fonte Viniziana : la quale da quel
tempo, che fu l'anno 1354 durò inſino all'anno 1527, e non piu: perciochela
peſte di quell'anno, la guerra, che fu poi, l'hauerlanolti a ſuoi commoditira
ta per vſo d'orti, et molto più il non hauerla Iacopo condotta dentro, ſono
ſtate cagione,ch'ella non è hoggi, come douerebbe eſſere in piedi. Mentre
che l'acqua ſi andaua conducendo, non laſciando Iacopo il dipignere, fece
nel polazzo, che era nella Cittadella vecchia,rouinato a di noſtri, molte ſtorie
defatti del veſcouo Guido,e di Piero Sacconi, i quali huomini in pace, 8 in
IACOPO DI CASENTINO 21
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i" snellaquale fece Spinello in campo dorovn numero infinito di figure,
rapiccole e grandi con molto giudizio, fattole poi fare intorno un'ornamen
to di mezzo rilieuo, intagliato da simone Cini Fiorentino, in alcuni luoghi,
congeſſo a colla vin poco ſodo, overo gelato, le fece vn altro ornamento, che
riuſci molto bello, che poi da Gabriello saracini fu meſſo d'oro ogni coſa. Il
quale Gabriello a piedi dettaTauola ſcriſſe queſti tre nomi.Simone Cini Fio
rentino fece " -Gabriello saracini la meſſe d'oro, e spinello di Luca
d'Arezzola dipinſel'anno 1385 Finita queſt'opera spinello ſe ne tornò a Arez
zo,hauendo da quel Generale e dagl'altri Monaci, oltr'al pagamento, riceu
uto molte carezze. Ma non viſtette molto: perche, eſſendo Arezzorrauaglia
ta dalle partiguelfe e ghibelline e ſtata in quegiorni ſaccheggiata, ſi conduſ.
ſe con la famiglia,e Parri ſuo figliuolo,ilquale attendeua alla pittura,a Fioren,
za,douehaueua amici e parenti aſſai. La doue dipinſe quaſi per paſſatempo
fuor della porta a san Piero Gattolini in ſulla ſtrada Romana, doue ſi volta,
per andare a pazzolatico, in vn Tabernacolo, che hoggi è mezzo guaſtò vna,
Nunziata, e in vn'altroTabernacolo, doue è l'hoſteria del Galluzzo altre pit
ture. Eſſendo poi chiamato a Piſa,a finire in Camposanto ſotto le ſtorie di s.
-
Ranieri il reſto, che mancaua d'altre ſtorie in vnvano, che era rimaſo non dia
pinto, per congiugnerle inſieme con quelle che haueua fatto Giotto, simon º
saneſe e Antonio Viniziano, fece in quel luogo a freſco ſei ſtorie di san Peria,
to,es Epiro. Nella prima è quido egligiouanetto è preſentato dalla madre a
Diocliziano Imperatore, e quando e fatto Generale degl'eſerciti, che doue
uano andare contro ai chriſtiani. E coſi quando caualcando gl'apparue
chriſto, che moſtrandogli vna croce bianca, gli comanda, che non lo perſe
iti. In vin'altra ſtoria ſi vede l'Angelo del ſignore dare a quel santo, mentre,
-
caualca, la badiera della fede con la Croce bianca in campo roſſo, che e poi ſta
ta ſempre l'armede Piſani,per hauere santo Epiro pregato Dio, che gli deſſe
vn ſegno da portare incontro agli Nimici. " appreſſo queſta, un'altra ſto
ria,doue appiccata fra il santo & i paganivna fiera battaglia nolti Angeli ar
mati combattano per la vittoria di lui, nella quale Spinello fece molte coſe da
conſiderare in quetépi,che l'arte, non haueua ancora ne forza,ne alcun buon
modo d'eſprimere con i colori viuamente i concetti dell'animo. E cio furono,
fra le molte altre coſe, che vi ſono, due ſoldati, i quali, eſſendoſi con vna delle
mani preſi nelle barbe, tentano con gli ſtocchi nudi, che hanno nell'altra, tor,
ſi l'vno all'altro la vita, moſtrando nel uolto, e in tutti i mouimenti delle mé
bra il deſiderio, che ha ciaſcuno di rimanere vittorioſo; e con fierezza d'ani
mo eſſere ſenza paura, e quanto piu ſi puo penſare coraggioſi: E coſi ancora
fra quegli, che combattono a cauallo,e molto ben fatto un Caualliere, che ci
la lancia conficca in terra la teſta del nimico,traboccato roueſcio del cauallo,
tutto ſpauentato. Moſtravn'altra ſtoria il medeſimo ſanto, quando e preſene,
tato a Diocliziano Imperatore, che lo eſamina della fede, e poi lo fa dare ai
tormenti, e metterlo in vna fornace, dalla quale egli rimane libero, è in ſua
nece abruciati i miniſtri, che quiui ſono molto pronti da tutte le bande. E in
- - - E E ſom
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2.18 . P R I M A P A R T E -
ſomma tutte l'altre azzioni di quel santo in fino alla decollazione; Dopo la
quale e portata l'anima in cielo. E in vltimo quando ſono portate d'Aleſſan
dria a Piſa l'oſſa,e le reliquie di san Petito. Laquale tutta opera, per colorito,
e per inuenzione è la piu bella, la piu finita, " meglio condotta che faceſſe
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; contrafece alcuni frati, con bella, e molto pronta maniera: percioche alcuni
ſcriuendo, e altri fiſamente aſcoltando,e rimirandolo, oſſeruano tutti le paro
le del loro maeſtro con grande affetto. Queſt'opera hauendo acquiſtato allo
Starnina, appreſſo gl'artefici grado, 8 fama: & i coſtumi, con la dolcezza della
pratica, grandiſsima reputazione, era il nome di Gherardo famoſo per tutta
Toſcana, anzi per tutta Italia, quado chiamato a Piſa a dipignere in quella Cit
tà il capitolo di s. Nicola, vi mandò in ſuo ſcambio Antonio Vite da Piſtoia,
er non ſi partire di Firenze. Il quale Antonio hauendo ſotto la diſciplina
dello Starnina imparata la maniera di lui, fece in quel capitolo la paſsione di
Gieſu Chriſto, e la diede finita1 quel modo, che " hoggi ſi vede, l'ino 14o;
con molta ſodisfazione de Piſani. Hauendo poi, come s'è detto, finita la capel
la de Puglieſi, 8 eſſendo molto piaciute ai Fiorentini l'opere che vi fece i S.
Girolamo per hauere egli eſpreſſo viuamente molti affetti, 8 attitudini, non
ſtate meſſe in opera fino allora dai pittori ſtati innanzi a lui; Il comune di Fi
renze l'anno, che Gabriel Maria Signor di Piſa,vendè quella Città ai Fioren
tini, per prezzo di dugento mila ſcudi dopo l'hauere ſoſtenuto Giouanni Gä
bacorta fi tredici meſi, 8 invltimo accordatoſi anch'egli alla vendita,
fece dipignere dallo Starnina, per memoria di cio nella facciata del palazzo
della parte Guelfa, Vn ſan Dionigi Veſcouo, con due Angeli e ſotto a quello
i" Naturale la Città di Piſa, nel che fare, egli vsò tanto diligenza in o
gni coſa, e particolarmente nel colorirla a freſco, che non oſtante l'aria, e le
pioggie, el'eſſere volta a tramontana el'è ſempre ſtata tenuta pittura degna
di ſi" ſi tiene al preſente, per eſſerſi mantenuta freſca,e bella, come
s'ella fuſſe fatta purhora. Venuto dunque
ueſta, e per l'altre opere ſu
Gherardo in reputazione,e i"" la " i
nidioſa, e nemica ſempre delle virtuoſe azzioni, in ſul piu bello dell'operare,
Troncò la infinita ſperanza di molto maggior coſe, che il mondo ſi i"
promeſſo di lui: perche in età d'annix Lv 11 11. inaſpettatamente giunto al
ſuo fine, con eſſequiehonoratiſsime fu ſepellito nella chieſa dis, Iacopo ſo
pra Arno, fa - - - - -
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che in coſe honorate
"
i quali eſaltano ſempre con
" ſtraordinaria bellezza danno forma»
quelli,
ſotto coperta,euelata ombra alle coſe, che fanno, tallora lodando altrui con
deſtrezza, e tali olta biaſimado ſenza eſſere apertamente inteſi. Lippo dunq;
Pittore
L I P p o 213
pittore Fiorentino, che tanto fu vario,eraro nell'inuenzione; quanto fu
rono veramente infelici l'opere ſue;e la vita, che gli durò poco: nacque in Fio
renza intorno agl'anni di noſtra ſalute 1354; e ſe bene ſi miſe all'arte della pit
tura aſſai ben tardi,egiagrande, nondimeno fu immodo aiutato dalla Natu
".
ra,che a cio l'inclinaua, e che haueua belliſſimo, che preſto fece
in eſſa marauiglioſi frutti: percioche, cominciando in Fiorenza i ſuoi lauori,
“fece ins. Benedetto grande,ebel Monaſterio fuor della porta a pinti, dell'orº
dine di camaldoli,hoggi rouinato, molte figure, che furono tenute belliſſime,
e particolarmente tuttavna capella di ſua mano, che moſtraua quantovn ſol
lecito ſtudio faccia toſtamente fare coſe grandi, a chi per diſiderio di Gloria
honoratamente s'affatica. Da Fiorenza i" condotte in Arezzo nella chie
ſa di santo Antonio alla capella de Magi,fece in freſcovna ſtoria grande,doue
eglino adorano Chriſto, e inveſcouado la capella di san Iacopo, esan Chris
ſtofano, per la famiglia " tutte coſe,hauendo egli inuen
zione nel caporreleſtorie, e nel colorire furono belliſſime e maſſimamente,
eſſendo egli ſtato il primo, che cominciaſſe a " dir cofi, con le figu
re, eſuegliare gl'animi di coloro che furono dopo lui, laqualcoſa inanzi non
era ſtata, non che meſsa in vſo pure acennata, Hauendo poi molte coſe lauo
tato in Bologna; & in Piſtoiavna Tauela, che fu ragioneuole, ſe ne tornò a
Fiorenza, doue in santa Maria Maggiore dipinſe nella capella de'Beccundi
ºv l'anno 1383 le ſtorie di san Giouanni Euangeliſta. Allato alla quale capella,
che è accanto alla Maggiore a man i uitano nella facciata della Chie
ſa di mano del medeſimo,ſei ſtorie del medeſimo santo, molto ben compoſte
e ingegnoſamente ordinate; douefra l'altre coſe e molto viuamente eſpreſſe
vn san Giouanni, che fa mettere da san Dionigi areopagita,la ueſte di ſe ſteſso
ſopra alcuni morti, che nel néme di Giefn Chriſto ribanno la vita , con
molta marauiglia d'alcuni che preſenti al fatto: a pena il credono, agl'occhi
loro medeſimi. Coſi anche nelle figure de morti ſi vede grandiſsimo arti
fizio in alcuni ſcorti, nequali apertamente ſi dimoſtra, che Lippo conobbe,
e tentò imparte i" dell'arte della Pittura. Lippo medeſima
mente fu quegli, che dipinſe i portelli nel Tempio di san Giouanni,cio
è del Tabernacolo doue ſono gl'Angeli, e il san Giouanni di rilieuo di ma
no d'Andrea, ne iguali lauorò a tempera molto diligentemente iſtorte di
san Giouanni Battiſta. E per che ſi diletto anco di lauorare di Muſaico, nel
detto san Giouanni ſopra la porta, che va alla miſericoria, fra le fineſtre, fece
vn principio, che fu tenuto belliſſimo, e la migliore opera di Muſaico, che in
quel luogo fino allora fuſſe ſtata fatta;eracconciò ancora alcune coſe, pure di
Muſaico, che in quel tempio erano guaſte. Dipinſe ancora fuor di Fiorenza in
san Giouanni fra l'arcora fuor della porta a faenza, che fu rouinato per l'aſſe
dio di detta città,allato a una paſſione di Chriſto fatta da Buffalmacco molte
figure a freſco che furono tenute belliſſime da chiunche le vide: Lauorò ſimil
mente a freſco in certi ſpedaletti della porta a Faenza, e in santo Antonio den
tro a detta porta, vicino allo ſpedale, certi poueri in diuerſe belliſſime maniea
re;e attitudini, e dentro nel chioſtro fece con bella e nuoua inuenzione vinavi
2
ſione, nella quale figurò, quado santo Antonio vede i lacci del m5do, et ap
e
-
º preſſo
224 N R I M A P A R T E
preſſo a quelli lavolontà,egl'appetiti degl'huomini, che ſono dall'una,e dagl'
altri tirati, alle coſe diuerſe di queſto mondo, il che tutto fececon molta conſi
derazione, e giudizio, lauorò ancora Lippo coſe di Muſaico in molti luoghi
d'Italia: e i parte guelfa in Firenze fece vna figura calateſta intetriata; e
in Piſa ancora ſono molte coſe ſue. Ma nondimeno ſi puo dire, che egli fuſſe
veraméteinfelice, poichenò ſolo la maggior parte li fatiche ſue ſono hog
gi per terra, e nelle rouine dell'aſſedio di Fiorenza andate in perditione: ma
ancora "
i" hauere molto infelicemete terminato il corſo degl'anni ſuoi,
concio ſia,che eſſendo Lippo perſonalitigioſa, e che piu amaua la diſcordia,
che la pace, per hauere una mattina detto bruttiſſime parole a vn ſuo autiera
ſario,al Tribunale della Mercanzia, egli fuſſevna ſera, che ſene tornauaa caſa
da colui appoſtato, e con un coltello di maniera ferito nel petto, che pochi
giorni dopo miſeramente finori. Furono le ſue piture circa il m ccccx.
. Fu nei medeſimi tempi di Lippo in Bologna,vn'altro pittore chiamato ſia
milmente Lippo Dalmaſi,ilquale fu valente huomo,e fra l'altre coſe, dipinſe,
come ſi puo vedere in san Petronio di Bologna, l'anno 14o7 vna Noſtra D6
na, che è tenuta in molta venerazione: & in freſco l'arco ſopra la porta di san
Procolo,e nella Chieſa di san Franceſco nella Tribuna dell'altar maggiore fe
cevn Chriſto grande in mezzo a ſan Piero, 8 san Paulo, con buona grazia, e
maniera. E ſotto queſta opera ſi uede ſcritto il nome ſuo con let
a tere grandi. Diſegno coſtui ragioneuolméte, come ſi puo
i vedere nel noſtro libro. E inſegnò l'arte a M.Ga .
lante da Bologna, che diſegnò poi mol
to meglio, come ſi puo vedere -- - -
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238 p R 1 M A p A RT E
terna i buon coſtumi,8 heb
beſempre nome, non ſolodadiSpinello pittore
eccellente apparato
pittore, ma di l'arte della pittura,
corteſiſſimº,º honori
to valente huomo. Hauendo dunque Lorenzo coſi giouinetto fatto alcune
opere a freſco in Firenze,e fuora per adeſtrarſi, Giouanni di Bicci de Medici,
veduta la buona maniera ſua,gli fece dipigner nella ſala della caſa vecchia de
Medici, che poi reſtò a Lorézo fratelcarnale di Coſimo vecchio, murato, che
fu il palazzo grande, tutti quegli huomini famoſi, che anchor hoggi aſſai ben
conſeruati,viſiveggiono. La quale opera finita, perche Lorenzo di Biccidi
ſideraua,come ancor fanno i Medici, che ſi eſperimentano nell arte loro, ſos
pra la pelle depoueri huomini di contado,eſercitarſi ne ſuoi ſtudi della pittu
ra,doue le coſe non ſono coſi minutaméte conſiderate;Per qualche tepo accer
tò tuttel'opere,che gli vennono per le mani,onde fuor della Porta a ºffiº
dipinſe al ponte a Scandicci,vn tabernacolo nella maniera che ancor hoggi
vede. Eta Cerbaia ſottovn portico,dipinſeinvna facciata, in compagniaº
naN.Donna,moltiſanti aſſai acconciamente. Eſſendogli poi dalla famigliº
de Martini fatta allogazione d'una Capella in s. Marco di Firenze, fece nelle
facciate a freſco molte ſtorie della Madonna,e nella tauola eſſa Vergine in me
zo a molti ſanti.
la famiglia E nella
de Landi medeſima
dipinſe afreſcovn'Agnolo "
chieſa, ſopra Raffaellº dis.Gioeuang del
e Tobia º Pº l'an
no 141s per Ricciardo di M.Niccolò Spinelli, fece nella facciata del conuen
to di S.Croce in ſulla piazza in vna ſtoria grande a freſco,vns. Tommaſº, che
cerca la piaga a Gieſu Chriſto, 8 appreſſo, 8 intorno a lui tutti gli altri Apº
ſtoli, che reuerenti,6 ingenocchioni ſtanno a veder cotal caſo. Et appreſſo
alla detta ſtoria,fece ſimilmente a freſco,vns Chriſtofanoaltobraccia dºdi:
ci,& mezzo, che è coſa rara, perche inſino allora, eccetto il s Chriſtofano di
Buffalmaco,né era ſtata veduta la maggior figura,nep coſagrãde,ſe bene nº?
di buona maniera,la piu ragioneuole & piuproporzionata immagine di dl
la in tutte le ſue parti; ſenza, che l'una, 8 l'altra di qſte pitture furono lauora
tecó tanta pratica,che ancora, che ſiano ſtati all'aria molti ini & percoſſe dal
le pioggie, 8 dalla tempeſta, per eſſer volte a tramontana, non hanno mai pº
duta la viuezza de'colori,ne ſono rimaſe in alcuna parte offeſe. fece anchora
dentro la porta, che è in mezzo di queſte figure, chiamata la porta del Martel
lo,il medeſimo Lorenzo a richieſta del detto Ricciardo, 8 del guardianº del
conuento,vn crucifiſſo con molte figure: & nelle facciate intorno la confer
mazione della regola di s.Franc. fatta da papa Honorio; & appreſſo il matti
º rio d'alcuni frati di quell'ordine, che andarono a predicare la fede fra i Saraci
ni. Negl'archi, 8 nelle volte fece alcuni Re di Franciafrati,e diuoti dis.Frac.
e gli ritraſſe di naturale: & coſi molti huomini dotti di quell' ordine; & ſe
gnalati " dignità, cioè Veſcoui,Cardinali, 8 papi. Infra iquali ſono ritratti
di naturale in due tondi delle volte, papa Nicola quarto, 8 Aleſſandro quin
to. Allequali tutte figure, ancor che faceſſe Lorenzo gl'habiti bigi, gli variò
nondimeno, per la buona pratica, che egli haueua nellauorare, di maniera,
che tutti ſono fra loro differenti; alcuni pendono in roſſigno, altri in azurrie
cio, altri ſono ſcuri, 8 altri piu chiari: &in ſomma ſono tutti varij,8 degni di
conſiderazione: & quello, che èpiu,ſi dice, che fece " opera con tanta fa
cilità, e preſtezza, che facendolo vna volta chiamare i Guardiano, che gli face
- - - “a Lla
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LORENZO DI BICCI 137
uale ſpeſe,adeſinare, quando apunto haueua fatto l'intonaco pervna figura,
& cominciatala; egli riſpoſe fate le ſcodelle, che io faccio queſta figura, S vé
go. Onde a gran ragione ſi dice, che Lorenzo hebbe tanta velocità nelle ma
ni, tanta pratica ne colori, 8 fu tanto riſoluto, che piu non fu niun'altro gia
mai. E di mano di coſtui il tabernacolo in freſco, ch'è in ſul canto delle mona
che di Foligno; S&la Madonna, 8 alcuni ſanti, che ſono ſopra la porta della
Chieſa di quel monaſterio, fra iquali è vn s.Franc.che i" pouertà.Dipin
ſe anco nella chiesa di Camaldoli di Firenze, per la compagnia de Martiri ala
cune ſtorie del martirio d'alcuni ſanti: & nella chieſa due capelle,che metto
no in mezzo la capella maggiore. Et perche queſte pitture piacquero aſſai a
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tutta la città vniuerſalmente,gli fu dopo, che l'hebbe finite, data a dipignere
nel carmine, dalla famiglia de Salueſtrini,laquale è hoggi quaſi ſpenta, no eſe
ſendone,ch'io " vn frate degli Angeli di Firenze, chiamato fra
Nemeſio,buono, 8 coſtumato religioſo,vna facciata della chieſa del Carmi
ne; doue egli fece i martiri, quando, eſſendo condennati alla morte, ſono ſpo
ri gliati nudi, 8 fatti caminare ſcalzi ſopra triboli,ſeminati dai miniſtri de'Tirá
ni, mentre andauano a eſſer poſti in croce: ſi come piu in alto ſi veggiono eſ
ſer poſti in varie,e trauaganti attitudini. In queſta opera, laquale fu la mag
giore, che fuſſe ſtata fatta inſino allora, ſi vede fatto, ſecondo il ſapere di quel
tempi,ogni coſa con molta pratica, e diſegno, eſſendo tutta piena di queſti af
fetti, che fa diuerſamente li la natura a coloro, che con violenza ſono fatti
morire. onde io non mi marauiglio,ſe molti valenti huomini ſi ſono ſaputo
ſeruir d'alcune coſe, che in queſta pittura ſi ueggiono. Fece dopo queſte nel
la medeſima chieſa, molte altre figure, & particolarmente nel tramezzo due
capelle, Etne medeſimi tempi il tabernacolo del canto alla Cuculia, &quel
lo che è nella uia de Martelli nella faccia delle caſe: & ſopra la porta del Mar
; tello di ſanto Spirito,infreſcovns. Agoſtino che porge a ſuoi frati la regola
In s.Trinita dipinſe a freſco la vita di s.Giouanni Gualberto nella cappella di
Neri compagni. Et nella cappella maggiore di s. Lucia, nella uia de'Bardi, al
cune ſtorie in freſco della uita di quella ſanta, per Niccolo da Vzzano, che ui
fu da lui ritratto di naturale, inſieme con alcuni altri cittadini. Il quale Nicco
lò col parere,e modello di Lorenzo,murò vicino a detta chieſa il ſuo palazo:
& il magnifico principio per una ſapienza,o vero ſtudio, fra il conuento de'
Serui, & quello di ſan Marco, cioè doue ſono hoggi i Lioni.
laquale opera,veramente lodeuoliſſima, e piu toſto da Magnanimo Princi
pe, che da priuato cittadino, non hebbe il ſuo fine: perche i " , che in gra
diſſima ſomma Niccolo laſciò in ſul Monte di Firenze, per la fabrica, e per l'en
trata di quello ſtudio furono in alcune guerre,o altri biſogni della città con
ſumati dai Fiorentini. E ſe bene non potrà mai la fortuna oſcurare la memo
ria,ela grandezza dell'animo di Niccolo davzzano: non è pero,che l'uniuer
ſale dal non ſi eſſere finita queſta opera, non riceua danno grandiſsimo. La
onde, chi diſidera giouare in ſimili modi al mondo, elaſciare di ſe honorata
memoria,faccia da ſemetre ha vita, e non ſi fidi della fede depoſteri, e degl'he
redi per che rade volte ſi vede hauere hauuto effetto interamente, coſa, che
ſi ſia laſciata, perche ſi faccia dai ſuceſſori. Ma tornando a Lorenzo, egli dipin
ſe,oltre quello, che ſi è detto in ſul ponte rubaconte à freſco in vin Tabernaco
GG
238 P R I M A P A R T E
lo, una Noſtra Donna, 8 certi santi, che furono ragioneuoli. Ne molto doa
po,eſſendo ser Michele di fruoſino ſpedalingo di santa Maria nuouadi Firen
ze,ilquale ſpedalehebbe principio da Folco portinari cittadino Fiorentino;
egli " come erano creſciute le facultà dello ſpedale, che coſi fuſſeaca
creſciuta la ſua Chieſa dedicata a santo Egidio, che allora era fuor di Firenze,
e piccola affatto. Onde,preſone conſiglio da Lorenzo di Bicci ſuo amicſſimo
cominciò a di cinque di settembre l'anno 141s, la nuoua Chieſa,laquale fu in
vn'anno finita nel modo ch'ella ſta hoggi: E poi conſegrata ſolennemente da
Papa Martino quinto a richieſta di detto ser Michele, che fu ottauospedalina
go; e degl'huomini della famiglia de portinari. Laquale sagrazione dipinſe
poi Lorenzo, come volleser Michele, nella facciata di quella chieſa, ritraendo
ui di naturale quel Papa, 8 alcuni Cardinali: la quale opera, come coſa nuoua
e bella, fu allora molto lodata. Onde meritò d'eſſere il primo che dipigneſſe
nella principale Chieſa della ſua città, cioè in Santa Maria del Fiore, doue ſot
to le " di ciaſcuna capella dipinſe quel santo, Alquale ell'è intitolata, e
nei pilaſtri poi, e per la Chieſai dodici Apoſtoli, con le croci della conſegra
zione, eſſendo quel tempio ſtato ſolenniſſimamente quello ſteſſo anno conſe
grato da " Eugenio quarto Viniziano. Nella medeſima Chieſa,gli fecero
dipignere gl'operai, per ordine del publico nel muro a freſco, vn Depoſito
finto di marmo, per memoria del Cardinale de Corſini, che iui è ſopra la caſſa
ritratto di Naturale. E ſopra quello un'altro ſimile, per memoria di Maeſtro
Luigi Marſilii famoſiſſimo Theologo, il quale andò Ambaſciadore con meſ
ſer Luigi Guicciardini, e M. Guccio di Gino, honoratiſſimi caualieri,al Duca
d'Angiò. Fu poi Lorenzo condotto in Arezzo da Don Laurentino Abba
te di san Bernardo, Monaſterio dell'ordine di Möte Oliueto doue dipinſe, per
meſſer Carlo Marſupini a freſco Hiſtorie della vita di san Bernardo nella Ca
pellamaggiore. Ma volendo poi dipignere nel chioſtro del conuento la vita
di san Benedetto, poi dico, che egli haueſſe per franceſco vecchio de'Bacci di
pinta la maggior capella della Chieſa di san Franceſco, doue fece ſolo la vola
ta,& mezzo l'arco, s'amalò di mal di petto: per che, facendoſi portare a firen
ze,laſciò, che Marco da Monte Pulciano ſuo diſcepolo, col diſegno, chehaue
ua egli fatto,S laſciato a Don Laurentino, faceſſe nel detto chioſtro le ſtorie
della vita di ſan Benedetto: il che fece Marco, come ſeppe il meglio, e diede fi
nita l'anno 1448.adi 24 d'Apriletutta l'opera di chiaroſcuro, come ſi vede eſ
ſeru ſcritto di ſua mano, converſi, 8 parole, che non ſono mengoffi che ſia
nole pitture. Tornato Lorenzo alla patria, riſanato, che fu, nella medeſima
facciata del conuento diS.Croce,douehaueua fatto il s.Chriſtofano, dipinſe
l'aſſunzione di noſtra Donna in cielo,circundata davn choro d'Angeli &a
baſſo vns. Tommaſo, che riceuela cintola: nel farlaquale opera, per eſſer Lo
renzo malaticcio, ſi fece aiutare a Donatello,allhora giouanetto; onde con ſi
fatto aiuto fu finita di ſorte l'anno 145o, che io credo, ch'ella ſia la miglior o
pera, e per diſegno,e per colorito, che mai faceſſe Lorenzo: ilguale no molto
dopo, eſſendo vecchio,Scaffaticato ſi morì d'età di ſeſſanta anni in circa; La
ſciando due figliuoli, che atteſero alla pittura,l'uno dequali,chehebbe nome
Bicci,gli diede aiuto in fare moltilauori: & l'altro, che fu chiamato Neri ri
graſſe suo padre,e ſe ſteſſo, nella capella de'Lenzi in ogni Santi, in due tondi
COià
L O RE N Z O D I B I CC I 239
con lettere intorno, che dicono il nome dell'wno,& dell'altro. Nella quale ca
pella de'Lenzi facendo il medeſimo alcune ſtorie della noſtra Donna, ſi inge
nò di contrafare molti habiti di que tempi, coſi di maſchi, come di femine e
nella capella fece la tauola a tempera. Pariméte nella Badia di s. Felice in piaz
za, di Firenze, dell'ordine di Camaldoli, fece alcune tauole: & una all'altare
maggiore di s.Michele d'Arezzo del medeſimo ordine. E fuor d'Arezzo a S.
Maria delle Grazie, nella chieſa di s. Bernardino, vina Madonna, che ha ſotto
il manto il popolo d'Arezzo, 8 davnlato quel s. Bernardino inginocchioni
convna croce di legno in mano,ſi come coſtumaua di portare, quando anda
ua per Arezzo predicando, e dall'altro lato, e d'intorno s.Niccolò,es. Michel
agnolo. E nella predella ſono dipinte ſtorie defatti di detto s.Bernardino, 8.
de'miracoli, che fece, 8 particolarmente in quel luogo. Il medeſimo Neri fece
in s.Romolo di Firenze la tauola dell'altar Maggiore: & in s.Trinita, nella
capella degli Spinila vita di s.Giouâni Gualberto a freſco, e la tauola a tempe
ra, che è ſopra l'altare. Dallequali opere ſi conoſce, che ſe Neri fuſſe viuuto, e
non mortoſi d'età di trentaſei anni, che egli hauerebbe fatto mol
te piu opere, 8 migliori, che non fece Lorenzo ſuo pa»
dre. Ilquale, eſſendo ſtato l'ultimo de'mae
ſtri della maniera vecchia di
Giotto, ſarà anco la
- ſua vita,
l'ul
tima di queſta prima parte, la quale con l'a-
iuto di Dio benedetto, hauemo
condotta a fine.
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DELLE VITE DE scVLTORI"
PIT T O R I, E T A R C HI
T E T T O R I
- P R O E M I O
E VAN D o iopreſiprimieramente a deſcriuere que
i ſte vite. Non fumia " Yna nota del
li Artefici,cºnnoinuentario, dirò coſi, dell'opere
loro; Negiudicaimai degno fine di queſte mie non
sò come belle,certo lunghe, 6.fasti toſefatiche,ri
trouare il numero, o nomi, 3 lepatrie loro; &
inſegniare in che Città, o in che luogo appunto di
di le " alpreſente le loropitture, oſcultu
reofabriches che queſto iolahare potuto fare, ci
vna ſemplice tauola, ſenza interporrein parte al
cuna ilgiudizio mio. Ma vedendo, che gli ſcrittori delle ſtorie, quegli che per co
mune conſenſo hanno nome di hauereſcritto con miglior giudizio, nonſolo non ſi
ſono contentati di narrareſemplicemente i caſiſeguiti, 722a Copa "
diligenza, etcò
maggior curioſità che hannopotuto, ſono iti inuesligando i modi, 3 i mezi, 67 le
vie che hanno Yſati i valenti huomini nel maneggiarel'impreſe: & ſonſi ingegnia
tiditoccare gli errori; & appreſo i bei colpi,erpi, epartitiprudentemente qual
che volta preſinegouerni delle faccende; etutto quello inſomma, che ſagacemite,
ºſtraccuratamère, conprudenza, ocò pietà, o conmagnanimita hanno in" ope
rato. Come quelli che conoſceuano la storiaeſſere veramente lo ſpecchio della vi
tahumana, non per narrarelaſciuttamente i caſi occorſi avn Principe, o d'una
Republica,maper auuertire igiudixiſ,i conſigli,ipartiticº i maneggi deglihuomi
ni,cagione poi delle felici, infelici azzioni. liche è proprio l'anima dell'istoria.
E quello che in vero inſegna piuere, & faglihuominiprudenti: & che appreſo
alpiacere, che ſi trae del vedere le coſepaſte, comepreſenti è il vero fine di quelli.
Perlajualcoſahauendoiopreſo aſcriuer la ſtoria denobiliſsimi Artefici, pergoatr
242 PRO EMIO DELLA II. PARTE
allarti quantopatſono le ſorsemiei 6 appreſoper honorarle, ho tenuto la te
iopotena, adimitazione di coſi valenti huomini, il medeſimo modo; & mi ſono in
gegnato non ſolo di dire quelche hanno fatto ma diſegliere ancora diſcorridoilme
gio dal buono, l'ottimo dal migliore notare inpoco diligentemente imo
d,learie,le maniere,itratti, le fantaſie de'Pittoriº degli sciori. Imueſligan
do quanto piu diligentemente ho ſaputo, di far conoſcere a quegli che queſto perſe
ſteſsi non ſanno fare,le cauſe, 6 le radici delle manierese del miglioramento, º peg
gioramento dell arti, accaduto in diuerſi tempi; 6 in due ſe perſone: Esper che
nelprincipio di queſte vite sioparla de la nobiltà 6 antichita di eſearti,quanto a
questo propoſito ſi richiedeua, laſciando da parte molte coſe di che io mi ſareipota
toſeruire di Plinio, 9 d'altri autori, ſe io non aueſi voluto,contra la credenza far
ſedi molti, laſciar libero a ciaſcheduno il vedere le altruiſ"fonti:
Mi pare che è ſi comuengafare al preſente, quello che ſggendo il tedio, 67 la lun
ghessa,mortalnemica della attenzione, non mi fu lecito fare all'ora, cioè aprire
udiligentemente l'animo, e intenzionemia: & moſtrarea che fineio habbia
grandez
diuſo questo corpo delle vite intreparti. Bene è vero che quantunque laquesto
za delle arti naſca in alcuno da la diligenza ; in yn'altro da lo studio; in da
laimitazione; in quello da la cognizione delle ſcienzie, che tutteporgono aiuto a
queste; & in chidale predette coſe tutte inſieme,odalaparte maggiore di quelle:
ionicntedimancoperhauere nelle vite departicolari ragionato abaſtanza, demo
di,del'arte, dele maniere, º dele cagioni del bene, ci meglio, edottimo operare
di quelli; Ragionerò di queſta coſa generalmente; & piu presto dela qualita de'
tempi, che deleperſone: diſtinte, 6 diuſe da me, per non ricercarla troppo minu
tamente,intreparti,o vogliamole chiamare età,da larinaſcita di queſte arti ſino al
ſecolo, che noi piutamo; per quella manifeſtiſsima differenza, che in ciaſcuna di
loroſi conoſce. Conciòſia che nella prima, piuanticaſiſta veduto queſte tre ar
tieſſere ſtate molto lontane dalaloroperfezione:et come che elle habbiano auto
qualcoſa di buono,eſſere stato acompagniato da tanta imperfezione,che enime
rita per certo troppa gran lode. Ancora, che perhauer dato principio, cºnia,e
modo almeglio, che"poi ſenòfuſe altro non ſi puo ſenondirne bene; & dar
le in po piu gloria, che ſe ſi" a giudicare con la perfetta regola dell'arte,non
hanno meritato l'opere steſſe. Ne ſipoiſiveggono manifesto eſſer le coſe
migliorate aſſai,e nell'inuèsioni,enelcondurle côpiu diſegnio, e cómiglior maniere,
e con maggior diligenza e coſtoltovia qlla ruggine della vecchiaia, e quellagoffex
za,eſproporzione che la groſſezza di queltipolehaueuarecata adoſſo. Ma chiar
drà di dire, in quel tempo eſſerſi trouato pnoin ogni coſa perfetto? Et chehabbia
ridotto le coſe altermine di hog gi,6 d'inuenzione, º di diſegnio, & di colorito?
E che habbia oſſeruato lo sfuggire dolcemente delle figure con la ſcurità delcolore,
che i lumi ſiano rimasti ſolamente in ſu irilieui: & ſimilmente habbia oſſeruato
gli strafori,etcerte fini ſtraordinarie nelle statue di marmo come in quelle ſi vede?
ſ?ueſta lode certo è tocca alla terza età, nella quale mi par potere dirſicuramite,
che
D E L L E V I T E 243
che l'Arte habbia fatto quello, che adona imitatrice della natura, è lecito poter fa
ve: et che ella ſia ſalita tanto alto, che piu presto ſihabbiaa temere delcalare a baſ
ſo; che ſperare hoggimai piuaugumento. Queste coſe conſiderando,iomecomede
ſmo attentamente, giudico che ſianna proprietà, o pna particolare natura di
ſqueſte arti, lequali da no humile principio, vadino appoco appoco migliorando:
& finalmente peruighinoalcolmo della perfezione. Et queſto melofa credere,
ilvedere eſſereinteruenuto quaſi queſto medeſimo in altre faculta: cheper eſſere fra
tutte le arti liberali vncerto che º parentado e non piccolo argumento, cheeſame
ro. Manella pittura,e ſcultura in altri tempi debbe eſſere accaduto queſto tantoſi
mile, che ſe eſiſcambiaſinoinſiemeinomi,ſarebbono appunto imedeſimi caſi. Im
peroche e ſi vede (ſeeſi ha a darfede a coloro che furono vicini a que tempi, et po
tettono vedere, 67' giudicare de le fatiche degli antichi) le statue di Canaco eſſer
molto dure, cº ſenza viuacità,omotoalcuno, é però aſſai lontane dal vero; &
di quelle di Calamideſi dice il medeſimo,ben, che fuſſero alquanto piu dolci, che le
predette. Venne poi Mirone, che non imitò affatto affatto la verità della natura;
ma dette alle ſue opere tanta proporzione, grazia che ele ſi poteuonorigione
uolmente chiamar belle. Succeſſe nelterzo grado Policleto, & glialtri tanto cele
brati, i quali come ſi dice,º credereſi debbe interamente le fecero perfette. Que
stomedeſimo progreſſo douette accadere nelle pitture ancora,perche e ſi dice, e
riſimilmente ſi i"a penſare, chefuſicoſi,nell'opere di quelli che con inſolo colore
pinſero,º però furonchiamati Monocromati,non eſſere stata na granperſex
3ione. Dipci nelle opere di zeuſ,º di Polignioto,et di Timante,o degli altri, che
ſolonemeſono in opera quatro.Si lauda in tuttoilineamenti,6 i dintorni, etlefor
me: & ſenza dubbio viſi doueuapure deſiderare qualcoſa. Ma poi in Erione, Ni
comaco,Protogeneº Apelle,è ogni coſa perfetta, belliſsima. E non ſi può ima
ginarmeglio; auendoeſidipinto, non ſolo le forme, e gli atti de'Corpi eccellentiſſi
mamente; ma ancora gli affetti, 6 lepaſioni dell'Animo. Malaſciandoire que
ſti, che biſogniareferirſene adaltri, 6 molte volte non conuengano i giudizi, o
che è peggio ne tempi; ancora che io in ciò ſeguiti i migliori autori; Vegniamo a
tempi nostri,doue habbiamo l'occhio, aſſai miglior guidi, et giudice, che non è l'orec
chio. Non ſi vede egli chiaro, quanto miglioramento, eaquſiofece, per cominciar
ſi davn capo,L'architettura da Buſchetto Greco, ad Arnolfo Tedeſco, 6 a Giot
to: Vegghinſ le fabriche di que tempi,i pilaſtri,le colonne,le baſe, i capitegli, º
tutte le cornici con i membri " comen'è in Fiore zain S. Maria del Fiore, e
nell'incroſtatura di fuori di S. Gio.as.Miniato almöte,nel Veſcouado di Fieſole, al
duomo di Milano,a S.Vitale di Raudna,a S.Maria Maggiore di Roma,ealduomo
vecchio fuored Arezzo; doueecettuato quelpoco di buono,rimaſtodeframmenti
autichi, non vi è coſa,che habbia ordine,ofattezzabuona. Ma quelli certolami
gliorarono aſſai; & fece non poco acquistol" di loro, perche e la riduſſero a mi
giore proporzione: &fecero le lor fabbriche non ſolamente stabili, 6 gagliarde;
; ma ancora in qualche parte ornate; certo è nientedimeno chegiornamenti loro ſu
244 PRO EMIO DELLA II PARTE
rono confuſi, º molto imperfetti: & per dirla coſi non congrande ornamento.
Perchenelle colonne non oſseruarono quella miſura, proporzione, che richiedeua
larte; Ne diſtinſero ordine, che fuſepiu Dorico,che Corinto,o Ionico,o Toſcano, ma
alla meſcolata con nnaloro regola ſenza regola sfaccendole groſſegroſſe, o ſottili,
ſottili, come tornaualor meglio. Etle inuenzioni furono tutte, parte di lorceruello,
parte delreſtodelle Anticaglie vedute da loro. E faceuano lepiane parte cauate da
il buono, parte agiuntoul " , cherizzate conle muraglie aueuano Yn'al
tra forma. Nientedimeno chi comparera le coſe loro a quelle dinanzi, vi vedrà mi
gliore ogni coſa, e uedrà delle coſe, che danno diſpiacere in qualche parte a tempi no
striscomeſono alcuni tipietti di mattonilauorati di ſtucchia S. Lin Laterano di Re
ma. Queſto medeſimo dico de la scultura, laquale in qlla prima età della ſua rinaſci
tahebbeaſadelbuono;pchefuggita la maniera " Greca,ch'eratatoroza, che
teneua ancora piu della caua che dell'igegno degli artefici, eſſendo quelle loro statue
intere intereſenza pieghe, oattitudine omouenza alcuna; & proprio da chiamar
ſi statue. Doue eſſendopoimigliorato ildiſegnio per Giotto, molti migliorarono an
chorale figure de'Marmi, et dellepietre: come fece Andrea Piſano, 6 Nino ſuo
figliuolo; & gl'altri ſuoi diſcepoli, che furon molto meglio che i primi; &ſorſo
nopiu lelorſtatue; & dettono loro migliore attitudine aſſai come que due Saneſi
A Gosti No & AGNolo, che feciono, come ſi è detto,la ſepoltura di Gui
do Veſcouo di Arezzo; 6 queTodeſchi che feciono la facciata d’oruieto. Ve
deſi adunque in queſto tempo lſcultura eſſerſi in poco migliorata; & dato qual
che forma migliore alle figure, con piu bello andardi pighe di panni, 6 qualche
testa con migliore aria, certe attitudini non tanto intere; & infine cominciato a
tentare ilbuono. Mahauere tutta molta mancatodi infiniti parti per non eſſerin
queltempo in gran perfezione il diſegnio; ne vederſi troppe coſe di buono da po
tere imitare. Laonde que maestri, che furono in queſto tempo, º da me son stati
meſsi nella prima parte meriteranno quella lode; & d'eſſer tenuti in lidurato r
che meritano le coſe fatte da loro, pur che ſi conſideri come anche quelle dell Ar
chitetti, 9 de pittori di que'tempi, che non hebbono inniziaiuto; 6 hebbono a
trouare la via da per loro:cº ilprincipio ancora,che piccolo, è degno ſempre di lo
de non piccola. Non corſetroppo miglior fortuna la pittura in queſti tempi, ſe non
che eſſendo allora piuiniſ per la diuozione de popoli,hebbe piu Artefici; & per
queſto fecepiu euidete progreſſo che quelle due. Coſi ſi vedeche la maniera Greca,
prima col principio di Cimabue, poi con l'aiuto di Giotto ſi ſpenſe in tutto: cºme
nacque nanuouala quale io volentieri chiamo maniera di Giotto, perche futro
uata da lui& da ſuoi diſcepoli; e poi iniuerſalmente datutti venerata, 6 imita
ta. Etſinede in queſta leuato via il profilo chericignieuapertutto le figure,et que
gli occhi ſpiritati, 6 piediritti in punta, le maniaguzze, º il non auere om
bre, & altre i di queGreci; & dato na buona grazia nelle teſte, é
morbidezzanelcolorito. Et Giotto inliolare fece migliori attitudini alle ſue
figure, 6 mostrò qualche principio di dare naviuexza alle teſte, 6 piegòipan
In
- D E L L E V I T E 2.45
mi chetraeuano piu alla natura, che non quegli innanzi: & ſcoperſe in parte qual
coſa delo sfuggire,º ſcortare le figure. Oltre a questo egli diede principio agli af
fetti che ſi conoſceſse in parte iltimore,la ſperanza,l'ira,º lo amore. Er riduſſe d
5na morbidezza la ſua maniera,cheprima era,o ruuida,6 ſcabroſa; 6 ſe non
fece gli occhi con quelbel girare,che fail viuo: & con la fine de ſuoi lagrimatoiset
i capegli morbidi; & le barbe piumoſe; & le mani con quelle ſue nodature,o mu
ſcoli; et gli ingnudi come il vero; ſcuſilola difficultà dell'arte,ctilnon hauer viſto
pittori migliori di lui. Et pigli ogniuno in quella pouertà dell'arte, e detempi, la
bonta del giudizio nelle ſue storie; l'oſſeruanza dell'arie,e l'obedienza di innatu
rale molto facile perchepurſi vede, che le figure obbediuano,a quelche elehaueua
mo a fare. Et perciò ſi mostra,che egli heleon giudizio molto buono,ſe nonper
fetto, questo medeſimo ſi vede poi negli altri, come in Taddeo Gaddinelcolori
ro,il quale è piu dolce,dº ha piu forza; 6 dette meglioreincarnazioni e colore ne
panni; & piu gagliardezzanemoti alle ſue figure. In Simon saneſe ſi vede ilde
coronel comporle ſtorie; in Stefano Scimmia, 6 in Tommaſo ſuo figliuolo, che
arecarono grande vtile,6 perfezione al diſegnio,et inuenzione alla proſpet
tiua, 67 lo sfumare, etynire de'colori; riſeruando ſempre la maniera di Giotto.
Il ſimile feciono nella pratica,e destreza Spinello Aretino. Parri ſuo figliuolo, Iaco
po di Caſentino, Antonio Veniziano, Lippo,et Gherardo Starnini, 6 glialtri pit
tori,che lauorarono dopo Giotto, ſeguitando la ſua aria,lineamento colorito,et ma
niera: & ancora migliorandola qualchepocho ma non tanto però che epareſe,
che la voleſino tirare ad altro ſegno. La onde chi conſidererà questo mio diſcorſo,
vedrà queste tre arti fino qui eſſere state come dire abbozzate: & mancar loro aſ
ſa di quella perſexxione,che elemeritauano, et certo ſe non veniua meglio, poco
iouaua queſto miglioramento,et non era da tenerne troppo conto. Ne voglio che
alcuno creda,che io ſia ſi groſſo ; ne di ſi pocho giudizio, che io non conoſca,chele
coſe di Giotto, e di Andrea Piſano, 9 Nino,6 degli altri tutti,che per la ſimilitu
dine delle maniere, ho meſſi inſieme nella prima parte; ſe elleſi compareranno a
quelle, di coloro, che dopoloro hanno operato, non meriteranno lode ſtraordinaria,
neanche mediocre, Ne è,che io non habbia cioveduto, quando io gli ho laudati.
a4a,chi conſidererà la qualità di que tempi, la careſtia " gli Artefici,la difficulta
de buoni aiuti; le terra non belle, come ho detto io, ma miracoloſe: & harà piacere
infinito di vedere i primi principi, 6 quelle ſcintille di buono, che nelle pitture,e
ſculture cominciauono ariſuſcitare. Non fu certo la vittoria di L.Marzio in Spa
tanto grande, che molte nonhaueſ noi Romani delle maggiori. Ma hauen
doriſpettoaltempo,alluogo alcaſo, alla perſona, º almumero: elafutenuta ſtu
penda, º ancorhogg purdegna delle lodi, che infinite, 6 grandiſsime leſondate
dagli ſcrittori. i. me, per tutti i ſopradetti " , è parſo, che emeritino non
ſolamente de ſere ſcritti da me con diligenza, ma laudati con quello amore, e ſicur
ſ"
ta che io ho fatto. E penſo,che non ſtato faſtidioſo a miei.Artifici; l'hauer
º dite queſte loryte,e conſiderato le lor maniere,elormodi: & neritrarranoſorſe
AI HI
246 P ROEM Io D EL LA II. PARTE
nonpochoytile, Ilche mi ſia cariſſimo, loreputerò a buon premio delle mie fa
tiche; nellequalinò ho cerco altro, che far loro inquito io ho potuto ptile, 3 diletto.
ora poi che noi habbiamo leuate da Balia, per in modo di dircoſi fatto, queste
tre Arti; 3 cauatele dalafanciullezza: Ne viene la ſeconda eta, doueſi vedrà
infinitamente migliorato ogni coſa, la inuenzione piu copioſa di figure piuric
ca d'ornamenti; il diſegno piu fondato, 6 piu naturale verſo lon, : & in
oltreynafine nell'opre, condotte con manco pratica, ma penſatamente con dilgen
za; la maniera piu leggiadra,i colori piu paghi; in modo, che poco ci reſterà ari
durre ogni coſa al perfetto; & che clemitino appunto la verità della natura. Per
che prima con lo ſtudio, o con la diligenza del gran Filippo B, unelleſchi l'Ar
chitettura ritrouò le miſure, 6 le proporzioni degli antichi; coſinelle colonne ton
de, come nepilaſtriquadri, o nelle cantonate rustiche, 6 pulites & allora ſi de
ſtinſeordine per ordine, 9 ſeceſi vedere la differenza che era tra loro. Ordinoſ,
che le coſe andaſsino per regola; ſaguitaſsino compiu ordine, e fuſino ſpartite con
miſura crebbeſi la forza, il fondamento aldiſegno; e detteſiale coſennabuo
nagrazia, feceſi conoſcere l'ecellenza di quella Arte. Ritrouoſi la bellezza,
e varietà decapitelli, e delle cornici,in tal modo che ſi vide le piante detempi,
c9 degli altri ſuoi edifizi eſſer beniſſimo inteſe; et le fabriche ornate magnifiche,et
proporzionatiſsime. Come ſi vede nella ſtupendiſsima machina della cupola di s.
Maria del Fiore di Fiorenza; nella bellezza, et grazia della ſua lanterna, melor
nata varia,et grazioſa chieſa di S. Spirito; etnelnon mancobello di quella, edf
zio di S. Lorenzo: nella bizariſsima inuenzione del Tempio in otto facce degli An
gioli,et nella arioſiſsima chieſa,etcomuento della Badia di Fieſole, etnel magnifico,
ei grandiſſimo principio del palazzo de'Pitti oltralcomodo, e grande edifizio,
che Franceſco di Giorgiofece nel palaxxo,e chieſa del Duomo di Vrbino,etilfor
tiſſimo,etricco Caſtello di Napoli; et lo ineſpugnabile Castello di Milano: ſenza
molte altre fabbriche notabili di queltempo, etancora, che non cifuſse lafinezza,
etnna certa grazià eſuiſita etappunto nelle cornici,etcerte pulitezze,e leggia
drie nello intaccarle perfezioni
oglie, e far certi streminefogliami, et altre »C
furon di poi,come ſi vedrà nella terza parte,doue ſeguiteranno quegli che farino
tutto quel di perfetto, nella grazia, nella fine,etnella copia,et nella preſtezza; che
non feceno gli altri architetti vecchi: Nondimeno elleſi poſſono ſicuratamente
chiamarbele, et buone. Non le chiamo gia perfette, perche veduto poi meglio in
queſta arte, mi par potere ragioneuolmente affermare, che le mancaua qualcoſa.
E ſe bene eui è qualche parte miracoloſa, et de la qualene tempi noſtri per ancora
non ſi è fatto meglio; ne perauuentura ſi farà in que che verranno, come verbi
grazia la lanterna della Cupola di S. Maria del Fiore; et per grandezza Cts, "
pola; doue non ſolo Filippohebbe animo di paragonar gli antichi ne corpi delle fab
briche,ma vincerli nella altezza delle muraglie; Pur ſi parla yniuerſalmente in
genere, cºnon ſi debbe da leperfezione,e bontà d'una coſa ſola, argomentare l'
eccellenza deltutto. Il che della pittura ancora dico, 3 de la ſcultura, nelle quali ſi
- Tede
- D E L L E v I T e 247:
vede ancora hoggi coſe rariſsime de maestri di queſta ſeconda età, come quelle di
AAaſaccionel Carmine, che fece ono ignudo,che riema del freddo,etin altre pittu
reviuezze, et ſpiriti ma in genere e non aggiunſono ala perfezzione deterzi;
zoe quali parleremo al ſuotempo; i qui ragionare de ſecondi: I quali
perdre prima degli ſcultori molto ſi allontanarono dila maniera deprimi: cº
tanto la migliorarono, che laſciorno poco ai terzi. Ethebbononnalormanierati
topiu grazioſa,piu naturale, piu ordinata,di piu diſegno, 67 proporzione; che le
loro statue cominciarono a parere preſo,che f"
Yiue; & non piu ſtatue, co
meleprime. Come ne fanno fede pi opere, che in quella rinouazione dellama
miera ſi lauorarono; come ſi vedrà in questa ſecondaparte doue lefigure di Iacopo
della Quercia Saneſe,hannopiumoto,6 piugrazia, et piu diſegno,et diligenza:
quelle di Filippo piu belricercare di muſcoli, et miglior proporzione, 6 piu giudi
a io; et coſi quelle deloro diſcepoli. Ma piumi aggiunſe Lorenzo Ghiberti nell'ope
ra delle porte di S. Giouanni doue moſtrò inuensione, ordine maniera, et diſegno,
chepar,che le ſue figure ſi muouino, 6 habbiano l'anima. Ma non mi riſoluo in
tutto: ancora che ſuſsinelor tempi Donato,ſe io me lo voglia metter fra i terzi,re
ſtando l'opreſuaaparagone degli antichi buoni,dirò bene, chein queſta parte ſi può
chiamar luiregola degli altri, perhauerin ſe ſolo leparti tutte " a flºla a farla era
noſparte in molti: poi, che e riduſſe in moto le ſue figure dando loro)na certa vi
uacità, e prontezza, che poſſon slare,e con le coſe moderne, 6 come io diſi, con le
antiche medeſimamente Efil medeſimo augumento fece in queſto tempo la pittu
ra,de la quale l'Eccellentiſsimo Maſaccio leuò in tutto la maniera di Giotto, nelle te
ſte,nepanni,ne caſamenti, negli ingniud, nelcolorito, negli ſcorti, che gli rinouò,
& meſſe in luce quella maniera moderna, che fu in quetempi,e ſino a hoggi, è da
tutti inoſtri. Artefici ſeguitata e di tempo in tempo con miglior grazia, inuenxio
me,ornamenti, arricchita, 6 abbellita; come particularmente ſinedrà nelle vite
di ciaſcuno,6 ſi conoſcerà unanuoua maniera di colorito,diſcorci, d'attitudinina
turali; & molto piueſpreſsi moti dell'animo, 6 i geſti del corpo, con cercare di
appreſarſi piu al vero delle coſe naturali nel diſegno; 3 le arie del viſo, che ſomi
gliaſino interamente gli huomini, ſi,che fuſino conoſciuti per chieglino erano fat
ti,coſi cercaronfarquel, che vedeuono nel naturale, º non più; & coſi pennon
adeſſer piu conſiderate, º meglio inteſe le coſe loro, 6 questo diede loro ardimen
to dimetterregola alle proſpettiue; e farle ſcortar appunto, come facceuano di rilie
uo, naturali, e in propria forma: & coſi andarono oſſeruando l'ombre,ei lumi, gli
sbattimenti,6 le altre coſe difficili, 9 le compoſizioni delle ſtorie con piu propria
imilitudine, e tentaronfare ipaeſipiu ſimili al vero,etgli albori,l'erbe, fiori,l'arie,
inuuoli,6 altre coſe della Natura,tanto, che ſi potrà dire arditamente,che queſte
arti ſieno non ſolo alcuate, ma ancoraridotte nel fiore della lorgiouentù, 6 diſpe
rare quel frutto che interuenne dipoi: & che in breueelehaueſcino auuenire a la
loro perfetta età.
Daremo adunque conlo aiuto di Dio principio alla vita di Iacopo della Quer
FIH 2.
9
148 PRO E. D E LL.A II. PARTE
ciasaneſe, poi agli altri architetti, eſcultori fino a,cheperuerremo a Maſaccio,
ilquale per eſſere statoprimo a migliorare il diſegnio nella pittura; mostrerrà quan
to obligo ſegli deueper la ſua nuouarinaſcità. E poi,che ho eletto lacopo ſopradetto
per honorato principio di queſta ſeconda parte, ſeguitando l'ordine delle maniere,
verrò aprendo ſempre colle vite medeſime,la dificultà diſibelle,dificili, 6 honora
tiſsime.Arti:
I L P I N E.
I A COPO DALLA Q V E R CI A
S cv L T o R SA N F sr.
L
3a
v IT A DI IA C o P o D A L LA
Q V E R C I A S C V L T O R E
S A N E S E.
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- -r- N I C G O L o A R E T I NO
- E t S cv L r o R E . -
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- - - --
- º ;
VITA DI NIcco Lo ARETINo
S. c. v L r o R E .. --
. poltura di Papa Aleſſandro quinto, che in quella Città haueua finito il corſo
degl'anni ſuoi. E come, che egli molto ricuſaſſe quell'opera, non potette però
non conſcendere ai preghi di M. Lionardo Bruni Aretino, che era ſtato mol
to fauorito segretario di quel pontefice. Fece dunque Niccolo il detto ſepola
s
.º cro, e vi ritraſſe quel Papa di Naturale. Ben è vero,che plaincómodità delmare
. mi,& altre pietre fu fatto il sepolcro, 8 gl'ornamenti di ſtucchi, e di pietre cot
te, e ſimilmente la ſtatua del Papa ſopra i" caſſa,laquale è poſta dietro al choro
della detta chieſa. Laquale opera finita ſi ammalò Niccolo grauamente, e pos
co appreſſo ſi mori d'ani 67. e fu nella medeſima chieſa ſotterrato l'ano 1417.
-
Et il ſuo ritratto fu fatto da Galaſſo Ferrareſe ſuo amiciſsimo,ilquale dipigne
i
ua a que tempi in Bologna a concorrenza di Iacopo, e Simone pittori Bolo
gneſi,e d'un Chriſtofano, non ſo ſe Ferrareſe, o come altri dicono, da Modea
; na: lquali tutti dipinſono in vna chieſa, detta la caſa di mezzo, fuor della pora
ta di S. Mammolo, molte coſe a freſco. Chriſtofano fece davna banda, da che
Dio fa Adamo inſino alla morte di Moiſe: E Simone, e Iacopo trenta ſtorie,
da, che naſce Chriſto inſino alla cena, che fece con i diſcepoli. E Galaſſo poi
fece la paſsione, come ſi vede al nome di Ciaſcuno, che vi è ſcritto da baſſo. E
queſte pitture forono fatte l'ano 14o4. Dopo lequali, fu dipinto il reſto dela
la chieſa da altri Maeſtri, di ſtorie, di Dauitte aſſai pulitamente. E nel vero
queſte coſi fatte pitture, non ſono tenute ſe non a ragione, in molta ſtima da
i Bologneſi, ſi perche,come Vecchie ſono ragioneuoli: e ſi perche il lauoro,
eſſendoſi mantenuto freſco,eviuace, merita molta lode. Dicono alcuni, che
il detto Galaſſo lauorò ancoa olio,eſſendo vecchiſsimo, ma io,ne in Ferrara,
ne in altro luogo ho trouato altri lauori di ſuo, che a freſco. Fu diſcepolo di
Galaſſo Coſmè,che dipinſe in S. Domenico di Ferrara vna capella,e Spor i
telli, che ſerranno l'organo del Duomo, e molte altre coſe, che ſono migliori
che non furono le pitture di Galaſſo ſuo Maeſtro. Fu Niccolò buon "
tore, come ſi puo vedere nel noſtro libro, doue è di ſua manovno Euangeli
ſta,e tre Teſte di Cauallo, diſegnate bene affatto.
- - Fine della Vita di Niccolo Aretino &c.
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- - - D E L E e air
pitture fatte nella ſua città,e maſſimamente di figure p" , nelle quali egli
hebbe miglior grazia, che nelle gradi aſſai, Laqualcoſa gli venne molto a pro
poſito, perchevſandoſi in que tempi, per le camere de'cittadini caſſoni grane
di di legname,avſo di ſepolture & con altre varie fogge ne coperchi; niuno
era, che i detti caſſoni non faceſſe dipignere; Etoltre alle ſtorie, che ſi faceua
no nel corpo, dinanzi,e nelle teſte; In ſui cantoni,e tallora altroue, ſi faceua
no fare l'Arme,overo inſegne delle caſate. E le ſtorie, che nel corpo dinanzi
ſi faceuano,erano per lo piu di fauole tolte da Ouidio,S da altri poeti, overo
ſtorie raccontate dagli hiſtorici Greci,o Latini, e ſimilmente caccie, gioſtre,
nouelle d'amore,8 altre coſe ſomiglianti, ſecondo, che meglio amaua ciaſcu
no. Ildi détro poi ſi foderaua di tele,o di drappi,ſecódo ilgrado,e potere di co
loro, che gli faceuano fare, per meglio conſeruarui dentro le veſte di drappo,
& altre coſe prezioſe. E che è piu,ſi dipigneuano in cotal maniera, non ſola
mente i caſſoni, ma i lettucci,le ſpalliere, le cornici, che ricigneuano intorno,
e altri coſi fatti ornaméti da camera,che in que tempi magnificamente ſi vſa
uano, come infiniti per tutta la città, ſe ne poſſono vedere. Et per moltianni
fu di ſorte queſta coſa in vſo, che eziandio i piu eccellenti pittori in coſi fatti
lauori ſi esercitauano, ſenza vergognarſi, come hoggi molti farebbono, di di
pignere, e mettere d'oro ſimili coſe. E che cio ſia vero, ſi è veduto inſino a gior
ni noſtri, oltre molti altri, alcuni caſſoni,spalliere, 8 cornici nelle camere del
Magn. Lorenzo vecchio de'Medici,neiquali era dipinto di mano di pittori,
non mica plebei,ma eccellenti maeſtri,tutte le gioſtre, torneamenti, caccie,fe
ſte, & altri ſpettacoli fatti ne'tempi ſuoi, con giudizio, con inuenzione, 8 con
arte marauiglioſa. Dellequali coſe, ſe ne veggiono, fion ſolo nel palazzo, S&
nelle caſe vecchie de Medici, ma in tutte le piu nobili caſe di Firenze ancora
alcune reliquie. E ci ſono alcnni, che attenendoſi a quelle vſanze vecchie,Ma
nifiche veramente, 8 horreuoliſsime, non hanno ſi fatte coſe leuate per dar
i" agl'ornamenti, 8 vſanze moderne. Dello dunque, eſſendo molto pra
tico,e buon pittore, e maſsimamente, come ſi è detto in far pitture piccole ci
molta grazia, per molti anni, con ſuo molto vrile,8 honore, ad altro non at
teſe, che a lauorare,e dipignere caſſoni, ſpalliere, lettucci, 8 altri ornamenti
della maniera, che ſi è " di ſopra; intanto, che ſi puo dire ch'ella fuſſe la
ſua principale, 8 propria profeſsione. Ma perche niuna coſa di queſto mon
do ha fermezza,ne durà lungo tempo,quitunque buona, elodeuole; da quel
primo modo di fare,aſſotigliandoſi gl'ingegni, ſi venne non è molto a far or
namenti piu ricchi, 8 agl'intagli di noce, meſsi d'oro, che fanno richiſsimo
ornamento, 8 al dipignere, 8 colorire a olio in ſimili maſſerizie, iſtorie bel
liſsime, che hanno " e fanno conoſcere coſi la Magnificenza de'Cittadini,
che l'uſano, come l'Eccellenza de pittori. Ma per venire all'opere di Dello,
Il qualefu il primo, che con diligenza e buona pratica,in ſi fatte opere ſi ado
peraſſe. Egli dipinſe particolarmente a Giouanni de' Medici, tutto il fornimé
to d'una camera, chefu tenuto coſa veramente rara, & in quel genere belliſ
ſima,come alcune reliquie che ancora ce ne sono dimoſtrano. E Donatello
eſſendo giouanetto, dicono, che gli aiutò, facendoui di ſua mano con ſtucche
geſſo,colla, e matton peſto, alcune ſtorie, 8 ornamenti di baſſorilieud, che
poi meſsi d'oro, accompagnarono con belliſsimo vedere le ſtorie dipinte:E di
queſta opera, e d'altre molte ſimili, famézione con lungo ragionaméto Drea
1. S E C O N D A N A N T E
Cinnini nella ſua opera, della quale ſi è detto di ſopra a baſtanza, e perche di
queſte coſe vecchie, è ben fatto ſer bare qualche memoria; nel palazzo del S.
Duca Coſimo, n'ho fatto conſeruare alcune, e di mano propria di Dello,doue
ſono, e saranno ſempre degne d'eſſere conſiderati, almeno per gl'habitivati
di que tempi, coſi da huomini, come da donne, che in eſſe ſi veggiono. Lauo
rò ancora Dello in freſco nel chioſtro di S. Marianouella in vin cantone, di
verde terra la ſtoria d'Iſaac, quando da la benedizione a Eſau. E poco dopo
queſta opera, eſſendo condotto in Iſpagna al ſeruigio del Re, venne intanto
credito, che molto piu diſiderare da alcuno Artefice non ſi ſarebbe potuto,
E ſe bene non ſi ſa particolarmente, che opere faceſſe in quelle parti, eſſendo
ne tornato richiſsimo, 8 honorato molto, ſi puo giudicare, ch'elle fuſſeroaſ
fai,e belle,e buone. Dopo qualche anno, eſſendo ſtato delle ſue fatichereal
mente rimunerato, venne capriccio a Dello di tornare a Firenze, per far vede
rea gl'amici, come da eſtrema pouertà foſſe a gran richezze ſalito. Ondean
dato per la licenza a quel Re, non ſolo l'ottenne grazioſamente (come, de
volentieri l'harebbe ratenuto ſe fuſſe ſtato in piacere di Dello) ma per magº
giore ſegno di gratitudine fu fatto da quel liberaliſsimo Re Caualiere:per
che tornando a Firenze, per hauere le bandiere, e la confermazione depriniº
fegi, gli furono denegate per cagione di Filippo Spano degli ſcolari, chein
quel tempo, come gran Siniſcalco del Re d'Vngheria tornòvitorioſo deTut
chi. Ma hauendo Dello ſcritto ſubitamente in Iſpagna al Re, dolendoſi di
queſta ingiuria: Il Re ſcriſſe alla Signoria in fauore di lui ſi caldamente, che
li fu ſenza contraſto conceduta la diſiderata, e douuta honoriza. Diceſidiº
tornando Dello a caſa a cauallo, con le bandiere, veſtito di brocato, Schonº
rato dalla Signoria, ſu prouerbiato nel paſſare per Vacchereccia, doue allºra
erano molte botteghe d'orefici,da certi domeſtici amici, che in gioventù"
ueuano conoſciuto, o per iſcherno, o per piaceuolezza, che lo faceſſero, e che
egli riuolto doue haueuavdito la voce, fece con ambe le mani le fiche eſe"
za dire alcuna coſa paſsò via,ſiche quaſi neſſuno ſe n'accorſe, ſe non ſegnº
ſteſsi, che l'haueuanovcellato. Per queſto, e per altri ſegni, che gli fecerº
noſcere, che, nella patria non meno ſi adoperaua contra di lui l'inuidiº
gias haueſſe fatto la malignità quando era poueriſsimo, deliberò di tornº"
ne in Iſpagna. E coſi ſcritto, 8 hauuto i Re ſe ne tornò in quº
parti,doue fu riceuuto con fauore grande, e veduto poi ſempre volentieri
doue atteſe a lauorare, viuere come Signore, dipignendo ſempre da indi in
anzi col grembiule di Brocato, coſi dunque diede luogo all'inuidia,etº
ſo di quel Re honoratamente viſſe,e morì d'anni quarantanoue: e fu dºlº
deſimo fatto ſepellire honoreuolmente con queſto Epitaffio. s
Deluseques Florentinus picture arte percelebri. Regiſtra
Hiſpaniarum liberalitate,o ornamenti, ampliſſimus.
H. S. E. S, T, T, L. -
de in alcuni diſegni di chiaro ſcuro fatti da lui, nel noſtro libro, Furitº
in S. Maria Nouella da Paulo Vcelli di chiaro ſcuro nella ſtoria, doueNº
inebriato da Cam ſuo figliuolo.
Fine della vita di Dello pittor Fiorentino,
NANNI D'ANTONI O 249
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v IT A D I LV CA D E LL A ROBBIA
S C v L T o R E.
Dopo lequali coſe, cercò Luca di trouare il modo di dipignere le figure, S&
le ſtorie in ſul piano di terracotta, per dar vita alle pitture, e ne fece ſperimen
to in vn Tondo, che è ſopra il Tabernacolo de'quattro ſanti intorno a OrS.
Michele: Nel piano del quale fece in cinque luoghi gl'inſtrumenti, 8 inſe
gne dell'artide'Fabricanti, con ornamenti belliſsimi. E due altri tondi fece
nel medeſimo luogo, di rilieuo,in vno per l'arte degli Speziali vna N.Donna
e nell'altro, per la Mercatantia, vn Giglio ſopravna balla, che ha intorno vn
feſtone di frutti, e foglie di varie forti, tanto " fatte, che paiono naturali, e
non di terracotta dipinta. Fece ancora, per M. Benozzo Federighi, Veſcouo
l
di Fieſole nella " S. Brancazio vna ſepoltura di marmo; e ſopra quela
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la eſſo Federigo a giacere ritratto di Naturale, e tre altre mezze figure. Enel
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l'ornamento depilaſtri di quell'opera dipinſe nel piano certi feſtoni amazzi
di frutti,e foglie ſi viue, e naturali, che col pennello in Tauola non ſi farebbe
altrimenti a olio, Etinvero queſta opera è marauglioſa, e rariſsima hauen
do in eſſa Luca fatto i lumi,8 l'ombre tanto bene, che non pare quaſi, che a
fuoco cio ſia poſsibile. E ſe queſto Artefice fuſſe viuuto piu lungamente, che
non fece, ſi ſarebbono ancovedute, maggior coſe vſcire delle ſue mani; per
che, poco prima, che moriſſe,haueua cominciato a fare ſtorie, e figure dipinte
in piano, delle quali vidi giaio alcuni pezzi in caſa ſua, che mi fanno credere,
che cio gli ſarebbe ageuolmente riuſcito, ſe la morte, che quaſi ſempre rapi
ſce i migliori, quando ſono per fare qualche giouamento al mondo, non l'ha
ueſſeleuato prima,ehebiſogno non era, di uita.
Rimaſe dopo Luca Ottauiano, S. Agoſtino ſuoi fratelli, e d'Agoſtino nac
quevn'altro Luca, che fu ne'ſuoi tempi litteratiſſimo. Agoſtino dunque ſegui
tando dopo Luca l'arte, fece in Perugia l'anno 1461. la facciata di S. Bernar
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dino, e dentrouitte ſtorie di baſſorilieuo, e quattro figure tonde, molto ben
condotte, 8 con delicata maniera. Et in queſta opera poſe il ſuo nome con
queſte parole Av o vsT I N I FL o RENT IN 1 LA P 1 c 1 D AE.
Della medeſima famiglia, Andrea nipote di Luca lauorò di marmo beniſsi
mo, come ſi vede nella capella di S.Maria delle Grazie fuor d'Arezzo, doue p
la comunità fece in vn grande ornamento di marmo molte figurette, e t5de,
& di mezzo rilieuo; in vn'ornamento dico avna vergine di mano di Parri di
Spinello Aretino. Il medeſimo fece di terracotta, in quella città la tauola del
la capella di Puccio di Magio,in S.Franceſco; & " della circonciſione p
la famiglia de Bacci. Similmente ins. Maria in grado è di ſua manovna tauo
“la belliſsima, con molte figure; & nella copagnia della Trinità all'altar mag
iore è di ſua mano,in vna tauola,vn Dio padre, che ſoſtiene con le braccia
Chriſto crucifiſſo, circondato davna moltitudine d'Angeli: & da baſſo San
Donato,es.Bernardo ginocchioni. Similméte nella chieſa, 8 in altri luoghi
del ſaſſo della Vernia, fece molte tauole, che ſi ſono mantenute in quel luogo
deſerto,doue niuna pittura,ne anche pochiſsimi anni, ſi ſarebbe conſeruata.
Lo ſteſſo Andrea lauorò in Fiorenza tutte le figure,che ſono nella loggia del
lo ſpedale di s.Paulo,di terra inuetriata, che ſono aſſai buone, et ſimilmente i
putti,che faſciati,e nudi ſono fravn'arco e l'altro, ne tondi della loggia dello
ſpedale degl'Innocenti; iguali tutti ſono veramente mirabili, 8 moſtrano la
i" virtu,e arte d'Andrea, ſenza molte altre,anzi infinite opere, che fece nel
lo ſpazio della ſua vita, che gli durò anni ottantaquattro. Mori Andrea l'an
no 1528. & io,eſſendo ancor fanciullo, parlando con eſſo lui gli vdii dire, an
zi gloriarſi, d'eſſerſi trouato a portar Donato alla ſepoltura: e mi ricorda, che
quel buon vecchio, dicio ragionando n haueua vanagloria. Ma per tornare
a Luca, egli fu con gl'altri ſuoi ſepellito in ſan Pier maggiore, nella sepoltura
di caſa loro; & dopo lui nella medeſima,fu ripoſto Andrea, ilqual laſciò due
figliuoli frati in ſan Marco ſtati veſtiti dal Reuerendo fra Girolamo Sauona
rola, del quale furono ſempre que'della Robbia molto diuoti, et lo ritraſſero
in quella maniera, che ancora hoggi ſi vede nelle medaglie. Il medeſimo, ol
tre i detti due frati,hebbe tre altri figliuoli; Giouanni, che atteſe all'arte, S&
chehebbe tre figliuoli; Marco, Lucantonio, 8 Simone, che morirno di pe.
ſtel'anno 1527. eſſendo in buona eſpettazione; & Luca,e Girolamo, che atte
ſono alla ſcultura.De'quali due, Luca fu molto diligente negl'inuetriati; e fe
ce di ſua mano, oltre a molte altre opere,i pauimenti delle logge papali, che
fece fare in Roma, con ordine di Raffaello da Vrbino,papa Leone Decimo, e
quelli ancora di molte camere,doue fecel impreſe di quel pontefice. Girola
mo, che era il minore di tutti, atteſe a lauorare di marmo, e di terra, e di bron
zo; &gia era per la concorrenza di Iacopo Sanſouino,Baccio Bandinelli, S.
altri maeſtri de ſuoi tempi, fattoſi valente huomo, quando da alcuni merca
tanti Fiorentini,fu condotto in Francia,doue fece molte opere per lo Re Fri
ceſco,a Madri,luogo non molto lontano da Parigi, e particolarmente vin pa
lazzo, con molte figure, & altri ornamenti,d'vna pietra, che è, come fra noi il
geſſo di Volterra, ma di miglior natura, perche è tenera quando ſi lauora, &
poi col tempo diuenta dura. Lauorò ancora di terra molte coſe in Orliens,S&
per tutto quel regno fece opere, acquiſtandoſi fama, 8 boniſsime facultà.
Dopo
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Dopo queſte coſe, intendendo, che in Fiorenza non era rimaſo ſe non Luca
ſuo fratello, trouando ſi ricco,8 ſolo al ſeruigio del Re Franceſco, conduſſe
ancor lui in quelle parti, perlaſciarlo in credito, e buono auiamento, ma il fat
to non andò coſi,perche Luca in poco tempo vi ſi morì; e Girolamo di nuo
uo ſi trouò ſolo, e ſenza neſſuno de ſuoi perche riſolutoſi di tornare a goder
ſi nella patria le ricchezze, che ſi haueua con fatica, 8 ſudore guadagnate; &
anco laſciare in quella qualche memoria; ſi acconciaua a viuere in Fiorenza
l'anno 1553, quando fu quaſi forzato mutar penſiero; perche vedendo il Du
ca Coſimo, dal quale ſperaua douere eſſere con honor adoperato, occupato
nella guerra di Siena, ſe ne tornò a morire in Francia. Et la ſua caſa, non ſolo
rimaſe chiuſa, 8 la famiglia ſpenta, ma reſtò l'arte priua del vero modo di la
uorare gl'inuetriati; perciocheſe bene dopo loro ſi è qualcuno eſercitato in
uella ſorte di ſcultura, non è però niuno giamai, a gran pezza ariuato all'ec
cellenza di Lucavecchio,d'Andrea, e degl'altri di quella famiglia. Onde ſe io
mi ſono diſteſo in queſta materia forſe piu,che non pareua, che biſognaſſe.
Scuſimi ognuno poi che l'hauere trouato Luca queſte nuoue ſculture,lequa
li non hebbero, che ſi ſappia gl'antichi Romani, richiedeua, che, come ho fat
ro,ſe ne ragionaſſe allungo. E ſe dopo la vita di Lucavecchio,ho ſuccintamen
te detto alcune coſe de ſuoi deſcendenti, che ſono ſtati inſino a giorni noſtri,
ho coſi fatto, per non hauere altra volta a rientrare in queſta materia. Luca
dunque, paſſando da vn lauoro advn'altro, e dal marmo al bronzo, e dal brò
zo alla terra, ciofece non per infingardagine,ne per eſſere, come molti ſono,
fantaſtico, inſtabile; e non contento dell'arte ſua; ma perche ſi ſentiua dalla
natura tirato a coſe nuoue, e dal biſogno a vno eſſercizio, ſecodo il guſto ſuo,
e di manco fatica, 8 piu guadagno. Onde ne venne aricchito il modo, e l'arti
del diſegno d'un'arte nuoua,vtile,e belliſsima; & egli di gloria, elode immor
tale, e perpetua. Hebbe Luca boniſsimo diſegno, e grazioſo, come ſi puove
dere in alcune carte del noſtro libro,lumeggiate di biacca; in vna delle quali
iè il ſuo ritratto fatto da lui ſteſſo, con molta diligenza,guardandoſi in vna ſpe
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tempi per eſſere ſtata la prima, che ſi moſtraſſe con bella maniera agli Arte
fici,e con gratia, e proportione moſtrado il modo di fare sfuggire le linee, e
fare,che in vn piano lo ſpatio, che è poco, e piccolo, acquiſti tanto, che paia
aſſai lotano, e" et coloro, che con giuditio sino a qſto con gratia aggiu
gnerelombre a ſuoi luoghi,ei lumi ci colori fanno ſenza dubbio, che lochio
s'ingana, che pare che la pittura ſia viua,e di rilieuo. E non gli baſtando que
ſto volle ancomoſtrare maggiore difficulta in alcune colonne, che ſcortano
per via di proſpettiua;le quali ripiegandoſi rompono il canto viuo della volta
doue ſono i quattro Euangeliſti, la qual coſa fu tenuta bella, e difficile: e in
vero Paulo in quella profeſsione fu ingegnoſo, e valente. Lauorò anco in S.
Miniato fuor di Fiorenza,in vn chioſtro, di verde terra, e in parte colorito la
vita de ſanti padri: nelle quali non oſſeruò molta l'unione di fare d'unſelo
colore, come ſi deono le ſtorie, perche fece i campi azzurri, le Città di color
roſſo, egli edifici variati ſecondo, che gli parue, &in queſto mancò, perchele
coſe che ſi fingono di pietra non poſſono, e non deon eſſere tinte d'altro co
lore. Diceſi;che mentre Paulo lauoraua queſta opra,vn'abbate, che era allo
rain quel luogo gli faceua mangiar quaſi non altro, che formaggio. Perche
eſſendogli venuto annaia deliberò Paulo, come timido,chegliera, di non vi
andare piu a lauorare, onde facendolo cercar l'Abbate,quando ſentiuadomi
darſi da frati,non voleuamai eſſer in caſa: & ſe per auuentura alcune coppie
di quell'ordine ſcontraua per Fiorenza, ſi daua a correre quanto piu poteua,
da eſſi fuggendo. Per il che due di loro piu curioſi,e di lui piu giouani,lo rag
i" vngiorno, egli domandorono, per qualcagione egli non tornaſſea
ir l'opra cominciata: & perche,veggendo frati ſi i ; Riſpoſe Paulo,
voi mi hauete rouinato,in modo, che non ſolo fuggo dauoi,ma no poſto an
co praticare, ne paſſare,doue ſiano legnaiuoli, e di tutto è ſtato cauſala
diſcrezione dell'Abbate voſtro,ilquale fra torte, e mineſtre, fatte ſempre ci
cacio,mi ha meſſo in corpo tanto formaggio, che io ho paura, eſſendo giatur
tocacio, di non eſſer meſſo in opra per maſtrice. E ſe piu oltre continuali né
farei piu forſe Paulo,ma cacio. I frati partiti da lui con riſagrandiſſime,dile
ro ogni coſa all'Abate,ilquale fattolo tornare allauoro, gli ordinò altra uita,
s che di formaggio. Dopo dipinſe nel Carmine nella cappella di san Girolamo
de Puglieſi,il doſſale di ſan Coſimo, e Damiano. In caſa de Medici dipinte in
tela a tempera alcune ſtorie di animali,de'quali ſempre ſi dilettò, e per fargli
bene,ui miſe grandiſſimo ſtudio; & che è piu,tenne ſempre per caſa dipinti,
Vccelli,gatti, cani; & d'ogni ſorte di animali ſtrani, che potette hauerin dia
ſegno,non potendo tenere deuiui per eſſer pouero. Et perche ſi dilettò piu
degli uccelli, che d'altro, fu cognominato PAV LO Vccelli. Etin dettaca
ſa,fra l'altre ſtorie d'animali,fece alcuni leoni, che combatteuano fra loro,ci
mouenze, 8 fierezze tanto terribili, che pareuono viui. Ma coſa rara era fral'
altre, una ſtoria,doue un ſerpente combattendo con un leone, moſtraua con
mouimento gagliardo,la ſua fierezza, 8 il ueleno, che gli ſchizzaua per bocº
ca,e per gli occhi, mentre una contadinella ch'è preſente guarda un bue,fatto
iniſcorto belliſs Delguale n'è il diſegno proprio di mano di Paulo nel nostro
lib de diſegni:8:ſimilméte della uillanella tutta piena di paura, e in atto di cor
rere, fuggendo dinanzi a quegli animali. Sonouiſimilméte certi paſtori molºUQ
PAV LO VCCELLO - a7,
º to naturali, 8 vn paeſe, che fu tenuto coſa molto bella nel ſuo tempo. E nell'
altre telefece alcune moſtre d'huomini d'arme a cauallo di que tempi, con aſ
º ſai ritratti di naturale. Gli fu fatto poi allogagione nel chioſtro di santa Ma
ria Nouella,d'alcune ſtorie: le prime delle quali ſono quando s'entra di chie
fa nel chioſtro,la creazion degli animali, con vario, S infinito numero d'ace
uatici, terreſtri,8 volatili. E perche era capriccioſiſſimo, 8 , come ſi è detto,
ºi grandemente di far bene gl'animali, moſtrò in certi lioni, che ſi
voglion mordere, quanto ſia di ſuperbo in quelli: & in alcuni Cerui, e Dai
ni, a velocità,8 il timore: oltre, che ſono gli vecelli, 8 i peſci con le penne, e
squamme viuiſſimi. Feceui la creazion dell'huomo, & della ſemina, 8 il pec
car loro, con bella maniera, affaticata, 8 ben condotta.Etin queſta opera ſi di
lettò fargl'alberi di colore,iquali allora non era coſtume di far molto bene:co
ſi ne paeſi, egli fu il primo, che ſi guadagnaſſe nome fra i vecchi di lauorare, 8.
quegli ben condurre a piu perfezzione,che non haueuano fatto gl'altri pitto
ri inanzi a lui, ſe ben dipoi è venuto chi gli ha fatti piu perfetti: perche ci tia
ta fatica, non potè mai dar lor quella morbidezza,ne quella vnione, che è ſta
ta dato loro a tempi noſtri,nel colorirli a olio. Ma fu ben aſſai, che Paulo con
l'ordine della proſpettiua,gli andò diminuendo,e ritraendo, come ſtano qui
ui appunto,facendoui tutto quel, che vedeua, cioè campi,arati,foſſati, 8 altre
minuzie della natura, che in qlla ſua maniera ſecca,e tagliente là doue ſe egli
haueſſe ſcelto il buono delle coſe, 8 meſſo in opera quelle parti appunto, "
tornano bene in pittura, ſarebbono ſtati del tutto perfettiſſimi. Finito, cheb
be queſto,lauorò nel medeſimo chioſtro, ſotto due ſtorie di mano d'altri, 8.
piu baſſo,fece il diluuio, con l'arca di Noe; &in eſſa con tanta fatica, 8 cota
ta arte, 8 diligenza lauorò i morti, la tempeſta, il furore de'venti, i lampi del
le ſaette,il troncar degl'alberi, 8 la paura degli huomini, che piu non ſi puo
dire Etiniſcorto fece in proſpettiva,vn morto,alquale vn corbo gli cauagli
occhi: &vn putto annegato, che per hauer il corpo pien d'acqua fa di quello
vn'arco grandiſſimo. Dimoſtrouui ancora vari effetti humani, come il poco
timore dell'acqua,in due, che a cauallo combattono; & l'eſtrema paura del
morire in " in un maſchio, che ſono a cauallo in ſun'una bufo
la, laquale per le parti di dreto, empiendoſi d'acqua,fa diſperare in tutto co
loro di poter ſaluarſi: opera tutta di tanta bontà,ed eccellenza, che gli acqui
ſtò grandiſſima fama. Diminuì le figure ancora per uia di linee in proſpetti
ua,e fece mazzocchi,8 altre coſe in tal'opra certo belliſſime. Sotto queſta ſto
ria dipinſe ancora l'inebriazione di Noe,col diſpregio di Cam ſuo i"
nel quale ritraſſe Dello pittore, & ſcultore Fiorentino ſuo amico; & Sem, &
lafet altri ſuoi figliuoli, che lo ricuoprono, moſtrando eſſo le ſue uergogne.
Fece quiui parimente in proſpettiua,vna botte, che gira per ogni lato, coſa te
nuta molto bella, 8 coſivna pergola piena d'uua, i cui legnami di piane squa
drate vanno diminuendo al punto: ma ingannosſi, perche il diminuire del
ſ" di ſotto,doue poſano i piedi le figure ua con le i" della " e la
tte non ua con le medeſime linee, " sfuggano. Onde mi ſono ma
tauigliato aſſai, che un tanto accurato, 8 diligente faceſſe un errore coſi nota
bile. Feceuianco il ſagrifizio,con l'arca aperta, tirata in proſpettiva, con gl'or
dini delle ſtanghe nell'altezza, partita per ordine: douegli uccelli ſtauano ac
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comodati,iqualifiueggono uſcir fuora nolando in iſcorto di piu ragioni, Se
nell'aria ſi uede Dio padre, che appare ſopra al ſagrifizio, che fa Noe con i fi
gliuoli; & queſta di quante figure fece Paulo in queſta opera, è la piu diffici
le; perche vola col capo in,ſcorto uerſo il muro, 8 ha tanta forza, che pare,
che i rilieuo di quella figura lo buchi, 8 lo sfondi. E oltre cio,ha quiui Noe
attorno molti diuerſi, & infiniti animali belliſſimi. In ſomma diede a tutta i
ſta opera morbidezza, 8 grazia tanta, che ell'è ſenza comparazione ſuperiore
& migliore di tutte l'altre ſue. Onde fu,non pure allora, ma hoggi grandeme
te lodata. Fece in ſanta Maria del Fiore, per la memoria di Giouanniacuto
Ingleſe, capitano de'Fiorentini, che era morto l'anno 139; un cauallo di ter
rauerde, tenuto belliſſimo, e di grandezza ſtraordinaria: & ſopra quellolim
magine di eſſo capitano, di chiaro ſcuro, di color di uerde terra, in un quadro
alto braccia dieci; nel mezzo d'una facciata della chieſa: doue tirò Pauloia
proſpettiva, una gran caſſa da morti fingendo che'l corpo ui fuſſe dentro: &
ſopra ui poſe l'immagine di lui armato da capitano,a cauallo. Laquale opera
fu tenuta, 8 è ancora coſa belliſſima per pittura di quella ſorte; & ſe Pauloni
haueſſe fatto, che quel cauallo muouelegambe da una banda ſola, il che na
turalmente i cauagli non fanno; perche caſcherebbano (ilche forſegliaué
ne,perche non era auuezzo a caualcare,ne praticò con caualli, come cong al
tri animali) ſarebbe queſta opera perfettiſſima, perchela proporzione di quel
cauallo, che è grandiſſimo,è molto bella; & i ui ſono queſtelet
tere. PAV LI VCCE L LI O PVS. Fece nel medeſimo tempo, 8 nel
la medeſima chieſa, di colorito, la sfera dell'hore ſopra alla porta principale
dentro la chieſa, con quattro teſte ne'canti, colorite in freſco. Lauoròanco di
colore di uerde terra, la loggia, che è uolta a ponente, ſopra l'horto del muni
ſtero degli Angeli, cioè ſotto ciaſcuno arco una ſtoria defatti di s. Benedetto
Abbate, 8 delle piu notabili coſe della ſua uita,inſin'alla morte..doueframol
ritratti,cheui ſono belliſſimi,ue n'ha uno, doue un monaſterio, peropa del
Demonio,rouina; e ſotto i ſaſſi,e legni rimane un frate morto. Ne è manco
notabile la paura d'un'altro monaco, che fuggendo, ha i panni, che girando
intorno all'ignudo,suolazzano con belliſſima grazia. Nel che deſtò in modo
l'animo agl'artefici, che eglino hanno poi ſeguitato ſempre queſta maniera.
E belliſſima ancora la figura di ſan Benedetto,doue egli con grauità, eduo
zione nel conſpetto de ſuoi monaci riſuſcita il frate morto.Finalmente in tut
te quelle ſtorie ſono tratti da eſſere conſiderati; & maſſimamente in certi luo
hidoue ſono tirati in proſpettiua,infino agl'embrici,etegoli del tetto. E nel
morte di ſan Benedetto, mentre i ſuoi monaci gli fanno gl'eſſequie, e lo pii
gono; ſono alcuni infermi, 8. decrepiti a vederlo, molto belli. E da conſidera
re ancora che fra molti amoreuoli, & diuoti di quel ſanto, vi è un monaco ve
chio con dua grucce ſotto le braccia, nelqual ſi uede un affetto mirabile,e for
ſe ſperanza di ribauer la ſanità. In queſta opera non ſono paeſi di colore, ne
molti caſamenti, o proſpettiue difficili, ma ſi bene gran diſegno, è del buono
aſſai in molte caſe di Firenze ſono aſſai quadri in proſpettina, per uani dilet
tucci,letti, & altre coſe piccole, di mano del medeſimo; & in Gualfonda pate
ticolarmente nell'horto,che era de Bartolini,è in un terrazzo di ſua mano 4
ſtorie in legname,piene di guerre cioè caualli,S.huomini armati, con Porta
Cill c
PAV LO V CCE LLO 273
ture di que tempi belliſſime; E fra gl'huomini, e ritratto Paulo Orſino, Otto
buono da Parma, Luca da canale, e Carlo Malateſti S.di Rimini, tutti capita
ni generali di que tempi. Et i detti quadri,furono a noſtri tempi, perche era
no guaſti,8 haueuon patito; fatti racconciare da Giuliano Bugiardini, che
piutoſto ha loro nociuto, che giouato. Fu condotto Paulo da Donato a Pado
ina, quando ui lauorò,& ui dipinſe nell'entrata della caſa de Vitali di uerde
terra,alcuni giganti, che ſecondo ho trouato in una lettera latina, che ſcriue
Girolamo Campagnola a M Lconico Tomeo filoſofo, ſono tanto belli, che
Andrea Mantegna,ne faceua grandiſſimo conto. Lauorò Paulo in freſcola
volta de reruzzi altriangoli, in proſpettiua,& in ſu cantoni dipinſe nelle qua
drature,i quattro Elementi,ea ciaſcuno fece un'animale a propoſito:alla ter
ra unaTalpa,all'acqua un peſce,al fuoco la Salamandra, 8 all'aria il Cama
leonte, che ne uiue, e piglia ogni colore Et perche non ne haueua maiuedu
ti fece un Camello, che apre la bocca, 8 inghiottiſce aria,empiendoſene il ué
tre:ſimplicità certo grandiſſima, alludendo plo nome del Camello a un'ani
male,che è ſimile a un ramarro,ſecco, & piccolo:col fare una beſtiaccia diſa
datta, & grande. Grandi furono ueramente le fatiche di Paulo nella pittura,
hauendo diſegnato tanto, che laſciò a ſuoi parenti, ſecondo, che da loro me
deſimi ho ritratto, le caſſe piene di diſegni Maſe bene il diſegnar èaſſai me
lio,è nondimeno mettere in opera, poiche hanno maggior uita l'opere, che
i" carte diſegnate.E ſe bene nel noſtro libro de diſegni ſono aſſai coſe di figu
re, di proſpettiue,d'uccelli, e d'animali,belli a marauiglia, di tutti è migliore
un mazzocchio tirato con linee ſole tanto bello, che altro, che la pacienza di
Paulo non l'hauerebbe condotto. Amò Paulo,ſe bene era perfona ſtratta,la
uirtù degli Artefici ſuoi, e perche ne rimaneſſe a poſteri memoria, ritraſſe di
ſua mano in una tauola lunga, cinque huomini ſegnalati, 8: la teneua in caſa
per memorialoro,l'uno era Giotto pittore, per illume,e principio dell'Arte,
Filippo di ſer Brunelleſchi il ſecondo, per l'Architettura, Donatello plaScul
tura, & ſeſteſſo, per la proſpettina, 8 animali; & per la Matematica Giouan
ni Manetti ſuo amico, col quale conferiua aſſai,e ragionaua delle coſe di Eu
clide. Diceſi che eſſendogli dato a fare ſopra la porta di s. Tommaſo in merca
» .
touecchio, lo ſteſſo ſanto, che a Chriſto cerca la piaga, che egli miſe in quell'
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opera tutto lo ſtudio, che ſeppe, dicendo,che uoleua moſtrar in quella quan
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toualeua,e ſapeua.E coſi fece fare una ſerrata di tauole, accio neſſuno poteſ
ſe uedere l'opa ſua,ſenà qfi fuſſe finita. Perche ſcontrandolo un giorno Dona
to tutto ſolo, gli diſſe. E che opera fia ſtatua, che coſi ſerrata la tieni?Al qual
reſpondendo Paulo diffe,tu uedrai, 8 baſta. Non lo uolleaftrigner Donato,a
dir piu oltre, penſando, come era ſolito,uedere quando fuſſe tempo, qualche
miracolo.Trouandoſi poi una mattina Donato per comperar frutte in mer
cato uecchio.uide Paulo, che ſcopriua l'opera ſua, perche, ſalutandolo corre
ſemente,fu dimandato da eſſo paulo, che curioſamente deſideraua udirne il
giudizio ſuo, quello, che gli pareſſe di quella pittura. Donato guardato, che
hehbe l'opa ben bene,diſſe; eh Paulo,hora, che sarebbe tépo di coprire, 8 tu
i
i" contriſtandoſi paulo grandemente, ſi sentì hauere di quella
ſua vltima fatica molto piu biaſimo, che non aſpettaua di hauerne lode E né
bauendo ardire, come auuilito,d'uſcir piu fuora,ſi rinchiuſe in caſa, si
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274 PA v L o vccFL Lo
do alla proſpettiua, che ſempre lo tenne pouero, & intenebrato inſino li
morte. E coſi diuenuto " ; & poca contentezzahauédo nella ſua
uecchiaia ſi morì l'anno otrantatreeſimo della ſua uita, nel 1432.efuſepolo
in ſanta Marianouella.
Laſciò di ſevna figliuola, che ſapeua diſegnare, e la moglie, la qual ſoleuadre
che tutta la notte paulo ſtaua nello ſcrittoio, per trouari termini dellaprofa
tiua, e che quado ella lo chiamaua a dormire, egli le diceua,ò che dolce coi
diſta proſpettiva.Etin vero s'ella fu dolce a lui,ella nò fu anco, ſenoncarº
vtile, per opera ſua a coloro, che in quella ſi ſono, dopo lui,eſercitati
Il fine della vita di Paulo Vccello pittore.
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Cominciò Lorenzo detta opera, mettendoui tutto quel ſapere maggiore ch'
egli poteua: Et coſi ſcomparti detta porta in dieci quadri; cinque per ri9
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che rimaſeno i vani delle ſtorie vn braccio, 8 vn terzo, 8 a torno per orna
mento del telaio, che ricigne le ſtorie ſono nicchie in quella parte ritte, 8 pie
ne di figure quaſi tonde, il numero delle quali è venti, é tutte belliſsime; co
mevno Sanſone ignudo, che abbracciato vina Colonna, con vna maſcella in
mano, moſtra quella perfezzione, che maggior può moſtrare coſa fatta nel
Tempo degli antichi, neloro Ercoli,o di bronzi, o di marmi; Etcome fate
ſtimonio vn Ioſuè il quale in atto di locuzione par, che parliallo eſercito; ol
tra molti profeti, 8 Sibille, adorni l'uno, 8 l'altro in varie maniere di panni
per il doſſo; & di acconciature di capo, di capegli, & altri ornamenti, oltra
dodici figure, che ſono aghiacere nelle nicchie, che ricingono l'ornamento
delle ſtorie per il trauerſo; faccendo in ſulle crcciere delle cantonate in cer
ti tondi, teſte di femmine, 8 di giouani, & di vecchi in numero trenta qua
tro. Fra le quali nel mezo di detta porta vicino al nome ſuo intagliato in eſe
ſa,è ritratto Bartoluccio ſuo padre, ch'è quel piu vecchio; &il piu giouane
è eſſo Lorenzo ſuo figliuolo, maeſtro di tutta f" era; oltra a infiniti foglia
mi, & cornici, 8 altri ornamenti fatti con grandiſsima maeſtria. Le ſtorie,
che ſono in detta porta, ſono del teſtamento vecchio; & nella prima è la crea
zione di Adamo, 8 di Eua ſua donna; quali ſono perfettiſsimamente con
dotti. Vedendoſi, che Lorenzo ha fatto, che ſieno di membra piu begli, che
egli ha poſſuto; volendo moſtrare, che come quelli di mano di Dio furono
le piu belle figure, che mai fuſſero fatte; coſi queſti di ſuo haueſsino a paſſare
tutte l'altre ch'erano ſtate fatte da lui nel'altre opere ſue, auertéza certo gran
diſsima. Et coſi fece nella medeſma, quando e mangiano il pomo, & inſieme
quando e ſon cacciati di Paradiſo, lequal figure in quegli atti riſpondono a
l'effetto, prima del peccato conoſcendo la loro vergogna, coprendola con le
mani, e poi nella penitenza quando ſono dall'Angelo fatti vſcir fuori di Pa
radiſo. Nel ſecondo quadro è fatto Adamo, 8 Eua, che hanno Caim, & A
bel piccoli fanciulli creati da loro, 8 coſivi ſono quando de le primizie Abel
fa ſacrifizio, 8 Caim de le men buone, doue ſi ſcorge negli atti di Caim l'ine
uidia contra il proſſimo, 8 in Abell'amore in verſo Iddio. E quello, che è di
ſingular bellezza è il ueder Caimarare la terra con vn par di buoi,iqualinela
la fatica del tirare al giogol'aratro, paiono veri, 8 naturali, coſi come è il me
deſimo Abel, che guardando il beſtiame Caim,lida la morte: Doue ſi vede il
lo con attitudine impietoſiſsima,8 crudele, con un baſtone ammazzare il fra
tello,in ſi fatto modo, che il bronzo medeſimo moſtra la languidezza delle
membra morte nella belliſſima perſona d'Abel,& coſi di baſſo rilieuo da lo
tano è Iddio, che domanda a Caim quel, che ha fatto d'Abel, contenendoſi
in ogni quadro gli effetti di quattro ſtorie. Figurò Lorenzo nel terzo quadro
come Noe eſce dell'arca,la moglie co'ſuoi i figliuole, & nuore, 6
inſieme tutti gli animali, coſi volatili, come terreſtri: iquali, ciaſcuno nel ſuo
genere, ſono intagliati con quella maggior perfezzione,che puo l'arte imitat
la natura. Vedendoſi l'Arca aperta, 8cle ſtagge in proſpettiua di baſſiſſimo ri
lieuo,che non ſi puo eſprimere la grazia loro. Oltre che le figure di Noe, & de
gli altri ſuoi, non poſſono eſſer piu viue,ne piu pronte, metre faccendo egli ſa
grifizio,ſi vede l'arcobaleno,ſegno di pace ſi Iddio, & Noe; ma molto piu
eccellenti di tutte l'altre ſono, doue egli pianta la vigna, 8 inebriato del vino
moſtra
-
-
LO RENZO GHIBERTI . 28;
moſtra le vetgogne, e Cam ſuo figliuolo lo ſcherniſce, e nel verovno, che dor
ma,uon puo imitarſi meglio,vedendoſi lo abandonaméto delle membra eb
bre,& la conſiderazione, 8 amore degli altri due figliuoli, che lo ricuopro
no con belliſſime attitudini Oltre, che v'è, & la bctte, & i pampani, 8 gli ala
tri ordigni della vendemmia,fatti con auuertenza, 8 accomodati in certi luo
ghi, che non impediſcono la ſtoria,male fannovn'ornamento belliſſimo.
Piacque a Lorenzo fare nella quarta ſtoria, l'apparire de'tre Angeli nella vala
le Mambre, 3 faccendo quegli ſimili l'uno all'altro, ſi vede quel ſantiſſimo ve
. chio adorarli, con vna attitudine di mani, 8 di volto molto propria, &uiua
ce; oltre, che egli ci affetto molto bello intagliò i ſuoi ſerui,che a piedel mò
te convno aſino aſpettano Abraam,che era andato a ſacrificare il figliuolo.
Il quale ſtando ignudo in ſu l'altare il padre con il braccio in alto, cerca farle
obbedienza; ma è impedito dall'Angelo; che convna mano lo ritiene, 8 ci
l'altra accenna doue è il montone da far ſacrifizio, 8 libera Iſacda la morte: a
Queſta ſtoria è veramente belliſſima, perche fra l'altre coſe, ſi vede differeza
grandiſſima fra le delicate membra d'Iſac, & quelle deſerui,& piu robuſti,in
tanto, che non pare,cheui ſia colpo, che non ſia con arte grandiſſima tirato.
1Moſtrò ancoauanzar ſe medesmo, Lorenzo,in queſt'opera, nelle difficultà
de caſamenti, e quando naſce Iſaac,Iacob,8. Eſau,o quando Eſau caccia, per
far la volonta i padre; & Iacob ammaeſtrato da Rebecca, porge il Caureta
. ro cotto,hauendo la pelle intorno al collo, mentre è cercato dalſac,ildualgli
dà la benedizzione. Nella quale ſtoria ſono cani belliſſimi & naturali, oltrale
figure, che fanno quello effetto iſteſſo, che Iacob, & Iſac,& Rebeccanelli lor
fatti quando eron uiui,faceuano. Inanimito Lorenzo, per lo ſtudio dell'ar.
te,che di continuo la rendeua piu facile, tentò l'ingegno ſuo in coſe piu arti
fizioſe, 8 difficili: onde fece in queſto ſeſto quadro Ioſefmeſſo da ſuoi fratel
li nella ciſterna, 8 quando lo vendono a que mercanti; & da loro è donato a
Faraone, al quale interpreta il ſogno della fame; &la prouiſióe per rimedio:
& gli honori fatti a Ioſefda Faraone.Similmente vi è quando Iacob mandai
ſuoi figliuoli, per il grano in Egitto, 8 che riconoſciuti da lui,gli fa ritornare
per il padre. Nella quale ſtoria Lorenzo fece un tempio tondo girato in pro
ſpettiua con una difficultà grande, nel quale è dentro figure in diuerſi modi,
che caricano grano,e farine:& aſini ſtraordinarii. Parimente vi è il conuito;
che fa loro, 8 il naſcodere la coppa d'oro nel ſacco a Beniamin, el'eſſergli tro
suata,3 come egli abbraccia,et riconoſce i fratelli.laqualeiſtoria per tanti afa
ferti,etuarietà di cose è tenuta fra tutte l'opere,la piu degna, e la piu diffici
le & la piu bella.
E veramente Lorenzo non poteua,hauendoſi bello ingegno, 8 ſi buona gra
zia in queſta maniera di ſtatue,faresche, quando gli veniuano in mente i com
ponimenti delle ſtorie belle, e non faceſsi belliſsime le figure, come appare
in queſto ſettimo quadro; doue egli figura il monte Sinai, 8 nella ſommità
Moiſe che da i Dio riceue le leggi; riuerente è ingenocchioni. A mezo il m5
te è ſoſue, che l'aſpetta; & tutto il popolo a piedi impaurito, per i tuoni ſaet
te, & tremuoti in attitudini diuerſe fatte con vna prontezza grandiſsima.
Moſtrò appreſſo diligenza, 8 grande amore nello ottauo quadro doue "
fece quando loſue andò a lerico, 8 volſe il Giordano, 8 poſe i dodici padi
284 s E C o N DA PARTE
glioni pieni delle dodici tribu : figure molto pronte, ma piu belle ſono alcu
ne di baſſorilieuo, " con l'arca intorno alle mura della Città
predetta, con ſuono di trombe, rouinano le mura & gli Ebrei pigliano leri
co: nella quale è diminuito il paeſe, 8 abbaſſato ſempre con oſſeruanzadale
prime figure ai monti; & dai monti a la Città; & da la Città al lontano del
paeſe,di baſſiſsimo rilieuo: côdotta tutta con vna gran perfezzione. E perch:
Lorenzo di giorno in giorno ſi fece piu pratico in quell'arte, ſi vide poi nel
nono quadro, la occiſione di Golia gigante al quale Dauit taglia la teſta, con
" fiera attitudine; e rompe lo eſercito dei Filiſtei quello di Dio
doue Lorézo fece caualli,carri, & altre coſe daguerta. Dopo fece Dauit, che,
tornando con la teſta di Golia in mano, il popolo lo incontra,ſonando,è cie
tando. I quali affetti ſono tutti propri, 8 viuaci. Reſtò a far tutto quel che
poteua Lor nella decima, 8cvltima ſtoria,douela Regina Sabba viſita Salame
ne,có grandiſsima corte, nella qual parte fecevn caſamento tirato in proſpet
tiua molto bello; & tutte l'altre figure ſimili " ſtorie, oltragl'or
namenti degli architraui, che vanno intorno a dette porte, doue ſon frut
ti,& feſtoni, fatti con la ſolita bontà. Nella quale opera da per ſe, Sc tuttainſie
me,ſi conoſce quanto il valore, & lo sforzo d'uno artefice ſtatuario poſſa nel
le figure, quaſi tonde, in quelle mezze, nelle baſſe, 8 nelle baſſiſſime, optate,
con inuenzione, ne componimenti delle figure; & ſtrauaganza dell'attitudi
ni,nelle femmine, 8 ne maſchi; & nella varietà di caſamenti, nelle proſpetti
ue; & nell'hauere nelle grazioſe arie di ciaſcun ſeſſo, parimente oſſeruato il
decoro,in tutta l'opera,ne vecchi la grauità, & negiouanila leggiadria, &la
grazia.Et in vero ſi puo dire, che queſta opera habbia la ſua perfezione in tut
tele coſe, 8 che ella ſia la piu bella opera del mondo, è che ſi ſia viſta mai fra
gli antichi, 8 moderni.Etben debbe eſſere veramente lodato Lorézo, da che
vn giorno Michelagnolo Buonarroti,fermatoſi a veder queſto lauoro,S di
mandato quel, che gliene pareſſe, è ſe queſte porte eron belle. Riſpoſe; elle
ſon tanto belle, che elle ſtarebbon bene alle porte del Paradiſo: lode veramé
te propria, & detta da chi poteua giudicarla. Et ben le potè Lorenzo condut
re,hauendoui dall'età ſua diventi anni, che le cominciò, lauorato ſu quaran
ta anni, con fatiche via piu, che eſtreme.
Fu aiutato Lorenzo in ripulire, 8 netrare queſta opera, poi che fu gettata,
da molti,allhoragiouani, che poi furono maeſtri eccellenti, cioè da Filip
Brunelleſchi, Maſolino da Panicale, Niccolò Lamberti, orefici; Parri Spinel
“li, Antonio Filareto, Paulo Vccello, Antonio del Pollaiuolo, che allora era gio
uanetto,& da molti altri. Iquali praticando inſieme intorno a quellauoro,e
conferendo, come ſi fa, ſtando in compagnia,giouarono non meno a ſe ſteſſi,
che a Lorenzo. Alquale, oltre al pagamento, che hebbe da Conſoli,donò la ſi
gnoria vn buon podere vicino alla Badia di Settimo. Ne paſsò molto, che fu
fatto de Signori, 8 honorato del ſupremo magiſtrato della Città. Nel che tan
to meritano di eſſere lodati i Fiorentini di gratitudine,quanto biaſimati di eſ |
ſere ſtati verſo altri huomini eccellenti della loro patria poco grati.Fece Loré
zo dopo queſta ſtupendiſſima opera,l'ornamento di bròzo alla porta del me
deſimo tempio, che è dirimpetto alla miſericordia, con quei marauiglioſi fo
gliami,iquali non potette finire,ſopragiugnendoli inaſpettatamente la mora
te
LORENZO GHIBERT1 18;
te,quando daua ordine,egia haueua quaſi fatto il modello, di rifare la detta
perta,chegia haueua fatta Andrea Piſano: il quale modello è hoggi andato
male,e lo vidi gia, eſſendo giouanetto in borgo Allegri,prima, che dai deſci
denti di Lorenzo fuſſe laſciato andar male.
Hebbe Lorenzo vn figliuolo,chiamato Bonacorſo,ilquale fini di ſua ma
-
no il fregio, e quell'ornamento, rimaſo imperfetto, con grandiſſima diligen
za; quell'ornamento,dico,ilquale è la piu rara,e marauiglioſa coſa, che ſi poſ
ſa " di bronzo. Non fece poi Bonacorſo, perche morì giouane, moltope
re,come harebbe fatto,eſsédo a lui rimaſo il ſegreto di gettar le coſe in modo
cheveniſſono ſottili, 8 con eſſo, la ſperienza, 8 il modo di ſtraforare il metal
lo in quel modo, che ſi veggiono eſſere le coſe laſciate da Lorenzo, ilquale,ol
tre le coſe di ſua mano,laſciò agl'heredi molte anticaglie di marmo, e di bro
zo, come il letto di Policleto, che ora coſa rariſſima,vna gamba di bronzo gra
de quanto è il viuo,& alcune teſte di femine, e di maſchi, con certe vaſi, ſtati
da lui fatti condurre di Grecia con non piccola ſpeſa. Laſciò parimente alcu
nitorſi di figure, 8 altre coſe molte, le quali tutte furono inſieme con le fa
cultà di Lorenzo mandate male; & parte vendute a M.Giouanni Gaddi, allo
ra cherico di camera, 8 fra eſſe fu il detto letto di Policleto, & l'altre coſe mi
gliori. Di Bonacorſo rimaſe vn figliuolo, chiamato Vettorio,ilquale atteſe
alla ſcultura, ma c& poco profitto, come ne moſtrano le teſte, che a Napoli fe
ce nel palazzo del Duca di Grauina, che non ſono molte buone, perchenbat
teſe mai all'arte con amore,ne con diligenza: ma ſi bene a mandare in malho
ra le facultà,& altre coſe, che gli furono laſciate dal padre, 8 dalauolo. Final
mente,andando ſotto papa Paulo terzo in Aſcoli per Architetto, un ſuo ſer
uitore,per rubarlo,vna notte lo ſcannò. E coſi ſpenſe la ſua famglia, mani
gia la fama di Lorenzo, che uiuerà in eterno. Ma tornando al detto Lorenzo,
egli atteſe,nentre viſſe,a piu coſe,edilettoſi della pittura, 8 di lauorare dive
tro: & in ſanta Maria del Fiore fece quegli occhi, che ſono intorno alla cupo
la; eccetto vno, che è di mano di Donato, che è quello doue Chriſto incoro
na la noſtra Donna. Fece ſimilmente Lorenzo li tre, che ſono ſopra la por
ta principale di eſſa s. Maria del Fiore, 8 tutti quelli delle capelle, 8 delle tri
bune: & coſi l'occhio della facciata dinanzi di ſanta Croce. In Arezzo fece
vna fineſtra, per la capella maggior della pieue, dentrouila incoronazione di
noſtra Donna, 8 due altre figure, per Lazzero di Feo di Baccio, mercante ric
chiſſimo, ma perche tutte furono di vetri Viniziani, carichi di colore, fanno
i luoghi doue furono poſte, anzi oſcuri che nò. Fu Lorenzo dato per compa
gno al Brunelleſco, quando gli fu allogata la Cupola di ſanta Maria del Fio
re, ma ne fu poi leuato, come ſi dirà nella vita di Filippo.
Scriſſe il medeſimo Lorenzo vin'opera volgare, nella quale trattò di molte
varie coſe, ma ſi fattaméte, che poco coſtrutto ſe ne caua.Solo vi è, per mio giu
dizio, di buono, che dopo hauere ragionato di molti pittori antichi, 8 parti
colarmente, di quelli citati da Plinio,fa menzione breuemente di Cimabue,
di Giotto, e di molti altri di que'tempi.Etcio fece con molto piu breuità, che
non doueua,non per altra cagione, che per cadere con bel modo in ragiona
mento di se ſteſſo, 8 raccontare, come fece, minutamente a una, " Vna tuta
tel'opereſue.Netacerò, che egli moſtra il libro eſſere ſtato fatto da altri, e poi
NN
286 S E C O N D A P A R T E
nel proceſſo dello ſcriuere, come quegli, che ſapea meglio diſegnare, ſcarpel
lare, & gettare di bronzo, che teſſere ſtorie, parlando di ſe ſteſſo, dice in prie
1mai Io feci io diſſi io faceua,8 diceua. Finalmente peruenuto allâ
no ſeſſantaquattreſimo della ſua vita, aſſalito davnagraue, & continua feb
bre ſi morì; laſciando di ſe fama immortale nell'opere, che egli fece, e nelle
penne degli ſcrittori: & fu honoreuolmente ſotterrato in ſanta Croce. Il ſuo
ritratto è nella porta principale di bronzo del tempio di ſan Giouanni,nel fre
gio del " è chiuſa, in vn'huomo caluo.& a lato a lui è Bartoluc
cio ſuo padre: & appreſſo a loro ſi leggono queſte parole. LA VR ENTII
Cionis de Ghibertis mira arte fabricatum. Furono i diſegni di Lorenzo eca
cellentiſſimi, e fatti con gran rilieuo, come ſi vede nel noſtto libro de diſegni,
in vino euangeliſta di ſua mano, 8 in alcuni altri di chiaro ſcuro belliſſimi.
Diſegnò anco ragioneuolmente Bartoluccio ſuo padre, come moſtravno
altro Vangeliſta di ſua mano in ſul detto libro, aſſai menbuono, che quello
di Lorenzo.Iquali diſegni con alcuni di Giotto, e d'altri hebbi,eſſendo gioua
netto da Vettorio Ghiberti l'anno 1528.egl'ho ſempre tenuti, e tengo inve
nerazione, e perche ſono belli, 8 per memoria di tanti huomini. E ſe quan
do io haueua ſtretta amicizia;e pratica con Vettoriosiohaueſſi quello cono
ſciuto, che hora conoſco, mi ſarebbe ageuolmente venuto fatto d'hauereha
uuto molte altre coſe, che furono di Lorenzo veramente belliſſime. Fra
molti verſi, che latini, 8 volgari ſono ſtati fatti in diuerſi tempi,in lode di Lo
renzo, per meno eſſere noioſi a chi legge, ci baſterà porre quì diſotto gl'infra
ſcritti, - - -
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Dum cernit Valuas aurato ex erenitentes ,
In Templo Michael Angelus obstupuit. i
Attonitusque diu,ſicalta ſilentiarupit
o Diuinum opus:o Ianuadigna Polo.
Fine della vita di Lorenzo Ghiberti ſcultore,
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P IT T o R E.
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M A S O L IN O a89
Maſolino a fare ne'uolti delle femine l'arie piu dolci, 8 aigiouani gl'habiti
piu leggiadri,che non haueuano fatto gl'Arteficiuecchi: &anco tirò di proa
ſpettiua ragioneuolmente. Ma quello,in che ualſe piu, che in tutte l'altre coa
e,fu nel colorire in freſco; perche egli ciofece tanto bene, che le pitture ſue
ſono sfumate, 8 vnite con tanta grazia, che le carni hanno quella maggiore
morbidezza, che ſi puoimaginare Ondeſe haueſſe hauuto l'intera perfezzio
ne del diſegno, come harebbe forſe hauuto,ſe fuſſe ſtato di piu lunga uita. ſi
ſarebbe coſtui potutoannouerare fra i migliori, perche ſono l'opere ſue con
dotte con buona grazia, hanno grandezza nella maniera morbidezza, 8 v
nione nel colorito,S aſſai rilieuo,& forza nel diſegno, ſe bene non è in tutte
le parti perfetto. -
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Eº
2
i v I T A D I P A R R I SPI N E L L I
a R e r i N o.. . .
ARR 1 di Spinello Spinelli dipintore Aretino,hauédoim
parato i primi principi dell'arte dallo ſteſſo ſuo padre per
di M. Lionardo Bruni Aretino, condotto in fi
ſº i mezzo
renze, fu riceuuto da Lorenzo Ghiberti nella ſcuola dove
moltigiouani ſotto la ſua diſciplina imparauano e perche
" rinettauano le porte di s. Giouanni, fu meſſo a la
uorare intorno a quelle figure, in compagnia di moltial-;
tri come ſi è detto di ſopra. Nel che fare, preſa amicizia con Maſolino da Pa
nicale,perche gli piaceua il ſuo modo di diſegnare,l'andò in molte coſe imiti
do,ſi come fece ancora in parte la maniera di Don Lorenzo degl'Angeli, fe
ce Parri le ſue figure molto piu ſuelte,elunghe, che niun pittore, che fuſſeſta
to inizialui; e douegl'altri le fanno il piu, di dieci teſte,egli le fece d'undici,
e taluolta di dodici; ne percio haueuano diſgrazia, come, che foſſero ſottili,
e faceſſero ſempre arco o in ſul lato deſtro o inſulmanco; percioche fico
me pareua a lui,haueuano, e lo diceua egli ſteſſo, piu brauura. Il panneggia
re de panni fu ſottiliſsimo, 8 copioſo ne lembi iquali alle ſue figure caſcaua
no di " le braccia inſino attorno ai piedi. Colori benniſsimo a tempera,
&infreſco perfettamente. E fu egli il primo, che nellauorare in freſco laſciaſ
ſe il fare di Verdaccio ſotto le carni, per poi con roſſetti di color di carne, 3.
chiari ſcuri,avſo d'acquerelli velarle, ſi come haueua fatto Giotto, 8 gl'altri
Vecchi pittori. Anzi vsò Parri i colori ſodi nel farle meſtiche,eletinte,met
tendogli co molta diſcrezione douegli parea,che meglio ſteſſono,cioè idhia
ri nel piu alto luogo, i mezzani nelle bande: e nella fine de'contorni gli ſcuri,
Colqual modo di fare moſtrò nell'opere piu facilità, e diede piu lunga vita al
le pitture in freſco; perche meſsi i colori ai luoghi loro,cò vn pennello groſ
ſetto, e molliccio, le vniua inſieme, e faceua l'opere con tanta pulitezza, che
non ſi puo diſiderar meglio: & i coloriti ſuoi non hanno paragone. Eſſen
do dunque ſtato Parri fuor della patria molti anni, poi, che fu morto il padre
fu dai ſuoi richiamato in Arezzo,la doue,oltre molte coſe, lequali troppo ſi
rebbe lungo raccontare, ne fece alcune degne di non eſſere in niuna guiſa Ta
ciute. Nel Duomo Vecchio fece in freſco tre noſtre Donne variate: E den
tro alla principal porta di quella chieſa, entrando a man manca, dipinſe in fre
ſcovna ſtoria del B.Tómaſuolo Romito dal ſacco, &huomo in quel tempo di
ſanta vita. E perche coſtui vſaua di portare in manovno ſpecchio, dentro al
quale vedeua,ſecondo, che egli affermaua, la paſsione di Gieſu Chriſto; Par
rilo ritraſſe in quella ſtoria inginocchioni, & con quello ſpecchio, nella de
ſtra mano, la quale egli teneualeuata al cielo. E di ſopra i" in vn Tro
no di nuvole Gieſu Chriſto, 8 intorno a lui tutti i miſteri della paſsione, fe
ce con belliſsima arte, che tutti riuerberauano in quello ſpecchio ſi fattamen
te, che non ſolo il beato Tommaſolo, ma gli vedeua ciaſcuno, che quella pit
tura miraua. Laquale inuenzione certo fu capriccioſa, difficile, e tanto bella
che ha inſegnato a chi è venuto poi a contrafare molte coſe per via di ſpecchi.
- Ne
PA RR I SPINELLI 291
Netacerò,poi,che ſono in queſto propoſito venuto, quello, che operò queſto
ſanto huomo vna volta in Arezzo; & è queſto. Non reſtando egli di affati
carſi continuamente per ridurre gl'Aretini in concordia, hora predicando, e
tallora predicendo molte diſauuenture, concbbe finalmente, che perdeua il
tempo. Onde entratovn giorno nel palazzo, doue i ſeſſanta ſi ragunauano
il detto beato, che ogni digli vedeua far conſiglio, e non mai deliberar coſa,
; che fuſſe ſe non in danno della Città; quando vide la ſala eſſer piena,sempiè
vn gran lembo della Veſta di carboni acceſi, 8 con eſsi entrato doue erano i
l ſeſſanta, e tutti gl'altri Magiſtrati della Città gli gettò loro fra i piedi ardita
mente, dicendo; Signori il fuoco è fra voi,habbiate cura alla rouina voſtra, e
cio detto ſi partì. Tanto potette la ſimplicità, 8 comevolle Dio, il buon ri
cordo di quel ſant'huomo, che quello, che non haueuano mai potuto le pre
dicazioni, e le minacce, adoperò compiutamente la detta azzione, concio fuſ
ſe, che vniti,indi a non molto inſieme,gouernarono per molti anni poi quel
la Città con " e quiete d'ognuno. Ma tornando a Parri, dopo la
detta opera, dipinſe nella chieſa,e ſpedale di S.Chriſtofano,a canto alla com
gnia della Nunziata; i" mona Mattea de Teſti, moglie di Carcaſcion Elo
rinaldi, che laſciò a quella chieſetta boniſsima entrata in vna capella a freſco
Chriſto crucifiſſo, 8 intorno, e da capo,molti Angeli,che,invna certa aria oa
ſcura volando, piangono amaramente. A pie della croce ſono, davna banda
la Madalena, 8 l'altre Marie, che tengono in braccio la N. Donna tramorti
ta; e dall'altra S. Iacopo, e S. Chriſtofano. Nelle faccie dipinſe S. Chaterina
S. Niccolò,la Nunziata,e Gieſu Chriſto alla colonna. E ſopra la porta di det
ca chieſa in vin'arco,Vna pietà,S. Giouanni, e la N. Donna. Ma quelle di den
tro ſono ſtate (dalla capella in fuori) ſtate guaſte. E l'arco, per mettere
vna porta di macigno moderna fu rouinato; e per fare ancora, con l'entrate
di quella compagnia, vin Monaſterio per cento Monache. Delquale Mona
ſterio haueua fattovn Modello Giorgio Vaſari molto conſiderato, ma è ſta
to poi alterato, anzi ridotto in maliſsima forma da chi ha di tanta fabricaha
uuto indegnamente ilgouerno. Eſſendo, chebene ſpeſſo ſi percuote in certi
huomini, come ſi dice ſaccenti(,che per lo piu ſono ignoranti) i quali,perpa
rere d'intendere, ſi mettono arrogantemente molte volte a voler far l'Archi
tetto, e ſopra'ntendere; & guaſtano il piu' delle volte gl'ordini, & i modelli
fatti da coloro, che conſumati negli ſtudi, e nella pratica del fare, architetta
no giudizioſamente: E cio con danno depoſteri, che percio vengono priui
dell'wtile,commodo,bellezza, ornamento e grandezza, che nelle fabriche,e
maſsimamente, che hanno a ſeruire al publico, ſono richieſti. Lauorò anº
cora Parrinella chieſa di S. Bernardo Monaſterio de Monaci di Monte Vli
ueto, dentro alla porta principale,due Capelle, che la mettono in mezzo. in
quella, che è aman rittaintitolata alla Trinità,fecevn Dio padre, che ſoſtiene
con le braccia Chriſto crucifiſſo; & ſopra è la colomba dello ſpirito ſanto in
vn choro d'Angeli. Etin vnafaccia della medeſima, dipinſe a freſco alcuni
ſanti perfettamente. Nell'altra, dedicata alla N. Donna è la natiuita di Chris
ſto, & alcune femine, che invna Tinelletta di legno lo latiamo convnagrazia
donneſca troppo bene eſpreſſa. Vi ſono anco alcuni paſtori nel lontano, che
guardano le pecorelle con habiti ruſticali di que tempi, molto pronti, Scattº
292 S E CON D A N A R TE
tiſsimi alle parole dell'Angelo, che dice loro, che vadano in Nazarette. Nel
l'altra faccia è l'adorazione de Magi, con cariaggi,Camelli,Giraffe, e con tut
ta la corte di que tre Re. Iquali " reuerentemente i loro Teſori, ado
rano Chriſto in grembo alla Madre. Fece, oltre cio nella volta, 8 in alcuni
fronteſpizi di fuori alcune ſtorie a freſco belliſsime. Diceſi, che predicando
mentre Parri faceua queſt'opera, fra Bernardino da Siena, frate diS. France
ſco,& huomo di ſanta vita, in Arezzo, che hauendo ridotto molti deſuoi fra
ti al vero viuere religioſo, 8 conuertite molte altre perſone, che nel farloro
la chieſa di Sargiano,fece fare il Modello a Parri. E che dopo, hauendo inte
ſo,che lontano dalla Città vn miglio ſi faceuano molte coſe brutte invn bo
ſco,vicino a vna fontanà, ſe n'andòla, ſeguitato da tutto il popolo d'Arezzo
vna mattina convna gran croce di legno in mano,ſi come coſtumaua dipor
tare; e, che fattavna ſolenne predica, fece disfarla fonte, e tagliar il boſco, e
dar principio poco dopo,avnacapelletta, che vi ſi fabricò a honore di N. Di
na, con titolo di S.Maria delle grazie, dentro laquale volle poi, che Parridi
pigneſſe di ſua mano, come fece la Vergine glorioſa, che aprendo le braccia,
cuopre col ſuo Manto tutto il popolo d'Arezzo. La quale ſantiſsima Vergi
ne ha poi fatto, e fa di continuo in quel luogo molti Miracoli. In queſto luo
go ha fatto poi la Comunità d'Arezzo farevna belliſsima chieſa, 8 in meno
di quella accommodata la N. Donna fatta da Parri, allaquale ſono ſtate fat
ti molti ornaméti di marmo, e di figure attorno, e ſopra l'altare, come ſi è det
to nella vita di Luca della Robbia, e di Andrea ſuo Nipote; & come ſi dirà di
mano in mano nelle vite di coloro,l'opere di quali adornano quel ſanto luo
Parri, non molto dopo, per la diuozione, chehaueua in quel tanto huos
moritraſſe il detto S. Bernardino a freſco in vin pilaſtro grande del Duomo
Vecchio. Nelqualluogo dipinſe ancor in vna capella dedicata al medeſimo,
quel ſanto glorificato in Cielo, 8 circondato davna legione d'Angeli, con
tre mezze figure; due dalle bande, che erano la pacienza, e la pouertà; &vna
ſopra,che era la caſtità. Lequali tre virtù hebbe in ſua compagnia quel ſanto
inſino alla morte. Sotto i piedi haueua alcune Mitrie da Veſcoui, & capelli
da Cardinali, per dimoſtrare, che facendoſi beffe del mondo, haueua cotali
dignità diſpregiate. E ſotto a queſte pitture era ritratta la Città d'Arezzo nel
modo,che ella in quetempi ſi trouaua. Fece ſimilmente Parri fuor del Duo
mo, per la compagnia della Nunziata in vna capelletta, overo Maeſtà in free
ſcola N Donna, che annunziata dall'Angelo, per lo ſpauento tutta ſi torce.
E nel cielo della volta, che è a crociere, fece in ogni Angolo due Angeli, che
volando in aria, e facendo muſica con vari ſtrumenti, pare, che s'accordino,
e,che quaſi ſi ſenta dolciſsima armonia: E nelle faccie ſono quattro ſanti cio
è due perlato. Ma quello in che moſtrò di hauere, variando eſpreſſo il ſuo ci
cetto,ſi vede ne'due pilaſtri, che reggono l'arco dinanzi,doue è l'entrata; per
cioche in vno è vna Charità belliſsima, che affettuoſamente allattavn figliuo
lo;avn'altro fa feſta,8 il terzo tien per la mano. Nell'altro è vna fede con va
nuouo modo dipinta, hauendo invna mano il calice, e la croce, e nall'altra
vna Tazza d'acqua,laquale verſa ſopra il capo d'un putto, faccendolo Chri
ſtiano. Lequali tutte figure ſono le migliori, ſenza dubbio, che mai faceſſe
Parri in tutta la ſua uita, e ſono eziandio appreſſo i moderni marauiglioſe:
Dipinſe
PARRI SPINELLI 3 a 93
º, Tipinſe il medeſimo dentro la Città, nella chieſa di S.Agoſtino dentro al cho
rode frati molte figure in freſco, che ſi conoſcono alla maniera de'panni &
all'eſſere lunghe,ſuelte, & torte, come ſi è detto di ſopra. Nella chieſa di ſan
AGiuſtino dipinſe in freſco nel tramezzovn s. Martino a cauallo, che ſi taglia
vn lembo della veſta per darlo a vn pouero, e due altri ſanti. Nel Veſcouado
ancora, cioè nella facciata d'un muro,dipinſevna Nunziata, che hoggi è mez
zo guaſta, per eſſere ſtata molti anni ſcoperta. Nella Pieue della medeſima
città dipinſe la capella, che è hoggi vicina alla ſtanza dell'opera, laquale dal
l'humidità è ſtata quaſi del tutto rouinata. E' ſtata grande veramente la diſ
grazia di queſto pouero pittore nelle " che quaſi la maggior par
te di quelle o dall'humido,o dalle rouine ſono ſtate conſumate. In via col 5
ana tonda di dettaPieue dipinſe a freſco vins.Vincenzio. Etins. Franceſco fe
ace per la famiglia de Viuiani, intorno a vna Madonna di mezzo rilieuo, alcu
niſanti: & ſopra nell'arco gli Apoſtoli, che riceuono lo ſpirito ſanto, Nella
volta alcuni altri ſanti. E davn lato Chriſto con la croce in ſpalla, che verſa
dal coſtato ſangue nel calice. Etintorno a eſſo Chriſto alcuni Angeli molto
ben fatti. Dirimpetto a queſta fece per la compagnia degli ſcarpellini, Mura
tori,e Legnaiuoli nella loro capella de'quattro ſanti incoronati,vna N. Don
na,i detti tanti con gli ſtrumenti" arti in mano: & di ſotto, pure in fre
ſco due ſtoriede fatti loro, 8 quando ſono decapitati,e gettati in Mare. Nela
la quale opera ſono attitudini, 8 forze belliſsime in coloro, che ſi leuano que
corpi inſacchati ſopra le ſpalle, per portargli al mare, vedendoſi in loro pron
tezza, & viuacità. Dipinſe ancora ins. Domenico, vicino all'altar maggiore
nella facciata deſtra, vina N. Donna, s. Antonio, 8 s. Niccolò a freſco, per la
famiglia degl'Alberti da Catenaia, del qualluogo erano Signori, prima, che
rouinato quello, veniſſero ad habitare Arezzo, & Firenze. E, che ſiano vna
medeſima coſa lo dimoſtra l'Arme degl'uni, e degl'altri, che è la medeſima.
Ben è vero,chehoggi quelli d'Arezzo, non degl'Alberti, ma da Catenaia ſo
no chiamati, e quelli di Firenze non da Catenaia, ma degl'Alberti. E mi rie
corda hauer veduto,S&anco letto, che la Badia del ſaſſo, la quale era nell'Alpe
di Catenaia, &,che hoggièrouinata,e ridotta piu abaſſo verſo Arno,fu dagli
ſteſsi Alberti edificata alla congregazione di Camaldoli, 8 hoggi la poſsiea
de il Monaſterio degl'Angeli di Firenze, e la riconoſce dalla detta famiglia,
che in Firenze è nobiliſsima. Dipinſe Parri nell'udienza Vecchia della Fra
ternità di S. Maria della Miſericordia vna N. Donna, che ha ſotto il Manto il
popolo d'Arezzo,nelquale ritraſſe di Naturale quelli, che allora gouernaua
no quelluogo pio,cò habiti indoſſo ſecondo l'usize di que tempi. E fra eſsi
vno chiamato Braccio, che hoggi, quando ſi parla di lui è chiamato Lazzaro
aricco; il quale morì l'anno1422, e laſciò tutte le ſue ricchezze,e facultà a quel
luogo, che le diſpenſa in ſeruigio de poueri di Dio, eſsercitando le ſante ope
re della miſericordia con " charità. Davn lato mette in mezzo queſta
Madonnas:Gregorio Papa,S dall'altro s. Donato Veſcouo,& Protettere del
popolo Aretino. E perche furono in queſta opera beniſsimo ſeruti da Parri
coloro, che allora reggenano quella Fraternità, gli feciono fare in vna Tauo
la a temperavna N. Döna col figliuolo in braccio,alcuni Angeli, che gl'apro
no il Manto,ſotto ilquale è il detto popolo,e da baſſos. Laurentino,e Pergé
OO
294 S E CON D A P A R TE
tino martiri. LaqualTauola ſi mette ogni anno fuori adi due di giugno,e ui
ſi poſa ſopra, poi, che è ſtata portata dagli huomini di detta compagnia ſollée
nemente a proceſsione inſino alla "i di detti ſanti,vna caſſa d'Argento la
uorata da Forzore Orefice fratello di Parri, dentro laquale ſono i corpi di
detti ſanti Laurentino, 8 Pergentino. Si mette fuori dico, e ſi fa il detto Alta
re ſottovna coperta di tende inſulcanto alla Croce doue èla detta chieſa, per
che eſſendo ella piccola non potrebbe capire il popolo, che a quella feſta con
corre. La predella ſopra laquale poſa la " Tauola, contiene di figure pic
cole il martirio di que due ſanti, tanto ben fatto, che è certo per coſa piccola,
vna marauiglia. E di mano di Parri nel borgo apiano ſotto lo ſporto d'una
caſa,vn Tabernacolo, dentro alquale è vina Nunziata in freſco, che è molto lo
data: E nella compagnia depuraccioli a S. Agoſtino,fe in freſcovnas. Chate
rina Vergine, e martire belliſsima. Similmente nella chieſa di Muriello alla
Fraternità de'Cherici, dipinſe vna ſanta MariaMadalena di tre braccia Etis.
Domenico,doue all'entrare della porta ſono le corde delle campane, dipinſe
la capella di S. Niccolò in freſco, dentronivn crucifiſſo grande con quattro
figure,lauorato tanto bene, che par farto hora. Nell'arco fece due ſtorie di s.
Niccolò; cioè quando getta le palle d'Oro alle Pulzelle,e quando libera due
dalla morte, doue ſi vede il carnefice apparecchiato ata " loro la teſta,
molto ben fatto. Mentre, che Parri faceua queſtopera, º aſſaltato da certi
ſuoi parentiarmati con i quali pratiua non ſo che Dote: ma perche vi ſopra
giunſono ſubito alcuni, fu ſoccorſo di maniera, che non gli feciono alcun
male. Ma fu nondimeno,ſecondo, che ſi dice,la paura, che egli hebbe, cagio
ne,che oltre al fare le figure pedenti inſurun lato, le fece quaſi ſempre da indi
in poi ſpauétaticce. E perche ſi trouò molte fiare Lacero dalle malelingue,
e dai morſi dell'Inuidie,fece in queſta capellavna ſtoria di lingue, che abru
ciauano, e alcuni Diauoli, che intorno a quelle faceuano fuoco. In Aria era
sn Chriſto, che le malediceua, & davn lato queſte parole. A LINGV A
DO LO SA . Fu Parri molto ſtudioſo delle coſe ſi diſegnò beniſ
ſimo, come ne dimoſtrano molti diſegni, che ho veduti di ſua mano, e pate
ticolarmente vn fregio di Venti ſtorie della vita di S. Donato, fatto pervna
ſua ſorella, che ricamaua eccellentemente. E ſi ſtima lo faceſſe, perchesha
ueſſe a fare, ornamenti all'altar maggiore di Veſcouado. E nel noſtro libro
ſono alcune carte da lui diſegnate di penna, molto bene. fu ritratto Patrida
Marco da Monte Pulciano, diſcepolo di Spinello, nel chioſtro di S. Bernare
do d'Arezzo. Viſſe anni lv 1. E ſiabreuiò la vita, per eſſere di natura ma
linconico, ſolitario, e troppo aſsiduo negli ſtudi dell'arte,e al lauorare. Fu ſot
terrato in S. Agoſtino nel medeſimo ſepolcro, doue era ſtato poſto Spinello
ſuo padre, e recò diſpiacere la ſua morte a tutti i virtuoſi, che di lui hebbono
cognizione &c. - -
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293 s E c o N D A P A RT E
in que tempi. E ſopra per finimento di detta tauola ſono in piu quadri mol
ti ſanti intorno a un Crucifiſſo.Credeſi, che la figura d'un ſanto in habito di
Veſcouo, che è in quella chieſa in freſco alato alla porta, che va nel conuéto,
ſia di mano di Maſaccio. Ma io tengo per fermo,ch'ella ſia di mano di fra Fia
lippo ſuo diſcepolo. Tornato da Piſa,lauorò in Fiorenzavna tauola, dentro
uivn maſchio, 8 vna femmina ignudi, quanto il vino, laquale ſi truouahog
gi in caſa Palla Rucellai. Appreſſo non ſentendoſi in Fiorenza a ſuo modo,
& ſtimolato dalla affezzione, 8 amore della arte, deliberò per imparare, 8.
ſuperargli altri, andarſene a Roma & coſi fece. E quini acquiſtata fama gran
diſſima,lauorò al Cardinale di ſan Clemente nella Chieſa di ſan Clemente,
vna cappella,doue afreſco,fece la paſſione di Chriſto, co'ladroni in Croce;
e le ſtorie di ſanta Caterina martire. Fece ancora a temperamolte tauole,che
ne trauagli di Roma ſi ſon tutte o perſe,o ſmarrite.Vna nella chieſa di ſanta
Maria Maggiore, invna capellettauicina alla ſagreſtia, nella quale ſono quat
troſanti tanto ben condotti, che paiono di rilieuo,& nel mezzo ſanta Maria
della neue: & il ritratto di papa Martino di naturale, ilquale con una zap
diſegna i fondamenti di quella chieſa, 8 appreſſo a lui è Sigiſmondo "
Imperatore. Conſiderando queſta operavn giorno Michelagnolo,S&io,egli
la lodò molto, è poi ſoggiunſe, coloroeſſere ſtati viuine tempi di Maſaccio,
Alquale mentre in Roma,lauorauanole facciate della Chieſa di ſanto lâni,
per papa Martino Piſanello, 8 Gentile da Fabriano,n'haueuano allogato u.
naparte, quado egli hauuto nuoue, che Coſimo de'Medici,dal qual'era mol
to aiutato,efauorito, era ſtato richiamato dall'eſilio, ſene tornò a Fiorenza.
Douegli fu allogato,eſſendo mortoMaſolino da Panicale, che l'haueua co
minciata, la capella de'Brancacci nel Carmine, alla quale prima, che metteſſe
mano,fece, come per ſaggio il ſan Paulo, che è preſſo alle corde delle campa
ne; per moſtrare il miglioramento, che egli haueua fatto nella arte. Et dimo
ſtrò veramente infinita bontà in queſta pittura; Conoſcendoſi nella teſta di
quel ſanto,ilquale è Bartolo di Angiolino " ritratto di naturale, v
na terribilità tanto grande, che e'pare, che la ſola parola manchi a queſta fia
ura. Et chi non conobbe ſan Paulo,guardando queſto,uedrà quel dabbene
della ciuilità Romana, inſieme con la inuitta fortezza di quell'animo diuiniſ
ſimo tutto intento alle cure della fede. Moſtrò ancora in queſta pittura mede
ſima l'intelligéza di ſcortare le siedute di ſotto in ſu, che fu veramente maras
uiglioſa, come appariſce ancorhoggi ne piedi ſteſſi di detto Apoſtolo, p una
difficultà facilitata in tutto da lui, riſpetto a quellagoffa maniera uechia, che
faceua(come io diſſi poco diſopra)tutte le figure in pita di piedi. Laqual ma
niera durò fino a lui ſenza, che altri la correggeſe Etegli ſolo, 8 prima dio
gni altro la riduſſe al buono del did'hoggi. Accadde métre, che elauorauain
queſta opera,che e fu conſagrata la detta chieſa del Carmine.Et Maſaccio in
memoria di cio,di uerde terra dipinſe,di chiaro, 8 ſcuro, ſopra la porta, che
uà in conuento, dentro nel chioſtro,tutta la ſagra,come ella fu. Etui ritraſſe
infinito numero di Cittadini in mantello, 8 in cappuccio, che vanno dietro
a la proceſſione, fra i quali fece Filippo di ſer Brunelleſco in zoccoli, Donatel
lo, Maſolino da Panicale, ſtato ſuo maeſtro; Antonio Brancacci, che gli fece
farla cappella, Niccolo da Vzzano,Giouanni di Bicci de Medici, Bartolomeo
Valori
M A S A C C I O 199
r: valori;iquali ſono anco di mano del medeſimo, in caſa di Simon Corſi geni
tilhuomo Fiorentino.Ritraſſeur ſimilmente Lorenzo Ridolfi, che in queté
piera Ambaſciaderei la Rep.Fiorentina a Vinezia.Etnon ſolo vi ritraſſei,
gentilhuomini ſopradetti di naturale,maanco la porta del conuéto,&il pore,
tinaio con le chiaui in mano. Queſta opera veramente ha in ſe molta perfeza,
zione,hauendo Maſaccio ſaputo mettere tanto bene in ſul piano di i. piaz
za,acinque,S: ſei per fila,l'ordinanza di quelle genti, che vanno diminuédo
con proporzione, é giudizio, ſecondo la veduta dell'occhio, che è proprio v
na marauiglia: & maſſimamente, che vi ſi conoſce, come ſe fuſſero viui,la di-,
ſcrezione, che egli hebbe in farquegl'huomini, non tutti d'una miſura, ma:
convna certa oſſeruanza, che diſtingue quelli,che ſono piccoli, 8 groſſi, dai
randi & ſottili & tutti poſano i piedi in ſurun piano ſcortando in fila tanto,
ne, che non fanno altrimenti i naturali. Dopo queſto, ritornato al lauoro,
della capella de Brancacci, ſeguitādole ſtorie di ſan Piero, cominciate da Maa,
ſolino, ne finivna " della Cattedra,illiberare gl'infermi,ſue
ſcitare i morti, & il ſanare gli attratti con l'ombra, nell'andare al tempio con i
ſan Giouanni. Ma tra l'altre,notabiliſſima appariſce quella doue ſan Pierop,
pagare il " commiſſione di Chriſto i danari del ventre delpe
ſce, perche oltra il vederſi quiu in vn'Apoſtolo, che è nell'ultimo, nelquale.
è il ritratto ſteſſo di Maſaccio, fatto da lui medeſimo alo ſpecchio, tanto bene,
che parviuoviuo; vi ſi conoſce l'ardir di ſan Piero nella dimida, &la attézio
ne degl'Apoſtoli, nelle varie attitudini intorno a Chriſto,aſpettando la reſo
luzione con geſti ſi pronti, che veramente appariſconviui.Etilſan Piero maſ
ſimamente, il quale nell'affaticarſi a cauare i danari del ventre del peſce, ha la
teſtafocoſa per lo ſtare chinato Et molto più quando e paga il tributo idoue
ſi vede l'affetto del contare;&la ſete di colui, che riſquote, che ſi guarda i das
nati in mano con gradiſſimo piacere. Dipinſeui ancora la refurrezzione del
figliuolo del Re,fatta da ſan Piero, 8 ſan Paulo,ancora che per la morte d'eſ
ſo Maſaccio, reſtaſſe imperfetta l'opera, che fu poi finita da Filippino. Nell'i-
ſtoria doue ſan Piero battezza, ſi ſtima grandemente vn'ignndo, che triema
tragl'altri battezzati,aſſiderando di freddo, condotto con belliſſimo rilieuo,
& dolce maniera, ilquale dagli artefici, 8 vecchi, 6 moderni è ſtato ſempre
tenuto in riuerenza, 8 ammirazione per ilche da infiniti diſegnatori, 8 mae
ſtri continuamente ſino aldi d'hoggi è ſtata frequentata queſta cappella.
Nella quale ſono ancora alcune teſte viuiſſime, 8 tanto belle, che ben ſi puo
dire che neſſuno maeſtro di quella età ſi accoſtaſſe tanto a moderni quanto
coſtui. La onde le ſue fatiche meritano infinitiſſimelodi; & maſſimamente,
Per hauere egli dato ordine nel ſuo magiſterio, alla bella maniera detépi no
ſtri Et che queſto ſia il vero, tutti i piu celebrati ſcultori, 8 pittori, che ſono
ſtati da lui in quà, eſercitandoſi,S&ſtudiando in queſta cappella, ſono diuenu
ti eccellenti & chiari, cioè fra Giouanni da Fieſole; fra Filippo, Filippino, che
la finì, Aleſſo Baldouinetti, Andrea dal Caſtagno, Andrea del Verrocchio,
Domenico del Grillandaio,Sandro di Botticello, Lionardo da Vinci, Pietro
Perugino,fra Bartolomeo di ſan Marco, Mariotto Albertinelli,S il diuiniſa
mo Michelagnolo Buonarroti. Raffaello ancora da Vrbino, di quiui traſſe il
Principio della bella maniera ſua,il Granaccio, Lorézo di Credi, Ridolfo del
Grillan
3oo S E C O N DA PARTE
Grillandaio, Andrea del Sarto,il Roſſo, il Francia Bigio, Baccio Bandinelli,
Alonſo Spagnuolo, lacopo da Puntormo,Pierino del Vaga, 8 Toto del Nü
ziata.Et inſomma tutti coloro, che hanno cercato imparar quella arte, ſono
andati a imparar ſempre a queſta cappella, 8 apprendere i precetti, 8 le re
gole del far bene,da le figure di Maſaccio Et ſe io non ho nominati molti foe
reſtieri, 8 molti Fiorentini, che ſono iti a ſtudiare a detta cappella; Baſti, che
doue corrono i capi dell'arte, quiui ancora concorrono le membra. Ma con
tutto, che le coſe di Maſaccio,ſiano ſtate ſempre in coranta riputazione; egli
è nondimeno opinione, anzi pur credenza ferma di molti, harebbe"
fatto ancora molto maggior ſi nell'arte, ſe la morte, che di 26 ani ce lo ra:
pì: non ce lo haueſſe toito coſi per tempo. Ma,ofuſſe l'inuidia, ofuſe pure,
che le coſe buone comunemente né durano molto,eſi morì nel bel del fiori
re: Etandoſene ſi di ſubito, che e'non mancò chi dubitaſſe in lui di veleno,
aſſai piu che p'alrro occidente.
Diceſi, che ſentendo la morte ſua Filippo di ſer Brunalleſco,diſſe,Noihab
biamo fatto in Maſacciovnagrdäiss.perdita. Etgli dolſe infinitamente,eſſen
doſi affaticatográ pezzo in moſtrargli molti termini di proſpettiua,ed'archi
tettura. Fu ſotterrato nella medeſima chieſa del Carmine l'anno 1443. Et ſe
bene allhora non gli fu poſto ſopra il ſepolcro memoria alcuna, per eſſere ſta
to poco ſtimato uiuo. Non gliè però mancato doppo la morte chi lo habbia
honorato di queſti epitaffi. ', -
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L'atteggiai,launiuai,le diediilmoto, - º
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got - s e c o N DA PARTE
in qualche virtù, perche non è dubbio, che ſotto le Zolle della terra ſi aſcon
dono le vene dell'oro. E molte volte naſce in queſti, che ſono di ſparutiſsime
forme, tanta generoſità d'animo, 8 tanta ſincerità di cuore, che ſendo meſco
lata la nobiltà con eſſe, non può ſperarſi da loro ſe non grandiſsime maraui
f" ; percioche e ſi sforzano di abbellire la brutteza del corpo, co la virtù del
'ingegno, come apertaméte ſi vide in Filippo di ſer Brunelleſco, ſparuto de la
perſona non meno, che M. Foreſe da Rabbatta, e Giotto, ma di ingegno tan
to eleuato, che ben ſi puo dire, che e'ci fu donato dal Cielo per dar nuoua for
ma alla Architettura,giaper centinaia d'anni ſmarrita; nella quale gl'huomi
ni di quel tempo,in mala parte molti teſori haueuano ſpeſi, facendo fabriche
ſenza ordine, con mal modo,con triſto diſegno, con ſtraniſsime inuenzioni,
con diſgraziatiſsima grazia, 8 con peggior ornamento. Et volle il cielo elen
do ſtata la terra tanti anni ſenza vno animo egregio, etvno ſpirito diuino,che
Filippo laſciaſsi al mondo di ſela maggiore,la piu alta fabrica, e la piu bella di
tutte l'altre fatte nel tépo de'moderni, 8 ancora in quello degli antichi, mo
ſtrando, che il valore negli artefici Toſcani ancora, che perduto fuſle, non
i" era morto. Adornollo altreſi di ottime virtu,fra le quali hebbe quel
a dell'amicizia ſi, che non fu mai alcuno piu benigno, ne piu amoreuole di
lui. Nel giudicio era netto di paſsione; & doue e vedeua " degli al
trui meriti, deponeual'util ſuo, é l'intereſſo degli amici. Conobbe ſe ſteſſo,
& il grado della ſua virtù comunicò a molti; & il proſsimo nelle neceſsità
ſempre ſouuenne. Dichiaroſsinimico capitale devizij, &amatore di coloro
che ſi eſercitauono nelle virtù. Non ſpeſe mai il tempo invano, che oper
ſe,o per l'opere d'altri, nelle altrui neceſsità non s'affaticaſſe; & caminando
gli amici viſitaſſe, 8 ſempre ſouueniſſe.
Diceſi che in Fiorenza fu vno huomo di boniſsima fama, 8 di molti lode
uoli coſtumi, 8 fattiuo nelle faccende ſue, il cui nome era ſer Bruneleſco di
Lippo Lapi,ilquale haueuahauto l'auolo ſuo chiamato Cambio, che fu litte
rata perſona, e il quale nacque di vn fiſico in quetempi molto famoſo,nomi
nato Maeſtro Ventura Bacherini. Togliendo dunque ſer Bruneleſco per di
navna giouane coſtumatiſsima, dela nobil famiglia degli Spini, per parte del
la dote, hebbe in pagamétovna caſa; doue egli, ei ſuoi figliuoli habitarono
fin alla morte. La quale è poſta dirimpetto a S. Michele Berteldi, per fianco,
in vn bilcanto " la piazza degli Agli. Ora mentre, che egli ſi eſercitaua
coſi, & viueuaſi lietamente gli nacque l'anno 1398 vn figliuolo,alquale poſe
nome Filippo, per il padre ſuo gia morto, della quale naſcita fece quella alle
i" che maggior poteua. La onde con ogni accuratezza gl'inſegnò nella
ua puerizia i primi " lettere, nelle quali ſi moſtraua tanto inge
gnoſo, & di ſpirito eleuato, che teneua ſpeſſo ſoſpeſo il ceruello, quaſi, che in
quelle non curaſſe venir molto perfetto. Anzi pareua, che egli andale col
penſiero a coſe di maggior vtilità, per il che ſer Bruneleſco, che deſideraua,
che egli faceſſe il meſtier ſuo del notario, o quel del Tritauolo, ne preſe diſpia
cere grandiſsimo. Pure veggendolo continuamente, eſſer dietro a coſe inge
noſe d'arte, e di mano,gli fece imparare l'abbaco, X ſcriuere, & di poi lo po
e all'arte dell'orefice,acciò imparaſſe a diſegnare, con vno amico ſuo. Etfu
queſto con moltaſatisfazione di Filippo, il quale cominciato a imparare, c.
ImctUca
F I L I P P o 3o,
mettere in opera le coſe di quella arte, non paſsò molti anni, che egli legauale
pietre fini, meglio, che Arteficevecchio di quel meſtiero. Eſercitò ilniello,
i &illauorare groſterie, come alcune figure d'argento, che ſon dua mezzi pro
feti poſti nella teſta dello altare di S. Iacopo di Piſtoia,tenute belliſsime, fatte
da lui all'opera di quella Città; & opere di baſsi rilieui, doue moſtrò intéder
ſi tanto di quel meſtiero, che era forza, che l ſuo ingegno paſſaſſe i termini di
uella arte. Laondehauendo preſo pratica con certe perſone ſtudioſe,comin
ciò a entrarcolla fantaſia nelle coſe de tempi, 8 de'moti,depeſi,& delle ruo
te, come ſi poſſon far girare, 8 da, che ſi muouono; & coſi lauorò di ſua ma
no alcuni horiuoliboniſsimi, è belliſsimi. Non contento a queſto, nell'ani
mo ſe li deſtòvna voglia della ſcultura, grandiſsima,8 tutto venne poi, che
eſſendo Donatellogiouane,tenuto valente in quella, 8 in eſpettazione gri
de, cominciò Filippo a praticare ſeco del continuo; & inſieme per le virtù l'i
dell'altro ſi poſono tanto amore, che l'uno non pareua,che ſapeſſeviuere ſen
zal'altro. Laonde Filippo, che era "i piu coſe, daua opera a mole
te profeſsioni, ne molto ſi eſercitò in quelle, che egli fu tenuto fra le perſone
intendenti,boniſsimo Architetto; come moſtrò in molte coſe, che f"
no per acconcini di caſe, come al canto de Ciai verſo Mercato Vecchio, la
caſa di Apollonio Lapi ſuo parente, che in quella(mentre egli la faceua mus
rare)ſi adopò grandamente E il ſimile fece fuor di Fiorenza nella torre, e nel
la caſa della Petraia a Caſtello. Nel palazzo douehabitaua la Signoria, ordinò
& ſpartì doue era l'ufizio delli vfiziali di monte, tutte quelle ſtanze; & vi fe
ce, & porte, 8 fineſtre, nella maniera cauata da lo antico; allora non vſataſi
molto, per eſſere l'architettura roziſsima in Toſcana. Hauendoſi poi in Fio
renza a fare per i frati di S.Spirito, vina ſtatua di S. Maria Madalena in peni
tenzia di legname di Tiglio, per portar invna cappella. Filippo, che haueua
fatto molte coſette piccole diſcoltura,deſideroſo moſtrare, che ancora nelle
coſe grandi era per riuſcire preſe a far detta figura; laqual finita, 8 meſſa in
opera, fu tenuta coſa molto bella; Ma nell'incendio poi di quel tempio l'an
no 1471. abruciò, inſieme con molte altre coſe notabili. Atteſe molto alla
roſpettiua allora molto in malevſo, per molte falſità, che vi ſi faceuano. Nel
aquale perſe molto tempo, perfino che egli trouò da ſe,vn modo, che ella po
teſſe venir giuſta, 8. perfetta, che fu illeuarla con la pianta, 8. profilo, & per
via della interſegazione; coſa veramente ingegnoſiſsima, 8 vile all'arte del
diſegno. Di queſta preſe tanta vaghezza, che di ſua mano ritraſſe la piazza
di S. Giouanni, con tutti quegli ſpartimenti della incroſtatura murati di mar
mi neri,S&bianchi, che diminuiuano con vna grazia ſingulare: Et ſimilmen
te fece la caſa della Miſericordia, con le botteghe de Cialdonai; & la volta de'
Pecori,8 dall'altra banda la Colonna di S Zanobi. La qual opera eſſendoli
lodata dalli Artefici, 8 da chi haueua giudizio in quell'arte, gli diede tanto
animo,che non ſte molto, che egli miſe mano avra altra, 8 ritraſſe il Palaza
zo, la piazza, 8 la loggia de Signori, inſieme col tetto de Piſani;& tutto quel .
che intorno ſi vedemurato. Le quali opere furon cagione di deſtare l'animo
agli altri artefici, che vi atteſeno di poi con grande ſtudio. Egli particular
mentela inſegnò a Maſaccio pittore allorgiouane, molto ſuo amico, il quale
gli fece onore in quello, che gli moſtrò; come appare negli edifizi dell'opere
- --
- PP 2
so4 S E C O N D A PARTE
ſue. Ne reſtò ancora dimoſtrare a quelli, che lauorauono le tarſie, che è vn'
arte di commettere legni di colori; & tantogli ſtimolò,che fu cagione di buo
novſo è molte coſe vtili, che ſi fece di quel magiſterio, é allora, è poi molte
coſe eccellenti, che hanno recato, 8 fama,8 vtile a Fiorenza per molti anni
Tornando poi da ſtudio M. Paulo dal Pozzo Toſcanelli, 8 vnaſera trouan
doſi in vno orto a cena con certi ſuoi amici, inuitò Filippo, ilquale.vditolo
ragionare del'arti Mathematiche, preſe tal familiarità con ſeco; che egli, im
parò la Geometria da lui. Et ſe bene Filippo non haueua lettere, gli rendena
ſi ragione di tutte le coſe, con il naturale della pratica, 8 ſperienza, che mol
te volte lo confondeua. Et coſi ſeguitando, daua opera alle coſe della ſcrittu
ra Chriſtiana, non reſtando di interuenirealle diſpute, 8 alle prediche delle
perſone dotte; dellequali faceua tanto capitale per la mirabil memoria ſua,
che M.Paulo predetto, celebrandolo,vſaua dire, che nel ſentiratguir Filippo
gli pareuavn nuouo Santo Paulo. Diede ancora molta opera in queſto tema
po alle coſe di Dante,le quali furonda lui bene inteſe circa i ſiti, & le miſure,
º ſpeſſo nelle comparazioni allegandolo ſeneſeruiuane ſuo ragionamenti,
Ne mai col penſierofaceua altro, che machinare, Scimmaginarſi coſe inge
gnoſe, 8 difficili. Nepote trouar mai ingegnosche piu lo ſatisfaceſſe che Do
nato, con il quale domeſticamente confabulando, pigliauano piacere l'uno
dell'altro; & le difficultà del meſtiero, conferiuano in ſieme. Hora hauendo
Donato in quegiorni finitovn crucifiſſo di legno, ilquale fu poſto in S. Cros
ce di Fiorenza, ſotto la ſtoria del fanciullo, che riſucità S. Franceſco, dipinto
da Taddeo Gaddi, volle Donato pigliarne parere con Filippo; ma ſe nepea
tì,perche Filippo gli riſpoſe,ch'egli aueua meſſo vn contadinoin croce,onde
nenacque il detto di,togli del legno, 8 fannevnota, come largamente i tas
giona nella vita di Donato. Perilche Filippo, il quale ancor, che fuſſe prouo
cato aira, mai ſi adiraua,per coſa che li fuſſe detta; ſtette cheto molti meſi;ti
to, che conduſſe di legno va crocifiſſo, della medeſima grandezza, di talbon
tà,& ſi con arte, diſegno, & diligenza lauorato, che nel mandar Donato a ca
ſa inanzi a lui, quaſi ad inganno(perche non ſapeua, che Filippo haueſſe fatto
tale opera)vn grembiule, che egli haueua pieno di huoua, & di coſe per deſi
nar inſieme gli caſcò mentre lo guardaua vſcito di ſe, per la marauiglia,3 per
l'ingegnoſa, 8 artifizioſa maniera, chehaueuavſato Filippo nelle gambe,nd
torſo, & nelle braccia di detta figura, diſpoſta, 8 vnita talmente inſieme, che
Donato, oltra il chiamarſi vinto lo predicaua per miracolo. La qual'opera è
hoggipoſta in ſanta Marianouella, fra la cappella degli Strozzi,ede Bardida
Vernia; lodata ancora da i moderni, infinitamente. La onde viſtoſi la virtù di
queſti maeſtri,veramente eccellenti,fulor fatto allogazione dall'arte de'Bec
cai, & dall'arte de'Linaiuoli, di due figure di marmo, dafarſi nelle lornicchie,
che ſono intorno a Orſan Michele,lequali Filippo laſciò fare a Donato da ſe
ſolo,hauendo preſo altre cure, 8 Donato le conduſſe a perfezzione. Dopo i
ſte coſe l'anno 14or fu deliberato, vedendo la ſcultura eſſere ſalita in "i
tezza di rifare le due porte di bronzo del Tempio, 8 Batiſteo dis, Giouanni:
f" da la morte d'Andrea Piſano in poi, no haueuono hauuti maeſtri, che
haueſſino ſapute condurre. Onde fatto intendere a quelli ſcultori, che era
no allora in Toſcana l'animo loro,fu mandato per elii: 3: dato loro prouiſio
r - ne
F I L I P P O 5o 5
ne,&vn'anno di tempo, a farevna ſtoria per ciaſcuno; fra iquali furono ria
chieſti Filippo, 8 Donato,didouere ciaſcuno di eſſi da perſefare vna ſtoria,
a concorrenza di Lorenzo Ghiberti,8 Iacopo della Fonte, 8 Simone da Col
le,Franceſco di Valdambrina, 8. Niccolo d'Arezzo. Lequali ſtorie finite l'an
no medeſimo, 8 venute a moſtra in paragone, furon tutte belliſſime, 8 intra
ſe differenti: chi era ben diſegnata, 8 mallauorata,come quella di Donato, e
chi haueua boniss.diſegno, 8 lauorata diligentemete,ma né ſpartito bene la
ſtoria,col diminuire le figure, come haueua fatto Iaccpo della Quercia;& chi
fatto inuenzione pouera, 8 figure, nel modo,chehaueuala ſua condotto Frä
ceſco di Valdambrina; & le peggio di tutte erano quelle di Niccolo d'Areza
zo,& di Simone da Colle. E la migliore, quella di Lorenzo di Cione Ghibera
ri.Laquale haueua in sè diſegno, diligenza,inuenzione, arte, 8 le figure mola
to benlauorate.Nègli era però molto inferiore La ſtoria di Filippo, nellaqua
le haueua figurato vn'Abraam,che ſacrifica Iſaac. Etin quella vinſeruo, che
mentre aſpetta Abraam,& che l'aſino paſce,ſi cauavna ſpina,divn piede,che
merita lode aſſai. Venute dunche le ſtorie a moſtra non ſi ſatisfacendo Filip
po,& Donato ſe non di quella di Lorenzo,lo giudicarono piu al propoſito di
quell'opera,che non erano eſſi,6 gl'altri, chehaueuano fatto le altre ſtorie,
Et coſi a conſola con buone ragioni perſuaſero, che a Lorenzo l'opera allogaſ
ſero, moſtrando, che il publico, 8 il priuato ne ſarebbe ſeruito meglio, 8 fu
veramente queſto,vna bontà vera d'amici; &vna virtù ſenza inuidia, & vno
giudizio ſano nel conoſcere ſe ſteſſi:Onde piu lode meritorono, che ſe l'opee
ra haueſſino condotta a perfezzione. Felici ſpiriti, che mentre giouauano l' -
uno all'altro,godeuano nellodare le fatiche altrui. Quanto infelici ſono ho
ra i noſtri, che mentre, che nuocono, non sfogati, crepano d'inuidia nel mor
dere altrui? Fu da Conſoli pregato Filippo, che doueſſe fare l'opera inſieme
con Lorenzo, ma egli non volle:hauendo animo di volere eſſere piutoſto pri
mo invna ſola arte, che pari,o ſecondo in quell'opera. Per il che la ſtoria, che
º
º
haueualauorata di bronzo, donò a Coſimo de Medici, lacual egli col tempo
fece mettere in ſagreſtia vecchia di ſan Lorenzo,neldoſſal dell'altare;&qui
ui ſi truoua al preſente, 8 quella di Donato,fu meſſa nell'arte del cambio.
Fatta l'allogagione a Lorenzo Ghiberti,furono inſieme Filippo, 8 Donato:
B& riſoluerono inſieme partirſi di Fiorenza, 8 a Roma ſtar qualche anno, per
l
:º
attender Filippo all'Architettura, 8 Donato alla Scultura Ilche fece Filippo,
per voler eſſer ſuperiore, & a Lorenzo, 8 a Donato, tanto quanto fanno l'are
chitettura più neceſſaria all'utilità degl'huomini, che la Scultura, è la pittue
ra.Et vendutovn poderetto,che e " a Settignano, di Fiorenza parti
ti,a Roma ſi conduſſero:nella i vedendo la grandezza degli edifizi),8 la
perfezzione de corpi de'tempi,ſtauaaſtratto, che pareua fuor di ſe.Et coſi da
td ordine a miſurare le cornici, & leuarle piante di quegli edifizi), egli & Do
nato continuamente ſeguitando, non perdonaronone a tempo,nea ſpeſa
Ne laſciaronoluogo, che eglino, 8 in Roma, 8 fuori in campagna, non vedeſ
ſino;& non miſuraſſino, tutto quello, che poteuano hauere che fuſſe buono.
Etpche era Filippo ſciolto da le cure familiari, datoſi in preda agli ſtudi, né
ſicuraua di ſuo mangiare, o dormire,ſolo l'intéto ſuo era l'Architettura, che
gia era ſpenta,dico gli ordini antichi buoni,8: non la Todeſca,8 barbara, la
- qua
-
tra della Cupola, ſi poſi in ſu i detti macigni.Etnella altezza d'ogni brac. 1x.
delle dette volte, ſiano volticciuole tra l'uno ſprone, e l'altro con catene di le
gno di quercia groſſe, che leghino i detti ſproni, che reggono la volta di den
tro: & ſiano coperte poi dette catene di quercia, con piaſtre di ferro, per l'a-
mor delle ſalite. Gli ſproni murati tutti, di macigni & di pietra forte, e ſimil
mente le facce della Cupola tutte di pietra forte, legate con gli ſproni fino al
l'altezza di braccia ventiquattro, 8 da indi in sù, ſi muri di mattoni, overo
diſpugna,ſecondo, che ſi delibererà per chi l'hauerà a fare, piu leggieri, che
egli potrà Facciaſi di fuorivn'andito ſopra gl'occhi, che ſia di ſotto ballatoio
con parapetti ſtraforati d'altezza di braccia due all'auenante di quelli delle
tribunette di sotto; o veramente due anditi l'un ſopra l'altro, in ſurvna cor
nice bene ornata: &l'andito diſopra ſia ſcoperto. L'acque della Cupola tera
minino in sù vna ratta di marmo larga vinterzo, & getti l'acqua, doue di pie
tra forte ſarà murato ſotto la ratta; Faccianſi otto coſte di marmo agli ango
li nella ſuperficie della Cupola di fuori,groſſi come ſi richiede, 8 alti vn brac
cio ſopra la Cupola,ſcorniciato,a tetto largo braccia due, che vi ſia del col
no,& della gronda da ogni parte: muouanſi piramidali dalla moſſa loro, p
infino alla fine. Murinſi le Cupole nel modo di ſopra, ſenza armadure, per fi
no a braccia trenta, 8 da indi in sù,in quel modo che ſarà conſigliato, per
que maeſtri, che l'hauerano a murare: perche la pratica inſegna quel, che ſi
ha a ſeguire finito, che hebbe Filippo di ſcrivere quanto diſopra, andò la
mattina al magiſtrato; & dato loro queſto foglio, fu conſiderato da loro il
tutto: & ancora, che eglino non ne fuſſino capaci, vedendola prontezza del
l'animo di Filippo, 8 che neſſuno degli altri Architetti non andaua con mi
glior gambe, per moſtrare egli vna ſicurtà manifeſta nel ſuo dire, col
re ſempre il medeſimo in ſi i" modo, che pareua certamente, che egli ne
"
haueſli volte dieci. Tiratiſi da parte i Conſoli, conſultorono di dargliene,
ma,che harebbono voluto vedere,vn poco di ſperienza, come ſi poteua vol
ger queſta volta ſenza armadura, perche tutte l'altre coſe approuauono.
Al quale diſiderio fu fauoreuole la fortuna, perche hauendo gia voluto Bar
tolomeo Barbadori far farevna cappella in S.Filicita, 8 parlatone con Filip
po; egli v'haueua meſſo mano, e fatto voltar ſenza armadura,illa capella, ch'è
nello entrare in chieſa a man ritta,doue è la pila dell'acqua ſanta, pur di ſua
mano; & fimilmente in que'dì ne fece voltare vn'altra, in s.lacopo ſopr Are
no, per Stiatta Ridolfi allato alla cappella dell'altar maggiore Lequali furon
cagione, che gli fu dato piu credito, che alle parole. Et coſì aſſicurati i Conſo
li, & gli Operai per lo ſcritto, & per l'opera, che haueuano veduta, gli allogo
rono la Cupola,facendolo capo maeſtro principale per partito di " . Ma
non gliene obligarono " dodici d'altezza; dicendoli, che volee
uono vedere, come riuſciua l'opera; e che riuſcendo, come egli diceva loro,
non mancherebbono fargli allogagione del reſto.Parue coſa ſtrana a Filippo
il vedere tanta durezza,8 diffidenza ne Conſoli, 8 Operai; & ſe non fuſſe
ſtato, che ſapeua,che egli era ſolo per condurla; non ci harebbe meſſo ma
In O i" come diſideroſo di conſeguire quella gloria,la preſe; & di condurº
a Durò queſto tormento in ſugli occhi di Filippo, per fino al 1426, chiamando
i coloro Lorenzo parimente, che Filippo,inuentori; lo qual diſturbo era tan
s: i to potente nello animo di Filippo, che egli viueua con grandiſsima "
Fatto adunque varie, 8 nuoue immaginazioni, deliberò al tutto de leuarſelo
tra da torno: conoſcendo quanto e'valeſſe poco in quel opera. Haueua Filippo
riti; fatto voltare già intorno la Cupola fra l'una volta, 8 l'altra dodici braccia;&
s: quui haueuano a metterſi sù le catene di pietra, 8 di legno: il che per eſſere
coſa difficile, ne volle parlare con Lorenzo, per tentare ſe egli haueſſe conſi
di derato queſta difficultà. Et trouollo tanto digiuno circa lo hauere penſato
º a tal coſa, che e riſpoſe, che la rimetteua in lui come inuentore. Piacque a Fi
gi :3 lippo la riſpoſta di Lorenzo;parendoli, che queſta fuſſe la via di farlo allonta
a nare dall'opera; & da ſcoprire, che non era di quella intelligenza, che lo teº
::.
e -
neuano gli amici ſuoi, è il fauore, che lo haueua meſſo in quelluogo. Dopo
eſſendo gia fermi tutti i muratori dell'opera, aſpettauano di douere comin
ciare ſopra le dodici braccia; & far le volte, 8 incatenarle. eſſendoſi comin
ciato a ſtrignere la Cupola da ſommo: per loche fare erano forzati fare i pon
ti,acciò, che i i; muratori poteſsino lauorare ſenza pericolo: atte
ſo, che l'altezza era tale, che ſolamente guardando allo ingiù faceua paura, 8
sbigotimento a ogni ſicuro animo. Stauaſi dunque dai muratori, 8 dagli
altri maeſtri, ad " il modo, della catena, 8 deponti: nè reſoluendoſi
niente per Lorenzo, nè per Filippo, nacqnevna mormorazione fra i murato
ri,S: gli altri maeſtri, non vedendo ſollecitare, come prima, e perche eſsi, che
pouere perſone erano viueuano ſopra le lorbraccia, 8 dubitauano, che ne al
l'unone all'altro baſtaſſe l'animo di andare piu sù c5 quella opera;il meglio,
che ſapeuano, S& poteuano,andauano trattenendoſi, per la fabrica; "
do,Scripulendo tutto quel che era murato fino allora. Vna mattina infra le
altre Filippo non capitò al lauoro: & faſciatoſi il capo entrò nel letto: & con
tinuamente gridando ſi fece ſcaldare taglieri, 8 panni con vna ſollecitudine
grande: fingendo hauere mal di fianco. Inteſo queſto i maeſtri, che ſtauano
aſpettando l'ordine di quel, che haueuano a lauorare, dimandarono Loren
zo,quel, che haueuano a ſeguire: riſpoſe, che l'ordine era di Filippo, S., che
biſognaua aſpettare lui. Fu chi gli diſſe, oh non ſai tu l'animo ſuo? Si diſſe
Lorenzo,ma non farei niente ſenza eſſo. Et queſto lo diſſe in eſcuſazion ſua,
che non hauendo viſto il modello di Filippo; & non gli hauendo mai diman
dato, che ordine e voleſſe tenere, per non parerignorante, ſtaua ſopra di ſe
nel parlare di queſta coſa & riſpondeua tutte parole dubbie, maſsimamen
te ſapendo eſſere in queſta opera contra la voluntà di Filippo. Alquale du
ratogia piu di dua giorni il male &andato a vederlo il protieditore dell'ope
ra, & aſſai capo maeſtri muratori, di continuoli domandauano, che diceſse
quello, che haueuono a fare: E egli,voi hauete Lorenzo,facciavn poco egli.
Ne altro ſi poteua cauare: La onde ſentendoſi queſto, nacque parlamenti,S&
giudizi di biaſimo grandi ſopra queſta opera: chi diceua, che Filippo ſi era
meſſo nel letto per il dolore, che non gli baſtaual'animo di voltarla; & che ſi
penti
314 S EC O N D A PARTE
entiua d'eſſere entrato in ballo. 8 i ſuoi amici lo difendeuano, dicedo eſſer
º pure era il diſpiacere la villania dell'hauergli dato Lorézo per compagno,
Ma che il ſuo era maldi fianco cauſato dal molto faticarſi per l'opera. Coſi
dunque romoreggiandoſi,era fermo il lauoro: & quaſi tutte le opere demu
ratori,S ſcarpellini ſi ſtauano: & mormorando cotro a Lorenzo, diceuano,
baſta che gli è buono a tirare il ſalario, ma a dare ordine che ſi lauori no. O
ſe Filippo non ci fuſſe,o ſe egli haueſsi mallungo, come farebbe egliº. Che col
pa è la ſua, ſe egli ſta male; Gli operai viſtoſi in vergogna, per queſta pratica,
deliberorono d'andare a trouar Filippo; & arriuati, confortatolo prima del
male, gli dicono in quanto diſordine ſi trouaua la fabbrica: & in quanto tra
uaglio gli haueſſe meſſo il mal ſuo. Per il che Filippo con parole appaſsiona
te, & dalla finzione del male, 8 dall'amore dell'opera, oh non ci è egli, dile
Lorenzo è che non fa egli? Io mi marauiglio pur di voi. Allora gli riſpoſo
no gli operai è non vuol far niente ſenzate; Riſpoſe loro Filippo, io fareibé
io ſenza lui. La qual riſpoſta argutiſsima, 8 doppia baſtò loro: & partiti, p
nobbono, che egli haueua male di voler far ſolo. Mandarono dunque amici
ſuoi a cauarlo del letto con intenzione di leuar Lorenzo dell'opera:& coſi
venuto Filippo in ſu la fabbrica, vedendolo sforzo del fauore in Lorenzo, 8.
che egli harebbe il ſalario ſenza far fatica alcuna, pensò a vn'altro modo per
ſcornarlo, 8 perpublicarlo interamente per poco intendente in quel meſtie
ro: & fece queſto ragionamento agli operai, preſente Lorenzo: Signori ope
rai il tempo, che ci è preſtato di i"egli ſteſſe a poſta noſtra, come il po
ter morire, non è i" alcuno, che molte coſe, che ſi cominciano, reſtereb
bono finite: doue elleno rimangono imperfette: il mio accidente del male,
che ho paſſato poteua tormi la vita, 8 fermare qſta opa, però accioche ſe mai
piu io ammalaſsi,o Lorenzo, che Dio nelo guardi, poſſa l'uno, ol'altro ſegui
tare la ſua parte, ho penſato, che coſi come le Signorie voſtre ci hanno diuiſo
il ſalario,ci diuidino ancora l'opera, accio, che ſpronati dal moſtrare ogniu
no quel che ſa, poſſa ſicuramente acquiſtar honore, 8 vtile appreſſo a queſta
Republica. Sono adunque due i" le difficili, che al preſente ſi hinoamet
tere in opera: l'una è ponti,perche i muratori poſsino murare, che hanno a
ſeruire détro,& di fuori della fabrica,doue è neceſſario tener su huomini,pie
tre, & calcina, 8 ,che vi ſi poſſa tenersùla Burbera da tirar peſi, 8c ſimili altri
ſtrumenti: & l'altra èla catena, che ſi ha a mettere ſopra le dodici braccia, che
venga legandole otto facce della Cupola,S incatenando la fabrica, che tute
to il peſo, che di ſopra ſi pone, ſtringa, 8 ſerri di maniera, che non sforzi,o al
larghi il peſo,anzi egualmente tuttolo edifizio reſti ſopra di ſe. Pigli Loren
zo adunquevna di queſte parte quale egli piu facilmente creda eſequire, che
io l'alrra ſenza dificultami prouerò di " accio non ſi perda piu tem
po. Ciovdito fu forzato Lorenzo non ricuſare per l'honore ſuo vao di que
ſtilauori, & ancora, che mal volentieri lo faceſſe, ſi riſoluè a pigliar la catena,
come coſa piu facile,fidandoſi ne'cóſigli de'muratori,8 in ricordarſi, che nel
la volta di S. Giouanni di Fiorenza era vna catena di pietra, dalla quale pote
ua trarre parte, ſenon tutto l'ordine. Et coſi l'uno meſſo mano a ponti,l'altro
alla catena,l'uno, 8 l'altro finì. Erano i ponti di Filippo fatti con tanto inge
gno,& induſtria, che fu tenuto veramente in queſto il côtrario di quello,che
per
F I L I P P O B R V N. 315
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perlo adietro molti ſi erano immaginati, perche coſi ſicuramente vi lauora
uano i maeſtri,S tirauono peſi, 8 viſtauano ſicuri, come ſe nella piana terra
fuſsino;& ne rimaſe i modelli di detti ponti nell'opera . Fece Lorenzo in vna
dell'otto facce la catena con grandiſsima difficultà; & finita, fu dagli operai
fatta vedere a Filippo; il quale non diſſe loro niente: Ma con certi amici ſuoi
ne " naua altra legatura, che quella; & metterla per
altro verſo, che non " ;&, che al peſo, che vi andaua ſoprano era
ſuffiziente, perche non ſtrigneua tanto, che fuſse a baſtanza. Et, che la proui
ſione, che ſi daua a Lorenzo, era inſieme con la catena, che egli haueua fatta
murare,gittata via. Fù inteſo l'umore di Eilippo, 8 li fu commeſſo, che e'mo
ſtraſsi come ſi harebbe a fare, che tal catena adoperaſſe. Onde hauédo egli gia
fatto diſegni, 8 modelli, ſubito gli moſtrò, e veduti dagli operai, S& dagli al
tri maeſtri, fu conoſciuto in che errore erano caſcati per fauorire Lorenzo:et
volendo mortificare queſto errore, & moſtrare, che conoſceuano il buono,fe
ciono Filippo gouernatore, & capo a vita di tutta la fabbrica, S., che non ſi fa
ceſſe di coſa alcuna in quella opera ſe non il voler ſuo:& per moſtrare di rico
noſcerlo li donorono cento fiorini, ſtanziati per i Conſoli, 8 operai ſotto di
13 d'Agoſto 1423 p mano di Lorenzo Pauli notaio dell'opera,a vſcita di Ghe
rardo di M.Filippo Corſini. & lifeciono prouiſione per partito di fiorini cº
to l'anno per ſua prouiſione a vita. Coſi dato ordine a far camminare la fab
brica, la ſeguitaua con tanta obedienza, 8 con tanta accuratezza, che non ſi
ſarebbe murata vina pietra, che non l'haueſse voluta vedere. Dall'altra parte
Lorenzo trouandoſi vinto, é quaſi ſuergognato, fù da ſuoi amici, fauorito,
& aiutato talmente, che tirò il ſalario moſtrando, che noi poteua eſſere caſſo,
per infino a tre anni di poi. Faceua Filippo di continouo, per ogni minima co
ſa,diſegni, 8 modelli di caſtelli da murare, & edifizi da tirar peſi. Ma né per
queſto reſtauano alcune perſone malotiche, amici di Lorenzo, di farlo diſpe
rare, con tutto il di farli modelli contro, per concorrenza, in tanto, che ne fe
cevno maeſtro Antonio da Verzelli, 8 altri maeſtri fauoriti, & meſsi inanzi
hora da queſto Cittadino, 8 hora da quell'altro, moſtrando la volubilità lo
ro, il poco ſapere, 8 il manco intendere; hauendo in man le coſe perfette, e
mettendo inanzi l'imperfette, 8 diſutili. Erano già le catene finite intorno
intorno all'otto facce; & i muratori inanimiti lauorauano gagliardamente:
Ma ſollecitati da Filippo piu che'l ſolito, per alcuni rabbuffi hauuti nel mura
re, & per le coſe, che accadeuano giornalmente, ſe lo erono recato a noia. On
de moſsi da queſto,S da inuidia, ſi ſtrinſeno in ſieme i capi faccendo ſetta; et
diſono,che era faticoſo lauoro,& di pericolo, e che non voleuon volgerla sé
za gran pagamento (ancora che piu del ſolito loro fuſſe ſtato creſciuto)pen
ſando per cotal via di vendicarſi con Filippo, e fare a ſevtile Diſpiacque agli
ºperai queſta coſa, 8 a Filippo ſimilmente: & péſatouisù preſe partito vn ſa
bato ſera di licenziarli tutti. coloro viſtoſi licenziare, e non ſapendo, che fine
haueſſe ad hauere queſta coſa ſtauano di malavoglia, quando il lunedi ſegué
te, meſſe in opera Filippo dieci Lombardi, 8 con lo ſtar quiui preſente, dicen
do fa qui coſi, 8 fa uà gli inſtrui in vn giorno tanto, che ci lauorarono mol
te ſettimane: i" parte i muratori veggendoſi licenziati,S tolto il lauo
ro,& fatteli quello ſcorno,non hauendolauori tanto viliquato quello, met
ſono
316 S E C O N D A P A R T E
ſono mezania Filippo, che ritornarebbono volentieri, Raccomandadoſi qui
to e poteuano. Cosi li tenne molti di inſula corda del non gli voler pigliare,
poi gli rimeſse con minor ſalario, che eglino non haueuono in prima, 8ccoſi
doue penſarono auanzare, perſono; & con il vendicarſi contro a Filippo, fe
ciono danno, 8 villania a ſe ſteſsi. Erano gia fermi i romori, &venuto tuttaa
uia conſiderando nel veder volgertanto ageuolmente quella fabbrica l'inge
gno di Filippo, 8. ſi teneua già, per" non haueuano paſſione,lui ha
uer moſtrato quell'animo, che forſe neſſuno architetto antico, o moderno
nell'opere loro haucua moſtro, e queſto nacque, perche egli cauò fuori il
ſuo modello, nel quale furono vedute per ognuno le grandiſſime conſi
derazioni,che egli haueua imaginatoſi i ſcale, nei lumi dentro, 8 fuori,
che non ſi poteſſe percuotere nei bui per le paure, & quanti diuerſi appog
giato di ferri che per ſalire doue era la ertezza erano poſte con conſiderato
ne ordinati,oltra, che egli haueua perfin penſato ai ferri, per fare i ponti di
dentro, ſe mai ſi haueſſe a lauorarui, o mutaico, o pitture; & ſimilmente per
hauere meſſo neluoghi men pericoloſi le diſtinzioni degli ſmaltitoi dell'ac
que,doue elleno andauano coperte, 8 doue ſcoperte, e ſeguitando con ordi
nebuche,8 diuerſi apertoi, accioche i venti ſi rompeſſino, 8 i vapori inſieme
con i tremuotin6 poteſſimo far nocumento, moſtrò quanto lo ſtudio nel ſuo
ſtare a Roma tanti anni gli haueſſe giouato. Appreſſo conſiderando quel
lo, che egli haueua fatto, nelle auginature, incaſtrature, & commettiture,è.
legazioni di pietre,faceua tremare, & temere, a penſare, che vn ſolo ingegno
fuſſe capace di tanto, quanto era diuentato quel di Filippo, il quale di conti
nuouo crebbe talmente, che neſſuna coſa fu, quantunque difficile, 8 aſpra,la
quale egli non rendeſſe facile, 8 piana, 8 lo moſtrò nel tirare i peſi, per via
di contrapeſ, & ruote, che vn ſol bue tiraua, quanto harebbono appena tira
to ſei paia. Era gia creſciuta la fabbrica tanto alto, che eravno ſconcio gran
diss, ſalito, cheuno vi era,inanzi ſi veniſſe in terra: & molto tempo perdeua
no i maeſtri nello andare a deſinare, 8 bere; &gran diſagio per il caldo del
giorno patiuano. Fu adunque trouato da Filippo ordine, che ſi apriſſero oa
iterie nella Cupola con le cucine; & vi ſi vendeſſe il vino; & coſi neſſuno ſi
artiua del lauoro ſe non la ſera, il che fu a loro commodità,8 all'operavti
li grandiſſima. Era ſi creſciuto l'animo a Filippo,vedendo l'opera cammi
nar forte; & riuſcire con felicità, che di continuo ſi affaticaua; & egli ſteſſo
andaua alle fornaci,doue ſi spianauano i mattoni, &voleua vedere la terra,
& impaſtarla, 8 cotti, che erano, gli voleua ſcerre di ſua mano con ſomma
diligenza. Et nelle pietre agli ſcarpellini,guardaua ſe vi era peli dentro, ſe
eran dure, & daualoro i modelli delle ugniature, 8 commettiture di legna
me,& di cera, coſi fatti di Rape; & ſimilmente faceuade ferramenti ai Fab
bri. Et trouò il modo degangheri col capo, 8 degli arpioni: & facilitò mol
to l'Architettura: la quale " lui ſi riduſſe a quella perfezzione,
che forſe ella non fu mai appreſſo i Toſcani. Era l'anno 1423. Firenze in qlla
felicità,8 allegrezza, che poteua eſſere, quando Filippo fu tratto per il quare
tiere di ſan Giouanni, per Maggio, S. Giugno,de Signori, eſsendo tratto pil
quartiere di ſanta Croce,Gonfaloniere di giuſtizia Lapo Niccolini. Et ſe ſi
strucua regiſtrato nel Prioriſta Filippo di Ser Brunelleſco Lippi, niuno ſe ne
dee
F I L I P P O B R V N. 317
deematauigliare,perche ſu coſi chiamato da Lippo ſuo Auolo, & non de La
pi,come ſi doueua,laqualcoſaſi vede nel detto Prioſta, che fu vſata in infiniti
altri, come ben ſa chi l'ha veduto,oſa l'uſo di quetépi Eſercitò Filippo qll'V
fizio e coſi altri Magiſtrati, chebbe nella ſua città, ne quali con vn "
grauiss ſempre ſigouernò. Reſtaua a Filippo,vedédo già cominciare a chiu
dere le due volte verſo l'occhio,douehaueua a cominciare la lanterna(ſebe
ne egli haueua fatto a Roma, 8 in Fiorenza piu modelli di terra, 8 di legno,
dell'uno, 8 dell'altro, che non s'erono veduti) a riſoluerſi finalmente quale
evoleſſe mettere in opera. Per il che, deliberatoſi a terminare il ballatoio, ne
fece diuerſi diſegni, che nell'opera rimaſono dopola morte ſua; iguali dalla
traſcuratagine di que miniſtri,ſono hoggi ſmarriti. Eta tempi noſtri, pche
ºſi finiſſe,ſi fece vin pezo dell'una dell'ottofacce:ma perche diſuniua da quell'
ordine, per conſiglio di Michelagnolo Bonarroti fu diſmeſſo, 8 non ſegui
tato. Fece anco di ſua mano Filippo un modello della lanterna, a otto facce,
miſurato alla proporzione della Cupola, che nel vero per inuenzione, 8 va
rietà, &ornato, riuſcì molto bello:vi fece la ſcala da ſalire alla Palla, che era
coſa diuina, ma perchehaucuaturato Filippo con un poco di legno commeſ
ſo diſo tto,doue s'entra, neſſuno fenon egli ſapeua la ſalita. Etancora, che e'
fuſſe lodato, & haueſſe già abbattuto l'inuidia, è l'arroganza di molti; non
potè però tenere, nella veduta di queſto modello, che tutti i maeſtri, che era
no in Fiorenza non ſi metteſſero a farne in diuerſi modi: & fino a vna dona
na di caſa Gaddi,ardì concorrere in giudizio,co quello, che haueua fatto Fi
lippo. Egli nientedimeno tutta i rideua della altrui proſunzione. Et fu
li detto da molti amici ſuoi, che e'non doueſſe moſtrare il modello ſuo a neſ
uno artefice,accio, che eglino da quello non imparaſſero. Eteſſo riſponde
ualoro, che non era ſenon vn ſolo il vero modello; & gli altri erano vani.
Alcuni altri maeſtri haueuano nel loro modello poſto delle parti di quel di
Filippo, ai quali nel vederlo, Filippo diceua; queſto altro modello, che coa
ſtui farà, farà il mio proprio. Era da tutti infinitamente lodato: ma ſolo, n6
ci vedendola ſalita per ire alla palla,apponeuano, che fuſſe difettoſo. Conclu
fero nédimeno gl'Operai di fargli allogazione di detta opera con patto però
che moſtraſſe loro la ſalita: per il che Filippoleuato nel modello, quel poco
di legno, che era da baſſo, moſtrò invn pilaſtro la ſalita, che al preſente ſi ve
de, in forma divna cerbotana vota: & davna bandavn canale con ſtaffe di
bronzo,doue l'un piede, 8 poi l'altro ponendo, s'aſcende in alto. Et perche
non hebbe tempo di vita per la vecchiezza, di poteretallanterna veder fini
ta,laſciò per teſtamento,che tal come ſtaua il modello, murata fuſſe,8 come
haueua poſto in iſcritto: Altrimenti proteſtaua, che la fabbrica ruinerebbe,
eſſendouolta in quarto acuto, che haueua biſogno, che il peſo la caricaſſe, p
farla piu forte. Il quale edifizio non potè egli innanzi la morte ſua vedere fi
nito, ma ſi bene tiratonesù parecchi braccia Fece bene lauorare, & condurre
quaſi tutti i marmi, che vi andauano: de'quali, nel vederli condotti, popoli
ſtupiuano,che fuſſe poſſibile, che egli veleſse, che tanto peſo andaſſe ſopra il
la volta Etera opinione di molti ingegnoſi, che ella non fuſſe per reggere:S&
pareualorovna gran uentura, che egli l'haueſse condotta in ſin quiui,& che
egli eravn tentare Dio,a caricarla ſi forte Filippo ſempre "º prepara
313 S ECO N DAT P A R TE -
le dette baſi vn fanciullo di circa dodici anni, 8 col ferro alto vn braccio, 8.
mezzo ſicigneua in guiſa,che non harebbe potuto, quando anco haueſevo
luto, caſcare. " putti, che in tutto erano dodici, eſſendo accomondati,
come ſi è detto, ſopra le baſe, e veſtiti da Angelico ali dorate, e capegli dimat
taſſe d'oro, ſi pigliauano, quando era tempo, per mano l'un l'altro, e dimeni
do le braccia, pareua, che ballaſsino, e maſsimamente girando ſempre, emo
uendoſi la mezza palla: dentro la quale, ſopra il capo, degl'Angioli erano tre
giri,over ghirlade di lumi,acomodati co certe piccole lucernine,che né pote
uano verſare. I quali lumi da terra pareuano ſtelle: e le menſole, eſſendo co
perte di bambagia,pareuano Nuuole. Del ſopradetto anello vſciua vn ferro
oſsiſsimo,ilquale haueua a cantovn'altro anello,doueſtauaapiccatovnca
napetto ſottile, che come ſi dirà veniua in terra. E perche il dettofertogroi
ſo haueua otto rami, che girauano in arco, quito baſtaua a riempiere il vano
della mezza pallavota, e il fine di ciaſcun ramo vn piano grande quantovn
Tagliere; poſaua ſopra ogni pianovn putto di noue anni in circa ben legato
convn ferro,ſaldato nelle altezza del ramo. ma però in modo lento, che pote
ua voltarſi per " verſo Queſti otto Angioli retti del detto ferro; nediante
vn'arganetto, che ſi allentaua a poco a poco, calauano dal vano della mezza
pallafino ſotto al piano delegni piani che reggono il tetto, otto braccia di
maniera, che erano eſsi veduti e nò toglieuano la veduta degl'Angioli, ch'era
no intorno al di dentro della mezza palla. Dentro a queſto mazzo degl'otto
Angeli (che coſi era propriamente chiamato) eravna Mandorla di Ramevo
ta dentro: nella quale erano in molti buchi certe lucernine, meſſe in ſurun
ferro a guiſa di cannoni; lequali, q:andovna molla, che ſi abaſſaua eratocº
oa,tutti ſi naſcondeuano nel voto della Mandorla di rame: e come non ſiag
s" la detta molla tutti i lumi, per alcuni buchi di quella,ſi vedeuano ac
Cc11 ,
vede in certi principi di fuori, che non hanno ſeguitato l'ordine deld dena
tro come pare, che il modello voleſſe, che le porte, 8 il ricignimento delle fia
º neſtre faceſſe. Sonui alcuni errori, che gli tacerò attribuiti a lui,i quali ſi cre
de, che egli ſe l'haueſſe ſeguitato di fabbricare, non gli harebbe comportati:
poi,che ogni ſua coſa con tanto giudizio, diſcrezione, ingegno, 8 arte,hauea
ua ridotta a perfezzione. Queſta opera lo rendèmedeſimamente, pervno
; ingegno veramente diuino:. Fù Filippo facetiſsimo nel ſuo ragionamento,
& molto arguto nelle riſpoſte: come fu, quando egli volle mordere Lorenzo
Ghiberti, che haueua comperovn podere a Möte Morello, chiamato Lepria
no; nel quale ſpendeua due volte più, che non ne cauaua entrata, che venute
li a faſtidio lo vendè, domandato Filippo qual fuſse la miglior coſa, che faceſe
ſe Lorenzo, penſando forſe per la nimicizia che egli doueſſe taſſarlo, riſpoſe,
vendere Lepriano. Finalmente diuenuto gia " vecchio, cioè di anni 69.
l'anno 1446.addi 16.d'Aprile ſe n'andò a miglior vita, dopo eſſerſi affaticato
molto,in far quelle opere, che gli fecero meritare in terra nome honorato, Se
conſeguire in cielo luogo di quiete. Dolſe infinitamente alla patria ſua, che
lo conobbe, 8 lo ſtimò molto piu morto, che non fece viuo: & fu ſepellito ci
honoratiſsime eſequie, 8 honore in S. Maria del Fiore, ancora, che la ſepol
tura ſua fuſſein S Marco,ſotto il Pergamo verſo la porta; doue èvn'arme con
due foglie di fico, 8 certe onde verdi in Campo d'Oro per eſſere diſceſi i ſuoi
del Ferareſe, cioè da Ficaruolo caſtello in ſul Po, come dimoſtrano le foglie,
che denotano il luogo, 8 l'onde, che ſignificano il fiume. Pianſero coſtui
infiniti ſuoi amici artefici, 8 maſsimamente i piu poueri, quali di continuo
beneficò. coſi dunque Chriſtianamente viuendo, laſciò al mondo odore del
la bontà ſua,8 delle egregie ſue virtù. Parmi,che ſegli poſſa attribuire, che da
gli antichi Greci, 8 da Romani in quà,non ſia ſtato il piu raro, ne il piu ec
cellente di lui: Et tanto piu merita lode, quanto ne'tempi ſuoi era la maniera
Todeſca in venerazione per tutta Italia, 8 dagli Artefici vecchi eſercitata,co
me in infiniti edifici ſi vede. Egli ritrouò le Cornici antiche & l'ordineTo
ſcano, Corintio, Dorico, 8 Ionico alle primiere forme reſtituì. Hebbe vn di
ſcepolo dal Borgo a Buggiano, detto il Buggiano: il quale fece l'acquaio del
la " di S. Reparata ci certi fanciulli, che gettano acqua; & fece di mar
mo la taſta del ſuo maeſtro ritratta di " fu poſta dopo la ſua morte
in S Maria del Fiore alla porta a man deſtra entrando in chieſa; doue ancora
è il ſottoſcritto epitaffio, meſſoui dal publico per honorarlo dopo la morte co
ſi come egli viuohaueua honorato la patria ſua.
D, S
rinedellavitadirlippo Brunelleſchi
D o N A T o scv LTORE
º - ill - FI o R E N r. ll
Ll -
uo. Stauagia queſta ſtatua nel Cortile di caſa Medici; & perlo eſsilio di Co
ſimoin detto luogo fu portata. Hoggi il Duca Coſimo,hauendo fatto doue
era queſta ſtatua, vina fonte, la fece leuare, e ſi ſerba, per vn'altro cortile, che
grandiſsimo diſegna fare dalla parte di dietro del palazzo, cioè, douegia ſta
uano ileoni. E poſto ancora nella ſala, doue è l'oriuolo di Lorenzo della Vol
ia,da la mano ſiniſtra vn Dauid di marmo belliſsimo,che tiene fra le gama
" teſta morta di Golia ſotto i piedi, 8: la fromba, ha in mano, con laqua
lel'ha percoſſo. In caſa Medici nel primo cortile ſono otto tondi di marmo,
doue ſono ritratti cammei antichi, 8 roueſci di medaglie, S&alcune ſtorie fat
teda lui, molto belle, quali ſono murati nel fregio fra le fineſtre, &l'architra
ue ſopra gli archi delle logge. Similméte la reſtaurazione d'un Marſia di mar
mobianco antico, poſto all'uſcio del giardino: & vna infinità di teſte antiche
poſte ſopra le porte, reſtaurate & da lui acconce con ornamenti d'ali,8 di dia
manti, impreſa di Coſimo, a ſtucchi beniſsimo lauorati. Fece di granitovn
belliſsimo vaſo, che gettaua acqua; & al giardino de'Pazzi in Fiorenza vn'al
tro ſimile nelauorò, che i te getta acqua. Sono in detto palazzo
de'Medici Madonne di marmo, 8 di bronzi di baſſorilieuo, & altre ſtorie di
marmi,di figure belliſsime, 8 di ſchiacciato rilieuo marauiglioſe. Et fu tan
to l'amore,che Coſimo portò alla uirtù di Donato, che di continuo lo faceua
lauorar: &allo incontro hebbe tanto amore verſo Coſimo Donato; ch'adoa
gni minimo ſuo cenno indouinaua tutto quel, che voleua, & di c6tinuolo
vbbidiua. Diceſi, che vn mercante Genoueſe,fece fare a Donato vna teſta di
bronzo quanto il viuo,belliſsima, 8 per portarla lontano, ſottiliſsima, 8 ,
che permezo di Coſimo tale opra gli fu ollogata. Finitala adunque, volen
do il Mercante ſodisfarlo, gli parue, che Donato troppo ne chiedeſſe, per
che fu rimeſſo in Coſimo il mercato ilquale fatta la portare in ſul cortile di ſo
pra di quel palazzo, lafece porre fra i merli, che guardano ſopra la ſtrada, per
che meglio ſi vedeſſe. Coſimo dunque volendo accomodare la differenza,
trouò il mercante molto lontano dala chieſta di Donato: perche voltatoſi
diſſe, ch'era troppo poco. La onde il mercante parédogli troppo, diceua, che
in vn meſe o poco piu lauorata l'aueua Donato; & che gli toccaua piu di me
zofiorino per giorno. Sivolſe allora Donato con collera, parendogli d'eſſere
offeſo troppo, 8. diſſe al mercante; che in vin centeſimo d'hora hauerebbe ſae
putoguaſtare la fatica,el valore d'uno anno: & dato durto alla teſta ſubito
ſula ſtrada la fece ruinare, della quale ſe ne fer molti pezze, dicendogli,chebé
moſtraua d'eſſere vſo a mercatarfagiuoli, 8 non ſtatue. Perche egli pentito
figli volle dare il doppio piu,perche la rifaceſſe, S. Donato non volle per ſue
promeſſe,ne per prieghi di Coſimo rifarla giamai. Sono nelle caſe de'Mar
tellidi molte ſtorie di marmo,S di bronzo, e infragli altri vn Dauid di brac
ciatre, & molte altre coſe da lui in fede della ſeruitù, & dell'amore, ch'a tal fa
miglia portaua donate liberaliſsimamente,S particularmentavn S. Giouan
ni tutto tondo di marmo, finito da lui di tre braccia daltezza, coſa rariſsima
hoggi in caſa gli eredi di Ruberto Martelli,delquale fu fatto vn fideicommiſ
ſo,che ne impegnare,ne vendere,ne donare ſi poteſſe, ſenza gra pregiudicio,
per teſtimonio, 8 fede delle carezzevſate da loro a Donato, 8 da eſſo a loro
in riconoſcimonto dela virtù ſua,laquale per la protezzionº,S&, per il como
331 S E C O N DA PA R TE
dohauuto da loro,haueua imparata. Fece ancora; e fu mandata a Napoli vna
ſepoltura di marmo per vno Arciueſcouo, che è in S.Angelo di Seggio di Ni
do: nella quale ſon tre figure tonde, che la caſſa del morto con la teſta ſoſten
ono,& nel corpo della caſſa è vna ſtoria di baſſo rilieuo,ſi bella, che infinite
i" ſe le conuengono. Etin caſa del Conte di Matalone nella città medeſi,
ma è vna teſta di cauallo di manodi Donato, tanto bella, che molti la credono
antica. Lauorò nel caſtello di Prato il pergamo di marmo doue ſi moſtrala
cintola: nello ſpartimento delquale vn ſi di fanciulli intagliò ſibelli, 8 ſi
mirabili, che ſi puo dire, che non meno moſtraſſe la perfezzione dell'arte in
queſto, che e'ſi faceſſe nelle altre coſe. Di piu fece per reggimento di detta
opera, due capitelli di bronzo; vno dei quali vi è ancora, 8 l'altro dagliSpa
gnuoli, che quella terra miſero a ſacco, fu portato via. Auuenne, che in quel
tempo la Signoria di Vinegia, ſentendo la fama ſua, mandò per lui, accioche
faceſſe la memoria di Gattamelata nella citta di Padoua, onde egli viandobe
volentieri, e fece il cauallo di bronzo, che è in ſulla piazza di S.Antonio: Nel
quale ſi dimoſtralo sbuffamento, &il fremito del cauallo; & il gradeanimo
& la fierezza viuaciſsimamente eſpreſſa dalla arte, nella figura, che lo caualca
Et dimoſtroſsi Donato tanto mirabile nella grandezza del getto in proporzio
ni,&in bontà; che veramente ſi può aguagliare a ogni antico " m0
uenza,diſegno,arte, proporzione & diligenza. Perche non ſolo fece ſtupire al
lora quel che lo uidero, ma ogni perſona,che al preſente lo vede. Per laqual
coſa cercarono i padouani con ogni uia di farlo lor cittadino,S con ogni ſor
te di carezze fermarlo. Et per intrattenerlo, gli allogarono ala chieſa de'frati
Minori, nella predella i altar maggiore,leiſtorie di S.Antonio da Pador
ua.lequali ſono di baſſorilieuo; & talmente con giudico condotte, che gli
huomini eccellenti di quell'arte ne reſtano maraugliati,8 ſtupiti, conſideri
do in eſſe i belli,8 uariati componimenti, con tanta copia di trauaganti figu
re,& proſpettiue diminuiti. Similmente nel Doſſale dello altare,fece belliſsi
mele Marie, che piangono il Chriſto morto: E in caſa d'un deconti Capo di
Liſta,lauorò una oſſatura d'un cauallo di legname, che séza collo ancora hog
gi ſi uede:nella quale le commettiture ſono con tanto ordine fabbricate, che
chi conſidera il modo di tale opera,giudica il capriccio del ſuo ceruello, è la
f" dello animo di quello. In vn monaſtero di monache fecevin S.Seº
aſtiano di legno a preghi d'un capellano loro amico, & domeſtico ſuo, che
era Fiorentino. Il quale gliene portò vino, che ellehaueuano vecchio, 8 gof.
fo; pregandolo che e'lodoueſse fare, come quello. Per laqualcoſa sforzando
ſi Donato di imitarlo, per contentare il capellano, 8 le monache, non potè
far ſi,che ancora,che quello, che goffo era imitato haueſſe, non faceſſe nel ſuo
la bontà &l'artificio vſato. In compagnia di queſto molte altre figure di terr
ra,& di ſtucco fece: & divn cantone d'un pezzo, di marmouecchio, che leder
te monache in vn loro orto haueuano,ricauò vna molto bella noſtra Donna
Et ſimilmente per tutta quella città ſono oprc di lui infinitiſsime. Ondeeſſen
do per miracoloquiui tenuto, & da ogni intelligente lodato, ſi deliberò divo
ler tornare a Fiorenza, dicendo, che ſe piu ſtato vi foſſe, tutto quello, che ſa
" ticato shauerebbe, eſſendoui tanto lodato da ogniuno; & chevo
entieri nella ſua patria tornaua, per eſſer poi cola di continuo biaſimato: "
Cudlc
D O N A T O 333
fi
qualebiaſmo daua cagione di ſtudio, 8 coſequentemente di gloria mag
iore. Perilche di Padoua partitoſi, nel ſuo ritorno a Vinegia, per memoria
i bátà ſua laſciò in dono alla nazione Fiorentina, per la loro cappella ne
frati Minori, vn S.Giouanbatiſta di legno, lauorato da lui, con diligenzia, &
ſtudio grandiſsimo. Nella città di Faenza lauorò di legname vn S.Giouanni,
&vn S Girolamo, non punto meno ſtimati che l'altre coſe ſue. Appreſſori
tornatoſene in Toſcana,fece nella Pieue di Monte Pulciano, vna ſepoltura di
marmo, con vna belliſsima ſtoria: & in Fiorenza nella ſagreſtia di S. Lorenzo
vn laua mani di marmo, nel quale lauorò parimente Andrea Verrocchio. Et
in caſa di Lorenzo della Stuffa fece teſte, 8 figure molto pronte, 8 viuaci.
Partitosi poi da Fiorenza,aRoma ſi trasferì,per cercar d'imitare le coſe degli
antichi piu che pote, & quelle ſtudiandolauorò di pietra in quel tempo vinta
bernacolo del Sacramento, che hoggi di ſitruouain S.Pietro. Ritornando a
Fiorenza, 8 da Siena paſſando,tolſe a farevna porta di bronzo, per il Batiſteo
di S.Giouanni: & hauendo fatto il modello di legno, 8 le forme di cera, qua
ſi tutte finite, 8 a buon termine con la cappa " per gittarle,vi capi
tò Bernardetto di Mona Papera orafo Fiorentino, amico, e domeſtico ſuo, il
quale tornando da Roma,ſeppe tanto fare, e dire, che o per ſue biſogne o per
altra cagione,ricòduſſe Donato a Firéze onde l'opera rimaſe im i"
non cominciata. Solo reſtò nell'opera del Duomo di quella città di ſua mae
novn S.Giouanni Battiſta di metallo, alquale manca il braccio deſtro dal goa
mito in ſu: e cio ſi dice hauere fatto Donato, per non eſſere ſtato ſodisfatto
dell'intero pagamento. Tornato dunque a Firenze.lauorò a Coſimo dè Me
dici in S.Lorenzo la ſagreſtia di ſtucco, cioè ne peducci della volta quattro ti
dico campi di proſpettiua parte dipinti,e parte di baſſi rilieui di ſtorie degl'E
uangeliſti Etin detto luogo fece due porticelle di bronzo di baſſorilieuo bel
liſſime,con gli Apoſtoli,co Martiri, 8 Gonfeſſori; & ſopra quelle alcune nic
chie piane,dentroui nell'una vn san Lorenzo, 8 vns.Stefano; & nell'altra S.
Coſimo, S&Damiano. Nella crociera della chieſa lauorò di ſtucco quattro San
ti di braccia cinque l'uno, iguali praticamente ſono lauorati. Ordinò anco
rai pergami di bronzo, dentrouila paſſion di Chriſto; coſa,che ha in ſe diſe
gno, forza, inuenzione, e abbondanza di figure, 8 caſamenti quali non poté
do egli per vecchiezzalauorare,fini Bertoldo ſuo creato, &avltima perfez
zioneli riduſſe. A ſanta Maria del Fiore fece due coloſſi di mattoni, e di ſtuc
co; iquali ſon fuora della chieſa poſti in ſui canti delle cappelle, per ornamen
vo.Sopra la porta di ſanta Croce ſi vede ancor hoggifinito di ſuo vn ſan Lodo
uico di bronzo di cinque braccia; delquale " incolpato,che foſſe goffo
& forſe la mancobuona coſa, che haueſſe fatto mai, riſpoſe, che a bello ſtudio
talel'haueua fatto, eſſendo egli ſtato vn goffo a laſciare il reame per farſi frate.
Fece il medeſimo la teſta della moglie del detto Coſimo de'Medici, di bròzo,
laquale ſi ſerba nella guardaroba del S.Duca Coſimo, doue ſono molte altre
coſe di bronzo,8 di marmo, di mano di Donato; & fra l'altre,vna noſtra D6
na, col figliuolo in braccio, dentro nel marmo di ſchiacciato rilieuo: delaqua
le non è poſſibile vedere coſa piu bella: & maſſimamente hauendo vn forni
mento intorno di ſtorie fatte ſi minio da fra Ber che ſono mirabili, come ſi di
rà al ſuo luogo. Di bronzo ha il detto S.Duca di mano di Donato, vn belliſſi
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334 S EC O N D A PARTE
mo, anzi miracoloſo crucifiſſo, nel ſuo ſtudio,doue ſono infinite anticagliera
re,& medaglie belliſſime. Nella medeſima guardaroba è in vn quadro di bri
zo,di baſſorilieuola paſſione di noſtro Signore con gran numero di figure:
& in vn'altro quadro pur di metallo vn'altra crucifiſſione. Similmente inca
ſa degli heredi di Iacopo Caponi, che fu ottimo cittadino, 8 vero gentilhuo
mo,è vn quadro di noſtra Donna di mezzo rilieuo nel marmo, che è tenuto
coſa rariſſima. M.Antonio de Nobili ancora,ilquale fu Depoſitario di S.Ecc.
haueua in caſa vn quadro di marmo di mano di Donato, nel quale è di baſſo
rilieuovna mezza noſtra Donna tanto bella, che detto M. Antonio la ſtima
ua quanto tutto l'hauer ſuo.Ne meno fa Giulio ſuo figliuolo, giouane di fine
golarbonta, & giudizio; & amator de'virtuoſi, 8 di tutti gl'huomini eccelle
ti. In caſa ancora di Giouambatiſta d'Agnol Doni, gentilhuomo Fiorétino,
èvn Mercurio di metallo di mano di Donato,alto vn braccio, 8 mezzo tut
to tondo,S veſtito in vn certo modo bizarro; ilquale è veramente belliſſimo
e non men raro, che l'altre coſe, che adornano la ſua belliſſima caſa. Ha Barto
lomeo Gondi,delquale ſi è ragionato nella vita di Giotto, vna noſtra Donna
di mezzo rilieuo fatta da Donato con tanto amore, 8 diligenza, che né èpoſa
ſibile veder meglio, ne imaginarſi, come Donato i nell'acconciatu
ra del capo, 8 nella le " dell'habito, ch'ell'ha indoſſo. Parimente M Le
lio Torelli primo i" ſegretario del S.Duca, & non meno amator di
tutte le ſcienze,virtu & profeſſioni honorate, che Eccellentiſſimo Iuriſcon
ſulto, ha vn quadro di noſtra Donna di marmo, di mano dello ſteſſo Donatel
lo: Delquale chi voleſſe pienamente raccontare la vita,l'opere, che fece ſareb
re troppo piu lunga ſtoria, che non è di noſtra intenzione nello ſcriuere le vi
tede'noſtri artefici: percioche,non che nelle coſe grandi, dellequali ſi è detto
abaſtanza, ma ancora a menomiſſime coſe dell'arte poſela mano,facendo ar
medi caſate ne'camini, & nelle facciate delle caſe de cittadini, come ſi puove
dernevna belliſſima nella caſa oi che è dirimpetto al fornaio
della Vacca. Fece anco per la famiglia de Martelli vna caſſa avſo di Zana fatta
di Vimini,perche ſeruiſſe per ſepoltura, ma è ſotto la chieſa di ſan Lorenzo,
Perche di ſopra non appariſcono ſepolture di neſſuna ſorte, ſenon l'Epitaffio
di quella di Coſimo de Medici,che nondimeno ha la ſua apritura di ſottoco
me l'altre. Diceſi,che Simone fratello di Donato,hauendo lauorato il model
lo della ſepoltura di papa Martino quinto, mandò per Donato, che la vedeſſe
inanzi, che la gettaſſe. Onde andando Donato a Roma, vi ſi trouò appunto
quando vi era Giſmódo Imperatore per riceuerela corona da papa Eugenio
quarto: perche fu forzato in compagnia di Simone adoperarſi in fare l'honº
ratiſſimo apparato di quella feſta nel che ſi acquiſtò fama, & honore grandi
ſimo. Nella guardaroba ancora del S.Guidobaldo Duca dvrbino, è di ma
no del medeſimovna teſta di marmo belliſſima,8 ſi ſtima, che fuſſe data agli
anteceſſori di detto Duca dal magnifico Giuliano de' Medici quando ſi tratte
neua in quella corte piena di virtuoſiſſimi Signori. Inſomma Donato,fu ta
le & tanto mirabile in ogni azzione,che e ſi puo dire, che in pratica, in giudi
zio, &in ſapere, ſia ſtato deprimi a illuſtrare l'arte dellaſcultura, Sc del buon
diſegno ne moderni: &tanto piu merita commendazione, quanto nel tipo
ſuole antichità non erano ſcoperte ſopra la terra, dalle colonne,i pili, &
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- D O N A T O 535
chi trionfali in fuora.Etegli fu potiſſima cagione, che a Coſimo de' Medici ſi
deſtaſſe la volontà dell'introdurre a Fiorenza le antichità, che ſono, 8 erano
in caſa Medici,lequali tutte di ſua mano acconciò. Era liberaliſſimo,amore
uole, & corteſe, 8 per gl'amici migliore, che per ſe medeſimo: ne mai ſtimò
danari, tenendo quegli invna " con vnafune al palco appiccati,ondeo
i ſuolauorante, 8 amico pigliaua il ſuo biſogno, ſenza dirgli nulla. Paſsò
f" allegriſsimamente, 8 venuto indecrepità,hebbe ad eſſere ſoc.
corſo da Coſimo & da altri amici ſuoi, non potendo piu lauorare. Diceſi,che
venendo Coſimo a morte lo laſciò raccomandato a Piero ſuo figliuolo. Il qua
le,come diligentiſſimo eſecutore della volontà di ſuo padre gli donò vn pode
re in Cafaggiuolo di tanta rendita, che e'ne poteuaviuere comodamente. Di
che fece Donato feſta grandiſſima sparendoli eſſere con queſto piu, che ſicu
rodi non hauere a morir di fame. Ma non lo tenne però vn'anno, che ritorna
to a Piero,glielo rinunziò per contratto publico: affermando, che non vole
ua perdere la ſua quiete, per penſare alla cura famigliare, et alla moleſtia del
contadino:ilquale ogni terzo di gli era intorno; quando perche il vento gli
haueua ſcoperta la Colombaia, quando, perche gli erano tolte le beſtie i
commune per le grauezze, &quando per la tempeſta, che gli haueua tolto il
vino, &le frutte. Delle quali coſe era tanto ſazio, 8 infaſtidito; che e'vole
ua innanzi morir di fame, che hauere a penſare a tante coſe. - - -
TRiſe Piero della ſemplicità di Donato; & per liberarlo di queſto affanno; ac
cettato il podere, che coſi volle al tutto Donato, gli aſſegnò in ſul banco ſuo
vna prouiſione della medeſima rendita,opiu,ma in danari cotanti, che ogni
ſettimanaglierano pagati per la rata, che gli toccaua.Delche egli ſommamen
te ſi contentò. Etſeruitore, 8 amico della caſa de Medici,viſſelieto, & ſenza
penſieri tutto il reſtante della ſua vita. Ancora che câduttoſi ad 83 anni ſi tro
uaſſe tanto parletico,che e non poteſſe piu lauorare in maniera alcuna, 8 ſi
eonduceſſe a ſtarſi nel letto continonamente in vina pouera caſetta, che haue
ma nella via del Cocomero vicino alle monache di ſan Niccolo. Doue peggio
rando di giorno in giorno, 8 conſumadoſi a poco a poco,ſi mori il dir, di Di
cé. 1466. Et fu ſotterrato nella chieſa di ſan Lorenzo, vicino alla ſepoltura di
Coſimo, come egli ſteſſo haueua ordinato a cagione, che coſi gli ſi vicino il
corpo gia morto, come viuo ſempre gli era ſtato preſſo con l'animo. -
- Ma prima, che io venga agl'epitaffij, non ſara ſe non bene ch'io racconti di
lui i egli amalato, poco inanzi, che ſi moriſſe, l'andaro
no a trouare alcuni ſuoi parenti, e poi, che l'hebbono, come s'uſa, ſalutato,Sc
confortato,gli diſſero, che ſuo debito era laſciar lorovn podere, che egli haue
ua in quel di prato,ancor,che piccolo fuſſe,e di pochiſsima rédita, e che dicio
lo pregauano ſtrettamente. Ciovdito Donato, che in tutte le ſue coſe haue
- TT 2
336 S E C O N D A P A R T E
ua del buono, diſſe loro: io non poſſo compiacerui parenti miei perche io Vo
glio,& coſi mi pare ragioneuole laſciarlo al contadino, che l'ha ſempre lauo:
rato,evi ha durato fatica, e non a voi, che ſenza hauergli mai fatto utile neſ
ſuno,ne altro, che penſar d'hauerlo, vorreſte con queſta uoſtra viſita, che, io
ve lo laſciaſsi,andate, che ſiatebenedetti. E in verità coſi fatti parenti, che mo
hanno amore,ſe non quanto è l'utile, o la ſperanza di quello, ſi deono in que
ſta guiſa trattare. Fatto dunque venire il Notaio laſciò il detto podere alla
uoratore, che ſempre l'haueualauorato, & che forſe nelle biſogne ſue, ſi era
meglio, che queparenti fatto non hauemano,verſo di ſe i" Le coſe dei
l'arte laſciò ai ſuoi Diſcepoli,iqualifurono Bertoldo ſcu tori Fiorentino, che
l'imitò aſſai, come ſi puo vedere in vna " in bronzo,d'huomini a caual
lo molto bella,laquale èhoggi inguardaroba del S.DucaCoſimo:Vellano Nanni
d'Anton di baco, che morì inanzi a lui. Il Roſsellino,Diſiderio, 8 da
Padoa Etinſomma dopo la morte di lui ſi puo dire, che ſuo Diſcepolo ſia ſta
to chiúche ha voluto far bene di rilieuo. Nel diſegnarfuriſoluto,e fece i ſuoi
diſegni con ſi fatta pratica,e fierezza, che non hanno pari, come ſi puo vedere
nel noſtro libro; doue ho di ſua mano diſegnate figure veſtite, e nude: Ani
mali, che fanno ſtupire chi gli vede,3 altre coſi fatte coſe belliſsime, Il ritrat
to ſuo fu fatto da Paulo Vcelli,come ſi è detto nella ſua vita. Gl'epitaffijſon
queſti.
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ſegno,la pratica, il giudizio, 8 ogni altra parte, che davno ingegno diuino, ſi
poſſa o debbia mai aſpettare. Fu Donato reſolutiſsimo, S. preſto; & con sò
ma facilità conduſſe tutte le coſe ſue: Etoperò ſempremai: aſſai più di quello
che e'promiſe.
Rimaſe a Bertoldo ſuo creato, ogni ſuolouoro; & maſsimamente i Perga
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-
mi di bronzo di S.Lorenzo, che da lui furono poi rinetti la maggior parte, S&
condotti a quel termine,che e ſi veggono in detta chieſa.
NonTacerò,chehauendo il dottiſsimo, e molto ReuerendoDon Vincen
zio Borghini,delquale ſi è diſopra ad altro propoſito ragionato; meſſo inſie
me in vn gran libro infiniti diſegni d'Ecc pittori, 8 ſcultori, coſi antichi, co
me moderni: egli in due carte, dirimpetto l'una all'altra, doue ſono diſegni
di mano di Donato, e di Michelagnolo Bonarroti, ha fatto nell'ornamento,
con molto giudizio, queſti due motti greci. a Donato.
i Aarxis Berziarie: &a Mic elagnolo, è Borziºans Aavarin
che in latino ſuonano, Aut Donatus Bonarrotum
exprimit, & refert: Aut Bonarrotus Doa
natum. Et nella noſtra lingua,
è lo ſpirito di Doa
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Vita die MicheloGoe’Aichello (Xi Scultore ,
e Architetto fiorentino. -
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prenondimeno aiutando con la terra, con la cera, e colmarmo, di manleta,
che nell'opre,che egli fece poi,moſtrò ſempre " gravirtù.Ma in una
auanzò molti, e ſe ſteſſo, cioè, che dopo il Brunelleſco,fu tenuto il piu ordina
to architettore de tempi ſuoi, e quello, che piu agiatamente diſpenſaſſe, 8 ac
comodaſſe l'habitationide palazzzi, conuenti,e caſe,e " con piu giu
dizio le ordinaſſe meglio, come a ſuo luogo diremo: Di coſtui ſi ualſe Donatel
lo, molti anni,perchehaueuagran pratica nellauorare di marmo, e nelle coſe
degetti di bronzo; come nefa fede in S. Giouanni di Fiorenza nella ſepoltu
ra, che fu fatta, come ſi diſſe, da Donatello per papa Giouanni Coſcia, perche
la maggior parte fu condotta da lui,S: vi ſi vede ancora di ſua manovna ſta
tua di braccia due, 8 mezzo d'una fede, che v'è di marmo molto bella, in com
pagnia d'una Speranza,e Carità fatta da Donatello, della medeſima grandez
za, che non perde da quelle. Fece ancora Michelozzo ſopra alla porta della
ſagreſtia, & opera dirimpetto a S.Giouanni, vn ſan Giouannino di tondo ri
lieuo,lauorato con diligenza; il qualfu lodato aſſai fu Michelozzotáto fami
liare di Coſimo de'Medici, che conoſciuto lingegno ſuo,gli fece fare il model
lo della caſa,e palazzo, che è ſul canto di uia Larga di coſta a S.Giouinino, pa
rendogli, che quello, che haueua fatto (come ſi diſſe) Filippo di Ser Brunelle
ſcofuſſe troppo ſontuoſo, e magnifico,e da recargli fra i ſuoi Cittadini piuto
ſtoinuidia, che grandezza o ornamento alla città, o comodo aſe:perilche pia
ciutoli quello, che Michelozzo hauea fatto, con ſuo ordine lo fece condurre
a perfezzione in quel modo, che ſi uede alpreſente, con tante utili,ebellecom
modità,egratioſi ornamenti quanto ſi vede; iguali hanno maeſtà, e grandez
za nella ſimplicità loro e tanto piu merita lode Michelozzo, quanto queſto
fu il primo, che in quella città fuſſe ſtato fatto con ordine moderno, e che ha
ueſſe in ſevno ſpartimento di ſtanze,vtili, ebelliſsime,le cantine ſono cauate
; mezze ſotto terra cioè 4 braccia, e tre ſopra, per amore delumi, e accompa
gnate dacanoue,e diſpenſe,Nel primo piano terreno ſono due cortili con log
ge magnifiche, nelle quali riſpédono ſalotti, camere,anticamere, ſcrittoi,de
ſtri,ſtufe,cucine pozzi,ſcale ſegrete,e publicheagiatiſsime. E ſopra ciaſcun
piano ſono habitazioni, e appartamenti pervna famiglia, con tutte quelle côa
modità, che poſſono baſtare non che avn cittadino priuato, com'era allhora
Coſimo, ma a qualſivoglia ſplendidiſsimo, & honoratiſsimo Re, onde a
tempi noſtri ui ſono allogiati commodamente Re, Imperatori, Papi,e quan!
ti Illuſtriſsimi Principi ſono in Europa, con infinita lode, coſi della magni
ficenza di Coſimo, come della eccellente virtù di Michelozzo nella Archia:
tettura. Eſſendo l'anno 1433.Coſimo mandato in eſilio, Michelozzo, che lo a
maua infinitamente, etgliera fideliſſimo, ſpontaneamente lo accompagnò al
Vinezia; & ſecovolle ſempre mentreviſtette dimorare, là doue,oltre a mol
ti diſegni, 8 modelli, che vi fece di habitazioni priuate, & publiche; ornamé
ti per gl'amici di Coſimo, 8. per molti gentilhuomini fece per ordine,e aſpe
-
34o S E C O N D A P A R T E'
fedi Coſimo la libreria del monaſterio di sà Giorgio maggiore,luogo demo
naciNeri di ſanta Iuſtina, che fu finita, non ſolo di muraglia,di banchi, dile
nami,8 altri ornamenti, ma ripiena di molti libri. E queſto fu il trattenimé
to,&lo ſpaſſo di Coſimo in quell'eſilio, dal quale eſſendo l'anno 1434- richia
mato alla patria, tornò quaſi trionfante: & Michelozzo con eſſo lui. Standoſi
dunque Michelozzo in Fiorenza il palazzo publico della Signoria, cominciò
a minacciare rouina, perche alcune colonne del cortile patiuano; o fuſſecio
perche il troppo peſo di ſopra le caricaſſe,o pure il fondamento debole, ebie
co.E forſe ancora, perche erano di pezzi malcommeſsi, 8 mal murati. Ma
qualunque dicio fuſſela cagione.nefu dato cura a Michelozzo, ilquale volé
tieri accettò l'impreſa, perche in Vinezia preſſo as Barnabahaueua proueda
to a vn pericolo ſimile in queſto modo. Vngentilhuomo,ilquale hauenava
na caſa, che ſtaua in pericolo di rouinare, ne diede la cura a Michelozzo:on
deegli(ſecondo, che gia mi diſſe Michelagnolo Bonarroti) fatto fare ſegreta
mente vna colonna, e meſsi a ordine puntegli aſſai; cacciò il tutto in vnabare
ca,& in quella entrato, con alcuni maeſtri,in vna notte hebbe pitellatalaca
ſa,& rimeſſa la colonna. Michelozzo dunque da queſta ſperienza, fattoani
moſo, riparò al pericolo del palazzo,e fece honora ſe, 8 a chil'haueuafuori
to in fargli dare cotal carico; & rifondò,8 rifecele colonne in quel modo,
chehoggi ſtanno: hauendo fatto primavna trauata ſpeſa di puntelli, edile
gni groſſi, per lo ritto, che reggeuano le centine degli archi, fatti di pancone
di noce, per le volte, che veniuano del pari a reggerevnitamente il peſo, che
prima ſoſteneuano le colonne: &apoco a poco cauate quelle, che erano in
pezzi malcommeſsi, rimeſſe di nuouol'altre di pezzi,lauorate con diligenza,
in modo che non patì la fabbrica coſa alcuna,ne mai ha moſlovn pelo: & P
che ſi riconoſceſsino le ſue colonne dall'altre, ne fece alcune aottofacceinsù
canti, con capitelli, che hano intagliate le foglie alla foggia moderna, è altre
tonde,lequali molto bene ſi ricognoſcano dalle vecchie,che gia vi fece Arnol
fo. Dopo per conſiglio di Michelozzo da chi gouernaua allora la città fuor
dinato, che ſi doueſſe ancora ſopra gl'archi di quelle colonne ſcaricare, 8 alle
gerire il peſo di quelle mura che ui erano, 8 rifar di nuouo tutto il cortile da
gliarchi in sù,con ordine di fineſtre alla moderna, ſimili a quelle, che per Co
ſimo haueua fatto nel cortile del palazzo de'Medici: & che ſi ſgraffiſſe above
zi per le mura, per metteruique gigli d'oro, che ancora ui ſi veggono al prese
te,ilche tutto i" far Michel con preſtezza, facendo al dritto delle fineſtre di
detto cortile, nel ſecondo ordine, alcuni tondi, che variasſino dalle fineſtre ſu
dette, per dar lume alle ſtanze di mezo, che ſon ſopra alle prime, dou'èhoggi
la ſala dedugento. Il terzo piano poi,doue habitauano i Sig.e il Gonfalo fece
piu ornato spartendo infila, dalla parte diverſo s. Piero Scaraggio, alcune cas
mere per i ſignori, che prima dormiuano tutti inſieme in vna medeſima ſtaa
za, lequali camere furono otto per i ſignori & una maggiore per il Gonfalo
nieri, che tutte riſpondeuano in vn'andito, che haueuale fineſtre ſopra il cor
tile.Etdiſopra fece vn'altro ordine di ſtanze commode per la famiglia del pa
lazzo,in vna dellequali,doue è "
la depoſiteria è ritratto ginocchioni di
nanzi avranoſtra Donna, Carlo figliuolo del Re Ruberto Duca di Calauria
di mano di Giotto,Vi fece ſimilmente le camere de'donzelli,tauolaccini, tri
-
betti,
MICHELLO Z O MICHEL. 343
betti, muſici,pifferi, mazzieri, comandatori, 8 araldi,e tutte l'altre ſtanze,che
avn cofi fatto palazzo ſi richieggono.Ordinò anco in cima del ballatoio vina
º cornice di pietre, che giraua intorno al cortile; & appreſſo a quella vna caſer,
ua d'acqua che ſi ragunaua qfipioueua, per far gittar fonti poſticce, a certi ts.
i. Fece far ancora Michelozzol'acconcime della cappella doue s'ode la met,
fia appreſſo a quella molte ſtanze, 8 palchi ricchiſſimi,dipinti a gigli d'oro
E in campo azurro Et alle ſtanze diſopra & diſotto di quel palazzo fece fare al
tri palchi, 8 ricoprire tutti i vecchi, che vi erano ſtati fatti inanzi all'antica.
Etinſomma gli diede tutta quella perfezzione che a tanta fabrica ſi conueni
ua; &l'acquede pozzi fece, che ſi conduceuano inſino ſopra l'ultimo piano,
& che convna ruota ſi attigneuano piu ageuolmente, che non ſi fa per l'ordi,
nario. Avna coſa ſola non potette " di Michelozzo rimediare, cioè,
alla ſcala publica, perche da " male inteſa, poſta in malluogo, e fat
ta malageuole,erta,8 ſenza lumi, con gli ſcaglioni di legno dal primo piano
in sù; s'affaticò nondimeno di maniera, che all'entrata " cortile, fecevnaſa
lita di ſcaglioni tondi, 8 vna porta con pilaſtri di pietra forte, 8 con belliſſi-,
mi capitelli intagliati di ſua mano: Etvna cornice architrauata doppia, con
buon diſegno. Nel fregio della quale accommodò tutte l'arme del comune.
Et che è piu fece tutte le ſcale di pietra forte inſino al piano, doueſtaualaSi
gnoria; & le fortificò in cima, 8 a mezzo con due ſaracineſche, per i caſi de
tumulti; & a ſommo della ſcala fecevna porta, che ſi chiamaua la catena, do
ueſtaua del continuo vn tauolaccino,che apriua,& chiudeua ſecodo, chegli
era commeſſo da chi gouernaua Riarmò la torre del campanile, che era crea,
i" il peſo di quellai" poſa in falſo, cioè ſopra i beccatelli diuerſo,
piazza, con cigne grandiſſime di ferro. Etfinalmente bonificò, è reſtaurò,
di maniera ſto palazzo, che ne fu da tutta la città comendato, 8 fatto, oltre
agl'altri premi di Collegio, il quale magiſtrato è in firéze honoreuole mol,
to Etſe a qualcuno pareſſe, che io mi fuſſi in queſto forſe piu diſteſo, che biſo,
gno non era; ne merito ſcuſa, perche dopo hauer moſttato nella vita d'Are
nolfo la ſua prima edificazione che fu l'anno 1298 fatta fuor di ſquadra, ed i
ogni " miſura, con colonne diſpari nel cortile,archi grandi & pic,
coli,ſcale malcommode,8 ſtanze bieche,8 ſproporzionate, faceua biſogno,
che io dimoſtraſſe ancora a qual termine lo riduceſſe l'ingegno, 8." -
to. Et in vltimo ſi è alzato il tetto della ſala grande piu di qllo, che egliera,do
dici brac. Di maniera, che " glialtri, che dalla prima
ianta in poi vi lauorarono, ritornaſſeno in vita, non lo riconoſcerebbono,
anzi crederebbono, che fuſſe non la loro,mavna nuoua muraglia, ºvn'altro
edifizio. Ma tornando hoggi mai a Michelozzo, dico, che eſſendo dato ai
frati di S. Domenico da Fieſolela chieſa di S.Giorgio, non viſtettono ſe non
da mezzo luglio in circa inſino a tutto Génaio perche hauendo ottenuto per
loro Coſimo de Medici, e Lorenzo ſuo fratello da Papa EugeniolaChieta, e
contento di S.Marco,doue prima ſtauano Monaci Salueſtrini, e dato loro in
quel cambio ſan Giorgio detto: ordinarono, come inclinati molto alla reli
gione, e al ſaruigio,e culto diuino, che ſecondo il diſegno, e modello di Mia
chelozzo ſi faceſſe il detto couento di S.Marco tutto di nuouo, e ampliſsime,
e magnifico, e con tutte quelle commodità, che i detti frati ſapeſſono miglio
ridiſiderare. A che dato pricipio l'anno 1437 la prima coſa ſi fece quella par
te, che riſponde ſopra il refettorio Vechio, dirimpetto alle ſtalle del Ducale
quali fecegia murare il Duca Lorenzo de'Medici: Nelqualluogo furono fat
te venti celle, meſſo il tetto,S al refettorio fatti i fornimenti di leg name,efia
mito nella maniera, che ſi ſta ancor hoggi. E per allora non ſi ſeguitò piuolº
tre: per ſtare a vedere che fine doueſſe hauerevna lite, che ſopra il detto con
uento, haueua moſſo contra i frati di S.Marco, vn Maeſtro Stefano Generale
º di detti Salueſtrini. Laquale finita in fauore de'detti frati di s.Marco,ſirico
minciò a ſeguitare la muraglia:Ma perche la cappella maggiore, ſtata edifica
ta da ſer Pino Bonacorſi,era dopo venuta in vna Donna de Caponſacchi, eda
lei a Mariotto Banchi,sbrigata, che fu ſopra cio non ſo che lite, Mariotto do
nò la detta capella a Coſimo de'Medici, hauendola difeſa, e tolta ad Agnolo
della Caſa,alquale l'haueuano, o data,ovédutai detti Salueſtrini: E Coſimo
all'incontro diede a Mariotto percio cinquecento ſcudi. Dopo hauendoſi
milmente comperato Coſimo dalla compagnia dello Spirito Santo, il ſito do
- - ue
-
-
MICHELOZZO MICH, se
ue èhoggi,il choro,fu fatto la cappella, la tribuha, & il coro con ordine di Mi
chelozzo,e fornito di tutto punto l'anno 1439. Dopo fu fatta la libreria lun
ga braccia 8o,e larga 1a, tutta in volta di ſopra,edi ſotto, e con 64 banchi di le
gno di cipreſſo,pieni di belliſsimi libri. Appreſſo ſi diede fine al Dormento
rio, riducendolo in forma quadra; & insóma al chioſtro, ea tutte le commo
diſsime ſtanze di quel ciuento: Ilquale ſi crede, che ſia il meglio inteſo, e piu
, bello, e piu commodo, per tito, che ſia in Italia; mercè della virtù,3 induſtria
di Michelozzo, che lo diede finito del tutto l'anno 1452. Diceſi,che Coſimo
ſpeſe in queſta fabrica36mila ducati, e che métre ſi murò, diede ogni anno ai
fi 366.ducati per il vitto loro,Della edificazione,e ſagrazione del qual tem
pio ſi leggono invno Epitaffio di marmo ſopra la porta, che va in ſagreſtia
queſte parole. ; - - -
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g46 S E C O N D A P, A R T E
Si troua,che i danari, che ſpeſe Coſimo nella reſtaurazione di queſto pa
1azzo,furono pagati da Pigello portinari cittadin Fiorentino, ilqual allorain
Milanogouernaua il banco, è la ragione di Coſimo, 8 habitaua in dettopa
lazzo.Sono in Genouadima di Michelalcune opere di marmo, 8 di bronzo,
&in altriluoghi molte altre, che ſi conoſcon alla maniera, ma baſti hauer dei
to inſin quì di lui,ilquale ſi morì danni ſeſſantaotto, finella ſua ſepolta
ra ſotterrato in ſan Marco di Firenze. Il ſuo ritratto è di mano di fra Giouan
ni nella ſagreſtia di santa Trinita,nella figura d'un Nicodemo vecchio, con
vn Capuccio in capo, che ſcende Chriſto di croce.
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A NTO NIO E SIMONE 347
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3342. S E C O N D A P A R TE
l'ornamento della porta Capouana,&in quella molti trofei variati, 8 belli:
onde meritò,che quel Re gli portaſſe grid'amore, e rimunerádolo altaméte
della fatiche, adagiaſſe i ſuoi diſcédéti.E pche hauea Giuliano inſegnato a Be
“nedetto ſuo nipote l'arte delle Tarſie,l'architettura, &alauorar qualche co
ſa di marmo: Benedetto ſi ſtaua in Fiorenza, attendendo a lauorar di Tarſia,
ipche gl'apportaua maggior guadagno,che l'altre arti non faceuano. Quido
Giuliano da M.Antonio Roſello Aretino, ſegretario di papa Paulo II fu chia
mato a Roma al ſeruizio di il pòtefice,doue andato,gl'ordinò nel primo cor
tile del palazzo di s. Piero le logge di treuertino,cò tre ordini di colone;lapri
ma nel piano da baſſo,doue ſtà hoggi il piébo,& altri vſfizi; la ſeconda diſo
pra doue ſtà il Datario, 8 altri prelati: e la terza,e vltima,doue ſono le ſtize,
che riſpondono in ſul cortile ſi s.Piero,lequali adornò di palchi dorati,8 d'
altri ornamenti. Furono fatte ſimilmente col ſuo diſegno le logge di marmo
doue il papa dà la benedizzione; ilche fu lauoro grâdiss come ancor hoggi
ſi vede. Ma illo, che egli fece di ſtupéda marauiglia piu, che altra coſa fu ilpa
lazzo, che fece per quel papa, inſieme con la chieſa di s.Marco di Roma; do
ue andò vna infinita di treuertini, che furono cauati, ſecondo, che ſi dice, di
certe vigne, vicine all'arco di Goſtantino, che veniuano a eſſere contraforti
de'fondamenti di quella parte del coloſſeo, ch'è hoggi rouinata, forſe per ha
uer allentato quell'edifizio.Fu dal medeſimo papamadato Giuliano alla Ma
donna di Loreto,doue rifondò,e fece molto maggior il corpo di qlla chieſa,
che prima era piccola,e ſopra pilaſtri alla ſaluatica; ma noi andò piu alto,che
il cordone che vi era: Nelqualluogo conduſſe Benedetto ſuo nipote, ilqua
le,come ſi dirà,voltò poi la Cupola. Dopo eſſendo forzato Giuliano a torna
re a Napoli, per finire l'opere incominciate gli fu allogata dal Re Alfonſov
fa porta vicina al caſtello, doue andauano piu d'ottanta figure, leguali haue
ua Beneda lauorarin Fiorenza: ma il tutto, per la morte di quel Re, rimaſe
imperfetto, e ne ſono ancora alcune reliquie in Fiorenza nella Miſericordia,
e alcune altre n'erano al canto alla macine a tépi noſtri, lequali non ſo doue
hoggi ſi ritrouino Mainanzi, che moriſſe il Re,mori in Napoli Giuliano di
età di 7o anni, e fu con ricche eſequie molto honorato, hauendo il Refatto
veſtire abrunoso huomini, che l'accòpagnarono alla ſepoltura,e poi datoor
dine, che gli fuſſe fatto vin ſepolcro di marmo.Rimaſe Polito nell'auuiamto
ſuo,ilquale diede fine a canali per l'acque di poggio Reale.Et Benedattédé.
do poi alla ſcultura paſsò in eccellenza, come ſi dirà,Giuliano ſuo zio: e fucº
corrente nella giouanezza ſua d'uno ſcultore, che faceua di terra, chiamatº
Modanino da Modena,ilquale lauorò al detto Alfonſovnapietà con infini
te figure tonde, di terracotta colorite, le quali ci grandiſs. viuacità furono
condotte, e dal Re fatte porre nella chieſa di monte Oliueto di Napoli, mo"
naſterio in quelluogo honoratiſſimo. Nellaquale opera è ritratto il detto Re
inginocchioni, ilquale pareveramente piu che viuo. Onde Modaninofi
da lui con " premijrimunerato. Ma morto, che fu, come ſi è detto il
Re, Polito, S. Benedetto ſe ne ritornarono a Fiorenza: Doue non molto tem
po dopo.ſe n'andò Polito dietro a Giuliano per ſempre, furono le ſculture,
& Pitture di coſtoro circa gl'anni di noſtra ſalute 1447.
Fine della vita di Giuliano da Maiano.
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freddavia parodiafaneta
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st S E C O N D A PARTE
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fatta, che non è poſsibile imaginarſi di poter veder mai coſa fatta con piu dili
genza,nele piu delicate, o meglio " figurine di quelle. Dipinſe ſimilmé
teas.Domenico di Fieſolela tauola dell'Altar maggiore: laquale, perchefor
ſe pareua, che ſi guaſtaſſe è ſtata ritoccha da altri maeſtri, e peggiorata. Ma la
predella, 8 il ciborio del Sacramento ſonoſi meglio mantenuti; &infinite
figurine, che in vna gloria celeſte viſiveggiono ſono tante belle, che paiono
ueraméte di paradiſo; ne puo chi vi ſi accoſta ſaziarſi di vederle. Invnacap
pella della medeſima chieſa è di ſua mano in vna tauolala N.Donna anunzia
ta dall'Angelo Ghabriello,convn profilo diviſo tanto deuoto, delicato, ebé
fatto, che par veramente non davn'huomo, ma fatto in paradiſo: e nel cams
po del paeſe è Adamo, 8 Eua, chefurono cagione, che della Vergine incar
naſle il Redentore: Nella predella ancora ſono alcune ſtoriette belliſsime.
Ma ſopra tutte le coſe, che li Fra Giouáni, auanzò ſe ſteſſo, e moſtrò la ſom
ma virtù ſua, el'intellignza dell'arte in vna tauola,che è nella medeſima chie
ſaallato alla porta, entrando a man manca, nella quale Gieſu Chriſto incoro
nala N.Donna in mezzo avn choro d'Angeli, 8 in fravna multitudine infi
nita di ſanti,eſante,tanti in numero, tanto ben fatti, 8 coſi varie attitudini,
ediuerle arie di teſte, che incredibile piacere, e dolcezza ſi ſente in guardarle,
anzi pare, che queſoiriti beati, non poſsino eſſere in cielo altrimente, o per
meglio dire, ſe haueſſero corpo, non potrebbono: percioche tuttei ſanti, e
le ſante, che vi ſono, non ſolo ſono viui, & con arie delicate, e dolci, ma tut
to il colorito di quell'opera parche ſia di mano d'un ſanto, o d'un Angelo,
come ſono; onde a gran ragione fu ſempre chiamato queſto da ben religio
ſo,Frate Giouanni Angelico. Nella predella poi le ſtorie, che vi ſono dellas.
Donna,e di s. Domenico,ſono in quel genere diuine;&io per me poſſo con
verità affermare, che non veggio mai queſta opera, che non mi paia coſa nuo
ua,ne me ne parto mai ſazio. Nella capella ſimilmente della Nunziata di Fi
renze, che fece fare Piero di Coſimo deMedici, dipinſe i ſportelli dell'Arma
rio, doue ſtanno l'argenterie, di figure piccole, condotte con molta diligen
za, Lauorò tante coſe queſto padre, che ſono per le caſe de'Cittadini di fie
renze, che io reſto qualche volta marauigliato, come tanto, e tanto benepo:
teſſe, eziandio in molti anni, condurre perfettamente vn'huomo ſolo. Iluol
to R. Don Vincenzio Borghini Spedalingo degl'Innocenti ha di mano di
queſto padre vna N. Donna piccola belliſsima: & Bartolomeo Gondiamº
store di queſti artial pari di qualſivoglia altro gentilhuomo, ha vin quadro
grande,vn piccolo, 8 vna croce di mano del medeſimo. Le pitture ancora,
che ſono nell'arco ſopra la porta di s.Domenico ſono del medeſimo. E in
- s.Trinia
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re, non penſando all'autorità del pontefice. Schiuò tutte le azzioni del mon
do: & pura, eſantamente viuendo fu de poueri tanto amico, quanto penso,
che
F, G I O V A N N I g6;
che ſiahoral'anima ſua del cielo. Si eſercitò continuamente nella pittura»
ne mai volle lauorare altre coſe, che di ſanti. Potette eſſer ricco, e non ſe ne
curò,anzi uſaua dire, che la vera ricchezza non è altro, che contentarſi del po
co. Potette comandare a molti, e non uolle; dicendo eſſer men fatica, & mä
co errore ubidire altrui. Fu in ſuo arbitrio hauere dignità ne frati,e fuori, e
non le ſtimò; affermandonò cercare altra dignità, che cercare di fuggirel'in
ferno, & accoſtarſi al paradiſo. E di uero qual dignità ſi puo a quella parago
nare,laqual deuerebbono i religioſi,azi pur tutti gl'huomini, cercare? E che
in ſolo Dio, 8 nel viuere uirtuoſamente ſi ritruoua? Fu humaniſsimo, e ſo
brio; e caſtamente uiuendo,dai lacci del mondo ſi ſciolſe, uſando ſpeſſe fia
te di dire,che chi faceua quaſta arte,haueua biſogno di quiete, e di viuere ſen
zapenſieri: e che chi fa coſe di Chriſto, con Chriſto deue ſtar ſempre. Non
fu mai ueduto in collera tra i frati; ilche grandiſsima coſa, e quaſi impoſsibi
le mi pare a credere: & ſoghignando ſemplicemente haueua in coſtume d'a
moniregl'amici. Con amoreuolezza incredibile, a chiunche ricercaua ope
re da lui diceua,che ne faceſſe eſſer contentoil priore, e che poi non manche
rebbe, Inſomma fu queſto, non mai abaſtanza lodato padre in tutte l'ope
re,e ragionamenti ſuoi humiliſsimo, e modeſto, e nelle ſue pitture facile, e de
uoto; & i ſanti, che egli dipinſe, hanno piu aria, e ſomiglianza di ſanti, che
quegli di qualunche altro. Haueua per coſtume non ritoccare, ne raccone
ciar maialcuna ſua dipintura, ma laſciarle ſempre in quel modo, che erano
venute la prima volta;p creder(ſecódo,ch'egli diceua) che coſifuſſe la volonta
di Dio. Dicono alcuni, che fra Giouanni non harebbe meſſo mano ai penel
li, ſe prima non haueſſe fatto orazione. Non fece mai crucifiſſo, che non ſi
bagnaſſe le gote dilagrime. Onde ſi conoſce nei volti, e nell'attitudini del
le ſue figure la bonta del Sincero, e grande animo ſuo nella religione Chris
ſtiana. Morì d'anni ſeſsatotto nel i 455. E laſciò ſuoi Diſcepoli Benozzo Fio
rentino,che imitò ſempre la ſua maniera: Zanobi Strozzi, che fece quadri, e
tauole per tutta Fiorenza, per le caſe de'Cittadini, e particolarmente vnata
uola poſta hoggi nel tramezzo di s.Maria Nouella allato a quella di fra Gioui
ni;& vna in s.Benedetto Monaſterio de'Monaci di camaldoli, fuor della por
ta a Pinti, hoggi rouinato; la quale è al preſente nel Monaſterio degl'Angeli,
nella chieſetta di s.Michele, inanzi che ſi entri nella principale, a man ritta,
andando verſo l'altare, apoggiata al muro, e ſimilmente vna tauola in s.Lu
cia alla capella de'Naſi: & vn'altra in s.Romeo: & in guardaroba del Duca
è il ritratto di Giouanni di Bicci de Medici, e quello di Bartolomeo Valori
in vno ſteſſo quadro, di mano del medeſimo. Fu anco diſcepolo di fra Gioa
uanni Gentile da Fabbriano. e Domenico di Michelino, ilquale ins, Apoli
nare di Firenze fece la tauola all'altare di s.Zanobi, & altre molte dipinture.
Fu ſepolto fra Giouanni dai ſuoi frati nella Minerua di Roma lungo l'entra
ta del fianco, appreſſo la ſagreſtia in un ſepolcro di marmo tondo, e ſopra eſe
ſo egli ritratto di naturale. Nel marmo ſi legge intagliato queſto Epitaffio
Non mihiſit laudi,quoderamuclutalter Apelles;
Sed quodlucratuisomnia Chriſte daban:
Alteranamterris opera extant, altera coelo.
Vrbs ne Ioannenfostult Actbrurie.
364 S E C O N D A P A R T E
Sono di mano di fra Giouanni in s.Maria del Fiore due grandiſsimi librimi
ninti diuinaméte,i quali ſono tenuti con molta venerazione, e riccamete ador
nati,neſiueggiono ſe non negiorni ſolenniſsimi.
Fu ne'medeſimi tempi di fra Giouanni celebre, e famoſo Miniatore vn'At
tauante Fiorentino, " non ſo altro cognome, ilquale fra molte altre
coſe mini) vn ſilio Italico, che è hoggi in s.Giouanni, e Polo di Vinezia; dela
laquale opera non tacerò alcuni particolari, ſi perche ſono degni d'eſſerein
cognizione degl'Artefici,ſi perche non ſi truouach'io ſappia altra opera dice
ſtui: neanco di queſta hauerei notizia. Se l'affizione, che a queſte nobili Ars
ti porta il Molto R.M.Coſimo Bartoli,gentilhuomo Fiorentino, non mi ha
ueſſe di cio dato notizia,accio non ſtia come ſepolta la virtù d'Attauante. In
detto libro dunque la figura di Silio ha in teſta vna celata chriſtata d'oro, X
vna corona di lauro: " vna corazza azurra tocca d'oro all'antica; nella
ma deſtravn libro, e la ſiniſtra tiene ſopravna ſpada corta.Sopra la corazza ha
vna clamide roſſa affibbiata covn gruppo dinizi, e gli pede " ſpalle frega
ta d'oro. Il roueſcio dellaquale clamide appariſce cangiante, e ricamato aro
ſette d'oro. Ha i calzarettigialli, e poſa in ſul pie ritto in vna Nicchia. La
figura, che dopo in queſta opera rappreſenta Scipione Africano, ha indoſſo
vna corazza gialla, i cui pendagli,e maniche di colore azurro, ſono tuttirica
mati d'oro. Ha in capovna celata con due Aliette, 8cvn peſce per creſta. L'ef
figie del giouane è belliſsima,e bionda;& alzando il deſtro braccio fieramen
te, ha in manovna ſpada nuda; e nella ſtanca tienela guaina, che èroſſa, erica
mata d'oro. Le calze ſono di color verde,e ſemplici: &la clamide, che è azur
ra ha il di dentro roſſo con vn fregio attorno d'oro; &agruppata auanti alla
fontanella,laſcia il dinazitutto aperto, cadendo dietro con bellagrazia.Que
ſto giouane che è invna Nichia di miſchi verdi,ebertinico calzati autitica
mati d'oro guarda con ferocità ineſtimabile Annibale che gli è all'incótrond
l'altra faccia dellibro. E la figura di queſto Annibale d'età di anni 36incitº
ca; fa due creſpe ſopra il naſo a guiſa di adirato, e ſtizzoſo, S: guarda ancor,
eſſa fiſo Scipione. Ha in teſta vina celata gialla, per cimierovn Drago verde,
egiallo; e per ghirlandavn ſerpe. Poſa in ſul pie ſtanco, 8 alzato il braccio
deſtro,tiene con eſſo vin'aſta d'un pilo antico, o vero partigianetta. Halacº
razza azurra,S: i pendagli parte azurri,e parte gialli, cole maniche cangianti
d'azurro,e roſſo, 8 i calzaretti gialli. La clamide è cangiante di roſſo, egialle,
aggruppata in ſulla ſpalla deſtra, e foderata di verde e tenendo la mano ſtan
cain ſulla ſpada poſa in vnaNicchia di miſchi gialli,biáchi, & cangianti. Nel
l'altra faccia è Papa Nicola quinto, ritratto di naturale, convn manto Cangi
tepagonazzo,e roſſo, e tutto ricamato d'oro. E ſenza barba in profiloaft
to; e guarda verſo il principio dell'opera, che è ditincontro; & con la man
deſtra accenna verſo quella, quaſi marauigliandoſi. La Nicchia è verde, bi
ca,e roſſa. Nel fregio poi ſono certe mezze figurine in vn componimentofi:
to d'ouati, e tondi, 8 altre coſe ſimili convna infinita d'Vcelletti, e puttini
tanto ben fatti, che né ſi puo piu diſiderare. Vi ſono appreſſo in ſimile manie
ra Hannone Cartagineſe, Aſdrubale, Lelio, Maſsiniſſa.C.Salinatore, Nero
ne, Sempronio, M.Marcello, Q. Fabio,l'altro Scipione, e Vibio. Nella fine
del libro ſi vede vn Marte ſopravna carretta antica,tirata da due ausi 1,
F, G I O V A N N I 36;
ſi. Ha in teſta vna celata roſſa, e d'oro, con due aliette nel braccio ſiniſtro,
vno ſcudo antico, che lo ſporgeinanzi, e nella deſtra vna ſpada nuda. Poſaſo
pra il piemanco ſolo, tenendo l'altro in aria. Havna corazza all'antica tut
ta " d'oro,e ſimili ſono le calze, 8 i calzaretti. La clamide è azurra di
ſopra, e di ſotto tutta verde ricamata d'oro. La carretta è coperta di drappo
roſſo ricamato d'oro con vna banda d'ermellini attorno: & è poſtain vina
Campagna fiorita,e verde, ma fra ſcogli, e ſaſsi. E da lontano vede paeſi, e cit
tà in un'aere d'azurro eccelletiſs.Nell'altra faccia vn Nettunnogiouane ha il
ueſtito a guiſa d'una Camicia lunga, ma ricamata a torno del " che è la
terretta uerde. La carnagione è pallidiſsima, nella deſtra tiene un triden
te piccoletto, & con la ſiniſtra s'alza la ueſta roſa con amendue i piedi ſopra
la carretta,che è coperta di roſſo ricamata d'oro, e fregiato intorno di zibel
lini'. Queſta carretta ha quattro ruote, come quella del Marte, ma è tirata da
uattro Delfini,ſonui tre Ninfe Marine,due putti, 8 infiniti peſci, fatti tntti
i" ſimile alla terretta;& in aere belliſsime.Vi ſi uede dopo Car
tagine diſperata,laquale è una Donna ritta,e ſcapigliata, e di ſopra ueſtita di
verde, e dal fianco in giu aperta la veſte , foderata di drappo roſſo ricamato
d'oro per laquale apritura ſi viene avederevn'altra veſte, ma ſottile, 8 cana
iante di paonazzo,e bianco. Le maniche ſono roſſe,e d'oro, con certi ſgon
i" ſuolazi, che fa la veſta di ſopra, porge la mano ſtanca verſo Roma, che l'è
all'incontro, quaſi dicendo, che vuoi tu ? io ti riſponderò; e nella deſtra ha
vna ſpada nuda, come infuriata. I calzari ſono azurri, e poſa ſopravnoſco
glio in mezzo del mare, circondato da vn'aria belliſsima. Roma è vna gioua
ne tanto bella quanto puo huomoimaginarſi, ſcampigliata, con certe trecce
fatte con infinita grazia è veſtita di roſſo
puramente, convn ſolo ricamo da
piede. Il Roueſcio della veſte è giallo, 8 la veſte di ſotto, che per l'aperto ſi
vede, è di cangiante paonazzo,e i; . I calzari ſono verdi, nella man dea
ſtra ha vno ſcetro, nella ſiniſtravn mondo, e poſa ancora eſſa ſopravnoſco
glio, in mezzo d'un Aere, che non puo eſſere piu bello. Ma ſi bene io mi ſo
no ingegnato, come ho ſaputo il meglio di moſtrare con quanto artifizio ſuſ
ſero queſte figure da Attauante lauorate, niuno creda però, che io habbia
detto pure vna parte di quello, che ſi puo dire della bellezza loro, eſſendo,
che per coſe di que tempi non ſi puo di minio veder meglio, nelauoro fatto
con piu inuenzione, giudizio, e diſegno: e ſopratutto i colori non poſſono
eſſere piu belli,ne piu delicatamente ai luoghi loro poſti, con grazioſiſsima
grazia. -
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Vita di Leon Batista e Alberti e Architetto
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VITA D'ANTONELLO DA MESSINA
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VAND o io conſidero meco medeſimole diuerſe qualità
debenefizi, &vtili, che hanno fatto all'arte della pittura
molti Maeſtri, che hanno ſeguitato queſta ſeconda manie
ra; non poſſo, mediante i" operazioni, ſe non chia
marli veramente induſtrioſi, 8 eccellenti. hauendo egli
! no maſsimamente cercato di ridurre in miglior grado la
" diſagio, o ſpeſa, o ad alcun loro in
tereſſo particolare." iadunque di adoperare in ſu le tauole, & in
ſulle tele non altro colorito, che a tempera; ilqual modo fu cominciato da
Cimabuel'anno 125o. nello ſtare egli con quegreci: eſeguitato poi da Gior
to- e dagl'altri de'quali ſi è in ſino a qui ragionato; ſi andaua continuando
il medeſimo modo di fare ſe ben conoſceuano gl'Artefici, che nelle pitture a
tempera manca uano l'opere d'una certa morbidezza,e viuacità, che harebbe
potuto arrecare,trouâdola,piu grazia al diſegno, vaghezza al colorito,e mag
gior facilità nell'unire i colori inſieme; hauendo eglino ſempre vſato di trat
teggiare l'opere loro, per punta ſolamente di pennello: Ma ſe bene molti ha
ueuano,ſofiſticando, cercato di tal coſa, non però haueua niuno trouato mo
do, che buono fuſſe; nevſando vernice liquida o altra ſorte di colori meſco
lati nelle tempere. E fra molti, che cotali coſe,o altre ſimili prouarono, ma in
uano, furono Aleſſo Baldouinetti,Piſſello, 8 molti altri,a niuno de'qualinò
riuſcirono l'opere di quella bellezza, 8 bontà, che ſi erano imaginato. E qui
doanco haueſsino quello, che cercauano,trouato, mancaualoro il modo di
fare, che le figure intauola poſaſsino, come quelle, che ſi fanno in muro, 8 il
modo ancora di poterlelauare, ſenza che ſe n'andaſſe il colore, e che elle reg
geſsino, nell'eſſere maneggiate, ad ogni percoſſa. Delle quali coſe,ragunan
doſi buon numero d'Arrefici,haueuano ſenza frutto, molte uolte diſputato.
Queſto medeſimo diſiderio haueuano molti eleuati ingegni, che attendeua
no alla pittura fuor d'Italia,cio ei pittori tutti di Francia, Spagna, Alemagna
& d'altri prouincie. Auuenne dunque ſtando le coſe in queſti termini, che
lauorando in Fiandra Giouanni da Bruggia, pittore in quelle parti molto ſti
mato,per la buona pratica, che ſi haueua nel meſtiero acquiſtato, che ſi miſe
a prouarediuerſe ſorti di colori, e come quello, che ſi dilettaua dell'archimia,
a far di molti olij,per far vernici,8 altre coſe, ſecondo i ceruelli degl'huomi
ni ſofiſtichi, come egli era. Hora hauendovna volta fra l'altre durato gran
diſsima fatica in dipignerevna tauola, poi, che l'hebbe con molta diligenza
condotta a fine,le diede la vernice, e la miſe a ſeccarſi al sole, come ſi coſtuma:
Ma,o perche il caldo fuſe violente,o forſe mal commeſſo il legname, o male
ſtagionato, la detta tauola ſi aperſe in ſulle commettiture di mala ſorte. La
onde, ueduto Giouanni il nocumento, che le haueua fatto il caldo del ſole,
deliberò di far ſi che mai piu gli farebbe il ſole coſi gran danno nelle ſue ope
re. E coſi recatoſi non meno a noia la vernice, che i a tempera, co
minciò a penſare di trouar modo di fare vna ſorte di vernice, che ſeccaſſe al
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376 S E C O N D A P A R T E
l'ombra, ſenza mettere al ſole, le ſue pitture. Onde poi che hebbe molte co
ſe ſperimentate,e pure, e meſcolate inſieme, alla fine trouò, che l'Olio di Se
me di Lino, e quello delle Noci,fra tanti, che n'haueua prouati; erano piu ſec
cateui di tutti gl'altri. Queſti dunque bolliti con altre ſue miſture, gli fecero
la vernice,che egli,anzi tutti i pittori del mondo haueuano lungamente diſi
derato. Dopo fatto ſperienza di molte altre coſe,vide, che il meſcolare i colo
ri con queſte ſorti d'olij,daualorovna tempera molto forte; e che ſecca non
ſolo non temeua l'acqua altrimenti, ma accendeua il colore tanto forte, che
gli daua luſtro da per ſe ſenza vernice. Et quello, che piu gli parue mirabile
fu,che ſi vniua meglio, che la tempera infinitamente. Per cotale inuenzione
rallegrandoſi molto Giouanni, "come era ben ragioneuole diede principio
a molti lauori, etn'empie tutte quelle parti con incredibile piacere depo
poli,e vtile ſuo grandiſsimo, ilquale aiutato di giorno in giorno dalla ſperi:
za, andò facendo ſempre coſe maggiori, 8 migliori. Sparſa non molto "
la fama dell'inuenzione di Giouanni, non ſolo per la Fiandra,ma per l'Italia,
S molte altri parti del mondo, miſe in diſiderio grandiſsimo gl'Artefici di
ſapere in che modo egli deſſe all'opere ſue tanta perfezzione. Iquali Attefici
perche vedeuano l'opere,e non ſapeuano quello, che egli ſi adoperaſſe,erano
coſtretti a celebrarlo, e dargli lode immortali, 8 in vn medeſimo tempo vir
tuoſamente inuidiarlo:E maſsimamente, che egli per vn tempo non volle da
niuno eſſerveduto lauorare,ne inſegnare a neſſuno il ſegreto. Ma diuenuto
vecchio, ne fece grazia finalmente a Ruggieri da Bruggia ſuo creato, e "
gieri ad Auſſe ſuo Diſcepolo, 8 agl'altri de quali ſi parlò, doue ſi ragiona del
colorire a olio nelle coſe di pittura. Ma con tutto cio, ſe bene i Mercantine
faceuano incetta, e ne mandauano per tutto il mondo a Principi, e gran per
ſonaggi con loro molto vile,la coſa non vſciua di Fiandra. Etancora,checº
tali pitturehaueſsino in ſe quell'odore acuto, cheloro dauano i colori, egli
olij meſcolati inſieme, e particularmente quando erano nuoue, onde pare:
ua,che fuſſe poſsibile conoſcergli, non però ſi trouò mai nello ſpazio di mol
ti anni. Ma eſſendo da alcuni Fiorentini, che negoziauano in Fiandra, 8 in
Napoli, mandata al Re Alfonſo primo di Napoli vna tauola con molte figure
lauorata a olio da Giouanni,la quale, per la bellezza delle figure, e per la nuo
ua inuenzione del colorito fu a quel Re cariſsima, concorſero quanti pittori
erano in quel regno per vederla, e da tutti fu ſommamente lodata. Horaha
uendo vn'Antonello da Meſsina, perſona, di buono, e deſto ingegno, S&ac
corto molto, e pratico nel ſuo meſtiero atteſo moltiani al diſegno in Roma,
fi era prima ritirato in Palermo, e quiui lauorato molti anni, 8 in ultimo a
Meſsina ſua patria,douehaueua con l'opere confirmata, la buona openione
che haueua il paeſe ſuo della virtù,chehaueua di beniſsimo dipignere. Co
ſtui dunque,andido vna volta per ſue biſogne di Sicilia a Napoli inteſe, che
al detto Re Alfonſo era venuta di Fiadra la i tauola di mano di Gio
uanni da Bruggia, dipinta a olio, perſi fatta maniera, che ſi poteualauate;
reggeua ad ogni percoſſa, 8 haueua in ſe tutta perfezzione. Perche fatta ope
ra di vederla, hebbono tanta forza in lui la viuacità de'colori, e la bellezza, º
unione di quel dipinto, che meſſo da parte ogni altro negozio,e penſieroſº
n andò in Fiandra. Et in Bruggia peruenuto, preſe dimeſtichezza grandiſsia
ma
A LE SS O B A L D O V IN ET TI 377
ma col detto Giouanni, facendogli preſente di molti diſegni alla maniera Ita
liana, e d'altre coſe. Talmente " per queſto, per l'oſſeruanza d'Antonello,
e per trouarſi eſſo Giouannigia vecchio; ſi contentò, che Antonello vedeſſe
l'ordine del ſuo colorire a olio: onde " non ſi parti di quel luogo che heb
be beniſsimo appreſo quel modo di colorire, che tanto diſideraua. Ne dopo
molto, eſſendo Giouanni morto, Antonello ſe ne torno di Fiandra, per riue
der la ſua patria, e pfar l'Italia partecipe di coſivtile,bello,e cómodo ſegreto.
E ſtato pochi meſi a Meſsina, ſe n'andò a Vinezia; doue, per eſſere perſona
molta dedita a piaceri, e tutta venerea ſi riſoluè habitar ſempre; e quiui fini
re la ſua vita,douehaueua trouatovn modo di viuere apunto, ſecondo il ſuo
guſto. Perche meſſo mano a lauorare,vi fece molti quadri a olio, ſecodo,che
in Fiandra haueuaimparato, che ſono ſparſi per le caſe de Gentilhuomini di
quella Città,iquali, per la nouità di quel lauoro vi furono ſtimati aſſai. Mol
ti ancora ne fece, che furono mandati in diuerſi luoghi. Alla fine,hauendoſi
egliquiui acquiſtato fama, e gri nome,gli fu fatta allogazione d'una tauola,
i" andauain S.Caſſano, parocchia di quella città lagual tauola fu da Anto
nello ci ogni ſuo ſapere ſenza riſparmio di tempo lauorata: E finita, per la no
uità di quel colorire, e per la bellezza delle figure,hauendole fatte con buò di
ſegno,fu comendata molto, e tenuta in " poi il nuouo
ſegreto, che egli haueua in quella città,di Fiandra portato, fu ſempre amato,
e carezzato da que Magnifici Gentilhuomini, quanto durò la ſua vita.
Fra i pittori, che allora erano in credito in Vinezia era tenuto molto Ecc. -
vn Maeſtro Domenico. Coſtui ariuato Antonello in Venezia, gli fece tutte
quelle carezze,e corteſie,che maggiori ſi poſſono fare avn cariſsimo, e dolce
amico. Perlo che Antonello, che non volle eſſer vinto di corteſia da M.Do
menico,dopo non molti meſi gl'inſegnò il ſecreto,e modo di colorire a olio.
Della qual corteſia, &amoreuolezza ſtraordinaria, niun'altra gli ſarebbe po
tuta eſſer piu cara: & certo a ragione, poi che, per quella,ſi come imaginato ſi
era, fu poi sépre nella patria molto onorato. E certo coloro sono inginati in
di groſſo, che penſano, eſſendo auariſsimi, anco di quelle coſe, che loro non
coſtano,douere eſſere da ognuno, per i loro begliocchi, come ſi dice, ſeruiti.
Le corteſie di Maeſtro Domenico Viniziano cauarono di mano d'Antonel
lo, quello, che haueua conſue tante fatiche, e ſudoriprocacciatoſi; e quello,
che forſe per groſſa ſomma di danari non hauerebbe a niuno altro concedu
to. Ma perche di M. Domenico ſi dirà quando fia tempo quello, che lauoraſ
ſe in Firenze, 8 a cui fuſſe liberale di quello, che haueua da altri corteſemen
te riceuuto; dico, che Antonello,dopo la tanola di S.Caſſano,fece molti qua
dri,e ritratti a molti getilhuomini Viniziani. E m Bernardo Vecchietti Fio
-
rentino ha di ſua mano in vno ſteſſo quadro S.Franceſco, 8 S.Domenico,
molto belli. Quando poi gl'erano ſtate allogate dalla Signoria alcune ſtorie
in palazzo; lequali non haueuano voluto concedere a Franceſco di Monſi
gnore Veroneſe, ancora, che molto fuſſe ſtato fauorito dal Duca di Mantoa;
egli ſi ammalò di mal di punta, e ſi morì,d anni 49 - ſenza hauere pur meſſo
mano all'opera. Fu " rtefici nell'eſſequie molto honorato; per il dono
º fatto all'Arte della nuoua maniera di colorire, come teſtifica queſto epitaffio.
373 sE co NDA PARTE
D. O. M.
Antonius pictor,precipuum Meſſana ſue,orſicili e totius ornamentum, bachumoca
tegitur. Non ſolumſuis picturis, in qubus ſingulare Artificium, e venutasfuit, ſed, or
uodcoloribus oleomiſcendis ſplendorem, e perpetuitatem primus Italice picture contu
tſumo ſemper artificium ſtudio celebratus.
Rincrebbe la morte d'Antonello a molti ſuoi amici; & particolarmente
ad Andrea Riccio ſcultore, che in Vinezia nella corte del palazzo della Si
gnoria lauorò di marmo le due ſtatue, che ſi veggiono ignude di Adamo, e
Èua,che ſono tenute belle. Tale fula fine d'Antonello, " deono certa
mente gl'Artefici noſtri hauere non meno obligazione dell'hauere portato
in Italia il modo di colorire a olio, che a Giouanni da Bruggia,d'hauerlotro
uato in Fiandra: hauendo l'uno el'altro beneficato, 8 arricchito queſt'arte.
Perche, mediante queſta inuenzione ſono venuti di poi ſi eccellenti gl'Arte
fici,che hanno potuto far quaſi uiuele loro figure. La qual coſa tato piu deb
be eſſere in pregio, quanto manco ſi troua ſcrittore alcuno, che queſta manie
radi colorire aſſegni agl'antichi. E ſe ſi poteſſe ſapere, che ella non fuſſe ſta
ta veramente appreſſo di loro, auanzarebbe pure queſto ſecolo l'eccellenze
dell'antico in queſta perfezzione: Ma perche,ſi come non ſi dice
coſa,che né ſia ſi altra volta detta, coſi forſe non ſi
fa coſa, che forſe non ſia ſtata fatta; me la
paſſerò ſenza dir altro. E lodan
do ſommamente co
loro, che
oltre al diſegno, aggiungono ſempre all'arte qualche coſa
attenderò aſcriuere degl'altri.
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tre,hauendole afferrate chi grandi, 8 chi piccole, con vno ſtrignere di denti
horribile,S con geſti tutti crudeli, 8 rabbioſi. Etnientedimeno infraſiter
ribile aſſalto,S.Stefano ſicuriſsimo, 8 col viſo leuato al Cielo, ſi dimoſtra con
gradiſsima carità,8&feruore ſupplicare a l'eterno Padre, per quegli ſteſsi, che
fi vccidono. Conſiderazioni certo belliſsime, e da far conoſcere altrui,quito
vaglia la inuenzione, 8 il ſaper " nelle pitture. Il che ſibene
r oſſeruò coſtui, chein coloro, che ſotterrano S.Steffece attitudini ſi doléti,&
alcune teſte ſi afflitte,edirotte nel pianto che e non è apena poſsibile di guar
i darle, ſenza commuouerſi. Dal'altra banda fece la " predica, il bat
teſimo,la cena d'Erode, S&la decollazione di S.Giouanni Batiſta: Doue nella
g faccia di lui predicante, ſi conoſce il diuino ſpirito: & nelle turbe che aſcolta
r- no, i diuerſi mouimenti,e lallegrezza, e l'afflizzione coſi nelle donne come
negli huomini,aſtratti, 8. " i tutti negli ammaeſtramenti di S Giouanni.
. Nel batteſimo ſi riconoſce la bellezza, 8 la bontà; & nella Cena di Erode, la
maeſtà del conuito,la deſtrezza di Erodiana, lo ſtupore de'conuitati,8 lo at
triſtamento fuori di maniera, nel preſentarſi la teſta tagliata, dentro al baci
i no. Veggonſi intorno al conuito infinite figure con molto belle attitudini,
& ben condotte, 8 di panni, & di arie di " i quali ritraſſe allo ſpecchio
ſe ſteſſo veſtito di nero,in habito da Prelato, & il ſuo diſcepolo fra Diamante
-
doue " s. Stefano. Et in vero, queſta opera fu la piu eccellente di tut
te le coſe tue,ſi per le conſiderazioni dette di ſopra, 8 ſi perhauer fatto le fi
gure alquanto maggiori, che il viuo. Ilche dette animo a chi venne dopo lui,
di ringrandire la maniera. Fu tanto per le ſue buone qualità ſtimato, che mol
te coſe,che di biaſimo erano alla vita ſua,furono ricoperte, mediante il grado
di tanta virtù. Ritraſſe in queſta opera M.Carlo i" di Coſimo de
Med: ilquale era allora propoſto di quella chieſa,laquale fu da lui, e dalla ſua
caſa molto henificata. Finita che hebbe queſt'opera l'anno 1463 dipinſe a té
peravna tauola, per la chieſa di S. Iacopo di Piſtoia dentrouivna Nunziata
molto bella, per M.lacopo Bellucci,ilqualvi ritraſſe di naturale molto viua
mente. In i di Pulidoro Bracciolini è in vn quadro vna Natiuita di N.D6
ma di ſua mano: E nel Magiſtrato degl'Otto di Firenze è in vn mezzo tondo
dipinto a tempera vna N. Donna col figliuolo in braccio. In caſa Lodouico
Caponi in vn'altro quadro vna N.Donna belliſsima: & appreſſo di Bernar
i do Vecchietto gentil'huomo Fiorentino, e tanto virtuoſo, e da bene quanto
piu non ſaperei dire, è di mano del medeſimo in vn quadretto piccolo vn S.
Agoſtino, che ſtudia belliſsimo. Ma molto meglio è vn S Hieronimo in pe
nitenzia della medeſima grandezzain Guardaroba del Duca Coſimo. E ſe
fra Filippo fu raro in tutte le ſue pitture, nelle piccole ſuperò ſe ſteſſo: perche
le fece tanto grazioſe, e belle, che non ſi puo far meglio: come ſi puo vedere
nelle predelle di tutte le tauole, che fece. Inſomma fu egli tale, che ne'tempi
ſuoi niuno lo trapaſſò, & ne'noſtri pochi. E Michelagnolo l'ha non pur cele
brato ſempre, ma imitato in molte coſe. Fece ancora per la chieſa di S. Dome
CCC
39e S E C O N D A P A :R T E
nicovecchio di Perugia, che poi è ſtato poſta all'altar maggiore vina tauola,
dentrouila N. Donna,s.Piero,s.Paulo,s. Lodouico,es.Antonio Abbate. M.
Aleſſandro degl'Aleſſandri,allora Caualiere, 8 amico ſuo gli fece fare per la
ſua chieſa di Villa,aVincigliata nel Poggio di Fieſole, in vna tauola vn s.Lo
renzo, & altri ſanti, ritraendoului,e dua ſuoi figliuoli. Fu fra Filippo molto
amico delle perſone allegre, 8 ſempre lietamente viſſe: A fra Diamantefe
Cc i della pittura, ilquale nel Carmino di Prato lauorò molte
pitture; & della maniera ſua imitandola aſſai ſi fece honore, perche even
nea ottima perfezzione. Stette con fra Filippo in ſua giouentù Sandro Bo
ticello, Piſello,Iacopo del ſellaio Fiorentino, che ins.Friano fece due tauole
& vna nel Carmino,lauorata a tempera, S& infiniti altri maeſtri, ai quali ſem
pre con amoreuolezza inſegnò l'arte. Dele fatiche ſue viſſe onoratamente,
& ſtraordinariamente ſpeſe, nelle coſe d'amore, dellequali del continuo,mé
tre, che viſſe fino a la morte ſi dilettò. Fu richieſto per via di Coſimo deve
dici dalla comunità di Spoletti, di fare la cappella nella chieſa principale del
la N.Donna; laquale,lauorando inſieme con fra Diamante, conduſſe abo
niſsimo termine; ma ſoprauenuto dalla morte non la potette finire. Percio
che dicono, che eſſendocgli tanto inclinato a queſte ſuoi beati amori alcuni
parenti della donna da lui amata,lo fecero auuelenare. Fini il corſo dellavi
ta ſua fra Filippo di età d'anni 57.nel 1438.&a fra Diamante laſcio ingouer
no per teſtamento Filippo ſuo figliuolo,ilquale fanciullo di dieci anni, impa
rando l'arte da fra Diamante,ſeco ſe ne tornò a Fiorenza portidoſene fra Dia
mante 3oo, ducati.che per l'opera fatta ſi reſtauano ad hauere da le comuni
tà: de quali comperati alcuni " per ſe proprio, poca parte fece alfanciul
lo. Fu acconcio Filippo con Sandro Botticello, tenuto allora maeſtroboniſ
ſimo. Et il vecchio ſi ſotterrato in vn ſepolcro di marmo roſo,S&bianco,fat
toporre dagli Spoletini, nella chieſa che edipigneua. Dolſe la morte ſua a
molti amici, 8 a Coſimo de'Medici, particolarmente, S a Papa Eugenio, il
quale in vita ſua volle diſpenſarlo, che poteſſe hauere per ſua "
la Lucrezia di Franceſco Buti; laquale per potere far di ſe, e dell'appetito ſuo
come gli pareſſe, non ſi volte curared'hauere, Mentre che Siſto 1 1 1 1. uiue
ua. Lorenzo de'Medici, fatto ambaſciator da Fiorentini,fece la via di Spoleti,
per chiedere a quella comunità il corpo di fra Filippo, per metterlo in S.Ma
ria del Fiore in Fiorenza, ma gli fu i" da loro, che eſsi haueuano care
ſtia d'ornamento, 8 maſsimamente d'huomini eccellenti: perche per ono
rarſigliel domandarono in grazia, aggiugnendo, che hauendo in Fiorenza
infiniti huomini famoſi,S quaſi di ſuperchio che evoleſſe fare ſenza queſto:
& coſi non l'hebbe altrimenti. Bene è vero che deliberatoſi poi di honorar
lo in quel miglior modo che poteua, mandò Filippino ſuo figliuolo a Roma
al Cardinaledi Napoli, per fargli vna cappella. Il quale paſſando da Spoleti,
per commeſsione di Lorenzo fece fargli vina ſepoltura ſi marmo ſotto l'or
gano, e ſopra la ſagreſtia; doue ſpeſe cento ducati d'oro; iguali pagò Nofri
Tornaboni maeſtro del banco de Medici, 8 da M.Agnolo Poliziano gli fe
ce fare il preſente epigramma,intagliato indetta ſepoltura di lettere antiche.
Con
FR A FILIPPO L Ip pl 591
conditusbicegoſianpictureſanaPhilippus, -
a
Nulliignota mee eſt gratiamiramamus,
- - Artificespotuidigitis animare colores,
Sperataque animosfalere uoce diu.
Ipſa meisſtupuitnatura expreſſa figuris;
Mequeſuis faſſa eſt artibus eſſeparem.
Marmoreo Tumulo Medices Laurentiushicme,
Condidit:ante humilipulueretectuseram.
Diſegnò fra Filippo beniſsimo, come ſi puo vedere nel noſtro libro di di.
ſegnide piu famoſi dipintorie particolarmente in alcune carte, dove è di
gnata la tauola di s.Spirito, 8 in altre doue è la cappella di Prato.
P A O L O R O M A N O
S C v L T o R E.
392 s E c o N D A PAR r è -
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dello della ſua chieſa, e della facciata, e delle ſcale,in quel modo, che hoggi ſi
veggiono. Affermano molti, che il diſegno della chieſa a ſan Piero a monto
zio in Roma fu di mano di Baccio, ma io non poſſo dire con verità d'hauere
trouato, che coſi ſia. Laqualchieſa fu fabricata a ſpeſe del Re di Portogallo,
quaſi nel medeſimo tempo, che la nazione Spagnuola fece farin Roma la chi
eſa di ſan Iacopo. Fu lavirtu di Baccio tanto da quel pòtefice ſtimata, che né
hauerebbe fatto coſa alcuna di muraglia ſenza il parere di lui. Onde l'anno
148o. Intendendo, che minacciaua rouina la chieſa, e conuento di s Frä d'A
ſceſi vi mandò Baccio.ilquale facedo di verſo il piano vnipuntone gagliadiſs.
aſſicurò del tutto quella marauiglioſa fabrica. Ètin vno ſprone fece porre la
ſtatua di il pontefice, il quale né molti anni inizi haueua fatto fare in quel
scóuento medeſimo molti apartamenti di camere,e ſale, che ſi riconoſcono,
oltre all'eſſer magnifiche all'arme, che vi ſi vede del detto papa E nel cortile
n'è vna molto maggior, che l'altre, con alcuni verſi latini in lode d'eſſo papa
Siſto 1111.ilqual dimoſtrò a molti ſegni hauer il sáto luogo i molta veneraz
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Ma per dire alcuna coſa di Domenico prima, che venghiamo all'opera del
la cappella, auanti, che veniſſe a Firenze, egli haueua nella ſagreſtia di S.Ma
ria di Loreto, in compagnia di Piero della Franceſca dipinto alcune coſe con
molta grazia, che l'haueuano fatto per fama, oltre quello, che haueua fatto in
altri luoghi, come in Perugiavna camera in caſa de'Baglioni, che hoggi è ro
uinata conoſcere in Fiorenza: Doue eſſendo poi chiamato, prima, che altro
faceſſe, dipinſe in ſul canto de Carneſecchi, nell'Angolo delle due vie, che
vanno l'una alla nuoua, l'altra alla vecchia piazza di S.Maria Nouella, in vin
Tabernacolo a freſco vna N.Donna in mezzo d'alcuni ſanti: Laqual coſa,
perche piacque, e molto fu lodata dai Cittadini, e dagl'Artefici di que'tem
pi, fu cagione, che s'accendeſſe maggiore ſdegno, 8 inuidia nel maladetto
animo d'Andrea, contra " Domenico: perche deliberato di far con
inganno, e tradimento quello che ſenza ſuo manifeſto pericolo non poteua
fare alla ſcoperta, ſi finſe amiciſsimo d'eſſo pomenico; ilquale perche buona
erſona era, 8 amoreuole, cantaua di muſica, e ſi dilettaua di ſonare il Liuto,
i" riceuete volentieri in amicizia, parendogli Andrea perſona d'ingegno, e
ſollazzeuole. E coſi continuando queſta davn lato vera,e dall'altro finta ami
cizia,ogni notte ſi trouauano inſieme a far buon tempo, 8 ſerenate a loro ina
morate; di che molto ſi dilettaua Domenico; Ilqualamando Andrea da do
uero,gli inſegnò il modo di colorire a olio,che ancora in Toſcana non ſi ſa
peua. Fece dunque Andrea, per procedere ordinatamente, nella ſua facciata
della cappella di S.Maria Nuoua, vna Nunziata, che è tenuta belliſsima, per
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398 S E C O N D A P A R T È
hauere egli in quell'opera dipinto l'Angelo in aria,ilche non ſi era infino,
lora vſato. Ma molto piu bell'opera è tenuta doue fece la N.Donna, che fa:
i gradi del tempio,ſopra i quali figurò molti poueri,e fra gl'altri vno, che con
vn boccale da in ſu la teſta ad un'altro; e non ſolo queſta figura ma tuttelal
tre ſono belle affatto,hauendole egli lauorate cò molto ſtudio, S&amore, per
la concorrenza di Domenico. Vi ſi vede anco tirato in proſpettiua, in mez
zo d'una piazza vn Tempio a otto faccie iſolato,e pieno di pilaſtri, enicchie:
e nella facciata dinanzi beniſsimo adornato di figure finte di marmo. Ein
torno alla piazza è vna varieta di belliſsimi caſamenti, i quali davnlatori
batte l'ombra del tempio, mediante il lume del Sole con molto bella, diffici
le,& artifizioſa conſiderazione. Dall'altra parte fece maeſtro Domenicoa
olio Gioachino, che viſita S.Anna ſua conſorte, e di ſotto il naſcere di N.Don
na, fingendoui vna camera molto ornata,S&vn putto, che batte col martello
l'uſcio di detta camera con molto buona grazia. Di ſotto fece lo ſpoſalizio deſ
ſaVergine, con buon numero di ritratti di naturale,fra iquali è M Bernardet
to de Medici coneſtabile de Fiorentini, convn berettone roſſo; Bernardo
Guadagni, che era Gonfaloniere, Folco Portinari, Scaltri di quella famiglia.
Vi fece ancovn Nano,che rompevna mazza, molto viuace: & alcunefemi
ne con habiti in doſſo uaghi,e grazioſi fuor di modo, ſecondo, che ſi ulauano
in que tempi. Ma queſta opera rimaſe imperfetta, per le cagioni, che diſot
to ſi diranno. Intanto haueua Andrea nella ſua facciata fatta a olio la morte
di noſtra Donna: Nellaquale per la detta concorrenza di Domenico, e per
eſſere tenuto quello, che egli era veramente ſi vedefarto con incredibile dili
genza in iſcorto vn cataletto dentrouila Vergine morta,ilquale,ancera, che
non ſia piu,chevn braccio, & mezzo di lunghezza parette. Intorno e ſono
gl'Apoſtoli fatti in vna maniera, che ſe bene ſi conoſceneuiflorol'allegrez
za diueder eſſer portata la loro Madonna in Cielo da Gieſu Chriſto,uiſico
noſce ancora l'amaritudine del rimanere in terra ſenz'eſſa. Tra eſsi Apoſto
li ſono alcuni Angeli, che tengono lumi acceſi con bell'aria di teſte, eſiben
condotti, che ſi conoſce, che egli coſi bene ſeppe maneggiare i colori a olio,
come Domenico ſuo concorrente. Ritraſſe Andrea in queſte pitture dina
turale M.Rinaldo degl'Albizi, Puccio Pucci; Il Falgauaccio, che fu cagione
della liberazione di Coſimo de Medici, inſieme con Federigo Maleuolo,de
teneuale chiaui dell'Alberghetto. Parimente ui ritraſſe M Bernardo di Do
menico della Volta Spedalingo di quel luogo inginocchioni, che parviuolº
in vn tondo nel principio dell'opere ſe ſteſſo, con uiſo di Giuda Scariotto,
come egl'era nella preſenza e nefatti. Hauédo dunque Andrea codotta que
ſta opera a boniſsimo termine, accecato dall'inuidia per le lodi, che alla uir
tu di Domenico udiua dare, ſi deliberò leuarſelo dattorno. E dopo hauerpº
ſato molte vie vna ne miſe in eſſecuzione in queſto modo. Vna ſera diſta
te,ſi come era ſolito, tolto Domenico il liutovſcì di s.Maria Nuoua, laſcianº
do Andrea nella ſua camera a diſegnare, non hauendo egli voluto accettº
l'inuito d'andar ſeco a ſpaſſo, con moſtrare d'hauere a fare certi diſegni diº
portanza. Andato dunque Domenico da ſe ſolo a ſuoi piaceri, Andreaº,
noſciuto ſi miſe ad aſpettarlo dopo vincanto, & ariuando a lui Domenico º
tornarſene a caſa, gli sfondò con certi piombi il liuto, 8 lo ſtomaco invº
delimo
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ini deſimo tempo: Ma non parendogli d'hauerlo anco acconcio a ſuo modo,c6
ato ai medeſimi lo percoſſe in ſula teſta malamente: poi laſciatolo in terra ſi tor
fotº nò ins, Maria Nuoua alla ſua ſtanza, e ſocchiuſo l'uſcio, ſi rimaſe a diſegna
º re in quel modo che da Domenico era ſtato laſciato. In tanto eſſendo ſtato
si ſentito il rumore; erano corſi i ſeruigiali, inteſa la coſa, a chiamare, e darla
cºn mala nuoua allo ſteſſo Andrea micidiale, e traditore: Ilqual corſo doue era
i nogl'altri intorno a Domenico non ſi poteua conſolare, ne reſtar di dirhoi
mefratel mio, hoimefratel mio. Finalmente Domenico gli ſpirò nelle brac
cia; ne ſi ſeppe per diligenza, che fuſſe fatta,chi morto l'haueſſe. E ſe An
drea,venendo a morte,nò l'haueſſe nella confeſsione manifeſtato non ſi ſa
fi i "i anco Dipinte Andreains.Miniato fra le Torri di Fiorenza vna tauo
"la, nella quale è vina aſſunzione di N.Donna con due figure: &alla Nauea
, Lanchetta,fuor della porta alla Croce in vn tabernacolo vna N.Donna. La
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norò il medeſimo in caſa de Carducci,hoggide
- - -aucci,noggi de Pandolfini,
randonni, alcuni
alcuni huomi
nuomini
famoſi, parte imaginati, e parte ritratti di naturale. Fra queſti è Filippo Spa
º no degli Scolari, Dante, Petrarca,il Boccaccio, 8 altri. Alla Scarperia in Mu
º gello dipinſe ſopra la porta del palazzo del Vicario vna Charità ignuda mol
º robella che poi è ſtata guaſta. L'anno 1478 quando dalla famiglia de'Pazzi,
º & altri loro adherenti, 8 congiurati fu morto in s.Maria del Fiore Giuliano
i de Medici, e Lorenzo ſuo fratello ferito fu deliberato dalla signoria, che tut
iº ti quelli della congiura fuſsino, come traditori dipinti nella facciata del pala
litº gio del Podeſta, onde eſſendo queſta opera offerta ad Andrea, egli come ſer
nºi uitore, & obligato alla caſa de'Medici,l'accettò molto ben volentieri,e meſe
ieri ſouiſilafece tato bella, che fu vno ſtupore; Ne ſi potrebbe dire quanta arte,e
gr: i giudizio ſi conoſceua in que perſonaggi ritratti per lo piu di naturale, 8 im
itari piccati per i piedi in ſtrane attitudini,e tutte varie,e belliſsime. Laqualope
isor: raperche piacque a tutta la città, 8 particolarmente agl'intendenti delle co
Cdoiº ſe di pittura, fu cagione, che da quella in poi, non piu Andrea dal Caſtagno,
nºi, ma Andrea degl'Impiccati fuſſe chiamato, Viſſe Andrea honoratamente,
iº e perche ſpendeua aſſai, e particolarmente in veſtire, 8 in ſtare honoreuol
mente in caſa, laſciò poche facultà,quando d'anni 71 paſsò adaltra vita. Ma
la perche ſi riſeppe, poco dopo la morte ſua,l'impieta adoperata verſo Dome
i nico,che tanto l'amaua fu con odioſe eſequie ſepolto in s.Maria Nuoua,do
ºf ue ſimilmente era ſtato ſotterrato l'infelice Domenico d'anni cinquantaſei.
E l'opera ſua cominciata in s.Maria Nuova rimaſe imperfetta; encn finita
del tutto, come haueua fatto la tauola dell'altar maggiore dis.Lucia de Bar
io di, nella quale è condotta con molta diligenza vna N. Donna col figliuolo in
º braccio,s.Giouanni Battiſta,s.Nicolò,s.Franceſco,es Lucia. Laqual tauola
haueua poco inazi, che fuſſe morto all'ultimo fine perfettaméte códotta &c.
. Furono diſcepoli d'Andrea Iacopo del Corſo, che fu ragioneuole maeſtro,Pi
º i ſanello, il Marchino, Piero del Pollaiuolo,e Giouanni da Rouezzano &c.
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chio,laquale è delle migliori, che queſto Artefice lauoraſſe,everamétebelli
ſima; dipinſe tutta la facciata di fuori di detta cappella; dall'altra parte va
S.Giorgio armato d'armi bianche, fatte d'argento, come in quell'età né pur
egli,ma tutti gl'altri pittori coſtumauano. . llquale s.Giorgio, dopo hauer
morto il Dragone, volendo rimettere la ſpada nel fodero alza la mano dirit
ta che tien la ſpada,gia con la punta nel fodero, & abbaſſando la ſiniſtra,ac
cioche la maggior diſtanza gli faccia ageuolezza a infoderar la ſpada, che èli
a fa cio con tanta grazia, & con ſibella maniera, che non ſi puo veder me
glio; e Michele ſan Michele Veroneſe architetto della illuſtriſsima Signo
ria di Vinezia,e perſona intendentiſsima di queſte belle arti,fu piu volte,vi
uendo,veduto contemplare queſte opere di Vittore con marauglia, & poi
dire che poco meglio ſi poteua vedere del ſanto Euſtachio, del cane, 8 delsi
Giorgio ſopradetto. Sopra l'arco poi di detta cappella è dipinto quando si
Giorgio veciſo il Dragone, libera la figliuola di quel Re,laquale ſi vedevici
na al ſanto con vna veſte lunga,ſecondo l'uſo di que tempi: Nellaqualpar
te è marauiglioſa ancora la figura del medeſimo ſan Giorgio, ilquale armato
come di ſopra mentre è per rimontar a cauallo, ſtà volto con la perſona & 6
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la faccia verſo il popolo, emeſſo vn nella ſtaffa, e la man manca alla ſella
ſi vede quaſi in moto di ſalire ſopra il cauallo, che ha volto la groppa verſo il
popolo, e ſi vede tutto, eſſendo in iſcorcio in piccolo ſpazio,beniſs Erp dirlo
in vna parola non ſi puo ſenza infinita marauiglia, anzi ſtupore contemplare
queſta opera fatta con diſegno,con grazia, & con giudizio ſtraordinario.
Dipinſe il medeſimo Piſano in ſan Fermo maggiore di Verona, chieſa de'fra
ti di san Franceſco conuentuali nella cappella de' Brenzoni a man manca,
quando s'entra per la porta principale di detta chieſa,ſopralalepoltura del
la reſurrezzione del ſignore,fatta di ſcultura, e ſecondo que tempi,moltobel
la: dipinſedico, per ornamento di quell'opera, la Vergine annunziata dall'
A " : le quali due figure, che ſono tocche d'oro, ſecondo l'uſo di quetem
pi, ſono belliſſime,ſi come ſono ancora certi caſamenti molto ben tirati, &al
cuni piccioli animali, & vccelli, ſparſi per l'opera tanto proprij, e viui, quan
to è poſsibile imaginarſi. Il medeſimo Vittore fece in medaglioni di getto in
finiti ritratti di principi deſuoi tempi, 8 d'altri, dai quali poi ſono ſtati fatti
molti quadri di ritratti in pittura. E Monſignor Giouio in vna lettera vola
gare, che egli ſcriue al Signor Duca Coſimo,laquale ſi legge ſtampata ci mol
te altre, dice parlando di Vittore Piſano, queſte parole.
Coſtui fu ancora preſtantiſſimo nell'opera de'baſſirilieui, ſtimati difficiliſſimi dagl'Arte
fici; perche ſono il mezzo tra il piano delle pitture,el tondo delle ſtatue. E percioſiurgº
giono di ſua mano molte lodate Medaglie di gran Principi, fatte in forma maiuſcola della
miſura propria di quelriuerſo,che il Guidi mi ha mandato del cauallo armato. Fra leguali
io ho quella del gran Re Alfonſo in Zazzera, con un riuerſo d'una celata capitanale; quel
la di Papa Martino,conl'arme di caſa Colonna per riuerſo,quella di Sultan Maomete,che
preſe Coſtantinupoli;con lui medeſimo a caualloin habito Turcheſco, con una sferza inna
no; Sigiſmondo Malateſta,con un riuerſo di Madonna Iſotta d'Arimino, c Niccolò Pica
nino con un berettone bislungo in teſta,col detto riucrſo del Guidi,ilquale rimando. Oltre
queſto ho ancora una belliſſima Medaglia di Giouanni Paleologo Imperatore decoſtati
nopoli,con quel bizarro cappello alla grecanica,cheſoleuano portare gl'Imperator Ei
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itare fatta da eſſo Piſano in Fioriza,al tempo del Concilio d'Eugenio,oueſtrouò il Profato in
peradore, ch'haperrucrſo la Croce di Chriſtoſoſtentata da due mani, uerbgrazia dalla
latina, e dalla greca.
In ſin quì il Giouio, con quello, che ſeguita. Ritraſſe anco in medaglia Fi
lippo de Medici Arciueſcouo di Piſa; Braccio da Montone, Giouan Galeaz
zo Viſconti; Carlo Malateſta Signor d'Arimino; Giouan Caracciolo gran
Siniſcalco di Napoli; Borſo, 8 Hercoleda Eſte, 8 molti altri Signori, 8 huo
mini ſegnalati per arme,e per lettere. Coſtui meritò per la fama,e riputazio
- ne ſua in queſta Arte eſſere celebrato da grandiſsimi huomini, e rari ſcritto
a ri, perche oltre quello, che ne ſcriſſe il Biondo, come ſi è detto, fu molto loda
to in vn Poema latino da Guerino Vecchio ſuo compatriota, e grandiſsimo
litterato, e ſcrittore di que tempi; deloual poema, che dal cognome di coſtui
fu intitolato, il Piſano del Guerino,fa honorata menzione eſſo Biondo. Fu
anco celebrato dallo Strozzi vecchio, cioè da Tito Veſpaſiano, padre dell'al
tro strozzi,ambi duoi poeti rariſsimi nella lingua latina. Il padre dunque ho
norò con un belliſsimo,epigrama,il qualè in ſtampa con gl'altri,la memoria
di Vittore Piſano, E queſti ſono i frutti, che dal viuer virtuoſamete ſi traggo
no. Dicono alcuni, che quando coſtui imparaua l'arte, eſſendo giouanetto,
in Fiorenza, che dipinſe nella vecchia chieſa del tempio, che era deue è hoggi
la cittadella vecchia, le ſtorie di quel Pellegrino a cui andando a san Iacopo
di Galizia, miſe la figliuola d'un hoſtevna tazza d'argento nella taſca, perche
fuſſe come ladro punito: ma fu da s.Iacopo aiutato, e ricondotto a caſa ſala
uo. Nella qual'opera moſtrò Piſano douer riuſcire, come fece Ecc.pittore, fi
nalmente aſſai ben vecchio paſſò a miglior vita. E Gentile hauendo lauora
i to molte coſe in città di Caſtello, ſi coduſſe a tale eſſendo fatto parletico, che
oricº non operaua piu coſa buona. In vltimo conſumato dalla vecchiezza, trouan
doſi d'ottanta anni ſi morì. Il Ritratto di Piſano,né ho potuto hauer di luo
rage go neſſuno diſſeguarono ambi duoi queſti pittori molto bene, come ſi puo
º vedere nel noſtro libro &c. ( -
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g: fine della vita di Gentile da fabriano e di Uittore
i Piſano Veroneſe,
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vertà: & lo conducono a quel ſicuro, 8 tranquillo ſtato; doue con tanto ca
tento ſuolo affaticato Benozzo Gozzoli ſi riposò. Coſtui fu diſcepolo dello
Angelico fra Giouani,e a ragione amato da lui; & da chi lo conobbe, tenuto
pratico, di grandiſsima inuenzione, 8 molto copioſo negli animali, nelle pro
ſpetiue,ne paeſi, 8. " ornamenti: Fece tanto lauoro nella età ſua, che e'
moſtrò non eſſerſi molto curato d'altri diletti: & ancora che e non fuſſemol
to eccellente a comparazione di molti, che lo auanzarono di diſegno; ſuperò
niétedimeno coltāto fare tutti gli altri della eta ſua: Perche in tanta moltitu
dine di opere gli vennero fatte pure delle buone. " in Fiorenza nella
º ſua giouanezza alla compagnia di S. Marco la tauola dello altare; & in s.Fria
no,vn tranſito di s. Ieronimo, che è ſtato guaſto per acconciare la facciata del
la chieſa lungo la ſtrada. Nel palazzo de'Medici fece in freſco la cappella con
la ſtoria de Magi, 8 a Roma in Araceli nella cappella de'Ceſarini le ſtorie
di S.Antonio da Padoua,doue ritraſſe di naturale Giuliano Ceſarini Cardi
male, 8 Antonio Colonna. Similmente nella Torre de'Conti,cioè ſopravna
porta, ſotto cui ſi paſſa,fece in freſcovna N. Donna con molti ſanti: Et in ſan
ta Maria Maggiore all'entrardi chieſa, per la porta principale,fece aman rit
ta in vna cappella a freſco molte figure, che ſono ragioneuoli. Da Roma tor
nato Benozzo a Firenze,ſe n'andò a Piſa,douelauoro nel Cimiterio, che è al
lato al Duomo, detto Campo Santo vna facciata di muro lunga quanto tuta
to l'edifizio,facendoui ſtorie del Teſtamento vecchio con grandiſsima inué
zione. E ſi puo dire che queſta ſia veramente vn opera terribiliſsima,veggé
doſi in eſſa tutte le ſtorie della Creazione del mondo diſtinte a giorno per
giorno. Dopo l'Arca di Noe,l'innondazione del Diluuio eſpreſſa con belliſ
fumi componimenti, 8 copioſità di figure. Appreſſo la ſuperba edificazione
della Torre di Nebrot: l'incendio di Soddoma, e dell'altre città vicine; l'Hi
ſtorie d'Abramo, nelle quali ſono da conſiderare affetti belliſsimi: percioche
ſe bene non haueua Benozzo molto ſingular diſegno nelle figure, dimoſtrò
nondimeno l'arte efficacemente nel ſacrificio d'Iſaac,per hauere ſituato in i
ſcorto vn'aſinoptal maniera, che ſi volta per ogni banda: Ilche è tenuto coſa
belliſsima. Segue appreſſo il naſcere di Moiſe, con que tanti ſegni, e prodigi
inſino a che traſſe il popolo ſuo d'Egitto, e lo cibò tanti anni nel deſerto.
Aggiunſe a queſte tutte le ſtorie Hebree inſino a Dauit & Salamone ſuo fia
gliuolo. E dimoſtrò veramente Benozzo in queſto lauorovn'animo piu, che
grande: perche doue ſi grande impreſa harebbe giuſtamente fatto paura à
vna legione di pittori, egli ſolo la fece tutta, e la conduſſe à perfezione. Di ma
niera, che hauendone acquiſtato fama grandiſsima,meritò, che nel mezo del
l'opera gli fuſſe poſto queſta epigramma.
Qaid ſpectasuolucres, pſces, e monſtra ferarum?
Et uirides ſiluas, ethereaſque Domos?
Et pueros,Iuuenes, Matres,canoſque Parentesi
ogeis ſemperuiuum ſpiratin ore decus.
Non hactamuaris finxit ſimulacra figuris
Natura; ingeniofactibusapta fuo:
º - Eſtopus artificis; pinxituiua ora Benoxus:
- o ſuperi uiuos fundite in ora ſonos.
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4o3 3 E C O N D A P A R r E
Sono in tutta queſta opera ſparſi infiniti ritratti di naturale, ma perche di
tutti non ſi ha cognizione, dirò quelli ſolamente, che io vi ho conoſciuti di
importanza, e quelli,di che ho per qualche ricordo cognizione. Nella ſtoria
dunque douela Reina Sabauà a Salamone è ritratto Marſilio Ficino fra certi
prelati,l'Argiropolo dottiſsimo greco e Battiſta Platina, il quale hauemapri
ma ritratto in Roma: etegli ſteſſo ſopravn cauallo, nella figura d'un vechior
to raſo con vna beretta nera, che ha nella pieghavna carta bianca, forſeper
ſegno, o perchehebbe volontà di ſcriuerui dentro il nome ſuo. Nella medeſi
ma città di Piſa alle monache di ſan Benedetto à ripa d'Arno,dipinſetutte le
ſtorie della vita di quel ſanto: E nella compagnia de'Fiorentini, cheallhora
era doue è hoggi il monaſterio di ſan Vito, ſimilmente la tauola, e molte al
tre pitture nel Duomo dietro alla ſedia dell'Arciueſcouoinvna tauoletti i
tempera dipinſe vn ſan Tommaſo d'Aquino, con infinito numero di dotti,
che diſputano ſopra l'opere ſue,e fragl'altri vi è ritratto papa Siſto III con
vn numero di Cardinali, e molti capi,e generali di diuerſi ordini. E queſta è
la piu finita, è meglio opera, che faceſſe mai Benozzo. In ſanta Caterina è
frati predicatori nella medeſima città fece due tauoleà tempera, che benili
mo ſi conoſcono alla maniera; & nella chieſa di ſan Nicola ne fece ſimilmen
tevn'altra, 8 due in ſanta Croce fuor di Piſa. Lauorò anco quando era gio
uanetto nella pieue di ſan Gimignano l'altare di ſan Baſtiano nel mezzo del
la chieſa riſcontro alla cappella maggiore: e nella ſala del conſiglio ſono alcu
ne figure, parte di ſua mano, e parte da lui eſſendo vecchie,reſtaurare.
A i monaci di Monte Oliueto nella medeſima terra, fece vm crucifiſſo, 8 ala
tre pitture: ma la migliore opera, che in quel luogo faceſſe fuin ſan Agoſti
no nella cappella maggiore à freſco ſtorie di ſant'Agoſtino, cioèò Macouet
ſione inſino alla morte. Laquale opera ho tutta diſegnata di ſua mano nel no
ſtrolibro,inſieme con molte carte delle ſtorie ſopradette di campo ſanto di
Piſa. In Volterra ancora fece alcune opere, delle quali non accade far men
zione. E perche quando Benozzo lauorò in Roma, vi eravn'altro dipinto
re,chiamato Melozzo, ilquale fu da Furlì; molti, che non ſanno piu,cheua
to,hauendo trouato ſcritto Melozzo,e riſcontrato i tempi, hanno creduto,
che quel Melozzo, voglia dir Benozzo, ma ſono in errore, perche il detto pri
tore fu ne'medeſimi tempi & fu molto ſtudioſo delle coſe dell'Arte, 8 pari
colarmente miſe molto ſtudio, e diligenza in fare gli ſcorti, come fi puo vede
reins.Apoſtolo di Roma nella tribuna dell'altar maggiore, doue invnfie
gio,tirato in prospettiua,per ornamento di quell'opera sono alcune figure,
che colgono vue, &vna botte, che hanno molto del buono. Ma cio ſi vede
i" apertamente nell'aſcenſione di Gieſu Chriſto in vn coro d'Angeli, di
o conducono in cielo,doue la figura di Chriſto ſcorta tanto bene, che pare,
chebuchi quella volta; & il ſimile fanno gl'Angeli, che con diuerſi moumé
ti girano per lo campo di quell'aria. Parimente gl'Apoſtoli, che ſonoint
ra ſcortano in diuerſe attitudini tanto bene, che ne fu allora,S: ancora èloda
to dagl'Artefici, che molto hanno imparato dalle fatiche di coſtui, il quale
fu grandiſsimo proſpettiuo,come ne dimoſtrano i caſamenti dipinti in que
ſta opera, la quale gli fu fatta fare dal Cardinale Riario, nipote di papa Siſto
quarto, dal quale fu molto rimunerato. Ma tornando a Benozzo, conſumº,
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B E N O Z Z o 4o»
to finalméte dagl'anni, e dalle fatiche d'anni78. ſe n'andò al vero ripoſo nel
la città di Piſa, habitando in vna caſetta, che in ſilunga dimora vi "
comperata in carraia di sfranc.Laqual caſa laſciò morendo alla ſua figliuoa
la: & con diſpiacere di tutta quella città fu honoratamente ſepellito in cam
poſanto con queſto epitaffio, che ancora ſi legge.
Hictumulus eſt Benoti Florentini qui proxime haspinxithiſtorias hunc ſibi Piſanor.
domauit humanitas M cccc L xxv 1 1 1.
Viſe Benozzo coſtumatiſſimamente ſempre, e da vero chriſtiano; conſu
mando tutta la vita ſua in eſercizio honotato, per il che, e per la buona mae
niera, e qualità ſue lungamente fu benveduto in quella città. Laſciò dopo
ſe diſcepoli ſuoi Zanobi Machiauelli Fiorentino; & altri, de quali non acca
de far altra memoria,
FRANCESCO SANESE SC V L T.
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tira DI FRANCESCO DI GIORGIO SCVLT.
re, & Architetto; 6 di Lorenzo Cecchietto Scul
tore e pittore. Saneſi.
R Ancesco di Giorgio Saneſe,ilquale fuſcultore & ar
chitetto eccell.fece i " Angeli di bronzo, che ſonoiniº
| altar maggiore del Duomo di quella città, i qualifuronº
veramétevn bellis.getto,e furon poi rinetti da lui medeſi
mo con quanta diligenza ſia poſſibile imaginarſi.Ecopo
tette egli fare commodamente, eſſendo perſona nonne
no dotata di buone facultà, che di raro ingegno, ondeni
per auarizia, ma per ſuo piacere lauoraua quando bene gli veniua; eperi
ſciar dopo ſe qualche honorata memoria. Diede anco opera alla pittura &
fece alcune coſe, ma non ſimili alle ſculture. Nell'architettura hebbe gia
diſsimo giudizio, e moſtrò di molto bene intender quella profeſsione: e se
puo far ampia ſede il palazzo, che egli fece in Vibino al Duca Federigo ide
tro, i cui ſpartimenti ſono fatti con belle, 8 commode cóſiderazioni, elaſtri
uaganza " ſcale, ſono bene inteſe,e piaceuoli,piu che altre,che fuſsino ſta
te fatte inſino al ſuo tempo. Le ſale ſono grande,e magnifiche,egl'appartan:
ti delle camere vili, 8 honorati fuor di modo; e per dirlo in poche parole:
coſi bello,8 ben fatto tutto il palazzo, quato altro, che inſina hora ſia ſtato
fatto giamai. Fu Franceſco grandiſsimo ingegnieri, e maſsimamente dima
chine da guerra, come moſtrò in un fregio,che dipinſe diſua mano nel der
to palazzo d'Vrbino; ilqual è tutto pieno di i coſe rare, avartenenti al
la guerra. Diſegnò anco alcuni libri tutti pieni di coſi fatti inſtrumenti, lì
miglior de'quali ha il ſignor Duca Coſimo de'Medici fra le ſue coſe piucare
Fu il medeſimo tanto curioſo in cercar d'intender le machine, 8 inſtrumea
ti bellici degl'antichi, e tanto andò inueſtigando il modo degl'antichiani
teatri, 8 d'altre coſe ſomiglianti; ch'elleno furono cagione, che miſe manco
ſtudio nella ſcultura; ma non però gli furono, ne ſono ſtate di manco hono
re, che le ſculture gli poteſsino eſſer ſtate per lequali tutte coſe fu di maniera
grato al detto Duca Federigo,delqual,fece il ritratto e in medaglia, e di pittº
ra; che quando ſe ne tornò a Siena ſua patria, ſi trouò non meno eſſere ſti
to honorato, che beneficato. Fece per papa Pio ſecondo tutti di diſegni,emo
delli del palazzo, 8 veſcouado di Pienza: patria del detto papa, 8 dalui fit
ta città,8 del ſuo nome chiamata Pienza,che prima era detta Corfignano,
che furon per quel luogo, magnifici, 8 honorati quanto poteſſino eſſere, º
coſi la forma, 8 fortificazione di detta città,8 inſieme il palazzo, e "
medeſimo pontefice.Onde poi ſempre viſſe honoratamente; e fu nella ſua
città del ſupremo magiſtrato de Signori honorato. Ma peruenuto finalme
te all'età d'anni 47, ſi moei. Furono le ſue opere intorno al 148o. Laſciò co
ſtui ſuo compagno,e cariſsimo amico Iacopo Cozzetello, il quale atteſe alla
ſcultura, 8 all'architettura, e fece alcune figure di legno in Siena, 8 d'Ar
chitettura s.Maria Maddalena fuor della porta a Tufi,laquale rimaſe imper
fetta, per la tua morte. E noi gl'hauemo pur queſto obligo, che da lui ſi hebbe
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- Vitade Mino Scultore da fieſole
i VAND o gli Artefici noſtri non cercano altro nell'opere che
fanno, che imitare la maniera del loro maeſtro,o d'altro eccela
lente, delguale piaccia loro il modo dell'operare, o nell'attitu
dini delle figure, o nell'arie delle teſte, o nel piegheggiare de'
º º panni, 8 ſtudiano quelle ſolamente: ſe bene col tempo, 8 con
lo ſtudio le fanno ſimili, non arriuano però mai con queſto ſolo, ala perfez
zione dell'arte; auuenga che manifeſtiſsimamente ſi vede, che rare volte paſ
ſainanzichi camina ſempre dietro: perche la imitazione della natura è ſer
ma nella maniera di quello Artefice, che ha fatto la lunga pratica diuentare
maniera. Concioſia che l'imitazione è vna ferma arte di fare apunto quel,
che tu fai, come ſta il piu bello delle coſe della natura; pigliandola ſchietta
42e sE coN DA P A R re
ſenza la maniera del tuo maeſtro o d'altri, i quali ancora eglino riduſſonº
maniera le coſe, che tolſono da la natura. E ſe ben pare " le coſe deglA:
tefici eccellenti ſiano coſe naturali, over ſimili, non è che mai ſi poſſavſari
ta diligenza, che ſi facci tanto ſimile, che elle ſieno com'eſſa natura: neano
ra ſcegliendo le migliori, ſi poſſa fare compoſizion di corpo tanto perfetto,
che l'arte la trapaſsi: Etſe queſto è,ne ſegue, che le coſe tolte da lei falept
ture,& le ſculture perfette, e chi ſtudia ſtrettamente le maniere degli Anti
ci ſolamente, 8 non i corpio le coſe naturali, è neceſſario, che faccilopere
ſue,8 men buone della natura, 8 di quelle di colui da chi ſi toglielimine
ra,la onde s'è viſto molti de'noſtri Artefici non heuere voluto ſtudiare altro
che l'opere deloro maeſtri, 3 laſciato da parte la natura,de quali nè menu
to che non le hano appreſe del tutto, 8 non paſſato il maeſtro loro:mahan
no fatto ingiuria grandiſsima all'ingegno, che gli hanno hauuto, che segº
no haueſsino " la maniera, 8 le coſe naturali inſieme harebbonfitto
maggior frutto nell'opere loro, che e non feciono. Come ſi vede nell'opere
di Mino ſcultore da Fieſole. Il quale hauendo l'ingegno atto a far quel dite
voleua,inuaghito della maniera di Deſiderio da Settignano ſuo maeſtro?
la bella gratia, che daua alle teſte delle femmine, 8 deputti, & d'ogniſuni
gura; parendoli al ſuo giuditio meglio della i" ò dietro
a quella abandonando, 8 tenendo coſa inutile le naturali: onde fu piugra
tiato, che fondato nell'arte. Nel monte dunque di Fieſole,gia città antichil
ſima vicino a Fiorenza nacque Mino di Giouani ſcultoreilqualepoſto alar
te dello ſquadrarle pietre con Deſiderio da Settignano,giouane eccellente
nella ſcultura, come inclinato a quel meſtiero imparò, mentre lauorana le
pietre ſquadrate, a far di terra dalle coſe, che haueua fatte di marmo Deſide
rio,ſi ſimili, che egli vedendolo uolto a far profitto in quell'atteoutonni
zi, &lo meſſe a lauorare di marmo ſopra le coſe ſue, nelle quali convnaol
ſeruanza grandiſsima cercaua di mantenere la bozza di ſotto, ne moltotem
po andò ſeguitando, che egli ſi fece aſſai pratico in quel meſtiero, del dieſe
ne ſodisſaceua Deſiderio infinitamente, ma piu Mino dell'amoreuolezza di
lui,vedendo che continuamente gli inſegnaua a guardarſi dagl'errori chef
poſſono fare in quell'arte; mentre, che egli era pervenire in quella profeſsiº
ne eccellente: la diſgratia ſua volſe, che Deſiderio paſſaſſe a miglior vita, i
ual perdita fu di grandiſsimo danno a Mino ilquale come diſperato ſpar,
tì da Fiorenza, 8 ſe ne andò a Roma, 8 aiutado a maeſtri, che lauorauano i
l'hora opere di marmo; & ſepolture di Cardinali, che andorono in San Pie
tro di Roma, le quali ſono hoggi ite per terra, per la nuoua fabbrica, fuº
noſciuto per maeſtro molto prattico. & ſufficiente, 8 gli fu fatro faredil
cardinale Guglielmo Deſtouilla,che li piaceua la ſua maniera,l'altare dimir
modoue èil corpo di S.Girolamo nella chieſa di s.Maria Maggiore, coni:
ſtorie di baſſorilieuo della vita ſua,lequali egli conduſſea perfettione eviti
traſſe quel Cardinale. Facendo poi Papa Paulo 11. Veneziano fare il ſuolº
lazzo a s.Marco, vi ſi adoperòMino in fare cert'arme. Dopo morto quelpatº
a Mino fu fatto alogatione della ſua ſepoltura laquale egli dopo due anni di
definita,e murata in s.Pietro,che fu all'hora tenuta la piu ricca ſepoltura di:
fuſſe ſtata fatta d'ornamenti, 8 di figure a pontefice neſſuno.laquale da Bn
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M I N O 4 21
mante fu meſſa in terra nella rouina di s.Piero, &quiu ſtette ſotterrata fra i
calcinacci parecchi anni, & nel M Dx Lv 1 1. fu fatta rimurare d'alcuui Vene
tiani inspiero nel vecchio, in vnapariete vicino alla cappella di Papa Inno
cenzio.Etſa bene alcuni credono, che tal ſepoltura ſia di mano di Mino del
Reame ancor che fuſsino quaſi a vn tempo; ella è ſenza dubio di mano di
Mino da Fieſole. Ben'è vero che il detto Mino del Reame vi fece alcune figu
rette nel baſamento, che ſi conoſcono, ſe però hebbe arme Mino, e nò piu to
ſto, come alcuni affermano Dino. Ma per tornare al noſtro, acquiſtato, che
egli ſi hebbe nome in Roma per la detta ſepoltura, e per la caſa, che fece nel
la Minerua,e ſopra eſſa di marmo la ſtatua di Franc.Tornabuoni di natura
le,che è tenuta aſſai bella, 8 per altre opere non iſtè molto,ch'egli con buon
numero di danari auanzati,a Fieſole ſe ne ritornò, & tolſe donna. Ne mol
to tempo andò,ch'egli perſeruigio delle donne delle murate, fecevn taber
nacolo di marmo di mezzo rilieuo,per tenerui il Sacramento: il quale fu da
lui con tutta quella diligenza, ch'e ſapeua,condotto a perfezzione. Il qual nò
haueua ancora murato,quando inteſo le monache di i"
erano deſideroſe di far fare vin'ornamento ſimile nell'inuenzione, ma piu ric
co d'ornamento per tenerui dentro la ſantiſſima reliquia del miracolo del ſa
cramento,la ſufficienza di Mino, gli diedero a fare quell'opera,laquale egli
finì con tanta diligenza,che ſatisfatte da lui quelle donne gli diedono tutto
quello,ch'e'dimandò per prezzo di quell'opera: & coſi poco di poi preſe a fa
revna tauoletta con i d'una N.Donna, col figliuolo in braccio, meſſa
in mezo da ſan Lorenzo, 8 da ſan Lionardo di mezo rilieuo,che doueua ſer
suire per i preti,o capitolo di ſan Lorenzo,adinſtanza di M. Dietiſalui Nero
ni.Ma è rimaſta nella ſagreſtia della Badia di Firenze. Eta que monaci fece
vn tondo di marmo, drentouivna N. Denna di rilieuo col ſuo figliuolo in
collo, qual poſono ſopra la porta principale, che entra in chieſa, ilquale pia
cendo molto all'uniuerſale,fu fattogli allogazione di vna ſepoltura pil Ma
gnifico M.Bernardo caualiere di Giugni,ilquale per eſſere ſtato perſona ho
noreuole, & molto ſtimata; meritò queſta memoria da ſuoi fratelli.
Conduſſe Mino in queſta ſepoltura, oltre alla caſſa, 8 il morto, ritrattoui di
naturale, ſopravna giuſtizia,laquale imita la maniera di Deſiderio molto, ſe
non haueſſe i panni di quella vn poco tritati dall'intaglio.Laquale opera fu
cagione, che l'abate, 8 monaci della Badia di Firenze, nel qual luogo fu col
locata la detta ſepoltura,gli deſſero a far quella del Conte Vgo figliuolo del
Marcheſe Vberto di Madeborgo,ilquale laſciò a quella badia molte faculta,
& priuilegi); & coſi deſideroſi d'honorarlo il piu,ch'e poteuano,feciono fa
re a Mino di marmo di Carraravna ſepoltura, che fu la piu bella opera, che
Mino faceſſe mai, perche vi ſono alcuni putti, che tengono l'arme di dl Con
te,che ſtanno molto arditamente e convna fanciulleſca grazia;e oltre alla fi
ura del Conte morto, con l'effigie di lui,ch'egli fece in ſu la caſſa, è in mezo
Spra la bara nella faccia vna figura d'una Carità,co certi putti lauorata mol
to diligentemente,Scaccordata inſieme molto bene; il ſimile ſi vede in vna
N.Donna in vn mezzo tondo col putto in collo,laquale fece Mino piu ſimile
alla maniera di Deſiderio, che potette, 8 ſe egli haueſſe aiutato il far ſuo con
le coſe viue,8 haueſſe ſtudiato ; non è dubbio, che egli harebbe fatto gran
4 il - S E C O N D A P A R T E
diſsimo profitto nell'arte. Coſtò queſta ſepoltura a tutte ſue ſp ſe lire 14a
&la finì nel 1481 della quale acquiſtò molto honore, & per queſto gli fu.
logato a fare nel Veſcouado di Fieſole avna cappella vicina alla maggiore:
man dritta, ſalendo vin'altra ſepoltura per il Veſcouo Lionardo Salurati Ve
ſcouo di detto luogo: nella quale egli " ritraſſe in pontificale, ſimile al vino
uanto poſſibile. Fece
i marmoſiagrande quanto ilper lo medeſimo Veſcouovna teſta d'un Chifo
viuo, e molto ben lauorata, la quale fra l'altreto
ſe dell'heredità rimaſe allo ſpedale degl'Innocenti Ethoggi l'ha il molto R.
Don Vincenzio Borghini, priore di quello ſpedale fra le ſue piu carecoſedi
queſt'arti, delle quali ſi diletta quanto piu non ſaprei dire. Fece Mitonella
pieue di pratovn pergamo tutto di marmo,nelquale ſono ſtorie diN.Don
na condotte con molta diligenza, e tanto ben commeſſe, che quell'operarsi
tutta d'un pezzo. E queſto pergamo in ſurun canto del choro, quaſi nelme,
zo della chieſa, ſopra certi ornamenti fatti d'ordine dello ſteſſo Mino:iqua
le fece il ritratto di Piero di Lorenzo de'Medici, e quello della moglie, natu
rali, & ſimili affatto. Queſte due teſte ſtettono molti anni ſopra due porti
in camera di Piero in caſa Medici,ſottovn mezo tondo. Dopo ſono ſtateſi
dotte, con molti altri ritratti d'huomini illuſtri di detta caſa, nella Guarda
roba del ſignor Duca Coſimo. Fece ancovna noſtra Donna di marmo, chè
hoggi nell'udienza dell'arte de'Fabricanti; Eta Perugia mandòvna tauoli
di marmo a M.Baglione Ribi, che fu poſta in ſan Piero alla cappella del Sr
gramento,laqual opera è vn tabernacolo in mezo d'un ſan Giovanni ed un
ſan Girolamo, che ſono due buone figure di mezzo rilieuo. Nel duomo di
Volterra parimente è di ſua mano il tabernacolo del ſagramento,edue Ana
geli, che lo mettono in mezo,tato ben condotti, e con "
ſta opera meritamente lodata da tutti gl'artefici. Finalmitevolendovugict
no Mino muouere certe pietre, ſi affaticò, non hauendo quegli aiuti,chegli
biſognauano di maniera, che preſavna calda,ſe ne morì, e º nella calona
ca di Fieſole dagl'amici, e parenti ſuoi honoreuolmente ſepellito l'ino14sº
Il rittatto di Mino è nel noſtro libro de diſegni non ſo di cui mano: perche
a me fu dato con alcuni diſegni fatti col piombo dallo ſteſſo Mino, cheſona
aſſai belli. -
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º gure piccole a tenºpera tanto bene, e con ſibella, e buona maniera, che non è
e quaſi poſſibile veder meglio, ne imaginarſi la fatica, e diligenza, che Hercole
N
N vi poſe la doue è molto miglior opera la predella, che la tauola; lequali amé
due furono fatte in vn medeſimo tempo,viuéteil Coſta, Dopola morte del
- quale,fu meſſo Hercole da Domenico Garganelli a finire la cappella, in ſan
r Petronio, che come ſi diſſe diſopra,haueua Lorézo cominciato, e fattone pic
º ciola parte. Hercole dunque, alquale daua per cio il detto Domenico quat
- tro ducati il meſe, e le ſpeſe a lui, & avn garzone, e tutti i colori, che nell'ope
=ra haueuano a porſi, meſſoſi a lauorar,finì quell'opera, perſi fatta maniera,
z che paſsò il maeſtro ſuo di gran lunga,coſi nel diſegno, e colorito, come nel
la inuenzione. Nella prima parte,o vero faccia è la crucifiſſione di Chriſto,
fatta con molto giudizio, percio che, oltre il Chriſto, che vi ſi vede gia more
- to,ui è beniſſimo eſpreſſo il tumulto de Giudei venuti a vedere il Meſſia in
Croce; e tra eſsi è vna diuerſità di teſte marauiglioſa: nel che ſi vede, che Her
cole con grandiſsimo ſtudio cercò di farle tanto differiti l'una dall'altra, che
non ſi ſomigliaſsino in coſa alcuna.
Sonoui anche alcune figure, che ſcoppiando di dolore nel piato, aſſai chia
ramente dimoſtrano, quanto egli cercaſſe d'imitare il vero. Euui lo ſueni
mento della Madonna,ch'è pietoſiſsimo, ma molto piu ſono le Marie verſo
di lei: perche ſi veggiono tutte compaſsioneuoli; e nell'aſpetto tanto piene
di dolore, quanto appena è poſsibile imaginarſi, nel vederſi morte inanzi le
piu care coſe, che altri habbia, 8 ſtare in perdita delle ſeconde. Tra l'altreco
ſe notabili ancora, che vi ſono, vi è vn longino a cauallo ſopravna beſtia ſec
cainiſcorto, che ha rilieuo grandiſsimo; & in lui ſi conoſce la impietà nel
l'hauere aperto il coſtato di Chriſto, e la penitenza, 8 conuerſione nel trouar
ſi ralluminato. Similmente in ſtrana attitudine figurò alcuni ſoldati, che ſi
giuocano la veſte di Chriſto, con modi bizarri di volti, 8 abbigliamenti di
veſtiti. Sono ancoben fatte, 8 con belle inuenzioni i ladroni, che ſono in
croce: E perche ſi dilettò Hercole aſſai di fare ſcorti; iguali quando ſono be
neinteſi,ſono belliſsimi, egli fece in quell'opera un ſoldato a cauallo, che le
uate le gambe dinanzi in " viene in fuori di maniera che pare di rilieno:
& perche il vento fa piegare vna bandiera, che egli tiene in mano, per ſoſte
nerla favna forza belliſsima. Feceui ancouns.Giouanni, che rinuolto in vn
lenzuolo ſi fugge.
I ſoldati parimente, che ſono in queſta opera ſono beniſsimo fatti, 8 con
i le piu naturali, e proprie mouenze, che altre figure, che inſino allora fuſſono
ſtate vedute lequali tutte attitudini,e forze, che quaſi non ſi poſſono far me
glio, moſtrano che Hercolehaueua grandiſsima intelligenza, e ſi affaticaua
nelle coſe dell'Arte. Fece il medeſimo nella facciata, che è dirimpetto a que
ſta, il tranſito di noſtra donna,laquale è dagl'Apoſtoli circondata con attitu
dini belliſsime, è fra eſsi ſono ſei perſone ritratte di naturale, tanto bene,
che quegli, che le conobbero,affermano, che elle ſono viuiſsime. Ritraſſe an
conella medeſima opera ſe medeſimo, e Domenico Garganelli padrone del
la cappella,llguale per l'amore,che portò a Hercole,et per le lodi, che ſentì
dare a quell'opera,finita,ch'ella fu,gli donò mille lire di bolognini. Dicono
che Hercole miſe nellauoro di queſta opera dodici anni, ſette in condurla a
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freſco,8 cinque in ritoccarla a ſecco. Ben'è vero, che in quel mentre fece,
cune altre coſe, e particolarmente, che ſi ſa, la predella dell'altar maggiore
ſan Giouanni in monte, nella quale fece tre ſtorie della paſsion di Chriſto.
E perche Hercole fu di natura fantaſtico, e maſsimamente quando lauora,
hauendo per coſtume, che ne pittori,ne altri lo vedeſsino,fu molto odiatoiº
Bologna dai pittori di quella città,iquali per inuidia hanno ſempreparato l
odio ai foreſtieri, che ui ſono ſtati condotti a lauorare; & il medeſimofinno
anco alcuna volta fra loro ſteſsi nelle concorreze. Benche queſto è quaſipit
ticolar vizio del profeſſori di qſte noſtre Arti intutti i luoghi. S'accordirono
dunquevnauolta alcuni pittori Bologneſi con vn legnaiuolo, epe mezzo
ſuo ſi rinchiuſero in chieſa vicino alla cappella, che Hercole lauorica: &la
notte ſeguente, entrati in quella per forza, non pure non ſi contentarcted
ueder l'opera, ilche doueua baſtar loro, ma gli rubarono tutti i cartonigi
ſchizzi,i diſegni, S&ogni altra coſa che vi era di buono. Perlaqualcoſiſiº
gnò di maniera Hercole, che finita l'opera ſi parti di Bologna,ſenza puri
morarui: E ſecone menò il Duca Tagliapietra ſcultore molto nomina -
uale in detta opera, che Hercoledipinſe intagliò di marmo quebelsi
" , che ſono nel parapetto dinanzi a eſſa cappella: &ilquale feca
in Ferrara tutte le fineſtre di pietra del palazzo del Duca, che ſono bellº
me, Hercole dunque infaſtidito finalmente dallo ſtar fuori di caſa ſeneſe
te poi ſempre in Ferrara in compagnia di colui, 8 fece in quella città mole
opere. Piaceua a Hercoleilvino ſtraordinariamente; perche ſpeſſo inebria
doſi fu cagione di accortarſi la vita, laquale hauendo condotta ſenza alcua
male inſino agl'anni quaranta, gli cadde vn giorno la gocciola di maniera,
che in poco tempo gli tolſe la vita. Laſciò Guido Bologneſevuoteſuoctea
to,ilquale l'anno 1491 come ſiuede doue poſe il nome ſuo ſotto ù potuto di
S.Piero a Bologna,fece a freſcovn Crucifiſſo, con le Marie,iladtonicausi
& altre figure ragioneuoli. E perche egli diſideraua ſommamente divenire
ſtimato in quella città, come era ſtato il ſuo maeſtro, ſtudiò tanto,eſi ſolº
miſe a tanti diſagi, che ſi morì di trentacinque anni. E ſe ſi fuſſemeſſoGuido
a imparare l'arte da fanciullezza, come vi ſi miſe d'anni 18, harebbe non pº
pareggiato il ſuo maeſtro ſenza fatica, ma paſſatolo ancora di gran lungº i
nel noſtro libro ſono diſegni di mano di Hercole,e di Guido, molto beit
ti,e tirati con grazia, &buona maniera &c.
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quello Imperator mai licenziato Gentile. Ma o per dubbio, che non ſi mor
moraſſe,o per altro, fattolo venir " a ſe, lo fece primieramente rin
graziar delle corteſie vſate & appreſſo lo lodò marauiglioſamente, per huo
mo eccellentiſsimo, poi dettogli,che domandaſſe,che grazia voleſſe, che gli
ſarebbe ſenza fallo conceduta,Gentile, come modeſto,eda bene, niente altro
chieſe,ſaluo,chevna lettera di fauore,per la quale lo raccomandaſſe al ſere
niſsimo ſenato, & illuſtriſsima ſignoria di Vinezia ſua patria.'Ilche fu fatto
quanto piu caldamente ſi " poi con honorati doni, 8 dignità di caua
liere fu licenziato. E fra l'altre coſe, che in quella partita gli diede quel ſigno
re, oltre a molti priuilegij,gli fu poſta al collovna catena lauorata alla turche
ſca di peſo di ſcudi dugento cinquanta d'oro: laqualancora ſi truoua appreſ
i- ſo agli heredi ſuoi in Vinezia. Partito Gentile di Goſtantinopoli, con
feliciſſimo viaggio tornò a Vinezia,doue fu da Giouanni ſuo fratello,e qua
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C O S I M O R O S S. 439
:olorito, e nell'eſſere ricche. La onde i poueri pittori diſperati d'hauere a ſo
Aisfare alla poca intelligenza del padre ſanto, ſi diedero a guaſtare quanto ha
ueuano fatto di buono. Onde Coſimo ſi riſe di coloro, " poco inanzi ſi e
rane riſo del fatto ſuo. Dopo tornatoſene a Firenze con qualche ſoldo,atteſe
aiuendo aſſai agiatamente a lauorare al ſolito: hauendo in ſua compagnia
1uel Piero, che fu ſempre chiamato Piero di Coſimo, ſuo diſcepolo; ilquale
li aiutò lauorare a Roma nella cappella di Siſto, e vi fece, oltre all'altre coſe
n paeſe, doue e dipita la predica di Chriſto, che è tenuto la miglior coſa, che
i ſia. Stette ancor ſeco Andrea di Coſimo, 8 atteſe aſſai alle grotteſche. Eſ
º endo finalmente Coſimoviuuto anni 68, conſumato davna lunga infirmi
:a ſi morì l'anno 1484. E dalla compagnia del Bernardino fu ſepellito in S.
zº Croce. Dilettoſsi coſtui in modo dell'Alchimia, che vi ſpeſe vanamente,co
ime fanno tutti coloro, che v'attendono, cioche egli haueua. Intanto, che
viuolo conſumò, & allo ſtremo l'haueua condotto,d'agiato, che egli era,po
:: - ueriſsimo. Diſegnò Coſimo beniſsimo, come ſi puo vedere nel noſtro "
sa non pure nella carta,doue è diſegnata la ſtoria della predicazione ſopradet
a ta, che fece nella cappella di Siſto, ma ancora in molte altre fatte di ſtile, e di
:: chiaro ſcuro. Et il ſuo ritratto hauemo nel detto libro, di mano d'Agnolo di
:: Donnino pittore, e ſuo amiciſsimo. Ilquale Agnolo fu molto diligente nel
: le coſe ſue, come, oltre ai diſegni, ſi puo vedere nella loggia dello ſpedale di
Bonifazio doue nel Peduccio d'una volta è vna Trinità, di ſua mano a freſco,
a & accanto alla porta del detto Spedale, doue " ſtanno gli Abandonati
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ſono dipinti dai certi poueri,èlo " ierechegli raccetta,molto
gi ben fatti, e ſimilmente alcune donne. Vi e coſtui ſtentando, e perdendo
lumi
- tutto il tempo dietro ai diſegni ſenza mettere in opera, S invlti
mo ſi morì eſſendo pouero quato piu non ſi puo eſſe
re.Di Coſimo, per tornare a lui non rimaſe
altri che un figliuolo:ilquale fu
muratore, e architet
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uole.
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dal cetro alla ſuperficie,moueuano con belliſsimo ordine diece giri perida
ci cieli, erano tutti pieni, di lumicini rapreſentanti le ſtelle; accommodatiin
lucernine di rame, con vna ſchiodatura,che ſempre, chela ruota giraua,reſta
uano in piombo, nella maniera, che certe lanterne fanno, che hoggiſivſano
comunemente da ognuno. Di queſto cielo, che era veramente colabelliſsi
ma,vſciuano due canapi groſsi tirati dal ponte o vero tramezzo, che è indet
ta chieſa, ſopra ilquale ſi faceua la feſta; ai quali erano infunate perciaſcun
capo d'unabraca, come ſi dice, due piccole taglie, di bronzo, che reggevano
vn ferro ritto nella Baſe d'un piano, ſopra ilquale ſtauano due Angeli legati -
nella cintola, che rittiveniuano contrapeſari davn piombo,chehaueuano,
i
ſotto i piedi, e un'altro, che era nella baſa del ſotto, doue polauano
ilquale anco gli faceua venire parimente vniti. Etil tutto era coperto da mol
ta,ebé acconcia bambagia, che faceua Nuuola, piena di Cherubini, Serafini,
& altri Angeli coſi fatti di diuerſi colori, et molto bene accommodati. Que
ſti,allentadoſi un canapetto di ſopra nel cieloueniuano giup i due maggiori
in ſul detto tramezo,doue ſi recitaua la feſta: e anniziato a Chriſto il ſuodo
uer ſalir in Cielo,o fatto altro uffizio, perche il ferro,dau'erano legatiinda
tola era fermo nel piano,doue poſauan i piedi, e ſi girauan intorno intornoi
qfi erano vſciti,e quado ritornauano poteuan far reueréza,e voltarſi ſecodo,
che biſognaua,onde nel tornarin i" voltaua verſo il Cielo,e dopo erano?
ſimile modo ritirati in alto. Queſti ingegni dunque, eſiſte inuenzioni ſi dice
che furono del Cecca: perche ſe bene molto prima Filippo Bruneleſchi,nha
ueua fatto decoſi fatti, vi furono nondimeno con molto giudizio, molte co
ſe aggiunte dal Ceccha. E da queſte poi venne in penſiero almedeſimo difa
rele Nuuole, che andauano per la città a proceſsione ogni anno lavigliadis.
Giouanni, e l'altre coſe, che belliſsime ſi faceuano. È cioera cura di coſtui,
per eſſere, come ſi è detto perſona, che ſeruiua il publico. Hora dunque non
ſara ſe non bene con queſta occaſione dire alcune coſe, che in detta feſta, º
proceſsione ſi faceuano accio ne paſsi ai poſteri memoria, eſſendoſihoggi,
per la maggior parte, diſmeſſe. Primieramente adunque la piazza disGº
uanni ſi copriua tutta di teleazurre, piene di cigli grandi fatti di telagialla,
& cucitiui ſopra. E nel mezzo erano in alcuni tondi pur di tela, egrádibrº
cia dieci l'Arme del popolo, 8 comune di Firenze, quella de Capitani dipar
te guelfa, & altre:& intorno intorno negl'eſtremi del detto cielo, che tutta le
piazza,come che grandiſsima ſia,ricopriua, pendeuano Drappelloni purº
tela dipinti di varie impreſe d'armi di Magiſtrati, ed'Arti; e di molti leoni,
che ſono vna dell'inſegne della città. Queſto Cielo, overo coperta coſifatta
era alto da terra circa venti braccia, poſaua ſopra gagliardiſsimi canapiattº
chati a molti ferri, che ancor ſiveggiono intorno i" di s.Giouanni,
nella facciata di s.Maria del Fiore,e nelle caſe, che ſono per tutto intornoin
torno alla detta piazza,e fra l'un canapo, el'altro erano funi, che ſimilmente
ſoſteneuano quel cielo, che per tutto era in modo armato, e particolarmenº
in ſugl'eſtremi di canapi,di funi,e di ſoppanni,e fortezze di tele doppie ecº
neuacci,che non è poſsibileimaginarſi meglio. E che è piu,era in modº º
con tanta diligenza accomodate ogni coſa, che ancora, che molto fuſſero
dal vento, che in quel luogo puo i d'ogni tempo, come fa ognuno;gº
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C E C C A - 443
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- Fabrum Magiſter cicca, natus oppidisvelobſidendis, velTuends'Hic Ia
cet. Vixit ann.xxxxI.Men.Iv.Dies XIII I.objtpropatria Telo ictus. Pia
Sorores monumentum fecerunt M. cccc Lxxxxvi III. - - -- - -
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lo, aſſai competente maeſtro all'ora in quell'arte. Era in quella età vna dime
ſtichezza grandiſsima, 8 quaſi chevna continoua pratica tra gli orefici, 8 i
pittori, per la quale Sandro che era deſtra perſona, e ſi era volto tutto al diſe
gno; inuaghitoſi della pittura, ſi diſpoſe volgerſi a quella. Perilche aprena
do liberamente l'animo ſuo al padre, da lui, che conobbe la inchinazione di
; quel ceruello, fu condotto a fra Filippo del Carmine eccellentiſsimo pittore
all'ora,8 acconcio ſeco a imparare, come Sandro ſteſſo deſideraua. Datoſi
dunque tutto a quell'arte,ſeguitò & imitò.ſi fattamente il maeſtro ſuo, che
fra Filippo,gli poſe amore: & inſegnolli di maniera che e' peruenne toſto ad
vn grado, che neſſuno lo harebbe ſtimato. Dipinſe eſſendo giouanetto nel
la mercatanzia di Fiorenza vna fortezza fra le tauole delle virtù , che Anto
nio,& Piero del Pollaiuolo lauorarono. In S.Spirito di Fiorenza fece vna tas
uola alla cappella de'Bardi;laquale è con diligenza lauorata,8 a buon fin câ
dotta, doue ſono alcune oliue,& palme lauorate con ſommo amore. Lauo
rò nelle conuertitevna tauola a quelle monache, 8c a quelle di s. Barnabà, ſia
milmente vn'altra. In Ogni Santi dipinſe a freſco nel tramezzo alla porta,
che va in coro " Veſpucci vns.Agoſtino,nelquale cercando egli allora di
paſſare tutti coloro, ch'al ſuo tempo dipinſero; ma particolarmente Dome
nico Ghirlandaio, che haueua fatto dall'altra banda vns. Girolamo, molto
s'affaticò; laqual opera riuſci lodatiſsima per hauere egli dimoſtrato nella te
l ſta di quel Santo, quella profonda cogitazione, 8 acutiſsima ſottigliezza che
ſuole eſſere nelle perſone ſenſate, 8 aſtrette continuamente nella inueſtiga
zione di coſe altiſsime, 8 molto difficili. Queſta pittura come ſi è detto nella
vita del Ghirlandaio, queſto anno 1564 è ſtata mutata dalluogo ſuo,ſalua, &
intera. Perilche venuto in credito, & in riputazione, dall'arte di Porta Santa
Maria gli fu fatto fare in s.Marcovna incoronazione di N.Donna in vna ta
uola, & vn coro d'Angeli, la quale fu molto ben diſegnata, 8 codotta da lui.
In caſa Medici a Lorenzo vecchio lauorò molte coſe, 8 maſsimamente vna
Pallade ſu vna impreſa di bròconi, che buttauano fuoco, la quale dipinſe gra
de quanto il viuo, & ancora vn s.Sebaſtiano. In s.Maria maggior di Fiorenza
è vna rietà con figure piccole allato alla cappella di Paciatichi molto bella.
Per la città in diuerſe caſe fece tondi di ſua mano, & femmine ignude aſſai,
dellequali hoggi ancora a Caſtello,villa del Duca Coſimo ſono due quadri
figurati,l'uno Venere, che naſce, 8 quelle aure, &venti, che la fanne venire
in terra con gli amori: & coſivn'altra Venere, che le grazie la fioriſcono, di
notando la primavera; lequali da lui con grazia ſi veggono eſpreſſe. Nella
via de Serui in caſa Giouanni Veſpucci, hoggi di Piero Saluiati,fece intorno
avna camera molti quadri chiuſi da ornamenti di noce, per ricignimento, S&
ſpalliera,con " viuiſsime, 8 belle. Similmente in caſa Pucci fe
cedi figure piccole la nouella del Boccaccio,di Naſtagio degl'Honeſti, i quat
troquadri di pittura molto vaga,e bella, 8 in vn tondo l'Epifania. Nemona
ci di Ceſtello avra cappella fece vna tauola d una Annunziata. In s.Pietro
Maggiore alla porta del fianco fece vna tauola per Matteo Palmieri con in
finito numero di figure, cioè la aſſunzione di N. Donna con le zone de'cieli,
come ſon figurate,i Patriarchi,i Profeti,gl'Apoſtoli,gli Euangeliſti,i Marti
ri,i Confeſſori,i Dottori; le Vergini, 8 le Gerarchie, e tutto col diſegno da
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togli da Matteo,ch'eralitterato,evalent'huomo. La quale opera egli come ſ
ſtria, & finitiſsima diligenza dipinſe. Euui ritratto appie Matteo inginoc,
chioni, & la ſua moglie ancora. Ma con tutto, che queſta opera ſia belliſsi
ma,e ch'ella deueſſe vincere la inuidia; furono però alcuni maliuoli, S&dea
trattori, che non potendo dannarla in altro: diſſero che,8 Matteo, 8 Sana
dro grauamente vi haueriano peccato in Ereſia: ilche ſe è vero, o non vero,
non ſe ne aſpetta il giudizio,a me baſta che le figure che Sandro vi fece, vera
mente ſono da lodare, per la fatica che e'durò nel girare i cerchi de Cieli, 8:
tramezare tra figure & figure d'Angeli & ſcorci, & vedute in diuerſi modi
diuerſamente, S. tutto condotto con buono diſegno. Fu allogato a Sandro
in queſto tépovna tauoletta piccola di figure di tre quarti di braccioluna;
Laquale fu poſta in s.Maria Nouella fra le due porte, nella facciata principi
le della chieſa nell'entrare per la porta del mezo a ſiniſtra: Et euui dentro la
adorazione de Magi; Doue ſi vede tanto affetto nel primo vecchio, chehr
ciando il piede al N Signore, 8. ſtruggendoſi di tenerezza, beniſsimo dinº
ſtrahauere cóſeguita la fine del lunghiſsimo ſuo uiaggio. Et la figura digº
ſto Re, è il proprio ritratto di Coſimo vecchio de'Medici: diquanti a dirº
ſtri ſe ne ritruouano il piu viuo, & piu naturale. Il ſecondo, che è Giuliº º
de Medici padre di Papa Clemente v 11. Si vede che intentiſsimo conlani
mo,diuotamente réderiuerenza a quel putto, & gli aſſegna il preſentello,
Il terzo inginocchiato egli ancora, pare che adorandolo, gli renda grazie
& lo confeſsi il vero Meſsia, e Giouanni figliuolo di Coſimo. Ne ſi può de
ſcriuere la bellezza che Sandro moſtrò nelle teſte che vi ſi veggono; lequali
con diuerſe attitudini ſon girate, quale in faccia, qualein profilo, quale in
mezo occhio, 8 qualchinata, 8 in piu altre maniere, Etdiuerſità d'arie di
" ; di vecchi, con tutte qnelle ſtrauaganzie che pollonofat conoſcere
a perfezzione del ſuo magiſterio. Hauendo egli diſtinto le corti di tre Re,
di maniera che eſi comprende, quali ſiano i ſeruidori dell'uno, S& quali del
l'altro. Opera certo mirabiliſsima; E per colorito, per diſegno, e per com
ponimento, ridotta ſi bella, che ogni Artefice ne reſta hoggi marauigliato.
Et all'ora gli arrecò in Fiorenza, & fuori tanta fama che Papa Siſto 1 1 1 t. ha
uendo fatto fabricare la cappella in palazzo di Roma; & volendola dipigº
re, ordinò ch'egli ne diueniſſe capo; onde in quella fece di ſua manoleinha
ſcritte ſtorie, cioè quando Chriſto è tentato dal diauolo; quando uoſe amº
zalo Egizzio, & che riceue bere da le figlie di Ietrò madianite. Similmente
quando ſacrificando i figliuoli di Aron venne fuoco da cielo: & alcuni San
ti Papi nelle nicchie di ſopra alle ſtorie. La onde acquiſtato fra molti concor
renti che ſecolauorarono, 8 Fiorentini,8 di altre città, fama,S nomemºg
giore; hebbe dal Papa buoua ſomma di danari; i quali ad vn tempo deſtrut
ti, & conſumati tutti nella ſtanza di Roma, per viuere a caſo, come erailſo
lito ſuo; & finita inſieme quella parte che egli era ſtata allogata, 8 ſcopertº
la,ſe ne tornò ſubitamente a Fiorenza. Doue per eſſere perſona ſofiſticato
mentò vna parte di Dante: & figurò lo inferno, 8 lo miſe in Stampa dietrº
alquale conſumò di molto tempo perilchenonlauorando fu cagione di
niti diſordini alla vita ſua. Miſe in ſtam pa ancora, molte coſe ſue di diſegº
che egli haueua fatti ma in cattiua manieraperche l'intaglio era mal fattº
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S A N D R O B O T T. 473
de il meglio, che ſi vegga di ſua mano è il triomfo della Fede,di fra Girolamo
Sauonarola da Ferrara; della ſetta del quale fu inguiſa partigiano, che cio fu
cauſa, che egli abandonando il dipignere, e non hauendo entrate da viuere
precipitò in diſordine grandiſsimo. Percioche, eſſendo oſtinato a quella par
te, e i" come ſi chiamauano allora) il Piagnone ſi diuiò dallauorare:
Onde invltimo ſi trouo vecchio,e pouero di ſorte, che ſe Lor.de'Medici men
tre, che viſſe, per loquale, oltre a molte altre coſe,haueua aſſai lauorato allo
Spedaletto in quel di Volterra, non l'haueſſe ſouuenuto, & poi gl'amici, S&
molti huomini da bene ſtati affetionati alla ſua virtù ſi ſarebbe quaſi morto di
fame. E di mano di Sandro in s. Franceſco fuor della porta a s.Miniato in vn
tondo vna Madonna, con alcuni Angeli grandi quanto il viuo, ilquale fu te
nuto coſa belliſsima. Fu Sandro perſona molto piaceuole,e fece molte bur
le ai ſuoi diſcepoli, 8 annici,onde ſi racconta, che hauédo vn ſuo creato, che
haueua nome Biagio fatto vn tondo ſimile al ſopradetto appunto, per ven
derlo, che Sandro " vendè ſei fiorini d'oro a vn Cittadino, e che trouato Bia
gio gli diſſe: Io ho pur finalmente venduto queſta tua pittura, però ſi vuole
ſtaſera appicarla in alto, perchehauerà miglior veduta, e dimattina andare
a caſa il detto Cittadino,e condurla qua, accio la veggia a buon aria al luogo
ſuo; poi ti annoueri i contanti. O quanto hauete ben fatto maeſtro mio,diſ
ſe Biagio. E poi andato a bottega miſe il tondo in luogo aſſai ben alto, e par
tiſsi. In tanto Sandro,e Iacopo, che eravn'altro ſuo diſcepolo,fecero di carta
otto capuci a uſo di cittadini,S con la cera biancagl'accommodarono ſopra
lectro teſte degl'Angeli, che in detto tondo erano intorno alla Madonna.
Ondeuenuta la mattina, eccoti Biagio, che ha ſeco il cittadino, che haueua
compera la pittura, e ſapeua la burla, S& entrati in bottega alzando Biagio
gl'occhi vide la ſua Madonna non in mezzo agl'Angeli, ma in mezzo alla Si
gnoria di Firenze ſtarſi a ſedere fra que'capucci. Onde uole cominciare a
gridare, e ſcuſarſi con colui, che l'haueua mercatata, ma vedendo, che taceua
anzi lodaua la pittura ſe ne ſtette anch'eſſo. Finalmente andato Biagio col
cittadino a caſa hebbe il pagamento de'ſei fiorini, ſecondo, che dal maeſtro
era ſtata mercatata la pittura, e poi tornato a " , quar.do apunto San
dro,e Iacopo haueuanoleuate i capucci di carta,vide i ſuoi Angeli, eſſere An
geli,e non cittadini in capuccio. Perche tutto ſtupeffato non ſapeua, che ſi
dire,pur finalmente riuolto a Sandro diſle, Maeſtro mio, io né ſo ſe io mi ſo
gno, o ſe gli è uero; queſti Angeli quando io uenni qua haueuano i capucci
i roſsi in capo, 8 hora non gli hanno, che vuol dir queſto ? Tu ſei fuor di te
Biagio, diſſe Sandro. Queſti danari thâno fatto uſcire del ſeminato:ſe cote
i" creditu,che quel cittadino l'haueſſe compero? Gli è vero,ſoggiun
ſe Biagio, che non me n'ha detto nulla, tutta uia a me pareua ſtrana coſa. Fi
nalmente tutti gl'altri garzoni furono intorno a coſtui,e tanto diſlono: che
gli fecion credere, che fuſsino ſtati Capogiroli. Venne vna volta ad habita
i reallato a Sandro un teſsidore di drappi, 8 rizzò ben otto telaialiquali quan
dolauorauano,faceuano non ſolo col romore delle calcole, S. ribattimento
delle caſſe, aſſordare il pouero Sandro,ma tremare tutta la caſa, che non era
f" gagliarda di muraglia, che ſi biſognaſſe,donde fra per l'una coſa, 8 per
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ltra non poteua lauorare o ſtare in caſa. Et pregato piu volte il uicino che
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rimediaſſe a queſto faſtidio, poi che egli hebbe detto, che in caſa ſua volesa
& poteua far quel che piu gli piaceua. Sandro " ſul ſuo muro, che
era piu alto di quel del vicino, 8 non molto gagliardo, poſe in bilico vna
groſsiſsima pietra,e di piu che di carrata, che pareua che ogni poco chel mu
ro ſi moueſſe,fuſse per cadere, 8 sfondare i tetti, 8 palchi, 8 tele,S: telai del
vicino, ilquale impaurito di queſto pericolo, e ricorrendo a Sandto, gli fu ri
ſpoſto con le medeſime parole che in caſa ſua poteua, & uoleuafat quelche
gli piaceua,ne potendo cauarne altra concluſione,fu necesſitato auenir agli
accordi ragioneuoli: & far a Sandro buona uicinanza. Raccontaſi ancora,
che Sandro accusò per burlavn amico ſuo di ereſia al Vicario, e che colui ci
parendo dimandò chi l'haueua accuſato, e di che, perche eſſendogli detto,
che Sandro era ſtato, il quale diceua, che egli teneua l'opinione degli Epicue
rei, e che l'anima moriſſe col corpo volle vedere l'acuſatore dinanzi al Giudi
ce,onde Sandro comparſo,diſſe; egli èvero, che io ho queſta opinione della
nima di coſtui, che è vna beſtia. Oltre cio non pare a voi, che ſia heretico,
poi che ſenza hauerelettere, oapena ſaper leggere, comenta Dâte; e Mento
ua il ſuo nome in vano? Diceſi ancora, che egli amò fuor di mod coloro,che
egli cognobbe ſtudioſi dell'atte: e che i" aſſai, ma tratto --re
/
S A N D R O B O T T. 473
la camera del Priore degl'Angeli di Firenze, di figure piccole, ma grazioſe
molto, 8 fatte con bella conſiderazione. Della medeſima grandezza, che
è la detta tauola de Magi,n'havna di mano del medeſimo, M.Fabio Segni,
Gentil'huomo Fiorentino, nella quale è dipinta la Calunnia d'Apelle, bel
la quanto poſſa eſſere. Sotto laquale tauola,laquale egli ſteſſo donò ad Ana
tonio Segni ſuo amiciſsimo, ſi leggono hoggi queſti verſi di detto M.Fabio.
Indicio quemquam nefaſoledere tentent.
Terrarum Reges parua Tabellamonet.
Huicſimilem AEgipti Regi donaut Apelles.
Rexfuit,e dignusmunere: munus co.
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476
vITA DI BENEDETTO DA MAIA No
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gli, che fece ſimilmente quello della ſala, dell'oriuolo, e quello dell'Vdien
za. Et perche la detta porta di marmo fu da Benedetto fatta doppia, ſopra
l'arco della porta di dentro, hauédo gia detto del difuori, fece una iuſtizia di
marmo a ſedere,con la palla del mondo in vna mano, e nell'altra, vna ſpada
con lettere intorno all'arco, che dicono, Diligite iuſtitiam quiudicati, terram.
Laquale tutta opera fu condotta con narauiglioſa diligenza; & artifizio. Il
medeſimo alla Madonna delle Grazie, che è poco fuor d'Arezzo, facedo vn
-
i:- fiortico,evna ſalita di ſcale dinizi alla porta; Nel portico mite gl'archi ſopra
colóne,&acanto al tetto girò intornoitorno vn architraue,fregio,e corni
cione; & In qllo fece per gocciolatoio vna ghirlanda di Roſoni intagliati di
macigno,che ſportano in fuori vn braccio,evn terzo. Talmente, che fra l'a
getto del frontone della gola diſopra,8 il dentello, 8 Vouolo, ſotto il goc
ciolatoio,fa braccia due, 8 mezzo, che aggiuntoui il mezzo braccio, che fan
noi tegoli favn tetto di braccia tre intorno bello, ricco, vtile, 8 ingegnoſo.
Nellaqual'opera, e quel ſuo artifizio,degno d'eſſer molto conſiderato dagli
Artefici che volendo, che queſto tetto i tanto in fuori. ſenza mo
digloni,o menſole, che lo reggeſsino, fece que laſtroni,doue ſono i roſoni in
tagliati tanto grandi che la metà ſola ſportaſsi infuori, & l'altra metà reſtaſsi
murato di ſodo,onde eſſendo coſi contrepeſati, potettono reggere il reſto, e
tutto quello, che di ſopra ſi aggiunſe, come ha fatto ſino a hoggi, ſenza diſa
gio alcuno di quella fabrica. Et perche non voleua, che queſto cielo appariſ
ſi di pezzi come egli era: riquadrò pezzo per pezzo, d'un corniciamento in
torno, che veniua a farlo sfondato del roſone, che incaſtrato, & commeſſo
bene a caſſetta, vniua l'opera di maniera che chi la vede la giudica d'un pez
zo tutta. Nel medeſimo luogo fece farevn palco piano di roſoni meſsi d'o-
ro, che è molto lodato. Hauendo Benedetto comperovn podere fuor di
Prato,avſcire per la porta Fiorentina, per venire in verſo Firenze, e non piu
lontano dalla terra, che vn mezzo miglio; fece in ſulla ſtrada maeſtra accan
to alla porta vna belliſsima cappelletta: & invna nicchiavnaN.Donna colfi
gliuolo in collo di terra,lauorata tanto bene, che coſi fatto ſenza altro colo
re è bella quanto ſe fuſſe di marmo. Coſi ſono due Angeli, che ſono a ſom
mo per ornamento, convn candelliere per vino in mano. Nel doſſale dell'al
tare è vna pietà cola N.Donna,es.Giou.di marmo belliſs.Laſsò anco allaſua
morte in caſa ſua molte coſe abbozzate di terra, e di marmo: " Benea
detto molto bene,come ſi puo vedere in alcune carte del noſtro libro. Final
mente d'anni 54 ſi morì, nel 1498, e fu honoreuolmente ſotterrato in s. Lo
renzo. E laſciò,che dopo la vita d'alcuni ſuoi parenti, tutte le ſue facultà fuſ
ſino della compagnia del Bigallo,
entre ", nella ſua giouanezza lauorò di legname,e di commel
ſo furono ſuoi concorrenti Baccio Cellini piffero della Signoria di Firenze,
ilquale lauorò di commeſſo alcune coſe d'auorio molto belle, e fra l'altre vn
ottangolo di figure d'auorio, profilate di nero, bello affatto,il quale è nella
" del Duca, parimente Girolamo della Ceccha creato di coſtui, e
fiſtero anch'egli della Signoria lauorò ne'medeſimi tempi pur di commeſ
ſo molte coſe. Fu nel medeſimo tempo Dauit Piſtoleſe, che icº ni
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se S E C O N D A P A R T E
Euangeliſta di Piſtoia, fece all'entrata del coro vn s.Giouanni Euangeli,
di rimeſſo: opera piu di gran fatica, a condurſi, che di gran diſegno. Etpa
rimente Geri Aretino, che fece il coro, 8 il pergamo di s. Agoſtino d'Arez
zo,de medeſimi rimeſsi di legnami, di figure, & proſpettive. Fu queſto Gie,
ri molto capriccioſo, e fece di canne di legno, vno organo perfettiſsimo, di
dolcezza, 8 ſuauità, che è anchorhoggi nel veſcouado d'Arezzo,ſopralapor
ta della ſagreſtia: mantenutoſi nella medeſima bontà: che è coſa degna di
marauiglia, & da lui prima meſſa in opera. Ma neſſuno di coſtoro, ne altri
fu a gran pezzo eccellente quanto Benedetto, onde egli merita fra i migliori
Artefici delle ſue profeſsioni d'eſſer ſempre annouerato, e lodato,
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vITA DI ANDREA VERRoccHIo PIT"
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A N D R E A V E R R O C. 48;
mal fatte della ſua arte.Fu diſcepolo del medeſimo Andrea Piero Perugino,
s e Lionardo da Vinci,de quali ſi parlerà al ſuo luogo; & Franceſco di Simon
ne Fiorentino, che lauorò in Bologna nella chieſa di ſan Domenico vna ſe a
oltura di marmo, con molte figure piccole, che alla maniera paiano di mas
no d'Andrea, la quale fu fatta per M.Aleſſandro Tartaglia Imoleſe dottore.
Et vn'altra in ſan Brancazio di Firenze, che riſponde in ſagreſtia, & invnaca
pella di chieſa, p M Pier Minerbetti caualiere. Fu ſuo allieuo ancora Agnol
di Polo,che di terra lauorò molto praticamente, 8 ha pieno la città di coſe
di ſua mano, 8 ſe haueſſe voluto attender all'arte da ſenno,harebbe fatte co
ſe belliſsime. Ma piu di tutti fu amato da lui Lorenzo di Credi, ilquale ricon
duſſe l'oſſa di lui da Vinezia,e le ripoſe nella chieſa di s. Ambruogio nella ſe
" diſer Michele di Cione,doue ſoprala lapida ſono intagliate queſta
P Ser Michaelis de Cionis,e ſuorum & appreſſo. Hicoſatacent Andrea verro
arOIc. - - - - -
Si dilettò aſſai Andrea di formare di geſſo da far preſa, cioè di quello, che
ſi fa d'una pietra dolce,laquale ſi caua in quel di Volterra, 8 di Siena, 8 in
altri molti luoghi d'Italia Laquale pietra cotta al fuoco, 8 poi peſta,e cô l'ac
qua tiepida impaſtata,diuiene tenera di ſorte, che ſe ne fa illo, che altri uno
le; & dopo raſſoda inſieme, 8 induriſce in modo, che vi ſi puo dentro geta
tar figure intere. Andrea dunque vsò di formare, con forme coſi fatte, le coa
ſe naturali per poterle con piu commodità tenere inanzi,eimitarle,cioèma
i" torſi. Dopo ſi cominciò al tempo ſuo a
formare le teſte di coloro, che moriuano con poca ſpeſa; onde ſi vede in oa
gni caſa di Firenze ſopra i camini,vſci,fineſtre, & cornicioni infiniti di detti
ritratti, tanto ben fatti,8 naturali, che paiono viui. E da detto tempo in quà
-
ſi è ſeguitato, 8 ſeguita il detto vſo, che a noi è ſtato di gran commodità, per
- hauere i ritratti di molti, che ſi ſono poſti nelle ſtorie del palazzo del Duca.
Coſimo. E di queſto ſi deue certo hauer grandiſſimo obligo alla virtu d'An
º drea, che fu de primi, che cominciaſſe a metterlo in vſo. º
Da queſto ſi venne al fare imagini di piu perfezzione non pure in Fioren
- za ma in tutti i luoghi doue ſono diuozioni, & doue concorrono perſone a
porre voti,8 come ſi dice miracoli, perhauere alcuna grazia riceuuto. Per
cioche,doue prima ſi faceuano o piccoli d'argento, o in tauolucce ſolamente
o vero di cera,e goffi affatto, ſi cominciò al tempo d'Andrea a fargli in mole
-
tomiglior maniera, perche hauendo egli ſtretta dimeſtichezza con Orſino
Ceraiuolo, ilquale in Fiorenza haueua in quell'arte aſſai buon giudizio, gli
incomincio a moſtrare, come poteſſe in quella farſi eccellente. Ondevenu
ta l'occaſione, per la morte di Giuliano de Medici, e per lo pericolo di Loren
zo ſuo fratello, ſtato ferito in s.Maria del Fiore,fu ordinato dagl'amici, e pa
renti di Lorenzo, che ſi faceſſe, rendendo della ſua ſaluezza grazie a Dio, in
3 molti luoghi l'imagine di lui. Onde Orſino,fra l'altre; " & ordi
ne d'Andrea, ne conduſſe tre di cera grande quanto il viuo, facendo dentro
t.
-
l'oſſatura di legname, come altroue ſi è detto, & inteſſuta di canne ſpacca
te, ricoperte poi di panno incerato con belliſsime pieghe, e tanto acconcia
mente, che non ſi puo veder meglio, ne coſa piu ſimile al naturale. Le teſte
pot
486 S E C O N D A P A R T E
poi mani, e piedi fece di cera più groſſa, ma vote dentro, e ritratte dal viuo,e
dipinte a olio con quelli ornamenti di capelli, S& altre coſe ſecondo, che bi
ſognaua, naturali, e tanto ben fatti, che rappreſentauano, non piu huomini
di cera,ma viuiſsimi, come ſi puo uedere in ciaſcuna delle dette tre; vna delle
quali è nella chieſa delle monache di Chiarito in via di s.Gallo, dinanzi al
Crucifiſſo che fa miracoli. E queſta figura è con quell'habito apunto, che
;
haueua Lorenzo,quando ferito nella gola e faſciato ſi fece alle fineſtre dica
ſa ſua, per eſſer veduto dal popolo, che la era corſo, per vedere ſe fuſſeviuo,co
mc i , o ſe pur morto per farne vendetta. La ſeconda figura del me
deſimo è in luccho, habito ciuile, e proprio de'Fiorentini; & queſta è nella
chieſa de'Serui alla Nunziata, ſopra la porta minore.laquale è accanto al des
ſcho,doue ſi vende le candele. La terza fu mâdata a s.Maria degl'Angeli d'A
ſceſi,e poſta dinanzi a quella Madonna. Nelqualluogo i m O, COme
gia ſi è detto, eſſo Lorenzo de Medici fece mattonare tutta la ſtrada,checa
l
mina da s.Maria alla porta d'Aſceſi, che va a s.Franceſco; e parimente reſtau
rare le fonti, che Coſimo ſuo Auolo haueua fatto fare in quel luogo. Ma tor
nando alle imagini di cera, ſono di mano d'Orſino nella " chieſa de Set
ui tutte quelle, che nel fondo hanno per ſegno vin O.grande con un Rden
troui, &vna croce ſopra. E tutte ſono in modo belle, che pochi ſono ſtati
poi, che l'habbiano paragonato. Queſta arte ancora, che ſi ſia mantenuta
viua inſino a tempi noſtri, è nondimeno piu toſto in declinazione, che al
trimenti, o perche ſia mancatala diuozione o per altra cagione, che ſi ſia.
Ma per tornare al Verrocchio, egli lauorò, oltre alle coſe dette, crucifiſsi di
legno, 8 alcune coſe di terra,nel che era eccellente, come ſi vide ne modelli
delle ſtorie, che fece per l'altare di s.Giouanni, & in alcuni putti belliſsimi, e
in vna teſta di " è tenuta marauiglioſa. E anco di mano del me
deſimo il putto dell'oriuolo di Mercato Nuouo, che ha le braccia ſchiodate
in modo, che alzandole, ſuona l'hore con vn martello, che tiene in mano.
Il che fu tenuto in que tempi coſa molta bella, 8 capriccioſa. E queſto il fi
ne ſia della vita d'Andrea Verrocchio ſcultore iº -
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vITA DI FILIPP o LIPPI PIT roR
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ſpreſſe nella pittura. E che è piu non lauorò mai opera alcuna nellaquale del
le coſe antiche di Roma con gran ſtudio non ſi ſeruiſſe, invaſi, calzari, trofei -
bandiere,cimieri,ornamenti di tempi, abbigliamenti di portature da capo,
ſtrane ſogge da doſſo,armature,ſcimitarre,ſpade,toghe,manti, &altretana
º te coſe diuerſe,e belle, che gradiſsimo, e ſempiterno obligo ſe gli debbe,pha
uere egli in queſta parte accreſciuta bellezza, e ornamenti all'arte. Coſtui
nella ſua prima giouentu diede fine alla cappella de'Brancacci, nel Carmia
ne in Fiorenza, cominciata da Maſolino, e non del tutto finita da Maſaccio
per eſſerſi morto. Filippo diquele diede di ſua mano l'ultima perfezzione,
eui fece il reſto d'una ſtoria che mancaua, doues.Piero, e Paulo riſuſcitano
ilNipote dell'Imperatore. Nella figura del qual fanciullo ignudo ritraſſe Frä
ceſco Granacci pittore allora giouanetto; e ſimilmente M.Tommaſo Sode
rini Caualiere, Piero Guicciardini padre di M.Fräceſco, che ha ſcritto le ſto.
rie, Piero del Puglieſe, e Luigi Pulci poeta; parimente Antonio Pollaiuolo,
eſe ſteſſo coſi giouane come era, ilche non fece altrimenti nel reſto della ſua
vita,onde non ſi è potuto hauere il ritratto di lui d'età migliore. E nella ſto
ria, che ſegue ritraſſe Sandro Botticello ſuo maeſtro,e molti altri amici,egri
d'huomini. E infra gli altri il Raggio ſenſale perſona d'ingegno, 8 ſpiritos
ſa molto, quello che in una conca conduſſe di rilieuo tutto l'inferno di Dana
te, cò tutti i cerchi, 8 partimenti delle bolgie, & del pozzo miſurati apunto
tuttele figure, & minutie che da quel gran poeta furono ingegnoſiſsimamé
me, immaginate, 8 diſcritte, che fu tenuta in queſti tempi coſa marauiglio
ſa. Dipinſe poi a tempera nella cappella di Franceſco del " alle Cam
pera,luogo de monaci di Badia, fuor di Firenze, in vna tauola un s Bernar
do,alquale appariſce la N.Donna con alcuni Angeli, mentre egli in vn bo
ſco ſcriue. Laqual pittura in alcune coſe è tenuta mirabile, come in ſaſsi, li
bri,herbe,e ſimili coſe, che dentro ui fece. Oltre, che ui ritraſſe eſſo France
ſco di naturale tanto bene, che non pare che gli manchi ſe non la parola.
Queſta tauola fu leuata di quelluogo, per l'aſſedio, e poſta, per ºne"
Inclla
494 S E C O N D A P A R T E
nella ſagreſtia della Badia di Fiorenza. In s.Spirito della medeſima città a
uorò in una tauola la N.Donna,s.Martino,s.Niccolò, es.Caterina per Tani
de Nerli. Etins, Brancazio alla cappella de Rucellai una tauola,8 in s.Rai
faello un Crucifiſſo, e due figure in Campo d'Oro. Ins.Franceſco fuor del
la porta a s.Miniato dinanzi alla ſagreſtia fece un Dio Padre con molti fan
ciulli. Et al Palco,luogo defrati del Zoccolo fuor di Prato, lauorò una tauo
la. E nella terra fece nell'Vdienza de'rriori in vina tauoletta molto lodata, la
N.Donna, s.Stefano, e s.Giouanni Battiſta. In ſul canto al Mercatale purdi
Prato, dirimpetto alle monache di s.Marghegita, uicino a certe ſue caſe fece
in un Tabernacolo afteſco una belliſsima N.Donna con un coro di Satafini
in Campo di Splendore. Et in queſta opera, fra l'altre coſe dimoſtròarte,
e bella auuertenza in un ſerpente, che è ſotto a s.Margherita, tanto ſtrano º
horribile, che fa conoſcere doue habbia il veleno, il fuoco, e la morte. Eilre
ſto di tutta l'opera è colorita con tanta freſchezza, 8 uiuacità, che meriti per
cio eſſere lodato infinitamente. In Luccalauorò parimente alcune coſe,
particolarmente nella chieſa di s.Ponziano de'frati di Monteoliueto,unati
uola in una cappella, nel mezzo dellaquale in una nicchia è un s.Antoniº
belliſsimo di rilieuo di mano d'Andrea Sanſouino ſcultore eccellentiſsimo
Eſſendo Filippo ricerco d'andare in Vngheria al Re Mattia, non uole anda
ui; ma in i lauorò in Firenze per quel Re due tauole moltobel:
le, che gli furono mandate, in una dellequali ritraſſe quel Re,ſecondo,che gi
moſtrarono le medaglie. Mandò ancocerti lauori a Genoa, e fece a Bolo
gna ins.Domenico allato alla cappella dell'altar maggiore a man ſiniſtraia
una tauola un s.Baſtiano, che fu coſa degna di molta lode. A Tanai de'Nerli
dece un'altra tauola di s.Saluadore fuor di Fiorenza. E a Piero del Puglieſe
amico ſuo lauorò una ſtoria di figure piccole condotte con tanta arte e diº
genza, che uolendone un'altro " una ſimile gliela dinegò dicendo,
eſſer impoſsibile farla. Dopo queſte opere fece pregato da Lorenzo vecchio
de Medici, per Oliuieri Caraffa Cardinale Napolitano amico ſuo una gran
diſsima opera in Roma,la doue andando perciofare, paſsò come uole eſſº
Lorenzo da Spoleto, per dar ordine di far fare a fra Filippo ſuo padreunaſ
i" marmo a ſpeſedi Lorenzo, poi che non haueua potuto dagli Spº
tini ottenere il corpo di quello per condurlo a Firenze: E coſi diſegnòfº
lippo la detta ſepoltura con bel garbo, e Lorenzo in ſu quel diſegnolafº
fare, come in altro luogo s'è detto, ſontuoſa,e bella. Condottoſi poi Filippº
a Roma fece al detto Cardinale Caraffa nella chieſa della Minerua una capº
pella, nella quale dipinſe ſtorie della vita di s.Tommaſo d'Aquino, 8 alcunº
poeſie molto belle, che tutte furono da lui, ilquale hebbe in queſto ſempre
propizia la natura, ingegnoſamente trouate. Vi ſi uede dunque, douelafº
de ha fatto prigiona l'infedeltà, tutti gl'Heretici, 8 infedeli. Similmenº
come ſottola ſperanza è la diſperazione, coſi ui ſono moltealtreuirtù,diº
quel Vizio, che è loro contrario hanno ſoggiogato. In una diſputa è sTom
maſo in Catedra, che difende la chieſa da una ſcuola d'heretici, S&ha ſottº
come uinti Sabellio, Arrio, Auerroe, e altri tutti con grazioſi habiti in doſſo.
Dellaquale ſtoria, ne habbiamo di propria mano di Filippo nel noſtro librº
de diſegni, il proprio, con alcuni altri del medeſimo, fatti con tanta re:
. -
F I L I P P O L I P P 1 ass
che non ſi puo migliorare. Euuianco quando,'orando s.Tommaſo gli dice
“il Crucifiſſo, Beneſeripſiſti de me Thoma; & un compagno di lui, che udendo
quel Crucifiſſo coſi parlare ſta ſtupefatto, e quaſi fuor di ſe. Nella tauola è la
Vergine anniziata da Gabriello; e nella faccia l'Aſſunzione di quella in cie
lo, ei dodici Apoſtoli intorno al Sepolcro. La quale opera tutta fu ed è tenu
ta molto eccellente, e per lauoro in freſco, fatta perfettamente. Vi è ritratte
di naturale il detto Oliuieri caraffa Cardinale, 8 Veſcouo d'oſtia, ilquale fu
in queſta cappella ſotterrato l'anno 1511,e dopo condotto a Napoli nel Piſco
D10 e -
rafuſſe diſteſo in ſulla croce, e poi coſi tutto inſieme alzato,e tirato in alto?
via di canapi,e funi, e di puntegli; lequalifuni, e canapi ſono auuolte a certe
anticaglie rotte, e pezzi di pilaſtri, e imbaſamenti; e tirate da alcuni miniſtri.
Dall'altro lato regge il peſo della detta croce, e del Santo, che ui èſopranu
do; da una banda uno con vna ſcala,cò laquale l'ha inforcata,e dall'altra un'
altro con un puntello, ſoſtenendola inſino a che due altri, fatto lieuaapie
del ceppo,e pedale d'eſſa croce,va bilicando il peſo, per metterla nella buca
fatta in terra,douehaueua da ſtare ritta. che piu? Non è poſsibile, neperin
uenzione,ne per diſegno,ne per quale ſi uoglia altra induſtria,o artifiziofar
meglio. Sonoui, oltre cio,molte grotteſche, e altre coſe lauorate di chiaro
ſcuro ſimili al marmo,e fatte ſtranamente con inuenzione, e diſegno belliſsi
mo. Fece anco ai frati Scopetini a s.Donato fuor di Fiorenza, detto Scope
to,al preſente rouinato,in vna tauola i Magi, che offeriſcono a Chriſto; fini
ta con molta diligenza,eui ritraſſe in figura d'uno Aſtrologo, che ha in mi
novn quadrante Pier Franceſco Vecchio de'Medici,figliuolo di Lorenzodi
Bicci, e ſimilmente Giouanni padre del S.Giouanni de Medici, 8 un'altro
Pier Franceſco di eſſo S.Giouanni fratello, 8 altri ſegnalati perſonaggi. So
no in queſt'opera Mori indiani,habiti ſtranamente acconci, 8 vna capanna
bizarriſsima. Al Poggio a Caiano cominciò per Lorenzo de'Medicivniadi
fizio a freſco in vnaloggia che rimaſe imperfetto. E per le monache dislero
nimo ſopra la coſta a s.Giorgio in Firenze, cominciò la tauola dell'altar mag
i" dopo la morte ſua fu da Alonſo Berughetta Spagnuolo tirata aſſai
ene inanzi, ma poi finita del tutto, eſſendo egli andato in Iſpagna, da altri
pittori. Fece nel palazzo della Signoria la tauola della ſala,doueſtauano gl'
Otto di pratica; &il diſegno d'un'altra tauola grande con l'ornamento per
la ſala del coſiglio,ilqual diſegno,morendoſi non cominciò altramete amet
tere in opera, ſe bene fu intagliato l'ornamento ilquale è hoggi appreſſo
maeſtro Baccio Baldini Fiorentino fiſico eccellentiſsimo, 8 amatore di tut
televirtù. Fece per la chieſa della Badia di Firenze vn s.Girolamobelliſsi:
mo. Cominciò ai frati della Nunziata per l'altar maggiore, vn depoſto di
croce; e finì le figure dal mezzo in ſu ſolamente, perche ſopragiunto dafe
bre crudeliſsima, e da quella ſtrettezza di gola, che volgarmente ſi chiama
ſprimizia in pochi giorni ſi mori di 45 anni. Onde eſſendo ſempre ſtato coi
teſe,affabile e gentile, fu pianto da tutti coloro, che l'haueuano conoſciuto
e particolarmente dalla giouentù di queſta ſua nobile città, che nelle "
bliche maſcherate, e altri ſpettacoli ſi ſerui ſempre cô molta ſodisfazionedd
l'ingegno, &iuuenzione di Filippo, che in coſi fatte coſe non ha hauutopa
ri: Anzi fu tale in tutte le ſue azzioni, che ricoperſe la macchia ( qualunche
ella ſi ſia)laſciatagli dal padre la ricopridico, non pure con l'eccellenza della
ſua arte, nella quale non fune ſuoi tempi inferiore a neſſuno, ma con uiuciº
modeſto,e ciuile, e ſopratutto con " corteſe, 8 amoreuole: laqualuitº
quanto habbia forza, e potere, incociliarſi gl'animi uniuerſalmente di tutte
le perſone coloro il ſanno ſolamente che l'anno prouato,eprouano. Hº
be Filippo dai figliuoli ſuoi ſepoltura ins:Michele Biſdomini a di 13 d'Api
le u Dv. E mentre ſi portauaaſepellire ſi ſerrarono tutte le botteghencº
via de'Scrui,come nell'eſſequie de Principi huomini ſi ſuol fare alcuna uolº
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- | virtu dotati coſi per lo cotrario ſono infiniti quei virtuoſi, che
| da côtraria, e nimica fortuna ſono perſeguitati. Ondeſi cono
º ſce apertamente, che ell'ha per figliuoli coloro, che ſenzal'aiu
º to d'alcuna virtù dependono da lei; poi che le piace, che dal
ſuo fauore ſeno alcuni inalzati, che per via di meriti non ſarebbono maico
noſciuti; ilche ſiuide nel Pinturicchio da Perugia, ilquale ancor, che faceſſi
molti lauori, e fuſſe aiutato da diuerſi; hebbe nondimeno molto maggior
nome, che le ſue opere non meritarono. Tuttavia egli fu perſona,cheneli
uori grandi hebbe molta pratica, e che tenne di continouo molti lauorani
nelle ſue opere. Hauédo dunque coſtui nella ſua prima giouanezzalauori
to molte coſe con Pietro da Perugia ſuo maeſtro, tirando il terzo di tutto!
guadagno, che ſi faceua; fu da Franceſco Piccolomini Cardinale chiamato
a Siena a dipignere la libreria ſtata fatta da Papa Pio I 1. nel Duomo di quel
la città. Ma è ben vero, che gli ſchizzi,e i cartoni di tutte le ſtorie, che egli i
fece furono di mano di Raffaello da Vrbino allora giouinetto,ilquale eraſta
to ſuo compagno, 8 condiſcepolo appreſſo al detto Pietro; la maniera dei
quale haueua beniſsimo appreſa il detto Raffaello, e di queſti cartoni ſe ne
vede ancor hoggi uno in Siena, 8 alcuni ſchizzi ne ſono di man di Raffaello
nel noſtro libro. Le ſtorie dunque di queſto lauoro,nelquale fu aiutato l'in
turicchio da molti garzoni, e lauoranti tutti della ſcola di Pietro furono dui
ſe in dieci quadri. Nel prima è dipinto quando detto Papa Pio ſecondo nacº
que, di Siluio Piccolomini, e di Vittoria, e fu chiamato Enea,l'anno 14osin
Valdorcia nel Caſtello di Corſignano,che hoggi ſi chiama Pienza dal nome
ſuo, per eſſere ſtata poi da lui edificata, e fatta città. Et in queſto quadro ſo"
no ritratti di naturale il detto Siluio,& Vettoria. Nel medeſimo è quando
con Domenico Cardinale di Capranica paſſa l'alpe piena di ghiacci, edine:
ue, per andare al concilio in Baſilea. Nel " quando il Concilioni
da eſſo Enea in molte legazioni, cioè in Argentina tre uolte,a Trento,a Gº
ſtanza, a Francſcordia, 8 in Sauoia. Nella terza è quando il medeſimo Enti
è mandato oratore da Felice Antipapa a Federigo terzo Imperatore, apprº
ſo alquale fu di tanto merito la deſtrezza dell'ingegno, l'eloquenza, e la grº
zia d Enea, che da eſſo Federigo fu coronato, come Poeta di Lauro, fatto Prº
tonotario, riceuuto fragl'amici ſuoi e fatto primo Segretario. Nel quartº
quando fu mandato da eſſo Federigo ad Eugenio quarto, dal luale fu fattº
Veſcouo di Trieſta, e poi Arciueſcouo di Siena ſua patria. Nella quinta ſtº
ria è quando il medeſimo Imperatore, volendo venire in Italia a pigliarch
corona dell'Imperio, manda Fnea a Telamone porto de Saneſi a rincontrº
re Leonera ſua moglie, che veniua di Portogallo. Nella ſeſta va Enea, nº
dato dal detto Imperatore a Caliſto quarto, per indurlo a far guerra ai Tuº
chi. Et in queſta parte ſi vede, che il detto pontefice, eſſendo trauagliata Sici
na dal Conte di Pittigliano, e da altri per colpa del Re Alfonſo di S"
- - ille
p I N T V R I C C H I O 499
manda a trattare la pace. Laquale ottenuta ſi diſegna la guerra contragl'O-
rientali; & egli tornato a Roma, è dal detto Pontefice fatto Cardinale. Nella
ſettima, morto Caliſto, ſi vede Enea eſſer creato ſommo Pötefice, e chiamato
Pio ſecondo. Nell'ottauava il Papa a Mantoa al Concilio per la ſpedizione
c6tra i Turchi,doue Lodouico Marcheſe lo riceue có apparato ſplendidiſsi
mo,e magnificenza incredibile. Nella nona il medeſimo mette nel Chatale
go de Santi,e,come ſi dice,Canonezza Chaterina Saneſe Monaca,'es.Don
na dell'ordine de frati Predicatori. Nella decima,8 vltima, preparando la
pa Pio vn'armata groſsiſsima, con l'aiuto,e fauore di tutti i Principi Chriſtia
ni con tra i Turchi, ſi muore in Ancona: & vn Romito dell'Heremo di Ca
maldoli,santo huomo vede l'anima d'eſſo Pötefice in quel punto ſteſſo, che
muore, come anco ſi legge, eſſere d'Angeli portata in cielo. Dopo ſi ve
de nella medeſima ſtoria il corpo del medeſimo eſſere da Ancona portato
a Roma con horreuole compagnia d'infiniti Signori, e prelati, che piangone
la morte di tanto huomo, e di ſirato e ſanto Pontefice. Laquale opera è tutta
piena di ritratti di naturale, che di tutti ſarebbe longa ſtoria i nomi raccon
tare, ed è tutta colorita di fini, e viuaciſsimi colori,e fatta con varijornamé
ti d'oro, e molto ben conſiderati ſpartimenti nel cielo. Et ſotto ciuſcuna ſto
ria è vno Epitaffio,latino che narra, quello che in eſſa ſi contenga. In que
ſta libreria fu condotto dal detto Franceſco Piccolomini Cardinale, e ſuoni
pote e meſſe in mezo della ſtanza, le tre grazie, che vi ſono di marmo âtiche,
e belliſſime; le quali furono in que'rempi le prime anticaglie, che fuſſono te
nute in pregio. Non eſſendo anco affatica finita queſta libreria, nella quale ſo
no tutti i libri,chelaſciò il detto Pio II,fu creato Papa il detto Franc. Cardina
; le nipote del detto Pontefice Pio ſecondo, che per memoria del Zio volle eſ
ſer chiamato Pio 1 1 1. Il medeſimo Pinturicchio dipinſe in vna grandiſsima
ſtoria ſopra la porta della detta libreria, che riſponde in Duomo, grande di
co quanto tiene tutta la facciata, la coronazione di detto Papa Pio terzo, con
i ti ritratti di naturale, e ſotto viſi leggono queſte parole.
Piusiisencmſ, Pijſecundi sepos M.D 1 i i ſeptembris xxi, apertº eletus ſuffra
gijs; Oétauo octobris Coronatus est. -
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Vita di Franceſco francia Bolognoſe,Orefice, 65
- Pittore ,
r-TRA se es co Francia, ilquale nacque in Bologna l'anno 14º
di pſone artigiane, ma aſſai coſtumate, e da bene fu poſto nel
i i | la ſua prima fanciullezza all'orefice: nelqual eſercizio adope
!I randoſi con ingegno,e ſpirito, ſi fece, creſcendo, di perſona e
d'aſpetto tanto ben proporzionato; e nella conuerſazione, e
nel parlare tanto dolce,e piaceuole, che hebbe forza di tenere allegro, eſen
zapenſieri col ſuo ragionamento, qualunche fuſſe piu malinconico, perlo
che fu non ſolamente amato da tutti coloro, che di lui hebbono cognizionº
ma ancora da molti Principi Italiani, & altri Signori. Attendendo dunquº
mfdſl
F R A N CE SC O FR A N CI A 5o;
mentre ſtaua all'orefice al diſegno,in quello tanto ſi compiacque, che ſuegliſi
dol'ingegno a maggior coſe, fece in quello grandiſsimo profitto, come per
molte coſe lauorate d'argento in Bologna ſua patria ſi puo vedere, e partice
larmente in alcuni lauori di niello eccellentiſsimi. Si maniera di fa
remiſe molte volte nello ſpazio di due dita d'altezza, e poco piu lungo,ven
ti figurine proporzionatiſsime, e belle. Lauorò di ſmalto ancora molte co
ſe d'argento, che andarono male nella rouina, & cacciata de'Bentiuogli. E
per dirlo in vna parola lauorò egli qualiche coſa puo far quell'arte meglio,
a
a
che altri faceſſe giamai. Ma quello, di che egli ſi dilettò ſopramodo, e in che
fu eccellente fu il fare coni per medaglie,nel che fu ne'tempi ſuoi ſingula
riſsimo, come ſi puo vedere in alcune, che ne fece doue è naturaliſsima la te
ſta di Papa Giulio ſecondo, che ſtettono a paragone di quelle di Caradoſſo,
Oltra che fece le medaglie del s.Giouanni Bentiuogli, che parviuo;& d'infi
niti Principi,i quali nel paſſaggio di Bologna, ſi fermauano,& egli faceuale
º medaglie ritratte in cera. E poi finite le madri de'Conij,le mandaualoro: di
che oltrala immortalità della fama,traſſe ancora preſenti grandiſsimi. Ten
l
-
ne continuamente mentre che e' viſſe la Zecca di Bologna: & fece le ſtam
pe di tutti i coni per quella, nel tempo che i Bentiuogli reggeuano; & poi
l che ſen'andorono ancora mentre, che viſſe Papa Iulio come ne rédono chia
rezza le monete, che il Papa gittò nella entrata ſua, doue era davna banda la
ſua teſta naturale, e dal'altra queſte lettere Bononia per Iulum a Tyranno libe
rata. Etfu talmente tenuto eccellente in queſto meſtiero, che durò a farle
ſtampe delle monete fino al tempo di Papa Leone.Ettanto ſono in pregio le
npronte de donij ſuoi che chi ne ha le ſtimatato che per danarinò ſene puo
hauere. Auenne che il Francia deſideroſo di maggior gloria, hauendo co
noſciuto And.Mantegna, e molti altri pittori, che haueuano cauato de lalo
roarte, & faculta,S onori; deliberò prouare ſe la pittura gli riuſciſſe nel co
lorito. Hauendo egli ſi fatto diſegno, che e'poteua comparire largamente
con quegli. Onde dato ordine a farne pruoual, fece alcuni ritratti, 8 altre
coſe piccole,tenendo in caſa molti meſi perſone del meſtiero, chegl'inſegnaſ
ſino i modi, 8 l'ordine del colorire di maniera che egli, che haueuagiudi
zio molto buono,vife la pratica preſtamente; 8. la prima opera che egli faceſ
ſe fu vna tauola non molto grande a M.Bart.Feliſini, che la poſe nella Miſeri
; cordia, chieſa fuor di Bologna, nellaqual tauola è vina N.D.a ſeder ſopravna
sedia co molte altre figure, e con il detto M.Bart ritratto di naturale. Etèla
uorata a olio, con grandiſs diligenza; laqual opera da lui fatta l'anno 149o.
Piacque talmente in Bologna che M.Gio Bentiuogli deſideroſo disonorarcó
l'opere di queſto nuouo pittore la cappella ſua,ins. Iacopo di quella città gli
fece fare,in vna tauola,vna N.Donna in aria; & due figure per lato, con due
Angioli da baſſo cheſuonano. Laqual'opera fu tanto ben condotta dal Fran
cia; che meritò da M.Gioaanni oltrale lode,vn preſente honoratiſsimo. La
onde incitato da queſta opera Monſignore de'Bentiuogli, gli fece fare vna
tauola, per l'altar maggiore della Miſericordia, che fu molto lodata: dentro a
ui la Natiuità di Chriſto, doue oltre al diſegno, non è ſe non nella l'inuen
zione,eil colorito no ſono ſend lodeuoli Etin queſta opera fece Monſigno
re ritratto di naturale, molto ſimile, per quanto dice chi lo conobbe; & in
- R R R.
gest S E C O N D A P A R T E
quello abito ſteſſo che egli ueſtito da pellegrino tornò di Ieruſalemme.Fe.
ce ſimilmente in vna tauola nella chieſa della Nunziata fuor della portadis,
Mammolo; quando la N. Donna è Anunziata dall'Angelo, inſieme ci due
figure per lato,tenuta coſa molto ben lauorata. Mentre dunque per l'opere
del Francia era creſciuta la fama ſua, deliberò egli ſi come il lauorare a olio
gli haueua dato fama, S&vtile, coſi di vedere ſe il medeſimo gli riuſciuanel
dauoro in freſco. Haueua fatto M.Giouanni Bentiuogli dipignere il ſuopa
lazzo a diuerſi maeſtri, 8 Ferrareſi, 8 di Bologna, 8 alcuni " Modoneſi,
ma vedute le pruou e del Francia a freſco, deliberò che egli ui faceſſe vnaſto
ria,invna facciata d'una camera,doue egli abitaua per ſuo vſo: nellaqualefe
ce il Francia il Campo di Oloferne armato in diuerſi guardie,appiedi,S:aca
uallo, che guardauano i padiglioni: & mentre, che erano attenti ad altro, i
vedeua il ſonnolento Oloferne, preſo davna femmina ſoccinta in abitov
douile,la quale con la ſiniſtra teneua i capegli ſudati per il calore del vino:
del ſonno, 8 con la deſtra vibraua il colpo, per vecidere il nemico; mentre
che vna ſerua vecchia con creſpe, & aria veramente da ſerua fidatiſsima in
tenta negli occhi della ſua Iudit per inanimirla, chinata giù con la perſona,
teneua baſſa vna ſporta, per riceuere in eſſa il capo del ſonnacchioſo amanº
te. Storia che fu delle piu belle, 8 meglio condotte, che il Francia facile
mai. Laquale andò per terra nelle rouine di quello edifizio nella vſcitadi
Bentiuogli, inſieme con vn'altra ſtoria ſopra queſta medeſima camera,con
traffatta di colore di bronzo d'una diſputa di filoſofi molto eccellentemen
te lauorata & eſpreſſoui il ſuo concetto. Lequali opere furono cagione, che
M.Giouanni,8 qnanti eran di quella caſa,lo amaſsino,ehonoraſsino: &do
po loro, tutta quella città. Fece nella cappella di s.Cecilia attaccata conla
chieſa di s.Iacopo due ſtorie,lauorate in freſco;invna dellequali dipinſe qui
do la N. Donna è ſpoſata da Giuſeppo; & nell'altra la morte di s.Cecilia:te
nuta coſa molto lodata da Bologneſi: & nel vero il Francia preſe tanta pra
tica, &tanto animo, nel veder caminara perfezzione l'opere, che egli voleuai
ch'elauorò molte coſe, che io non ne faro memoria: baſtandomi moſtrareº
chi vorraveder l'opere ſue,ſolamentele piu notabili, & le migliori. Ne per
dueſto la pittura gl'impedì mai, che egli non ſeguitaſſe, 8 la zecca, S& l'altrº
coſe delle medaglie, come è faceua ſino dal principio. Hebbe il Franciaſti
do che ſi dice grandiſsimo diſpiacere de la partita di M.Giouanni Bentiuº
gli, perche hauendogli fatti tantibenefizi; gli dolſe infinitamente: ma pur
come ſauio, & coſtumato che egli era atteſe all'opere ſue. Fece dopolaſº
partita di quello tre tauole, che andarono a Modena, in vna delle qualieri
quando s.Giouanni battezza Chriſto, nell'altra vna Nunziata belliſsima º
nella vltima vnaN.Donna in aria con molte figure, la qual fu poſta nella chie
ſa de frati dell'Oſſeruanza. Spartaſi dunque per cotante opere,la fama dico
ſi eccellente maeſtro faceuano le città agara per hauer dell'opere ſue. La orº
defece egli in Parma ne'monaci Neri di s.Giouannivna tauola con vn Chri
ſto morto in grembo alla N.Donna, & intorno molte figure, tenuta vniucº
ſalmente coſa belliſsima, perche trouandoſi ſeruiti i medeſimi frati operatº
no,ch'egli ne faceſſe vn'altra a Reggio di Lóbardia in vin luogo loro dou'rº
ſecevna N Donna con molte figure. A Ceſena fece vn'altra tauola "
F R AN C ESC O FRA N CI A 5o;
la chieſa di queſti monaci, 8 vi dipinſe la circonciſione di Chrtſto colorita
vagamente. Ne volſono hauereinuidia i Ferrareſi agl'altri circonuicini, an
zi diliberati ornare delle fatiche del Francia il loro Duomo, gli allogarono
vna tauola, che vi fece ſu vn gran numero di figure, 8 la intitolarono, la taa
uola di Ogni Santi. Fecene in Bologna vinains. Lorenzo, con vna N. Donna
& due figure per banda; & due putti ſotto,molto lodata. Nè hebbe appena
finita queſta, che gli conuenne farnevn'altra ins.Iobbe,convn Crucifiſſo, 8.
s.Iobbe ginocchioni appie della croce: & due figure da lati. Era tanto ſpar
ſa la fama, e l'opere di queſto artefice per la Lombardia, che fu madato di ro
ſiana ancora per alcuna coſa di ſuo come fu da Lucca,doue andò vna tauola
dentrouivnas.Anna, & la N.Donna, con molte altre figure, & ſopravn chri
ſto morto in grembo alla madre, Laquale opera è poſta nella chieſa di s.Fri
diano,8 è tenuta da Lucheſi, coſa molto degna. Fece in Bologna per la chie
ſa della Nunziata due altre tauole, che furon molto diligentemete lauorate :
Et coſi fuor della porta Aſtrà Caſtione, nella Miſericordia ne fece vn'altra a
requiſizione d'una Gentil'donna de Manzuoli. Nellaquale dipinſe la N.L6
aa col figliuolo in collos.Giorgio,s.Giouanni Batiſta,s.Stefano, 8 s. Agoſti
nocivn Angelo apiedi, che tiene le mani giunti cotanta grazia, che par pro
rio di Paradiſo. Nella compagnia di s. Franceſco nella medeſima città ne
i" vn'altra; & fimilmente vnane la compagnia di s.Ieronimo. Haueua
\ ſua dimeſtichezza M.Polo Zambeccaro, e come amiciſsimo per ricordanza
dilui, gli fece fare vin quadro aſſai grande, dentrouivna Natiuità di chriſta
che è molto celebrata delle coſe che egli fece. E per queſta cagione M.Polo
gli fece dipignere due figure in freſco, alla ſua Villa molto belle. Fece anco
tain freſcovna ſtoria molto leggiadra in caſa M Ieronimo Bolognino, con
molte varie, 8 belliſsime figure. Lequali opere tutte inſieme gli haueuano
recato vna reuerenza in quella città, che v'era tenuto come vnoi Dio. Et ql
lo che glie l'acrebbe in infinito, fu che il Duca d'Vrbino gli fece dipignere
vn par di barde da cauallo,nellequali fecevna ſelua grandiſsima dalberi, che
vi era appiccato il fuoco: & fuor di quella vſciua quantità" di tutti gli
animali aerei,8 terreſtri, 8 alcune figure: coſa terribile, ſpauentoſa, 8 vera
mente bella, che fu ſtimata aſſai Per il tempo conſumatoui ſopra nelle piu
me degli vcelli,S nelle altre ſorti d'animali terreſtri, oltra le diuerſità delle
frondi, 8 rami diuerſi, che nella varietà degli alberi ſi vedeuano. Laquale
opera fu riconoſciuta con doni di gran ualuta, per ſatisfare alle fatiche del
Francia: oltra che il Duca ſempre gli hebbe obligo per le lodi che egli ne ri
ceuè. Il Duca Guido Baldo parimente ha nella ſua Guardaroba di mano del
medeſimo, in un quadro una Lucrezia Romana da lui molto ſtimata,cò mol
te altre pitture, dellequali ſi farà quando ſia tempo menzione. Lauorò dopº
queſte vna tauolains.Vitale, S. Agricola,allo altare della Madonna che vi è
dentro due Angeli, che ſuonano illiuto,molto begli. Non conterò gia i qua
dri che ſono ſparſi per Bologna in caſa que Gentilhuomini; & meno la ine
finita de'ritratti di naturale che egli fece, perche troppo ſarei proliſſo. Baſti,
che mentre che egli era in cotanta gloria, & godeua in pace le ſue fatiche,
era in Roma Raffaello da Vrbino: & tutto il giorno gli veniuano intorno
molti foreſtieri, 8 fra gli altri molti Gentilhuomini Bologneſi per uedere
- RR R 2. l'opere
506 S E C O N D A P A R T E
l'opere di quello. Et perche egli auuiene il piu delle volte, che ogn'unolo
da volentieri gli ingegni da caſa ſua, cominciarono queſti Bologneſi co Rafa
faello a lodare l'opere,la vita, 8 le virtù del Francia: & cofi feciono tra loro
a parole tanta amicizia, che il Francia, S. Raffaello ſi ſalutarono per lettere.
Etvdito il Francia tanta fama dele diuine pitture di Raffaello, deſideraua ve
der l'opere ſue: magia vecchio &agiato,figodeua la ſua Bologna. Auuena
ne appreſſo, che Raffaello fece in Roma per il Cardinal de Pucci Santi 1 1 1 1.
vna tauola di s.Cecilia, che ſi haueua a mandare in Bologna per porſi in vna
cappellains.Giouanni in monte,doue è la ſepoltura della beata Elena dall'o
lio: & incaſſata, la dirizzò al Francia, che come amico, glie la doueſſe porre
in ſull'altare di quella cappella, con l'ornamento come l'haueua eſſo accocia
to. Ilchehebbe molto caro il Francia, perhauer agio di veder,ſi come hauea
tanto diſiderato l'opere di Raffaello. Ethauendo aperta la lettera, che gli ſcri
ueua Raffaello,doue e lo pregaua ſe ci fuſſe neſſun graffio, che è lacconciaſ
ſe; & ſimilmente conoſcendoci alcuno errore, come amico, lo correggeſe,
fece con allegrezza grandiſsima, ad un buon lume;trarre della caſſa la detta
tauola. Ma tanto fu lo ſtupore che e' nehebbe, S tanto grande la marauia
i" che conoſcendo qui lo error ſuo, 8 la ſtolta preſunzione della folle cre
enza ſua, ſi accorò di dolore, 8 fra breuiſsimo tempo ſe ne morì. Eralata
uola di Raffaello diuina, & non dipinta,ma viua,& talmente ben fatta,S&ce
lorita da lui, che fra le belle che egli dipinſe, mentre viſſe, ancora che tutte
fiano miracoloſe,ben poteua chiamarſi rara. La onde il Francia mezo mor
te per il terrore, & per la bellezza della pittura, che era preſente agl'occhi s
& a paragone di quelle, che intorno di ſua mano, ſi vedeuano; tutto ſmar
rito,la fece con diligenzia porre ins.Gio in monte a quella cappella doue de
ueua ſtare, & entratoſenefra pochi di nelletto tutto fuori di ſe ſteſſo, paren
doli eſſer rimaſto quaſi nulla nell'arte,appetto a quello che egli credeua; &
che egli era tenuto, di dolore, 8 malinconia, come alcuni credono ſi morì
eſſendoli aduenuto nel troppo fiſamente contemplare la viuiſsima pittura
di Raffaello, quello, che al Fiuizano nel vagheggiare la ſua bella morte, dela
quale è ſcritto queſto epigramma. -
Intentusnimium,palluit,crmoritur. -
Tuttauolta dicono alcuni altri che la morte ſuafu ſi ſubita, che a molti ſe
gni apparì piutoſto veleno,ogiocciola, che altro. Fu il Francia huomo fauio,
& regolatiſsimo deluiuere & di buone forze. E morto fu ſepolto honorata
mente dai ſuoi figliuoli in Bologna l'anno u Dxv 1 1 1.
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Tuttauolta dicono alcuni altri che la morte ſua fu ſi ſubita, che a molti
gni apparì piutoſto veleno,o giocciola, che altro. Fu il Francia huomo fauio,
& regolatiſsimo deluiuere & di buone forze. E morto fu ſepolto honota
mente dai ſuoi figliuoli in Bologna l'anno u D xv 1 1 1.
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auuiſi dunque & dalle perſuaſioni di molti altri moſſo,venne Pietro in Fio
renza con animo di" & bene gli venne fatto, concioſia che al
ſuo tempo le coſe della maniera ſua furono tenute in pregio grandiſsimo.
Studiò ſotto la diſciplina d'Andrea Verrocchio: & le prime ſue figure furo
no fuor della porta al Prato in s.Martino alle monache, hoggi ruinato per le
guerre.Et in Camaldoli vn s.Girolamo in muro allora molto ſtimato da Fio
rétini,ecòlode meſſo inanzi phauer fatto quelsäto vechio magro, 8 aſciutto
con gl'occhi fiſſo nel crucifiſſo, 8 tanto conſumato che parevna notomia,co
Inc ſi uedere in uno cauato da quello, che ha il gia detto Bartolomeo ci
di. Venne dunque in pochi anni in tanto credito, che delopere ſue s'empiè
non ſolo Fiorenza, & Italia, ma la Francia, la Spagna,8 molti altri paeſi,doue
elle furono mandate. La onde tenute le coſe ſue in riputazione, S pregio
firandiſsimo, cominciarono i Mercanti a fare incetta di quelle; & a mandar
fuori in diuerſi paeſi, con molto loro utile,e guadagno. Lauorò alle donne
dis.Chiara in una tauola un Chriſto morto, con ſiuago colorito, e nuouo, e
che fece credere agl'Artefici d'hauere a eſſere marauiglioſo, 8 eccellente.
Veggonſi in queſta opera alcune belliſsime teſte di vecchi,e ſimilmente cer
te Marie, che reſtate di piagnere, conſiderano il morto con ammirazione, Sc
amore ſtraordinario; oltre che vi fecevn paeſe, che fu tenuto allora belliſſi
mo, per non ſi eſſer anchora veduto il vero modo di fargli, come ſi è veduto
poi. Diceſi che Franceſco del Puglieſe volle dare alle dette monache tre vol
te tanti danari, quantielle haueuano pagato a Pietro, e farne far loro vna ſi
mile a quella di mano propria del medeſimo, 8 che elle non vollono accon
ſentire, perche Pietro diſſe, che non credeua poter quella paragonare. Era
no anco fuor della porta a Pinti nel conuento defrati Gieſuati molte coſe di
man di Pietro; ma perche hoggi la detta chieſa, e conuento ſono rouinati,
non voglio, che mi paia fatica, con queſta occaſione, prima, che io piu oltre
in queſta vita proceda,dirne alcune poche coſe. Queſta chieſa dunque, la
quale fu architettura d'Antonio di Giorgio da Settignano, era longa braccia
quaranta, e larga venti. A " qnattro ſcaglioni, overo gradi ſi ſali
ua a vn piano di braccia ſei,ſopra il qualera l'altar maggiore con molti orna
menti di pietre intagliate. E ſopra il detto altare era poſta con ricco ornamé
tovna tauola, come i" detto, di mano di Domenico Ghirlandaio. A mezzo
la chieſa eravn tramezzo di muro, con vna porta traforata dal mezzo in ſu,
laquale metteuano in mezzo due altari,ſopra ciaſcuno de quali era, come ſi
dirà,vnatauola di mano di Pietro Perugino. E ſopra la detta porta eravn bel
liſſimo crucifiſſo di mano di Benedetto da Maiano, meſſo in mezzo da vna
N.Donna, & vn ſan Giouanni di rilieuo.E dinanzi al detto piano dell'altare
maggiore appoggiandoſi,a detto tramezzo, eravn coro di legname di noce,
e d'ordine dorico molto ben lauorato: & ſopra la porta principale della chie
ſa eravn'altro coro, che poſaua ſopravn legno armato, e diſotto faceua pal
co, o vero ſoffittato con " ſpartimento, & con vn'ordine di balau
ſtri, che faceua ſponda al dinanzi del coro, che guardana verſo l'altar maggio
ze.Il qual coro era molto commodo per l'hore della notte ai frati di " có
uento, & per fare loro particolare orazioni, & ſimilméte per i giorni feriati.
Sopra la porta principale della chieſa, che era fatta con belliſſimi ornamenti
sºb S E C O N D A P A R T E
di Pietra,Schaueua un portico dinanzi in ſulle colonne, che copriuain finto
pra la porta del conuento, era in vn mezzo tondo un s.Giuſto Veſcouo in
mezzo a due Angeli, di mano di Gherardo miniatore,molto bello. E cioper
che la detta chieſa era intitolata adetto sciuſto, ela entroſi ſerbaua daque
frati una reliquia,cio è un braccio di eſſo Santo. All'entrare di quel conuen
to era un picciol Chioſtro di gradezza appunto quanto la chieſa, cioèlungo
braccia quaranta, e largo venti,gl'archi,Scuolte delquale, che girauanoInfor
no poſaua ſopra colonne di pietra, che faceuano una ſpazioſa, e molto come
moda loggia intorno intorno. Nel mezzo del cortile di queſto chioſtro,che
era tutto pulitamente, e di pietre quadre laſtricato, era un belliſsimo pozzo
con vna loggia ſopra, che poſaua ſimilmenteſopra colonne di pietra, e face
ua ricco, e bello ornamento. Et in queſto chioſtro era il capitolo defratila
porta del fianco, che entrauain chieſa, e le ſcale, che ſaliuano di ſopra aldorº
mentorio, & altre ſtanze a commodo defrati. Di la da queſto chioſtroa dirit
tura della porta principale del conuento era un'andito lungo quanto la
pitolo e la camarlingheria, e che riſpondeua in vn'altro chioſtro maggiore e
piu bello, che il primo. E tutta queſta dirittura, cioè le 4o braccia dellalog:
gia del primo chioſtro, l'andito, e quella del ſecondo faceuano un riſcontro
lunghiſsimo,e bello quanto piu non ſi puo dire, eſſendo maſsimamétefuor
del detto vltimo chioſtro, e nella medeſima dirittura una viottola dell'orto
lunga braccia dugento.
E tutto ciovenendoſi dalla principal porta del conuento faceua una uedu
tamarauiglioſa. Nel detto ſecondo chioſtro era un Refettorio lungo brac
cia ſeſſanta, e largo 18, con tutte quelle accommodate ſtanze, e come dicono
i frati officine, che avn ſi fatto conuento ſi richiedeuano. Di ſopraeraua
dormentorio a guiſa di Tvna parte delguale, cioè la principale, edititta,la
quale era braccia 6o, era doppia, cioè haueuale celle da " lato, & Inte l
ſta in uno ſpazio di quindici " un'oratorio, ſopra l'altare delguale era
tuna tauola di mano di Piero Perugino e ſopra la porta di eſſo oratorio era l
vn'altra opera in freſco, come ſi dirà di mano del medeſimo. Etalmedeſimo t
piano, cioè ſopra il capitolo era una ſtanza grande, doueſtauano que padri t
a fare le fineſtre di vetro, con i tornegli,S& altri commodi, che a cotale eſerci t
zio erano neceſſarij. E perche mentre viſſe Pietro, eglifece loro per molteo N
pere i cartoni,furono i lauori, che fecero al ſuo tempo tutti eccellenti. L'orº f
to poi di queſto conuento era tanto bello, e tanto ben tenuto, & con tanto ot
dine leuiti intorno al chioſtro, e per tutto accommodate,che intornoa Firé N
ze non ſi poteua ueder meglio. Similmente la ſtanza doue ſtillauano, ſecon È
do il coſtume loro, acqueodorifere, & coſe medicinali haueua tutti quegli r
agi, che piu, & migliori ſi poſſono imaginare. Inſomma quel conuento era è
debegli, e bene accommodati, che fuſſero nello ſtato di Firenze: e però ho r
voluto farne queſta memoria, & maſſimamente eſſendo di mano del noſtro l
Pietro Perugino la maggior parte delle pitture, che vi erano. AlqualPietro N
tornando horamai,dico,che dell'opere, che fece in detto conuento, né ſiſo l
no conſeruate ſenon le tauole,perche quelle lauorate a freſco furono perlo l
aſſedio di Firenze inſieme con tutta quella fabrica gettate per terra, 8 leti
uole portate alla porta a ſan Piergattolini, doue ai detti frati fu dato luogº
- nei
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p I E T R O p E R V G I N O ſrr
nella chieſa, 8 conuento di s.Giouannino. Le due tauole adunque, che era
no nel ſopradetto tramezzo erano di man di Piero; & Invna eravn Chriſto
nell'orto; & gl'Apoſtoli, che dormono,ne quali moſtrò Pietro quanto ua
glia il ſonno contragl'affanni e diſpiaceri,hauendogli figurati dormire in at
titudini molto agiate. E nell'altra fecevna Pietà,cio è Chriſto in grembo al
la N.Donna con quattro figure intorno né mcn buone che l'altre della ma
niera ſua, e fra l'altre coſe fece il detto Chriſto morto coſi intirizzato, come ſe
è fuſſe ſtato tanto in croce, che lo ſpazio, & il freddo l'haueſsino ridotto co
ſi,onde lo fece reggere a Giouanni, & alla Maddalena tutti afflitti,e piangen
ti. Lauorò in un'altra tauola un crucifiſſo con la Maddalena, 8 ai piedi s.Gi
rolamo,s.Giouanni Battiſta, & il beato Giouanni Colombini,fondatore di
uella religione con infinita diligenza. Queſte tre tauole hanno patito aſ
i, e ſono per tutto negli ſcuri, e doue ſono l'ombre crepate. e cioauuiene,
perche quando ſi lauora il primo colore, che ſi pone ſopra la meſtica(percio
che tre mani di colori ſi danno l'un ſopra l'altro)non è ben ſeccho; onde poi
col tempo nello ſeccarſi tirano per la groſſezza loro, 8 uengono ad hauer
forza di fare que crepati. Ilche Pietro non potette conoſcere, perche apunto
ne'tempi ſuoi ſi cominciò a colorire bene a olio. Eſſendo dunque dai Fiom
rentini moltocomendatel'opere di Pietro, un priore del " conucn
to degl'Ingeſuati, che ſi dilettaua dell'arte gli fece fare in vn muro del primo
- chioſtro vna Natiuità coi Magi di minuta maniera che fu da lui con uaghez
2a, e pulitezza grande a perfetto fine condotta; doue era un numero infini
to di teſte uariate; e ritratti di naturale né pochi; fra i quali era la teſta d'An
drea del Verrocchio ſuo maeſtro. Nel medeſimo cortile fece un fregio ſo
i" gl'archi delle colonne, con teſte quanto il uruo,molto ben condotte: del
lequali era una quella del detto priore tanto uiua,e di buona maniera lauo
rata, che fu giudicata da pertiſsimi artefici la miglior coſa, che maifaceſſe Pio
tro; alquale fu fatto fare nell'altro chioſtro ſopra la porta, che andaua in Ref
fettorio una ſtoria quando Papa Bonifazio conferma l'habito al beato Gio
uanni Colombino, nellaquale ritraſſe otto di detti frati, e vi fece una proſpet
tiua belliſsima, che sfu giua,laquale fu molto lodata,e meritamente perche
nefaceua Pietro profeſsione particolare. Sotto a queſta in un'altra ſtoria co
minciaualaNatiuità di Chriſto con alcuni Angeli, e Paſtori, lauorata con
freſchiſsimo colorito. E ſopra la porta del detto oratorio fece invn'arco tre
mezze figure,la N.Donna,s Girolamo, 8 il beato Giouanni, con ſibella ma
niera, che fu ſtimata delle migliori opere, che mai Pietro lauoraſſe in muro.
Era ſecondo, che io udijgia raccontare, il detto priore molto ecc.in fare gl'a-
zurri oltramarini, e però hauendone copia uolle, che Piero in tutte le ſopra
dette opere ne metteſſe aſſai: Ma eranodimeno ſi miſero, e sfiducciato, che
non ſi fidando di Pietro, voleua ſempre eſſer preſente quido egli azurro nel
lauoro adoperaua. La onde Pietro ilquale era di natura intero, e da bene, e
non diſderauaquel d'altri, ſe non mediante le ſue fatiche haueua per male
la diffidenza di quel priore, onde pensò di farnelo vergognare; & coſi preſa
vna catinella d'acqua, impoſto,che haueua, o panni,o altro, che uoleua fare
di azurro,ebianco,faceua di mano in mano al priore, che con miſeria torna
ua al ſacchetto, mettere l'oltramarino nell'alberello,doue era acqua ſtempe
- SSS
5t. S E C O N DA P A R T E
rata: dopo cominciandolo a mettere in opera, a ogni due pennellate Pietro
riſciacquaua il pennello nella catinella onde era piu quello che nell'acquari
maneua, che quello che egli haueua meſſo in opera. Et il priore, che ſi vede
ua uotaril ſacchetto, 8 il ſauoro non c&parire, ſpeſſo ſpeſſo diceua. O quan
to oltramarino conſuma queſta calcina. Voi uedere, riſpondeua Pietro. Do
po partito il priore, Pietro cauaua l'oltramarino, che era nel fondo dellaca
tinella; & quello quando gli parue tempo rendendo al priore, gli diſſepa
dre queſto è uoſtro,imparate a fidarui degl'huomini da bene, che non ingan
nano mai chi ſi fida, ma ſi bene ſaprebbono quando voleſsino,ingannaregli
sfiducciati, come uoi ſete. Per queſte dunque, 8 altre molte opere vennen
tanta fama Pietro, che fu quaſi sforzato a andare a Siena, douen sfrante
ſco dipinſe vna tauolagrande, che fu tenuta belliſsima, e in s.Agoſtino della
ne dipinſe vn'altra dentrouivn Crucifiſſo con alcuni Santi. È poco dopo
queſto a Fiorenza nella chieſa di s.Gallo fece vna tauola di s. Girolamoinpº
nitenzia, che hoggi è in s.Iacopo trafoſsi, doue detti frati dimoranovicino
al canto degli Alberti. Fu fattogli allogazione d'un Chriſto mortocós Gio
“uanni, & la Madonna ſopra le i" della porta del fianco di s.Pier Maggio
re: & lauorollo in maniera, che ſendo ſtato all'acqua, 8 al vento s'è conſer
uato, con quella freſchezza, come ſe pur hora dalla man di Pietro foſſefni
to: Certamente i colori furono dalla intelligenza di Pietro conoſciuti,eco
ſi il freſco come l'olio, onde obligo gli hanno tutti i periti artefici, che per
ſuo mezo hanno cognizione de lumi,che per le ſue opere ſi veggono. In S.
Croce in detta città fece vna Pietà col morto Chriſto in collo, 8 due figure,
che danno marauiglia avedere, non la bontà di quelle mail ſuo mantenerſi
ſi viua,&nuoua di colori, dipitiinfreſco. Gli fu allogato da Bernardino de
Roſsi cittadin Fiorentino vris.Sebaſtiano per mandarlo in Francia, &furo
no d'accordo del prezzo in centoſcudi d'oro: laquale opera fu venduta da
Bernardino al Re di Francia quattrocento ducati d'oro. A Valle Ombroſa
dipinſevna tauola per lo altar maggiore; & nella Certoſa di Pauialauotòſi:
milmente vina tauola a quefrati. Dipinſe al Cardinal Caraffa di Napoli nel
(t
lo Piſcopio allo altar maggiore, vina aſſunzione di N.Donna, & gl'Apoſtoli
ammirati intorno al ſepolcro. Etall'Abbate Simone de Graziani al Borgo:
s.Sepolcro vna tauola grande, laquale fece in Fiorenza, che fu portatainº
Gilio del Borgo ſulle ſpalle defacchini con ſpeſa grandiſsima. Mando a º
logna a s.Giouanni in montevna tauola con alcune figure ritte, &vna Mº
donna in aria, perche talmente ſi ſparſe la fama di rietro per Italia,S: fuori,
che e' fu da Siſto 1 1 1 1. Pontefice con molta ſua gloria condotto a Roma"
lauorare nella cappella in compagnia degli altri artefici eccellenti: douek
cela ſtoria di Chriſto, quando dà le chiauias Pietro, in compagnia di Doº
Bartolomeo della Gatta Abate di s.Clemente di Arezzo: & ſimilmente"
natiuità, e il batteſimo di Chriſto, e il naſcimento di Moſe, quando dallafi
gliuola di Faraone è ripeſcato nella ceſtella. Et nella medeſima faccia, dopº
è l'altare,fece la tauola in muro con l'aſſunzione della Madonna, doue ginº
chioni ritraſſe Papa Siſto. Ma queſte opere furono mandate a terra per fi:
la facciata
Lauorò vnadelvolta
giudicio del diuin
in torre BorgiaMichel A gnolo
nel palazzo dela Papa
tempocondi alcuneº"
Papa Paololºli
- - Illi
P 1E T R o P E R v G 1N o 513
Chriſto, 8 fogliami di chiaro oſcuro,iquali hebbero al ſuo tempo nome ſtra
ordinario di eſſere eccellenti. In Roma medeſimaméte in s.Marco fecevna
ſtoria di due Martiri allato al Sacramento opera delle buone che egli faceſſe
in Roma. Fece ancora nel palazzo di s.Apoſtolo per Sciarra Colonna vna
loggia, & altre ſtanze Lequali operegli miſero in mano grandiſsima quan
tita di danari: La onde ", non ſtare piu in Roma: partitoſene con
buon fauore di tutta la corte; a Perugia ſua patria ſe ne tornò: & in molti
luoghi della città fini tauole, & lauori a freſco, e particolarmente in palazzo
una tauola a olio nella cappella de Signori, dentrouila N. Donna, 8 altri si
ti. A s. Franceſco del Monte di i cappelle a freſco,in vina la ſtoria de'
Magi, che vanno a offerire a chriſto, e nell'altra il martirio d'alcuni frati di s.
Franceſco,iquali andando al ſoldano di Babilonia, furono occiſi. In s.Fran
ceſco del conuento dipinſe ſimilmente a olio due tauole, in una la reſurezio
ne di Chriſto, e nell'altra,s.Giouanni Battiſta, 8 altri ſanti. Nella chieſa de
Serui fece parimente due tauole, in una la trasfigurazione del N.Signore, e
nell'altra, che è accanto alla ſagreſtia, la ſtoria de Magi, ma perche " nó
ſono di quella bontà, che ſono l'altre coſe di Piero, ſi tie per fermo,ch'elle ſia
no delle prime opere, che faceſſe. In s.Lorenzo Duomo della medeſima cita
tà è di mano di Piero nella cappella del Crucifiſſo la N.Donna, s.Giouanni,
e l'altre Marie,s Lorenzo,s Iacopo, 8 altri Santi. Dipinſe ancora, all'altare
del Sagramento,doue ſta ripoſto l'anello, con che fu ſpoſata la Vergine Ma
ria,lo ſpoſalizio di eſſa Vergine. Dopo fece a freſco tutta l'udienza del Cam
bio, cioè nel partimento della Volta i ſette pianeti, tirati ſopra certi carri
da diuerſi animali, ſecondo l'uſo vecchio e nella facciata quando ſi entra di
rimpetto alla porta la Natiuità, e la reſurezzione di chriſto: & in una tauola
un s. Giouanni Batiſta in mezzo a certi altri Santi. Nelle facciate poi dalle
bande dipinſe,ſecódo la maniera ſua Fabio Maſsimo, Socrate, Numa Pompi
lio. F.Camillo, Pitagora, Traiano, L. Sicinio, Leonida Spartano, Orazio Co
cle, Fabio Sépronio, Pericle Atenieſe, e Cincinnato. Nell'altra facciata fece le
Sibille,i Profeti Iſaia, Moiſe, Daniel, Dauit,Ieremia,Salamone, Eritea, Libi
ca,Tiburtina, Delfica, e l'altre. E ſotto ciaſcuna delle dette figure fece a uſo di
motti in ſcrittura alcune coſe, che diſſero, lequali ſono apropoſito di qlluo
o. Etinuno ornamento fece il ſuo ritratto, che pare uniſsimo, ſeriuédoui
otto il nome ſuo in queſto modo Petrus Peruſinus Egregius Pictor: Perditaſ fue
rat,pingedo hic retulitartem. Sinumquatnuetaeſſethactenus ipse dedit. Anno do 15oo.
Queſta opera, che fu belliſsima, e lodata piu, che alcun'altra, che da Pietro
fuſe in Perugia lauorata,è hoggi dagl'huomini di quella città, per memoria
d'un ſilodato Artefice della patria loro tenuta in pregio. Fece poi il medeſi
mo nella chieſa di s. Agoſtino alla cappella maggiore in vna tauola grande
Iſolata, e con riccho ornamento intorno, nella parte dinanzis.Giouanni,
che battezza chriſto, e di dietro, cioè dalla banda, che riſponde in chorola
Natiuità di eſſo Chriſto; nelle teſte alcuni Santi, e nella predella molte ſtor
rie di figure piccole con molta diligenza. Etin detta chieſa fece per M.Bene
detto Caleravna tauola alla cappella di s.Niccolò. Dopo tornato a Firenze,
fece ai monaci di Ceſtello in vina tauola s. Bernardo, e nel capitolo vn Cru
cifiſſo,la N.Donna,s.Benedetto,s.Bernardo,es.Giouanni. Etins.Domeni
- SSS 2.
514 se coNDA PA RTe
coda Fieſole nella ſeconda cappella a man rittavna tauola, dentrouilaN.
Donna con tre figure: Fralegualivns.Baſtiano è lodatiſsimo. Haueua Pie
tro tanto lauorato, e tanto gli abondaua ſempre da lauorare, che e' metteua
in opera bene ſpeſſo le " coſe. Etera talmente la dottrina dell'arte
ſua ridotta a maniera: ch'efaceua a tutte le figure vn'aria medeſima. Per
che eſſendo venuto gia Michele Agnolo Buonarroti al ſuo tempo,deſideras
ua grandemente Pietro, vedere le figure di quello, per lo grido, che gli daua
no gli Artefici. Et vedendoſi occultare la grandezza di quel nome, che con
ſi gran principio per tutto heueua acquiſtato, cercaua molto con mordaci
arole, offendere quelli, che operauano. Et per queſto meritò oltre alcune
" fattegli dagl'artefici, che Michele Agnolo in publico gli diceſſe che
egli era goffo nell'arte. Ma non potendo Pietro comportare tanta infamia,
ne furono al magiſtrato degl'Otto tutti due doue ne rimaſe Pietro con aſſai
poco honore. Intanto i frati de Serui di Fiorenza hauendo volontà di haue
rela tauola dello altar maggiore che fuſle fatta da perſona famoſa,ehauédos
la mediantela partita di Lionardo da Vinci, che ſeneeranto in Francia,ren
duta a Filippino egli " fatto la metà d'una di due tauole che vi
dauano, paſso di queſta all'altra vita. Ondei frati per la fede che haueuano
in Pietro,gli feciono allogazione di tutto il lauoro. Haueua Filippino finito
in quella tauola doue egli faceua Chriſto depoſto di croce,i Niccodemi, che
lo dpongono; & Pietro ſeguitò di ſotto lo ſuenimento della N.Donna, &
alcune " figure. E perche andauano in queſta " due rauole, che l'una
voltaua inuerſo il coro de'frati; & l'altra inuerſo il corpo della chieſa: die
tro al coro ſi haueua a porre il dipoſto di croce, 8 dinanzi l'aſſunzione di N.
Donna,ma Pietro la fece tanto ordinaria, che fu meſſo il Chriſto depoſto di
nanzi, 8 l'aſſunzione dalla banda del coro. Et queſtehoggi per metterui il
tabernacolo del Sacramento ſono ſtate l'una, 8 l'altra leuateuia; & per la
chieſa meſſe ſopra certi altri altari è rimaſo in qll'opa ſolaméte ſei quadri,do
ue ſono alcuni santi dipinti da Pietro in certe nicchie. Diceſi, che quando
detta opera ſi ſcoperſe fu da tutti i nuoui artefici aſſai biaſimata, e particolare
mente, perche ſi era Pietro ſeruito di quelle figure, che altreuolte era vſato
mettere in opera,doue tentandolo gl'amici ſuoi diceuano, che affaticato non
s'era, & che i" tralaſciato il buon modo dell'operare,operauarizia,op
non perder tempo. Ai quali Pietro riſpondeua, io ho meſſo in opera le fi
gure altre volte lodate da uoi, e che ui ſono infinitamente piaciute: ſe hora
vi diſpiacciono, 8 non le lodate, che ne poſſo io? Ma coloro aſpramente con
ſonetti, 8 publiche villanieloſaettauano. Onde egligia vecchio partito ſi da
Fiorenza, 8 tornatoſi a Perugia conduſſe alcunilauori a freſco nella chieſa
dis.Seuero monaſt dell'ord diCamaldoli,nelqualluogo haueua Raffaello da
Vrbinogiouanetto, e ſuo diſcepolo fatto alcune figure, come nella ſua vita ſi
dirà. Lauorò ſimilmente al Mötone, alla Fratta, 8 in molti altri luoghi del co
tado di Perugia, e particolarmente in Aſceſi a s.Maria degl'Angeli, douea
freſco fece nel muro dietro alla cappella della Madonna, che riſponde nel co
rode frati un Chriſto in croce con molte figure. E nella chieſa di s.Piero, Ba
diade monaci Neri in Perugia dipinſe all'altare maggiore in vna tauolagri
del'Aſcensione, con gl'Apoſtoli " guardano verſo il cielo. "
- predellº
p I E T R o P E R v G I N o v 515
predella dellaquale tauola ſono tre ſtorie, con molta diligenza lauorate,cioè
i Magi,il Batteſimo, e la reſſurezione di Chriſto, Laquale tutta opera ſi vede
iena di belle fatiche, intanto ch'ell'èla migliore di quelle, che ſono in Peru
ia di man di Pietro lauorate a olio. Cominciò il medeſimo un lauoro a fre
i" di non poca importanza a caſtello della Pieue, ma non lo fini. Soleua Pio
troſi come quello, che di neſſuno ſi fidaua, nell'andare, e tornare dal detto
caſtello a Perugia, portare " ti danari haueua,ſempre addoſſo: perche al
cuni,aſpettandolo avn paſſo lo rubarono, ma raccomadadoſi egli moltogli
laſciarono la vita per Dio. E dopo, adoperando mezzi, 8 amici, che pur n'ha
ueua aſſai,riebbe ancogran parte de'detti danari, che gli erano ſtati tolti.
Ma nondimeno fu per i" vicino a morirſi. Fu Pietro perſona di aſſai po
careligione, e non ſegli potemai far credere l'immortalità dell'anima. Anzi
con parole accomodate al ſuo ceruello di porfido, oſtinatiſsimamente ricusò
ogni buonauia. Haueua ogni ſua ſperanza ne'beni della fortuna, e per da
nariharebbe fatto ogni male contratto. Guadagnò molte ricchezze, e in Fio
renza murò,& comprò caſe, 8 in Perugia, & a Caſtello della pieue acquiſtò
molti beni ſtabili.Tolſe per moglievnabelliſſima giouane,e n'hebbe figliuo
li; & ſi dilettò tanto, che ella portaſſe leggiadre acconciature, e fuori, 8 in ca
ſa,che ſi dice, che egli ſpeſſe volte l'acconciaua di ſua mano. Finalmente venu
to rietro invecchiezza d'anni bºxviij. fini il corſo della vita ſua nel Caſtello
della pieue,doue fu honoratamente ſepolto l'anno 1524.
Fece Pietro molti maeſtri di quella maniera,8 vno fragl'altri, che fu vera
mente eccellentiſsimo,ilquale datoſi tutto agl'honorati i della pittura
paſsò di gran lunga il maeſtro. E queſto fu il miracoloſo Raffaello Sanzio da
Vrbino,ilquale molti anni lauorò con Pietro in compagnia di Giouanni de
Santi ſuo padre. Fu anco diſcepolo di coſtui il Pinturicchio, pittorPerugino
ilquale, come ſi è detto nella vita ſua,tenne ſempre la maniera di Pietro. Fu
ſimilmente ſuo diſcepolo Rocco Zoppo,pittor Fiorentino, di mano delqua
le ha invn tondovna N.Donna molto bella,Filippo Saluiati, ma è ben vero,
ch'ella fu finita del tutto da eſſo pietro.Lauorò il medeſimoRocco molti qua
dri di Madonne,8 fece molti rittatti,de quali non fa biſogno ragionare di
rò bene, che ritraſſe in Roma nella cappella di Siſto,Girolamo Riario,e F.pie
ro Cardinale di ſan Siſto.Fuanco diſcepolo di pietro il Monteuarchi, che in
ſan Giouanni di Valdarno dipinſe i opere, e particolarmente nella Ma
donna,l'hiſtorie del miracolo del latte. Laſciò ancora molte opere in Monte
uarchi ſua patria.Imparò parimente da pietro,eſtette aſſai tempo ſeco, Geri
no da piſtoia,delquale ſi è ragionato nella vita del Pinturicchio: & coſi an
co Baccio Vbertino Fiorentino,ilquale fu diligentiſsimo, coſi nel colorito,
come nel diſegno,onde molto ſeneſeruìPietro. Di mano di coſtui è nel no
ſtro libro vin " Chriſtobattuto alla colonna,fatto di penna, che
-
è coſa molto vaga. -
figure piccole, come ſi puo vedere in molte opere ſtate da lui lauorate in Fi
renze, e maſsimamente in caſa Giouanmaria Benintendi, 8 in caſa Pierfran
ceſco Borgherini. Dilettoſsi il Bacchiaccha di far grotteſche; onde al S.Du
C2
– - -
3 I6 S E C O N D A P A R T E
ca Coſimo fece vno ſtudiuolo pieno d'animali, e d'herberare ritratte dalle
naturali, che ſono tenute belliſsime, oltre ciofece i cartoni per molti panni
d'Arazzo, che poi furono teſſuti di ſeta da maeſtro Giouanni Roſto Fiamin
go, per le ſtanze del palazzo di s E. Fu ancora diſcepolo di Pietro Giouanni
Spagnuolo, detto per ſopranome lo Spagna, ilquale colori meglio, che neſa
ſnn'altro di coloro, che laſciò Pietro dopo la ſua morte. Il quale ciouanni,do
po Pietro ſi ſarebbe fermo in Perugia, ſe l'inuidia dei pittori di quella città,
troppo nimici de foreſtieri, non l'haueſsino perſeguitato di ſorte, che gli fu
forza ritirarſi in Spoleto. Doue per la bontà,8 virtù ſua fu datogli donna di
buon ſangue, e fatto di quella patria cittadino. Nelqualluogo fece molteo
pere e ſimilmente in tutte l'altre città dell'Vubria Etin Aſceſi dipinſe la ta
uola della cappella di ſanta Caterina nella chieſa di ſotto di ſan Fräceſco per
il Cardinale Egidio Spagnuolo; e parimentevna in ſan Damiano. In ſanta
Maria degl'Angeli dipinſe nella cappella piccola, doue morì ſan Franceſco
alcune mezze figure grandi quanto il naturale, cioè alcuni compagni di ſan
Franceſco, 8 altri ſanti molto viuaci,iquali mettono in mezzo vin ſan Fran
ceſco di rilieuo. Ma fra i detti diſcepoli di Pietro miglior maeſtri di tutti fu
Andrea Luigi d'Aſceſi chiamato l'Ingegno, ilquale nella ſua prima gioua
nezza concorſe con Raffaello da Vrbino ſotto la diſciplina di eſſo Pietro, la
quale l'adoperò ſempre nelle piu importati pitture, che faceſſe; come fu nel
l'udienza del cambio di Perugia,doue ſono di ſua mano figure belliſſime, in
qlle, che lauorò in Afceſi; & finalmente a Roma nella cappella di papa Siſto.
Nelle quali tutte ope diede And.tal ſaggio di ſe,che ſi aſpettaua, che doueſſe
di gran lunga trappaſlare il ſuo maeſtro: & certo coſi ſarebbe ſtato, ma la
fortuna, che quali ſempre agl'alti principi, volentieri s'oppone non laſciò
venire a perfezzione l'Ingegno; percioche cadendoglivn trabocco diſceſa
negl'occhi,il miſero ne diuenne con infinito dolore di chiunche lo conobbe
cieco del tutto. Ilqual caſo, digniſſimo di compaſſionevdendo papa Siſto (co
me quello, che amò ſempre i virtuoſi)ordinò, che in Aſceſi gli fuſſe ogni
anno, durante la vita di eſſo Andrea, pagatavna prouiſione, da chi là maneg
giaua l'entrate. E coſì fu fatto inſino a che egli ſi morì d'anni ottantaſei.
Furono medeſimamente diſcepoli di Pietro, e Perugini anch'eglino Euſe
bios.Giorgio, che dipinſe in s.Agoſtino la tauola de Magi; Domenico di Pa
ris, che fece molte opere in Perugia, & attorno per le caſtella, ſeguitato da
Orazio ſuo fratello; parimente Giannicola, che in s.Franceſco dipinſe in
vna tauola Chriſto nell'orto,ela tauola d'Ogni Santi in s.Domenico alla cap
pella de'Baglioni, e nella cappella del Cambio iſtorie di s.Giouanni Battiſta
in freſco. Benedetto Caporali altrimenti Bitti fu anch'egli diſcepolo di Piea
ro, e di ſua mano ſono in Perugia ſua patria molte pitture. E nella Architettu
ras'eſercitò di maniera, che non ſolo fece molte opere, ma comentò Vitru
uio in quel modo, che puo vedere ognuno eſſendo ſtampato, nei quali ſtu
dij lo ſeguitò Giulio ſuo figliuolo pittore Perugino. Ma neſſuno di tanti di
ſcepoli paragonò mai la diligenza di Pietro, ne la grazia, che hebbe nel colo
rire in quella ſua maniera lacuale tanto piacque al ſuo tempo, che vennero
molti di Francia, di Spagna, d'Alemagna, e d'altre prouncie per impararla.
E dell'opere ſue ſi fece come ſi è detto mercanzia da molti, che le mandarono
In
P I E R O 517
Si
jº
4
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5rs - -
s.Conſolata in vno sfondato, fatto nel muro, dipinſe vna N.Donna, & alcu
ni Vccelli, e particolarmente un pauone,ſua impreſa. In s.Eufemia, conué
to de frati Heremitani di s. Agoſtino, dipinſe ſopra la porta del fianco un s.
Agoſtino con due altri Santi. Sotto il Manto delguales.Agoſtino ſono aſſai
frati, e monache del ſuo ordine; ma il piu bello di dita opera ſono due pro
feti dal mezzo in ſu grandi quanto il viuo; percioche hanno le piu belle, e
piu viuaci teſte, che mai faceſſe Stefano. Et il colorito di tutta l'opera, per eſ.
ſere ſtato con diligenza lauorato, ſi è mantenuto bello inſino a tempi noſtri,
non oſtante che ſia ſtato molto percoſſo dall'acque, da venti, e dal ghiaccio.
E ſe queſta opera fuſſe ſtata al coperto, per non l'hauere Stefano ritocca a
ſeccho,ma uſato diligenza nel lauorarla bene a freſco, ella ſarebbe ancora
bella,8 viua,come gli uſcì delle mani doue è pure un poco guaſta. Fece poi
dentro alla chieſa, nella cappella del ſagraméto, cioè intorno al Tabernacolo
alcuni Angeli che volano,vna parte de'quali ſuonano,altri cantano, e altri in
cenſano il ſagramento, 8 vna figura di Gieſu Chriſto, che egli dipinſe in cia
ma per finimento del Tabernacolo. Da baſſo ſono altri Angeli, che lo reggo
no,con ueſte bianche,e lunghe inſino a piedi, che quaſi finiſcono in nunole,
laqual maniera fu propria di Stefano nelle figure degl'Angeli,iquali fece ſem
pre molto nel uolto grazioſi, e di belliſsima aria. In queſta medeſima opera
è da un lato s. Agoſtino, e dall'altro s.Ieronimo in figuregradi quanto è il na
turale, e queſti con le mani ſoſtengono la chieſa di Dio, quaſi moſtrando, che
ambiduoi con la dottrina loro i" la s. Chieſa dagli heretici, e la ſoſti
gono. Nella medeſima chieſa dipinſe a freſco in un pilaſtro della cappella
maggiore una sbufemia con bella, e grazioſa aria diviſo; e ui ſcriſſe a lette
re d'oro il nome ſuo,parendogli forſe, come è in effetto,ch'ella fuſlevna dela
le migliori pitture, che haueſſe fatto, 8 ſecondo il coſtume ſuo,ui dipinſe vn
pauone belliſsimo; & appreſſo due lioncini,iquali non ſono molto belli, per
che non pote allora vederne de naturali, come fece il pauone. Dipinſe anco
ra in vna tauola del medeſimo luogo,ſi come ſi coſtumaua in quetépi, molte
figure dal mezzo in ſu,cio è s.Nicola da Tolentino, Scaltri. E la predella fee
ce piena di ſtorie in figure piccole della vita di quel santo. In s.Fermo chieſa
della medeſima città dei frati di s. Franceſco, nel riſcontro dell'entrare per la
porta del fianco fece per ornamento d'un depoſto di croce, X 1 1 profeti dal
mezzo in ſu grandi quanto il naturale,S: a piedi loro Adamo, S. Eua a giace
re,& il ſuo ſolito pauone, quaſi contraſegno delle pitture fatte da lui. Il mee
deſimo Stefano dipinſe in Matoua nella chieſa di s. Domenico alla porta del
Martello vna belliſsima N.Donna, la teſta della quale, per hauerehauuto bi
ſogno i padri di murare in quelluogo, hanno con diligenza poſta nel tramez
zo della chieſa, alla cappella di s. Orſola, che è della famiglia de'Pecuperati
doue ſono alcune pitture a freſco di mano del medeſimo E nella chieſa di s.
Franceſco ſono quando ſi entra a man deſtra della porta principale, vina fila
di cappelle murategia dalla nobil famiglia della Ramma, in vna delle quali è
dipinto nella volta di mano di stefano i quattro Euangeliſti a ſedere,e dietro
alle ſpalle loro, per campo fece alcune ſpalliere di Roſai, con vno inteſſuto di
canne a midorle,e uariati alberi ſopra, 8 altre uerdure piene d'uccelli,e par
ticolarmente di pauoni. Vi ſono anco alcuni Angeli belliſsimi. In queſta
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gro i ! S E C O N D A P A R T E
medeſima chieſa dipinſevnas. Maria Maddalena grande quanto il naturale,
in vna colonna entrando in chieſa a man ritta. E nella ſtrada detta Rompi
lanza della medeſima città fece a freſco in vn fronteſpizio d'una porta vinas.
Donna col figliuolo in braccio, 8 alcuni Angeli diniziale: inginocchioni.
Etil Campo fece d'alberi pieni di frutte. E queſte ſono l'opere, che ſi truo
ua eſſer ſtate lauorate da Stefano, ſe ben ſi puo credere, eſſendo uiuuto aſſai,
che ne faceſſe molte altre. Ma come non ne ho potuto alcun'altra rinuenire;
coſine il cognome,ne il nome del padre,ne il ritratto ſuo, ne altro particola
re. Alcuni affermano,che prima, che veniſſe a Firenze egli fu diſcepolo di mai
eſtro Liberale pittore Veroneſe: Ma queſto non importa, baſta che imparò
tutto " in lui fu di buono in Fiorenza da Agnolo Gaddi.
Fu " medeſima città di Verona Aldigieri da Zeuio, famigliariſsimo
de Signori della Scala, il quale dipinſe,oltre a molte altre opere, la ſala grane
de del palazzo loro; nellaquale hoggi habitail Podeſta, facendouila guerra
di Gieruſalemme, ſecondo, che è ſcritta da Ioſafo. Nella quale opera moſtrò
Aldigieri grande animo,le giudizio, ſpartendo nelle faccie di quella ſala da
ogni " vna ſtoria con vn'ornamento, ſolo che la ricigne atorno,atorno,
Nelquale ornamento poſa dalla parte di ſopra, quaſi per fine, vn partimento
di medaglie,nellequali ſi crede, che ſiano ritratti di naturale molti huomini
ſegnalati di " tempi,S: in particolare molti di quel ſignori della Scala, ma
perche non ſe ne ſailuero, non ne dirò altro. Dirò bene, che Aldigieri mo
ſtrò in queſta opera d'hauere ingegno,giudizio,S&inuenzione, hauendo ci
ſiderato tutte le coſe, che ſi poſſono in vna guerra d'importanza conſidera
re. Oltre cio il colorito li molto bene mantenuto. E fra molti ritratti di
grandi huomini,elitterati,vi ſi conoſce quello di M.Fräceſco Petrarca.
Iacopo Auanzi pittore Bologneſe fu nell'opere di queſta ſala concorrente
d'Aldigieri,e ſotto le ſopradette pitture dipinſe,ſimilmente a freſco,due Tri
onfi belliſsimi, 8 con tanto artifizio, 8 buona maniera, che afferma Girola
mo Campagnola, che il Mantegna gli lodaua come pittura rariſsima. Il me
deſimo Iacopo inſieme con Aldigieri,e Sebeto da Verona dipinſe in Padoua
la cappella i s.Giorgio, che è allato al tempio di s.Antonio, ſecodo, che per
lo teſtamento era ſtato laſciato dai Marcheſi di Carrara. La parte di ſopra di
pinſe lacopo auanzi; Di ſotto aldigieri alcune ſtorie di s Lucia, & vn cenaco
lo; e Sebeto vi dipinſe ſtorie di s. Giouanni. Dopo tornati tutti e tre queſti
maeſtri in Verona dipinſero inſieme in caſa de Conti Serenghivn par di noz
ze, con molti ritratti & habiti di que tempi. Ma di tutte, l'opere di Iacopo a
uanzi fu tenuta la migliore: ma perche di lui ſi è fatto menzione nella vita di
Niccolò d'Arezzo, per l'opere, che fece in Bologna a cicorrenza di Simone,
Chriſtofano,e Galaſſo pittori, non ne dirò altro in queſto luogo.
In Venezia nel medeſimi tempi fu tenuto in pregio, ſe bene tenne la ma
niera greca, Iacobello de Flore,il qual'in quella città fece opere aſſai,e partico
larmente vna tauola alle monache del Corpus Domini, che è poſta nella lor
chieſa all'altar di s.Domenico. Fu concorrente di coſtui Giromin Morzone,
che dipinſe in Vinezia, & in molte città di Lombardia aſſai coſe, ma perche
tennela maniera vecchia,e fece le ſue figure tutte in punta di piedi, non dire
modi lui ſe non, che è di ſua manovna tauola nella chieſa di s.Lena all'alta
re dell'aſſunzione con molti ſanti.
V IT T O R E SC A R P A CC I A 5ar
Fu molto miglior maeſtro di coſtui Guariero pittorradouano,ilquale, oltre
a molte altre coſe dipinſe la cappella maggiore defrati Eremitani di s. Agoſti
no in Padoa, & vna cappella ai medeſimi nel primo chioſtro.Vn'altra cappel
letta in caſa Vrbano Prefetto, e la ſala degl'Imperadori Romani,doue nel tés
o di Carnouale vanno gli ſcolari a danzare. Fece ancoafreſco nella cappel
l del podeſta, della città medeſima alcune ſtorie del teſtamento vecchio.
Giuſto pittore ſimilmente Padouano fece fuor della chieſa del Veſcouado
nella cappella di s.Giouanni Batiſta non ſolo alcune ſtorie del Vecchio, e
Nuouo teſtamento, ma ancora le reuelazioni del Apocaliſſe di s.Giouanni
Eusngeliſta, e nella parte di ſopra fece in vn paradiſo con belle conſiderazio
ni molti chori d'Angeli, 8 altri ornamenti. Nella chieſa di s. Antonio lauo
rò a freſcola cappella di s.Luca. E nella chieſa degl'Eremitani di s.Agoſtino
dipinſe in vna cappella l'artiliberali; & appreſſo a quelle le virtù, 6 i vizij,
& coſi coloro, che per le viruſono ſtati celebrati, come quelli, che per i vizi
ſono in eſtrema miſeria rouinati. E nel profondo dell'inferno. Lauorò an
coin Padoua a tenpi di coſtui. Stefano pittore Ferrareſe, ilquale, come ala
troue ſi è detto ornò di uarie pitture la cappella, e l'archa,doue è il corpo di
s. Antonio, e coſi la Vergine Maria detta del Pilaſtro. Fu tenuto in pregio
ne medeſimi tempi Vincenzio pittore Breſciano, ſecondo, che racconta il Fi
lareto,e Girolamo Cam ii pittore Padoano,e diſcepolo del
lo Squarcione. Giulio poi figliuolo di Girolamo dipinſe, mini, e intagliò
un Ramenolte belle " Padoua, come in altri luoghi. Nella medeſi
ma Padoualauorò molte coſe Niccolò Moreto, che uiſſe ottanta anni, e ſem
pre eſercitò l'arte; & oltre a queſti molti altri, che hebbono dependenza da
Gentile, e Giouanni Bellini, ma. - -
º Sºſ AGhirlandaio,
- coro detto l'Indaco,ilquale fu diſcepolo di Domenico del
8 in Romalauorò con Pinturicchio fu "
Si uole maeſtro netépi ſuoi. E ſe bene non fece molte coſe,quel
ai s $i le nondimeno, che furono dalui fatte ſono da eſſer comenda
te. Ne è gran fatto, che non uſciſſero ſe non pochiſsime ope
re delle ſue mani, percioche eſſendo perſona faceta,piaceuole, e dibuontem
po,alloggiaua pochi penſieri, e non voleualauorareſe non quando non po'
teua far altro; e percio uſaua di dire che il non mai fare altro, che affaticarſi,
ſenza pigliarſi vn piacere al mondo non era coſa da Chriſtiani. Praticauaco
ſtui molto dimeſticamente con Michelagnolo; percioche quido uoleua quel
l'Artefice,eccellentiſsimo ſopra quanti ne furono mai, ricrearſi dagli ſtudiº
e dalle continue fatiche del corpo, e della mente; niuno gli era percio piua
grado,ne piu ſecondo l'humor ſuo,che coſtui. Lauorò Iacopo molti anni in
Roma, o per meglio dire, ſtette molti anni in Roma,euilauorò pochiſsimo.
E di ſua mano in quella città nellachieſa di s.Agoſtino, entrando in chieſap
la porta della facciata dinanzi,amanritta la prima cappella, scllauolta del
laquale ſono gl'apoſtoli, che riceuono lo Spirito Santo: È di ſotto ſono nel
muro due ſtorie di Chriſto, nell'una quando toglie dalli reti Pietro, 8 Anº
drea, e nell'altra la cena di Simone,e di Maddalena, nella quale è un palco di
legno, e di traui molto ben contrafatto. Nella tauola della medeſima cappel:
la laquale egli dipinſe a olio,èvn chriſto morto,lauorato,e condotto comol
ta pratica, e diligenza. Parimente nella trinita di Roma è di ſua mano invina
tauoletta la coronazione di N.Donna. Ma che biſogna, o che ſi puo di coſtui
altro raccontare: baſta, chequanto fu vago di cicalare tanto fu ſempre mimi
co di lauorare, e del dipignere. E perche come ſi è detto, ſi pigliaua piacer
michelagnolo delle chiacchiere di coſtui,e delle burle,che ſpeſſo faceua,lote
neua quaſi ſempre a mangiar ſeco: ma eſſendogli un giorno venuto coſtuia
faſtidio, come il piu delle uolte vengono queſti cotali agl'amici, e padronilo
ro col troppo, e bene ſpeſſo fuor di " ſenza diſcrezione, cicalare,pº
che ragionare non ſi puo dire, non eſſendo in ſimili, per lo piu ne ragione,ne
iudizio; lo mandò Michelagnolo, perleuarſelo di nanzi allora,che haueua
i" altra fantaſia; a comperare de fichi, & vſcito,che Iacopo fu di caſa, gli
ſerrò Michelagnolo l'uſcio dietro con animo,quando tornaua, di non gl'a-
prire. Tornato dunque l'Indaco di Piazza, s'auuide, dopo hauer picchiato
vn pezzo la porta in vano, che Michelagnolo non voleua aprirgli, percheve
nutogli collera, preſe le foglie, 8 i fichi, 8 fattone una bella diſteſa in ſulla
ſoglia della porta, ſi partì,e ſtette molti meſi, che non volle fauellare a "
--
lagnolo
I N D C A C O 52;
Magnolo: pure finalmente rapartumatoſi,gli fu piu amico, che mai. finalmé
te eſſendo vecchio di 68. anni ſi morì in Roma.
Non diſsimile a Iacopo fu vn ſuo fratello minore chiamato per proprio no
me Franceſco,e poi per ſopra nome anch'egli,l'Indaco, che fu ſimilmente di
pintore piu che ragioneuole. Non gli fu " dico nellauorare piu, che
mal volentieri, e nel ragionare aſſai; ma in queſto auanzaua coſtui Iacopo,
perche ſempre diceua male d'ognuno,el'opere di tutti gl'artefici biaſimaua.
Coſtui dopo hauere alcune coſe lauorate in Montepulciano,et di pittura,S&
di terra, fece in Arezzo per la compagnia della Nunziata in vna tauoletta p
l'vdienza,vna Nunziata, 8 vn Dio padre in cielo, circondato da molti Ange
li in forma di putti. E nella medeſima città fece la prima volta, che vi andò
-
-
il Duca Aleſſandro,alla porta del palazzo de Signorivn'arco trionfale bel
-
liſsimo con molte figure di rilieuo; e parimente a concorrenza d'altri pitto
ri, che aſſai altre coſe per la detta entrata del Duca lauorarono,la proſpettiua
d'una Comedia,che º tenuta molto bella. Dopo andato a Roma, quando
vi ſi aſpettaua l'Imperatore Carlo quinto,vi fece alcune figure di terra, e per
il popolo Romanovn'arme a freſco in Campidoglio, che fu molto lodata.
Ma la miglior opera, che mai vſciſſe delle mani di coſtui, e la piu lodata, fu
nel palazzo de'Medici in Roma, per la Ducheſſa Margherita d'Auſtria vno
" di ſtucco tanto bello,8 con tanti ornamenti, che non è poſsibil ve
der meglio; ne credo che ſia invn certo modo poſsibile far d'argento
quello, che in queſta opera l'Indaco fece di ſtuccho. Dalle qua
li coſe ſi fa giudizio, che ſe coſtui ſi fuſſe dilettato di lauoa
rare, & haueſſe eſercitato l'ingegno, che ſarebbe riu
ſcito eccellente. Diſegnò Franceſco aſſai be
ne, ma molto meglio Iacopo, con
me ſi puo vedere nel
noſtro Lia
bro.
.
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L V CA SI GN O R E L LI DA CORTONA
P I T TO RE,
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do,&vn Dauit,che canta ſopravn ſalterio. Vi ſono anco due profeti, igua
li,per quanto ne dimoſtrano i breui, che hanno in mano, trattano della co
cezzione. Fu condotta queſt'opera da Cortona in Arezzo ſopra le ſpalle de
gl'huomini di quella compagnia; & Luca coſì vecchio, come era,uolleueni
re a metterla ſu; & in parte a riuedere gl'annici, e parenti ſuoi. E perche al
loggiò in caſa de Vaſari,doue io era piccolo fanciullo d'otto anni, mi ricor
da, che quel buon vecchio ilquale era tutto grazioſo e pulito,hauendointe
ſo dal maeſtro, che m'inſegnauale prime lettere, che io non attendeua ad al
troiniſcuola,che a far figure mi ricorda dico,che voltoſi ad Antonio mio pa
dre gli diſſe: Antonio poi che Giorgino non traligna fa ch'egli impari a di
ſegnare in ogni modo, perche quando anco attendeſſe alle lettere, non gli
puo eſſere il diſegno,ſi come è a tutti i galant'huomini ſe non d'utile,d'hono
re,e di giouamento. Poi riuolto a me,che gli ſtaua diritto inanzi diſſe, impa
ra parentino. Diſſe molte altre coſe di me, lequali taccio, perche conoſco né
hauere a gran pezzo confermata l'openione, che hebbe di me quel buon vec
chio. E perche egli inteſe,ſi come era uero, che il ſangue in ſi gran copia m'u
ſciua in quell'età dal naſo, che mi laſciaua alcuna volta, tramortito,mi poſe di
ſua manovn diaſpro al collo, con infinita amoreuolezza, la qual memoria di
Luca mi ſtarain eterno fiſſa nell'animo. Meſſa al luogo ſuola dettatauola,ſe
ne tornò a Cortona, accompagnatovn gran pezzo da molti cittadini, &ami
ci, e parenti, ſi come meritauala virtù di lui, che viſſe ſempre piu toſto da Si
gnore, e Gentilhuomo honorato, che da pittore. Nel medeſimi tempi, haué
do a Siluro Paſſerini Cardinale di Cortonamuratovn palazzo vn mezzo mi
glio fuor della città Benedetto Caporali dipintore Perugino, ilquale, dilet
tandoſi dell'Architettura haueua poco inanzi comentato Vitruuio, volle il
detto Cardinale, che quaſi tutto " Perche meſſoui mano Bene
detto con l'aiuto di Maſo Papacello Cortoneſe illuale era ſuo diſcepolo, S&
hauuea anco imparato " Giulio Romano, come ſi dirà; e da Tomma
ſo,& altri diſcepoli, & garzoni; non rifinò, che l'hebbe quaſi tutto dipinto
a freſco. Ma volendo il Cardinale haueruianco qualche pittura di mano
di Luca, egli coſì vecchio, 8 impedito dal parletico, dipinſe a freſco nella fac
ciata dell'Altare della cappella di quel palazzo, quando ſan Giouanni Ba
tiſta battezza il Saluatore; ma non potette finirla del tutto, perche mentre
l'andaualauorando ſi morì, eſſendo vecchio d'ottantadue anni. Fu Luca per
ſona d'ottimi coſtumi,ſincero, 8 amoreuole con gl'amici, e di conuerſazio
ne dolce, e piaceuole con ognuno e ſopratutto corteſe a chiunchehebbe bi
ſogno dell'opera ſua, 8 facile nell'inſegnare a ſuo diſcepoli. Viſſe ſplendida
mente, e ſi dilettò di veſtir bene. Per lequali buone qualità fu ſempre nella
tria,e fuori in ſomma venerazione. Coſi col fine della vita di coſtui, che
nel 1521. Porremo fine alla ſeconda parte di queſte vite. Terminando in
luca come in quella perſona che col fondamento del diſegno, 8 delli ignu
di particolarmente, 8 con la gratia della inuenzione, 8 diſpoſitione delle
hiſtorie, aperſe alla maggior parte delli artefici la uia all'ultima perfezzione
dell'arte, alla quale poi poterono dar cimaquelli, che ſeguirono,de quali noi
ragioneremo per inanzi.
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