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13/03/2019
Il presente documento contiene l’ errata corrige per il mio testo “La Fisica Tecnica e il rasoio di Ockham -
Terza edizione”. Non sono qui riportati i semplici errori “di battitura”, ma solo le correzioni ad errori o omis-
sioni che potrebbero inficiare la comprensibilità dei concetti. Molti degli errori qui riportati sono già corretti
in ristampe del testo.
Si tratta di un’opera “in costruzione”, la versione è indicata dalla data. Ringrazio anticipatamente tutti coloro
chi mi segnaleranno ulteriori errori o imprecisioni nel testo.
Manfredo Guilizzoni
• seconda pagina della Prefazione: per una trattazione introduttiva possono essere saltati
i paragrafi del Capitolo 7 (e non del Capitolo 3) descrittivi del metodo delle differenze
finite;
• p. 9: il lavoro meccanico definito tramite l’equazione 1.2, legato alle variazioni di volu-
me, deve in verità essere completato per sistemi più generali da tutti gli altri possibili
contributi di lavoro: lavoro elettrico, lavoro magnetico, lavoro legato a variazioni di
estensione delle interfacce - e questi primi tre termini sono esclusi nei sistemi termodi-
namici semplificati - nonché lavori legati a variazioni nel contenuto di energia potenziale
o cinetica dei sistemi, che invece possono essere presenti nei sistemi semplificati “estesi”
che verranno presi in considerazione (si veda il Capitolo 3);
• p. 39: una piccola anticipazione di concetti, perché viene utilizzata la portata per de-
finire già qui la capacità termica di portata; per chi non le conoscesse le definizioni di
portata massica e volumica sono riportate nel Capitolo 3 a p. 82;
• p. 39, eqz. 2.46: nella riscrittura di cP in funzione della variazione di entropia manca
∂s
T : cP = T , in totale analogia con la definizione di cV ;
∂T
P
• p. 45, subito dopo eqz. 2.64: utilizzando la definizione di kP non di kT per rielaborare
la seconda derivata parziale;
• p. 60, secondo capoverso del paragrago 2.3: si dice che le transizioni tra stati di aggre-
gazione richiedono uno scambio di energia. Questo è in generale vero, esistono però casi
particolari in cui lo scambio non avviene, ad esempio se si fa avvenire una vaporizzazione
1
riducendo la pressione fino a valori inferiori a quello di saturazione in un sistema adiaba-
tico, o molto velocemente. In questo caso il fluido non può ottenere energia dall’esterno,
e deve utilizzare la propria energia interna raffreddandosi (un esempio è la laminazione);
• p. 87, eqz. 3.14: prima della sommatoria dei termini relativi alle uscite, deve esserci
“−” non “+”;
• p. 93, eqz. 3.31: dato che l’equazione 3.31 dovrebbe essere una pura esplicitazione in
lut dell’equazione 3.17, mancano i termini “−q” e “le ”, l’equazione corretta è
wu2 − wi2
lut = hu − hi + g (zu − zi ) + − q − le
2
Il termine le non compare poi perché si considerano casi senza presenza di lavori equiva-
lenti (ad esempio si considera la sola turbomacchina, non anche l’alternatore o il motore
elettrico che operano la conversione di lavoro meccanico in lavoro elettrico o viceversa);
• p. 93, eqz. 3.32: nell’espressione della potenza il ∆ deve essere hu − hi , non ovviamente
hi − hi che sarebbe identicamente nullo;
• p. 95, equazione per le turbomacchine che processano aeriformi: nella forma integrata
manca L̇ut , che è uguale a Ṁ cP ∆T ;
• p. 103 e 104, le equazioni 3.56, 3.58 e 3.59 contengono errori nei segni e nel fatto che
il termine “concettuale” “∆Pattrito ” in realtà deve contenere anche il volume specifico
del fluido (come è evidente anche dall’analisi dimensionale), mentre le equazioni 3.55 e
3.57 possono essere scritta più chiaramente. Sostituirle con:
!
w2 wu2 w2
(3.55) hi + g zi + i = hu + g zu + ⇒ ∆h + g ∆z + ∆ = 0
2 2 2
(3.56) si + ∆sattrito = su ⇒ su − si = ∆sattrito
!
w2
Z Z
(3.57) T ds + v dP + g ∆z + ∆ = 0
2
!
w2
Z Z
(3.58) v dP = − g ∆z − ∆ − T ds
2
!
w2
Z
(3.59) v dP = − g ∆z − ∆ − v ∆Pattrito
2
2
comprimibile la variazione di pressione conseguente agli attriti causa anche una varia-
zione di densità, che porta ad una variazione di velocità, e quindi come si vedrà nel
seguito ad una variazione della perdita di carico stessa; per questo per fluidi comprimi-
bili il modo più semplice di trattare il problema è quello di, come è detto più avanti nel
testo, suddividere il condotto in brevi tratti su ciascuno dei quali è possibile trascurare
la variazione di densità;
• p. 113, eqz. 3.80: il rapporto tra le pressioni nell’equazione deve essere Pi /Pu e non
Pu /Pi . Per usare Pu /Pi l’esponente deve essere (γ − 1) /γ;
• p. 150, eqz. 6.20: l’ultimo termine a secondo membro rappresenta l’energia trasmessa
e non ha nulla a che vedere con il potere emissivo, anche se l’utilizzo del pedice “T” ha
portato ad averne lo stesso simbolo;
• p. 163, eqz. 7.10 e 7.11: manca il punto tra l’operatore ∇ e la parentesi (era corretto
fino all’eqz. 7.9), per indicare che è una divergenza e non un gradiente;
• p. 179, tab. 7.3, eqz. per il calcolo di C1 per il caso del cilindro cavo: nei logaritmi a
denominatore i raggi non devono essere elevati al quadrato;
• p. 222, fig. 10.1: in questa figura e in tutte le altre analoghe i profili non sono a pendenza
nulla eccetto che per i casi in transizione di fase (e i casi asintotici per L → ∞). Infatti
se cP non è infinito pendenza nulla implicherebbe scambio termico nullo.