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“Nugae - scritti autografi” Norme per la collaborazione: la collaborazione è aperta a

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ANNO II - N.7 - Ottobre/Dicembre 2005 essere inviati, al fine di essere valutati ed eventual-
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bio-bibliografiche (con o senza foto) di chiunque colla-
Chiuso in Redazione: 11 Ottobre 2005 bori per la prima volta con il periodico.
Il Foro di Salerno è competente per eventuali controver-
sie.
In copertina:
Foto e grafica di Michele Nigro Copertine arretrati
Titolo: “Punti di vista”
“… angolo verticalmente appuntito
di Battipaglia dalla finestra della
Redazione di “Nugae”;
visuale Ovest-Nord-Ovest. Numero 0 Numero 1 Numero 2 Numero 3 Numero 4 Numero 5 Numero 6
Inizio trasmissioni …!”
SOMMARIO PAG.

L’EDITORIALE M. Nigro 2

IL LABORATORIO: “Anatomia di un saggio” V. Cerullo 3

Poesie: “Parole con il bacio” (parte seconda) G. Proietti 5

SPAZIO NUGAE: “Il teatro delle emozioni” P. Perelli 7

RACCONTINANI 10

“Frammento teatrale” T. Castellani 13

Poesia: “L’orafo e l’inceneritore” L. Carbone 14

“La lunga decadenza dell’occidente” A. Piccolomini 15

LA RECENSIONE: “Il mondo sommerso” di J.G. Ballard M. Nigro 23

“Lo shock culturale della scienza e la fantascienza” A. Scacco 26

“Genesi rossa” M. Nigro 34

riVISTE: “Il saggio” M. Nigro 38

SOTTO IL PORTICO 39

CONTROEDICOLA 4ª

CONTRIBUTO ANNUALE STAMPA PUNTI VENDITA


(4 numeri)
Tipologia contributi: “NUGAE - scritti autografi”
ORDINARIO ————————————————- € 15,00
SOSTENITORE ——–———————————- € 30,00 §§§

BENEMERITO ———————————————- € 50,00


ARRETRATI(1 copia)————————- € 5,00 Libreria Mondadori
Via Mazzini, 31— 84091 Battipaglia (SA)
ANNATA ARRETRATA —————————- € 20,00
Il versamento del contributo può essere effettuato:
Edicola Di Benedetto
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ritaria (includendo l’indirizzo civico - comprensivo di Piazza Amendola - Battipaglia (Sa)
C.A.P. - presso cui si desidera ricevere il periodico)al
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“Associazione Nugae” Libreria Baol
c/o Michele Nigro Via Rocco Cocchia,12(zona Pastena)Salerno
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84091 Battipaglia (Sa) Libreria Treves
2)versando la quota prescelta sul Conto Corrente n.49914047 Via Toledo, 249/250 — 80132 Napoli
intestato a Nigro Michele, via Guinizelli n.14-84091 Batti-
paglia (Sa); specificando nella causale: <<contributo an-
nuale stampa NUGAE - SCRITTI AUTOGRAFI>> o <<richiesta ar-
retrati:copia/e…del/i numero/i…anno…>> Libreria “Il pavone nero” di Evelina Pavone
3)inviando un assegno o un vaglia al summenzionato recapi- Via Luca Giordano 10/A – 80127 Napoli
to.
Qualunque sia la vs. modalità di versamento, Vi consigliamo
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e-mail: scrittiautografi@virgilio.it
Via Saragozza 112 - Modena
Per ulteriori informazioni: 333-5297260
LA SCADENZA DELL’ANNUALITA’ VERRA’ COMUNICATA TRAMITE APPO-
SITO AVVISO PERSONALIZZATO INCLUSO NELLA SPEDIZIONE DEL-
L’ULTIMO NUMERO.

1
L’editoriale
di Michele Nigro
Due, direi, sono gli aspetti salienti di editoriale, sia per il secondo punto della mia polemica).
questo numero che ha il compito, tra le altre cose, di chiu- E’ vero: non imponiamo un rigido e dichiarato “pay for
dere il secondo anno di pubblicazione di una rivista nata publish” (come succede altrove), ma la nostra velata ed
come semplice foglio letterario: un prepotente contenuto amichevole richiesta di contributo non è nient’altro che
saggistico e nuove forme di collaborazione redazionale all’- un appello a condividere, anche economicamente, una
orizzonte … passione per la scrittura che, credo, dovrebbe renderci
Le “schede” de “IL LABORATORIO”, una neorubrica più uniti e solidali. “Nugae”, per chi non l’avesse capi-
concepita l’estate scorsa come ricorderete dall’editoriale to, non è un’area individuata nel bel mezzo delle
del numero 6, si sono materializzate, grazie al lavoro meti- “acque internazionali” dove ognuno va e scarica il pro-
coloso di Vito Cerullo, in un “articolo-pilota” dal suggesti- prio container direttamente in mare! Quindi la sopravvi-
vo e, forse per qualcuno, macabro titolo:“Anatomia di un venza di questa rivista dovrebbe essere vissuta come
saggio”. Si tenterà di esaminare, pur essendo consapevoli una sfida nei confronti delle lobby editoriali: se la sfida
della vastità di tale argomento, “l’apparato saggistico” pro- non v’intriga, ci sono sempre le patinate e colorate
cedendo, strato per strato, dissezione per dissezione, fino a riviste delle case editrici di proprietà dei vari manager-
mettere in evidenza gli elementi base che compongono un politici. Provate a pubblicare gratis lì…!
saggio. Non ce ne vogliano i puristi della letteratura se com- Secondo punto: l’insensibilità politica nei confronti dei
mettiamo tale sacrilegio, ma - come ben sapete - la chirur- “piccoli gruppi”, ormai, è rinomata a livello interplane-
gia e l’anatomia sono fatte così: tagliano, asportano, pesano tario e non sarò certo io a ribadire determinati concetti.
organi, infilano bisturi nei tessuti più impensati … La fauna politica è variegata: si va dagli assessori comu-
A corredare tali propositi conoscitivi ci penseranno i due nali “senza portafoglio” che instillano tristezza per l’in-
corposi saggi (volutamente non suddivisi in “puntate”) di digenza in cui sono costretti a lavorare, nei loro ufficet-
Piccolomini e del preannunciato Antonio Scacco di Bari che ti umidi e le “bidelle” che portano un po’ di caffè caldo
ci illustrerà come rivalutare le potenzialità della letteratura per arrivare vivi alle ore 13, fino ai politici presenziali-
fantascientifica nei confronti dello “shock” disumanizzante sti che sparano promesse a fini elettorali saltando alle-
di un falso progresso … gramente tra una fiera da inaugurare e qualche decina
di trasmissioni televisive in cui riproporre la solita mi-
L’altra novità di questo trimestre è rappresentata dall’ini- nestrina riscaldata dei fondi dedicati alle attività cultu-
ziazione della presente rivista alla scrittura teatrale: un gene- rali (quali?) e alle imprese giovanili. “Ist Demagogie…” -
re che non avevamo mai ospitato tra le pagine di “Nugae” e asseriva Battiato in una delle sue canzoni plurilingue.
che sarà sicuramente gradito da molti di Voi. Per il mo- Ah, che stupido! Dimenticavo!... Le imprese editoriali
mento pubblichiamo solo un’ “infarinatura” riguardante i (se non politicizzate) non fanno testo.
protagonisti e le proposte provenienti dal vivace e variegato
mondo del teatro, prima fra tutte un succulento “Premio di L’altra sera mi trovavo alla periferia di un paese vicino
scrittura teatrale” indetto, principalmente, dal Teatro Fàrà Battipaglia: ero sotto l’ombrello perchè pioveva a di-
Nume di Ostia Lido (Roma). La rivista “Nugae” è coinvolta rotto tra lampi e tuoni, ero solo e faceva freddo … Nel
nella presentazione di tale premio non solo per appagare la buio della notte vi era, però, in lontananza un mega-
sua insaziabile curiosità nei confronti delle varie forme di schermo che proiettava il solito comizio televisivo del
scrittura che incontra durante il suo cammino, ma anche politico di turno, circondato da vallette in uno studio
perché avrà il piacere di pubblicare, nel 2006, alcuni dei dai colori sgargianti … Il confortevole calore della poli-
partecipanti a questa prima tenera edizione! tica durante le intemperie … Che bello! Se avessi avuto
una “pubblicità volante” alle mie spalle, una danzatrice
Sono stato troppo schematico e formale? Bene: eccovi una con pitone, qualche androide ribelle da “ritirare” ed un
polemica calda, calda da portare a casa e su cui meditare. ristorante cinese sulla strada, sarei stato la quasi perfet-
Anzi, due polemiche … La prima riguarda il comporta- ta copia casereccia del protagonista di “Blade runner” di
mento insensibile e snob di alcuni Lettori che pensano di Ridley Scott. Anch’ io, come Rick Deckard, prigionie-
poter pubblicare a costo zero le proprie opere su ro degli scenari post-apocalittici (in tempo di pace) di
“Nugae”… Chiariamoci su un punto: alle spalle di questo Philip K. Dick ! L’anno 2019 non è poi così lontano.
periodico c’è il “nulla”, nel senso che siamo orgogliosamen-
te e quasi volutamente poveri (sia per la nostra giovane età … E se siete religiosi, parafrasate con me la Bibbia:
“…Beati i già ricchi e potenti, perché di essi è il regno della

2
Il laboratorio
“Anatomia di un saggio”
di Vito Cerullo
Fondamentalmente un saggio si compone di due della memoria.
elementi principali: testo e note. Leggere, chiari- Aver dato vita a questa creatu-
re a se stessi ciò che si vuole rappresentare, ade- ra di forme, significherà averla
guando una forma al contenuto risulterà il primo condannata alla fallibilità, nell’impossibilità (di
passo da compiere. Da un’ angolatura che ci sem- lei) di potersi negare rifluendo in una dimensione
brerà congeniale, costruiremo un discorso a svi- astorica, atemporale, inscindibile da altre mate-
lupparsi come scatole cinesi, nel senso di scoperte rie. Il punto oscuro della vicenda é da ricercare
alimentate da altre scoperte. L’approccio col la- forse nell’ardua comprensione di quando e in che
voro si porrà in maniera fredda, distaccata, a con- modo tutto comincia. Dopo questa premessa tra
trollo dell’emotività; proponendosi un’indagine l’astratto e il reale, procediamo ora all’illustrazio-
scientifica nell’adozione di un linguaggio neutro a ne di alcune norme comunemente riconosciute in
esporre i concetti evitando la frequente tentazio- merito alla tecnica compositiva anche se non
ne di cadere nell’esercizio della prima persona, di immuni da qualche criterio d’arbitrareità:
riportare il classico: “a me sembra”. Le personali
considerazioni assu-
meranno valenza im- 1) La personale sintas-
plicita dentro una si si svilupperà in ton-
verifica obiettiva, un do (ovvero l’uso del
autore aggiunge sem- carattere normale)
pre poco di suo nel- senza contrassegno di
l’impercettibile lievi- sorta; nel caso in cui
tazione, ogni volta, avessimo esigenza di
della conoscenza criti- alternarla con altrui
ca. Risulterà originale citazione, adotteremo
lo studio che converge le virgolette << >>
su un autore o per riportarvi all’in-
un ‘opera poco divul- terno l’aspetto rileva-
gati; circa lo spessore to. Se per ipotesi,
letterario del prodot- “Lezione di anatomia” di Rembrandt (1632) rappresentante il celebre l’autore che poniamo
to realizzato peserà la anatomista olandese Nicolaas Tulp fra i suoi discepoli.
in rilievo per qualche
quantità maggiore o parola o rigo, ha
minore del materiale bibliografico consultato. esemplificato a sua volta una citazione, risolvere-
Sarà opportuno organizzare il lavoro a priori rea- mo con le “ ” e suo contenuto dentro le << >> :
lizzando delle schede per agevolare secondo sche- ovvero << “ ” >>. Poniamo un caso: << con la
mi il percorso che s’intende seguire. L’illumina- iconicità e il rilievo della statua giacente e desta al
zione giusta, per esclamare una parola, una frase “numero chiuso” della “voce” del poeta >>.
ricercata, potrà pervenire in qualsiasi momento (Considerazioni di Macrì su Elegos per la danzatrice
del giorno; a sedurre persino i limiti confusi dei Cumani di Quasimodo).
dormiveglia, fuori dalle canoniche due o tre ore
di scrittura diretta che paragoneremmo a una
falce visibile celante il resto di una luna di rifles- 2) E’ preferibile riportare, a volte, qualche passo
sione. Un saggio non finisce mai, in considerazio- di una poesia, di una prosa o di un testo critico,
ne della possibilità di modifiche affidate a una isolandolo all’inizio o al centro della pagina, per
seconda edizione; nella primizia del ripensare alla comodità visive circa un discorso critico che si va
dolce esitante imperfezione ritoccata ogni volta, ad affrontare. Se per ulteriori situazioni, a
con la levità del pensiero sugli affanni spastici un ‘esposizione iniziale ci giova non aggiungervi
dello scrivere, e quasi scordata come un sogno alcune parole, righe, o addirittura pagine… per
dimenticato, fidando poi nella rigiurata fedeltà includervi poi elementi successivi, useremo i pun-

3
ti di sospensione … o la più tecnica soluzione in critico di riferimento. (Come illustrato per l’esempio
[…] tra le due quantità in essere. (Curiosamente, al punto 2).
quest’u1timo dato che concorre a designare la
questione, diviene quantità relazionata a quella
appena precedente all’ipotetica omissione ai punti 3) La nota. Con numerazione progressiva (1, 2, 3…)
di sospensione, qualificandosi come primo esem- elevata su una nostra parola liberamente esposta,
pio pratico. E si potrebbe procedere all’inverso, oppure su quella di un autore circoscritta tra virgo-
come si vede, per qualche altro precedente. Se lette (a voler rimarcare, ad esempio, della linea
nel primo caso l’omissione ai punti sembra tema- “antimaterica” seguita da Macrì, sulla “speculazione”
ticamente dettata per quanto si cerchi di esplicare dell’ Antimateria bigongiariana, ad originale elabora-
una norma, nei due successivi episodi appare ri- zione di nota funzionale al testo, motivo strutturale
trovata per strada). che ci interessa intrinseco a motivo tematico) s’inten-
de segnalare intorno a quel punto qualcosa d’interes-
sante (I) e di cui accennavamo di nostro pugno, in
Per il primo caso, leggiamo: equilibrio all’autorevolezza altrui. Una nota nasce e si
sviluppa a partire dalla sorgente del testo, continuità
e divisione a un tempo.
I fiumi come gli specchi
sono intercomunicanti.
NOTE
Agri Olona Verde Aniene
(I) di cui è opportuno approfondire alla foce del piè
si mescolano al Livenza pagina o in appendice, per ovvi motivi di proporzio-
ne o di brevità. L’annotazione consente, altresì, delle
digressioni a cose apparentemente non pertinenti al
(Fiumi come specchi di Sinisgalli) tema. Riteniamo, come si è forse notato, di adeguare
spiegazione a funzione, consentendo di far “vedere”
e nel secondo: graficamente l’elaborato scientifico in tutta la sua
estensione fisica, convinti che l’esemplificazione di
uno schema debba assolvere già a una funzione lette-
“Come in un bacio vano/* al freddo raria, lo è per sua stessa natura. Per la citazione di
una fonte, da Cfr. “confrontare”, testa di serie, si
dei vetri s’argenta/ la gola… rimanda al nome dell’Autore, al titolo in corsivo (se
Uomini limpidi vuotano/ le cose già citato si rinvia a op. cit. “opera citata”, o semplice-
nel canto/ al cerulo sogno dell’alba” mente cit. ; se si ritorna su di un identico concetto a
un’identica pagina si usa la formula in Ibidem o arbi-
trariamente Idem, Ivi…) alla città di edizione e anno,
(Serenata di Gatto) alla pagina di riferimento; si evita normalmente la
denominazione della casa editrice. Sintomaticamente,
l’esempio: (Cfr. O. Macrì, Introduzione a Vittorio Bo-
* Il simbolo / sta per fine verso. dini, Tutte le poesie, Nardò (LE) 1997, p.33).

In proposito, per designare il segno da evidenziare ______________


per semplici schede di contesti poetici o altro, si
adotta l’asterisco * sulla parola evidenziante da
ribadire sul primo termine del successivo contesto

4
Parole con il bacio
di Gianfranco Proietti (parte seconda)
POESIA

Voglio scrivere Un Amore Antico


Di morire Domani È come
Se domani Un camino dimenticato.
Non avrò

Un Bacio;
Con la Fiamma di un Bacio
E voglio scriverlo
Si può riaccendere.
Domani
°°°
Mentre mi baci.

°°°

Un bacio
Trova le Ali.
Non
Diventa ...
Si adotta
Farfalla.
mai

A distanza.
Convoleremo
°°°
Dove ...

Dove ci pare.
Sarò fiore

Se rinasco.
Ci baceremo ... No. Se rinasco
Ci baceremo viaggiando. Sarò bacio.
°°° Mi piace

Il rosso vivo
Presto nasce. Il rosso scarlatto.
E presto muore Allora sarò fiore.
Anche un Bacio. No. Sarò bacio.
È per questo Due semi nel vaso.
Che ogni giorno Sarò fiore? Sarò bacio?
Va rincuorato. Piango.
°°° °°°

5
Per
Margherite Ignote.
il modico prezzo
Figliate
di un Bacio
In un prato,
sono disposto
Stanno
a fare l’ubriaco,
A migliaia
e per la più bella
Sull’esile stelo.
canto l’Elisir d’Amore

nella pubblica piazza;

ma per due Nacquero mortificate,

mi esibisco anche Furono generate

in una disgustosa Senza un bacio.

serenata Rap.

°°° I giovani amanti

Scelgono violette
Si suol dire ori e rose
Un giorno sarai orchidee e gioielli.
baciato dalla fortuna. °°°
Nel frattempo, mentre

aspettiamo Puritana
facciamoci baciare dal- Attacca le tue dita
l’amante; Come cerotti
facciamoci un valzer Sulla mia pelle.
sognante Un velo di labbra;
e andiamo a caccia di Ovunque
baci. C’è una ferita.
°°° Cicatrizzala

Con un bacio

Saziala.

°°°

6
“SPAZIO NUGAE”
...Appelli, proposte, eventi… Idee in movimento...

Il Teatro delle Emozioni

"Chi è di scena?!" è il segnale con cui il direttore di so, dolcezza o pianto? O ancora, sospiri, sussulti
scena comunica agli attori di una compagnia di prosa oppure abbandono?
che è giunto il momento di fare gli ultimissimi prepa-
Tutto o un po' non ha importanza basta che quel
rativi dietro le quinte e di entrare sul palcoscenico in
momento sia unico, irripetibile, in una sola parola
bocca all'amato e pur sempre temuto pubblico. Da
emozionante.
queI momento in poi non più il neon freddo, strana-
mente rassicurante dei camerini, ma il caldo e terri- E le emozioni, quelle primarie, quelle che ci la-
bile fuoco dei riflettori. E quei respiri di un pubblico sciano soli con noi stessi, non hanno colore, non
che c'è ma non si vede. Da quel fatidico "Chi è di hanno genere. Esistono e basta. Esistono perché
scena?!" l'attore è solo sul palco, solo con se stesso e esiste l'uomo. Come il teatro d'altronde.
le sue emozioni, solo davanti a tanti occhi che lo Il teatro è studio e arte, è matematica e letteratu-
scrutano e che gli chiedono "Chi sei?". Un bel respi- ra, è scienza ed incoscienza, è pulsante, è tragico,
ro, il primo movimento, la prima battuta e da quel- è comico, è drammatico: è come le emozioni.
l'attimo insostituibile di smarrimento iniziale una Non è intelligente o stupido. Di serie A o di serie
grande energia si propaga dal palco in platea e vice- B. Non appare, è.
versa. Lo spettacolo è iniziato.
Il mio TEATRO DELLE EMOZIONI è tutto ciò.
Guardiamo ora lo stesso momento con gli occhi dello Un TEATRO coinvolgente, visceralmente coin-
spettatore. volgente, dove lo spettacolo è un rito, in cui il
"Signore e signori. accomodarsi in sala, lo spettacolo pubblico diventa elemento unico ed insostituibile
sta per cominciare". Le ultime boccate da una siga- della rappresentazione. Un Teatro che usa i classi-
retta, l'ultimo sorso di un buon caffè, le ultime chiac- ci per restituirli alla scena carichi di quel pathos
chiere con gli amici e la maschera che strappa il no- che il nuovo millennio si porta con sé; un Teatro
stro biglietto. Ci accomodiamo ai nostri posti. Le luci moderno che aborra le urla e gli schiamazzi, che
di sala si affievoliscono, il mormorio si cheta, un atti- usa la tecnica per meglio arrivare al cuore della
mo di interminabile buio. Si resta soli. I pensieri ine- gente. Un Teatro fatto da professionisti, un Tea-
vitabilmente vanno a quello che troveremo dietro il tro che guarda al Grande Attore e che respira
sipario ancora chiuso. Ecco, la magia si compie. Il Arte in ogni suo istante. Un Teatro che non è e
sipario si apre, la musica parte, le luci illuminano la scena, non sarà mai commerciale, almeno fino a quando
l'attore appare. il Bello non verrà considerato importante quanto
il Superfluo.
Lo spettacolo è iniziato.
L'attesa di qualcosa che accadrà, che fortemente tutti
vogliono che accada, lega indissolubilmente spettatori
e attori. È proprio da questa attesa-speranza che qual-
cosa accada, come magistralmente sottolineato da
Brook qualche anno fa in una conferenza al teatro
Ateneo, nasce il rito del teatro. Paolo Perelli - Agenda Teatrale ETI 1997
Se quel qualcosa accade tutti tornano a casa felici, se Regista, attore
no… Ma cosa deve accadere? Direttore della Compagnia “Scenari paralleli”
Gioia? Dolore? Risate? Rabbia o forse amore? Sorri-

7
Scuola d’Ar te Scenica IL LAVORO A PIEDI NUDI:
fondata nel 1989 Tutti gli allievi e gli insegnanti lavorano a
Scuola per Attori Professionisti piedi nudi, infatti, senza l’ausilio della scarpa, biso-
diretta da Caterina Filippini gna necessariamente entrare in armonia con il pro-
prio corpo, imparando a gestire le “estremità” infe-
riori di solito trascurate o poco curate.

GLI OBIETTIVI DELLA SCUOLA: Si impara così a non barare alla ricerca di falsi equilibri
e a sentire lo spazio e l’ambiente circostante: la diffe-
La scuola si propone di formare ATTORI PRO- renza tra una superficie calda, fredda, dura, instabile
FESSIONISTI dall’adeguata PREPARAZIONE ecc.
TECNICA, ARTISTICA, EMOTIVA, nelle tre
discipline base, proprie delle arti sceniche: la RE-
CITAZIONE; la DANZA; il CANTO.
LA COMPAGNIA
Attraverso l’utilizzo di un metodo eclusivo, mes-
La Compagnia Scenari Paralleli da quindici anni
so a punto dagli artisti Caterina Filippini e Paolo
presente sul territorio nazionale nasce in veste uffi-
Perelli, denominato Metodo Didattico Attivo
ciale nell'agosto del 1995, ma vanta i natali già nel
(diretta emanazione della poetica che contraddi-
1988 quando un gruppo di giovani attori romani de-
stingue il Teatro delle Emozioni di Paolo Perelli).
cise di mettersi insieme, lavorando sotto il nome di
Partendo da una approfondita e attenta prepara- Compagnia Teatrottantotto. Figure stabili della
zione atletica, si viaggia attraverso l’affascinante Compagnia sono il direttore Paolo Perelli, regista,
mondo dell’articolazione e della fonazione, attore e doppiatore, e Caterina Filippini, ballerina
per arrivare alla recitazione vera e propria e, infi- coreografa, entrata a far parte del gruppo nel 1996 e
ne, al canto. All’interno della scuola figurano an- presto divenuta una delle colonne portanti della
che materie complementari, quali l’acrobatica, la Compagnia.
scherma scenica, il musical, il trucco di scena…
Scenari Paralleli vanta una lunga presenza anche nel
Il lavoro emotivo è fondamentale, ma agli allievi
territorio del XIII Municipio. Qui, dal 1995 ad oggi,
viene rigorosamente richiesta un’adeguata prepa-
ha messo in scena diversi spettacoli: nello Spaziotea-
razione tecnica, senza la quale ogni sentimento
tro Scenari Paralleli, al Teatro di Magellano, nel Bor-
resterebbe imbrigliato dentro di sé, senza possibi-
ghetto di Ostia Antica, alle Terrazze di Casal Paloc-
lità di essere scenicamente espresso appieno.
co, nell'anfiteatro del Parco XXV Novembre...
Inoltre, ha organizzato rappresentazioni per le scuole
GLI INSEGNANTI: elementari e medie, mentre per le scuole superiori
Gli insegnanti vengono adeguatamente ha anche organizzato manifestazioni, laboratori tea-
scelti, selezionati e formati secondo il metodo trali e corsi di lettura e scrittura poetica, e poesia.
della scuola. Sono tutti artisti professionisti che Molti dei lavori Scenari Paralleli, inoltre, sono stati
operano attivamente nel mondo delle arti sceni- vincitori di premi nazionali, sia per lo spettacolo in sé
che, con alle spalle già diversi anni di insegnamen- che per gli interpreti. Alcuni sono, addirittura, arri-
to. Ogni materia viene insegnata da un professio- vati alle finali di alcuni concorsi europei.
nista specifico; il quale segue dettagliati percorsi
Le produzioni si contraddistinguono per l'elevata
didattici precedentemente pianificati, sulla base
spettacolarità emotiva, grazie all'utilizzo di un lin-
delle esigenze di ogni gruppo.
guaggio estremamente fascinoso, dove testo, luci,

8
musiche, danza e allestimento scenografico concorda- CATERINA FILIPPINI
no per la realizzazione di spettacoli che, comici o
Ballerina,pittrice,scultrice.
drammatici che siano, coinvolgono gli spettatori in
un appassionato viaggio nelle proprie emozioni. Se- Direttrice della Scuola d’Arte Scenica, dove inse-
guendo una propria poetica e un tipo di teatro che gna danza scenica.
essa stessa ama definire il teatro delle emozioni. Studia danza classica, contemporanea e jazz sin
dall’età di 7 anni: presso la scuola del Maestro Jo
Scibilia dove per quattro anni consegue riconosci-
Curricula
menti come migliore allieva e dove nell’85 ed ’86
vincela borsa di studio; poi presso il Balletto di
PAOLO PERELLI Roma di Franca Bartolomeie Walter Zappolini,
quando, notata dai primi ballerini del Teatro del-
Regista, attore,adattatore,autore,doppiatore. l’Opera di Roma Patrizia Lollobrigida e Raffaele
Dottore in Lettere indirizzo Spettacolo. Paganini, viene indirizzata allo studio professiona-
Studia le Arti Sceniche sin dall’età di 15 anni con i le della danza. Studia pas de deux e si perfeziona
migliori maestri, fra cui citiamo Orazio Costa,Leo nella danza contemporanea.
De Berardinis, Ugo Ciarfeo e laboratori con J. Gro- Si esibisce in varie trasmissioni televisive su emit-
towskji, P. Stein,E. De Filippo, P. Brook presso l’I- tenti Rai e Mediaset in pezzi di repertorio classico
disu. o varietà; si esibisce in diversi teatri…ma la danza
Scrittore,adattatore,regista ed attore mette in scena fine a se stessa la stanca; si dedica quindi allo stu-
oltre trenta spettacoli, molti dei quali premiati a li- dio delle arti sceniche. Studia dizione, mimo,
vello nazionale, sia come interprete che come regista. scherma scenica,movimento scenico ed animazio-
ne di strada, perfezionandosi poi in interpretazio-
Nel 1996 risulta finalista al concorso europeo ne emozionale e teatro-danza. Dal 1996 entra a
‘Caleidoscopio’. far parte della Compagnia Scenari Paralleli con la
Direttore Nazionale, sezione spettacolo e formazio- quale vince premi a livello nazionale e per la quale
ne, dell’Unasp (Unione Nazionale Arte e Spettacolo) scrive un testo, finalista al concorso europeo
– di cui ha diretto la rivista ‘In Scena e Controscena’- ‘Caleidoscopio’.
fonda nel 1995 l’Associazione Scenari Paralleli e l’o- Dottoressa in Arti Grafiche. Diplomanda in Inci-
monimo teatro. Fonda inoltre la Scuola d’Arte Sceni- sione presso l’Accademia di Belle Arti di Roma,
ca, patrocinata per più anni dal Comune di Roma e dove per due anni ha ottenuto borse di studio e
nel 1997 scrive l’Agenda Teatrale dell’ETI. Dirige che ha patrocinato la sua ‘personale’ di sculture
diverse manifestazioni,rassegne,eventi per il Comune lineari, con performance danzata dal vivo, crede
di Roma ed alti comuni del Lazio. Dal 1999 al 2005 nella globalità dell’arte. Partecipa a mostre di
dirige il Teatro Centrale di Ostia, attualmente dirige pittura, scultura e grafica, ricevendo consensi da
la sezione artistica del Teatro Fàrà Nume. parte di artisti di dichiarata fama.
Dopo aver insegnato in varie scuole per la formazio-
ne dell’attore, insegna ora stabilmente recitazio- COMPAGNIA SCENARI PARALLELI
ne,dizione,fonazione,articolazione e movimento sce- Ufficio Stampa Pubbliche Relazioni
nico presso la S.A.S. (Accademia per la formazione di Simone Fioravanti
attori professionisti).
Mobile 338.43.90.140
e-mail : scenariparalleli@libero.it

9
Raccontinani
ni compresi, questi luoghi sono diventati per vecchi e
osterie. Quando c’ero, raccoglievo la frutta e andavo
Dopo due giorni di permanenza a Bombay, pren-
a venderla a un minimarket, poco distante; un giorno
demmo il pullman per Panaji. Quindici ore di
il padrone dopo scaricato, mi disse: «Domani lascia
viaggio. Il mezzo, un po’ scardinato, aveva un
perdere, ‘ste mele bucate non le vuole nessuno, oggi
problema ai finestrini: non chiudevano del tutto.
fanno la spesa con gli occhi, non te la prendere, pro-
Attraversammo la montagna di notte. Il freddo va con un banco in piazza».
era un rampicante dal finestrino. Il pullman non «Perché, lì se la comprano?» ho chiesto. «Mah!...
era a temperatura dei nostri abiti estivi. Fu un Provaci» ha risposto. E se ne è andato dietro il banco
viaggio duro. Avanti, sui sedili in prima fila, sede- degli affettati.
va un’anziana donna indiana. «È qui che si guadagna» mi disse in un’altra occasio-
Facemmo al massimo tre soste. Le aree di servi- ne.
zio erano inservibili; dei bagni pestilenziali che Non ho bestie da macellare ma se le avessi e cercassi
preferimmo solo sbirciare in lontananza, mentre di vendere la carne mi sentirei dire che è scura, dura
pisciavamo all’aperto. La donna, per tutto il viag- e il resto.
gio, non scese mai dal mezzo, né si alzò mai. Insistere con la frutta, ho capito che era come se cer-
cassi di vendere un vestito indossato da mia moglie,
Alle cinque del mattino, a Panaji, fummo scari- in una sfilata di moda in competizione con le Top
cati davanti ad un cumulo di immondizia. Era Model del momento; lo comprereste un vestito in-
l’ingresso del nostro albergo, chiuso. Faceva fred- dossato da mia moglie? Pesa ottantasei chili ed è alta
do ancora e lì in giro molte cornacchie gracchia- per eccesso circa uno e settanta.
vano.
Questo lavoro mi piace, un paesano alto funzionario
mi presentò ad un tizio; con lui andai a colloquiare
Fabio De Santis con un’altra persona e tutt’insieme, credo mi procu-
rarono l’assunzione.
Appena arrivo timbro la presenza, mia e di un grup-
petto di colleghi (sono l’ultimo arrivato e devo sotto-
“OFFICE” stare agli anziani proprio come i soldati di leva); e
così il più è fatto. Prendo posto nel mio Office per
Sentivo dire che il mattino ha l’oro in bocca, io l’informazione al pubblico; so tutto a memoria, è
ho un boccone da mandar giù; vado sempre di vero che qualche volta do due risposte diverse alla
corsa. stessa domanda, ma la gente vuol sapere sempre un
Si digerisce alla svelta con uno stomaco agitato, e sacco di cose e t’induce all’errore, non è vero che la
non vado neanche in sovrappeso, soprattutto non gente vuol sapere troppe cose? È così, non è vero?
perdo il treno; dal lunedì al sabato è sempre così, Poco fa un tizio ha detto che sarebbe andato a recla-
anzi, una cosa è cambiata, il treno non arriva più mare (Dove? dico io). Do io l’informazione, è com-
in ritardo, è puntualissimo, e i mattinieri incalliti pito mio, Cristo!
abituati ad aspettarlo trenta minuti prima come se Ci sto io all’“Office”!
si trattasse di una bella donna, adesso di sicuro
non ci vanno a letto, ma possono scegliersi vago-
ne e scomparto. Gianfranco Proietti
Il macchinista che si è alzato prima di me, avvia il
treno verso la capitale; è là che si va a lavorare,
nei nostri paesi tutto è abbandonato, casa e terre-

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Comune di Roma
C.F.P Pierpaolo Pasolini

Agenzia Letteraria
Mondolibro

Serarcangeli Editore s.n.c.

presentano
Premio di Scrittura Teatrale Fàrà Nume
I Edizione

Il Teatro Fàrà Nume di Roma, in collaborazione con la Casa Editrice Serarcangeli s.n.c. e con l’Agen-
zia Letteraria Mondolibro, bandisce per la stagione teatrale 2005/2006 la prima edizione del Premio di
Scrittura Teatrale Fàrà Nume per testi teatrali inediti.
Il Teatro Fàrà Nume, attivo da diversi anni sul litorale romano e punto di riferimento culturale a livello naziona-
le, nell’ottica di apertura e appoggio nei diversi campi dell’Arte, promuove l’iniziativa del concorso, nata dalla
volontà di dare ampia visibilità a nuovi autori, in questo caso facendo un focus su nuovi testi teatrali, sviluppare
la cultura drammaturgica presente nelle diverse realtà italiane e straniere, il tutto finalizzato al contatto diretto
con case editrici, riviste specializzate e messinscena dell’opera stessa.
Il concorso è rivolto ai drammaturghi di qualsiasi età e nazionalità che vogliano esprimersi attraverso corti tea-
trali, monologhi opere complete e atti unici.
La partecipazione al Premio implica l’adesione al seguente regolamento:
1) Al Premio possono partecipare, senza limiti d’età, cittadini italiani e stranieri.
2) Il Premio vede due sezioni di partecipazione:
Sez. A Corti teatrali (da 1 a 4 personaggi, durata massima 10 minuti)
Sez. B Monologhi, Opere complete, Atti unici (durata massima 70 minuti)
3) I partecipanti possono inviare un’opera per sezione purché inviate separatamente.
4) Le opere inedite, in quadrupla copia e non firmate, devono essere inserite in busta chiusa. Al suo inter-
no dovrà essere presente una ulteriore busta chiusa, dentro la quale dovrà essere inserito Curriculum
Vitae o nota biografica, specifica dell’opera se inedita e protetta da diritti SIAE, copia del vaglia postale
(vedi punto 6), recapito telefonico e e-mail.

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5) I lavori dovranno pervenire entro il 15 gennaio 2006 alla Segreteria del Premio Fàrà Nume
– Via Domenico Baffigo 161 - 00121 Ostia Lido - Roma.
6) La Partecipazione al Premio implica il versamento della quota di €10,00 quale
contributo alle spese di segreteria e di organizzazione. Tale quota può essere
inserita nella busta interna o inviata tramite vaglia postale a Ce.D.I.A. Centro Diffusioni Iniziati-
ve Artistiche - Via delle Sirene 23 00121 Ostia Lido – Roma; indicando nella causale
“Partecipazione al Premio di scrittura teatrale Fàrà Nume” e Sezione (A o B)
7) I Testi dovranno essere redatti in lingua italiana o comunque tradotti in italiano. Le opere inviate
non verranno restituite.
8) La giuria entro il 15 Febbraio 2006 selezionerà un’opera per sezione:
Sez.A : l’opera prima classificata verrà rappresentata nell’ambito della II edizione Corti Teatrali pre-
vista per Marzo 2006 dalla Compagnia Scenari Paralleli.
Sez.B : l’opera prima classificata verrà inserita nella programmazione del Teatro Fàrà Nume per la
stagione 2006-2007
Sez.A+B : tra tutte le opere partecipanti verranno scelti due lavori, che più mettono in risalto il
carattere interculturale e mediatico dell’arte teatrale, per una pubblicazione sulla rivista letteraria
trimestrale “Nugae - scritti autografi” .
Sarà possibile conoscere l’esito del premio entro il 20 Febbraio 2006 chiamando ai seguenti numeri
06.56.12.207 o 338.43.90.140, tramite mail a teatrofaranume@libero.it
Le opere saranno selezionate da una giuria specializzata (Andrea Serafini, Paolo Perelli, Stefania Maccari,
Mariagrazia Greco, Pier Paolo Serarcangeli, Antonia Di Francesco, Franco Vivona).

Per informazioni:
Segreteria Agenzia Letteraria Mondolibro
Maria Grazia Greco
Tel. 339.48.05.273

Ufficio Stampa .Pubbliche Relazioni Teatro Fàrà Nume


Simone Fioravanti
Teatro 06.56.12.207
mobile 338-4390140
e-mail simfioravanti@libero.it
teatrofaranume@libero.it

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Frammento teatrale
di Teresa Castellani
TEATRO

(La scena si svolge in un parco. Tre donne stanno ubbidienti e grate.


dialogando mentre passeggiano senza meta. I loro Prima. O questa poi! (rifacendole il verso)
nomi sono semplicemente: Prima, Seconda, Terza.) "ubbidienti e grate!" A chi dovrebbero essere
grate? A chi avvelena la terra purché cresca-
Prima. Non amo i paesaggi costruiti, mi danno la no, sia pure con un nutrimento innaturale?
sensazione dell'artificio. La natura deve essere Quale gratitudine dovrebbero provare, pove-
lasciata libera di esprimersi e di espandersi. Al- re piante artificiali e senza profumo?
trimenti è soltanto una costruzione umana che Terza. (conciliante) Suvvia, non litigate. Godia-
non potrà mai stare alla pari con quanto cresce e moci questa bella giornata! Ecco, guardate!
prospera in modo libero e spontaneo. E' passato uno scoiattolo!
Seconda. Io, invece, amo l'ordine e la precisione. Prima. E guarda un po' dove si è arrampicato?
Per questo adoro i giardini all'italiana: così cura- Sulla pianta dell'edera, non certo su per quei
ti, in cui nulla è lasciato al caso, ma tutto diviene tronchi plastificati.
armonia per intervento dell'uomo. Terza. Ecco, si sta avvicinando un cane. Vediamo
Terza. (Inseguendo un suo pensiero). Avevo una quale punto sceglierà per lasciare i suoi liqui-
volta un giardiniere, che pretendeva di trasfor- di segnali e a chi di voi darà ragione.
mare il mio giardino in una specie di palude. Prima. Io dico che lascerà il suo ricordo su uno di
Diceva: "Signora, in questo punto potremmo quei bei tronchi levigati e fasulli. Lascerà lì la
scavare e poi convogliare - usava proprio la sua orina: ma per disprezzo, non per predile-
parola CON-VO-GLIA-RE! - l'acqua del canale zione.
qui vicino e creare uno stagno per farvi nascere i
fiori di loto." Pensate un po': fiori di loto alle Seconda. No, invece. Ha annusato dappertutto,
nostre latitudini! Che assurdità! ma non lo soddisfa né l'una né l'altra pianta.
Dove si fermerà? Seguiamolo.
Seconda. Non è poi così assurda questa proposta. I
fiori di loto sono bellissimi! Una volta ho sentito
questa frase che mi ha colpito: "I fiori di loto ( Le tre donne seguono i movimenti del cane )
nascono nel fango, ma non hanno odore di fan-
go". E si adattano anche alle nostre latitudini!
Prima. E' vero, i fiori di loto sono bellissimi, ma nel Prima. (sorridendo). Se n'è andato. Ha girovaga-
loro ambiente, dove possono nascere e crescere to, annusato, osservato, trotterellato, ma
cullati e protetti dal loro clima, senza artifici non se l'è sentita d'intromettersi nelle nostre
umani. (si volta indietro) Ecco, ad esempio, filosofiche discussioni. Non ci ha lasciato
guardate quel punto del parco: l'edera è rigoglio- nessun indizio su come la pensasse.
sa e il muschio ha ordito una tela talmente fitta, Seconda. (quasi soddisfatta) Bene: questo signifi-
che è impossibile separare la terra dalla vegeta- ca che ciascuna di noi rimarrà della propria
zione. In quel punto la natura ha avuto la meglio, opinione.
per fortuna. Terza. (tra il serio e il faceto) Dobbiamo dunque
Seconda. Tu sei per le cose selvagge, evidentemente. ammettere che nemmeno un cane se l’è sen-
Perché non osservi, invece, quelle meravigliose tita di prendere in considerazione le nostre
piante fiorite alla nostra sinistra? Sono slanciate, idee!
hanno colori vividi, sono…ecco, sono piante

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L’orafo e l’inceneritore
di Luigi Carbone
POESIA

L’orafo e l’inceneritore lavoravano affrontati.


L’orafo aveva più tempo per sentirsi
disturbato dall’invadente vicino,
rivolgeva sovente lo sguardo a quella mole di trambusto.
L’inceneritore sera e dì sbuffava e fumava, forte il torace
logori da tempo i polmoni.
Sin dai primi giorni di lezioni paterne i primi sdegni
le prime smanie di cambiamento,
l’orafo rifiutò di condivider la valle con quell’orso incancrenito.
Impassibile l’inceneritore continuò ad accogliere,
mesta costanza, la processione di carri notturni
la sua colonna di fumo raccontava con intima modestia
la vita inesausta della valle.
Le mani dell’orafo accarezzavano ogni domenica
membra docili di giovani donne
donando nuova luce all’incenso della chiesa
al profumo autunnale di viali
inseguiti per un giorno senza fretta.
Ma la sera riponeva le gioie in segreti nascondigli
tributava il quotidiano onore all’inceneritore.
L’orafo stesso non poteva sottrarsi a questo rito
“Sconcio alimento per un pasto mostruoso”.
Gli anni però rapirono al suo sguardo il fulgore dell’oro,
cos’era poi quel metallo tante volte sottratto
ai torbidi artigli del vicino?
Lo sentiva quasi estraneo tra le mani
amore plasmato mille volte, trascorso in mille forme.
Sempre di più ora, fermo sulla soglia del laboratorio,
imparava ad ascoltare la grave cadenza dell’inceneritore
a interpretarne il mormorio sommesso, la voce spezzata.

14
La lunga decadenza dell’occidente
di Antonio Piccolomini
SAGGISTICA
ma nel-
Nella prefazione alla raccolta di saggi “L’immaginario
medioevale”, Jacques Le Goff richiama potentemente
lo stesso tempo eterna ed inestirpabile, poiché legata
l’attenzione sull’impossibilità critica che lo storico
all’uomo ed alla sua natura intrinseca (onde ne viene
incontra nella periodizzazione del passato, e sulla
quel ruolo universale da lui attribuito alla missione
riluttanza che il passato stesso ostenta nel farsi indur-
del proletariato). Non è pensabile, ritiene Marx, che
re in certi schemi (1). Sarebbe necessario, pertanto,
la storia sia mossa dagli ideali, giacchè tali ideali pog-
non considerare l’epoca che va dalla caduta dell’Im-
giano essi stessi su di una base dinamica, ovverosia la
pero Romano fino alla seconda rivoluzione industria-
lotta di classe come conflitto tra fattori produttivi ed
le come un periodo composito di molteplici tappe e
organizzazione e distribuzione di tali fattori. Perciò,
risvolti, ma piuttosto vedere in tale lunghissima onda
dice ancora Marx, non è assolutamente vero che il
un unico e continuo Medioevo, cioè un’età sostan-
Cristianesimo segna un punto di svolta e di frattura
zialmente e complessivamente incapace di liberarsi da
totale con un mondo passato, in quanto questo mon-
alcune strutture e da certe altre sovrastrutture, dal
do di ideali si mantiene costante e subordinato ad un
perenne ed uniforme retaggio della svolta che separa
altro tipo di cambiamenti, quelli economico-
il mondo e la civiltà occidentali dal mondo e dalla
tecnologici. Tali cambiamenti, tuttavia, mutano in
civiltà greco-romana (2). Si tratta di una tesi ardua,
quanto a forma esteriore, ma non in quanto a sostan-
che solo uno storico del calibro di Le Goff avrebbe
za intima, traducendosi, quindi, in un perenne alter-
potuto sostenere. Tuttavia, essa rientra pur sempre
narsi di conflitti tra proprietari e lavoratori. La storia,
nell’ambito di quella scuola di pensiero che vede nel-
dunque, è storia del conflitto, ed attorno a tale con-
la nascita e nella diffusione del Cristianesimo il punto
flitto ruotano gli attributi della dinamica economico-
di rottura totale con la civiltà classica – definendo
sociale e politico-culturale (5). Ciò ha portato a quel-
tutto il lasso di tempo compreso tra la nascita di Cri-
le teorie di progresso materiale che, in maniera sin-
sto e la piena affermazione di tale dottrina in Europa,
cera, i positivisti attribuiscono alla storia (persino
come un periodo di transizione ed incertezza. In real-
Saint-Simon e Spencer, seppur in una visione ciclica,
tà, una simile modalità di categorizzazione storica,
si uniformano a tale corrente), ma che, d’altro canto,
potrebbe risultare eccessivamente ideologica o, per
deludono l’aspetto spirituale dell’uomo riducendolo
così dire, deduttiva, fino a degenerare in alcuni atteg-
ad uno mero fatto biologico (ancora Spencer, con
giamenti propriamente cristiano-europei che, ad
Darwin) o psico-fisico (Lombroso, Fechner e
esempio, portano lo stesso Hegel a vedere nella sto-
Wundt).
ria greco-romana soltanto un’epoca di armonia ed
equilibrio (“lo spirito vero”, “l’eticità pura”) (3), e a Ora, queste due visioni della storia sono, indubbia-
considerare punto iniziale del momento costruttivo mente, entrambe valide e rispettabili, ma nello stesso
della triadica dialettica (quello negativo razionale, o tempo presentano dei punti fragili. O meglio, tentan-
propriamente dialettico) soltanto l’affermazione del do di metterle insieme, si potrebbe da l’una (il lungo
Dio di Abramo, ovvero quel teocentrismo esasperato medioevo di Le Goff) ereditare l’idea di un punto di
che porta l’individuo al rapporto spazio-temporale rottura con un mondo passato ed ormai inattingibile,
con un Dio incarnato, alla devozione, all’operosità, insieme alla visione di un lungo processo che si sten-
alla mortificazione di sé e, infine, al reale riconosci- de fino al XIX secolo mantenendo sostanzialmente
mento della propria identità (4). È naturale che, una intatte le sue infrastrutture; dall’altra (il materialismo
storia siffatta, cozza aspramente con un altro tipo di di Marx) l’idea di una uniformità insita in ogni pro-
analisi, quella materialistica; tant’è vero che lo stesso cesso storico, che consenta di individuare delle co-
Marx, rigettando in toto la visione idealistica della stanti comuni tanto all’età classica, quanto all’età,
storia, scorge in essa una costante terrena, diveniente diciamo così, del lungo medioevo. La costante non è
e legata al concreto (in quanto tale non metafisica) più, però, la lotta di classe, ma l’esistenza di un certo

15
tipo di manifestazioni umane che risultano essere fico e tecnologico, se non altro per poter considerare
espressione di un’organizzazione superiore e il proprio operato come superiore a quello della ge-
complessiva dell’insieme di queste classi stesse, nerazione da cui egli stesso discende e che lo ha i-
espressione delle loro idee, tutrici dei loro inte- struito. Se in un decennio del XXI secolo non vi fos-
ressi, manifestazione delle loro abilità mentali e sero invenzioni, o non venissero scoperti nuovi medi-
pratiche. Esse sono la religione, lo stato e la scien- cinali, se non si effettuassero esperimenti, non ci si
za. Tuttavia, esiste un punto focale, che separa tratterrebbe dal parlare di periodo “di stagnazione”.
l’esistenza compiuta di un tipo determinato di civil- L’epoca di Breznev, successore di Kruscev alla guida
tà dalla nascita e la maturazione di un tipo del tutto dell’URSS, dovette subire questa depauperante deno-
nuovo di dinamica processuale. Tale punto non minazione, anche se solo da un punto di vista econo-
sarebbe da riscontrarsi nella nascita e nella diffu- mico-sociale; è nell’epoca di Breznev, infatti, che
sione del cristianesimo, ma nell’affermazione e ritroviamo “quei fermenti culturali che porteranno alla
nella vittoria della rivoluzione scientifica del Sei- rivoluzione di Gorbacev, con la glasnost e la perestro-
cento, nella sua traduzione in tecnica. Essa segna jka” (8).
il punto di svolta da un’età in cui a muovere la Il modo che abbiamo oggi di rapportarci alla realtà è
storia sono gli ideali, lo spirito, la morale, a nettamente diverso dal modo proprio di un uomo
un’età in cui ideali, spirito, morale perdono terre- greco o medioevale, persino se ci paragoniamo ai più
no a favore della scienza e della tecnica. Natural- grandi scienziati del tempo, come Pitagora, Euclide o
mente, le scoperte scientifiche sono determinanti Cartesio; la realtà è per noi tale solo se concreta,
anche nel medioevo e nell’età classica, ma in en- verificabile, tangibile o, nel peggiore dei casi, utilizza-
trambe queste età esse sono come messe in om- bile in senso economico. Abbiamo perso il senso della
bra, o fatte passare in sordina, da eventi quali le spiritualità interiore ed esterna, ed ogni cosa che
leggi di Solone, i processi a Socrate, le conquiste riguardi l’anima, ci appare superflua e trascurabile. Il
di Alessandro, le vittorie dell’eloquenza di Cice- nostro conoscere è inconsciamente scientifico. Uno
rone sull’interesse di Catilina, l’ellenismo e la dei massimi filosofi del Novecento, Bertrand Russell,
degenerazione dei costumi romani, il mecenati- si fa portavoce di una necessaria razionalizzazione
smo, l’editto di Milano, la rifondazione del Sacro scientifica di ogni aspetto della società, ritenendo
Romano Impero ad opera di Carlo Magno, le sco- che, nel mondo globalizzato, “solo una buona dose di
muniche papali, e via dicendo. Eventi principal- scetticismo potrà lacerare i veli che ci nascondo la verità” e
mente influenti in una storia mossa dagli ideali. che “nella scienza, dove noi ci avviciniamo di più alla cono-
Il cambiamento apportato dalla rivoluzione scien- scenza, l’uomo poggia sicuro sulla validità delle sue affer-
tifica – che nacque come fenomeno speculativo – mazioni” (9). A Russell fa eco il tedesco Popper, il
è foriero di molteplici novità. Primo fra tutti il quale sostiene che “elaborare la differenza fra scienza e
relativismo, la perdita dell’identità spirituale, il discipline umanistiche è stato a lungo una moda. Il metodo
soggettivismo assoluto, la divinizzazione dell’uo- di risoluzione dei problemi, delle congetture e delle confuta-
mo, il gesuitismo in religione. Da ciò, il carattere zioni, è praticato da entrambe. È praticato nel restauro di un
pragmatico della verità e il valore utilitaristico testo danneggiato come nella costruzione di una teoria della
della morale; tutte cose che resero l’uomo burat- radioattività” (10). Popper considera le discipline uma-
tino del factum e, in quanto tale factum si invera nistiche come scienze umanistiche, rilevando come
nell’esistente, del verum (6). Soprattutto, con la persino la storiografia, nell’antichità, era opus orato-
fine del principio di autorità, l’uomo inizia a con- rium maxime. In questa grossa meccanicizzazione del
siderare la propria epoca come superiore a quelle mondo, persino l’io viene sezionato, scandagliato,
precedenti (7). E, poiché tale considerazione na- trattato in provetta, tramite il metodo scientifico del
sce dagli agi materiali derivanti dai ritrovati tecni- parallelismo psico-fisico di Wundt e la psicoanalisi di
ci, l’umanità sentirà, d’ora in poi, il bisogno os- Freud, tramite la clonazione e la riproduzione assisti-
sessivo di progredire da un punto di vista scienti-

16
ta. Non si pensi, però, che la rivoluzione scientifica mondo post-rivoluzione scientifica, si instaura
sia un termine assoluto; i risultati a cui siamo giunti reciprocamente tra la religione, lo stato e la scien-
oggi sono il frutto di una serie di processi lenti e gra- za.
duali, tramite i quali un moto convettivo ha portato a Freud sostiene che la società odierna sia fonda-
fondo gli ideali e le sovrastrutture e, contemporanea- mentalmente repressione dell’istinto sessuale, e
mente, in superficie la scienza, il materialismo, il che “l’uomo primordiale stava meglio, poiché ignorava
pragmatismo e l’empirismo. Uno di questi processi qualsiasi restrizione pulsionale” (14). Ma afferma
lenti e graduali è il progressivo straniamento dell’ar- pure che, tali uomini primordiali, “si propongono di
tista, la sua impotenza nel modificare il mondo, la sua evitare con ogni cura ed assoluta severità ogni rapporto
progressiva alienazione nei confronti dell’oggetto incestuoso. Anzi, tutta la loro organizzazione sociale
stesso della sua attività, il suo confondersi nella folla. sembra obbedire, o quanto meno tendere, a questo sco-
Si ritiene che il decadentismo sia un fenomeno lette- po” (15). Ciò deriverebbe dalla sacralità della figu-
rario e culturale limitato alla fine dell’Ottocento ed ra totemica, animale, pianta o persona, e dalla
all’inizio del Novecento; in realtà, questa decadenza assoluta necessità della sua verginità. La figura
dei valori spirituali, è un fenomeno inarrestabile e totemica è assicurazione inconscia di uguaglianza
costante che attraversa tutto l’Occidente dalla rivolu- formale tra i membri della tribù. Essa altro non è
zione scientifica in poi, e che presenta sorprendenti che una trasfigurazione primitiva della nostra fi-
tratti in comune con la decadenza della spiritualità gura divina. Dal timore della punizione totemica,
greca e di quella romana (11). Dunque, parafrasando nascono numerosi tabù; i tabù dei nemici, i tabù
Le Goff, bisognerebbe parlare di una “lunga decaden- dei sovrani ed i tabù dei demoni. Freud eredita da
za”, che ancora oggi non sembra aver avuto termine Wundt queste classificazioni, ma, conclude, la
(12). Il neo eletto papa Benedetto XVI ha richiamato causa fondante e primordiale è, nei fatti, la paura
l’attenzione del mondo a questi problemi, proponen- del demone, la quale a sua volta scaturisce da quel
do un ritorno dell’individuo biologico all’individuo mo- fattore che Freud chiama “onnipotenza dei pensieri”
rale tramite un abbandono del relativismo, o meglio e che attribuisce al mondo un valore animistico,
dello scientismo, nei valori morali: ”Ragionevole viene che definiamo anche vitalistico o, religiosamente
considerato soltanto ciò che è calcolabile e falsificabile o parlando, panico. Infine, Freud dà attualità alle
provabile nell’esperimento del grande settore delle scienze sue teorie ritenendo che “nella società odierna, la
[…] Questo settore appare come l’unica espressione della persistenza dell’onnipotenza dei pensieri si presenta con
razionalità, tutto il resto è soggettivo […] Ma se le questio- la massima chiarezza nel caso della nevrosi ossessiva
ni essenziali della vita umana…sono tutti nella sfera della […] L’onnipotenza dei pensieri si è conservata solo nel
soggettività, allora non abbiamo più criteri”. Fondamenta- settore dell’arte. Solo nell’arte succede ancora che un
le è il passo in cui papa Ratzinger afferma: “Coscienza, uomo dilaniato da desideri realizzi qualcosa di simile al
nella modernità, diventa la divinizzazione della soggettivi- soddisfacimento, e che questo gioco – grazie all’illusione
tà, mentre nella tradizione cristiana è proprio il contrario, è artistica – evochi reazioni affettive, come se fosse rea-
la convinzione che l’uomo è trasparente e può sentire in sé le” (16). L’artista della società moderna viene
stesso la voce della ragione stessa, della ragione fondante del paragonato ad un nevrotico, e questa citazione
mondo” (13). Epurando questo discorso da ogni com- sembra quasi descrivere nel migliore dei modi il
ponente religiosa, estendendo la sua intenzionalità Von Aschenbach del racconto “Morte a Venezia” di
alla figura dell’artista, si capisce come, col tempo e Mann.
dalla rivoluzione scientifica in poi, lo scrittore, il poe-
ta, l’intellettuale, sono sempre più divenuti incapaci In ogni caso, estendendo il rapporto freudiano
di raccogliere questa ragione fondante del mondo, la all’epoca classica ed a quella post-scientifica, si
quale invece è divenuta privilegio della scienza. E qui nota un passaggio da un’onnipotenza dei pensieri
è necessario illustrare il rapporto costante che, nel- ad una profonda sfiducia nel pensiero stesso, che
l’ambito del mondo classico come nell’ambito del si traduce in una passaggio dalla fede nell’ideale al

17
tradimento di tale fede. Dunque, all’interno delle no inevitabilmente nelle direttive adottate dalle sue
stesse civiltà classiche, è possibile scorgere un proprie istituzioni pubbliche (19). In una collettività
mutamento da un’età dello spirito ad un’età del in cui il 90% dei membri considera sommo bene la
materialismo scientifico, mutamento che porta comunanza dei beni, l’istituzione rappresentativa
con sé fenomeni sociali, politici e letterari molto adotterà come linea politica il metodo della comu-
simili a quelli manifestati durante il lento declino nanza dei beni. In una collettività in cui si pensa che
che l’idealità ha subito in Occidente a partire dal la religione non abbia necessità d’esistere, l’istituzio-
Seicento. Assistiamo al declino della religione, ne rappresentativa perseguirà una politica improntata
all’ascesa della borghesia, al trionfo dello scienti- all’ateismo. Ma non è possibile concepire l’istituzio-
smo, alla crisi della stabilità dello stato (17). ne rappresentativa in quanto tale, cioè concepire lo
I tre fattori costanti della storia, la Religione, lo Stato come un organo dotato di propria personalità
Stato e la Scienza, sono tra loro interconnessi da esclusivamente politica e burocratica, a meno che
legami peculiari; lo stato non presenta di per sé non si voglia ammettere che lo Stato abbia fatto pro-
stesso un’identità né ideologica né fisica, giacchè pri alcuni principi, imponendoli, poi, al resto della
esso è solo un’ organizzazione indotta (Rosmini). comunità. A volte, la possibilità di uno Stato capace
Ciò vuol dire che lo stato esprime le tendenze di evolvere come un organismo a sé stante è ipotizza-
maggioritarie del modo umano di rapportarsi alla bile, se non addirittura necessaria; ma, nella maggio-
realtà. La religione e la scienza sono, invece, due ranza dei casi, lo Stato è solo un parto naturale di
fattori contemporaneamente presenti nell’indivi- tendenze ed istinti; non ha nulla di proprio, a parte
duo, ma stanno tra loro in un rapporto necessa- l’eredità del gioco di forze che lo hanno generato in
riamente gerarchico; uno scienziato non vede mai quanto risultato.
nel mondo le stesse cose che vi vede un religioso. Alla fine della guerra fredda, come da più parti è sta-
La religione è un modo assoluto e spirituale di to sottolineato, si è venuto sviluppando un fenomeno
rapportarsi al concreto; la scienza, al contrario, inedito e sconcertante: l’unipolarismo delle forze in
un modo relativo e materiale. Lo stato rappresen- campo. La Storia antecedente agli anni novanta era
ta, dunque, una sorta di termine medio tra i sud- sempre stata caratterizzata da uno scontro dialettico
detti fattori, ed anche la sua politica, la sua ideo- tra due o più forze, che si fronteggiavano tanto a li-
logia, la sua socialità, ne vengono inevitabilmente vello internazionale quanto a livello, diciamo così,
influenzati (18). Come nella società moderna ideologico. Invece, dopo il crollo della Russia sovieti-
siamo passati da uno stato che combatte per la ca, la potenza statunitense è rimasta l’unica forza
fede, ad uno stato che combatte per il petrolio, attiva sul terreno della dinamica storica, e sotto la sua
così anche nella storia classica possiamo riscontra- egida sono rientrati quasi tutti gli altri stati. Essi han-
re una tendenziale degenerazione da una società no necessariamente dovuto accettare i due principali
idealistico-religiosa ad una società in cui affiorano fattori che hanno fatto, e fanno tuttora, degli USA
sempre più atteggiamenti materialistici. una potenza assoluta, ovvero il capitalismo del libero
Lo Stato è un po’ come l’io penso kantiano, o al- mercato e la democrazia. Di fatto, anche potenze
meno, tale è stato inteso fino all’inizio del Nove- comuniste come la Repubblica Popolare Cinese e la
cento. Non possiamo attribuire alle strutture so- Repubblica Comunista di Cuba, sono da annoverare
ciali, politiche ed economiche di un paese un va- tra i paesi che seguono, se non le direttive, almeno
lore noumenico, bensì soltanto un valore fenome- gli esempi americani, adottando una politica di liberi-
nico, risultante dall’interazione interna di tali smo, mascherata dal vessillo rosso con falce e martel-
strutture, e dal carattere sintetico ch’esse presen- lo.
tano come espressione maggioritaria del modo di Al contrario, il mondo che ha perso, cioè l’URSS
rapportarsi alla realtà da parte della popolazione sovietica, era fondato su principi totalmente diversi
civile (vedi introduzione). Queste modalità di da quelli occidentali: la centralizzazione e statalizza-
autocoscienza della comunità statale si tradurran- zione dell’economia e la dittatura del partito. Ora,

18
poiché tali fattori risultarono, ad un certo punto, tipo d’uomo non è d’importazione americana, bensì il
insufficienti al fabbisogno del mondo oltre-cortina, si frutto, il risultato di secoli di storia e di disillusione. È
tentò di mantenere intatta l’ideologia comunista, un processo di lunga decadenza dello spirito occiden-
aprendo nel frattempo la parte materiale del Paese (la tale che non ha lambito le coste del mondo orientale,
cosiddetta struttura) al metodo “americano”. Lo stes- né tanto meno quelle del mondo medio-orientale. La
so Hobsbawm rileva, tuttavia, che, non appena la Storia dell’ultimo secolo è, per l’Occidente, un con-
Russia si volse al capitalismo e al capitale straniero, centrato di tale processo, come l’implosiva fase finale
ma anche in concomitanza con la delusione morale di una stella che esaurisce lentamente il suo calore,
provocata dalla glasnost e dalla scoperta delle nefan- trasformandosi in un buco nero. Se oggi esiste un
dezze del regime, si ebbe immediatamente il crollo vero motivo di contrapposizione tra il nostro mondo
del sistema, che fu per altro un crollo incruento e e quello mediorientale, esso risiede nell’attrito che si
deciso, senza troppi mezzi termini e ripensamenti. sviluppa tra un mondo fatto di scienza e tecnica, e un
Dunque, come Hobsbawm lascia intendere, ciò che mondo fatto ancora di verità e ideale; paesi come
teneva su la Russia, nei primi come negli ultimi anni l’Iraq, l’Iran o l’Afghanistan, sono fondati sulla consa-
della sua storia, era il sogno comunista, la fede ed il pevolezza ideologica di possedere la verità, in essi
sacrificio della popolazione civile convinta di lavorare l’oggettività della scienza non ha ancora inquinato e
in vista della realizzazione di un paradiso terrestre, deluso l’innocenza dello spirito. La religione è ormai
fiduciosa nella guida del partito leninista. Coerente- per noi un fatto d’abitudine, per loro un’esigenza di
mente con ciò, la Russia fu il paese che nel periodo vita. Le nostre armi sono mosse dalla necessità di
che va dal ’45 al ’91 ebbe il maggior numero di stu- denaro, dalla sete di potere o, al massimo, dalla pau-
denti e di scuole, mentre il sistema garantiva l’eroga- ra; ma tale paura stessa nasce dal vedere nei popoli
zione di cultura a basso costo e ad alta aspettativa islamici un insormontabile baluardo dello spirito,
futura (20). Insomma, lo Stato sovietico era, almeno dove l’arma è mossa dall’ardore di una fede, che noi
nella mente della popolazione e nella teoria del parti- non conosciamo più. Tra i principali sostenitori di
to, uno stato ideal-religioso, ed il comunismo rappre- queste tesi v’è il filosofo e sociologo Jean Baudrillard,
sentava pertanto una fede, una sorta di sostituto della il quale dice, a proposito del terrorismo, “e così qui
vecchia chiesa bizantina, non a caso emarginata o tutto si gioca sulla morte, non soltanto attraverso l’irruzione
ridotta al silenzio. brutale della morte in diretta, in tempo reale, ma attraverso
Possiamo dunque dedurre che la contrapposizione tra l’irruzione di una morte più che reale, simbolica e sacrifica-
Stati Uniti e Russia fosse la contrapposizione tra uno le, l’evento veramente assoluto e senza appello […] tutta la
stato scientifico ed uno stato spirituale, e la sconfitta potenza visibile non può nulla contro la morte infima, ma
del secondo fu sancita dalla sua uniformazione ai si- simbolica, di pochi individui […] qualsiasi massacro sareb-
stemi del primo. Tra le due specie di uomini, l’homo be loro perdonato se avesse un senso, se potesse essere inter-
occidentalis e l’homo sovieticus, la selezione naturale ha pretato come violenza storica” e infine, ma in maniera
scelto quello meglio conformato alle condizioni so- molto più significativa “è come se il sistema mondiale
cio-ambientali della congiuntura storica contempora- operasse un ripiegamento strategico, una revisione lacerante
nea; oggi l’homo occidentalis è una razza dominante, dei suoi valori – come reazione difensiva, parrebbe, all’im-
che si rapporta al mondo in maniera estremamente patto del terrorismo, ma fondamentalmente rispondendo alle
realistica, che ha rinunciato alla sfera della collettività sue ingiunzioni segrete – regolarizzazione forzata del disor-
e di un paradiso futuro, volgendo lo sguardo al solo dine assoluto” (21). Pertanto, vedere un unipolarismo
paradiso finanziario privato, ma soprattutto che porta internazionale nella storia contemporanea, è ancora
dentro di sé un corredo genetico estremamente una volta frutto di una visione occidentale, elucubra-
scientifico, che accetta per vero solo ciò che è nuovo, zione di una mente scientifica, che tende a considera-
giudica malato o goffo tutto ciò che è vecchio, ritiene re come “storia” solo ciò che riguarda l’economia, la
valido e degno di attenzione solo entità materiali sen- società, l’ideale asservito all’interesse e la potenza
sibili, o una dottrina matematica applicabile. Tale militare. In realtà il bipolarismo esiste ancora, ma è

19
molto più sottile; è la lotta del mondo post- prima dell’avvento del razionalismo socratico – una
scientifico dell’Occidente contro il mondo spiri- profonda inquietudine ed un sostanziale male di vive-
tuale, ideologico, religioso del Medio Oriente. re, anticipando così alcune teorie propriamente nic-
Solo così possiamo comprendere come sia stato ciane.
possibile che una potenza quale quella americana, (4) Tutto ciò porta Hegel ad alcune mistificazioni e
possa essere stata messa in crisi ieri da poche ban- ad un ossessiva necessità di far rientrare ogni singolo
de di vietcong o, peggio ancora, oggi da alcuni avvenimento storico nella imponente sistemazione
manipoli di fondamentalisti islamici. Potremmo concettuale della “Enciclopedia delle scienze filosofi-
anche dire che, mentre nel mondo occidentale che”. Il filosofo tedesco sembra non considerare af-
l’ideale è messo al servizio della scienza, nel mon- fatto fenomeni come il neo-stoicismo di Seneca e
do islamico la scienza è messa al servizio dell’idea- Marco Aurelio, il platonismo di stampo estatico di
le, e dunque si ripresenta in esso una situazione Filone e Plotino, il giusnaturalismo interioristico e
che appartenuta anche a noi in un passato ormai razionale di Alberico Gentile, Althusius e Grozio, le
molto remoto (22). tendenze anti-ottimiste ed anti-progressiste di Rous-
seau e Mandeville, il deismo di Toland e Clarke, l’e-
stetismo di Baumgarten, la teoria dei cataclismi di
NOTE Francesco Mario Pagano, il tradizionalismo e l’esi-
(1) “Certo si può essere d’accordo con Krzystof stenzialismo dei suo tempi. Ma l’esempio più clamo-
Pomian nel dire che tutte le periodizzazioni vanno roso è quello del neo-platonismo e del naturalismo
strette allo storico. Così com’è certo che i periodi rinascimentale; Hegel sostiene che in questi due at-
si accavallano, che esistono sfasature fra i diversi teggiamenti filosofici, l’individuo è privo della co-
settori della storia umana (economia e cultura non scienza di identità razionale e cerca nelle cose quello
vanno in genere di pari passo) e soprattutto fra le che invece dovrebbe trovare in sé. In realtà, ad un’at-
civiltà e le aree culturali. […] Ma nell’evoluzione tenta lettura dei testi, soprattutto, di Marsilio Ficino
dell’umanità, almeno per grandi masse, ci sono o di Giordano Bruno, ci si rende conto di quanto in
fasi, sistemi in lento movimento, che forniscono essi il senso della razionalità sia profondamente chiaro
utili punti di riferimento di media e lunga durata e e visibile, e funga piuttosto da moderatore del senso,
permettono di articolare meglio lo sforzo di razio- ovvero di quella natura “umbratile” che, secondo lo
nalizzazione scientifica compiuto dagli storici per stesso Bruno, è l’unica a poterci mettere in contatto
addomesticare il passato” (J. Le Goff, L’immagina- con la divinità. Insomma, in tali filosofi rinascimenta-
rio medioevale, prefazione). li, diversamente da quanto credeva Hegel, è possibile
già incontrare quelle disillusione del razionalismo e
(2) “…propongo un lungo, lunghissimo medioe- quella fuga verso la sensualità e la forma che incon-
vo, le cui strutture fondamentali evolvono solo triamo in maniera “ufficiale” alla fine dell’Ottocento.
con grande lentezza dal secolo III fino alla metà del
XIX” (J. Le Goff, L’immaginario medioevale, prefa- (5) “La storia sinora è storia di lotte di classi. Liberi e
zione). schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba,
membri di corporazione e garzoni, in breve, oppres-
(3) Hegel definisce la Grecia presocratica come sori e oppressi…” (Marx ed Engels, Manifesto del par-
“un mondo immacolato, non lacerato da alcuna tito comunista). Sembra quasi che la trascendenza pla-
scissione” (Fenomenologia dello spirito). È bene tonico-cristiana tra mondo reale e mondo eidetico,
notare e ricordare, a questo proposito, la ricerca diventi in Marx la contrapposizione tra storia di lotta
compiuta in Italia dal Leopardi, il cui pensiero di classi ed era comunista. Ecco perché, fondamental-
filosofico e filologico viene troppo spesso dimenti- mente, “il comunismo diventa sempre più un credo,
cato a scapito di quello letterario; il sistema ”della riguardante un futuro paradiso, e sempre meno una
natura e delle illusioni” entra in crisi quando egli maniera di vivere quest’esistenza terrena” (B. Rus-
scopre anche in questo periodo della classicità – sell, Saggi scettici).

20
ne, come il luteranesimo o il calvinismo, fondate,
(6) Significativo, in tal senso il primo, dei quattro soprattutto, sull’aspetto attivo della vita, cioè sul
precetti logici di Cartesio: “…non accogliere mai lavoro, ed annullando le conquiste interiori del sog-
nulla per vero che non conoscessi in modo evidente getto con la teoria della predeterminazione. Tutto
esser tale” oltre che le quattro massime del metodo ciò in concomitanza con la rivoluzione industriale e
provvisorio: “La prima era di obbedire alle leggi ed ai con il dibattito sull’importanza dell’otium.
costumi del mio paese […] La mia seconda massima
era d’essere nelle mie azioni più fermo e risoluto che (12) Considerata l’età dei lumi ed il vigore spiritua-
fosse possibile, e di seguire anche le opinioni più dub- listico del romanticismo, questa supposizione della
bie […] La mia terza massima era di procurare di lunga decadenza potrebbe far sorridere. Innanzitut-
vincere sempre piuttosto me stesso che la fortuna to, però, va sottolineato che sia l’illuminismo sia il
[…] Infine…io mi proposi di sottomettere ad un romanticismo sono movimenti di reazione, il primo
esame rigoroso le diverse occupazioni che gli uomini in termini di adattamento della ragione ad un nuovo
hanno in questa vita, per cercare di scegliere la mi- metodo di intendere la realtà, un metodo scientifico
gliore…” (Cartesio, Discorso sul metodo). che porta, ad esempio, all’empirismo di Locke,
all’utilitarismo di Hume, alla filosofia del limite di
(7) “Gli uomini del Novecento si ritengono superiori Kant; il secondo in termini di contrapposizione co-
agli uomini di ogni altra età soltanto per il progresso me rivalutazione del sentimento, dell’impulso, del-
tecnologico e per le scoperte scientifiche che hanno l’istinto, dell’età pre-razionale e dell’assoluto pote-
caratterizzato la loro vita” (B. Russel, Saggi scettici). re dell’io sul non-io. E poi bisogna notare che, in
entrambi questi grossi flussi, la vecchia ragione idea-
(8) E .J. Hobsbawm, Il secolo breve. Ma lo stesso Rina- listica e classica è sempre più lontana dalla capacità
scimento viene dagli economisti del Novecento rite- di indirizzare certi aspetti della vita, ormai proprietà
nuto come un secolo di stagnazione e crisi (Pirenne) della classe borghese in ascesa, fino a risultare essa
o, al massimo, come un periodo di transizione (Hay). stessa da questi condizionata, come visibile nel posi-
In effetti, i fermenti commerciali e capitalistici nasce- tivismo (esempio chiaro è che alla teoria del pro-
rebbero già nell’ultimo medioevo, ed il loro sviluppo gresso ideale di Condorcet si sostituisce la teoria del
subirebbe un arresto nell’epoca rinascimentale progresso scientifico materiale di Comte e
(Sapori). Spencer). Dunque, dopo la rivoluzione scientifica,
gli ideali e lo spirito continuano a sopravvivere e per
(9) Bertrand Russell, Saggi scettici. un certo tempo rimangono dominanti, ma sono
sempre più incalzati, e poi definitivamente sconfitti
(10) Karl Popper, Tutta la vita è risolvere problemi, ove a fine ‘800, dal materialismo, dal pragmatismo,
egli dice pure, discordando con Russell, che “l’etica dallo scientismo. In questo senso il decadentismo di
non è una scienza” e che “ciò che prima era verità, fine secolo è soltanto il punto estremo, o se voglia-
oggigiorno è, al massimo, certezza”. mo la presa di coscienza, di questo lunghissimo pro-
cesso di disillusione dell’intellettuale.
(11) Giudichiamo l’età cristiana patristica e scolastica
come un fenomeno tardo latino, in quanto tale ci (13) (J. Ratzinger e Ernesto Galli della Loggia, Dia-
appare de facto da un punto di vista puramente lette- logo sulla religione). È inoltre curioso notare come, a
rario spirituale; in tal senso sono visibili i retaggi del proposito della globalizzazione, Ratzinger sostenga
mondo classico e della sua cultura. Non dimentichia- che esistano fondamentalmente due modi per reagi-
mo che il decadentismo è un fenomeno esclusivamen- re alla sempre più preponderante dominazione tec-
te iper-strutturale. Non a caso, quelle frange di cri- nologica dell’Occidente, ovvero l’uniformazione
stianità che non avevano, per motivi geografici e poli- oppure la ribellione. Sono gli stessi due modi in cui
tici, avuto modo di venire in contatto con la cultura la letteratura reagì al positivismo ed al materialismo
greco-romana, si faranno portatrici di nuove dottri- deterministico di fine Ottocento: la specializzazione

21
scientifica del naturalismo, del realismo e del PREMIO UNGARETTI
verismo, o le tendenze simbolico-allegoriche in
poesia.
IL CENTRO STUDI AGORA’ DI ACERRA (NA) BANDISCE IL
SETTIMO CONCORSO NAZIONALE “UNGARETTI” PER
(14) S. Freud, Il disagio della civiltà. LA POESIA IN ITALIANO, DIALETTO E HAIKU. PER LE
(15) S. Freud, Totem e tabù. OPERE IN DIALETTO, AD ECCEZIONE DI QUELLO NAPO-
LETANO, E’ OPPORTUNA LA RELATIVA TRADUZIONE.
(16) ibidem SI PUO’ PARTECIPARE CON OPERE GIA’ EDITE E CHE
ABBIANO PARTECIPATO AD ALTRI CONCORSI. SI POS-
SONO INVIARE MASSIMO 3 POESIE PER OGNI GENERE,
(17) Pur avvertendo questa micro-trasformazione MASSIMO 30 RIGHE OGNUNA, AD ECCEZIONE DI QUEL-
interna all’epoca classica (e medioevale), è tutta- LA HAIKU CHE HA UNA STRUTTURA PARTICOLARE.
via innegabile che, in essa, il lato spirituale del- DI OGNI POESIA OCCORRONO 3 COPIE , UNA SOLA
l’uomo venga soltanto indebolito, e non sostituito, FIRMATA, CON UN FOGLIO A PARTE SUL QUALE VAN-
da quello materiale, come avviene in Europa a NO INDICATE GENERALITA’, INDIRIZZO, TEL./FAX, E-
MAIL. LE OPERE VANNO INVIATE A PIERO BORGO, VIA
cominciare dal Seicento. Parlando in termini glo- ZARA - 45 80011 ACERRA (NA) TELEFAX 081 8850793, E-
bali, l’epoca classica rimane, comunque, epoca MAIL piero.borgo@libero.it . LA QUOTA DI PARTECIPA-
dello spirito e dell’ideale. ZIONE E’ DI 15,00 € , DA INVIARE SOLO IN CONTANTI
NEL PLICO. LA SCADENZA E’ IL 31 OTTOBRE 2005
(18) Intendiamo, per Stato, l’insieme delle orga- (DATA TIMBRO POSTALE). CHI NON ABBIA SUPERATO I
nizzazione sociali, politiche ed economiche delle 25 ANNI A QUELLA DATA PARTECIPA AL PREMIO GIOVANI,
DEDICATO A “TRILUSSA”. NON INVIARE COPIE DELLA
collettività, ma anche l’insieme delle istituzioni ad CARTA D’IDENTITA’ MA INDICARE SOLO LA DATA DI
esse sovrapposte. Le due tipologie di stato NASCITA. LA QUOTA “GIOVANI” E’ DI 10,00 €. TUTTI I
(idealistico-religioso e scientifico-materialista) PARTECIPANTI DEVONO INVIARE NEL PLICO UNA BU-
sono contrapposte al punto tale che Marx dirà di STA APERTA, AFFRANCATA, CON IL PROPRIO INDIRIZ-
Hegel: “lo stato ideale teorizzato da Hegel nien- ZO SUL DAVANTI. LA MANCANZA DELLA QUOTA IMPE-
t’altro è che la giustificazione metafisica dell’em- DISCE LA PARTECIPAZIONE AL CONCORSO, QUELLA
pirico stato Prussiano dei nostri giorni”(K. Marx, DELLA BUSTA DI CONOSCERNE L’ESITO. TUTTI SARAN-
NO AVVISATI ENTRO IL 15 DICEMBRE ‘05. LE OPERE
Critica della filosofia hegeliana al diritto pubblico). NON SARANNO RESTITUITE, I DIRITTI D’AUTORE SONO
SEMPRE DEI PARTECIPANTI. NON INVIARE CURRICU-
(19) “Hegel concepisce gli affari e le attività statali LUM. SARANNO PREMIATI I PRIMI 3 CLASSIFICATI DI
astrattamente per sé e come loro contrario l’indi- OGNI SEZIONE: IL PRIMO “GIOVANI” PIU’ PREMI SPECIA-
vidualità particolare. Ma egli dimentica che l’indi- LI DELLA GIURIA. I PREMI CONSISTONO IN ARTISTICHE
vidualità particolare è umana e che gli affari e le TARGHE E ATTESTATI GRATIS A RICHIESTA. LA PREMIA-
ZIONE AVVERRA’ A GENNAIO 2006 NELLA GALLERIA
attività statali sono funzioni umane” (K. Marx, FOTOGRAFICA “TINA MODOTTI”, SITA IN ACERRA (NA),
Critica della filosofia hegeliana al diritto pubblico). PIAZZA MONTESSORI 25 (DI FRONTE ALLA SCUOLA
MATERNA MONTESSORI). L’ADESIONE AL CONCORSO
(20) Sebbene tale cultura fosse assolutamente COMPORTA LA TOTALE ACCETTAZIONE DI CODESTO
mistificata, soprattutto con riferimento alle teorie REGOLAMENTO. I VINCITORI SARANNO LEGGIBILI SUL
SITO WWW.LITERARY.IT. LA GIURIA E’ COMPOSTA
di Marx ed Engels, e degli altri “veri” pensatori
DALLA DOTT.SSA ORSOLA IADARESTA (BENI AMBIENTA-
social-comunisti. LI E CULTURALI), DAL SIG. ANTONIO GIRARDI
(GIORNALISTA RESPONSABILE DEI PROGRAMMI CULTU-
(21) Jean Baudrillard, Lo spirito del terrorismo. RALI PRESSO L’EMITTENTE TELEVISIVA “TELE FUTURA”,
DAL PROF. EUGENIO RUSSOMANNO (DOCENTE DI LET-
(22) Dice Baudrillard che i nuovi terroristi sono TERE A VITERBO).
anche in grado di usare sapientemente la moderna IL PRESIDENTE
scienza e tecnologia, ad esempio trasmettendo PIERO BORGO
tramite media esecuzioni umane ed amplificando-

22
La recensione
di Michele Nigro

“Il mondo sommerso”


di J.G.Ballard

E’ un romanzo che oserei definire psico-climatologico l’imprinting che Ballard acquisì lavorando per anni
in quanto l’Autore, scrittore all’avanguardia della in una rivista scientifica e che ne influenzò natu-
narrativa inglese e dotato di un accattivante linguag- ralmente il linguaggio narrativo:
gio scientifico usato con dimestichezza, utilizza futuri “E così lei ha paura che l’aumento della temperatura
(e, purtroppo, non del tutto inverosimili!) scenari … stia risvegliando … ricordi sepolti nelle nostre
cataclismatici, per analizzare gli stadi mentali involuti- menti?”. “Non nelle nostre menti, Robert. Questi sono i
vi di un gruppo di scienziati ricordi più antichi del
alle prese con la perlustra- mondo, i codici temporali
zione di città sommerse. presenti in ogni nostro gene
La storia è questa: una ses- e in ogni nostro cromoso-
santina di anni prima alcune ma. Ogni gradino che
tempeste solari hanno causa- siamo riusciti a salire nella
to un surriscaldamento glo- nostra scala evolutiva è
bale che a sua volta ha pro- una pietra miliare fatta di
dotto lo scioglimento dei ricordi organici,… Come
ghiacci polari e quindi un la psicanalisi si prefigge di
innalzamento delle acque a ricostruire la situazione
livello planetario. Iguane e traumatica originaria al
piante tropicali hanno invaso fine di provocare la libera-
le costose suite, ormai allaga- zione del materiale rimos-
te, di quei grattacieli che una so, così ora noi stiamo
volta rappresentavano il cuo- precipitando nel nostro
re della finanza mondiale e passato archeopsichi-
della vita agiata di popolose co, riscoprendo gli antichi
metropoli! tabù e gli istinti primor-
Ma la fantascienza, come diali rimasti sopiti per
spesso accade, è solo una migliaia di anni … Ognu-
scusa per parlare d’altro … no di noi ha la stessa età
Infatti, parallelamente a que- dell’intero regno biologico
sta trasformazione climatica e il nostro flusso sanguigno
dannosa, Ballard svolge, è immissario dell’immenso
focalizzando l’attenzione su oceano della sua memoria
alcuni dei suoi personaggi, collettiva…L’odissea ute-
una “ricerca intima” che non rina del feto in crescita
si occupa di surriscaldamenti, piante e rettili, ma riassume in sé l’intero passato biologico …”.
evidenzia l’irrefrenabile involuzione dell’essere uma- Il titolo possiede un doppio senso: il “mondo
no in un ambiente mutato e reso primordiale da sommerso” è sì un chiaro riferimento alla geogra-
eventi relativamente recenti. Il brano seguente, trat- fia stravolta di un luogo futuro, ma è anche il
to dal capitolo intitolato “Verso una nuova psicologia”, nome di una sfida psicologica che prende vita al
meglio di ogni recensione ci svela non solo il vero di là della volontà umana. Pochi i momenti di
obiettivo del romanzo, ma sottolinea chiaramente lucidità scientifica dei personaggi come quelli

23
riportati nella citazione. Anche perchè i veri pro- le piogge e i livelli marini, dovremmo prendere in
feti dell’involuzione sono, quasi a voler omaggiare considerazione anche l’evoluzione intima dell’uomo,
il padre della psicanalisi S. Freud, i sogni: solo chi le sue trasformazioni psicologiche, gli impulsi pri-
ne sa interpretare gli intimi messaggi, può dipana- mordiali ricoperti da una lunga serie di strati culturali
re la matassa subcosciente di chi avverte un impul- … Nessuno di noi sa se, un giorno, ci sveglieremo in
so ma non ne sa dare una spiegazione: la voglia di un mondo come quello descritto dall’Autore, ma
ritornare ad uno stato primordiale mai conosciuto l’ipotesi di doverci confrontare con un’ involuzione
direttamente, ma presente nei meandri dell’Io. neurale è senz’altro intrigante.
Il termine “archeopsichico” - introvabile nel mio E chissà se tale involuzione non sia già cominciata...
vocabolario ma ampiamente utilizzato dagli psica-
nalisti e dagli esploratori dell’inner space - è il cuo-
re semantico del romanzo; senza di esso il lavoro (1) tratto dall’articolo <<"Chronopolis" di J.G.
di Ballard risulterebbe asservito ai compendi di Ballard: la città e il tempo>> di Francesco
un’accademica e rigida neurologia. Marroni.
<<D'altro canto, nel notissimo saggio "Which
Way to Inner Space" - apparso nella rivista New
Worlds nel maggio 1962 - l'autore inglese parla di
rinnovamento dei moduli fantascientifici, pensan-
do soprattutto alla tematica temporale, non più
intesa come il convenzionale viaggio nel tempo
ma piuttosto come artificio utile per mettere in
evidenza taluni aspetti della vicenda arcaico-
collettiva dell'umanità e mostrare i risvolti
psicologici del rapporto tra sensibilità umana e
dimensione temporale: “[...]vorrei che la SF elabo-
rasse concetti come zona tempo, tempo profondo e tem-
po archeopsichico. Vorrei vedere più idee psico-
letterarie, più concetti metabiologici e metachimici,
vorrei vedere dei sistemi temporali personali, delle psico-
logie e degli spaziotempi sintetici, e quei remoti ed oscu-
ri semi-mondi che avvertiamo nei dipinti delle persona-
lità dissociate, tutto in completa poesia speculativa e James Graham Ballard è nato nel 1930 a Shangai
fantasia scientifica.” Insomma, per lo scrittore l'uni- dove suo padre lavorava. Dopo l’attacco a Pearl Har-
co grande territorio inesplorato è rappresentato bor è stato internato con la famiglia in un campo di
dall'universo interiore dell'uomo che, più dello prigionia e solo nel 1946 è riuscito a tornare in In-
spazio interplanetario, riserva, a chi vi si avventu- ghilterra. Ha lavorato per una rivista scientifica, poi
ri, non poca materia narrativa. >> (1) si è dedicato alla scrittura. Da Crash, pubblicato nel
1973, David Cronenberg ha tratto l’omonimo film.
Le continue notizie sullo stato climatologico del L’impero del sole, apparso nel 1984, sull’esperienza
pianeta Terra ci inducono inevitabilmente a ripren- autobiografica nel campo di prigionia, è stato portato
dere in considerazione le tematiche catastrofiche sullo schermo da Steven Spielberg. Dei suoi romanzi
ed affascinanti di un romanzo scritto nel 1962. Ma Feltrinelli ha pubblicato Super-Cannes (2000), La mo-
non bisogna totalmente abbandonarsi al messaggio stra delle atrocità (2001), Il condominio (2003), Millen-
calamitoso in esso chiaramente contenuto: Ballard nium People (2004) e Crash (2004). Il mondo sommerso,
vuole dirci di più … Mentre misuriamo i ghiacci, del 1962, è uno dei suoi primi libri.

24
Premio Letterario Nazionale Mondolibro SPAZI PUBBLICITARI ANNUALI

(VIII edizione) rivista “NUGAE - scritti autografi”

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sez. F) Poesia inedita (tre componimenti); realizzazioni personalizzate in sede
sez. G) sezione speciale: opere edite e inedite di nar- redazionale.
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delle barriere di lingua razza religione.Genti e Michele Nigro cell. 333-5297260
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Lo shock culturale della scienza
e la fantascienza
SAGGISTICA
di Antonio Scacco
Il rapido progredire, oggi, della scienza e della tec- kit, di fissarne le coordinate storico-culturali, di esor-
nologia sottopone l’uomo, nel breve volgere della cizzarne gli aspetti negativi e di valorizzare quelli
sua esistenza, a una serie di mutamenti così inattesi, positivi. Partendo da premesse etico-religiose calvini-
profondi e molteplici che, in passato, si verificavano ste, lo scrittore e storico inglese Thomas Carlyle così
solo nell’arco di centinaia di anni. Afferma Asimov definiva, nel 1829, il tempo moderno: «Se ci chiedes-
che «prima dell’Ottocento erano esistiti i cambia- sero di caratterizzare con una sola parola questa età
menti, ma erano stati così impercettibili da non che è la nostra, noi saremo tentati di definirla non:
avere alcuna influenza sulla vita dei singoli individui l’età eroica, o religiosa, o filosofica, o morale, ma
[…] prima dell’epoca moderna, il futuro era per soprattutto: l’età meccanica […]. Non soltanto l’e-
l’umanità esattamente identico al presente»1. La sterno e il fisico è adesso guidato dalla macchina, ma
visione del mondo era, per l’uomo del passato, del anche l’interno e lo spirituale […]. Gli uomini sono
tutto rassicurante, tanto che l’umanista Carolus diventati dei meccanismi nella testa e nel cuore, così
Bovillus poteva dire: «Hunc mundum haud aliud come nelle mani»4.
esse quam amplissimam hominis domum»2. L’av- Differente è, naturalmente, la valutazione della nostra
vento della scienza moderna sconvolse sin dalle epoca se, anziché respingerla in blocco come fa Car-
fondamenta tale concezione prescientifica. lyle, la si accetta. È, questa, la posizione di Piero An-
gela, per il quale la soluzione dei tanti problemi susci-
L’uomo, un naufrago nell’oceano dell’Universo? tati dalla modernità dipende dalla consapevolezza o
meno che si ha del principio di Archimede: «In eco-
Secondo uno dei più famosi astronomi contempora- nomia, in politica, nella società, continuamente vi
nei, Harlow Shapley, lo scardinamento della visione sono “corpi” che vengono immersi in “liquidi”, provo-
antropocentrica del mondo si è attuato attraverso cando una serie di cambiamenti di livelli e di equili-
una serie di “sistemazioni” successive. La sistemazio- bri: ignorando spesso il principio di Archimede, cre-
ne più importante, e più nota, fu dovuta a Coperni- diamo che certe “immersioni” possano avvenire senza
co, il quale rimosse la Terra – e l’uomo – dal cen- che il livello salga, o senza che vi siano “spinte” dal
tro dell’Universo per sostituirvi il Sole. Ma dopo basso verso l’alto. In realtà, invece, esistono sempre
tre secoli, si scoprì che neanche il Sole è al centro delle retro-azioni; non soltanto, ma esse sono rese
dell’Universo. Un’altra sistemazione si rese, dun- oggi più complesse e più attive proprio dal crescente
que, necessaria: passare cioè dall’eliocentrismo al ritmo di sviluppo delle nostre società»5.
galattocentrismo. Infine, la sistemazione più radica-
le. Poiché le osservazioni astronomiche contempo-
ranee ci dicono che le galassie si allontanano sempre Il “future shock” di Toffler
di più le une dalle altre, l’idea stessa di un centro è È proprio sul ritmo di sviluppo, sui mutamenti rapidi
da escludere del tutto. La sconfortante conclusione che avvengono (a volte, a velocità esponenziale) nel
è che l’uomo è come un naufrago nello sconfinato mondo d’oggi, che è rivolta l’attenzione del sociolo-
oceano dell’Universo, senza alcun punto di riferi- go americano Alvin Toffler. Egli nota che, quando un
mento: egli «[…] diventa periferico tra i miliardi di individuo è sottoposto a mutamenti eccessivi in un
stelle della sua propria Via Lattea; e d’accordo con breve arco di tempo, va incontro ad un particolare
le rivelazioni della paleontologia e della geochimica, malessere: lo “shock da futuro” (future shock). Quale il
è classificato come una recente, e forse effimera rimedio? Quello di invertire lo specchio del tempo:
manifestazione nell’eternità cosmica»3. «In precedenza, gli uomini hanno studiato il passato
Letterati e studiosi hanno cercato di dare una defini- per gettar luce sul presente. Io ho capovolto lo spec-
zione dell’epoca moderna, di tracciarne un’identi- chio del tempo, persuaso che anche un’immagine

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convincente del futuro possa prodigarci penetrazioni Huizinga, ecc.. Secondo il fisico e filosofo Enrico
preziose dell’oggi. Ci riuscirà sempre più difficile Cantore, ricercatore di primo piano all’Institute of
capire i nostri problemi personali e pubblici se non ci Scientific Humanism di New York, se infatti è la
serviremo del futuro come di uno strumento intellet- scienza all’origine della crisi d’identità di cui soffre
tuale»6.Ma quando i pericoli vengono non più dall’e- l’uomo moderno, tuttavia è essa stessa a spingerlo –
sterno, come nelle epoche passate, ma dall’interno facendogli scoprire aspetti di se stesso (autoscoperta)
della stessa organizzazione sociale, come si fa a non che prima, nell’era prescientifica, ignorava - ad una
parlare di società del rischio? È la tesi portata avanti dal maggiore umanizzazione (autoaffrontamento). Una
sociologo Niklas Luhmann, per il quale la definizione valutazione, pertanto, della condizione umana nel-
di cui sopra è dovuta «soprattutto agli sviluppi tecno- l’era della scienza «non dovrebbe limitarsi alla crisi di
logici rapidi in campi che si avvalgono del contributo identità. Più specificamente e più profondamente si
scientifico della fisica, della chimica e della biologia. deve parlare di crisi di crescita»9.
Più di qualsiasi altro fattore, l’espansione immensa Vediamo, adesso, le varie ipotesi, che gli autori da
delle possibilità tecnologiche ha contribuito a far sì noi citati formulano, per risolvere i problemi che
che l’attenzione pubblica si rivolga ai rischi ad essa affliggono l’homo tecnologicus. Quel che sorprende,
connessi»7. dal nostro punto di vista, è che tali ipotesi trovano
Tuttavia, la “civiltà delle macchine” non ha prodotto riscontro, a volte implicitamente, a volte esplicita-
solo guasti ambientali o nevrosi individuali e colletti- mente, nella narrativa di fantascienza o science fiction.
ve ma, modificando il modo di pensare e di esperi- Thomas Carlyle, ad esempio, parla di «un doloroso
mentare lo spazio e il tempo, ha dato anche vita a scontro senza confini del nuovo con il vecchio […]. È
inedite forme artistiche. Secondo lo storico Stephen verso una libertà superiore alla mera libertà dall’op-
Kern, molte espressioni letterarie prodotte nel perio- pressione dei suoi simili, che l’uomo oscuramente
do che va dal 1880 all’inizio della prima guerra mon- mira»10. È uno scenario, quello tracciato da Carlyle,
diale, si spiegano con la diffusione delle nuove tecno- che fa da sfondo a tante opere di fantascienza: si pensi
logie: «James Joyce era affascinato dal cinema e nel- a La città e le stelle (The City and the Stars, 1956) di
l’Ulisse tentò di ricreare nelle parole le tecniche di Clarke, dove il protagonista lotta contro i tabù della
montaggio usate dai primi autori cinematografici. I sua gente. A sua volta, Piero Angela indica, quale
futuristi adoravano la tecnica moderna e la celebraro- strumento in grado di affrontare il futuro, la
no nelle arti e nei manifesti. Parecchi poeti scrissero «simulazione mentale»11, idea presente in L’uomo
poesia “simultanea”, come risposta alla simultaneità stocastico (The Stocastic Man, 1975) di Robert Silver-
dell’esperienza resa possibile dalla comunicazione berg. Infine, l’esigenza avanzata da Niklas Luhmann
elettronica […]. Altre tecniche fornirono metafore e «di assicurare contorni di trasparenza in un mondo
analogie per le strutture in mutamento della vita e che con la prassi dell’osservazione di secondo ordine
del pensiero»8. è divenuto intrasparente»12, non costituisce forse il
tema dominante della produzione narrativa di Philip
La valenza umanistica della scienza K.Dick?
Gli autori fin qui citati non si limitano solo a tracciare Ma l’autore in cui il riferimento alla science fiction è
la diagnosi dei mali del nostro tempo, ma si sforzano fatto senza perifrasi, è Alvin Toffler. Egli riconosce la
anche di indicare delle possibili terapie. In realtà, la capacità immunizzante della fantascienza contro la
crisi culturale che attanaglia la società occidentale malattia del nostro tempo, il future shock, e scrive:
non è del tutto priva di una via d’uscita, come denun- «Non possiamo avvalerci, in questi corsi, di una let-
ciavano, nel ventennio tra le due guerre, certi famosi teratura del futuro, ma disponiamo di una letteratura
saggi: Il tramonto dell’Occidente di Spengler, La fine sul futuro, consistente non soltanto nelle grandi uto-
dell’epoca moderna di Guardini, La crisi della civiltà di pie ma anche nella fantascienza contemporanea […]

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la fantascienza ha un valore immenso come forza l’eccellenza era diventata il minimo automatico per produ-
per ampliare la mente in vista della creazione zioni del genere.
dell’abitudine di prevedere il futuro. I nostri figli - Spargerò qualche ciliegina sulla torta, - disse Maxwell, e
dovrebbero studiare Arthur C.Clarke, William abbassò l’apposita leva. Questa fece piovere manciate di
Tenn, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury […]»13. parole tipo “ctonico”, “euristico” e “promizeidi” attraverso
Il pensiero di Toffler non poteva non trovare ri- tutta la stesura, così che nessuno potesse dubitare che si
specchiamento nella narrativa fantascientifica. Ad trattava di un’opera di filosofia14.
esempio, l’inglese John Brunner, in una breve Per effetto dell’andamento vorticoso che ha assunto
premessa al suo romanzo Codice 4GH (The Sho- l’esistenza della collettività umana, all’interno di essa
ckware Rider, 1975), dichiara: «Coloro che, co- si sono create tre microstrutture sociali, ben distinte
me me, aspirano a raffigurare in termini di narra- e parallele; gli Albiani, che svolgono le loro attività
tiva gli aspetti del futuro […] non tirano a indovi- dalle quattro a mezzogiorno, i Meridiani, che lavora-
nare. Spesso sono debitori – e in questo caso io lo no da Mezzogiorno alle venti, e i Notturni, dalle ven-
sono specificamente – nei confronti di coloro che ti alle quattro del mattino. Ognuno di questi organi-
analizzano le illimitate possibilità del domani per smi disfà ciò che l’altro ha precedentemente lasciato:
fini pratici […]. L’ambientazione di Codice 4GH ad ogni cambio di turno, edifici di centinaia di piani
deriva in buona parte dallo stimolante studio Fu- vengono costruiti, occupati, abbandonati, e ancora
ture Shock di Alvin Toffler». demoliti per fare posto a strutture più moderne. Solo
degli esseri mediocri avrebbero utilizzato una costru-
Fermate il mondo! Voglio scendere zione abbandonata dai Meridiani o dagli Albiani o dai
Ma è nel racconto di Raphael A.Lafferty, La lunga Notturni. Sicché, nell’arco di otto ore, la città cam-
notte di martedì (Slow Tuesday Night, 1970), che i bia radicalmente aspetto non una, ma più volte.
concetti di velocità esponenziale dei cambiamenti E la vita affettiva delle persone come è regolata? In
e di shock da futuro trovano una puntuale e magi- una realtà sociale così profondamente alienata come
strale esemplificazione. Nel futuro viene scoperto quella descritta da Lafferty, dove massificazione e
il modo di rendere le decisioni della gente più consumismo, omologazione culturale e deresponsabi-
rapide ed efficienti. Quello che in passato richie- lizzazione umana dettano legge, non ci può essere
deva mesi o anni, ora richiede solo un breve in- spazio per i sentimenti autentici. L’amore può nasce-
tervallo di tempo. In un periodo di otto ore, una re in un contesto che favorisca il sorgere di interiorità
persona può intraprendere e concludere una o più aperte all’incontro e al dialogo con l’altro, mentre
carriere, tutte ugualmente complicate e impegna- l’appiattimento unidimensionale del senso della vita
tive. Quasi in modo istantaneo si formano e si al semplice soddisfacimento di sensazioni epidermi-
dissolvono immensi imperi finanziari e opere del- che o al conseguimento di posizioni sociali di presti-
l’ingegno o invenzioni, in pochi attimi concepite gio, non può che condurre all’isolamento o a incontri
e lanciate sul mercato, con altrettanta celerità anonimi e frustranti del seguente tenore: Ildefonsa
l’obsolescenza. Ecco come un filosofo compone la Impala, la donna più bella della città, era sempre interessa-
sua opera: Un uomo pensoso, di nome Maxwell Mou- ta ai nuovi ricchi. Andò a trovare Freddy verso le otto e
ser, aveva appena prodotto un’opera di filosofia attini- trenta. La gente decideva in fretta, e Ildefonsa, arrivando,
ca. Aveva impiegato diversi minuti a comporla. Per aveva già preso la sua decisione […]. L’amore, per Ildefon-
scrivere lavori di filosofia si usavano gli abbozzi flessi- sa e il suo sposo, era stato una cosa fulminea e consumante.
bili e gli indici delle idee; si regolava l’attivatore perché Inoltre, avevano prenotato soltanto la luna di miele di lusso
distribuisse la tecnologia desiderata in ciascuna sottose- da un’ora.
zione; si ricorreva all’inseritore di paradossi e al misce- Freddy avrebbe voluto continuare la relazione, ma Ildefonsa
latore di analogie sorprendenti; si calibrava il taglio lanciò uno sguardo a un indicatore di tendenza. Il modulo
particolare dell’opera e l’impronta della personalità. a mano avrebbe mantenuto la sua popolarità soltanto per il
Doveva per forza venir fuori un buon lavoro, perché primo terzo della serata. E Freddy Fixico non era uno degli

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uomini di successo assidui. Riusciva a fare una bella carrie- cieca e quindi della violenza, dell'ineluttabilità,
ra soltanto una sera alla settimana, in media. Per le nove e del fato, e, giunti all'uomo, dell'odio; io stesso
mezzo erano già tornati in città e divorziarono presso la sono il prodotto del caso e di istinti. Nel secondo
Corte delle Cause Piccole15. caso c'è il corso dell'intelligenza che vuole, che
organizza, che fa le leggi, che sceglie, e quindi,
Dall’etica alla metafisica giunti all'uomo, c'è il corso dell'amore; io stesso,
Dai pochi esempi fin qui citati, si può fondatamente in tal caso, sono il prodotto e la scelta di un amo-
sostenere che la fantascienza è, per i giovani, vera- re infinito contro tutte le forze cieche e le forze
mente una chance per il futuro; né si possono conside- del male che non avrebbero permesso o voluto
rare esagerate le belle, appassionate parole pronun- che io esistessi. Ora abbiamo visto da per tutto un
ciate da Robert A.Heinlein nel corso di alcune lezioni ordine, delle leggi, dei fini o scopi da raggiunge-
tenute all’Università di Denver nel 1957: «In senso re: ciò rivela un Creatore Ordinatore» 18. La pre-
generale, tutta la science fiction prepara la gioventù a senza della religione, specialmente di quella cri-
vivere e sopravvivere in un mondo di perenne muta- stiana, non può non avere un influsso benefico
mento, insegnando che il mondo cambia. Più in par- sulla società come ci documenta il seguente brano
ticolare, la science fiction sottolinea il bisogno di liber- di Frederik B. Artz, citato da Erich Fromm in
tà di pensiero, e l’ansia della conoscenza»16. Anche Avere o essere?: «Per quanto riguarda la società, i
uno studioso del calibro di Gillo Dorfles ha sostenuto grandi pensatori medioevali ritenevano che tutti
che non tutti gli scrittori di fantascienza sono gli uomini siano uguali agli occhi di Dio e che
«consapevoli di agitare problemi così rilevanti e cru- anche i più umili siano dotati di infinito valore. In
ciali; i più anzi li ammanniscono, inconsciamente su campo economico, insegnavano che il lavoro è
“ordinazione” perché è risultato da numerose inchie- una fonte di dignità, non già di degradazione, e
ste qual è il pasto fantastico che le masse trovano più che nessuno dovrebbe essere usato per scopi indi-
sapido e allettante». Tuttavia, «molti [dei loro] libri pendenti dal suo benessere, mentre salari e prezzi
(e dei film o dei fumetti da essi tratti) sono effettiva- dovrebbero venire stabiliti secondo giustizia. Nel-
mente creati a buon fine, mirano cioè a ristabilire i la sfera politica. insegnavano che la funzione dello
valori d’una morale prevalentemente sana e saggia»17. stato è morale, che la legge e la sua amministra-
zione dovrebbero essere compenetrate dagli ideali
Le parole di Dorfles ci spingono a soffermare la no- cristiani di giustizia, e i rapporti tra governanti e
stra attenzione su un aspetto particolare della crisi governati fondarsi sulla reciprocità. Lo stato, la
della modernità che, come gli altri aspetti sopra ac- proprietà e la famiglia sono, in questa concezione,
cennati, trova rispecchiamento nella science ficiton: la affidati da Dio a coloro che li gestiscono, e vanno
religione. Partiamo da una premessa: nella storia quindi usati per favorire i disegni divini. Infine,
dell’umanità, non c’è stato mai alcun popolo che si l’ideale medioevale comportava la ferma credenza
sia professato ateo. Tutti hanno ammesso l’esistenza che tutte le nazioni e tutti i popoli sono parte di
di Dio, anche se a volte lo hanno confuso, come i un’unica, grande comunità19.
primitivi, con le forze della natura (jerofanie) o, come
gli antichi greci e romani, gli hanno attribuito azioni
e sentimenti umani (antropomorfismo). La scienza è nemica della metafisica?
Afferma Ildebrando A.Santangelo: «Il problema del- Purtroppo, con l’avvento della scienza, l’equili-
l’Universo si riduce a questo dilemma: o è la materia brio culturale e politico del Medio Evo andò in
che produce l'intelligenza, cioè il meno che produce frantumi. La scienza acquistò, come abbiamo vi-
il più; o è l’intelligenza che produce la materia, cioè sto più sopra, un’importanza così rapida e inva-
il più che produce il meno. Nel primo caso non c'è dente, che cominciò a respingere da sé
intelligenza che organizza e progetta, non ci possono (specialmente sotto l’influsso del positivismo e
essere leggi, ma soltanto il caos, il corso della forza dello scientismo) tutte quelle forme di vita e di

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pensiero che le erano estranee, tra cui in primis la to si è assiso non l'uomo concreto, ma un'entità a-
religione. Bisogna però aggiungere che l’azione di stratta che ha usurpato il suo nome. È allora che ogni
compressione esercitata dalla scienza nei confronti freno è caduto e che si è aperto il varco all'irrompere
della religione, non è qualcosa di preordinato. La nella storia di ogni ignominia»21.
scienza non è necessariamente nemica della meta-
fisica, anzi, come afferma B. d’Espagnat, è «la
fisica [che] rianima la metafisica». La responsabili- Un esempio di fantascienza religiosa
tà del divorzio tra scienza e religione ricade, in Il romanzo di fantascienza che mette in risalto il valo-
ultima analisi, sull’uomo. Questi rifiuta lo sforzo re della religione per una convivenza umana degna di
di un maggiore impegno etico che le mutate con- questo nome, è Un cantico per Leibowitz (A Canticle
dizioni storico-culturali gli richiedono, e, stordito for Leibowitz, 1959) di Walter Miller Jr. Vi si narra-
dal sogno di un’illimitata potenza che la scienza no le vicende dei frati di San Leibowitz, uno scienzia-
sembra prospettargli, è trascinato in un vortice to convertito che ha fondato l’ordine monastico con
travolgente, come in una reazione a catena, che lo scopo di salvare i pochi libri rimasti dopo una cata-
«[…] spinge l’uomo a utilizzare la scienza per strofe nucleare, di tramandarli alle generazioni future
aumentare la sua potenza, a sua volta utilizzata per e di far così rinascere la civiltà umana. Alla maniera
ottenere dalla scienza nuovi frutti. Si tratta di una dei monaci benedettini, anche quelli leibowitziani
specie di ebbrezza che oscura lo sguardo e lo di- copiano e impreziosiscono di miniature i libri, che
stoglie da altri orizzonti. Ne consegue un’atrofia vengono detti “Memorabilia”. Alla fine, la civiltà ri-
progressiva delle facoltà e della vita puramente interio- torna al suo antico splendore, ma l’umanità è rimasta
re, tutti elementi costitutivi del clima indispensa- schiava dei vecchi vizi morali. La Terra è nuovamente
bile alla fede religiosa. La stima esclusiva dell'effi- sconvolta – e questa volta definitivamente – da un
cacia materiale nata dalla scienza vincola il cuore altro olocausto nucleare, e i monaci di San Leibo-
alle realtà puramente terrene e materiali, e poco witz, con uno sparuto gruppo di terrestri, partono a
alla volta lo rende impenetrabile al mondo divino. bordo di un’astronave verso un altro sistema planeta-
Questo, infatti, suppone innanzitutto un impegno rio, per portare in salvo la fede e la cultura.
personale di fronte a Dio, una comunione interio-
re con una realtà che si manifesta soprattutto nel Il messaggio religioso del romanzo di Miller è stato
silenzio del cuore: tutte cose estranee al mondo spesso frainteso dai critici, i quali hanno puntato la
nato dalla rivoluzione scientifica»20. loro attenzione soprattutto sui risvolti politici e cul-
turali della vicenda22. Secondo noi, l’Autore ha volu-
L’inaridimento del senso religioso non può non to principalmente dire che, senza una visione religio-
avere conseguenze negative per la convivenza sa e trascendente della vita, ogni costruzione umana è
umana. Anzi, a ben riflettere, l’attuale crisi della fondata su basi fragili e, prima o poi, come un colosso
modernità dipende proprio dall’eclisse del sacro, dai piedi d’argilla, è destinata a crollare. Vengono
come evidenziano le seguenti parole del filosofo alla mente le parole di Fromm a proposito di un falso
Nicola Abbagnano: «Quando viene meno l'uomo idolo che l’uomo d’oggi si sarebbe creato, la
come unità di misura di ogni cosa, ecco che co- “religione cibernetica”: «[…] l'uomo ha fatto di se
mincia il regno dell'arbitrio, della sopraffazione, stesso un dio avendo la capacità tecnica di una
perfino del genocidio legalizzato. È il regno in cui “creazione seconda” del mondo, sostitutiva della pri-
Robespierre dà la mano a Stalin, Hitler strizza ma creazione a opera del dio della religione tradizio-
l'occhio a Pinochet. Qua si uccide un uomo per- nale. O, per dirla altrimenti: abbiamo fatto della
ché è “rosso”, là lo si massacra perché è “nero”. macchina un dio e ci siamo resi simili a dio servendo
Ma la logica che fa scattare la spirale mortifera è la macchina […], noi cessiamo di essere i padroni
sempre e dovunque la stessa. Quando Dio è stato della tecnica per diventarne invece gli schiavi, e a sua
schiodato dal cielo della trascendenza e negato e volta la tecnica […] rivela l’altra sua faccia, quella di
dissolto dall'immanenza, sul trono rimasto deser- dea della distruzione (come la Kalì degli indiani)

30
[…]. Mentre a livello conscio continua ad aggrappar- - Capisco che l’incomprensione è radicale! – disse burbe-
si alla speranza di un futuro migliore, l’umanità ci- ramente l’abate. – Servire prima Dio o servire prima
bernetica rimuove l’evidenza del fatto che è divenuta Hannegan… questa scelta spetta a voi.
l’adoratrice della dea della distruzione»23. - Ho poca scelta, allora, - rispose il thon. – Vorreste
Ritornando al romanzo di Miller, c’è un brano che, forse che lavorassi per la Chiesa? – Il sarcasmo nella sua
secondo noi, mette bene in evidenza l’idea che la voce era inconfondibile24.
scienza senza la fede non può non ritorcersi contro
l’uomo: Don Paulo non aveva preteso di convincerlo. Ma
fu con il cuore pesante che l’abate notò la paziente condi- La rivalutazione dell’immaginazione
scendenza con cui il thon lo ascoltava: era la pazienza di Oggi, alle soglie del terzo millennio, il divorzio tra
un uomo che ascolta un argomento che ha da molto tempo scienza e religione che c’era stato soprattutto nel
confutato con propria soddisfazione. XIX secolo e agli inizi del presente, sembra che si
- Ciò che consigliereste in realtà, - disse lo studioso, - è che vada colmando. I più prestigiosi esponenti del
noi aspettiamo ancora un poco. Che sciogliamo il colle- mondo scientifico, soprattutto quelli della fisica
gium, o che lo trasferiamo nel deserto, e in un modo o in un quantistica (si pensi a Max Planck, Niels Bohr,
altro – senza possedere oro o argento – facciamo rivivere ecc.), hanno rigettato il credo scientista secondo
una scienza sperimentale e teorica, in un modo lento e diffi- cui la scienza può spiegare tutto, il mondo e l’uo-
cile, senza dirlo a nessuno. Che noi salviamo tutto per il mo. Secondo il fisico e teologo Thierry Magnin, la
giorno in cui l’Uomo sarà buono e puro e santo e saggio. ripresa del dialogo scienza-metafisica «è un fatto
culturale innegabile alla fine del XX secolo […]. Al
- Non è questo che intendevo… punto attuale di riflessione, sembra almeno possi-
- Non è questo che intendevate dire, ma è ciò che significa bile dire che la scienza del XX secolo ci orienta in
quello che avete detto. Tenere la scienza chiusa in un chio- modo nuovo verso la domanda di senso e quindi
stro, non tentare di applicarla, non tentare di far nulla fino sull’interrogativo su una trascendenza. Si tratta di
a che gli uomini non saranno santi. Ebbene, non andrà. Voi un radicale cambiamento in confronto allo scienti-
lo avete fatto qui, in questa abbazia, e per intere generazio- smo del XIX secolo e quello all’inizio del XX seco-
ni. lo. E anche un passo importante per la nostra li-
bertà di fronte alla domanda di Dio»25.
- Noi non abbiamo nascosto nulla.
Da quello che fin qui abbiamo detto, è innegabile
- No, non l'avete nascosto; ma vi ci siete seduti sopra, cosi che la fantascienza sia, nei suoi esempi migliori,
quietamente, e nessuno sapeva che era qui, e voi non ne uno strumento molto valido per rendere possibile
avete fatto nulla. alle nuove generazioni un atterraggio morbido tra i
Una breve collera lampeggiò negli occhi del vecchio eccle- profili accidentati – emergenti dalle nebbie del
siastico… domani – della società del XXI secolo. Ma lo è
- Devo leggervi un elenco dei nostri martiri? Dovrò citarvi anche per un motivo molto più specifico. Oggi, il
tutte le battaglie che abbiamo combattuto per serbare intatti ricercatore scientifico non si considera più un sem-
questi documenti? Tutti monaci diventati ciechi nella copi- plice fotografo della natura, un raccoglitore di fat-
steria? per il vostro bene? Eppure voi dite che non ne abbia- ti, secondo il riduzionismo metodologico del posi-
mo fatto nulla, li abbiamo nascosti nel silenzio. tivismo. Egli assimila la sua attività piuttosto a
quella dell’esploratore, in cui entrano in gioco
- Non intenzionalmente, - disse lo studioso, - ma in effetti delle idee preconcepite, che provengono da una
voi l'avete fatto... e per gli stessi motivi che, come voi sot- specie di anticipazione dell’esperienza. Ma dove
tintendete, dovrebbero essere i miei. Se voi tentate di salva- trovano la fonte queste idee precostituite? È l’im-
re la saggezza fino a che il mondo diventerà saggio, Padre, maginazione dello scienziato la loro matrice: si
il mondo non l’avrà mai. pensi al principio di complementarità che N.Bohr
elaborò ispirandosi largamente alla psicologia del

31
profondo26. E il gioco delle proiezioni futurologi- 11
P.Angela, op. cit., p.129. Il concetto di simulazione
che, delle ipotesi più o meno azzardate, delle anti- mentale, cioè di essere in grado di prevedere il peri-
cipazioni azzeccate o errate, il «continuo dialogo colo prima che si presenti entro il nostro orizzonte
tra ciò che potrebbe essere e ciò che è» di cui visivo, costituisce il leitmotiv di tanti romanzi di fan-
parla il premio Nobel F.Jacob nel suo saggio Il tascienza basati sulla telepatia.
gioco dei possibili, non è l’elemento-base, la ca- 12
N.Luhmann, op. cit., p.258.
ratteristica peculiare, la struttura portante della
science fiction?
13
A.Toffler, op. cit., p.421.
N OT E
14
Raphael A.Lafferty, La lunga notte di martedì, in
Associazione genitori e insegnanti (Nine Hundred
1
Isaac Asimov, Fantascienza e società, in Guida alla Grandmothers, 1970), Mondadori, “Urania” n.852,
fantascienza, Mondadori, “Urania blu”, Milano, 1980, p.144.
1984, pp.64-65.
15
Ibidem, pp.142-143.
2
Cfr. Enrico Cantore, L’uomo scientifico. Il signifi-
cato umanistico della scienza, Edizioni Dehoniane,
16
Citato in G.Caimmi-P.Nicolazzini, Le storie future,
Bologna, 1988, p.497. in “Robot” n.33, Armenia, Milano, 1978, p.183. La
tensione educativa di Heinlein è documentata dai
3
Harlow Shapley, Le stelle e l’uomo, Mondadori, romanzi scritti per la gioventù (juveniles) e da quelli
Milano, 1961, p.134. della terza fase della sua carriera letteraria.
4
Thomas Carlyle, Segni dei tempi, in Valerio Ca- 17
Gillo Dorfles, Nuovi riti, nuovi miti, Einaudi, Tori-
stronuovo, La rivoluzione industriale, Sansoni, Fi- no, 1977, p.225.
renze, 1973, pp.114-115.
Ildebrando A.Santangelo, Il senso dell’esistenza,
18
5
Piero Angela, La vasca di Archimede, Garzanti, Comunità Editrice, Adrano, 1985, p.110.
Milano, 19824, p.5.
Erich Fromm, Avere o essere?, Mondadori, Milano,
19
6
Alvin Toffler, Lo choc del futuro, Rizzoli, Milano, 197916, p.184.
19722, p.12.
20
Jean-Marie Aubert, Il giovane e la scienza, Edizioni
7
Niklas Luhmann, Sociologia del rischio, Bruno Paoline, Catania, 1963, pp.31-32.
Mondadori, Milano, 1996, p.98.
21
I.A.Santangelo, op, cit., p.119.
8
Stephen Kern, Il tempo e lo spazio, Il Mulino,
Bologna, 1988, pp.12-13. Kern cita Wells e defi-
22
Cfr.Collettivo “Un’Ambigua Utopia” (a cura di),
nisce la sua macchina del tempo «un simbolo della Nei labirinti della fantascienza, Feltrinelli, 1979, p13-
speranza di tutta la tecnologia di accelerare i pro- 9, dove si mette in rilievo l’opera meritoria dei frati
cessi di cambiamento». Per un quadro completo di San Leibowitz di portare «la razza umana verso un
dei riferimenti alla fantascienza presenti nel sag- nuovo rinascimento e il ritorno della civiltà al livello
gio di Kern, si veda la recensione di Massimo Del che aveva raggiunto ai nostri giorni», ma poi il giudi-
Pizzo su “Future Shock” n.3 (nuova serie), maggio zio conclusivo è che il «romanzo è, ideologicamente,
1989, pp.12-13. quanto mai equivoco».
9
E.Cantore, op. cit., p.511. L’Autore accoglie la
23
E.Fromm, op. cit., p.200.
tesi dello psicologo Erik H.Erikson, secondo cui 24
Walter Miller, Un cantico per Leibowitz, Ed. La
«l’evoluzione socio-genetica dell’uomo sta per Tribuna, Piacenza, 1964, pp.287-288.
giungere a una crisi nel senso pieno del termine, a
un crocevia da cui si diparte un sentiero per la
25
Thierry Magnin, La scienza e l’ipotesi di Dio, Ed.
fatalità e uno per la ripresa e un’ulteriore cresci- San Paolo, Torino, 1994, p.75
ta» (p.510). Cfr.G.Holton, Immaginario scientifico. I temi del
26

10
T.Carlyle, op. cit., p.117. pensiero scientifico, Einaudi, Torino, 1983.

32
diversi anni ha collaborato con Rita D'Amelio,
titolare della cattedra di Storia della Letteratura
per l'infanzia all'Università di Bari.
Negli anni '80, è stato membro di Amnesty Inter-
national e ha perorato, con lettere indirizzate agli
ambasciatori e ai governanti dei paesi interessati,
il rispetto dei diritti umani per i detenuti politici.
E' socio ordinario del Gruppo di Servizio per la
Letteratura Giovanile. In perfetta coerenza con il
suo cognome - non si dice nomen est omen? - gli
piace giocare a scacchi e partecipare ai tornei in-
detti per la sua categoria (3a nazionale); ha vinto
diverse coppe.
Saggi pubblicati: Il gioco dei mondi (Ediz. Deda-
lo, Bari, 1985), in collaborazione con V. Catani e
E. Ragone; Fantascienza e letteratura giovanile
ANTONIO SCACCO è nato a Gela (1936), ma i (Bari, La Vallisa,1988), Educazione tra le stelle.
suoi studi classici e magistrali li ha compiuti a Caltagi- L'umanesimo scientifico e la fantascienza (Levante
rone. All' inizio degli anni '60, avendo vinto la catte- Editori, Bari, 1992) e Fantascienza umanistica
dra d'insegnamento nelle scuole elementari, dalla (Bari, Editrice Tipografica, Bari, 2002). Educazio-
Sicilia si è trasferito in Puglia. Alla facoltà di Magiste- ne tra le stelle è stato così giudicato dal pedagogi-
ro di Bari (città in cui attualmente vive), ha consegui- sta Angelo Nobile: «[...] uno strumento essenziale
to la laurea in materie letterarie con una tesi sui juve- di lettura e di lavoro per chiunque intenda adden-
niles di Robert A. Heinlein. Da anni si è occupato di trarsi nel mondo affascinante ma ancora inadegua-
narrativa di fantascienza, nell'ambito della quale por- tamente indagato e conosciuto della fantascienza e
ta avanti la tesi che la scienza è di per sé umanizzante, cimentarsi, anche in chiave operativa, con le rela-
tuttavia da sola non basta ad umanizzare l'uomo: essa tive problematiche educative e didattiche» ("LG
infatti non contiene né indicazioni di fini, né giudizi Argomenti, n.2, 1996)
di valore. Ha perciò bisogno di integrarsi con altre
forme di esperienza: arte, filosofia e, soprattutto,
religione. Ha fondato tre pubblicazioni amatoriali di
narrativa e saggistica di fantascienza: "THX 1138",
che è cessata nel 1986, "Future Shock" e
"Malacandra", che tuttora dirige.
I suoi articoli sono apparsi su: Scuola Italiana Moder-
na, Schedario, LGArgomenti, L'Ora del Racconto,
Pugliascuola, Le scienze, la matematica e il loro inse-
gnamento, Rocca, Scuola e Didattica, Nuova Secon-
daria. Questi i suoi ultimi interventi: Le potenzialità
educative della fantascienza (LG Argomenti, 3/'95),
Allergia alla (fanta)scienza (Rocca, 22/'95), Fanta-
scienza a scuola? No, grazie! (Scuola e Didattica,
15/'96), Umanesimo, scienza, fantascienza (Nuova
Secondaria, 10/’97), Creatività ed emarginazione
della fantascienza (Scuola e Didattica, 13/'00) Per

33
Genesi rossa*
di Michele Nigro
NARRATIVA
colorito tra l’arancione scuro ed il nero … Strani lampi
QUANDO L’UOMO PORTO’ LA VITA SU MARTE dalla forma bizzarra attirarono l’attenzione delle prime
generazioni di coloni rinchiusi nelle capsule abitative che
sorgevano, ormai numerosissime, intorno al punto d’atter-
Cap.1 “Terraforming” ¹ raggio dell’Anno Zero. Una pioggia densa ed anomala scese
lentamente, a causa della bassa gravità di Marte, verso la
superficie assetata del pianeta.
“In principio l’Uomo pensò di colonizzare il quarto pia-
neta del Sistema Solare denominato Marte. Ora la terra L’Uomo diede nomi differenti alle acque che vide comparire
di questo mondo era informe e deserta, l’atmosfera ricca con il trascorrere del tempo … E provò un’immensa gioia
d’anidride carbonica ma priva d’ossigeno e la temperatu- nel rivedere quel prezioso liquido responsabile di tanta
ra troppo bassa per ospitare l’essere umano. vita…
L’Uomo disse: “Sia riscaldato il pianeta e si produca E fu sera e fu mattina: Seconda Era.
ossigeno!”. Riducendo l’albedine delle calotte polari e E l’Uomo disse: “La terra di Marte produca germogli, erbe
aumentando l’assorbimento della radiazione solare, il che producono seme e alberi da frutto, che facciano frutto
freddo cominciò a diminuire. L’effetto serra che sulla con il seme, ciascuno secondo la sua specie”. E così avvenne:
Terra, secoli addietro, aveva causato enormi problemi le sonde-rover atterrate nella zona equatoriale e le numero-
atmosferici, divenne il fattore principale per la nascita se generazioni di robot autoriproducentesi mandate dalla
della vita su Marte. L’ossigeno venne liberato dagli ossidi Terra avevano disseminato su tutto il pianeta, cominciando
metallici presenti sul pianeta rosso; microrganismi terre- l’opera molti e molti decenni prima della Grande Trasmi-
stri, volutamente diffusi, trasformarono l’anidride carbo- grazione, alghe e licheni capaci, anche in assenza di ossige-
nica in ossigeno … E da questo si formò l’ozono capace no, di preparare il terreno all’arrivo di piante ed erbe più
di schermare l’esile vita umana dalle micidiali radiazioni complesse e bisognose d’ossigeno. I primi coloni, con l’aiuto
ultraviolette provenienti dal cosmo … di macchine automatiche, piantarono una grande varietà di
E un’atmosfera calda e respirabile fu. specie vegetali le quali s’adattarono, con il trascorrere degli
anni e grazie alle modificazioni genetiche apportate dal-
L’Uomo vide che l’aria era cosa buona e aprendo per la l’Uomo, all’ambiente marziano.
prima volta il casco della tuta ermetica, poté sentire l’au-
mentata massa atmosferica sfiorargli il viso sotto forma di Le piante e gli alberi diedero molti frutti e così i coloni
vento … affievolirono la richiesta di quei necessari e costanti riforni-
menti alimentari provenienti dalla Terra … I microrgani-
Il vento marziano. smi pionieri e le piante che andavano incontro ad una mor-
E fu sera e fu mattina: Prima Era. te naturale, formarono pian piano un crescente strato di
L’Uomo disse: “Sia liberata l’acqua dalle catene di questa bio-massa capace di accogliere i successivi organismi vegeta-
terra inospitale!” L’acqua ghiacciata contenuta nelle li … Il terreno non era più arido, ma ricco di sostanze
calotte polari pian piano si sciolse grazie all’aumentata organiche e microrganismi … L’Uomo cominciò a piantare
temperatura dell’atmosfera. Una parte di essa si infiltrò alberi da legno e altre piante necessarie alla formazione
nel terreno arido ricco di canali e nostalgico, forse, di delle future foreste marziane … E l’Uomo vide che era cosa
antichi corsi d’acqua ormai scomparsi; un’altra parte si buona.
fermò sulla superficie del pianeta formando laghi, fiumi, E fu sera e fu mattina: Terza Era.
piccoli mari ed immensi oceani agitati dal giovane ed L’Uomo disse: “Le acque degli oceani marziani brulichino
esuberante vento marziano. E un’altra parte, ancora, si di esseri viventi e uccelli volino sopra la superficie di Marte
trasformò in vapore e si addensò in piccole nuvole, bian- …” L’Uomo, così, fece giungere dalla Terra numerose spe-
che e soffici come quelle della Terra. Alcune di esse diven- cie ittiche selezionate appositamente per adattarsi al grado
nero più grosse delle altre e, a causa delle polveri rosse di salinità e al tipo di nutrienti presenti nelle acque di
trasportate dai venti fino in alta quota, assunsero un quegli insoliti mari extraterrestri … La piramide alimenta-

34
re fu rispettata: predatori e prede guizzavano e brulicavano Visto in lontananza, Marte possedeva un aspetto cu-
nelle acque, secondo la loro specie, riproducendosi, moltipli- rioso: conservava ampie zone dal tipico colorito ros-
candosi e fornendo all’Uomo un’altra fondamentale fonte di so, ma già gran parte del pianeta mostrava orgoglio-
sostentamento per la sua futura permanenza in quell’am- samente a tutto l’Universo il suo nuovo vestito fatto
biente ormai non più ostile … Inizialmente le uniche specie di foreste verdi ed oceani blu … “Miracolo forzato”,
di volatili importate dalla Terra furono solo quelle d’alle- voluto da una specie intelligente ma debole e provenien-
vamento … Altre fonti proteiche s’affacciavano nella vita te dal “vicino” pianeta Terra.
sempre più “naturale” delle prime generazioni di coloni Gli umani che, in passato, avevano commesso indici-
terrestri … E grande fu lo stupore degli “avicoltori marzia- bili errori ecologici, esistenziali e culturali sul pro-
ni” dinanzi alle prime uova dal guscio rosso a causa delle prio pianeta, si erano concessi l’inestimabile preroga-
polveri minerarie con cui era arricchita l’alimentazione tiva di creare la vita su un pianeta morto … Ironia
degli ignari volatili … cosmica di una sorte esportata!
E l’Uomo vide che la diversificazione degli alimenti era Oltre al principale compito di “mandare la vita in esilio
cosa buona e benedisse i nuovi esseri provenienti dalla ma- su Marte”, molti furono gli sforzi degli scienziati ter-
dre-Terra: “Siate fecondi e moltiplicatevi riempiendo le restri destinati alla ricerca di antiche forme di vita
acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra”. E fu che avessero popolato, milioni di anni prima, il pia-
sera e fu mattina: Quarta Era. neta rosso … Ma nessuna traccia, né molecolare, né
Poiché la vegetazione e le foreste su Marte crescevano più archeologica, diede prova dell’esistenza di una civiltà
velocemente e con maggior rigoglio che sulla Terra, presto indigena o perlomeno di una primordiale forma cel-
divenne indispensabile popolare i boschi con altri animali lulare a cui, scrittori e registi, spinti da un impeto
… E l’Uomo disse: “Marte sia popolata di esseri viventi grossolano e pittoresco, nei secoli passati, avevano
secondo la loro specie: insetti, bestiame, rettili e creature dato il nome di “Marziani”. Gli unici marziani degni
selvatiche secondo la loro specie”. E così avvenne: molte di tale nome erano gli abitanti umani di New Tokyo
specie animali, destinate all’estinzione sul congestionato ed e di Red City : città sorte, come tante altre, nelle
inquinato pianeta Terra, qui trovarono nuovi spazi, nuove zone “terraformate” di Marte.
fonti alimentari e nuove speranze di sopravvivenza. L’Uomo Forse, in altre epoche, su Marte vi erano state le
vide che anche questa decisione era cosa buona. condizioni ottimali per l’inizio della Vita e solo per
E fu sera e fu mattina: Quinta Era. una disgraziata casualità di eventi cosmici e biochimi-
ci non era stato possibile portare a termine quel pro-
E l’Uomo disse: “… La popolazione della colonia umana è
cesso fortuito o voluto da un paterno Motore Immobi-
aumentata notevolmente; molte famiglie sono nate su Marte
le a cui anticamente s’era dato il nome di “Dio”. Pro-
e molte altre sono giunte dalla madre-Terra durante le
cesso che, invece, sulla Terra non solo aveva trovato
successive ondate migratorie … Facciamo le città non ad
pieno compimento ma addirittura, sfruttando la scia
immagine delle città terrestri, ma migliori di quelle e più
del suo successo iniziale, aveva fornito una tale spinta
rispettose della natura … Meravigliose città pensili in cui
evolutiva ad alcuni dei suoi esseri viventi da indurli a
poter ospitare “l’umanità marziana”… E così avvenne:
pensare, volere e riprodurre una seconda patria
molte città sorsero in varie zone di quel pianeta rosso che
mondiale in seno ad un pianeta così inospitale.
gradualmente e amorevolmente stava diventando verde e
rigoglioso come l’antica Terra dimenticata dei Padri…!
L’Uomo vide che la civile convivenza tra le prime città “Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte
marziane era cosa buona. Nessuna comunità avrebbe mosso le loro schiere. Allora l’Uomo nella Settima Era portò a
guerra verso un’altra comunità … termine il lavoro che aveva cominciato su Marte e cessò da
ogni suo lavoro. L’Uomo benedisse la Settima Era dall’An-
E fu sera e fu mattina: Sesta Era dall’Anno Zero …!”
no Zero e la consacrò, perché in essa aveva cessato ogni
sforzo per l’ecopoiesi di Marte.

35
Queste le origini del nuovo cielo e della nuova terra sul e le esperienze, com’anche le speranze, scientifiche
quarto pianeta del Sistema Solare, quando vennero accumulate negli anni avevano trasformato “il sogno
creati.” marziano”, deriso dagli scettici e condannato dai pre-
L’Uomo rileggeva spesso le pagine del Primo servazionisti cosmici, in una realtà accettata da tutti …
Capitolo della Genesi Marziana. Aveva ricevuto, Anche da chi era rimasto sul pianeta Terra in attesa
come molti altri giovani in età pre-gametica, il della Fine.
Sacro Libro Rosso durante la cerimonia del barà C’era ancora tanto da fare e il terraforming non era
nel Tempio di Nuova Eden ed in quel sacro testo completo; l’umanità marziana aveva ricevuto il dono
ogni “marziano”, giovane o vecchio, uomo o don- inconsapevole di poter ricominciare tutto daccapo e
na, zigotico o clonato, poteva trovare la risposta la genuinità primordiale che la contraddistingueva
ai mille perché riguardanti le origini di quella in- sembrava non concedere spazi alla corruzione morale
credibile avventura umana. Il barà era seguito, e all’ignoranza autodistruttiva di quella Terra dimen-
come indicava una tradizione secolare, dalla dura ticata e menzionata in alcuni logori libri di storia:
prova del gherson consistente in un viaggio solita- nostalgico bagaglio di chi era nato sulla Terra e aveva
rio di tre mesi, tre settimane e tre giorni, attra- scelto di partire. La filosofia e la poesia avevano ac-
verso le regioni non-terraformate di Marte. Scopo quisito le caratteristiche di quella nuova etica e di
supremo ed irrinunciabile del gherson era quello quel nuovo stile di vita e l’Uomo, figlio dei figli dei
di imprimere nelle nuove generazioni il rispetto figli dei figli … dei Padri Fondatori, amava declama-
per ciò che avevano ricevuto tanto tempo prima re, durante i momenti di solitudine nei Giardini di
grazie all’incredibile lavoro dei predecessori. La Kades, i versi di un famoso poeta marziano della
permanenza nelle zone aride del pianeta rosso Quinta Era:
rendeva i giovani più forti e consapevoli. E du- Si piegheranno le aride rocce
rante le soste forzate a causa di qualche tempesta
granulare o mentre si era in paziente attesa che dinanzi ai giardini di Enoch.
l’idrocondensatore creasse la dose giornaliera di Le oscure acque di Irad
acqua, le pagine del Sacro Libro Rosso costituiva-
no l’unico balsamo essenziale a cui affidarsi per doneranno vita
superare quella prova necessaria e santificante. ai vuoti solchi del Sud.
Dio non era stato dimenticato, ma aveva assunto Dove trovar pace, dimmi,
la dissacrante funzione di Spettatore d’Onore. Un se non presso le ombre
nuovo scientismo camuffato da religione aveva
reso possibile quel miracolo straordinario che della foresta di Metusaèl?
stava sotto gli occhi di tutti gli abitanti di Marte. Partorirà la Donna terrestre
L’opera dell’Uomo era innegabile! La fede nella
scienza e la forza di volontà di un gruppo di scien- nei prati di Lamech
ziati-esploratori avevano donato nuovo vigore ad coperta da nuvole rosse
un naturalismo extraterrestre capace di sostituirsi a e dai petali neri
Dio. Non più ottimistiche attese disastrose e fata-
lismi religiosi, come fu per la Terra nei secoli delle rose di Eber.
precedenti al Punto-di-non-Ritorno, ma solo una Un canto di gioia
pura determinazione tecnologica e scientifica. In
passato, certo, vi erano stati molti incidenti e s’innalza dalle gole di Iabal
tanta gente era morta sia durante i viaggi verso il perché l’esule Uomo
pianeta rosso, sia durante la lunghissima perma- ha scoperto un germoglio
nenza dei primi coloni quando ancora non esiste-
va un ecosistema capace di proteggere la già de- nelle morte valli di Tubalkàin.
bole vita umana. Ma il bisogno di un nuovo mondo

36
E durante le notti stellate di Marte, quando Phobos e ¹ Terraforming (in italiano “terraformare”) letteralmente si-
Deimos compaiono all’unisono nella volta celeste, gnifica trasformare, per esempio un pianeta o qualche
illuminati dall’identica stella che illumina la Terra, altro ambiente, in qualcosa che somigli molto alla Terra,
come gli occhi di un dio paziente e sempre più sor- in particolare per quanto riguarda l'abitabilità da parte
preso di quelle caparbie creature, l’Uomo pensieroso degli umani, mediante la creazione di una biosfera simile
alla nostra.
ed ormai immemore delle sue origini, rimira, nei
suoi infiniti pensieri, le opere ed i “miracoli” voluti _____________
dai Padri Fondatori della Prima Colonia. *VII Edizione “Fauno d’oro” 2005 - Contursi: MENZIONE D’ONORE,
sezione narrativa inedita.
“L’Uomo ricreò Marte a sua immagine;
XIX Concorso Letterario Internazionale “Giovanni Gronchi” - Pontedera:
a immagine dell’Uomo lo ricreò…” PREMIO “REGIONI D’ITALIA” per la CAMPANIA.
________________

“Cristo nello spazio”


Dipinto realizzato dal m.tro Enrico De Cenzo.

37
riVISTE
...contattate e segnalate da “Nugae”
Mensile di cultura, “Il saggio” rappresenta il ramo presenti sul territorio verso una ricca e variegata pro-
più fecondo del Centro Culturale Studi Storici di duzione editoriale. Gli argomenti di tali opere edito-
Eboli. riali collaterali, tuttavia, posseggono una coerenza
Presidia, ormai da dieci anni e con i suoi puntua- che non tradisce lo spirito del mensile: riscoprire la
lissimi 115 numeri, non solo un territorio preva- storia locale, gli usi e costumi; ricercare e riproporre
lentemente provinciale dal punto di vista distribu- leggende popolari; scandagliare le nostre contrade
tivo, ma “esporta” arte, cultura e saggezza in tutto per evidenziare monumenti che non troveremo nelle
il territorio nazionale grazie ai suoi circa 800 ab- guide ufficiali; ricostruire eventi storici non menzio-
bonati. Un vero successo! Non solo per ciò che nati nei troppo standardizzati libri di storia; valorizza-
riguarda l’aspetto editoriale (il Centro, infatti, re artisti locali che altrimenti resterebbero nell’ano-
pubblica anche numerosi testi di approfondimento nimato o quasi; … La curiosità del comitato redazio-
etno-storico-letterario) ma nale de “Il saggio” non conosce
anche dal punto di vista asso- limiti: nel numero (115) di Ot-
ciativo. Alle spalle del mensi- tobre la “ricerca dotta” non trala-
le c’è, insomma, una realtà scia nessun aspetto artistico-
formata da persone veramente culturale, come dimostra, ad
in gamba ed in continuo fer- esempio, l’articolo di Giuseppe
mento artistico ed artigiana- Falanga sulla ricca Biblioteca
le: ogni attività umana viene Provinciale di Salerno e i suoi
presa in considerazione… scrigni contenenti antiche opere
Dalla musica alla pittura; che in tempi d’oscura ignoranza
dall’artigianato contadino alla furono oggetto di censura e di-
produzione di miele di alcune struzione da parte di una spietata
suore benedettine; dalle ri- “Inquisizione editoriale”; gli ap-
cette di cucina in via d’estin- punti di Antonio Capano dedicati
zione ai lavori in legno; dai alle vicende del banditismo e del
gemellaggi con altri paesi alla brigantaggio nell’Italia meridio-
realizzazione di presepi vi- nale; commuovente la visita di
venti … Un motore pieno Geremia Paraggio all’Eremo di
d’entusiasmo alimenta quel- San Magno sui Monti Picentini...
l’attività editoriale che è poi, E questi sono solo alcuni degli
in fin dei conti, l’obiettivo argomenti trattati dal corposo
del presente articolo. gruppo di redattori e collabora-
tori disseminati in tutta la penisola.
Parlare de “Il saggio” significa ricordare parallela-
mente il Concorso Nazionale di Poesia “Il saggio- Si può senz’altro affermare che la parola d’ordine de
Città di Eboli” che è giunto, proprio come il men- “Il saggio” è “recupero”: della tradizione locale, della
sile (difficile trovare un altro esempio di sincroni- storia e di quegli immensi ed inesplorati patrimoni
smo!), al decimo anno di vita – nel 2006! – e che culturali che circondano, in silenzio, la nostra freneti-
vede la partecipazione non solo di un vasto e qua- ca vita moderna.
lificato numero di concorrenti da ogni parte d’Ita- Per maggiori informazioni: Geremia Paraggio
lia, ma anche di un pubblico presente ed attento (Direttore), Giuseppe Barra (Direttore editoriale)
nei confronti di un genere letterario che non sem- utilizzando l’e-mail ilsaggio99@hotmail.com o sul
pre, dobbiamo dirlo, riscuote “il tutto esaurito” sito www.ilsaggio.it
nella classifica degli interessi editoriali. Il Centro
Studi, “cogliendo l’attimo”, cerca di convogliare
l’interesse e la passione dei poeti e degli scrittori Michele Nigro

38
“Sotto il portico”
galleria di poesie
Grand-Guignol
Tossiva le sue fosche spire il vento iperboreo
sugli altari fumanti e ancora neri del sangue,
gli ultimi fumi accordavano il tono iperboleo
di musici sporchi di piume e di fiume,
un questuante rideva sulle malferme gambe
dell’infame abbondanza e del suo ventre scuro.
Quella piana ora è un inguine di cemento,
necropoli di cappelle al neon
un negozio di altari luccicanti e tabernacoli all’ingrosso
un uomo al suolo agonizzante passa la mano tra i capelli
e indossa l’abito talare per l’edizione serale,
una foto di morte per l’ultimo giornale.

Luigi Carbone
Un attimo di vago panico
occhi lividi di dolore
resta lì
la creatura angelica
con il viso ancora acerbo:
un gemito improvviso
rimbomba nella notte
come un colpo di fucile Pause
nella pace di un bosco...
Scorge il male,
È forse la paura quest’oscuro flutto
sentendo l'ultimo battito dei cuori...
Scene incancellabili Mai franto, aculei e gusci sulla roccia
e trema...
Madida di arsura nell’
Dietro quel muro
disperatamente Attesa di procelle lunari.
cerca una mano,
ma a tenerla: nessuno...
Antonio Piccolomini
Corpi esanimi e
fiumi di sangue
fanno da manto alle strade...
Triste pensare a lui:
veder morire la sua anima
mentre il suo corpo cammina...

Valentina Di Mauro

39
Teoria del simbolo Angelo azzurro
(trittico ravellese)
(dedicata a Marlene Dietrich)
Intrepido richiamo cui i messi
Dell’eterno forgiano lapidi, falla Dal più slabbrato punto
Ove disparvero danze tra sciacalli del mio secolo
E iene al sibilo degli astri. così breve così rosso di sangue
e di speranze
Il limite ed il non – non posso perpetrare s’innalza e canta la tua voce
La finzione, trovassi almeno spazi in cui ferita dal profondo e senza tempo.
Cianciare, cogliessi l’impeto al momento Piano si leva
Del gracchio, appollaiato su trecce di
con note dolorose e consumate.
Sentieri, scegliessi una forma
Altri suoni terribili e grotteschi
Per conchiudermi.
s’affolleranno nel sudario immenso
del mondo e dello schermo.
***
Ed intorno s’inseguono i colori
e profumi e volti e gesti rallentati
Ebbene, rivivresti maschere negli antri.
in attimi d’orrore e d’emozione.
Ma entra pure, come fai, per comprendere.
Ma tu ancora resti
Risvoltami la notte massaia se m’inficia
così come sei
In candore con banali parate (disvela
un fuoco eterno dalla testa al piede
il nulla) e sentirò muggire da colonne
la giarrettiera tesa e il pagliaccetto
E ancelle queste sponde bagnate dallo
stesso e dici che è la tua natura
Mare. e le tue calze a rete in bianco e nero
a croce distese sulla sedia.
*** Ma s’avvia nello sguardo
un seducente invito per la morte
Frattanto mareggia e godo. Satollo e si prepara nello specchio il grido
Di versi, l’evento incede a penuria beffardo animalesco
Di simboli: recido perché m’imprigiona, strozzato dal termine del tutto
La parola tirannica freme e capriccia e o di un amore.
Fugge, lasciandomi l’altero amore E’ stampato a sedici millimetri
Che più non è sul dettaglio del tuo sorriso amaro
D’una scia d’inchiostro. in questo fermo immagine infinito.

Antonio Piccolomini
Rino Malinconico

40
Acque di neroblu Radici

Rispecchi desideri. Contatto con la più profonda emotività


Negli altri sei,
rinvigorendoli
alibi di norme fasulle, agitazione, pul-
li fai emergere sione grezza
li ordini come dal primo grembo...Caos...
li semini Una nascita tra gli opposti
li servi. ci sei ed educhi alla presenza , al con-
Ne dimostri, fronto, di quel che com’é d’abitudine
in chi deve ancora e come un richiamo d’intorno:
l’ode, ombre, pure viscere, Natura.
la potenza d’inciampo. Scorgo un Grazie
In fin fine come di un bagno di tanto di tanto
riprendi nuovamente le redini assorbo
con lo stupore dell’accaduto
come schiantarsi sovente in un bagliore,
e pur sai quella sia, la barriera del tempo che fu
ripetutasi, quell’opera solo tua. non tuo, di un eterno infinito, eredità
Tra corpi, il ritrovar, il ritornar
si scambiano, linguaggi di riflessi.
come di un sospeso
In totale arresa l’altro assorbe.
stessa carne, stessa cosa selvaggia
Scacco matto.
emerge come straniero seppur di casa.
Dispensi illusioni
Ravvivi la divisione, vivifichi forme di
si rivelano necessarie frattura,
coinvolgimenti che occorrono:
forme di un due ma da Medesima Fonte
mantengono a galla come boe.
Amici lo siamo
Seppur,
nel divenire di preparare ingressi di
in risultato, soglie nuove
le avverti come stagnanti, amare si muovono e logorano illusioni di
come un irrigare con limite di diga. colpe, tacendo una lucidità di fronti
Primi piani di traboccanti emozioni diversi,
lasciano spazio a un dissetare a sorsi stessa base
segno di quell’invito a un sempreverde sospinta increscendo da venti opposti.
nutrir. In comune miracoli di frutti
Nella notte affiorano più cariche.
quando al bivio in Volontà irrompe un
In lei più a tuo agio ti muovi. non conoscersi più
Confondonsi, dicevi e mi par così sia
acque di neroblu. altra metà di quella calda invisibil ma-
terna nutrice
sei.
Delva Della Rocca Delva Della Rocca
“Controedicola”
Una proposta alternativa ai “best seller” osannati dai media...!

“La strada francesca” (romanzo) “Lost Highway Motel”


di Nino Casiglio Secondo volume della collana di nar-
«Strada francesca» era definita, in rativa di Cut-up edizioni, LOST
antichi documenti della Capitanata, HIGHWAY MOTEL raccoglie i
non solo la strada per Roma battuta “La società annusata” cinque finalisti alla rassegna “Strade
dai pellegrini francesi, ma anche la di Antonio Vacca perdute” 2004. Cinque racconti cen-
strada che dai piedi del Gargano porta- trati sul tema dei “…mondi possibi-
Quattro passi nella memoria cibica li”, cinque storie che spaziano dalla
va al santuario di San Michele.
di un deluso fantascienza al noir, dall’horror al
Un giovane imbocca, nella seconda realismo. Il disertore, di Giacomo
metà del XVII secolo, una «strada Nato sull’onda delle reminiscenze,
velato di rimpianto, il libro affronta il Colossi; un racconto abilmente co-
francesca» per un viaggio da un picco- struito a partire da una situazione
lo paese del Reame di Napoli verso tema di un sognante e ripensato meri-
dionalismo in chiave dietetico­ tipica di tanta fantascienza (la guerra
Roma, che diventa un viaggio (un pel- contro gli alieni); Il mio posto, il
legrinaggio di conoscenza) dentro la culinaria, dove l’alimentazione di qua-
lità, quella tradizionale, sopravvive nostro posto di Tommaso Destefanis
vita. ci porta dalle estreme lontananze di
agli attentati dell‘industrializzazione
Un calibratissimo romanzo picaresco, incontrollata e della società di massa. tempo e spazio a un prosaico qui-e-
ironico, barocco (animato da osti e ora... Giovanni De Matteo ci propo-
briganti, chierici ed eretici, cameriere Antonio Vacca è nato a Napoli 44 anni ne un’ucronia in piena regola: in Cro-
e nobildonne, soldati e cocottes e am- fa e vive a Battipaglia dove lavora co- nache dal basso impero Roma non è
bientato in città fortificate, boschi, me medico nutrizionista. caduta sotto le orde dei barbari ma
porti, carceri, palazzi vescovili e ca- Il paese della sua infanzia è Valva. continua la sua espansione nel conti-
stelli) che è anche una perfetta metafo- nente americano. Pancetta affumi-
ra della moderna Babele dove le regole “La Società annusata” è il suo decimo cata di Michele Nigro, delicata favola
della giustizia si scontrano con quelle libro ad impronta cibica. no-global sul piacere di riscoprire una
del potere e la voce della Storia si fon- dimensione umana in un mondo adul-
de con quella della violenza. Plectica editrice terato dalla tecnologia più spinta.
Nino Casiglio (San Severo 1921 - Fog- Magari, anche soltanto a tavola. De-
€ 6,00 (£ 11.617,62) lirio di un assassino, di un giovane
gia 1995) ancora oggi è ritenuto l'uni-
co narratore puro che la Capitanata autore che preferisce firmarsi con lo
abbia conosciuto. L'unico scrittore pseudonimo di Vagabondo Ebbro,
autentico, meritevole di una pubblica @@@ una storia disperata di emarginazione
citazione da parte di Umberto Eco. che non permette riscatto.
Vuoi segnalare a “Controedicola” un
“libro particolare”?
“Strade perdute” collana diretta da
Fabio Nardini .
Ed. Rusconi, Milano 1980; 230 pag. Manda un’ e-mail a :
Cut up Edizioni € 10,00
£ 7.000 scrittiautografi@virgilio.it

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