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RIFLESSIONI SULLA FUNZIONE DI PRIMO E SECONDO DIACONO

La parola greca διάκονος viene utilizzata dall’inizio della Storia delle diverse
Confessioni Cristiane per indicare “colui che si pone nella comunità a servizio del
prossimo”, in modo autorevole e ufficialmente riconosciuto. Tale figura riveste, nel
Cristianesimo, lo strategico compito di ricordare a tutti che il Cristianesimo stesso è
servizio. L’intera vita del diacono e la sua stessa persona sono un richiamo costante e
ben visibile al dovere di servire, che il Battesimo ha indotto e porta con sé. Il diacono
è, nella Chiesa, l’immagine del Cristo nella sua versione più pragmatica, che serve e si
fa carico delle sofferenze dei più deboli, che è vicino a chiunque sia minacciato da
tristezza e angoscia, che offre la sua stessa vita in sacrificio.
Nel Cattolicesimo, il diacono rappresenta il primo grado nel cammino del sacerdozio
ministeriale. Una figura simile è prevista anche in altri Ordini, compreso quello dei
Cavalieri Templari.

In Massoneria, l’ufficio del Diacono, quale aiutante dei Ministri del Rito, sembra
essere derivato dalla Chiesa Greca primitiva, per la quale i Diaconi erano i portieri, e
ad essi veniva ordinato di stare in piedi, di fronte alla porta degli uomini, mentre i
Sottodiaconi erano posti di fronte a quella delle donne, per assicurarsi che nessuno
entrasse od uscisse durante le oblazioni.
Il Diacono è uno dei primi incarichi affidati all’Iniziato. In una Loggia, sono previsti un
Primo ed un Secondo Diacono, ufficiali di rango inferiore. Il Primo Diacono è nominato
direttamente dal Maestro Venerabile, mentre il Secondo Diacono è nominato dal
Primo Sorvegliante.
Il Primo ed il Secondo Diacono entrano nel Tempio, rispettivamente, terzultimo e
penultimo, seguiti dal Copritore Interno.
Il Primo Diacono prende posto all’Oriente, ai piedi dei tre gradini del Trono, alla destra
del Maestro Venerabile. Il Secondo Diacono siede ad Occidente, ai piedi dei due
gradini dello scranno del Primo Sorvegliante. Sono posti uno in fronte all’altro,
guardando il Primo Diacono verso Occidente, il Secondo verso Oriente. Sono entrambi
muniti di una verga di legno a sezione quadrata, lunga 24 pollici, detta Misura, che
ricorda il caduceo di Hermes, Dio della Sapienza. La misura viene tenuta con la mano
sinistra che, in posizione seduta, poggia sul femore sinistro.
Oltre alla Misura, i due Diaconi hanno un collare adornato da un gioiello, che
rappresenta il palmo di una mano.

Durante il Rituale, all’apertura dei lavori, il M.V. interpella i Sorveglianti, e chiede loro
quali siano i compiti dei Diaconi.
Il Primo Diacono, all’ordine del M. V., è da questi inviato, come portaordini, al Primo
ed al Secondo Sorvegliante. Egli, pertanto, procederà in senso orario, portando il
messaggio al Primo o al Secondo Sorvegliante, secondo la volontà del M. V.
Se necessario, attenderà risposta dal Secondo Diacono. Se non c’è risposta, ritornerà,
sempre squadrando in senso orario, al suo scranno, dove resterà inattivo. Il Secondo
Diacono è agli ordini del Primo Sorvegliante e sarà messaggero dal Primo al Secondo
Sorvegliante, e viceversa. Il passaggio dal Primo al Secondo Sorvegliante avverrà
sempre squadrando in senso orario e, allo stesso modo, ritornerà al suo posto, dopo
avere comunicato il messaggio al Primo Sorvegliante.

Il motivo di tali procedure risiede nel simbolismo che avvolge l’intero rituale, il quale
a sua volta trova radici ancestrali nel pragmatismo del modus operandi delle prime
Logge Operative. I Liberi Muratori si incontravano, infatti, in luoghi segreti, per
raffinare, coltivare e tramandare la conoscenza, ma anche per progettare con
estrema riservatezza le loro complicate costruzioni. Per raggiungere l’obiettivo, ogni
addetto aveva compiti specifici, che gli venivano assegnati all’interno di un sistema
perfettamente organizzato, dove tutto doveva svolgersi senza intoppi ed in modo
celere, al fine di rispettare le consegne del committente ed ottenere il salario della
giornata. A dirigere il tutto provvedeva il Maestro Venerabile, che aveva assoluta
responsabilità di Progettazione ed Esecuzione dei lavori, mentre i due Sorveglianti,
nelle rispettive Colonne, dovevano vigilare che tutto si svolgesse nel migliore dei
modi. Il Progetto, una volta iniziato, si sviluppava in modo pressante, frenetico. Era
naturale che i Sorveglianti – oggi li chiameremmo Responsabili di Cantiere -
chiedessero consiglio, di tanto in tanto, al Maestro Venerabile, e che questi dovesse
risolvere i problemi del caso, nel mezzo di una laboriosa confusione e nella frenesia
del lavoro, atmosfera in cui era difficile, per le Tre Luci, richiamare la reciproca
attenzione.
Per cui essi ricorrevano al battito del maglietto, per richiamarsi l’un l’altra e far
seguire, al rumore del colpo, un quesito per la soluzione di un problema (nel caso dei
Sorveglianti) o una veloce istruzione verbale, risolutiva del problema contingente (nel
caso del M.V.).
Quando si rendevano necessarie comunicazioni più articolate, invece, intervenivano i
due Diaconi, che trasferivano messaggi dall’una all’altra Luce, senza obbligarla ad
abbandonare la propria postazione.

Nel passaggio dalla Massoneria Operativa a quella Speculativa, il modus operandi,


diventato inutile nelle sue procedure, ha conservato la sua logica perfezione per uno
scopo più alto, ammantandosi di significato simbolico. Il Primo Diacono rappresenta,
nel Rituale, la Ragione, il Secondo il Desiderio, in un contesto in cui il Maestro
Venerabile simboleggia la Saggezza, il Primo Sorvegliante, la Volontà, il Secondo
Sorvegliante la Bellezza, il Copritore Interno il Cervello, il Copritore Esterno il Corpo
Fisico.
In Loggia, pertanto, durante i lavori sono presenti tre Principi Statici, ovvero il Maestro
Venerabile, il Primo ed il Secondo Sorvegliante, affiancato ognuno da tre principi
dinamici, ovvero il Primo ed il Secondo Diacono ed il Copritore Interno. Questi sei
principi interagiscono tra loro, e l’Energia che si origina sempre dalla Saggezza -
Maestro Venerabile - attraverso la Ragione - Primo Diacono - si tramuta nella Volontà
- Primo Sorvegliante - che a sua volta si trasmette, tramite il Desiderio - Secondo
Diacono - alla Bellezza - Secondo Sorvegliante - e, da questa, al Cervello - Copritore
Interno -, fino a riversarsi nel Corpo Fisico - Copritore Esterno - con il quale si
materializza per poi ritornare, progressivamente smaterializzandosi, al suo centro di
origine, in un continuo pulsare.

Pescara, 09/02/2018

Fratello Fabrizio Basciani :.

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