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ALLE ORIGINI DEL RITUALE MASSONICO INGLESE

I TESTI

Abregé da J.G.Findel Histoire de la Franc Maçonnerie, ristampa dell'edizione francese del 1866,
Forni, Bologna, 1976, pp. 198-201.
Trad.ne di Vittorio Vanni

L'Antico ed il nuovo sistema inglese

Questa [la] scissione fra i membri della fratellanza inglese, che durerà fino al 1813, produsse la
nascita di due metodi differenti: quello chiamato dal vecchio sistema di York, e quello conosciuto
sotto il nome di nuovo sistema o sistema di Londra. D'altro canto questa discordia ha avuto il merito
di rivelarci preziose notizie sulla storia e sulla costituzione della confraternita inglese, la cui
conoscenza avrebbe potuto esserci sottratta per lungo tempo. Questi due metodi si distinguevano
d'alto canto per dei differenti rituali (cerimonie d'ammissione). Come abbiamo detto altre volte i
membri non erano divisi in tre gradi; in ciascuna Loggia non vi era che un solo "maestro" che
n'aveva la presidenza, ed al fuori di questo gli altri membri erano fratelli o Compagni, ognuno in
possesso d'uguali diritti. È quindi evidente che era sufficiente un solo rituale: è ciò che chiaramente
indicano gli scritti pubblicati nel 1724 e 1725, sotto il titolo di I grandi Misteri della Massoneria
svelati, e La Storia segreta della Massoneria, nella quale il rituale forma un tutto unico. Solo più
tardi, e probabilmente molto dopo la costituzione della Gran Loggia d'Inghilterra, che nacquero i tre
gradi di Apprendista, Compagno e Maestro, 1 approntando le loro stesse denominazioni e, per
ciascuno di loro, un rituale speciale2. L'opera di Prichard, Anatomia della Massoneria, [1723] ha
fatto conoscere per la prima volta l'esistenza dei tre gradi e servì, poco tempo dopo la sua
diffusione, di guida in molte Logge, pur producendo [1730] alcune reticenze all'applicazione di
queste nuove disposizioni. Il catechismo degli apprendisti è già più completo in Prichard che nel
Grand Mystery3, e contiene oltre le più antiche pratiche in uso nella massoneria, il modo di lavorare
del nuovo sistema inglese. Prichard testimonia anche della semplicità e della brevità dell'antica
liturgia, quando afferma: " Attualmente la Massoneria non è composta soltanto d'artigiani
costruttori, come era al principio della sua esistenza, quando era sufficiente qualche domanda di
catechismo per farsi riconoscere massone, in un uomo già, d'altro canto abile [nel
mestiere].L'espressione di "massone libero ed accettato" (che è impiegata anche adesso) non è in
uso che da pochi anni. Non vi è traccia di logge costituite né di assemblee trimestrali, prima del
1691, ecc. prima dei sedicenti "antichi massoni". L'insieme delle pratiche e delle usanze, contenute
nella Masonry dissected del Prichard, era la sola osservata dalla Gran Loggia, cosa fra l'altro
attestata da numerose allusioni che si trovano nei discorsi e negli scritti inglesi. Il rituale adottato
dai nuovi massoni, e che Krause, per errore, prende per il più antico, si trova nei tre scritti apparsi
dopo il 1762 e precisamente in Jachin et Boas, ecc.4, The Three distinct Knocks, ecc.5 e Hiram or
the Grand Master-Key ecc. che sono d'accordo su questo punto. Da questi primi due Krause ha
desunto il sedicente interrogatorio6 [catechismo] di Apprendistato, che porta come secondo

1
È solo successivamente al 1866, data di edizione del testo del Findel, che altri autori, in particolare il Preston, Il
Goblets d'Alviella, Paul Naudon e Robert Ambelain chiarificarono che Anderson non poteva conoscere altri gradi,
essendo soltanto Apprendista, e che la prima Loggia londinese non poteva quindi aver alcun carattere di regolarità.
2
La Gran Loggia di Londra non approntò alcun rituale, al contrario li inserì con riluttanza, subendoli. Cfr. Robert
Ambelain La Franc Maçonnerie oublié
3
Si possano comparare ambedue nei Documents di Krause, Tomo I, 2a parte.
4
Cfr. la Bibliographie di Kloss n.°1887
5
v.s. n.° 1888
6
vedi i Documents di Krause, Tono I, 1a parte.

1
documento. È il risultato di un rimaneggiamento ulteriore, un'esposizione più estesa dei più antichi
(nuovo sistema inglese) atti di ricevimento, ed in questa qualità è ancora un monumento più che
rispettabile della nostra confraternita, che merita di esser l'oggetto di uno studio serio. Per i massoni
tedeschi, è ancor più importante, in quanto è servito di base alla trasformazione operata nelle
pratiche delle logge tedesche all'inzi9o del presente secolo [XIX]. Questo lavoro è stato fatto con
molta abilità e merita la riconoscenza delle logge: tutto porta a credere che sia fondato su antiche
tradizioni massoniche. Ma lasciamo quest'ipotesi e ritorniamo ad una certezza e cioè che il nuovo
l'interrogatorio inglese, il più semplice, quello che si pretende essere il più antico e che si designa
sotto il nome di antico interrogatorio inglese, è nondimeno il più recente; il primo non contiene
(secondo Prichard) che ottantanove domande e risposte (per lo più molto corte), quando l'ultimo ne
contiene centootto molto più complicate.

Il Manoscritto Degli Archivi Di Edimburgo - 1696

Traduzione in francese e commento di Edmond Mazet


Traduzione in italiano e commento di Marco Bettagli

INTRODUZIONE
La traduzione francese del manoscritto è corredata di un’introduzione a cura del traduttore
dall’inglese, date le notevoli conoscenze del traduttore sia dei rituali, sia dell’inglese, non penso
che sia da aggiungere altro a quanto da lui detto.

Il documento di cui diamo qui la traduzione è stato scoperto negli Archivi di Edimburgo nel 1930,
da Charles T. Mclnnes. è stato pubblicato sotto forma fotografica in A.D.C, vol. 43 (1930) da J.
Mason Allan, e ristampato parecchie volte, l’ultima edizione stampata in Knoop, Jones e Hamer,
Early Masonic Catechisms, 2° edizione, Londra, 1975.
È stato spesso utilizzato da autori massonici di lingua francese, ma senza che nessuna
traduzione francese sia mai stata pubblicata.
Si ignora da che e in quali circostanze sia stato redatto [questo manoscritto]. Ma porta il
seguente titolo: "Alcune domande a proposito della parola dei massoni (Some Questiones Anent the
mason word) 1696", in data dunque del periodo di transizione dalla Massoneria operativa alla
Massoneria speculativa.
Naturalmente, è lontano dall'essere il più vecchio testo massonico scozzese conosciuto;
ricordiamo in particolare, prima di lui, gli Statuti Schaw del 1598 e del 1599, e parecchi registri di
Logge, come quelli di Aitcheson Haven (1598 ) di Edimbourg (1599 ) di Kilwinning (1642 ); d'altra
parte, a partire dal 1660 circa, delle Logge della scozia hanno avuto in loro possesso dei testi della
famiglia degli Old Charges, di origine inglese.
Ma, se si accetta le formule di giuramento contenute in alcuni manoscritti degli Old
Charges, il manoscritto degli Archivi di Edimburgo è attualmente, in Scozia e nel mondo, il più
vecchio documento conosciuto di carattere rituale. Ed è ciò che lo rende di interesse eccezionale.
A questo riguardo, è confrontando questo manoscritto, con due altri testi ugualmente
pubblicati in Knoop, Jones e Hamer: il manoscritto Chetwode Crawley, datato a circa il 1700,
dunque quasi contemporaneo del manoscritto degli Archivi di Edimburgo, e un testo un poco più
tardivo, il manoscritto Kevan, datato 1714-1720. Questi tre testi sono molto vicini l'uno all'altro,
eppure presentano delle varianti notevoli, anche se certamente derivano da una sorgente comune.
Senza affidarci a una comparazione sistematica dei tre testi, abbiamo indicato nelle note
alcune di queste varianti che c'è sembrato interessante rilevare.
Se non si può precisare esattamente l'origine del nostro manoscritto, si può per lo meno
sgrossare il problema. Innanzitutto esso certamente è stato copiato da un manoscritto anteriore (vedi
nota 9) oggi perso.

2
La risposta alla domanda 8 ("Quale è il nome della vostra Loggia?) risposta Kilwinning")
mette vagamente questa sorgente in rapporto con la Loggia di questo nome, o quanto meno con le
Logge del Sud-ovest della Scozia sulle quali la Loggia Kilwinning esercitò una giurisdizione più o
meno ben definita dagli Statuti Schaw del 1599, ma è oltre modo difficile precisare questo rapporto.
In effetti, appare chiaramente nella lettura del testo che questo e la sua sorgente non possono
essere stati redatti da dei massoni, ma molto probabilmente da dei profani che erano riusciti (almeno
per l'autore del manoscritto primitivo), a percepire il segreto dei lavori massonici.
Ci si può chiedere del resto a questo proposito, fino a quale punto il nostro manoscritto e i
due testi riflettono in apparenza fedelmente i lavori delle Logge del XVII secolo. È certo che, nel
dettaglio, ci trasmettono certi termini sotto una forma corrotta (cfr. note 2 e 8); del resto, a questo
livello, esistevano probabilmente nel XVII secolo delle variazioni locali nella pratica delle Logge
(confr. nota 6).
Tuttavia, la comparazione fra gli Statuti Schaw, con gli Old Charges, e coi registri delle Logge
Scozzesi del XVII secolo, così come l'esistenza, attestata in Scozia a partire da 1637, della " parola
del Massone ", permette di essere ragionevolmente sicuri che, nell'insieme, i testi ci diano
un’immagine ragionevolmente fedele della realtà.
Il manoscritto degli Archivi di Edimburgo è costituito da due parti (che si ritrovano, sebbene
nell'ordine inverso, nel Chetwode Crawley e nel Kevan).
Il primo è un insieme di domande e di risposte convenute che permettevano ai massoni di
riconoscersi. Questi "catechismi ", secondo il termine di Knoop, Jones e Hamer, sono all'origine
delle nostre istruzioni attuali con domande e risposte. A questo proposito c'è una tradizione continua
che si può seguire lungo tutto il XVIII secolo in Gran Bretagna come sul continente: questi
catechismi o istruzioni si sono sviluppati e arricchiti, non senza scivolamenti o persino cambiamenti
di senso su certi punti, si sono anche diversificati secondo i luoghi e i riti, ma la filiazione è
incontestabile.
La seconda parte si presenta come un rituale sommario di ricezione. Si ha un sistema in due
gradi. Il primo grado è quello di apprendista entrato (entered apprentice): questo termine che si
ripete nelle Costituzioni di Anderson, è sempre in uso nel Massoneria di lingua inglese); la
cerimonia di ricezione si chiama l’" entrata " (entrie).
Ciò è conforme agli Statuti Schaw che, un secolo prima, gia distinguevano nettamente due
stadi nell'apprendistato: innanzitutto l'apprendista che era "ricevuto" (questo termine che non
implicava nessuna cerimonia rituale) da un maestro che lo prendeva a suo servizio, lo faceva
registrare sul libro della sua Loggia, e cominciava a insegnargli il mestiere; quando l'apprendista era
sufficientemente istruito, era [diveniva] "entrato", e acquistava un minimo di iniziativa
professionale, senza cessare di essere un apprendista.
Il secondo ed ultimo grado è indifferentemente chiamato " Compagno di mestiere" (fellow
craft) o "Maestro Massone ", o solamente "Maestro" o "Massone ", ed una volta "perfetto massone
", tutti questi termini erano equivalenti. Ciò è ancora conforme agli Statuti Schaw, in cui
l'espressione "master or fellow of craft" [maestro o compagno di mestiere] ritorna parecchie volte.
A ciascuno di questi gradi corrisponde una cerimonia. Queste cerimonie molto semplici,
comportano solamente il giuramento e la comunicazione dei segreti, questo è ciò che formerà
sempre il nocciolo delle cerimonie massoniche più elaborate che si svilupperanno in seguito.
Tuttavia, nella loro semplicità, esse si accompagnavano a qualche forma successivamente
divenuta desueta che non manca di far capire, come le " parole di entrata", e l'uso commovente e
significativo di fare circolare la parola dal più giovane massone fino al maestro della Loggia prima
di comunicarle.
Tra i segreti, la "parola del massone" è stata apparentemente considerata come la più
importante poiché la parte rituale del testo è intitolata "la maniera di dare la parola del massone" (
the forme of giveing the mason word).
Come abbiamo già detto l'esistenza della parola del massone è attestata partire da 1637 da
diverse allusioni che sono fatte nelle sorgenti profane: è stato oggetto fra le persone semplici, di

3
timori superstiziosi. Il nostro testo mette in rilievo che ogni grado aveva la sua parola, e che queste
parole sono quelle ancora in uso nei primi due gradi (cfr. ancora nota 11).
Non abbiamo potuto dare, in questa introduzione e nelle note che un breve cenno di ciò che
il manoscritto degli Archivi di Edimburgo e i testi della medesima famiglia apportano alla nostra
conoscenza della tradizione massonica. Il lettore troverà senza dubbio lui stesso delle osservazioni
interessanti da fare e molte domande da porsi.

IL MANOSCRITTO:

Alcune domande che i massoni hanno costume di porre a quelli che hanno la parola, prima di
riconoscerli:
D. 1: Siete massone?
R.: Sì.
D. 2: Io come lo saprò?
R.: Voi lo saprete a tempo e luogo adatti.

Osservazione: l’ultima risposta non deve essere fatta che in presenza di persone che non
sono massoni. Ma in assenza di tali persone dovreste rispondere: dai segni, convenzioni (1) e altri
punti del mio ingresso.

D. 3: Qual’è il primo punto?


R.: Ditemi il primo punto, vi dirò il secondo. Il primo è di celare (2) e nascondere; il secondo: "sotto
una pena che non potrebbe essere inferiore" (3) che consiste nell'avere t.... a la g... a, poiché dovete
fare questo segno quando dite ciò.
D. 4: Dove siete entrato?
R.: · Nell'onorabile Loggia.
D. 5: Chi fa una Loggia vera e perfetta?
R.: Sette maestri, cinque apprendisti entrati, a un giorno di marcia da un borgo, là dove non si sente
né un cane abbaiare, né un gallo cantare (4).
D. 6: Non può essere formata da meno una Loggia vera e perfetta?
R.: Sì, cinque massoni e tre apprendisti entrati, e c.
D. 7: E meno ancora?
R.: Più si è, più si ride, meno si è, migliore è il nutrimento.
D. 8: Quale è il nome della vostra Loggia?
R.: Kilwinning.
D. 9: Come si tiene, [è orientata] la vostra Loggia?
R.: Est e Ovest, come il tempio di Gerusalemme.
D. 10: Dove si tenne la prima Loggia?
R.: Nell'atrio del tempio di Salomone.
D. 11: Ci sono delle luci nella vostra Loggia?
R.: Sì, tre (5): a nord-est, a sud-ovest, e al passaggio dall'est (6). La prima designa il maestro
massone, la seconda il sorvegliante, la terza il compagno posatore. (7).
D. 12: Ci sono dei gioielli nella vostra Loggia?
R.: Sì, tre: [un] parpaing, [A] un pavimento quadrettato e un largo ovale (8).
D. 13: Io dove troverò la chiave della vostra Loggia?

4
R.: A tre piedi e mezzo dalla porta della Loggia, sotto un parpaing e una zolla verde. Ma sotto la
piega del mio fegato, là dove giacciono tutti i segreti del mio cuore (9).
D. 14: Che cosa è la chiave della vostra Loggia?
R.: Una lingua sciolta [pronta].
D. 15: Dove si trova la chiave?
R.: Nella scatola d’osso.
Dopo che i massoni vi hanno esaminato con tutte queste domande o per alcune di esse, e che avete
risposto con esattezza e fatto i segni, essi vi riconosceranno, non tuttavia per un maestro massone o
per compagno di mestiere, ma solamente per un apprendista, questo è perché vi diranno: vedo che
siete stato nella cucina, ma io non so se siete stato nella sala.
R.: Sono stato nella sala così come nella cucina.
D. 1: Siete compagno di mestiere?
R.: Sì.
D. 2: Quanti sono i punti del compagnonaggio?
R.: Cinque, da sapere: piede a piede, ginocchio a ginocchio, cuore a cuore, mano a mano ed
orecchio a orecchio.
Fate allora il segno del compagnonaggio (10), e stringete la mano [del vostro esaminatore], e voi
sarete riconosciuto per un vero massone. Le parole sono nel primo libro dei Re, Cap. 7, v. 21 e nel
secondo libro delle Cronache, Cap. 3, ultimo versetto (11).
La maniera di dare la parola di massone.
Innanzitutto dovete fare inginocchiare la persona che va a ricevere la parola, e dopo averlo costretto
a cerimonie destinate a spaventarlo, fategli prendere la Bibbia e, poggiata la sua mano destra sopra,
dovete esortarlo al segreto, minacciandolo di questo: che se viene a violare il suo giuramento, il sole
nel firmamento e tutta la compagnia testimonieranno contro di lui, ciò sarà causa della sua
dannazione, tanto che i massoni non mancheranno di ucciderlo. Poi, dopo che ha promesso il
segreto, gli fanno prestare giuramento come segue:
Per Dio medesimo; e voi avrete da rispondere a Dio quando vi terrete nudo davanti a lui il giorno
supremo, voi non rivelerete nessuna parte di ciò che andate a sentire o vedere al presente, né
oralmente, né per scritto; non lo metterete mai per scritto, né lo traccerete con la punta di una spada,
né con nessuno altro strumento, sulla neve o la sabbia, e voi non ne parlerete, se non è con un
massone entrato; così che Dio vi sia d’aiuto.
Dopo che ha prestato il giuramento, lo si conduce fuori dalla compagnia, col più giovane massone,
e quando è sufficientemente spaventato per mille posizioni e boccacce ridicole.[B] Deve apprendere
il suddetto massone la maniera di tenersi all'ordine, cosa è il segno, e le posizioni e parole del suo
ingresso che è come segue:
Quando rientra nella compagnia, ha il dovere di fare prima un saluto ridicolo, [C] poi il segno, e
dire: Dio benedice l'onorabile compagnia. Poi, ritirando il suo cappello di una maniera molto
stravagante che non deve essere eseguita che in queste circostanze (come il resto dei segni) dice le
parole della sua entrata che sono come segue:
Eccomi, io il più giovane e l'ultimo apprendista entrato che ha appena giurato per Dio e San
Giovanni (12), per la squadra il compasso e la misura comune (13)[D], di essere al servizio del mio
maestro all'onorabile loggia, dal lunedì mattina al sabato sera, e di custodire le chiavi, sotto una
pena che non saprebbe essere inferiore ad avere la lingua tagliata sotto il mento, e di essere
sotterrato sotto il limite dell'alta marea, Ove nessuno saprà [che è la mia tomba].
Allora, egli fa di nuovo il segno, ritirando la m. o da sotto il m... o davanti alla g... a, ciò che
significa che si ……... nel caso che manchi alla sua parola.
Poi, tutti i massoni presenti si mormorano l'un l'altro la parola, cominciando dal più giovane, fino a
che essa non arriva al maestro massone che dà la parola all'apprendista entrato.
Adesso, bisogna notare che tutti i segni e parole di cui si è parlato fino a qui appartengano
all'apprendista entrato. Ma per essere un maestro massone o compagno di mestiere occorre fare di
più, ed è ciò che segue. [E]

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Innanzitutto, tutti gli apprendisti devono essere condotti fuori dalla compagnia, deve restare
solamente i maestri. Allora, si fa inginocchiare di nuovo quello che deve essere ricevuto membro
del compagnonaggio, ed egli presta il giuramento che gli viene di nuovo presentato. Poi, deve uscire
dalla compagnia col più giovane massone per apprendere le posizioni e segni del compagnonaggio,
poi, ritornando, fa il segno dei maestri e dice le medesime parole di entrata dell'apprendista,
omettendo solamente la misura comune. Allora, i maestri si mormorano l'un l'altro la parola
cominciando dal più giovane come in precedenza dopo di che il nuovo massone (14) deve avanzare
e prendere la posizione nella quale deve ricevere la parola, ed egli la mormora al più vecchio
maestro: i degni maestri e l'onorabile compagnia vi salutano molto, vi salutano molto, vi salutano
molto.
Allora il maestro gli dà la parola e gli stringe la mano alla maniera dei massoni, ed è tutto ciò che
c'è da fare per fare di lui un perfetto massone.

NOTE:

1) la parola "token" ha preso in seguito nel linguaggio massonico il senso preciso di toccamento o
stretta di mano. Nella famosa divulgazione di Pritchard: Masonry Dissected (1730), si legge: "Che
cosa sono i tokens? Certi toccamenti di mano regolari e fraterni." Nel nostro testo, e neanche nel
Chetwode Crawley e nel Kevan, è domandata nessuna stretta di mano per l'apprendista, mentre ne
esiste senza dubbio una per il compagno. La parola "token" designa probabilmente qui l'insieme
delle posizioni e dei gesti convenuti che accompagnano il segno e la parola.
2) traduciamo così la parola "heill" (scritta in altri testi come "hail" "heal" o "hele"), parola arcaica
che ha il medesimo senso del verbo usuale "conceal" che lo segue.
3) questa formula proviene dalle parole dell'entrata, che si trovano nella seconda parte del testo.
4) gli statuti del 1670 della Loggia di Aberdeen prescrivono che le tenute [tornate] abbiano luogo
"nel mezzo dei campi", e che le ricezioni degli apprendisti si facciano "nella vecchia loggia dei
campi" in una parrocchia rurale dei dintorni (A.l. Miller, Note on the early history and records of
the Lodge Aberdeen 1 ter; citato in A.C.F Jackson, AQC, vol. 91, p. 17.)
5) questi tre lumi sono certamente i tre candelieri che si trovano (in differenti disposizioni in altri
riti) nelle logge speculative: Prichard (1730) precisa: "N.B. Questi lumi sono tre grandi candele
poste su degli alti candelieri."
6) l'interpretazione dell'espressione "passaggio dall'est" (eastern passage), può prestarsi a
discussione; la più naturale relativamente al contesto ci pare essere: pieno est [esattamente ad est]. I
documenti iconografici (incisioni e riproduzioni di quadri di loggia) relativi alla massoneria
speculativa anteriore al 1750, mostrano spesso una disposizione che pare derivare da quella indicata
dal nostro testo; la luce del "passaggio dall'est" è solamente venendo da sud-est, e formando con gli
altri due [angoli] un rettangolo di cui, solo, la sommità [angolo] nord-ovest resta vuoto. Questa
disposizione si conserva oggigiorno nel Rito Francese. Ma è probabile che dal XVII secolo la
disposizione dei tre candelieri variava secondo le logge. Il manoscritto Dumfries n. 4 che data circa
1710, ma il cui contenuto risale quasi certamente più indietro, ci dice che i tre lumi si trovano
all'est, all'ovest, e "nel mezzo" (è senza dubbio da qui che deriva la disposizione che si osserva nella
Massoneria anglosassone attuale).
7) il "maestro massone" citato nella domanda qui è evidentemente il maestro che presiede la loggia.
Al posto di "compagno posatore" (setter craft) i [manoscritti] Chetwode Crawley e il Kevan qui
hanno semplicemente "compagno di mestiere" (fellow craft). I massoni operativi si dividevano in
"hewers" (tagliatori di pietra) e "setter" che ponevano le pietre per montare i muri. Il significato di
questi tre luci si è evoluto. A partire da Pritchard 1730, si è fissato in "il Sole, la Luna e il maestro
massone", o "il Sole, la Luna e il maestro della loggia [M.V.]". Queste tre luci non sono
evidentemente da confondere con le tre grandi luci simboliche: il volume della Legge Sacra, la
squadra e il compasso. La massoneria inglese le distingue chiamandole "luci minori" (lesser lights).

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8) il parpaing (nel testo: "perpend esler", corruzione di "perpend ashlar") è certamente l'origine della
pietra grezza nella massoneria speculativa, ciò è un cambiamento di senso considerevole; il
pavimento squadrato [quadrettato] (square pavement), è all'origine del pavimento a mosaico (pavé
mosaique.) In quanto al "largo ovale" (broad ovall) è probabilmente la corruzione di "broked mall"
(marteau bretté), che si legge nel Chetwode Crawley nel medesimo punto; questo martello
dentellato sarebbe allora all'origine dello strumento simile ad un'ascia raffigurato nei quadri di
loggia francesi del XVIII secolo, accanto alla pietra cubica a punta; questo potrebbe anche essere,
secondo KJH la corruzione di "broached urnall" parola che designerebbe la pietra cubica a punta
medesima.
9) il manoscritto degli Archivi di Edimburgo ha qui contratto due domande della sua sorgente che
sono rimaste distinte nel Chetwode Crawley e nel Kevan. "D: Io dove troverò la chiave della vostra
Loggia? R: A tre piedi e mezzo dalla porta della Loggia sotto un parpaing ed una zolla verde.; D:
Cosa intendete voi per un parpaing ed una zolla verde? R: Intendo non solo sotto un parpaing e una
zolla verde ma sotto la piega del mio fegato, là dove giacciono tutti i segreti del mio cuore."
10. Il Chetwode Crawley e il Kevan hanno qui: "Questi sono i segni del compagnonaggio."
11. Il Chetwode Crawley e il Kevan danno le parole a tutte lettere.
12. Si può avere un'indicazione di ciò che era il giuramento prestato sul Vangelo di San Giovanni,
come l'uso ne è stato nettamente attestato in seguito nella Massoneria Francese.
13. Sagoma che fissa la dimensione delle pietre da tagliare.
14. Il testo ha qui: il più giovane massone (the youngest mason) ma è evidente che si tratta del
recipiendario.

[A] La parola “parpaing” nei dizionari francesi viene definita come “pietra o blocco da taglio che ha
lo spessore del muro”.
[B] Questa parte fa dubitare che lo scritto sia stato redatto da un massone ma più probabilmente da
un profano che ha carpito qualcosa da essa con l’intento di screditare la massoneria. Le “mille
posizioni e boccacce ridicole” non sono altro che prove a cui è sottoposto l’ospite per la tegolatura,
viste in senso dispregiativo e canzonatorio. Questa parte si presta anche ad essere interpretata come
un passaggio di grado. Tenendo presente che all’epoca il rituale per l’iniziazione ed i passaggi di
grado contemplava solo il giuramento da prestare e la trasmissione delle parole di passo e d’ordine,
non è escluso che sia stato qui inserito delle parti di altro manoscritto concernente il vero e proprio
rituale di loggia, ciò confermerebbe l’impressione che sia stato redatto da un profano che è venuto a
conoscenza di qualcosa senza saperlo inquadrare nella giusta ottica.
[C] Vale quanto detto al punto [B]. Il “saluto ridicolo” non è altro che il segno del compagno.
[D] Oltre quanto detto alla nota 13, si fa presente che in questa epoca ogni città in genere aveva le
proprie sue misure lineari, di peso e di volume.
Nelle grandi costruzioni accorrevano operai specializzati da tutte le città vicine ed anche oltre, con
le proprie misure (oggi si direbbe con il proprio metro), per tale motivo si rende necessario sul
cantiere fissare una misura unica alla quale tutti devono attenersi.
[E] Considerato la parte precedente, questa parte dovrebbe essere eseguita solo da maestri. Potrebbe
anche essere solamente una diversa versione della parte precedente occorrente per esaminare il
compagno di mestiere. Oppure confermare quanto precedentemente detto, che una delle due parti è
una parte del rituale di passaggio di grado.

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