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Mauro e Camilla
imparano
DE NU
GA PU
LO GNE
FO
SI TO VI
BO MA
ZA
RE
GLI
QUE
CO
1
Mina Petrachi
MAURO E CAMILLA
imparano
Dedicato a
mio padre Leonardo Petrachi,
mia madre Idea Galvani
ed al Prof. di Reumatologia
Lupo Andreotti di Firenze
1
Mina Petrachi - Ha prestato servizio in qualità di insegnante di scuola elementare
nella provincia di Brindisi e di pedagogista presso la A.S.L. di Lecce/1 e quella di
Brindisi/4 fino al 1992.
2
Prefazione
Cominciare un libro sulla scrittura analizzando il linguaggio parlato può apparire im-
proprio dato che di solito c’è una totale negligenza del fatto che a scuola impariamo a
rappresentare per iscritto la lingua parlata che conosciamo già. I metodi per insegnare a
scrivere in genere non considerano il linguaggio verbale, ma costruiscono le loro stra-
tegie su una rappresentazione astratta del linguaggio scritto, una struttura fatta di vocali
e consonanti che vengono presentate come se il bambino non le avesse mai incontrate
e comunque senza preoccuparsi di chiarire quale relazione esista tra la struttura dello
scritto e quella del parlato.
Tutti sanno che vocali e consonanti possono essere chiamati anche fonemi e le lettere
che li rappresentano grafremi, ma pochi conoscono in che relazione stanno tra loro.
I fonemi sono l’unità di base del parlato, anche se sono percepibili solo quando sono
associati fra di loro, e in particolare quando sono associati con le componenti più so-
nore, chiamate vocali.
Anche nella produzione vocale noi non produciamo i fonemi isolatamente, ma asso-
ciati in unità che chiamiamo sillabe.
Ma allora, si potrebbe chiedersi, se la struttura del parlato non prevede come unità mi-
nime di produzione i fonemi, ma piuttosto la sillaba, perchè non si insegna a scrivere
sillabe?
Le sillabe sono molto numerose, oltre duemila in italiano, e quindi ipoteticamente una
trascrizione che prevedesse un segno o un insieme di segni che corrisponde a ciascuna
sillaba, ci costringerebbe ad apprendere un numero molto elevato di corrispondenze.
Questo accade per esempio ai giapponesi, che hanno uno dei loro sistemi di trascrizio-
ne basato sulle sillabe (Kanj), ma, pur essendo un sistema più semplice di quello ideo-
grafico, richiede pur sempre un lungo periodo di training.
La possibilità di descrivere la struttura del parlato in fonemi riduce il numero di unità
utilizzate per la descrizione. Per produrre un numero così elevato di sillabe noi utiliz-
ziamo solo ventotto fonemi che si combinano fra di loro. E dunque, se si può trascrive-
re il parlato utilizzando così poche unità, perchè non approfittarne?
Il problema è che non abbiamo un numero di lettere uguali a quello dei fonemi e dunque
alcuni segni vengono utilizzati per riprodurre suoni diversi, spesso in associazione con
altri segni e questo ostacola la possibilità di imparare a scrivere o a leggere utilizzando una
corrispondenza bi-univoca tra un suono e un segno o viceversa.
Senza riferirsi a teorie che sono molto complesse, possiamo osservare che, se leggiamo
una parola con una strategia lettera per lettera abbiamo diverse possibilità di commet-
tere errori che possono ostacolare il riconoscimento della parola. Persino le vocali,
che noi riteniamo il cardine della nostra lingua possono trarci in inganno nella lettura
lettera per lettera. La vocale i in una parola come cioccolata non dovrebbe essere letta,
poichè non corrisponde ad alcun fonema, ma svolge un ruolo puramente sussidiario
alla lettera precedente.
Vi sono anche molte consonanti che hanno più di una corrispondenza fonemica: su
sedici consonanti, solo nove hanno una consistenza perfetta, cioè rappresentano solo
un suono, tutte le altre possono rappresentare suoni diversi, anche più di due.
3
Se però si passa ad una lettura di tipo sillabico, allora la stabilità della corrispondenza
fra lettere e suoni diviene elevatissima, superando il 99% delle sillabe.
E’ la stabilità del nostro sistema sillabico ad aver portato all’ortografia dell’italiano la
fama di uno dei sistemi più regolari al mondo.
Solo il gruppo gli può essere letto in due modi diversi, mentre tutte le altre sillabe han-
no una sola corrispondenza.
L’autrice è partita proprio da questa evidenza per proporre la sillaba come unità base
dell’apprendimento della lettura e della scrittura.
La proposta è molto interessante, dato che sfrutta appunto, con mirabile chiarezza,
l’elemento più robusto del nostro sistema linguistico, a patto che non si dimentichi
quello che viene detto proprio nell’introduzione: i fonemi sono l’unità più produttiva
poichè con un numero limitato di elementi e un numero finito di regole di combinazio-
ne, ci consentono di produrre un numero elevatissimo di sillabe e un numero presso-
chè illimitato di parole.
Il senso della proposta dell’autrice è proprio questo: far arrivare il prima possibile alla
sillaba, cioè a quell’insieme di elementi che si possono facilmente ritrovare nella paro-
la.
Non dimentichiamo che il bambino segmenta facilmente in sillabe, dato che coincidono
con l’unità motoria minima di produzione del linguaggio verbale, e dunque, introducendo
prestissimo la lettura sillabica non si fa altro che favorire il riconoscimento delle corrispon-
denze con le unità primitive della produzione verbale.
Giacomo Stella
Docente di psicologia
clinica presso l’Università
di Modena - Reggio Emilia
4
SONO IO
MI CHIAMO ___________
5
SONO COSE
6
SONO COLORI
7
SONO COSE COLORATE
8
MOTO ROSSA
9
ZAINO AZZURRO
10
PETTINE VIOLA
11
TUBO VERDE
12
FIORE GIALLO
13
TUBO ZAINO
MOTO
FIORE PETTINE
14
FIORE GIALLO
TUBO VERDE
MOTO ROSSA
PETTINE VIOLA
ZAINO AZZURRO
15
IL BECCO GRANDE
______________________________
IL BECCO PICCOLO
______________________________
1
LA SUORA ALTA LA SUORA BASSA
2
LA CORDA LUNGA
______________________________
LA CORDA CORTA
______________________________
3
IL GATTO SOPRA LA SEDIA
______________________________
______________________________
4
IL LOMBRICO VERSO L’ALTO
______________________________
______________________________
5
LA NUVOLA AVANTI AL SOLE
______________________________
______________________________
6
MAURO VICINO AL DINOSAURO CAMILLA LONTANA
7
MAURO DENTRO LA VASCA CAMILLA FUORI
8
SALVATI DA UN REMO IN MEZZO AL MARE
9
MOTO MARE
____________ ____________
MELA
____________
MISSILE MURO
____________ ____________
1
ZAINO ZUCCA
____________ ____________
ZIGZAG
____________
ZEBRA ZOCCOLO
____________ ____________
2
PETTINE POLPO
____________ ____________
PALLONE
____________
PIATTO PULCINO
____________ ____________
3
TUBO TAVOLO
____________ ____________
TIGRE
____________
TELEFONO TORTA
____________ ____________
4
FIORE FUOCO
____________ ___________
FORMICA
____________
FELPA FATA
____________ ____________
5
BECCO BIDONE
____________ ____________
BUSTA
____________
BARATTOLO BOTTONE
____________ ____________
6
SUORA SOLE
____________ ____________
SERPENTE
____________
SIRINGA SALAME
____________ ____________
GATTO
CASA
GONNA
CUORE
GUANTO
CORDA
8
LOMBRICO LAMPADINA
____________ ____________
LIBRO
____________
LETTO LUMACA
____________ ____________
9
NUVOLA NEONATO
____________ ____________
NIDO
____________
NOCE NAVE
____________ ____________
10
DINOSAURO DENTIFRICIO
____________ ____________
DOCCIA
____________
DADO DUE
____________ ____________
11
VASCA VOLPE
____________ ____________
VITE
____________
VULCANO VELA
____________ ____________
12
REMO RANA
____________ ____________
ROSA
____________
RIGA RUOTA
____________ ____________
13
E’ ARRIVATO
UN BASTIMENTO
CARICO...
DI...TA ...TARALLI
DI...ZO ...ZOCCOLI
DI...MA ...MATTONI
DI...CA ...CANZONI
SBAGLIATO! SI E’ VERO,
LE CANZONI
NON SONO COSE...
SONO FATTE DI
MUSICA E PAROLE.
1
MA
MU ME
MI MO
MOTO MURO
MARE
MISSILE MELA
2
ZO
ZI ZU
ZA
ZE
ZAINO ZIGZAG
ZOCCOLO
ZEBRA ZUCCA
3
PI
PO PA
PU PE
PETTINE PA L L O N E
P I AT T O
POLPO PULCINO
4
TE
TA TI
TO TU
TUBO TAV O L O
TELEFONO
T O R TA TIGRE
5
FO
FU FE
FA FI
FIORE FATA
F E L PA
FUOCO FORMICA
6
BE
BO BU
BI BA
B A R AT T O L O
BECCO
BOTTONE
BIDONE B U S TA
7
SI
SU SO
SA SE
SUORA SIRINGA
SALAME
SOLE SERPENTE
8
CU
CO
CA
CORDA
CUORE
CASA
9
GU
GA
GO
GONNA
GUANTO
G AT T O
10
LO
LA LE
LU LI
LOMBRICO LIBRO
LUMACA
L A M PA D I N A LETTO
11
NI
NO NU
NE NA
NUVOLA N AV E
NOCE
N E O N AT O NIDO
12
DA
DO DI
DINOSAURO DE DU DADO
DOCCIA
DENTIFRICIO DUE
13
VI
VO VU
VE VA
VA S C A
VELA
VOLPE
VITE
VULCANO
14
RO
8
RU RI
RE RA
REMO ROSA
RIGA
RANA R U O TA
15
16
mu
17
18
19
20
21
RIESCI A LEGGERE ?
1
PA PE PI PO PU
MA ME MI MO MU
RA RE RI RO RU
TA TE TI TO TU
VA VE VI VO VU
BA BE BI BO BU
NA NE NI NO NU
DA DE DI DO DU
ZA ZE ZI ZO ZU
SA SE SI SO SU
LA LE LI LO LU
FA FE FI FO FU
GA GO GU
CA CO CU
2
COMPLETA
3
METTI LA FRECCIA DOVE PUOI
SO PA
VI BI MO TO
NO RA
DO TE
SE ME RE MO
RA CA
RO RO
TO FA BI CI
PO ZO
4
COMPLETA I DISEGNI
5
6
LEGGI E COMPLETA
7
METTI LA FRECCIA DOVE PUOI
LA TE
A FI O RA
SU CA
SA TO
SAL TO OR FO
CA SO
PI TI
GOM MA REN NA
BE ZU
8
DISEGNA SCRIVI
PALA
___________ PALLA
___________ ___________ ___________
LEGGI
CANE CANNE
SETE SETTE
FATA FATTA
BELA BELLA
9
CONTINUA
LAVARE PATATE
PETTINARE PENTOLA
PELARE PARETI
POTARE CAPELLI
PITTURARE ALBERI
10
IN CUCINA
11
PER STRADA
COMPLETA LE INSEGNE
TEATRO
FARMACIA
OSPEDALE
PALESTRA
12
SEGUI LE FRECCE
13
CERVO OCHE
CIRCO CHIAVE
GELATO SPIGHE
GIRAFFA GHIANDA
PESCE
14
AVVISO
IA AQ CON
E RC U
IL QUI QUE QUO
U O
Q QUI N
E IL GIOCO
CAMBIA UN PO’.
QUO QUA MA SE LE
CERCHERAI...
QU QUE
AD RE PURE QUA
ER O
U TROVERAI!
NO Q
LI
O A.
. N ..
.. ..
.. GNA
LL
BA O
GNE
GNI
CI SONO GNO
GNU
15
DOPPIA V
CA
PP
ICS W A
X
K
NGA
IPSIL
I LU
ON
Y
J
LE LETTERE STRANIERE
FANNO UN MEZZO GIROTONDO.
SON VENUTE DA LONTANO
UN PO’ DA TUTTO IL MONDO:
LE TROVIAMO IN YOGURT, KIWI, JEANS E
TAXI.
MA ORMAI, ANCH’ESSE, SON PURE D’ITALY.
16
17
18
L’ALFABETO
A a
B b
C c
D d
E e
F f
G g
H h
I i
J j
K k
L l
M m
N n
O o
P p
Q q
R r
S s
T t
U u
V v
W w
X x
Y y
Z z
19
Mina Petrachi
Mauro e Camilla
pensano
LEGGERE
E’
BELLO!
SCRIVERE
E’
BELLO!
2
Mina Petrachi
MAURO E CAMILLA
2
RIPORTA NEL QUADRETTO INDICATO
COSA LEGGI
?
LA
MA
VE
LA
SUL
VA
RE
LA
1
LA MIA MAMMA IL MIO PAPA’
LE MIE COSE
2
UNO E TANTI
SOLE E NUVOLE
PERA E ___________
CANE E ___________
SCUOLA E ____________
RAMO E __________
3
LA MATITA
IL ___________
L’ ___________
LO ___________
4
LE I GLI
ITE
AT
M
5
DISEGNA COSA TI PIACE FARE
A CASA
A SCUOLA
ALL’APERTO
6
COSA FA CAMILLA?
CAMMINA MANGIA
BEVE SALTA
CADE PIANGE
7
LO GNOMO SUONA LA CHITARRA
4 2
UNO SCOIATTOLO
UN ALBERO
UN’AIUOLA
10
MAURO DIVENTA...
COMPLETA
UN RE
11
UN BAMBINO DI NOME ANDREA
DISEGNA IL DINOSAURO
POI VA IN BICICLETTA.
12
DOVE BISOGNA SCRIVERE
HA E DOVE HANNO?
LA BICICLETTA___________ LE RUOTE,
IL FANALE, IL MANUBRIO, LA CATENA,
IL SELLINO, IL CAMPANELLO, I PEDALI.
LE BICICLETTE___________ LE RUOTE,
IL FANALE, IL MANUBRIO, LA CATENA,
IL SELLINO, IL CAMPANELLO, I PEDALI.
13
14
RIPORTA NEL QUADRETTO INDICATO E COMPLETA
Cosa leggi
? Il
u
com ter
pu
le
mol to
è ti
Il
15
C’E’ C’ERA
Nel guscio_______un uccello. Sotto il ponte_______ una barca.
CI SONO C’ERANO
Sull’albero__________le foglie. Nel piatto__________ gli spaghetti.
DISEGNA COME SONO
Io sono così
(il sole)
Io sono fiorita
(la pianta)
Io sono buffo
(il pagliaccio)
16
DISEGNA E COLORA COME SONO
La candela è accesa.
Il bimbo è biondo.
La bimba è bruna.
La nuvola fa piovere.
17
Modi di essere opposti
18
Campioni di lunghezza
Il col..... della giraffa
Il son..... del ghiro
19
20
COME SI MUOVONO
ALCUNE COSE
DOVE SI MUOVONO
ALCUNI ANIMALI ALCUNE PERSONE
bela
miaooo...
miagola
pio pio
pio...
pigola
bau
bau...
abbaia
cip cip
cip...
cinguetta
21
Metti in ordine e disegna
becca
semini
passero
i
Un
giornata
Oggi
è
bella
una
Un
gatto
muretto
sul
cammina
22
23
IL MIO PUZZLE
completa:
chiamo
Mi e
a
il nat...
sono
MAURO:
- ECCO I MIEI GIOCATTOLI!
MI PIACEREBBE REGALARLI
AI BAMBINI CHE
NON NE HANNO.
1
CAMILLA:
- QUANTI BEI FIORI NEL PRATO!
MI VIEN VOGLIA DI
RACCOGLIERLI TUTTI.
2
NEI GIARDINI E NEI BOSCHI
S TA R E
N C A L PE
NO
A I U O LE!
LE
NON G
ETTAR
RIFIUT EI
I PER T
ERRA!
N Z I O N E !
ATTE
I C O L O D’
PER
3
RICORDA!
NON ABBANDONARE
QUESTO SACCHETTO:
CI PUOI METTERE ANCORA
UN SACCO
DI COSE!
4
LA PAROLA STELLA SUONA BENE
CON CARTELLA.
CASSETTO SUONA BENE
CON BERRETTO.
PROVA A CONTINUARE.
5
NATALE
MAI BAMBINO FU TANTO ATTESO
ED OGGI, PER TUTTI, DAL CIELO E’ DISCESO.
NON INDUGIAMO, CORRIAMO A CERCARLO,
CI DIRA’ LA COMETA DOVE TROVARLO.
NELLA SUA LUCE UNA VOLTA ARRIVATI,
CHINIAMO LA TESTA FELICI E BEATI.
6
BUON NATALE!
IN ALTRE LINGUE
RUSSO SCHASTLIVOQO
ROZHDESTVA!
TEDESCO FROHLICHE
WEIHNACHTEN!
7
AL PRESEPE
AL SUONO DI UNA DOLCISSIMA MELODIA,
GLI ANGELI ANNUNZIARONO AI PASTORI
LA NASCITA DEL BAMBINO GESU’.
ALLORA, PORTANDO CON SE’ TANTI BEI DONI,
I PASTORI SI RECARONO ALLA CAPANNA
E ADORARONO IL BAMBINELLO.
8
LA BEFANA
SULLA SCOPA VIEN LEGGERA
SUL FINIRE DELLA SERA.
LA RICOPRE UN GRAN MANTELLO
MA, SE PIOVE, NON HA OMBRELLO.
9
IL CALENDARIO
APRILE IL CLIMA È PIÙ GENTILE
MAGGIO MI ALLEGGERISCO ADAGIO
GIUGNO DI SPIGHE GIALLE UN PUGNO
10
AL MERCATO
11
LA MACEDONIA DI PAPA’.
12
DOV’E’ IL TOPO ?
pa pe pi po pu
IL TOPO NON C’E’ PIU’.
ru ri ro re ra
STASERA TORNERA’.
da du de di do
MA, SE NON LO VEDRÒ,
so su sa se si
PER LUI FARÒ COSÌ:
fi fo fa fu fe
BEVUTO UN BUON CAFFÉ,
de do da du di
IN GIRO NOTTE E DÌ,
ri re ra ru ro
FINCHÉ LO TROVERÒ
ro ri re ra ro
E IL CACIO GLI DARÒ!
13
IL DOMINO
CASA SAPONE NESPOLA LATTE
MARMO
TERRA
ROMA
Papavero rosso
RAMO
Bimbe belle
TESORO
Cane nero
MORA
Strade deserte
Forze zero
RETE
Topi piccoli
Cavallo lontano RAGNO
TORRE
GNOCCO
MENTO
14
Il treno viaggia sui binari.
V F
15
Il vestito ha le tasche. V F
Ha le maniche lunghe. V F
Ha il colletto. V F
Ha la cintura. V F
16
Frasi così
Pepe e peperoni
Aria se ho fame
17
Ridere fa bene
Mauro:
- Ho deciso di iscrivermi ad un corso di
nuoto!
Camilla:
- Perché?
Mauro:
- Devo imparare a nuotare perché, quan-
do sogno di stare in mare, ho paura di
affogare...
Eh?
Ah! Ah! Ah!
18
Indovina indovinello
Tondo tondo,
bianco e nero.
Salta, rotola,
fa goal!!!
Ho capito, è il ___________
Disegna
19
Parlano della pioggia
• la canzone
... proprio quando piove i bambini fanno:
- Ooh, guarda la pioggia!
Quando i bambini fanno:
- Ooh... che meraviglia, che meraviglia...
• il proverbio
“Cielo a pecorelle, acqua a catinelle”
• la filastrocca
20
Il giro dell’acqua
Quando fa caldo, una parte dell’acqua dei
mari, dei fiumi e dei laghi evapora, cioè sale
verso l’alto sotto forma di goccioline legge-
rissime ed invisibili.
Queste vanno a formare le nuvole.
Poi ricadono sotto forma di pioggia che dis-
seta la terra e le sue creature.
L’acqua non usa scale ma sale e scende
ugualmente.
Senza di essa, non si potrebbe vivere.
Grazie!
Avevamo tanta
sete...
21
Camilla è impaziente
22
Eh? Ah! Ah! Ah!
Camilla:
- Accidenti, mi sono fatta male!
Mauro:
- Otturati le orecchie!
Camilla:
- Perché?
Mauro:
- Così non senti il dolore...
Detto popolare
“Non c’è miglior sordo di colui che non vuol
sentire”.
23
Il piccolo Gesù
Gesù, da piccolo giocava con gli altri bambini,
ebraica.
casa di Nazaret.
25
La fame di Arlecchino
Colombina:
- Ciao Arlecchino, ma cosa ti è successo?
Sei così pallido!
Arlecchino:
- Eh, si, non mi sento bene!
Col. :
- Ma... ti ha fatto male qualcosa?
Cosa hai mangiato?
Arl. :
- Un buon piatto di spaghetti, un pollo arro-
sto, quattro salsicce, una decina di polpette
ed un vassoio di frittelle al miele.
Col. :
- Accidenti! E basta?
Arl. :
- Ohimé! Niente più...
Ed è per questo che
sto male, sto morendo
di fame!
26
Laghetto in classe
Oggi la maestra ci ha fatto disegnare, poi ci
ha chiamati per guardare il disegno di ciascu-
no.
Al nome di Marco, nessuno si è mosso dal
banco.
Allora tutti ci siamo voltati a guardare il nostro
compagno:
27
Qualche compagno ha iniziato a ridere.
Allora la maestra ha guardato il suo disegno
e ha detto sorridendo:
-Bravo Marco, il tuo disegno è bellissimo;
ti sei molto impegnato e... perciò ti sei
bagnato!
Tutti abbiamo battuto le mani.
28
Pinocchio
Pinocchio ha ancora l’abbecedario in mano.
Deve andare a scuola ma ... <<Pi pi pi ...
Zum, zum, zum>>. E’ arrivato il teatrino dei
burattini di Mangiafuoco e ...<<Per andare a
scuola, c’è sempre tempo>> pensa Pinocchio
e decide ...
C. Collodi
Pinocchio Pinocchietto
dov’è il tuo Geppetto?
Lascia i tuoi amici e vai.
Ti stringerà sul petto!
29
-Nella sfera di cristallo vedo ... vedo ...
30
Ah, eccoli !
piccola piccola.
31
Indovina indovinello
Cosa c’è sotto il
cappello ?
Anagrammiamo parole
con significato senza significato
mora - ramo scamo - mosca
mese - nopi -
vene - neca -
nido - gosu -
scava - rifana -
dente - ropala -
destra - droqua -
32
La storiella della p e della b
La p e la b erano due sorelle che abitavano
in una casetta in cima alla montagna.
Poiché erano molto anziane, pensarono di farsi
aiutare dalla m o dalla n che abitavano ai piedi
della stessa montagna.
Non potevano ospitare entrambe poiché
disponevano di un solo letto in più.
Decisero che sarebbe rimasta con loro chi delle
due fosse arrivata prima alla casetta.
La m e la n cominciarono, allora, la salita.
Arrivò per prima... indovina tu.
(Chi, avendo più “gambe”, poteva essere più
veloce?)
p b
m
n
33
Pasqua: Gesù è risorto!
Insieme al giorno di Natale, quello di Pasqua
è molto importante per noi uomini.
Gesù, morto sulla croce per la cattiveria degli uo-
mini, è risorto!
- Grazie Gesù, per averci perdonato ed assicurato
una nuova vita, insieme a Te.
34
Disegna e colora i tre simboli
della Santa Pasqua,
che sono anche i simboli della vita:
35
Quale sorpresa ti piacerebbe trovare
nell’uovo di Pasqua? Disegnala.
36
Il pensiero corre e va
da... a...
Prova tu
Candela luce
37
Fiorellin fiorello
ogni fiore è bello!
L’ha creato il Signore
per esprimere il Suo
Amore
38
Il miele
Consigli di Mauro.
Quando si ha la tosse, bisogna bere latte, tè o
camomilla caldi dopo avervi sciolto un cucchiai-
no di miele di eucalipto.
39
La settimana del pulcino
Lunedì fece un buchetto
martedì lo fece grandetto
mercoledì si sporse un pochetto
giovedì fece un giretto
venerdì mangiò un vermetto
sabato si mise a letto
domenica gonfiò il suo petto.
40
L’amicizia
un grande e grosso.
Si sedettero su una
e si mettevano a ridere.
41
Passò anche un bel che si mise ad
diventati amici.
42
Donna Rosina
Donna Rosina, russa bambolina
assomiglia a zia Angiolina.
Ricco vestito a fiorellini,
due bottoncini per orecchini,
capelli biondi raccolti a tuppetto,
occhi azzurri, nasino perfetto.
La sottogonna? E’ una spessa trapunta!?
Donna Rosina, che par quasi vera,
è solo, in fondo, una copriteiera.
43
SHARA
La passione di Andrea e Mauro è Shara, un bel cagnolo-
ne di un anno dal pelo fulvo e avana, e gli occhi languidi.
Lo hanno accolto in casa quando, ancora piccolo, è sta-
to abbandonato per strada.
Quando ciascuno dei due torna da scuola, e sta per suo-
nare il campanello, Shara avverte la sua presenza, si agi-
ta tutto, e scodinzola con gioia.
Shara, però, ha paura di salire per le scale, e di passare
davanti ad una porta aperta che di solito è chiusa. Teme
la palla anche se ferma o una canna sul terreno.
Fa così perché è ancora piccolo?
Andrea e Mauro, un pò preoccupati, sperano di si.
44
Le avventure di Fata Birilla
Fata Birilla fa colazione ma... la terra si muove, Per tornare se stessa,
con il succo di un nuovo fiore le gira la testa, farebbe un bel bagno
barcolla ridendo, ed ecco uno stagno!
si sente un po’ in festa.
1° episodio - Fata Birilla si ubriaca
Ma... cosa succede... Esausta, a fatica esce dall’acqua.
Si tuffa nell’acqua C’è troppa corrente! E’ ansante e smarrita,
45
e il fresco le giova. Sarà mica un torrente? si sente sfinita.
Una volta
Stamattina, mentre venivo a scuola con la mia mamma,
ho visto la gattina della nostra vicina.
Zoppicava e il suo miagolio faceva pena: sembrava che
chiamasse la sua mamma.
46
E questi erano tenuti a freno, per non essere molto veloci
e quindi pericolosi.
Allora ho aggiunto io:
- E quando una gattina stava per capitare tra le zampe
di un cavallo, questi, per non investirla, si scostava gen-
tilmente.
I loro sguardi si dicevano:
- Grazie di tutto cuore!
- Di niente, signorina!
47
Quest’antica cartolina ci fa vedere com’era la penna con
cui i nostri nonni scrivevano.
C’era anche l’inchiostro, un liquido nero in cui s’intingeva
il pennino.
Qualche volta succedeva di fare grosse macchie sui fogli
dei quaderni e, allora, bisognava cominciare tutto dacca-
po.
48
2° episodio - Fata Birilla si ... festeggia
e... buon Dio, quale scompiglio:
Fata Birilla compie i suoi anni un acquazzone si abbatte su tutti
Farfuglia qualcosa, poi un grande sbadiglio
ma neanche lei sa ormai quanti. Ma... la lingua pare impedita... ed è per ognuno un gran fuggi fuggi.
Ha invitato, ad una gran festa, e la musica suoni gradita. Tuoni e saette sconvolgono il cielo
tutti gli amici della foresta. perchè la tavola venga imbandita e la terra si veste di un velo.
Pronunciar deve le strane parole
Tutta bagnata e frastornata
si guarda intorno la... festeggiata? Allor si allontana, poi indietro si volta.
-Ma cosa è successo, che mai avrò detto? Forse andrà meglio un’altra volta!
49
C’era una volta
50
C’era un bimbo nella
stanza che dormiva
nel suo letto.
51
Il leone Gorigò
Il leone Gorigò, un po’ stanco ed un po’ affamato, un
bel giorno riunì gli animali della foresta e disse loro:
52
Tutti furono d’accordo ma... pensarono pure che la
buona educazione non doveva, in nessun caso, essere
scambiata per invito a colazione...
Fu emessa perciò la legge:
“ Bisogna inchinarsi davanti al Re Leone ma solo a giu-
sta distanza e, cioè, facendo molta attenzione!!”
53
3° episodio - Fata Birilla va in cerca del mago
54
4° episodio - Fata Birilla si spaventa ma ....
AI UTO !!!
Ma dalla caverna un orso vien fuori: Il mago accorre: ha lunga barba
ghigno beffardo e lunghi unghioni. e sguardo che brilla.
Fa un salto indietro fata Birilla
e, spaventata oltremodo, strilla.
Sorridendo le dice: Ora però io devo andare ti prometto però,
-Non tremare, è mamma orsa e tu devi crescere e pazientare: che in quanto a magia,
e non fa alcun male; un giorno nessun
si ciba solo di miele e zanzare. ti potrà superare.
55
Ho sognato
Si, ho sognato. Era un sogno bellissimo.
Ero in groppa ad un uccello gigante che volava a grandi
ali spiegate ed io guardavo giù.
Sotto di me scorrevano monti, fiumi, laghi, boschi, cam-
pi, città!
Ed ovunque tanta gente: c’erano tutte le razze del mondo
e perciò il colore della pelle delle persone era diverso.
Gli adulti lavoravano insieme ed i piccoli giocavano e rin-
correvano le farfalle.
Erano tutti felici.
56
Ti prego!
Mio buon Dio,
ora che ho imparato, voglio
scriverti una preghiera.
Aiutami a diventare più
buono/a e diligente.
Alcuni miei compagni non
italiani Ti chiamano con
altri nomi ma Tu sei
sempre Tu.
57
La sola verità è amarsi.
Amarsi gli uni con gli altri;
amarsi tutti.
Raoul Follereau
58
Quale percorso dovrà seguire Mauro per poter mangiare
il gelato?
Finalmente in vacanza!!
CIAO! DIVERTITEVI
ANCHE VOI!
59
Guida
all’uso di Mauro e Camilla 1
con proposte per
attività di rinforzo e prevenzione
1
2
Indice e contenuto dei capitoli
Per ragioni di opportunità sono stati riportati il contenuto e l’indice dei
capitoli di “Mauro e Camilla 1” insieme a quelli del presente allegato libro-
Guida.
I numeri sottolineati si riferiscono alle pagine di Mauro e Camilla.
La ricerca delle stesse, da parte del bambino, è facilitata da simboli geometrici: l’ovale
per il capitolo e il rettangolo per la pagina. Ogni capitolo inizia da 1
-0- 5 - 15
“Lettura immediata” della semi-frase e sua copiatura dallo stampato maiuscolo.
Primo Capitolo 1 - 28
Attività di rinforzo relative alla conoscenza dei colori ed alla verifica delle capacità di caratte-
re generale (coordinazione oculo-manuale, linguaggio, attenzione, memorizzazione, orien-
tamento). Attività di prevenzione nei confronti di spostamenti ed omissioni dei grafemi
nella copiatura di parole, in relazione ai concetti prima-dopo nel tempo e nello spazio.
- 00 - 1-9
Continua la “lettura immediata” e la copiatura delle semi-frasi che vanno gradualmente
completandosi e che consentono la verifica dell’acquisizione dei concetti riguardanti il
modo di essere di persone, cose, animali, ed il loro relazionarsi e posizionarsi nello spazio.
Secondo Capitolo 29 - 43
Attività di rinforzo delle capacità di orientamento nello spazio reale e grafico, di prevenzio-
ne nei confronti della scrittura di tipo speculare e della errata direzionalità motoria destra-
sinistra della stessa. La lateralità.
- 000 - 1 - 13
Si aggiungono ai nomi-guida altri nomi che hanno in comune con i primi il grafema iniziale (
la consonante) seguito però da ciascuna delle altre vocali.
Terzo Capitolo 44 - 50
Attività di prevenzione nei confronti di eventuali spostamenti ed omissioni di grafemi nella
scrittura autonoma, in quella dettata e nella lettura.
Attività di prevenzione nei confronti dell’eventuale confusione tra i grafemi visivamente
simili dello stampato minuscolo.
3
- 0000 - e - 00000- 1 -21 e 1 - 19
Il gioco degli ovali consente il riconoscimento visivo e la conseguente attribuzione del suo-
no alla sillaba questa volta sola, staccata dalla parola.
Prime parole bisillabiche e trisillabiche semplici. Grafemi e fonemi che compongono la silla-
ba. L’alfabeto.
Quarto Capitolo 51 - 56
Guida al gioco degli ovali. Scoperta del suono( unico) della prima coppia di grafemi.
Riconoscimento sempre più veloce delle caratteristiche visive e uditive delle sillabe.
Accostamento delle stesse per la formazione delle parole.
Conclusione 57
La Dislessia 58 - 61
Mauro e Camilla 2
- 000000 - 1 - 23
Utilizzazione dell’immagine ( prodotta o da produrre) per la composizione della parola e
della frase nonchè per la verifica dell’esatta comprensione della loro lettura.
- 0000000 - 1 - 59
Antologia
N.B.
L’UTILIZZAZIONEDIQUESTOMETODOCOMPORTA,NATURALMENTE,L’ESCLUSIONEDEL
CLASSICOALFABETIEREMURALECHEPOTREBBEESSERESOSTITUITODAUNPRATICOCAR-
TELLONE,SISTEMATOALL’ALTEZZADELBAMBINOECHEANDRA’COMPLETANDOSIAMANO
AMANOCHESIPROCEDERA’NELLA“LETTURA”ECOPIATURADELLAPAROLE-GUIDA(DA
MOTO A REMO DEI CAPITOLI - 0 - E - 00 - E POI AQUILONE E GNOMO DEL CAP. - 00000 -.
DIVERTENTEPOTREBBERISULTAREUNPAROLIEREMOBILE,FORMATO“CARTEDAGIOCO”O
L’IMITAZIONE DEL GIOCO DELL’OCA ( CON L’USO DI UNO SOLO DADO).
4
Metodo e caratteristiche
Premessa
Il metodo si basa sul convincimento che il bambino impari a leggere e a scrivere più fa-
cilmente se gli si propone un tipo di apprendimento audio-video-percettivo “strettamente
legato” ai suoni che effettivamente ascolta e pronuncia.
Evidentemente questi suoni non sono quelli dei fonemi isolati, cioè delle singole lettere
dell’alfabeto, salvo rare eccezioni come la consonante sss (prolungata per invitare al silenzio)
e le vocali seguite o no dai punti di domanda o di esclamazione (oh!, eh?, a, e, i...).
Deve sembrare, infatti, un’astrazione al bambino che fa il suo ingresso a scuola sentir
parlare di m, t, b... E ci si illude, se si pensa di essere più chiari, quando si precisa: m di
moto, t di topo...
I suoni a cui, il bambino è abituato sono, in effetti, quelli di tipo sillabico, raramente iso-
lati (ma, si, no, da, ci...), più spesso riuniti in sequenze, che costituiscono le nostre parole
e quindi il nostro linguaggio.
Essi possono essere semplici (consonante + vocale) oppure composti (consonanti + vo-
cale) ed ognuno di essi, vera e propria unità fonetica, viene pronunciato con una sola
emissione di voce.
Concludendo quanto dichiarato nella premessa, dovrebbe essere, allora, il suono sillabi-
co a costituire la base per l’apprendimento del codice relativo alla letto-scrittura.
Naturalmente, quanto detto non vuole assumere significato di scoperta o di semplicismo
di tipo teorico, ma solo di adesione (frutto di esperienza di insegnante prima e di pedago-
gista poi) a coloro che lo sostengono.
1° - Quando il bambino inizia a leggere, secondo il suddetto metodo, deve costituire il suono
di ciascuna sillaba che compone la parola, unendo la vocale alla consonante, a voce o men-
talmente (ad es., la m con la o si legge mo!). Tale associazione audio-video-percettiva e cine-
stetica (movimenti utili all’articolazione dei suoni di due o più lettere), non facilmente però è
o diventa un fatto meccanico e quindi rapido e certo. Le inevitabili pause intercorrenti tra una
sillaba e l’altra ritardano il costituirsi di una giusta automatizzazione della lettura che risulta
lenta, sofferta, poco comprensibile a grave detrimento dell’interesse per il suo contenuto.
Le cose si complicano nel caso di parole lunghe e complesse e soprattutto se, al lavoro di de-
codifica, sia impegnato il bambino con capacità di base non del tutto adeguate.
5
2° - La confusione tra il nome di ciascuna lettera alfabetica ed il suo effettivo suono, determi-
na complicazioni nell’apprendimento. Basti pensare alle varie effe, emme, zeta... del passato.
Ed ancora oggi una invisibile i sembra seguire b, c, d, p... per cui, ad es., ba o pa può essere
letta bia o pia, e coniglio viene scritto coniglo.
Più semplice ed opportuno, allora, conoscere direttamente il suono della sillaba già grafica-
mente costituita, che non vuol dire imparare sterili (perché isolati) suoni sillabici. Vuol dire,
piuttosto, iniziare a conoscere e riconoscere i suddetti suoni nell’ambito di parole accom-
pagnate dai relativi disegni ed appartenenti al comune linguaggio (nomi comuni di cose,
persone, animali).
A favore di quanto detto, vanno ricordati alcuni risultati di studi metalinguistici che ricono-
scono al bambino di cinque- sei anni indubbie capacità di “manipolare” aspetti strutturali
della parola e, fra queste, quella di “segmentare” intere sillabe ( notare: “segmentare” intere
sillabe, cioè suoni completi, non certo fonemi isolati.)
Ma allora, perchè non “approfittare” di tali capacità quasi sempre spontanee ed utilizzarle
come mezzo di apprendimento della letto-scrittura?
D’altra parte, ripercorrendo le tappe dell’apprendimento del linguaggio infantile è noto che,
dopo il periodo di lallazione ( primi rudimentali suoni), la prima articolazione dello stesso av-
viene tramite la pronuncia, chiaramente spontanea, di vere e proprie sillabe.
L’imitazione del linguaggio adulto, infatti, sia di quello più o meno complesso perchè
proveniente dall’ambiente circostante o di quello semplificato a lui diretto e caratterizza-
to dalla ripetitività di particolari sostantivi, verbi, suoni isolati ma significativi per la loro
carica di emotività, porta comunque il bambino ad articolare innanzitutto suoni sillabici
e quindi completi.
Sarebbe bene allora, che altrettanta naturalezza e, quindi compiutezza di suoni, caratte-
rizzasse l’apprendimento della letto-scrittura.
E se è vero, come si vuole sostenere, che la conoscenza grafo-fonetica della sillaba sem-
plifica l’apprendimento della letto-scrittura, a maggior ragione i bambini con difficoltà di
apprendimento di tipo generico e quelli potenzialmente dislessici dovrebbero avvalersi
del metodo sillabico.
6
Le caratteristiche di rigore e semplicità delle immagini, insieme all’essenzialità delle semi-frasi
che le accompagnano:due sole parole di cui una detta nome-guida poichè assumerà diverse
funzioni, attirano l’attenzione verso un progetto mirato di “lettura” facilmente ipotizzabile e
perciò definita “immediata”. Il bambino “legge”, copia ed inizia a riconoscere i nomi proposti
nel capitolo - 0 -.
Le semi-frasi appartenenti al capitolo successivo non perdono le caratteristiche del prece-
dente, pur completandosi con articoli, aggettivi e preposizioni e continuano ad offrire pos-
sibilità di verifica dei prerequisiti in possesso del bambino. L’acquisizione degli stessi, ove
mancasse, non sempre costituisce parte del metodo (il bambino che non distingue i colori,
ad esempio, non è impedito nell’apprendimento della letto-scrittura). Ne viene tuttavia pro-
posta l’acquisizione per far raggiungere un grado più elevato del linguaggio e quindi del
pensiero e viceversa, con conseguente aumento dell’autostima e della fiducia in se stesso.
Sono, questi ultimi, tratti psichici fondamentali perchè si rinforzi la personalità del bambino
ed in particolare la volontà.
Successivamente, e propriamente nel cap. -0000- e -00000-, viene attivato il metodo vero
e proprio: un percorso grafo-fonetico di tipo interattivo e congetturale che ha le caratte-
ristiche del gioco. Esso facilita il momento analitico, l’individuazione cioè, tra l’altro dal
sapore di scoperta personale, del suono della sillaba iniziale di tutti i nomi-guida.
Per la precisione, non si dovrebbe parlare sempre di vera e propria sillaba.
Infatti, per la difficoltà di reperire nomi facili da “leggere” attraverso la loro raffigurazione
grafica e per semplificare l’apprendimento, spesso è stato considerato soltanto il suono
completo iniziale, quello cioè dei primi due grafemi che non sempre esauriscono l’intera
sillaba come, ad es., mi per la parola missile, fi per fiore, fe per felpa.
Il bambino apprenderà, in seguito, come possono essere formate le sillabe e come in esse
si divide la parola.
Fondamentale si ritiene, invece, far corrispondere alla visualizzazione dei primi due grafemi,
l’ ascolto del loro suono di fatto unico e completo.
Successivi esercizi-gioco ne faciliteranno la memorizzazione ed utilizzazione per la co-
difica e decodifica di nuove parole.
Nei cap. -000000- e -0000000- che costituiscono “Mauro e Camilla 2”, la proposta di poesie,
filastrocche, indovinelli, giochi, barzellette e storie consente un uso giocoso delle abilità stru-
mentali appena conseguite.
Per acquisire l’abilità simbolica del leggere e dello scrivere, fondamentale per la realizzazione
umana e quindi spirituale e sociale della persona, è importante che il percorso di attività pro-
posto alla classe, al gruppo o al singolo, sia quanto più possibile piacevole, coerente e chiaro
e faccia crescere secondo le personali possibilità e i rispettivi tempi ciascun bambino.
7
PRIMO CAPITOLO
Dopo aver letto quanto scritto nella parte superiore e poi in quella inferiore
della prima pagina, si invita il bambino a rappresentare se stesso ed a riporta-
re, sull’apposita riga, il proprio nome e cognome (come gli riesce) in stampato
maiuscolo.
E’ capace il bambino, poi, di riconoscere e nominare i cinque oggetti raffigurati
nella pagina successiva ed i colori subito dopo utilizzati per ciascun oggetto?
Si fa quindi guardare l’immagine della moto e si spiega che quanto è scritto
sotto il disegno è, di solito, il nome dell’oggetto raffigurato.
Indi si fa notare:
- Qui, però, le parole sono due: questa (indicando MOTO) ci dice cosa rap-
presenta il disegno; quest’ altra (indicando ROSSA) ci dice di che colore è.
Allora, secondo te, cosa c’è scritto?
Se il bambino risponde correttamente sarà bene lodarlo, altrimenti lo si aiuterà
a comprendere meglio il significato di ciascuna parola oppure si proporrà, a
parte, un esempio veloce, che può anche essere anticipato:
- Questo disegno è una casa, sotto c’ è scritto proprio CASA, quest’ altra parola
indica il colore della casa che è... Quindi si legge...
Si può quindi chiedere:
- Allora, dov’è scritto MOTO e dove ROSSA?
La “lettura” delle semi-frasi che seguono, dovrebbe essere ipotizzata dal bam-
bino e, solo se necessario, aiutata o corretta.
Si parla, infatti, di “lettura-immediata” in quanto facilmente ipotizzabile: solo
due parole essenziali, appartenenti al comune linguaggio e la cui comprensio-
ne è agevolata dal disegno.
Prima di passare alla pagina successiva, è importante che la semi-frase di ogni pa-
gina venga letta in maniera autonoma e naturale (come se si parlasse) e copiata;
vengano colorati i pennarelli, proposti nella parte sottostante della pagina, utiliz-
zando lo stesso colore dell’oggetto sopra raffigurato. Si lascerà che sia il bambino
ad individuare, autonomamente, quello giusto.
Le semi-frasi saranno “lette” spesso, anche nascondendo il disegno, allo scopo di
far riconoscere a vista la formazione grafica delle parole:
MOTO, ZAINO, PETTINE, TUBO, FIORE.
8
La pagina 14 invita a colorare, possibilmente a memoria, i disegni già propo-
sti.
Quella successiva propone l’accoppiamento, tramite frecce, degli stessi oggetti
con le rispettive semi-frasi, circondate, dal colore dell’oggetto cui si riferisco-
no.
Va fatto presente che sono stati utilizzati i colori usati di preferenza dai bam-
bini.
In particolare, la scelta del verde e del rosso dà la possibilità di far emergere
eventuali difetti visivi come quello del daltonismo.
MOTO ROSSA
9
prudenza, sulla necessità dell’uso del casco, sulla necessità del rispetto del
codice stradale e della proprietà altrui.
Ben vengano frasi scritte (copiate) sul modello delle semi-frasi di questo capi-
tolo che, ovviamente, devono contenere la parola MOTO, possibilmente mes-
sa in rilievo da una sottolineatura.
Il bambino deve trovare, perciò, altre parole che specifichino come può es-
sere una moto e poi copiare ad es., MOTO RUMOROSA – MOTO VECCHIA
– MOTO PERICOLOSA – MOTO CROSS...
Far notare come queste frasi, in quanto strutturalmente complete, sono più
lunghe di quelle scritte sinora. Si consiglia, anzi, di far contare le varie parole
sulle dita della mano allo scopo, soprattutto, di una loro chiara distinzione.
Gioco fonologico: la parola moto suona bene con tante altre parole come foto,
nuoto, maremoto... Il bambino può copiarle sempre in stampato maiuscolo e,
ogni volta che ne salta fuori una, potrà aggiungerla all’ elenco che diventerà,
in seguito, materiale da leggere o di cui servirsi in vari modi.
10
Ed ecco la fiaba: <Il Pettine Magico>.
La parola tubo può far organizzare una raccolta di pezzi di tubi di ogni gene-
re. Ognuno porterà il suo da casa dopo che si sarà fatto spiegare a cosa serve
e dovrà spiegarlo ai compagni. Si può riempirne una scatola o addobbare un
cartellone murale con il titolo TUBI DI... e sotto il proprio, ciascuno potrà scri-
vere il nome del materiale con cui è stato realizzato: PLASTICA – GOMMA
– VETRO – CARTONE – LEGNO – CANNA – OTTONE - FERRO - RAME - AC-
CIAIO - PASTA (bucatini, tubetti ...) ...
11
Con la parola fiore è possibile rappresentare l’ intera classe: su ciascuno degli steli
raccolti in unico mazzo, ogni bambino potrà disegnare e colorare la propria corol-
la che può essere uguale alle altre o diversa; si può, anche, scegliere il fiore della
margherita per le femmine e quello del ciclamino per i maschi.
Sotto il mazzo saranno riportati il nome della città o del paese, della scuola, la
sezione della classe e, sopra ciascuna corolla, il nome del bambino che l’ ha
disegnata.
Anche gli insegnanti possono essere rappresentati da fiori, più alti magari, o da
alberi ricurvi sul bel mazzo... con il loro nome e cognome.
Possono scaturire argomentazioni sul valore estetico dei fiori , sulla loro perfezio-
ne, il profumo delicato o acuto di alcuni di essi e sul loro uso nella produzione di
profumi, colori, medicinali.
Dal tutto ricavare le solite semi-frasi scritte e frasi complete orali.
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1 - Attività ludiche ricavate da
a) giochi classici
Ad es. STREGA MANGIA COLORE...
Queste sono le parole, seguite dal nome del colore a scelta, che vengono pro-
nunciate ad alta voce da un bambino che assume il ruolo di Strega e si trova al
centro di uno spazio (aperto o chiuso ) in cui si siano sparsi i suoi compagni.
I bambini devono, allora, toccare il colore nominato per salvarsi dal tocco del-
la strega, che li escluderebbe dal gioco.
I colori ritenuti validi sono anche quelli degli indumenti che indossano, di cose
che hanno in tasca o di oggetti presenti nello spazio-gioco.
b) favole classiche
Ad es. LA RANA E IL BUE
Su un palloncino verde, appena gonfiato, si riproducono le sembianze di una
rana. Era proprio così la rana che, un giorno, guardò con invidia un bue che
pascolava nel prato vicino. Pensò, allora, di diventare grande e grossa come
lui. E allora si gonfiò tanto (continuare a gonfiare il palloncino) ma tanto, che
alla fine... scoppiò.
Il bambino dovrebbe, gonfiato il palloncino, disegnare la faccia della rana
mentre racconta la storia, continuare a gonfiare e poi ... BOOM!!!
c) spettacoli televisivi
Ad es. LA LUNA NERA
Su sette cartoncini, formato carte da gioco, far disegnare altrettanti og-
getti diversi. Uno di essi dovrà rappresentare la famosa Luna nera. Un bimbo
alla volta potrà scegliere un cartoncino e, se sfortunato, dovrà sopportare una
piccola penitenza.
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I bambini dovrebbero animare la storia.
b) fiabe classiche
Ad es. CAPPUCCETTO ROSSO
Lupo Cappuccetto, dove vai ?
Capp.
Dalla nonna, non lo sai ?
L. E...perché ti sei fermata?
C. Non li vedi questi fiori ?
( oppure sono tutti quanti rossi o di altri
Hanno tanti bei colori: colori )
gialli, verdi, viola, azzurri.
Un mazzetto ne farò
e alla nonna lo darò.
L. E nel cesto cosa porti ?
C. Un bel pezzo di focaccia
e di vino una bottiglia. ( parlando con il capo volto altrove e stro-
picciandosi le “mani” )
L. Puah... è la solita minestra.
Dalla nonna è meglio andare,
e, aspettando Cappuccetto,
iniziare un buon pranzetto
14
Attività per rinforzare capacità di carattere generale.
Non si fa riferimento al problema della disgrafia quanto, piuttosto, alla poca
sicurezza nel tratto, dovuto ad un certo ritardo di maturazione globale riscon-
trabile, anche, nell’incerta riproduzione dei pregrafismi e delle figure elemen-
tari (pagg. 17-18-19) nonché nell’esecuzione, particolarmente infantile, dei
disegni.
In tal caso, bisogna aiutare il bambino a “crescere”, probabilmente nelle ca-
pacità di coordinazione oculo-manuale, in quelle conoscitive e quindi del
pensiero e del linguaggio, di attenzione e memorizzazione, di orientamento
nello spazio reale e grafico.
b) far infilare perline per ricavarne braccialetti da offrire in premio (non solo
legato al profitto).
15
porzioni e più ricco di connotazioni logiche e di contenuto.
c) ricerca della strada giusta da percorrere e delle differenze fra due sce-
nette nel resto uguali a pag. 22.
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LA SECONDA IMMAGINE HA CINQUE PARTICOLARI IN
MENO. QUALI?
1 – Attività ludico-psicomotorie
a) Gioco del Treno
Sistemiamo i bambini in fila e formiamo un trenino. Ognuno rappresenta anche
un vagone. Il primo dovrà fare da locomotiva e scegliere la località da raggiunge-
re; prima di lui non c’ è nessuno, è perciò il primo della fila; dovrà decidere da solo
il percorso da fare.
Il bambino che viene dopo dovrà, invece, seguirlo e così quello che viene
dopo ancora. Ci sarà sempre un bambino dopo l’altro ma non alla fine del
treno (ultimo vagone).
Ordiniamo di staccare il vagone dopo quello di Andrea o quello prima, oppure
facciamo sventolare il fazzoletto, in segno di saluto, a due bambini che stanno
prima del vagone di Marco, e così via... Il bambino che viene escluso per qual-
che errore, può rientrare per volontà del bimbo-locomotiva e scegliere dove
sistemarsi. Divertirà, in particolare, il comando: - Locomotiva indietro!
2 – Attività iconiche
a) Riproduzione dei disegni schematici che seguono e verbalizzazione
della loro posizione: prima c’è una casa e dopo un’altra; prima c’è un albero
e poi una casa...
23
Tali esercitazioni possono prevenire confusioni tra q e p, d e b, per la posizione
(prima-dopo) dei cerchietti rispetto alle aste.
b) Esecuzione di disegni relativi a cose, senza dover tener conto, per co-
modità di disegno, della successione con cui sono state nominate in ciascuna se-
quenza:
- capelli – testa;
- testa – orecchie;
- occhi – testa – naso;
- colorare un fiore – disegnare un fiore;
- disegnare una sciarpa – colorare una sciarpa.
Il bambino può cominciare così a comprendere che la successione delle azio-
ni è, a volte, di tipo conveniente.
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SECONDO CAPITOLO
Esempi da ricavare:
IL BECCO GIALLO - IL BECCO RICURVO (da disegnare)
TENERE IL BECCO CHIUSO – RIMANERE A BECCO ASCIUTTO (significato
dei modi di dire)
Mi ero da poco trasferita con la famiglia nella casa dove abito attualmente.
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Un giorno cominciammo a sentire un ritornello che si ripeteva quando mio
padre usciva nel piccolo giardino attiguo alla casa: - Dino cretino, Dino cre-
tino...
Non era una cosa piacevole per tutti noi e per mio padre in particolare: il diminu-
tivo del suo nome Leonardo è proprio Dino, come lo chiamava mia madre.
Un giorno mio padre, spazientito ma pensando anche allo scherzo di un
amico, rivolgendosi al palazzo di fronte, cominciò a dire: - Se hai il coraggio,
affacciati! - ma non appariva nessuno.
Passò del tempo e finalmente si scoprì il mistero.
I signori che abitavano al piano di sopra e il cui balcone si affacciava sul no-
stro giardino, avevano un pappagallo: Cocò.
Lo avevano portato dall’Africa, dove vivevano. Lo vedemmo, era bellissimo:
completamente grigio con la coda rossa. Era anche formidabile: la sua voce
aveva un timbro perfettamente umano, ma non solo, era un grande imitatore
di ciascuna voce dei suoi proprietari e chiamava, spesso, la loro figlia: - Celi,
Celi! – ora con la voce del padre, ora con quella della madre. Imitava anche
il suono delle cose, come il rumore che fa la bottiglia quando viene appog-
giata sull’ orlo del bicchiere anch’esso di vetro; il rumore che fanno i cassetti
quando vengono richiusi; diceva: - Brrr che freddo! – anche d’estate, quando
vedeva qualcuno stropicciarsi le mani.
Mangiava soprattutto noccioline, caramelle, rosso d’ uovo sodo.
E... siccome, nel passato non aveva accontentato alcuni ragazzi del vicinato
nella richiesta di ripetere alcune parole, aveva ricevuto da questi ultimi l’ ap-
pellativo di <Cocò cretino>.
Forse, a sua volta, “scaricava” l’ appellativo che gli avevano affibbiato su mio
padre: unico in famiglia ad avere la voce maschile. Chissà...!
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Attività di rinforzo relative al
MODO DI ESSERE DI COSE, PERSONE E ANIMALI
ed
AL LORO POSIZIONARSI NELLO SPAZIO REALE E GRAFICO
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Dopo averle ritagliate, far ordinare le figure geometriche dello stesso tipo,
dalla più grande alla più piccola, dalla più alta o lunga alla più bassa o corta
e viceversa.
33
Dopo aver giocato nello spazio reale secondo i concetti sopra-sotto, avanti-
dietro, vicino-lontano, dentro-fuori, in mezzo, far posizionare le forme geo-
metriche secondo gli stessi concetti (ad es.:- Sistema un cerchio sopra un
rettangolo, entrambi in maniera verticale; a cosa ti fanno pensare? Ed ora, so-
pra il rettangolo, posiziona un triangolo - Stessa domanda. Oppure:- Sistema
un cerchio in mezzo all’altro; quale posizione deve occupare il più grande
perché si possano vedere tutti e due? E come devono essere invece i cerchi
perché uno scompaia completamente?...
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FATA O REGINA
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CICCIO ROBOT
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Attività di prevenzione e/o correzione nei confronti della
SCRITTURA DI TIPO SPECULARE
e della
DIREZIONALITA’ MOTORIA DESTRA-SINISTRA della stessa
Si ricorda, ancora una volta che, per il momento, questo metodo prevede che
i singoli grafemi debbano essere solo indicati e non letti.
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1 - attività ludico-psicomotorie
a) Al bambino, che ha difficoltà di questo tipo ma anche del tipo sopra
descritto, far sistemare i propri compagni in riga di fronte a sé facendone ag-
giungere uno alla volta (ad ogni battuta di mani); il primo di essi deve avere,
alla sua destra, la parete.
Una volta messi in riga, deve far alzare ad ogni compagno il braccio destro e
poi quello sinistro, determinando, ai suoi occhi, un movimento successivo
sn-dx (come la ola allo stadio).
b) Far muovere, sulla superficie del banco, una macchinina a partire sem-
pre dalla sinistra del bambino, farla sollevare a fine corsa e far ricominciare
daccapo.
ad. es.
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o per distinguere la diversa posizione di alcuni elementi in disegni, nel resto
perfettamente uguali:
ad es.
2 - Attività grafiche
Far produrre linee orizzontali nella direzione sinistra - destra.
40
- Ecco qui una bella storia, cerchiamo di capire cosa avviene. Guardiamo le
immagini ad una ad una, in silenzio.
Secondo te, da quale bisogna cominciare?
41
LA LATERALITA’
Il permanere, però, di incertezze nella direzionalità della scrittura, nonostan-
te i proposti suggerimenti, dovrà indurre a chiarire se si tratta di un bambino
destrimane oppure mancino e se, per caso, il suo mancinismo sia stato con-
trastato.
E’, infatti, da una lateralizzazione completamente definita (dominanza di un
lato del nostro corpo sull’ altro) che può dipendere la corretta direzionalità
della scrittura.
All’uso dominante della mano destra deve, perciò, corrispondere anche quel-
lo del piede, dell’occhio e dell’orecchio destro. Così per la mano sinistra.
Ma, a parte la dannosa iniziativa di contrastare l’uso della mano sinistra (per for-
tuna ora abbastanza rara), può verificarsi anche una difficoltà nella definizione
della dominanza. E’ allora possibile che, durante la scuola materna, il bambino
abbia utilizzato ambedue le manine, un pò l’una e un pò l’altra, in una sorta di
ambidestrismo che si è conservato fino alla scuola elementare.
Si può assistere, qui, ad una scrittura tutta o in parte speculare e, qualche vol-
ta, alla direzionalità motoria destra - sinistra della riga.
Ai fini della correzione di ambedue i disturbi è importante che sia uguale la
dominanza a destra o a sinistra, non importa quale, soprattutto dell’occhio e
della mano. I casi di mancinismo contrastato o di ambidestrismo difficilmente
possono passare inosservati né possono rimanere irrisolti in presenza delle
suddette difficoltà.
E’ bene che il problema, se non è stato individuato durante la scuola materna,
sia affrontato nel primo anno di scuola elementare.
A tale scopo, gli esperti invitano a verificare ed annotare
a) con quale mano il bambino lancia una palla vera e una immaginaria
e mima le azioni come pettinarsi, rimestare il cucchiaio in una tazza, afferrare
un bicchiere...
b) quale occhio usa quando gli si chiede di guardare, attraverso un foro
praticato in un cartoncino, almeno due oggetti vicini e due lontani.
Si fa presente che detto cartoncino, prima di essere avvicinato all’occhio dallo
stesso bambino, deve essere mantenuto, a braccia tese, da ambedue le sue
mani.
L’uso del piede sn o dx, come si è detto, ha meno importanza ma non sarebbe
male completare l’indagine con l’osservazione del bambino quando saltella
su un piede e poi sull’altro: con quale si stanca meno e riesce meglio, quale
piede preferisce usare per dare un calcio ad una palla vera e una immagina-
ria. La dominanza, allora, è completamente a destra o a sinistra oppure siamo
di fronte ad una dominanza di tipo incrociato: mano destra ed occhio sinistro
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o viceversa?
In quest’ultimo caso, va aggiunta un’accurata indagine in famiglia per sapere
quale mano il bambino abbia usato o usi di solito e l’eventuale esistenza di
casi di mancinismo fra i parenti.
Sarà, comunque, l’intervento dello specialista a stabilire se, quale mano rin-
forzare e come, oppure suggerire l’opportunità di ripristinare l’uso della mano
giusta.
Si tenga presente che, in non pochi bambini, lateralizzazioni di tipo incrocia-
to non producono disturbi nella direzionalità della scrittura e complicazioni
nella lettura.
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TERZO CAPITOLO
E’ bene che la raffigurazione delle frasi appena proposte o ideate dai bambini
accompagni la loro copiatura. Far sottolineare, come al solito, i nomi.
Giochi fonologici:
a) la parola mare fa rima con tante altre parole e fra queste, remare; si
può formare la frase IN MARE E’ BELLO REMARE e copiarla.
Muro fa rima con canguro ed allora IL CANGURO SBATTE’ CONTRO IL
MURO.
b) far individuare, solo a voce, il primo suono completo di moto, muro, mare...
(mo, mu, ma.....) e quello dei nomi proposti nelle pagine successive.
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Attività di prevenzione e/o correzione nei confronti di
SPOSTAMENTI ED OMISSIONI DEI GRAFEMI NELLA SCRITTURA
del dettato, dell’autodettato e nella lettura.
Ed allora si propone
CORRI CORRI
Il bambin che sta sognando
la sua mamma va svegliando:
- Svelto, svelto, è proprio tardi... L’ascolto e la lettura delle
vai nel bagno e non distrarti! filastrocche allenano, peraltro,
Con gli occhietti ancora chiusi il bambino a cogliere il
fa il bambino il suo bisogno, senso del ritmo.
lava mani, faccia e collo.
Poi in cucina: il latte è pronto!
Pettinato e profumato
va a indossare il grembiulino.
Come un piccolo robot,
col cappotto e col berretto
va a pigliare lo zainetto.
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b) la riproduzione rispettosa della successione di figure geometriche come
quelle sotto riportate:
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2 - In contrapposizione ai concetti prima – dopo temporali e/o anche spaziali,
sarà utile far scoprire il concetto di contemporaneità. Si chiederà al bambino
di
a) cantare mentre balla
b) valutare, alla luce del concetto di cui sopra, la seguente immagine:
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3 - Il concetto di durata, che può riguardare quello di successione e le sue
implicazioni con quello di velocità, può essere chiarito dalla seguente strana
gara.
LA TARTARUGA
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Attività di prevenzione nei confronti di
CONFUSIONE TRA GRAFEMI VISIVAMENTE SIMILI, SOPRATTUTTO
DELLO STAMPATO MINUSCOLO
Il bambino che non possiede la rappresentazione mentale chiara e distinta di
verso l’alto e verso il basso, potrà poi incontrare difficoltà nella distinzione visiva
tra i caratteri dello stampato minuscolo q - d, p - b, e quelli di n - u, e - a, a causa
delle aste rivolte, appunto, nelle due opposte direzioni.
Ed allora, una volta acquisiti i concetti di alto-basso, sopra-sotto (cap.-00-), si
propongono
1 - attività ludico-psicomotorie
a) Far sperimentare, partendo da se stesso in posizione di rannicchiato, il
doversi alzare lentamente lungo una parete, per raggiungere punti sempre più
alti, facendo sollevare anche le braccia ed i talloni.
Al contrario, far sperimentare il doversi abbassare per tornare nella posizione
di rannicchiato.
b) Sistemare due bambini, uno di fronte all’altro. Al comando verso
l’alto, chi dispone della palla deve lanciarla in tale direzione ed in modo che
l’altro possa afferrarla. Se quest’ultimo riesce a farlo, deve a sua volta obbe-
dire al comando e, nel caso sia verso il basso, deve lanciare la palla verso i
piedi del compagno che deve chinarsi per raccoglierla.
L’errore va “pagato” con il cambio di giocatore.
2- la filastrocca
3- attività grafico-simboliche
a) Individuazione di una delle due in relazione ad immagini op-
pure disegni ed atteggiamenti del bambino (il fumo che sale, la pioggia che
scende; il bambino che guarda verso l’alto o verso terra...)
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Guidare il percorso di una linea che si muove su un foglio verso l’alto, a
destra, verso il basso... Al momento del cambio di direzionalità, fermare il
tracciato con un: - Alt, vai a sinistra - oppure mostrare la freccia secondo la
direzionalità voluta, come è stato proposto nel capitolo precedente.
Ad es.
PARTENZA
ARRIVO
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QUARTO CAPITOLO
La pag. 1 del cap. -0000- propone il vecchio ma simpatico <Gioco del Bastimen-
to>. Esso può coinvolgere, all’ inizio, la classe intera ma poi, anche, piccoli o medi
gruppi ed ha il merito di anticipare la funzione delle pagine successive: quella di
evidenziare il primo suono completo della parola.
Ricompaiono, allora, tutti i disegni del capitolo precedente con i nomi di ciò
che raffigurano e, contenuti in un ovale, i primi suoni sillabici o completi di
ciascuno di essi.
Dopo aver dato il tempo di guardare con attenzione la seconda pagina del
capitolo e di aver fatto “leggere” i cinque nomi, si indica la sillaba MO inse-
rita nell’ovale, se ne fa ascoltare il suono (unico, pronunciato con una sola
emissione di voce) e si chiede al bambino di ripeterlo. Questi dovrebbe, al-
lora, comprendere il perché della direzione della freccia: MO presenta le
stesse caratteristiche grafiche che si trovano nella parte cerchiata della parola
MOTO. Ed allora anche la parte cerchiata, e solo questa, ha lo stesso suono.
Ecco perché la freccia può avere anche due punte:
Il bambino, che ha già imparato a staccare verbalmente il suono MO dal re-
sto della parola (gioco fonologico b a pag. 44), ora si rende conto di come si
scrive.
Anche MU ha le stesse caratteristiche grafiche con cui inizia la parola MURO
ed, allora, anche la parte cerchiata di quest’ ultima si legge allo stesso modo
e si scrive proprio così.
Tutto ciò, però, può non essere intuito sin dall’inizio e, allora, si dovrà dare il
giusto tempo a ciascun bambino per procedere, con crescente autonomia e
consapevolezza.
Una variante forse più opportuna, perché il bambino continui a “giocare” da solo,
potrebbe essere formulata all’incirca così:
- Ecco di nuovo il disegno della MOTO; vuoi ripetere bene questa parola?
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Se fai attenzione, puoi ascoltare in essa due suoni: MO – TO. Prova tu a stac-
care i due suoni della parola MOTO. Bene.
Quale suono pronunci e perciò ascolti prima, appena apri la bocca e comin-
ci a parlare? (Come già detto, il bambino dovrebbe essere in grado di dirlo
immediatamente). Allora sarà il suono MO ad essere scritto per primo. Ora
guarda tutta la parola MOTO. La parte cerchiata, la prima ad essere stata scrit-
ta, si legge proprio MO.
Vuoi cercare nell’ovale questa MO? Quale potrebbe essere? Bene, l’ hai trovata,
è proprio uguale a MO di MOTO; ecco perché la freccia parte da MO contenu-
ta nell’ovale e va alla stessa MO cerchiata della parola MOTO; infatti sono solo
queste MO ad essere uguali e perciò ad avere lo stesso suono. La freccia che le
unisce, può avere anche due punte: .
Passiamo ora alla parola MURO...
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Ad es.
CA NE
SA PO NE
Tutti i bambini devono poter “seguire” visivamente il formarsi della parola.
Il riconoscimento immediato dei vari suoni, sarà favorito dalla lettura a pag. 2 del
cap. -00000-, prima regolare, cioè seguendo le righe e poi sempre più veloce, a
“saltelli”.
Si consiglia, ora, il dettato di sole sillabe (CA, DO,VE, LA...) e poi di parole
bisillabiche e trisillabiche semplici (MELA, TORO, CANILE...).
Il bambino capirà che si possono comporre parole che hanno significato e
parole che non ne hanno (pag. 4 ) e che, tra le prime, solo alcune possono
essere raffigurate.
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Risulterà, allora, più consapevole la composizione di parole
- inizianti per vocale ( IRIS, ELICA )
- contenenti consonanti sole (VENTO, CAMPANA) o sillabe inverse (ORTO)
- contenenti consonanti doppie ( MAMMA, MISSILE )
- contenenti suoni unici formati da due o più consonanti diverse ed una vo-
cale (SPADA, FINESTRA )
pagg. 7,8,9,10,11,12,13
Il bambino, che ha già conosciuto i suoni duri di CA, CO, CU e GA, GO, GU, cono-
scerà i suoni dolci di CE e CI, GE e GI ed imparerà che, con l’aiuto dell’ H, anch’essi
possono acquistare durezza (CHE e CHI, GHE e GHI).
CERA CICALA GELO GIACCA
CE CI GE GI
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Filastrocca del suono GL
IL SUONO GL E’ UN POCO CURIOSETTO:
SUONA DOLCE IN FOGLIA E CONIGLIETTO;
SE IL SUONO DURO INVECE VUOI ASCOLTARE,
GLICINE O INGLESE DOVRAI NOMINARE.
ANCHE IN GLASSA CHE E’ DOLCE E COPRE IL DOLCE,
IL SUONO E’ DURO, QUASI DI UN TAMBURO
CONIGLIO IGLU’
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Simpatico il gioco degli ordini: il bambino sceglie un biglietto fra tanti, leg-
ge il contenuto ad alta voce ed esegue l’ordine: FAI UN SALTO - MIMA LA
SCIMMIA - CANTA UNA CANZONE - ...
Oppure, dopo aver letto il biglietto in silenzio, esegue l’ordine scritto ed un
altro bambino dovrà indovinare, abbastanza correttamente, il contenuto del
biglietto, per aver diritto a continuare il gioco.
mo
MO
AVANTI DIETRO
Nei momenti di incertezza, basterà girare il “pezzo” per attribuire, al nuovo
carattere, il suono che gli appartiene.
A pag 19 viene presentato l’alfabeto, cioè l’elenco delle singole lettere nei
caratteri stampato e corsivo, maiusolo e minuscolo.
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CONCLUSIONE
A questo punto, il bambino avrà voglia di cimentarsi nella composizione,
veramente autonoma, di frasi semplici come: Mi chiamo... Il mio papà si chia-
ma... La mia mamma si chiama... Piove ed io mi sono bagnato.
Un elemento da impostare subito è lo stacco tra una parola e l’altra. A tale
proposito, può essere utile un semplice accorgimento: far corrispondere ogni
parola ad un dito della mano.
Consideriamo la frase – Oggi casa mia è disordinata – Il bambino chiude la
manina libera a pugno, pronuncia una parola alla volta alzando un dito, e la
scrive. Alla fine, avrà alzato tutte e cinque le dita e dovrà verificare, allora,
che anche le parole scritte siano altrettante.
Ma questo solo all’ inizio: presto il bambino intuisce che ogni parola ha una
sua identità, proprio come ogni dito della mano e che, perciò, va scritta stac-
cata dalle altre.
E dovrà comprendere anche, da subito, che la frase scritta, come quella par-
lata, è formata da tante parole in stretto rapporto le une con le altre. Ognuna
di esse deve occupare il suo posto affinché non ne risenta il significato della
frase. Come quando si disegna: il tetto della casa è proprio su e non per terra,
o da qualche altra parte.
Da non trascurare il concetto che la scrittura costituisce un mezzo comunica-
tivo proprio come il linguaggio, anzi più valido per la conservazione di quan-
to detto o sentito. Quest’ultimo, infatti, si può dimenticare o ci può sfuggire,
mentre ciò che si scrive costituisce una nostra o altrui testimonianza.
Nello scrivere, come nel parlare si possono esprimere sentimenti, stati d’ani-
mo, impressioni, idee, dubbi, che riguardano la nostra e l’altrui esperienza di
vita.
E scrivendo e leggendo, ogni persona rende partecipe di qualcosa di sé e, a
sua volta, conosce qualcosa dell’altra e del mondo che la circonda.
E allora bisogna porre grande attenzione a ciò che si scrive e a ciò che si legge. A
tale scopo risultano importanti, sin dall’inizio, l’uso corretto e l’osservanza della
punteggiatura, nonché il controllo di ciò che il bambino ha scritto rispetto a quel
che aveva in mente di scrivere, ed infine la verifica assidua di ciò che comprende
di quel che va leggendo.
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LA DISLESSIA
La dislessia costituisce un problema di tipo specifico dell’apprendimento
scolastico che comporta, in maniera primaria, disturbi nella lettura e nella
scrittura (disortografia) più o meno gravi in bambini con capacità intellettive
normali o anche al di sopra della media.
Pare che la causa sia di tipo genetico e le conseguenze nel profitto e, quindi,nella
psiche, sono facilmente immaginabili.
Detti disturbi consistono in una inadeguata interpretazione degli stimoli visivi
e/o uditivi (grafemi e fonemi) da parte del Sistema Nervoso Centrale (la dia-
gnosi di dislessia richiede, infatti, che l’accertamento specialistico escluda la
presenza di anomalie funzionali degli organi della vista e/o dell’udito).
Il bambino va, perciò, incontro a confusioni e quindi sostituzioni dei grafemi
visivamente simili, soprattutto dello stampato minuscolo come quelli prece-
dentemente e sotto riportati:
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Si offra, allora, una doppia rappresentazione mentale facilitata dal sottostante
specchietto:
il quadro che si stacca dal chiodo e cade andando a finire sopra il divano e la
pioggia che cade sopra il bambino.
Sono due situazioni possibili e soprattutto simili. Lo strano, forse può consi-
stere nel fatto che il bambino debba immaginarle insieme e vederle raffigurate
nel seguente specchietto (ma poi capirà il perché).
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la parola denaro, dovrà pensare prima che il grafema d è lo stesso della parola
divano, dovrà focalizzare quest’ultima nello specchietto e scriverlo proprio
come lo ricorda visivamente (cerchio esterno ed asta che sale).
E se non ha anche problemi di dislessia uditiva (d - t), che in questo caso do-
vrebbe essere trattata prima, si spera che il tutto si automatizzi e che presto
possa servirsene con celerità.
Il bambino, allora, legge o scrive, ad es., garota per carota; chianda per ghian-
da; cambo per campo; varo per faro...
Per correggere il disturbo uditivo suddetto, si parta dal fatto che i primi (c , p,
f , t, z) hanno il suono afono o sordo, mentre i secondi (g, b, v, d, s) lo hanno
sonoro. Il bambino, può percepirne la differenza tramite la vibrazione larin-
gea dei primi attraverso la sua mano posata sulla gola, sotto il mento.
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Altri grafemi vengono pure confusi perché hanno caratteristiche fonetiche simili:
m – n ambedue nasali
r–l “ linguo-alveolari
gn – gl “ linguo-palatali
a–o “ vocali aperte
e–i “ vocali chiuse
Un significativo aiuto per la distinzione dei suoni, comunque, può essere ap-
portato dallo sviluppo delle capacità fonetiche:
a) discriminazione dei
- suoni uditi da vicino e da lontano, naturali e artificiali.
- suoni relativi alla continuità, intermittenza, durata (lunga o breve), intensità
(forte o debole).
Per questi ultimi è sufficiente far emettere un suono al bambino, anche quello
di una vocale, secondo le suddette modalità, ad imitazione di quello dell’
adulto ascoltato di volta in volta.
b) imitazione di ciascuna sequenza uditiva, prodotta dalla percussione
di un bastoncino o una penna sul tavolo che preveda una o due pause di tipo
breve o lungo, come la sequenza visiva appresso riportata:
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c) esecuzione di ordini proposti in sequenza, a voce piuttosto bassa
e/o a bocca anche nascosta, tipo quelli a pag. 23 (b) del primo capitolo.
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Bibliografia
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Allegato al Volume “Mauro e Camilla” 1
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