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“Bicinia” di Orlando di Lasso

Musicista Belga, Orlando di Lasso ebbe educazione italiana.


Fu infatti condotto nello Stivale da Ferrante Gonzaga, figlio d’Isabella d’Este: quest’ultima
fu una delle donne più autorevoli del Rinascimento e del mondo culturale italiano del suo
tempo. Fu reggente del marchesato di Mantova durante l'assenza del marito, Francesco II
Gonzaga, e per conto del figlio minore, Federico, quinto marchese e futuro duca di Mantova.

In Italia ebbe modo di formarsi a Milano, Mantova, Napoli, Roma... Per stabilirsi poi, dopo
un breve ritorno nel Belgio, a Monaco di Baviera, all’incirca ventiseienne, per rivestire nel
1556 il ruolo di Maestro della cappella ducale. Ecco di seguito l’aspetto dell’Italia dal 1500 al
1530 (fonte Zanichelli):
La sua arte, prodotto diretto della civiltà del Rinascimento, comprende una produzione di
pagine singole su ogni genere di musica allora praticato per un totale di circa 2000
composizioni. Tra queste, i “bicinia” o “bicinium” rappresentano composizioni didattiche a
due sole voci. Lutero, iniziatore del protestantesimo, sosteneva che i bambini dovessero
apprendere sia la musica che i salmi: per questo ne compose diversi.

Questo tipo di composizioni erano pensate per essere cantate da studenti della stessa bravura,
oppure da uno studente e il suo insegnante. Glareano, uno dei più influenti trattatisti
rinascimentali, ne adottò il modello per il suo Dodekachordon, il più
influente trattato in circolazione durante il Rinascimento.
Appoggiandosi su più di 120 compositori dei secoli passati, vi
traccia la storia della musica da Boezio fino ai suoi giorni. Vi
ripercorre l'utilizzo del Modo musicale dal
gregoriano fino alla polifonia. Il suo apporto
maggiore in quest'opera fu la definizione del
sistema musicale basato su dodici toni, invece
degli otto utilizzati fino ad allora, come
utilizzati per esempio dal suo contemporaneo
Pietro Aaron. Glareano introdusse il tono
maggiore e minore. Questa opera fu molto
influente, il sistema delle dodici note fu
ripreso da molti altri teorici della musica
come Gioseffo Zarlino e Nicola Vicentino, pur tenendo conto di varie modifiche la
spiegazione di Glareano resta valida ancora oggi.
Nel 1585, di ritorno da un pellegrinaggio a Loreto, Orlando di Lasso visitò Ferrara, dove ebbe
modo di ascoltare la nuova musica italiana, di stile moderno, da cui però non fu influenzato,
manifestando nelle sue composizioni più tarde un conservatorismo stilistico. Negli ultimi
anni Lasso ebbe diversi problemi di salute e soffrì di una certa malinconia ipocondriaca, ma
continuò a scrivere musica, anche se non continuativamente. Poco prima di morire dedicò a
Papa Clemente VIII il suo ultimo ciclo di composizioni, le Lagrime di S. Pietro, aggiungendo
ad esso un mottetto a sette voci, Vide homo quae pro te patior. Fu sepolto nel cimitero (oggi
non più esistente) della chiesa del Salvatore a Monaco di Baviera.
Oculus non vidit


Orlando di Lasso - Matteo Malafronte

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63 Trasporto in Fa# minore


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