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Lipari è un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia.

È parte del comune di Lipari assieme alle altre isole Eolie, eccetto l'isola di Salina, il cui territorio è
suddiviso nei tre comuni di Santa Marina Salina, Malfa e Leni. In antichità era già nota col nome
Lipara (Λιπάρα, da λιπαρός in greco antico, che significa grasso, untuoso, e per estensione
brillante, ricco e fertile). Pure in antico, fu chiamata Milogonide o Meligunide (Milogonis o
Meligunis, Μελιγουνίς).

Indice
 1Evoluzione geologica e fenomeni vulcanici
 2Storia
 3Centri abitati principali
o 3.1Lipari
 3.1.1Il paese
 3.1.2Il museo e i monumenti
o 3.2Acquacalda
o 3.3Canneto
o 3.4Quattropani
 4Architettura
 5Cucina
o 5.1Dolci
 5.1.1Nacatole
 5.1.2Spicchitedda
 6Collegamenti e trasporti
 7Bibliografia
 8Voci correlate
 9Altri progetti
 10Collegamenti esterni

Evoluzione geologica e fenomeni vulcanici[modifica | modifica


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Lo stesso argomento in dettaglio: Vulcanismo di Lipari.

Storia[modifica | modifica wikitesto]


«L'isola di Lipari è di piccole dimensioni, abbastanza fertile ma, soprattutto, possiede quei
prodotti che rendono lussuosa la vita degli uomini: fornisce ai suoi abitanti pesci di ogni tipo
in gran quantità e quei frutti in grado di offrire straordinario diletto a chi ne goda.»
(Diodoro Siculo, Bibliotheca historica - V, 10)
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Lipari e Isole Eolie § Storia.

Centri abitati principali[modifica | modifica wikitesto]


Lipari[modifica | modifica wikitesto]

Il paese[modifica | modifica wikitesto]

Corso Vittorio Emanuele II, il principale asse viario del centro storico di Lipari

La piazza di Marina Corta. Sullo sfondo la rocca del Castello di Lipari

Nel paese principale, che porta lo stesso nome dell'isola, la via più frequentata è Corso Vittorio
Emanuele, conosciuta dagli abitanti semplicemente come "Il Corso". La strada più caratteristica è
però Via Garibaldi, da cui si dipartono numerosi vicoli. Essa congiunge il castello di Lipari con
Piazza Ugo di Sant'Onofrio, detta "Marina Corta". È una delle piazze delle Eolie, di forma
irregolare, affacciata sul mare e ricca di bar e ristoranti. All'estremo est della piazza c'è la rocca del
Castello di Lipari, mentre sul lato mare si staglia la storica Chiesa delle Anime del Purgatorio. La
piazza, grazie alla sua posizione, è molto frequentata soprattutto nelle sere estive.

Un'altra piazza del centro storico di Lipari è Piazza Giuseppe Mazzini, nota come "Sopra la Civita".
Da qui si può accedere al castello ed alla cattedrale. La piazza, in ristrutturazione dal 2011, è stata
fino a pochi anni fa la sede del Municipio. Un'altra strada importante è Via Francesco Crispi, nota
come "Marina Lunga", un lungomare che collega il paese di Lipari con Canneto.

Il museo e i monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo archeologico regionale eoliano e Castello di Lipari.

Il museo archeologico regionale eoliano, con sede nel complesso del Castello di Lipari, è uno dei
più importanti del Mediterraneo e presenta circa cinquanta sale, nelle quali i materiali archeologici
sono esposti in ordine cronologico. Si possono ammirare materiali preziosi provenienti sia
dall'abitato, che dai corredi funerari, vasi, cippi, steli tombali e sarcofagi in pietra che testimoniano
dell'evoluzione del culto dei defunti. Inoltre ceramiche di tipi e fogge varie, maschere teatrali e
statue fittili.
La visita è facilitata anche dalle didascalie in italiano e inglese riportate sia in versione dettagliata,
sia riassuntiva, per una rapida lettura.

Il centro storico di Lipari è dominato dalla cinta fortificata detta Castello posta su un'alta rupe a
picco sul mare. L'abitato inizialmente forse privo di cortina muraria difensiva ha trovato difesa nel
salto di quota che domina sia la pianura che il mare. La cinta muraria sembra sia stata realizzata in
blocchi isodomi (parallelepipedi regolari e modulari) nel IV secolo a.C., e di essa rimangono le
prime assise di una torre del IV-III secolo a.C. Ulteriori strutture si datano al Medioevo e
propriamente al secolo XI e poi XIII. Infine le cortine murarie sono di epoca spagnola. All'interno
della cinta vi è una ampia stratigrafia che dall'inizio del II millenni a.C. giunge sino ad età
medievale e moderna. La Cattedrale di San Bartolomeo, votata nel 1084 e probabilmente edificata
in età ruggeriana (1130 d.C. c.a) e rimaneggiata in varie epoche, fino al 1861 con la facciata in stile
tardo baroccheggiante. A fianco i resti del Monastero del Santissimo Salvatore normanno, con un
pregevolissimo chiostro in cui colonne e capitelli sono in parte di riuso da monumenti romani e in
parte di realizzazione medievale.

Acquacalda[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Acquacalda (Lipari).

Canneto[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Canneto (Lipari).

Quattropani[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Quattropani.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]


Lo stesso argomento in dettaglio: Architettura eoliana.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]


Dolci[modifica | modifica wikitesto]

Come in ogni zona della Sicilia anche a Lipari, e nelle isole Eolie in generale, si sono sviluppate
tradizioni particolari riguardanti la cucina ed in particolar maniera per quanto riguarda la
produzione di dolci. I più famosi sono le Nacatole e gli Spicchitedda

Nacatole[modifica | modifica wikitesto]

Il dolce si compone di una pasta esterna e di un ripieno interno. La pasta esterna è a base di farina,
strutto, uova e zucchero mentre quella interna è per lo più un impasto di mandorle, zucchero, succo
di mandarino e spezie varie (cannella, chiodi di garofano ecc.). La particolarità del dolce è che una
volta composto, come una specie di tortello, la pasta esterna viene decorata con l'uso di pinzette e
lamette in maniera tale da ottenere delle lavorazioni elaborate e dall'impatto stilistico elevato.

Spicchitedda[modifica | modifica wikitesto]

Al pari delle Nacatole sono i dolci tipici eoliani che si preparano durante il periodo natalizio. I dolci
sono caratterizzati da un colore bruno acceso dovuto all'uso di mosto cotto, comunemente detto
vino cotto, e sono particolarmente speziati. L'impasto è composto da farina, zucchero, vino cotto,
strutto ed aromatizzato secondo i gusti e le tradizioni familiari da chiodi di garofano, zest d'arancia
o mandarini e cannella.

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