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Siracusa

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Siracusa
comune

Localizzazione

Stato Italia

Regione
Sicilia

Provincia
Siracusa

Amministrazione

Sindaco Francesco Italia (indipendente


di centro-sinistra) dal 27-6-2018

Territorio

Coordinate 37°04′09″N
15°17′15″E37.069167°N
15.2875°ECoordinate:
37°04′09″N
15°17′15″E37.069167°N
15.2875°E (Mappa)

Altitudine 17 m s.l.m.
Superficie 207,78 km²
Abitanti 120 599[1] (31-8-2019)
Densità 580,42 ab./km²
Frazioni Belvedere, Cassibile
Comuni Avola, Canicattini Bagni,
confinanti Floridia, Melilli, Noto,
Palazzolo Acreide, Priolo
Gargallo, Solarino
Altre informazioni
Cod. 96100
postale
Prefisso 0931
Fuso UTC+1
orario
Codice 089017
ISTAT
Cod. I754
catastale
Targa SR
Cl. sismica zona 2 (sismicità media)
Nome siracusani
abitanti
Patrono Santa Lucia da Siracusa
Giorno 13 dicembre
festivo
Cartografia
Siracusa

Posizione del comune di Siracusa nel suo


libero consorzio comunale
Sito istituzionale
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Siracusa (AFI: [siraˈkuːza], pronuncia[?·info]; Sarausa in siciliano) è un comune italiano di 120 599
abitanti,[1] capoluogo del libero consorzio comunale omonimo, in Sicilia.

Posta sulla costa sud-orientale dell'isola, Siracusa possiede una storia millenaria: la sua fondazione
avvenne intorno all'anno 734-733 a.C., ad opera dei Corinzi. Annoverata tra le più vaste metropoli
dell'età classica,[N 1] primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di
assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone che
giungendovi per ben tre volte, cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica.[2] Patria di
artisti, filosofi e uomini di scienza, diede i natali, tra gli altri, al celebre Archimede. Fu conquistata
da Roma nel 212 a.C.. Cicerone nel I secolo a.C. la descriveva ancora come la «più grande e la più
bella città greca».[3] Nell'anno 61 vi sostò per tre giorni l'apostolo Paolo, mentre veniva condotto a
Roma.[4] Siracusa è altresì nota per essere la città natale di Santa Lucia, il cui martirio avvenne il 13
dicembre del 304.[5] Importante centro dell'Impero bizantino, ne divenne la capitale durante il VI
secolo. La conquista araba, avvenuta nell'anno 878, pose fine all'egemonia siracusana.

Dopo il violento terremoto del 1693, il centro storico della città assunse lo stile barocco che
tutt'oggi lo contraddistingue. In epoca moderna fu una delle tappe principali del Grand Tour
europeo. Durante la Seconda guerra mondiale, nell'anno 1943, venne firmato a sud-ovest di
Siracusa, in contrada Santa Teresa Longarini, l'armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra
il Regno d'Italia e le forze alleate degli anglo-americani; passato alla storia come l'armistizio di
Cassibile.[6] Caratterizzata da ingenti ricchezze storiche, architettoniche e paesaggistiche, la città di
Siracusa è stata dichiarata dall'UNESCO nel 2005, congiuntamente alla Necropoli Rupestre di
Pantalica, patrimonio dell'umanità. Nel 2009 ha ospitato il forum del G8 sull'ambiente dal quale è
scaturita la carta di Siracusa sulla biodiversità, adottata al G8 dell'Aquila.[7]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]


Territorio[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del territorio siracusano.

La frastagliata costa di Siracusa

Siracusa sorge sul lato sud-orientale della Sicilia. La sua geografia è molto variegata, al suo interno
si incontrano colline e cavità naturali, mentre due fiumi lambiscono il lato sud-ovest della città.
Essa confina per lo più con il mare, che la circonda nella sua quasi totalità. La costa è
prevalentemente rocciosa e frastagliata, mostra diversi promontori, baie, piccole isole e penisole.

La città si sviluppa in parte sull'isola di Ortigia e in parte sulla terraferma (tenendo inoltre presente
che l'intera area è situata all'interno dell'isola di Sicilia).[8] La particolare ubicazione geografica l'ha
resa celebre per i suoi tramonti; grazie ai punti zenitali dai quali vengono osservati essi sono stati
descritti nei millenni come tra i più belli al mondo.[9]

La conformazione della costa determina la vasta insenatura naturale dentro la quale si sviluppa il
porto Grande. A circa 1200 metri di distanza dalla punta meridionale dell'isola aretusea[N 2] sorge
Capo Murro di Porco: il promontorio della penisola della Maddalena, di fronte alla quale si estende
l'area marina protetta del Plemmirio.[11] La penisola era detta anche isola (nome odierno dato ad una
sua contrada), poiché un tempo lo stretto lembo di terra che oggi la collega alla terraferma era
sott'acqua.[12]

A nord della città si configura il promontorio di Santa Panagia,[13] dove un tempo sorgeva il terzo
porto di Siracusa: Trogilo.[14] La città si affaccia sul mar Mediterraneo centrale,[15] attorniata dal
bacino del mar Ionio. Siracusa dà il suo nome alla scarpata siciliana, detta «Scarparta di Malta e
Siracusa» (o «Scarpata Ibleo-Maltese»),[16] la quale si sviluppa a est di Siracusa, nello Ionio, fino a
Malta.[N 3]

 Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003[18]

Orografia[modifica | modifica wikitesto]

La latomia più nota di Siracusa: l'Orecchio di Dionisio

L'area di Siracusa fa geologicamente parte dei monti Iblei. La sua orografia è formata da sommità
moderate, la maggiore delle quali è data dall'altopiano dell'Epipoli, facente parte delle ultime
propaggini orientali iblee. Alle pendici dell'Epipoli, situato tra Akradina e Neapolis, si innalza il
colle Temenite, mentre all'interno della città sorge la balza dell'Akradina che conferisce al
paesaggio urbano ampie e frastagliate pareti di roccia calcarea, conosciuta come pietra bianca di
Siracusa. In questa balza si sviluppa la latomia dei Cappuccini; la più vasta tra le latomie
siracusane. Le latomie sono una caratteristica principale della città, ne possiede numerose. Queste
estese cave di pietra sono state intagliate fin dall'epoca greca.[N 4]

Nel lato nord della città proseguono le propaggini iblee, formando paesaggi rocciosi e grotte;
esempio di ciò è Scala Greca: quartiere che prende il nome da una latomia che sorgeva nei pressi
dell'ingresso nord ai tempi dei Greci. Oltre i resti della scala sorge la cava di Santa Panagia, scavata
nei millenni da un torrente di acque meteoriche; essa rappresenta l'unica cava degli Iblei a contatto
con il mare. L'area fisica di Siracusa è infatti interessata da un maturo carsismo, che determina la
presenza di numerose cavità: in contrada Grotta Perciata, al limite del territorio comunale, si trova
una delle grotte carsiche più importanti della Sicilia, per la quale è stata istituita una riserva protetta:
la riserva naturale integrale Grotta Monello; essa è situata tra valli fluviali e versanti scoscesi,
spesso proibitivi,[20] al suo interno si sviluppano notevoli stalattiti e stalagmiti delle più svariate
forme.[20]

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]


Quattro dei punti idrici più importanti di Siracusa (dall'alto
in basso, da sinistra a destra): la fonte Aretusa, il fiume
Ciane, la foce dell'Anapo (e del Ciane), la grotta del Ninfeo

I fiumi principali che attraversano l'area della città sono l'Anapo e il Ciane:[N 5] essi si incontrano
alla fine e sfociavano insieme nel mar Ionio, presso la pianura alluvionale dei Pantanelli, dove si
trova la riserva naturale delle saline di Siracusa (saline non più in uso da diversi anni[22]). Sempre
nella zona paludosa sita ad ovest della città, dove in passato sorgevano le paludi Lisimelie,[N 6] con i
lavori di bonifica del XX secolo sono stati scavati i canali artificiali del Mammaiabica (esso
affianca il percorso del Ciane), Scandurra, Pismotta e Regina.[24]

Vi è poi un altro importante fiume millenario che interessa l'area comunale: il Cassibile, dal quale
prende il nome la popolosa frazione siracusana. La foce di questo corso d'acqua si trova nella
contrada di Fontane Bianche.[25]

Nel centro storico della città, rappresentato dall'isola di Ortigia, scorre l'acqua dolce della fonte
Aretusa, scaturita dalle falde acquifere iblee.[26] Sul colle Temenite, dentro la grotta del Ninfeo,
sgorga una piccola cascata - la quale dà origine a un laghetto - che giunge in loco tramite
l'acquedotto Galermi, noto per essere il più antico acquedotto della Sicilia, costruito dal tiranno
Gelone nel 480 a.C., ancor oggi trasporta in città le acque dell'Anapo.[27]

A nord di Siracusa, tra Scala Greca e la Targia, si sviluppa un'altra sorgente d'acqua dolce, chiamata
fonte Acqua della Colomba, la quale si mescola con l'acqua salata del mare, dando vita a un
particolare ecosistema marino.[28]

Flora e fauna[modifica | modifica wikitesto]

Il papiro di Siracusa è il medesimo che cresce unicamente nella valle del Nilo; dono probabile di un qualche
sovrano greco-egizio all'antica città

La macchia mediterranea caratterizza la flora e la fauna di Siracusa. Palme, fico d'India, oliveti e
agrumeti dominano il paesaggio. Grazie alla presenza del mare si è sviluppata una delle più
importanti concentrazioni di palma nana nel Mediterraneo; quasi un chilometro quadrato.[29] In città,
presso la zona archeologica, si può altresì osservare uno dei più imponenti esemplari secolari di
ficus delle pagode in Italia.[30] Di particolare interesse risulta la flora fluviale: la pianta più tipica e
singolare è il raro papiro egiziano, studiato e rinomato nella letteratura: Siracusa rappresenta l'unica
città d'Europa nel quale esso cresca spontaneo.

Siracusa riveste un ruolo primario nella ricettività dell'avifauna migratoria e il suo territorio
annovera la presenza di specie rare nel resto d'Europa.[31] La complessa conformazione dell'area
geografica consente la suddivisione della fauna in specie cavernicole (o spelee),[32] fluviali e
soprattutto marine: il Plemmirio a tal proposito rappresenta un importante osservatorio per lo
stazionamento dei cetacei (balenottere, delfini, capodogli e altri giganti del mare).[33]

Il clima di Siracusa è quello tipico delle aree mediterranee costiere (clima mediterraneo) e quindi
piovoso e mite in inverno, caldo ma ventilato e siccitoso in estate. In particolar modo, il clima
siracusano è noto per essere dominato dal vento di scirocco.[34] In autunno possono presentarsi
episodi alluvionali, con picchi di oltre 100/150mm giornalieri.[35]

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