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APPLICAZIONE CRITICA DEL METODO SPEDITIVO DELL’INVASO NELLE RETI DI

DRENAGGIO URBANE

(Luigi Fanizzi - ECOACQUE )

1. PREMESSA

Le fognature pluviali hanno lo scopo di raccogliere le acque che si formano sulle aree esterne,
derivanti dal dilavamento, operato su queste, dalle precipitazioni piovose (cd. acque
meteoriche di dilavamento)
dilavamento e convogliarle in appropriati impianti di trattamento,
trattamento in conformità
con la normativa regionale vigente in materia ed infine verso il recapito finale (rete rete di
fognatura ovvero separata,
separata dotata o meno di dispositivi per la raccolta e la separazione delle
acque di prima pioggia,
pioggia acque superficiali,
superficiali suolo ovvero strati superficiali del sottosuolo
anidro).
anidro La progettazione di un sistema di drenaggio richiede, com’è noto, un approccio
multidisciplinare nel quale i numerosi aspetti da tenere in considerazione, da quelli
urbanistici a quelli idraulici ed ambientali, siano integrati in modo adeguato e si sviluppa,
sostanzialmente, in due fasi. Nella prima, viene effettuata una serie di studi, preliminari,
a livello morfologico ed idrologico, per il tracciamento della rete e per la definizione dei
parametri progettuali fondamentali (caratteristiche morfometriche),
morfometriche mentre nella
seconda si procede al dimensionamento idraulico dei collettori e di tutti gli altri manufatti
ed opere accessorie necessarie per il suo normale funzionamento. Nella prima fase si
definisce, pertanto, il tracciato della rete e la posizione delle opere accessorie, almeno a
livello preliminare. Si stimano, successivamente, le portate di progetto nei punti significativi
della rete (sezioni
sezioni di chiusura sottobacinali), cioè a valle di ogni confluenza tra collettori (o,
almeno, di quelle principali) ed all'ingresso ed all'uscita delle opere accessorie.
Particolarmente delicata è la stima delle portate meteoriche di progetto, attraverso l'analisi
quantitativa del processo di trasformazione delle precipitazioni (afflussi) in deflussi. Nella
seconda fase, si stabiliscono le caratteristiche idrauliche e costruttive, sulla base del moto
dell'acqua nella rete e del comportamento strutturale dei suoi elementi costitutivi. In
particolare, si definiscono le dimensioni delle canalizzazioni e delle opere accessorie, in base
alle portate di progetto ed ipotizzando, generalmente, condizioni di moto permanente. Mentre
questa seconda fase non presenta, normalmente, difficoltà di rilievo, basandosi su modelli di
calcolo ormai abbastanza ben definiti, la prima presenta, generalmente, incertezze
significative nella sua attuazione. Infatti, la complessità e l'aleatorietà dei fenomeni idrologici
che compongono il processo di trasformazione “afflussi-deflussi” nei bacini imbriferi (cd
scolanti),
scolanti fa sì che la stima delle portate di progetto sia spesso la fase più delicata ed
incerta della progettazione delle reti di fognatura separata. Questa incertezza spiega, anche,
perché i modelli matematici, proposti in letteratura per la progettazione delle reti di fognatura,
presentino le maggiori differenze proprio nelle metodologie per la stima delle portate di
progetto (U. Moisello, 1999).

2. ANALISI MORFOLOGICA

L'analisi morfologica permette, in primo luogo, di individuare il bacino che dovrà essere
servito dalla rete di drenaggio, evidenziando le caratteristiche del territorio interessato a
questo tipo di opere idrauliche.
idrauliche E' necessario, quindi, individuare le caratteristiche
morfologiche delle aree che dovranno essere servite ed il tipo di insediamenti esistenti, al
fine di definire, per ciascuna zona, sia le densità che le caratteristiche dei suoli (uso, uso,
permeabilità, estensione, pendenze),
pendenze allo scopo di valutarne il comportamento nei confronti dei
fenomeni idrologici quali: scorrimento superficiale, ristagno ed infiltrazione.
infiltrazione L'andamento
plano-altimetrico della rete, che è posata al disotto del piano campagna, è stabilito sulla
base delle caratteristiche urbanistiche dell’area da drenare, tenendo conto di eventuali
vincoli naturali (corsi d'acqua, rilievi, eccetera) od artificiali (tunnel sotterranei, canali,
eccetera) e dell'altimetria del terreno, in modo da consentire un funzionamento, per
quanto possibile, a gravità.
I principali criteri di carattere generale, da seguire, sono i seguenti (G. Becciu ed A. Paoletti,
2005):

adottare uno schema di rete fognaria che assicuri il più completo drenaggio delle varie
zone, minimizzando i percorsi dell'acqua sia sul bacino, prima dell'ingresso in rete, sia
all'interno della rete stessa;

seguire, per quanto possibile, l'andamento e la pendenza delle strade, evitando tratti
eccessivamente lunghi, in contropendenza, e scavi troppo profondi;

analizzare il reticolo idrografico, eventualmente esistente, dei corsi d'acqua naturali od


artificiali (ad es. canali irrigui) già presenti nell'area di interesse, in modo da evidenziare
spartiacque, eventuali punti di attraversamento ed i punti più adatti per il recapito finale per
le acque (trattate, o meno, in appropriato impianto di trattamento e depurazione).

Nota la quota di riferimento del punto di recapito finale (ingresso all'appropriato impianto di
trattamento ovvero al corpo ricettore finale),
finale si può determinare l'andamento altimetrico
della rete, tenendo presente che, normalmente, la quota di massima risalita del pelo
libero, nelle tubazioni, deve trovarsi almeno 1 metro al di sotto del piano stradale e
facendo in modo che la loro pendenza (it) sia compresa, indicativamente, tra il 2 ed il 20 per
mille, assegnando, preferibilmente, pendenze più piccole alle canalizzazioni più grandi.
Qualora le pendenze stradali (i s ) risultassero superiori a tali valori, come capita,
bisognerà introdurre dei pozzetti di salto (vedi Fig. 1), che consentano di limitare le velocità
che, comunque, devono risultare comprese entro i limiti di 0,5 m/s e 5 m/s (S. Artina ed Al.,
1997).

Fig. 1 – Immagini esempio di un pozzetto di salto.

3. ANALISI NORMO-AMBIENTALE

Le normative di riferimento, da considerare, progettualmente, sono:

Normativa Statale
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”;

2
DPCM 4 marzo 1996 “Disposizioni in materia di risorse idriche”.

Circolare Ministero dei Lavori Pubblici 7 gennaio 1974 n. 11633 - Istruzioni per la progettazione
delle fognature e degli impianti di trattamento delle acque di rifiuto (scarichi).
Ministero dei Lavori Pubblici - Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dall'inquinamento:
4 febbraio 1977 - Criteri, metodologie e norme tecniche generali di cui all'art. 2, lettere b), d),
ed e), della Legge 10 maggio 1976 n. 319, recante norme per la tutela delle acque
dall'inquinamento.

Normativa Regionale (Puglia)


Piano di Tutela delle Acque – Linee guida per la redazione dei regolamenti attuativi del PTA –
Allegato n. 13 – Approvato con Delibera di Giunta n. 1441 il 4 agosto 2009.

Normativa Tecnica
UNI EN 1295-1:1999 – Progetto strutturale di tubazioni interrate sottoposte a differenti
condizioni di carico. Requisiti generali.
UNI ENV 1046 – Tubature plastiche e sistemi di canalizzazione – Sistemi esterni per la raccolta
dell’acqua o di risanamento all’esterno delle strutture edili – Pratiche di installazione sopra o
sottoterra (posa).
UNI EN 1610:1999 - Costruzione e collaudo di connessioni di scarico e collettori di fognatura
(tutti i materiali).

4. ANALISI IDROLOGICA

Lo studio idrologico consiste, principalmente, nell'analisi delle precipitazioni di breve


durata e massima intensità, della zona, per caratterizzarne l'intensità, la durata e
frequenza. Tramite una serie di elaborazioni statistiche, da effettuare sulle registrazioni
degli eventi più intensi nella stazione pluviometrica più prossima al bacino imbrifero da
drenare, si stima la curva di possibilità pluviometrica, per il tempo di ritorno progettuale.
Per i calcoli di progetto, afferenti la rete di drenaggio, si fa normalmente riferimento ad un
tempo di ritorno, T r , di 5 anni (vedi p.to 5). Per il ragguaglio all'area, si utilizza la
formulazione di U. Puppini (1932), correggendo i parametri a ed n della curva di possibilità
pluviometrica (h = a ⋅ t n con durata t espressa in ore), mediante le espressioni:
S S 2
a’ = a ⋅ [1− 0,052 ⋅ ( ) + 0,002 ⋅ ( ) ] (1)
100 100
e
S
n’ = n + 0,0175 ⋅ (2)
100

valide per superfici imbrifere S, espresse in ettari, non superiori a 1.300 ha e per durate
temporali non superiori a 24 h (si presuppone che la curva segnalatrice di possibilità
climatica, sia stata derivata da osservazioni effettuate al centro scroscio). La
determinazione della curva di possibilità pluviometrica (cd cpp) cpp non esaurisce, però, le
analisi idrologiche necessarie per l'impostazione del progetto. Da tali curve, infatti, si deduce
l'altezza di precipitazione che si verifica sul bacino scolante per una certa durata di pioggia
e con un certo livello di probabilità, cioè la quantità di pioggia in ingresso nel bacino. Una
parte di questa pioggia, però, si perde, per effetto di una serie di fenomeni idrologici
(principalmente per evaporazione, infiltrazione nel terreno, per formazione di velo idrico
superficiale e per immagazzinamento nella vegetazione ed in avvallamenti superficiali isolati)
prima di arrivare alla rete di drenaggio. Per il dimensionamento di quest'ultima sarà
rilevante, quindi, solo la restante parte della pioggia, cioè la cosiddetta “pioggia netta” od
efficace, che può essere valutata con diverse metodologie. Una valutazione di massima
può essere fatta attraverso il coefficiente di afflusso ϕ che rappresenta il rapporto tra il
volume della pioggia netta ed il volume della pioggia totale. Anche se dipende, in realtà, da
molti fattori, alcuni anche variabili nel tempo; nella pratica progettuale questo coefficiente
viene generalmente considerato costante per tutta la durata della pioggia, ammettendo valide
le ipotesi che solo le aree perfettamente impermeabili contribuiscano alla generazione del
deflusso.
deflusso

3
Un approccio più recente e più corretto, consiste nel far dipendere la stima del
coefficiente d'afflusso, dal tempo di ritorno idrologico di progetto e nel valutarlo,
separatamente, per le aree impermeabili ϕ IMP e per quelle permeabili ϕPERM, in modo che
venga rispettata la condizione (R. Rasulo e C. Gisonni, 1997):
ϕ = ϕIMP ⋅ IMP + ϕPERM ⋅ (1 − IMP) (3)

dove IMP è il cosiddetto coefficiente di impermeabilità, rapporto tra aree impermeabili ed area
totale del bacino. In progetto, in funzione del tempo di ritorno (T r = 5 anni; vedi adattamento
di Tab. 1), si considerano, rispettivamente (R. Rosso, 1999):

ϕIMP = 0,75 (4)


e
ϕPERM = 0,25 (5)
con
ϕIMP + ϕPERM = 1,00 (6)

Tempo di ritorno Tr [anni] ϕIMP [ - ] ϕPERM [-]


≤ 2,5 0,70 0,30
5 0,75 0,25
10 0,80 0,20
≥ 20 0,90 0,10
Tab. 1 – Valori dei coefficienti di afflusso per le aree impermeabili e permeabili.
permeabili.

5. ANALISI PROGETTUALE

Il calcolo delle portate di progetto va effettuato per tutte le sezioni dei condotti a monte delle
confluenze od almeno le più importanti. Le portate meteoriche di progetto consistono nelle
massime portate di piena al colmo che si possono realizzare nelle sezioni significative della rete
fognaria (sezione di chiusura del bacino), per effetto delle precipitazioni piovose sul bacino.
L’aleatorietà dei fenomeni piovosi implica la necessarietà di definire un livello di probabilità, da
associare alla stima di tali portate, espresso mediante il tempo di ritorno T r (L. Fanizzi, 2010).
Normalmente si sceglie un tempo di ritorno idrologico di 5 anni per il dimensionamento dei
collettori (p.to 3.8.5. – Drenaggio urbano, di cui al DPCM 4 marzo 1996: “Disposizioni in materia
di risorse idriche”). Per l’analisi quantitativa del processo di trasformazione delle precipitazioni
in deflussi si adotta il metodo speditivo dell’invaso (adattamento del metodo italiano diretto,
del G. Supino − U. Puppini (1929-1932), che costituisce un’estensione del metodo italiano del
volume d’invaso, utile per giungere direttamente, senza cioè iterazioni, alla valutazione della
portata di dimensionamento della rete di drenaggio. Il metodo definisce la portata critica come
quella portata che risulta esattamente pari, per la durata critica, alla portata di riempimento
della rete nella sezione di chiusura considerata. Da questa condizione derivano,
rispettivamente, le relazioni del tempo critico di riempimento e della portata al colmo di piena:
1
Tc = (2,6 + n’) ⋅ 

w n'
 ϕ⋅ a ' 

[h] (7)
 
e
1
(ϕ⋅ a ') '
n
Qc = 2168 ⋅ S ⋅ n’ ⋅ [L/s] (8)
1
−1
w n'

4

dove il parametro a’, della curva di possibilità pluviometrica ragguagliata, è espresso in [m⋅ h n’]
e dove w è il volume specifico d’invaso, pari alla somma dei volumi dei piccoli invasi
superficiali (w0) e dell’invaso specifico di rete (wr):
W0 Wr
w= + [m] (9)
10 ⋅ S 104 ⋅ S
4
con S [ha].

Nel caso del metodo dell’invaso, recenti tarature sulla base dei dati raccolti in bacini
sperimentali, consigliano di considerare un volume invasato nella rete Wr pari all’80 % della
somma dei volumi massimi dei collettori (di diametro d i e lunghezza Li, espressi, entrambi, in
metri), a monte della sezione di chiusura (A. Paoletti, 1996):
d i2
wr = 0,80 ⋅ (Σi π ⋅ 3
⋅ Li ) [m ] (10)
4
Infatti, il valore della portata di massimo riempimento non differisce, di molto, dalla portata di
moto uniforme corrispondente ad un grado di riempimento, in termini volumetrici, dell’ 80 %.
Per quanto riguarda la stima del volume dei piccoli invasi w0, sono consigliabili valori più bassi
di quelli tradizionali, cioè valori dell’ordine di:

w0 = 10 m3/haIMP ÷ 15 m3/haIMP (11)

da applicare alla sola parte impermeabile dell’area del bacino (vedi Tab. 1), anziché un valore
di 30 m3/ha ÷ 50 m3/ha, da applicare sia alla parte impermeabile che permeabile, così come
tradizionalmente consigliato . Numerose ricerche sono state effettuate, in passato, in modo da
semplificare i tentativi di sviluppo del metodo. Tra queste si adatta, per la speditività che
apporta al metodo, la valutazione diretta (cioè non iterativa) di G. Iannelli (1969), il quale, ha
dimostrato, da una indagine statistica, ottenuta da G. Cotecchia (1969), che si può ritenere
valida l’espressione generale (Cointec, 2006) :
wr
= r ⋅ S 0,227 (12)
w0
La quale, fissato il valore w0, definisce univocamente il valore di wr, per il particolare valore di S
e, quindi:

w = w0 + wr = w0 ⋅ (1 + r ⋅ S 0,227) (13)

La validità della suddetta equazione, si è osservato essere attendibile entro determinati range
di pendenza media del bacino i (vedi Tab. 2), cui sono associati ben definiti coefficienti di
ragguaglio r e volumi specifici d’invaso w0.

Pendenza media bacino: i w0 r



[0/0] [m3/haIMP] [(ha) 0,227]
0,2 ÷ 0,8 15 0,33
0,8 ÷ 1,4 12,5 0,29
1,4 ÷ 2 10 0,27
Tab. 2 – Valori dei volumi di piccolo invaso w0 e del coefficiente r al variare della pendenza i.

Poiché per l’ipotesi di sincronismo il metodo italiano diretto considera un volume d’invaso della
rete, maggiore di quello reale, tendendo a sovrastimare il tempo di riempimento della rete e,
quindi, a sottostimare la portata critica al colmo, è sempre opportuno verificare che,
quest’ultimo, non si discosti molto dal tempo di corrivazione del bacino (Tc), dato dalla somma
del tempo di accesso alla rete (ta) – S. Mambretti e A. Paoletti, 1997 (adattamento
equivalente per piccoli bacini ≤ 10 ha):
approssimato del modello del condotto equivalente,

0,34 − 0,429 − 0,29


ta = 0,02051 ⋅ S ⋅ i ⋅ (a’ ⋅ ϕ) [h] (14)

5
e del tempo di corrivazione nella rete (tc) – Z. P. Kirpich, 1940:
0,80
 L 
tc = 0,0003702 ⋅ (1,10 − Ψ) ⋅ 


 [h] (15)
 i
con:
S = superficie del sottobacino [ha];
i = pendenza media del sottobacino [m/m];
a’ = coefficiente a della curva di possibilità pluviometrografica arealmente ragguagliato
[mm/hn], secondo la formulazione di U. Puppini (1932), per piccoli bacini;
n’ = coefficiente della curva di possibilità climatica ragguagliato arealmente (variabile, ma
trascurabile, nel campo di validità del modello: 0,40 ÷ 0,60)
Ψ = fattore di correzione, pari a 0,90 per collettori fognari in Cemento lisciato, Gres vetrificato,
vetrificato
PE o PVC;
PVC
ϕ = coefficiente di afflusso del sottobacino [≤ 1,00];
L = lunghezza dell’asta principale (in mancanza di dati, può essere considerata pari al valore
238,25 ⋅ S 0,548, con S espresso in ettari) [m].

6. ANALISI NUMERICA

Ad esempio, di quanto teoricamente esposto, si riporta il calcolo della portata di piena, per un
bacino imbrifero pianeggiante (pendenza i = 0,005 m/m), avente superficie S = 3 ha, per il
quale si assume una percentuale di aree impermeabili del 30 % (IMP = 0,30), dotato di un
collettore principale di drenaggio, di sezione circolare, avente una lunghezza complessiva,
stimata, L, pari a 500 m (densità di drenaggio: d = 500/3 ≅ 167 m/ha > 150 m/ha). Il
coefficiente di deflusso, calcolato con la (3), risulta pari a:

ϕ = 0,75 ⋅ 0,30 + 0,25 ⋅ (1 – 0,30) = 0,40

Si è calcolata, quindi, per detta superficie, la curva di probabilità pluviometrica, corrispondente


ad un tempo di ritorno idrologico Tr = 5 anni, che assume, monomiamente, equazione h = 40 ⋅
t 0,50, con t durata della pioggia espressa in ore. Il tempo di accesso ta, alla rete, dopo aver
ragguagliato i coefficienti a ed n della cpp, con le espressioni (1):
3 3 2
a’ = 40 ⋅ [1− 0,052 ⋅ ( ) + 0,002 ⋅ ( ) ] ≅ 39,94 mm ⋅ h-n’
100 100
e (2)
0,50
n’ = 0,50 + 0,0175 ⋅ ≅ 0,50
100
si è calcolato essere, con l’utilizzo della (14), del seguente valore:
− 0,429 − 0,29
ta = 0,02051 ⋅ 30,34 ⋅ 0,005 ⋅ (39,94 ⋅ 0,40) ≅ 0,13 h

Il tempo di corrivazione, nella rete interna, si è calcolato, invece, con la (15), del seguente
valore:

0,80
 500 
tc = 0,0003702 ⋅ (1,10 – 0,90) ⋅  
 0,005
≅ 0,09 h
 

per un tempo critico totale del bacino Tc (h), ossia un tempo di versante (o di accesso) e di
canale (o di rete), pari a circa 0,2 h < 1 h. Assumendo, tradizionalmente, w 0 = 50 m3/ha ed
adottando la formulazione dello Iannelli, per il menzionato bacino pianeggiante ( i < 0,8 %), per
la stima di Wr, dalla (12), si ottiene:

Wr = wr ⋅ S = [w0 ⋅ (r ⋅ S0,227)] ⋅ S = [50 ⋅ (0,33 ⋅ 3 0,227


)] ⋅ 3 = 64 m3
e
W0 = w0 ⋅ S = 50 ⋅ 3 = 150 m3

6
Se si assume, invece, corrispondentemente alle più recenti tarature, w 0 = 15 m3/haIMP e Wr pari
all’ 80 % del volume interno complessivo dei collettori, a monte della sezione di chiusura
bacinale,
bacinale i calcoli si modificano come segue:

W = 0,80 ⋅ Wr + w0 ⋅ (IMP ⋅ S) = 0,80 ⋅ 64 + 15 ⋅ (0,30 ⋅ 3) = 64 m3 < 214 m3


onde
W 64
w= = = 0,0021 m
10000⋅ S 10000⋅ 3
ed infine dalla (7)
1
Tc = (2,60 + 0,50) ⋅ 

0,0021  0,50 ≅
 0,1 h
 0,40⋅ 0,03994

e dalla (8)
1
2168⋅ 3 ⋅ 0,50 ⋅ (0,40 ⋅ 0,03994) 50
0,
Qc = ≅ 387 L/s
1
−1
0,00210,50
h
Per un grado di riempimento: = 0,80, dall’abaco di Fig. 2, si ottengono i seguenti valori di
D
Qc Vc
massimo allagamento della sezione: Qr = e Vr = .
0,978 1,140
Onde
0,387
Qr = = 0,396 m3/s
0,978

Il diametro interno della sezione, al massimo riempimento, con n = 0,010 m 1/3/s (coefficiente
di resistenza di R. Manning, per tubazioni lisce: CA, GRES, PVC e PE), è calcolato con la formula
inversa di A. L. de Chezy:

3 3

D = 1,5483 ⋅  n ⋅ Q r  8 = 1,5483 ⋅
0,010⋅ 0,3968
  ≅ 0,525 m
   0,005 
 i   

Fig. 2 − Scala delle portate e velocità (adimensionali


(adimensionali)) per sezioni circolari.

Adottando, quindi, un diametro commerciale DN = 0,600 m, si ottiene una velocità, al massimo


grado di riempimento, di:

7
4⋅ Qr 4 ⋅ 0,396
Vr = = = 1,40 m/s
2
D ⋅π 0,62 ⋅ 3,1416

ed una velocità critica, al colmo di piena, di:

Vc = 1,140 ⋅ Vr = 1,14 ⋅ 1,40 = 1,60 m/s

NOTE BIBLIOGRAFICHE

[ 1] U. Moisello (1999): “Idrologia tecnica”, Ed. La Goliardica Pavese, Pavia.

[ 2] G. Becciu e A. Paoletti (2005): “Esercitazioni di costruzioni idrauliche”, Ed. Cedam, Padova.

8
[ 3] S. Artina ed Al. (1997): “Sistemi di fognatura – Manuale di progettazione”, Centro Studi
Deflussi urbani, Ed. HOEPLI, Milano.
[ 4] U. Puppini (1932): “Coefficienti udometrici per generica scala di deflusso”, L’ingegnere, n.
4, Ed. E. F., Roma.
[ 5] R. Rasulo e C. Gisonni, (1997): “Metodi per determinare le massime portate pluviali”,
Sistemi di fognatura – Manuale di progettazione, CSDU, Ed.
Hoepli, Milano.
[ 6] R. Rosso (1999): “Corso di infrastrutture idrauliche – Sistemi di drenaggio”, The real book,
Ed. Cusl, Milano.
[ 7] L. Fanizzi (2010): “Analisi delle piogge estreme”, L’Ambiente, n. 1, Ed. ICSA, Milano

[ 8] G. Supino (1929): “Sul calcolo dei canali di fognatura”, L’ingegnere, n. 2, Ed. E. F., Roma.

[ 9] A. Paoletti (1996): “Sistemi di fognatura e di drenaggio urbano – Fondamenti e nuove


tendenze”, II Edizione, Ed. Cusl, Milano.
[10] Cointec (2006): “Fognature - Calcolo di reti di deflusso a pelo libero”, II Edizione, Ed.
Grafill, Palermo.
[11] G. Iannelli (1969): “Una semplificazione del metodo del volume d’invaso per il calcolo delle
fognature pluviali”, Ingegneria Sanitaria, n. 4, Ed. IPI, Milano.
[12] S. Mambretti e A. Paoletti (1997): “Il metodo del condotto equivalente nella simulazione
del deflusso superficiale in ambiente urbano”, Atti del
seminario “Modelli di dimensionamento per le fognature
urbane” di San Cassiano, Ed. CSDU, Milano.
[13] Z. P. Kirpich (1940): “Time of concentration of small agricultural watershed” , Ed. Civil
Engineering, New York.

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