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Le arcate hanno una freccia pari 1,90 mt, ed un raggio pari a 6,20 mt per cui essendo il rapporto
freccia/raggio inferiore all’unità i detti archi si definiscono “ribassati” (Un arco si dice ribassato o
scemo quando il rapporto fra la freccia ed il raggio è inferiore ad 1 ).
Nello schema dell’infrastruttura non risultano presenti lesioni passanti che configurano l’attivazione
di meccanismi di collasso o dissesti strutturali. Si nota comunque un elevato degrado dei giunti di
malta nelle arcate con espulsione, in alcuni punti, dei singoli mattoni.
Da ricerche in letteratura effettuate è emerso che per tecnica costruttiva le strutture da ponte
venivano lasciate a faccia vista, prive quindi di intonaco e qualsivoglia rivestimento. Tale
circostanza ha fatto sì che alla data odierna l’avanzamento della azioni corrosive non ha trovato
alcun ostacolo prima di raggiungere i giunti di malta cosicchè gli stessi risultano essere in avanzato
stato di corrosione.
Nelle facce esterne, laddove le murature sono soggette al dilavamento delle acque meteoriche
provenienti dal paramento murario verticale, i giunti sono totalmente deteriorati e alcuni elementi
(mattoni) risultano addirittura mancanti in quanto staccati. In particolare nell’arcata lato Ovest gli
estremi risultano interessati da distacchi legati ad urti e o strisciate lasciate dai mezzi in transito
nella pista sottostante. Quanto sopra risulta evidente dalle successive foto.
CLASSIFICAZIONE DELL’INTERVENTO
Secondo quando stabilito al punto 8.4 del DM 14/01/2008 si individuano tre diverse categorie di
intervento attuabili nelle strutture esistenti:
- interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti norme;
- interventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza
necessariamente raggiungere i livelli richiesti dalla norma;
- riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati e che comunque comportino un
miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.
Per il caso in esame gli interventi in progetto sono tali da conseguire i livelli di sicurezza previsti
dal DM 14.01.2008 per le condizioni statiche allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita Umana
ma non risultano sufficienti per il soddisfacimento dei requisiti di sicurezza previsti, sempre per lo
stesso stato limite, in presenza di azioni sismiche.
L’intervento quindi, nel suo complesso, risulta inquadrabile tra gli “Interventi di miglioramento”.
Si precisa inoltre che non ricorrono le condizioni per procedere all’adeguamento sismico della
struttura definite al punto 8.4.1 del DM 14.01.2008 e risulta perciò valido l’intervento previsto
definito al punto 8.4.2 del detto decreto.
Relativamente alla valutazione della sicurezza sono state effettuate sia le verifiche corrispondenti
all’azione sismica di norma in relazione alla quale le stesse non risultano soddisfatte (non essendo
l’intervento previsto con la presente “di adeguamento”) che le verifiche corrispondenti all’azione
sismica cui può essere assoggetta la struttura post intervento, che risultano soddisfatte e consentono
di definire e dichiarare quale è l’azione sismica cui la struttura potrebbe resistere.
Paragonando quindi la stessa all’azione sismica cui la struttura può resistere senza l’intervento di
miglioramento si è pervenuti alla definizione del grado di miglioramento della sicurezza strutturale
conseguito con l’intervento.
In particolare e come sopra specificato, mentre per l’intervento di adeguamento le azioni simiche
sono note e corrispondono a quelle prescritte per le nuove costruzioni in funzione dei parametri già
definiti al paragrafo precedente (azione sismica di norma) nel caso di “Interventi di miglioramento”,
l’azione simica è incognita in quanto tale forzante (definita anche azione disponibile) viene dedotta
a valle delle verifiche di sicurezza necessarie, rappresentando quest’ultima il limite superiore
dell’azione per cui le verifiche risultano soddisfatte.
Figura 7: modello realizzato con il software MasterSap di AMV ed utilizzato per lo studio dello stato di fatto.
La procedura seguita per la detta determinazione denominata anche “valutazione del livello
simico”, scaturisce da un calcolo iterativo in cui facendo variare il Tempo di ritorno del Sisma, e
quindi il corrispondente valore di ag/g, si effettuano le verifiche di sicurezza per i vari step.
Dalle calcolazioni e verifiche effettuate con il software di calcolo ad elementi finiti MasterSap di
AMV (www.amv.it) si ricava l’azione simica disponibile per cui la struttura risulta verificata
ottenendo che l’intervento in progetto consente il raggiungimento di un valore di ag/g pari a 0,0521
cui corrisponde un tempo di ritorno del sisma pari a 30 anni a fronte di un valore di ag/g di norma
pari a 0,18 ed un corrispondente valore di 475 anni per il tempo di ritorno richiesto per interventi di
adeguamento simico.
Figura 8: modello realizzato con il software MasterSap di AMV ed utilizzato per lo studio dello stato di fatto.
L’intervento pertanto può essere considerato quale “Intervento di miglioramento” considerato che
l’infrastruttura allo stato attuale non risponde ai requisiti di cui al DM 14/01/2008, già in condizioni
statiche, mentre l’ipotesi progettuale esplorata consente il raggiungimento delle condizioni di
verifica sia per lo SLV in condizioni statiche di norma che in condizioni simiche con il limite di
ag/g pari a 0,0521 sopra detto.
I suddetti elementi metallici verranno ancorati alle strutture esistenti mediante l’uso di tirafondi cl.
8.8 inghisati con tasselli in resina HILTI HIT-RE500 oggetto di apposita prova di carico a trazione
effettuata sui due materiali base riscontrati nelle strutture costituenti il ponte oggetto di intervento.
Figura 11: particolare dell'intervento.
Il progettista
Ing. Pietro Curreri – Saponara (ME)