Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Esse
Se desarrolla así una metafísica ordenada a explicar el esse de los entes. Avicena añade el
esse a los entes como un nuevo principio, pero lo explica como un mero accidens additum,
esse in actu. Santo Tomás los conoce y critica1, al tiempo que propone su concepción
totalmente original. Sin embargo quiere mantener aquello que ya se había dicho, aunque
completando y perfeccionándolo. Por tanto utilizará de las acepciones del término esse
personal. Se debe atender a esto, pues de otro modo el lenguaje tomista parecería equívoco e
incoherente.
Santo Tomás, aiutata dal Liber de Causis e dall Pseudo Dionigi, arriva a una nozione di esse
Infatti, nel commento al Libro delle Sentenze, Tommaso porta una citazione di Dionigi,
secondo il cui dice che l’essere, tra tutte le altre perfezioni di Dio, come il vivere l’intelligere,
et altre, sta primo e come principio delle altre perfezioni, e li contiene tutte unite.
Nella questione disputata de Potentia, Q 7, in risposta alla nona obiezione del secondo
articolo, san Tommaso usa espressioni molto chiare rispetto alla sua nozione di esse. E
molto significativo che in questo passo, che e inoltre una delle sue ultime opere, dice spesso
“hoc quod dico esse…”, invece di usare la solita espressione “hoc quod dicitur esse…”, e così
perché è atto di tutte le forme, e l’atto è sempre più perfetto della potenza. È attualità do
ogni atto, perfezione di ogni perfezione, e nulla li si può aggiungere che gli sia estraneo.
L’essere è una perfezione intensiva, che determina il grado di perfezione di ogni ente. No è
De todo lo dicho se concluye que el esse es acto, significa acto en general, el acto que se
realiza. y puede indicar la realidad o actualidad de una esencia, esse in actu, o el principio
Questo essere come massima perfezione, si trova in Dio per essentiam, cioè senza limiti di
alcun tipo e come proprio. Invece, tutti glia altri enti, hanno l’essere come ricevuto e
limitato per l’essenza, che con questa concezione tommasiana dell’essere come atto di tutti
Così, Tommaso dirà che nelle cose composte di materia e forma, si trova un ordine doppio:
uno dalla materia alla forma, ed un altro dalla cosa composta all’essere partecipato, e che
l’essere non è né la materia né la forma, ma qualcosa che arriva al composto per la forma.
L’essenza non è, pertanto, l’atto ultimo, ma si comporta come potenza nei confronti
dell’essere.
Nei tempi di san tommaso, c’era la discussione riguardante l’ilemorfismo universale. Questa
dottrina diceva che tutte le realtà tranne Dio, erano composte di materia e forma.
2
Pero questa dotrina era un problema, perché per mettere una diferenza tra Dio e le creature
spirituali, affermava l’essitenza di una materia sottile, diversa dalla materia corporea, però
Però la nozione di essere di san Tommaso è in grado di spiegare che nelle sostanze spirituali,
è l’essere quel che ha ragion di atto, e invece l’essenza è il principio che diversifica gli enti di
Una volta tolta la materia, quando consideriamo le sostanze spirituali, san tommaso dirà che
quelle continuano a diferenziarsi di Dio perché rimane qualche potenzilità, dato che loro
non sono lo stesso essere, ma partecipano del essere. (de substantiis) E per il principio di
pura e separata non può essere che una sola. Quindi, Dio è L’Ipsum esse Subsistens, e ci debe
essere qualche principio potenziale che distingua e limite l’essere negli altri enti.
Abbiamo deto, allora, che tutti gli enti tranne Dio non sono l’essere, ma partecipano l’essere.
Quindi l’essere è la perfezione che viene partecipata da tutti gli enti a partire del essere per
essenza.
Nella nozione di partecipazione di san Tommaso, dobbiamo distinguere i due termini della
Con riguardo al essere, dobbiamo dire che l’essere che si trova in Dio per essenza è la
3
Però in che modo sia questa partecipazione, lo spiega san Tommaso nel commento alle
sentenze, dicendo che i due termini possono convenire nella perfezione in due modi: come
due che partecipano qualcosa una, o quando uno è qualcosa per se, e l’altro partecipa la sua
Dal primo modo non sia applica al rapporto Dio-creature, ma dal secondo modo.
similitudine degradata della perfezione partecipata, e questa perfezione susiste separata dei
partecipanti.
Questa perfezione di essere separata, L’Ipsum Esse Subsistens, è la causa dell’essere di tutti
gli enti.
Nel suo commento al Liber de Causis san Tommaso spiega che l’essere è il primo e più
generale degli effeti della Causa prima, il cui influsso si stende a tutto.