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A1.
Utrum idee sint
Si! Nella mente divina ci sono le idee.
Idea è il termine greco per il latino forma, quindi, idee sono le forme delle cose, esistenti
fuori delle cose stesse.
Ora, la forma di una cosa, fuori di essa, può servire a due scopi:
-è la causa esemplare di quella cosa.
-o è il principio conoscitivo di quella cosa (come la forma della cosa che in-forma la
nostra intelligenza)
Dio ha tutte e due le idee.
Nelle cose che non sono prodotte casualmente, la forma deve essere il fine della loro
produzione.
-l’agente deve avere la rappresentazione della forma in vista di cui agisce, e questo avviene
in due modi:
-preesistendo nel suo essere fisico (il fuoco genera il fuoco, l’uomo genera l’uomo).
-preesistendo nel suo essere intelligibile (come l’imagine della casa nella mente del
architetto). Questa forma può chiamarsi idea della casa.
-Poichè il mondo è stato creato da Dio, deve esserci nella mente divina una forma a
immagine della quale sia stato creato. In questo consiste l’idea.
A2.
Utrum sint plures ideae
È necessario porre in Dio più idee.
-in ogni effetto l’ultimo fine viene direttamente predisposto dall’agente principale.
-il bene dell’ordine cosmico è la cosa migliore esistente nell’universo.
-Dunque, l’ordine dell’universo è direttamente voluto da Dio.
-Perciò, Dio deve avere in se stesso, necessariamente, l’idea dell’ordine dell’universo.
-Ma non è possibile avere l’idea di un tutto, se non si hanno le idee delle varie parti che lo
costituiscono.
-Così, è necessario che nella mente divina ci siano le idee proprie di tutte le cose.
Ciò non ripugna alla divina semplicità:
-l’idea di un opera si trova nella mente dell’agente come ciò che è intelletto (inteso), non
come la specie mediante la quale è intelletto (quella forma che attualiza l’intelletto).
-Non va contro la semplicità divina che intenda molte cose; ciò accaderebbe se l’intelletto
divino fosse attuato da molte specie.
Chiarimento:
-Dio conosce perfettamente la propria essenza: quindi, anche secondo tutti i modi in cui può
essere conosciuta.
-L’essenza di Dio può essere conosciuta in quanto partecipabile dalle creature in diversi
gradi.
-in quanto Dio conosce la sua essenza come imitabile in determinato modo da tale creatura,
conosce la sua essenza come idea propria di tale creatura.