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by Virgilio Ilari
A. Il Corpo Topografico
e il Corpo Reale degli Ingegneri Geografi
Le memorie statistico–militari
Il regolamento distingueva, a seconda dello scopo, tre tipi di cartografia (d’armata, del genio e
civile), stabilendo per ciascuno particolari scale e modelli descrittivi. Ad ogni toponimo doveva
essere infatti associata una descrizione (“memoria militare”) articolata in 3 parti (topografica,
statistica e militare) secondo modelli uniformi. La parte topografica specificava giacitura, clima,
montagne, pianure, coste, laghi, fiumi, canali, paludi, boschi, strade, abitati; la statistica indicava i
dati relativi a governo, popolazione, commercio, industria e agricoltura; la militare linee, campi,
posizioni, fortezze, porti, quartieri di guerra, relazioni militari e piani d’offesa e difesa.
(In seguito si precisò che le memorie relative alle singole comunità, redatte sul campo dai
topografi, dovevano contenere tutti gli elementi che non si possono rappresentare col disegno,
ossia la storia militare e politica, le risorse per l’armata, la natura del terreno e la qualità delle
strade. Il deposito doveva poi provvedere a riunirle in una memoria generale per ogni
dipartimento, “in forma di dizionario”, preceduto da un “colpo d’occhio generale” e seguito da
una “tavola” sinottica dei dati salienti.)
Nella prima formazione l’ammissione al corpo avveniva per esame, da parte di una
commissione di tre membri nominati dal ministro e presieduta dal comandante del corpo.
L’esame verteva su matematica, geometria, trigonometria, equazioni di 1° e 2° grado, tattica,
elementi di fortificazione, calligrafia, disegno e cartografia militare. Tibell era incaricato di
compilare un testo di base per l’esame (Corso elementare di topografia militare). In seguito
l’ammissione era riservata agli allievi provenienti dalla scuola di Modena. In pace l’avanzamento
avveniva per 2/3 per anzianità e per 1/3 a scelta, proporzioni invertite in tempo di guerra.
L’uniforme era verde con paramani violetti, fodera e filetto rossi e bottoni con l’impronta del
globo terrestre.
Tibell istituì anche le “adunanze d’istruzione”, tenute la domenica dalla 11 alle 13 in una sala
del deposito. Ogni ufficiale, a turno, doveva leggervi una memoria concernente la topografia o la
storia militare ovvero “le scienze ausiliarie che vi hanno più connessione”, su temi stabiliti da
Tibell in base alle inclinazioni individuali. Seguiva la lettura in comune “di qualche libro
interessante” e poi lo scambio di esperienze tra gli ufficiali e gli impiegati.
Oltre al pescarese Francesco Cetteo Macdonald, con decreto vice presidenziale del 17 marzo
1802 furono ammessi nel corpo, previo esame, altri 5 ufficiali napoletani già appartenenti alla
brigata italica del genio formata in Francia nell’anno VIII (capitani Campana e Vinci e tenenti
Cosenz, Montella e Sella). Nel marzo 1806 Napoleone li destinò tutti a impiantare il corpo
topografico napoletano ma il 15, su richiesta del viceré, lo autorizzò a trattenere Campana per non
restare a corto di topografi. I napoletani furono in seguito sostituiti da 5 ingegneri laureati a Pavia
che avevano lavorato alla carta del Regno progettata dagli astronomi di Brera (Marieni, Frapolli,
Prina, Mugiasca e Brupacher). Giuseppe Audé, ammesso nel corpo il 28 aprile 1808, era
probabilmente figlio di Giacomo, ingegnere del vecchio ufficio topografico sabaudo (v. tab. 18-19).
Servirono nel corpo anche lo svedese Forsell (giunto e partito insieme a Tibell), il polacco
Casimiro Strzeleski e il francese Eugène Labaume, aiutante di campo del principe Eugenio e
futuro autore di una Rélation circostanciée de la campagne de Russie en 1812 (6e éd. 1820)
nonché di un Manuel de l’Officier d’Etat Major (1827).
Tibell intendeva creare presso il deposito della guerra una biblioteca militare centrale, relativa
non solo alla topografia e alle scienze, ma anche all’arte e alla storia militare. “Motivi di
risparmio” impedirono l’acquisto di libri, rinviandolo al 1803: con ogni probabilità la partenza di
Tibell da Milano archiviò definitivamente il progetto biblioteca. In compenso nel settembre 1806
il deposito italiano acquistò da quello francese un ingente quantitativo di carte e atlanti d’Europa,
arrivati a Milano in novembre. Fu inoltre stipulata una convenzione italo-francese per l’acquisto
degli aggiornamenti tramite Parigi, tranne le carte della Germania, che si ritenne più conveniente
procacciare direttamente.
Nel Rapporto storico sul deposito della guerra del 20 agosto 1811 il direttore Campana
indicava tra le attività svolte 9 disegni di carte e 11 incisioni. Sulla base delle memorie parziali
eseguite sul terreno dagli ufficiali geografi il deposito aveva inoltre iniziato la compilazione delle
memorie statistico–militari da unire alla GCMRI, completando quelle relative al dipartimento
dell’Olona e della parte dell’Alto Po situata sulla destra dell’Adda (era in corso quella del Lario).
Infine erano state copiate le memorie rimesse dai geografi francesi per unirsi ai calchi della
GCMRI. I disegni riguardavano:
1. riduzione al 1/50.000 della GCMRI (tranne la parte tra Adige e Isonzo);
2. riduzione al 1/100.000 della carta suddetta ordinata dal viceré;
3. calchi parziali della GCMRI;
4. carta amministrativa del Regno al 1/500.000 in 6 fogli interi e 2 mezzi fogli;
5. carta amministrativa delle province Illiriche con una parte dell’Impero Ottomano in 6 fogli interi e 2 mezzi fogli;
6. carta generale idrografica dell’Adriatico fino a Corfù al 1/500.000, in due fogli, ordinata dal viceré per la Marina
del Regno;
7. Gran carta idrografica d’atterraggio del Mare Adriatico al 1/175.000 in 20 grandi fogli ordinata dal viceré per
uso della marina;
8. Grande carta idrografica e topografica militare della Laguna veneta dalla tenuta di Rossano fino alla foce della
Piave (da Brondolo a Cortellazzo) in 36 fogli al 1/15.000;
9. riduzione della parte delle Province Illiriche ceduta dall’Austria.
Il Giornale dette ovviamente largo spazio alla topografia, con una memoria anonima (ma
probabilmente di Tibell) sulla classificazione delle carte geo–topografiche, un resoconto dei
lavori del corpo e del deposito topografico italiani eseguiti nel 1802, un lungo articolo di Tibell
sul modo di redigere le memorie topografiche, statistiche e militari, due articoli del tenente
Ferdinando Visconti sulla costruzione di carte topografiche ridotte e secondo il metodo del
colonnello veneto Anton Maria Lorgna (Principi di geografia astronomico–geometrica, Verona,
1789) e la recensione della nuova rivista edita dal deposito generale della guerra francese
(Mémorial topographique et militaire). Il capobattaglione del genio Rossi trattò l’uso del
teodolito nel calcolo del filone dei fiumi, integrando gli studi pubblicati nel 1794 dal professore
bolognese Antonio Pedevilla e dall’abate Gioacchino Pessutti (Maneggio e usi del teodolito,
Roma, stamperia Giovanni Zempel).
Ampio spazio era riservato anche alle altre scienze militari. Il generale di brigata Sokolnicki
pubblicò una nota, indirizzata all’abate Breislak, ispettore generale dei nitri e delle polveri, sulla
fabbricazione della polvere da sparo e una lettera sulla costruzione, da lui diretta nel 1794, del
celebre ponte di Grodno sul Niemen. Una memoria del capobrigata “C.” (ma certamente si tratta
di Frédéric) Guillaume sulla razionalizzazione dei calibri dell’artiglieria italiana suscitò due
repliche di parziali contraddittori, una pubblicata e l’altra recensita dal Giornale. Un altro articolo
di Guillaume trattava di balistica. (Inviso a Melzi, storico delle campagne del 1814 e 1815 in
Francia, cartografo dei Balcani turchi, direttore dal 1825 del Journal des sciences militaires e
collaboratore della rivista coeva Le Spectateur militaire, Guillaume de Vaudoncourt scrisse anche
una Histoire des campagnes d’Hannibal en Italie pendant la deuxième guerre punique, basata su
moderni criteri tecnico-militari e originali ricerche topografiche).
Il Giornale pubblicò la traduzione di quattro relazioni francesi sull’impiego delle casematte (a
Besançon, Metz, Perpignano e Neuf Brisach) e recensì il discusso trattato di fortificazione e
poliorcetica dell’emigrato Bousmard (l’ufficiale che nel 1792 aveva consegnato ai prussiani la
piazza di Verdun e sarebbe poi caduto nel 1807 nella difesa di Danzica), il quale aveva rivalutato,
contro le tesi dominanti, il sistema bastionato di origine italiana, con l’impiego di casematte sui
fianchi. Altri articoli anonimi riguardavano la costruzione dei ponti militari, le segnalazioni
acustiche e la panificazione. Fu inoltre recensita la nuova rivista francese del genio (Mémorial de
l’Officier du génie). Tra le “novelle militari”, il Giornale menzionava infine la “fortezza mobile”
costiera (meccanismo girevole che presentava al nemico un angolo acuto) inventata dallo
scozzese Cellessip e il “brulotto sottaqueo” (sottomarino) dell’americano Fulton (annotando: “se
l’uso di questa macchina non incontra qualche difficoltà non preveduta dalla teoria, essa può
produrre un gran cambiamento nella guerra navale”).
D. Topografia e storiografia
E. La linea telegrafica
ASMi - Ministero della Guerra. Topografia (2848-2866). – C2854 (Corpo topografico). Regolamento del
Corpo Topografico della Repubblica Italiana, Milano, anno X, dalla Stamperia e Fonderia del
Genio Tipografico (1° febbraio 1802), (ASMi, S.O. Sup. 1115). Giornale dell’Accademia militare
della Repubblica italiana, Milano, Stamperia e fonderia del Genio Tipografico, 1803 (Braidense). BERTHAUT, Les
ingénieurs Géographes Militaires, 1624-1831, Paris, 1902 (1937). FRASCA, Francesco (cur.), La cartografia
militare del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, dell’Istria e della Dalmazia in età napoleonica, Udine –
Tavagnacco, 1996. ID., «La cartografia militare del territorio», in 1797 Napoleone e Campoformio, Armi,
diplomazia e società in una regione d’Europa, Milano, 1997. ID., «Le ricognizioni militari e le levate topografiche
del Bureau Topographique de l’Armée d’Italie nei territori delle Venezie», in Carte di Napoleone, Udine, Gorizia,
Trieste, Istria e Dalmazia. Cartografia a stampa, grandi edizioni, giornali, cronache, Mariano del Friuli, 1997. ID.,
«Il Polesine nei lavori topografici degli ufficiali geografi francesi», in Filiberto Agostini (cur.), Rovigo e il Polesine
tra rivoluzione giacobina ed età napoleonica, 1797-1815, Atti del XXI Convegno di studi storici, 13-14 dicembre
1997, Treviso, Minelliana, 1998, pp. 233-244. MORI, A., La cartografia in Italia e l’Istituto Geografico Militare,
Roma, 1922. SIGNORI, Maria, «L’attività cartografica del Deposito della Guerra e del Corpo degli ingegneri
topografi nella Repubblica e nel Regno d’Italia», in Cartografia e istituzioni in età moderna, atti del convegno di
Genova, 2-8 novembre 1986, Roma, Ministero dei Beni Culturali e Ambientali, Direzione generale dei Beni
archivistici, 1987, pp. 493-526. EAD., "Il Deposito della Guerra e il Corpo degli ingegneri topografi" (1802-1814)",
», in Armi e Nazione dalla Repubblica Cisalpina al Regno d'Italia (1797-1814), Convegno di Milano, 10-12
dicembre 2002. ERICSON, Lars, "The Beginnings of Military Science in Sweden", in Between the Imperial Eagles.
Swedens Armed Forces during the Revolutionary and the Napoleonic Wars 1780-1820, Armémuseum, Meddelande
58-59, Stockholm 2000, pp. 164-178.
Kungliga Krigsvetenskapsakademien
Från Wikipedia
Kungliga Krigsvetenskapsakademien (KKrVA) är en fristående icke-statlig institution, vars syfte är att främja vetenskap av
betydelse för Sveriges försvar och säkerhet. Akademien bildades 1796 under namnet Svenska krigsmannasällskapet. Initiativtagare
var dåvarande kaptenen Gustaf Wilhelm af Tibell, som 1792-1795 hade varit lärare vid Krigsakademien på Karlberg, och som
bildade Krigsmannasällskapet tillsammans med några andra officerare och lärare vid Krigsakademien.[1] Hela 45 personer räknas
dock som sällskapets stiftare, och vid den första sammankomsten 12 november 1796 invaldes ytterligare 19 ledamöter.[2]
Akademiens högtidsdag firas 12 november, årsdagen av Svenska krigsmannasällskapets första sammankomst. 2 maj 1805 fick
akademien sitt nuvarande namn, då den fick kungligt beskydd i och med att Gustav IV Adolf "täcktes... benåda Sällskapet med namn
af Dess Krigs Vettenskaps Akademie".[1] Akademien utger från 1833 en tidskrift, "Krigsvetenskapsakademiens handlingar och
tidskrift". Carl XVI Gustaf är i egenskap av kung akademiens högsta beskyddare, och sedan 2006 är professor Bo Huldt dess
styresman. Akademien har ca 400 valda ledamöter som tillsammans representerar olika delar av det svenska totalförsvaret.
Akademien har till funktion att samla landets militära kunskap till det svenska totalförsvarets gagn, vilket bland annat innebär att
ledamöterna regelbundet behandlar remisser från Försvarsdepartementet, men akademien bedriver även egna studier kring relevanta
frågor. Den är organisaerad i sex avdelningar:
1. Lantkrigsvetenskap
2. Sjökrigsvetenskap
3. Luftkrigsvetenskap
4. Militärteknisk vetenskap
5. Annan vetenskap av betydelse för rikets säkerhet och försvar
6. Säkerhetspolitisk vetenskap
Ledamöter inväljs i en avdelning. Därtill finns utskott för frågor som berör akademiens inre verksamhet.
Stiftare De 45 stiftarna från år 1796 och deras ledamotsnummer, var:[2]
• 1. Gustaf Adolf von Siegroth • 16. Charles de Suremain • 31. Adolph Lewin
• 2. Carl Gideon Sinclair • 17. Gustaf Vilhelm af Tibell • 32. Johan Casten Böckman
• 3. Pehr Ulrik Lilljehorn • 18. Lars Fredrik Asperoth • 33. Thomas Byström
• 4. Bror Cederström • 19. Mårten Sturtzenbecher • 34. Johan Fredric Meyfing
• 5. Peter Bernhard Piper • 20. Erik Ulrik Nordforss • 35. Johan Peter Törner
• 6. Nils Cronstedt • 21. Otto Carl von Fieandt • 36. Johan Törngren
• 7. Wilhelm Bennet • 22. Hans Chierlin • 37. Adolf Sjöberg
• 8. Georg Gedda • 23. Carl von Cardell • 38. Nathanael Gerhard af Schultén
• 9. Eberhard Ernst Gotthard von • 24. Carl Fredric Aschling • 39. Nils Beckmarck
Vegesack • 25. Carl Fredric Branderhjelm • 40. Olof Forssell
• 10. Anders Fredrik Skjöldebrand • 26. Adolf af Klercker • 41. Henric Engmarck
• 11. Johan August Ehrensvärd • 27. Paul Schröderstierna • 42. Johan Henrik Brantenberg
• 12. Christoffer Freijtag • 28. Erland Hederstierna • 43. Jan Brygger
• 13. Johan Carl Duncker • 29. Wilhelm Tornérhjelm • 44. Carl Peter Hagström
• 14. Carl Pontus Gahn af • 30. Gustaf Adolf Boltenstern • 45. Daniel Melanderhielm
Colquhoun
• 15. Carl Helvig
Se även Svenska akademier
Källor Krigsvetenskapsakademien i Nordisk familjebok (2:a upplagan, 1911)
1. ^ [a b] Kungl. Krigsvetenskapsakademien: Historia, läst 22 maj 2009
2. ^ [a b] Kjellander, Rune: Kungl Krigsvetenskapsakademien: Svenska krigsmanna sällskapet (till 1805), Kungl
Krigsvetenskapsakademien : biografisk matrikel med porträttgalleri 1796-1995, Akad., Stockholm 1996 (svenska), sid. 9-
14. ISBN 91-630-4181-2 (inb.). Libris 7451162.
Externa länkar Kungliga Krigsvetenskapsakademien