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PREFAZIONE
Questo lavoro non vuole essere esaustivo, viste la materie estremamente estese
che tratta.
Sia la Teoria Musicale che le nozioni di tastiera elettronica e di chitarra sono
tuttavia esaminate ed esposte in modo da introdurre il lettore nel vasto mondo
della musica e dell'esecuzione musicale.
Le basi apprese dopo l'attenta lettura dell'ebook costituiscono un valido e
fondamentale punto di partenza per uno studio successivo e pi approfondito
della materia musicale, ma anche chi volesse fermarsi a questa lettura avr
acquisito una sufficiente conoscenza di base sia della Teoria, sia dei due
strumenti di gran lunga pi comuni, da permettergli di eseguire semplici
accompagnamenti di qualsiasi brano musicale con cognizione di causa,
sapendo cio che cosa sta facendo e perch lo sta facendo.
Spero che questa mia fatica possa accendere la curiosit di ognuno e la voglia
di approfondire lo studio della musica e degli strumenti musicali, perch dove
c' musica c' arte, divertimento, passione, fantasia, estro e, soprattutto,
amicizia.
Buona lettura
Mirco Conforti
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corrispondente.
La musica e il canto non sono altro che una produzione di suoni determinati.
Andiamo dunque immediatamente ad approfondire il concetto di suono.
La parola deriva dal latino sonus cio una sensazione percepita dalludito, ed
prodotto dalla vibrazione di corpi elastici.
Il suono pu essere determinato nel caso che questa vibrazione sia regolare,
oppure indeterminato nel caso sia irregolare (produzione di rumori).
I caratteri del suono sono:
1. LAltezza
2. LIntensit
3. Il Timbro
4. La Durata
- La legatura di valore.
E una linea curva che unisce due o pi note dello stesso valore e della stessa
altezza; il suono si prolunga oltre il valore della prima nota, anche per il valore
delle note legate.
- Il punto di valore.
Il punto di valore viene sempre posto a destra della nota e aumenta la nota
stessa della met del suo valore.
Per produrre ad esempio ancora un suono di durata 3/4 utilizzando il punto di
valore, i segni da utilizzare saranno:
Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, sono dunque i nomi che Guido us, formando cos la
prima scala musicale di sei note chiamata esacordo. Pi tardi, verso il 1600, il
nome Ut fu mutato in Do, probabilmente per la maggior facilit di pronunciarlo
nel canto. Oggi solamente in Francia la nota Do conserva ancora il nome
originale di Ut.
Mancava una designazione per il settimo suono della nostra scala. In realt,
dato il carattere e la struttura particolare della musica di quel tempo, lungo tutto
il Medio Evo questo settimo suono veniva anchesso chiamato Mi.
Fu soltanto nel Rinascimento che si sent la necessit di distinguere quel settimo
suono dagli altri, e di trovargli quindi un nome speciale. Il nome fu Si, forse
dalle iniziali dellultimo verso: Sancte Joannes.
Come ti sarai gi accorto, lo spartito dellInno a S. Giovanni ha un aspetto assai
diverso rispetto a quello a cui siamo abituati. In effetti si tratta di un
tetragramma, cio di un rigo musicale costituito da quattro linee e tre spazi,
invece delle cinque linee e quattro spazi del nostro pentagramma moderno.
Le note hanno una forma quadrata e infatti questo modo di scrivere la musica
viene detto Notazione Quadrata o Notazione Vaticana che una notazione
apparsa nel XI secolo ( probabilmente anchessa ad opera di Guido dArezzo),
per annotare il canto gregoriano.
In genere lambitus del canto gragoriano (lambitus lintervallo compreso tra
la nota pi bassa e quella pi alta di uno spartito) era poco sviluppato, perci
quattro linee erano sufficienti. Nel caso comunque in cui una melodia superasse
lambito delimitato dal tetragramma, si poteva aggiungere una linea
supplementare sopra o sotto.Questo sistema di dare un nome particolare alle
note viene adottato solo nei paesi latini, mentre in altri paesi le note vengono
nominate con lettere dellalfabeto, partendo per dal La e non dal Do.
Per sapere quali siano esattamente le linee scelte, cio quale parte del sistema
complessivo di linee viene preso di volta in volta in considerazione, si usa
collocare un segno convenzionale allinizio del pentagramma: una chiave.
Dunque luso della chiave determinante, perch senza di essa non potremmo
Nel doppio pentagramma (detto anche endecalineo, cio di 11 linee, dal greco
ndeca che significa undici) la Chiave di Do posta al centro dei due
pentagrammi e fissa la posizione del Do centrale.
Il Do centrale ha la caratteristica di essere un suono comune a tutte le voci e a
tutti gli strumenti.
Ricapitolando:
lendecalineo un sistema di undici linee nel quale il Do centrale posto sulla
linea centrale, ossia la sesta.
Il doppio pentagramma, tipico degli spartiti per pianoforte, non altro che
lendecalineo senza la linea del Do centrale, sostituita da un taglio in testa
sulla nota. Nella figura sopra, il Do centrale la prima nota sia nel
pentagramma superiore sia in quello inferiore. Le note del pentagramma
superiore sono determinate dalla chiave di Sol e sono pi alte rispetto al Do
LEGGERE LE NOTE
Abbiamo visto che il Do centrale corrisponde alla prima nota del doppio
pentagramma in figura.
Quindi per il pentagramma superiore in Chiave di violino o di Sol, la seconda
nota sar un Re, la terza un Mi, la quarta un Fa e cos via. Per il pentagramma
inferiore in Chiave di basso o di Fa la seconda nota sar un Si, la terza un La, la
quarta un Sol e cos via.
Si possono cos memorizzare le note in chiave di violino e in quella di basso in
questo modo:
Pi una nota appoggiata sopra lultima linea e una appesa sotto la prima linea,
che sono rispettivamente il Sol e il Re per la chiave di violino, e il Si e il Fa per
Osservando i tasti neri possiamo notare che sono raggruppati in numero di due
o tre, intervallati da uno spazio costituito da due tasti bianchi senza nessun tasto
nero in mezzo.
Abbiamo in questo modo eseguito la scala naturale ascendente Do, Re, Mi, Fa,
Ma non finisce qui. Abbiamo detto infatti che anche i tasti neri corrispondono
ad altrettante note. E allora quale nome prendono queste note?
Semplice: il nome della nota (tasto bianco) che li precede con laggiunta di
diesis o il nome della nota che li segue con laggiunta di bemolle.
Succede quindi che la stessa nota corrispondente ad un tasto nero abbia in realt
due nomi: ad esempio il Do diesis e il Re bemolle non sono altro che la stessa
nota, cos come il Fa diesis e il Sol bemolle ecc
GLI INTERVALLI
Vediamo che tutti i tasti bianchi sono intervallati da un tasto nero tranne in due
casi: tra il Mi e il Fa e tra il Si e il Do infatti non c un tasto nero che li separa
Il motivo si perde nella notte dei tempi ed arriva fino alla Scuola di Pitagora che
per prima ha studiato in modo matematico i rapporti tra le note.
Non voglio annoiarti con una storia che si protrarrebbe per pagine e pagine.
Ti basti sapere che il modello oggi in vigore, almeno per quanto riguarda la
musica occidentale, relativamente recente e risale alla pubblicazione nel 1691
del trattato Musikalische Temperatur nel quale si teorizzano i rapporti tra le
note che oggi conosicamo. La definitiva attuazione pratica si deve invece a J.S.
Bach con la pubblicazione del Clavicembalo ben temperato una raccolta di
preludi e fughe in tutte le tonalit.
In altre parole se noi suoniamo tutti i tasti, compresi quelli neri (scala
cromatica), dal Do a quello successivo, eseguiremo delle note tutte alla
stessa distanza luna dallaltra, con un intervallo, cio, sempre di mezzo tono.
di seconda: Do Re
di terza: Do Mi
di quarta: Do Fa
di quinta: Do Sol
di sesta: Do La
di settima: Do Si
di ottava: Do Do (ottava sopra)
Sembra tutto facile, ma non finisce qui (i musicisti amano complicarsi la vita),
infatti ora la storia si fa un po pi complessa.
Osserviamo ancora una volta la nostra tastiera del pianoforte. Rimanendo sulla
scala di Do che ormai il nostro punto di riferimento, possiamo notare che sia
lintervallo Do Mi, sia lintervallo Mi Sol, sono fondamentalmente delle
terze. Ma suonano allorecchio in maniera diversa!
Se osserviamo bene, infatti noteremo che nel primo caso ci sono quattro
semitoni tra le note, e nel secondo caso solo tre. Osserva limmagine alla pagina
successiva:
Non tutti gli intervalli hanno per questa particolarit: gli intervalli di quarta, di
quinta e di ottava sono sempre uguali e vengono per questo definiti giusti.
Te lho detto che la storia era complicata, ma non scoraggiarti. Rileggiti tutto
con calma e metti in pratica sulla tastiera ci che hai letto. (Se non hai una
tastiera spero che le immagini e i disegni siano esaustivi per la comprensione
dellargomento).
Per maggiore chiarezza ti riporto qui sotto una tabella dove puoi vedere quanti
semitoni comprendono gli intervalli dalla seconda alla settima.
I MODI MUSICALI
Modo il termine che indica il particolare legame che per il nostro orecchio
hanno fra loro i suoni di una scala.
Alla nostra sensibilit uditiva le note della scala naturale (per scala naturale si
intende quella prodotta suonando solo i tasti bianchi del pianoforte) appaiono
legate fra loro da rapporti di parentela. Uno dei sette suoni percepito come
fondamentale, come punto di riferimento. Mentre questo suono ha un carattere
di conclusione, tutti gli altri in maniera diversa ci appaiono pi o meno
sospesi, come se avessero un equilibrio instabile.
Ma possiamo suonare una scala naturale anche partendo da un altro tasto bianco
qualsiasi, per esempio il Re. In questo caso suonando tutti i tasti bianchi fino al
Re successivo noteremo che cambia il modo con cui il nostro orecchio
percepisce lintera serie, cambiano i rapporti fra le note e il modo con cui ogni
suono sembra legarsi agli altri. Rispetto al nostro orecchio musicale questa
seconda scala ci sembrer strana, stramba, con i rapporti fra le note sbagliati.
Questo perch dal Seicento ad oggi i modi usati per comporre la musica
Tra ogni nota (e quindi tra ogni tasto del pianoforte compresi quelli neri) e la
nota successiva o precedente c un intervallo di mezzo tono. Quindi la distanza
ad es. tra Do e Do# di mezzo tono, come di mezzo tono lintervallo tra Mi e
Fa o tra Si e Do. Mentre per es. tra Do e Re lintervallo di tono + tono=
un tono.
Ora, suonando la scala naturale di Do noterai che si produce una sequenza ben
precisa di toni e semitoni e cio:
Suonare nel modo di Do non significa altro che comporre musica con scale
ANCORA INTERVALLI
Ora che abbiamo dato un numero agli intervalli (di prima, di seconda, di
quinta ecc) vediamo di assegnare loro anche un nome.
I numeri romani indicano i gradi della scala: per la scala di Do il primo grado
sar appunto il Do, il secondo il Re e cos via. Per la scala di Mi bemolle, il
primo grado sar il Mib, il secondo il Fa e cos via.
Come vedi, in entrambe le scale la successione dei toni e dei semitoni non
cambia e gli intervalli della prima scala sono identici ai corrispondenti dellaltra
(es. tra il primo e il terzo grado c un intervallo di terza maggiore per tutte e
due le scale).
Quello che d a ognuno dei sette gradi della scala il suo particolare carattere
dunque la distanza che tiene rispetto a tutti gli altri, e non la sua altezza
assoluta.
Nellesempio sopra il Sol della scala di Do corrisponde al Sib della scala di
Mib: tutti e due infatti distano una quinta dalla prima nota della scala, un tono
dalla nota precedente e successiva ecc
Ognuno dei sette gradi della scala viene chiamato anche con un termine che ne
sottolinea il carattere e la funzione tonale:
I grado: tonica (o fondamentale)
II grado: sopratonica
III grado: modale (o mediante o caratteristica)
IV grado: sottodominante
V grado: dominante
VI grado: sopradominante
VII grado: sensibile
Come vedi, partendo da una scala di modo maggiore, la sua relativa minore si
trova scendendo di 1 tono e mezzo dalla tonica, cio dalla prima nota della
scala maggiore. Naturalmente, data una scala di modo minore, per trovare la sua
relativa maggiore si fa il procedimento inverso, cio si sale di 1 tono e mezzo.
La scala minore, abbiamo detto, si differenzia per la diversa disposizione dei
toni e semitoni, allora andiamo a vedere nel dettaglio. Sappiamo gi che nella
scala maggiore la disposizione dei toni e semitoni :
La Scala minore naturale solo una delle tre versioni possibili di scale minori.
Le altre due sono:
Le note caratteristiche della scala sono tre e precisamente quelle poste sul 3, 6
e 7 grado. Sono dette caratteristiche perch il loro intervallo rispetto alla tonica
(la prima nota della scala) determina se la scala maggiore o minore.
nella scala maggiore abbiamo infatti rispetto alla tonica la terza, la sesta e
la settima maggiori
nella scala minore naturale abbiamo la terza la sesta e la settima minori
In conclusione diciamo che ogni scala di modo maggiore, oltre ad avere una sua
relativa minore ha anche una sua omofona o omonima minore, una scala cio
che inizia con la stessa tonica ma che subisce alterazioni sul 3, 6 e 7 grado.
Abbiamo visto nel capitolo dedicato al suono, che i caratteri che determinano
ogni suono sono: durata, altezza, intensit e timbro.
Un segno di intensit vale dal punto in cui stato messo fino allincontro di un
segno diverso.
Alcuni compositori utilizzano addirittura pi di due f o due p per indicare
rispettivamente sonorit estremamente energiche o estremamente tenui.
Un suono forte che passa bruscamente al piano viene indicato con: fp.
Nei casi in cui il cambiamento sia ancora pi brusco si scrive: ffp, oppure fpp,
o ancora ffpp.
Altri segni di intensit sono:
Per permettere la lettura della musica, il pentagramma viene suddiviso con delle
stanghette poste verticalmente attraverso il penagramma. Lo spazio
compreso tra due stanghette si chiama misura o battuta.
Per determinare la durata di ogni misura, si mette allinizio del pezzo musicale,
subito dopo la chiave, un numero frazionario dove il numeratore indica il
numero dei tempi contenuti nella misura, e il denominatore indica il valore
di questi tempi.
Per esempio se io indico un tempo di 4/4 (che in musica in genere si scrive con
la lettera C), significa che in ogni misura possono entrare una Semibreve (4/4),
oppure due minime (2/4 + 2/4), oppure quattro semiminime (1/4 + 1/4 + 1/4 +
1/4) e cos via.
In musica il tempo si batte con movimenti regolari della mano destra che sono
un alternarsi del movimento in battere e del movimento in levare.
Tutti i movimenti verticali dallalto in basso si chiamano movimenti in
battere, tutti gli altri, laterali o dal basso in alto, si chiamano movimenti in
levare.
Per esempio in un tempo 2/4 per ogni misura si devono fare due movimenti
della mano destra corrispondenti al tempo che la mano impiega a muoversi da A
a C. Ogni movimento vale un tempo, cio un quarto.
La sincope
La sincope lo spostamento dellaccento ritmico dalla sua cadenza regolare. Il
suono cio invece di iniziare sul tempo forte comincia sul movimento debole.
Il contrattempo
Abbiamo visto che la scala naturale usa sette suoni, ma da una semplice
osservazione della tastiera del pianoforte intuibile che i suoni usati per fare
musica (nel nostro sistema occidentale) non sono sette, ma dodici.
Questo sistema di 12 note abbiamo visto che viene detto scala cromatica.
Altri sistemi, come quelli delle musiche asiatiche, africane ecc.. usano
allinterno dellottava un numero maggiore di suoni.
I cinque suoni aggiuntivi (per intenderci quelli dei tasti neri del pianoforte) che
insieme ai suoni della scala naturale formano la scala cromatica, non vengono
chiamati con nomi particolari, ma prendono il nome del suono immediatamente
inferiore con laggiunta di diesis, o di quello immediatamente superiore con
laggiunta di bemolle. Diesis e bemolle si chiamano accidenti o alterazioni
musicali. Quindi i sette suoni della scala naturale vengono detti naturali
(appunto), mentre gli altri cinque vengono detti alterati.
Le alterazioni sono perci segni che vengono posti davanti ad una nota e ne
modificano l'intonazione verso l'alto o verso il basso.
Sono in tutto cinque:
Il diesis non vale solo per il primo Fa, ma anche per quello successivo e tutti gli
altri eventuali fino alla fine della battuta o misura.
Una alterazione pu essere temporanea, quando si presenta occasionalmente
nel corso del brano, o permanente, quando si presenta stabilmente dallinizio
alla fine.
Le abbreviature
Le abbreviature sono segni che servono per abbreviare la stesura di uno spartito
musicale, facilitandone anche la lettura. I segni di abbreviazione principali
sono:
Il ritornello
Il Da Capo
Il Da Capo al Fine o al segno convenzionale
Il Da Segno a Segno
Il ritornello obbliga a ripetere tutta la parte del brano racchiusa tra i due segni:
Questi due segni possono essere collocati in qualsiasi punto del brano e
significano che va ripetuta la parte precedentemente eseguita racchiusa tra
questi segni.
Per la ripetizione di una melodia o di una figura ritmica senza doverla
riscrivere, si ricorre a questo segno:
Abbiamo gi visto che una intera misura di silenzio viene indicata con il segno:
che non altro che una pausa di semibreve. Quando per le misure di silenzio
sono pi di una, queste vengono indicate con una linea sulla quale indicato il
numero delle misure nelle quali non si deve suonare, ad es:
significa che la stesura musicale in quel punto prevede 15 battute di pausa per
quel determinato strumento o voce.
La lettura delle note sul pentagramma richiede una buona dose di studio e di
applicazione.
Si deve riconoscere laltezza del suono in base alla sua collocazione sulle linee
o negli spazi del pentagramma; la permanenza del suono nel tempo in base alla
figura e a quei segni (punto, legatura) che possono dilatarne la durata;
lintensit di ogni singolo suono o di ogni frase musicale per mezzo dei segni
dinamici; si devono riprodurre i segni di espressione (legatura di portamento,
staccato).
Ma ancor prima c da seguire lindicazione del tempo per mezzo della frazione
posta subito dopo la chiave e leventuale indicazione scritta sopra al
pentagramma (andante, mosso ecc); riconoscere la tonalit in base
allarmatura di chiave, e non scordarsi mai che una alterazione posta in chiave
vale per tutta la durata del brano, a meno che non venga annullata dal bequadro.
E per ultimo, siccome pi o meno tutti, con una buona dose di volont e di
applicazione nello studio sono in grado di riprodurre una musica, la parte pi
importante dellesecuzione di un brano musicale o di una canzone:
linterpretazione.
Proprio cos, malgrado tutta la fatica fatta per riuscire a leggere la musica
(magari a prima vista!) ci che rende unico un interprete non tanto la capacit
tecnica, peraltro indispensabile, ma la sua capacit interpretativa, la sua
sensibilit.
Se hai letto con attenzione tutte le pagine precedenti, sei a buon punto nella
conoscenza della teoria musicale e hai delle buone basi per approfondire in
seguito una materia che molto vasta.
Prima di procedere allo studio degli accordi sulla tastiera e sulla chitarra, c'
ancora bisogno di fare un viaggio intorno alle tonalit, che sar l'argomento del
capitolo successivo.
Le note sono nellordine: Re, Fa, Sol, La, nella prima misura; Si, Do nella
seconda misura; Re, Do, Si, La, Sol, Fa, Mi, Re, nella terza misura; Do nella
quarta misura.
A: chiave di Sol (violino)
B: armatura di chiave che indica la tonalit. In questo caso con due diesis siamo
in tonalit di Re maggiore (o Si minore). Larmatura di chiave segnala che tutti i
Fa e i Do saranno considerati diesis.
C: tempo. In questo caso 4/4
D: segno dinamico di intensit
E: minima posta sulla quarta linea che indica un Re da tenere per 2/4
F: semiminima posta nel primo spazio che indica un Fa da tenere per 1/4
G: accento
H: croma posta sulla seconda linea che indica un Sol da tenere per 1/8
I: punto di valore. La minima davanti alla quale posto viene aumentata di
met del suo valore
L: legatura di portamento
M: semibreve posta sotto al pentagramma con un taglio in testa che indica un
Do centrale da tenere per 4/4.
Ora suoniamola a partire dal La. Per conservare la melodia senza modifiche
occorre utilizzare il Fa diesis:
In uno spartito cos scritto, ogni Si, Mi, La, Re che ti trovi davanti deve essere
inteso come bemolle. In questo caso la tonalit del brano sar La bemolle.
Questo raggruppamento di alterazioni allinizio del rigo musicale si chiama
armatura di chiave.
Il Circolo delle tonalit (o delle quinte) si legge in questo modo: partendo dalla
tonalit di Do per il modo maggiore, e dalla tonalit di La per il modo minore,
i quali abbiamo visto non contengono suoni alterati, si procede per quinte
ascendenti.
Per le tonalit maggiori, la quinta ascendente della scala di Do Sol.
ci significa che andando in senso orario sopra il Circolo delle Tonalit, per le
tonalit vicine ti troverai in chiave prima il Fa# (tonalit di Sol), poi il Fa# e il
Do# (tonalit di Re), segue Fa#, Do# e Sol# (tonalit di La) e cos via fino ad
arrivare alla tonalit di Do# con tutti e sette i diesis in chiave.
Per i bemolle si fa la stessa cosa andando in senso antiorario e rovesciando
lordine delle note alterate. Dopo la tonalit di La minore, che la relativa
minore di Do maggiore e non ha alterazioni in chiave, si va dalla tonalit di Fa
con solo il Sib in chiave fino alla tonalit di Dob con tutti e sette i bemolle in
chiave.
Lo schema questo:
Il campo tonale
Con il termine Campo Tonale si indica laffinit che esiste tra la tonalit
maggiore e la sua relativa minore. Abbiamo visto ad esempio che il campo
tonale di Sol maggiore quello che utilizza la scala con un diesis (il Fa#). A
seconda della tonica, abbiamo nello stesso campo tonale luno o laltro modo.
Se la tonica la nota Sol avremo il modo maggiore, se la tonica la nota Mi
avremo il modo minore. Entrambe le tonalit utilizzano lo stesso Campo
Tonale.
Ogni volta che una melodia cambia il suo punto di partenza, e quindi cambia la
sua fondamentale, si dice che cambia tonalit. Questo spostamento viene detto
trasporto.
Sappiamo che molti strumenti, come vari tipi di sassofono, legni, ottoni
eccetera, emettono suoni che non corrispondono effettivamente alla nota scritta
sul pentagramma.
Per questo vengono detti strumenti traspositori. Ad esempio se un sax soprano
in Si bemolle esegue un Do sul pentagramma, in realt emette un suono
esattamente un tono sotto, cio un Si bemolle (appunto).
Per questo, per far emettere le note che noi vogliamo dai vari strumenti
traspositori che abbiamo in organico nel nostro gruppo musicale, dobbiamo
essere in grado di governare con sufficiente destrezza il trasporto.
Nellesempio sotto, una semplice melodia per strumenti in Do in tonalit di Do
maggiore, viene trasportata prima per strumenti in Sib e poi per strumenti in
Mib.
Come vedi per far emettere le stesse note dai due strumenti traspositori,
necessario alzare di un tono la melodia originale per gli strumenti in Sib, e
abbassarla di un tono e mezzo rispetto alloriginale (o due toni e mezzo
rispetto allo spartito in Sib) per gli strumenti in Mib.
Se vorrai imitare una chitarra classica, dovrai prima ascoltare una vera chitarra
e carpirne le particolarit di esecuzione, e poi riprodurre quelle caratteristiche
con la tua tastiera, altrimenti non renderai lidea.
La mano deve essere disposta in modo che il dorso sia leggermente inclinato in
avanti, cosicch le dita appoggino sui tasti con la parte superiore del
polpastrello, quasi con la punta, e non con lintero polpastrello. In questa
maniera si esercita una corretta pressione sul tasto, e si possono suonare i tasti
neri semplicemente allungando il dito, senza spostare lavambraccio, o
comunque effetuando solo lievi spostamenti.
Si maggiore (Si, B)
Si, Re#, Fa#
Naturalmente (ripeto), per gli accordi minori basta abbassare di 1/2 tono la nota
modale.
Accordo di Sesta.
Do6 ; C6
In questo accordo si aggiunge una sesta maggiore allaccordo maggiore
corrispondente.
Le note che lo compongono sono Do, Mi, Sol, La. La successione di semitoni
rispetto alla tonale : +4, +3, +2.
Laccordo diminuito.
Do dim; C
Alla fondamentale si aggiunge una terza minore e una quinta diminuita. Le note
da suonare sono Do, Mib, Solb. La successione di semitoni rispetto alla Tonale
di: +3, +3. Molto spesso, nella pratica comune, a questo accordo si aggiunge
una ulteriore nota ancora a tre semitoni di distanza. Nel caso specifico laccordo
risulta: Do, Mib, Solb, La.
Laccordo di quarta.
Do4; Csus
Il sus della notazione inglese sta per suspended. Infatti questo un accordo
in genere di passaggio che ha una forte attrazione verso laccordo maggiore:
Do4 Do. Attrazione dovuta alla sostituzione della terza maggiore dellaccordo
maggiore con una quarta giusta. Non preoccuparti, pi semplice a farsi che a
dirsi: le note da suonare sono Do, Fa, Sol, con salti di +5, +2 semitoni.
Laccordo di nona.
Do9; Cadd9
Allaccordo maggiore si aggiunge una nona maggiore. Le note da suonare sono:
Do, Mi, Sol, Re. I salti sono +4, +3, +7 semitoni rispetto alla tonica.
Gli intervalli come li abbiamo conosciuti fino ad ora, cio con il suono pi
grave posto prima del suono pi acuto (es. Do, Re; Sol, Si ecc..) vengono detti
diretti. Quando invece il suono pi grave viene trasportato allottava sopra, o
viceversa il suono pi acuto viene trasportato allottava sotto, gli intervalli si
dicono rivoltati. Ecco un esempio:
Adesso andiamo a vedere come applicare i rivolti nella pratica degli accordi.
Nello schema sotto puoi vedere lo spostamento minimo delle dita sulla tastiera
eseguendo gli accordi in questo modo:
Il Pitch Bend si presenta sotto forma di rotella e produce un effetto che ricorda
quello che si ottiene tirando le corde di una chitarra. Determinante per simulare
il suono di alcuni strumenti, come appunto la chitarra. Lestensione pi comune
di questo controllo +/- 2 semitoni e la tecnica non affatto semplice come
potrebbe sembrare: richiede in infatti gesti ponderati e accurati ed una perfetta
coordinazione con la mano destra che suona la melodia, per modificare
lintonazione delle singole note in modo appropriato e musicalmente a tempo.
Il Flanger si basa sullo stesso funzionamento del chorus, genera cio un ritardo,
ma pi breve. In pi c lintroduzione del parametro feedback. Con il Flanger
si pu creare un effetto Larsen controllabile. Leffetto Larsen il tipico fischio
che si sviluppa quando i suoni emessi da un altoparlante sono captati da un
microfono o dal pick-up di una chitarra, e da qui rimandato al medesimo
altoparlante. Molto spesso nella musica sperimentale o nel rock leffetto Larsen
volutamente ricercato e governato (es. Jimi Hendrix).
Il Phaser utilizza una serie di filtri che modificano il ritardo del suono
introdotto solo su alcune frequenze. La somma di questo suono processato e di
quello di ingresso genera leffetto.
La prima cosa da fare per chi voglia imparare a suonare la chitarra ....
procurarsi una chitarra decente!
ACCORDARE LA CHITARRA
Un sistema molto semplice per accordare la tua chitarra farsi suonare le sei
note dal tastierista del gruppo, con un timbro di vibrafono o piano elettrico,
facendo attenzione che la tastiera sia accordata a 440 Hz. (In altre parole devi
fare attenzione che il tuo tastierista non abbia smanettato nelle funzioni dello
strumento scordandosi poi di rimettere tutto a posto!).
Nel caso in cui tu decida invece di accordare la chitarra nel modo classco,
queste sono le regole da seguire:
Dopo aver allentato tutte le corde di un paio di giri, suonare la quinta corda
tirandola molto lentamente e ascoltando il suono della nota La di un diapason o
di un corista.
ATTENZIONE: ripeto che la nota prodotta dal diapason unottava sopra
rispetto a quella prodotta dalla chitarra, quindi se sei alle prime armi potresti
incontrare difficolt a riprodurre il suono giusto.
Una volta raggiunta laccordatura della quinta corda, si passa allaccordatura
delle altre in questo modo:
Posizionare il dito sul quinto tasto della sesta corda e tirarla fino a
quando non suoner allunisono con la quinta corda. Produrranno
entrambe un La.
L'INTAVOLATURA
Lintavolatura un sistema di scrittura musicale usato sia per la chitarra sia per
altri strumenti a tasti. Ha preso forme diverse nel corso dei secoli ed stata
usata per il flamenco, per la musica folk e la musica per liuto.
Il metodo quello di indicare le diteggiature dellintero brano con stile
stenografico. La lettura si fonda sulla possibilit di ascoltare il brano per
familiarizzare con la sua struttura ritmica e con la durata delle singole note e
degli accordi.
In altre parole, lintavolatura va usata con laiuto della memoria.
E sicuramente pi facile da comprendere della notazione musicale, ma non pu
per fornire precise informazioni sul tempo e sulla durata delle note, n aiuta a
capire la struttura armonica di un brano come invece fa la notazione musicale.
Quindi:
Le tecniche solistiche su una corda sono parte essenziale del repertorio della
chitarra solista, e ne esistono tante varianti quanti sono i chitarristi. Formano la
base di innumerevoli fraseggi personali che sono il marchio di ogni chitarrista
solista, soprattutto nella fase di improvvisazione.
Martellati
Le tecniche di martello implicano lesecuzione di due o pi note con un solo
tocco della corda. Includono il a) martello vero e proprio (ascendente) il b)
tirato (discendente), e i c) trilli.
a) Esempio di martello: suona un Mi sulla prima corda (a vuoto) e poi, senza
pi colpire la corda con la mano destra, porta lindice della sinistra con
decisione sul primo tasto. In questo modo la nota continuer a vibrare, ma il
suono salir di mezzo tono da Mi a Fa.
Lottimizzazione delleffetto martello dipende da due fattori: il tempo che lasci
passare da quando pizzichi la corda a vuoto con la destra e lesecuzione del
martello con la sinistra, e dalla rapidit e energia con la quale premi il dito della
mano sinistra contro la corda in vibrazione.
Il martello pu essere eseguito per quattro note successive (essendo quattro le
dita della mano sinistra che possono colpire la corda): iniziando con una nota
Scivolati
Anche qui si ottengono due note toccandone una sola con la destra. La
differenza sta nel fatto che in questo caso si passa attraverso note intermedie.
Lo scivolato (slide) pi facile da eseguire sulla chitarra che su altri strumenti.
Anzi, per alcuni addirittura impossibile. Si esegue meglio con il medio o
lanulare della sinistra, perch cos si lasciano liberi lindice e il mignolo, che
alla fine dello slide possono cos proseguire la frase risalendo o discendendo.
In genere gli scivolati ascendenti sono pi facili di quelli discendenti, perch
risalendo lungo il manico il volume tende ad aumentare. Non serve una abilit
particolare, ma solo una certa costante pressione del dito sulla corda. Eseguendo
uno scivolato verso il basso, ti accorgerai che serve una maggiore pressione
perch la corda seguiti a vibrare in modo corretto.
La pressione del dito lunico segreto degli slide sia ascendenti che
discendenti. In poche parole devi imparare a staccare la mano sinistra dal
manico in modo che il dito rimanga come unico punto di contatto saldo.
Quando il dito raggiunge la nota finale dello scivolato, il resto della mano deve
tornare a stringere il manico della chitarra.
Glissati
Il glissato una delle tecniche fondamentali, soprattutto nel rock. In genere il
tono della nota glissata viene alzato di un semitono (lequivalente di un tasto),
un tono (lequivalente di due tasti) o un tono e mezzo (tre tasti).
Si pu forzare una corda fino ad alzare il tono della nota dellequivalente di
quattro tasti (due toni), ma questo richiede luso di corde molto sottili e una
notevole forza nelle dita.
Il difficile nelleseguire questo effetto, riuscire a tenere la corda accordata, in
quanto glissare su una nota per pi di un tono tende a scordarla, anche se per la
verit la tenuta della corda dipende molto spesso dallet della corda stessa. Per
evitare che si scordino le corde occorre prestare molta attenzione agli
avvolgimenti sulle meccaniche e al loro assestamento quando sono nuove.
Per un principiante consigliabile fare pratica con il glissato con lanulare
perch la leva formata dallanulare e dal pollice d la forza necessaria a
eseguire leffetto. Importante mantenere il centro del polpastrello sulla corda
per evitare che si impigli nellunghia o scivoli sotto.
Si pu stirare la corda spingendo in entrambi i sensi, ma in genere spingendo
verso lalto, cio verso le corde basse, si ha un miglior controllo che tirando
verso il basso. Quando spingi una corda verso lalto, tutta la tua mano
accompagner lo sforzo, mentre tirando verso il basso sar il solo dito a doverlo
compiere.
Per eseguire correttamente un glissato dovrai concentrarti sul tono e sul rumore.
E vitale che si arrivi al tono giusto: una nota glissata che non arrivi alla nota
desiderata provoca sempre unimpressione terribile! Di quanto poi la corda
deve essere sforzata per arrivare alla nota dipende dallo spessore della corda (la
seconda e la terza corda sono le pi facili per i glissati), dovrai perci procedere
ad orecchio, perch volerlo calcolare, otre che impossibile, sarebbe anche
assurdo. Con un p di esercizio sarai presto in grado di scoprire quale sia il
Basi di Teoria + Suonare la tastiera + Suonare la chitarra 94
rapporto tra lo sforzo e il tono.
Per ci che riguarda i rumori indesiderati, questi in genere vengono prodotti
quando vengono colpite accidentalmente altre corde con il dito che sta
eseguendo leffetto. Ci sono diversi modi di eliminare questi rumori. Uno ad
esempio quello di stoppare le corde adiacenti con lindice o il medio, dietro al
tasto sul quale si esegue il glissato.
Oltre ai glissati ascendenti si possono effettuare, naturalmente, glissati
discendenti. In questo caso si inizia con la corda gi sforzata, la si colpisce, e
poi si fa tornare al suo tono normale. Leffetto quello di una nota singola che
scende di tono.
Vibrati
E una leggera e rapida variazione alternata di tono. Leffetto vibrato pu dare
un tocco di sentimento anche alla pi semplice linea melodica.
Le tecniche di base per eseguire il vibrato sono soprattutto due, anche se ogni
chitarrista ha il suo modo personale, leggermente diverso dagli altri.
Si pu ottenere un vibrato attraverso un movimento orizzontale o verticale. Il
primo quello pi tradizionale: viene mossa lintera mano sinistra lateralmente,
stando paralleli al manico, mentre viene premuta una nota o un accordo.
Risulter pi facile se si rilascia o addirittura si toglie il pollice dal dorso del
manico. Il contatto tra il dito e la corda non cambia, ma leffetto ondulatorio
avanti e indietro causa una sottile variazione di pressione che d luogo al
vibrato.
Il movimento verticale pi spesso usato insieme alle note glissate, poich
comporta un lieve e rapido movimento in alto e in basso.
Figura sopra: plettri di varie forme e materiali. Figura sotto: plettri digitali
Il tuo primo impegno sar quindi di imparare questi primi 15 accordi. I primi tre
sono i pi facili in assoluto per il principiante, perch si suonano tutte le corde e
perch una volta imparato il Mi maggiore (E), basta togliere un solo dito per
ottenere il Mi settima (E7) e il Mi minore (Em).
Gli accordi sono scritti alla maniera anglosassone, che quella con la quale
vengono riportati la maggior parte degli accordi negli spartiti che trovi in
commercio e su internet.
Ti ricordo che gli inglesi usano nominare le note (e gli accordi) con lettere
dellalfabeto partendo dal La:
Ed ora dopo queste tre semplici posizioni vediamo di imparare le altre dodici:
IL BARRE'
Gli accordi con barr prendono il nome dal ruolo che svolge l'indice della mano
sinistra (per chi non mancino) che fa da barra coprendo tutte le sei corde
contemporaneamente, permettendo cos di adattare le posizioni degli accordi a
tutti i punti della tastiera.
Il barr una forma mobile che pu essere mossa su e gi lungo la tastiera, da
un tasto all'altro, senza alterare la diteggiatura, per formare ognuno dei dodici
diversi accordi formati dagli stessi intervalli.
Attraverso il barr anche possibile suonare un accordo con lo stesso nome in
molte posizioni diverse della tastiera.
Questa una delle caratteristiche pi importanti della chitarra: poter scegliere
dove mettere un accordo significa poter suonare qualunque progressione in una
variet di modi diversi, ognuno con il suo sound particolare.
Per ogni accordo la tastiera scomposta in tre segmenti che indicano tre
posizioni diverse per suonare l'accordo stesso. I numeri posti in basso indicano
in quale punto della tastiera ti trovi.
Ti ricordo che il Mi cantino in alto e il Mi basso al piede del diagramma. La
paletta della chitarra si trova virtualmente a sinistra e il ponte a destra. In altre
parole vedi la tastiera come la vedi suonando.
Una linea verticale sulla tastiera indica che il dito in questione preme pi di una
corda (barr). Un circoletto senza numero indica una nota facoltativa.
Prima di iniziare a studiare il prontuario assicurati di aver ben memorizzato lo
schema a pag. 100: Come si leggono i diagrammi.