Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1
A chiusura del primo capitolo (Le battaglie notturne), sezione 16, pagine 47-52. Nei
richiami, mi riferisco alla seguente edizione: C. Ginzburg, I benandanti. Stregoneria e
culti agrari tra Cinquecento e Seicento, Torino 1972 (Piccola Biblioteca Einaudi 197).
2
Id., Storia notturna. Una decifrazione del sabba, Torino 1989.
Dieci anni dopo, nel 1976, sempre presso Einaudi (questa volta nella
collana Paperbacks, n. 65), Ginzburg pubblic Il formaggio e i vermi. Il
cosmo di un mugnaio del 500: il secondo libro tratto dalle carte inquisito-
riali friulane, fondato sui due processi contro il mugnaio di Montereale
Valcellina Domenico Scandella detto Menocchio, condannato a morte e
ucciso alla fine del secondo procedimento, nellagosto del 1599;3unopera
anchessa innovativa nellimpostazione, nei contenuti, nella metodologia e
nellimpianto narrativo; apprezzata, discussa, destinata a grande risonanza
internazionale.4
Cinquantanni fa, alluscita del libro, I benandanti ebbe scarsa risonan-
za in Friuli, almeno sul versante storiografico ufficiale; unica eccezione, la
recensione di Pier Cesare Ioly Zorattini edita sulla rivista della Deputazio-
ne di Storia Patria per il Friuli; lautore in quel periodo stava utilizzando le
carte inquisitoriali per una sua ricerca connessa con un aspetto particolare
delle tradizioni popolari friulane.5 Per diverso tempo nessuno in Friuli ri-
prese in mano una documentazione inquisitoriale che aveva permesso la
scoperta di un simile tesoro nel contesto storico della cultura popolare.
Il ricco quadro bibliografico che accompagna la recente, nuova sche-
datura dei procedimenti conservati nellArchivio del SantUfficio6 permet-
te uno sguardo dassieme sui contributi generati dalla consultazione delle
carte inquisitoriali; ad esso mi appoggio.
Certo, negli anni Sessanta esisteva un problema di accessibilit. Alcuni
anni dopo, quello udinese fu uno dei primi archivi inquisitoriali diocesani
a essere aperto alla consultazione, ma nel 1966 e ancora per qualche anno
le carte del SantUfficio di Aquileia e Concordia erano e restarono preclu-
se agli studiosi. Carlo Ginzburg vi era arrivato attraverso una serie di
eventi casuali (una casualit che non ha mancato di sottolineare, per farne
3
I verbali dei due processi sono stati poi editi integralmente (e studiati da altra pro-
spettiva): Domenico Scandella detto Menocchio. I processi dellInquisizione (1583-
1599), a cura di A. Del Col, Pordenone 1990.
4
Nella bibliografia di Carlo Ginzburg aggiornata allagosto 2002 sono indicate 17
traduzioni de Il formaggio e i vermi; altre sono seguite. Uno storico, un mugnaio, un
libro. Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi 1976-2002, a cura di A. Colonnello, A.
Del Col, Montereale Valcellina 2002.
5
La recensione in Memorie Storiche Forogiuliesi XLVIII (1967-1968), 250-252; la
ricerca, P.C. Ioly Zorattini, Il diavolo del SantUffizio e le tradizioni popolari friula-
ne, Rassegna di Pedagogia XXVI (1968), 84-124.
6
Bibliografia degli studi sullInquisizione in Friuli e nelle aree contermini, in LInquisi-
zione del Patriarcato di Aquileia e della Diocesi di Concordia. Gli atti processuali,
1557-1823, a cura di A. Del Col, Udine-Trieste 2009, 421-456.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
7
Sulla casualit dellincontro con il suo primo benandante (Menichino della Nota)
nelle carte del SantUfficio di Venezia, Carlo Ginzburg torna anche nel corso di due
recenti interviste on-line: il 13 luglio 2015, nella serie Serious Sciences; il 21 settembre
2015 nella rubrica Scarpette rosse di Radio Onda Rossa. La trascrizione integrale
del procedimento contro Menichino della Nota in M. Milani, Il processo a Meni-
chino della Nota, Metodi e Ricerche, n.s. XIII, 1-2 (1994), 161-171.
8
Udine, Biblioteca Civica, Fondo Principale, ms 916.
9
G.P. Gri, Cjartutas e levan. Gugliemo Biasutti storico, Forgaria 1994; Id., Lanziano
bibliotecario e il giovane storico, in Uno storico, un mugnaio, un libro, 155-161.
10
In particolare: A. Battistella, Il S. Officio e la riforma religiosa in Friuli: appunti
storici documentati, Udine 1895; Id., Atti di un processo informativo contro Pier Paolo
Vergerio presso il S. Officio di Udine, Memorie Storiche Forogiuliesi X (1914), 474-
482; P. Paschini, Pier Paolo Vergerio il giovane e la sua apostasia: un episodio delle
lotte religiose nel Cinquecento, Roma 1925; Id., Eresia e riforma cattolica al confine
orientale dItalia, Roma 1951; G. Marcotti, Donne e monache. Curiosit, Firenze 1884.
11
G. Biasutti, I primordi della devozione al Sacro Cuore di Ges nellArcidiocesi di
Udine, Udine 1957.
12
V. Ostermann, La vita in Friuli. Usi, costumi, credenze, pregiudizi popolari, Udine
1894; cui fece seguito nel 1940 una seconda edizione riordinata, riveduta e annotata
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
delle fonti folkloriche precedenti il 1966 conosco soltanto due sole eccezioni
a questo processo di trasformazione dei benandanti in stregoni e streghe, o
al loro inserimento nellambigua categoria degli esseri mitici18 che i folk-
loristi stavano inventando: nel primo Ottocento, la figura del Bellandante
protettore nelloperetta Il Trovatore Antonio Tamburo di Pietro Zorutti19
(con una strana intuizione: il Bellandante detto proveniente dalle cimerie
grotte, dal mondo degli Sciti cio, dalle steppe eurasiatiche dove il mondo
classico collocava la patria dello sciamanesimo); le attestazioni dallarea
slovenofona del Friuli presentate a fine Ottocento da Francesco Musoni,
dove le figure dei baladanti restano associate a tratti mitici di grande pro-
fondit, legati alle tradizioni solstiziali nel periodo fra Natale e lEpifania: in
particolare, il loro banchetto sui crocicchi, nella notte di Natale, con la carne
del bue le cui ossa gettate per aria vengono poi ricomposte nella pelle cos
che lanimale torna in vita pur restando magrissimo, svuotato di carne.20
grandezze, non maligno, e che si diverte a far delle burle ai pusillanimi e spec. alle
donne; anche qui, come in Vidossi (cfr. supra nota 16) il rimando alla voce Orcul.
Si aggiunge che il termine per estensione vale anche Stregone, cfr, Erbolt; o Uomo
di figura grottesca e dal fare misterioso. Nella stessa direzione riduttiva anche lin-
terpretazione delle voci Sbilf (Persona intollerante e impetuosa) e Sbilfons (Fol-
letti), che nelle carte inquisitoriali e della documentazione folklorica rimandano
invece a concreti operatori negativi di stregoneria e sventura (malandanti, si potreb-
be dire); e proprio come generici folletti da qualche anno sono stati reiventati in
Carnia dal folklorismo turistico.
18
L. DOrlandi, N. Cantarutti, Credenze sopravviventi in Friuli intorno agli esseri
mitici, Ce fastu? XL, 1-6 (1964), 17-41; ripreso in Esseri mitici nelle tradizioni friu-
lane, in Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia, III.3. La storia e la cultu-
ra, Udine 1980, 1403-1415 (con aggiornamenti sulla base dello schedario inedito la-
sciato da Lea DOrlandi).
19
G.P. Gri, Zorutti e il Friuli popolare, in Pietro Zorutti e il suo tempo, Atti del conve-
gno (Udine, 8-9 maggio 1992), a cura di R. Pellegrini, F. Bosco, A. Deganutti, San
Giovanni al Natisone 1993, 131-150.
20
F. Musoni, La vita degli Sloveni, Palermo 1893, 13; si tratta del tema affrontato prima
da Maurizio Bertolotti e ripreso poi da Carlo Ginzburg nel capitolo Ossa e pelli di
Storia notturna. La presenza nelle Valli del Natisone di temi mitici presentati e di-
scussi in Storia notturna va anche oltre. Nelle schede di Lea DOrlandi (raccolte negli
anni Quaranta e edite postume, come gi accennato, in N. Cantarutti, Esseri mitici,
1405), le attestazioni di Mersino e San Leonardo (raccolte nel 1949) ricordano le fi-
gure dei belavanti o badanti che si presentano la notte di vigilia dellEpifania e
possono far violenza agli uomini, azzoppandoli (corrono in schiera sui sentieri alti,
con le fiaccole accese, oppure in cielo su carri; se vedono una persona fuori casa
dopo il De profundis scendono e la feriscono gettandole la scure nel ginocchio). Si
vedano anche le attestazioni raccolte nei primi anni Ottanta a Cividale da D.R. Hol-
mes, Disincanti culturali: contadini-operai in Friuli, Udine 1991 e la sezione Balavan-
Complice lopacit del nome nella tradizione orale residua del Friuli
(e forse anche la mancanza di riferimenti al Friuli nel titolo e sottotitolo
del libro), la monografia sui benandanti di Ginzburg, mentre entrava di
prepotenza nel rinnovato dibattito internazionale sulla stregoneria,21 pass
dunque sostanzialmente inosservata qui in regione per alcuni anni, anche
fra folkloristi; del tutto incompreso fu soprattutto il potenziale innovativo
ben condensato nella prefazione del giovane ricercatore che per primo era
riuscito a mettere gli occhi direttamente e in maniera sistematica su una
sezione organica del fondo del SantUfficio conservato nell archivio della
Curia arcivescovile di Udine.
Scarsa risonanza e incomprensione. Eppure il quadro della ricerca et-
nografica nel Friuli negli anni Sessanta non ha tinte sbiadite. Alle spalle
cerano intensi anni di lavoro e una quantit di contributi di cui difficile
rendere conto in poco spazio.22 Basterebbe il quadro delle ricerche sistema-
tiche avviate a partire dagli anni Venti nellambito della Societ Filologica
Friulana, dopo la sua costituzione: il lavoro di recupero della narrativa e
del canto di tradizione orale, le inchieste e le pubblicazioni relative al set-
tore dellabbigliamento e del costume popolare (di Lea DOrlandi e Gae-
tano Perusini, innanzitutto, che segnano il pieno reintegro della profondit
storica negli studi folklorici locali,23 la ricerca nel settore del diritto consue-
tudinario, lattenzione e lappoggio ai primi tentativi di museografia etno-
grafica (che troveranno esito proprio nei primi anni Sessanta con la costi-
tuzione dei musei etnografici di Tolmezzo, con Michele Gortani, e di Udine,
con Gaetano Perusini). Nel secondo dopoguerra il legame con le correnti
pi avanzate della demologia italiana si fa ancora pi stretto, in particolare
con la generazione che vede Gaetano Perusini e Gianfranco DAronco
ottenere la libera docenza e i primi insegnamenti di Storia delle tradizioni
popolari e di Letteratura popolare nelle Universit di Trieste e Padova. Il
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
24
A. Nicoloso Ciceri, Tradizioni popolari friulane, Reana del Rojale 1982.
25
G. Perusini, Vita di popolo in Friuli. Patti agrari e consuetudini tradizionali, presenta-
zione di C.G. Mor, Firenze 1961.
26
Il verbale di fondazione e il manifesto sono editi in Alpes orientales, Atti del primo
convegno (1956), a cura di I. Grafenauer, Ljubljana 1959.
27
Per osservazioni pi puntuali, rimando a G.P. Gri, Cultura popolare, ricerca demolo-
gica e storiografia in Friuli, in La cultura popolare in Friuli, Atti del convegno (28
ottobre 1989), a cura di G. Fornasir, Udine 1990, 9-22.
28
Atti pubblicati in Alpes orientales, Atti del quarto convegno (Grado-Cividale, 31
marzo-4 aprile 1964), a cura di G. Perusini, Firenze 1966.
rettamente una delle questioni enunciate da Ginzburg nel 1966 (la neces-
sit della messa a fuoco del rapporto fra la narrazione dei benandanti sui
combattimenti notturni con luniverso mitico sottostante ai racconti e
la pratica rituale dei combattimenti fra schiere organizzate e contrapposte
di giovani in particolari occasioni dellanno), affrontate e approfondite
quindici anni dopo in Storia notturna (Mascherarsi da animali, ultimo capi-
tolo della seconda parte del saggio). Alpes Orientales rappresenta lulti-
mo sforzo di ricerca e riflessione della scuola diffusionista e dellindirizzo
storico-geografico applicato alla documentazione folklorica dellarea alpi-
na nord-orientale; ha il grande merito di aver proposto, in unarea dEuro-
pa dove i confini politici si erano fatti duri, una ricerca integrata e compa-
rata, superando decisamente il limite delle barriere linguistiche e ammini-
strative e della considerazione nazionale se non nazionalistica delle culture
popolari che interagirono e interagiscono in questa parte dEuropa.29 Da
questo punto di vista, la prospettiva del gruppo di ricerca sovranazionale
che collabor insieme per una ventina danni in Alpes Orientales conver-
geva con le esigenze comparative (anche se di un comparativismo che
aveva troppo spesso esiti soltanto elencativi) sottolineate nel 1966 da
Ginzburg nello sforzo di analisi e interpretazione delle testimonianze friu-
lane relative ai benandanti: nelle Alpi orientali non c problema etnogra-
fico di qualche importanza che si possa risolvere entro i confini di un solo
popolo, senza cio una buona conoscenza delle tradizioni dei popoli
circumvicini.30 significativo che nella stessa prospettiva teorica e meto-
dologica di Alpes Orientales e negli stessi anni si collocasse, a Zagabria,
il sistematico lavoro di rilevamento della tradizione orale realizzato da
Maja Bokovi-Stulli con la messa in fila dellimpressionante documenta-
zione in area balcanica sulla presenza e sulla persistenza fino in et con-
temporanea di figure sciamaniche sostanzialmente analoghe al benandanti
friulani.31
29
Il risultato pi alto di questa prospettiva integrata e comparata restano le note di
Milko Matietov nelledizione critica da lui curata (a integrazione delle originali di
Johannes Bolte) di A. von Mailly, Sagen aus Friaul und den Julischen Alpen, Leipzig
1922; ora Id., Leggende del Friuli e delle Alpi Giulie pubblicate con la collaborazione
di Johannes Bolte, a cura di M. Matietov, Gorizia 1986 (pi volte ristampata).
30
Lespressione di Ivan Grafenauer, presidente dellIstituto sloveno di etnologia, nel
discorso di apertura del primo convegno di Alpes Orientales a Lubiana; venne ri-
presa e sviluppata nel manifesto quadrilingue del gruppo di ricerca collocato in
apertura nel volume degli atti.
31
M. Bokovi-Stulli, Hrvatske i slovenske usmene predaje o krsniku-kersniku, in Ead.,
Usmena knjievnost kao umjetnost rijei, Zagreb 1975, 205-227 (trad. it. di J. Strajnar:
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
Testimonianze orali croate e slovene sul krsnik-kresnik, Metodi e Ricerche, n.s. VII,
1 (1988), 32-50; rivista e ampliata, con nota e presentazione di G.P. Gri, col titolo
Sulle orme del kresnik e del benandante, Lares LXIX, 3 (2003-2005), 607-638.
32
Ai quadri complessivi (tralascio i saggi dedicati a singole figure mitiche) tracciati da
A. Nicoloso Ciceri, Tradizioni popolari e L. DOrlandi, N. Cantarutti, Esseri miti-
ci, si aggiunge ora, accanto alle tante attestazioni presenti nelle collane Racconti
popolari friulani e Miti, Fiabe e Leggende del Friuli storico, G. Chiaradia, I gior-
ni delle streghe. Mitologia popolare del Friuli Occidentale, Pordenone 2010; per le aree
contermini, M. Milani, Streghe, morti ed esseri fantastici nel Veneto, Padova 1994;
Leggende e credenze di tradizione orale della montagna bellunese, 2 voll., a cura di D.
Perco, C. Zoldan, Seravella di Cesiomaggiore 2001; M. Kropej, Supernatural beings
from Slovenian myth and folktales, Ljubljana 2012. Per unanalisi critica dei contribu-
ti di tipo classificatorio, delle letture interessate al problema genetico delle figure
mitiche e a interpretazioni suggestive di lungo periodo, rimando alle recensioni di D.
Ermacora, Due libri recenti sulle Agane, Ce fastu? LXXXVII, 1 (2011), 71-82; Id.,
Tradizioni popolari slovene, o profanation of mythology?, La ricerca folklorica
69, 2014, 283-290.
ciava a respirare, dalla fine degli anni Sessanta e primi anni Settanta, piut-
tosto nellUniversit di Trieste dove si andava coagulando un significativo
gruppo di discipline demo-etno-antropologiche. Il dialogo interdisciplinare
si coaguler poi, nel 1980, intorno alla rivista di studi regionali Metodi e
Ricerche.33
Intanto, sul finire degli anni Sessanta le porte dellArchivio della Curia
arcivescovile si schiudevano a studiosi e laureandi. Una lettera o una tele-
fonata di presentazione, una richiesta motivata: sulla fiducia, la grossa
chiave dellarchivio veniva consegnata, si entrava, si consultava, si lavorava
senza impedimenti; quando poi a met anni Settanta la direzione dellAr-
chivio pass nelle mani di don Luigi De Biasio, laccesso fu ancora pi fa-
cilitato, in concomitanza con il formarsi di una nuova generazione di stori-
ci nelle universit di Udine e Trieste (la scuola di Giovanni Miccoli, in
particolare). Ora i lavori di Ginzburg trovavano lettori consapevoli e con-
senzienti fra giovani ricercatori che si riconoscevano nelle prospettive di
Quaderni storici, della storia sociale, della microstoria nascente, dellan-
tropologia storica. Seguo la cronologia con laiuto di Andrea Del Col.34
Linteresse per le carte inquisitoriali, una volta accessibile larchi-
vio, inizialmente soprattutto di giovani storici. Luigi De Biasio consulta
lArchivio de SantUfficio entro una prospettiva di ricerca tradizionale e si
laurea nel 1967 con la tesi su I fermenti ereticali in Friuli nella seconda me-
t del XVI sec.35 La connessione con le tradizioni popolari presente inve-
ce nei primi lavori (1968 e 1970) sviluppati sulle carte inquisitoriali da Pier
Cesare Ioly Zorattini e Marina Romanello.36 Nel 1971, presentando la
33
Sul gruppo di lavoro riunitosi a Trieste intorno a Metodi e Ricerche, fondata nel
1980, rimando ai cenni in G.P. Gri, Dalla parte della morbida pecus, introduzione a
G. Ferigo, Morbida facta pecus Scritti di antropologia storica della Carnia, a cura
di C. Lorenzini, Udine 2012, IX-XXIV.
34
A. Del Col, Prefazione, in D. Visintin, Michele Soppe benandante, Santa Maria la
Longa-Montereale Valcellina 2009, 10-11.
35
Tesi trasformata poi in un saggio con lo stesso titolo pubblicato nel 1972; ma per la
bibliografia complessiva di Luigi De Biasio, si veda G. Miccoli, G. Paolin, Don Lui-
gi De Biasio: la continuit di una tradizione, Metodi e Ricerche, n.s. XIII, 1-2 (1994),
3-11: 7-11.
36
P.C. Ioly Zorattini, Il diavolo del SantUffizio e le tradizioni popolari friulane, Ras-
segna di Pedagogia XXVI, 2-3 (1968), 84-124; Id., Un friulano e un indovino ebreo
in una causa del SantUffizio agli inizi del 600, Ce fastu? XLIV-XLVII (1968-1971),
158-164. Per limponente e sistematico lavoro successivo di Ioly Zorattini intorno a
persone, comunit e temi dellebraismo nelle carte inquisitoriali friulane e veneziane
(e non soltanto), rimando a P. Ioly Zorattini, Bibliografia di Pier Cesare Ioly Zorat-
tini, in Non solo verso Oriente. Studi sullebraismo in onore di Pier Cesare Ioly Zorat-
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
tini, 2 voll., Firenze 2014, I, XVII-XXIV. M. Romanello, Culti magici e stregoneria del
clero friulano (1670-1700) Lares XXXVI (1970), 341-371.
37
La tesi che confluir poi in A. Del Col, LInquisizione nel patriarcato e diocesi di
Aquileia (1557-1559), prefazione di A. Jacobson Schutte, Trieste-Montereale Valcelli-
na 1998; Id., Note biografiche su Lucio Paolo Rosello, Bollettino della Societ di
Studi Valdesi XCVII, 140 (1976), 109-119; S. Cavazza, Inquisizione e libri proibiti in
Friuli e a Gorizia tra Cinquecento e Seicento, Studi Goriziani XLIII (1976), 29-80;
G. Paolin, Dellultimo tentativo compiuto in Friuli di formare una comunit anabatti-
sta. Note e documenti, Nuova Rivista Storica LXII, 1-2 (1978), 3-28.
38
1000 processi dellInquisizione in Friuli (1551-1647), Passariano 1976 (Quaderni del
Centro regionale di catalogazione dei beni culturali 4); I processi dellInquisizione
in Friuli dal 1648 al 1798, Passariano 1978 (Quaderni del Centro Regionale di Ca-
talogazione dei Beni culturali 7).
te e indirette con i temi presenti nelle carte inquisitoriali allambito della reli-
giosit tradizionale e popolare indagata nelle forme della ritualit e nei testi
orali,39 nel legame con il mondo delle immagini e dei segni del sacro sparsi nel
territorio: un ambito, questultimo, che a partire dalla mostra e convegno orga-
nizzati dal Centro Iniziative Culturali di Pordenone, in collaborazione con Luigi
Ciceri nel 1980, con lesplicita volont di contribuire alla rivalutazione del
patrimonio di cultura popolare friulana per molti versi messo in pericolo a segui-
to del terremoto del 1976, non ha mai cessato di attirare rilevamenti e ricerche
sul campo e darchivio, approfondimenti, analisi critiche.40
39
Lincerto confine: vivi e morti, incontri, luoghi e percorsi di religiosit nella montagna
friulana, Atti dei seminari di studio I percorsi del sacro e Anime che vagano, anime
che tornano (gennaio-giugno 2000), a cura di P. Moro, G. Martina, G.P. Gri, Tol-
mezzo 2000.
40
Il richiamo al terremoto di Luciano Padovese nella premessa a Religiosit popola-
re in Friuli, a cura di L. Ciceri, Pordenone 1980 (nel volume presente il primo
saggio - di Luigi De Biasio - che illustra le carte inquisitoriali relative al santuario
rpit di Trava, in Carnia: argomento ripreso negli anni successivi soprattutto da Silva-
no Cavazza). Negli anni successivi, fra i contributi di ricerca sulla religiosit spicca il
volume Religiosit popolare nel Friuli occidentale. Materiali per un museo, Catalogo
della mostra (Lestans), a cura di P. Goi, Pordenone 1992. Per unarticolata analisi
critica delle nozioni utilizzate nelle ricerche locali in questambito, a partire dalla
nozione stessa di popolare, e per il bel quadro bibliografico complessivo, rimando a
P. Goi, Introduzione, in Icone votive. Itinerari turistico-culturali, 2 voll., a cura di G.
Stocco, [Codroipo] 2000, I, 7-28.
41
Storia dItalia, I. I caratteri originali, a cura di R. Romano, C. Vivanti, Torino 1972.
42
Uno sviluppo solo richiamato nel Post-scriptum; discusso poi in maniera articolata nel
1989 nellIntroduzione a Storia notturna. Per il confronto fra storici e antropologi
rinnovatosi con il convegno dedicato a Edward Evan Evans-Pritchard nel 1967, cfr.
P.P. Viazzo, Antropologi, storici e stregoni, in Id., Introduzione allantropologia stori-
ca, Roma-Bari 2000, 101-130.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
43
La messa a fuoco delle figure dei singoli inquisitori lavoro in atto del gruppo di
ricerca riunito da Andrea Del Col. Per ora, R. Bonetti, Lattivit dellinquisitore di
Aquileia e Concordia fra Felice Passeri da Montefalco (1580-1584): ricognizione cro-
nologica e analisi quantitativa, Metodi e Ricerche, n.s. XXI, 2 (2002), 101-143; G.
Ancona, Autonomia giudiziaria e dipendenza amministrativa del SantUfficio di
Aquileia e Concordia allepoca di fra Girolamo Asteo (1598-1608), ivi, XXV, 1 (2006),
11-46; D. Visintin, Lattivit dellinquisitore fra Giulio Missini in Friuli (1645-1653):
lefficienza della normalit, Trieste-Montereale Valcellina 2008; H.H. Schwedt, Gli
inquisitori generali di Aquileia e Concordia, poi Udine, 1556-1806, in Linquisizione
del Patriarcato di Aquileia e della diocesi di Concordia, 161- 204.
44
Linquisizione del Patriarcato di Aquileia e della diocesi di Concordia. La bibliografia
di Andrea Del Col, in Omaggio ad Andrea Del Col, III. Religione, scritture e storio-
grafie, a cura di G. Ancona, D. Visintin, Montereale Valcellina 2013, 377-389.
45
A proposito dei rischi interpretativi di fronte a fenomeni culturali condivisi (in su-
perficie) dallinsieme del corpo sociale e alla necessit di distinguere forme e signifi-
cati dei fatti culturali, si veda lIntroduzione critica di Ginzburg a P. Burke, Cultura
popolare nellEuropa moderna, Milano 1980, I-XV.
46
Richiamo la Prefazione in G.P. Gri, Altri modi. Etnografia dellagire simbolico nei
processi friulani dellInquisizione, Trieste-Montereale Valcellina 2001, 5-8.
47
D.R. Holmes, Cultural Disenchantments. Worker Peasantries in Northeast Italy, Prin-
ceton 1989 (trad. it. Disincanti culturali. Contadini-operai in Friuli, Udine 1991).
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
48
La bibliografia divenuta larga (tanto pi se si tiene conto delle tante tesi di laurea
sviluppate in tema di stregoneria nelle Universit di Udine e Trieste) e non sempre di
qualit; oltre al quadro presentato dai saggi di A. Nicoloso Ciceri, Tradizioni popo-
lari e L. DOrlandi, N. Cantarutti, Esseri mitici, alle testimonianze presenti nelle
collane dei Racconti popolari friulani della Societ Filologica Friulana e dei Miti,
Fiabe e Leggende del Friuli storico dellIstituto di Ricerca Achille Tellini, al saggio di
Patrick Heady di cui si dir fra poco, mi limito a citare M. Quaglia, Non ci credo alle
streghe, per! In Carnia alla scoperta di donne dai poteri speciali, Treppo Carnico
2001; G. Sut, Striis e striaments, Basiliano 2003; G. Chiaradia, I giorni delle streghe. Per
la lunga durata del ruolo del basso clero allinterno del sistema di credenza, segnalo il
bel saggio di P. Stefanutti, Il mondo di pr Jacum. Religione, superstizione e credenze
in un paese friulano di fine Ottocento, Ce fastu? LXXIII, 1 (1997), 143-167; per la
ricostruzione della figura di un mago laico (il mago Bide di Buia) operante nel
secondo Ottocento, A. Ciceri, Un libro chiamato fiorileggio, in Per Giuseppe ebesta.
Scritti e nota bio-bibliografica per il settantesimo compleanno, Trento 1989, 73-93.
49
P. Heady, The Hard People. Rivalry, Sympathy and Social Structure in an Alpine Val-
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
57
Rimando a P. Ioly Zorattini, Bibliografia di Pier Cesare Ioly Zorattini.
58
A partire da G. Paolin, Dellultimo tentativo compiuto in Friuli di formare una comu-
nit anabattista e da A. Del Col, Eterodossia e cultura fra gli artigiani di Porcia nel
secolo XVI, Il Noncello 46, 1978, 9-76; per i contributi successivi, si vedano le loro
bibliografie in, Linquisizione del Patriarcato di Aquileia e della diocesi di Concordia.
59
G. Ferigo, Morbida facta pecus Aspirazioni e tentativi di riforma nella Carnia del
500, Almanacco culturale della Carnia IV (1988), 7-73 (rist. in G. Ferigo, Morbida
facta pecusScritti di antropologia storica della Carnia, 3-77); G. Ancona, I cramrs
davanti al SantUfficio. Cibi proibiti: da peccato a delitto contro la fede, Metodi e
Ricerche, n.s. XXVIII, 1 (2009), 85-98.
60
Diversi i procedimenti inquisitoriali contro musicisti; il caso pi studiato resta quello
di Giorgio Mainerio (legato anche al tema di Scjarzzola marzzola, cantata nel rito
pentecostale notturno dalle donne di Palazzolo dello Stella). Gilberto Pressacco vi
tornato pi volte; in particolare: G. Pressacco, Canti, discanti eincanti, in Spilimbrc,
a cura di N. Cantarutti, G. Bergamini, Udine 1984, 247-266; Id., Giorgio Mainerio,
musicista friulano ed europeo, in M.M. Tosolini, Giorgio Mainerio. Musico, abate,
negromante. Una storia friulana del XVI secolo, Udine 1986, 19-28; Id., Giorgio Mai-
nerio. Nuovi documenti darchivio, Rassegna veneta di studi musicali II-III (1986-
1887), 307-330; Id., Il canto/ballo dellarboscello in Giorgio Mainerio e Giovanni
Croce, in La cultura popolare in Friuli, 121-155; Id., Rustica sacra et prophana (ov-
vero Cristian furlant: pius et rusticus), in Religiosit popolare, 125-150; Id., Sermone,
cantu, choreis etmarculis. Cenni di storia della danza in Friuli, Udine 20062. Per la
bibliografia completa di Gilberto Pressacco rimando a Id., Larc di San Marc: opera
omnia, III. Inediti, bibliografia, indici, a cura di L. De Clara, Udine 2015, 273-280.
61
Ora, a inglobare anche alcuni saggi precedenti, G. Minchella, Porre un soldato alla
inquisitione. I processi del SantUfficio nella Fortezza di Palmanova. 1595-1669, Trie-
ste 2009. Un interessante, nuovo sguardo alle relazioni interetniche osservate anche
con il supporto delle carte inquisitoriali in Ead., Frontiere aperte. Musulmani, ebrei
e cristiani nella Repubblica di Venezia, Roma 2014.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
62
R. Lionetti, Alternative terapeutiche e livelli di efficacia nella medicina popolare del
Cinque-Seicento, in Sanit e societ, I. Friuli Venezia Giulia, secoli XVI-XX, a cura di
A. Pastore, Udine 1986, 147-169; M. Milani, Antiche pratiche di medicina popolare
nei processi del S. Uffizio (Venezia, 1572-1591), Padova 1986; R. Lionetti, G.P. Gri,
La medicina popolare. Friuli.Venezia Giulia, in Medicine e magie, a cura di T. Seppil-
li, Milano 1990 (Le tradizioni popolari dItalia 3), 142-174.
Il tema degli itinerari terapeutici lungo i poli dellintera offerta terapeutica del tempo,
affrontati in ambito popolare (e non solo) di fronte allesperienza di malattia e do-
cumentati nelle carte inquisitoriali, interessante: segnala un atteggiamento mentale
e comportamentale di forte diversit rispetto alle istituzioni religiose e mediche che
tendevano invece allesclusivit (diversit di atteggiamento, del resto, anche di fronte
agli inquisitori - e a tanti storici - che tendono a incasellare le idee espresse dagli
inquisiti entro i cassetti di dottrine eterodosse definite e preconfezionate).
63
Dopo il primo saggio illustrativo di L. De Biasio, Un singolare rito battesimale ammi-
nistrato nel santuario di Trava in Carnia, in Religiosit popolare in Friuli, 39-53, so-
prattutto i contributi, ricchi di rimandi comparativi, di S. Cavazza, Tra teologia e
piet popolare: le false resurrezioni di Trava e la tradizione dei miracoli rpit nellEu-
ropa del Seicento, in Aspetti di religiosit popolare in Friuli, Pordenone 1981, 79-122;
Id., La doppia morte: resurrezione e battesimo in un rito del Seicento, Quaderni
storici XVII, 50 (1982), 551-582; Id., Da Maria Luggau a Trava. Origini di una cre-
denza carnica del Seicento, Sot la Nape XLVI, 4 (1994), 31-39. Sul fenomeno in
generale nellarco alpino, F. Mattioli Carcano, Santuari rpit. Il rito del ritorno
alla vita o doppia morte nei luoghi santi delle Alpi, Ivrea 2009.
64
L. De Biasio, Il Carnevale in Friuli e il S. Officio dellInquisizione intorno alla met
del Seicento, Sot la Nape XXXII, 3-4 (1980), 117-125.
65
Sul procedimenento relativo alle rogazioni di Comeglians, G. Pressacco, Il canto/
ballo dellarboscello.
66
G. Ferigo, C. Lorenzini, Quando a Dimpon gettarono il tamiso. Note sulla coscino-
manzia in Friuli tra la fine del 500 e la prima met del 600, in Tumie, 463-477 (rist.
in G. Ferigo, Morbida facta pecus. Scritti di antropologia storica, 299-320).
67
P.C. Ioly Zorattini, Preenti contro il lupo negli atti del S. Ufficio di Aquileia e Con-
cordia, Ce fastu? LII (1976), 131-146; Id., Un preento contro il lupo in un procedi-
mento seicentesco del S. Ufficio di Aquileia e Concordia, Memorie storiche forogiu-
liesi LIX (1979), 163-169.
68
Domenico Scandella detto Menocchio. I processi dellInquisizione.
69
F. Nardon, Benandanti e inquisitori nel Friuli del Seicento, prefazione di A. Del Col,
Trieste-Montereale Valcellina 1999.
70
G.P. Gri, Contadini di citt, in Contadini del Sud, Contadini del Nord. Studi e docu-
menti sul mondo contadino in Italia a 50 anni dalla morte di Rocco Scotellaro, a cura
di G. Kezich, E. De Simoni, San Michele allAdige 2005 (Annali di San Michele 18),
127-133.
71
A. Del Col, I benandanti nella storia europea, Ce fastu? LXXIII, 1 (1997), 133-142;
S. Cecotti, I Benandanti, in La Patrie dal Fril, a cura di F. Fabbro, Barazzetto di
Coseano-Udine 2005, 141-145 (interessante, per lo sforzo di spiegazione dallinterno
delle caratteristiche del benandante). In entrambi i casi resta soltanto sullo sfondo il
dibattito pi generale, maturato intorno allopera di Ginzburg; le monografie e vari
interventi successivi, come C. Ginzburg, Gli europei scoprono (o riscoprono) gli
sciamani, in Lepopea delle scoperte, a cura di R. Zorzi, Firenze 1994, 395-414, sullo
sciamanismo in Europa; D. Visintin, I benandanti e il SantUfficio alla met del Sei-
cento, Metodi e Ricerche, n.s. XXVII, 1 (2008), 25-32.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
72
Sullo sfondo dei quadri generali di Ginzburg e Nardon, G.P. Gri, Sapere. Mattia di
Frisanco, in Altri modi, 121-196; D. Visintin, Michele Soppe benandante.
73
Lipotesi secondo cui i benandanti potrebbero essere collegati con le antiche comu-
nit di terapeuti passate dalle periferie di Alessandria dEgitto alle periferie friulane
di Aquileia stata formulata da Gilberto Pressacco (si veda Id., Rustica sacra et
prophana, 138-141) e attraverso i suoi interventi variamente e acriticamente pene-
trata in questi anni nella nuova ideologia identitaria friulanista.
74
P. C. Begotti, I luoghi dei benandanti, Memorie storiche forogiuliesi LXXXI (2001),
137-163; Id., Nel Campardo vicino a Cuniano. Echi coneglianesi e daltri luoghi in cul-
ti agrari friulani del XVI secolo, Storiadentro n.s. 1, 2002, 271-295; Id., Il lago di
Cerknica tra patriarchi e benandanti, Sot la Nape LII, 5 (2003), 35-38. G.P. Gri, Segni
di nascita, in Di prodigi segreti, 147-155; Id., Fare. Luso rituale degli strumenti di lavo-
ro, in Altri modi, 81-119; A. Carrozzo, Il sium, il via, la bataie. Il milu de magne,
Manzano 2005; F. Nardon, Benandanti funebri, Montereale Valcellina 2006; G. Min-
chella, Pratiche di magia nella Repubblica di Venezia in et moderna, in Magia, super-
stizione, religione. Una questione di confini, a cura di M. Caffiero, Roma 2015, 67-99.
Fra i diversi contributi di F. Fabbro, a muovere anche da alcuni documenti visivi
friulani, Neuropsicologia dello sciamanesimo e Le piante sacre, in Neuropsicologia
dellesperienza religiosa, Roma 2010, 174-187, 277-300.
75
R. Lionetti, Menocchio, la strega, il sogno. Studio sulla cosmologia lattea, Me-
todi e Ricerche II, 1 (1981) 35-55; Id., Las popolas lungjas. Nota sul corpo
delle Agane e di altri esseri mitici, ivi, n.s. II, 1 (1983), 5-12.
Per unidea del contributo fondamentale dato dal Circolo culturale Menocchio alla
77
ricerca fondata sulle carte inquisitoriali, si veda il quadro bibliografico in Sotto il se-
gno del Menocchio. Omaggio ad Aldo Colonnello, a cura di A. Del Col, R. Paroni
Bertoja, Montereale Valcellina 2002; contributo che continuato negli anni succes-
sivi e ancora dura.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
78
S. Cecotti, Son robis che tu ss ma no tu ss dilis, Usmis/Siums 1-2, 1991, 11-13; Id.,
I Benandanti. Dal suo romanzo inedito legato allesperienza personale derivata la
sceneggiatura del film in friulano Il tier lion, diretto da Manlio Roseano nel 2001.
79
E. Ross, Io benandante. Voli in dimensioni astrali prossime allAldil, Montereale
Valcellina 2015; allinterno, la postfazione critica (quanto allidentificazione dellau-
tore con i benandanti storici) di F. Nardon, La fisica sognata di Elio Ross. Alcune
riflessioni a margine di Io benandante, 153-196.
80
L. Burello [et alii], La compagnia dei benandanti: antologia, Santa Maria di Varmo
2015: undici autori della regione che si sono prestati allesperimento, con undici rac-
conti di invenzione (di diversa qualit) in tema di benandanti.
81
R. Lovisoni, Res solaris. Libro primo: il ritorno dei Benandanti, Mariano del Friuli
2004 (con CD allegato); P. Paron, La casa dei sette gatti. Storia di streghe, incantesimi
e benandanti, Foggia 2009; P. Morganti, Il giardino del benandante, Varmo 2013.
82
Dal Tarvos e i benandanti di Alessandro DOsualdo allalbum di qualche mese fa
(2015) di Roberto Romani e Tiziana De Piero, Tempora. La notte dei benandanti,
edito dalla Fame Comics fondata a San Vito al Tagliamento nel 1997 da Davide Tof-
folo.
83
Dai primi video in VHS di Giancarlo Zannier (Nato con la camicia del 1994 e Benan-
danz del 1995) alla pi impegnativa produzione italo-francese (Prlude Mdia, CEC,
SFF) di Christiane Rorato, Vuerirs de gnot. Su lis olmis dai Benandants del 2003, fino
alle tinte horror di Custodes bestiae di Lorenzo Bianchini del 2004.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
Tarcento, con la parziale trascrizione delle carte del procedimento: Processo per stre-
goneria contro Antonia Zanone Sacagnini da Tarcento, a cura di L. De Biasio, Tar-
cento 1988.
85
Scritto e rappresentato nel 2000, ispirato alle vicende del santuario rpit di Trava,
Resurequie. Misteri cjargnel di Carlo Tolazzi, viene ancora riproposto nel 2015. Una
trasfigurazione letteraria delle vicende di Trava era stata realizzata da E. Bartolini,
Miracoli a Trava, Udine 1996.
86
Si deve a Gilberto Pressacco (si veda lo svolgimento della storia in Sermone, cantu et
choreis) e al suo coro Candotti il lancio e la fortuna di Scjarzzule marzzule, la
canzone a ballo citata nella denuncia allinquisitore del vicario-curato di Palazzolo
dello Stella (10 giugno 1624) contro alcune donne del paese che avevano realizzato
un rito notturno per invocare la pioggia; canzone a cui si ispira uno dei testi de Il
primo libro de balli di Giorgio Mainerio, edito a Venezia nel 1578.
87
Linquisizione in Friuli, Catalogo della mostra (Montereale Valcellina 1999), a cura
di A. Del Col, Trieste-Montereale Valcellina 2000. La mostra accompagnava un se-
minario internazionale: Linquisizione romana: metodologia delle fonti e storia istitu-
zionale, Atti del seminario (Montereale Valcellina, 23-24 settembre 1999), a cura di
A. Del Col, G. Paolin, Trieste 2000.
97888904107 9 6
Gian Paolo Gri, La cultura popolare in Friuli dopo I benandanti. Cinquantanni di carte inquisitoriali
Riassunto
Abstract
??????
97888904107 9 6