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L'insieme della corona e dei poli costituisce la ruota polare. Sui nuclei dei poli sono avvolte
altrettante bobine magnetizzanti le quali vengono percorse dalla corrente di eccitazione in verso tale
da creare lungo la corona una successione di polarit nord e sud. Le varie bobine sono tutte
collegate in serie fra loro e gli estremi della serie sono collegati a due anelli montati sull'albero di
rotazione sui quali strisciano le spazzole per l'adduzione della corrente di eccitazione.
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Nella superficie cilindrica interna di questa corona sono intagliati i canali o cave, entro i quali
vengono collocati i conduttori attivi che compongono l'avvolgimento indotto.
Per mezzo di un motore primo adeguato la ruota polare viene mantenuta in rotazione ad una
velocit angolare costante . II flusso magnetico che emana dai poli viene a scorrere lungo il traferro,
e cos muovendosi taglia i conduttori attivi di indotto allogati entro le cave di statore.
In ciascuno di questi conduttori si genera in tal modo una f.e.m. indotta.
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f =
pn
60
questa la fondamentale e semplice relazione che lega rigidamente tra loro il valore della frequenza e il
numero di giri delle macchine sincrone. La relazione inversa
n=
60 f
p
determina la velocit di sincronismo in giri al primo corrispondente alla frequenza f, per tutte le
macchine sincrone aventi p coppie di poli.
Questa stessa velocit pu essere espressa, in radianti al secondo, anche in funzione della
pulsazione generata = 2 f : poich la velocit angolare ha il valore , = 2 n
60
risulta immediatamente la relazione :
Le turbine a vapore e le turbine a gas sono invece macchine che possono essere convenientemente
costruite solo per velocit elevate; perci un alternatore che debba essere accoppiato a tali tipi di turbine,
per costituire un gruppo turbo-alternatore, avr in genere 2 oppure 4 poli.
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Quanto maggiore il numero dei poli, cio quanto pi lento un alternatore, tanto maggiore risulter
evidentemente a parit di potenza, il suo diametro e maggiore sar il peso. Un alternatore lento con molti
poli avr quindi, per una data potenza, un maggiore costo di uno veloce con minor numero di poli ; salvo
il caso degli alternatori velocissimi (turboalternatori) per i quali la velocit eccezionalmente elevata
richiede una costruzione speciale di maggior costo, malgrado il minor peso.
I nuclei polari vengono talvolta fusi anch'essi in un sol getto con la fascia, ma pi spesso sono
riportati. In tal caso uno dei problemi costruttivi fondamentali precisamente l'attacco dei poli, date le
ingentissime sollecitazioni centrifughe dovute al peso proprio del polo e al peso della bobina
magnetizzante. Se la ruota polare ha un diametro sufficiente, si possono fissare i nuclei polari alla
corona con due bulloni dall'interno come in fig. 3 a) realizzando in tal modo una costruzione comoda
ed economica che consente il facile montaggio o smontaggio del polo insieme alla bobina
magnetizzante che pu essere preparata e finita a parte. Tale costruzione tuttavia deve essere
abbandonata quando le sollecitazioni meccaniche diventano tanto ingenti da richiedere bulloni di
diametro eccessivo.
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Per velocit elevate invece necessario diminuire il diametro e allungare la macchina (si giunge fino
a 6 7 metri) eliminando, inoltre, tutte le masse riportate e sporgenti. Cos nella costruzione dei turboalternatori velocissimi, a due o a quattro poli, si eliminano i poli sporgenti e si realizza l'induttore liscio.
Esso rappresentato da un semplice cilindro di acciaio il quale porta gli avvolgimenti magnetizzanti
allogati a forma di matasse entro profondi canali ricavati lungo alcune generatrici.
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Con questa costruzione il traferro presenta uno spessore costante lungo tutta la circonferenza del rotore :
l'andamento sinusoidale del campo induttore deve essere perci realizzato con una particolare
disposizione degli avvolgimenti di eccitazione. Questi vengono cio distribuiti sulla periferia del rotore
in modo da produrre in corrispondenza degli assi delle bobine, che sono fra loro concentriche,
l'induzione massima BM per il contributo di tutte le amperspire, e nei punti laterali induzioni via via
decrescenti per effetto delle sole amperspire esterne ad essi.
Fig. 7 - Composizione schematica di induttore liscio a due poli, a canali paralleli semiassi flangiati.
Nella fig. 7 indicata in struttura schematica di un induttore liscio massiccio a due poli con canali
paralleli e semiassi riportati : i canali incidono anche le fronti del cilindro, alle quali si adattano le
flange di attacco dei semiassi ; le flange ricoprono cos e richiudono, nei canali frontali, le testate delle
bobine. Sulla periferia i canali sono chiusi da biette di bronzo o di acciaio antimagnetico. Si fanno
anche induttori fucinati in un sol pezzo coi semiassi ; in tal caso le testate delle bobine si adagiano sui
semiassi e sono quindi ricoperte con robuste coppe di bronzo o acciaio antimagnetico.
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Nella fig. 8 indicata la sezione schematica di un induttore liscio a tubo, a quattro poli con canali radiali ;
la costruzione a tubo con semiassi riportati particolarmente indicata per i turbo-alternatori di grande
potenza. Altra soluzione la costruzione a dischi di acciaio investiti a caldo su un asse passante.
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I canali aperti consentono la costruzione degli avvolgimenti indotti su sagoma, a forma di matasse,
da mettere in sede nei canali dopo ultimate; essi offrono per questo in possibilit di rendere perfetto
l'isolamento, e si prestano perci meglio degli altri tipi di cave alla costruzione di macchine a tensione
elevata. I canali aperti inoltre consentono il facile ricambio delle matasse che durante l'esercizio
dovessero subire guasti per scariche od altro.
Per contro i canali aperti aumentano la riluttanza dei circuiti magnetici della macchina e richiedono
perci un maggior numero di amperspire magnetizzanti; inoltre, come si gi osservato, richiedono
sempre le espansioni polari laminate, per diminuire la perdita dovuta alle correnti parassite che si
inducono nelle espansioni stesse in conseguenza delle oscillazioni delle linee di forza che durante la
rotazione saltano da un dente all'altro.
I canali semichiusi attenuano questi inconvenienti e permettono l'impiego di espansioni polari
massicce, ma d'altra parte consentono solo un parziale impiego della costruzione su sagoma delle
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matasse.
Infatti dopo aver avvolto sulla sagoma il filo costituente la matassa, questa deve essere sistemata nei
canali prima di eseguire la nastratura, per poter introdurre attraverso alla stretta apertura del canale un filo
alla volta.
1 canali chiusi infine rendono minima la riluttanza dei circuiti magnetici, ma richiedono che
l'avvolgimento indotto venga eseguito infilando i conduttori longitudinalmente nei fori. Tale forma di
cave oggi del tutto abbandonata.
La forma dei canali ha pure notevole influenza sulle caratteristiche di funzionamento della macchina ;
passando infatti dai canali aperti, ai canali semichiusi o a quelli chiusi, aumenta la reattanza di
dispersione dell'avvolgimento indotto, corrispondente ai flussi dispersi che si richiudono localmente
attorno ai singoli fasci indotti quando sono attraversati dalla corrente di carico.
Nelle macchine monofasi, dotate di un solo avvolgimento indotto, i canali non vengono distribuiti
uniformemente sull'intera circonferenza, ma riuniti invece in tanti gruppi equidistanti quanti sono i poli.
Ciascun gruppo pu comprendere da 2 a 5 canali e fra un gruppo e l'altro rimane una zona libera. La
larghezza minima dei denti compresi fra i canali contigui dello stesso ordine di grandezza, ma in
generale alquanto minore della larghezza dei canali, i quali hanno i fianchi paralleli con angoli
arrotondati.
Il pacco lamellare di indotto viene suddiviso in pacchi minori, aventi ciascuno uno spessore da 40 e 80
mm distanziati fra loro da 6 a 8 mm per formare altrettanti vani costituenti i canali di ventilazione
dell'indotto.
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Per le macchine di grande potenza a indotto liscio, dati il grande sviluppo assiale e l'entit delle perdite
da dissipare, si richiede un raffreddamento artificiale particolarmente energico. Si adotta allora come
fluido refrigerante l'idrogeno, spinto in circolazione forzata attraverso un circuito chiuso corredato di
opportuni refrigeratori esterni. Per il suo minor peso molecolare l'idrogeno presenta, rispetto agli altri
gas, un calore specifico notevolmente pi elevato e determina una perdita per ventilazione
particolarmente ridotta. L'impiego come fluido refrigerante dell'idrogeno richiede ovviamente delle
cautele del tutto particolari per evitare ogni possibile ingresso d'aria nel ciclo, o perdite di idrogeno, cos
da escludere il pericolo di formazioni accidentali di miscele esplosive.
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In P3 ed F3 si hanno il principio e la fine della terza fase, che spostata ancora di 120 rispetto alla
seconda : la f.e.m. di questa fase dunque sfasata a sua volta di un terzo di periodo in ritardo rispetto
alla f.e.m. della seconda fase ed rappresentata dal vettore E3.
Si deve qui ricordare che, indipendentemente dal verso di rotazione della macchina, i vettori
rappresentativi delle tre f.e.m. generate ruotano convenzionalmente in verso antiorario con velocit
angolare pari alla pulsazione .
Nel caso particolare di una macchina bipolare (p = 1) la pulsazione coincide con la velocit
angolare del rotore poich ad un giro di questo ultimo corrisponde un periodo delle f.e.m. indotte. In
una macchina multipolare con p coppie di poli invece la velocit angolare della ruota polare
corrispondente alla pulsazione risulta p volte minore, in base alla relazione gi vista:
Nel linguaggio tecnico si indica col nome di angolo elettrico ogni spostamento angolare dei vettori
rappresentativi delle f.e.m., e col nome invece di angolo meccanico ogni angolo misurato sulla
periferia della macchina o descritto dal rotore. facile controllare che fra questi due tipi di angoli
esiste sempre la stessa relazione di corrispondenza che passa tra la velocit angolare e la pulsazione
e cio ad ogni spostamento di fase dei vettori definito come un certo angolo elettrico e corrisponde
sulla macchina un angolo meccanico m definito dalla relazione
m =
e
p
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p
=
e = p m =
p
geometricamente rappresentato, come suole dirsi, da 180 gradi elettrici; analogamente, l'intero periodo
delle f.e.m. indotte, pari a 360 gradi elettrici, si svolge entro un angolo meccanico :
e
= 2
m = =
p
corrispondente a due passi polari ; infine uno sfasamento di un terzo di periodo, pari a 120 gradi elettrici,
corrisponde sulla macchina ad un angolo pari a
2
2 2
e
3
= =
m = =
p
p
3 p 3
Da quest'ultimo risultato discende la regola per il tracciamento degli avvolgimenti trifasi multipolari,
perch resta determinato lo spostamento angolare che deve esistere sulla macchina fra una fase e l'altra,
per ottenere il voluto sfasamento di un terzo di periodo tra le f.e.m. rispettive.
All'atto pratico l'avvolgimento viene designato indicando il numero di canali per polo e per fase, che in
genere pu variare da 2 a 5. Per il tracciamento si procede allora nel modo seguente.
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