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FRANCO BORGOGNO
Lobiettivo di questo lavoro mettere in luce la particolare vicinanza danima che percorre il pensiero di Ferenczi e quello di Winnicott, una vicinanza danima che per lungo tempo andata perduta o che per lo meno non stata
colta in tutta la sua pienezza (o forse non si voluto coglierla) da parte della
comunit psicoanalitica. Le ragioni di questo missing link1 sono numerose
ma qui mi limiter a nominarne tre che appaiono peraltro interconnesse fra
loro a causa di un non riconoscimento dellalterit che caratterizzerebbe unevidente posizione narcisistica negli stessi psicoanalisti e nella psicoanalisi.
La prima ha a che fare con la censura a cui stato sottoposto il pensiero
di Ferenczi, una censura che durata per pi di 50 anni e che stata sciolta
progressivamente solo negli anni Ottanta inoltrati, e precisamente nel 1988,
grazie soprattutto alla pubblicazione (curata da Judith Dupont) del Diario
clinico di Ferenczi (Ferenczi, 1932b) e quindi delle Lettere (Freud, Ferenczi,
1908-14, 1914-19, 1919-33) da lui scambiate con Freud, che come ormai
noto ha generato un vero e proprio rinascimento dellopera di Ferenczi.2
Cattivo intendo dire perch cos trasformato dalla fantasia inconscia e dalle proiezioni del paziente, o semplicemente perch per alcuni versi il nostro atteggiamento analitico
non era sufficientemente attrezzato a svolgere solide funzioni materne e paterne.
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Lo studio di Ferenczi dellidentificazione con laggressore e della sua fenomenologia sia
allinterno del processo di crescita sia allinterno del processo analitico docet a questo riguardo
(Ferenczi, 1929b, 1931, 1932ab, 1920-32). pertanto Ferenczi ad avere per primo dissodato il
campo inter- e intra-psichico del rovesciamento dei ruoli e ad averne osservato le complesse
e complicate manifestazioni nelle relazioni di transfert-controtransfert emergenti nellonda
lunga dellanalisi, mostrando il loro risvolto difensivo ma anche evolutivo in termini di comprensione e riconoscimento del paziente, qualora lanalista le individui e proceda con lena a una
loro solida elaborazione capace di connettere la storia dellanalisi al mondo interno e alla storia infantile del paziente.
Richard e Piggle, 17, 2, 2009
Il concetto di wise baby compare per la prima volta in Ferenczi nel 1923, nel breve
scritto Il sogno del poppante saggio, ma esplorato nei suoi vari aspetti soprattutto nei lavori
dellultima parte della sua vita (vedi in particolare Ferenczi, 1928b, 1929ab, 1931, 1932a), oltrech nei Frammenti e annotazioni (1920-1932) e nel Diario clinico (1932b). La versione moderna
di tale concetto potrebbe essere il bambino resiliente ma i cultori di questo nuovo concetto non
devono dimenticare che la resilienza pur sempre un salto mortale di adattamento e non
solo lindice di risorse importanti del soggetto.
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Anche il concetto di falso s di Winnicott, come quello di wise baby di Ferenczi, percorre tutti gli scritti della sua opera. Si vedano in particolare i seguenti lavori: 1949, 1952, 1960,
1964b, 1967e, 1968, 1986.
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Il concetto di progressione traumatica (Ferenczi, 1929a), che straordinariamente
simile a quanto osserva in tutti i suoi lavori Winnicott circa la dissociazione psiche-soma,
anchesso presente nellopera di Ferenczi fin dai suoi primi scritti, anche se messo a fuoco sotto
questa specifica dizione unicamente negli ultimi scritti e nel Diario clinico.
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Ferenczi adombrando il divario presente in questo tipo di pazienti fra sentire inconscio e conoscere non sentito (22-III-1931 in 1920-32) sottolineava gi nel 1919 che sono
pazienti che sentono e non pensano, che pensano e non sentono, che vedono ogni piccolo cambiamento di umore dellaltro ma non si vedono, che si vedono ma non vedono gli altri
(Ferenczi, 1919), cercando di conseguenza di apprestare una cura analitica volta a predisporre
le condizioni affettive per poter risvegliare e integrare gli stati psichici congelati, dissociati e
agonici (Ferenczi, 1920-32, 1932b; Borgogno, 1999b).
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Lintera opera di Ferenczi e Winnicott sia quella teorica sia quella focalizzata sulla
pratica trasuda di considerazioni relative al narcisismo dei caregivers e degli analisti, esplorando la ricaduta nello sviluppo dellindividuo e nellevoluzione di unanalisi di una tale propensione che genera conformismo, imitazione e identificazione nellaltro piuttosto che riconoscimento di s e integrazione del proprio mondo interno e dei vari aspetti idiosincratici del
proprio carattere.
Richard e Piggle, 17, 2, 2009
opportunisticamente e forse pi opportunamente di solito lo cela10 esaltando una natura serena e giocosa che, a dire il vero, occhieggia qua e l
nello stesso Ferenczi allorch pioniere sconosciuto dello studio dellarea
transizionale (Ferenczi, 1931) tratta il gioco come dimensione dialogica
tra-due menti.
Winnicott in ogni caso, bench gli debba essere piaciuto travestire la
ferita con un piglio da folletto, non lesina di certo lo spazio nel mostrare
il danno che pu provenire da un ambiente affettivo-cognitivo improprio.
Con non minore forza e determinazione rispetto a Ferenczi egli d infatti
ripetuta prova di conoscere ci di cui ha bisogno un bambino per un sano
sviluppo rivelando unesercitata sintonia nel mettersi nei suoi panni, privo
di quelle riserve e di quel sospetto che hanno permeato un gran numero di
psicoanalisti a contatto con linfantile e con il primitivo, a cominciare da
Freud e da non pochi colleghi e colleghe fra cui Melanie Klein (Winnicott,
1958, 1963bcd, 1963-74, 1965, 1971ab).
Individuati a grandi tratti i personaggi principali del loro discorso
il chi parla a chi pongo a conclusione di questa mia prima tranche di
considerazioni una rapida comparazione con Melanie Klein, a costo di
sembrare irriverente e superficiale. In unottica moderna e post-moderna
la sua prioritaria concezione dei lattanti e dei bambini piccoli, come
crazy e non baby (ricordo che anche Vincenzo Bonaminio in un nostro
dialogo si espresso in passato in questi termini), appare non corredata
da sufficiente identificazione nei loro riguardi fino a generare, saltuariamente, limpressione dolorosa che essa ignori, per misteriose ragioni probabilmente collegate alla sua storia di vita,11 il forte potenziale di coerenza delle correnti affettive precoci della relazione primaria (the
working of childrens feelings). Malgrado ci, la Klein spartiva con
Ferenczi e Winnicott un importante talento: lentusiasmo e la devozione
nellassolvere il compito terapeutico (una sorta di compartecipato furor,
pur se indirizzato da lei diversamente: non tanto sullhealing, ma sullanalysing); e credo sia stato proprio questo fattore ad averla messa in
grado di riaccendere e rianimare anchessa lappassionata strahlende
Intelligenz des Kindes (la radiosa intelligenza dei bambini) di cui parlava Freud (1909).
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Fanno eccezione le sue lettere a Riviere, Klein e Bion (Winnicott, 1987) dove, anchegli, chiede in modo esplicito un riconoscimento che sente non essergli dato.
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Stando alla biografia di Melanie Klein non si evince una madre meno narcisistica e
depressa di quella che tocc in sorte a Ferenczi e a Winnicott, ma se mai ancora pi francamente interferente (Grosskurth, 1987).
Richard e Piggle, 17, 2, 2009
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La madre per essere tale non deve opporsi al venire temporaneamente parassitata,
dichiarava Ferenczi (23 febbr. 1932 in 1932b) anticipando quanto Winnicott (1956), sulla stessa
onda ideativa, segnalava attraverso lindispensabilit di una preoccupazione materna primaria.
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In Sul senso di solitudine, presentato nel 1959 e pubblicato nel 1963, e allorch, poco
prima di morire, dir secondo quanto riferisce il figlio Erich di sentirsi molto angosciata a
causa del pianto sconsolato di un piccolo bambino nella stanza di ospedale accanto alla sua
(Grosskurth, 1987).
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Va qui assolutamente menzionato lesemplare libro Le origini dellamore e dellodio di
Ian Suttie, che gi alla fine degli anni Venti influenzato da Ferenczi proponeva con decisione
questa concezione dello sviluppo psichico (Suttie, 1935). Un autore, Suttie, che stato anche
lui del tutto censurato dalla comunit psicoanalitica, ma che nonostante ci ha influenzato il
pensiero di Winnicott come di molti altri psicoanalisti britannici appartenenti al gruppo degli
Indipendenti.
Richard e Piggle, 17, 2, 2009
quanto sia irrinunciabile la costruzione di uno spazio psichico che consenta la rappresentabilit non dandola gi per esistente e quanto di
rimando possa essere iatrogeno il processo dellintroiezione, principalmente nella sua forma incorporativa. Una fonte a loro avviso lintroiezione
primaria non puramente benefica, ma crogiuolo di fatti (e di misfatti, si
potrebbe aggiungere) di per s difficili da intercettare e, per questo motivo,
a lungo parzialmente ignorata dalla nostra letteratura che ha indiscutibilmente favorito lesplorazione della sua controparte, vale a dire lambito dei
fenomeni proiettivi, a scapito di quanto pertiene poich non ancora simbolizzato al registro della circolazione corporea.15
Nel paziente come nel bambino, nei nuovi nati essi ci avvisano apertis verbis sempre forte larrendevolezza e la docilit dellesistere nelle
forme di altri con risultante cedimento di sostanza vivente appartenente
al proprio s, come analogamente forte la spinta del partner pi avvantaggiato della diade a imprimere nel pi sfornito la sua lingua e il suo
potere (leggasi: le sue necessit e la sua ideologia) a scopi impropri di sfruttamento. Valgano per tutto ci la nota immagine di Ferenczi della maturazione precoce dei frutti teneri e dolci beccati dagli uccelli (Ferenczi,
1932a) e, corrispettivamente (pensando allesito di svuotamento e di immiserimento psichico dovuto a una simile invasione determinata dallodio
genitoriale che porta al percepirsi niente), il paragone a tutta prima insolito a cui attinge Winnicott per raffigurarlo: Sono, come le Danaidi del mito
greco, condannati a trasportare acqua in cesti bucati (Winnicott, 1969a).
Siamo a questo punto arrivati, per chiudere la mia seconda tranche di
riflessioni, al trauma: un deciso cavallo di battaglia che interseca la teoria
e la tecnica che li accomuna. Un trauma che, contrariamente al trend in
quegli anni maggioritario, non un prodotto di fantasia, bens un coacervo
di esperienze condensatesi cumulativamente realmente accadute ma
registrate nella carne e molte volte, naturalmente, non integrate e poco o
nulla metabolizzate.16 Un trauma chessi pensavano dovesse inevitabilmen-
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Funzioni lo preciso non esclusivamente di madre ma anche di padre, annunciando con questa precisazione una mia futura terza tranche di osservazioni centrata sulle funzioni paterne e non esclusivamente materne che con il loro tragitto analitico e il loro lavoro clinico hanno contribuito a mettere in luce delineando in maniera personale ci che femminile
e maschile allinterno dello sviluppo e di un trattamento. Unarea, questa, che in questa sede
per questioni di spazio non ho potuto approfondire, come del resto non ho qui approfondito tutta
lattenzione che essi hanno riservato al problema dellodio e del negativo nel controtransfert e
nellanalisi.
Richard e Piggle, 17, 2, 2009
Riassunto
Lo scopo di questo lavoro presentare lo stretto legame fra il pensiero teorico,
clinico e terapeutico di Ferenczi e quello di Winnicott, segnalando al tempo stesso
come questo legame sia divenuto nella storia delle idee psicoanalitiche una sorta di
missing link, tuttoggi in parte operante. Nella prima parte, intitolata Chi parla a
chi?, lAutore esplorer i contenuti principali del loro messaggio sottolineandone le
vicendevoli somiglianze e differenze, e soprattutto sveler quelli che a suo parere
sono gli interlocutori impliciti ed espliciti a cui essi si rivolgono. Nella seconda parte
verr affrontata la sottostante direzione generale del loro percorso dopera e di vita
allinsegna innanzitutto del materno, direzione di cui viene considerata la ricaduta
teorica e tecnica che laccompagna e ne deriva. Nella terza, a congedo, saranno presentate a volo duccello alcune riflessioni conclusive sul significato delle loro idee per
la psicoanalisi attuale e sul loro essere ed essere stati entrambi, per molti versi, fondatori di futura discorsivit.
Bibliografia
Balint M (1952). Lamore primario. Milano: Cortina, 1991.
Berman E (2002). Sndor, Gizela, Elma: uno studio storico-biografico. In: Borgogno F (a cura
di), Ferenczi oggi. Torino: Bollati Boringhieri, 2002.
Bonaminio V. Comunicazione personale.
Bonomi C (1999). Flight into sanity. Joness allegation of Ferenczis insanity reconsidered. Int.
J. Psycho-Anal., 80 (3): 507-542.
Borgogno F (1999a). Psicoanalisi come percorso. Torino: Bollati Boringhieri.
Borgogno F (1999b). La longue onde de la catastrophe et les conditions du changement
psychique dans la pense clinique de Ferenczi: un hommage au bb vivant. In: Arnoux