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pag. 1
Il 14 nel 15
CALENDARIO LETTERARIO 2015
AUTORI VARI
da uniniziativa di GiovannaS
pag. 2
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pag. 3
pag. 4
OPERE
Bango Skank
Verso la Luna
Marzio Pellegrini
Anime
Serena Lavezzi
Loriana Lucciarini
Violaliena
Valerio Vozza
Elphie
Nuovi inizi
Barbara Pedrollo
Ritratto di Signora
Gianluca Ingaramo
Up to heaven
Marta Tempra
Pomeriggio in campagna
Furio Thot
Rox
Antonio Borghesi
GiovannaS
pag. 5
I Magi
La carovana
non lontana
dei Magi dOriente.
Scalpito di cavalli si sente,
suoni di pifferi, confuse
aria di cornamuse.
I re portano tesori
su cavalli bardati dargento,
e i pastori a passo lento
ingenui cuori.
A. S. Novaro
pag. 6
Bango Skank
pag. 10
pag. 11
Verso la Luna
linsegna della libreria Tra le righe. Non avevo meglio da fare, come
avrete capito e mi diressi verso lunica insegna luminosa accesa.
Lunica che avesse attirato la mia attenzione. Ah, ci tengo a dire che
erano le undici passate. Una libreria aperta a questora, strano,
pensai.
Aprendo la porta sentii suonare il campanellino appeso sopra, quello
che segnala ai commessi o cassieri che un cliente appena
approdato. Me li immagino sfregarsi le mani al suono metallico di
questo aggeggino.
Buonasera disse una commessa uscendo da dietro una tendina.
Buonasera! risposi io, alzando la bottiglia quasi a brindare.
Era una ragazza piuttosto giovane, alta, corpulenta, coi capelli nero
corvino. Ricci ricci e lunghissimi. Una chioma spaventosa. Feci i
complimenti per la bella foresta di capelli. Poi chiesi il perch di
questorario. Rispose che non aveva problemi a stare in libreria, non
aveva mai da fare il sabato sera, e non cera motivo di tenere chiuso.
Ovviamente aveva degli occhiali, occhiali tondi e leggeri, con la
montatura di metallo sottile e delicata. Si appoggiavano con una
certa grazia su un naso che poteva avere vita propria, date le
dimensioni.
Le sorrisi a questa spiegazione, anche se non capii molto. Le chiesi
dei consigli su dei libri da prendere. Fu generosamente educata
nellaccompagnarmi tra gli scaffali. Mi indic alcuni titoli, ma non
seguivo molto quello che mi diceva in merito ai libri.
molto gentile dissi io, cercando di essere garbato.
Grazie mi rispose sogghignando e coprendosi con una mano.
Finita la birra, chiesi stupidamente Per caso ha un frigo, o qualcosa
di simile dove poter prendere qualcosa da bere?
Non offriamo servizio bar rispose quasi inacidita.
Ovviamente chiesi subito scusa, e misi il vuoto in una tasca del
giacchetto. La butto dopo dissi indicando la tasca.
Vuole comprare qualcosa? mi chiese tutta un tratto.
Ci pensai qualche secondo, poi risposi: Forse
Sorrise di nuovo, sapeva fare il suo lavoro o era solo un po
svampita?
pag. 13
Stava per diventare una seduta dallo psicologo, e lalcol non aiutava.
O meglio, non aiutava me, stava sciogliendo ogni timidezza e
inibizioni della giovane riccioluta amica.
Quel giorno venne a casa con me. Lo so per certo perch il giorno
dopo mi sono svegliato con lei nuda vicino, nel mio letto. Non mi era
mai successa una cosa cos.
Sotto la schiena avevo Jack Frusciante, e addosso solo il calzino
destro.
La mia maglietta era sporca di vomito e non ho mai saputo di chi
fosse, spero il mio.
Quando scesi dal letto inciampai in qualche bottiglia e lattina di
birra, ma riuscii a cavarmela senza far rumori. Uscii dalla camera e
andai alla scrivania. Cercai un post-it e ci scrissi su grazie della
serata, ci vediamo in libreria semmai.
Quando tornai indietro, passai davanti allo specchio, mi guardai e mi
feci schifo. Ero nudo, sporco e insensibile. La cosa peggiore che ero
spettinato. Vorrei sorridermi ogni volta che passo davanti a uno
specchio. Ma c sempre un motivo per non farlo.
Quando rientrai in camera, mi avvicinai al letto passando tra i vuoti
di birra. Dun tratto acciaccai un tappo a corona che mi buc la
pianta del piede. Non riuscii a resistere e imprecai con tutta la voce
che avevo in corpo. Fu cos che si svegli, con un mio bestemmione.
Mi misi sul bordo del letto e la sentii dietro le spalle.
Buongiorno anche a te mi disse dolcemente con la voce di chi si
appena svegliato, e stiracchiandosi, ancora dolcemente. E sempre
dolcemente mi abbracci da dietro e mi baci sul collo. Uno tsunami
di capelli neri profumati si infranse su di me. Poi si gir verso i piedi
del letto e quasi come affacciata da un balcone, sbratt anche
lanima. Cerc di scusarsi, ma io ero gi partito.
Tieni, stavo per darti questo dissi porgendole il bigliettino.
Lo lesse pulendosi la bocca col dorso della mano, poi mi guard.
Ma oggi chiusa, Domenica.
Io dicevo in generale risposi sotto voce.
Ah, cos che tratti una ragazza? ha cominciato. E quando
cominciano certi discorsi difficile uscirne.
pag. 17
Tiro fuori il libro dalla tasca e lo guardo. Poi lo alzo con la copertina
verso lei Lho letto. Lho finito oggi stesso.
Sei riuscito a leggerlo tutto? risponde senza scongelarsi neanche
un po.
S. diventato il mio libro preferito.
Sto morendo di freddo a stare qui fuori. Si sta congelando davvero.
Se puoi chiudere andiamo a prendere qualc
Vattene! conclude interrompendomi.
Si volta e fa per rientrare.
Aspetta le strillo io facendo qualche passo verso lei. Si ferma
continuando a guardare davanti a s.
Dai vieni, ci prendiamo qualcosa al bar qui dietro.
Continuo ad avvicinarmi e a cercare un contatto visivo mentre lei
continua a ignorarmi.
Sei uno stronzo?
Me lhai gi chiesto, cerco di parlare con voce amichevole e ti ho
gi detto di no. Per favore.
Lentamente torna con gli occhi sul mio viso e le sorrido, ma senza
cambiare espressione esclama Perch dovrei venire? Ti rendi conto
di che comportamento h
Ti chiedo scusa, non posso fare altro. Sai, non facile per me. Non
sono uno che si lascia andare facilmente.
Non mi sei sembrato cos risponde spostando le mani sui fianchi.
Infatti. Con te stato diverso. Sono stato bene e non ho avuto
nessuna delle mie solite paure.
Ma di che parli?
Parlo del fatto che tu mi s ecco.
Cosa? domanda subito.
Tu mi piaci esclamo con tono calante. A me, tu piaci. Mi sei
piaciuta fin da subito e non riesco a pensare ad altro se non al tuo
profumo, alla tua morbidezza, ai tuoi soffici capelli profumati.
Forse difficile da capire, ci conosciamo da poco. Ma in questo poco
tempo sei stata la ragazza pi interessante da da non so pi
nemmeno quanto tempo!
A queste mie parole reagisce in maniera inattesa. Barcolla un po sul
posto, quasi come se ci pensasse. Incrocia di nuovo le braccia, poi le
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lascia cadere sui fianchi. Infine porta una mano nella foresta di
capelli e smuove un po quel labirinto di beatitudine. Posso
chiudere qualche minuto.
Perfetto dico io quasi saltando e avvicinandomi.
Prendo la giacca ed esco e si chiude la porta alle spalle.
Quando esce non fiata, e nemmeno io riesco a dire niente. Iniziamo a
camminare a passo lumachino, fianco a fianco. Non una parola per
almeno trecento metri. Non ho nessuna intenzioni di uscirmene con
qualche cazzata, e visto che non so fare altro, sto zitto. E mi sto
anche vergognando parecchio ripensando alle parole che le ho detto
poco fa.
Guardo fisso avanti a me e cerco di pensare ad altre cose, senza
riuscirci. E proprio mentre cerco di immaginare una vecchia spaccare
una bottiglia di vetro in testa a un ragazzo col passamontagna, sento
la sua mano che sfiora la mia. Non per caso, lei che cerca la mia
mano.
Al terzo secondo di contatto, la prendo e la stringo. Prima come
scolaretti, poi intrecciando le mie dita con le sue. Mi scappa un
sorriso, rivolto verso il nulla. Con la coda dellocchio la vedo voltarsi
verso me, e vedendomi sorridere come un ebetino, scoppia in una
risata. La sua risatina.
Mi viene da ridere anche a me, pensando allassurdit del momento.
Poco fa mi chiedeva se fossi stronzo, ora mi tiene per mano ridendo.
Mi volto per guardarla e la luna illumina solo la bellezza del suo viso.
Il sorriso splendente, sincero. Rasserenato. Il vento porta qualche
lungo boccolo sul suo volto, ma lei con molta destrezza se ne libera.
Anche i capelli in faccia sono uno spettacolo. Io li odio e mi fanno
impazzire, a lei danno occasione di mostrarsi ancora pi bella.
Passiamo davanti al cinema, e tutte quelle locandine non fanno altro
che guardarci, noi nemmeno ce le filiamo.
Con una mano, senza farsi vedere, mi sfila Jack Frusciante dalla
tasca, lo arrotola e allarga la saccoccia della sua giacca.
Svoltiamo per una via che va dritta in bocca alla luna, una luna
immensa e bianco latte. E ancora con le mani intrecciate e senza
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Marzio Pellegrini
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Anime
Wakkanai, Hokkaido, Giappone
3 febbraio
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Torn in cucina con Ichi, era l'unica stanza calda della casa. La nonna
era gi rientrata, la cesta colma di piselli sostava davanti alla porta sul
retro e lei stava mescolando la zuppa sul fuoco.
Masako mise la bambina sul seggiolone di legno e le porse un piatto
di plastica pieno di biscotti scuri, al cioccolato.
Sta venendo proprio bene, i fagioli iniziano a sfaldarsi Etsuko
annu soddisfatta.
S, vedrai che sar buonissima. Tra mezz'ora se a un buon punto
aggiungo il pomodoro e il cavolo, ora li preparo.
Masako prese un pentolino di latta, lo riemp di latte e lo mise sul
fornello pi piccolo. Tir fuori una tazza rosa dal ripiano in alto,
tenevano l stoviglie e bicchieri per evitare che ci arrivasse la
bambina.
Puliranno le strade, arriveranno puntuali Masako sorrise alla
nonna.
Nona! Nona! chiam Ichi.
Etsuko si avvicin, la bambina le allung un biscotto tenendo il suo
ormai a met ben saldo nell'altra mano. La donna sorrise e scopr le
gengive scavate e spugnose, erano ormai dieci anni che non
mangiava pi nulla di solido. Ichi si mise a ridere, la nonna le
ricordava tanto la sua bambola di plastica.
Bambina che ride, bambina che vive disse la nonna e sorrise.
Masako vers il latte nella tazza rosa e lo port alla bambina,
aiutandola a bere a piccoli sorsi. Ichi strinse con forza le manine
attorno alla tazza e quando la madre gliela lasci, inizi a metterci
dentro i biscotti, mescolando con il cucchiaio di plastica bianca.
Diverse ore pi tardi la pentola di zuppa giaceva, coperta, sopra al
fornello spento. Masako pul il tavolo della cucina dalle briciole e
prese il piatto con le fette di pane sottile, posandolo in sala da
pranzo.
Il tavolo rotondo era apparecchiato e imbandito, vitello al forno,
maiale al curry, verdure fritte, melanzane e funghi in agrodolce,
noodles di gamberi, tofu fritto, granchi ripieni, riso. I sei piatti erano
posizionati tutti intorno, i bicchierini di ceramica tra questi e le
pietanze, le bacchette e il tovagliolo sulla destra. I piatti erano quelli
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Serena Lavezzi
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Ecco perch sono qui, per svuotarla e renderla abitabile per altri.
Nientaltro.
Durante la notte per strani sogni s'affollano nel mio riposo, puzzle di
ricordi sbiaditi.
Io sulla spiaggia a raccoglier conchiglie. Mio nonno che prepara la
limonata fresca per noi nipoti. Tu e il primo bacio sotto l'arco di
buganvillea rossa, davanti alla porta di casa. Le serate con gli amici
nella piazza del paese, brevi flash di serate in allegria dove ci bastava il
niente per essere felici. Il ciuccio di mio figlio che cade e il nostro cane
che se lo porta nella cuccia. Mia figlia che impara a nuotare grazie a te
che le insegni con pazienza come fare. Le feste d'agosto, tra una
grigliata e una torta alle fragole e quella volta che arrivasti a casa con i
primi fichi della stagione e la pizza calda del forno annunciando che
ormai l'estate era praticamente finita e ridendo ci mettemmo tutti a
tavola a mangiare, brindando alla prossima stagione di sole.
Mi sveglio di soprassalto dopo le ultime immagini di un terremoto che
mi fa precipitare in un buio polveroso e pieno di silenzio. Le mie mani
grattano pareti umide e non afferrano niente. Sbatto le palpebre e mi
ritrovo sul letto, con le dita rivolte verso la tua parte del letto, in cerca
di te.
E prima ancora di capire il senso di tutto questo, lacrime calde mi
bagnano il viso, inizio a singhiozzare forte.
Ho deciso di vendere questa casa appena dopo la tua morte. Una
decisione di rabbia furiosa, dettata dalla desolazione che avevo
attorno.
Nulla c'era pi per me senza di te.
Nulla poteva pi importarmi.
E invece, ora che sono qui, capisco lo sbaglio enorme che sto per
compiere perch nulla pi importante senza te al mio fianco, amore
mio, per i ricordi restano e tra queste mura ci sono tutti e le emozioni
che li rendono vivi, colorati e che mi parlano di te.
Cos me li tengo stretti e adesso che la rabbia ha lasciato il posto alla
rassegnazione, riesco a farli tornare a galla con tutto l'affetto e la gioia
in cui li ho vissuti. E questi tornano gentili e pieni, profumati e
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Loriana Lucciarini
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Colomba bianca
Ogni anno
io Ti aspetto
stanco di sentire urlare
le ingiustizie.
E in questo giorno
ci che voglio
accade.
Cos vivo.
Si eleva la speranza.
Aspetto di vedere
spalancare il cielo
una rosa che si apre
e la Colomba bianca!
S. Aquilani
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bene.
April non sa mai cosa deve fare, soprattutto con il suo amato
Rodolfo, detto Rudy.
Vagamente ricorda che la parola chiave per un comportamento
efficace consista in una certa cosa definita assertivit. Quella roba
entusiasma la sua analista, la dottoressa Corradi, facendole brillare
gli occhi appesantiti dal mascara e tintinnare i ciondoli dei mille
braccialetti. Quando lo dice, sorride entusiasta come se le stesse
rivelando una verit mistica. Da quel che ci ha capito April significa
semplicemente non cedere e non farsi calpestare pur rimanendo in
armonia con gli altri.
Con il suo Rudy ce ne vuole proprio tantissima di quella faccenda.
Perch lui parla bene, la chiude in trappole soffici di moine eleganti e
le toglie possibilit e voglia di reagire. Ha occhi di velluto e un sorriso
che la spacca in due. E April lo ama tanto. O meglio lo amava, perch
adesso sa che piuttosto inutile.
Rudy le ha nascosto una moglie, due figli, una vita intera e poi ha
spiegato tutto solo con un esile Perdonami April, ma eri cos bella
che non riuscivo pi a ragionare. A ragionare ci riesce poco anche
lei, ormai non le rimane pi nulla da sperare con uno cos.
Si chiede che bisogno avesse di farla innamorare e di rincretinirla in
estasi poetiche e sensuali. Adesso che conosce la verit su Rudy,
ancora pi confusa. Prima avvertiva che molte cose di lui le
sfuggivano e ne era sconcertata al punto da non aver riferito a
nessuno le perplessit che nutriva. Aveva represso listinto di
parlarne alle zie per evitare che interferissero. Meno che mai aveva
sollevato dubbi con la dottoressa, preferiva subirne sfuriate
sull'impossibilit di rapporti perfetti.
La dottoressa Corradi non mai stata una presenza silente, neppure
l'ha mai lasciata sprofondare tranquilla dentro un divano. Se ne sta l
e la guarda in faccia, in genere con aria di disapprovazione. Riassesta
la sua psiche a suon di ammonizioni e le spiega un sacco di cose.
April non vorrebbe mai un analista congelato, che se ne resti a
fissarla in silenzio, magari passandole fazzoletti mentre lei parla o
piange. Preferisce rimproveri e lunghe discussioni di cui comprende
pochissimo.
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Violaliena
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prima che sia buio; non hai paura. E poi c il grande cespuglio scuro,
pieno di rose appena sbocciate; ne recido una, per donartela...
- Non mi piacciono le rose, per grazie. - mi dai un bacio e sorridi. Vedi che bello, il mare?
Conteremo le stelle stanotte? Vorrei contarle tutte cos da non finire
mai. In fondo cosa abbiamo da fare nella vita di cos importante?
Abbiamo un pacco di patatine fritte, la tua torta e ho portato due birre,
per fare come i grandi... la prossima volta portiamo la Coca cola, che
meglio!
Sorridi, cosa c'?
Per caso mi sono comparsi degli occhiali grandi e un cappello da puffo?
Somiglio a Quattrocchi, magari? Allora tu sei Puffetta?
No, meglio Mila... tutto troppo bello.
Ti prometto che lo sar per sempre!
Per sempre?
Oggi quel giorno perfetto di maggio, lo stesso giorno, ma sono
passati ventiquattro anni. Quella villa siamo poi riusciti a comprarla
ma siamo troppo grandi per apprezzare una cena fatta di patatine,
torta e Coca cola.
Dai, andiamo a cena fuori, magari stasera nel giardino arriver un
altro Shiro per aspettare la sua bella Mila, approfittando di nascosto
del nostro giardino. Loro ancora non lo sanno... ma il giardino non
nostro: delle api che volano tra i fiori e tra i nostri sogni.
- Mila, pesce spada; vino bianco; vestiti da sera... ristorante di lusso:
proprio non mi va! La prossima volta restiamo nel giardino, da soli.
Valerio Vozza
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Bibo annu deciso: il Doni gli leggeva nel pensiero, si vedeva che
sapeva il fatto suo.
Lascia che ti sveli un segreto: il primo passo per diventare un vincente
sembrare un vincente! Quindi ora guardati attorno e dimmi: hai
laspetto di un vincente? La tua casa la dimora di un vincente?
Bibo sollev la testa dal libro. Dal lavello della cucina si levava una
torre pendente di piatti sporchi e padelle. In cima, scatole in
alluminio del take away cinese con residui di spaghetti di riso
fossilizzati, la cui origine sarebbe potuta essere accertata solo con
datazione al carbonio.
Tutto attorno, sciami di moscerini proliferavano da generazioni,
pienamente soddisfatti di quellabuso edilizio.
Il resto dellappartamento non era da meno. Cumuli di abiti sporchi
plasmavano il paesaggio donandogli un curioso aspetto collinare,
avvolto nelle nebbie perenni del fumo di sigaretta. Il colore originario
del pavimento era ormai nella mente di Dio e solo un team di
archeologi avrebbe potuto riportare alla luce i mobili, inabissati da
tempo immemorabile come la perduta citt di Atlantide.
Ogni cosa a suo tempo pens Bibo e salt diretto al punto due.
Un uomo sicuro un uomo responsabile, e non c nulla che coltivi il
senso di responsabilit come il prendersi cura di qualcosa che dipenda
in tutto e per tutto da te
Un cactus?
un animale domestico come un cane o, meglio ancora, un gatto.
Peccato, il cactus lavevo gi pronto. Si volt verso il davanzale in
cerca della pianta. Scomparsa.
Ma dove caz Sparisce sempre tutto in questa casa!
Se riuscirai a prenderti cura di un animale indipendente come un gatto,
potrai considerarti sulla buona strada per diventare un uomo
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Benissimo.
Vide che le cime dei mobili erano riemerse timidamente e una
sensazione di euforia simpossess di lui. Continu quindi di buona
lena, spostando da una parte e piazzando dallaltra, finch tutto il
salotto riapparve. Riusc a recuperare persino qualche busta e a
ficcarci dentro la maggior parte dellimmondizia.
A quel punto si lasci cadere sul divano a gambe aperte e rimir la
stanza rimessa a nuovo, con un sorriso a trentadue denti.
Soddisfatto, si accese una sigaretta e si fece una bella fumata,
pensando al futuro luminoso che lo attendeva.
And a prendere il libro e lo sfogli, sorridendo con la sigaretta fra i
denti. Quella sera si meritava una cena di gran classe per festeggiare
degnamente levento. In fondo, come diceva il Doni: se vuoi essere
un vincente devi agire come un vincente.
Nel portafogli aveva ancora trentasei euro: sarebbero bastatati per
una cena di pesce da Marebello.
Bibo spense la sigaretta sul pavimento, gett il libro per terra e si alz
in piedi, felice come non mai.
Quando rientr con la pancia piena a notte inoltrata, trov i
pompieri davanti al palazzo. Gli ci volle un po per rendersi conto che
tutto il trambusto proveniva da casa sua.
Sal le scale. Non appena arriv davanti allappartamento, si accorse
che la porta era stata sfondata e i vicini di casa lo attendevano in
camicia da notte, le ciabatte immerse nellacqua che scorreva a fiumi.
Eccolo, il disgraziato!
Ha allagato tutto il palazzo!
Sul momento Bibo pens che doveva trattarsi di un errore. Poi entr
e vide i pompieri in piedi nel suo soggiorno. Cera acqua dappertutto.
Sollev con due dita il libro del Doni, inzuppato fino alla costa.
I pompieri parlavano ma Bibo non ascoltava. Si muoveva come in
trance in quella che fino a poco prima era stata la sua casa da
vincente. Si diresse in bagno: la vasca era piena di vestiti e straripante
di acqua saponata che aveva invaso il pavimento. Il vapore
annebbiava la vista.
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Elphie
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pag. 55
Nuovi inizi
finalmente arrivato luglio, amo i colori della natura in questo
periodo, adoro i sapori dellestate e il sole forte che riscalda la
pelle e, alcune volte anche il cuore. In valigia ho messo tutto
quello che mi serve, vestiti, costumi e una voglia incontenibile di
accarezzare ancora una volta le sue labbra. Quelle labbra che mi
hanno fatta sognare tantissime notti, che mi hanno dato un appiglio
per non cadere nelle tenebre pi profonde. Mentre la strada scorre
veloce davanti a me i pensieri vanno a Bianca e alla nostra situazione.
La amo da sempre, non c mai stato un momento nella mia vita in
cui non lho amata. Tutto il mio mondo ruota attorno a lei, persino le
stelle e la luce che ne fanno parte dipendono dal suo sorriso. Fermo
la macchina davanti a casa sua, il cuore inizia a battere allimpazzata,
come se solo il fatto di rivederla potesse compiere una magia. Quella
di farlo battere ancora pi forte, un ritmo che in sua presenza ho
imparato a riconoscere molto bene. Rimango alcuni secondi
immobile prima di scendere, mi guardo nello specchietto retrovisore
per assicurarmi che il trucco sia a posto e che i capelli non siano
scompigliati come al solito. Metto la mano sulla maniglia e mi
accorgo che il paesino di campagna dove vive sempre uguale, non
cambiato nulla. Gli alberi sono pieni di foglie di un colore verde
scuro, tipico dellestate, le foglie fitte impediscono di vedere i rami,
quante volte da bambina sono salita fino in cima con Bianca. Lei per
era sempre pi brava di me, non aveva paura e questo le dava il
coraggio di arrivare a toccare lultimo ramo. Io invece rimanevo a
met albero con il cuore in gola, mentre la voce di Bianca mi incitava
a proseguire. Ma io in cima non ci sono mai arrivata, ho sempre
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Barbara Pedrollo
pag. 59
pag. 60
meglio fare una fine orrenda che sopportare orrori senza fine.
Arthur Bloch
Ritratto di signora
Gianluca Ingaramo
pag. 64
pag. 65
Up to heaven
Marta Tempra
pag. 70
pag. 71
Pomeriggio in campagna
pag. 72
Furio Thot
pag. 78
pag. 79
pag. 80
Tic-tac, tic-tac. La pioggia sui vetri, la pioggia sul legno, sul tetto.
Lodore pesante di terra bagnata, di funghi che nascono, di fiori che
muoiono. Il singhiozzo di una lumaca sul prato, il vento che soffia pi
forte e puzza di ghiaccio e di foglia marcita. Gracchiano i corvi nel
sottotetto, cacciate le rondini tornano al sud, tra il sole ed il mare.
Nebbia leggera, gentile, accarezza i muri e le vigne, abbraccia gli alberi
spogli, lambisce i comignoli che sanno di fumo.
Dolce suono di castagne che cadono, di ricci che calpestano il fango, di
tempo che passa e che non torna.
E mai pi torna.
C una persona in camera mia, nel letto di Camille.
arrivata questa mattina, insieme a un tale con un abito scuro e a
una donna vestita di bianco: hanno aperto le imposte, spolverato
ogni cosa, parlato di nulla.
Chiamano la signora nel letto Camille, ma non Camille.
tutta vecchia e raggrinzita, non parla n piange, a malapena
respira.
In estate, quando la casa era viva e lei era bambina, i susini si
riempivano di frutti, scuri e violacei: li adorava, li mordeva con gusto
e il succo dolciastro macchiava le labbra e il mento. Scappava dai
calabroni e dalle api che accorrevano folli di amore.
La mamma raccoglieva i frutti e li metteva da parte, file di barattoli in
dispensa sostituivano i susini in letargo. Ma quelle prugne non
sembravano pi prugne, cos secche e rugose, i denti di Camille non
avevano polpa su cui affondare e le api nessuno di cui innamorarsi.
Le api non ci sono nemmeno, in autunno.
La signora nel letto di Camille dorme, lei dorme sempre.
Ha un sacco di tubicini che entrano ed escono dalle lenzuola. Un bip
regolare si mescola al respiro del riccio, al borbottio dei tarli, al
sussurro del vento; ogni tanto le coperte sussultano e gemono piano.
Ascolta anche lei lagonia della foglia che urla, che prega, che muore.
Lo so. Lo vedo. Lo sento.
Le finestre continuano a essere chiuse.
Non pu essere Camille, lei aveva paura del buio.
pag. 81
Come lo schiocco della foglia, che sa quando sta per volare e poi
morire. Un singhiozzo e la foglia cede, si stacca dal ramo, con un
lamento scivola via. Grida alle fronde di non lasciarla andare, alle
sorelle di tendere lo stelo, di salvarla, di riportarla lass. Maledice il
vento e la pioggia, piange e prega senza sapere chi o che cosa.
Ma lalbero lontano, perduto per sempre. La terra fredda la sfiora,
sente labbraccio del fango, sa che finita.
Altro non le rimane se non rivolgersi al cielo, cercare il suo ramo,
continuare a fissarlo mentre la polvere le appanna lo sguardo, il corpo
trema e allontana la vita.
Un giorno la signora che si finge Camille ha detto il mio nome, ha
detto Sylvie.
Ha attraversato il silenzio, la polvere e gli anni, come lo schiocco di
una foglia che sa quando sta per volare e poi morire.
Camille: sei proprio tu, allora.
Cera una signora, nel letto di mogano.
Dormiva, o forse moriva.
Nella casa dinfanzia, ascoltando il respiro del riccio e il sussurro del
vento, si spegneva in autunno, come le foglie, come le rose.
Era una bambola antica, con la pelle di porcellana e gli occhi dipinti. I
boccoli neri e stopposi scendevano lungo la schiena e le rigide spalle.
Erano arruffati e sapevano di polvere, di sporco e di tempo che passa e
mai pi ritorna.
Aveva un vestito di pizzo, ingiallito da anni, e un cappellino un po
storto: labito era gonfio, da sposa, e con fiocchi sfrangiati; nella mano
sinistra, ancora incollato, un canestro pieno di fiori.
Fu luncinetto a farli sbocciare, uno alla volta: il viola lo prese dal
glicine che abbracciava la casa, rap il bianco al gelsomino. Fioriva
rigoglioso sulla ringhiera accanto al cancello, salutava colui che
partiva e ne aspettava il ritorno. Il giallo era per il ranuncolo, gemma
dei prati, e il rosso era per la rosa, dei fiori regina.
La primavera, maestosa signora, da portare sempre con s.
La primavera, capace di sconfiggere il freddo, sovrastare la morte e
nutrire la vita.
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Rox
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Divagando
Antonio Borghesi
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Adesso siede sulla sua pietra, un semplice stallo in granito a picco sul
mare; una lastra scura che degrada verso lacqua. Scrutando i flutti
ancora bui si sente stringere il cuore dangoscia; le viene da piangere.
Lascia che le lacrime cadano nellacqua salmastra, forse alla ricerca
duna impossibile alchimia.
Beatrice, si stringe nello scialle nero; fa ancora freddo ma lalba sul
punto dincendiarsi, per laurora. A est, i colori grigi e rossi del cielo
avvelenato rinvigoriscono lentamente.
Lappuntamento per la mattinata ma tutte le madri sono gi sedute
ai loro posti, in silenzio; la maggior parte di loro veste di scuro.
- Speriamo bene, - dice piano una delle donne pi vicine ho proprio
un brutto presentimento, questanno...
- Ho imparato a non sperare pi fa Beatrice, dopo un lungo
silenzio, la voce trattenuta, come se ricordasse qualcosa solo a s
stessa Questi non sono figli... io amo il mio Stefan ma non so pi
chi sia!
-Per, tornano signora... nonostante tutto, a volte, ritornano, e che
vuol dire? Che ci amano ancora, a modo loro, certo dice unaltra,
poco pi in l.
Tutte temono; tutte sanno che per alcune lappuntamento non ci
sarebbe stato, probabilmente per sempre.
Gelate nel freddo novembre, guardano il mare e aspettano.
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Si spinge deciso con un violento colpo delle pinne e tende lasta verso
il ragazzo ma stavolta tocca a lui restare sorpreso. Il corpo del
sommozzatore viene spedito lontano da un colpo possente, alla
schiena. Qualcosa lo ha sbalzato via facendogli compiere varie
giravolte prima di riuscire a ristabilirsi. Il cacciatore si ritrova a
parecchi metri dal campo dazione. abile e addestrato, si riprende
rapidamente ma ci che vede lo immobilizza per lo stupore...
Un gruppo di creature scure ha circondato Stefan e, quasi
sorreggendolo, lo trascina via a velocit incredibile, lontano dalla
portata delle armi. Poco pi in l, anche il suo compagno assiste
sbigottito a tutta la sequenza.
Quando si riprende dalla sorpresa, il militare tenta di respirare e solo
allora si rende conto che, nellurto, ha perso il bastone elettrificato e
che il tubo di alimentazione dellerogatore spaccato e disperde il
prezioso ossigeno sotto pressione, in mare.
La missione terminata, ora i due devono concentrarsi sulla difficile
operazione di risalita. Nonostante tutto hanno una preda, il povero
Gray che, anche se serrato dalla rete, si sta riprendendo e comincia a
scalciare. Gli uomini per sono nervosi e impauriti: hanno a
disposizione un solo erogatore, adesso, e non sono in vena di
cortesie. Uno dei due affonda lago soporifero direttamente nel collo
del ragazzo.
Gray si addormenta subito: se sar fortunato da quel sonno non si
sveglier mai pi.
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Tania, scrutando dal ponte la Baia lontana pensa con amarezza che,
alla fine, il sacrificio del ragazzo catturato servito a far desistere
lequipe dal cercare di indagare sulle creature misteriose. Almeno per
adesso, una parte della natura era sfuggita alla morsa ottusa di una
scienza sbagliata. Pi passano gli anni pi la biologa si convince che
lapproccio delluomo col creato del tutto errato.
Nella Mothers Bay le mamme scrutano attente il mare. Lentamente
le prime sagome, tanto attese, sintravedono a malapena tra i flutti, lo
sciabordio dellacqua sulle pietre aumenta di ritmo e di intensit. I
ragazzi sono tornati, girano guardinghi per la baia poi, sempre pi
decisi, puntano verso le pietre dove sono stati allattati.
Gran parte delle donne, scaricata la tensione, si agitano e gesticolano.
Quando i primi ragazzi sgusciano festosi sui massi lisci, i pianti di
gioia si mescolano alle lacrime di chi ha atteso inutilmente: ci sono
madri che non avrebbero mai pi rivisto il proprio figlio, proprio
come la mamma di Gray.
Beatrice non piange pi. Ora un fascio di nervi, non va via e aspetta
imperterrita come pietrificata sulla sua postazione.
Non accetta di perdere Stefan, non cos... adesso decisa: se il suo
ragazzo non torna, quel giorno sar lei a raggiungerlo,
abbandonandosi per sempre nella acque gelide delloceano.
Ma succede qualcosa che sar ricordato per sempre, un gesto
semplice quasi insignificante, ma segna linizio della Nuova Era.
Un filo di speranza si dipana, esile, dalloceano profondo e
sconfinato. Poco fuori dalla baia lacqua sincrespa in modo anomalo.
Il punto lontano e non si vede bene ma chiaro che quella spuma
provocata da un brulicare di corpi: un branco di creature, lunghe e
scure, dallaspetto misterioso e insolito.
In due si staccano dal branco, come saette ispezionano attentamente
lo specchio dacqua prima di avvicinarsi di pi al porto. Sono esseri di
oltre tre metri e hanno dei lineamenti incredibili. Eppure in chi
guarda netta la sensazione di averli gi visti, forse nei sogni o forse
solo limmaginazione.
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Tante lacrime si sono sparse sulle rocce della Baia e la risacca della
sera se l portate via, verso il mare aperto, insieme alla speranza di
un domani migliore.
GiovannaS
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Ringraziamenti
Vogliamo ricordare con stima, affetto e sincera riconoscenza:
lo Staff di meetale che con il lavoro meticoloso e costante ha reso
possibile lincontro e la sintonia fra menti diverse che condividono
la stessa passione;
tutti i meetaler, che aumentano ogni giorno e mantengono viva
questa comunit di scrittori, di poeti ma, in fondo, di persone che
non riescono a fare a meno della Fantasia. In maniera speciale, tutti
coloro che hanno partecipato con i loro racconti o che si sono
prodigati, per dare una mano, perch questa iniziativa fiorisse al
meglio, per le capacit di ognuno. Quelli che ci hanno sostenuto,
consigliato e aiutato, gli assidui e affettuosi amici, dei veri Fari di
Meetale: tra tutti ricordiamo Ulisse, Raposa, Emma77 e... nei pressi di
un faro non poteva mancare un Pirata dal viso segnato dal sole e
dallavventura, il nostro capitano Tony e, ancora, Ginevra Wilde,
Annalisa Caravante, Barbara Comeles, Diego Zucca per la mano che
hanno teso;
tutti i lettori che si accosteranno a questa nostra fatica ma
soprattutto a coloro che lasceranno due righe sincere, di critica o di
apprezzamento.
Un radioso 2015 che splenda terso, come arcobaleno, in questo
momento uggioso della nostra Repubblica, che stenta a uscire dai
limiti di una millenaria ignoranza, imposta dai peggiori e dagli
sterili, a danno degli onesti padri di famiglia.
Grazie, Buon Anno a noi tutti e alle persone che portiamo nel cuore.
G. S.
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