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Alice Dente, Katia Franzese, Wang Jing

La lingua italiana per cinesi

IO SONO
WANG LIN
LIVELLI A1 - A2
RISORSE
ONLINE
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DENTE
IO SONO WANG LIN
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978-88-58-30410-5 VOLUME + CD-ROM
978-88-58-30411-2 GUIDA PER LINSEGNANTE
QUESTO CORSO COSTITUITO DA:
IO SONO WANG LIN
La lingua italiana per cinesi
LIVELLI A1 - A2
ELEMENTI CARATTERIZZANTI DI QUESTO CORSO
Destinatari
Immigrati, adulti, studenti universitari

Caratteristiche
La grammatica svolge un ruolo importante nel percorso, per conciliare
lo stile di apprendimento degli studenti cinesi con una didattica che orienta
anche allo sviluppo delle competenze pragmatiche.
Le unit presentano la traduzione delle consegne e delle spiegazioni grammaticali.
Alla ne di ogni unit sono presenti schede di sintesi in cinese,
che linsegnante ritrova in traduzione nella guida alluso del corso.

Struttura
Ununit introduttiva che contiene un breve percorso di alfabetizzazione.
10 unit didattiche che si chiudono con attivit per la preparazione allesame di
lingua italiana di livello A2 (esame dei CTP, Cils e Celi)
Un test di autovalutazione ogni 3 unit.
Un esempio di test completo, di livello A2.

(CTPCilsCeli)


A2
Sul CD-ROM:
tracce audio per la comprensione orale
sezione di Fonologia completa di esercizi
sezione di Educazione alla cittadinanza
+ RISORSE
ONLINE
WWW.LOESCHER.IT/STUDIAREITALIANO
Soluzioni e trascrizioni
attivit extra
ashcards
giochi
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QUESTO VOLUME, SPROVVISTO DEL TALLONCINO A FRONTE (O OP-
PORTUNAMENTE PUNZONATO O ALTRIMENTI CONTRASSEGNATO), DA
CONSIDERARSI COPIA DI SAGGIO - CAMPIONE GRATUITO, FUORI COMMERCIO
(VENDITA E ALTRI ATTI DI DISPOSIZIONE VIETATI: ART. 17, C. 2 L. 633/1941). ESEN-
TE DA IVA (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 2, LETT. D). ESENTE DA DOCUMENTO DI
TRASPORTO (DPR 26.10.1972, N. 633, ART. 74).
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Alice Dente, Katia Franzese, Wang Jing
IO SONO WANG LIN
Guida per linsegnante
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Loescher Editore - Torino - 2012
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Ristampe
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2017 2016 2015 2014 2013 2012
ISBN 9788858304112
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imprecisioni. Ce ne scusiamo fin dora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo al miglioramento dellopera stessa, vorranno segnalarceli
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Indice
Metodologia
Introduzione 4
La struttura dellopera Io sono Wang Lin 5
Lapproccio di riferimento e gli obiettivi didattici 7
Schede grammaticali
Unit 0 13
Unit 1 13
Unit 2 15
Unit 3 16
Unit 4 18
Unit 5 19
Unit 6 21
Unit 7 24
Unit 8 26
Unit 9 28
Unit 10 30
Flashcard
Come utilizzare le flashcard 33
Unit 1 La classe 35
Unit 2 I numeri 37
Unit 3 Gli oggetti della casa 39
Unit 4 Le professioni 43
Unit 5 Le azioni 47
Unit 6 I vestiti e gli accessori 51
Unit 8 I mezzi di trasporto e i luoghi della citt 55
Unit 9 Gli uffici, la salute, le parti del corpo 59
Unit 10 Il cibo 65
Soluzioni
Unit 0 71
Unit 1 71
Unit 2 72
Unit 3 74
Test di autovalutazione Unit 1, 2, 3 76
Unit 4 76
Unit 5 78
Unit 6 80
Test di autovalutazione Unit 4, 5, 6 83
Unit 7 83
Unit 8 85
Unit 9 88
Test di autovalutazione Unit 7, 8, 9 90
Unit 10 90
Facsimile test di conoscenza della lingua italiana 93
Educazione alla cittadinanza (CD Extra) 94
Sezione di fonologia (CD Extra) 94
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Metodologia
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Introduzione
I destinatari del corso
Il corso di italiano per cinesi Io sono Wang Lin si rivolge in primo luogo ad apprendenti adulti e immigrati. Allo stesso
tempo, trattandosi di un manuale di base, si propone anche a studenti universitari che hanno bisogno di costruire una
prima conoscenza della lingua italiana.
Il volume copre i livelli A1-A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue a partire da una scarsa (o scarsissima)
conoscenza della lingua italiana, e si rivolge anche a coloro che hanno poca familiarit con lalfabeto latino.
Relativamente al profilo degli immigrati, il manuale intende costruire un percorso linguistico di base e al contempo
soddisfare lesigenza sia dei neo-arrivati, che entro due anni dal loro arrivo in Italia devono dimostrare la conoscenza
della lingua italiana e del territorio (secondo quanto prevede lAccordo di integrazione in vigore dal 10 marzo 2012),
sia degli immigrati gi soggiornanti in Italia che richiedono il permesso CE (permesso di lungo soggiorno) e che per
ottenerlo devono sostenere, come i primi, lesame di lingua italiana equivalente al livello A2 del QCER.
Il corso ha come obiettivi:
la conoscenza della lingua italiana a livello della competenza pragmatica, linguistica / metalinguistica;
un armonioso sviluppo delle abilit linguistiche (comprensione scritta e orale, produzione scritta e orale, con particolare
attenzione allinterazione);
la conoscenza del territorio e dei meccanismi che regolano il funzionamento di alcuni servizi pubblici / privati di utilit
sociale, la conoscenza di contenuti e modelli socioculturali italiani (per esempio: la casa, il lavoro, i negozi, lorganizzazione
dei luoghi).
Accanto agli obiettivi didattici, implicito un obiettivo educativo volto a contribuire al progetto di orientamento e di
inserimento nel territorio attraverso lacquisizione di una competenza duso di base della lingua italiana e di una
competenza socioculturale, entrambe sostenute dalla competenza linguistica.
Lattenzione per il sapere si coniuga con quella per i saper fare con la lingua per permettere ad apprendenti cinesi di
conoscere litaliano e di agire con esso nel contesto territoriale.
Le caratteristiche e i punti di forza del manuale
1. Lapproccio: il manuale unisce la metodologia didattica cinese, basata sulla memorizzazione e sullo studio sistematico
delle regole, a quella pi comunicativa maggiormente usata in Europa, aiutando cos lallievo ad assimilare le nozioni in
modo attivo e allo stesso tempo sistematico e graduale.
2. La traduzione bilingue: presente per facilitare il percorso di apprendimento impedendo che si instaurino delle
barriere affettive. La difficolt di comprendere di un apprendente cinese inimmaginabile e non si pu fare affidamento,
specie in una fase iniziale, a una capacit inferenziale. La versione cinese dei vari contenuti non una traduzione
pedissequa del testo italiano; si cercato di adeguarla il meglio possibile allo stile di apprendimento a cui sono abituati
gli studenti cinesi. Luso della traduzione si riduce progressivamente per creare unesposizione allitaliano sempre pi
significativa.
3. Cultura e societ: ogni Unit comprende testi informativi sugli usi e costumi dellItalia, facilitando limpatto dello
studente (immigrato, adulto o universitario) nella vita di tutti i giorni.
4. Le schede di sintesi grammaticale: sono presenti in cinese nel corso (in italiano nella guida), con cenni di analisi
contrastiva tra le due lingue, talvolta con pratiche tabelle che aiutano lo studente cinese a memorizzare le complesse
regole grammaticali.
5. La Guida dellinsegnante: questo strumento aiuta gli insegnanti di lingua italiana (che non conoscono il cinese) ad
affrontare le problematiche e le difficolt che possono incontrare gli studenti cinesi durante lapprendimento, attraverso
la differenza tra i due sistemi linguistici e i suggerimenti metodologici.
Il corso di italiano per cinesi Io sono Wang Lin propone inoltre le seguenti tematiche che permettono allo studente di saper
agire con la lingua italiana:
sapersi identificare: i dati anagrafici (nome, cognome, nazionalit / cittadinanza, residenza / domicilio, luogo e
data di nascita, et, stato civile);
i documenti personali / il permesso di soggiorno;
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Metodologia
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i servizi della citt di utilit sociale:
la posta, la banca, la ASL, la Prefettura (lo Sportello Unico per lImmigrazione);
i mezzi di trasporto (ad esempio: treni, autobus, metro);
i negozi (di abbigliamento, di scarpe, librerie, edicole, tabaccherie, mercati, supermercati, ristoranti, bar);
la scuola pubblica (i cicli scolastici), la scuola privata (i corsi di italiano per stranieri, iscriversi a un corso di lingua);
il lavoro (le professioni, il colloquio di lavoro, il curriculum vitae, lannuncio di lavoro, i meccanismi che regolano il
lavoro in Italia);
le attivit della giornata e del tempo libero, gli interessi / gusti personali;
la salute (il corpo umano, il servizio sanitario italiano, le malattie e le cure);
lalimentazione in Italia e in Cina (i cibi, i pasti, le differenze);
i luoghi (le regioni italiane, le citt, i luoghi delle citt);
i luoghi interni (le tipologie di case, la struttura, leggere un annuncio di affitto, prendere in affitto un
appartamento, informarsi sugli appartamenti in vendita, le bollette);
lesame di lingua italiana, livello A2.
La struttura dellopera Io sono Wang Lin
Unit 0: contiene un micropercorso di alfabetizzazione che presenta i preliminari della lingua, ossia alfabeto,
composizione dellalfabeto (distinzione vocale e consonante), i suoni principali, la scrittura (corsivo, stampato maiuscolo
e minuscolo), luso della punteggiatura, luso della lettera maiuscola ecc;
10 Unit di circa 20 pagine;
test di autovalutazione con punteggio alla fine di ciascun gruppo di 3 Unit (Unit 1-3; Unit 4-6; Unit 7-9);
un facsimile dellEsame di lingua italiana, livello A2 (alla fine dellUnit 10) previsto sia dal decreto del 4 giugno
2010, sia dallAccordo di Integrazione di marzo 2012 per la regolarizzazione del soggiorno in Italia;
glossario italiano-cinese;
CD Extra: tracce audio in formato mp3 con allinterno anche una sezione dati corredata da una Sezione di
fonologia e una Sezione di educazione alla cittadinanza in formato .pdf;
guida per linsegnante: oltre alla presente introduzione, contiene la traduzione delle sintesi grammaticali presenti
in lingua cinese nel corso, cenni di analisi contrastiva italiano-cinese allinterno delle stesse, schede lessicali / flashcards
divise per aree tematiche relative a ciascuna Unit, soluzioni degli esercizi e trascrizioni dei testi orali.
risorse online: copione audio della sezione Che cosa abbiamo imparato?, soluzioni, trascrizioni, attivit extra,
flashcards, giochi.
Le Unit didattiche
Ogni Unit si compone di attivit volte a realizzare i seguenti obiettivi:
Competenza lessicale.
Competenza morfosintattica.
Competenza fonetica e ortografica.
Competenza funzionale / pragmatica.
Competenza socioculturale.
Sviluppo delle abilit linguistiche: comprensione scritta e orale, produzione orale (monologo e dialogo),
produzione scritta.
In genere, il percorso di apprendimento si attiva a partire da un input (costituito da parole o funzioni, talvolta da testi)
che serve per introdurre il tema o ambito comunicativo di ciascuna Unit. A partire da questo punto iniziale, il processo
acquisizionale si delinea attraverso molecole matetiche coerentemente collegate tra di loro, che disegnano progressive
espansioni dellinput iniziale. Da ci deriva:
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Metodologia
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- il lavoro sui testi a livello ricettivo e produttivo, scritto e orale;
- la costruzione di un repertorio lessicale;
- la costruzione di un repertorio funzionale per saper gestire le situazioni comunicative trattate;
- la riflessione sulla lingua e la fissazione delle strutture;
- la conoscenza di contenuti socioculturali per conoscere e capire il territorio e la cultura.
La pratica della lingua allinizio limitata e guidata; si usano in questa fase esercizi di fissazione sia per sviluppare la
morfologia, sia per interiorizzare enunciati e strutture morfosintattiche che possono risultare di difficile comprensione,
soprattutto se prive di riscontro nella lingua cinese.
Poi la pratica linguistica diventa pi complessa attraverso produzioni strutturate o compiti che richiedono conoscenze e
competenze pi avanzate rispetto al percorso iniziale dellUnit.
Rispetto alla struttura e al percorso delle Unit, si segnala alla fine di ciascuna di esse una microsezione, Scrittura e
pronuncia utile per attivare la competenza fonetica e ortografica (una trattazione completa sulla fonologia si trova nella
Sezione di fonologia presente nel CD Extra). Segue Che cosa abbiamo imparato? che consiste in uno schema sintetico
con le principali funzioni comunicative trattate nellUnit; la Sintesi grammaticale in lingua cinese un riepilogo dei
contenuti grammaticali affrontati, talvolta con approfondimenti delle strutture della lingua italiana pi difficili da
comprendere e da acquisire per uno studente cinese. Chiude lUnit la sezione Mettiamo in pratica, volta a rimettere in
gioco i contenuti linguistico-comunicativi, a tramutare i saperi in saper fare, a modificare linput in output
comunicativo. Le attivit presenti in questultima sezione sono state create sulla falsariga delle prove dellesame di lingua
italiana dei CTP e delle prove dellesame di certificazione CILS e CELI, per abituare via via lapprendente alluso di
determinate tecniche e al livello di difficolt previsto dagli esami indicati.
Allinterno delle Unit sono presenti dei box che hanno le seguenti funzioni:
1 Il box Osserva, segnalato graficamente da una lente di ingrandimento, serve per attivare la riflessione sulla
lingua. questo lo spazio in cui si chiede allapprendente di osservare frasi o strutture della lingua per iniziare a
comprendere, formulando ipotesi, i meccanismi funzionali dei contenuti linguistici in esame. unesplorazione della
lingua guidata da domande semplici e facilitata dallo scambio e dal confronto con i compagni. Il box precede quasi
sempre una spiegazione grammaticale volta a esplicitare quanto stato intuito dagli studenti.
2 Il box Attenzione, segnalato graficamente da un punto esclamativo, serve per fornire brevi informazioni o
approfondimenti di tipo grammaticale. un input ulteriore che viene fornito quando si amplia una spiegazione
grammaticale gi fornita o solo un flash laddove non si vuole entrare nel merito di un discorso grammaticale prematuro
o complesso.
3 Il box Curiosit, segnalato graficamente da una cartina geografica stilizzata, serve per fornire informazioni di
tipo socioculturale, utili per iniziare a comprendere il territorio e la cultura italiana.
Il CD Extra
La Sezione di fonologia
La Sezione di fonologia si propone di introdurre elementi di fonologia per lo studente cinese che per la prima volta si
avvicina alla lingua italiana o per chi ha gi qualche conoscenza, ma vuole approfondire largomento.
Dopo una piccola introduzione sulla pronuncia di lettere, fonemi e sillabe, la sezione procede con una serie di attivit e
giochi che hanno lo scopo di far lavorare lo studente sui suoni della lingua italiana, con speciale attenzione verso quelli
che risultano pi problematici a un parlante cinese. Ci riferiamo in particolare alla pronuncia e al riconoscimento di
d / t, l / r, p / b; alla corretta pronuncia di c / g + vocale, delle parole con consonanti scempie e intense e altro.
Vengono trattate inoltre le principali curve intonative dellitaliano della frase dichiarativa, esclamativa e interrogativa,
laccento fonetico e grafico.
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Metodologia
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La Sezione di educazione alla cittadinanza attiva
La Sezione di educazione alla cittadinanza affronta i seguenti argomenti:
i CTP : scuole che offrono corsi di italiano gratuiti per gli stranieri e sedi per lesame di lingua italiana di livello A2;
lAccordo di Integrazione per il permesso di soggiorno e lintegrazione del cittadino straniero;
litaliano burocratico;
il sistema sanitario in Italia e lassistenza medica per extracomunitari senza permesso di soggiorno;
la scuola in Italia per lo straniero;
le formule pi comuni per stabilire contatti;
le formule della conversazione telefonica;
lordinamento dello Stato italiano.
Lapproccio di riferimento e gli obiettivi didattici
Lapproccio di riferimento del manuale si pu definire eclettico perch in esso confluiscono spunti della didattica
comunicativa, della Suggestopedia, dellapproccio formalistico, strutturalistico e ludico.
Il contributo dellapproccio comunicativo presente per gli obiettivi didattici che il corso intende perseguire: per lo
sviluppo delle abilit linguistiche, per la modalit di esecuzione degli esercizi che spesso prevede il lavoro in coppie o
piccoli gruppi, ovvero scambi e confronti tra pari che sollecitano linterazione comunicativa; per lattivazione della
competenza pragmatica; per lattenzione alla competenza metalinguistica il cui sviluppo passa in genere attraverso un
processo attivo di scoperta e di consapevolizzazione dei meccanismi funzionali della lingua.
La Suggestopedia presente laddove si propone la comprensione di un testo orale con lausilio di un sottofondo musicale
che predispone a una comprensione passiva e alla memorizzazione (vedi ascolto passivo / inconscio con la musica).
In minima parte presente il Total Physical Response (vedi comandi dellinsegnante a cui segue la risposta fisica e
talvolta verbale degli allievi), che insieme alla Suggestopedia rappresentano 2 piccoli contributi di metodi riferibili alla
cornice umanistico-affettiva.
Lapproccio formalistico e il ruolo della grammatica: allinterno dellintero corso, lo spazio riservato alla grammatica
significativo. Una trattazione ampia ed esplicita della grammatica aiuta gli allievi sinofoni a comprendere meglio le
strutture di una lingua verso la quale nutrono un sentimento di profonda estraneit.
Molti contenuti grammaticali che in altri corsi di lingua a studenti stranieri possono essere presentati dando per implicite
o ipotizzabili delle informazioni, sono in questo caso volutamente e costantemente esplicitati. Ci sembrato opportuno e
indispensabile tarare bene i contenuti linguistici in esame sullo stile di apprendimento di studenti con una lingua
madre molto distante.
Per questo motivo la grammatica, dopo un primo importante processo di scoperta delle strutture, presente in modo
deduttivo attraverso delle spiegazioni esplicite. Inoltre, allo scopo di fornire un quadro in cui i contenuti grammaticali
dellUnit risultino ulteriormente sistematizzati e talvolta anche approfonditi, presente alla fine di ciascuna Unit una
scheda di sintesi grammaticale interamente in cinese.
Dopo le precedenti considerazioni sul ruolo della grammatica, bene dare risalto al fatto che, nonostante lattitudine
degli studenti cinesi a uno studio grammaticale trasmissivo e deduttivo, si vuole promuovere nel corso un apprendimento
attivo che procede in parte attraverso la costruzione delle conoscenze. Per questo aspetto, lapproccio formalistico non va
qui inteso in senso stretto.
Lapproccio strutturalistico, attraverso luso di drill, offre il suo contributo per creare negli apprendenti delle abitudini
linguistiche, ovvero un repertorio di frasi utili per gestire meglio le situazioni comunicative. Le stesse frasi poi sono
riutilizzabili in modo pi comunicativo per strutturare interviste o brevi conversazioni tra compagni.
Lapproccio ludico si esprime sotto forma di attivit di gioco che hanno lo scopo di sollecitare lo spirito competitivo
funzionale allo studente cinese a dare il meglio di s nella prestazione linguistico-comunicativa in cui impegnato.
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Metodologia
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Attivit e tecniche per lo sviluppo delle abilit linguistiche e delle competenze
Lo sviluppo delle abilit linguistiche: la comprensione scritta e orale
A pagina 6 del volume si incontrano dei suggerimenti da dare agli studenti relativamente alle strategie di apprendimento:
Quando dovrai leggere un testo importante che tu legga in modo continuo, senza preoccuparti di tradurre
parola per parola. Ti chiederemo di leggere un testo pi volte: anche se allinizio capirai solo frammenti
informativi, a mano a mano ti accorgerai che le successive letture e gli esercizi che seguono ti permetteranno
di costruire la comprensione del testo.
Questa prima raccomandazione serve per sensibilizzare lapprendente al giusto approccio alla comprensione dei testi.
Come sappiamo, pu essere abitudine consolidata in apprendenti asiatici risolvere lenorme difficolt di comprensione
scritta con laiuto del dizionario e della traduzione di parole sconosciute. Tuttavia, questa pratica ha il grande limite di
non sviluppare una vera e propria capacit di comprensione perch blocca continuamente lo studente tutte le volte che
non conosce o non capisce il significato di una parola.
opportuno allora indurre una diversa abitudine attraverso la lettura estensiva e continua (e non parola per parola)
del testo e attraverso letture ripetute. Lo studente cinese deve pian piano constatare che la comprensione un processo
che si struttura via via e che dalla comprensione globale, attraverso le successive letture e le richieste degli esercizi,
approda a una comprensione pi dettagliata o, comunque, pi completa rispetto a quella di partenza.
Relativamente alla comprensione orale, raccomandiamo:
Ti proporremo sempre lascolto di un testo audio pi volte; e generalmente la prima volta il testo sar
accompagnato da un sottofondo musicale. In questa prima esperienza di ascolto non preoccuparti di capire, ma
cerca di predisporti alla comprensione attraverso una condizione di rilassamento che la musica aiuter a creare.
Poi, dopo i successivi ascolti ti sar chiesto di svolgere degli esercizi che hanno lo scopo di guidarti nella
costruzione di una comprensione via via pi dettagliata.
Il processo di comprensione del testo orale si articola in genere in un primo ascolto che fa uso di un sottofondo musicale
e che possiamo definire rilassato e poco cosciente (sulla base dei suggerimenti della Suggestopedia). Dopo il primo
ascolto si chiede di rispondere a semplicissime domande legate al contesto: chi parla? di che cosa parlano? (si fornisce in
genere una lista di opzioni). La proposta dei successivi ascolti volta ad approfondire la comprensione sia perch la lingua
diventa mano a mano pi familiare e comprensibile, sia perch gli esercizi proposti (vero/falso, scelta multipla, rilevamento
di informazioni) hanno quasi sempre la funzione di guidare alla comprensione e non di verificarla.
Ancora raccomandiamo rispetto alla produzione scritta:
Sin dallinizio ti chiederemo di scrivere dei brevi elaborati, in principio molto guidati e coerenti con i contenuti
e le attivit dellUnit. Gradualmente gli esercizi di scrittura diventeranno pi complessi, ma cercheremo
sempre di accompagnarti guidandoti con le attivit e i contenuti preliminari.
Di fatto, le produzioni scritte iniziali sono molto guidate, tanto da richiedere solo il riempimento di spazi allinterno di un
testo gi predisposto. Poi, in base alla sezione dellUnit in cui si trovano, diventano pi libere e creative, ma sempre alla
fine di una serie di attivit preparatorie, in modo da consentire allallievo di poter affrontare il compito scritto.
Rispetto alla modalit di esecuzione delle attivit e alla produzione orale:
Pi volte allinterno delle Unit ti chiederemo di svolgere gli esercizi in coppia o a piccoli gruppi, perch il
lavoro con i compagni pu ampliare le informazioni che ognuno di voi ha a disposizione.
A volte dovrai svolgere delle attivit comunicative con un compagno (esempio: formulare domande e risposte,
fare interviste o altro), per mettere in pratica in modo meno guidato le strutture grammaticali e le funzioni
della lingua presenti nellUnit.
Il primo suggerimento serve a rendere ben accetta la proposta ricorrente di eseguire un esercizio con laiuto dei compagni.
Lo scopo immediato quello di ampliare, attraverso un travaso, le conoscenze che ogni allievo possiede. La mutua
collaborazione, di fatto, permette di colmare gli eventuali vuoti di conoscenza che lattivit fa emergere.
Il secondo suggerimento volto a far comprendere che, dopo una fase di fissazione delle strutture e delle funzioni, si
devono rimettere in gioco le informazioni e i contenuti linguistici per produrre lingua, ovvero per sviluppare una
competenza duso. Quanto stato appreso ha un potenziale comunicativo che deve essere sperimentato e attivato
attraverso un reimpiego creativo previsto dalle attivit orali.
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Metodologia
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Indichiamo di seguito le tecniche per lo sviluppo delle singole competenze.
Lo sviluppo della competenza lessicale
Tecniche usate: abbinamento parola / definizione, parola / immagine, parola italiana / parola cinese, inclusione,
esclusione, individuazione di errori, liste di parole utili con traduzione, traduzione in cinese di parole italiane, scrivere
la parola sotto limmagine.
Lo sviluppo della competenza morfologica e morfosintattica
Tecniche usate: riempimento di spazi, completamento, abbinamento verbo / immagine, scelta multipla, inclusione
(tecnica molto utile in fase di analisi per scoprire i meccanismi funzionali di una struttura), manipolazione, completamento
di tabella. In particolare, per la competenza sintattica: riordino di parole, sottolineature di forme verbali per individuare
il ruolo sintattico della parola nella frase, frasi da strutturare a partire da parole non declinate.
Lo sviluppo della competenza pragmatica e la fluency
Tecniche usate: drammatizzazione, role-taking, roleplay, role-making, interviste tra compagni con domande gi
predisposte, descrizioni orali a partire da modelli di frasi utili, brevi conversazioni strutturate in domande e risposte a
partire da un modello dato, domande con risposte aperte relative ad argomenti socioculturali.
Lo sviluppo della competenza sociopragmatica
In particolare, ci si riferisce alle prove della sezione Mettiamo in pratica che contiene esercizi simili alle prove dellesame
di lingua italiana A2 e alle prove dellesame di certificazione CILS, dellUniversit per Stranieri di Siena e Celi dellUniversit
per Stranieri di Perugia.
Tecniche usate: completamento di moduli, abbinamento frasi (relative ad avvisi, pubblicit, notizie giornalistiche) /
immagini, abbinamento espressioni italiane (estrapolate da testi tecnici come bollette, annunci ) / traduzione cinese,
rilevamento di informazioni su testi autentici come annunci di affitto, di lavoro, interviste radiofoniche ecc.
Le principali caratteristiche della lingua cinese
Per permettere al docente di capire quali sono le maggiori difficolt che uno studente sinofono incontra nel percorso di
apprendimento dellitaliano e aiutarlo ad attuare strategie di sostegno e di intervento, proponiamo di seguito una
brevissima trattazione sulle caratteristiche della lingua cinese.
Il primo assunto da cui obbligatoriamente partire la notevole distanza tra la lingua italiana e la lingua cinese. A ci si
deve sommare la distanza data dalle differenze socioculturali che pu ulteriormente incidere e complicare il percorso
iniziale di apprendimento degli allievi. Chi ha avuto modo di insegnare a studenti sinofoni principianti avr notato la
lentezza e il ritardo nellacquisizione delle strutture dellitaliano rispetto ad apprendenti di madrelingua differente.
Ovviamente, questo vale in linea generale, poich ci sono casi in cui invece lo studente cinese apprende la lingua con una
relativa rapidit, specie se si tratta di un giovane universitario istruito e specie se si trova in Italia e a contatto con i propri
coetanei italiani.
Solitamente in classe le maggiori difficolt si riscontrano con gli adulti cinesi, in particolare gli immigrati poco scolarizzati
i quali, pur vivendo da anni in Italia, sono restii a creare situazioni di esposizione significativa alla lingua. A questo si
somma lassenza di un background di istruzione ampio che consenta loro di apprendere velocemente una lingua cos
complessa come litaliano.
Il cinese standard (Mandarino o Putonghua, lingua comune) la lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese ed
parlata da oltre un miliardo e trecento milioni di persone. Coesistono per accanto al mandarino, che si studia a scuola e
si parla in TV, moltissimi dialetti, come ad esempio il Wnzhuhu (dialetto della citt di Wenzhou, nel Sud della Cina),
parlato dalla stragrande maggioranza dei cinesi immigrati in Italia negli ultimi ventanni.
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Metodologia
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Il cinese fa parte della famiglia delle lingue sino-tibetane ed una lingua tonale a 5 toni, ossia una lingua che utilizza
variazioni nellaltezza del suono linguistico. Essa anche una lingua isolante che manifesta poca morfologia e una sintassi
che assegna la categoria sintattica alle parole in base alla posizione che occupano allinterno della frase
1
.
Il cinese moderno usa un sistema di scrittura non alfabetico basato sui caratteri. A ciascun carattere corrisponde un suono
sillabico e un significato e, dal punto di vista grammaticale, un morfema
2
. I caratteri cinesi oggi sono pi di 56.000, ma in
generale i cinesi ne conoscono mediamente non pi di 4.000-5.000.
I caratteri hanno tutti la stessa dimensione e si susseguono uno dietro laltro sempre alla stessa distanza: lo spazio fra di
loro infatti non segnala la fine di una parola.
Oggi nelle scuole cinesi viene anche insegnato il pinyin (letteralmente: trascrivere i suoni), la trascrizione ufficiale dei
caratteri cinesi in 26 lettere latine, dove per le lettere vengono presentate sempre con la stessa grafia e utilizzano solo il
minuscolo.
Circa la punteggiatura, essa viene importata in Cina dallOccidente nella met del secolo scorso e per questo si presenta
molto simile a quella italiana, pur con qualche differenza:
oltre alla virgola uguale a quella italiana, esiste in cinese una virgola detta a goccia, situata pi in alto rispetto alla
virgola comune e che ha la funzione di separare le parole allinterno di elenchi.
il punto ha la stessa funzione di quello italiano, ma in cinese reso graficamente da un cerchio .
i puntini di sospensione variano da tre a sei e sono posizionati in alto (vedi scheda grammaticale a pag. 14).
Le maggiori difficolt degli apprendenti sinofoni che si apprestano a scrivere e a leggere in italiano sono le seguenti:
riconoscere e leggere una stessa parola scritta nelle varianti in italiano (corsivo e stampatello);
riconoscere e riprodurre il maiuscolo e minuscolo;
individuare e scrivere le consonanti doppie (in pinyin non esistono);
individuare e indicare lo spazio tra una parola e laltra;
utilizzare correttamente la punteggiatura italiana.
Il cinese una lingua tonale: il tono corrisponde a una diversa altezza del suono linguistico.
La lingua cinese costituita da 21 suoni consonantici e 8 vocalici, i quali possono essere combinati in solo 405 sillabe che
si moltiplicano per via delle varianti tonali. La struttura sillabica cinese dunque molto semplice e ha una gamma
fonologica piuttosto limitata rispetto a quella della lingua italiana
3
.
I problemi specifici dei cinesi nel campo della fonetica italiana si possono riassumere in questi casi:
lassenza dei toni e la lunghezza di molte parole italiane che rendono difficile la corretta pronuncia;
lassenza in cinese del suono r che non permette al sinofono di riprodurlo e di distinguerlo dal suono l;
non vi distinzione tra i fonemi sordi e sonori (b / p, d / t); essi vengono spesso confusi perch in cinese il suono b
corrisponde pi o meno alla nostra p e il suono d alla nostra t;
la presenza in italiano di suoni assenti nella lingua cinese (ad esempio: gn, gl);
difficile riconoscimento delle consonanti doppie.
Dal punto di vista morfologico si rilevano le seguenti caratteristiche:
ordine estremamente rigido delle parole allinterno di una frase;
i sostantivi e gli aggettivi sono caratterizzati dallassenza di genere (maschile e femminile) e di numero (singolare e
plurale); in particolare, dalla prospettiva di un parlante cinese, impossibile attribuire il genere ai nomi inanimati;
non esistono gli articoli: di qui la difficolt a comprendere il loro utilizzo e la loro funzione accanto al nome;
il verbo invariabile perch totalmente privo di flessione. Anche dopo aver studiato per diversi mesi litaliano, i cinesi
tendono a usare pi o meno correttamente solo tre forme del verbo: il presente, il participio passato e linfinito;
gli avverbi e le preposizioni di luogo in cinese si collocano prima del verbo;
1
S. Rastelli (a cura di), Italiano di Cinesi, Italiano per Cinesi, Guerra Edizioni 2010, pp. 64-67.
2
Barbara DAnnunzio, Lo studente di origine cinese, Guerra Edizioni 2009, pag. 46.
3
S. Rastelli (a cura di), Italiano di Cinesi, Italiano per Cinesi, Guerra Edizioni 2010, pp. 64-65.
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Metodologia
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nella frase il tema (o topic) ha una funzione predominante e si trova sempre allinizio della frase (per esempio: la
macchina parcheggiata nel cortile (in cinese) nel cortile una macchina parcheggiata);
il sistema nominale cinese utilizza i classificatori
4
(ne esistono pi di un centinaio), cio delle particelle che si posizionano
fra il nome e il numerale; hanno la funzione di specificare la quantit attribuita al nome o alla categoria a cui il nome
appartiene
5
.
Riflessione sullo stile di apprendimento degli studenti cinesi e suggerimenti
Un allievo cinese, abituato fin dallinfanzia a un modello di apprendimento frontale dove linsegnante assume un ruolo
dominante e il sapere viene trasmesso in maniera rigida e schematica, pu avvertire disagio in una classe dove lapproccio
privilegiato quello comunicativo. Il disagio aumenta se viene richiesto e apprezzato (dallinsegnante) lo spirito di
intraprendenza e di creativit e se i contenuti delle lezioni non sono predefiniti ma variano in base alle esigenze contingenti
del gruppo-classe.
Alla luce di ci, risulta molto importante riflettere sulle scelte metodologiche che deve operare il docente sia se insegna
in una classe eterogenea (con alunni cinesi e alunni provenienti da altre nazionalit), sia se insegna a un gruppo-classe
composto esclusivamente da apprendenti sinofoni.
In entrambe le situazioni, linsegnante dovr sostenere gli allievi cinesi, perch conscio degli sforzi di apprendimento in
atto, e accompagnarli in particolare nelle attivit orali e laddove si richiede una dose di autonomia. Dovr inoltre aspettare
finch lo studente non si sentir pronto e a suo agio con gli altri compagni; quando si programmano le attivit orali sar
importante scegliere inizialmente compiti piuttosto guidati e da svolgere preferibilmente in piccoli gruppi, evitando
lesposizione in plenaria perch ci potrebbe scatenare ansia in un apprendente poco abituato a parlare in pubblico e
inibito dalla paura di perdere la faccia. Prima di iniziare quelle attivit che richiedono un maggior costo emotivo, il
docente dovrebbe sempre esplicitare lo scopo didattico, ossia, che cosa si impara dopo averle svolte.
Le riflessioni finora riportate non devono dar luogo al pregiudizio secondo il quale in presenza di apprendenti sinofoni
bene evitare determinate attivit. Ricordiamo che nelle classi cinesi la dimensione collettiva molto importante, inoltre,
il docente tende a incoraggiare la competizione tra gli alunni, rendendo poi pubblici i giudizi di fine semestre e stilando
una classifica dei pi bravi di tutta la scuola. Lo spirito di competizione sollecitato per produrre un impegno di studio
maggiore pu dunque far risultare ben accette e addirittura stimolanti attivit che si presentano sottoforma di sfida,
come possono essere, ad esempio, quelle ludiche.
Vista la distanza della lingua cinese rispetto allitaliano, necessario che il docente aiuti lo studente nel processo di
comprensione ed elaborazione delle strutture morfologiche pi di quanto non lo faccia con altri allievi. Un utile consiglio
quello di programmare in ogni lezione dei momenti fissi di riflessione sulla lingua in cui mettere a fuoco ed esplicitare
alcuni aspetti strutturali e morfologici dellitaliano, in modo da rassicurare lo studente nelle fasi pi critiche attraverso
degli schemi riconoscibili che potr memorizzare e assimilare.
Tuttavia, di fronte alla difficolt di comprensione delle spiegazioni grammaticali, il docente dovr scegliere di fermarsi e
non richiedere una comprensione immediata durante la lezione. comunque molto importante sostenere la difficolt con
una quantit significativa di esempi e di esercizi.
Un altro suggerimento utile pu essere quello di non porre domande aperte; opportuno infatti formulare la domanda e
porla in modo che abbia una risposta polare.
Per concludere, ricordiamo che, se lo studente acquisisce nel tempo fiducia nellinsegnante, riesce a mettersi in gioco
partecipando pi attivamente alle attivit di classe, anche rischiando di sbagliare. fondamentale per considerare il
tempo utile di qualche lezione per permettergli di ambientarsi e di costruire un rapporto di fiducia nei confronti del
docente e dei compagni di classe.

4
Masini F., Zhang T., Bai H., Liang D., Impariamo il cinese - Wmen xu Hny. Corso di lingua per studenti italiani, Hoepli 2007, pag. 113.
5
Per ulteriori chiarimenti, si consiglia di consultare le schede di sintesi grammaticale, che contengono accenni alle differenze tra la
lingua italiana e la lingua cinese.
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Metodologia
12
Bibliografia
Abbiati M., Grammatica di cinese moderno, Libreria Editrice Cafoscarina 2003.
Andorno C., Bosc F., Ribotta P., Grammatica. Insegnarla e impararla, Guerra Edizioni 2003.
Balboni P.E. , Tecniche didattiche per leducazione linguistica, UTET 1998.
Balboni P.E. , Le sfide di Babele. Insegnare le lingue nelle societ complesse, UTET 2008.
Banfi E. (a cura di), Italiano / L2 di cinesi. Percorsi acquisizionali, Franco Angeli 2003.
DAnnunzio B., Lo studente di origine cinese, Guerra Edizioni 2009.
Della Putta P., Insegnare litaliano ai sinofoni: contributi acquisizionali, tipologici e glottodidattici, Studi di Glottodidattica 2008, 2,
Universit Cattolica di Milano / Politecnico di Milano, pp. 52-67.
Diadori P. (a cura di), Insegnare italiano a stranieri, Mondadori / Le Monnier 2011 (nuova edizione aggiornata).
Diadori P., Palermo M., Troncarelli D., Manuale di didattica dellitaliano L2, Guerra Edizioni 2011.
Diadori P. (a cura di), La Ditals risponde 8, Guerra Edizioni 2012.
Masini F., Zhang T., Bai H., Di Toro A., Liang D., Il cinese per gli italiani - 1. Ydlrn xu Hny, Hoepli 2006.
Masini F., Zhang T., Bai H., Liang D., Impariamo il cinese - Wmen xu Hny. Corso di lingua per studenti italiani, Hoepli 2007.
Rastelli S. (a cura di), Italiano di Cinesi, Italiano per Cinesi, Guerra Edizioni 2010.
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Schede grammaticali
13
Unit 0
La lettera maiuscola
In italiano scriviamo le parole con la prima lettera maiu-
scola nei seguenti casi:
allinizio di ogni frase dopo il punto (.);
con tutti i nomi e cognomi di persone, enti o istituti
(Anna Fiori, Istituto Confucio);
con i nomi delle strade e i nomi geografici (Cina, via Ti-
burtina);
con i titoli di libri, di opere letterarie, artistiche, monu-
menti (Pinocchio, il Colosseo);
nelle lettere formali quando usiamo il Lei come pronome
formale: Mi rivolgo a Lei... (ma ricorda: non obbligato-
rio).
La punteggiatura nella lingua italiana e cinese
Quando si scrive in italiano molto importante usare i se-
gni della punteggiatura perch a ogni segno corrisponde
una pausa o unintonazione che d senso alla frase.
Il punto (.) indica la fine della frase, che, quando si parla (o
si legge un testo scritto) viene indicata da una pausa pi o
meno lunga; la virgola (,) indica una breve pausa allinterno
della frase; il punto e virgola (;) una pausa intermedia tra
una piccola frase e unaltra; i due punti (:) servono per in-
trodurre una spiegazione o un elenco; in questo caso, tra
una parola e unaltra dellelenco si usa in genere la virgola.
Nella lingua cinese la punteggiatura venne importata
dallOccidente nella met del secolo scorso ed quindi
molto simile a quella italiana. Troviamo per alcune diffe-
renze:
oltre alla virgola uguale a quella italiana, esiste in cinese
una virgola detta a goccia, situata pi in alto rispetto
alla virgola comune e che ha la funzione di separare le
parole allinterno di elenchi;
il punto ha la stessa funzione di quello italiano, ma gra-
ficamente rappresentato da un piccolo cerchio ();
i puntini di sospensione variano da tre a sei e sono posi-
zionati in alto ()
Unit 1
La struttura generale della frase cinese molto simile a
quella italiana, infatti entrambe richiedono lordine sogget-
to-verbo-oggetto. Tuttavia, a differenza dellitaliano, i verbi
in cinese non vengono coniugati e i sostantivi e gli aggetti-
vi sono invariabili.
In italiano i verbi subiscono cambiamenti in base al modo
e al tempo verbale e alla persona che compie lazione
(chi? / quanti?), mentre i sostantivi e gli aggettivi cambia-
no in base alla tipologia a cui appartengono, al genere
(maschile / femminile) e al numero (singolare / plurale).
I pronomi personali soggetto
io
tu
lui / lei / Lei (formale) / , / ,
noi
voi
loro / /
In italiano i pronomi indicano il soggetto della frase, in as-
senza o al posto di un nome. Al contrario del cinese, in
italiano non obblligatorio usarli sempre, perch il ver-
bo, con la sua desinenza, a contenere linformazione che
identifica il soggetto. Ci sono casi per in cui necessario
usare il pronome come negli esempi che seguono.
Esempi:
Tu sei Anna? S, sono io!
Sei tu Anna? S, io sono Anna.
Normalmente, laddove presente, il pronome soggetto si
trova prima del verbo (come nella domanda del primo
esempio). In altri casi possibile usarlo dopo il verbo
(come nella domanda del secondo esempio) soprattutto
se linformazione relativa al pronome rilevante allinterno
della frase.
Il tu e il Lei formale sono pronomi che si usano quando ci
si rivolge a qualcuno. Il tu indica un rapporto informale,
il Lei una situazione e un rapporto formale. Anche in
Cina, soprattuto al nord, si usa il Lei (); come in
italiano usato in contesti formali, come forma di
rispetto nei confronti delle persone anziane o per la
posizione sociale dellinterlocutore.
Per le formule di saluto in cinese non c distinzione tra
espressioni formali e informali. In generale, quando due
persone cinesi si incontrano si dicono ! (n ho,
tu bene!) oppure ! (nn ho) e quando vanno via
per salutarsi usano lespressione (zi jin, di
nuovo vederci).
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Schede grammaticali
14
Il verbo italiano
Come abbiamo gi accennato, il sistema verbale della lin-
gua italiana molto diverso da quello cinese. Nella lingua
cinese infatti il verbo ha una forma invariabile per tutti i
tempi e per tutte le persone.
I verbi italiani invece sono variabili: sono costituiti da una
parte del verbo fissa (la radice verbale) e da una parte fina-
le (la desinenza), che cambia a seconda del tempo e del
modo verbale e della persona (prima, seconda, terza, sin-
golare / plurale). per questo che i pronomi soggetto (io,
tu, lui) non sono obbligatori, perch la desinenza del
verbo a indicare il soggetto.
Il verbo al singolare quando il soggetto esprime una sola
persona, una sola cosa o un solo animale (io, tu, lui / lei /
Lei); il verbo al plurale quando il soggetto esprime pi
persone, pi cose o pi animali (noi, voi, loro).
In italiano esistono tanti tempi verbali (presente, passato,
futuro, ecc) che sono collocati in 7 modi verbali.
Lindicativo il modo verbale pi importante e il pi usato
nella comunicazione:
si usa quando si vuole comunicare uninformazione certa,
una notizia, un fatto, una realt, una constatazione;
ha 8 tempi verbali: presente, passato prossimo, imperfet-
to, trapassato prossimo, passato remoto, trapassato re-
moto, futuro semplice, futuro anteriore.
I verbi possono essere regolari o irregolari.
Il presente di essere, forma affermativa e negativa
Esempi:
io sono io non sono 1. Io sono Anna.
tu sei tu non sei 2. Tu sei stanco.
lui / lei lui / lei non 3. Noi non siamo a
Torino.
Lei (formale) Lei (formale) non 4. Lui italiano.
noi siamo noi non siamo 5. Voi non siete
allegri.
voi siete voi non siete 6. Lei non Maria.
loro sono loro non sono
Essere uno dei due verbi italiani pi importanti (laltro
avere). Il verbo essere il corrispettivo in cinese del verbo
(sh), essere, esistere. Si usa per identificare qualcuno
o qualcosa, per indicare la professione (vedi il primo esem-
pio riportato sotto), la provenienza di qualcuno (vedi il se-
condo esempio), la condizione e le caratteristiche di una
persona o di una cosa. In italiano viene utilizzato anche
con il significato del verbo (zi), trovarsi.
Esempi: Tu sei insegnante.
Sono di Pechino.
Nella lingua cinese il verbo essere, (sh), ha la
funzione di identificare qualcosa o qualcuno (Io-essere-
Cina-persona Io sono cinese). Per, al contrario
dellitaliano, non accompagna gli aggettivi, che
svolgono da soli la funzione di predicato (predicato
aggettivale): lei-molto-bella lei bella. In questo caso, la
frase senza verbo e al suo posto molto + bella
corrisponde a essere bella. Da precisare che molto
non ha la funzione di avverbio e insieme allaggettivo
bella svolge la funzione del predicato.
Il presente dei verbi chiamarsi e stare
chiamarsi stare
io mi chiamo
tu ti chiami
lui / lei si chiama
Lei (formale) si chiama
noi ci chiamiamo
voi vi chiamate
loro si chiamano
io sto
tu stai
lui / lei sta
Lei (formale) sta
noi stiamo
voi state
loro stanno
I verbi chiamarsi e stare sono importanti perch ci permet-
tono di chiedere e dire il nome e come / dove stiamo.
Visto che la loro forma grammaticale a questo punto del
corso ancora difficile da comprendere, sufficiente me-
morizzarla.
In cinese per chiedere a una persona come sta non si
usa il verbo stare come in italiano, ma si utilizza la
formula n ho ma?, tu bene?
Per chiedere e indicare dove qualcosa o qualcuno si
usa il verbo cinese (zi, trovarsi): N zi nr?: tu +
trovare + dove? dove ti trovi?
Inoltre, in cinese non esistono i verbi riflessivi (per
questo chiamarsi ha una forma grammaticale difficile da
comprendere per lo studente cinese). Per dire il proprio
nome si usa la frase io + (jio: chiamare) + nome.
Ricordiamo poi che in cinese il cognome precede sempre
il nome e il titolo o la carica della persona vengono dopo
il cognome: Liu (cognome) Jin (nome); Wang (cognome)
difu (titolo): Wang dottore dottor Wang.
La frase interrogativa
In italiano le parole della frase interrogativa hanno lo stes-
so ordine che hanno nella frase dichiarativa, e al posto del
punto (.) viene usato il punto interrogativo (?). Inoltre, la
frase interrogativa pu essere formulata con i pronomi in-
terrogativi: chi? che cosa? dove? ecc (vedi Unit 2).
chi? che cosa? dove? ecc (vedi Unit 2).
Se nello scritto si distinguono la frase dichiarativa, interro-
gativa ed esclamativa grazie alla punteggiatura, nel parla-
to si riconoscono grazie allintonazione. (vedi Sezione di
fonologia, CD Extra).
Anche in cinese, come in italiano, si usa il punto
interrogativo. Tuttavia, ci sono 3 modi per formulare
una frase interrogativa: utilizzare un pronome
interrogativo; aggiungere alla fine della frase
enunciativa (o dichiarativa) una particella interrogativa
come (ma), o (ne), o (ba); far seguire al
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Schede grammaticali
15
verbo principale la sua forma negativa: verbo +
negazione + verbo; tu + andare + non andare + al mercato?
vai al mercato (o non vai)?
Unit 2
Il verbo avere
Avere, insieme al verbo essere, un verbo italiano molto
usato. il corrispettivo del verbo cinese
(yu): avere, possedere. In italiano si usa anche per
indicare condizioni e caratteristiche fisiche (talvolta psico-
logiche) di una persona, oppure per descrivere le caratteri-
stiche di una cosa.
Gli usi del verbo avere
1 Tu hai 20 anni.
2 Lei ha due libri cinesi.
3 Loro hanno caldo?
4 Il cane ha fame.
avere
io ho non ho
tu hai non hai
lui / lei / Lei Ha non ha
noi abbiamo non abbiamo
voi avete non avete
loro hanno non hanno
In cinese il verbo avere (yu) ha il significato di avere
e possedere, ma non si utilizza per indicare let
(Io-28-anni Io ho 28 anni), n per indicare le
caratteristiche fisiche di una persona. Per esempio la
frase Io ho freddo in cinese si struttura cos: Io-molto-
freddo; molto + freddo corrisponde ad avere freddo.
pu avere anche il significato di esserci : Tavolo + sopra
+ + chiavi Sul tavolo ci sono le chiavi.
Gli usi del verbo avere e del verbo essere
Avere
io ho, tu hai...
freddo, fame, sonno, caldo, 80 anni, freddo, paura, sete,
un quaderno, un figlio
Essere
io sono, tu sei...
stanco / a, triste, arrabbiato / a, contento / a, annoiato /
a, felice, sportivo / a, simpatico / a, allegro / a, un inse-
gnante
Attenzione: in italiano, gli aggettivi che seguono il verbo
essere devono concordarsi con il nome nel genere e nel
numero. Per esempio: Wang Lin alta; Marco bello; Al-
berto e Marco sono belli.
La forma negativa del verbo essere e avere
essere
io sono
tu sei
lui / lei
noi siamo
voi siete
loro sono
io non sono
tu non sei
lui / lei non
noi non siamo
voi non siete
loro non sono
avere
io ho
tu hai
lui / lei ha
noi abbiamo
voi avete
loro hanno
io non ho
tu non hai
lui / lei non ha
noi non abbiamo
voi non avete
loro non hanno
In italiano la frase negativa si forma aggiungendo lavver-
bio non davanti al verbo.
Esempio: Maria felice. Maria non felice.
In italiano lavverbio non si usa per tutti i tempi verbali.
Nella lingua cinese invece pu essere tradotto in 2
modi: (b) al tempo presente e (mi) o
(mi yu) quando unazione si conclusa.
Il verbo piacere
In questa Unit hai imparato a usare il verbo piacere per
indicare i gusti e gli hobby di una persona. Le forme princi-
pali di questa funzione sono piace e piacciono e si usano in
genere con i pronomi indiretti (mi, ti, gli / le, ci, vi, gli).
Esempi:
piace + soggetto singolare
Ci piace Roma.
(da far notare agli apprendenti cinesi: il verbo al singola-
re perch si concorda con il soggetto Roma. Il pronome
al plurale: ci = a noi perch non corrisponde al soggetto)
Ti piace il cinema.
piacciono + soggetto plurale
Le piacciono Roma e Firenze.
(linsegnante fa notare questo aspetto agli apprendenti: il
verbo al plurale perch si concorda con il soggetto plura-
le Roma e Firenze. Il pronome al singolare: le = a lei
perch non corrisponde al soggetto)
Vi piacciono la musica e i libri.
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Schede grammaticali
16
Pronomi indiretti
mi
ti
gli / le piace + nome singolare
ci piacciono + nome plurale
vi
gli
La comprensione e lacquisizione del verbo piacere
molto difficile per gli apprendenti cinesi perch nella
loro lingua non esistono i pronomi indiretti. Al loro
posto si utilizzano sempre i pronomi soggetto, la cui
funzione (in questo caso quella di pronomi indiretti) si
riconosce in base alla posizione che occupano nella
frase. In cinese il verbo piacere presenta questa
costruzione: Io + (xhuan) piacere + riso Mi
piace il riso.
Gli aggettivi che indicano la nazionalit
Laggettivo una parola che si usa per fornire uninforma-
zione o per indicare una caratteristica del nome a cui si ri-
ferisce. Si concorda grammaticalmente con il nome nel
genere (maschile / femminile) e nel numero (singolare /
plurale). In questa Unit abbiamo incontrato gli aggettivi
che indicano la provenienza e la nazionalit di una perso-
na.
Esempio: Wang cinese.
Gli aggettivi che indicano la nazionalit possono finire in
-ese, -ana, -ina o altro. Siccome non c una regola fissa,
ti consigliamo di impararli a memoria.
nazione nazionalit / cittadinanza citt (capitale)
Cina cinese Pechino
Albania albanese Tirana
Francia francese Parigi
India indiana Nuova Delhi
Colombia colombiana Bogot
Italia italiana Roma
Tunisia tunisina Tunisi
Algeria algerina Algeri
Marocco marocchina Rabat
I pronomi e gli aggettivi interrogativi
Sono parole che servono per formulare le domande. In ci-
nese gli interrogativi sono fissi, nella lingua italiana ce ne
sono alcuni invariabili e altri variabili in base al genere
(maschile / femminile) e al numero (singolare / plurale)
del nome che accompagnano, come quanto e quale.
gli interrogativi esempi
Chi? Si usa per le persone Chi Sun Min?
Che? /
Che cosa?
Si usa per le cose Che cosa ti
piace?
Quale? /
Quali?
Si usa per chiedere di
specificare una cosa o
una persona
Quali lingue
parli?
Quanto / i?
Quanta / e?
Quanto?
Si usa per la quantit Quanti anni
hai?
Quanto costa?
Dove? Si usa per il luogo Di dove sei?
Quando? Si usa per il tempo Quando vai a
scuola?
Come? Si usa per il modo Come sei tu?
Perch? Si usa per la ragione
(chiedere o spiegare
qualcosa)
Perch studi
italiano?
Unit 3
Il nome
In italiano usiamo il nome per indicare cose concrete o
astratte, persone e animali; il nome assume diverse forme.
La vocale (a, e, i, o, u) che si trova alla fine della parola
indica se il nome maschile o femminile, singolare o plu-
rale.
In genere le parole che terminano in -a sono femminili,
quelle che terminano in -o sono maschili. Le parole che fi-
niscono in -e possono essere o maschili o femminili.
Al femminile plurale la vocale -a del singolare diventa -e; al
maschile plurale la vocale -o del singolare diventa -i; nelle
parole che al singolare finiscono per -e (sia maschili che
femminili) la vocale si trasforma in -i.
Per riconoscere il genere (maschile / femminile) del nome
che finisce in -e, ti sar molto utile notare gli articoli, deter-
minativi o indeterminativi; in assenza dellarticolo, puoi
usare il dizionario.
singolare plurale esempi
maschile -o -i quadro / quadri
femminile -a -e scrivania / scrivanie
maschile /
femminile
-e -i lavatrice / lavatrici
ascensore / ascensori
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Schede grammaticali
17
Attenzione: ci sono diversi nomi che non seguono lo
schema indicato e che studierai in seguito.
Ecco una lista di parole maschili e femminili che terminano
in -e al singolare e in -i al plurale.
F stazione / i
M fiore / i
M ristorante / i
M cellulare / i
F chiave / i
M mare / i
F luce / i
M cane / i
M colore / i
M pane / i
M salame / i
F neve / i
F nave / i
M fiume / i
F legge / i
M cuore / i
M sangue
M miele
M padre / i
F madre / i
F canzone / i
M dente / i
M mese / i
F gente / i
In cinese il nome invariabile: non c infatti
distinzione di genere (maschile / femminile) e di
numero (singolare / plurale). Inoltre, assente la
nozione di maschile e femminile per gli oggetti inanimati;
per esempio tavolo in cinese non n maschile n
femminile.
I numeri ordinali
I numeri ordinali indicano lordine di successione di ele-
menti (piani, livelli), mentre i numeri cardinali indicano la
quantit. Gli ordinali cambiano la vocale finale (a, e, i, o, u)
in base al nome, al contrario dei numeri cardinali.
Per memorizzare i numeri ordinali da 1 a 10 devi usare
la memoria. Invece, da 11 in poi puoi formarli tu elimi-
nando la vocale finale e aggiungendo -esimo al numero
cardinale: 18 18 = diciotto + esimo = diciottesimo.
In cinese esiste il prefisso (d) che, usato davanti a
un numero cardinale, lo trasforma in ordinale.
Esempio: + 18 + piano diciottesimo piano.
C / ci sono
In questa Unit hai studiato luso del verbo essere + ci; in
particolare hai imparato due forme di questo verbo, c e ci
sono; la terza persona singolare e la terza persona plurale.
Queste non sono le uniche forme che esistono del verbo,
ma sono quelle che servono per indicare la presenza di
qualcosa o di qualcuno in un posto e per descrivere un luo-
go o un ambiente, come la casa.
Osserva: c + nome singolare / ci sono + nome plurale
Esempio: In soggiorno
c il divano.
In cucina ci sono le
sedie.
La forma negativa di c / ci sono :
non c + nome singolare / non ci sono + nome plurale
Esempio: In soggiorno non c il divano.
In soggiorno non ci sono le sedie.
Il verbo che corrisponde in cinese a c / ci sono
(yu, vedi Sintesi grammaticale, Unit 2), che anche il
corrispettivo del verbo avere in italiano. Come in
italiano serve per indicare la presenza di qualcosa, di
qualcuno o di un animale in un luogo. In cinese ha una
forma fissa e per questo non cambia se seguito da un
nome singolare o plurale, come in italiano. Si
comprende da qui la difficolt dei cinesi a utilizzarlo
correttamente.
Esempio: (zi, con la funzione di preposizione) +
un luogo + (yu) esserci + persona / cosa / animale
Gli aggettivi indefiniti
Gli aggettivi indefiniti indicano una quantit non definita.
Sono sempre usati insieme a un nome e quindi cambiano
la vocale finale per concordarsi con il sostantivo cui si rife-
riscono. I pi comuni sono:
molto / molti molta /
molte
tanto / tanti tanta /
tante
poco / pochi poca /
poche
alcuni / alcune (esiste
solo la forma plurale)
tutto / tutti tutta /
tutte
troppo / troppi troppa
/ troppe
Gli aggettivi indefiniti si collocano nelle frasi dopo il verbo
e prima del sostantivo.
Osserva la loro posizione nelle frasi con c o ci sono:
Esempi: C molto spazio. C poca birra.
Ci sono molti mobili. Ci sono tante sedie.
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Schede grammaticali
18
Unit 4
Il nome
La vocale (a, e, i, o, u) che si trova alla fine del nome
lindicatore del genere (maschile / femminile) e del nume-
ro (singolare / plurale). Secondo lo schema che abbiamo
studiato nellUnit 3 un gran numero di sostantivi si com-
porta in questo modo:
il nome
maschile o / i libro - libri
femminile a / e penna - penne
maschile /
femminile
stazione - stazioni (F)
e / i
fiore - fiori (M)
Ci sono per alcuni nomi femminili che terminano in -o.
la mano
la moto(cicletta)
lauto(mobile)
la radio
la foto(grafia)
(le parole moto, auto e foto sono abbreviazioni di: motoci-
cletta, automobile e fotografia)
Viceversa, ci sono alcuni nomi maschili che terminano in
-a, come i seguenti:
il sistema
il programma
il tema
il cinema
il panorama
il diploma
il papa
il gorilla
il poeta
(i nomi che finiscono in -ma possono essere di origine gre-
ca)
Esistono anche nomi che terminano in -i che possono es-
sere maschili o femminili singolari:
Esempi: la crisi (f.)
la tesi (f.)
il brindisi (m.)
I nomi di professioni
Indichiamo nello schema seguente i suffissi di molti nomi
che indicano le professioni:
singolare maschile singolare femminile
-re (il cameriere) -ra (la cameriera)
-e (il professore) -essa (la professoressa)
-ante (il negoziante) -ante (la negoziante)
-tore (il venditore) -trice (la venditrice)
-ista (il barista) -ista (la barista)
-o (lavvocato) -o (lavvocato)
-aio (il macellaio) -aia (la macellaia)
plurale maschile plurale femminile
-ri (i camerieri) -re (le cameriere)
-i (i professori) -esse (le professoresse)
-anti (i negozianti) -anti (le negozianti)
-tori (i venditori) -trici (le venditrici)
-isti (i baristi) -iste (le bariste)
-i (gli avvocati) -i (gli avvocati donne)
-ai (i macellai) -aie (le macellaie)
Le preposizioni di luogo
Le preposizioni di luogo sono usate nella frase per introdur-
re i luoghi. Possono essere semplici o unite allarticolo de-
terminativo; in presenza dellarticolo si chiamano preposi-
zioni articolate.
La preposizione una parola invariabile che precede un
nome, un pronome o un verbo allinfinito.
Le preposizioni semplici sono:
di
a
da
in
con
su
per
tra / fra
In cinese esistono le preposizioni semplici, ma non
quelle articolate; si trovano sempre davanti al nome o
al pronome. Non tutte le preposizioni italiane hanno il
corrispettivo in lingua cinese perch al loro posto il
cinese usa altre parole o espressioni.
Per esprimere il complemento di stato in luogo (,
zi + luogo) o il complemento di moto da luogo (
cng + luogo) si usano dei caratteri che svolgono la
stessa funzione delle nostre preposizioni. Ma ricorda:
con i verbi di moto come andare e venire dopo il verbo
segue il luogo: soggetto + (q) + luogo Io andare
Pechino Io vado a Pechino.

Per parlare dei luoghi normalmente usiamo a


/ in con o senza larticolo determinativo.
Esempio: Linsegnante insegna a scuola
Il barista lavora al (a + il = al) bar
Per saperne di pi vai allUnit 6.
Per ora ricorda che le preposizioni di luogo
nella frase servono per introdurre un luogo.
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Schede grammaticali
19
Il presente indicativo dei verbi regolari
lavorare prendere dormire
io lavoro io prendo io dormo
tu lavori tu prendi tu dormi
lui / lei lavora lui / lei prende lui / lei dorme
noi lavoriamo noi prendiamo noi dormiamo
voi lavorate voi prendete voi dormite
loro lavorano loro prendono loro dormono
Ricorda: in italiano i verbi sono classificati in 3 coniugazio-
ni, le quali sono segnalate dalle terminazioni -are, -ere, -ire
dellinfinito. La forma dellinfinito (lavorare, prendere, dor-
mire) serve come base del verbo per costruire i vari tempi
verbali, come il presente. Infatti, per coniugare il presente,
sostituiamo le terminazioni dellinfinito con le desinenze
proprie del presente in quella coniugazione.
In italiano si usa il presente per esprimere:
unazione che succede nel momento in cui si parla o si
scrive (Scrivo questa lettera per dirti);
unazione abituale (Tutti i giorni faccio colazione al bar);
un dato di fatto: (Lacqua bolle a 100 gradi);
per unazione futura vicina al presente (Domani parto
per Firenze);
per esprimere un comando, al posto dellimperativo
(Adesso mi aiuti a fare i compiti).
Unit 5
Il presente dei verbi irregolari e dei verbi in -isc
I verbi irregolari si chiamano cos perch non seguono uno
schema fisso di coniugazione (come quello visto nella Sin-
tesi grammaticale dellUnit 4, che proprio dei verbi re-
golari). Un verbo irregolare si riconosce perch le coniuga-
zioni del presente o di altri tempi verbali rilevano dei
cambiamenti nella radice o nella desinenza verbale.
Puoi ricordare le forme del presente dei verbi irregolari at-
traverso la pratica e la memorizzazione.
andare fare
io vado faccio
tu vai fai
lui / lei / Lei va fa
noi andiamo facciamo
voi andate fate
loro vanno fanno
Ecco uno schema con i verbi irregolari pi comuni delle 3
coniugazioni:
avere
ho
hai
ha
abbiamo
avete
hanno
essere
sono
sei

siamo
siete
sono
dire
dico
dici
dice
diciamo
dite
dicono
dare
do
dai
da
diamo
date
danno
bere
bevo
bevi
beve
beviamo
bevete
bevono
uscire
esco
esci
esce
usciamo
uscite
escono
stare
sto
stai
sta
stiamo
state
stanno
rimanere
rimango
rimani
rimane
rimaniamo
rimanete
rimangono
venire
vengo
vieni
viene
veniamo
venite
vengono
scegliere
scelgo
scegli
sceglie
scegliamo
scegliete
scelgono
salire
salgo
sali
sale
saliamo
salite
salgono
spegnere
spengo
spegni
spegne
spegniamo
spegnete
spengono
I verbi capire, finire, costruire, pulire, ecc, si coniugano al
presente indicativo aggiungendo la sillaba -isc, ma non in
tutte le persone verbali.
Osserva il presente dei verbi come capire nella tabella.
capire
capisco
capisci
capisce
capiamo
capite
capiscono
finire
finisco
finisci
finisce
finiamo
finite
finiscono
preferire
preferisco
preferisci
preferisce
preferiamo
preferite
preferiscono
dimagrire
dimagrisco
dimagrisci
dimagrisce
dimagriamo
dimagrite
dimagriscono
Nella coniugazione di verbi che allinfinito terminano con
-care o -gare, come il verbo giocare o pagare, si aggiunge
una h dopo la c o la g alla seconda persona singolare e alla
prima persona plurale (tu e noi).
Esempi: tu giochi, noi paghiamo.
dimenticare
dimentico
dimentichi
dimentica
dimentichiamo
dimenticate
dimenticano
cercare
cerco
cerchi
cerca
cerchiamo
cercate
cercano
pagare
pago
paghi
paga
paghiamo
pagate
pagano
pregare
prego
preghi
prega
preghiamo
pregate
pregano
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Schede grammaticali
20
Larticolo determinativo
In italiano larticolo determinativo accompagna spesso un
sostantivo e indica una persona, una cosa o un animale
definiti, o conosciuti da chi ascolta o legge.
Larticolo precede il nome (articolo + nome) e si concorda
con esso nel genere (maschile / femminile) e numero (sin-
golare / plurale).
Gli articoli determinativi
nome femminile singolare
la + nome femminile sing. che inizia per consonante:
la penna, la casa
l + nome femminile sing. che inizia per vocale: a / e / i
/ o / u:
lamica, larte
nome maschile singolare
il + nome che inizia per consonante:
il quaderno, il libro
lo + nome che inizia per s + consonante (sb, sc, sf), z,
pn, gn, ps, x, y:
lo sbaglio, lo studente, lo zaino
l + nome che inizia per vocale: a / e / i / o / u:
lamico, luomo
nome femminile plurale
le + nome che inizia per consonante:
le penne, le case
le + nome che inizia per vocale:
le amiche, le arti
nome maschile plurale
i + nome che inizia per consonante generica:
i quaderni, i libri
gli + nome che inizia per s + consonante (sb, sc, sf ), z,
pn, gn, ps, x, y:
gli sbagli, gli studenti, gli zaini
gli + nome che inizia per vocale:
gli amici, gli uomini
Larticolo determinativo si usa davanti al nome, in
genere:
quando il nome si riferisce a un elemento ben preciso (il
gatto, la casa)
con i colori, con i nomi astratti o nomi che hanno un si-
gnificato generale (la felicit, il giallo)
con parti del corpo o vestiti (locchio, i pantaloni)
con le date quando non sono precedute dai giorni della
settimana (il 3 ottobre, il 1990)
nelle descrizioni fisiche, con il verbo avere (ha i capelli
biondi)
Larticolo determinativo in genere non si usa:
nelle numerazioni (1, 2, 3);
davanti ai nomi di citt (Roma, Firenze), tranne in alcuni
casi (il Cairo, La Spezia);
con alcune indicazioni di luogo (andare a scuola, tornare
a casa);
Laggettivo
Gli aggettivi in genere forniscono uninformazione o indica-
no una qualit del nome che accompagnano. Al contrario
del cinese, cambiano in base al genere (maschile / femmi-
nile) e al numero (singolare / plurale) del nome.
Gli aggettivi pi frequenti appartengono a 2 categorie:
Categoria 1
maschile femminile
singolare plurale singolare plurale
educato educati educata educate
Esempi:
Anna una ragazza educata.
Anna e Antonia sono due ragazze educate.
Marco un ragazzo educato.
Mario e Giovanni sono due ragazzi educati.
Categoria 2
maschile femminile maschile femminile
singolare plurale
intelligente intelligenti
Esempi:
Li una bambina intelligente.
Li e Mei sono due bambine intelligenti.
Chen un bambino intelligente.
Chen e Xiao sono due bambini intelligenti.
Attenzione: di solito laggettivo segue il nome (bambino
intelligente), ma ci sono alcuni casi in cui pu essere usato
prima o dopo il nome. In questi casi laggettivo assume si-
gnificati diversi in base alla posizione nellenunciato.
Osserva le seguenti espressioni: un amico vecchio un vec-
chio amico; una donna povera una povera donna.
Gli avverbi
Al contrario degli aggettivi, gli avverbi sono parole invaria-
bili che non cambiano forma.
Molto, tanto, poco sono avverbi quando sono uniti a un ag-
gettivo, a un verbo o a un altro avverbio:
Esempi: Jinjin molto timida. (timida un aggettivo)
Il vestito costa molto. (costa un verbo)
Attenzione: molto, tanto, poco possono essere anche ag-
gettivi quando sono uniti a un nome; in questo caso si con-
cordano con il nome nel genere e nel numero:
Esempio: Jinjin ha molti amici. (amici un nome)
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Schede grammaticali
21
Unit 6
Il verbo volere
Usiamo il presente indicativo del verbo volere (voglio, vuoi, vuole) per esprimere un desiderio: Voglio comprare un cellu-
lare nuovo.
Usiamo il presente condizionale del verbo volere (vorrei, vorresti, vorrebbe) per esprimere una richiesta gentile in un ne-
gozio o in unaltra situazione formale: Vorrei un caff per favore; oppure per esprimere un desiderio ideale, cio difficile
da realizzare: Vorrei avere una Ferrari.
In cinese per esprimere un desiderio o fare una richiesta si usano due forme: (yo) e la pi formale
(xingyo) che quella che pi si avvicina al significato del condizionale del verbo volere. Tuttavia per esprimere una
richiesta gentile e formale in cinese si usa pi spesso la prima forma, costituita dal verbo , unito alle espressioni per
favore, va bene, grazie.
volere
presente indicativo presente condizionale
io voglio
tu vuoi
lui / lei / Lei vuole
noi vogliamo
voi volete
loro vogliono
io vorrei
tu vorresti
lui / lei / Lei vorrebbe
noi vorremmo
voi vorreste
loro vorrebbero
Osserva:
Volere + sostantivo
Io voglio un cellulare nuovo
Buongiorno, vorrei un cellulare Nokia.
Volere + verbo allinfinito
Io voglio comprare un cellulare nuovo.
(presente indicativo di volere + infinito)
Buongiorno, vorrei comprare un cellulare.
(condizionale presente di volere + infinito)
Le preposizioni
In italiano le preposizioni servono per introdurre il luogo, il tempo, la causa, il modo, il fine di unazione, o altro.
Le preposizioni semplici: di, a, da, in, con, su, per, tra, fra
Le preposizioni di, a, da, in, su si uniscono allarticolo determinativo (il, lo, l) e formano le preposizioni articolate.
Questo non accade alle preposizioni con, per, tra / fra. Osserva la tabella che segue:
+ il libro lo zio lamico / a la scuola i libri gli zii le amiche / scuole
di del libro dello zio dellamico / amica della scuola dei libri degli zii delle amiche / scuole
a al allo all alla ai agli alle
da dal dallo dall dalla dai dagli dalle
in nel nello nell nella nei negli nelle
su sul sullo sull sulla sui sugli sulle
con con il con lo con l con la con i con gli con le
per per il per lo per l per la per i per gli per le
tra / fra tra il
fra il
tra lo
fra lo
tra l
fra l
tra la
fra la
tra i
fra i
tra gli
fra gli
tra le
fra le
Per ricordare gli usi delle preposizioni di luogo a, al, in, da, vedi p. 121.
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Schede grammaticali
22
I verbi di movimento con le preposizioni
andare

a casa, scuola
a Genova
a piedi
in Cina, ufficio
in Via Dante 3
in auto
da Giulio (a casa di Giulio)
dal medico (allo studio medico)
da casa a scuola
venire

a casa, scuola
a Genova
a piedi
in Cina, ufficio
in Via Dante 3
in auto
da Giulio (a casa di Giulio)
da casa a scuola
partire

da casa, scuola
da Bologna
per Salerno
per la Spagna
tornare

a casa, scuola
a Genova
a piedi
in Cina, ufficio
in Via Dante 3
in auto
dal dottore (allo studio del dottore)
dallufficio
entrare

a casa, scuola in ufficio


nel negozio
uscire

da casa
da scuola
dal negozio
Nella lingua cinese, come abbiamo gi accennato in precedenza, le preposizioni hanno la stessa funzione di quelle
italiane e sono seguite da un nome o da un pronome. Esse precedono il verbo. Ricordiamo che in cinese i verbi di
moto, al contrario di quelli italiani che sono intransitivi, sono seguiti direttamente dal luogo. Quando si devono usare
espressioni del genere da Sara (per dire a casa di Sara), si aggiunge accanto al nome la parola (ji), casa: Io +
andare + Sara + Io vado a casa di Sara.
I nomi numerabili e non numerabili
Si chiamano numerabili i sostantivi che indicano oggetti che possiamo contare: una penna, due penne, tre sedie; gli altri
si chiamano non numerabili perch non si possono contare. In questi casi, al posto di uno, due, ecc. si usa larticolo
partitivo del: del vino (= un po di vino); oppure si usano espressioni come un bicchiere di vino.
In cinese per esprimere la quantit si usano delle particelle chiamate classificatori (ne esistono pi di un centinaio),
cio delle particelle che si posizionano fra il numero e il nome e servono per specificare la quantit attribuita a un
nome o alla categoria di nomi (di solito, la categoria rappresentata da una propriet attribuita al nome). Per
esempio, (bn) il classificatore per i libri o le riviste (zh ben shu: questo + classificatore + libro: questo libro).
In italiano possiamo associare al classificatore espressioni come: una bottiglia di una scatola di un paio di...
Larticolo partitivo
Della, dell, dello, del, delle, degli servono per indicare una quantit non definita di oggetti e prodotti. Significano: un po di
qualcosa e si usano con i nomi non numerabili.
Larticolo indeterminativo
Un, uno, una, un indicano una cosa, una persona, un animale non nominato prima o di cui si parla in modo generico.
Esempio: Conosco un uomo cinese.
Gli articoli indeterminativi si possono associare a nomi numerabili (per esempio: un quaderno).
(Larticolo determinativo indica invece una persona, cosa o animale definito, o che conosciuto da chi ascolta o legge.
Esempio: Conosco luomo cinese che ha il negozio di articoli per la casa).
Gli articoli indeterminativi si possono associare a nomi numerabili (per esempio: un quaderno), mentre larticolo partitivo
ai nomi non numerabili.
Il plurale dellarticolo indeterminativo non ha forme proprie, e si forma con la preposizione di + articolo determinativo (dei,
degli, delle); al plurale ha il significato di: alcuni, alcune.
Esempio: un quaderno dei quaderni / alcuni quaderni.
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Schede grammaticali
23
articolo partitivo e articolo indeterminativo singolare
nome femminile singolare non numerabile nome femminile plurale numerabile
della + nome femminile sing. che inizia per consonante:
della carne
una + nome che inizia per consonante:
una caramella
dell + nome femminile sing. che inizia per vocale: a / e / i
/ o / u:
dellinsalata
un + nome che inizia per vocale:
unamica
nome maschile singolare non numerabile nome maschile singolare numerabile
del + nome che inizia per consonante:
del burro
un + nome che inizia con vocale e consonante generica:
un amico, un libro
dello + nome che inizia con s + consonante (sb, sc, sf), z,
pn, gn, ps, x, y:
dello zucchero
uno + nome che inizia per s + consonante (sb, sc, sf ), z,
pn, gn, ps, x, y:
uno sbaglio, uno yogurt
dell + nome che inizia per vocale: a / e / i / o / u:
dellaglio
articolo determinativo plurale
femminile plurale maschile plurale
delle + nome femminile plurale che inizia per vocale e
consonante:
delle isole, delle sedie
dei + nome maschile plurale che inizia per consonante:
dei libri
degli + nome maschile plurale che inizia per s + consonan-
te (sb, sc, sf), z, pn, gn, ps, x, y:
degli sbagli, degli zaini
degli + nome maschile plurale che inizia per vocale:
degli uomini
Quanto
Quanto serve per fare una domanda sulla quantit. varia-
bile quando unito a un nome, invariabile quando unito
a un verbo:
Quanto + nome maschile singolare (non numerabile)
Quanto pane vuole?
Quanta + nome femminile singolare (non numerabile)
Quanta carne compra?
Quanti + nome maschile plurale (numerabile)
Quanti quaderni vuole?
Quante + nome femminile plurale (numerabile)
Quante penne vuole?
Per chiedere il prezzo
Come gi accennato, in italiano per chiedere il prezzo si usa
quanto + costa / costano (in concordanza con il numero
del sostantivo usato):
Esempi: Quanto costa la giacca?
Quanto costano i pantaloni?
La lingua cinese non ha variazioni come litaliano e, per
rendere il significato e luso di quanto, usa il carattere
(j) nella forma interrogativa, con il significato di
quanti per quantit inferiori a 10, seguito da un
classificatore: + (g) classificatore + persone?
Quante persone? Per le quantit superiori a 10 si pu
utilizzare il pronome interrogativo (dushao),
quanti:
+ (g) classificatore + persone? Quante
persone?
Anche per chiedere il prezzo si usa il pronome
interrogativo (dusho): + (qin) soldi.
unespressione invariabile che non ha variazioni, a
differenza dellitaliano.
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Schede grammaticali
24
Unit 7
I verbi riflessivi
I verbi riflessivi indicano che lazione compiuta dal sogget-
to ricade direttamente sul soggetto stesso. Sono accom-
pagnati dal pronome riflessivo: pronome riflessivo (mi, ti, si,
ci, vi, si) + verbo.
Osserva gli esempi:
Marzia veste la sua bambina (Marzia veste unaltra perso-
na)
Marzia si veste (Marzia veste se stessa)
Nella seconda frase lazione compiuta dal soggetto Marzia si
riflette su Marzia stessa (Marzia veste Marzia).
Nella lingua cinese, al posto del pronome riflessivo,
si utilizza il carattere (ziji), un rafforzativo
dell'azione del soggetto che ha una funzione simile a
quella dei pronomi riflessivi italiani.
alzarsi (-are) sedersi (-ere) vestirsi (-ire)
io mi alzo mi siedo mi vesto
tu ti alzi ti siedi ti vesti
lui /
lei /
Lei
si alza si siede si veste
noi ci alziamo ci sediamo ci vestiamo
voi vi alzate vi sedete vi vestite
loro si alzano si siedono si vestono
Oltre ai verbi riflessivi, in italiano ci sono altri verbi che
usano la stessa forma pur non essendo realmente riflessivi.
Sono:
verbi riflessivi reciproci, per esempio salutarsi: lespres-
sione ci salutiamo indica che io saluto te e tu saluti me.
Visto che coinvolgono sempre pi di un soggetto (lazio-
ne appunto reciproca fra due o pi soggetti) hanno
solo la forma plurale: noi ci salutiamo, voi vi salutate,
loro si salutano;
verbi che hanno la forma riflessiva ma esprimono una-
zione che non ricade sul soggetto: Lin si arrabbia sempre
con la sua amica Maria. Tra questi ricordiamo: arrab-
biarsi, dimenticarsi, ricordarsi, annoiarsi, spaventarsi, di-
vertirsi;
verbi usati in modo riflessivo (soprattutto nella lingua
parlata) per rendere linformazione pi personale e con-
notata affettivamente. Per esempio: mi mangio una piz-
za; mi fumo una sigaretta.
I verbi riflessivi pi comuni (veri e apparenti) sono: chia-
marsi, guardarsi, lavarsi, alzarsi, pettinarsi, svegliarsi, fer-
marsi, vestirsi, sentirsi, mettersi, farsi (la doccia, la barba),
truccarsi, asciugarsi, addormentarsi, trasferirsi.
I pi comuni verbi riflessivi reciproci: amarsi, sposarsi, ab-
bracciarsi, baciarsi, conoscersi, incontrarsi.
Gli avverbi di frequenza
Gli avverbi sono parole invariabili che servono per fornire
uninformazione relativa a verbi, aggettivi o a un altro av-
verbio a cui si affiancano. Esistono diversi tipi di avverbi: di
luogo, di tempo, di modo, di quantit, ecc.
Quelli che hai usato in questa Unit sono gli avverbi di fre-
quenza, perch indicano con quale frequenza si svolge
unazione, cio rispondono alla domanda Quante volte?
A differenza dellitaliano, gli avverbi cinesi si trovano
generalmente prima o dopo il soggetto e prima del
verbo.
In italiano la posizione dell'avverbio di frequenza nella fra-
se non fissa e varia a seconda dell'avverbio in uso:
Prima del verbo: di solito / qualche volta / a volte mangio
al ristorante.
Prima o dopo del verbo: Mangio tutti i giorni al ristoran-
te. / Ogni giorno vado a scuola. /
Vado al parco due volte a settimana / raramente.
Subito dopo il verbo: Mangio sempre / spesso a casa. /
Non vado mai a teatro.
Il presente del verbo piacere + pronomi indiretti
Abbiamo gi studiato il verbo piacere nella sua funzione di
esprimere i gusti e gli interessi di una persona. La partico-
larit di questo verbo che non si utilizza con i pronomi
soggetto (io, tu, lui, lei, Lei, noi, voi, loro), ma con i pronomi
indiretti mi, ti, gli, le, Le, ci, vi, gli; in pi il verbo si usa nella
forma al singolare piace, e in quella al plurale, piacciono (e
non nelle 6 forme in cui normalmente si coniuga un verbo
italiano).
Esempi: Mi piace il gelato.
Ci piacciono i dolci.
Come abbiamo accennato prima, in cinese non esistono
i pronomi indiretti e il verbo piacere , (sh
xhuan) invariabile. Si comporta in questo modo:
soggetto-verbo-complemento oggetto; per esempio la
frase Ti piacciono / A te piacciono le mele in cinese ha
questa struttura: Tu + piacere + mele, dove tu il soggetto
e le mele il complemento oggetto.
I pronomi indiretti: a chi piace?
A + nome di
persona
pronome
forte
pronome
debole
a me mi
piace
piacciono
a te ti
a Yu a lui gli
a Lin a lei le
al Signor Wang a Lei Le
a me e a te a noi ci
a te e a Marco a voi vi
a Mario e a Qu a loro gli
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Schede grammaticali
25
Il pronome indiretto si usa con tutti i verbi che rispondono
alla domanda a chi?, come il verbo piacere. La forma a me
o a + nome di persona (a Marco) si usa quando si vuole
esplicitare o rimarcare la persona a cui piace qualcosa (for-
ma forte); quando non c questa intenzione si usa la for-
ma mi (forma debole).
A me mi piace la mela e A te ti piace la mela non sono frasi
corrette perch utilizzare di seguito le due forme (forte e
debole) del pronome equivale a una ripetizione, scorretta
in italiano.
Sono scorrette anche le forme: Tu piace la mela (perch si
usa il pronome soggetto tu al posto del pronome indiretto
ti); Tu ti piace la mela (perch si usa il pronome soggetto tu
al posto del pronome indiretto e c una ripetizione, con il
pronome indiretto ti).
Le forme corrette sono: Ti piace la mela, A te piace la mela.
La forma negativa del verbo piacere non facile da memo-
rizzare perch il non cambia posizione in base alla forma
del pronome indiretto (a me non piace / non mi piace).
Ci sono alcuni verbi che hanno lo stesso uso del verbo pia-
cere: bastare, servire, sembrare, interessare, mancare. Han-
no anchessi una forma singolare e una plurale e si usano
con i pronomi indiretti (basta / bastano, serve / servono,
sembra / sembrano, interessa / interessano, manca /
mancano + mi, ti, gli, le, ci, vi, gli).
Esempi:
A Qu Min serve un libro per imparare litaliano?
S, gli serve un libro per imparare litaliano.
A te servono questi libri di storia?
S, mi servono, grazie.
A lei interessa la storia di Italia?
No, non le interessa molto.
A noi interessano le opere letterarie?
S, ci interessano.
I verbi come credere, rispondere, telefonare e volere bene (a
qualcuno) si usano con i pronomi indiretti come il verbo
piacere perch rispondono alla domanda: a chi? Tuttavia
sono diversi dal verbo piacere perch si coniugano con i
pronomi personali soggetto (io telefono, tu telefoni, lui / lei
telefona ecc.), mentre il pronome indiretto usato per indi-
care la persona cui diretta lazione.
Osserva la struttura della frase:
(Tu) telefoni a Wang Lin tutti i giorni?
S, (io) le telefono tutti i giorni.
Maria vuole bene al fidanzato?
No, (lei) non gli vuole bene.
Gli avverbi e le congiunzioni
Anche, neanche, neppure, nemmeno, invece in grammatica
sono avverbi o congiunzioni. Si usano con il verbo piacere
quando intendiamo confermare o condividere un enuncia-
to affermativo o negativo:
A me piacciono i dolci.
Anche a Marco piacciono i dolci.
A me non piace guardare la televisione.
Anche a Lin non piace guardare la televisione .
Neanche / Nemmeno / Neppure a Lin piace guarda-
re la televisione.
Invece introduce una contraddizione rispetto a unafferma-
zione precedente.
A me piace la musica new age.
Invece a Min piace la musica rock.
Il passato prossimo
Il passato prossimo un tempo verbale usato per parlare
del passato e indica una o pi azioni ed eventi che si sono
svolti e si sono conclusi in un passato recente o in un pas-
sato lontano che ha effetti sul presente.
Nellitaliano di oggi il passato prossimo molto usato an-
che quando parliamo di un passato che non ha effetti e
conseguenze sul tempo presente.
Esempio: Sono andata a Pechino dieci anni fa.
In cinese per descrivere unazione che si conclusa nel
passato si aggiunge nella frase un indicatore temporale
(ieri, prima, il mese scorso, un anno fa, ecc.) o delle
particelle temporali: (le), che indica laspetto
perfettivo di unazione (cio il fatto che lazione si
conclusa) e (gu), che invece sottolinea laspetto
esperienziale di unazione (lazione conclusa ma ci
cui si d risalto il fatto di averne avuto esperienza).
In italiano il passato prossimo si coniuga con il presente di
avere o essere, seguito dal participio passato.
Presente di avere + participio passato regolare o irrego-
lare
Presente di essere + participio passato regolare o irrego-
lare
participio passato dei verbi regolari
lavorare credere dormire
lavorato creduto dormito
participio passato dei verbi irregolari
fare leggere scoprire
fatto letto scoperto
Il passato prossimo si forma con avere quando il verbo
transitivo, cio con i verbi che sono accompagnati da un
oggetto diretto:
Oggi Lin mangia una mela. Ieri Lin ha mangiato una
mela.
Che cosa ha mangiato? Una mela.
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Schede grammaticali
26
Una mela loggetto diretto (o complemento oggetto),
ovvero una parte dopo il verbo direttamente collegata a
esso. Pu essere una cosa, (per esempio una mela), o
una persona:
Ieri ho incontrato Marco.
Chi ho incontrato? Marco. (Marco loggetto diretto)
Osserva la tabella:
passato prossimo con lausiliare avere
presente
indicativo di
avere
-are
mangiare
-ere
ricevere
-ire
dormire
io ho mangiato ricevuto dormito
tu hai mangiato ricevuto dormito
lui /
lei /
Lei
ha mangiato ricevuto dormito
noi abbiamo mangiato ricevuto dormito
voi avete mangiato ricevuto dormito
loro hanno mangiato ricevuto dormito
passato prossimo con lausiliare essere
presente indicativo di essere participio passato
sono andato / a
sei caduto / a
uscito / a
siamo andati / e
siete caduti / e
sono usciti / e
Le preposizioni di tempo
fa (): Ho mangiato due ore fa.
tra / fra ( ): Arrivo a Roma fra 5 giorni.
per (, ): Vado a Parigi (per) 6 mesi.
da ( ): Il film iniziato da 20 minuti.
da a ( ): Vado in Cina da gennaio a marzo.
in ( ): Ho cenato in 10 minuti.
Unit 8
Il passato prossimo
avere + participio
passato
essere + participio
passato
io
tu
lui/lei/Lei
noi
voi
loro
ho mangiato
hai mangiato
ha mangiato
abbiamo mangiato
avete mangiato
hanno mangiato
sono andato / a
sei andato / a
andato / a
siamo andati / e
siete andati / e
sono andati / e
Il passato prossimo dei verbi transitivi si forma con lausilia-
re avere. Si usa invece lausiliare essere per formare il pas-
sato prossimo dei seguenti verbi:
alcuni verbi di movimento (entrare, uscire, andare, arriva-
re, tornare, partire, venire, fuggire ecc.);
tutti i verbi riflessivi (svegliarsi, alzarsi, lavarsi, addormen-
tarsi ecc.);
i verbi di stato (stare, rimanere, restare, durare ecc.);
i verbi che indicano cambiamento di condizione (diven-
tare, morire, nascere, iniziare, invecchiare, dimagrire, in-
grassare, tramontare, sorgere ecc.);
i verbi impersonali (piacere, dispiacere, bastare, succede-
re, sembrare, accadere, dipendere ecc.).
Il participio passato
Le forme del participio passato regolare sono:
-are -ato; -ere -uto; -ire -ito.
I participi passati di alcuni verbi irregolari
accendere acceso
fare fatto
scendere sceso
aprire aperto
leggere letto
spegnere spento
chiedere chiesto
mettere messo
spendere speso
chiudere chiuso
morire morto
stare stato
conoscere conosciuto
nascere nato
vedere visto
correre corso
perdere perso
venire venuto
cuocere cotto
piacere piaciuto
vivere vissuto
dire detto
prendere preso
essere stato
rimanere rimasto
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Schede grammaticali
27
Gli indicatori temporali
Ecco alcune delle parole utili per indicare quando si svolge
unazione:
gi: Ho gi finito il lavoro. (dovevo finire il lavoro pi
tardi)
appena: Ho appena telefonato a mia madre. (la telefo-
nata terminata 30 secondi fa, un minuto fa da po-
chissimo tempo!)
ancora: Ho ancora fame.
non ancora: Giulia non ha ancora trovato un lavoro.
Ancora, appena, non ancora, gi quando si usano insieme
al passato prossimo vanno inseriti tra lausiliare (presente
di essere o avere) e il participio passato.
Esempi:
Non ho ancora mangiato.
Ho gi finito di pranzare.
Lin appena arrivata in Italia.
Di seguito trovi altre parole utili per indicare il tempo di
unazione con i relativi esempi:
ora / adesso ()
Ora fai una pausa, hai lavorato
troppo.
attualmente ()
/ in questo periodo
()
In questo periodo lavoro 10
ore al giorno in ufficio.
prima ()
Prima ho letto il giornale, ora
studio.
da poco / poco fa
()
Lin ha parlato con sua madre
poco fa.
dopo () / poi
()
Devo finire lesercizio, dopo
faccio una corsa al parco.
fra poco ()
Fra poco andiamo a fare una
passeggiata.
pi tardi
()
Pi tardi andiamo al cinema a
vedere un film
intanto / nel
frattempo /
mentre ()
Voi riposate, intanto / mentre
/ nel frattempo io lavo i piatti.
ormai ()
Ormai tardi, il negozio
chiuso.
non... pi ()
Gina non va pi in vacanza
perch morta la nonna.
infine / alla fine
()
Karen ha cercato per tanti mesi
lavoro e alla fine lo ha trovato.
finalmente ()
Finalmente Alessandro mi ha
telefonato!
mai (non... mai)
()
Yang e Jinjin non hanno mai
mangiato la pizza napoletana.
Le congiunzioni
Le congiunzioni si usano per unire parti della frase o due
frasi fra loro. Eccone alcune:
e ( / ): Adele e Franco fanno la spesa; Mangio un
panino e una mela;
o (): Preferisci la carne o il pesce? Andiamo al mare o in
montagna?
ma (): Sono stanco ma devo lavorare; Firenze bella
ma caotica;
perch (): Non vado in ufficio perch sto male; Mi
metto il maglione perch ho freddo.
Gli indicatori spaziali
sopra a sinistra davanti
sotto a destra dietro
dentro vicino a accanto
fuori lontano da
Queste parole indicano dove si trova qualcosa o qualcuno
o in che direzione si muove rispetto a un punto di riferi-
mento.
Possono essere usate:
come avverbi (Vai dentro e aspetta);
come preposizioni improprie (Il gatto sotto il tavolo);
insieme ad altre preposizioni (La scrivania davanti alla
finestra).
Abbiamo inoltre:
Esempi: Mario gi in garage.
Luisa non riesce a camminare ed rimasta in-
dietro.
In cinese ci sono i localizzatori, espressioni assimilabili
agli indicatori temporali. La loro particolarit la
posizione rispetto a ci a cui si riferiscono: si trovano
sempre dopo lelemento che li determina. Per esempio
Sedia + sopra Sopra la sedia. per questo motivo che gli
studenti cinesi invertono spesso lordine degli elementi
nominando prima loggetto e poi la preposizione.
su
indietro avanti
gi
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Schede grammaticali
28
Unit 9
Il presente dei verbi modali: dovere, potere,
volere, sapere
Anche in cinese esistono i verbi modali, cio verbi che
esprimono il desiderio, lintenzione o la possibilit di
qualcosa; come in italiano questi verbi possono essere
seguiti da un altro verbo, che indica lazione desiderata,
possibile, ecc.: Mario + volere + mangiare + gelato Mario
vuole mangiare il gelato.
In italiano, in genere, questi 4 verbi sono seguiti da un se-
condo verbo allinfinito.
Esempio:
Alfredo vuole vendere la
sua moto.
Yang non pu uscire
perch ha la febbre.
presente di volere +
infinito
presente di potere +
infinito
Qualche volta si possono usare i verbi sapere e volere se-
guiti dalloggetto diretto, senza il verbo allinfinito. In que-
sto caso, il verbo sapere significa conoscere; volere invece
non cambia significato.
Esempio: So il cinese (sapere significa conoscere)
(il cinese = oggetto diretto)
Lin vuole lacqua (vuole bere lacqua)
(lacqua = oggetto diretto)
Il verbo dovere si pu usare senza il verbo allinfinito per
chiedere quanto dobbiamo pagare.
Esempio: Quanto devo? (quanti soldi devo pagare)
volere potere
io voglio io posso
tu vuoi tu puoi
lui / lei / Lei vuole lui / lei / Lei pu
noi vogliamo noi possiamo
voi volete voi potete
loro vogliono loro possono
dovere sapere
io devo io so
tu devi tu sai
lui / lei / Lei deve lui / lei / Lei sa
noi dobbiamo noi sappiamo
voi dovete voi sapete
loro devono loro sanno
Le forme verbali impersonali: si deve, bisogna,
necessario
Si deve, necessario e bisogna sono locuzioni verbali im-
personali. Hanno solo questa forma, e hanno un soggetto
generico, impersonale; sono seguite da un verbo allinfini-
to (come dovere).
Per capire le differenze:
Aldo deve andare alla ASL per cambiare medico (c il sog-
getto: Aldo)
Bisogna andare in Questura per richiedere il passaporto
(non c un soggetto specifico)
necessario andare allAgenzia delle Entrate per avere il
codice fiscale (non c un soggetto specifico)
Si deve andare allAnagrafe per dichiarare il domicilio
(non c un soggetto specifico)
Limperativo
Limperativo un modo verbale che usiamo per:
dare indicazioni (Bevi 2 litri di acqua al giorno);
dare istruzioni (Prendete 6 uova e aggiungete lo zuc-
chero);
dare ordini (Va a studiare. / Andiamo via!);
dare consigli e suggerimenti (Per la festa di Luca metti il
vestito rosso);
invitare qualcuno a fare qualcosa (Prego, mi dica! /
Venga!);
vietare qualcosa (Non fumate!).
In cinese per rendere il senso dellimperativo si usa la
particella (qng) allinizio della frase, che indica
linvito a fare qualcosa. Invece alla fine della frase si
pu aggiungere (ba) oppure (a) per dare
consigli o fare una richiesta. Per la seconda persona
singolare si elimina il pronome soggetto.
In italiano per introdurre una richiesta possiamo usare
limperativo del verbo sentire o scusare: senta (Lei) o senti
(tu) / scusi (Lei) o scusa (tu).
Esempio: senta, vorrei sapere come arrivare a Piazza Ita-
lia.
Limperativo usato con i pronomi personali: tu, Lei (for-
male), noi, voi, loro (formale).
Attenzione: allimperativo Lei il corrispettivo formale del
tu e non corrisponde mai alla terza persona. Anche Loro
il corrispettivo formale del voi.
Osserva la differenza tra queste due frasi:
Ora lavorate! (informale)
Signori, ora lavorino! (formale)
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Schede grammaticali
29
Limperativo dei verbi regolari
pronomi ascoltare mettere dormire
tu
Lei (formale)
noi
voi
Loro (formale)
ascolta
ascolti
ascoltiamo
ascoltate
ascoltino
metti
metta
mettiamo
mettete
mettano
dormi
dorma
dormiamo
dormite
dormano
Limperativo negativo
pronomi ascoltare mettere
tu
Lei (formale)
noi
voi
loro (formale)
non ascoltare
non lavori
non lavoriamo
non lavorate
non lavorino
non mettere
non metta
non mettiamo
non mettete
non mettano
pronomi dormire
tu
Lei (formale)
noi
voi
loro (formale)
non dormire
non dorma
non dormiamo
non dormite
non dormano
La forma negativa della seconda persona singolare si for-
ma con non + infinito.
Esempio: Non parlare!
In cinese limperativo negativo si forma aggiungendo
prima del verbo una particella negativa,
(b yo) o (bi). Invece, per esprimere
divieti si utilizzano espressioni come (jn zh) o
(yn jn), che corrispondono in italiano ai nostri
vietato o non permesso.
Esempio: vietato fumare oppure Non permesso fumare.
Limperativo dei verbi irregolari
essere venire tenere preferire
sii
sia
siamo
siate
siano
vieni
venga
veniamo
venite
vengano
tieni
tenga
teniamo
tenete
tengano
preferisci
preferisca
preferiamo
preferite
preferiscano
I verbi fare, dare, stare, dire, andare, alla seconda persona
singolare dellimperativo hanno la seguente forma mono-
sillabica: fa, da, sta, di, va.
fare dare stare dire andare
fa
faccia
facciamo
fate
facciano
da
dia
diamo
date
diano
sta
stia
stiamo
state
stiano
di
dica
diciamo
dite
dicano
va
vada
andiamo
andate
vadano
Il nome
Il nome in italiano ha tante forme. NellUnit 3 abbiamo
studiato lo schema generale e nellUnit 4 le forme parti-
colari che assumono i nomi di professioni.
Altre forme particolari si trovano nei:
nomi che cambiano genere, come le parole che indicano
parti del corpo: lorecchio (m. s.) le orecchie (f. p.)
nome singolare (m.) nome plurale (f.)
il braccio
il dito
il labbro
il sopracciglio
le braccia
le dita
le labbra
le sopracciglia
nome singolare (m.) nome plurale (f.)
il ciglio
il ginocchio
losso
luovo
le ciglia
le ginocchia
le ossa
le uova
nomi con laccento sullultima sillaba; questi hanno la
stessa forma al singolare e al plurale: la citt (s.) le citt
(p.)
nome
singolare
nome
plurale
nome
singolare
nome
plurale
la citt (f.)
let (f.)
il t (m.)
il caff (m.)
le citt
le et
i t
i caff
luniversit (f.)
la verit (f.)
la libert (f.)
la necessit (f.)
le universit
le verit
le libert
le necessit
nomi stranieri: hanno la stessa forma al singolare e al
plurale: lo sport (s.) gli sport (p.)
nome
singolare
nome
plurale
nome
singolare
nome
plurale
il bar (m.)
il film (m.)
il tram (m.)
lautobus (m.)
i bar
i film
i tram
gli autobus
il computer
(m.)
il monitor
(m.)
il pullman
(m.)
il foulard (m.)
i computer
i monitor
i pullman
i foulard
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Schede grammaticali
30
I pronomi diretti
Lo, la, li, le sono pronomi che si usano per sostituire log-
getto diretto.
In italiano:
lo sostituisce un oggetto diretto maschile singolare
la sostituisce un oggetto diretto femminile singolare
li sostituisce un oggetto diretto maschile plurale
le sostituisce un oggetto diretto femminile plurale
Osserva gli esempi:
Mangi il pesce? S, lo mangio.
Mangi la pasta? No, non la mangio.
Leggi i giornali? S, li leggo.
Compri le scarpe italiane? S, le compro.
Oggetto diretto:
il pesce (nome maschile singolare)
la pasta (nome femminile singolare)
i libri (nome maschile plurale)
le scarpe (nome femminile plurale)
In cinese esistono i pronomi diretti, ma hanno la stessa
forma dei pronomi soggetto e si distinguono da questi
per la posizione che hanno nella frase, ossia sempre
dopo il verbo: Tu + conoscere + Marco? S, io + conoscere +
lui. Tu conosci Marco? S, lo conosco. Inoltre, per non
ripetere ci che stato appena nominato, si ricorre
spesso alla risposta breve, che ripete solamente il
verbo: Lei + mangiare + mela? Lei + non + mangiare. Lei
mangia la mela? No, lei non la mangia.
Attenzione: il passato prossimo che si forma con lausilia-
re avere cambia la vocale finale del participio passato in
base al genere e al numero delloggetto diretto e del pro-
nome che lo sostituisce.
(lo e la possono assumere la forma con lapostrofo: l)
Osserva gli esempi:
Hai chiamato Anna ieri? S, lho chiamata. (la l)
Lui ha letto il libro? S, lha letto. (lo l)
Maria ha trovato le chiavi? No, non le ha trovate.
Avete incontrato Giulia e Paolo? No, non li abbiamo in-
contrati.
Mi, ti, ci, vi hanno la stessa funzione di pronomi diretti.
Osserva lesempio: Mi chiami oggi?
Il soggetto di chiami (infinito: chiamare) tu; mi indica la
persona che riceve la chiamata ed il pronome diretto. Il
pronome in questo caso precede il verbo.
Osserva altri esempi:
Chiami Anna? S, la chiamo.
Chiamate il dottore? S, lo chiamiamo.
Chiami Mario e Anna? S, li chiamo.
Chiamate Anna e Sonia? S, le chiamiamo.
Mi chiami? S, ti chiamo.
Ci chiamate? S, vi chiamiamo.
I verbi come conoscere, salutare e altri hanno lo stesso uso.
Esempio: Ti conosco / Non ci conoscete / Vi salutiamo
Unit 10
Questo e quello
Questo e quello sono aggettivi o pronomi dimostrativi.
Sono aggettivi quando si concordano con un nome; in
questo caso si trovano sempre prima del nome a cui si rife-
riscono.
Esempio: Conosci questo ragazzo?
Attenzione: quando quello usato come aggettivo segue
le regole dellarticolo determinativo.
Esempio: Non voglio leggere quel libro. / Non voglio scri-
vere quella lettera.
singolare
maschile femminile
vicino a me
questo libro questa casa
questuomo questestate
lontano da me
quel cane quella cugina
quello zio quellautomobi-
le
quellamico
plurale
maschile femminile
vicino a me questi libri queste case
lontano da me
quei cani
quelle cugine
quegli zii
quegli amici
Sono pronomi quando si usano al posto di un nome.
Esempio: Ti piacciono queste scarpe?
No, mi piacciono quelle a sinistra. (quelle = le scarpe)
questo questa
questi queste
quello quella
quelli quelle
Anche in cinese esistono i pronomi e gli aggettivi
dimostrativi. Al singolare si usano i caratteri (zh)
e (n), che corrispondono agli italiani questo e
quello. Al plurale si deve inserire il classificatore
(xi), che significa alcuni, tra il dimostrativo e il nome
che segue.
Il pronome relativo
Il pronome relativo che mette in relazione due frasi; nella
seconda frase sostituisce un nome della prima, evitandone
cos la ripetizione. invariabile nel genere e nel numero.
Nellesempio seguente un libro il nome che viene sosti-
tuito dal pronome relativo:
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Schede grammaticali
31
Andrea compra un libro e il libro ha molte immagini.
Andrea compra un libro che ha molte immagini.
In cinese la particella (de) ha la stessa funzione del
pronome relativo italiano. Essa utile anche per
esprimere una relazione di appartenenza o di possesso
(vedi sotto, I possessivi). La particella svolge dunque
pi di una funzione e si pu trovare dopo un sostantivo,
un pronome, un aggettivo, un verbo. Nel caso delle frasi
relative, che in cinese si trovano sempre prima del
nome che qualificano, sempre obbligatorio e
sostituisce i pronomi relativi italiani. Osserva lesempio:
Leggere il libro + + (quel) uomo + essere + io + + marito.
Luomo che legge il libro mio marito.
I possessivi
maschile singolare femminile singolare
io (il) mio (la) mia
tu (il) tuo (la) tua
lui / lei / Lei (il) suo (la) sua
noi (il) nostro (la) nostra
voi (il) vostro (la) vostra
loro (il) loro (la) loro
maschile plurale femminile plurale
io (i) miei (le) mie
tu (i) tuoi (le) tue
lui / lei / Lei (i) suoi (le) sue
noi (i) nostri (le) nostre
voi (i) vostri (le) vostre
loro (i) loro (le) loro
I possessivi indicano il possesso di qualcosa da parte di
qualcuno:
di una cosa (concreta o astratta): La mia penna nella
borsa.
di una persona: Marco il mio ragazzo.
Si concordano con il nome che indica loggetto posseduto.
Anche i possessivi possono essere aggettivi o pronomi.
Sono aggettivi quando sono uniti a un nome.
Esempio: Questo il tuo libro?
(tuo = aggettivo + libro = nome)
Generalmente laggettivo possessivo preceduto dallarti-
colo.
Sono pronomi quando si usano al posto di un nome.
Di solito il pronome possessivo preceduto dallarticolo
determinativo; questo non obbligatorio quando il prono-
me segue il verbo essere.
Esempio: Di chi il libro? mio. (mio = il libro) o il mio.
Per ricordare le regole dellaggettivo possessivo con i nomi
di famiglia (madre, padre, sorella, fratello, nonna, cugino)
vedi questa Unit a pag. 216-217.
In cinese i possessivi sono formati dal pronome soggetto
seguito dalla particella (de). Al contrario
dell'italiano, in cinese i possessivi non si concordano con
ci che si possiede, e alla terza persona singolare e
plurale cambiano forma in base al genere del possessore.
Per quanto riguarda i nomi dei componenti della famiglia,
in italiano questi indicano pi relazioni rispetto a quello
che esprime una parola cinese. Per esempio sorella in ita-
liano significa sia sorella maggiore che sorella minore, sia
sorellina, lo stesso vale anche per fratello (che significa fra-
tello maggiore o fratello minore o fratellino).
Di seguito riportiamo degli esempi di nomi di famiglia con
relativa traduzione in cinese:
nonno: / ;
nonna: / ;
zio: , , , , ;
zia: , , , , , ,
;
cugino: / , / ;
cugina: / / .
Limperfetto
Limperfetto il tempo verbale della descrizione e della
narrazione dei fatti avvenuti nel passato.
In cinese, dove il verbo invariabile, esistono diversi
modi per esprimere il senso dellimperfetto italiano. In
generale, in una narrazione o descrizione, limperfetto
indicato da espressioni di tempo (a quel tempo, allora,
ogni settimana, sempre, ecc.) o il contesto della frase a
far capire se si tratta di un evento abituale del passato o
del racconto di un periodo del passato (quando ero
piccolo, quando lavoravo, ecc.).
In italiano limperfetto descrive eventi del passato che si
possono riassumere con i seguenti esempi:
descrizioni di cose, ambienti, persone (Tua zia era molto
bella da giovane);
uno stato danimo, un sentimento, la condizione fisica di
una persona (Giovanni si ammalava spesso da piccolo);
le condizioni del tempo (Lestate scorsa faceva molto
caldo);
unabitudine (Quando abitavo a New York, andavo tut-
ti i pomeriggi nel parco);
un periodo della vita (Quando ero piccola non mi pia-
ceva leggere);
dopo la congiunzione mentre (Mentre Jorge scriveva,
Alice suonava il violino).
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Schede grammaticali
32
Limperfetto dei verbi regolari
mangiare correre aprire
io mangiavo correvo aprivo
tu mangiavi correvi aprivi
lui / lei / Lei mangiava correva apriva
noi mangiavamo correvamo aprivamo
voi mangiavate correvate aprivate
loro mangiavano correvano aprivano
Limperfetto dei verbi irregolari
dire fare bere essere
dicevo
dicevi
diceva
dicevamo
dicevate
dicevano
facevo
facevi
faceva
facevamo
facevate
facevano
bevevo
bevevi
beveva
bevevamo
bevevate
bevevano
ero
eri
era
eravamo
eravate
erano
Stare + gerundio
Il verbo stare seguito dal gerundio indica unazione che si
svolge nel momento in cui si parla o nel periodo di vita
presente.
Esempi:
La Signora Viviana sta preparando la cena (la Signora
Viviana in questo momento prepara la cena)
Che fai in questo periodo? Sto studiando (in questo pe-
riodo di tempo) per lesame di italiano.
Il gerundio dei verbi regolari ha le seguenti forme: -are
-ando; -ere -endo; -ire -endo.
I verbi dire, fare, bere, essere, tradurre e pochi altri sono ir-
regolari anche nel gerundio, come nellimperfetto: dicen-
do, facendo, bevendo, essendo, traducendo.
presente di
stare
gerundio
del verbo regolare
io sto parlando
correndo
finendo
tu stai
lui / lei / Lei sta
noi stiamo
voi state
loro stanno
Nella lingua cinese per indicare che unazione in corso
e sta continuando mentre si parla si possono utilizzare
gli avverbi (zhng), (zi), (zhngzi),
seguiti a volte dalla particella (ne) alla fine della
frase.
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